Vergine Maria Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/vergine-maria/ Settimanale di informazione regionale Fri, 01 Dec 2023 19:44:16 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg Vergine Maria Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/vergine-maria/ 32 32 Sagra musicale umbra: conferenza-concerto di Chiara Bertoglio https://www.lavoce.it/sagra-musicale-umbra-conferenza-concerto-chiara-bertoglio/ Fri, 16 Sep 2022 09:30:41 +0000 https://www.lavoce.it/?p=68598

Si chiude sabato 17 settembre, alle ore 21, con il concerto nella chiesa di S. Filippo Neri (Perugia) dell’Orchestra da Camera di Perugia, diretta da Enrico Bronzi, il programma della Sagra musicale umbra. Chiostri e chiese della regione sono stati anche quest’anno luoghi privilegiati per concerti, conferenze e performance teatrali che hanno visto protagonisti grandi artisti italiani e internazionali. Tema conduttore di questa edizione era “Madri”, in un dialogo tra varie forme musicali di devozione popolare e di musica d’arte, con testimonianze del repertorio degli scorsi tre secoli. “La simbologia della Madre - ha spiegato Enrico Bronzi, direttore artistico della Sagra e della Fondazione Musica classica in occasione della presentazione - rimanda alla fertilità della terra e si afferma quale mediatrice col divino, poiché fornisce la sostanza alle idee spirituali. Così era nel mondo antico e pure nella concezione cristiana, dove Maria è lo strumento dell’incarnazione del Sacro”.

Conferenza-concerto della pianista Chiara Bertoglio al Teatro della Sapienza di Perugia

Tra gli ospiti del programma anche Chiara Bertoglio, concertista pianista, che venerdì 16 settembre, alle ore 18, al Teatro della Sapienza di Perugia (Collegio Onaosi) intratterrà il pubblico con una conferenza-concerto sulla Vergine Maria con brani tratti da pagine di Bach, Haydn, Massenet, Listz, Janacek e Messiaen. Oltre che pianista la Bertoglio è anche musicologa e teologa. Si è diplomata al Conservatorio di Torino e all’Accademia di Santa Cecilia. Si è laureata in musicologia all'Università Ca' Foscari di Venezia e ha al suo attivo vari dottorati e master in musicologia e teologia ed è autrice di numerosi libri sul tema.

La vita della Vergine Maria nella musica

“L’incontro del 16 settembre - spiega Chiara Bertoglio - sarà un itinerario che va ad esplorare la vita di Maria nella musica e in particolare nella musica pianistica. La Vergine Maria ha ispirato tanti brani, soprattutto vocali, ma in questo caso si tratterà di brani senza parole. Si partirà da tre versioni dell’Ave Maria, preghiera mariana per eccellenza, per proseguire con un brano particolare di Messiaen che riflette sul periodo della gravidanza di Maria come momento privilegiato di rapporto intimo tra Lei e suo Figlio fino ad arrivare al Natale di Max Regen”. Al periodo adulto sarà dedicato il brano riferito alle Nozze di Cana “tratto dal Biblische Bilder di Carl Reinecke”. Uno dei momenti forti – prosegue la pianista – sarà dedicato alla Passione di Cristo: sono previsti due brani lo Stabat Mater di Liszt e un altro di Haydn tratto dalle Sette ultime parole. Infine una “prospettiva escatologica”, cioè una riflessione “sull’episodio della Dormizione, come la chiamano i nostri fratelli ortodossi, tratto da un Oratorio di J. Massenet” e poi Maria come protettrice “con un brano dedicato a Lei di Janacek, su un santuario molto amato, dedicato all’Assunzione, per concludere con l’Ave Maria Stella di Liszt”. “La lettura teologica – sottolinea – cercherà di proporre agli ascoltatori alcuni elementi che permetteranno di interpretare queste opere nella loro ricchezza simbolica e nella loro profondità, e quindi di godere del messaggio aldilà della conoscenza culturale e come esperienza di contemplazione”. Tra i brani che verranno proposti Bertoglio ricorda La première communion de la Vierge di Oliver Messiaen “un brano di musica contemporanea poco conosciuto, nel quale il compositore francese, pianista e appassionato di teologia, nonché ornitologo, ha intessuto tutta un serie di rimandi molto interessanti. Per esempio un elemento fondamentale – sottolinea - è rappresentato da una sequenza di tre accordi che simboleggiano la Trinità". E poi c'è il canto degli uccelli che secondo il compositore "dovevano rappresentare la gioia di Dio”.

Corsi sul rapporto tra musica e teologia

Chiara Bertoglio organizza anche corsi sul rapporto tra musica e teologia per aiutare, chi è interessato, a leggere e a interpretare la fede attraverso la musica. “Si tratta di corsi in presenza, ma anche on line, – spiega – rivolti non solo a conoscitori della musica o della teologia o a docenti di religione e di musica, ma anche a persone meno esperte. Questo nella mia convinzione che la musica sia un linguaggio teologico, e non solo di intrattenimento, e che abbia la capacità di dire qualcosa di più profondo e di vero sulla nostra fede. Non soltanto a livello di sentimenti – sottolinea - ma anche di comprensione intellettuale o meglio di unione, tramite il linguaggio simbolico (da Symbolon che in greco significa "unione") delle facoltà dell’essere umano, che sono quelle sensibili, intellettuali e razionali. Quindi la musica riesce a tenere insieme queste diverse dimensioni e grazie a queste sue capacità ci trasmette delle verità riguardo a Dio. Questo può avvenire tramite la commozione che la musica può suscitare dentro di noi". E conclude sostenendo come possa essere una risorsa importante da utilizzare “sia a livello pastorale sia di teologia speculativa, come a livello di esperienza del cristiano quale arricchimento della propria spiritualità e contemplazione”.  

