Università per stranieri di Perugia Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/universita-per-stranieri/ Settimanale di informazione regionale Fri, 25 Oct 2024 18:46:47 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg Università per stranieri di Perugia Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/universita-per-stranieri/ 32 32 Immigrazione e prospettive dell’integrazione. Un problema di autocensura? https://www.lavoce.it/immigrazione-e-prospettive-dellintegrazione-un-problema-di-autocensura/ https://www.lavoce.it/immigrazione-e-prospettive-dellintegrazione-un-problema-di-autocensura/#respond Sun, 20 Oct 2024 14:40:49 +0000 https://www.lavoce.it/?p=78177 Rolando Marini

Il giro nelle quattro città umbre fatto con il progetto Voci dal Mondo ha mostrato l’enorme potenziale di impegno per l’accoglienza dei migranti. Alquanto minore è sembrato lo spazio che il sistema complessivamente considerato sembra avere avuto, e possa avere d’ora in poi, per l’integrazione, nelle sue variabili accezioni.

Migranti, superare il sistema assistenzialistico

Molti assessori hanno riflettuto su tale aspetto. In sintesi, la proiezione in avanti dovrebbe essere rappresentata dal superamento dell’approccio assistenzialistico, per pervenire – nelle parole dell’assessore “alle Nuove Cittadinanze” di Perugia, Costanza Spera – all’impegno nel percorso di empowerment di cittadinanza, ossia nell’acquisizione di un’attitudine alla cittadinanza attiva e consapevole: quella cioè che non si ferma alla giusta attesa di un benessere materiale, ma si apre al patto di convivenza civile che è inscritto nell’ “abitare la città”. Un patto che richiede partecipazione, in varie forme, individuale e collettiva.

Il rapporto tra la città e gli immigrati

La questione pertanto va oltre il tema – caldo in queste settimane – della riforma dell’acquisizione della cittadinanza nazionale. Risiede invece nel rapporto che si stabilisce tra la città, nelle sue varie espressioni, e gli immigrati che abbiano un progetto di permanenza, seppure non definitivo. Questo rapporto è molto segnato, in negativo, dalla mission esplicita e implicita che il sistema dell’accoglienza gli ha trasmesso: quella dell’aiuto e dell’assistenza nel corso di quel limbo che chiamiamo accoglienza. Si tratta appunto di tenere fermo un concetto che diventi linea di condotta per tutti gli attori coinvolti: l’immigrato e le comunità di immigrati non possono collocarsi nella società di nuovo insediamento, più o meno intenzionalmente o consapevolmente, come delle province sociali autonome o, più efficacemente, delle enclaves.

Inclusione e integrazione

Diventa allora inevitabile affrontare il problema del modo in cui intendiamo appunto il concetto e il percorso di inclusione. Molti temono la parola “integrazione”, perché implica, si dice, un rapporto asimmetrico, etnocentrico, quasi di tipo coloniale. E infatti la si trova al centro del dibattito sul multiculturalismo. Ma la si trova solo se guadiamo bene, perché è un dibattito opaco, che soffre di due enormi difetti. Il primo difetto è quello di avere assunto un carattere ideologizzato, di scontro tra schieramenti politico-culturali armati di apparati simbolici incompatibili: schieramenti contrapposti, per la visione profondamente diversa dei rapporti umani, ma comunque accomunati dall’avere costruito una frattura. Usata per marcare una differenza antropologica, quella che una volta c’era tra fascisti e comunisti, e adesso è tra razzisti e anti-razzisti, tra buonisti e xenofobi, tra sovranisti e cosmopoliti, anche se queste etichette non calzano del tutto per definire adeguatamente le aggregazioni neo-ideologiche che si dispongono in conflitto anche sul piano emotivo-affettivo.

Due utopie a confronto

Si tratta anche di due utopie a confronto. Da una parte quella della separazione e dell’autodifesa identitaria nella globalizzazione, sorretta dal pregiudizio dell’assoluta incompatibilità. Dall’altra l’utopia multiculturalista, quella di un ritrovato sogno di giustizia universale, per capirci un nuovo sol dell’avvenire, in cui ai proletari si sostituiscono i diseredati della terra, sorretto dal senso di colpa per avere sottoposto a sfruttamento secolare quattro quinti del mondo. E qui arriviamo al secondo difetto, quello derivante dal fatto che ideologie e utopie non sono adatte a ragionare sul presente (che cosa fare in concreto), ma neanche sul futuro, generando autocensure e negazionismi di vario tipo. Tra questi, dalle nebbie prodotte dall’incontro tra illusioni e conflitti emerge talvolta, ma poi si risommerge, la domanda su cosa si debba intendere per inclusione/integrazione. Lo spettro del cosiddetto “assimilazionismo etnocentrico”, che sarebbe tipico del modello francese di integrazione post-coloniale, è stato tante volte usato per ammonire rispetto alla possibilità che l’integrazione nel sistema di regole di una nazione e di uno Stato vada a ledere l’integrità culturale delle comunità migranti. Voglio però qui ricordare la forza della posizione che Jurgen Habermas assunse nel 1998, nel libro Multiculturalismo (e in altri interventi come L’inclusione dell’altro). Le differenze possono riconoscersi reciprocamente e interagire collaborativamente solo all’interno dell’accettazione di un quadro comune di norme, sia di leggi che di regole sociali discendenti dalle prime in via diretta o indiretta. Se questo accordo sostanziale non ci fosse – e, secondo me, non c’è –, allora la società multiculturale diviene un aggregato instabile e non abbastanza coeso. E il mercato (dal lavoro al consumo) non può certo esercitare una supplenza integrativa; questo vale in generale, non perché stiamo attraversando tante crisi con forte impatto sulle diseguaglianze.

Rimodellare il sistema sociale e giuridico-istituzionale

Certamente, si apre, insieme con la domanda su “quale integrazione”, quella su come il sistema sociale e quello giuridico-istituzionale possano rimodellarsi per trovare un compromesso “giusto” tra nuova comunanza (non più di tradizione e di tendenziale omogeneità identitaria), da una parte, e autonomia comunitaria, dall’altra. L’illusione comunitaristica può giocare un ruolo ingombrante. Con Habermas, occorre che tutte le comunità esercitino una forma di solidarietà basata sul confronto, esercitando un dibattito intorno al proprio stare insieme. Da questo deriva – ora - la necessità di una responsabilità a porsi quella domanda. Ma reciprocamente. Allora, superando le autocensure, alzando la testa per un momento dal lavoro quotidiano, chi si occupa di sostegno agli immigrati dovrebbe domandarsi e domandare agli altri che cosa intende lui per integrazione; se si è posto il problema; se ha dato per scontate troppe cose; se davvero vuole cominciare a riflettere e confrontarsi sul problema. Rolando Marini ProRettore Università per Stranieri di Perugia]]>
Rolando Marini

Il giro nelle quattro città umbre fatto con il progetto Voci dal Mondo ha mostrato l’enorme potenziale di impegno per l’accoglienza dei migranti. Alquanto minore è sembrato lo spazio che il sistema complessivamente considerato sembra avere avuto, e possa avere d’ora in poi, per l’integrazione, nelle sue variabili accezioni.

Migranti, superare il sistema assistenzialistico

Molti assessori hanno riflettuto su tale aspetto. In sintesi, la proiezione in avanti dovrebbe essere rappresentata dal superamento dell’approccio assistenzialistico, per pervenire – nelle parole dell’assessore “alle Nuove Cittadinanze” di Perugia, Costanza Spera – all’impegno nel percorso di empowerment di cittadinanza, ossia nell’acquisizione di un’attitudine alla cittadinanza attiva e consapevole: quella cioè che non si ferma alla giusta attesa di un benessere materiale, ma si apre al patto di convivenza civile che è inscritto nell’ “abitare la città”. Un patto che richiede partecipazione, in varie forme, individuale e collettiva.

Il rapporto tra la città e gli immigrati

La questione pertanto va oltre il tema – caldo in queste settimane – della riforma dell’acquisizione della cittadinanza nazionale. Risiede invece nel rapporto che si stabilisce tra la città, nelle sue varie espressioni, e gli immigrati che abbiano un progetto di permanenza, seppure non definitivo. Questo rapporto è molto segnato, in negativo, dalla mission esplicita e implicita che il sistema dell’accoglienza gli ha trasmesso: quella dell’aiuto e dell’assistenza nel corso di quel limbo che chiamiamo accoglienza. Si tratta appunto di tenere fermo un concetto che diventi linea di condotta per tutti gli attori coinvolti: l’immigrato e le comunità di immigrati non possono collocarsi nella società di nuovo insediamento, più o meno intenzionalmente o consapevolmente, come delle province sociali autonome o, più efficacemente, delle enclaves.

Inclusione e integrazione

Diventa allora inevitabile affrontare il problema del modo in cui intendiamo appunto il concetto e il percorso di inclusione. Molti temono la parola “integrazione”, perché implica, si dice, un rapporto asimmetrico, etnocentrico, quasi di tipo coloniale. E infatti la si trova al centro del dibattito sul multiculturalismo. Ma la si trova solo se guadiamo bene, perché è un dibattito opaco, che soffre di due enormi difetti. Il primo difetto è quello di avere assunto un carattere ideologizzato, di scontro tra schieramenti politico-culturali armati di apparati simbolici incompatibili: schieramenti contrapposti, per la visione profondamente diversa dei rapporti umani, ma comunque accomunati dall’avere costruito una frattura. Usata per marcare una differenza antropologica, quella che una volta c’era tra fascisti e comunisti, e adesso è tra razzisti e anti-razzisti, tra buonisti e xenofobi, tra sovranisti e cosmopoliti, anche se queste etichette non calzano del tutto per definire adeguatamente le aggregazioni neo-ideologiche che si dispongono in conflitto anche sul piano emotivo-affettivo.

Due utopie a confronto

Si tratta anche di due utopie a confronto. Da una parte quella della separazione e dell’autodifesa identitaria nella globalizzazione, sorretta dal pregiudizio dell’assoluta incompatibilità. Dall’altra l’utopia multiculturalista, quella di un ritrovato sogno di giustizia universale, per capirci un nuovo sol dell’avvenire, in cui ai proletari si sostituiscono i diseredati della terra, sorretto dal senso di colpa per avere sottoposto a sfruttamento secolare quattro quinti del mondo. E qui arriviamo al secondo difetto, quello derivante dal fatto che ideologie e utopie non sono adatte a ragionare sul presente (che cosa fare in concreto), ma neanche sul futuro, generando autocensure e negazionismi di vario tipo. Tra questi, dalle nebbie prodotte dall’incontro tra illusioni e conflitti emerge talvolta, ma poi si risommerge, la domanda su cosa si debba intendere per inclusione/integrazione. Lo spettro del cosiddetto “assimilazionismo etnocentrico”, che sarebbe tipico del modello francese di integrazione post-coloniale, è stato tante volte usato per ammonire rispetto alla possibilità che l’integrazione nel sistema di regole di una nazione e di uno Stato vada a ledere l’integrità culturale delle comunità migranti. Voglio però qui ricordare la forza della posizione che Jurgen Habermas assunse nel 1998, nel libro Multiculturalismo (e in altri interventi come L’inclusione dell’altro). Le differenze possono riconoscersi reciprocamente e interagire collaborativamente solo all’interno dell’accettazione di un quadro comune di norme, sia di leggi che di regole sociali discendenti dalle prime in via diretta o indiretta. Se questo accordo sostanziale non ci fosse – e, secondo me, non c’è –, allora la società multiculturale diviene un aggregato instabile e non abbastanza coeso. E il mercato (dal lavoro al consumo) non può certo esercitare una supplenza integrativa; questo vale in generale, non perché stiamo attraversando tante crisi con forte impatto sulle diseguaglianze.

Rimodellare il sistema sociale e giuridico-istituzionale

Certamente, si apre, insieme con la domanda su “quale integrazione”, quella su come il sistema sociale e quello giuridico-istituzionale possano rimodellarsi per trovare un compromesso “giusto” tra nuova comunanza (non più di tradizione e di tendenziale omogeneità identitaria), da una parte, e autonomia comunitaria, dall’altra. L’illusione comunitaristica può giocare un ruolo ingombrante. Con Habermas, occorre che tutte le comunità esercitino una forma di solidarietà basata sul confronto, esercitando un dibattito intorno al proprio stare insieme. Da questo deriva – ora - la necessità di una responsabilità a porsi quella domanda. Ma reciprocamente. Allora, superando le autocensure, alzando la testa per un momento dal lavoro quotidiano, chi si occupa di sostegno agli immigrati dovrebbe domandarsi e domandare agli altri che cosa intende lui per integrazione; se si è posto il problema; se ha dato per scontate troppe cose; se davvero vuole cominciare a riflettere e confrontarsi sul problema. Rolando Marini ProRettore Università per Stranieri di Perugia]]>
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Tra Italia e Mongolia una amicizia nata a Magione https://www.lavoce.it/tra-italia-e-mongolia-una-amicizia-nata-a-magione/ https://www.lavoce.it/tra-italia-e-mongolia-una-amicizia-nata-a-magione/#respond Sat, 19 Oct 2024 17:59:48 +0000 https://www.lavoce.it/?p=78189

L’associazione Mongolia-Italia, fondata nel 1990 in Ulaanbaatar, è una organizzazione non governativa con lo scopo principale di promuovere e rafforzare l’amicizia e la collaborazione tra la Mongolia e l’Italia, oltre a promuovere la comprensione e la fiducia tra i popoli, nonché le relazioni commerciali, economiche, culturali, scientifiche e umanitarie. Nyamaa Lkhagvajav è la presidente dell’Associazione e cimongoliattadina onoraria di Magione. È arrivata in Italia per la prima volta nel 1998 per migliorare la sua conoscenza della lingua italiana. Attualmente frequenta il corso di laurea triennale di primo livello in Made in Italy, cibo e ospitalità all’Università per Stranieri di Perugia. A novembre del 2023 ha ricevuto il conferimento della Cittadinanza onoraria della città di Magione.

