trasporti Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/trasporti/ Settimanale di informazione regionale Mon, 20 Apr 2020 16:45:33 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg trasporti Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/trasporti/ 32 32 Nuovo allarme trasporti tagliati. Con un buco di 15 milioni, la Giunta riduce le spese https://www.lavoce.it/trasporti-giunta-riduce-spese/ Fri, 31 Jan 2020 11:48:48 +0000 https://www.lavoce.it/?p=56165 trasporti

Agli umbri piace spostarsi in automobile. Lo dimostrano i dati Istat e dell’Osservatorio Unipol-Sai: meno del 6 per cento usano i mezzi pubblici per recarsi al lavoro, e 6 studenti su dieci arrivano a scuola in auto. Con il non piacevole primato che la nostra è la Regione italiana con la maggiore densità di auto in rapporto alla popolazione, ognuna delle quali mediamente percorre più di 14.000 chilometri all’anno, altro record nazionale.

Abitudini e comportamenti che però probabilmente dipendono anche da un sistema di trasporti pubblici che non soddisfa le esigenze di chi deve spostarsi, non solo nei paesini e borghi, ma anche nelle città più grandi. In tempi in cui si dovrebbe ridurre l’uso dell’auto per la tutela di un ambiente già troppo malato. E invece in Umbria si prospetta la riduzione del servizio trasporti pubblici, con il taglio di corse degli autobus per ripianare i debiti accumulati in anni di una gestione che è anche oggetto di indagini della magistratura perugina per i reati di associazione per delinquere, corruzione e bancarotta fraudolenta.

Con un buco di bilancio di 15 milioni che la nuova Giunta regionale si trova a dover ripianare. “Di certo – ha detto l’assessore regionale ai Trasporti, Enrico Melasecche si impongono una serie di decisioni coraggiose e responsabili, che coinvolgono tutti gli attori di questo settore, dalla stessa Regione agli enti locali, dalle aziende interessate al servizio, ai sindacati, ai singoli lavoratori, a tutti gli umbri, nessuno escluso”.

Per Melasecche, “è ingeneroso addebitare a questa Giunta, insediata da poche settimane, la mancata presentazione di ricette miracolose, considerato che sono in corso incontri serrati a tutti i livelli, regionali e nazionali, per cercare di affrontare una migliore rimodulazione dei servizi, l’eliminazione di sprechi e di eventuali corse inutili nei casi in cui non c’è un’utenza minimamente adeguata ai costi che l’intera collettività regionale è costretta a sopportare”.

L’ipotesi di “eliminazione delle corse inutili” annunciata e ribadita in più occasioni dall’assessore preoccupa non solo gli utenti ma anche i sindacati, che hanno subito proclamato lo stato di agitazione, nel timore che siano a rischio i posti di lavoro. Sono infatti 2.500 gli addetti del settore, tra pubblico e privato.

Un nuovo incontro tra sindacati e assessore è in programma per il 10 febbraio, in attesa - ha spiegato Melasecche che “le società fornitrici dei servizi consegnino i dati analitici relativi al tasso di utilizzo delle corse e le proposte dettagliate in merito”. In un’intervista al Corriere dell’Umbria l’assessore ha parlato di “corse vuote che non possiamo più permetterci di mantenere”, e della necessità “di compiere scelte nell’integrazione fra rotaie e gomma”.

Anche su rotaia, però, in Umbria i problemi non mancano. L’esempio più eclatante è quello della Ferrovia centrale umbra, che poteva essere la nostra “metropolitana”. Un servizio interrotto da circa tre anni e solo parzialmente riattivato tra le stazioni di Città di Castello e Perugia Ponte San Giovanni, con treni che però, per ragioni di sicurezza, vanno talmente piano che i pochi pendolari che li usano impiegano un’ora e mezzo per il viaggio tra le due stazioni.

“Carrozze fatiscenti e treni diesel - ricorda Carla Spagnoli, presidente del Movimento per Perugia - nonostante la ferrovia sia elettrificata da San Sepolcro a Ponte San Giovanni e abbia a disposizione quattro treni elettrici Minuetto costati circa 16 milioni, e oggi abbandonati perché mancano i pezzi di ricambio”.

Nel tratto tra Ponte San Giovanni e Perugia Sant’Anna (quest’ultima è diventata una sorta di giardino abbandonato, con arbusti e erba cresciuti tra i binari) i lavori di ammodernamnto della ferrovia dovrebbero concludersi entro il prossimo anno, mentre non ci sono né soldi né progetti concreti per i lavori e la riattivazione dei collegamenti con Terni e Sansepolcro.

Anche l’offerta e la qualità dei servizi delle Ferrovie dello Stato (Terontola - Perugia - Foligno - Terni) non è il massimo. Per il raddoppio della Foligno-Terontola sono già stati stanziati 32 milioni di euro, sperando che non si ripeta quanto avvenuto per il raddoppio della ferrovia tra Campello e Spoleto, con lavori cominciati da vent’anni e non ancora finiti. Tante e forse anche troppe le proposte per i collegamenti interregionali.

Il Frecciarossa per Milano (alla Regione costa alcuni milioni di euro all’anno) ha avuto più viaggiatori del previsto, solo che dal dicembre scorso non arriva più alla Stazione centrale di Milano ma in quella periferica di Rogoredo. Tante richieste per fermate di questi treni anche a Orte, Chiusi, Terontola, ma per ora senza risposta poiché i convogli “superveloci” devono fare poche soste per rimanere tali.

La Presidente della Regione, Donatella Tesei, propone collegamenti veloci Frecciabianca da Perugia e Terni con le stazioni di Roma e Firenze, dove poi usufruire anche dei treni Frecciarossa. Proposte la cui fattibilità e i cui costi sono ancora da verificare.

