triduo pasquale Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/triduo-pasquale/ Settimanale di informazione regionale Sun, 10 Apr 2022 17:15:41 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg triduo pasquale Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/triduo-pasquale/ 32 32 Settimana Santa. Mons. Soddu: la Pasqua sia “il segno di una vita nuova per noi e per tutto il mondo” https://www.lavoce.it/settimana-santa-mons-soddu-la-pasqua-sia-il-segno-di-una-vita-nuova-per-noi-e-per-tutto-il-mondo/ Sun, 10 Apr 2022 17:15:41 +0000 https://www.lavoce.it/?p=66090 Processione delle Palme con mons. Francesco Soddu

A Terni il  vescovo Francesco Antonio Soddu ha presieduto la liturgia  delle Palme, questa mattina domenica 10 aprile, con il rito della benedizione dei rami d’ulivo e la lettura del brano dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme sul sagrato della chiesa di Santa Croce. In processione tantissimi fedeli, i bambini e ragazzi delle parrocchie della Cattedrale, Santa Croce e San Salvatore e le loro famiglie, hanno raggiunto la Cattedrale. La liturgia è proseguita con la lettura della Passione di Gesù, proclamata dal diacono e da alcuni giovani Scout, e la celebrazione eucaristica. Mons. Soddu ha ricordato come la Pasqua sia “il segno di una vita nuova per noi e per tutto il mondo”. Rivolgendosi poi ai tanti ragazzi presenti ha sottolienato il senso di essere discepoli di Gesù. “Bisogna avere uno sguardo da discepolo, per poter insegnare bisogna essere dei buoni alunni. Bisogna prima imparare per insegnare. Oggi - ha detto Soddu - ci viene detto che dobbiamo imparare, come cristiani, da Gesù che ha dato la sua vita per noi. Gesù ci può insegnare come vivere bene”. Al termine il vescovo ha salutato uno ad uno i ragazzi che ha incontrato per la prima volta e che con il loro entusiasmo e gioia, hanno accolto festosamente il nuovo vescovo Francesco Antonio. [gallery td_gallery_title_input="Alcuni momenti della celebrazione delle Palme presieduta da mons. Soddu" columns="2" ids="66095,66094,66093,66092"] https://www.youtube.com/watch?v=yn32IrAPXb4

La Messa Crismale

Il vescovo presiederà la solenne celebrazione della Messa Crismale mercoledì 13 aprile alle ore 17 nella Cattedrale di Terni.

Il Triduo pasquale con il vescovo Soddu

I fedeli e sacerdoti della comunità pastorale “Terni centro” si uniranno alle celebrazioni del triduo pasquale nella Cattedrale di Terni (secondo le disposizioni della “Paschalis solemnitatis” che invita le piccole comunità religiose a prendere parte alle celebrazioni del Triduo pasquale nelle chiese maggiori). Giovedì, venerdì e sabato ci sarà la celebrazione comunitaria in Cattedrale delle letture e delle Lodi alle ore 8.30. Le celebrazioni del Triduo presiedute dal Vescovo
  • Giovedì 14 aprile alle ore 18 messa in “Coena Domini” in cui si ricorderà l’istituzione dell’Eucaristia da parte di Gesù nell’ultima cena. Alle ore 21  l’adorazione del Santissimo Sacramento.
  • Venerdì 15 aprile alle ore 18 celebrazione della Passione del Signore. Alle ore 20.30 la processione del Cristo morto lungo le vie del centro cittadino dalla chiesa di san Francesco alla Cattedrale. Nelle sofferenze di Cristo ci sono anche le croci di chi soffre per i tanti mali che affliggono il mondo contemporaneo.
  • Sabato 16 aprile alle ore 22.30 il vescovo presiederà la celebrazione della Veglia Pasquale nel corso della quale sarà benedetto il fuoco nuovo e l’acqua del fonte battesimale. All’interno della celebrazione saranno amministrati battesimo e cresima a sei adulti
  • Domenica 17 aprile, Pasqua di Resurrezione, il vescovo presiederà la celebrazione alle ore 11 nella concattedrale di Narni e alle ore 18 nella Concattedrale di Amelia.
Le celebrazioni della Settimana Santa nella cattedrale di Santa Maria Assunta a Terni sono trasmesse in diretta streaming sulla pagina Facebook Diocesi di Terni-Narni-Amelia e sul canale Youtube della Diocesi TerniNarniAmelia.]]>
Processione delle Palme con mons. Francesco Soddu

A Terni il  vescovo Francesco Antonio Soddu ha presieduto la liturgia  delle Palme, questa mattina domenica 10 aprile, con il rito della benedizione dei rami d’ulivo e la lettura del brano dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme sul sagrato della chiesa di Santa Croce. In processione tantissimi fedeli, i bambini e ragazzi delle parrocchie della Cattedrale, Santa Croce e San Salvatore e le loro famiglie, hanno raggiunto la Cattedrale. La liturgia è proseguita con la lettura della Passione di Gesù, proclamata dal diacono e da alcuni giovani Scout, e la celebrazione eucaristica. Mons. Soddu ha ricordato come la Pasqua sia “il segno di una vita nuova per noi e per tutto il mondo”. Rivolgendosi poi ai tanti ragazzi presenti ha sottolienato il senso di essere discepoli di Gesù. “Bisogna avere uno sguardo da discepolo, per poter insegnare bisogna essere dei buoni alunni. Bisogna prima imparare per insegnare. Oggi - ha detto Soddu - ci viene detto che dobbiamo imparare, come cristiani, da Gesù che ha dato la sua vita per noi. Gesù ci può insegnare come vivere bene”. Al termine il vescovo ha salutato uno ad uno i ragazzi che ha incontrato per la prima volta e che con il loro entusiasmo e gioia, hanno accolto festosamente il nuovo vescovo Francesco Antonio. [gallery td_gallery_title_input="Alcuni momenti della celebrazione delle Palme presieduta da mons. Soddu" columns="2" ids="66095,66094,66093,66092"] https://www.youtube.com/watch?v=yn32IrAPXb4

La Messa Crismale

Il vescovo presiederà la solenne celebrazione della Messa Crismale mercoledì 13 aprile alle ore 17 nella Cattedrale di Terni.

Il Triduo pasquale con il vescovo Soddu

I fedeli e sacerdoti della comunità pastorale “Terni centro” si uniranno alle celebrazioni del triduo pasquale nella Cattedrale di Terni (secondo le disposizioni della “Paschalis solemnitatis” che invita le piccole comunità religiose a prendere parte alle celebrazioni del Triduo pasquale nelle chiese maggiori). Giovedì, venerdì e sabato ci sarà la celebrazione comunitaria in Cattedrale delle letture e delle Lodi alle ore 8.30. Le celebrazioni del Triduo presiedute dal Vescovo
  • Giovedì 14 aprile alle ore 18 messa in “Coena Domini” in cui si ricorderà l’istituzione dell’Eucaristia da parte di Gesù nell’ultima cena. Alle ore 21  l’adorazione del Santissimo Sacramento.
  • Venerdì 15 aprile alle ore 18 celebrazione della Passione del Signore. Alle ore 20.30 la processione del Cristo morto lungo le vie del centro cittadino dalla chiesa di san Francesco alla Cattedrale. Nelle sofferenze di Cristo ci sono anche le croci di chi soffre per i tanti mali che affliggono il mondo contemporaneo.
  • Sabato 16 aprile alle ore 22.30 il vescovo presiederà la celebrazione della Veglia Pasquale nel corso della quale sarà benedetto il fuoco nuovo e l’acqua del fonte battesimale. All’interno della celebrazione saranno amministrati battesimo e cresima a sei adulti
  • Domenica 17 aprile, Pasqua di Resurrezione, il vescovo presiederà la celebrazione alle ore 11 nella concattedrale di Narni e alle ore 18 nella Concattedrale di Amelia.
Le celebrazioni della Settimana Santa nella cattedrale di Santa Maria Assunta a Terni sono trasmesse in diretta streaming sulla pagina Facebook Diocesi di Terni-Narni-Amelia e sul canale Youtube della Diocesi TerniNarniAmelia.]]>
Settimana Santa. Boccardo: Gesù porta la pace e la salvezza https://www.lavoce.it/settimana-santa-boccardo-gesu-porta-la-pace-e-la-salvezza/ Sun, 10 Apr 2022 16:45:41 +0000 https://www.lavoce.it/?p=66078 Settimana Santa a Spoleto

A Spoleto, nella Domenica delle Palme che apre la Settimana Santa, questa mattina l’arcivescovo Renato Boccardo e i fedeli si sono radunati in piazza Duomo dove è iniziata la liturgia con la benedizione dei ramoscelli di ulivo distribuiti ai presenti e la lettura del brano evangelico dell'ingresso di Gesù a Gerusalemme. Quindi la processione verso la Basilica Cattedrale dove la liturgia è proseguita ed è stato letto il brano della Passione di Gesù, tratta quest’anno dal Vangelo di Luca. «Oggi guardiamo a Gesù - ha detto all'omelia mons. Boccardo - che si avvicina al termine della sua vita e si presenta come Messia atteso dal popolo, mandato da Dio e venuto in suo nome a portare la pace e la salvezza, anche se in misura diversa da come l’interpretavano i suoi contemporanei. L’opera di salvezza e di liberazione compiuta da Gesù continua nei secoli. Per questo la Chiesa, che fermamente lo crede presente anche se invisibile, non si stanca di acclamarlo nella lode e nell’adorazione». La Chiesa, però, leggendo il racconto della passione non si limita a considerare unicamente le sofferenze di Gesù. «Essa – ha continuato l’Arcivescovo - si accosta trepidante e serena a questo mistero sapendo che il suo Signore è risorto. La luce della Pasqua fa scoprire il grande insegnamento contenuto nella passione: la vita si afferma attraverso il dono sincero di sé fino a morire. Gesù non ha inteso la propria esistenza terrena come acquisizione di potere, come corsa al successo e alla carriera, come un imporsi sugli altri. Al contrario, egli rinuncia di proposito alla sua uguaglianza con Dio, assume la condizione di servo divenendo simile agli uomini e obbedisce al progetto del Padre fino alla morte sulla croce. E così lascia ai suoi discepoli e alla Chiesa l’insegnamento prezioso: “Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto” (Gv 12, 24)».

