Università degli studi di Perugia Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/universita-di-perugia/ Settimanale di informazione regionale Fri, 25 Oct 2024 14:36:39 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg Università degli studi di Perugia Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/universita-di-perugia/ 32 32 Comunità energetiche rinnovabili, tra potenzialità e burocrazia https://www.lavoce.it/comunita-energetiche-rinnovabili-tra-potenzialita-e-burocrazia/ https://www.lavoce.it/comunita-energetiche-rinnovabili-tra-potenzialita-e-burocrazia/#respond Thu, 11 Jul 2024 13:43:36 +0000 https://www.lavoce.it/?p=76991 I cinque relatori del convegno (da sinistra tre donne e due uomini) seduti dietro ad un tavolo, alle spalle uno schermo gigante con la locandina del convegno sulle Cer, di spalle parte del pubblico

“Alla luce degli obiettivi energetici che l’Europa si prefigge, le Comunità energetiche rinnovabili (Cer) svolgono un ruolo fondamentale nella lotta al cambiamento climatico. Con l’obiettivo di agevolare la produzione e lo scambio di energie da fonti rinnovabili, oltre l’efficientamento e la riduzione dei consumi energetici”. Questi alcuni dei passaggi dell'intervento di Francesca Mele, presidente del Consiglio delle autonomie locali (Cal), intervenuta al convegno che si è svolto il 4 luglio scorso alla sala Brugnoli di Palazzo Cesaroni a Perugia e promosso da Assemblea legislativa della Regione Umbria, Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Perugia e, appunto, il Cal sul tema: “Comunità energetiche ed Enti locali: transizione ecologica e dinamiche della partecipazione”. L’iniziativa fa parte di un più ampio progetto condiviso concernente le “Dinamiche partecipative e politiche pubbliche: l’Umbria per l’Europa”. Si tratta di un regime di autoconsumo collettivo verso il quale – ha proseguito Mele - “i comuni sono chiamati ad un ruolo importante” e per questo “devono operare per il massimo coinvolgimento dei cittadini, delle famiglie e di tutti i soggetti associativi ed economici” anche “per aiutare a superare quelle situazioni di cosiddetta ‘povertà energetica’”.

Il convegno sulle Comunità energetiche rinnovabili (Cer)

Il convegno è stato un importante momento informativo e di approfondimento per i vari rappresentanti dei comuni presenti, anche qualche sindaco, e i tanti attori pubblici e privati presenti. Un’occasione per far conoscere potenzialità, profili regolatori, ricadute pratiche e problemi applicativi, consentendo di ascoltare anche esperienze già in atto nelle regioni vicine. Le Cer anche in Umbria devono trovare spazio per uno sviluppo importante e significativo – è stato detto a più voci.

Gli interventi dei relatori

“Dobbiamo puntare sempre più ad una indipendenza energetica indispensabile sia in un contesto economico che sociale – ha detto la vicepresidente dell’Assemblea legislativa, Paola Fioroni, ringraziando il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli studi di Perugia ed il Cal per il loro contributo-. La Regione, con la legge approvata all’unanimità dall’Assemblea legislativa lo scorso mese di aprile, per la ‘Promozione delle Comunità energetiche rinnovabili’, intende promuovere, sostenere e implementare questa opportunità”. Andrea Sassi (direttore Dipartimento Giurisprudenza Uni-Pg) ha rimarcato come continui “il positivo rapporto tra Università e Assemblea legislativa. È importante approfondire queste tematiche anche con i giovani. Proporrò una cattedra per la sostenibilità dell’ambiente”.

La legge regionale sulle Cer

A parlare della legge regionale sulle Cer sono stati i due promotori, consiglieri regionali, Daniele Carissimi (Lega) e Thomas De Luca (M5S). Per Carissimi “Le Cer consentiranno agli umbri di avere innanzitutto un risparmio, il che crea molti vantaggi, tra i quali il coinvolgimento delle comunità locali nella misura in cui sia i Comuni, le cooperative, le associazioni, le stesse pro loco, le diocesi o le parrocchie potranno diventare parte della produzione di energia da utilizzare anche per se stessi in termini di autoconsumo. Non bisogna tuttavia nascondere i potenziali ostacoli nella creazione di questo strumento, quale la burocrazia, la compatibilità con le normative che imbrigliano gli Enti locali che potrebbero determinare fastidiosi ritardi”. “Per la promozione e la costituzione delle Cer – ha detto De Luca - occorrono risorse e servizi di accompagnamento per attuare le misure necessarie per l’aggregazione dei soggetti interessati allo strumento”. Giorgio Repetto (dipartimento Giurisprudenza UniPg) ha parlato della costituzione delle Cer, della legislazione ad oggi disponibile, con particolare riferimento alla legge regionale di recente approvazione e sul percorso procedurale per la loro costituzione, non certo facile “che prevede collaborazione tra pubblico e privato” e che bisogna “superare le divisioni del passato”, con alcuni riferimenti alla questione dell’individuazione delle aree e sugli incentivi. In riferimento a quest’ultimo aspetto ha sottolineato che “anche nell’ambito del Pnrr ci sono significativi strumenti di incentivazione, ma il ruolo significativo, in questo settore, è giocato dalle Regioni” che devono coinvolgere i Comuni. Ci vuole “sinergia, partecipazione e democrazia” - ha sottolineato.

Le parole dell'assessore regionale Roberto Morroni

“Le Comunità energetiche rinnovabili sono da tempo alla nostra attenzione – ha detto l’assessore all’Ambiente e vice presidente della Giunta regionale Roberto Morroni -. Crediamo che l’Umbria possa e debba essere un terreno dove si può trovare spazio per uno sviluppo significativo”. Ha poi ricordato come nei mesi scorsi è stata attivata “una collaborazione con l’Anci e realizzato una serie di incontri con i Comuni per consentire un livello di informazione adeguato e compatibile con il quadro normativo. A breve sarà pubblicato un bando, già varato dalla Giunta, che darà ai Comuni l’opportunità di lavorare per un incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili ed anche la possibilità di mettere a disposizione questi impianti per la costituzione di Comunità energetiche”. La mattinata si è conclusa con le testimonianze dei sindaci dei Comuni dove sono già nate delle Cer (Montevarchi – Ar e Gagliano Aterno - Aq) e l'interlocuzione di alcuni rappresentanti di comuni, associazioni e stakeholders (portatori di interessi).]]>
I cinque relatori del convegno (da sinistra tre donne e due uomini) seduti dietro ad un tavolo, alle spalle uno schermo gigante con la locandina del convegno sulle Cer, di spalle parte del pubblico

“Alla luce degli obiettivi energetici che l’Europa si prefigge, le Comunità energetiche rinnovabili (Cer) svolgono un ruolo fondamentale nella lotta al cambiamento climatico. Con l’obiettivo di agevolare la produzione e lo scambio di energie da fonti rinnovabili, oltre l’efficientamento e la riduzione dei consumi energetici”. Questi alcuni dei passaggi dell'intervento di Francesca Mele, presidente del Consiglio delle autonomie locali (Cal), intervenuta al convegno che si è svolto il 4 luglio scorso alla sala Brugnoli di Palazzo Cesaroni a Perugia e promosso da Assemblea legislativa della Regione Umbria, Dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Perugia e, appunto, il Cal sul tema: “Comunità energetiche ed Enti locali: transizione ecologica e dinamiche della partecipazione”. L’iniziativa fa parte di un più ampio progetto condiviso concernente le “Dinamiche partecipative e politiche pubbliche: l’Umbria per l’Europa”. Si tratta di un regime di autoconsumo collettivo verso il quale – ha proseguito Mele - “i comuni sono chiamati ad un ruolo importante” e per questo “devono operare per il massimo coinvolgimento dei cittadini, delle famiglie e di tutti i soggetti associativi ed economici” anche “per aiutare a superare quelle situazioni di cosiddetta ‘povertà energetica’”.

Il convegno sulle Comunità energetiche rinnovabili (Cer)

Il convegno è stato un importante momento informativo e di approfondimento per i vari rappresentanti dei comuni presenti, anche qualche sindaco, e i tanti attori pubblici e privati presenti. Un’occasione per far conoscere potenzialità, profili regolatori, ricadute pratiche e problemi applicativi, consentendo di ascoltare anche esperienze già in atto nelle regioni vicine. Le Cer anche in Umbria devono trovare spazio per uno sviluppo importante e significativo – è stato detto a più voci.

Gli interventi dei relatori

“Dobbiamo puntare sempre più ad una indipendenza energetica indispensabile sia in un contesto economico che sociale – ha detto la vicepresidente dell’Assemblea legislativa, Paola Fioroni, ringraziando il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli studi di Perugia ed il Cal per il loro contributo-. La Regione, con la legge approvata all’unanimità dall’Assemblea legislativa lo scorso mese di aprile, per la ‘Promozione delle Comunità energetiche rinnovabili’, intende promuovere, sostenere e implementare questa opportunità”. Andrea Sassi (direttore Dipartimento Giurisprudenza Uni-Pg) ha rimarcato come continui “il positivo rapporto tra Università e Assemblea legislativa. È importante approfondire queste tematiche anche con i giovani. Proporrò una cattedra per la sostenibilità dell’ambiente”.

La legge regionale sulle Cer

A parlare della legge regionale sulle Cer sono stati i due promotori, consiglieri regionali, Daniele Carissimi (Lega) e Thomas De Luca (M5S). Per Carissimi “Le Cer consentiranno agli umbri di avere innanzitutto un risparmio, il che crea molti vantaggi, tra i quali il coinvolgimento delle comunità locali nella misura in cui sia i Comuni, le cooperative, le associazioni, le stesse pro loco, le diocesi o le parrocchie potranno diventare parte della produzione di energia da utilizzare anche per se stessi in termini di autoconsumo. Non bisogna tuttavia nascondere i potenziali ostacoli nella creazione di questo strumento, quale la burocrazia, la compatibilità con le normative che imbrigliano gli Enti locali che potrebbero determinare fastidiosi ritardi”. “Per la promozione e la costituzione delle Cer – ha detto De Luca - occorrono risorse e servizi di accompagnamento per attuare le misure necessarie per l’aggregazione dei soggetti interessati allo strumento”. Giorgio Repetto (dipartimento Giurisprudenza UniPg) ha parlato della costituzione delle Cer, della legislazione ad oggi disponibile, con particolare riferimento alla legge regionale di recente approvazione e sul percorso procedurale per la loro costituzione, non certo facile “che prevede collaborazione tra pubblico e privato” e che bisogna “superare le divisioni del passato”, con alcuni riferimenti alla questione dell’individuazione delle aree e sugli incentivi. In riferimento a quest’ultimo aspetto ha sottolineato che “anche nell’ambito del Pnrr ci sono significativi strumenti di incentivazione, ma il ruolo significativo, in questo settore, è giocato dalle Regioni” che devono coinvolgere i Comuni. Ci vuole “sinergia, partecipazione e democrazia” - ha sottolineato.

Le parole dell'assessore regionale Roberto Morroni

“Le Comunità energetiche rinnovabili sono da tempo alla nostra attenzione – ha detto l’assessore all’Ambiente e vice presidente della Giunta regionale Roberto Morroni -. Crediamo che l’Umbria possa e debba essere un terreno dove si può trovare spazio per uno sviluppo significativo”. Ha poi ricordato come nei mesi scorsi è stata attivata “una collaborazione con l’Anci e realizzato una serie di incontri con i Comuni per consentire un livello di informazione adeguato e compatibile con il quadro normativo. A breve sarà pubblicato un bando, già varato dalla Giunta, che darà ai Comuni l’opportunità di lavorare per un incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili ed anche la possibilità di mettere a disposizione questi impianti per la costituzione di Comunità energetiche”. La mattinata si è conclusa con le testimonianze dei sindaci dei Comuni dove sono già nate delle Cer (Montevarchi – Ar e Gagliano Aterno - Aq) e l'interlocuzione di alcuni rappresentanti di comuni, associazioni e stakeholders (portatori di interessi).]]>
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La relazione di cura e gli aspetti etici, un convegno a Perugia https://www.lavoce.it/relazione-cura-e-aspetti-etici-convegno-perugia/ Fri, 03 Jun 2022 14:48:49 +0000 https://www.lavoce.it/?p=67053

"La relazione di cura: aspetti etici nella ricerca e nella clinica" è il tema del convegno in programma l'8 giugno, alle ore 17, nella Sala del Dottorato del Chiostro della Cattedrale di San Lorenzo (in Piazza IV Novembre) a Perugia. L'iniziativa è organizzata dall’Università degli Studi di Perugia sotto il patrocinio del progetto “Umbria Biobank: Start up per una Biobanca in Umbria”, Progetto PRJ-1506, Azione 2.3.1, Por-FESR 2014-2020, cofinanziato dall’Unione Europea e dalla Regione Umbria.

Tema del convegno

Il convegno sarà un momento di confronto sul tema della relazione di cura e in particolare sugli aspetti etici nell’attività di ricerca e nel contesto della pratica clinica per una attenta considerazione dei problemi giuridici, bioetici, sociali e antropologici connessi. L’incontro, dunque, sarà dedicato ad approfondire una riflessione sul concetto di alleanza terapeutica e di cura, nonché di quel principio di solidarietà scaturente sia nell’ambito della ricerca che a livello clinico-assistenziale. Il termine alleanza richiama il sentire religioso ma porta con sé anche l’intenzione e il senso di un bene comune. Da qui l’idea di uno spazio di confronto per investigare sulla conciliazione tra i molteplici interessi coinvolti: il benessere del paziente e il rispetto dei suoi valori personali nell’attività di indagine scientifica e nell’assistenza medica entro i confini di appropriatezza ed equità sociale. Perciò, un’analisi concentrata anche sui rischi che le connesse dinamiche del mercato possono rappresentare nella relazione tra medico/paziente e ricercatore/partecipante all’indagine scientifica e sul sistema delle Istituzioni preposte alla ricerca e alla cura.

Il libro di Rossana Ruggiero

In questo contesto, il convegno sarà l’occasione per dialogare sul libro di Rossana Ruggiero, legale e Coordinatore del Comitato di Etica clinica dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, uscito in prima pubblicazione nel 2019, per la LEV – Libreria Editrice Vaticana – con prefazione del prof. Giuseppe Dalla Torre Il Bambino Gesù, un Unicum nel panorama della sanità. La natura giuridica dell’Ospedale, al fine di porre la testimonianza di una struttura sanitaria di ispirazione cristiana con una storia giuridica peculiare, quale eccellenza nella ricerca e nella clinica.

I relatori

L’incontro dell’8 giugno prenderà avvio con i saluti iniziali di Maurizio Oliviero, Rettore dell’Università degli Studi di Perugia, del card. Gualtiero Bassetti – Arcivescovo emerito di Perugia-Città della Pieve, del Prof. Andrea Sassi, Direttore di Dipartimento di Giurisprudenza, Prof. Angelo Sidoni, Direttore della S.C. di Anatomia e Istologia Patologica Azienda Ospedaliera di Perugia. Sul tema del convegno si succederanno le relazioni di: don Luigi Zucaro – Ospedale Pediatrico Bambino Gesù; Domenico Giani – Confederazione Nazionale delle Misericordie d'Italia; Claudio Sartea –Università degli studi di Perugia; Filippo Giordano –Università Lumsa; Stefano Kaczmarek – Ospedale Pediatrico Bambino Gesù; Rossana Ruggiero –Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. Modera: Stefania Stefanelli, Università degli Studi di Perugia.    ]]>

"La relazione di cura: aspetti etici nella ricerca e nella clinica" è il tema del convegno in programma l'8 giugno, alle ore 17, nella Sala del Dottorato del Chiostro della Cattedrale di San Lorenzo (in Piazza IV Novembre) a Perugia. L'iniziativa è organizzata dall’Università degli Studi di Perugia sotto il patrocinio del progetto “Umbria Biobank: Start up per una Biobanca in Umbria”, Progetto PRJ-1506, Azione 2.3.1, Por-FESR 2014-2020, cofinanziato dall’Unione Europea e dalla Regione Umbria.