Enzo Ferrini

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Agli umbri piace spostarsi in automobile. Lo dimostrano i dati Istat e dell’Osservatorio Unipol-Sai: meno del 6 per cento usano i mezzi pubblici per recarsi al lavoro, e 6 studenti su dieci arrivano a scuola in auto. Con il non piacevole primato che la nostra è la Regione italiana con la maggiore densità di auto in rapporto alla popolazione, ognuna delle quali mediamente percorre più di 14.000 chilometri all’anno, altro record nazionale.

Abitudini e comportamenti che però probabilmente dipendono anche da un sistema di trasporti pubblici che non soddisfa le esigenze di chi deve spostarsi, non solo nei paesini e borghi, ma anche nelle città più grandi. In tempi in cui si dovrebbe ridurre l’uso dell’auto per la tutela di un ambiente già troppo malato. E invece in Umbria si prospetta la riduzione del servizio trasporti pubblici, con il taglio di corse degli autobus per ripianare i debiti accumulati in anni di una gestione che è anche oggetto di indagini della magistratura perugina per i reati di associazione per delinquere, corruzione e bancarotta fraudolenta.

Con un buco di bilancio di 15 milioni che la nuova Giunta regionale si trova a dover ripianare. “Di certo – ha detto l’assessore regionale ai Trasporti, Enrico Melasecche si impongono una serie di decisioni coraggiose e responsabili, che coinvolgono tutti gli attori di questo settore, dalla stessa Regione agli enti locali, dalle aziende interessate al servizio, ai sindacati, ai singoli lavoratori, a tutti gli umbri, nessuno escluso”.

Per Melasecche, “è ingeneroso addebitare a questa Giunta, insediata da poche settimane, la mancata presentazione di ricette miracolose, considerato che sono in corso incontri serrati a tutti i livelli, regionali e nazionali, per cercare di affrontare una migliore rimodulazione dei servizi, l’eliminazione di sprechi e di eventuali corse inutili nei casi in cui non c’è un’utenza minimamente adeguata ai costi che l’intera collettività regionale è costretta a sopportare”.

L’ipotesi di “eliminazione delle corse inutili” annunciata e ribadita in più occasioni dall’assessore preoccupa non solo gli utenti ma anche i sindacati, che hanno subito proclamato lo stato di agitazione, nel timore che siano a rischio i posti di lavoro. Sono infatti 2.500 gli addetti del settore, tra pubblico e privato.

Un nuovo incontro tra sindacati e assessore è in programma per il 10 febbraio, in attesa - ha spiegato Melasecche che “le società fornitrici dei servizi consegnino i dati analitici relativi al tasso di utilizzo delle corse e le proposte dettagliate in merito”. In un’intervista al Corriere dell’Umbria l’assessore ha parlato di “corse vuote che non possiamo più permetterci di mantenere”, e della necessità “di compiere scelte nell’integrazione fra rotaie e gomma”.

Anche su rotaia, però, in Umbria i problemi non mancano. L’esempio più eclatante è quello della Ferrovia centrale umbra, che poteva essere la nostra “metropolitana”. Un servizio interrotto da circa tre anni e solo parzialmente riattivato tra le stazioni di Città di Castello e Perugia Ponte San Giovanni, con treni che però, per ragioni di sicurezza, vanno talmente piano che i pochi pendolari che li usano impiegano un’ora e mezzo per il viaggio tra le due stazioni.

“Carrozze fatiscenti e treni diesel - ricorda Carla Spagnoli, presidente del Movimento per Perugia - nonostante la ferrovia sia elettrificata da San Sepolcro a Ponte San Giovanni e abbia a disposizione quattro treni elettrici Minuetto costati circa 16 milioni, e oggi abbandonati perché mancano i pezzi di ricambio”.

Nel tratto tra Ponte San Giovanni e Perugia Sant’Anna (quest’ultima è diventata una sorta di giardino abbandonato, con arbusti e erba cresciuti tra i binari) i lavori di ammodernamnto della ferrovia dovrebbero concludersi entro il prossimo anno, mentre non ci sono né soldi né progetti concreti per i lavori e la riattivazione dei collegamenti con Terni e Sansepolcro.

Anche l’offerta e la qualità dei servizi delle Ferrovie dello Stato (Terontola - Perugia - Foligno - Terni) non è il massimo. Per il raddoppio della Foligno-Terontola sono già stati stanziati 32 milioni di euro, sperando che non si ripeta quanto avvenuto per il raddoppio della ferrovia tra Campello e Spoleto, con lavori cominciati da vent’anni e non ancora finiti. Tante e forse anche troppe le proposte per i collegamenti interregionali.

Il Frecciarossa per Milano (alla Regione costa alcuni milioni di euro all’anno) ha avuto più viaggiatori del previsto, solo che dal dicembre scorso non arriva più alla Stazione centrale di Milano ma in quella periferica di Rogoredo. Tante richieste per fermate di questi treni anche a Orte, Chiusi, Terontola, ma per ora senza risposta poiché i convogli “superveloci” devono fare poche soste per rimanere tali.

La Presidente della Regione, Donatella Tesei, propone collegamenti veloci Frecciabianca da Perugia e Terni con le stazioni di Roma e Firenze, dove poi usufruire anche dei treni Frecciarossa. Proposte la cui fattibilità e i cui costi sono ancora da verificare.