Settimana Santa: le celebrazioni in Duomo

Dopo la Messa Crismale che l’Arcivescovo presiederà mercoledì 13 aprile alle ore 18.30, dove vengono consacrati gli Oli Santi (Crisma, dei Catecumeni e degli Infermi), la Chiesa entra nella Settimana Santa che rievoca gli ultimi giorni della vita terrena di Cristo. Programma delle celebrazioni del Triduo presieduta da mons. Boccardo in Duomo:
  • giovedì 14 aprile alle ore 18.30, Messa in Coena Domini;
  • venerdì 15 aprile alle ore 18.30, Celebrazione della Passione, e alle 21.00 Via Crucis;
  • sabato 16 aprile alle ore 22.00, Veglia Pasquale.
  • domenica di Pasqua, 17 aprile, l’Arcivescovo celebrerà il solenne pontificale alle ore 11.30.
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Settimana Santa a Spoleto

A Spoleto, nella Domenica delle Palme che apre la Settimana Santa, questa mattina l’arcivescovo Renato Boccardo e i fedeli si sono radunati in piazza Duomo dove è iniziata la liturgia con la benedizione dei ramoscelli di ulivo distribuiti ai presenti e la lettura del brano evangelico dell'ingresso di Gesù a Gerusalemme. Quindi la processione verso la Basilica Cattedrale dove la liturgia è proseguita ed è stato letto il brano della Passione di Gesù, tratta quest’anno dal Vangelo di Luca. «Oggi guardiamo a Gesù - ha detto all'omelia mons. Boccardo - che si avvicina al termine della sua vita e si presenta come Messia atteso dal popolo, mandato da Dio e venuto in suo nome a portare la pace e la salvezza, anche se in misura diversa da come l’interpretavano i suoi contemporanei. L’opera di salvezza e di liberazione compiuta da Gesù continua nei secoli. Per questo la Chiesa, che fermamente lo crede presente anche se invisibile, non si stanca di acclamarlo nella lode e nell’adorazione». La Chiesa, però, leggendo il racconto della passione non si limita a considerare unicamente le sofferenze di Gesù. «Essa – ha continuato l’Arcivescovo - si accosta trepidante e serena a questo mistero sapendo che il suo Signore è risorto. La luce della Pasqua fa scoprire il grande insegnamento contenuto nella passione: la vita si afferma attraverso il dono sincero di sé fino a morire. Gesù non ha inteso la propria esistenza terrena come acquisizione di potere, come corsa al successo e alla carriera, come un imporsi sugli altri. Al contrario, egli rinuncia di proposito alla sua uguaglianza con Dio, assume la condizione di servo divenendo simile agli uomini e obbedisce al progetto del Padre fino alla morte sulla croce. E così lascia ai suoi discepoli e alla Chiesa l’insegnamento prezioso: “Se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto” (Gv 12, 24)».

Settimana Santa: le celebrazioni in Duomo

Dopo la Messa Crismale che l’Arcivescovo presiederà mercoledì 13 aprile alle ore 18.30, dove vengono consacrati gli Oli Santi (Crisma, dei Catecumeni e degli Infermi), la Chiesa entra nella Settimana Santa che rievoca gli ultimi giorni della vita terrena di Cristo. Programma delle celebrazioni del Triduo presieduta da mons. Boccardo in Duomo:
  • giovedì 14 aprile alle ore 18.30, Messa in Coena Domini;
  • venerdì 15 aprile alle ore 18.30, Celebrazione della Passione, e alle 21.00 Via Crucis;
  • sabato 16 aprile alle ore 22.00, Veglia Pasquale.
  • domenica di Pasqua, 17 aprile, l’Arcivescovo celebrerà il solenne pontificale alle ore 11.30.
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Ecco i giorni della Settimana Santa, “cuore” dell’Anno liturgico https://www.lavoce.it/ecco-i-giorni-della-settimana-santa-cuore-dellanno-liturgico/ Sun, 10 Apr 2022 12:04:41 +0000 https://www.lavoce.it/?p=66041 Settimana Santa con Papa Francesco. Processione della domenica delle Palme

Si avvicina la Pasqua del Signore preceduta dalla Settimana Santa e per riflettere su quest’ultima è necessaria una premessa: il mistero di Cristo che celebreremo in questi giorni, attraverso la liturgia viene reso presente ed attuale, pur essendo accaduto “una volta per sempre” (Eb 10, 10); pertanto, tutto il popolo di Dio diviene contemporaneo a quell’accadimento. È per questo che la Settimana Santa diventa per i cristiani di oggi l’incamminarsi con il Messia nel suo ultimo pellegrinaggio verso Gerusalemme per la festa di Pasqua (cfr. Mt 21; Mc 11; Lc 19; Gv 12). Della “Grande settimana”, antico epiteto dato ai giorni che precedono la Pasqua, abbiamo testimonianza da Egeria, donna pellegrina a Gerusalemme nel IV secolo, che nel suo diario di viaggio racconta della liturgia gerosolimitana dalla domenica precedente la Pasqua. Con il passare del tempo i riti celebrati nella Città Santa, dove si potevano ben ripercorrere gli ultimi giorni di vita di Gesù e la sua risurrezione nei luoghi dove si compirono, vennero assunti dalle diverse chiese d’Oriente e d’Occidente.

Oggi nella liturgia

Domenica delle Palme

Così, oggi la Settimana Santa si apre nella Domenica delle Palme. In questo giorno si commemora l’ingresso di Gesù a Gerusalemme attraverso la benedizione dei ramoscelli di ulivo o di palma - possibilmente all’esterno della chiesa - che richiamano le fronde con cui venne accolto Gesù, e viene proclamato il brano evangelico che riporta l’accaduto (Mt 21, 1-11 o Mc 11, 1-10 o Gv 12, 12-16 o Lc 19, 28-40). Segue la processione con la quale si entra in chiesa per celebrare l’eucarestia, ad imitazione della folla che entrò in Gerusalemme al seguito del Cristo. Nella Messa viene poi proclamata la Passione del Signore (Mt 26, 14 - 27, 66 o Mc 14, 1 - 15, 47 o Lc 22, 14 - 23, 56), preludio e anticipazione di ciò che verrà celebrato nel Triduo Pasquale, centro e vertice di tutto l’Anno liturgico.

I primi tre giorni della Settimana santa

Ma prima del Triduo ci sono tre giorni, il lunedì, il martedì ed il mercoledì, nei quali i vangeli letti nella celebrazione eucaristica narrano gli antefatti alla passione (Gv 12, 1-11) e il tradimento di Giuda (Gv 13, 21-33.36-38; Mt 26, 14-25), quasi a dire che è giunto il momento per ogni cristiano di scegliere: seguire nella via dolorosa il Cristo, per passare con lui dalla morte alla vita, o rimanere intrappolati nelle tenebre dell’errore.

Settimana Santa: il Giovedì

Il Giovedì santo con la Messa nella Cena del Signore si celebra l’inizio del sacro Triduo, che troverà la sua conclusione nei Secondi vespri della Domenica di risurrezione ed ha il suo centro nella Veglia pasquale. In questo primo giorno di triduo si fa memoria dell’Ultima Cena, ricordando ritualmente il momento in cui Gesù insieme agli apostoli anticipa nel pasto pasquale il sacrificio della croce. Da questo momento, fino alla Grande veglia pasquale, nella Chiesa non si celebra più l’eucarestia. In questa liturgia, dopo l’omelia, si compie anche il rito della lavanda dei piedi ripreso dal racconto di Giovanni (13,1-15) che viene in questa sede proclamato, nel quale Gesù ammonisce i discepoli affinché facciano lo stesso (cfr. v. 15). Gesù, però, non si riferisce al solo gesto della lavanda ma a tutta la sua vita segnata dalla logica dell’amore agapico che i discepoli di ogni tempo sono chiamati a far propria.

Settimana Santa: il Venerdì

Il cammino prosegue nel Venerdì santo con la commemorazione della passione e morte di Gesù. Nella liturgia della Parola viene proclamata la Passione secondo Giovanni (18,1 - 19, 42). Segue l’adorazione della croce nella quale sia i ministri che il popolo si recano processionalmente verso la croce per genuflettersi o compiere un altro segno di venerazione. Con questo rito viene adorato il segno della salvezza ed al contempo è mostrata la via da seguire: la croce, infatti, rammenta ai cristiani a partecipare, nell’amore verso il prossimo, al sacrificio di Cristo. Solo in questo giorno si innalza una lunga e densa Preghiera universale, rispetto a ciò che si è abituati a fare in ogni celebrazione eucaristica, nella quale quest’anno è eccezionalmente introdotta una preghiera per la pace.

Settimana Santa: il Sabato

Nel Sabato santo, invece, non si celebrerà nessuna liturgia, perché è il giorno del grande silenzio, dell’attesa trepidante, della sosta speranzosa di fronte al sepolcro.