Le attività della associazione Mongolia-Italia

L’Associazione promuove la Mongolia in Italia, e viceversa, sviluppa la comprensione e fiducia reciproca della cooperazione tra i due paesi, sviluppa le relazioni culturali, artistiche, scientifiche ed educative tra i due paesi, sostiene le promozioni di usi e costumi nazionali e popolari, tradizioni, diffonde la cultura e la storia come patrimonio dei paesi, sostiene le idee caritatevoli e umanitarie, aiuta e facilita l’instaurazione di relazioni commerciali e amichevoli con le province, le città, le istituzioni governative e private della Mongolia, i servizi, la cultura, la scienza e l’istruzione con le province, le città e le istituzioni analoghe italiane, promuove la creazione e l’espansione delle relazioni tra i cittadini di entrambi i paesi. Dal 1990 ad oggi organizza i corsi di lingua e cultura italiana in Mongolia, dal 1999 organizza diversi eventi come mostre di quadri o di foto nelle diverse città italiane ma, anche all’Università per Stranieri di Perugia, le mostre fotografiche sull’Italia, su città, paesi e paesaggi pittoreschi italiani in Mongolia. Dal 1999 al 2009 le mostre “Cielo blu della Mongolia”, dal 2009 fino a 2011 in Piemonte la mostra delle bambole con gli abiti tradizionali. Dal 2000 quasi ogni anno in febbraio, a Magione, sono state celebrate le feste del capodanno mongolo preparando i tipici piatti mongoli, e le presentazioni sulle tradizioni, cultura e arte della Mongolia. Nel 2010 è stato stipulato l’accordo con l’UnistraPg, Adisu, Comune di Magione e Associazione che assegnava 3 borse di studio per i corsi di lingua per gli studenti mongoli. Nel dicembre del 2023 è stato stipulato l’accordo con l’UnistraPg per la cooperazione culturale e scientifica. Da 2015 sono organizzati i corsi di cucina italiana “Sapori d’Italia” tenuti dai cittadini italiani residenti in Mongolia. Marius Daniel Langa]]>

L’associazione Mongolia-Italia, fondata nel 1990 in Ulaanbaatar, è una organizzazione non governativa con lo scopo principale di promuovere e rafforzare l’amicizia e la collaborazione tra la Mongolia e l’Italia, oltre a promuovere la comprensione e la fiducia tra i popoli, nonché le relazioni commerciali, economiche, culturali, scientifiche e umanitarie. Nyamaa Lkhagvajav è la presidente dell’Associazione e cimongoliattadina onoraria di Magione. È arrivata in Italia per la prima volta nel 1998 per migliorare la sua conoscenza della lingua italiana. Attualmente frequenta il corso di laurea triennale di primo livello in Made in Italy, cibo e ospitalità all’Università per Stranieri di Perugia. A novembre del 2023 ha ricevuto il conferimento della Cittadinanza onoraria della città di Magione.

Le attività della associazione Mongolia-Italia

L’Associazione promuove la Mongolia in Italia, e viceversa, sviluppa la comprensione e fiducia reciproca della cooperazione tra i due paesi, sviluppa le relazioni culturali, artistiche, scientifiche ed educative tra i due paesi, sostiene le promozioni di usi e costumi nazionali e popolari, tradizioni, diffonde la cultura e la storia come patrimonio dei paesi, sostiene le idee caritatevoli e umanitarie, aiuta e facilita l’instaurazione di relazioni commerciali e amichevoli con le province, le città, le istituzioni governative e private della Mongolia, i servizi, la cultura, la scienza e l’istruzione con le province, le città e le istituzioni analoghe italiane, promuove la creazione e l’espansione delle relazioni tra i cittadini di entrambi i paesi. Dal 1990 ad oggi organizza i corsi di lingua e cultura italiana in Mongolia, dal 1999 organizza diversi eventi come mostre di quadri o di foto nelle diverse città italiane ma, anche all’Università per Stranieri di Perugia, le mostre fotografiche sull’Italia, su città, paesi e paesaggi pittoreschi italiani in Mongolia. Dal 1999 al 2009 le mostre “Cielo blu della Mongolia”, dal 2009 fino a 2011 in Piemonte la mostra delle bambole con gli abiti tradizionali. Dal 2000 quasi ogni anno in febbraio, a Magione, sono state celebrate le feste del capodanno mongolo preparando i tipici piatti mongoli, e le presentazioni sulle tradizioni, cultura e arte della Mongolia. Nel 2010 è stato stipulato l’accordo con l’UnistraPg, Adisu, Comune di Magione e Associazione che assegnava 3 borse di studio per i corsi di lingua per gli studenti mongoli. Nel dicembre del 2023 è stato stipulato l’accordo con l’UnistraPg per la cooperazione culturale e scientifica. Da 2015 sono organizzati i corsi di cucina italiana “Sapori d’Italia” tenuti dai cittadini italiani residenti in Mongolia. Marius Daniel Langa]]>
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L’Università per stranieri porta il mondo a Perugia https://www.lavoce.it/luniversita-per-stranieri-porta-il-mondo-a-perugia/ https://www.lavoce.it/luniversita-per-stranieri-porta-il-mondo-a-perugia/#respond Sat, 19 Oct 2024 14:32:16 +0000 https://www.lavoce.it/?p=78191

L’Università per Stranieri di Perugia, conosciuta a livello globale come un centro d’eccellenza per lo studio della lingua e della cultura italiana, offre numerose borse di studio internazionali per promuovere la mobilità studentesca e favorire l’accesso a un’istruzione di qualità. Grazie a queste opportunità, ogni anno studenti provenienti da tutto il mondo (con prevalenza da Vietnam, Argentina, Camerun, Egitto, Etiopia, ma anche paesi come: Albania, Algeria, Brasile, Colombia, Ecuador, Kenya, Kossovo, Macedonia, Marocco, Montenegro, Senegal, Tunisia) possono vivere un’esperienza formativa e culturale unica nel cuore dell’Italia.

Studenti da tutto il mondo a Perugia con le borse di studio

Il processo di selezione si basa su criteri di merito accademico e, in alcuni casi, sulle condizioni economiche degli studenti. Le borse, a seconda del programma, possono coprire in tutto o in parte le tasse universitarie, i costi di soggiorno e altre spese. Le borse di studio, rivolte a studenti internazionali di varie discipline, coprono una vasta gamma di esigenze: dai corsi di lingua e cultura italiana ai corsi di laurea triennale, magistrale e ai programmi di dottorato. Alcune di queste borse sono finanziate direttamente dall’Università, mentre altre sono messe a disposizione grazie a collaborazioni con enti come il Ministero degli Affari Esteri italiano, che supporta studenti stranieri meritevoli e italiani residenti all’estero (provenienti prevalentemente dal Senegal, Camerun, Egitto, Tunisia). Inoltre l’Università per Stranieri di Perugia ha dato il via nell’a.a 2023/2024 ad un percorso di studi con borse di studio per la frequenza di corsi di laurea e laurea magistrale dell’Ateneo. Ad oggi si sono immatricolati ben 95 studenti internazionali.

Supporto ed assistenza agli studenti

Il professore Alessandro Ginammi Albanese ricopre un ruolo cruciale all’interno dell’Università per Stranieri come tutor e referente per le borse di studio. In questa posizione, si occupa di fornire supporto e assistenza agli studenti interessati a candidarsi per le borse, inoltre segue gli studenti beneficiari durante il loro percorso accademico, assicurandosi che ottengano il massimo dall’esperienza formativa. Studiare all’Università per Stranieri di Perugia significa anche immergersi in un contesto culturale vivace e multiculturale. Gli studenti internazionali non solo acquisiscono competenze accademiche, ma hanno anche la possibilità di conoscere la cultura italiana, partecipando ad attività culturali e sociali organizzate dall’ateneo e vivendo in una delle città più affascinanti e ricche di storia d’Italia. Grazie alle borse di studio internazionali, l’Università per Stranieri di Perugia continua a svolgere il suo ruolo di ponte culturale tra l’Italia e il resto del mondo, promuovendo il dialogo e lo scambio tra culture diverse.

L'esperienza di Elena (Thu Phuon)

Una testimonianza diretta è quella di Elena (nome d’origine Thu Phuon) ragazza di 23 anni proveniente dal Vietnam. Arrivata in Italia 10 mesi fa, attualmente frequenta il corso di studi Compsi (Comunicazione pubblicitaria, storytelling e cultura d’immagine). Con grande emozione ricorda quando nel 2022 ci fu la trasferta del rettore in Vietnam per assegnare 10 borse di studio a 10 studenti locali. In seguito ad un percorso di selezione, Elena è tra le vincitrici della borsa di studio. Arrivata in Italia il primo impatto non è stato dei migliori avendo difficoltà con l’alloggio e nel rapportarsi con gli italiani, ma grazie al Movimento dei Focolari ha conosciuto una signora che l’ha aiutata, e ha ricevuto sostegno anche dalla stessa Università. Ora con gioia Elena sottolinea di essere a proprio agio e di aver risolto le sue difficoltà iniziali. Per il suo futuro prevede di continuare i suoi studi aggiornandosi con i cambiamenti che avvengono anche nel suo paese in materia di comunicazione. Khelia Gba]]>

L’Università per Stranieri di Perugia, conosciuta a livello globale come un centro d’eccellenza per lo studio della lingua e della cultura italiana, offre numerose borse di studio internazionali per promuovere la mobilità studentesca e favorire l’accesso a un’istruzione di qualità. Grazie a queste opportunità, ogni anno studenti provenienti da tutto il mondo (con prevalenza da Vietnam, Argentina, Camerun, Egitto, Etiopia, ma anche paesi come: Albania, Algeria, Brasile, Colombia, Ecuador, Kenya, Kossovo, Macedonia, Marocco, Montenegro, Senegal, Tunisia) possono vivere un’esperienza formativa e culturale unica nel cuore dell’Italia.

Studenti da tutto il mondo a Perugia con le borse di studio

Il processo di selezione si basa su criteri di merito accademico e, in alcuni casi, sulle condizioni economiche degli studenti. Le borse, a seconda del programma, possono coprire in tutto o in parte le tasse universitarie, i costi di soggiorno e altre spese. Le borse di studio, rivolte a studenti internazionali di varie discipline, coprono una vasta gamma di esigenze: dai corsi di lingua e cultura italiana ai corsi di laurea triennale, magistrale e ai programmi di dottorato. Alcune di queste borse sono finanziate direttamente dall’Università, mentre altre sono messe a disposizione grazie a collaborazioni con enti come il Ministero degli Affari Esteri italiano, che supporta studenti stranieri meritevoli e italiani residenti all’estero (provenienti prevalentemente dal Senegal, Camerun, Egitto, Tunisia). Inoltre l’Università per Stranieri di Perugia ha dato il via nell’a.a 2023/2024 ad un percorso di studi con borse di studio per la frequenza di corsi di laurea e laurea magistrale dell’Ateneo. Ad oggi si sono immatricolati ben 95 studenti internazionali.

Supporto ed assistenza agli studenti

Il professore Alessandro Ginammi Albanese ricopre un ruolo cruciale all’interno dell’Università per Stranieri come tutor e referente per le borse di studio. In questa posizione, si occupa di fornire supporto e assistenza agli studenti interessati a candidarsi per le borse, inoltre segue gli studenti beneficiari durante il loro percorso accademico, assicurandosi che ottengano il massimo dall’esperienza formativa. Studiare all’Università per Stranieri di Perugia significa anche immergersi in un contesto culturale vivace e multiculturale. Gli studenti internazionali non solo acquisiscono competenze accademiche, ma hanno anche la possibilità di conoscere la cultura italiana, partecipando ad attività culturali e sociali organizzate dall’ateneo e vivendo in una delle città più affascinanti e ricche di storia d’Italia. Grazie alle borse di studio internazionali, l’Università per Stranieri di Perugia continua a svolgere il suo ruolo di ponte culturale tra l’Italia e il resto del mondo, promuovendo il dialogo e lo scambio tra culture diverse.

L'esperienza di Elena (Thu Phuon)

Una testimonianza diretta è quella di Elena (nome d’origine Thu Phuon) ragazza di 23 anni proveniente dal Vietnam. Arrivata in Italia 10 mesi fa, attualmente frequenta il corso di studi Compsi (Comunicazione pubblicitaria, storytelling e cultura d’immagine). Con grande emozione ricorda quando nel 2022 ci fu la trasferta del rettore in Vietnam per assegnare 10 borse di studio a 10 studenti locali. In seguito ad un percorso di selezione, Elena è tra le vincitrici della borsa di studio. Arrivata in Italia il primo impatto non è stato dei migliori avendo difficoltà con l’alloggio e nel rapportarsi con gli italiani, ma grazie al Movimento dei Focolari ha conosciuto una signora che l’ha aiutata, e ha ricevuto sostegno anche dalla stessa Università. Ora con gioia Elena sottolinea di essere a proprio agio e di aver risolto le sue difficoltà iniziali. Per il suo futuro prevede di continuare i suoi studi aggiornandosi con i cambiamenti che avvengono anche nel suo paese in materia di comunicazione. Khelia Gba]]>
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Dietro le quinte con i giovani del team “Voci dal mondo” https://www.lavoce.it/dietro-le-quinte-con-i-giovani-del-team-voci-dal-mondo/ https://www.lavoce.it/dietro-le-quinte-con-i-giovani-del-team-voci-dal-mondo/#respond Mon, 29 Jul 2024 16:24:13 +0000 https://www.lavoce.it/?p=77264 Il team di Voci dal mondo - giovani ragazzi e ragazze di diversi paesi

Sabato 20 luglio, il pittoresco scenario di Gubbio ha fatto da cornice a un evento che ha sorretto il messaggio di “Voci dal Mondo”, un progetto che coinvolge un team di giovani e che si propone di sfatare stereotipi e fake news sui fenomeni migratori. L’atmosfera durante la preparazione è stata viva e carica di attesa, come quella di una redazione giornalistica. La prima riunione, cui hanno partecipato i membri del settimanale La Voce e della ong Tamat insieme a sedici giovani migranti, figli di famiglie straniere residenti in Umbria, ha segnato l’inizio di un lavoro collaborativo e appassionato: assegnare compiti e responsabilità non era solo una questione logistica, ma un momento di coesione.

Entusiasmo nel team Voci dal mondo

Ci siamo divisi i compiti con entusiasmo. Alcuni si sono dedicati a contattare ospiti e relatori, altri a definire il luogo adatto che potesse accogliere un nutrito pubblico in un ambiente intimo e accogliente, perfetto per una giornata di storie e testimonianze. Altri invece si sono occupati di definire il format degli incontri pubblici, una serie di eventi che ha avuto il suo debutto a Terni il 6 luglio, e che promettono di espandersi a Spoleto e Perugia nei prossimi mesi (più precisamente a settembre e ottobre).

Prima dell’evento: il team si organizza

Un aspetto importante della preparazione è la raccolta di testimonianze. In questo progetto ci siamo prefigurati l’obiettivo di non mostrare soltanto la forza d’animo dei migranti, le cui esperienze sono un viaggio di resistenza e speranza, ma anche il potere dell’accoglienza della comunità. L’Umbria infatti con la sua lunga tradizione di ospitalità e solidarietà si è dimostrata un faro di speranza per molti di loro. Ogni racconto e testimonianza ha suscitato in noi emozioni distinte ricordando l’importanza di comprendere che dietro ogni cifra e statistica si cela una vita, un sogno in attesa di emergere, riconoscendo così la nostra umanità condivisa; ed è questo il cuore della nostra iniziativa.

Arriva il giorno: c’è chi si sente reporter e chi va in scena

Il giorno dell’evento, l’atmosfera era ricca di emozioni. Certo, i timori c’erano, ma dominava una profonda gratitudine e un forte senso di responsabilità. Alcuni tra noi si sono sentiti come reporter in prima linea, pronti con la loro attrezzatura, mentre altri provavano il nervosismo di trovarsi in scena come moderatori. Al di là della tensione presente, ciò che ci unificava era una profonda consapevolezza del nostro scopo e l’idea di contribuire a un progetto più ampio.