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Si chiude sabato 17 settembre, alle ore 21, con il concerto nella chiesa di S. Filippo Neri (Perugia) dell’Orchestra da Camera di Perugia, diretta da Enrico Bronzi, il programma della Sagra musicale umbra. Chiostri e chiese della regione sono stati anche quest’anno luoghi privilegiati per concerti, conferenze e performance teatrali che hanno visto protagonisti grandi artisti italiani e internazionali. Tema conduttore di questa edizione era “Madri”, in un dialogo tra varie forme musicali di devozione popolare e di musica d’arte, con testimonianze del repertorio degli scorsi tre secoli. “La simbologia della Madre - ha spiegato Enrico Bronzi, direttore artistico della Sagra e della Fondazione Musica classica in occasione della presentazione - rimanda alla fertilità della terra e si afferma quale mediatrice col divino, poiché fornisce la sostanza alle idee spirituali. Così era nel mondo antico e pure nella concezione cristiana, dove Maria è lo strumento dell’incarnazione del Sacro”.

Conferenza-concerto della pianista Chiara Bertoglio al Teatro della Sapienza di Perugia

Tra gli ospiti del programma anche Chiara Bertoglio, concertista pianista, che venerdì 16 settembre, alle ore 18, al Teatro della Sapienza di Perugia (Collegio Onaosi) intratterrà il pubblico con una conferenza-concerto sulla Vergine Maria con brani tratti da pagine di Bach, Haydn, Massenet, Listz, Janacek e Messiaen. Oltre che pianista la Bertoglio è anche musicologa e teologa. Si è diplomata al Conservatorio di Torino e all’Accademia di Santa Cecilia. Si è laureata in musicologia all'Università Ca' Foscari di Venezia e ha al suo attivo vari dottorati e master in musicologia e teologia ed è autrice di numerosi libri sul tema.

La vita della Vergine Maria nella musica

“L’incontro del 16 settembre - spiega Chiara Bertoglio - sarà un itinerario che va ad esplorare la vita di Maria nella musica e in particolare nella musica pianistica. La Vergine Maria ha ispirato tanti brani, soprattutto vocali, ma in questo caso si tratterà di brani senza parole. Si partirà da tre versioni dell’Ave Maria, preghiera mariana per eccellenza, per proseguire con un brano particolare di Messiaen che riflette sul periodo della gravidanza di Maria come momento privilegiato di rapporto intimo tra Lei e suo Figlio fino ad arrivare al Natale di Max Regen”. Al periodo adulto sarà dedicato il brano riferito alle Nozze di Cana “tratto dal Biblische Bilder di Carl Reinecke”. Uno dei momenti forti – prosegue la pianista – sarà dedicato alla Passione di Cristo: sono previsti due brani lo Stabat Mater di Liszt e un altro di Haydn tratto dalle Sette ultime parole. Infine una “prospettiva escatologica”, cioè una riflessione “sull’episodio della Dormizione, come la chiamano i nostri fratelli ortodossi, tratto da un Oratorio di J. Massenet” e poi Maria come protettrice “con un brano dedicato a Lei di Janacek, su un santuario molto amato, dedicato all’Assunzione, per concludere con l’Ave Maria Stella di Liszt”. “La lettura teologica – sottolinea – cercherà di proporre agli ascoltatori alcuni elementi che permetteranno di interpretare queste opere nella loro ricchezza simbolica e nella loro profondità, e quindi di godere del messaggio aldilà della conoscenza culturale e come esperienza di contemplazione”. Tra i brani che verranno proposti Bertoglio ricorda La première communion de la Vierge di Oliver Messiaen “un brano di musica contemporanea poco conosciuto, nel quale il compositore francese, pianista e appassionato di teologia, nonché ornitologo, ha intessuto tutta un serie di rimandi molto interessanti. Per esempio un elemento fondamentale – sottolinea - è rappresentato da una sequenza di tre accordi che simboleggiano la Trinità". E poi c'è il canto degli uccelli che secondo il compositore "dovevano rappresentare la gioia di Dio”.

Corsi sul rapporto tra musica e teologia

Chiara Bertoglio organizza anche corsi sul rapporto tra musica e teologia per aiutare, chi è interessato, a leggere e a interpretare la fede attraverso la musica. “Si tratta di corsi in presenza, ma anche on line, – spiega – rivolti non solo a conoscitori della musica o della teologia o a docenti di religione e di musica, ma anche a persone meno esperte. Questo nella mia convinzione che la musica sia un linguaggio teologico, e non solo di intrattenimento, e che abbia la capacità di dire qualcosa di più profondo e di vero sulla nostra fede. Non soltanto a livello di sentimenti – sottolinea - ma anche di comprensione intellettuale o meglio di unione, tramite il linguaggio simbolico (da Symbolon che in greco significa "unione") delle facoltà dell’essere umano, che sono quelle sensibili, intellettuali e razionali. Quindi la musica riesce a tenere insieme queste diverse dimensioni e grazie a queste sue capacità ci trasmette delle verità riguardo a Dio. Questo può avvenire tramite la commozione che la musica può suscitare dentro di noi". E conclude sostenendo come possa essere una risorsa importante da utilizzare “sia a livello pastorale sia di teologia speculativa, come a livello di esperienza del cristiano quale arricchimento della propria spiritualità e contemplazione”.  