Il culmine della Settimana Santa: la Pasqua del Signore Risorto

Il silenzio viene interrotto nella notte con la Veglia pasquale nella quale attraverso i quattro momenti che la caratterizzano si passa dall’attesa trepidante all’esplosione della gioia della resurrezione.
  • Il primo momento è il “lucernario”, con cui la comunità prende consapevolezza che la tenebra è vinta dalla Luce, che il buio del sepolcro ha ceduto il passo al mirabile splendore della Vita.
  • Segue, poi, la liturgia della Parola. Attraverso una ricchezza di letture i fedeli proclamano e meditano le meraviglie che il Signore ha compiuto per il suo popolo, constatando come egli ha portato a compimento le antiche promesse [le letture sono sette dall’Antico Testamento ed i rispettivi salmi o cantici (Gen 1, 1 - 2, 2 e Sal 32/33; Gen 22, 1-18 e Sal 15/16; Es 14, 15 - 15, 1 e Es 15, 1-6a.17-18; Is 54, 5-14 e Sal 29/30; Is 55, 1-11 e Is 12, 2-16; Bar 3, 9-15.32 - 4, 4 e Sal 18/19; Ez 36, 16-17a.18-28 e Sal 41/42 e 42/43), un brano dalla Lettera ai romani (6, 3-11) e il Vangelo (Mt 28, 1-10 o Mc 16, 1-7 o Lc 24, 1-12)].
  • Il terzo momento è la liturgia battesimale nella quale si benedice l’acqua, si celebrare i battesimi dei fanciulli o i riti di iniziazione cristiana degli adulti, si rinnovano le promesse battesimali ed il popolo viene asperso con l’acqua benedetta.
  • La Veglia poi prosegue con la liturgia eucaristica nella quale il popolo che si nutre di Cristo è riunito in un solo corpo con lui per opera della Spirito Santo.
La comunità cristiana, infine, con la messa del mattino di Pasqua percorre l’ultimo tratto del pellegrinaggio recandosi al sepolcro insieme a Maria di Magdala, Pietro e Giovanni (Gv 20, 1-9) per scoprire con meraviglia che esso è vuoto perché, come ricorda la Sequenza di Pasqua, “morte e vita si sono affrontate in un prodigioso duello. Il Signore della vita era morto; ma ora, vivo, trionfa”.

Il testo della Sequenza

In italiano Alla vittima pasquale, s'innalzi oggi il sacrificio di lode. L'Agnello ha redento il suo gregge, l'Innocente ha riconciliato noi peccatori col Padre. Morte e Vita si sono affrontate in un prodigioso duello. Il Signore della vita era morto; ma ora, vivo, trionfa. «Raccontaci, Maria: che hai visto sulla via?». «La tomba del Cristo vivente, la gloria del Cristo risorto, e gli angeli suoi testimoni, il sudario e le sue vesti. Cristo, mia speranza, è risorto: precede i suoi in Galilea». Sì, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto. Tu, Re vittorioso, abbi pietà di noi. In latino Victimae pascháli laudes ímmolent christiáni. Agnus redémit oves: Christus innocens Patri reconciliávit peccatóres. Mors et vita duéllo conflixére mirándo: dux vitae mórtuus regnat vivus. Dic nobis, Maria, quid vidísti in via? Sepúlcrum Christi vivéntis: et glóriam vidi resurgéntis. Angélicos testes, sudárium et vestes. Surréxit Christus spes mea: praecédet suos in Galilaéam. Scimus Christum surrexísse a mórtuis vere: tu nobis, victor Rex, miserére.
L'Inno "Victimae Paschali Laudes", eseguito dalla Cappella Musicale Pontificia "Sistina", diretta da Mons. Giuseppe Liberto, nel novembre 2005. https://www.youtube.com/watch?v=JebnCOkMf8M]]>
Settimana Santa con Papa Francesco. Processione della domenica delle Palme

Si avvicina la Pasqua del Signore preceduta dalla Settimana Santa e per riflettere su quest’ultima è necessaria una premessa: il mistero di Cristo che celebreremo in questi giorni, attraverso la liturgia viene reso presente ed attuale, pur essendo accaduto “una volta per sempre” (Eb 10, 10); pertanto, tutto il popolo di Dio diviene contemporaneo a quell’accadimento. È per questo che la Settimana Santa diventa per i cristiani di oggi l’incamminarsi con il Messia nel suo ultimo pellegrinaggio verso Gerusalemme per la festa di Pasqua (cfr. Mt 21; Mc 11; Lc 19; Gv 12). Della “Grande settimana”, antico epiteto dato ai giorni che precedono la Pasqua, abbiamo testimonianza da Egeria, donna pellegrina a Gerusalemme nel IV secolo, che nel suo diario di viaggio racconta della liturgia gerosolimitana dalla domenica precedente la Pasqua. Con il passare del tempo i riti celebrati nella Città Santa, dove si potevano ben ripercorrere gli ultimi giorni di vita di Gesù e la sua risurrezione nei luoghi dove si compirono, vennero assunti dalle diverse chiese d’Oriente e d’Occidente.

Oggi nella liturgia

Domenica delle Palme

Così, oggi la Settimana Santa si apre nella Domenica delle Palme. In questo giorno si commemora l’ingresso di Gesù a Gerusalemme attraverso la benedizione dei ramoscelli di ulivo o di palma - possibilmente all’esterno della chiesa - che richiamano le fronde con cui venne accolto Gesù, e viene proclamato il brano evangelico che riporta l’accaduto (Mt 21, 1-11 o Mc 11, 1-10 o Gv 12, 12-16 o Lc 19, 28-40). Segue la processione con la quale si entra in chiesa per celebrare l’eucarestia, ad imitazione della folla che entrò in Gerusalemme al seguito del Cristo. Nella Messa viene poi proclamata la Passione del Signore (Mt 26, 14 - 27, 66 o Mc 14, 1 - 15, 47 o Lc 22, 14 - 23, 56), preludio e anticipazione di ciò che verrà celebrato nel Triduo Pasquale, centro e vertice di tutto l’Anno liturgico.

I primi tre giorni della Settimana santa

Ma prima del Triduo ci sono tre giorni, il lunedì, il martedì ed il mercoledì, nei quali i vangeli letti nella celebrazione eucaristica narrano gli antefatti alla passione (Gv 12, 1-11) e il tradimento di Giuda (Gv 13, 21-33.36-38; Mt 26, 14-25), quasi a dire che è giunto il momento per ogni cristiano di scegliere: seguire nella via dolorosa il Cristo, per passare con lui dalla morte alla vita, o rimanere intrappolati nelle tenebre dell’errore.

Settimana Santa: il Giovedì

Il Giovedì santo con la Messa nella Cena del Signore si celebra l’inizio del sacro Triduo, che troverà la sua conclusione nei Secondi vespri della Domenica di risurrezione ed ha il suo centro nella Veglia pasquale. In questo primo giorno di triduo si fa memoria dell’Ultima Cena, ricordando ritualmente il momento in cui Gesù insieme agli apostoli anticipa nel pasto pasquale il sacrificio della croce. Da questo momento, fino alla Grande veglia pasquale, nella Chiesa non si celebra più l’eucarestia. In questa liturgia, dopo l’omelia, si compie anche il rito della lavanda dei piedi ripreso dal racconto di Giovanni (13,1-15) che viene in questa sede proclamato, nel quale Gesù ammonisce i discepoli affinché facciano lo stesso (cfr. v. 15). Gesù, però, non si riferisce al solo gesto della lavanda ma a tutta la sua vita segnata dalla logica dell’amore agapico che i discepoli di ogni tempo sono chiamati a far propria.

Settimana Santa: il Venerdì

Il cammino prosegue nel Venerdì santo con la commemorazione della passione e morte di Gesù. Nella liturgia della Parola viene proclamata la Passione secondo Giovanni (18,1 - 19, 42). Segue l’adorazione della croce nella quale sia i ministri che il popolo si recano processionalmente verso la croce per genuflettersi o compiere un altro segno di venerazione. Con questo rito viene adorato il segno della salvezza ed al contempo è mostrata la via da seguire: la croce, infatti, rammenta ai cristiani a partecipare, nell’amore verso il prossimo, al sacrificio di Cristo. Solo in questo giorno si innalza una lunga e densa Preghiera universale, rispetto a ciò che si è abituati a fare in ogni celebrazione eucaristica, nella quale quest’anno è eccezionalmente introdotta una preghiera per la pace.

Settimana Santa: il Sabato

Nel Sabato santo, invece, non si celebrerà nessuna liturgia, perché è il giorno del grande silenzio, dell’attesa trepidante, della sosta speranzosa di fronte al sepolcro.

Il culmine della Settimana Santa: la Pasqua del Signore Risorto

Il silenzio viene interrotto nella notte con la Veglia pasquale nella quale attraverso i quattro momenti che la caratterizzano si passa dall’attesa trepidante all’esplosione della gioia della resurrezione.
  • Il primo momento è il “lucernario”, con cui la comunità prende consapevolezza che la tenebra è vinta dalla Luce, che il buio del sepolcro ha ceduto il passo al mirabile splendore della Vita.
  • Segue, poi, la liturgia della Parola. Attraverso una ricchezza di letture i fedeli proclamano e meditano le meraviglie che il Signore ha compiuto per il suo popolo, constatando come egli ha portato a compimento le antiche promesse [le letture sono sette dall’Antico Testamento ed i rispettivi salmi o cantici (Gen 1, 1 - 2, 2 e Sal 32/33; Gen 22, 1-18 e Sal 15/16; Es 14, 15 - 15, 1 e Es 15, 1-6a.17-18; Is 54, 5-14 e Sal 29/30; Is 55, 1-11 e Is 12, 2-16; Bar 3, 9-15.32 - 4, 4 e Sal 18/19; Ez 36, 16-17a.18-28 e Sal 41/42 e 42/43), un brano dalla Lettera ai romani (6, 3-11) e il Vangelo (Mt 28, 1-10 o Mc 16, 1-7 o Lc 24, 1-12)].
  • Il terzo momento è la liturgia battesimale nella quale si benedice l’acqua, si celebrare i battesimi dei fanciulli o i riti di iniziazione cristiana degli adulti, si rinnovano le promesse battesimali ed il popolo viene asperso con l’acqua benedetta.
  • La Veglia poi prosegue con la liturgia eucaristica nella quale il popolo che si nutre di Cristo è riunito in un solo corpo con lui per opera della Spirito Santo.
La comunità cristiana, infine, con la messa del mattino di Pasqua percorre l’ultimo tratto del pellegrinaggio recandosi al sepolcro insieme a Maria di Magdala, Pietro e Giovanni (Gv 20, 1-9) per scoprire con meraviglia che esso è vuoto perché, come ricorda la Sequenza di Pasqua, “morte e vita si sono affrontate in un prodigioso duello. Il Signore della vita era morto; ma ora, vivo, trionfa”.