Pubblico caloroso e storie che restano nel cuore

Ciò che continua a risuonare nella nostra mente è stata l’accoglienza calorosa del pubblico, la curiosità di chi ascoltava e il sottile gioco di emozioni che si è creato durante le condivisioni. Le storie raccontate ci hanno aperto gli occhi su realtà che spesso restano invisibili, facendo del tema della migrazione un racconto di persone e destini, piuttosto che in dati statistici. Nel retroscena, è emersa l’energia di una comunità solidale, animata da un intento comune. Quella giornata non ha rappresentato solo la fine di un evento, ma ha dato vita a un percorso comune verso un’accoglienza più consapevole e informata. All’interno di questo clima di collaborazione, Voci dal mondo si distingue come una iniziativa significativa volta a dare voce e visibilità alle storie di chi cerca una nuova sistemazione. Ouns Mornagui]]>
Il team di Voci dal mondo - giovani ragazzi e ragazze di diversi paesi

Sabato 20 luglio, il pittoresco scenario di Gubbio ha fatto da cornice a un evento che ha sorretto il messaggio di “Voci dal Mondo”, un progetto che coinvolge un team di giovani e che si propone di sfatare stereotipi e fake news sui fenomeni migratori. L’atmosfera durante la preparazione è stata viva e carica di attesa, come quella di una redazione giornalistica. La prima riunione, cui hanno partecipato i membri del settimanale La Voce e della ong Tamat insieme a sedici giovani migranti, figli di famiglie straniere residenti in Umbria, ha segnato l’inizio di un lavoro collaborativo e appassionato: assegnare compiti e responsabilità non era solo una questione logistica, ma un momento di coesione.

Entusiasmo nel team Voci dal mondo

Ci siamo divisi i compiti con entusiasmo. Alcuni si sono dedicati a contattare ospiti e relatori, altri a definire il luogo adatto che potesse accogliere un nutrito pubblico in un ambiente intimo e accogliente, perfetto per una giornata di storie e testimonianze. Altri invece si sono occupati di definire il format degli incontri pubblici, una serie di eventi che ha avuto il suo debutto a Terni il 6 luglio, e che promettono di espandersi a Spoleto e Perugia nei prossimi mesi (più precisamente a settembre e ottobre).

Prima dell’evento: il team si organizza

Un aspetto importante della preparazione è la raccolta di testimonianze. In questo progetto ci siamo prefigurati l’obiettivo di non mostrare soltanto la forza d’animo dei migranti, le cui esperienze sono un viaggio di resistenza e speranza, ma anche il potere dell’accoglienza della comunità. L’Umbria infatti con la sua lunga tradizione di ospitalità e solidarietà si è dimostrata un faro di speranza per molti di loro. Ogni racconto e testimonianza ha suscitato in noi emozioni distinte ricordando l’importanza di comprendere che dietro ogni cifra e statistica si cela una vita, un sogno in attesa di emergere, riconoscendo così la nostra umanità condivisa; ed è questo il cuore della nostra iniziativa.

Arriva il giorno: c’è chi si sente reporter e chi va in scena

Il giorno dell’evento, l’atmosfera era ricca di emozioni. Certo, i timori c’erano, ma dominava una profonda gratitudine e un forte senso di responsabilità. Alcuni tra noi si sono sentiti come reporter in prima linea, pronti con la loro attrezzatura, mentre altri provavano il nervosismo di trovarsi in scena come moderatori. Al di là della tensione presente, ciò che ci unificava era una profonda consapevolezza del nostro scopo e l’idea di contribuire a un progetto più ampio.

Pubblico caloroso e storie che restano nel cuore

Ciò che continua a risuonare nella nostra mente è stata l’accoglienza calorosa del pubblico, la curiosità di chi ascoltava e il sottile gioco di emozioni che si è creato durante le condivisioni. Le storie raccontate ci hanno aperto gli occhi su realtà che spesso restano invisibili, facendo del tema della migrazione un racconto di persone e destini, piuttosto che in dati statistici. Nel retroscena, è emersa l’energia di una comunità solidale, animata da un intento comune. Quella giornata non ha rappresentato solo la fine di un evento, ma ha dato vita a un percorso comune verso un’accoglienza più consapevole e informata. All’interno di questo clima di collaborazione, Voci dal mondo si distingue come una iniziativa significativa volta a dare voce e visibilità alle storie di chi cerca una nuova sistemazione. Ouns Mornagui]]>
https://www.lavoce.it/dietro-le-quinte-con-i-giovani-del-team-voci-dal-mondo/feed/ 0
‘Giorgio La Pira: un ponte di speranza’: un importante convegno internazionale a Perugia https://www.lavoce.it/giorgio-la-pira-un-ponte-di-speranza-un-importante-convegno-internazionale-a-perugia/ Tue, 17 May 2022 14:27:09 +0000 https://www.lavoce.it/?p=66745 Giorgio La Pira

Giorgio La Pira: un ponte di speranza è il titolo del convegno internazionale che si terrà a Perugia giovedì 19 maggio, alle ore 15, nella Sala dei Notari, a Palazzo dei Priori.

L’evento, promosso dall’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, dall’Università degli Studi di Perugia e dall’Università per Stranieri del capoluogo umbro, vedrà la partecipazione di noti studiosi del pensiero del sindaco santo di Firenze, la cui eredità intellettuale è di grande attualità, se si pensa al suo impegno per i poveri, per la pace e per il dialogo internazionale. Il convegno perugino è stato fortemente voluto dal cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, e dai due Magnifici Rettori, Maurizio Oliviero e Valerio De Cesaris.

Giorgio La Pira una personalità straordinaria

"Una personalità straordinaria -ha detto il Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Perugia, Maurizio Oliviero- che è riuscita a cambiare il corso della seconda metà del ‘900. Un idealista purissimo che ha dimostrato come avere uno sguardo lungo sulla storia permette di arrivare dove la politica ufficiale a volte non riesce. Un insegnamento di cui tutti, particolarmente oggi, dovremmo fare tesoro".

 Giorgio La Pira: un ponte di speranza costituisce il prosieguo delle giornate fiorentine dello scorso febbraio Mediterraneo, frontiera di pace, promosse dalla Cei, che hanno visto nella città medicea la presenza di vescovi e sindaci di oltre venti Paesi dell’area del Mediterraneo: un’iniziativa che è stata aperta dall’intervento del presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi e si è conclusa alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Il programma del convegno

L’incontro di giovedì 19 maggio si articola in tre sessioni.

Ai saluti istituzionali, moderati da Mario Primicerio, allievo di La Pira ed ex sindaco di Firenze, interverranno il cardinale Gualtiero Bassetti, i rettori Maurizio Oliviero e Valerio De Cesaris, la presidente della Regione Umbria Donatella Tesei, il sindaco di Perugia Andrea Romizi e la presidente della Fondazione La Pira, Patrizia Giunti.

Seguirà la lectio magistralis di Andrea Riccardi, storico, fondatore della Comunità di Sant’Egidio e Presidente della società Dante Alighieri, dal titolo Giorgio La Pira: un uomo di pace nel cuore del Novecento. Sarà quindi la volta di due sessioni di studio: Il sentiero di IsaiaUnire le città, unire le nazioni.

Alla prima sessione, moderata da Marco Tarquinio, Direttore del quotidiano Avvenire, parteciperanno Michele Marchi dell’Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, con una relazione su La Pira e il cattolicesimo sociale francese; Bruna Bagnato dell’Università degli Studi di Firenze, su La Pira e i colloqui mediterranei; Gian Maria Piccinelli dell’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli, su L’unità della famiglia di Abramo; Adriano Roccucci dell’Università degli Studi Roma Tre, su La Pira e l’Urss e, infine, Tatiana Zonova, del Moscow State Institute of International Relations, su La Pira e le giovani generazioni.

La seconda sessione Unire le città, unire le nazioni, moderata da Vania De Luca, vaticanista del Tg3, vedrà la partecipazione di Marco Giovannoni dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose della Toscana, sul tema Le città sono vive; Bruna Bocchini Camaiani dell’Università degli Studi di Firenze, con una relazione su Il sindaco di Firenze; Massimo De Giuseppe dell’Università IULM di Milano, sul tema Un sindaco e le vie della pace e, infine, di Agostino Giovagnoli dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, su La Pira e il suo senso della storia.

Le conclusioni della giornata, dedicate a L’eredità di La Pira, saranno tratte dal cardinale Gualtiero Bassetti, fin dagli anni del seminario grande estimatore del sindaco santo di Firenze, la cui testimonianza di uomo e di cristiano ha profondamente ispirato gli anni di episcopato del presidente della Cei.

Il Convegno potrà essere seguito anche in streaming sul canale YouTube ufficiale dell’Università degli Studi di Perugia.

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Giorgio La Pira

Giorgio La Pira: un ponte di speranza è il titolo del convegno internazionale che si terrà a Perugia giovedì 19 maggio, alle ore 15, nella Sala dei Notari, a Palazzo dei Priori.

L’evento, promosso dall’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, dall’Università degli Studi di Perugia e dall’Università per Stranieri del capoluogo umbro, vedrà la partecipazione di noti studiosi del pensiero del sindaco santo di Firenze, la cui eredità intellettuale è di grande attualità, se si pensa al suo impegno per i poveri, per la pace e per il dialogo internazionale. Il convegno perugino è stato fortemente voluto dal cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, e dai due Magnifici Rettori, Maurizio Oliviero e Valerio De Cesaris.

Giorgio La Pira una personalità straordinaria

"Una personalità straordinaria -ha detto il Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Perugia, Maurizio Oliviero- che è riuscita a cambiare il corso della seconda metà del ‘900. Un idealista purissimo che ha dimostrato come avere uno sguardo lungo sulla storia permette di arrivare dove la politica ufficiale a volte non riesce. Un insegnamento di cui tutti, particolarmente oggi, dovremmo fare tesoro".

 Giorgio La Pira: un ponte di speranza costituisce il prosieguo delle giornate fiorentine dello scorso febbraio Mediterraneo, frontiera di pace, promosse dalla Cei, che hanno visto nella città medicea la presenza di vescovi e sindaci di oltre venti Paesi dell’area del Mediterraneo: un’iniziativa che è stata aperta dall’intervento del presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi e si è conclusa alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Il programma del convegno

L’incontro di giovedì 19 maggio si articola in tre sessioni.

Ai saluti istituzionali, moderati da Mario Primicerio, allievo di La Pira ed ex sindaco di Firenze, interverranno il cardinale Gualtiero Bassetti, i rettori Maurizio Oliviero e Valerio De Cesaris, la presidente della Regione Umbria Donatella Tesei, il sindaco di Perugia Andrea Romizi e la presidente della Fondazione La Pira, Patrizia Giunti.

Seguirà la lectio magistralis di Andrea Riccardi, storico, fondatore della Comunità di Sant’Egidio e Presidente della società Dante Alighieri, dal titolo Giorgio La Pira: un uomo di pace nel cuore del Novecento. Sarà quindi la volta di due sessioni di studio: Il sentiero di IsaiaUnire le città, unire le nazioni.

Alla prima sessione, moderata da Marco Tarquinio, Direttore del quotidiano Avvenire, parteciperanno Michele Marchi dell’Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, con una relazione su La Pira e il cattolicesimo sociale francese; Bruna Bagnato dell’Università degli Studi di Firenze, su La Pira e i colloqui mediterranei; Gian Maria Piccinelli dell’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli, su L’unità della famiglia di Abramo; Adriano Roccucci dell’Università degli Studi Roma Tre, su La Pira e l’Urss e, infine, Tatiana Zonova, del Moscow State Institute of International Relations, su La Pira e le giovani generazioni.

La seconda sessione Unire le città, unire le nazioni, moderata da Vania De Luca, vaticanista del Tg3, vedrà la partecipazione di Marco Giovannoni dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose della Toscana, sul tema Le città sono vive; Bruna Bocchini Camaiani dell’Università degli Studi di Firenze, con una relazione su Il sindaco di Firenze; Massimo De Giuseppe dell’Università IULM di Milano, sul tema Un sindaco e le vie della pace e, infine, di Agostino Giovagnoli dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, su La Pira e il suo senso della storia.

Le conclusioni della giornata, dedicate a L’eredità di La Pira, saranno tratte dal cardinale Gualtiero Bassetti, fin dagli anni del seminario grande estimatore del sindaco santo di Firenze, la cui testimonianza di uomo e di cristiano ha profondamente ispirato gli anni di episcopato del presidente della Cei.

Il Convegno potrà essere seguito anche in streaming sul canale YouTube ufficiale dell’Università degli Studi di Perugia.

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A palazzo Gallenga la mostra fotografica “Through Our Eyes” https://www.lavoce.it/palazzo-gallenga-mostra-fotografica-through-our-eyes/ Mon, 18 Apr 2022 10:30:59 +0000 https://www.lavoce.it/?p=66267

Dopo aver raggiunto ben 75 città tra Europa e America, sbarca a Perugia la mostra fotografica “Through Our Eyes”, promossa dall’Organizzazione internazionale indipendente Still J Rise ideata dalla fotografa Nicoletta Novara.

Il progetto fotografico

“Through Our Eyes” è il risultato di un progetto fotografico a lungo termine partito nel 2019 e tuttora in corso, che ha coinvolto 156 minori di età compresa tra i 9 e i 17 anni. I giovanissimi fotografi sono tutti studenti delle scuole internazionali e di emergenza di Still I Rise, organizzazione nata per assicurare istruzione, protezione e dignità a minori, profughi e vulnerabili, operante in Europa, Medio-Oriente, Africa e America Latina. Il progetto ha finora toccato Samos, dove sorge uno degli Hotspot delle isole greche, i campi per sfollati interni di Ad-Dana nel Nord-Ovest della Siria e lo slum di Mathare, a Nairobi, in cui vivono circa 500 mila persone in condizioni di estrema povertà.

Ai 156 minori coinvolti è stata data la possibilità di seguire un corso di fotografia condotto da Nicoletta Novara, ideatrice del progetto, a Mazí (Samos) e presso la Still I Rise International School” di Nairobi, ed inoltre dal fotografo locale Mahmoud Faisal a Ma’an, nel Nord-Ovest della Siria. Al termine del corso è stata consegnata a tutti una macchina fotografica usa e getta con cui hanno potuto documentare la loro realtà.

La mostra a Palazzo Gallenga

La mostra fotografica sarà ospitata a Palazzo Gallenga, sede dell’Università per Stranieri di Perugia, a partire dal 21 aprile e fino al 30 maggio 2022, grazie al lavoro svolto dal Gruppo territoriale Umbria guidato da Marzia Raspa e con il patrocinio dell’Università per Stranieri di Perugia. L'inaugurazione si svolgerà il 21 aprile alle ore 18.45 in Sala Goldoni e vedrà la partecipazione, tra gli altri, del rettore Valerio de Cesaris e dell'ideatrice della mostra Nicoletta Novara.

L’obiettivo principale del progetto e il filo rosso che unisce questi luoghi del mondo così diversi e lontani fra loro è quello di dare la possibilità a dei bambini di esprimersi tramite il linguaggio universale della fotografia. “Through Our Eyes” parla di migrazione, guerra e povertà e lo fa attraverso uno sguardo interno, non stereotipato né semplicistico.

Il libro

Il primo capitolo di “Through Our Eyes”, relativo a Samos, con le fotografie scattate dai minori residenti nel campo profughi dell’isola, è diventato un libro ed è uscito in tutte le librerie d'Italia il 3 novembre 2020. Il testo si apre con una favola scritta da Nicolò Govoni, presidente di Still I Rise, e prosegue con una selezione degli scatti della mostra. Ogni fotografia è accompagnata da una nota scritta dai bambini autori degli scatti per narrare il periodo vissuto sull'isola ed esprimere le proprie speranze per il futuro.

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Dopo aver raggiunto ben 75 città tra Europa e America, sbarca a Perugia la mostra fotografica “Through Our Eyes”, promossa dall’Organizzazione internazionale indipendente Still J Rise ideata dalla fotografa Nicoletta Novara.