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L’Atto di consacrazione all’Immacolato Cuore di Maria della Russia e dell’Ucraina https://www.lavoce.it/atto-consacrazione-limmacolato-cuore-di-maria-ucraina-russia/ Fri, 25 Mar 2022 21:23:45 +0000 https://www.lavoce.it/?p=65768

"Grazie fratelli e sorelle, sacerdoti e autorità di essere qui presenti. Stasera non è stato il vescovo a convocarvi, a chiamarvi nella nostra cattedrale, ma è stata personalmente la Vergine Maria che ha voluto che tutta la nostra Chiesa fosse qui riunita, perché noi siamo obbedienti anche a tutta la sua tradizione. Sempre, quando ci sono stati dei pericoli imminenti, di tenebre intense, di grida di guerra per il mondo e per la società cristiana, come stiamo vivendo in questo momento, sempre si è invocato il nome del Padre e di Maria. Grazie ancora e che il Signore, attraverso la Beata Vergine a cui ci affidiamo e ci consacriamo stasera, ascolti e accolga le nostre preghiere". Così il cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, nel saluto introduttivo della celebrazione eucaristica della Consacrazione all’Immacolato Cuore di Maria della Russia e dell’Ucraina, in comunione spirituale con papa Francesco, nella preghiera per la pace, venerdì 25 marzo, nella cattedrale di San Lorenzo. Alla celebrazione hanno partecipato diversi sacerdoti, i rappresentanti delle Istituzioni civili e militari, di Ordini cavallereschi e di confraternite e numerosi fedeli. La messa si è conclusa dinanzi alla splendida e molto venerata immagine della Madonna delle Grazie con l’Atto di Consacrazione e l’omaggio floreale del cardinale Bassetti all’icona della Beata Vergine. "Il contrasto tra quello che sta accadendo oramai da un mese in Ucraina, e quello che racconta la pagina del Vangelo di oggi, non poteva essere più grande – ha evidenziato il cardinale nell’omelia –. Mentre le notizie di bombardamenti, devastazioni, occupazioni di città, vittime innocenti, bambini uccisi dalle bombe, o le notizie sulle centinaia di migliaia di profughi che arrivano anche nel nostro Paese sono sulle prime pagine dei giornali ed entrano prepotentemente nelle nostre case, noi celebriamo qualcosa di inaudito, quello che accadde nel segreto di una piccola casa, a Nazareth di Galilea duemila anni fa. Quando il male e l’odio infuriano e sembrano avere l’ultima parola, nel brano dell’Annunciazione, l’evangelista Luca racconta di un amore grande: l’amore che lega Maria al suo promesso sposo, Giuseppe, e ancor di più l’amore di Dio per i suoi figli, per l’umanità intera. Mentre in Ucraina imperversano la violenza, la forza e la prevaricazione, il Dio di cui parla l’arcangelo Gabriele è un Dio che chiede permesso, e che domanda a una giovane donna di dire liberamente il suo 'sì'. Soprattutto, mentre oggi gli uomini fanno la guerra, la risposta di Maria porterà - come diranno gli angeli ai pastori - la “pace a tutti gli uomini amati dal Signore” (cf. Lc 2,14)". Il cardinale Bassetti, soffermandosi sul significato della festa dell’Annunciazione a Maria (25 marzo) si è chiesto "che senso potrà mai avere in un contesto così doloroso e drammatico? Questa festa, in un anno così particolare, dopo un lungo tempo di pandemia, e ora di guerra, ci conforta nelle prove, e mentre noi siamo presi dalla paura, dallo sconforto, dal timore di un conflitto globale, sentiamo che le parole dell’angelo sono rivolte anche a noi: quel 'Non temere', detto in modo speciale a Maria, oggi è un invito di speranza che vale per tutti". [gallery ids="65789,65784,65788,65787,65777,65778,65780,65783,65785"]