Enzo Ferrini

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Mobilità in Umbria. Il punto sulle difficoltà e l’isolamento della regione https://www.lavoce.it/mobilita-umbria-isolamento/ Thu, 08 Aug 2019 08:00:16 +0000 https://www.lavoce.it/?p=55070 isolamento

L' isolamento dell'Umbria senza mare, senza autostrade e tagliata fuori dalle principali direttrici ferroviarie ha contribuito a farla diventare "cuore verde d'Italia", citando l'ormai fortunato slogan di promozione turistica del secolo scorso. Questo suo isolamento sta però pesando sempre di più sullo sviluppo sociale ed economico della regione, aggravato dalle difficoltà della mobilità interna: trasporti pubblici non sempre efficienti e di conseguenza strade intasate anche perchè in rapporto alla popolazione la densità delle auto in Umbria è tra le più alte in Italia. In questa estate poi a peggiorare la situazione sono arrivati la soppressione e riduzione delle corse dei bus, che ha penalizzato soprattutto i centri minori, ed i tanti cantieri sulle strade, sicuramente necessari ma che rendono più dura la vita di pendolari e di chi comunque deve spostarsi in auto perchè i mezzi pubblici non ci sono o sono troppo lenti. Sulla Ferrovia centrale umbra da luglio è stato ripristinato il servizio nella tratta Città di Castello-Perugia ma anche dopo i lavori per l'ammodernamento della linea il viaggio da Città di Castello per arrivare alla stazione perugina di S. Anna dura mediamente quasi due ore. Qualche novità positiva riguarda i collegamenti interregionali: voli giornalieri Perugia-Milano Linate dall'autunno, treni ad alta velocità che da giugno si fermano anche nella vicina stazione di Chiusi e tante promesse per il completamento della superstrada Perugia-Ancona e per altre infrastrutture importanti non soltanto per il turismo ma soprattutto per le aziende, l'occupazione e lo sviluppo economico.

Meno autobus

Nella vita quotidiana degli umbri a pesare di più è però il problema della mobilità interna. Fino al 12 settembre sono state ridotte le corse degli autobus pubblici, gli unici collegamenti in tanti centri e borghi dell' Umbria. "Si tratta di un passaggio necessario per mettere in equilibrio finanziario l'annualità 2019 del servizio di trasporti pubblici locali" ha detto l'assessore regionale Giuseppe Chianella spiegando che negli ultimi otto anni "la Regione dell'Umbria ha visto ridurre risorse per oltre 70 milioni di euro". Una decisione che ha suscitato la protesta di tanti sindaci e soprattutto degli utenti, alcuni dei quali titolari di abbonamenti già pagati per un servizio più completo. Nei piccoli centri ci sono anziani che devono fare chilometri a piedi per andare al cimitero, fare acquisti, visite mediche. In vista della riapertura dell'anno scolastico studenti e genitori sono preoccupati per l'annunciato "ridimensionamento" del servizio anche dopo la fine dell' estate. Più treni, ma quando? Per la mobilità interna una delle alternative all'auto è il treno ma l'offerta e la qualità dei servizi delle Ferrovie dello stato (Terontola-Perugia-Foligno-Terni) non è il massimo. "Per il raddoppio della Foligno-Terontola ci sono già stanziati 32 milioni di euro - ha detto l'assessore regionale Giuseppe Chianella - e chiederemo un quadro preciso degli interventi da realizzare fino al 2021". Con l'auspicio che non si ripeta quanto avvenuto per il raddoppio della ferrovia tra Campello e Spoleto con lavori cominciati da 20 anni e non ancora finiti. C'è poi la Ferrovia centrale umbra, quella che poteva essere la nostra "metropolitana", da Sansepolcro a Terni, paralizzata ormai da anni con treni fermi, stazioni abbandonate ed erba che cresce sui binari, come denunciato dall'assessore comunale di Todi Moreno Primieri. Se i treni sono tornati a viaggiare (50 chilometri all'ora!) da Città di Castello a Ponte San Giovanni, tutto è fermo sulla linea Perugia-Terni. Cerca di rassicurare l'assessore regionale Chianella. "La tratta a sud di Perugia (Ponte San Giovanni-Terni) è stata dichiarata di interesse nazionale ed abbiamo chiesto al Ministero dei trasporti oltre 200 milioni di euro in 5 anni per l'ammodernamento e la messa in sicurezza". Le voragini che "tornano" sul viadotto Genna - Pochi autobus, pochi treni ed allora serve l'auto ma le strade sono sempre più intasate. Cantieri che vanno e vengono. Sul raccordo autostradale attorno a Perugia ormai il caos e quasi quotidiano. Così come sulla superstrada E45 dove si lavora per migliorare l'asfalto ma le buche sono sempre tante. Cantieri che serviranno? Sul raccordo autostradale di Perugia c'è il viadotto Genna dove in circa due anni si è dovuto intervenire per 6 volte per richiudere le voragini che continuano ad aprirsi sull'asfalto. Forse è solo un caso ma una delle aziende che si erano aggiudicati gli appalti è stata colpita da una "interdittiva antimafia". Ed è recente la notizia del rinvio a giudizio di 10 persone per frode in fornitura pubblica e attentato alla sicurezza dei trasporti pubblici per avere "risparmiato" sul cemento nella costruzione di una delle gallerie (ora messa in sicurezza) della superstrada Foligno-Civitanova Merche.