Tema del convegno

Il convegno sarà un momento di confronto sul tema della relazione di cura e in particolare sugli aspetti etici nell’attività di ricerca e nel contesto della pratica clinica per una attenta considerazione dei problemi giuridici, bioetici, sociali e antropologici connessi. L’incontro, dunque, sarà dedicato ad approfondire una riflessione sul concetto di alleanza terapeutica e di cura, nonché di quel principio di solidarietà scaturente sia nell’ambito della ricerca che a livello clinico-assistenziale. Il termine alleanza richiama il sentire religioso ma porta con sé anche l’intenzione e il senso di un bene comune. Da qui l’idea di uno spazio di confronto per investigare sulla conciliazione tra i molteplici interessi coinvolti: il benessere del paziente e il rispetto dei suoi valori personali nell’attività di indagine scientifica e nell’assistenza medica entro i confini di appropriatezza ed equità sociale. Perciò, un’analisi concentrata anche sui rischi che le connesse dinamiche del mercato possono rappresentare nella relazione tra medico/paziente e ricercatore/partecipante all’indagine scientifica e sul sistema delle Istituzioni preposte alla ricerca e alla cura.

Il libro di Rossana Ruggiero

In questo contesto, il convegno sarà l’occasione per dialogare sul libro di Rossana Ruggiero, legale e Coordinatore del Comitato di Etica clinica dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, uscito in prima pubblicazione nel 2019, per la LEV – Libreria Editrice Vaticana – con prefazione del prof. Giuseppe Dalla Torre Il Bambino Gesù, un Unicum nel panorama della sanità. La natura giuridica dell’Ospedale, al fine di porre la testimonianza di una struttura sanitaria di ispirazione cristiana con una storia giuridica peculiare, quale eccellenza nella ricerca e nella clinica.

I relatori

L’incontro dell’8 giugno prenderà avvio con i saluti iniziali di Maurizio Oliviero, Rettore dell’Università degli Studi di Perugia, del card. Gualtiero Bassetti – Arcivescovo emerito di Perugia-Città della Pieve, del Prof. Andrea Sassi, Direttore di Dipartimento di Giurisprudenza, Prof. Angelo Sidoni, Direttore della S.C. di Anatomia e Istologia Patologica Azienda Ospedaliera di Perugia. Sul tema del convegno si succederanno le relazioni di: don Luigi Zucaro – Ospedale Pediatrico Bambino Gesù; Domenico Giani – Confederazione Nazionale delle Misericordie d'Italia; Claudio Sartea –Università degli studi di Perugia; Filippo Giordano –Università Lumsa; Stefano Kaczmarek – Ospedale Pediatrico Bambino Gesù; Rossana Ruggiero –Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. Modera: Stefania Stefanelli, Università degli Studi di Perugia.    ]]>
‘Giorgio La Pira: un ponte di speranza’: un importante convegno internazionale a Perugia https://www.lavoce.it/giorgio-la-pira-un-ponte-di-speranza-un-importante-convegno-internazionale-a-perugia/ Tue, 17 May 2022 14:27:09 +0000 https://www.lavoce.it/?p=66745 Giorgio La Pira

Giorgio La Pira: un ponte di speranza è il titolo del convegno internazionale che si terrà a Perugia giovedì 19 maggio, alle ore 15, nella Sala dei Notari, a Palazzo dei Priori.

L’evento, promosso dall’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, dall’Università degli Studi di Perugia e dall’Università per Stranieri del capoluogo umbro, vedrà la partecipazione di noti studiosi del pensiero del sindaco santo di Firenze, la cui eredità intellettuale è di grande attualità, se si pensa al suo impegno per i poveri, per la pace e per il dialogo internazionale. Il convegno perugino è stato fortemente voluto dal cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, e dai due Magnifici Rettori, Maurizio Oliviero e Valerio De Cesaris.

Giorgio La Pira una personalità straordinaria

"Una personalità straordinaria -ha detto il Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Perugia, Maurizio Oliviero- che è riuscita a cambiare il corso della seconda metà del ‘900. Un idealista purissimo che ha dimostrato come avere uno sguardo lungo sulla storia permette di arrivare dove la politica ufficiale a volte non riesce. Un insegnamento di cui tutti, particolarmente oggi, dovremmo fare tesoro".

 Giorgio La Pira: un ponte di speranza costituisce il prosieguo delle giornate fiorentine dello scorso febbraio Mediterraneo, frontiera di pace, promosse dalla Cei, che hanno visto nella città medicea la presenza di vescovi e sindaci di oltre venti Paesi dell’area del Mediterraneo: un’iniziativa che è stata aperta dall’intervento del presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi e si è conclusa alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Il programma del convegno

L’incontro di giovedì 19 maggio si articola in tre sessioni.

Ai saluti istituzionali, moderati da Mario Primicerio, allievo di La Pira ed ex sindaco di Firenze, interverranno il cardinale Gualtiero Bassetti, i rettori Maurizio Oliviero e Valerio De Cesaris, la presidente della Regione Umbria Donatella Tesei, il sindaco di Perugia Andrea Romizi e la presidente della Fondazione La Pira, Patrizia Giunti.

Seguirà la lectio magistralis di Andrea Riccardi, storico, fondatore della Comunità di Sant’Egidio e Presidente della società Dante Alighieri, dal titolo Giorgio La Pira: un uomo di pace nel cuore del Novecento. Sarà quindi la volta di due sessioni di studio: Il sentiero di IsaiaUnire le città, unire le nazioni.

Alla prima sessione, moderata da Marco Tarquinio, Direttore del quotidiano Avvenire, parteciperanno Michele Marchi dell’Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, con una relazione su La Pira e il cattolicesimo sociale francese; Bruna Bagnato dell’Università degli Studi di Firenze, su La Pira e i colloqui mediterranei; Gian Maria Piccinelli dell’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli, su L’unità della famiglia di Abramo; Adriano Roccucci dell’Università degli Studi Roma Tre, su La Pira e l’Urss e, infine, Tatiana Zonova, del Moscow State Institute of International Relations, su La Pira e le giovani generazioni.

La seconda sessione Unire le città, unire le nazioni, moderata da Vania De Luca, vaticanista del Tg3, vedrà la partecipazione di Marco Giovannoni dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose della Toscana, sul tema Le città sono vive; Bruna Bocchini Camaiani dell’Università degli Studi di Firenze, con una relazione su Il sindaco di Firenze; Massimo De Giuseppe dell’Università IULM di Milano, sul tema Un sindaco e le vie della pace e, infine, di Agostino Giovagnoli dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, su La Pira e il suo senso della storia.

Le conclusioni della giornata, dedicate a L’eredità di La Pira, saranno tratte dal cardinale Gualtiero Bassetti, fin dagli anni del seminario grande estimatore del sindaco santo di Firenze, la cui testimonianza di uomo e di cristiano ha profondamente ispirato gli anni di episcopato del presidente della Cei.

Il Convegno potrà essere seguito anche in streaming sul canale YouTube ufficiale dell’Università degli Studi di Perugia.

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Giorgio La Pira

Giorgio La Pira: un ponte di speranza è il titolo del convegno internazionale che si terrà a Perugia giovedì 19 maggio, alle ore 15, nella Sala dei Notari, a Palazzo dei Priori.

L’evento, promosso dall’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, dall’Università degli Studi di Perugia e dall’Università per Stranieri del capoluogo umbro, vedrà la partecipazione di noti studiosi del pensiero del sindaco santo di Firenze, la cui eredità intellettuale è di grande attualità, se si pensa al suo impegno per i poveri, per la pace e per il dialogo internazionale. Il convegno perugino è stato fortemente voluto dal cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, e dai due Magnifici Rettori, Maurizio Oliviero e Valerio De Cesaris.

Giorgio La Pira una personalità straordinaria

"Una personalità straordinaria -ha detto il Magnifico Rettore dell’Università degli Studi di Perugia, Maurizio Oliviero- che è riuscita a cambiare il corso della seconda metà del ‘900. Un idealista purissimo che ha dimostrato come avere uno sguardo lungo sulla storia permette di arrivare dove la politica ufficiale a volte non riesce. Un insegnamento di cui tutti, particolarmente oggi, dovremmo fare tesoro".

 Giorgio La Pira: un ponte di speranza costituisce il prosieguo delle giornate fiorentine dello scorso febbraio Mediterraneo, frontiera di pace, promosse dalla Cei, che hanno visto nella città medicea la presenza di vescovi e sindaci di oltre venti Paesi dell’area del Mediterraneo: un’iniziativa che è stata aperta dall’intervento del presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi e si è conclusa alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

Il programma del convegno

L’incontro di giovedì 19 maggio si articola in tre sessioni.

Ai saluti istituzionali, moderati da Mario Primicerio, allievo di La Pira ed ex sindaco di Firenze, interverranno il cardinale Gualtiero Bassetti, i rettori Maurizio Oliviero e Valerio De Cesaris, la presidente della Regione Umbria Donatella Tesei, il sindaco di Perugia Andrea Romizi e la presidente della Fondazione La Pira, Patrizia Giunti.

Seguirà la lectio magistralis di Andrea Riccardi, storico, fondatore della Comunità di Sant’Egidio e Presidente della società Dante Alighieri, dal titolo Giorgio La Pira: un uomo di pace nel cuore del Novecento. Sarà quindi la volta di due sessioni di studio: Il sentiero di IsaiaUnire le città, unire le nazioni.

Alla prima sessione, moderata da Marco Tarquinio, Direttore del quotidiano Avvenire, parteciperanno Michele Marchi dell’Alma Mater Studiorum - Università di Bologna, con una relazione su La Pira e il cattolicesimo sociale francese; Bruna Bagnato dell’Università degli Studi di Firenze, su La Pira e i colloqui mediterranei; Gian Maria Piccinelli dell’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli, su L’unità della famiglia di Abramo; Adriano Roccucci dell’Università degli Studi Roma Tre, su La Pira e l’Urss e, infine, Tatiana Zonova, del Moscow State Institute of International Relations, su La Pira e le giovani generazioni.

La seconda sessione Unire le città, unire le nazioni, moderata da Vania De Luca, vaticanista del Tg3, vedrà la partecipazione di Marco Giovannoni dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose della Toscana, sul tema Le città sono vive; Bruna Bocchini Camaiani dell’Università degli Studi di Firenze, con una relazione su Il sindaco di Firenze; Massimo De Giuseppe dell’Università IULM di Milano, sul tema Un sindaco e le vie della pace e, infine, di Agostino Giovagnoli dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, su La Pira e il suo senso della storia.

Le conclusioni della giornata, dedicate a L’eredità di La Pira, saranno tratte dal cardinale Gualtiero Bassetti, fin dagli anni del seminario grande estimatore del sindaco santo di Firenze, la cui testimonianza di uomo e di cristiano ha profondamente ispirato gli anni di episcopato del presidente della Cei.

Il Convegno potrà essere seguito anche in streaming sul canale YouTube ufficiale dell’Università degli Studi di Perugia.

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Perugia. Gli universitari hanno celebrato il loro Santo patrono, Ercolano https://www.lavoce.it/santercolano2020_universita/ Wed, 11 Nov 2020 09:07:07 +0000 https://www.lavoce.it/?p=58157 La celebrazione per la ricorrenza del santo patrono Ercolano nella chiesa dell'Università di Perugia. Consegnate ai giovani neolaureati le lampade della responsabilità

E’ stato celebrato anche nella chiesa dell’Ateneo di Perugia il Santo patrono della città e dell’Università degli Studi, Ercolano, vescovo e martire, defensor civitatis, nella serata di domenica 8 novembre, nel rispetto delle norme sanitarie per prevenire il contagio da Covid-19.

L'omelia di don Riccardo: "Non fermatevi al minimo"

Nell’omelia, don Riccardo Pascolini, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale universitaria e rettore della chiesa dell’Ateneo, ha esordito dicendo: “Il messaggio contenuto nel Vangelo di questa domenica è rivolto anche a voi universitari, in particolare a coloro che riceveranno la lampada con l’effige di sant’Ercolano, gli studenti che hanno concluso gli studi nel corso dell’ultimo Anno accademico. Queste lampade sono il segno della loro ‘luce nel mondo’. Queste lampade sono come quelle delle stolte e delle sapienti della parabola evangelica appena ascoltata”. “Siamo dalla parte delle stolte, o dalla parte delle sapienti? – ha chiesto il sacerdote –. La verità è che i cristiani stanno un po’ da tutte e due le parti. Siamo stolti quando noi viviamo di pretese, come le stolte che chiedono: ‘dateci l’olio per le nostre lampade’. Nella nostra vita siamo spesso degli stolti quando pretendiamo da noi stessi, dagli amici, dall’altro, qualcosa subito e questo avviene anche nell’esperienza universitaria”. Mentre, ha evidenziato il sacerdote, “la Parola di Dio ci dice che chi ama non pretende, ma sa attendere. Siamo stolti quando assumiamo atteggiamenti di vittimismo, come quello delle stolte del Vangelo, e, soprattutto, siamo stolti quando siamo impreparati davanti alla vita, un rischio che corriamo tutti. Qualche antidoto alla stoltezza la Parola di Dio lo suggerisce nell’essere responsabili come le sapienti della parabola. Cerchiamo di vivere la nostra vita con responsabilità e chi di voi questa sera riceverà la lampada, riceve la ‘lampada della responsabilità’”, perché, ha proseguito don Pascolini, “non ti sei laureato per te stesso, ti sei laureato per gli altri e per il mondo, hai una missione da compiere e inizia dall’essere responsabile delle tue azioni. Sei sapiente quando non farai il minimo nella vita, nello studio, in quello che sei chiamato a fare nella professione. Farai un po’ più, ti intrometterai, ti sporcherai le mani, amerai, sognerai e desidererai un po’ più. Non ti fermare al minimo; sei sapiente quando entri nella tua vita in quello che tu sei chiamato a fare e lo fai con responsabilità e guardi più avanti, sempre un po’ di più. Sei sapiente se sai che la tua realtà non ti obbedisce. E’ sapiente chi è determinato a non cedere in situazioni particolari beni incedibili come l’olio delle lampade delle sapienti”.

Il messaggio per gli universitari e le "lampade della responsabilità"

[gallery columns="4" ids="58158,58159,58160,58161,58162,58163,58164"] E’ importante anche nel mondo universitario, dove la persona si forma non solo culturalmente ma ad essere cittadino responsabile, a conoscere la differenza tra l’essere sapiente e l’essere stolto, perché, ha commentato don Riccardo Pascolini, “la notte arriva e noi siamo chiamati a sfidarla. Tutti noi, prima o poi, ci troveremo nella vita dinanzi alla notte della crisi, dell’incertezza, dell’indecisione, della paura, della malattia e dove ti senti fermo e ogni cosa che fai senti di sbagliarla. E la notte la puoi sfidare solo con l’essere sapiente. Il Vangelo ci dice una cosa molto semplice: anche se sei sapiente davanti alla notte ti stanchi e ti addormenti. E questo è la fragilità dell’uomo, ma la cosa importante è ascoltare la voce giusta che risveglia il desiderio del senso della nostra vita attraverso la voce della speranza umana e cristiana che è in ognuno di noi”. Il messaggio della parabola evangelica ascoltata, ha concluso il direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale universitaria, “ci insegna che stolti, sapienti, addormentati, ascoltano la Voce e fanno scorta di un’esperienza incedibile e unica che dà la certezza di avere una vita o accesa, o spenta. La via di mezzo non c’è e per questo occorre la scorta messa in ‘piccoli vasi’, perché questa è la misura di Dio, delle cose belle che valgono e di ciò che conta come le ‘piccole fedeltà’, questa è la scorta della nostra vita accesa. E queste piccole fedeltà sono tre: la preghiera a Dio e all’Eucaristia, ai poveri e ai nostri fratelli. Questa sera portiamo a casa il messaggio del Vangelo e delle lampade accese, facendo scorta di ciò che conta, delle piccole fedeltà. Chi vive di queste fedeltà sarà capace di sfidare la notte, sempre, perché in quella notte arriverà una Voce che ti dirà: non sei solo”. Al termine dell’omelia don Riccardo Pascolini ha benedetto le “lampade della responsabilità” consegnandole a quindici giovani neo laureati che hanno vissuto l’esperienza della Pastorale universitaria.]]>
La celebrazione per la ricorrenza del santo patrono Ercolano nella chiesa dell'Università di Perugia. Consegnate ai giovani neolaureati le lampade della responsabilità

E’ stato celebrato anche nella chiesa dell’Ateneo di Perugia il Santo patrono della città e dell’Università degli Studi, Ercolano, vescovo e martire, defensor civitatis, nella serata di domenica 8 novembre, nel rispetto delle norme sanitarie per prevenire il contagio da Covid-19.