Il progetto fotografico

“Through Our Eyes” è il risultato di un progetto fotografico a lungo termine partito nel 2019 e tuttora in corso, che ha coinvolto 156 minori di età compresa tra i 9 e i 17 anni. I giovanissimi fotografi sono tutti studenti delle scuole internazionali e di emergenza di Still I Rise, organizzazione nata per assicurare istruzione, protezione e dignità a minori, profughi e vulnerabili, operante in Europa, Medio-Oriente, Africa e America Latina. Il progetto ha finora toccato Samos, dove sorge uno degli Hotspot delle isole greche, i campi per sfollati interni di Ad-Dana nel Nord-Ovest della Siria e lo slum di Mathare, a Nairobi, in cui vivono circa 500 mila persone in condizioni di estrema povertà.

Ai 156 minori coinvolti è stata data la possibilità di seguire un corso di fotografia condotto da Nicoletta Novara, ideatrice del progetto, a Mazí (Samos) e presso la Still I Rise International School” di Nairobi, ed inoltre dal fotografo locale Mahmoud Faisal a Ma’an, nel Nord-Ovest della Siria. Al termine del corso è stata consegnata a tutti una macchina fotografica usa e getta con cui hanno potuto documentare la loro realtà.

La mostra a Palazzo Gallenga

La mostra fotografica sarà ospitata a Palazzo Gallenga, sede dell’Università per Stranieri di Perugia, a partire dal 21 aprile e fino al 30 maggio 2022, grazie al lavoro svolto dal Gruppo territoriale Umbria guidato da Marzia Raspa e con il patrocinio dell’Università per Stranieri di Perugia. L'inaugurazione si svolgerà il 21 aprile alle ore 18.45 in Sala Goldoni e vedrà la partecipazione, tra gli altri, del rettore Valerio de Cesaris e dell'ideatrice della mostra Nicoletta Novara.

L’obiettivo principale del progetto e il filo rosso che unisce questi luoghi del mondo così diversi e lontani fra loro è quello di dare la possibilità a dei bambini di esprimersi tramite il linguaggio universale della fotografia. “Through Our Eyes” parla di migrazione, guerra e povertà e lo fa attraverso uno sguardo interno, non stereotipato né semplicistico.

Il libro

Il primo capitolo di “Through Our Eyes”, relativo a Samos, con le fotografie scattate dai minori residenti nel campo profughi dell’isola, è diventato un libro ed è uscito in tutte le librerie d'Italia il 3 novembre 2020. Il testo si apre con una favola scritta da Nicolò Govoni, presidente di Still I Rise, e prosegue con una selezione degli scatti della mostra. Ogni fotografia è accompagnata da una nota scritta dai bambini autori degli scatti per narrare il periodo vissuto sull'isola ed esprimere le proprie speranze per il futuro.

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All’Università per stranieri una lezione sull’icona russa https://www.lavoce.it/alluniversita-per-stranieri-una-lezione-sullicona-russa/ Fri, 11 Mar 2022 16:12:15 +0000 https://www.lavoce.it/?p=65526

L’accendersi improvviso della guerra russo-ucraina ha sconvolto in tutti noi consuetudini ed equilibri, generando sgomento e orrore. Dal punto di vista geoculturale questo conflitto smembra innaturalmente le due metà dell’Europa, l’occidentale e l’orientale, secondo una brutale logica di confini e di poteri.

Tuttavia, se nell’immediato occorre contrastare la crudeltà e porre fine all’uso delle armi, nel medio e lungo periodo si impongono priorità differenti, di pace e non di conflitto, di costruzione e non di distruzione, di unità e non di divisione. A tale missione possono contribuire tutte le istituzioni scolastiche e accademiche e tutte le persone di buona volontà. L’impegno sarà quello di costruire un’Europa effettivamente plurale, in grado di riconoscere anche la tradizione culturale russa come sua parte costitutiva.

Rientra in questa chiave la conferenza del prof. Michele Dantini, che l'Università per stranieri propone lunedì 14 marzo alle ore 18 (in aula magna e in streaming). L'incontro verterà attorno alla tradizione dell’icona, considerata non solo nella sua storia, ma nella sua attuale fortuna: portata da Bisanzio a Kiev alle origini della Russia, attorno al X secolo, intimamente connessa al dibattito teologico e agli usi liturgici, l’icona si diffonde e fiorisce in tutta l’attuale Russia occidentale e conosce una mirabile epoca di fortuna tra XIV e XV secolo, soprattutto in centri, “scuole” e monasteri, attorno a Mosca.

In seguito l’affermazione di modelli naturalistici occidentali modificheranno tecniche e stili di questo prodotto artistico, che resta comunque il tratto più distintivo della tradizione figurativa ortodossa e costituisce un patrimonio culturale comune non solo a Russia e Ucraina, ma a tutta l’umanità che si riconosce negli insegnamenti di silenzio, meditazione e pace.

PER SEGUIRE L’EVENTO IN STREAMING: https://www.unistrapg.it/l-icona-ortodossa-un-patrimonio-culturale-comune-storia-fortuna-attualita

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L’accendersi improvviso della guerra russo-ucraina ha sconvolto in tutti noi consuetudini ed equilibri, generando sgomento e orrore. Dal punto di vista geoculturale questo conflitto smembra innaturalmente le due metà dell’Europa, l’occidentale e l’orientale, secondo una brutale logica di confini e di poteri.

Tuttavia, se nell’immediato occorre contrastare la crudeltà e porre fine all’uso delle armi, nel medio e lungo periodo si impongono priorità differenti, di pace e non di conflitto, di costruzione e non di distruzione, di unità e non di divisione. A tale missione possono contribuire tutte le istituzioni scolastiche e accademiche e tutte le persone di buona volontà. L’impegno sarà quello di costruire un’Europa effettivamente plurale, in grado di riconoscere anche la tradizione culturale russa come sua parte costitutiva.

Rientra in questa chiave la conferenza del prof. Michele Dantini, che l'Università per stranieri propone lunedì 14 marzo alle ore 18 (in aula magna e in streaming). L'incontro verterà attorno alla tradizione dell’icona, considerata non solo nella sua storia, ma nella sua attuale fortuna: portata da Bisanzio a Kiev alle origini della Russia, attorno al X secolo, intimamente connessa al dibattito teologico e agli usi liturgici, l’icona si diffonde e fiorisce in tutta l’attuale Russia occidentale e conosce una mirabile epoca di fortuna tra XIV e XV secolo, soprattutto in centri, “scuole” e monasteri, attorno a Mosca.

In seguito l’affermazione di modelli naturalistici occidentali modificheranno tecniche e stili di questo prodotto artistico, che resta comunque il tratto più distintivo della tradizione figurativa ortodossa e costituisce un patrimonio culturale comune non solo a Russia e Ucraina, ma a tutta l’umanità che si riconosce negli insegnamenti di silenzio, meditazione e pace.

PER SEGUIRE L’EVENTO IN STREAMING: https://www.unistrapg.it/l-icona-ortodossa-un-patrimonio-culturale-comune-storia-fortuna-attualita

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“Luoghi invisibili”: visite all’Università e la guida sulla “Via Lauretana” di mons. Paolo Giulietti https://www.lavoce.it/luoghi-invisibili-visite-alluniversita-e-la-guida-sulla-via-lauretana-di-mons-paolo-giulietti/ Thu, 09 Dec 2021 09:47:09 +0000 https://www.lavoce.it/?p=63953 Alcune persone sulla terazza di palazzo Gallenga guardano la città di Perugia dall'alto

Solidarietà, arte, cultura, musica e tanto divertimento sono gli ingredienti della seconda edizione di "Luoghi Invisibili 2021", che dal 9 al 12 dicembre prossimi ci porta alla scoperta della città universitaria ed in particolare all'Università per Stranieri di Perugia, a 100 anni dalla sua fondazione.  La manifestazione si è aperta giovedì 9 dicembre con le prime visite a palazzo Gallenga Stuart di mattina, la festa serale degli studenti universitari al Caffè Morlacchi  che si tiene alle ore 22, la cena di beneficenza a favore della Comunità di Sant’Egidio (ristorante La Rosetta, ore 20) e la presentazione pomeridiana (ore 18, Aula XI di Palazzo Gallenga) della guida "La via Lauretana. Da Cortona e Assisi a Loreto", scritta da monsignor Paolo Giulietti e Chiara Serenelli.

La guida

Il volume parla della via Lauretana: da Cortona a Loreto, passando da Perugia, Assisi, Tolentino e Macerata. 220 km a piedi o in bicicletta per dieci giorni di viaggio. Si tratta del racconto di un lungo storico pellegrinaggio che fa scoprire l'Italia centrale, le sue bellezze e i suoi santi, fino ad arrivare al santuario di Loreto che custodisce la Casa di Nazeret e l'immagine della Madonna nera.  Oltre agli autori e ad alcuni pellegrini, intervengono il cardinale Gualtiero Bassetti (Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve), Antonella Tiranti (Regione Umbria), Paolo Caucci Von Saucken (Centro Studi Compostellani)

Cena di beneficienza "Natale Insieme"

Alle ore 20 la manifestazione si sposta al ristorante La Rosetta per un "Natale Insieme", la cena di beneficenza a sostegno delle attività della Comunità di Sant’Egidio di Perugia. Prenotazione telefonica (Frida 34722100172, Elena 3475701480) e green pass obbligatori.

Festa degli studenti universitari

La serata proseguirà alle ore 22 al Caffè Morlacchi per lo "Jueves Universitario", la festa degli studenti dell’Università per Stranieri di Perugia con Dj Andrea Vitali e Menny Prenotazione telefonica (324 8051936) e green pass obbligatori. Tre gli appuntamenti in programma venerdì 10 dicembre con le visite guidate a palazzo Gallenga Stuart e l’Università degli Stranieri di Perugia (ore 11.30, 15 e 17). In tutti i tre casi il luogo di ritrovo è presso la sede universitaria in piazza Braccio Fortebraccio. Prenotazione telefonica (324 8051936) e green pass obbligatori. Alle ore 18 si torna con studenti dell’Università per Stranieri di Perugia al Caffè Morlacchi per aperitivo e DJ set con Andrea Vitali e Menny.

Appuntamenti dell'11 - 12 dicembre

Tante le iniziative in programma anche sabato 11 e domenica 12 dicembre: passeggiate con guida turistica alla scoperta della storia e delle bellezze del borgo che ospita la sede universitaria (sabato e domenica alle ore 16,30) "Basket in piazza" in piazza Fortebraccio nota anche come piazza Grimana (domenica ore 11); "Perugia in Movimento", la visita guidata del borgo abbinata a lezione di corpo libero con personal trainer e merenda finale (domenica ore 10,30); concerto jazz nelll’aula Magna di palazzo Gallenga Stuart (domenica alle ore 18) con la presentazione dell’album "In a Mellotone Christmas" prodotto da "Mellotone Studio" Perugia. Si tratta di una raccolta di brani inediti e tradizionali del Natale interpretati da: Marco Evangelista (pianoforte e flicorno), Barbara Baldaccini (voce), Miriam Mazzotta (voce), Mike Warren (chitarra e voce),  James Ritchie (chitarra e voce), Jason Johnson (voce e armonica), Yuri Alviggi (batteria), Hernan Meza (basso).   Per tutti gli eventi è richiesta la prenotazione telefonica (324 8051936, ore 9.30-12.30 e 15.30-18.30), green pass o super green pass come da normativa vigente. Programma e info:   www.luoghiinvisibili.it | @luoghiinvisibilipg/  | #luoghiinvisibili]]>
Alcune persone sulla terazza di palazzo Gallenga guardano la città di Perugia dall'alto

Solidarietà, arte, cultura, musica e tanto divertimento sono gli ingredienti della seconda edizione di "Luoghi Invisibili 2021", che dal 9 al 12 dicembre prossimi ci porta alla scoperta della città universitaria ed in particolare all'Università per Stranieri di Perugia, a 100 anni dalla sua fondazione.  La manifestazione si è aperta giovedì 9 dicembre con le prime visite a palazzo Gallenga Stuart di mattina, la festa serale degli studenti universitari al Caffè Morlacchi  che si tiene alle ore 22, la cena di beneficenza a favore della Comunità di Sant’Egidio (ristorante La Rosetta, ore 20) e la presentazione pomeridiana (ore 18, Aula XI di Palazzo Gallenga) della guida "La via Lauretana. Da Cortona e Assisi a Loreto", scritta da monsignor Paolo Giulietti e Chiara Serenelli.

La guida

Il volume parla della via Lauretana: da Cortona a Loreto, passando da Perugia, Assisi, Tolentino e Macerata. 220 km a piedi o in bicicletta per dieci giorni di viaggio. Si tratta del racconto di un lungo storico pellegrinaggio che fa scoprire l'Italia centrale, le sue bellezze e i suoi santi, fino ad arrivare al santuario di Loreto che custodisce la Casa di Nazeret e l'immagine della Madonna nera.  Oltre agli autori e ad alcuni pellegrini, intervengono il cardinale Gualtiero Bassetti (Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve), Antonella Tiranti (Regione Umbria), Paolo Caucci Von Saucken (Centro Studi Compostellani)

Cena di beneficienza "Natale Insieme"

Alle ore 20 la manifestazione si sposta al ristorante La Rosetta per un "Natale Insieme", la cena di beneficenza a sostegno delle attività della Comunità di Sant’Egidio di Perugia. Prenotazione telefonica (Frida 34722100172, Elena 3475701480) e green pass obbligatori.

Festa degli studenti universitari

La serata proseguirà alle ore 22 al Caffè Morlacchi per lo "Jueves Universitario", la festa degli studenti dell’Università per Stranieri di Perugia con Dj Andrea Vitali e Menny Prenotazione telefonica (324 8051936) e green pass obbligatori. Tre gli appuntamenti in programma venerdì 10 dicembre con le visite guidate a palazzo Gallenga Stuart e l’Università degli Stranieri di Perugia (ore 11.30, 15 e 17). In tutti i tre casi il luogo di ritrovo è presso la sede universitaria in piazza Braccio Fortebraccio. Prenotazione telefonica (324 8051936) e green pass obbligatori. Alle ore 18 si torna con studenti dell’Università per Stranieri di Perugia al Caffè Morlacchi per aperitivo e DJ set con Andrea Vitali e Menny.