Il testo della Sequenza

In italiano Alla vittima pasquale, s'innalzi oggi il sacrificio di lode. L'Agnello ha redento il suo gregge, l'Innocente ha riconciliato noi peccatori col Padre. Morte e Vita si sono affrontate in un prodigioso duello. Il Signore della vita era morto; ma ora, vivo, trionfa. «Raccontaci, Maria: che hai visto sulla via?». «La tomba del Cristo vivente, la gloria del Cristo risorto, e gli angeli suoi testimoni, il sudario e le sue vesti. Cristo, mia speranza, è risorto: precede i suoi in Galilea». Sì, ne siamo certi: Cristo è davvero risorto. Tu, Re vittorioso, abbi pietà di noi. In latino Victimae pascháli laudes ímmolent christiáni. Agnus redémit oves: Christus innocens Patri reconciliávit peccatóres. Mors et vita duéllo conflixére mirándo: dux vitae mórtuus regnat vivus. Dic nobis, Maria, quid vidísti in via? Sepúlcrum Christi vivéntis: et glóriam vidi resurgéntis. Angélicos testes, sudárium et vestes. Surréxit Christus spes mea: praecédet suos in Galilaéam. Scimus Christum surrexísse a mórtuis vere: tu nobis, victor Rex, miserére.
L'Inno "Victimae Paschali Laudes", eseguito dalla Cappella Musicale Pontificia "Sistina", diretta da Mons. Giuseppe Liberto, nel novembre 2005. https://www.youtube.com/watch?v=JebnCOkMf8M]]>
Perugia. La comunità diocesana si appresta a vivere la Settimana Santa https://www.lavoce.it/perugia-la-comunita-diocesana-si-appresta-a-vivere-la-settimana-santa/ Sat, 09 Apr 2022 16:52:02 +0000 https://www.lavoce.it/?p=66037

Quanto di atroce e disumano sta accadendo in Ucraina non può non far riflettere e sollecitare anche la comunità diocesana di Perugia-Città della Pieve a vivere con maggiore raccoglimento e sobrietà l’imminente Settimana Santa, Passione, Morte e Risurrezione del Signore, per invocare il dono della pace, racchiuso nel messaggio del mistero pasquale, all’umanità intera già messa a dura prova dalla pandemia e dalle periodiche guerre “dimenticate” in diverse parti del mondo. Alle tante vittime di queste sofferenze va il pensiero e la preghiera della comunità diocesana perugino-pievese che insieme al suo Pastore, il cardinale Gualtiero Bassetti, si appresta in ogni chiesa, santuario e comunità religiosa a rigenerare la propria fede nel vivere intensamente la Settimana Santa, il “cuore” dell’anno liturgico. Settimana che ha inizio la Domenica delle Palme, facendo memoria dell’ingresso di Gesù in Gerusalemme e celebrando la S. Messa della Passione del Signore; Domenica delle Palme, da sempre molto partecipata in ogni comunità parrocchiale, che sarà celebrata con i riti tradizionali (prima del Covid), ma nel rispetto delle norme sanitarie per il contenimento della pandemia.

Il programma delle celebrazioni

Il cardinale Bassetti presiederà i riti della Settimana Santa nella cattedrale di San Lorenzo di Perugia, da Domenica delle Palme, 10 aprile, a Sabato Santo, 16 aprile. Domenica di Pasqua, 17 aprile, celebrerà nella concattedrale di Città della Pieve, recandosi il giorno seguente, Lunedì dell’Angelo, in pellegrinaggio a Roma, in Piazza San Pietro, per l’incontro dei ragazzi italiani con papa Francesco. Il cardinale, martedì 12 aprile, alle ore 17.30, sarà in visita ad uno dei luoghi-simbolo di maggiore sofferenza nel corpo e nello spirito, l’Ospedale “S. Maria della Misericordia” di Perugia, dove nella chiesa interna celebrerà l’Eucaristia con malati, personale sanitario e volontari. Domenica delle Palme, 10 aprile. Alle ore 10.30, in piazza IV Novembre, davanti all’Arcivescovado, si terrà la preghiera iniziale con la benedizione dei ramoscelli d’ulivo per poi, in processione, fare ingresso in cattedrale. Mercoledì Santo, 13 aprile. Alle ore 17, si terrà la Messa del Crisma preceduta dalla processione dei celebranti dalle Logge di San Lorenzo alla cattedrale, percorrendo piazza IV Novembre. È la celebrazione che rappresenta il segno tangibile di unità dell’intera comunità ecclesiale attorno al suo Pastore nel giorno in cui i sacerdoti rinnovano la loro promessa formulata all’ordinazione presbiterale e culmina con la consacrazione degli oli santi. Giovedì Santo, 14 aprile. Alle ore 18, si terrà la Messa in Coena Domini con il rito della lavanda dei piedi, che il cardinale compirà a dodici operatori sanitari, categoria professionale distintasi durante la fase acuta della pandemia. A seguire ci sarà l’adorazione eucaristica animata dai seminaristi all’altare della reposizione e alle ore 22 la preghiera di compieta. Venerdì Santo, 15 aprile. Alle ore 9, come anche Sabato Santo, si terrà la celebrazione dell’Ufficio delle letture e delle Lodi, animata dal gruppo colare “Armonioso Incanto”; alle ore 18, la celebrazione della Passione del Signore con l’atto di adorazione della Croce mediante il rito del bacio limitato al solo cardinale. Sabato Santo, 16 aprile. Alle ore 22 inizierà la Veglia pasquale nella Notte Santa con i riti della benedizione del fuoco, dell’accensione del cero pasquale e della benedizione dell’acqua battesimale. Durante la liturgia riceveranno dal cardinale l’iniziazione cristiana tre catecumene di nazionalità albanese, iraniana e italiana, della parrocchia perugina di San Donato all’Elce, dove hanno svolto negli ultimi due anni il cammino di preparazione. Domenica di Pasqua, 17 aprile. Alle ore 11, si terrà la Messa della Risurrezione del Signore presieduta dal vescovo ausiliare mons. Marco Salvi. Al termine, la Corale Laurenziana eseguirà il tradizionale canto dell’Alleluia dal “Messiah” di Handel. È la Giornata dell’Alleluia! La Risurrezione del Signore è per i cristiani il giorno della nuova creazione: in Cristo fiorisce la vera vita e la speranza. Il cardinale a Città della Pieve. Il cardinale Bassetti celebrerà la Messa del giorno di Pasqua nella concattedrale di Città della Pieve, alle ore 18; celebrazione che sarà preceduta dalla visita del presule ai “Quadri viventi”. Si tratta di una suggestiva e originale rappresentazione artistica della Passione, Morte e Resurrezione di Cristo interpretata da una quarantina di figuranti con scene incentrate su: L'Ultima Cena, L'Orto del Getsemani, L'Ecce Homo, La Flagellazione, La Pietà sul Cristo Morto, La Resurrezione. I “Quadri viventi 2022”, che hanno per tema “… dall’Ombra alla Luce”, ispirati alla tradizione pittorica che vanta Città della Pieve nel aver dato i natali al Perugino e al Pomarancio, sono realizzati da più di un quarto di secolo (eccetto nei due anni di pandemia) dal Terziere Borgo Dentro nei sotterranei di Palazzo Orca, ammirabili il 17 e il 18 aprile, dalle ore 16 alle 19.]]>

Quanto di atroce e disumano sta accadendo in Ucraina non può non far riflettere e sollecitare anche la comunità diocesana di Perugia-Città della Pieve a vivere con maggiore raccoglimento e sobrietà l’imminente Settimana Santa, Passione, Morte e Risurrezione del Signore, per invocare il dono della pace, racchiuso nel messaggio del mistero pasquale, all’umanità intera già messa a dura prova dalla pandemia e dalle periodiche guerre “dimenticate” in diverse parti del mondo. Alle tante vittime di queste sofferenze va il pensiero e la preghiera della comunità diocesana perugino-pievese che insieme al suo Pastore, il cardinale Gualtiero Bassetti, si appresta in ogni chiesa, santuario e comunità religiosa a rigenerare la propria fede nel vivere intensamente la Settimana Santa, il “cuore” dell’anno liturgico. Settimana che ha inizio la Domenica delle Palme, facendo memoria dell’ingresso di Gesù in Gerusalemme e celebrando la S. Messa della Passione del Signore; Domenica delle Palme, da sempre molto partecipata in ogni comunità parrocchiale, che sarà celebrata con i riti tradizionali (prima del Covid), ma nel rispetto delle norme sanitarie per il contenimento della pandemia.