L'omelia di don Riccardo: "Non fermatevi al minimo"

Nell’omelia, don Riccardo Pascolini, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale universitaria e rettore della chiesa dell’Ateneo, ha esordito dicendo: “Il messaggio contenuto nel Vangelo di questa domenica è rivolto anche a voi universitari, in particolare a coloro che riceveranno la lampada con l’effige di sant’Ercolano, gli studenti che hanno concluso gli studi nel corso dell’ultimo Anno accademico. Queste lampade sono il segno della loro ‘luce nel mondo’. Queste lampade sono come quelle delle stolte e delle sapienti della parabola evangelica appena ascoltata”. “Siamo dalla parte delle stolte, o dalla parte delle sapienti? – ha chiesto il sacerdote –. La verità è che i cristiani stanno un po’ da tutte e due le parti. Siamo stolti quando noi viviamo di pretese, come le stolte che chiedono: ‘dateci l’olio per le nostre lampade’. Nella nostra vita siamo spesso degli stolti quando pretendiamo da noi stessi, dagli amici, dall’altro, qualcosa subito e questo avviene anche nell’esperienza universitaria”. Mentre, ha evidenziato il sacerdote, “la Parola di Dio ci dice che chi ama non pretende, ma sa attendere. Siamo stolti quando assumiamo atteggiamenti di vittimismo, come quello delle stolte del Vangelo, e, soprattutto, siamo stolti quando siamo impreparati davanti alla vita, un rischio che corriamo tutti. Qualche antidoto alla stoltezza la Parola di Dio lo suggerisce nell’essere responsabili come le sapienti della parabola. Cerchiamo di vivere la nostra vita con responsabilità e chi di voi questa sera riceverà la lampada, riceve la ‘lampada della responsabilità’”, perché, ha proseguito don Pascolini, “non ti sei laureato per te stesso, ti sei laureato per gli altri e per il mondo, hai una missione da compiere e inizia dall’essere responsabile delle tue azioni. Sei sapiente quando non farai il minimo nella vita, nello studio, in quello che sei chiamato a fare nella professione. Farai un po’ più, ti intrometterai, ti sporcherai le mani, amerai, sognerai e desidererai un po’ più. Non ti fermare al minimo; sei sapiente quando entri nella tua vita in quello che tu sei chiamato a fare e lo fai con responsabilità e guardi più avanti, sempre un po’ di più. Sei sapiente se sai che la tua realtà non ti obbedisce. E’ sapiente chi è determinato a non cedere in situazioni particolari beni incedibili come l’olio delle lampade delle sapienti”.

Il messaggio per gli universitari e le "lampade della responsabilità"

[gallery columns="4" ids="58158,58159,58160,58161,58162,58163,58164"] E’ importante anche nel mondo universitario, dove la persona si forma non solo culturalmente ma ad essere cittadino responsabile, a conoscere la differenza tra l’essere sapiente e l’essere stolto, perché, ha commentato don Riccardo Pascolini, “la notte arriva e noi siamo chiamati a sfidarla. Tutti noi, prima o poi, ci troveremo nella vita dinanzi alla notte della crisi, dell’incertezza, dell’indecisione, della paura, della malattia e dove ti senti fermo e ogni cosa che fai senti di sbagliarla. E la notte la puoi sfidare solo con l’essere sapiente. Il Vangelo ci dice una cosa molto semplice: anche se sei sapiente davanti alla notte ti stanchi e ti addormenti. E questo è la fragilità dell’uomo, ma la cosa importante è ascoltare la voce giusta che risveglia il desiderio del senso della nostra vita attraverso la voce della speranza umana e cristiana che è in ognuno di noi”. Il messaggio della parabola evangelica ascoltata, ha concluso il direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale universitaria, “ci insegna che stolti, sapienti, addormentati, ascoltano la Voce e fanno scorta di un’esperienza incedibile e unica che dà la certezza di avere una vita o accesa, o spenta. La via di mezzo non c’è e per questo occorre la scorta messa in ‘piccoli vasi’, perché questa è la misura di Dio, delle cose belle che valgono e di ciò che conta come le ‘piccole fedeltà’, questa è la scorta della nostra vita accesa. E queste piccole fedeltà sono tre: la preghiera a Dio e all’Eucaristia, ai poveri e ai nostri fratelli. Questa sera portiamo a casa il messaggio del Vangelo e delle lampade accese, facendo scorta di ciò che conta, delle piccole fedeltà. Chi vive di queste fedeltà sarà capace di sfidare la notte, sempre, perché in quella notte arriverà una Voce che ti dirà: non sei solo”. Al termine dell’omelia don Riccardo Pascolini ha benedetto le “lampade della responsabilità” consegnandole a quindici giovani neo laureati che hanno vissuto l’esperienza della Pastorale universitaria.]]>
Università di Perugia. Precisazioni sulla sospensione delle attività didattiche causa virus https://www.lavoce.it/universita-perugia-sospensione-attivita/ Thu, 05 Mar 2020 15:57:59 +0000 https://www.lavoce.it/?p=56365 Università Perugia disposizioni Coronavirus

Facendo seguito alla comunicazione relativa alla sospensione delle attività didattiche fino al 15 marzo, si precisa - in relazione a tutte le sedi, le strutture e gli spazi di proprietà dell' Ateneo perugino o comunque in uso al medesimo - quanto segue:
  1. L'accesso alle biblioteche è consentito solo per le funzioni di prestito e di restituzione, mentre rimarranno chiusi tutti gli spazi riservati alla consultazione e allo studio per l’intera durata delle disposizioni governative; 🔸gli Spazi di Aggregazione e Studio in Autogestione (SASA), le sale di lettura nonché ogni altra aula studio rimarranno interdetti per l’intera durata delle predette disposizioni; 🔸si raccomanda, in ogni ulteriore spazio, la scrupolosa osservanza delle disposizioni già emanate dalle competenti Autorità; 🔸le missioni di cui al relativo Regolamento di Ateneo previste per il periodo di applicazione delle disposizioni governative dovranno essere nuovamente autorizzate dal Responsabile della Struttura di riferimento tenendo conto delle indicazioni e delle prescrizioni fornite dalle Autorità competenti in materia.
  2.  Rimangono assicurate le funzioni di front-office, le attività di ricevimento studenti e gli altri servizi all’utenza nella scrupolosa osservanza delle prescrizioni adottate dal Governo o comunque emanate da altre Autorità competenti; 🔸parimenti, sempre nel rispetto delle predette prescrizioni, proseguono le attività e le funzioni di ricerca svolte da docenti, ricercatori, assegnisti, dottorandi, borsisti e tesisti.
  3. Rimane fermo quanto già disposto in relazione alla sospensione delle attività didattiche in presenza. Seguiranno dettagliate indicazioni tecniche circa lo svolgimento delle suddette attività in modalità “a distanza”.
  4. Su esami di profitto, di Laurea e di Dottorato. A eccezione delle sedute previste per i Dipartimenti di Scienze agrarie, alimentari ed ambientali e di Medicina Veterinaria oggetto del D.R. 388 del 4.3.2020, i restanti Dipartimenti provvederanno al regolare svolgimento delle sedute di esame di Laurea, di profitto e di Dottorato assicurando che il flusso di pubblico in sala abbia luogo in modo tale da garantire l’osservanza della distanza precauzionale di almeno un metro tra ciascuno dei presenti in sala. Unitamente a quanto sopra esposto, è ovviamente demandata alle regole di prudenza e buon senso l’adozione, da parte del Presidente di ciascuna Commissione, di ogni ulteriore misura si rendesse opportuna, anche in relazione alla dimensione degli spazi in cui si svolgono le prove, per la migliore gestione delle sedute.
  5. Rimane fermo quanto già disposto, in relazione ai Dipartimenti di Medicina Veterinaria e di Scienze Agrarie, alimentari ed ambientali, con D. R. 388/2020.
  6. Sono sospese le manifestazioni, gli eventi e le attività di qualsiasi natura che comportano affollamento di persone tale da non consentire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro di cui all'allegato 1, lettera d) al DPCM 4.3.2020.
  7. Salvo successive diverse determinazioni adottate da parte di questo Ateneo o dalle competenti Autorità, ogni altra attività istituzionale dell’Università degli Studi di Perugia prosegue regolarmente nella scrupolosa osservanza delle prescrizioni sopra richiamate. 🔸Tutti gli AGGIORNAMENTI per la comunità universitaria sul portale www.unipg.it
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Università Perugia disposizioni Coronavirus

Facendo seguito alla comunicazione relativa alla sospensione delle attività didattiche fino al 15 marzo, si precisa - in relazione a tutte le sedi, le strutture e gli spazi di proprietà dell' Ateneo perugino o comunque in uso al medesimo - quanto segue:
  1. L'accesso alle biblioteche è consentito solo per le funzioni di prestito e di restituzione, mentre rimarranno chiusi tutti gli spazi riservati alla consultazione e allo studio per l’intera durata delle disposizioni governative; 🔸gli Spazi di Aggregazione e Studio in Autogestione (SASA), le sale di lettura nonché ogni altra aula studio rimarranno interdetti per l’intera durata delle predette disposizioni; 🔸si raccomanda, in ogni ulteriore spazio, la scrupolosa osservanza delle disposizioni già emanate dalle competenti Autorità; 🔸le missioni di cui al relativo Regolamento di Ateneo previste per il periodo di applicazione delle disposizioni governative dovranno essere nuovamente autorizzate dal Responsabile della Struttura di riferimento tenendo conto delle indicazioni e delle prescrizioni fornite dalle Autorità competenti in materia.
  2.  Rimangono assicurate le funzioni di front-office, le attività di ricevimento studenti e gli altri servizi all’utenza nella scrupolosa osservanza delle prescrizioni adottate dal Governo o comunque emanate da altre Autorità competenti; 🔸parimenti, sempre nel rispetto delle predette prescrizioni, proseguono le attività e le funzioni di ricerca svolte da docenti, ricercatori, assegnisti, dottorandi, borsisti e tesisti.
  3. Rimane fermo quanto già disposto in relazione alla sospensione delle attività didattiche in presenza. Seguiranno dettagliate indicazioni tecniche circa lo svolgimento delle suddette attività in modalità “a distanza”.
  4. Su esami di profitto, di Laurea e di Dottorato. A eccezione delle sedute previste per i Dipartimenti di Scienze agrarie, alimentari ed ambientali e di Medicina Veterinaria oggetto del D.R. 388 del 4.3.2020, i restanti Dipartimenti provvederanno al regolare svolgimento delle sedute di esame di Laurea, di profitto e di Dottorato assicurando che il flusso di pubblico in sala abbia luogo in modo tale da garantire l’osservanza della distanza precauzionale di almeno un metro tra ciascuno dei presenti in sala. Unitamente a quanto sopra esposto, è ovviamente demandata alle regole di prudenza e buon senso l’adozione, da parte del Presidente di ciascuna Commissione, di ogni ulteriore misura si rendesse opportuna, anche in relazione alla dimensione degli spazi in cui si svolgono le prove, per la migliore gestione delle sedute.
  5. Rimane fermo quanto già disposto, in relazione ai Dipartimenti di Medicina Veterinaria e di Scienze Agrarie, alimentari ed ambientali, con D. R. 388/2020.
  6. Sono sospese le manifestazioni, gli eventi e le attività di qualsiasi natura che comportano affollamento di persone tale da non consentire il rispetto della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro di cui all'allegato 1, lettera d) al DPCM 4.3.2020.
  7. Salvo successive diverse determinazioni adottate da parte di questo Ateneo o dalle competenti Autorità, ogni altra attività istituzionale dell’Università degli Studi di Perugia prosegue regolarmente nella scrupolosa osservanza delle prescrizioni sopra richiamate. 🔸Tutti gli AGGIORNAMENTI per la comunità universitaria sul portale www.unipg.it
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Università Perugia. Passaggio di consegne dal Rettore Moriconi ad Oliviero https://www.lavoce.it/universita-perugia-rettore-moriconi-oliviero/ Thu, 24 Oct 2019 15:08:22 +0000 https://www.lavoce.it/?p=55597 rettore

Si è svolta giovedì 24 ottobre in una affollatissima Sala del Dottorato, a Palazzo Murena, la cerimonia di passaggio delle consegne fra il Magnifico Rettore in carica, professore Franco Moriconi, e il Magnifico Rettore eletto, professore Maurizio Oliviero, alla presenza dei Componenti del Senato Accademico e del Consiglio di Amministrazione, in carica e neo-eletti, del Pro Rettore Professore Alessandro Montrone e del Direttore Generale Dottoressa Tiziana Bonaceto.

Le parole di Moriconi

“Ho fortemente voluto questa semplice cerimonia – ha esordito il Rettore in carica Moriconi - che spero possa diventare un appuntamento abituale, perché appaia chiaro che il cambiamento, la rotazione nei ruoli di massima responsabilità, in altre parole la democrazia, sono un valore da cui non possiamo prescindere; e che dunque, al di là delle sensazioni e delle emozioni personali, oggi è una grande giornata di festa. Sono sereno, perché so di lasciare un Ateneo rinnovato, solido, in crescita, che ha saputo investire con profitto in questi anni nella didattica, nella ricerca e nella internazionalizzazione, grazie soprattutto a un impegno ampiamente condiviso. Per questo voglio ringraziare tutti - ha sottolineato Moriconi visibilmente emozionato - perché senza la partecipazione di coloro che lavorano nella nostra Università nulla di ciò che è stato fatto sarebbe stato possibile. Mi sia consentito anche salutare il nuovo Rettore, Professore Maurizio Oliviero. Sono convinto che non risparmierà impegno e dedizione e che saprà guidare l’Università verso nuovi traguardi: a lui – ha concluso il Professore Moriconi - vanno i miei migliori auguri di buon lavoro”.

Il discorso di Oliviero

“Non nascondo l’emozione – ha dichiarato il Rettore eletto Maurizio Oliviero - perché questa Comunità mi ha dato il grande onore di essere la guida pro tempore di uno dei più prestigiosi e importanti atenei al mondo. Vorrei che questo onore e questa responsabilità fosse condivisa con i nostri studenti – uno dei quali, al quale faccio i miei migliori auguri, ora guida il Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari -, con le mie Colleghe e i miei Colleghi e con tutto il Personale, perché tutti saranno determinanti in questa fase propulsiva per il futuro del nostro Studium. L’Università degli Studi di Perugia possiede solide radici secolari, ora dovremo avere il coraggio di aprirci al mondo, e vorrei farlo insieme alle nostre città, insieme a Perugia, dove questa Università è nata, ed insieme all’intera Umbria. Questo è l’Ateneo – ha proseguito il professore Oliviero - in cui per la prima volta la dignitas dottorale dottorale era addirittura considerata superiore alla dignitas nobiliare, perché, come ci ricorda Bartolo da Sassoferrato, il titolo dottorale si acquisisce per merito, non si eredita: basterebbe questo per dire quale eredità significativa riceviamo. Saremo una Università al centro delle grandi dinamiche della contemporaneità, in un’ottica di apertura e dialogo con tutte le forze sociali e politiche, per essere guida e custodi, con orgoglio e responsabilità, dei saperi che – ha concluso il Rettore eletto Professore Maurizio Oliviero - siamo chiamati a trasmettere ai nostri giovani, così da affiancarli nel trovare il migliore percorso verso il futuro”.
Il nuovo Rettore, professor Oliviero, entrerà nel pieno delle funzioni il 1°novembre 2019.