Appuntamenti dell'11 - 12 dicembre

Tante le iniziative in programma anche sabato 11 e domenica 12 dicembre: passeggiate con guida turistica alla scoperta della storia e delle bellezze del borgo che ospita la sede universitaria (sabato e domenica alle ore 16,30) "Basket in piazza" in piazza Fortebraccio nota anche come piazza Grimana (domenica ore 11); "Perugia in Movimento", la visita guidata del borgo abbinata a lezione di corpo libero con personal trainer e merenda finale (domenica ore 10,30); concerto jazz nelll’aula Magna di palazzo Gallenga Stuart (domenica alle ore 18) con la presentazione dell’album "In a Mellotone Christmas" prodotto da "Mellotone Studio" Perugia. Si tratta di una raccolta di brani inediti e tradizionali del Natale interpretati da: Marco Evangelista (pianoforte e flicorno), Barbara Baldaccini (voce), Miriam Mazzotta (voce), Mike Warren (chitarra e voce),  James Ritchie (chitarra e voce), Jason Johnson (voce e armonica), Yuri Alviggi (batteria), Hernan Meza (basso).   Per tutti gli eventi è richiesta la prenotazione telefonica (324 8051936, ore 9.30-12.30 e 15.30-18.30), green pass o super green pass come da normativa vigente. Programma e info:   www.luoghiinvisibili.it | @luoghiinvisibilipg/  | #luoghiinvisibili]]>
Perugia in Svizzera: ricordo di Marguerite Stoeckli https://www.lavoce.it/perugia-in-svizzera-ricordo-di-marguerite-stoeckli/ Sun, 12 Nov 2017 11:25:06 +0000 https://www.lavoce.it/?p=50514

Dopo una lunga vita operosa e sostenuta da una fede profonda, il 1 novembre scorso si è spenta a Sion Marguerite Stoeckli. Il suo legame con Perugia risale indietro nel tempo. Aveva frequentato i corsi di lingua e di alta cultura italiana dell’Università per stranieri. In quelle belle aule che guardano verso la città antica, aveva stretto amicizie durature e sincere nate dalla comune passione per l’Italia. Da quell’esperienza, per lei indimenticabile, nasce un’idea: nel 1952 fonda l’associazione svizzera degli Amici dell’Università per stranieri. Sono gli anni difficili del dopoguerra, sono tanti gli italiani che lasciano la loro terra in cerca di lavoro e si dirigono verso la Svizzera. Per cinquant’ anni Marguerite organizza le “Giornate Perugine”, un incontro di studio che vede protagonisti tanti professori dell’Università per stranieri e che si tiene ogni anno in una diversa città della Confederazione Elvetica. Grazie a lei si rinnova e si tiene viva l’ amicizia di chi, dopo aver vissuto a Perugia, ama ritrovarsi nel segno della cultura, dell’arte e della musica italiana. Nel 1993 dà avvio alla fondazione Margherita, continuando a promuovere la lingua e la cultura italiana con incontri diversificati: concerti, seminari, scambi culturali tra l’Italia e la Svizzera, assegnando anche premi al merito a giovani ricercatori. Fra le molteplici iniziative si ricordano i cicli di lezioni legati alla figura di santa Caterina da Siena introdotti da padre Thierry Haenni. L’attività della fondazione, per volontà della sua presidente che oggi ricordiamo, continua.  ]]>

Dopo una lunga vita operosa e sostenuta da una fede profonda, il 1 novembre scorso si è spenta a Sion Marguerite Stoeckli. Il suo legame con Perugia risale indietro nel tempo. Aveva frequentato i corsi di lingua e di alta cultura italiana dell’Università per stranieri. In quelle belle aule che guardano verso la città antica, aveva stretto amicizie durature e sincere nate dalla comune passione per l’Italia. Da quell’esperienza, per lei indimenticabile, nasce un’idea: nel 1952 fonda l’associazione svizzera degli Amici dell’Università per stranieri. Sono gli anni difficili del dopoguerra, sono tanti gli italiani che lasciano la loro terra in cerca di lavoro e si dirigono verso la Svizzera. Per cinquant’ anni Marguerite organizza le “Giornate Perugine”, un incontro di studio che vede protagonisti tanti professori dell’Università per stranieri e che si tiene ogni anno in una diversa città della Confederazione Elvetica. Grazie a lei si rinnova e si tiene viva l’ amicizia di chi, dopo aver vissuto a Perugia, ama ritrovarsi nel segno della cultura, dell’arte e della musica italiana. Nel 1993 dà avvio alla fondazione Margherita, continuando a promuovere la lingua e la cultura italiana con incontri diversificati: concerti, seminari, scambi culturali tra l’Italia e la Svizzera, assegnando anche premi al merito a giovani ricercatori. Fra le molteplici iniziative si ricordano i cicli di lezioni legati alla figura di santa Caterina da Siena introdotti da padre Thierry Haenni. L’attività della fondazione, per volontà della sua presidente che oggi ricordiamo, continua.  ]]>
Il Patriarca ecumenico Bartolomeo I sarà accolto in cattedrale dal Cardinale Bassetti https://www.lavoce.it/il-patriarca-ecumenico-bartolomeo-i-sara-accolto-in-cattedrale-dal-cardinale-bassetti/ Fri, 16 Sep 2016 11:07:28 +0000 https://www.lavoce.it/?p=47399

Il 19 settembre Sua Santità Bartolomeo I, Arcivescovo di Costantinopoli e Patriarca ecumenico - in Umbria per l’evento internazionale di Assisi “Sete di Pace. Religioni e Culture in dialogo” -, sarà a Perugia, dove l’Università per stranieri gli conferirà la laurea “Honoris causa” in “Relazioni internazionali e cooperazione allo sviluppo”. Prima della cerimonia accademica, il Patriarca sarà accolto dal cardinale Gualtiero Bassetti nella cattedrale di San Lorenzo (ore 9.45) per presiedere la preghiera ecumenica e incontrare i rappresentanti delle Chiese cristiane dell’Umbria.   Visita che salda ancor più i legami di amicizia e collaborazione tra le Chiese. Insieme al cardinale Bassetti, presidente della Conferenza episcopale regionale (Ceu), ci saranno a dare il benvenuto all’illustre ospite i vescovi dell’Umbria, terra che accoglie in amicizia i fratelli ortodossi, in particolare quelli delle Chiese greca, russa e romena. I fedeli della Chiesa greca, che fanno riferimento al Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, sono una comunità numerosa a Perugia, giungendovi dagli anni ’70 del secolo scorso sia per motivi di studio che di vita. La Chiesa cattolica perugina, coerente con il suo spirito di amicizia e collaborazione con gli ortodossi, ha da tempo concesso in comodato alle Chiese greca, russa e romena tre antichi luoghi di culto cittadini. Alla comunità greca, nel 2006, è stata data in uso dall’allora arcivescovo Giuseppe Chiaretti la chiesa di Santa Croce (ora di San Gerasimo), in via Benincasa (una traversa della centralissima via dei Priori), dove il patriarca Bartolomeo I giungerà dopo l’incontro di preghiera in cattedrale prima di recarsi all’Università per Stranieri. La “convocazione diocesana” Il cardinale Bassetti ha predisposto per il significativo evento la “convocazione diocesana” in cattedrale di sacerdoti, diaconi, consacrati, seminaristi, membri di associazioni e movimenti laicali, confraternite, ordini cavallereschi e del popolo di Dio; convocazione che avviene per importanti avvenimenti ecclesiali. Bassetti attenderà ai piedi della gradinata del duomo Bartolomeo I, accompagnato dall’arcivescovo greco ortodosso d’Italia e Malta mons. Gennadios Zervòs e da altri membri della delegazione del Patriarcato di Costantinopoli. Insieme al cardinale ci saranno il vescovo ausiliare mons. Paolo Giulietti, l’arciprete della cattedrale mons. Fausto Sciurpa e il delegato diocesano per l’ecumenismo don Mauro Pesce, mentre i rappresentanti delle Istituzioni civili e religiose (cattoliche e di altre confessioni cristiane) dell’Umbria saranno all’interno di San Lorenzo. Dopo aver fatto ingresso in duomo, il Patriarca sosterà davanti all’immagine della Madonna delle Grazie e dove saranno esposte le reliquie dei Santi martiri perugini e del Sant’Anello. Raggiunto il presbiterio, il cardinale Bassetti rivolgerà a Bartolomeo I il messaggio di benvenuto invitandolo a presiedere la liturgia della Parola, che culminerà con la lettura di un passo del Vangelo e l’omelia del Patriarca. Al termine verrà recitato il Padre Nostro con l’annuncio dello scambio della pace e impartita la benedizione sul popolo dal Patriarca e dal cardinale. Prima di lasciare San Lorenzo, Bartolomeo I riceverà in dono una pregevole riproduzione artistica della venerata immagine della Madonna delle Grazie. L’incontro di preghiera ecumenico presieduto dal Patriarca di Costantinopoli in cattedrale sarà trasmesso in diretta da «Umbria Radio».   Breve nota biografica di Bartolomeo I e l’incontro con papa Francesco a Lesbo. Bartolomeo I, alla nascita Dimitrios Archontonis, è nato a Imbro il 29 febbraio 1940. Arcivescovo ortodosso greco con cittadinanza turca, è da 25 anni Patriarca ecumenico di Costantinopoli. Fu ordinato diacono nel 1961 e presbitero nel 1969, eletto Arcivescovo di Costantinopoli e Patriarca ecumenico il 22 ottobre 1991. Parla greco, turco, latino, italiano, francese, inglese e tedesco. Il 16 aprile di quest’anno il patriarca Bartolomeo, insieme a papa Francesco, ha visitato nell’isola di Lesbo il campo di accoglienza profughi, per sensibilizzare l'opinione pubblica sul problema di migliaia di persone che fuggono dai loro Paesi per persecuzioni, guerre e fame, firmando al riguardo una dichiarazione congiunta.]]>

Il 19 settembre Sua Santità Bartolomeo I, Arcivescovo di Costantinopoli e Patriarca ecumenico - in Umbria per l’evento internazionale di Assisi “Sete di Pace. Religioni e Culture in dialogo” -, sarà a Perugia, dove l’Università per stranieri gli conferirà la laurea “Honoris causa” in “Relazioni internazionali e cooperazione allo sviluppo”. Prima della cerimonia accademica, il Patriarca sarà accolto dal cardinale Gualtiero Bassetti nella cattedrale di San Lorenzo (ore 9.45) per presiedere la preghiera ecumenica e incontrare i rappresentanti delle Chiese cristiane dell’Umbria.   Visita che salda ancor più i legami di amicizia e collaborazione tra le Chiese. Insieme al cardinale Bassetti, presidente della Conferenza episcopale regionale (Ceu), ci saranno a dare il benvenuto all’illustre ospite i vescovi dell’Umbria, terra che accoglie in amicizia i fratelli ortodossi, in particolare quelli delle Chiese greca, russa e romena. I fedeli della Chiesa greca, che fanno riferimento al Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, sono una comunità numerosa a Perugia, giungendovi dagli anni ’70 del secolo scorso sia per motivi di studio che di vita. La Chiesa cattolica perugina, coerente con il suo spirito di amicizia e collaborazione con gli ortodossi, ha da tempo concesso in comodato alle Chiese greca, russa e romena tre antichi luoghi di culto cittadini. Alla comunità greca, nel 2006, è stata data in uso dall’allora arcivescovo Giuseppe Chiaretti la chiesa di Santa Croce (ora di San Gerasimo), in via Benincasa (una traversa della centralissima via dei Priori), dove il patriarca Bartolomeo I giungerà dopo l’incontro di preghiera in cattedrale prima di recarsi all’Università per Stranieri. La “convocazione diocesana” Il cardinale Bassetti ha predisposto per il significativo evento la “convocazione diocesana” in cattedrale di sacerdoti, diaconi, consacrati, seminaristi, membri di associazioni e movimenti laicali, confraternite, ordini cavallereschi e del popolo di Dio; convocazione che avviene per importanti avvenimenti ecclesiali. Bassetti attenderà ai piedi della gradinata del duomo Bartolomeo I, accompagnato dall’arcivescovo greco ortodosso d’Italia e Malta mons. Gennadios Zervòs e da altri membri della delegazione del Patriarcato di Costantinopoli. Insieme al cardinale ci saranno il vescovo ausiliare mons. Paolo Giulietti, l’arciprete della cattedrale mons. Fausto Sciurpa e il delegato diocesano per l’ecumenismo don Mauro Pesce, mentre i rappresentanti delle Istituzioni civili e religiose (cattoliche e di altre confessioni cristiane) dell’Umbria saranno all’interno di San Lorenzo. Dopo aver fatto ingresso in duomo, il Patriarca sosterà davanti all’immagine della Madonna delle Grazie e dove saranno esposte le reliquie dei Santi martiri perugini e del Sant’Anello. Raggiunto il presbiterio, il cardinale Bassetti rivolgerà a Bartolomeo I il messaggio di benvenuto invitandolo a presiedere la liturgia della Parola, che culminerà con la lettura di un passo del Vangelo e l’omelia del Patriarca. Al termine verrà recitato il Padre Nostro con l’annuncio dello scambio della pace e impartita la benedizione sul popolo dal Patriarca e dal cardinale. Prima di lasciare San Lorenzo, Bartolomeo I riceverà in dono una pregevole riproduzione artistica della venerata immagine della Madonna delle Grazie. L’incontro di preghiera ecumenico presieduto dal Patriarca di Costantinopoli in cattedrale sarà trasmesso in diretta da «Umbria Radio».   Breve nota biografica di Bartolomeo I e l’incontro con papa Francesco a Lesbo. Bartolomeo I, alla nascita Dimitrios Archontonis, è nato a Imbro il 29 febbraio 1940. Arcivescovo ortodosso greco con cittadinanza turca, è da 25 anni Patriarca ecumenico di Costantinopoli. Fu ordinato diacono nel 1961 e presbitero nel 1969, eletto Arcivescovo di Costantinopoli e Patriarca ecumenico il 22 ottobre 1991. Parla greco, turco, latino, italiano, francese, inglese e tedesco. Il 16 aprile di quest’anno il patriarca Bartolomeo, insieme a papa Francesco, ha visitato nell’isola di Lesbo il campo di accoglienza profughi, per sensibilizzare l'opinione pubblica sul problema di migliaia di persone che fuggono dai loro Paesi per persecuzioni, guerre e fame, firmando al riguardo una dichiarazione congiunta.]]>
Generazioni e governance, Lectio magistralis dell’ambasciatore italiano presso la Santa Sede https://www.lavoce.it/generazioni-e-governance-lectio-magistralis-dellambasciatore-italiano-presso-la-santa-sede/ Tue, 22 Mar 2016 15:33:40 +0000 https://www.lavoce.it/?p=45776 DSC_0010Il mondo sta cambiando. In pochi anni si sono registrati mutamenti repentini che hanno cambiato tutto il modo di vedere e di intendere il mondo. Ma come si può arrivare a pensare ad una governance del mondo che sia sostenibile? E quale ruolo possono avere le giovani generazioni in questo cambiamento? Sono questi i temi affrontati da Daniele Mancini, ambasciatore italiano presso la Santa Sede nel corso della sua lectio magistralis dal titolo “Un patto tra le generazioni per una governance mondiale sostenibile” che si è tenuta lunedì 21 marzo all’Università per Stranieri.
“Quella dell’essere umano – ha spiegato Mancini – è una cavalcata eccezionale ma senza governance non c’è direzione”. Ed è qui che le nuove generazioni devono fare la propria parte per arrivare a costruire una società globale che sia però rispettosa dell’ambiente e dell’uomo. Il concetto di generazione, tuttavia, è sempre particolare. “Fa effetto – ha aggiunto Mancini – pensare che dalla comparsa dell’homo sapiens siano passate sulla terra 5mila generazioni e che dall’epoca di Gesù, in duemila anni, quindi, ne sono passate appena 60”. Sicuramente, i cambiamenti maggiori si sono avuti negli ultimi due anni, grazie all’avvento delle nuove tecnologie e grazie anche ad un diverso modo di vivere il commercio con la globalizzazione dei mercati. Anche il concetto di “supremazia” tra gli Stati è stato sovvertito. Fino alle fine del ‘900 la supremazia americana è stata indiscussa. Successivamente, con l’avvento del Duemila si pensava ad una diversa concezione del mondo, con la sovranità che sarebbe inevitabilmente passata ad altre nazioni. Si pensava alla Cina, all’India. Non è stato così. Si è arrivati, invece, ad un mondo senza alcuna supremazia.
“I cambiamenti del mondo – ha spiegato Mancini – impongono una nuova mappa mentale che ci aiuti ad indirizzare decisioni che divengono sempre più urgenti al fine di rendere possibile la realizzazione di uno sviluppo sostenibile a livello globale. Affinché ciò avvenga, è necessario definire un grande patto intergenerazionale e assicurare salde basi etiche all’irreversibile processo della globalizzazione”. Questo è stato il tema dell’enciclica Laudato Si’ di Papa Francesco. “In questo documento il Papa impone anche la riconciliazione con l’ambiente e fornisce tre principi per affrontare al meglio i cambiamenti: solidarietà, giustizia e partecipazione”.
E qui entrano in gioco i giovani. “Siate i protagonisti – ha concluso Mancini parlando ai ragazzi intervenuti, tra cui molti di nazionalità cinese – di questa società e rifiutate l’individualismo. Date importanza al concetto di solidarietà. Apprendete dai fallimenti, sia vostri che delle generazioni passate e assumetevi i vostri rischi. Inoltre coltivate al meglio i vostri talenti perché il futuro è aperto a tutti”.