Testo integrale dell’omelia del card. Gualtiero Bassetti

Carissimi fratelli e sorelle, accogliendo l’invito del Santo Padre Francesco, ci siamo anche noi raccolti questa sera in cattedrale per celebrare la santa eucaristia e pronunciare l’atto di consacrazione della Russia e dell’Ucraina all’Immacolato Cuore di Maria, perché per intercessione della Madre di Dio torni a regnare la pace in quelle terre e in tutto il mondo. Unito con tutti i pastori della Chiesa, pronuncerò le parole dell’atto di consacrazione al cuore di Maria, in cui desidero racchiudere, ancora una volta, le speranze e le angosce della Chiesa per questo nostro mondo. Si tratta di un gesto non nuovo. Infatti, più volte i pontefici hanno affidato al cuore di Maria la speranza della pace e della concordia nel mondo. Lo ha fatto due volte Pio XII, durante la seconda guerra mondiale, poi ancora negli anni Cinquanta, vedendo dinanzi a sé le esperienze dolorose dell’intera famiglia umana. Lo hanno rinnovato i santi pontefici Paolo VI, durante il pellegrinaggio a Fatima nel 1967, e poi Giovanni Paolo II, in piazza San Pietro nel giorno di oggi del 1984. In particolare, il grande pontefice polacco, inginocchiato dinanzi all’immagine della Santa Vergine, così pregò: «O Madre degli uomini e dei popoli, tu che conosci tutte le loro sofferenze e le loro speranze, tu che senti maternamente tutte le lotte tra il bene e il male, tra la luce e le tenebre, che scuotono il mondo contemporaneo, accogli il nostro grido che, mossi dallo Spirito Santo, rivolgiamo direttamente al Tuo Cuore: abbraccia, con amore di madre e di serva del Signore, questo nostro mondo umano, che ti affidiamo e consacriamo, pieni di inquietudine per la sorte terrena ed eterna degli uomini e dei popoli». Stasera è Papa Francesco, che in questi giorni ha seguito con grande trepidazione e sofferenza la tragica situazione della guerra in Ucraina, a chiedere di rivolgerci a Maria per invocare il dono supremo della pace. Il contrasto tra quello che sta accadendo oramai da un mese in Ucraina, e quello che racconta la pagina del Vangelo di oggi, non poteva essere più grande. Mentre le notizie di bombardamenti, devastazioni, occupazioni di città, vittime innocenti, bambini uccisi dalle bombe, o le notizie sulle centinaia di migliaia di profughi che arrivano anche nel nostro Paese sono sulle prime pagine dei giornali ed entrano prepotentemente nelle nostre case, noi celebriamo qualcosa di inaudito, quello che accadde nel segreto di una piccola casa, a Nazareth di Galilea duemila anni fa. Quando il male e l’odio infuriano e sembrano avere l’ultima parola, nel brano dell’Annunciazione, l’evangelista Luca racconta di un amore grande: l’amore che lega Maria al suo promesso sposo, Giuseppe, e ancor di più l’amore di Dio per i suoi figli, per l’umanità intera. Mentre in Ucraina imperversano la violenza, la forza e la prevaricazione, il Dio di cui parla l’arcangelo Gabriele è un Dio che chiede permesso, e che domanda a una giovane donna di dire liberamente il suo “sì”. Soprattutto, mentre oggi gli uomini fanno la guerra, la risposta di Maria porterà – come diranno gli angeli ai pastori – la «pace a tutti gli uomini amati dal Signore» (cf. Lc 2,14). Che senso potrà mai avere, carissimi fratelli e sorelle, celebrare l’Annunciazione a Maria in un contesto così doloroso e drammatico?  Questa festa, in un anno così particolare, dopo un lungo tempo di pandemia, e ora di guerra, ci conforta nelle prove, e mentre noi siamo presi dalla paura, dallo sconforto, dal timore di un conflitto globale, sentiamo che le parole dell’angelo sono rivolte anche a noi: quel «Non temere», detto in modo speciale a Maria, oggi è un invito di speranza che vale per tutti. Ecco perché, in questo 25 marzo, tutta la Chiesa, con i Vescovi e le comunità del mondo intero, è unita a Papa Francesco. Egli ha desiderato compiere un atto di consacrazione al cuore di Maria che non solo richiama le apparizioni a Fatima, ma che ha radici ancora più profonde, già nella Sacra Scrittura. Un grande esegeta come il cardinale Carlo Maria Martini spiegava che «il cuore è l’intimo dell’uomo, il centro della persona, il luogo profondo in cui la nostra persona prende coscienza di sé, riflette sugli avvenimenti, medita sul senso della realtà, assume comportamenti responsabili verso i fatti della vita e verso lo stesso mistero di Dio». Anche Papa Francesco, ultimamente, nell’Esortazione apostolica Gaudete et exsultate, ha scritto che «nel cuore sono le nostre vere intenzioni, ciò che realmente cerchiamo e desideriamo». Ecco perché – scrive ancora il Papa – Dio «cerca di parlarci nel cuore» (83). Come Dio parla al nostro cuore, noi oggi, in questo tempo di prova per l’Europa, per il mondo, per le Chiese in Ucraina, noi oggi con tutto il nostro cuore vogliamo parlare al cuore di Dio, attraverso la consacrazione al cuore di Maria. Con grande fiducia e speranza, mi inginocchierò, al termine di questa celebrazione, dinanzi alla venerata immagine della Santa Vergine, madre della Chiesa perugino-pievese onorata da secoli come Madonna delle Grazie, cui si sono rivolti i perugini nelle loro spirituali e materiali necessità, ottenendo aiuto e liberazione. Vogliamo perciò stasera far rivivere non solo la devozione, ma la fede nel patrocinio di Maria, che è, prima di tutto, madre della divina grazia che è Gesù, e quindi “madre del popolo cristiano” e cioè “della Chiesa”, ma anche ausiliatrice e mediatrice “di intercessione e di perdono, di protezione e di grazia, di riconciliazione e di pace” (Prefazio). Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta. Amen! Gualtiero Card. Bassetti Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve]]>

"Grazie fratelli e sorelle, sacerdoti e autorità di essere qui presenti. Stasera non è stato il vescovo a convocarvi, a chiamarvi nella nostra cattedrale, ma è stata personalmente la Vergine Maria che ha voluto che tutta la nostra Chiesa fosse qui riunita, perché noi siamo obbedienti anche a tutta la sua tradizione. Sempre, quando ci sono stati dei pericoli imminenti, di tenebre intense, di grida di guerra per il mondo e per la società cristiana, come stiamo vivendo in questo momento, sempre si è invocato il nome del Padre e di Maria. Grazie ancora e che il Signore, attraverso la Beata Vergine a cui ci affidiamo e ci consacriamo stasera, ascolti e accolga le nostre preghiere". Così il cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, nel saluto introduttivo della celebrazione eucaristica della Consacrazione all’Immacolato Cuore di Maria della Russia e dell’Ucraina, in comunione spirituale con papa Francesco, nella preghiera per la pace, venerdì 25 marzo, nella cattedrale di San Lorenzo. Alla celebrazione hanno partecipato diversi sacerdoti, i rappresentanti delle Istituzioni civili e militari, di Ordini cavallereschi e di confraternite e numerosi fedeli. La messa si è conclusa dinanzi alla splendida e molto venerata immagine della Madonna delle Grazie con l’Atto di Consacrazione e l’omaggio floreale del cardinale Bassetti all’icona della Beata Vergine. "Il contrasto tra quello che sta accadendo oramai da un mese in Ucraina, e quello che racconta la pagina del Vangelo di oggi, non poteva essere più grande – ha evidenziato il cardinale nell’omelia –. Mentre le notizie di bombardamenti, devastazioni, occupazioni di città, vittime innocenti, bambini uccisi dalle bombe, o le notizie sulle centinaia di migliaia di profughi che arrivano anche nel nostro Paese sono sulle prime pagine dei giornali ed entrano prepotentemente nelle nostre case, noi celebriamo qualcosa di inaudito, quello che accadde nel segreto di una piccola casa, a Nazareth di Galilea duemila anni fa. Quando il male e l’odio infuriano e sembrano avere l’ultima parola, nel brano dell’Annunciazione, l’evangelista Luca racconta di un amore grande: l’amore che lega Maria al suo promesso sposo, Giuseppe, e ancor di più l’amore di Dio per i suoi figli, per l’umanità intera. Mentre in Ucraina imperversano la violenza, la forza e la prevaricazione, il Dio di cui parla l’arcangelo Gabriele è un Dio che chiede permesso, e che domanda a una giovane donna di dire liberamente il suo 'sì'. Soprattutto, mentre oggi gli uomini fanno la guerra, la risposta di Maria porterà - come diranno gli angeli ai pastori - la “pace a tutti gli uomini amati dal Signore” (cf. Lc 2,14)". Il cardinale Bassetti, soffermandosi sul significato della festa dell’Annunciazione a Maria (25 marzo) si è chiesto "che senso potrà mai avere in un contesto così doloroso e drammatico? Questa festa, in un anno così particolare, dopo un lungo tempo di pandemia, e ora di guerra, ci conforta nelle prove, e mentre noi siamo presi dalla paura, dallo sconforto, dal timore di un conflitto globale, sentiamo che le parole dell’angelo sono rivolte anche a noi: quel 'Non temere', detto in modo speciale a Maria, oggi è un invito di speranza che vale per tutti". [gallery ids="65789,65784,65788,65787,65777,65778,65780,65783,65785"]