Nuovi direttori dei Dipartimenti

Dal 1° novembre entreranno in carica anche i nuovi direttori di Dipartimento. Si è conclusa infatti la tornata di votazioni per le elezioni dei Direttori dei 16 Dipartimenti dell’Università degli Studi di Perugia, per il triennio accademico 2019/2022.
Questi i nomi:
Dipartimento di Lettere – Lingue, Letterature e civiltà antiche e moderne: professor Stefano Brufani (prenderà il posto del professor Mario Tosti);
Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione: professoressa Claudia Mazzeschi (confermata);
Dipartimento di Medicina: professor Giuseppe Ambrosio (prenderà il posto di Carlo Riccardi); Dipartimento di Scienze Chirurgiche e Biomediche: professor Stefano Eramo (prenderà il posto del professor Mauro Bacci); Dipartimento di Scienze Politiche: professor Giorgio Eduardo Montanari (prenderà il posto del professor Ambrogio Santambrogio); Dipartimento di Chimica, Biologia e Biotecnologie: professor Alceo Macchioni (prenderà il posto del professor Fausto Elisei); Dipartimento di Ingegneria: professor Ermanno Cardelli (prenderà il posto del professor Giuseppe Saccomandi); Dipartimento di Scienze Farmaceutiche: professoressa Violetta Cecchetti (confermata); Dipartimento di Giurisprudenza: professor Andrea Sassi (prenderà il posto del professor Giovanni Marini); Dipartimento di Fisica e Geologia: professor Daniele Fioretto (prenderà il posto del professor Massimiliano Barchi). In precedenza, fra giugno e luglio 2019, erano già stati eletti i direttori degli altri 6 Dipartimenti: Dipartimento di Economia: professor Libero Mario Mari (confermato); Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale: professor Giovanni Gigliotti (prenderà il posto del professor Annibale Luigi Materazzi); Dipartimento di Matematica e Informatica: professor Massimo Giulietti (prenderà il posto del professor Gianluca Vinti); Dipartimento di Medicina Sperimentale: professor Paolo Puccetti (prenderà il posto del professor Vincenzo Nicola Talesa); Dipartimento di Medicina Veterinaria: professor Fabrizio Rueca (prenderà il posto del professor Luca Mechelli); Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali: professor Gaetano Martino (prenderà il posto del professor Francesco Tei).
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Si è svolta giovedì 24 ottobre in una affollatissima Sala del Dottorato, a Palazzo Murena, la cerimonia di passaggio delle consegne fra il Magnifico Rettore in carica, professore Franco Moriconi, e il Magnifico Rettore eletto, professore Maurizio Oliviero, alla presenza dei Componenti del Senato Accademico e del Consiglio di Amministrazione, in carica e neo-eletti, del Pro Rettore Professore Alessandro Montrone e del Direttore Generale Dottoressa Tiziana Bonaceto.

Le parole di Moriconi

“Ho fortemente voluto questa semplice cerimonia – ha esordito il Rettore in carica Moriconi - che spero possa diventare un appuntamento abituale, perché appaia chiaro che il cambiamento, la rotazione nei ruoli di massima responsabilità, in altre parole la democrazia, sono un valore da cui non possiamo prescindere; e che dunque, al di là delle sensazioni e delle emozioni personali, oggi è una grande giornata di festa. Sono sereno, perché so di lasciare un Ateneo rinnovato, solido, in crescita, che ha saputo investire con profitto in questi anni nella didattica, nella ricerca e nella internazionalizzazione, grazie soprattutto a un impegno ampiamente condiviso. Per questo voglio ringraziare tutti - ha sottolineato Moriconi visibilmente emozionato - perché senza la partecipazione di coloro che lavorano nella nostra Università nulla di ciò che è stato fatto sarebbe stato possibile. Mi sia consentito anche salutare il nuovo Rettore, Professore Maurizio Oliviero. Sono convinto che non risparmierà impegno e dedizione e che saprà guidare l’Università verso nuovi traguardi: a lui – ha concluso il Professore Moriconi - vanno i miei migliori auguri di buon lavoro”.

Il discorso di Oliviero

“Non nascondo l’emozione – ha dichiarato il Rettore eletto Maurizio Oliviero - perché questa Comunità mi ha dato il grande onore di essere la guida pro tempore di uno dei più prestigiosi e importanti atenei al mondo. Vorrei che questo onore e questa responsabilità fosse condivisa con i nostri studenti – uno dei quali, al quale faccio i miei migliori auguri, ora guida il Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari -, con le mie Colleghe e i miei Colleghi e con tutto il Personale, perché tutti saranno determinanti in questa fase propulsiva per il futuro del nostro Studium. L’Università degli Studi di Perugia possiede solide radici secolari, ora dovremo avere il coraggio di aprirci al mondo, e vorrei farlo insieme alle nostre città, insieme a Perugia, dove questa Università è nata, ed insieme all’intera Umbria. Questo è l’Ateneo – ha proseguito il professore Oliviero - in cui per la prima volta la dignitas dottorale dottorale era addirittura considerata superiore alla dignitas nobiliare, perché, come ci ricorda Bartolo da Sassoferrato, il titolo dottorale si acquisisce per merito, non si eredita: basterebbe questo per dire quale eredità significativa riceviamo. Saremo una Università al centro delle grandi dinamiche della contemporaneità, in un’ottica di apertura e dialogo con tutte le forze sociali e politiche, per essere guida e custodi, con orgoglio e responsabilità, dei saperi che – ha concluso il Rettore eletto Professore Maurizio Oliviero - siamo chiamati a trasmettere ai nostri giovani, così da affiancarli nel trovare il migliore percorso verso il futuro”.
Il nuovo Rettore, professor Oliviero, entrerà nel pieno delle funzioni il 1°novembre 2019.

Nuovi direttori dei Dipartimenti

Dal 1° novembre entreranno in carica anche i nuovi direttori di Dipartimento. Si è conclusa infatti la tornata di votazioni per le elezioni dei Direttori dei 16 Dipartimenti dell’Università degli Studi di Perugia, per il triennio accademico 2019/2022.
Questi i nomi:
Dipartimento di Lettere – Lingue, Letterature e civiltà antiche e moderne: professor Stefano Brufani (prenderà il posto del professor Mario Tosti);
Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione: professoressa Claudia Mazzeschi (confermata);
Dipartimento di Medicina: professor Giuseppe Ambrosio (prenderà il posto di Carlo Riccardi); Dipartimento di Scienze Chirurgiche e Biomediche: professor Stefano Eramo (prenderà il posto del professor Mauro Bacci); Dipartimento di Scienze Politiche: professor Giorgio Eduardo Montanari (prenderà il posto del professor Ambrogio Santambrogio); Dipartimento di Chimica, Biologia e Biotecnologie: professor Alceo Macchioni (prenderà il posto del professor Fausto Elisei); Dipartimento di Ingegneria: professor Ermanno Cardelli (prenderà il posto del professor Giuseppe Saccomandi); Dipartimento di Scienze Farmaceutiche: professoressa Violetta Cecchetti (confermata); Dipartimento di Giurisprudenza: professor Andrea Sassi (prenderà il posto del professor Giovanni Marini); Dipartimento di Fisica e Geologia: professor Daniele Fioretto (prenderà il posto del professor Massimiliano Barchi). In precedenza, fra giugno e luglio 2019, erano già stati eletti i direttori degli altri 6 Dipartimenti: Dipartimento di Economia: professor Libero Mario Mari (confermato); Dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale: professor Giovanni Gigliotti (prenderà il posto del professor Annibale Luigi Materazzi); Dipartimento di Matematica e Informatica: professor Massimo Giulietti (prenderà il posto del professor Gianluca Vinti); Dipartimento di Medicina Sperimentale: professor Paolo Puccetti (prenderà il posto del professor Vincenzo Nicola Talesa); Dipartimento di Medicina Veterinaria: professor Fabrizio Rueca (prenderà il posto del professor Luca Mechelli); Dipartimento di Scienze Agrarie, Alimentari e Ambientali: professor Gaetano Martino (prenderà il posto del professor Francesco Tei).
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L’Università di Perugia si impegna nella lotta contro usura e racket https://www.lavoce.it/universita-perugia-usura-racket/ Thu, 22 Nov 2018 16:23:10 +0000 https://www.lavoce.it/?p=53443 racket

"L'attività di prevenzione per un fenomeno come l'usura è fondamentale in quanto spesso le vittime non denunciano l'usuraio sia perché hanno paura delle ritorsioni, sia perché l'usuraio è l'unico che gli ha aperto la porta in un momento di difficoltà". Ad affermarlo Alberto Bellocchi, presidente della Fondazione Umbria contro l'usura, nell'ambito del convegno "Etica e legalità. La prevenzione dei fenomeni di usura, estorsione e ludopatia" tenutosi oggi pomeriggio, 22 novembre, all'Aula Magna del Dipartimento di Filosofia e Scienze sociali dell'Università di Perugia.

Il protocollo d'intesa sulle iniziative contro racket e usura

L'evento è stato organizzato dalla Prefettura di Perugia in collaborazione con l'Università ed è stato anche l’occasione per la sottoscrizione, da parte del rettore Franco Moriconi, di un protocollo d'intesa con il commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura Domenico Cuttaia, e con CONSAP SpA. L'accordo prevede il coinvolgimento dell’Università al fine della diffusione delle iniziative di contrasto al racket e all’usura, con l’obiettivo di incrementare le denunce e l’emersione degli illeciti anche grazie ad una campagna di informazione presso gli studenti sui danni e le ricadute economiche di tali fenomeni, nonché una collaborazione con docenti, ricercatori e personale per il miglioramento della legislazione pertinente. "Nei prossimi giorni verranno delegati dal Rettore due professori che insieme al Ministero dell'Interno realizzeranno iniziative informative per il territorio - ha spiegato il professor Massimiliano Marianelli, delegato del Rettore per la didattica -. Il protocollo è già stato firmato da altre università italiane e noi ci inseriamo in questa rete perché attraverso di essa possiamo informare in primo luogo i giovani. È bene ricordare anche l'usura è strettamente connessa con la ludopatia".

I relatori del convegno

Il convegno ha affrontato le tematiche in maniera interdisciplinare con gli interventi dei docenti dell’Ateneo Luca Ferrucci (Dipartimento di Economia), Chiara Pazzagli (Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione), Enrico Carloni(Scienze Politiche) e Uliano Conti (Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione). "Usura, ludopatia ed estorsione sono tre grandi illusioni dell'uomo - ha affermato il prof Ferrucci -. La ludopatia è l'illusione di diventare ricchi senza lavorare, l'usura è l'illusione di pagare i debiti con debiti più grandi e l'estorsione è l'illusione di sentirsi protetti pagando il pizzo". (L'articolo completo con gli interventi dei relatori sarà pubblicato sul numero 43 de La Voce in uscita il 30 novembre).]]>
racket

"L'attività di prevenzione per un fenomeno come l'usura è fondamentale in quanto spesso le vittime non denunciano l'usuraio sia perché hanno paura delle ritorsioni, sia perché l'usuraio è l'unico che gli ha aperto la porta in un momento di difficoltà". Ad affermarlo Alberto Bellocchi, presidente della Fondazione Umbria contro l'usura, nell'ambito del convegno "Etica e legalità. La prevenzione dei fenomeni di usura, estorsione e ludopatia" tenutosi oggi pomeriggio, 22 novembre, all'Aula Magna del Dipartimento di Filosofia e Scienze sociali dell'Università di Perugia.

Il protocollo d'intesa sulle iniziative contro racket e usura

L'evento è stato organizzato dalla Prefettura di Perugia in collaborazione con l'Università ed è stato anche l’occasione per la sottoscrizione, da parte del rettore Franco Moriconi, di un protocollo d'intesa con il commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura Domenico Cuttaia, e con CONSAP SpA. L'accordo prevede il coinvolgimento dell’Università al fine della diffusione delle iniziative di contrasto al racket e all’usura, con l’obiettivo di incrementare le denunce e l’emersione degli illeciti anche grazie ad una campagna di informazione presso gli studenti sui danni e le ricadute economiche di tali fenomeni, nonché una collaborazione con docenti, ricercatori e personale per il miglioramento della legislazione pertinente. "Nei prossimi giorni verranno delegati dal Rettore due professori che insieme al Ministero dell'Interno realizzeranno iniziative informative per il territorio - ha spiegato il professor Massimiliano Marianelli, delegato del Rettore per la didattica -. Il protocollo è già stato firmato da altre università italiane e noi ci inseriamo in questa rete perché attraverso di essa possiamo informare in primo luogo i giovani. È bene ricordare anche l'usura è strettamente connessa con la ludopatia".

I relatori del convegno

Il convegno ha affrontato le tematiche in maniera interdisciplinare con gli interventi dei docenti dell’Ateneo Luca Ferrucci (Dipartimento di Economia), Chiara Pazzagli (Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione), Enrico Carloni(Scienze Politiche) e Uliano Conti (Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione). "Usura, ludopatia ed estorsione sono tre grandi illusioni dell'uomo - ha affermato il prof Ferrucci -. La ludopatia è l'illusione di diventare ricchi senza lavorare, l'usura è l'illusione di pagare i debiti con debiti più grandi e l'estorsione è l'illusione di sentirsi protetti pagando il pizzo". (L'articolo completo con gli interventi dei relatori sarà pubblicato sul numero 43 de La Voce in uscita il 30 novembre).]]>
Università di Perugia. L’ambizioso progetto per collegare studio e imprese aeronautiche https://www.lavoce.it/universita-perugia-lambizioso-progetto-collegare-studio-imprese-aeronautiche/ Fri, 23 Feb 2018 17:00:10 +0000 https://www.lavoce.it/?p=51268

L’Università degli studi di Perugia vuole essere sempre di più “un ponte tra ricerca e didattica dell’ateneo e il mondo del lavoro”. Lo ha sottolineato il rettore Franco Moriconi, presentando alla stampa il tradizionale appuntamento per l’inaugurazione dell’anno accademico 2017-18, in programma per il 16 marzo. Un “ponte” che guarda anche allo spazio, e quidi al mondo del futuro, con la partecipazione alla solenne cerimonia dell’astronauta Samantha Cristoforetti e del presidente dell’Agenzia spaziale italiana, Roberto Battiston, che fino al 2012 aveva insegnato all’ateneo perugino. Università e Agenzia spaziale stanno infatti perfezionando un accordo-quadro per una collaborazione in diversi campi di ricerca. Con studi sulle onde gravitazionali, astroparticelle, radiazioni cosmiche e solari. Inoltre l’ateneo sta cercando finanziamenti per un altro ambizioso progetto che guarda allo spazio e al futuro: il lancio di un piccolo satellite interamente ideato e costruito dagli studenti nei suoi laboratori. Nello spazio navigano già da quasi 20 anni altri satelliti alla cui progettazione e realizzazione ha collaborato l’Università di Perugia, mentre in questo caso si tratta di un “oggetto volante” del tutto made in Umbria. Servono però circa 100.000 euro, e l’Università spera in un aiuto di Regione e Confindustria perché l’Umbria - ha detto il rettore - è all’avanguardia in Italia per quanto riguarda ricerca e produzione in questo settore. L’ Umbria Aerospace Cluster è un consorzio di 28 aziende, con 400 milioni di fatturato e 2.000 dipendenti. Due di queste aziende sono spinoff nate proprio all’Università. Sono la Serms di Terni e la Microtech di Perugia. La prima si occupa dello studio e progettazione di apparecchiature per le Stazioni spaziali e in generale degli effetti delle radiazioni sui materiali per lo spazio. La Microtech di Perugia, nata come spinoff universitaria nel 2007 per realizzare servizi di “progettazione, prototipazione e consulenza per le tecnologie a microonde e radiofrequenze”, oggi è una srl in cui lavorano 14 ingegneri, il più “anziano” dei quali non ha ancora 40 anni. Ha una sua nuova sede a Sant’Andrea delle Fratte, appena inaugurata, di 2.000 metri quadri, dove si progettano anche antenne satellitari per una società israeliana. Sono però tante altre le aziende mondiali alle quali offre i suoi servizi. L’Università di Perugia si propone di aggiornare continuamente corsi e didattica per formare queste nuove professionalità per un mondo del lavoro in continua evoluzione. Preparando ricercatori, ingegneri, tecnici in grado di soddisfare le richieste di quelle aziende, anche umbre, che hanno deciso di puntare su ricerca e innovazione e che talvolta hanno difficoltà a trovare le figure professionali di cui hanno bisogno. Ed è anche per questo - ha detto il rettore - che “abbiamo deciso di invitare per la prima volta alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico anche gli studenti delle scuole medie superiori. I protagonisti di questo futuro”.  ]]>