Il programma delle celebrazioni

Il cardinale Bassetti presiederà i riti della Settimana Santa nella cattedrale di San Lorenzo di Perugia, da Domenica delle Palme, 10 aprile, a Sabato Santo, 16 aprile. Domenica di Pasqua, 17 aprile, celebrerà nella concattedrale di Città della Pieve, recandosi il giorno seguente, Lunedì dell’Angelo, in pellegrinaggio a Roma, in Piazza San Pietro, per l’incontro dei ragazzi italiani con papa Francesco. Il cardinale, martedì 12 aprile, alle ore 17.30, sarà in visita ad uno dei luoghi-simbolo di maggiore sofferenza nel corpo e nello spirito, l’Ospedale “S. Maria della Misericordia” di Perugia, dove nella chiesa interna celebrerà l’Eucaristia con malati, personale sanitario e volontari. Domenica delle Palme, 10 aprile. Alle ore 10.30, in piazza IV Novembre, davanti all’Arcivescovado, si terrà la preghiera iniziale con la benedizione dei ramoscelli d’ulivo per poi, in processione, fare ingresso in cattedrale. Mercoledì Santo, 13 aprile. Alle ore 17, si terrà la Messa del Crisma preceduta dalla processione dei celebranti dalle Logge di San Lorenzo alla cattedrale, percorrendo piazza IV Novembre. È la celebrazione che rappresenta il segno tangibile di unità dell’intera comunità ecclesiale attorno al suo Pastore nel giorno in cui i sacerdoti rinnovano la loro promessa formulata all’ordinazione presbiterale e culmina con la consacrazione degli oli santi. Giovedì Santo, 14 aprile. Alle ore 18, si terrà la Messa in Coena Domini con il rito della lavanda dei piedi, che il cardinale compirà a dodici operatori sanitari, categoria professionale distintasi durante la fase acuta della pandemia. A seguire ci sarà l’adorazione eucaristica animata dai seminaristi all’altare della reposizione e alle ore 22 la preghiera di compieta. Venerdì Santo, 15 aprile. Alle ore 9, come anche Sabato Santo, si terrà la celebrazione dell’Ufficio delle letture e delle Lodi, animata dal gruppo colare “Armonioso Incanto”; alle ore 18, la celebrazione della Passione del Signore con l’atto di adorazione della Croce mediante il rito del bacio limitato al solo cardinale. Sabato Santo, 16 aprile. Alle ore 22 inizierà la Veglia pasquale nella Notte Santa con i riti della benedizione del fuoco, dell’accensione del cero pasquale e della benedizione dell’acqua battesimale. Durante la liturgia riceveranno dal cardinale l’iniziazione cristiana tre catecumene di nazionalità albanese, iraniana e italiana, della parrocchia perugina di San Donato all’Elce, dove hanno svolto negli ultimi due anni il cammino di preparazione. Domenica di Pasqua, 17 aprile. Alle ore 11, si terrà la Messa della Risurrezione del Signore presieduta dal vescovo ausiliare mons. Marco Salvi. Al termine, la Corale Laurenziana eseguirà il tradizionale canto dell’Alleluia dal “Messiah” di Handel. È la Giornata dell’Alleluia! La Risurrezione del Signore è per i cristiani il giorno della nuova creazione: in Cristo fiorisce la vera vita e la speranza. Il cardinale a Città della Pieve. Il cardinale Bassetti celebrerà la Messa del giorno di Pasqua nella concattedrale di Città della Pieve, alle ore 18; celebrazione che sarà preceduta dalla visita del presule ai “Quadri viventi”. Si tratta di una suggestiva e originale rappresentazione artistica della Passione, Morte e Resurrezione di Cristo interpretata da una quarantina di figuranti con scene incentrate su: L'Ultima Cena, L'Orto del Getsemani, L'Ecce Homo, La Flagellazione, La Pietà sul Cristo Morto, La Resurrezione. I “Quadri viventi 2022”, che hanno per tema “… dall’Ombra alla Luce”, ispirati alla tradizione pittorica che vanta Città della Pieve nel aver dato i natali al Perugino e al Pomarancio, sono realizzati da più di un quarto di secolo (eccetto nei due anni di pandemia) dal Terziere Borgo Dentro nei sotterranei di Palazzo Orca, ammirabili il 17 e il 18 aprile, dalle ore 16 alle 19.]]>
“La Pasqua è la vita della nostra vita… Diffondete i frutti della Resurrezione”. L’omelia del cardinale Bassetti alla Veglia di Pasqua https://www.lavoce.it/la-pasqua-e-la-vita-della-nostra-vita-diffondete-i-frutti-della-resurrezione-lomelia-del-cardinale-bassetti-alla-veglia-di-pasqua/ Sat, 03 Apr 2021 17:42:49 +0000 https://www.lavoce.it/?p=60060 La Veglia di Pasqua nella Cattedrale di Perugia

PERUGIA- "Cristo è risorto! L’evento della Resurrezione non riguarda soltanto lui: irrompe nella vita degli uomini e nella storia, e quindi riguarda ciascuno di noi. Purtroppo nel Mondo sembrano prevalere zone di tenebre e tanta paura". A ricordarlo è il cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, nell’omelia della celebrazione della Veglia pasquale nella Cattedrale di San Lorenzo, Sabato Santo 3 aprile, anticipata in orario compatibile con il coprifuoco in vigore a seguito della pandemia.Celebrazione che è iniziata con i riti della benedizione del fuoco e dell’accensione del cero pasquale.

Non abbiate paura

L’omelia del cardinale, che è anche il suo messaggio augurale alla comunità diocesana, incoraggia a non avere paura.

"Anch’io ho corso il rischio di dover lasciare questo mondo ed ho avuto paura – ha detto Bassetti –. Ci sono tante cose che ogni giorno possono farci temere, e sono come tante pietre pesanti sul cammino della nostra esistenza. Ma non temete: lo Spirito Santo, che è l’amore del Padre, ci ripete: “non abbiate paura!”. Cristo è risorto!".

Essere la Pasqua visibile

"La potenza dello Spirito Santo – ha proseguito il cardinale – è il terremoto misterioso e invisibile che rotola ogni pietra sul nostro cammino. Perciò noi cristiani, non tanto con le nostre parole ma con le nostre opere, dobbiamo essere la Pasqua visibile. Diffondete i frutti della Resurrezione: c’è chi ha bisogno di pane, c’è chi ha bisogno di casa, c’è chi ha bisogno di lavoro, c’è chi ha bisogno di ospedale, perché ora è diventato più difficile poter curare ciò che non è pandemia, e gli ospedali hanno enormi difficoltà".

Annunciare Cristo

"Oggi noi cristiani siamo interpellati: dov’è il vostro Cristo? Dov’è la vostra Pasqua? Guai a noi se non sapremo rispondere: Cristo è qui, vive in me, è in noi, è nella comunità, è nella chiesa! Noi credenti dobbiamo diventare credibili. E la credibilità dello stesso Gesù è dove c’è una famiglia, una comunità, una chiesa viva, in cui lui viene amato, comunicato e testimoniato. Quanto è grande la nostra responsabilità di credenti! È dalla Pasqua, dall’incontro con il Signore che nasce la nostra vocazione missionaria. È lo Spirito del Signore, che deve ardere dentro e spingerci ad annunciare Cristo!"

Non distrarsi dallo Spirito

"Facciamo dunque Pasqua in questo modo, cari figli e fratelli. La Pasqua non può terminare con la consuetudine degli auguri di domani e che domani l’altro non ci sono più. La Pasqua è la vita della nostra vita: è giunto il momento, ed è questo, di deciderci per Cristo. Dice San Paolo: “Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra”. La vita cristiana è proiettata verso il futuro. E anche se il mondo ci distrae dalle cose spirituali, tuttavia è proprio là che dobbiamo orientare il nostro sguardo. Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio".

Invadere la vita

"Il tradimento vero della liturgia, e quindi anche della celebrazione pasquale – ha evidenziato Bassetti –, è quello di chiuderla nel tempio e impedirle di invadere la vita. È nascondere nel cuore il tesoro di grazia come qualcosa di personale e di privato e non avere il coraggio della fatica dell’annuncio: questo comportamento sarebbe mettere la luce sotto il secchio e non innalzarla sopra il candelabro"

La carezza di Dio

Il cardinale, soffermandosi sulla Via crucis da piazza San Pietro della sera precedente, ha commentato dicendo

"Sul volto scavato del Santo Padre c’era il dolore di questa umanità, così provata dalla pandemia e triste, come se la speranza fosse morta. Quei bimbi con le loro riflessioni e le loro preghiere sono stati per tutti noi la carezza di Dio".

Aprirsi alla speranza

"E se pensiamo a tutti i poveri e i disperati che giungono dai paesi della guerra, vittime di situazioni assurde, disumane, createsi in questi anni, con in più la tragedia mondiale del “virus”, e pensando quanti, anche da noi, tra breve avranno bisogno di lavoro, di casa, di aiuti economici e di solidarietà, mai come in questo nostro tempo è necessario aprirsi alla speranza. In tutti c’è bisogno di Pasqua: le donne corsero a dare l’annuncio!”. E noi come annunceremo il Risorto, in un mondo assetato di Pasqua, ma anche così distratto?".

Alcuni suggerimenti

Al riguardo il cardinale Bassetti ha voluto dare a ciascuno

"Alcuni suggerimenti concreti: Metti tutti gli uomini, tutti davvero, nel cuore della tua preghiera. Essa è più potente di quanto tu pensi e arriva più lontano di quanto tu immagini; Fatti una mente pulita, libera da pregiudizi e giudizi, per pensare agli altri e incontrarli con disponibilità e libertà interiore; Mantieni con tutti un dialogo aperto e carico di speranza, nel quale, come una fiammella dentro una lampada, splende la coerenza della tua vita; Apri la mano ad aiutare i fratelli secondo le loro necessità e le tue possibilità. La nostra Caritas sta promuovendo interessanti e utilissime iniziative. La carità autentica proclama che Dio non è morto e continua ad amare gli uomini. La carità autentica garantisce l’esperienza pasquale, facendoci passare dalla morte alla vita".