Testo integrale dell’omelia del card. Gualtiero Bassetti

Carissimi fratelli e sorelle, accogliendo l’invito del Santo Padre Francesco, ci siamo anche noi raccolti questa sera in cattedrale per celebrare la santa eucaristia e pronunciare l’atto di consacrazione della Russia e dell’Ucraina all’Immacolato Cuore di Maria, perché per intercessione della Madre di Dio torni a regnare la pace in quelle terre e in tutto il mondo. Unito con tutti i pastori della Chiesa, pronuncerò le parole dell’atto di consacrazione al cuore di Maria, in cui desidero racchiudere, ancora una volta, le speranze e le angosce della Chiesa per questo nostro mondo. Si tratta di un gesto non nuovo. Infatti, più volte i pontefici hanno affidato al cuore di Maria la speranza della pace e della concordia nel mondo. Lo ha fatto due volte Pio XII, durante la seconda guerra mondiale, poi ancora negli anni Cinquanta, vedendo dinanzi a sé le esperienze dolorose dell’intera famiglia umana. Lo hanno rinnovato i santi pontefici Paolo VI, durante il pellegrinaggio a Fatima nel 1967, e poi Giovanni Paolo II, in piazza San Pietro nel giorno di oggi del 1984. In particolare, il grande pontefice polacco, inginocchiato dinanzi all’immagine della Santa Vergine, così pregò: «O Madre degli uomini e dei popoli, tu che conosci tutte le loro sofferenze e le loro speranze, tu che senti maternamente tutte le lotte tra il bene e il male, tra la luce e le tenebre, che scuotono il mondo contemporaneo, accogli il nostro grido che, mossi dallo Spirito Santo, rivolgiamo direttamente al Tuo Cuore: abbraccia, con amore di madre e di serva del Signore, questo nostro mondo umano, che ti affidiamo e consacriamo, pieni di inquietudine per la sorte terrena ed eterna degli uomini e dei popoli». Stasera è Papa Francesco, che in questi giorni ha seguito con grande trepidazione e sofferenza la tragica situazione della guerra in Ucraina, a chiedere di rivolgerci a Maria per invocare il dono supremo della pace. Il contrasto tra quello che sta accadendo oramai da un mese in Ucraina, e quello che racconta la pagina del Vangelo di oggi, non poteva essere più grande. Mentre le notizie di bombardamenti, devastazioni, occupazioni di città, vittime innocenti, bambini uccisi dalle bombe, o le notizie sulle centinaia di migliaia di profughi che arrivano anche nel nostro Paese sono sulle prime pagine dei giornali ed entrano prepotentemente nelle nostre case, noi celebriamo qualcosa di inaudito, quello che accadde nel segreto di una piccola casa, a Nazareth di Galilea duemila anni fa. Quando il male e l’odio infuriano e sembrano avere l’ultima parola, nel brano dell’Annunciazione, l’evangelista Luca racconta di un amore grande: l’amore che lega Maria al suo promesso sposo, Giuseppe, e ancor di più l’amore di Dio per i suoi figli, per l’umanità intera. Mentre in Ucraina imperversano la violenza, la forza e la prevaricazione, il Dio di cui parla l’arcangelo Gabriele è un Dio che chiede permesso, e che domanda a una giovane donna di dire liberamente il suo “sì”. Soprattutto, mentre oggi gli uomini fanno la guerra, la risposta di Maria porterà – come diranno gli angeli ai pastori – la «pace a tutti gli uomini amati dal Signore» (cf. Lc 2,14). Che senso potrà mai avere, carissimi fratelli e sorelle, celebrare l’Annunciazione a Maria in un contesto così doloroso e drammatico?  Questa festa, in un anno così particolare, dopo un lungo tempo di pandemia, e ora di guerra, ci conforta nelle prove, e mentre noi siamo presi dalla paura, dallo sconforto, dal timore di un conflitto globale, sentiamo che le parole dell’angelo sono rivolte anche a noi: quel «Non temere», detto in modo speciale a Maria, oggi è un invito di speranza che vale per tutti. Ecco perché, in questo 25 marzo, tutta la Chiesa, con i Vescovi e le comunità del mondo intero, è unita a Papa Francesco. Egli ha desiderato compiere un atto di consacrazione al cuore di Maria che non solo richiama le apparizioni a Fatima, ma che ha radici ancora più profonde, già nella Sacra Scrittura. Un grande esegeta come il cardinale Carlo Maria Martini spiegava che «il cuore è l’intimo dell’uomo, il centro della persona, il luogo profondo in cui la nostra persona prende coscienza di sé, riflette sugli avvenimenti, medita sul senso della realtà, assume comportamenti responsabili verso i fatti della vita e verso lo stesso mistero di Dio». Anche Papa Francesco, ultimamente, nell’Esortazione apostolica Gaudete et exsultate, ha scritto che «nel cuore sono le nostre vere intenzioni, ciò che realmente cerchiamo e desideriamo». Ecco perché – scrive ancora il Papa – Dio «cerca di parlarci nel cuore» (83). Come Dio parla al nostro cuore, noi oggi, in questo tempo di prova per l’Europa, per il mondo, per le Chiese in Ucraina, noi oggi con tutto il nostro cuore vogliamo parlare al cuore di Dio, attraverso la consacrazione al cuore di Maria. Con grande fiducia e speranza, mi inginocchierò, al termine di questa celebrazione, dinanzi alla venerata immagine della Santa Vergine, madre della Chiesa perugino-pievese onorata da secoli come Madonna delle Grazie, cui si sono rivolti i perugini nelle loro spirituali e materiali necessità, ottenendo aiuto e liberazione. Vogliamo perciò stasera far rivivere non solo la devozione, ma la fede nel patrocinio di Maria, che è, prima di tutto, madre della divina grazia che è Gesù, e quindi “madre del popolo cristiano” e cioè “della Chiesa”, ma anche ausiliatrice e mediatrice “di intercessione e di perdono, di protezione e di grazia, di riconciliazione e di pace” (Prefazio). Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, Santa Madre di Dio: non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, e liberaci da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta. Amen! Gualtiero Card. Bassetti Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve]]>
Solennità dell’Assunta, la tradizionale celebrazione nella parrocchia di Monteluce a Perugia https://www.lavoce.it/assunta-monteluce-perugia/ Mon, 16 Aug 2021 08:47:34 +0000 https://www.lavoce.it/?p=61680 assunta monteluce perugia