L’Università degli studi di Perugia vuole essere sempre di più “un ponte tra ricerca e didattica dell’ateneo e il mondo del lavoro”. Lo ha sottolineato il rettore Franco Moriconi, presentando alla stampa il tradizionale appuntamento per l’inaugurazione dell’anno accademico 2017-18, in programma per il 16 marzo. Un “ponte” che guarda anche allo spazio, e quidi al mondo del futuro, con la partecipazione alla solenne cerimonia dell’astronauta Samantha Cristoforetti e del presidente dell’Agenzia spaziale italiana, Roberto Battiston, che fino al 2012 aveva insegnato all’ateneo perugino. Università e Agenzia spaziale stanno infatti perfezionando un accordo-quadro per una collaborazione in diversi campi di ricerca. Con studi sulle onde gravitazionali, astroparticelle, radiazioni cosmiche e solari. Inoltre l’ateneo sta cercando finanziamenti per un altro ambizioso progetto che guarda allo spazio e al futuro: il lancio di un piccolo satellite interamente ideato e costruito dagli studenti nei suoi laboratori. Nello spazio navigano già da quasi 20 anni altri satelliti alla cui progettazione e realizzazione ha collaborato l’Università di Perugia, mentre in questo caso si tratta di un “oggetto volante” del tutto made in Umbria. Servono però circa 100.000 euro, e l’Università spera in un aiuto di Regione e Confindustria perché l’Umbria - ha detto il rettore - è all’avanguardia in Italia per quanto riguarda ricerca e produzione in questo settore. L’ Umbria Aerospace Cluster è un consorzio di 28 aziende, con 400 milioni di fatturato e 2.000 dipendenti. Due di queste aziende sono spinoff nate proprio all’Università. Sono la Serms di Terni e la Microtech di Perugia. La prima si occupa dello studio e progettazione di apparecchiature per le Stazioni spaziali e in generale degli effetti delle radiazioni sui materiali per lo spazio. La Microtech di Perugia, nata come spinoff universitaria nel 2007 per realizzare servizi di “progettazione, prototipazione e consulenza per le tecnologie a microonde e radiofrequenze”, oggi è una srl in cui lavorano 14 ingegneri, il più “anziano” dei quali non ha ancora 40 anni. Ha una sua nuova sede a Sant’Andrea delle Fratte, appena inaugurata, di 2.000 metri quadri, dove si progettano anche antenne satellitari per una società israeliana. Sono però tante altre le aziende mondiali alle quali offre i suoi servizi. L’Università di Perugia si propone di aggiornare continuamente corsi e didattica per formare queste nuove professionalità per un mondo del lavoro in continua evoluzione. Preparando ricercatori, ingegneri, tecnici in grado di soddisfare le richieste di quelle aziende, anche umbre, che hanno deciso di puntare su ricerca e innovazione e che talvolta hanno difficoltà a trovare le figure professionali di cui hanno bisogno. Ed è anche per questo - ha detto il rettore - che “abbiamo deciso di invitare per la prima volta alla cerimonia di inaugurazione dell’anno accademico anche gli studenti delle scuole medie superiori. I protagonisti di questo futuro”.  ]]>
Allarme mafia nel settore alimentare https://www.lavoce.it/allarme-mafia-nel-settore-alimentare/ Thu, 16 Mar 2017 09:30:17 +0000 https://www.lavoce.it/?p=48794 Agricoltura-e-caporalato-(Foto-archivio)-raccolta-pomodoriLa mafia adesso non spara. “È silente, le sue forme di intimidazione oggi sono il non detto; sussurra, accenna. È liquida, e come acqua si infiltra nella economia, nella società”. Parole di Gian Carlo Caselli, l’ex magistrato che, dopo avere combattuto negli anni ’60 nella sua Torino le Brigate rosse e Prima linea, nel 1992, dopo la morte di Falcone e Borsellino, volontariamente scese a Palermo. In Sicilia, come procuratore della Repubblica, per sette anni aveva diretto la lotta dello Stato contro la mafia. Poi con la pensione ha lasciato la toga ma continua il suo impegno nel contrasto alle mafie come responsabile della segreteria scientifica dell’Osservatorio della Coldiretti sulla criminalità organizzata nel settore agroalimentare.

In questa veste ha partecipato venerdì scorso, nell’aula magna della facoltà di Agraria dell’Università di Perugia, a un convegno sui “nuovi volti delle mafie”. La loro filosofia – ha detto a studenti e docenti – è quella del “piatto ricco, mi ci ficco”. Per la criminalità organizzata è facile inserirsi in ogni segmento della filiera agroalimentare: con prestanomi e la complicità di “colletti bianchi” acquista terreni, gestisce aziende agricole e in certe zone ha anche il monopolio dell’acqua per l’irrigazione. Fino ad arrivare a un totale controllo del territorio con le estorsioni e il furto di attrezzature e bestiame.

“Anche l’Umbria – ha rimarcato il prefetto di Perugia, Raffaele Cannizzaro – non è più terra vergine. Non c’è un’occupazione territoriale da parte delle mafie, ma cresce il pericolo di un’occupazione dell’economia”.

Il prof. Enrico Carloni ha detto che nella nostra regione ci sono 74 beni confiscati alla criminalità organizzata. Si tratta di terreni, aziende agricole, appartamenti, supermercati, aziende di vario tipo e perfino un castello. Per i mafiosi e i loro prestanome, con i soldi “sporchi” dei traffici di droga, armi, sfruttamento della prostituzione, non è difficile trovare beni e aziende in crisi da acquistare.

L’anno scorso – ha riferito il prefetto – sono state emesse in provincia di Perugia tre interdittive antimafia; una di esse riguardava un noto hotel di Assisi di proprieta di un ente di assistenza e beneficenza che, per la gestione, lo avebbe affidato a persone contigue alla criminalità organizzata. In regioni tranquille come l’Umbria – ha spiegato – spesso “manca la consapevolezza” del pericolo di queste infiltrazioni criminali, non si percepiscono i “segnali” di una loro presenza. “La nostra frontiera – ha concluso – deve essere quindi la conoscenza di questi pericoli”.

L’Università e l’associazione Libera contro le mafie hanno firmato un protocollo per rispondere alla esigenza della diffusione di una “cultura della legalità”, e il convegno si inseriva in questo progetto. Per elaborare un “modello antimafia” – ha detto il referente di Libera Umbria, Walter Cardinali – frutto della collaborazione e sinergia tra istituzioni, centri studi e di ricerca e associazioni del volontariato.

Nel convegno sono stati affrontati vari aspetti del pericolo “agromafie”. Il prof. Gaetano Martino ha parlato dello sfruttamento del lavoro. Ortaggi e frutta vengono pagati troppo poco a chi li produce. Per contenere i costi di produzione e raccolta, si è arrivati a situazioni di vera e propria schiavitù, con il reclutamento di manodopera gestito dalle mafie e retribuzioni anche di 2 euro all’ora.

Secondo Caselli, sarebbero almeno 100 mila questi nuovi schiavi nelle campagne italiane, in gran parte stranieri. Tra loro molte le donne, talvolta sfruttate anche sessualmente. C’è però – ha detto l’ex magistrato – anche un “caporalato estero, per noi invisibile, che sfrutta nel mondo il lavoro milioni di minori e che fa arrivare nei nostri negozi prodotti sottocosto e di bassa qualità, aumentando le difficoltà degli agricoltori locali”.

Il prof. Carlo Fiorio si è occupato delle norme per contrastare frodi commerciali e contraffazione, ma le sanzioni – ha detto – “sono troppo lievi e non sufficientemente dissuasive”. Caselli le ha addirittura definite “un groviera piena di buchi”. Per aggiornarle, nel 2015 è stata costituita una commissione di docenti universitari, esperti e rappresentanti delle associazioni di categoria presieduta proprio dall’ex magistrato. “Abbiamo presentato – ha riferito – un progetto complessivo di riforma che introduce anche nuovi reati, ad esempio la pubblicità ingannevole, per una maggiore tutela dei consumatori, della salute e dell’ambiente”.

Un progetto che però è rimasto nel cassetto. “E la mia impressione – ha detto – è che ci siano resistenze, anche legittime, della grande industria”.

 

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“Fine vita” tra etica e legislazione. Il dibattito sull’eutanasia https://www.lavoce.it/fine-vita-tra-etica-e-legislazione-il-dibattito-sulleutanasia/ Fri, 21 Oct 2016 15:16:57 +0000 https://www.lavoce.it/?p=47709 EUTANASIA-Fine-vita-_DISEGNO-LEGGE-CMYKSul “fine vita”, o meglio sull’eutanasia, l’Italia è ancora lontana dall’Olanda o dal Belgio, almeno sul piano legislativo, ma il mutato clima culturale, le sentenze della magistratura (in particolare quelle relative al caso Welby e al caso Englaro) hanno già accorciato le distanze. E la legge in discussione in Parlamento potrebbe sancire il passaggio da una illegalità dell’eutanasia ad una sua totale o parziale accettazione.

Il seminario “Il fine vita: problematiche etiche e legislative aperte” che si è tenuto venerdì 14 ottobre presso presso l’aula magna della Scuola inter-dipartimentale di medicina e chirurgia, a Perugia, ha consentito di fare il punto sul tema non solo sotto l’aspetto giuridico ma anche medico, mettendo in evidenza come la diversità di valutazioni mediche ed etiche espresse dagli stessi medici influiscano sulla complessità del dibattito e del lavoro del legislatore.

È quanto emerso nel corso del seminario promosso dall’Associazione medici cattolici di Perugia e dal Meic – Movimento ecclesiale di impegno culturale, con il coinvolgimento e la partecipazione dell’Università di Perugia che ha collaborato anche alla realizzazione di una indagine tra i giovani medici (i dati sono statii presentati dal prof. Vito Peduto – vedi box) volta a conoscere cosa pensano, e quali conoscenze hanno della questione.

Tema di grande attualità, ha detto il rettore Franco Moriconi e tema che mette in discussione alla radice l’identità stessa del medico se, come ha sottolineato il prof. Elmo Mannarino, presidente della Scuola interdipartimentale di Medicina e Chirurgia, l’eutanasia contraddice il cardine centrale del giuramento di Ippocrate a fondamento della professione medica, è il principio del “non nuocere, grazie al quale si stabilisce il rapporto di fiducia, di affidamento del malato al medico”.

La relazione di Pier Giorgio Lignani (sul diritto vivente oggi in Italia) e di Gian Luigi Gigli (aspetti bioetici e prospettive legislative), hanno presentato al pubblico costituito in gran parte da medici, infermieri, studenti di medicina, ma non solo, il quadro della situazione e della discussione in corso.

Gian Luigi Gigli, medico, presidente nazionale del Movimento per la vita e deputato, ha fatto il punto sul lavoro parlamentare sulla legge del fine vita di cui si sta occupando la XII Commissione, che si occupa di affari sociali e salute, che ha lavorato sui 14 disegni di legge presentati, per arrivare alla produzione di un testo unico.

D. Prof. Gigli, a che punto siamo in Parlamento sulla legge del fine vita.
“Attualmente è in corso è in corso un lavoro nella XII Commissione che si occupa di affari sociali e salute, per arrivare alla produzione di un testo base, un testo unico che metta insieme le diverse proposte di legge, che erano moltissime. Si  stata operata una prima scelta, quella di tener fuori dal discorso il tema dell’eutanasia, o quanto meno dell’eutanasia attiva (poi spiegherò cosa voglio dire). Si è quindi scelto di centrare il nuovo testo che unificherà quelli presentati attorno a tre temi:  il consenso alle cure e l’informazione che ad esso legato, perché non c’è consenso senza una corretta informazione; il tema della pianificazione delle cure, con riferimento a pazienti che attraverso l’evoluzione della malattia potrebbero trovarsi in condizioni profondamente diverse anche dal punto di vista delle capacità decisionali; e poi il tema delle ‘dichiarazioni anticipate di trattamento’ che riguardano soggetti che non sono necessariamente pazienti, che stanno bene, e che esprimono ‘ora per allora’ le loro decisioni in tema di cure di cui potrebbero avere eventualmente bisogno negli anni successivi”.

Quali sono a suo giudizio i punti problematici?
“Questa scelta sembra aver trovato un punto di caduta attorno a due elementi che dal mio punto di vista non sono totalmente condivisibili. Il primo è la esasperazione del principio di autodeterminazione: il fatto che possa essere il soggetto, il paziente, a seconda dei casi, a pretendere di volere alcune cose piuttosto che altre, al di fuori anche di una corretta comprensione (pensiamo alla dichiarazione anticipata di trattamento che possono anche non avere nemmeno un momento di discussione con il medico, come nella pianificazione delle cure). Quindi autodeterminazione che è la spia di una società ormai dove il desiderio individuale prevale su tutto….

Quindi la volontà del paziente / soggetto, diventa vincolante per il medico?
“Diventa vincolante ma il medico potrebbe presentare obiezione di coscienza rispetto al singolo caso”.

Altri punti problematici?
“Il secondo limite secondo me è che, seguendo un po’ quello che è il filone di pensiero più politicamente corretto (in particolare tutta una spinta che avviene dall’estero ma che in Italia si è coagulata intorno a quello che è noto come il caso Englaro), viene ricompresa da questo testo base, che si sta ancora perfezionando, la possibilità di rifiutare anche la idratazione e la nutrizione. Cioè si finisce per confondere il tema della cura in senso di terapia, quello che gli inglesi chiamano “to cure”, con la cura nel senso dell’assistenza, che gli inglesi chiamano “to care”, cioè aver cura. La cura e l’aver cura sono due cose diverse”.

Nutrizione e idratazione, cosa sono?
“Dal mio punto di vista, e per quella che era la storia dell’interpretazione che la medicina ha dato di questo, idratazione e nutrizione non sono terapie ma sono momenti importanti dell’assistenza dei quali ha bisogno chiunque, sano o malato, giovane, bambino, vecchio, disabile o in grado di esprimere validamente la sua attività. Questa possibilità di rifiutare idratazione e nutrizione è un limite fondamentale della proposta di legge in discussione, che porterà a far rientrare dalla finestra ciò che si è voluto mandar fuori dalla porta, nel senso che eutanasia è un concetto che troppo sbrigativamente  viene considerato come finalizzato a provocare attivamente la morte. L’eutanasia in realtà è quel concetto che esprime un intervento, o un non intervento, finalizzato ad accelerare la morte di un paziente. In questo senso la sottrazione dell’idratazione e della nutrizione, anche a persone che avevano lasciato questo nelle proprie dichiarazioni anticipate di trattamento, e ancor peggio a persone per le quali potrebbe intervenire il tutore non essendo in grado di intendere e volere e non avendo presentato prima questa dichiarazioni, la sospensione di idratazione e nutrizione mirano ad un’unica cosa, ad accelerare la morte del paziente”.