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La Veglia di Pasqua nella Cattedrale di Perugia

PERUGIA- "Cristo è risorto! L’evento della Resurrezione non riguarda soltanto lui: irrompe nella vita degli uomini e nella storia, e quindi riguarda ciascuno di noi. Purtroppo nel Mondo sembrano prevalere zone di tenebre e tanta paura". A ricordarlo è il cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, nell’omelia della celebrazione della Veglia pasquale nella Cattedrale di San Lorenzo, Sabato Santo 3 aprile, anticipata in orario compatibile con il coprifuoco in vigore a seguito della pandemia.Celebrazione che è iniziata con i riti della benedizione del fuoco e dell’accensione del cero pasquale.

Non abbiate paura

L’omelia del cardinale, che è anche il suo messaggio augurale alla comunità diocesana, incoraggia a non avere paura.

"Anch’io ho corso il rischio di dover lasciare questo mondo ed ho avuto paura – ha detto Bassetti –. Ci sono tante cose che ogni giorno possono farci temere, e sono come tante pietre pesanti sul cammino della nostra esistenza. Ma non temete: lo Spirito Santo, che è l’amore del Padre, ci ripete: “non abbiate paura!”. Cristo è risorto!".

Essere la Pasqua visibile

"La potenza dello Spirito Santo – ha proseguito il cardinale – è il terremoto misterioso e invisibile che rotola ogni pietra sul nostro cammino. Perciò noi cristiani, non tanto con le nostre parole ma con le nostre opere, dobbiamo essere la Pasqua visibile. Diffondete i frutti della Resurrezione: c’è chi ha bisogno di pane, c’è chi ha bisogno di casa, c’è chi ha bisogno di lavoro, c’è chi ha bisogno di ospedale, perché ora è diventato più difficile poter curare ciò che non è pandemia, e gli ospedali hanno enormi difficoltà".

Annunciare Cristo

"Oggi noi cristiani siamo interpellati: dov’è il vostro Cristo? Dov’è la vostra Pasqua? Guai a noi se non sapremo rispondere: Cristo è qui, vive in me, è in noi, è nella comunità, è nella chiesa! Noi credenti dobbiamo diventare credibili. E la credibilità dello stesso Gesù è dove c’è una famiglia, una comunità, una chiesa viva, in cui lui viene amato, comunicato e testimoniato. Quanto è grande la nostra responsabilità di credenti! È dalla Pasqua, dall’incontro con il Signore che nasce la nostra vocazione missionaria. È lo Spirito del Signore, che deve ardere dentro e spingerci ad annunciare Cristo!"

Non distrarsi dallo Spirito

"Facciamo dunque Pasqua in questo modo, cari figli e fratelli. La Pasqua non può terminare con la consuetudine degli auguri di domani e che domani l’altro non ci sono più. La Pasqua è la vita della nostra vita: è giunto il momento, ed è questo, di deciderci per Cristo. Dice San Paolo: “Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù, pensate alle cose di lassù, non a quelle della terra”. La vita cristiana è proiettata verso il futuro. E anche se il mondo ci distrae dalle cose spirituali, tuttavia è proprio là che dobbiamo orientare il nostro sguardo. Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio".

Invadere la vita

"Il tradimento vero della liturgia, e quindi anche della celebrazione pasquale – ha evidenziato Bassetti –, è quello di chiuderla nel tempio e impedirle di invadere la vita. È nascondere nel cuore il tesoro di grazia come qualcosa di personale e di privato e non avere il coraggio della fatica dell’annuncio: questo comportamento sarebbe mettere la luce sotto il secchio e non innalzarla sopra il candelabro"

La carezza di Dio

Il cardinale, soffermandosi sulla Via crucis da piazza San Pietro della sera precedente, ha commentato dicendo

"Sul volto scavato del Santo Padre c’era il dolore di questa umanità, così provata dalla pandemia e triste, come se la speranza fosse morta. Quei bimbi con le loro riflessioni e le loro preghiere sono stati per tutti noi la carezza di Dio".

Aprirsi alla speranza

"E se pensiamo a tutti i poveri e i disperati che giungono dai paesi della guerra, vittime di situazioni assurde, disumane, createsi in questi anni, con in più la tragedia mondiale del “virus”, e pensando quanti, anche da noi, tra breve avranno bisogno di lavoro, di casa, di aiuti economici e di solidarietà, mai come in questo nostro tempo è necessario aprirsi alla speranza. In tutti c’è bisogno di Pasqua: le donne corsero a dare l’annuncio!”. E noi come annunceremo il Risorto, in un mondo assetato di Pasqua, ma anche così distratto?".

Alcuni suggerimenti

Al riguardo il cardinale Bassetti ha voluto dare a ciascuno

"Alcuni suggerimenti concreti: Metti tutti gli uomini, tutti davvero, nel cuore della tua preghiera. Essa è più potente di quanto tu pensi e arriva più lontano di quanto tu immagini; Fatti una mente pulita, libera da pregiudizi e giudizi, per pensare agli altri e incontrarli con disponibilità e libertà interiore; Mantieni con tutti un dialogo aperto e carico di speranza, nel quale, come una fiammella dentro una lampada, splende la coerenza della tua vita; Apri la mano ad aiutare i fratelli secondo le loro necessità e le tue possibilità. La nostra Caritas sta promuovendo interessanti e utilissime iniziative. La carità autentica proclama che Dio non è morto e continua ad amare gli uomini. La carità autentica garantisce l’esperienza pasquale, facendoci passare dalla morte alla vita".

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Messa del Crisma celebrata nelle diocesi – video e foto gallery https://www.lavoce.it/messa-del-crisma-celebrata-nelle-diocesi-video-e-foto-gallery/ Wed, 31 Mar 2021 18:57:13 +0000 https://www.lavoce.it/?p=59976

Nelle diocesi umbre quest'anno la Messa del Crisma è stata celebrata in presenza e non è stata rinviata, come era accaduto l'anno scorso.

Perugia

Il cardinale Gualtiero Bassetti ha celebrato nella Cattedrale di San Lorenzo (leggi qui l'articolo).

Assisi

Nella cattedrale di San Rufino il vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino,  il 31 marzo, mercoledì Santo alle ore 16,30 ha presieduto la celebrazione della Messa crismale con la benedizione degli olii santi. La liturgia è stata trasmessa in diretta da “Maria Vision” ed è possibile rivederla sul canale FaceBook della diocesi.

Terni

Mercoledì 31 marzo alle ore 17 nella Cattedrale di Terni si è tenuta la solenne celebrazione della Messa Crismale,   nel rispetto della capienza della cattedrale di Terni e delle norme anti Covid. Erano presenti i sacerdoti della diocesi, diaconi, religiose e religiosi, cavalieri e dame del santo Sepolcro di Gerusalemme, un rappresentante di ogni consiglio pastorale parrocchiale, un rappresentante di movimenti e associazioni ecclesiali. La liturgia si può rivedere sul canale YouTube della Diocesi. https://www.youtube.com/watch?v=FioUztrDf7w&t=18s  

Spoleto

Nel pomeriggio di mercoledì 31 marzo 2021 nella Basilica Cattedrale di Spoleto l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo, insieme a tutti i presbiteri, ha presieduto la Messa Crismale. Nel sito della diocesi l'omelia, la fotogallery e il video. https://www.youtube.com/watch?v=UQK6csFBL6k  

Gubbio

Il Mercoledì Santo, alle ore 17, in Cattedrale è stata celebrata la messa crismale presieduta da mons. Paolucci Bedini, nel rispetto delle norme per la pandemia. Le immagini della celebrazione. [gallery td_select_gallery_slide="slide" td_gallery_title_input="Messa del Crisma a Gubbio celebrata da mons. Paolucci Bedini" ids="59991,59990,59989,59988,59987,59986,59985,59984,59983"]  ]]>

Nelle diocesi umbre quest'anno la Messa del Crisma è stata celebrata in presenza e non è stata rinviata, come era accaduto l'anno scorso.

Perugia

Il cardinale Gualtiero Bassetti ha celebrato nella Cattedrale di San Lorenzo (leggi qui l'articolo).

Assisi

Nella cattedrale di San Rufino il vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino,  il 31 marzo, mercoledì Santo alle ore 16,30 ha presieduto la celebrazione della Messa crismale con la benedizione degli olii santi. La liturgia è stata trasmessa in diretta da “Maria Vision” ed è possibile rivederla sul canale FaceBook della diocesi.

Terni

Mercoledì 31 marzo alle ore 17 nella Cattedrale di Terni si è tenuta la solenne celebrazione della Messa Crismale,   nel rispetto della capienza della cattedrale di Terni e delle norme anti Covid. Erano presenti i sacerdoti della diocesi, diaconi, religiose e religiosi, cavalieri e dame del santo Sepolcro di Gerusalemme, un rappresentante di ogni consiglio pastorale parrocchiale, un rappresentante di movimenti e associazioni ecclesiali. La liturgia si può rivedere sul canale YouTube della Diocesi. https://www.youtube.com/watch?v=FioUztrDf7w&t=18s  

Spoleto

Nel pomeriggio di mercoledì 31 marzo 2021 nella Basilica Cattedrale di Spoleto l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo, insieme a tutti i presbiteri, ha presieduto la Messa Crismale. Nel sito della diocesi l'omelia, la fotogallery e il video. https://www.youtube.com/watch?v=UQK6csFBL6k  

Gubbio

Il Mercoledì Santo, alle ore 17, in Cattedrale è stata celebrata la messa crismale presieduta da mons. Paolucci Bedini, nel rispetto delle norme per la pandemia. Le immagini della celebrazione. [gallery td_select_gallery_slide="slide" td_gallery_title_input="Messa del Crisma a Gubbio celebrata da mons. Paolucci Bedini" ids="59991,59990,59989,59988,59987,59986,59985,59984,59983"]  ]]>
Pasqua. La morte… poi ecco che fa irruzione la Luce https://www.lavoce.it/pasqua-la-morte-poi-ecco-che-fa-irruzione-la-luce/ Wed, 31 Mar 2021 17:21:53 +0000 https://www.lavoce.it/?p=59942