PERUGIA -  La solennità della Madonna dell'Assunta dalla parrocchia di Monteluce a Perugia, domenica 15 agosto, presieduta dal cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve presidente e della Cei. "È l’undicesima volta che celebro con voi la festa della Madonna dell’Assunta - ha esordito nel saluto introduttivo il cardinale -, e sottolineo la festa della Madonna Assunta, perché questa mattina, all’uscita dall’episcopio, in piazza IV Novembre, alcune persone mi hanno augurato: ‘vescovo, buon ferragosto!’. Vi dico la verità, se mi avessero detto ‘buona festa dell’Assunta’ sarei stato più contento”. La celebrazione presieduta insieme al parroco don Nicola Allevi a cui hanno partecipato numerosi fedeli nel rispetto delle norme per la prevenzione della pandemia da Covid-19.

Segno di una mentalità molto secolarizzata

Il cardinale ha poi aggiunto: “Anche questo è il segno di una mentalità che si è molto secolarizzata, ma i mali della nostra società, della nostra vita, sono ben altri”. Il presule ha esordito sottolineando la tradizionale processione della vigilia della festa dell’Assunta, una delle tre storiche “luminarie” medioevali della città che ancora oggi si tengono, svoltasi la sera del 14 agosto, dalla cattedrale di San Lorenzo alla chiesa di Monteluce, che ha visto la presenza del vescovo ausiliare mons. Marco Salvi.

La fretta di annunciare il messaggio più grande

Nel commentare il passo evangelico di Luca, della visitazione di Maria a sant’Elisabetta, il cardinale Bassetti ha detto: “Nel cuore del mese di agosto sia la Chiesa d’Occidente che quella orientale celebrano congiuntamente la festa dell’Assunzione di Maria al Cielo, un segno della Chiesa unica che ravvisa sé stessa nella icona della Madre di Dio Assunta in Cielo… Maria, potremmo dire, è la prima evangelizzata, è la prima evangelizzatrice, perché appena ha ricevuto l’annuncio dell’Angelo, in fretta, dice l’evangelista Luca, si mette in cammino verso la regione montuosa della Giudea per andare ad incontrare la cugina Elisabetta, non solo per un atto di amore e carità verso una parente più anziana, ma soprattutto per portare il motivo della sua gioia e della sua speranza: Gesù Cristo e la salvezza del mondo. La fretta di Maria nel comunicare il messaggio più grande, quello della fede, sia anche la nostra fretta nell’accogliere, nell’annunciare e nel testimoniare Gesù”.

Non esistono scorciatoie per abbreviare la vita

Nel soffermarsi sul significato dell’Assunzione al Cielo, il cardinale ha ricordato che “Maria, come Gesù, si trova in Cielo in anima e in corpo. È una festa meravigliosa anche per mettere in evidenza quella che è la nostra vocazione cristiana. Maria, nei viaggi terreni, non si è mai staccata da Gesù, sempre al suo fianco… E questo aspetto riguarda anche la nostra vita, perché tale è il destino della madre e tale è il destino dei figli… È un mistero grande quello che oggi celebriamo, perché coinvolge non soltanto la nostra vita, il nostro impegno cristiano, la cura del nostro corpo destinato alla resurrezione. Per questo la nostra vita è sacra fin dall’origine, fin dal primo concepimento, fino alla fine. Non possono esistere scorciatoie per abbreviare la vita e quanto è importante la riflessione sull’Assunzione al Cielo di Maria, perché si incamminano tutti coloro che legano la loro vita al Figlio di Dio. Purtroppo ci dimentichiamo spesso che noi siamo fatti per il Cielo e il nostro pellegrinare non è senza meta: cielo e terra, attraverso Maria, si intrecciano in un abbraccio tenerissimo”.