La superstrada Perugia-Ancona eterna incompiuta

Cantieri che aprono e chiudono, fallimenti e 60 milioni di debiti. Conte e Toninelli: ad aprile 2020 lavori finiti L' Umbria è in Italia dove i lavori per le opere pubbliche non si sa mai quando finiscono. Il completamento della Terni - Civitavecchia è stato bloccato da un ricorso al Tar del Lazio su questioni ambientali. Sulla superstrada "fantasama" E78, che dovrebbe collegare Tirreno ed Adriatico, al confine tra Umbria e Marche c'è una galleria di 6 chilometri costata miliardi delle vecchie lire, con lavori conclusi nel 2004 e mai collegata ad altre strade tanto che nel 2012 era stata utilizzata abusivamente per ospitare una segheria. C'è anche la superstrada Terni-Rieti dove i lavori sono cominciati da 40 anni ma l'opera è ancora incompiuta. Situazione simile per la Perugia-Ancona, con tante solenni cerimonie per inaugurare una nuova galleria o qualche chilometro di superstrada, ma ancora oggi da completare. Con cantieri che aprono e chiudono per ricorsi sulle procedure degli appalti o perchè le aziende che si aggiudicano i lavori sono in difficoltà economiche, non pagano i fornitori e imprese in subappalto e ricorrono al concordato o addirittura falliscono. Con questo meccanismo del concordato o del fallimento solo negli ultimi anni nei lavori di questa superstrada si sono avvicendate 3 grandi imprese, l'ultima delle quali, la Astaldi, ha chiesto la procedura del concordato, lasciando i cantieri incompiuti e un debito di 60 milioni di euro. Tra i creditori ci sono una trentina di imprese umbre e marchigiane con 1500 dipendenti che hanno compiuto lavori non pagati per 40 milioni di euro. Alcune di queste rischiano la chiusura e non riescono a pagare fornitori e dipendenti. Nell'aprile scorso a Fabriano erano arrivati anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ed il ministro Danilo Toninelli promettendo la ripresa dei lavori da concludere entro aprile prossimo ed il pagamento del 70 per cento dei crediti dovuti alle aziende impegnate nei cantieri. Nel luglio scorso, intervenendo alla assemblea dell'Ance, l'associazione costruttori edili di Confindustria umbra, il ministro Toninelli ha riferito della costituzione di un "fondo salva cantieri" per coprire il 70 per cento di questi debiti. Bene, ha detto il presidente dell'Ance, ma adesso serve "il regolamento attuativo". Perchè le parole diventino fatti.]]>
isolamento

L' isolamento dell'Umbria senza mare, senza autostrade e tagliata fuori dalle principali direttrici ferroviarie ha contribuito a farla diventare "cuore verde d'Italia", citando l'ormai fortunato slogan di promozione turistica del secolo scorso. Questo suo isolamento sta però pesando sempre di più sullo sviluppo sociale ed economico della regione, aggravato dalle difficoltà della mobilità interna: trasporti pubblici non sempre efficienti e di conseguenza strade intasate anche perchè in rapporto alla popolazione la densità delle auto in Umbria è tra le più alte in Italia. In questa estate poi a peggiorare la situazione sono arrivati la soppressione e riduzione delle corse dei bus, che ha penalizzato soprattutto i centri minori, ed i tanti cantieri sulle strade, sicuramente necessari ma che rendono più dura la vita di pendolari e di chi comunque deve spostarsi in auto perchè i mezzi pubblici non ci sono o sono troppo lenti. Sulla Ferrovia centrale umbra da luglio è stato ripristinato il servizio nella tratta Città di Castello-Perugia ma anche dopo i lavori per l'ammodernamento della linea il viaggio da Città di Castello per arrivare alla stazione perugina di S. Anna dura mediamente quasi due ore. Qualche novità positiva riguarda i collegamenti interregionali: voli giornalieri Perugia-Milano Linate dall'autunno, treni ad alta velocità che da giugno si fermano anche nella vicina stazione di Chiusi e tante promesse per il completamento della superstrada Perugia-Ancona e per altre infrastrutture importanti non soltanto per il turismo ma soprattutto per le aziende, l'occupazione e lo sviluppo economico.

Meno autobus

Nella vita quotidiana degli umbri a pesare di più è però il problema della mobilità interna. Fino al 12 settembre sono state ridotte le corse degli autobus pubblici, gli unici collegamenti in tanti centri e borghi dell' Umbria. "Si tratta di un passaggio necessario per mettere in equilibrio finanziario l'annualità 2019 del servizio di trasporti pubblici locali" ha detto l'assessore regionale Giuseppe Chianella spiegando che negli ultimi otto anni "la Regione dell'Umbria ha visto ridurre risorse per oltre 70 milioni di euro". Una decisione che ha suscitato la protesta di tanti sindaci e soprattutto degli utenti, alcuni dei quali titolari di abbonamenti già pagati per un servizio più completo. Nei piccoli centri ci sono anziani che devono fare chilometri a piedi per andare al cimitero, fare acquisti, visite mediche. In vista della riapertura dell'anno scolastico studenti e genitori sono preoccupati per l'annunciato "ridimensionamento" del servizio anche dopo la fine dell' estate. Più treni, ma quando? Per la mobilità interna una delle alternative all'auto è il treno ma l'offerta e la qualità dei servizi delle Ferrovie dello stato (Terontola-Perugia-Foligno-Terni) non è il massimo. "Per il raddoppio della Foligno-Terontola ci sono già stanziati 32 milioni di euro - ha detto l'assessore regionale Giuseppe Chianella - e chiederemo un quadro preciso degli interventi da realizzare fino al 2021". Con l'auspicio che non si ripeta quanto avvenuto per il raddoppio della ferrovia tra Campello e Spoleto con lavori cominciati da 20 anni e non ancora finiti. C'è poi la Ferrovia centrale umbra, quella che poteva essere la nostra "metropolitana", da Sansepolcro a Terni, paralizzata ormai da anni con treni fermi, stazioni abbandonate ed erba che cresce sui binari, come denunciato dall'assessore comunale di Todi Moreno Primieri. Se i treni sono tornati a viaggiare (50 chilometri all'ora!) da Città di Castello a Ponte San Giovanni, tutto è fermo sulla linea Perugia-Terni. Cerca di rassicurare l'assessore regionale Chianella. "La tratta a sud di Perugia (Ponte San Giovanni-Terni) è stata dichiarata di interesse nazionale ed abbiamo chiesto al Ministero dei trasporti oltre 200 milioni di euro in 5 anni per l'ammodernamento e la messa in sicurezza". Le voragini che "tornano" sul viadotto Genna - Pochi autobus, pochi treni ed allora serve l'auto ma le strade sono sempre più intasate. Cantieri che vanno e vengono. Sul raccordo autostradale attorno a Perugia ormai il caos e quasi quotidiano. Così come sulla superstrada E45 dove si lavora per migliorare l'asfalto ma le buche sono sempre tante. Cantieri che serviranno? Sul raccordo autostradale di Perugia c'è il viadotto Genna dove in circa due anni si è dovuto intervenire per 6 volte per richiudere le voragini che continuano ad aprirsi sull'asfalto. Forse è solo un caso ma una delle aziende che si erano aggiudicati gli appalti è stata colpita da una "interdittiva antimafia". Ed è recente la notizia del rinvio a giudizio di 10 persone per frode in fornitura pubblica e attentato alla sicurezza dei trasporti pubblici per avere "risparmiato" sul cemento nella costruzione di una delle gallerie (ora messa in sicurezza) della superstrada Foligno-Civitanova Merche.