Tutto tace! Nulla è andato come speravamo, almeno per quello che siamo riusciti a comprendere! L’ingresso del Messia a Gerusalemme è stato quasi trionfale, seppur su un’umile cavalcatura: chi stendeva vesti per farne dei tappeti, chi osannava con fronde d’alberi, chi invece acclamava al figlio di Davide. Quanto successo tra la gente, anche se spesso accompagnato dal rifiuto dell’autorità civile e religiosa! Un Maestro che proferiva parole importanti - vero, talvolta molto audaci e non di facile comprensione -, compiva gesti straordinari e di affetto verso chi ne aveva bisogno. E ora qui nella Città santa tutto sembra essere finito: l’arresto, il processo, la croce, un corpo esanime tra la fredda pietra. Oggi tutto tace, eppure noi avevamo sperato…. Sarà stata forse questa percezione di smarrimento e nonsenso a pervadere l’animo di quel drappello di uomini e donne chiamati discepoli, che fin dagli inizi avevano seguito l’Uomo-Dio di Nazareth, il cui nome riecheggiava in Medio Oriente, ma la cui fine, nonostante più volte lui l’avesse profetizzata, ai loro occhi non è parsa degna. Smarrimento e nonsenso che anche noi ora sperimentiamo. Un anno fa l’inizio della nostra “passione”: il nemico in breve tempo ha travolto il mondo, quella che pensavamo un’epidemia localizzata è stata dichiarata pandemia. Da quel momento contagi in crescita, bollettini giornalieri malauguranti, sofferenza, sovraccarico delle strutture sanitarie, morti quasi in solitudine, crisi economica, povertà in aumento: il nostro sepolcro, il nostro Sabato santo, dove tutto tace! Poi quelle donne, al far del giorno quando ancora era buio, si incamminano verso il luogo della sepoltura per ungere il corpo del Maestro. Incredulità, stupore, timore: la pietra è rotolata via, il corpo non c’è. Una voce rompe il silenzio: “Non è qui, è risorto”. La morte è tornata sui suoi passi e ha lasciato spazio alla vita. Gioia nel vedere che non ha avuto l’ultima parola! Nel tempo drammatico che stiamo vivendo, in questo silenzio angosciante, una voce si alza, chiara e distinta, per ridonare speranza: “Non temete, Io Sono!”. Il Risorto anche ora risolleverà l’opera del Creatore. La divina potenza, oggi come allora, accanto all’umana intelligenza e alla buona volontà dei fratelli e delle sorelle mai tiratisi indietro, rotolerà la pietra che ostruisce l’ingresso del sepolcro, farà irrompere la luce della Pasqua nelle tenebre del tempo presente. Io voglio sperare, perché credo in Lui, perché ho fiducia nell’umanità.]]>

Tutto tace! Nulla è andato come speravamo, almeno per quello che siamo riusciti a comprendere! L’ingresso del Messia a Gerusalemme è stato quasi trionfale, seppur su un’umile cavalcatura: chi stendeva vesti per farne dei tappeti, chi osannava con fronde d’alberi, chi invece acclamava al figlio di Davide. Quanto successo tra la gente, anche se spesso accompagnato dal rifiuto dell’autorità civile e religiosa! Un Maestro che proferiva parole importanti - vero, talvolta molto audaci e non di facile comprensione -, compiva gesti straordinari e di affetto verso chi ne aveva bisogno. E ora qui nella Città santa tutto sembra essere finito: l’arresto, il processo, la croce, un corpo esanime tra la fredda pietra. Oggi tutto tace, eppure noi avevamo sperato…. Sarà stata forse questa percezione di smarrimento e nonsenso a pervadere l’animo di quel drappello di uomini e donne chiamati discepoli, che fin dagli inizi avevano seguito l’Uomo-Dio di Nazareth, il cui nome riecheggiava in Medio Oriente, ma la cui fine, nonostante più volte lui l’avesse profetizzata, ai loro occhi non è parsa degna. Smarrimento e nonsenso che anche noi ora sperimentiamo. Un anno fa l’inizio della nostra “passione”: il nemico in breve tempo ha travolto il mondo, quella che pensavamo un’epidemia localizzata è stata dichiarata pandemia. Da quel momento contagi in crescita, bollettini giornalieri malauguranti, sofferenza, sovraccarico delle strutture sanitarie, morti quasi in solitudine, crisi economica, povertà in aumento: il nostro sepolcro, il nostro Sabato santo, dove tutto tace! Poi quelle donne, al far del giorno quando ancora era buio, si incamminano verso il luogo della sepoltura per ungere il corpo del Maestro. Incredulità, stupore, timore: la pietra è rotolata via, il corpo non c’è. Una voce rompe il silenzio: “Non è qui, è risorto”. La morte è tornata sui suoi passi e ha lasciato spazio alla vita. Gioia nel vedere che non ha avuto l’ultima parola! Nel tempo drammatico che stiamo vivendo, in questo silenzio angosciante, una voce si alza, chiara e distinta, per ridonare speranza: “Non temete, Io Sono!”. Il Risorto anche ora risolleverà l’opera del Creatore. La divina potenza, oggi come allora, accanto all’umana intelligenza e alla buona volontà dei fratelli e delle sorelle mai tiratisi indietro, rotolerà la pietra che ostruisce l’ingresso del sepolcro, farà irrompere la luce della Pasqua nelle tenebre del tempo presente. Io voglio sperare, perché credo in Lui, perché ho fiducia nell’umanità.]]>
VIDEO-Sabato Santo. Il cuore resta in silenziosa attesa https://www.lavoce.it/sabato-santo-il-giorno-del-silenzio/ Wed, 08 Apr 2020 07:00:06 +0000 https://www.lavoce.it/?p=56727 logo rubrica domande sulla liturgia

Il giorno del grande silenzio: il Sabato santo

Il Triduo pasquale si conclude con i vespri nella Domenica di risurrezione, ma tra la celebrazione della Passione del Signore nel Venerdì santo e la Veglia pasquale della notte, seguita dalle messe nella domenica di Pasqua, c’è un giorno da noi occidentali poco considerato, che è il giorno del grande silenzio: il Sabato santo. Il Messale romano stringatamente dice:

“Il Sabato santo, la Chiesa sosta presso il sepolcro del Signore, meditando la sua passione e morte, astenendosi dal celebrare il sacrificio della messa (la mensa resta senza tovaglia e ornamenti) fino alla solenne Veglia o attesa notturna della risurrezione” (p. 160).

Effettivamente di questa assenza di celebrazioni ce ne accorgiamo, anche se il posto del silenzio celebrativo è stato sostituito in molti luoghi dalla tradizionale benedizione dei cibi. Non ci accorgiamo del senso profondo di questo silenzio, di questa “assenza” che fa rivivere in qualche maniera l’attesa speranzosa degli apostoli tra la morte del Signore e la sua risurrezione.

Il senso dell’attesa silenziosa

Fu Pio XII a restituire al Sabato santo, con la promozione di una riforma liturgica, il senso dell’attesa silenziosa presso il sepolcro. Per coglierne quindi questo senso che spesso ci sfugge, di un silenzio sì ma non un silenzio vuoto, propongo uno stralcio di un’antica omelia sul Sabato santo che la Chiesa offre alla meditazione nell’ufficio delle letture proprio in questo giorno. “Che cosa è avvenuto? Oggi sulla terra c’è grande silenzio, grande silenzio e solitudine. Grande silenzio perché il Re dorme: la terra è rimasta sbigottita e tace perché il Dio fatto carne si è addormentato e ha svegliato coloro che da secoli dormivano. Dio è morto nella carne ed è sceso a scuotere il regno degli inferi”.

Silenzio liturgico: attesa nella quale Cristo agisce

Nel silenzio liturgico viene espresso dunque l’attesa nella quale Cristo agisce. Egli si immerge negli inferi per scuotere l’umanità, “prendendola per mano”, come afferma l’antica omelia, dicendo: “Svegliati, tu che dormi, e risorgi dai morti, e Cristo ti illuminerà”. C’è una bellissima icona orientale, quella della Discesa agli inferi, in cui Cristo scende spalancando le porte degli inferi ed entra lì come vivente, stendendo le mani verso un uomo e una donna afferrandoli per il polso: sono Adamo ed Eva che, seguiti da una moltitudine di persone, sono sottratti dalla morte per essere condotti al Padre. Ecco dunque attraverso queste due immagini, una letteraria e una pittorica, il senso profondo di questo nostro silenzio. La tradizione bizantina, invece, dà un ulteriore - e a mio avviso, prezioso - significato a questo Sabato. Infatti nelle Chiese d’Oriente in quel giorno si contempla anche la Madre di Dio contando i suoi encomi funebri. Perché lei è la prima che resta in attesa, la prima che ha seguito il Signore, la prima a soffrirne per la morte. Dunque queste due prospettive, che non si escludono anzi, possono indicarci lo spirito con cui vivere il Sabato santo: l’attesa dolorosa ma allo stesso trepidante presso il Sepolcro, quando il cuore della Madre sa che il dolore della morte è sconfitto dalla Vita. Don Francesco Verzini https://www.youtube.com/watch?v=_APTa742j1Q]]>
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Il giorno del grande silenzio: il Sabato santo

Il Triduo pasquale si conclude con i vespri nella Domenica di risurrezione, ma tra la celebrazione della Passione del Signore nel Venerdì santo e la Veglia pasquale della notte, seguita dalle messe nella domenica di Pasqua, c’è un giorno da noi occidentali poco considerato, che è il giorno del grande silenzio: il Sabato santo. Il Messale romano stringatamente dice:

“Il Sabato santo, la Chiesa sosta presso il sepolcro del Signore, meditando la sua passione e morte, astenendosi dal celebrare il sacrificio della messa (la mensa resta senza tovaglia e ornamenti) fino alla solenne Veglia o attesa notturna della risurrezione” (p. 160).