Pandemia, Afghanistan, Haiti… allargare lo sguardo

Nel corso della celebrazione per la solennità dell'Assunta dalla parrocchia di Monteluce a Perugia il cardinale si è soffermato sull'attuale crisi in Afghanistan. “Noi siamo nati per raggiungere il Padre e sulla terra siamo solo di passaggio e non dobbiamo attaccarci ai beni terreni come fossero per l’eternità – ha sottolineato il presule –. Come Maria siamo invitati un giorno alla festa di Dio, in una pace piena di gioia e non in un riposo eterno… Chiediamo alla Madonna di aiutarci ad avere fede fino all’incontro felice con Dio, perché avere fede non vuol dire distaccarci dai problemi di questa terra. Stiamo ancora patendo per la pandemia, ma dobbiamo anche allargare il nostro sguardo. Come in questo momento non pensare all’Afghanistan dove i talebani fanno scempio di donne e bambini? Come non pensare ai nostri fratelli di Haiti alle prese con un nuovo devastante terremoto? C’è tanta sofferenza nell’umanità, ma è una sofferenza che è destinata ad essere redenta dalla luce di Cristo e noi siamo chiamati come Maria ad essere ambasciatori di tutti i nostri fratelli sofferenti e di tutti i problemi dell’umanità”. Avviandosi alla conclusione il cardinale Bassetti ha invitato i fedeli a pregare la “Madre nostra” affinché “ci aiuti a trovare nella nostra esistenza più spazio per il silenzio, per l’adorazione, per la contemplazione, per lo stupore e per la meraviglia, soprattutto di vivere come gli Apostoli che stanno con Gesù. Parliamo tanto del Figlio di Dio, forse viviamo poco con Lui. La festa di ‘ferragosto’, come dicevo fra virgolette all’inizio, sembra dirci: fermati un poco prima che sia troppo tardi, vivi e non lasciarti semplicemente vivere; vivi di cose belle e non di vuoto e di banalità; dai un senso alla tua vita e al tuo tempo. Maria insegnaci a guardare alla nostra vita non dai vicoli ottusi di questo mondo, ma nelle prospettive e negli orizzonti di Dio”.

Presentazione del restauro degli affreschi

La festa mariana dell’Assunta molto sentita e partecipata dai perugini, anche se vissuta da due anni in forma “ridotta” per la pandemia, vede spesso iniziative anche di rilevanza socio-culturale. Quest’anno, oltre ai concerti corali in chiesa, lunedì 16 agosto, alle ore 16, si terrà la presentazione dei lavori di restauro degli affreschi trecenteschi della sala del “Coro delle monache”. I restauri, che si sono protratti per due anni, sono stati finanziati dall’associazione culturale “Bosco Sacro di Monteluce”, presieduta dal critico d’arte e pubblicista Massimo Duranti, dall’Emi e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, presentati, in anteprima, al cardinale Bassetti al termine della celebrazione dell’Assunta. FOTOGALLERY [gallery ids="61683,61684,61685,61686,61687,61688,61689"]]]>
assunta monteluce perugia

PERUGIA -  La solennità della Madonna dell'Assunta dalla parrocchia di Monteluce a Perugia, domenica 15 agosto, presieduta dal cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve presidente e della Cei. "È l’undicesima volta che celebro con voi la festa della Madonna dell’Assunta - ha esordito nel saluto introduttivo il cardinale -, e sottolineo la festa della Madonna Assunta, perché questa mattina, all’uscita dall’episcopio, in piazza IV Novembre, alcune persone mi hanno augurato: ‘vescovo, buon ferragosto!’. Vi dico la verità, se mi avessero detto ‘buona festa dell’Assunta’ sarei stato più contento”. La celebrazione presieduta insieme al parroco don Nicola Allevi a cui hanno partecipato numerosi fedeli nel rispetto delle norme per la prevenzione della pandemia da Covid-19.

Segno di una mentalità molto secolarizzata

Il cardinale ha poi aggiunto: “Anche questo è il segno di una mentalità che si è molto secolarizzata, ma i mali della nostra società, della nostra vita, sono ben altri”. Il presule ha esordito sottolineando la tradizionale processione della vigilia della festa dell’Assunta, una delle tre storiche “luminarie” medioevali della città che ancora oggi si tengono, svoltasi la sera del 14 agosto, dalla cattedrale di San Lorenzo alla chiesa di Monteluce, che ha visto la presenza del vescovo ausiliare mons. Marco Salvi.

La fretta di annunciare il messaggio più grande

Nel commentare il passo evangelico di Luca, della visitazione di Maria a sant’Elisabetta, il cardinale Bassetti ha detto: “Nel cuore del mese di agosto sia la Chiesa d’Occidente che quella orientale celebrano congiuntamente la festa dell’Assunzione di Maria al Cielo, un segno della Chiesa unica che ravvisa sé stessa nella icona della Madre di Dio Assunta in Cielo… Maria, potremmo dire, è la prima evangelizzata, è la prima evangelizzatrice, perché appena ha ricevuto l’annuncio dell’Angelo, in fretta, dice l’evangelista Luca, si mette in cammino verso la regione montuosa della Giudea per andare ad incontrare la cugina Elisabetta, non solo per un atto di amore e carità verso una parente più anziana, ma soprattutto per portare il motivo della sua gioia e della sua speranza: Gesù Cristo e la salvezza del mondo. La fretta di Maria nel comunicare il messaggio più grande, quello della fede, sia anche la nostra fretta nell’accogliere, nell’annunciare e nel testimoniare Gesù”.

Non esistono scorciatoie per abbreviare la vita

Nel soffermarsi sul significato dell’Assunzione al Cielo, il cardinale ha ricordato che “Maria, come Gesù, si trova in Cielo in anima e in corpo. È una festa meravigliosa anche per mettere in evidenza quella che è la nostra vocazione cristiana. Maria, nei viaggi terreni, non si è mai staccata da Gesù, sempre al suo fianco… E questo aspetto riguarda anche la nostra vita, perché tale è il destino della madre e tale è il destino dei figli… È un mistero grande quello che oggi celebriamo, perché coinvolge non soltanto la nostra vita, il nostro impegno cristiano, la cura del nostro corpo destinato alla resurrezione. Per questo la nostra vita è sacra fin dall’origine, fin dal primo concepimento, fino alla fine. Non possono esistere scorciatoie per abbreviare la vita e quanto è importante la riflessione sull’Assunzione al Cielo di Maria, perché si incamminano tutti coloro che legano la loro vita al Figlio di Dio. Purtroppo ci dimentichiamo spesso che noi siamo fatti per il Cielo e il nostro pellegrinare non è senza meta: cielo e terra, attraverso Maria, si intrecciano in un abbraccio tenerissimo”.