La superstrada Perugia-Ancona eterna incompiuta

Cantieri che aprono e chiudono, fallimenti e 60 milioni di debiti. Conte e Toninelli: ad aprile 2020 lavori finiti L' Umbria è in Italia dove i lavori per le opere pubbliche non si sa mai quando finiscono. Il completamento della Terni - Civitavecchia è stato bloccato da un ricorso al Tar del Lazio su questioni ambientali. Sulla superstrada "fantasama" E78, che dovrebbe collegare Tirreno ed Adriatico, al confine tra Umbria e Marche c'è una galleria di 6 chilometri costata miliardi delle vecchie lire, con lavori conclusi nel 2004 e mai collegata ad altre strade tanto che nel 2012 era stata utilizzata abusivamente per ospitare una segheria. C'è anche la superstrada Terni-Rieti dove i lavori sono cominciati da 40 anni ma l'opera è ancora incompiuta. Situazione simile per la Perugia-Ancona, con tante solenni cerimonie per inaugurare una nuova galleria o qualche chilometro di superstrada, ma ancora oggi da completare. Con cantieri che aprono e chiudono per ricorsi sulle procedure degli appalti o perchè le aziende che si aggiudicano i lavori sono in difficoltà economiche, non pagano i fornitori e imprese in subappalto e ricorrono al concordato o addirittura falliscono. Con questo meccanismo del concordato o del fallimento solo negli ultimi anni nei lavori di questa superstrada si sono avvicendate 3 grandi imprese, l'ultima delle quali, la Astaldi, ha chiesto la procedura del concordato, lasciando i cantieri incompiuti e un debito di 60 milioni di euro. Tra i creditori ci sono una trentina di imprese umbre e marchigiane con 1500 dipendenti che hanno compiuto lavori non pagati per 40 milioni di euro. Alcune di queste rischiano la chiusura e non riescono a pagare fornitori e dipendenti. Nell'aprile scorso a Fabriano erano arrivati anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ed il ministro Danilo Toninelli promettendo la ripresa dei lavori da concludere entro aprile prossimo ed il pagamento del 70 per cento dei crediti dovuti alle aziende impegnate nei cantieri. Nel luglio scorso, intervenendo alla assemblea dell'Ance, l'associazione costruttori edili di Confindustria umbra, il ministro Toninelli ha riferito della costituzione di un "fondo salva cantieri" per coprire il 70 per cento di questi debiti. Bene, ha detto il presidente dell'Ance, ma adesso serve "il regolamento attuativo". Perchè le parole diventino fatti.]]>
Strade, treni e aerei: si progetta il futuro https://www.lavoce.it/strade-treni-e-aerei-si-progetta-il-futuro/ Thu, 24 Sep 2015 08:39:05 +0000 https://www.lavoce.it/?p=43428 Il treno deragliato nell’aprile del 2013 nel comune di Umbertide
Il treno deragliato nell’aprile del 2013 nel comune di Umbertide

Il problema della mobilità in Umbria e il Piano regionale dei trasporti 2014-2024 nella prima metà di settembre sono stati al centro della discussione del nuovo Consiglio regionale in varie occasioni, in particolare in tre sedute della seconda Commissione, presieduta da Giuseppe Biancarelli, con la partecipazione dell’assessore regionale Giuseppe Chianella (l’ultima si è svolta lunedì scorso).

Ex Fcu

Una delle questioni più calde è quella della ex Ferrovia centrale umbra, con la sospensione del servizio nel tratto Umbertide – Città di Castello proprio in concomitanza con l’inizio dell’anno scolastico. Sono 24 km di linea ritenuti non sicuri in un tratto più ampio, da Sansepolcro a Umbertide, dove già da tempo i convogli non possono viaggiare a più di 50 km all’ora. Una ferrovia obsoleta, con un secolo di vita, che da nord a sud attraversa proprio il cuore dell’Umbria, da Sanseplocro a Terni, passando ai piedi dell’acropoli perugina, e che poteva essere una sorta di “metropolitana” della nostra regione.

Nel 1982 – ricorda il deputato Pd Walter Verini – “la Regione approvò il primo Piano urbanistico territoriale nel quale la Ferrovia centrale umbra veniva definita ‘metropolitana regionale di superficie’. Da circa 35 anni, però, non viene più considerata questa ipotesi che rappresenta, ancora oggi, la soluzione di collegamento sostenibile migliore tra San Giustino a Terni. Gli investimenti fatti – ribadisce – sono stati effettuati senza un respiro strategico che tendesse veramente a questo obiettivo”.

Nel 2008, ad esempio, sono stati acquistati 4 treni “Minuetto” per una spesa di circa 16 milioni di euro. Treni elettrici non utilizzabili nei tratti di ferrovia non ancora elettrificata, e che spesso sono rimasti fermi per la mancanza di pezzi di ricambio. Adesso, come detto, si è giunti alla soppressione del servizio tra Città di Castello e Umbertide (con i treni sostituiti da autobus) per lavori di ammodernamento della linea. Una decisione che ha suscitato proteste, reazioni e polemiche e tante preoccupazioni sul futuro di questa ferrovia.