Effettivamente di questa assenza di celebrazioni ce ne accorgiamo, anche se il posto del silenzio celebrativo è stato sostituito in molti luoghi dalla tradizionale benedizione dei cibi. Non ci accorgiamo del senso profondo di questo silenzio, di questa “assenza” che fa rivivere in qualche maniera l’attesa speranzosa degli apostoli tra la morte del Signore e la sua risurrezione.

Il senso dell’attesa silenziosa

Fu Pio XII a restituire al Sabato santo, con la promozione di una riforma liturgica, il senso dell’attesa silenziosa presso il sepolcro. Per coglierne quindi questo senso che spesso ci sfugge, di un silenzio sì ma non un silenzio vuoto, propongo uno stralcio di un’antica omelia sul Sabato santo che la Chiesa offre alla meditazione nell’ufficio delle letture proprio in questo giorno. “Che cosa è avvenuto? Oggi sulla terra c’è grande silenzio, grande silenzio e solitudine. Grande silenzio perché il Re dorme: la terra è rimasta sbigottita e tace perché il Dio fatto carne si è addormentato e ha svegliato coloro che da secoli dormivano. Dio è morto nella carne ed è sceso a scuotere il regno degli inferi”.

Silenzio liturgico: attesa nella quale Cristo agisce

Nel silenzio liturgico viene espresso dunque l’attesa nella quale Cristo agisce. Egli si immerge negli inferi per scuotere l’umanità, “prendendola per mano”, come afferma l’antica omelia, dicendo: “Svegliati, tu che dormi, e risorgi dai morti, e Cristo ti illuminerà”. C’è una bellissima icona orientale, quella della Discesa agli inferi, in cui Cristo scende spalancando le porte degli inferi ed entra lì come vivente, stendendo le mani verso un uomo e una donna afferrandoli per il polso: sono Adamo ed Eva che, seguiti da una moltitudine di persone, sono sottratti dalla morte per essere condotti al Padre. Ecco dunque attraverso queste due immagini, una letteraria e una pittorica, il senso profondo di questo nostro silenzio. La tradizione bizantina, invece, dà un ulteriore - e a mio avviso, prezioso - significato a questo Sabato. Infatti nelle Chiese d’Oriente in quel giorno si contempla anche la Madre di Dio contando i suoi encomi funebri. Perché lei è la prima che resta in attesa, la prima che ha seguito il Signore, la prima a soffrirne per la morte. Dunque queste due prospettive, che non si escludono anzi, possono indicarci lo spirito con cui vivere il Sabato santo: l’attesa dolorosa ma allo stesso trepidante presso il Sepolcro, quando il cuore della Madre sa che il dolore della morte è sconfitto dalla Vita. Don Francesco Verzini https://www.youtube.com/watch?v=_APTa742j1Q]]>
VIDEO | Settimana Santa. Rivivendo la Passione in noi e tra noi https://www.lavoce.it/settimana-santa-rivivendo-la-passione/ Mon, 30 Mar 2020 08:30:56 +0000 https://www.lavoce.it/?p=56641 logo rubrica domande sulla liturgia

Per antica consuetudine nel Venerdì santo, dedicato alla contemplazione della passione di Gesù, non è celebrata l’eucarestia; ma in un’ora pomeridiana - il Messale parla delle 3 del pomeriggio, a meno che non intervengano altri motivi pastorali - viene celebrata la Passione del Signore. La religiosità popolare e il sentire del popolo ha spostato l’accento, in questo giorno santo, su manifestazioni di pietà (Via crucis o processione del Cristo morto) che in realtà non fanno parte del Triduo pasquale. Certamente danno la possibilità alla comunità cristiana di contemplare la “via dolorosa” che Gesù percorse dalla sua condanna a morte al Golgota. Essa non può oscurare il Triduo pasquale, il quale propone nel Venerdì santo una densa e significativa liturgia. La celebrazione della Passione del Signore difatti è composta da tre momenti:
  • liturgia della Parola
  • adorazione della croce
  • comunione eucaristica

La liturgia della Parola

Dopo che il sacerdote, con le vesti liturgiche rosse, si è diretto verso l’altare e si prostra a terra mentre tutti pregano nel silenzio, si apre la liturgia della Parola che vede proclamare Isaia 52,13 - 53,12, il quarto “Canto del Servo”, che la tradizione cristiana li ha sempre letti in chiave messianica. Segue poi la Lettera agli Ebrei 4,14-16; 5,7-9 dove è sottolineata la figura sacerdotale di Cristo, che in obbedienza al Padre sacrificò se stesso per la salvezza eterna. Apice della liturgia della Parola è la Passione del Signore tratta dal vangelo di Giovanni (18,1 - 19,42), che, con la possibilità di essere proclamata a più voci, assume un tono drammatico così da condurre il popolo alla contemplazione del Mistero che si sta celebrando. La liturgia della Parola si conclude con una lunga preghiera universale in cui si intercede per la Chiesa, il Papa, il popolo di Dio, i catecumeni, per l’unità dei cristiani, per gli ebrei (dove l’accento è spostato sulla fedeltà all’Alleanza piuttosto che sulla loro conversione, come un tempo). Per i non cristiani, per i non credenti, per i governanti e per i tribolati.

Adorazione della croce

Segue poi l’adorazione della croce nella quale, attraverso la sua ostensione, il popolo possa adorarla. Ci si dirige processionalmente verso di essa per genuflettersi e baciarla, accompagnati dal canto di antichi inni.

Comunione eucaristica

Segue infine la terza parte, quella della Comunione. In questa parte viene ricoperto l’altare da una tovaglia (alla fine della precedente Messa in Coena Domini era avvenuta la sua spogliazione), e viene portato lì il Santissimo Sacramento che, dopo il Padre nostro, è ai fedeli. Questo rito della Comunione senza consacrazione potremmo farlo risalire alla messa detta dei ‘presantificati’ (santificati prima), prassi ancora presente nelle Chiese d’Oriente nel tempo di Quaresima. Nella Chiesa latina invece solo in questo giorno si accede alla Comunione senza la consacrazione, perché “il ricordo del sacrificio compiuto oggi sul Calvario occupa talmente il pensiero della Chiesa che essa rinuncia a rinnovare sull’altare l’immolazione della vittima divina” (P. Guéranger, L’anno liturgico). https://www.youtube.com/watch?v=Et3Yid7YB1s]]>
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Per antica consuetudine nel Venerdì santo, dedicato alla contemplazione della passione di Gesù, non è celebrata l’eucarestia; ma in un’ora pomeridiana - il Messale parla delle 3 del pomeriggio, a meno che non intervengano altri motivi pastorali - viene celebrata la Passione del Signore. La religiosità popolare e il sentire del popolo ha spostato l’accento, in questo giorno santo, su manifestazioni di pietà (Via crucis o processione del Cristo morto) che in realtà non fanno parte del Triduo pasquale. Certamente danno la possibilità alla comunità cristiana di contemplare la “via dolorosa” che Gesù percorse dalla sua condanna a morte al Golgota. Essa non può oscurare il Triduo pasquale, il quale propone nel Venerdì santo una densa e significativa liturgia. La celebrazione della Passione del Signore difatti è composta da tre momenti:
  • liturgia della Parola
  • adorazione della croce
  • comunione eucaristica

La liturgia della Parola

Dopo che il sacerdote, con le vesti liturgiche rosse, si è diretto verso l’altare e si prostra a terra mentre tutti pregano nel silenzio, si apre la liturgia della Parola che vede proclamare Isaia 52,13 - 53,12, il quarto “Canto del Servo”, che la tradizione cristiana li ha sempre letti in chiave messianica. Segue poi la Lettera agli Ebrei 4,14-16; 5,7-9 dove è sottolineata la figura sacerdotale di Cristo, che in obbedienza al Padre sacrificò se stesso per la salvezza eterna. Apice della liturgia della Parola è la Passione del Signore tratta dal vangelo di Giovanni (18,1 - 19,42), che, con la possibilità di essere proclamata a più voci, assume un tono drammatico così da condurre il popolo alla contemplazione del Mistero che si sta celebrando. La liturgia della Parola si conclude con una lunga preghiera universale in cui si intercede per la Chiesa, il Papa, il popolo di Dio, i catecumeni, per l’unità dei cristiani, per gli ebrei (dove l’accento è spostato sulla fedeltà all’Alleanza piuttosto che sulla loro conversione, come un tempo). Per i non cristiani, per i non credenti, per i governanti e per i tribolati.

Adorazione della croce

Segue poi l’adorazione della croce nella quale, attraverso la sua ostensione, il popolo possa adorarla. Ci si dirige processionalmente verso di essa per genuflettersi e baciarla, accompagnati dal canto di antichi inni.

Comunione eucaristica

Segue infine la terza parte, quella della Comunione. In questa parte viene ricoperto l’altare da una tovaglia (alla fine della precedente Messa in Coena Domini era avvenuta la sua spogliazione), e viene portato lì il Santissimo Sacramento che, dopo il Padre nostro, è ai fedeli. Questo rito della Comunione senza consacrazione potremmo farlo risalire alla messa detta dei ‘presantificati’ (santificati prima), prassi ancora presente nelle Chiese d’Oriente nel tempo di Quaresima. Nella Chiesa latina invece solo in questo giorno si accede alla Comunione senza la consacrazione, perché “il ricordo del sacrificio compiuto oggi sul Calvario occupa talmente il pensiero della Chiesa che essa rinuncia a rinnovare sull’altare l’immolazione della vittima divina” (P. Guéranger, L’anno liturgico). https://www.youtube.com/watch?v=Et3Yid7YB1s]]>