La legge in discussione non molto lontana da quanto già previsto in Belgio e in Olanda…
“Sì,  ma qui si sta aprendo una porticina, o una finestrella, con la quale si fa entrare un concetto, sotto sotto, piano piano, tacito tacito, di eutanasia omissiva, cioè per sottrazione”.

Questa sul fine vita è una battaglia solo cattolica o c’è una convergenza anche laica sul concetto di dignità della vita?
“È più facile certamente per chi ha fede, per coloro per i quali la vita è sacra, ma io mi auguro che anche tante altre persone si rendano conto dei pericoli, anche se il tempo sembra giocare a nostro sfavore. Non possiamo non considerare la possibilità  che anche chi semplicemente si trova in una situazione di difficoltà può finire per avvertire su di sé una pressione a togliersi di mezzo. Una società ad esempio dove non ci sono più bambini e ci sono tanti vecchi, molti vecchi possono sentirsi quasi in dovere di togliersi di mezzo”.

E per il medico?
“Per quanto riguarda la medicina in particolare, io credo che sia una sconfitta enorme a partire proprio dal giuramento di Ippocrate e dall’alleanza che dovrebbe legare il medico e il paziente, dall’incontro tra la fiducia del paziente e la coscienza del medico. Credo che sia una sconfitta quella di rinunciare a curare. Tornando al caso recente in Olanda: il paziente depresso, stanco della vita, non avrebbe bisogno degli anti depressivi cioè della cura invece di essere fatto fuori? Un paziente che ha dolore, non avrebbe bisogno di antidolorifici cioè di cure palliative? E oggi la medicina è paradossalmente nelle condizioni migliori per fare questo! Noi di fatto stiamo pervertendo, per dire così, la medicina che non sarà più quella nella quale io mi sono avventurato ormai tanti anni fa, ma sarà quella di un tecnicismo che esegue in maniera pedissequa i “desideri” del paziente, appunto la medicina dei desideri, in cambio di una remunerazione. Cioè una concezione utilitaristica della medicina che non ha più niente a che fare con la dignità di questa professione. Questo è il dramma secondo me per quanto riguarda la medicina”.

Chi si avvicina ai corsi di studio, dovrebbero porsi la domanda…
“Gli studenti dovrebbero chiedersi perché lo fanno, che senso ha. Se il rapporto con la propria professionalità deve essere quella di essere un esecutore di ordini, cioè un tecnico, secondo me si rischia poi di fare, come sta avvenendo, pure il becchino. Pensiamo, sbagliando, che da noi non può arrivare a questo. In realtà se io faccio il raffronto tra 15 anni fa ed oggi mi rendo conto che tra colleghi non stiamo più ragionando come avremmo ragionato 15 anni fa, appunto, con molta nettezza di fronte a questi temi. Alla fine è tutta la medicina che entra in crisi, perché voglio ricordare che in alcuni paesi sì, c’è gente che vuole anticipare la sua fine ma c’è anche chi ha paura di andare in ospedale per paura di trovare un medico che facendo suo un giudizio di qualità sulla vita del paziente decide quando è venuto il momento opportuno perché il paziente esca di scena”.

Tornando alla proposta di legge, quali sono i tempi di questa discussione in parlamento?
“Dipende da quello che accade in altri ambiti, il referendum sulla riforma costituzionale, la legge elettorale, elezioni o meno anticipate… può andare in porto prima della fine della legislatura, entro il 2018”.

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Giovani medici e autanasia

Cosa pensano i giovani medici sul fine vita e l’eutanasia? Al convegno sono stati presentati i risultati di un’indagine conoscitiva svolta per l’occasione tra gli specializzandi della Scuola interdipartimentale di Medicina e chirurgia di Perugia Sono stati elaborati i dati di 129 questionariraccolti  tra le varie scuole di specializzazione quali Anestesia e Rianimazione, Cardiologia, Geriatria, Radiodiagnostica, Medicina Interna, Chirurgia Vascolare, Chirurgia Toracica, Chirurgia Generale, Medicina D’Urgenza, Medicina Del Lavoro, Pediatria, Ortopedia, Chirurgia, Otorinolaringoiatrica, Chirurgia, Oculistica, Endocrinologia, Neurologia, Ostetricia e Ginecologia, Chirurgia urologica. Le rispooste, oltre a mostrare il grado di conoscenza e competenza medica sul tema hanno evidenziato anche il fatto che  il 60% circa dei giovani medici è favorevole all’eutanasia.

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“L’Università sia il cuore pulsante dello sviluppo del Paese” https://www.lavoce.it/luniversita-sia-il-cuore-pulsante-dello-sviluppo-del-paese/ Mon, 11 Apr 2016 14:49:48 +0000 https://www.lavoce.it/?p=45940 bassetti-ercolanoIn occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università degli Studi di Perugia il Cardinale Gualtiero Bassetti ha celebrato la messa all’interno della cappella dell’Università. Ecco il testo integrale dell’omelia pronunciata davanti a studenti e docenti.

“Magnifico Rettore, docenti e studenti, personale amministrativo, a voi il mio più cordiale saluto nel giorno dell’inaugurazione dell’Anno Accademico, dies annualis del nostro Ateneo, la cui istituzione ufficiale risale al 1308 con la bolla di Papa Clemente V. La Parola di Dio che è stata proclamata è un invito a riflettere su temi, sempre di grande attualità. L’apertura alla vita di fede, che ci viene trasmessa dalla Parola di Dio, e l’adesione a questa Parola, non intende violare la coscienza di nessuno, ma solo presentare quella verità che è capace di rivelarsi da sola, senza alcuna forzatura. L’apertura alla verità di Dio e il dialogo tra gli uomini, nel pieno rispetto reciproco, sono temi e campi difficilmente separabili.
Gli Atti degli Apostoli ci presentano il diacono Stefano aggredito dagli anziani e dagli scribi perché non riescono a competere con la sua sapienza. E usando ogni mezzo, compresa la calunnia, lo fanno condannare a morte. Quando una verità è scomoda e mette in discussione un certo ordine della vita, costruito dagli uomini per un proprio egoistico fine, c’è chi diventa intollerante e usa ogni mezzo per far tacere l’interlocutore.
Ma l’apparente silenzio di chi soccombe è solo temporaneo; come dice Gesù in un altro passo del Vangelo, sono le pietre stesse a gridare, deponendo a favore dell’innocente, destinato invece alla resurrezione e all’eternità.
Il cristiano non grida, ma piuttosto ascolta, e non si stanca di cercare e ricercare, senza mai dare nulla per scontato: è attento al soffio dello Spirito, ossia alle testimonianze dei fratelli, anche di quelli più lontani, perché in tutti c’è il “seme” del Creatore. Amore per la verità e disponibilità all’ascolto è il vero atteggiamento di chi si apre alla comprensione dell’altro, confrontandosi in un dialogo vero, senza prevaricazioni. E questo vale anche quando ci si applica allo studio, sia che si scrutino le grandi fonti storiche della sapienza, sia che si indaghi il futuro negli spazi interplanetari o nelle grandi possibilità di bene offerte dalla tecnologia e da tutte le scienze”.
“Che cos’è la verità? Ecco la domanda che investe l’uomo di ogni tempo. E che cos’è la ricerca della verità? Ecco la pratica che caratterizza gli uomini e le donne, ispirate da Dio, che decidono di mettersi in cammino. La pratica della ricerca, laicamente, rappresenta il principio ispiratore della universitas studiorum fin dalla fondazione. Lo studio, lo spirito di abnegazione e l’esigenza del dialogo – che è la base imprescindibile del rapporto fra docente e discepolo – richiedono un sincero e paziente atteggiamento di apertura verso l’altro. Senza questa volontà, senza questo “amore” di capire e di entrare in sintonia si rischia l’incomprensione. L’uomo aperto alla ricerca del vero si sforza di entrare in rapporto con il pensiero e le azioni del prossimo e di capire le ragioni della sua vita e della sua storia.
È in questo la speranza che il nostro vecchio mondo può e deve riporre nelle nuove generazioni. È questo il “buon seme” che la universitas studiorum può e deve davvero coltivare e diffondere “a tutti”, come dice il suo nome antico.
Come ha detto Francesco, parlando all’Università cattolica dell’Ecuador, l’Università è una “terra fertile assetata di vita”. Una terra, cioè, che è un terreno buono per la semina, perché è un luogo abitato dalla gioventù più dinamica e dalle migliori eccellenze educative di una nazione. Ma questa terra, però, ha bisogno di cure pazienti, di impegno da parte di tutti e di essere messa doverosamente al centro dell’agenda pubblica nazionale. Le Università non possono rappresentare solo un costo per lo Stato o l’appendice finale dell’apparato educativo. Le Università, infatti, sono il cuore pulsante e il maggior fattore di sviluppo di un Paese. Senza di esse, senza una giusta valorizzazione della loro funzione sociale, difficilmente, si potrà uscire da questa fase di continua stagnazione economica”.

“Naturalmente, in questo contesto, anche l’Ateneo perugino ha di fronte a sé tutti i problemi di una fase storica estremamente difficile da affrontare. Non posso non constatare, però, come pastore, la tenace volontà e il grande sforzo da parte di tutte le componenti dell’Ateneo, per difendere e valorizzare la più importante e prestigiosa istituzione culturale della città. L’Università di Perugia, infatti, è prima di tutto una comunità di uomini e donne. Accanto agli studenti e ai professori si accosta il lavoro fondamentale del personale amministrativo a cui va il mio personale e paterno abbraccio.
Tutti assieme – la comunità universitaria, la città, le istituzioni civili e religiose – nello spirito di collaborazione, che da sempre ci avvicina, possiamo e dobbiamo “custodire” – come usa dire Francesco – l’Ateneo di Perugia che, da più di sette secoli, rappresenta uno dei simboli più importanti di questa città nel mondo.
Infine, in questa particolare occasione mi si permetta, a chiusura, una parola di ricordo commosso del cappellano universitario Mons. Elio Bromuri, che proprio in questo mondo dedicato, ma direi “consacrato” alla ricerca della cultura e della verità, nonché del dialogo sereno e senza pregiudizi, ha speso tutte le sue energie e, giorno per giorno, la sua intera esistenza.

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Università, iscrizioni in risalita https://www.lavoce.it/universita-iscrizioni-in-risalita/ Fri, 13 Nov 2015 13:52:26 +0000 https://www.lavoce.it/?p=44419 La conferenza stampa sulle iscrizioni delle matricole ai corsi di laurea
La conferenza stampa sulle iscrizioni delle matricole ai corsi di laurea

Sono dati che rallegrano il rettore dell’Università degli studi di Perugia Franco Moriconi, quelli snocciolati il 10 novembre alla conferenza stampa sulle iscrizioni delle matricole ai corsi di laurea triennale per l’anno accademico 2015-2016. “Numeri certi e ufficiali, al 9 novembre”, ha precisato il Magnifico, che rappresentano “il raggiungimento di un importante traguardo per Perugia”. I dati fanno registrare un incremento dell’8,83% rispetto al 2014. Si tratta di 3.909 nuovi iscritti, 317 in più dello scorso anno. Per il rettore, l’aumento delle matricole potrebbe arrivare al 10% entro il 31 dicembre (ultima data utile di iscrizione versando la ‘mora’). Ma il dato complessivo degli iscritti si conoscerà solo a marzo 2016, una volta chiuse le iscrizioni ai corsi delle lauree magistrali. Da quali regioni provengono le matricole, sia ai corsi di laurea triennali sia magistrali? In primis dall’Umbria (3.470) con un “recupero” di 270 studenti rispetto al 2014. Un dato incoraggiante che testimonia come “i giovani umbri – ha commentato lo stesso rettore – cominciano a re-innamorarsi della loro università”. Sorprendente è la ripresa dell’afflusso di studenti dalle regioni del Sud: 174 dalla Sicilia, 143 dalla Calabria, 150 dalla Puglia e dal Molise e 57 dall’Abruzzo. Diverse centinaia sono gli studenti che provengono dalle regioni limitrofe (319 Lazio, 263 Toscana e 157 Marche). “Nell’ultimo triennio in Italia si sono persi 30 mila studenti universitari – ha evidenziato il prof. Moriconi – e tenere i numeri delle immatricolazioni in un contesto così, è naturalmente più difficile. Una difficoltà accresciuta nell’ultimo decennio anche dalla crisi economica e dal numero elevato di università”. Il rettore ha anche ipotizzato che “per una città come Perugia il numero giusto di studenti potrebbe essere di 25 mila, mentre oggi sono 22-23 mila”. È stato realistico nel soggiungere: “Scordiamoci i 32 mila studenti di una quindicina di anni fa”.

Altro dato emerso riguarda i corsi di laurea più gettonati: Beni culturali, Psicologia, Lingue (molto richiesti i corsi di cinese e russo), Agraria ed Economia del turismo. Un “fiore all’occhiello” dell’ateneo è il Centro linguistico, molto all’avanguardia, che si sta aprendo anche alla città, con soddisfazione da parte di studenti e docenti. Il “successo” dell’incremento di immatricolazioni è dovuto, secondo Moriconi, alla “forza dell’ateneo” che consiste “nel grande lavoro di équipe, operando tutti insieme, dal rettore ai suoi delegati, dai docenti al personale tecnico e amministrativo, per creare un prodotto appetibile con un’offerta di servizi innovativi. Questo è stato possibile anche al lavoro di concerto con le istituzioni e realtà associative cittadine”. Soprattutto, rispetto al passato, si sono investite più risorse per la promozione e l’orientamento alla scelta dell’Università perugina. Determinante è stata la partecipazione ai “Saloni per l’orientamento degli studi universitari nelle regioni del Centro-Sud e la promozione di incontri nelle principali città umbre”. A riferirlo, in conferenza stampa, è stata la prof.ssa Anna Martellotti, delegata per l’orientamento, che ha aggiunto: “Anche la promozione di nuovi servizi e il miglioramento degli esistenti ha inciso sulla scelta degli studenti per la nostra Università, il cui aumento è in controtendenza rispetto all’andamento nazionale”. Tra i principali servizi erogati quelli sanitari, di trasporto e Unifacile-affitto, “divenuti – ha evidenziato la docente – modello per altri atenei italiani”. Insomma, l’Università di Perugia, che vanta più di sette secoli di vita, “scomparsa fino a due anni fa dal panorama nazionale perché investiva poche risorse per la promozione dell’ateneo – ha sottolineato la prof.ssa Martellotti –, oggi ha invertito la tendenza ritornando a essere conosciuta e apprezzata dagli studenti”.

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Ottime sinergie, anche con la Chiesa https://www.lavoce.it/ottime-sinergie-anche-con-la-chiesa/ Fri, 13 Nov 2015 13:49:03 +0000 https://www.lavoce.it/?p=44423 Franco Moriconi
Franco Moriconi

Al termine dell’incontro con la stampa il rettore Franco Moriconi ha rilasciato un’intervista a La Voce, soffermandosi sull’impatto della crisi economica sulle immatricolazioni, sul rapporto “studenti-università-lavoro” e annunciando un’iniziativa rivolta a quanti nel mondo hanno portato in alto il nome dell’ateneo perugino.

Quanto ha inciso la crisi economica sulla contrazione delle immatricolazioni?

“Moltissimo, determinando anche una maggiore crisi degli affitti, accentuata dagli stessi studenti umbri diventati pendolari. In tal senso abbiamo chiesto alle aziende di trasporto degli sconti per gli studenti. Abbiamo esentato dalle tasse i figli di genitori esodati o senza lavoro, e attuato delle riduzioni a chi ha più di due figli all’Università. Un fatto non irrilevante è rappresentato dagli studenti che attendono le tredicesime in famiglia prima di iscriversi”.