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L’Umbria del dialogo e dell’Università saluta mons. Bromuri: è stato la voce di chi non ha voce, non dimenticheremo la sua lezione https://www.lavoce.it/lumbria-del-dialogo-e-delluniversita-saluta-mons-bromuri-e-stato-la-voce-di-chi-non-ha-voce-non-dimenticheremo-la-sua-lezione/ Mon, 17 Aug 2015 17:51:24 +0000 https://www.lavoce.it/?p=42563 Incontro-Amici-Voce-27-giugno-2015-(foto-Andrea-Coli)20

Monsignor Elio Bromuri, scomparso il 17 agosto dopo una lunga malattia, è stato un grande uomo di dialogo e di cultura. Tra i suoi numerosi incarichi, è stato docente di Ecumenismo presso l’Istituto Teologico di Assisi, ma anche di Storia della Chiesa presso l’Università per stranieri. Da qui il saluto e la preghiera unanime del mondo ecclesiastico e culturale umbro, dopo quello politico e giornalistico.

Il Sacro Convento di Assisi

“Costruttore e tessitore di ponti e per anni voce di chi non ha voce”: così lo ricorda padre Mauro Gambetti, custode del Sacro convento di Assisi. Le parole di padre Gambetti sono riportate sul sito sanfrancesco.org, dove la comunità francescana conventuale di Assisi esprime “cordoglio e preghiera” dopo la morte di don Elio.

L’Università per Stranieri

 Il rettore dell’Università per stranieri, Giovanni Paciullo, in una nota si dice “particolarmente addolorato dalla scomparsa di monsignor Elio Bromuri, dovendogli tanto della mia formazione e della mia crescita nell’impegno civile; un impegno iniziato in Fuci avendolo come assistente e guida una volta che ne assunsi la presidenza. La sua sensibilità per l’accoglienza ed il dialogo tra i popoli sono stati e restano per me ancora oggi, come rettore di questo prestigioso ateneo, un riferimento fondamentale. Mancheranno a tutti la sua sensibilità, la sua generosità, il suo rigore morale, la sua comprensione nei confronti di quanti, vivendo situazioni difficili, attraverso di lui hanno potuto mantenere un rapporto con la Fede e con la Chiesa”.

La Tavola della Pace

“Con la scomparsa di don Elio Bromuri, Perugia e l’Umbria perdono un uomo del dialogo. La sua attenzione al dialogo interreligioso, ecumenico e interculturale è stata una risorsa autentica, preziosa e, dobbiamo ammetterlo, abbastanza rara per la nostra comunità”. A dirlo, in una nota, è Flavio Lotti, coordinatore nazionale della Tavola della pace. “La sua fermezza nelle proprie convinzioni – prosegue Lotti – non gli ha impedito di assumere un atteggiamento di sincera apertura, di ascolto e dialogo anche con coloro che apparivano più lontani. Per questo don Elio è riuscito ad animare una fitta sequenza di incontri e relazioni tutt’altro che banali o scontate. Penso innanzitutto all’incontro-scontro con Aldo Capitini, il suo pensiero, la Marcia per la pace Perugia-Assisi attorno ai quali ha voluto ripetutamente riflettere. Ma anche alla tenacia con cui ha costruito occasioni di incontro con la comunità islamica. Don Elio non ha mai nascosto o camuffato il suo punto di vista ma non ha mai censurato quello degli altri. Anzi, dagli altri si è sempre lasciato interrogare”. “‘Interrompere un dialogo non è mai piacevole’, ha scritto nel suo ultimo editoriale de La Voce, ‘ma in questi casi è inevitabile’. Speriamo di riprenderlo, caro don Elio – conclude Lotti – insieme a tutti quelli che non vorranno dimenticare la tua lezione”.

 

 


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Monsignor Elio Bromuri, una vita spesa per il dialogo e l’accoglienza “guardando sempre verso l’Alto” https://www.lavoce.it/monsignor-elio-bromuri-una-vita-spesa-per-il-dialogo-e-laccoglienza-guardando-sempre-verso-lalto/ https://www.lavoce.it/monsignor-elio-bromuri-una-vita-spesa-per-il-dialogo-e-laccoglienza-guardando-sempre-verso-lalto/#comments Mon, 17 Aug 2015 15:29:50 +0000 https://www.lavoce.it/?p=42518 don-Elio-Bromuri

La scomparsa di monsignor Elio Bromuri – avvenuta il 17 agosto, dopo una lunga malattia – lascia un vuoto nella Chiesa umbra e non solo. Le numerose testimonianze che giungono ai media come anche alla famiglia e ai suoi collaboratori testimoniano nei suoi confronti grande affetto, profonda stima e rispetto. Pubblichiamo di seguito il ritratto di mons. Bromuri fatto da Piergiorgio Lignani – amico di vecchia data del sacerdote e collaboratore de La Voce -, che ne descrive la vita, lo spirito e l’intelligenza.

 

Ho incontrato don Elio quando mi sono iscritto all’Università di Perugia, cinquantadue anni fa. Era un giovane prete e da poco tempo era stato nominato cappellano della Chiesa dell’Università, e viveva in mezzo agli studenti. Alcuni lo chiamavano «quel pretino che ride sempre».

In realtà non rideva sempre, solo ogni tanto, ma la sua risata era pronta, franca, cordiale, e così appariva come una sua caratteristica distintiva, in quel mondo universitario allora ingessato e sussiegoso. Ma dietro quel sorriso facile c’era ben altro. C’era la mancanza di pregiudizi, l’apertura verso tutti, la noncuranza per gli schemi e i rituali fissi ai quali non corrispondesse un verità più profonda. Dobbiamo vivere, diceva lui, «nella libertà dei figli di Dio».

Si trovò dunque subito in sintonia con il vento che spirava dal Concilio Vaticano II, e dal pontificato di Giovanni XXIII e di Paolo VI. Raccolse immediatamente le parole d’ordine “ecumenismo”, “dialogo”, “accoglienza”. Non perché erano imposte dall’alto, o peggio perché erano di moda, ma perché rispondevano al suo essere profondo.

Così, a metà degli anni Sessanta creò il Centro Ecumenico di Perugia, inizialmente nella stessa sede del gruppo degli universitari cattolici, di cui era l’assistente spirituale, poi nella ex chiesa di san Martino al Verzaro. Il Centro Ecumenico era un luogo d’incontri in gran parte poco o nulla formali fra cattolici, protestanti, a volte anche persone di altre fedi. Nel tempo avrebbe sviluppato una grande attenzione al dialogo fra cristiani ed ebrei; e con don Elio ne fu protagonista Vittorio Trancanelli.

Nacque una piccola rivista, che esce tuttora, dedicata al dialogo tra le fedi. Al Centro Ecumenico si presentavano anche molti studenti stranieri di quello che allora usava chiamare il Terzo Mondo; chiedevano amicizia ma anche assistenza. Don Elio ideò allora un’altra delle sue creature: il Centro di Accoglienza, aperto nel 1974 e tuttora in funzione; è un ostello ma molto di più di un ostello, perché offre anche colloquio, amicizia, aiuto.

Senza don Elio nessuna di queste iniziative avrebbe visto la luce, non sarebbe stata nemmeno pensata, ma lui non se ne è mai atteggiato a padre-padrone, al faccio-tutto-io; la discrezione era un’altra delle sue doti. Nella sua visione il merito era sempre del gruppo. C’è stata poi una volta (la seconda dopo la sua chiamata a fare il cappellano dell’Università) nella quale l’iniziativa non è stata sua, ma di altri: ed è stato quando gli è stata affidata la direzione de La Voce, per la geniale intuizione di un grande Vescovo. Lui ne fu stupito, quello del giornalista era un  mestiere nuovo per lui, ma è stato un successo. Ha dato al giornale, oltre alla vitalità e all’energia, il suo stile: il rifiuto dei toni gridati, delle frasi a effetto, delle campagne a senso unico, delle polemiche astiose. Lo stile del rispetto di tutti e – di nuovo – del dialogo.

La sintesi della personalità di don Elio si può racchiudere in una celebre frase di Papa Giovanni: cercare sempre ciò che ci unisce, non ciò che ci divide. È una frase che suona bene, ma si può interpretare in due modi: perché “ciò che ci unisce” si può cercare o guardando più in basso, o guardando più in alto. Si può trovare il punto d’accordo negli interessi più triviali, e si può trovarlo nei valori più elevati. Per don Elio (come per Papa Giovanni) il punto d’incontro è sempre stato al livello superiore, mai a quello inferiore.

 

 

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È tornato alla Casa del Padre monsignor Elio Bromuri, per oltre 30 anni direttore de La Voce https://www.lavoce.it/e-tornato-alla-casa-del-padre-monsignor-elio-bromuri-per-oltre-30-anni-direttore-de-la-voce/ https://www.lavoce.it/e-tornato-alla-casa-del-padre-monsignor-elio-bromuri-per-oltre-30-anni-direttore-de-la-voce/#comments Mon, 17 Aug 2015 10:58:04 +0000 https://www.lavoce.it/?p=42491

[caption id="attachment_37018" align="alignleft" width="384"]Incontro-Amici-Voce-27-giugno-2015-(foto-Andrea-Coli)46 Mons. Bromuri il 27 giugno scorso all'incontro dell'associazione “Amici de La Voce", uno degli ultimi incontri pubblici, da lui voluto presso la Sala del Dottorato. (foto A. Coli)[/caption] Questa mattina, lunedì 17 agosto, è tornato alla Casa del Padre monsignor Elio Bromuri dopo una grave malattia, che, nelle ultime settimane, lo aveva messo a dura prova nel fisico, ma non nello spirito. Consapevole del suo male, nell’affrontarlo, ha dato un grande esempio di fede a quanti l’hanno assistito. Fino all’ultimo ha diretto il settimanale La Voce, redigendo l’editoriale del numero in edicola lo scorso 7 agosto (l’ultimo prima della pausa estiva), ma soprattutto ha continuato a dare il suo "benvenuto" a quanti, giovani e meno giovani, vengono ospitati quotidianamente all’ “Ostello-Centro internazionale di accoglienza” nella centralissima via Bontempi di Perugia. Proprio in questo luogo, fondato da mons. Bromuri mezzo secolo fa insieme a un gruppo di giovani per accogliere persone in difficoltà senza distinzione di nazionalità e religione, come segno concreto di quell’apertura-dialogo avviata dal Concilio Vaticano II, il noto sacerdote perugino si è spento assistito dai suoi amici. Gli stessi che hanno condiviso con lui buona parte degli oltre sessanta anni della sua proficua e instancabile missione sacerdotale al servizio della Chiesa e del popolo di Dio su vari ambiti pastorali, sociali e culturali. Il cordoglio della Chiesa - Nell’apprendere la notizia della morte di mons. Bromuri, il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti e il suo vescovo ausiliare mons. Paolo Giulietti esprimono a nome dell’intero Presbiterio perugino-pievese il profondo cordoglio ai familiari, ai collaboratori e a quanti l’hanno conosciuto ed apprezzato per le sue grandi doti umane e spirituali. "Don Elio è un uomo di Dio che sarà ricordato da tutti noi non tanto per le grandi cose che ha fatto - commenta il cardinale Bassetti -, ma per quelle piccole da lui compiute ogni giorno per il bene della Chiesa e della società intera. Anche da questo si coglie lo spessore di quest’uomo e di questo sacerdote, uno dei miei più stretti collaboratori e consiglieri". I funerali - L’esequie di mons. Bromuri saranno presiedute da cardinale Bassetti nella cattedrale di San Lorenzo, della quale era canonico, martedì 18 agosto, alle ore 15.30, precedute dalla camera ardente allestita nella chiesa di Sant’Ercolano dal pomeriggio del 17 agosto. Una vita al servizio - Nel corso dei suoi quasi 85 anni di vita - mons. Bromuri era nato a Deruta l’11 ottobre 1930 - numerosi sono stati i riconoscimenti da lui ricevuti in diversi campi. L’ultimo fu quello dell’iscrizione all’“Albo d’Oro” della città di Perugia, su decisione del Consiglio comunale, il 20 giugno 2010, con la seguente motivazione, che riassume un po’ la sua nutrita biografia: "Laureato in filosofia e teologia, monsignor Bromuri ha dedicato la maggior parte della sua vita all'insegnamento. È stato docente di Ecumenismo presso l’Istituto Teologico di Assisi. Da sempre animatore del dialogo culturale e religioso, monsignor Bromuri ha svolto una rilevante azione pastorale come cappellano della Chiesa dell’Università, fin dalla sua riapertura del 1958 a opera del Rettore Giuseppe Ermini. Per più di vent’anni è stato assistente della FUCI (Federazione universitaria cattolici italiani) e ha dato vita al Meic (Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale). L’impegno rivolto al dialogo interreligioso lo ha portato a fondare il Centro Ecumenico e Universitario San Martino e il Centro internazionale di accoglienza in via Bontempi, già conosciuto come “Ostello di don Elio”, nel quale, ogni anno, vengono accolte gratuitamente centinaia di persone in difficoltà. La sua pluriennale esperienza e il suo impegno umanitario sono stati premiati con numerosi riconoscimenti: da ultimo con la dignità di Protonotario Apostolico concessagli da S.S. Papa Benedetto XVI nel 2008. I suoi insegnamenti trapelano, da anni, dalle pagine del settimanale La Voce di cui Monsignor Elio è direttore". Tra i diversi incarichi regionali e diocesani ricoperti negli anni da mons. Bromuri, ricordiamo quelli di coordinatore delle Commissioni CEU per l’Ecumenismo e il dialogo interreligioso e per le Comunicazioni sociali, di vicario episcopale per la cultura dell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, di rettore delle chiese dell’Università degli Studi e di Sant’Ercolano del Sodalizio di San Martino e di direttore degli Uffici diocesani per la Pastorale universitaria, per l’Ecumenismo e il dialogo interreligioso e per Comunicazioni sociali. In quest’ultimo settore è stato intenso il suo impegno, soprattutto nel rilancio de La Voce, ottenendo alcuni anni fa il “premio alla carriera” da parte dell’Ordine regionale dei Giornalisti, al cui “elenco dei pubblicisti” era iscritto da trenta anni. È stato anche docente presso l’Università per Stranieri e di Storia e Filosofia al liceo-ginnasio statale “Mariotti” di Perugia. Mons. Bromuri è stato un uomo e un sacerdote dal grande “spirito laico” che emergeva con nitidezza anche dai suoi innumerevoli editoriali ed articoli pubblicati dal “suo” settimanale, che l’ha avuto come direttore dal 1984, e dall’Agenzia di stampa «SIR» della CEI, per la quale collaborava da anni. Uno spirito aperto al dialogo - L’Ufficio stampa diocesano di Perugia, nella consapevolezza di aver perso una guida e un maestro prezioso, saluta mons. Bromuri evidenziando il suo spirito dialogante e laico, ricordando le sue parole pronunciate in occasione dell’iscrizione all’“Albo d’Oro”. Nel ringraziare le autorità cittadine mise in risalto il legame tra la comunità civile e quella religiosa perugina; un legame che, pur non cancellando la storia, ha superato ormai da tempo le divisioni del passato nel rispetto delle proprie posizioni e ruoli. "Non possiamo fare a meno gli uni degli altri - disse mons. Bromuri - siamo talmente vicini (la cattedrale e il palazzo comunale si affacciano sulla stessa piazza…) e coinvolti nella comune attività di carattere sociale, culturale e di sviluppo della città che dobbiamo sempre più rapportarci in maniera collaborativa. Noi facciamo un lavoro aperto a 360 gradi, al dialogo, alla comprensione sia tra i cristiani sia tra le diverse religioni sia anche con il mondo laico, perché abbiamo un obiettivo comune, quello di fondare una società che assomigli il più possibile alla città di Dio. Non pretendo tanto, ma almeno che ci sia un orientamento verso una città nella quale si possa veramente vivere da umani e da cristiani nel rispetto della dignità e dei valori fondanti nella nostra tradizione culturale".      ]]>