Nell’ultima seduta del Consiglio regionale, rispondendo a un’interrogazione dei consiglieri Chiacchieroni (Pd) e Mancini (Lega nord), l’assessore Chianella ha detto che “le criticità manutentive della struttura erano note, anche se non ci aspettavamo di trovarci in questo periodo, con la riapertura delle scuole, a dover affrontare la chiusura di un tratto così ampio. Ma la sicurezza dei viaggiatori viene prima di tutto. I costi di manutenzione per la tratta Città di Castello ammonteranno a circa 6 milioni di euro. I lavori dovrebbero durare circa 7 mesi, a cui aggiungere i tempi del bando di gara”.

Alta velocità

I treni in Umbria sono utilizzati ogni giorno da 18.000 viaggiatori. Ci sono 162 stazioni, ma il 90 per cento del traffico fa capo a 32 di esse. Lo ha detto l’ing. Stefano Ciurnelli, che ha curato la stesura del Piano trasporti, illustrando alla seconda Commissione gli “obiettivi previsti per la modalità ferroviaria”. Al primo posto c’è il miglioramento dei collegamenti dell’Umbria con la rete ad Alta velocità. In particolare c’è il progetto per la realizzazione di una fermata nel tratto Roma-Firenze, a sud di Arezzo. Si tratta della nuova stazione “Medioetruria”, la cui collocazione non è stata ancora decisa. Dal tavolo comune tra le Regioni Umbria e Toscana e Trenitalia – ha detto l’ingegnere – vengono però indicazioni per costruirla nella zona di Farneta di Cortona, in provincia di Arezzo. Si sta ancora valutando se sia un’operazione “economicamente sostenibile”.

La strada E45

Un’altra delle questioni che aveva animato il dibattito negli ultimi anni è quella della trasformazione in autostrada della superstrada E45, quasi 400 km da Mestre a Orte, con il rischio, per tanti pendolari umbri, di dovere pagare il pedaggio. Un “Comitato NO E45” aveva raccolto 8.500 firme contro questo progetto, con la proposta alternativa di mettere in sicurezza una strada con un asfalto in pessime condizioni.

Tante polemiche, ma la strada è rimasta com’era, e ora l’assessore Chianella, rispondendo nell’ultimo question time al consigliere Maria Grazia Carbonari (Movimento 5 stelle), ha assicurato ufficialmente che la “E45 non diventerà più un’autostrada. Con l’insediamento del ministro Del Rio l’opera è stata accantonata”. Nei primi giorni di agosto c’era stato un incontro con il ministro “nel quale – ha detto – si è parlato della necessità di interventi per la messa in sicurezza dell’infrastruttura e del miglioramento della qualità dei servizi a essa connessi”.

Il Nodo di Perugia

Nello stesso incontro si è parlato anche del “Nodo di Perugia”. Un progetto anche questo datato 2006, e per il quale c’era stato uno studio di fattibilità che prevedeva un anello esterno a sud di Perugia per alleggerire il traffico nel raccordo autostradale tra Collestrada e Corciano. Opera anche questa vivacemente contestata da ambientalisti e comitati popolari, e che comunque è rimasta sulla carta, mentre il raccordo continua a intasarsi nelle ore di punta. Il Nodo di Perugia – ha detto Chianella – “resta una priorità, che potrebbe trovare un risposta con la realizzazione della bretella Madonna del Piano – ospedale Santa Maria della Misericordia e in futuro con quella Collestrada – Madonna del Piano”. Sempre però che si trovino i soldi.

Strade verso il mare

Della Fano-Grosseto, con quel “monumento dello spreco” che è la galleria della Guinza inutilizzata da più di 10 anni, si è invece parlato il 9 settembre a Roma in un incontro con il vice ministro Riccardo Nencini e Anas. Anche questa – ha detto Chianella dopo il vertice – “è un’opera considerata prioritaria e strategica per l’Italia centrale”. L’Anas è stata incaricata di individuare un nuovo tracciato per “avviare i cantieri nel più breve tempo possibile. Ciò potrà consentire il completamento dell’intero asse entro il 2020”. Una scadenza a dir poco ottimistica, visti i precedenti delle altre due superstrade per scavalcare gli Appennini avvicinando Umbria e Marche.

I lavori sulla Perugia-Ancona – ha detto in commissione Chianella – si sono finalmente sbloccati dopo il fallimento di due general contractors: i cantieri sono ripresi, e nei primi mesi del 2016 termineranno sul tratto umbro e di seguito anche su quello marchigiano. “Attualmente – si ironizza sui social network – si tratta della 15a scadenza annunciata” dopo i tanti precedenti annunci di fine lavori per un’opera cominciata quasi mezzo secolo fa.

Per l’assessore anche l’altra grande incompiuta, la Foligno-Civitanova, dovrebbe essere aperta presto. Intanto continuano le verifiche sulla solidità di certe gallerie che sarebbero state costruite risparmiando un po’ troppo sul cemento. Aspetti sui quali sta indagando la magistratura di Spoleto.

Aeroporto

Qualche buona notizia arriva per fortuna “dal cielo”. Continua la crescita dell’aeroporto internazionale San Francesco di Assisi dove in agosto sono transitati 43.900 passeggeri, con un aumento del 20,5% rispetto allo stesso mese del 2014, per una media di 1.415 al giorno e punte di quasi 2.000. Dall’inizio dell’anno sono stati 191.131 passeggeri, con un aumento del 25,8% sul 2014. Con il nuovo collegamento Alitalia Perugia-Roma Fiumicino, in tanti hanno potuto proseguire il volo per Amsterdam, Catania, Tirana, Bruxelles, Alghero e New York. Il Piano regionale dei trasporti punta a valorizzare il ruolo dell’aeroporto umbro in centro Italia come scalo per il traffico turistico e business, e come scalo sussidiario rispetto al sistema aeroportuale di Roma per il traffico low cost.