Studenti, università e lavoro. Cosa può offrire l’Unipg ai neo-laureati?

“Dovrebbe partire entro il 2016 un incubatore per gli spin-off [creazione di imprese, ndr], dando quindi delle possibilità ai giovani che vogliono fare impresa. Abbiamo avviato rapporti con aziende umbre o di fuori regione per metterle in contatto con i nostri laureati. Lo scorso anno si sono tenuti due incontri, uno ad Agraria e uno a Ingegneria, con circa 50 aziende. Ci stiamo attivando per costituire una società degli ex allievi con la finalità di dare visibilità a coloro che nel mondo hanno portato in alto il nome dell’Università di Perugia, così di avere anche un ritorno per i nostri neo-laureati”.

Si parla di Università come “ascensore sociale”. In che senso?

“In questo momento l’Università è un’‘altalena’. Lo vediamo dalla diminuzione delle iscrizioni a livello nazionale. Io invece vorrei che l’Università fosse come un ‘ascensore sociale’ che desse la possibilità a tutti di studiare, di migliorarsi nella vita. Questo deve avvenire con il supporto delle istituzioni, per garantire a tutti di intraprendere il proprio percorso di studi”.

Quale è il rapporto con i media e quanto questo può contribuire alla crescita di immagine dell’Unipg?

“Può dare tanto in positivo, ma anche tanto in negativo. Molto spesso, purtroppo, mi sono trovato di fronte alla diffusione di notizie anche non vere nei confronti dell’Università. La notizia negativa fa scoop, quella positiva un po’ meno. Ad esempio, ho letto con sorpresa che il prorettore Figorilli sarebbe ‘in rotta’ con il sottoscritto. Non è vero nulla: andiamo d’accordo, addirittura oggi [10 novembre] è a Bruxelles a rappresentarmi”.

E il rapporto con le istituzioni ecclesiali?

“Ottimo. Basti pensare che la Pastorale universitaria diocesana è coinvolta nei nostri progetti d’orientamento. Anche la gestione di alcune aule di studio sarà organizzata insieme alla Pastorale. Lavorare in sinergia tra istituzioni e associazioni aiuta a migliorare anche la qualità di accoglienza e di vita degli studenti nella città… Poi la lettera autografa del Papa emerito Benedetto XVI, che ringraziava per l’invio del testo dell’Inno a sant’Ercolano, consegnataci dal card. Bassetti, ci ha riempito di orgoglio. I rapporti con lo stesso Cardinale, oltre che istituzionali, sono ottimi dal punto di vista umano e amicale. Meglio di così non poteva essere”.

Un suo augurio alle matricole, soprattutto agli studenti di fuori regione.

“A Perugia, in Umbria, sentitevi come a casa vostra. La nostra Università è una grande famiglia”.

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La notte europea dei ricercatori https://www.lavoce.it/la-notte-europea-dei-ricercatori/ Wed, 23 Sep 2015 11:06:40 +0000 https://www.lavoce.it/?p=43424 notte-europea-ricercatoriOltre 60 appuntamenti in cartellone, più di 180 ricercatori di tutti i Dipartimenti dell’Università degli Studi di Perugia in campo, 26 luoghi e cinque eventi speciali per festeggiare i 10 anni della Notte europea dei ricercatori.

Sharper, acronimo di Sharing Researchers Passions for Excellence and Results, coordinato da Psiquadro in collaborazione con l’Università, il 25 settembre trasforma per il terzo anno consecutivo e con un incremento notevole di ricercatori, eventi e luoghi il centro storico di Perugia in un gigantesco laboratorio a cielo aperto per avvicinare il grande pubblico ai ricercatori e al mondo della ricerca tra giochi, spettacoli, caffè scientifici, dimostrazioni e incontri. Ma non solo.

L’anima della ricerca, i laboratori dell’Università, sia umanistici che scientifici, in occasione della “Notte”, aprono le porte alla città rafforzando il dialogo tra cittadini e ricercatori.

Cinque gli eventi speciali che impreziosiscono la Notte. L’European Run Night la gara podistica di 8 chilometri in notturna aperta a tutti gli atleti e ispirata alla passione per la ricerca e al lavoro dei ricercatori; la Silent Disco in piazza IV Novembre: oltre 500 persone hanno già prenotato le cuffie per ascoltare musica e trasformare il cuore di Perugia in una discoteca silenziosa; il Riciclato Circo musicale in piazza Danti con musica e divertimento insieme alla band marchigiana che utilizza materiali di recupero.

In occasione dell’anno internazionale della luce, la Notte europea ospita anche un innovativo esperimento di 3d-mapping sulla facciata di Palazzo dei Priori, con le immagini più belle del mondo della ricerca perugina remixate e proiettate sulla facciata del palazzo. C’è spazio anche per un convegno dal titolo “Top Medicine for dummies – Dalla malattia alla cura”: cinque protagonisti della ricerca medica in Umbria e nel mondo dialogano con il pubblico alla Sala dei Notari per raccontare le sfide, i successi e le frontiere della medicina e della scienza.

All’incontro, coordinato dalla giornalista scientifica Margherita Fronte, partecipano Paolo Calabresi, Brunangelo Falini, Massimo Porena, Carlo Riccardi e Andrea Velardi, scienziati di punta nel panorama della ricerca in campo medico. Per info sul programma www.sharper-night.eu.

Intanto la Società italiana di fisica, durante l’apertura del 101esimo congresso in programma a Roma fino al 25 settembre, ha conferito al perugino Leonardo Alfonsi, tra i fondatori di Psiquadro, il Premio Romeo Bassoli 2015 per l’Outreach.

 

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Monsignor Elio Bromuri, una vita spesa per il dialogo e l’accoglienza “guardando sempre verso l’Alto” https://www.lavoce.it/monsignor-elio-bromuri-una-vita-spesa-per-il-dialogo-e-laccoglienza-guardando-sempre-verso-lalto/ https://www.lavoce.it/monsignor-elio-bromuri-una-vita-spesa-per-il-dialogo-e-laccoglienza-guardando-sempre-verso-lalto/#comments Mon, 17 Aug 2015 15:29:50 +0000 https://www.lavoce.it/?p=42518 don-Elio-Bromuri

La scomparsa di monsignor Elio Bromuri – avvenuta il 17 agosto, dopo una lunga malattia – lascia un vuoto nella Chiesa umbra e non solo. Le numerose testimonianze che giungono ai media come anche alla famiglia e ai suoi collaboratori testimoniano nei suoi confronti grande affetto, profonda stima e rispetto. Pubblichiamo di seguito il ritratto di mons. Bromuri fatto da Piergiorgio Lignani – amico di vecchia data del sacerdote e collaboratore de La Voce -, che ne descrive la vita, lo spirito e l’intelligenza.

 

Ho incontrato don Elio quando mi sono iscritto all’Università di Perugia, cinquantadue anni fa. Era un giovane prete e da poco tempo era stato nominato cappellano della Chiesa dell’Università, e viveva in mezzo agli studenti. Alcuni lo chiamavano «quel pretino che ride sempre».

In realtà non rideva sempre, solo ogni tanto, ma la sua risata era pronta, franca, cordiale, e così appariva come una sua caratteristica distintiva, in quel mondo universitario allora ingessato e sussiegoso. Ma dietro quel sorriso facile c’era ben altro. C’era la mancanza di pregiudizi, l’apertura verso tutti, la noncuranza per gli schemi e i rituali fissi ai quali non corrispondesse un verità più profonda. Dobbiamo vivere, diceva lui, «nella libertà dei figli di Dio».

Si trovò dunque subito in sintonia con il vento che spirava dal Concilio Vaticano II, e dal pontificato di Giovanni XXIII e di Paolo VI. Raccolse immediatamente le parole d’ordine “ecumenismo”, “dialogo”, “accoglienza”. Non perché erano imposte dall’alto, o peggio perché erano di moda, ma perché rispondevano al suo essere profondo.

Così, a metà degli anni Sessanta creò il Centro Ecumenico di Perugia, inizialmente nella stessa sede del gruppo degli universitari cattolici, di cui era l’assistente spirituale, poi nella ex chiesa di san Martino al Verzaro. Il Centro Ecumenico era un luogo d’incontri in gran parte poco o nulla formali fra cattolici, protestanti, a volte anche persone di altre fedi. Nel tempo avrebbe sviluppato una grande attenzione al dialogo fra cristiani ed ebrei; e con don Elio ne fu protagonista Vittorio Trancanelli.

Nacque una piccola rivista, che esce tuttora, dedicata al dialogo tra le fedi. Al Centro Ecumenico si presentavano anche molti studenti stranieri di quello che allora usava chiamare il Terzo Mondo; chiedevano amicizia ma anche assistenza. Don Elio ideò allora un’altra delle sue creature: il Centro di Accoglienza, aperto nel 1974 e tuttora in funzione; è un ostello ma molto di più di un ostello, perché offre anche colloquio, amicizia, aiuto.

Senza don Elio nessuna di queste iniziative avrebbe visto la luce, non sarebbe stata nemmeno pensata, ma lui non se ne è mai atteggiato a padre-padrone, al faccio-tutto-io; la discrezione era un’altra delle sue doti. Nella sua visione il merito era sempre del gruppo. C’è stata poi una volta (la seconda dopo la sua chiamata a fare il cappellano dell’Università) nella quale l’iniziativa non è stata sua, ma di altri: ed è stato quando gli è stata affidata la direzione de La Voce, per la geniale intuizione di un grande Vescovo. Lui ne fu stupito, quello del giornalista era un  mestiere nuovo per lui, ma è stato un successo. Ha dato al giornale, oltre alla vitalità e all’energia, il suo stile: il rifiuto dei toni gridati, delle frasi a effetto, delle campagne a senso unico, delle polemiche astiose. Lo stile del rispetto di tutti e – di nuovo – del dialogo.

La sintesi della personalità di don Elio si può racchiudere in una celebre frase di Papa Giovanni: cercare sempre ciò che ci unisce, non ciò che ci divide. È una frase che suona bene, ma si può interpretare in due modi: perché “ciò che ci unisce” si può cercare o guardando più in basso, o guardando più in alto. Si può trovare il punto d’accordo negli interessi più triviali, e si può trovarlo nei valori più elevati. Per don Elio (come per Papa Giovanni) il punto d’incontro è sempre stato al livello superiore, mai a quello inferiore.

 

 

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Università a misura di studente https://www.lavoce.it/universita-a-misura-di-studente/ Thu, 06 Aug 2015 07:45:43 +0000 https://www.lavoce.it/?p=41889 studenti-universita-perugia
Studenti davanti all’ingresso della facoltà di Ingegneria dell’Università di Perugia

Nelle ultime settimane l’Università degli studi di Perugia è stata al centro dell’attenzione per due classifiche – una del Sole 24 Ore, l’altra del Censis – uscite a pochi giorni di distanza, ma con risultati alquanto differenti. Se il Sole 24 Ore assegnava all’ateneo perugino un 37° posto, il Rapporto Censis lo premiava con il gradino più alto del podio tra i “grandi atenei” (dai 20 mila ai 40 mila iscritti).

Ergo, come sta davvero l’Università di Perugia? I numeri da soli non bastano: variano gli indicatori, i dati in esame, gli anni accademici di riferimento, gli algoritmi, ecc. Così siamo andati a chiederlo al pro-rettore Fabrizio Figorilli.

 In questi giorni sono uscite due classifiche con risultati molto diversi…

“Le classifiche sono importanti ma, sinceramente, ritengo che gli unici numeri che abbia senso tenere a mente sono il 4,65% circa, che è l’incremento delle immatricolazioni per le lauree triennali registrato nell’anno accademico 2014-15, e il 15% circa, che è quello per le magistrali. Si tratta di un piccolo segno positivo, non ancora sufficiente, ma che comincia a farci vedere la luce alla fine del tunnel.

Nel periodo del rettorato Moriconi, inoltre, sono stati attivati numerosi servizi agli studenti: solo per citarne alcuni, le agevolazioni sulle tasse universitarie per i più meritevoli, l’assistenza sanitaria gratuita per i fuori sede o gli sconti su negozi e trasporti. Tutti servizi che stanno riscuotendo grande successo.

Secondo gli ultimi dati, più di 800 giovani fuorisede hanno usufruito del servizio medico a Perugia e un centinaio a Terni. Grazie agli sconti, Umbria Mobilità ha venduto agli studenti circa 200 abbonamenti in più. Le palestre convenzionate con l’ateneo sono sempre piene, così come le aule di studio autogestite. Si tratta di servizi fondamentali, un biglietto da visita per la nostra università, una fonte di attrazione per i futuri studenti”.

Guardando appunto alle nuove matricole, lunedì 3 sono iniziate le iscrizioni per l’anno accademico 2015-16. Cosa è stato fatto per promuovere l’ateneo?

“Oltre a tutti i servizi citati, il lavoro dell’orientamento è stato assolutamente capillare, non circoscritto ai soli due classici appuntamenti di Lugliorienta e Settembreorienta. Quelli restano, ma in più ci sarà, ad esempio, il 18 settembre ‘Magistralmente’, una giornata dedicata alla presentazione delle lauree magistrali. C’è poi stata, nel corso di tutto l’anno, una presenza massiccia nelle scuole in regione e fuori regione, fino alla Calabria. E l’offerta formativa si è arricchita con nuovi corsi di laurea e master, come quello sul Pluralismo religioso ad Assisi o sulle Smart Cities”.

La spendibilità dei corsi di laurea nel mercato del lavoro è fondamentale. Tra i punti critici individuati dalla classifica del Sole 24 Ore per Perugia ci sono proprio gli stage e la dispersione: circa il 30% di coloro che studiano a Perugia non si iscrive al secondo anno…

“Partiamo intanto da un dato: il tasso di abbandoni dell’Università di Bologna, considerata una delle migliori in Italia, è del 23%. Quindi, si tratta di un fenomeno fisiologico aggravato negli anni dalla crisi economica. Questo ovviamente non ci esime dal capire perché ci si ferma. La domanda a cui siamo chiamati a rispondere è: perché un genitore dovrebbe investire, anche economicamente, su cinque anni di università del proprio figlio? La risposta è semplice: per dargli un lavoro. Quindi, la nostra offerta formativa dovrà rispondere sempre più alla domanda effettiva del mercato.

Per questo nei mesi scorsi abbiamo fatto fare all’Anvur una valutazione del nostro ateneo, di cui attendiamo gli esiti. Per questo la grande sfida dell’anno accademico a venire sarà ripensare tutti i corsi di laurea. Ormai il mondo del lavoro ci chiede di essere anche un’agenzia di collocamento. Due esempi in tal senso: con l’università Lateranense stiamo pensando a un corso di Economia sul turismo religioso; e al Career Day, organizzato dall’ateneo lo scorso giugno, erano presenti ben 50 imprese. Quindi le possibilità ci sono. Abbiamo poi stipulato degli accordi con il mondo dell’industria e dell’artigianato, proprio per sviluppare il settore degli stage ”.

Per concludere, oltre tutti i motivi sopracitati, perché scegliere Perugia?

“Perché Perugia è ancora oggi un ateneo dove la qualità della ricerca e della didattica si fonde a uno Studium né troppo piccolo né troppo grande, a misura di studente, inserito in una città – a prescindere dalla pessima pubblicità mediatica degli ultimi anni – ancora vivibile, accessibile, dalla tipica vocazione universitaria, che si sta arricchendo di servizi dentro e fuori l’ateneo”.

 

Come sarà l’anno accademico 2015-16

Da lunedì 3 agosto sono aperte le immatricolazioni e le iscrizioni ai corsi di laurea triennale e magistrale dell’Università degli studi di Perugia per l’anno accademico 2015-16. È stato infatti pubblicato il nuovo Manifesto degli studi, consultabile all’indirizzo www.unipg.it.