[caption id="attachment_37018" align="alignleft" width="384"]Incontro-Amici-Voce-27-giugno-2015-(foto-Andrea-Coli)46 Mons. Bromuri il 27 giugno scorso all'incontro dell'associazione “Amici de La Voce", uno degli ultimi incontri pubblici, da lui voluto presso la Sala del Dottorato. (foto A. Coli)[/caption] Questa mattina, lunedì 17 agosto, è tornato alla Casa del Padre monsignor Elio Bromuri dopo una grave malattia, che, nelle ultime settimane, lo aveva messo a dura prova nel fisico, ma non nello spirito. Consapevole del suo male, nell’affrontarlo, ha dato un grande esempio di fede a quanti l’hanno assistito. Fino all’ultimo ha diretto il settimanale La Voce, redigendo l’editoriale del numero in edicola lo scorso 7 agosto (l’ultimo prima della pausa estiva), ma soprattutto ha continuato a dare il suo "benvenuto" a quanti, giovani e meno giovani, vengono ospitati quotidianamente all’ “Ostello-Centro internazionale di accoglienza” nella centralissima via Bontempi di Perugia. Proprio in questo luogo, fondato da mons. Bromuri mezzo secolo fa insieme a un gruppo di giovani per accogliere persone in difficoltà senza distinzione di nazionalità e religione, come segno concreto di quell’apertura-dialogo avviata dal Concilio Vaticano II, il noto sacerdote perugino si è spento assistito dai suoi amici. Gli stessi che hanno condiviso con lui buona parte degli oltre sessanta anni della sua proficua e instancabile missione sacerdotale al servizio della Chiesa e del popolo di Dio su vari ambiti pastorali, sociali e culturali. Il cordoglio della Chiesa - Nell’apprendere la notizia della morte di mons. Bromuri, il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti e il suo vescovo ausiliare mons. Paolo Giulietti esprimono a nome dell’intero Presbiterio perugino-pievese il profondo cordoglio ai familiari, ai collaboratori e a quanti l’hanno conosciuto ed apprezzato per le sue grandi doti umane e spirituali. "Don Elio è un uomo di Dio che sarà ricordato da tutti noi non tanto per le grandi cose che ha fatto - commenta il cardinale Bassetti -, ma per quelle piccole da lui compiute ogni giorno per il bene della Chiesa e della società intera. Anche da questo si coglie lo spessore di quest’uomo e di questo sacerdote, uno dei miei più stretti collaboratori e consiglieri". I funerali - L’esequie di mons. Bromuri saranno presiedute da cardinale Bassetti nella cattedrale di San Lorenzo, della quale era canonico, martedì 18 agosto, alle ore 15.30, precedute dalla camera ardente allestita nella chiesa di Sant’Ercolano dal pomeriggio del 17 agosto. Una vita al servizio - Nel corso dei suoi quasi 85 anni di vita - mons. Bromuri era nato a Deruta l’11 ottobre 1930 - numerosi sono stati i riconoscimenti da lui ricevuti in diversi campi. L’ultimo fu quello dell’iscrizione all’“Albo d’Oro” della città di Perugia, su decisione del Consiglio comunale, il 20 giugno 2010, con la seguente motivazione, che riassume un po’ la sua nutrita biografia: "Laureato in filosofia e teologia, monsignor Bromuri ha dedicato la maggior parte della sua vita all'insegnamento. È stato docente di Ecumenismo presso l’Istituto Teologico di Assisi. Da sempre animatore del dialogo culturale e religioso, monsignor Bromuri ha svolto una rilevante azione pastorale come cappellano della Chiesa dell’Università, fin dalla sua riapertura del 1958 a opera del Rettore Giuseppe Ermini. Per più di vent’anni è stato assistente della FUCI (Federazione universitaria cattolici italiani) e ha dato vita al Meic (Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale). L’impegno rivolto al dialogo interreligioso lo ha portato a fondare il Centro Ecumenico e Universitario San Martino e il Centro internazionale di accoglienza in via Bontempi, già conosciuto come “Ostello di don Elio”, nel quale, ogni anno, vengono accolte gratuitamente centinaia di persone in difficoltà. La sua pluriennale esperienza e il suo impegno umanitario sono stati premiati con numerosi riconoscimenti: da ultimo con la dignità di Protonotario Apostolico concessagli da S.S. Papa Benedetto XVI nel 2008. I suoi insegnamenti trapelano, da anni, dalle pagine del settimanale La Voce di cui Monsignor Elio è direttore". Tra i diversi incarichi regionali e diocesani ricoperti negli anni da mons. Bromuri, ricordiamo quelli di coordinatore delle Commissioni CEU per l’Ecumenismo e il dialogo interreligioso e per le Comunicazioni sociali, di vicario episcopale per la cultura dell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, di rettore delle chiese dell’Università degli Studi e di Sant’Ercolano del Sodalizio di San Martino e di direttore degli Uffici diocesani per la Pastorale universitaria, per l’Ecumenismo e il dialogo interreligioso e per Comunicazioni sociali. In quest’ultimo settore è stato intenso il suo impegno, soprattutto nel rilancio de La Voce, ottenendo alcuni anni fa il “premio alla carriera” da parte dell’Ordine regionale dei Giornalisti, al cui “elenco dei pubblicisti” era iscritto da trenta anni. È stato anche docente presso l’Università per Stranieri e di Storia e Filosofia al liceo-ginnasio statale “Mariotti” di Perugia. Mons. Bromuri è stato un uomo e un sacerdote dal grande “spirito laico” che emergeva con nitidezza anche dai suoi innumerevoli editoriali ed articoli pubblicati dal “suo” settimanale, che l’ha avuto come direttore dal 1984, e dall’Agenzia di stampa «SIR» della CEI, per la quale collaborava da anni. Uno spirito aperto al dialogo - L’Ufficio stampa diocesano di Perugia, nella consapevolezza di aver perso una guida e un maestro prezioso, saluta mons. Bromuri evidenziando il suo spirito dialogante e laico, ricordando le sue parole pronunciate in occasione dell’iscrizione all’“Albo d’Oro”. Nel ringraziare le autorità cittadine mise in risalto il legame tra la comunità civile e quella religiosa perugina; un legame che, pur non cancellando la storia, ha superato ormai da tempo le divisioni del passato nel rispetto delle proprie posizioni e ruoli. "Non possiamo fare a meno gli uni degli altri - disse mons. Bromuri - siamo talmente vicini (la cattedrale e il palazzo comunale si affacciano sulla stessa piazza…) e coinvolti nella comune attività di carattere sociale, culturale e di sviluppo della città che dobbiamo sempre più rapportarci in maniera collaborativa. Noi facciamo un lavoro aperto a 360 gradi, al dialogo, alla comprensione sia tra i cristiani sia tra le diverse religioni sia anche con il mondo laico, perché abbiamo un obiettivo comune, quello di fondare una società che assomigli il più possibile alla città di Dio. Non pretendo tanto, ma almeno che ci sia un orientamento verso una città nella quale si possa veramente vivere da umani e da cristiani nel rispetto della dignità e dei valori fondanti nella nostra tradizione culturale".      ]]>
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Università. “Il Sole 24 ore” colloca l’Ateneo perugino al 37° posto. Al 47° posto la Stranieri https://www.lavoce.it/universita-il-sole-24-ore-colloca-lateneo-perugino-al-37-posto-al-47-posto-la-stranieri/ https://www.lavoce.it/universita-il-sole-24-ore-colloca-lateneo-perugino-al-37-posto-al-47-posto-la-stranieri/#comments Fri, 24 Jul 2015 12:20:53 +0000 https://www.lavoce.it/?p=40201 università-rettorato_09C’è chi scende e chi sale tra gli atenei perugini. A dirlo è Il Sole 24 Ore nelle “classifiche della qualità” delle università italiane compilate ogni anno con i dati del Ministero e dell’Anvur (Agenzia nazionale di valutazione del Sistema universitario e della ricerca).

L’Università degli studi di Perugia scende rispetto al 2014, aggiudicandosi il 37esimo posto contro il 32esimo dell’anno passato. I punti di forza sono le borse di studio, dove la piena copertura degli idonei ha permesso di ottenere 100 punti, l’efficacia (cioè la media procapite dei crediti formativi ottenuti dagli iscritti) e l’attrattività (la percentuale di immatricolati da fuori regione sul totale). Male, invece, il settore degli stage, la dispersione, con un numero di immatricolati non iscritti al secondo anno pari quasi al 30%, e la soddisfazione (il giudizio dei laureandi sui corsi di studio).

L’Università per Stranieri sale dal 59esimo posto del 2014 al 47esimo di quest’anno. L’Ateneo detiene il secondo posto per mobilità (cioè crediti ottenuti all’estero), il terzo posto per dispersione, per soddisfazione e borse di studio. Malissimo la ricerca e l’Alta formazione dove la Stranieri è ultima in Italia; male anche la sostenibilità con il terzultimo posto per numero medio di docenti di ruolo nelle materie di base.

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Chiesa umbra. Convegno “Il destino della libertà”: per generare un futuro migliore https://www.lavoce.it/chiesa-umbra-convegno-il-destino-della-liberta-per-generare-un-futuro-migliore/ Fri, 09 May 2014 12:57:16 +0000 https://www.lavoce.it/?p=24857 L’intervento di Zygmunt Bauman in una sala dei Notari gremita
L’intervento di Zygmunt Bauman in una sala dei Notari gremita

È essere liberi non significa fare tutto ciò che si vuole ma, prima di tutto, avere capacità di scelta. Cioè saper scegliere in piena autonomia, assumendosi le responsabilità delle proprie decisioni di fronte agli altri. Allo stesso tempo la libertà si accorda sempre con la speranza, che per un cristiano è Gesù”. Con queste parole, e citando Papa Francesco, il card. Gualtiero Bassetti (clicca qui per scaricare il pdf con il testo integrale) ha aperto il convegno “Il destino della libertà. Quale società dopo la crisi economica”, svoltosi in sala dei Notari a Perugia il 6 maggio. L’iniziativa era promossa dalla Ceu, in collaborazione con il progetto culturale della Cei e, tra gli altri, degli atenei perugini. Alla tavola rotonda, oltre al card. Bassetti, hanno partecipato Zygmunt Bauman, sociologo polacco che ha descritto la contemporaneità attraverso la metafora di “società liquida”; Chiara Giaccardi e Mauro Magatti, autori del libro Generativi di tutto il mondo, unitevi! Manifesto per la società dei liberi – che ha ispirato l’incontro – e, in qualità di moderatore, Roberto Righetto, caporedattore delle pagine culturali di Avvenire. Dopo l’intervento del Cardinale, Bauman (clicca qui per scaricare il pdf) ha iniziato la sua relazione presentando due possibili visioni della libertà: “Potrebbe essere intesa come un rapporto sociale nel quale affermare se stessi e i propri desideri, a danno degli altri e creando divisione, o come il diritto di scegliere, con responsabilità: una libertà incentrata più sul dare che sul prendere” . L’ospite, prendendo spunto dall’ultima pubblicazione di Jeremy Rifkin, ha poi confrontato le differenze del modello economico attuale con quello dei “beni comuni collaborativi”, che, “secondo questo studioso, sono fondati su interessi collaborativi e incentivati da un profondo desiderio di connettersi con gli altri e di condividere”. Sempre partendo da Rifkin, Bauman ha proposto di valutare con cautela le nuove tecnologie e internet, che “può anche servire a perpetuare e rafforzare conflitti e antagonismi”, se non addirittura portare ad accentuare la differenza tra ricchi e poveri, piuttosto che rappresentare un “grande passo avanti nella storia della democrazia”. Chiara Giaccardi ha quindi introdotto il concetto di generatività, e ricordato che “troppo spesso abbiamo la preoccupazione della libertà che ci tolgono gli altri, mentre dovremmo riscoprire il senso di responsabilità e della gratitudine verso coloro che hanno dato anche la vita per la nostra libertà”. Mauro Magatti, infine, ha spiegato cosa si intenda per generatività: l’atteggiamento di uscire da una dinamica egocentrica, per aprirsi al prossimo, dando vita a qualcosa di positivo. L’esperto ha poi concluso presentando “piste da seguire per ripensare al fondamento del nostro vivere insieme”, basandosi sul modello generativo e dedicando particolare attenzione alla scuola, a internet, all’impresa e alla libertà religiosa; elementi, questi, che andrebbero tutti ripensati.

Nel 2013 il convegno al Lyrick

L’incontro che si è svolto alla Sala dei Notari il 6 maggio scorso è nato per dare continuità al convegno internazionale che si è tenuto al Teatro Lyrick di Santa Maria degli Angeli il 29 e 30 novembre 2013. Promosso sempre dalla Ceu, dal progetto culturale della Conferenza episcopale italiana, dall’Università degli studi e dall’Università per gli stranieri di Perugia sul tema “Custodire l’umanità. Verso le periferie esistenziali”?, muoveva le sue premesse dal rapporto stringente tra la crisi di senso dell’uomo moderno e la crisi economica della società occidentale. In particolare è stata un’occasione di discussione e riflessione, rivolta a credenti e non credenti, su due tematiche oggi di grande attualità: la “secolarizzazione” e il “nuovo umanesimo”. A parlare del tema sono intervenuti intellettuali del mondo culturale laico e cattolico, di calibro nazionale e internazionale.

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Ceu e Cei organizzano a Perugia la conferenza “Il destino della libertà” https://www.lavoce.it/ceu-e-cei-organizzano-a-perugia-la-conferenza-il-destino-della-liberta/ Fri, 02 May 2014 13:00:05 +0000 https://www.lavoce.it/?p=24638 Il tavolo dei relatori e la platea durante il convegno
Il tavolo dei relatori e la platea durante il convegno

Il 6 maggio a Perugia, in sala dei Notari, dalle ore 17 alle 19 si svolgerà la conferenza “Il destino della libertà. Quale società dopo la crisi economica”.