Porta la data “2014-2024” ma nel 2015 ancora non si vede

Siamo nel 2015, e in Consiglio regionale si sta ancora discutendo del Piano regionale dei trasporti 2014-2024 le cui “linee programmatiche progettuali” erano state tracciate nella precedente legislatura, ma che deve ancora essere approvato. Il rischio è che resti un “libro dei sogni” per alcune scelte sbagliate del passato, con tanti cantieri sparsi “a pioggia” sul territorio che chiudono e aprono, opere non completate (o addirittura abbandonate), mentre i soldi a disposizione sono sempre meno.

Il nuovo Piano prevede il completamento del raccordo autostradale Civitavecchia-Orte-Terni-Rieti, del cosiddetto Quadrilatero (le superstrade Perugia-Ancona e Foligno-Civitanova Marche) e della E78 Fano-Grosseto per meglio collegare l’Alta Umbria con Tirreno e Adriatico. E ancora: la realizzazione del Nodo di Perugia e l’ammodernamento e messa in sicurezza della superstrada E45, per la quale la precedente giunta Marini aveva invece approvato la contestata trasformazione in autostrada.

Per i treni: accesso all’Alta velocità con la nuova stazione Medioetruria al confine tra Umbria e Toscana, e raddoppio delle ferrovie a binario unico (da Terontola a Foligno sulla Perugia-Firenze e da Terni fino alle Marche per la Roma-Ancona) in modo da aumentare i treni veloci e migliorare i servizi per i pendolari. Il Piano propone poi di potenziare l’aeroporto umbro con nuovi collegamenti nazionali e internazionali, migliorandone l’accesso con fermate per gli autobus di linea e con navette per le stazioni ferroviarie.

Solo un “libro dei sogni” dunque? I tempi della politica sono quelli che sono, il Piano è decennale e ci sono ancora nove anni per realizzarlo… ma qualche dubbio sulla sua concretezza e attuabilità è legittimo. Anche perché i soldi a disposizione sono sempre meno. L’Anas, secondo gli ultimi dati della Regione, nel 2009 aveva appaltato lavori sulle strade umbre per 58,6 milioni, scesi a 28,7 nel 2013 e ad appena 4,6 nel 2014!

Intanto gli umbri ogni giorno viaggiano su strade piene di buche, su treni con carrozze non sempre ospitali, e su autobus spesso quasi vuoti (il 40 per cento ha meno di 10 passeggeri a bordo). Per i collegamenti stradali tra Umbria e Marche – come detto – ci sono, da sud a nord, la Foligno-Civitanova Marche, la Perugia-Ancona e la Grosseto-Fano. Nessuna di queste è stata completata dopo decenni di cantieri che aprono e chiudono, e con tante “inaugurazioni” di tratti di qualche chilometro.

Non era meglio ultimarne prima una, collegandola con la veloce autostrada che attraversa tutta la costa marchigiana? La galleria della Guinza è uno dei simboli di questa programmazione confusa e degli sprechi che ne derivano, anche se non per colpa della Regione Umbria. Una galleria di 6 km che buca le montagne tra Marche e Umbria sulla superstrada che dovrebbe collegare l’Adriatico (da Fano) con il Tirreno (Grosseto).

I lavori per questo tunnel, cominciati negli anni ’90, si sono conclusi nel 2004 e sono costati circa 300 milioni. La galleria è ancora chiusa, isolata in mezzo ai boschi e senza collegamenti con altre strade. Nel 2012 erano dovuti intervenire i carabinieri per sgomberare una segheria abusiva: alcuni boscaioli della zona avevano trovato quel grande “magazzino vuoto” ottimo per lavorare la legna. Perché dargli torto? Almeno quei 300 milioni di nostri soldi sarebbero serviti a qualcosa di utile…

 

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Piano regionale dei trasporti: progetti e incognite https://www.lavoce.it/piano-regionale-dei-trasporti-progetti-e-incognite/ Thu, 11 Sep 2014 13:34:27 +0000 https://www.lavoce.it/?p=27950 Tratto umbro della E45
Tratto umbro della E45

Una maggiore “integrazione dell’Umbria nella grande rete delle regioni d’Europa” è l’ambizioso progetto del nuovo Piano regionale dei trasporti 2014-2024. Dieci anni per consentire agli umbri di salire sui treni ad alta velocità senza doversi spostare a Roma o Firenze, di avere un aeroporto appetibile per turisti e operatori economici di tutto il centro Italia, di viaggiare su strade più moderne e sicure e ben collegate con le grandi direttrici europee. Le linee programmatico-progettuali del piano sono state illustrate la scorsa settimana alla seconda Commissione del Consiglio regionale dall’assessore ai Trasporti Silvano Rometti, ottenendo un sostanziale consenso dei consiglieri di maggioranza e opposizione.

Anche perché – ma questa è una nostra considerazione – si tratta di obiettivi certo da tutti condivisibili, ma ancora vaghi soprattutto per quanto riguarda la disponibilità di risorse per realizzarli. Ne è un esempio la contestata trasformazione in autostrada della E45. Una superstrada con tante buche e tanti cantieri che nel tratto umbro, soltanto nel periodo tra il 25 luglio e il 31 agosto scorso, è stata percorsa da un milione e 300.000 veicoli, con una media di 35.000 al giorno.

Dati forniti dall’Anas, che indica anche un incremento dell’8 per cento rispetto all’anno scorso quando il tempo era più bello e c’erano più italiani in vacanza. Il Cipe ha approvato il progetto di trasformarla in autostrada e il governo Renzi nel programma “Sblocca Italia” l’ha inserito tra le priorità nazionali, ma dalla Corte dei conti è già venuto un alt: non sono chiare le modalità di finanziamento.