L’Offerta formativa 2015-16 si compone di 38 corsi di laurea di primo livello, 40 corsi di laurea magistrale di secondo livello, e 8 corsi di laurea magistrale a ciclo unico. Fra le novità, la riattivazione del corso di laurea triennale in “Economia del turismo” nella sede di Assisi e l’istituzione di due nuovi corsi di laurea magistrale in “Valutazione psicologica del funzionamento individuale nella clinica e salute” e in “Scienze riabilitative delle professioni sanitarie” che, con le rispettive triennali, completano il ciclo in ambito psicologico e riabilitativo.

Incentivate, inoltre, le proposte a carattere internazionale, quali l’erogazione di interi percorsi di studio o parte di essi in lingua inglese, e la stipula di convenzioni con atenei stranieri per la mobilità degli studenti e successivo conseguimento di doppio titolo italiano e straniero.

C’è tempo fino al 20 ottobre per iscriversi alle lauree triennali o a ciclo unico, e fino al 29 febbraio 2016 per le magistrali. Bandi specifici e scadenze differenti per le immatricolazioni sono invece previsti per i corsi ad accesso programmato (numero chiuso); possono essere consultati per esteso all’indirizzo internet http://accessoprogrammato.unipg.it.

Sul piano logistico, novità di quest’anno a Perugia è l’attivazione del Punto Immatricolazioni nel complesso monumentale di San Pietro, sede dell’Orto medievale e del dipartimento di Scienze agrarie, alimentari e ambientali. Per Terni, le immatricolazioni e le iscrizioni si effettuano presso l’ufficio Gestione carriere studenti del Polo scientifico didattico di ateneo, strada di Pentima 4. Per gli orari di apertura consultare il sito www.unipg.it.

 

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Icone serbe degli zΩgrafi https://www.lavoce.it/icone-serbe-degli-z%cf%89grafi/ Thu, 30 Jul 2015 08:32:29 +0000 https://www.lavoce.it/?p=41105 Hristofor Zefarovic, San Demetrio, 1735 circa
Hristofor Zefarovic, San Demetrio, 1735 circa

La Galleria nazionale dell’Umbria ospita dal 23 luglio al 25 ottobre la mostra “ZΩgrafi. Icone serbe fra tradizione e modernità. Paralleli”. L’esposizione raccoglie 34 icone serbe della prima metà del XVIII secolo provenienti dalla collezione della Galleria di Matica Srpska di Novi Sad; una di queste, la “Madonna della Consolazione” viene messa in parallelo, come sottolineato anche nel titolo della mostra, con tre icone rappresentanti la “Madonna del Latte” della Galleria nazionale dell’Umbria.

Le 34 icone, che fanno parte di una ben più ampia raccolta di icone conservate nella Galleria serba, “rappresentano – spiega a La Voce Daniela Korolija Crkvenjakov, conservatrice e restauratrice della Galleria serba – come un ponte tra il tradizionale stile post-bizantino e le aspirazioni dell’arte barocca dell’Europa centrale a dimostrazione che pur all’interno del chiuso impero ottomano le influenze esterne, grazie agli Asburgo, riuscirono a penetrare”.

Il percorso ha inizio con due tra le immagini più antiche della raccolta: l’“Annunciazione”, icona di un artista sconosciuto, eseguita nello stile della migliore tradizione post-bizantina e “Il martirio dei dieci martiri cretesi”, opera del pittore Viktor, icona eseguita nello stile italo-cretese che dimostra l’influenza della produzione europea occidentale sull’arte serba.

Il resto delle opere sono una rappresentazione della ricchezza iconografica della Galleria della Matica Srpska: tutte colpiscono per la forte espressività iconografica, la ricchezza cromatica, oltreché per le decorazioni che richiamano un certo stile barocco. Vennero realizzate dai cosiddetti zΩgrafi, “pittori itineranti, spesso monaci e sacerdoti – spiega la Korolija – per le iconòstasi delle piccole chiese delle parrocchie che sorsero nei territori di nuova migrazione delle popolazioni serbe costrette durante la Grande migrazione del 1690 a spostarsi verso il nord dei Balcani in un periodo storico e politico molto difficile caratterizzato della guerra degli ottomani contro gli Asburgo.

Si tratta di opere estremamente interessanti – prosegue – e che cambiano completamente lo stato dell’arte creatosi dopo tale Migrazione e che costituiscono l’anello mancante di tale periodo storico artistico. Ne furono ritrovate tantissime il che dimostra la popolarità di tale produzione e la lunga fortuna”.

Il loro recupero è avvenuto dopo la II Guerra mondiale nel corso di un’operazione di ricognizione in varie chiese nella vasta area del Metropolitanato di Sremski Karlovci: “erano in pessime condizioni, nere e cariche di olio sulle superfici, abbandonate presso chiese chiuse, non più utilizzate per le celebrazioni, perché sostituite da icone più moderne, alcune provengono da donazioni”.

Pittore ignoto, Madonna del Bambino, 1742
Pittore ignoto, Madonna del Bambino, 1742

Molte sono realizzate su legno, altre su vetro e latta. Restaurate e parzialmente studiate (di loro e dei loro autori, per lo più sconosciuti, non si conosce quasi nulla – sottolinea la Korolija) ora fanno parte di una collezione permanente all’interno della Galleria serba.

“La mostra di Perugia è anche un’occasione per approfondirne lo studio – prosegue ancora la restauratrice – conoscere meglio le tecniche e i materiali usati, i colori, cercando dei paralleli con l’arte italiana del periodo grazie al gruppo di studio multidisciplinare, in particolare in collaborazione con l’Università di Perugia e il Molab del Cnr della stessa Università che ci permetterà di leggere con speciali attrezzature la pellicola pittorica”.

La mostra è la conclusione di un’idea che ha preso avvio nel 2012, nell’ambito di una collaborazione tra enti italiani e serbi preposti alla tutela del patrimonio culturale e che fa seguito alla firma di protocolli d’intesa tra i due Paesi e che finora hanno avuto come risultato anche la mostra “Umanesimo e Rinascimento nell’Appennino centrale. Paralleli” realizzata nel 2013 nella Galleria della Matica srpska a Novi Sad e che ha ospitato alcune opere italiane del Rinascimento.

Programmi didattici

La mostra è finanziata dal ministero per la Cultura e l’informazione della Repubblica serba e l’assessorato provinciale per la cultura e l’informazione della Provincia autonoma della Vojvodina, ed è stata supportata dall’Istituto provinciale per la tutela dei beni culturali e le Università di Novi Sad, Belgrado, Perugia e Roma. Nel corso dell’esposizione ci sarà un programma didattico per bambini e delle conferenze.

 

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Università. “Il Sole 24 ore” colloca l’Ateneo perugino al 37° posto. Al 47° posto la Stranieri https://www.lavoce.it/universita-il-sole-24-ore-colloca-lateneo-perugino-al-37-posto-al-47-posto-la-stranieri/ https://www.lavoce.it/universita-il-sole-24-ore-colloca-lateneo-perugino-al-37-posto-al-47-posto-la-stranieri/#comments Fri, 24 Jul 2015 12:20:53 +0000 https://www.lavoce.it/?p=40201 università-rettorato_09C’è chi scende e chi sale tra gli atenei perugini. A dirlo è Il Sole 24 Ore nelle “classifiche della qualità” delle università italiane compilate ogni anno con i dati del Ministero e dell’Anvur (Agenzia nazionale di valutazione del Sistema universitario e della ricerca).

L’Università degli studi di Perugia scende rispetto al 2014, aggiudicandosi il 37esimo posto contro il 32esimo dell’anno passato. I punti di forza sono le borse di studio, dove la piena copertura degli idonei ha permesso di ottenere 100 punti, l’efficacia (cioè la media procapite dei crediti formativi ottenuti dagli iscritti) e l’attrattività (la percentuale di immatricolati da fuori regione sul totale). Male, invece, il settore degli stage, la dispersione, con un numero di immatricolati non iscritti al secondo anno pari quasi al 30%, e la soddisfazione (il giudizio dei laureandi sui corsi di studio).

L’Università per Stranieri sale dal 59esimo posto del 2014 al 47esimo di quest’anno. L’Ateneo detiene il secondo posto per mobilità (cioè crediti ottenuti all’estero), il terzo posto per dispersione, per soddisfazione e borse di studio. Malissimo la ricerca e l’Alta formazione dove la Stranieri è ultima in Italia; male anche la sostenibilità con il terzultimo posto per numero medio di docenti di ruolo nelle materie di base.

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Primo restauro per la cappella Vibi https://www.lavoce.it/primo-restauro-per-la-cappella-vibi/ Thu, 09 Jul 2015 09:32:42 +0000 https://www.lavoce.it/?p=38065 La cappella Vibi
La presentazione dei primi restauri alla Cappella Vibi

Nell’ottica di un rilancio di un complesso monumentale ricco di arte e spiritualità qual è la basilica di San Pietro a Perugia, lunedì 6 luglio la Fondazione per l’Istruzione agraria, proprietaria dell’intero complesso, ha presentato la prima tranche di restauri realizzati alla Cappella Vibi conservata al suo interno.

“Il complesso di San Pietro rappresenta un unicum in Italia – ha detto il rettore dell’Università degli studi di Perugia Franco Moriconi, presidente della Fondazione – eppure ci siamo resi conto che i turisti, ma anche i perugini, si fermano a San Domenico nella visita della città senza compiere trecento metri di strada in più per visitare questi spazi”.

Per questo l’Università di Perugia da un anno ha stanziato dei fondi per il restauro del primo chiostro che speriamo – ha proseguito il magnifico rettore – possano partire al più presto.

L’orto medievale inoltre a partire da quest’anno diventerà “punto immatricolazione” dell’Ateneo di Perugia proprio per ribadire l’importanza che per noi assume questo luogo”.

I lavori all’antica Cappella della famiglia Vibi, durati cinque mesi, hanno compreso il rifacimento del tetto, il restauro della zona dell’altare, la più danneggiata da antiche infiltrazioni di acqua e danni da usura, degli spicchi decorati a grottesche in alto e della lunetta dell’“Annunciazione”, insieme alle “Teste virili” entro patere sulla fronte del sacello, affreschi di Giovan Battista Caporali.

I lavori, eseguiti dalla ditta Giovanni Manuali, sono stati finanziati dalla Fondazione Cassa di risparmio di Perugia; nel corso del 2015 avrà inizio la seconda parte dei restauri, sempre finanziati dalla Fondazione, che porteranno al recupero delle decorazioni della volta celeste con il medaglione raffigurante Dio Padre Benedicente e dei pennacchi con Trofei guerreschi, realizzati sempre da Caporali.

A partire da settembre verranno inoltre proposte a tutte le scuole perugine e umbre delle visite guidate al complesso, con la collaborazione della società cooperativa Atlante di Città di Castello. All’incontro erano presenti tra gli altri Carlo Colaiacovo, presidente della Fondazione cassa di risparmio, dom Eugenio Gargiulo, osb, priore dell’abbazia di Farfa, Cristina Galassi, direttore del Cams (Centro di Ateneo per i Musei scientifici).

 

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Il sogno di Nina diventa realtà https://www.lavoce.it/il-sogno-di-nina-diventa-realta/ Thu, 09 Jul 2015 08:46:23 +0000 https://www.lavoce.it/?p=38044 Nina e la sua piccola con le suore Figlie della Carità
Nina e la sua piccola con le suore Figlie della Carità

A “Casa San Vincenzo” c’è una giovane del Camerun con la sua bambina. Sono Nina Tchamba Talla, di religione cristiana, e la figlia, Nathanaelle (nome non casuale), arrivate lì la Vigilia di Natale.

“Erano da poco passate le diciotto dello scorso 24 dicembre, – raccontano le Figlie della Carità – quando Nina e la sua piccola Nathanaelle, nata due giorni prima, sono entrate nella nostra casa, accompagnate da una volontaria della Caritas subito dopo essere state dimesse dall’Ospedale…

È stata una bella sorpresa per tutta la comunità, che ha accolto mamma e figlia come un dono di Dio giunto alla Vigilia di Natale, ricevuto con tanta gioia e riconoscenza”.

A segnalare il “caso” di Nina sono stati i Servizi sociali del Comune di Perugia, che seguivano Nina fin da quando dimorava in una struttura universitaria di accoglienza.

Dopo aver dato alla luce Nathanaelle, Nina aveva necessità di essere accompagnata giorno per giorno in questa nuova fase della sua vita e la “Casa San Vincenzo” è l’ambiente che meglio si prestava a questo tipo di aiuto.

Le Figlie della Carità, con il sostegno della Caritas, per questa giovane ospite e la sua bambina hanno pensato un “progetto di vita” attraverso il quale Nina ha potuto completare, a pieni voti, gli studi universitari senza rinunciare a tenere la bambina con sé.

Nina ha trovato nella “Casa San Vincenzo” il sostegno morale e materiale per realizzare un suo sogno, quello di conseguire la Laurea magistrale in “Relazioni internazionali e cooperazione allo sviluppo”, dopo aver conseguito la triennale in “Comunicazione internazionale” nel 2012, sempre presso l’Università di Perugia e in Camerun la laurea in Lingue.

Nina parla correttamente il francese, l’inglese e l’italiano ed ha una discreta conoscenza del tedesco e dello spagnolo. È giunta a Perugia nel 2009 per approfondire i suoi studi accademici e lo scorso 15 aprile nella discussione della tesi ha richiamato l’attenzione dell’intera commissione di laurea nell’illustrare lo “Studio dell’immagine della violenza nelle opere ‘I dannati della terra’ di Frantz Fanon e ‘Sulla violenza’ di Hannah Arendht”, sviluppando il filone storico e filosofico dei due autori, in particolare prendendo in esame le loro “tesi” contrapposte e, nel contempo, complementari sul tema della pace.

“Difronte a polemiche e differenze di pensiero e scontri ideologici – evidenzia la dottoressa Nina Tchamba Talla – bisogna sempre usare la parola, quindi il dialogo, e non la violenza. La pace è molto manipolabile, fragile e prima di proporla occorre averla internamente. Si parte dal livello personale per raggiungere la collettività e la società più ampia”.

L’obiettivo di Nina è quello di contribuire al “riscatto culturale” delle donne del suo Paese. E lo vuole fare ritornando in Camerun, insegnando all’Università e per questo ora il suo desiderio è quello di poter proseguire gli studi in Italia, possibilmente a Perugia, cercando di ottenere il Dottorato di ricerca.

Nina sa che non sarà facile, però la speranza è tanta. In Italia non ha solo studiato, ha svolto attività sia di volontariato per disabili, a Piacenza, che di interprete e traduttrice, a Perugia.

A Nina abbiamo chiesto perché ha scelto il nostro Paese per raggiungere il suo obiettivo. “In Camerun ho conosciuto e frequentato il movimento dei Focolari di Chiara Lubich – risponde –, un’esperienza che mi ha incoraggiato a venire in Italia per studiare le materie delle relazioni internazionali, in quanto con i Focolarini ho conosciuto le realtà delle ONG”.

Nina, che ha scritto la tesi di laurea tra le mura di “Casa San Vincenzo” mentre le Figlie della Carità l’aiutavano a prendersi cura della sua Nathanaelle, ha da poco iniziato uno stage, presso un’azienda locale, promosso dall’Università di Perugia per l’“Attrazione di talenti stranieri per la promozione del marchio italiano all’estero”.

E questo stage, per lei molto importante professionalmente, può farlo grazie ancora al sostegno morale e materiale che “Casa San Vincenzo” e la Caritas diocesana le stanno fornendo, rientrando – come accennato all’inizio – in quel “progetto di vita” pensato per Nina, che non si stanca di dire “grazie” a chi le ha dato dato l’opportunità di realizzare il suo sogno.

 

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