Pandemia, Afghanistan, Haiti… allargare lo sguardo

Nel corso della celebrazione per la solennità dell'Assunta dalla parrocchia di Monteluce a Perugia il cardinale si è soffermato sull'attuale crisi in Afghanistan. “Noi siamo nati per raggiungere il Padre e sulla terra siamo solo di passaggio e non dobbiamo attaccarci ai beni terreni come fossero per l’eternità – ha sottolineato il presule –. Come Maria siamo invitati un giorno alla festa di Dio, in una pace piena di gioia e non in un riposo eterno… Chiediamo alla Madonna di aiutarci ad avere fede fino all’incontro felice con Dio, perché avere fede non vuol dire distaccarci dai problemi di questa terra. Stiamo ancora patendo per la pandemia, ma dobbiamo anche allargare il nostro sguardo. Come in questo momento non pensare all’Afghanistan dove i talebani fanno scempio di donne e bambini? Come non pensare ai nostri fratelli di Haiti alle prese con un nuovo devastante terremoto? C’è tanta sofferenza nell’umanità, ma è una sofferenza che è destinata ad essere redenta dalla luce di Cristo e noi siamo chiamati come Maria ad essere ambasciatori di tutti i nostri fratelli sofferenti e di tutti i problemi dell’umanità”. Avviandosi alla conclusione il cardinale Bassetti ha invitato i fedeli a pregare la “Madre nostra” affinché “ci aiuti a trovare nella nostra esistenza più spazio per il silenzio, per l’adorazione, per la contemplazione, per lo stupore e per la meraviglia, soprattutto di vivere come gli Apostoli che stanno con Gesù. Parliamo tanto del Figlio di Dio, forse viviamo poco con Lui. La festa di ‘ferragosto’, come dicevo fra virgolette all’inizio, sembra dirci: fermati un poco prima che sia troppo tardi, vivi e non lasciarti semplicemente vivere; vivi di cose belle e non di vuoto e di banalità; dai un senso alla tua vita e al tuo tempo. Maria insegnaci a guardare alla nostra vita non dai vicoli ottusi di questo mondo, ma nelle prospettive e negli orizzonti di Dio”.

Presentazione del restauro degli affreschi

La festa mariana dell’Assunta molto sentita e partecipata dai perugini, anche se vissuta da due anni in forma “ridotta” per la pandemia, vede spesso iniziative anche di rilevanza socio-culturale. Quest’anno, oltre ai concerti corali in chiesa, lunedì 16 agosto, alle ore 16, si terrà la presentazione dei lavori di restauro degli affreschi trecenteschi della sala del “Coro delle monache”. I restauri, che si sono protratti per due anni, sono stati finanziati dall’associazione culturale “Bosco Sacro di Monteluce”, presieduta dal critico d’arte e pubblicista Massimo Duranti, dall’Emi e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, presentati, in anteprima, al cardinale Bassetti al termine della celebrazione dell’Assunta. FOTOGALLERY [gallery ids="61683,61684,61685,61686,61687,61688,61689"]]]>
La donna nella Chiesa, presenza silenziosa ma forte https://www.lavoce.it/la-donna-nella-chiesa-presenza-silenziosa-ma-forte/ Wed, 07 Dec 2016 23:18:35 +0000 https://www.lavoce.it/?p=48049 L’8 dicembre abbiamo festeggiato l’Immacolata Concezione di Maria, festa molto sentita e amata dal popolo cristiano. Dio ha posto al vertice dell’umanità una giovane donna, umile e santa. Le nostre parrocchie, incominciando da cattedrale e concattedrale, hanno tante chiese dedicate a lei. Le feste più sentite e partecipate sono quelle dedicate alla Madre di Dio; i santuari maggiormente frequentati in ogni latitudine, sono dedicati alla Madonna.

Ma spesso non siamo attenti e non consideriamo che Maria santissima è una donna . Le donne sono la forza delle nostre parrocchie, le più praticanti, sono quelle che servono con maggior dedizione le comunità e sono sempre disponibili a compiere servizi nel nascondimento. Senza di loro, la vita ecclesiale si risolverebbe a ben poca cosa. Certamente le donne sono cambiate, il cristianesimo ha contribuito lungo i secoli alla loro emancipazione; oggi occorre aprire gli occhi e comprendere che nella società hanno acquisito ruoli fino a qualche anno fa inimmaginabili.

Anche nella Chiesa dobbiamo essere attenti e considerare sempre meglio il loro apporto sapendole valorizzare. Non è un rincorrere le mode, è il Vangelo che che ce lo dice. Gesù non aveva solamente i dodici apostoli, ma – cosa inaudita per quei tempi – lo seguivano anche un grup- po di donne, e sono state loro per prime ad annunciare la Risurrezione.

Siamo tutti giustamente preoccupati per il notevole calo delle vocazioni al sacerdozio, ma è molto grave anche la situazione delle comunità femminili. In diocesi, oltre ai cinque monasteri di clausura, ci sono una ventina di comunità di religiose di vita attiva. Inoltre abbiamo alcune consacrate nell’ Ordo virginum e altre giovani donne si stanno preparando alla consacrazione per servire Cristo e la Chiesa.

È urgente essere attenti a queste realtà: sono persone che hanno consacrato tutta la loro vita a Dio e al servizio del prossimo. Nella Chiesa non conta solamente quello che fa il prete o il diacono, ma tutti hanno uguale dignità, e quello delle religiose è un apporto indispensabile.

La diocesi ha intrapreso un rinnovamento e spinge i fedeli alla “nuova evangelizzazione”; per fare questo occorre coinvolgere sempre più donne per rinnovare le nostre comunità. Non è questione di “quote rosa”, è questione di ascolto, e di saper valorizzare tutti le componenti del popolo di Dio. Il magistero della Chiesa ci invita a fare ciò già da molti anni. Non dimentichiamo che uno dei simboli più forti del cristianesimo degli ultimi secoli è un donna, santa Teresa di Calcutta.

Una scia di grande santità che inizia da Maria, e attraversa tutte le epoche con figure di donne che hanno raggiunto i vertici del rapporto spirituale con Dio.

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