L’iniziativa è organizzata dalla Conferenza episcopale umbra in collaborazione con il Progetto culturale della Cei, l’Università degli studi di Perugia, l’Università per Stranieri, la Pastorale giovanile e la Pastorale universitaria di Perugia, con la partecipazione di numerosi enti ed associazioni come l’Unione cristiana imprenditori dirigenti (Ucid), Confcooperative, le Acli, la Coldiretti, l’associazione culturale Stromata, e con il sostegno della Fondazione Cassa di risparmio di Perugia e dell’azienda Massinelli.

La conferenza rappresenta uno dei frutti del convegno internazionale “Custodire l’umanità. Verso le periferie esistenziali” che si è svolto ad Assisi il 29-30 novembre scorsi. Un convegno importante, che ha visto la partecipazione di centinaia di persone e che ha rappresentato un momento fondamentale per gettare le basi di un nuovo e fecondo dialogo tra molti settori della società italiana e tra alcune delle più importanti istituzioni culturali della Regione.

Affinché il convegno di Assisi non resti un fatto isolato, la Conferenza episcopale umbra ha pensato di dar vita ad alcune iniziative di alto profilo culturale dislocate sul territorio umbro.

La prima, appunto “Il destino della libertà”, prende spunto dalla recente pubblicazione Generativi di tutto il mondo unitevi! Manifesto per la società dei liberi, scritto a quattro mani da Mauro Magatti e Chiara Giaccardi. Tre gli obiettivi della conferenza: sviluppare una riflessione sul tema della libertà in rapporto ai grandi mutamenti sociali che la crisi economica sta imponendo alla società contemporanea; elaborare la proposta di un nuovo modello di sviluppo che promuova il bene comune e difenda la dignità umana alla luce della persistente stagnazione del modello produttivo occidentale; coinvolgere associazioni e istituzioni che operano nel campo culturale, economico e sociale promuovendo sinergie virtuose tra di esse.

Saranno presenti il card. Gualtiero Bassetti, i docenti dell’Università Cattolica di Milano Mauro Magatti e Chiara Giaccardi, il professore emerito dell’Università di Leeds Zygmunt Bauman e il giornalista Roberto Righetto, caporedattore delle pagine culturali di Avvenire, che presiederà l’evento.

Per ulteriori informazioni si può consultare il sito www.destinodellaliberta.it, la fan page Facebook “Il destino della libertà” e l’account Twitter @DestinoLiberta.

È possibile inoltre contattare la segreteria organizzativa all’indirizzo mail destinodellaliberta@gmail.com o al numero telefonico 327 3396993.

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La musica dei giovani dal mondo https://www.lavoce.it/la-musica-dei-giovani-dal-mondo/ Thu, 17 Apr 2014 11:14:19 +0000 https://www.lavoce.it/?p=24512 Il Gem Connection Barbershop Ladies Choir
Il Gem Connection Barbershop Ladies Choir

Perugia e altri centri del territorio regionale, dal 15 aprile al 28 agosto, diventano location privilegiate per i 18 concerti di Musica dal mondo, festival internazionale dei cori e delle orchestre giovanili. La manifestazione quest’anno si propone in edizione speciale in collaborazione con “Perugia2019 con i luoghi di Francesco d’Assisi e dell’Umbria”, per dare un contributo all’accelerazione della candidatura della città capoluogo a capitale europea della cultura.

In particolare – come ha sottolineato Arnaldo Colasanti, direttore artistico di Perugia 2019 in occasione della presentazione della kermesse musicale – vuol veicolare l’immagine di Perugia quale città dell’accoglienza, ospitando giovani musicisti dall’Europa e non solo. Un luogo dove ci si può sentire come a casa propria, dove poter tornare di nuovo con piacere e condividere insieme i valori culturali e ammirare le nostre bellezze.

Ogni gruppo partecipante si potrà così far promotore, ritornando a casa propria, dell’immagine della città in giro per l’Europa – ha detto il maestro Salvatore Silivestro, presidente Agimus, il quale ha sottolineato la grande capacità di una manifestazione come questa di attirare a Perugia tanti giovani stranieri. Ha poi ringraziato il Capitolo della cattedrale di Perugia per la disponibilità dimostrata nella concessione della cattedrale, la Scuola di Lingue estere dell’esercito per il complesso del Santa Giuliana e la Fondazione per l’istruzione agraria per la concessione della basilica di San Pietro.

Diciotto sono i complessi giovanili che partecipano al programma, con un repertorio che va dalla musica classica a quella contemporanea, fino a quella popolare dei paesi che interverranno.

Oltre ai concerti canonici che si svolgeranno anche ad Assisi, verranno effettuate delle repliche e altri concerti verranno programmati ex-novo (nel periodo di Umbria jazz) in altri centri del territorio quali Santa Maria degli Angeli, Passignano, Trevi, Umbertide, il Castello dei Cavalieri di Malta di Magione. Tra gli Stati che partecipano la maggior parte sono europei, quali Portogallo, Spagna, Germania, Slovenia, Regno Unito, ma non mancano gruppi provenienti dagli Stati Uniti, Corea, Svizzera.

Tra le principali sedi dei concerti il chiostro e la basilica di San Lorenzo a Perugia, la basilica di San Pietro a Perugia, piazza IV Novembre, piazza del Circo. Il primo concerto si è già svolto martedì 15 aprile nella cattedrale di Perugia con The Greater Buffalo Youth Orchestra (Buffalo, New York, Usa), diretto da Gerard Floriano e che ha proposto musiche di Mozart, Lalo, Dvorak.

Il prossimo sarà domenica 4 maggio alle ore 18 nella chiesa di Santa Giuliana con il Gem Connection Barbershop Ladies Choir. La manifestazione, che è organizzata dal Comune e dall’Agimus di Perugia con il patrocinio della Fondazione Perugiassisi2019, ha quale partner storico anche l’Università per Stranieri di Perugia.

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Università: le parole del Rettore all’inaugurazione dell’anno accademico https://www.lavoce.it/universita-le-parole-del-rettore-allinaugurazione-dellanno-accademico/ Fri, 11 Apr 2014 10:08:07 +0000 https://www.lavoce.it/?p=24330 universita-2014C’è il senso forte della crisi, ma c’è anche, altrettanto forte, la determinazione al rilancio nell’inaugurazione dell’anno accademico 2013-2014 dell’Università degli studi di Perugia. Sia nelle parole dell’ex rettore dell’Università per Stranieri, ora ministro del Miur, Stefania Giannini, sia in quelle del rettore dell’ateneo perugino, Franco Moriconi.

La crisi, si diceva, è l’immancabile punto di inizio di tutti i discorsi. Cinquecentomila posti di lavoro persi negli ultimi anni – ricordano Giannini e Moriconi -, tre milioni di disoccupati, nelle Università il 20% di iscritti in meno in dieci anni e il boom di abbandoni (il 40% degli iscritti). Dati che fissano gli obiettivi imprescindibili del futuro: in una parola, rinascere.

Il rettore Moriconi lo sottolinea con forza: l’Università è il luogo della cultura e del sapere su cui si basa tutta la storia e la grandezza dell’Europa, “è solo da qui che possiamo ripartire: dalla fiducia che dobbiamo ai giovani che si affidano a noi e dalla forza che ricaviamo dalle nostre ricerche”.

Come farlo? Il “magnifico” elenca i vari punti della sua attività, ribadendo alcuni degli impegni chiave del suo mandato, già sottolineati dal pro-rettore Fabrizio Figorilli nell’intervista a La Voce della scorsa settimana. In primis, la sinergia con la città. “Non mi stancherò mai – sottolinea Moriconi – di promuovere l’idea di ‘Perugia città universitaria’ quale progetto complessivo da realizzare con il concorso di tutte le istituzioni cittadine e territoriali. Proprio in questa direzione va il progetto di realizzazione nell’area della Pallotta di una ‘città dello sport’ che possa costituire nell’ambiente naturale che la circonda un punto di riferimento per le attività sportive e ricreative, nonché di tutela della salute e del benessere”.

I due pilastri

Il rettore, ovviamente, batte più volte sui due pilastri dell’ateneo: didattica e ricerca, studenti e docenti. Nel primo ambito, Moriconi punta a rivedere l’offerta formativa sulla base delle esigenze concrete del mercato e della società, come avvenuto per il nuovo corso di laurea magistrale in Geologia degli idrocarburi, totalmente in inglese e organizzato in stretta collaborazione con l’Eni, tanto da aver avuto richieste di iscrizione da ogni parte del mondo. Si punta poi a incentivare l’internazionalizzazione del sapere. “Abbiamo deciso – spiega il rettore – di destinare il ricavato del 5 per mille per incentivare esperienze internazionali dei nostri laureati più meritevoli”. E poi i servizi: il ritorno delle Segreterie nei rispettivi dipartimenti, sconti sui trasporti e un ambulatorio medico gratuito per i fuori sede.

Sul fronte della ricerca, “oltre allo stanziamento – spiega Moriconi -, per la prima volta dopo vari anni, di un Fondo minimo iniziale per la ricerca di base, è stato avviato un processo di incentivazione per moltiplicare la partecipazione dei ricercatori ai bandi europei”.

Imprescindibile, infine, il legame con il mondo del lavoro per trasferire i risultati della ricerca in concrete attività produttive e occupazionali: “È già stato stanziato – sottolinea il magnifico – un primo sostanziale finanziamento per la realizzazione di quell’incubatore d’impresa che aspettavamo da tanti anni, struttura essenziale per la tutela e la valorizzazione dei risultati della ricerca, per il suo trasferimento al mondo delle imprese e dell’economia in generale, nonché per l’impulso all’imprenditorialità e all’occupazione giovanile”.

“Le risorse ci sono”

La strada per rilanciare il mondo dell’Università italiana c’è. Lo ha ribadito con forza il ministro Stefania Giannini nel suo intervento all’inaugurazione dell’anno accademico. Le risorse ci sono: “Grazie ai Fondi europei, con il cofinanziamento nazionale, ci sono 55 miliardi di euro a disposizione della ricerca. Dobbiamo creare progetti per attirarli”. Tre gli ingredienti per farlo: ricerca, internazionalizzazione e mobilità. “Questa non è fuga dei cervelli, è arricchimento – ha ribadito -. Ai rettori dico: non abbiate timidezza, investite in mobilità, e il Ministero sarà al vostro fianco”.

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Figorilli: Ateneo e città, avanti insieme https://www.lavoce.it/ateneo-e-citta-avanti-insieme/ Thu, 03 Apr 2014 17:24:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=24140 Studenti nella biblioteca di Giurisprudenza
Studenti nella biblioteca di Giurisprudenza

Mercoledì prossimo, 9 aprile, sarà inaugurato l’anno accademico dell’Università degli studi di Perugia. È un ateneo nuovo quello che si appresta a prendere il suo avvio ufficiale.

Nuovo nella leadership, con il rettore Franco Moriconi insediatosi ad ottobre, e i suoi 28 delegati. Nuovo nell’organizzazione e nell’amministrazione, con l’attivazione dei Dipartimenti a partire dal 1° gennaio scorso in sostituzione delle facoltà, e la piena attuazione dei cambiamenti voluti dalla riforma Gelmini. Nuovo nelle intenzioni e negli obiettivi che puntano tutti al rilancio dello Studium quale luogo di cultura, approfondimento, ricerca e innovazione a misura dello studente, della città e del mondo del lavoro. Eppure Fabrizio Figorilli, pro-rettore e docente di Diritto amministrativo al dipartimento di Giurisprudenza, consiglia cautela nell’usare il termine “novità”. La volontà, l’impegno e lo status mentale ci sono, ma la strada del cambiamento è appena iniziata e si prospetta lunga.

“Di sicuro – spiega Figorilli – c’è che abbiamo atteso questo 9 aprile per presentarci con tutti gli organi e gli adempimenti imposti dalla riforma Gelmini insediati e completati. Ad oggi, manca soltanto il direttore generale che, tranne qualche contrattempo dell’ultima ora, sarà nominato nei primi giorni della prossima settimana e avrà il compito di rivedere tutta la struttura amministrativa e adeguarla alle nuove esigenze universitarie”.

Altro punto messo a segno dalla nuova governance la Programmazione triennale 2013-2015 dell’Università, richiesta direttamente dal Ministero e volta a sancire le linee d’indirizzo dello Studium su ricerca, didattica, personale, studenti… “La grande sfida che ci aspetta – dice Figorilli – sta nel fatto che dagli obiettivi che ci porremo e da come li raggiungeremo dipenderà il nostro futuro. Le valutazioni dell’Anvur, la nuova Agenzia di valutazione del sistema universitario e di ricerca, saranno determinanti per la distribuzione delle risorse governative. Se falliremo, saremo penalizzati. Ormai tutti siamo sottoposti a valutazione”.

La squadra di lavoro, comunque, c’è ed è affiatata e determinata “a colmare gli anni di ritardo. Tutto quello che stiamo facendo era nel nostro programma elettorale”. Come due punti cari al rettore Moriconi: la sinergia con la città e l’impegno nella comunicazione. “La visione di Perugia come città universitaria – sottolinea Figorilli – sta tornando alla ribalta. Ci siamo già incontrati con il Comune, l’Accademia di belle arti, il Conservatorio, l’Università per Stranieri e la Scuola di lingue estere dell’Esercito per progettare un discorso comune sulla città che significhi anche servizi per gli studenti, agevolazioni nei trasporti, biblioteche e disponibilità di nuovi spazi di aggregazione. Le Segreterie, ad esempio, stanno già tornando nei vari dipartimenti”.

Sul fronte comunicazione, l’idea è quella di aprire lo Studium alla modernità, informando su ciò che si fa e promuovendo l’ateneo. “Basti pensare – dice il pro-rettore – alla Bacheca d’ateneo o all’enorme sforzo che si è fatto, dopo almeno 6-7 anni, sul fronte Orientamento per farci conoscere davvero dalle scuole, organizzando incontri, lezioni e iniziative aperte ai maturandi. Basta con la cattiva pubblicità che ha investito Perugia in questi anni – conclude – e che, al fianco della crisi e della grande offerta di atenei, ha portato al calo degli iscritti di cui tanto si è parlato. Il percorso non è facile, ma il pessimismo e il disfattismo non aiutano, perché o ci salviamo insieme o affondiamo insieme”.

La Cerimonia: il Ministro Giannini all’inaugurazione dell’AA

Il 9 aprile, alle ore 11, nell’aula magna di palazzo Murena a Perugia sarà inaugurato l’anno accademico 2013-2014. La cerimonia sarà aperta dalla relazione del magnifico rettore Franco Moriconi; interverrà il rappresentante del personale Tab e quello degli studenti. Prolusione di Caterina Petrillo “Le infrastrutture di ricerca internazionali”. Interverrà il ministro dell’Istruzione, dell’università e della ricerca Stefania Giannini. Verranno consegnati gli attestati al merito scientifico ai dottori Diego Perugini ed Enrico Tiacci. La cerimonia di inaugurazione sarà preceduta alle ore 9 dalla messa celebrata dal card. Gualtiero Bassetti nella chiesa dell’Università.

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