L’assessore Rometti – che era affiancato dall’ing. Stefano Ciurnelli, curatore del piano decennale – illustrandolo ai consiglieri di palazzo Cesaroni ha spiegato che si punta al miglioramento del collegamento ferroviario con l’aeroporto di Roma Fiumicino, ma anche “ad affermare il ruolo di quello umbro all’interno del bacino Centro Italia, sia come scalo vocato al traffico turistico e business, sia come scalo sussidiario rispetto al sistema aeroportuale di Roma per il traffico low cost”.

Per i treni sono in programma la costruzione di una nuova stazione per quelli di alta velocità nel tratto Roma-Firenze al confine tra Umbria e Toscana, a sud di Arezzo, e nuovi e più veloci collegamenti ferroviari con Roma. Dovrà essere più facile raggiungere l’aereoporto San Francesco anche per i passeggeri dei treni.

Per le strade – ha detto ancora Rometti – “si punta a rendere più agevole l’accessibilità alle reti centrali trans-europee di trasporto terrestri e marittima; a migliorare le caratteristiche prestazionali e di sicurezza della rete stradale di interesse nazionale; ad affermare il ruolo della piattaforma logistica umbra come sistema a servizio di tutto il bacino del Centro Italia”. Anche per il trafficato “Nodo di Perugia” si dovranno “garantire adeguati livelli di fluidità e di sicurezza”.

In un precedente incontro con la stessa Commissione alla fine di luglio, Rometti aveva anche sottolineato che il nuovo piano deve realizzare una migliore integrazione tra i vari mezzi di trasporto pubblico, per raggiungere un migliore rapporto costi/ricavi. “Oggi – aveva detto – il 45 per cento dei pullman viaggia con meno di 10 passeggeri e una fetta importante di treni con meno di 30 persone. Questo non ce lo possiamo più permettere. Vanno assolutamente eliminate le sovrapposizioni. È necessaria un’offerta di servizi più flessibile, magari attraverso mezzi più piccoli”.

Progetti e idee condivise anche dall’opposizione.“Siamo in una fase preliminare della discussione – ha detto Raffaele Nevi (FI) a margine della riunione della scorsa settimana – e troviamo comunque convergenza su alcune linee del Piano e su ipotesi che rappresentano proposte che da anni stiamo evidenziando”.

Non è invece d’accordo con il progetto della nuova stazione per l’alta velocità al confine tra Umbria e Toscana il capogruppo regionale dell’Udc, Sandra Monacelli. Una stazione “di cui si ignorano tempi di realizzazione e costi che rischia – ha detto – di diventare un altro carrozzone a carico degli umbri, e un modo per allungare i tempi entro i quali assicurare ai cittadini della nostra regione collegamenti ferroviari seri e funzionali con il resto dell’Italia e dell’Europa”. Per la Monacelli, invece, si dovrebbe lavorare con Trenitalia “per far inserire nei tracciati ferroviari regionali il Freccia Argento, che non transita in Umbria, e aumentare i passaggi del Freccia Bianca per assicurare collegamenti puntuali con le tre stazioni più vicine da cui partono treni ad alta velocità: Roma, Firenze e Ancona”.

Il presidente della seconda Commissione, Gianfranco Chiacchieroni (Pd), propone invece di prendere in considerazione la possibilità di prolungare i servizi della Ferrovia centrale umbra fino a Cesena.

Una ferrovia da lui definita “spina dorsale per il trasporto umbro” e che il prossimo anno festeggerà un secolo di vita. Che però – aggiungiamo noi – ha anche carrozze e servizi ‘da museo’, e le cui potenzialità non sono state mai pienamente sfruttate. Ne sanno qualcosa i pochi viaggiatori.

I pendolari sono altrettanto scontenti dei servizi offerti dalle Ferrovie italiane in Umbria. Ultimamente si è inoltre aperta una sorta di scontro tra comitati pendolari di Lazio e Umbria, con una guerra interna anche tra quelli delle diverse aree geografiche della provincia di Terni. È accaduto infatti che per alcuni treni sempre troppo affollati sulla Foligno-Roma la Regione umbra abbia chiesto e ottenuto la soppressione della fermata di Orte per impedire appunto l’invasione di scompartimenti e perfino dei corridoi da parte dei viaggiatori che salgono nella stazione laziale.

Decisione che scontenta i pendolari dell’Alto Lazio ma anche della provincia di Terni che utilizzavano la fermata. E così sono in corso mediazioni e incontri tra l’assessore umbro Rometti, il suo collega del Lazio e Treniitalia per trovare una soluzione accettabile per tutti.

Sconti per gli universitari

Studi universitari sempre più cari, con meno iscritti negli atenei dell’Umbria. Per aiutare le loro famiglie, dal 1° settembre in tutta la regione sono state introdotti sconti e agevolazioni per gli abbonamenti annuali di questi giovani in tutti i mezzi di trasporto pubblico locale. La riduzione è di 102 euro per gli abbonamenti urbani di Perugia, 100 euro per quelli urbani di Terni e altre sedi distaccate, mentre per gli abbonamenti extraurbani si va da 100 fino a 266 euro. “La volontà comune di Regione e Università – ha detto l’assessore regionale ai Trasporti Rometti – è quella di essere d’aiuto alle famiglie, già gravate dalla sfavorevole situazione economica generale, e di migliorare i servizi offerti a quanti scelgono di frequentare l’ateneo umbro. Allo stesso tempo, si promuove l’uso dei mezzi pubblici, così da ridurre gli spostamenti in auto, a vantaggio della migliore vivibilità della città”. Il rettore dell’Università di Perugia, Franco Moriconi, nel sottolineare l’importante collaborazione attivata con la Regione anche in materia di assistenza sanitaria agli studenti universitari, ha annunciato nuove facilitazioni e servizi.

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Aerei, strade, treni, bus: la situazione in Umbria https://www.lavoce.it/aerei-strade-treni-bus-la-situazione-in-umbria/ Thu, 23 Jan 2014 16:06:55 +0000 https://www.lavoce.it/?p=21711 aeroporto-strada-stazioneNel 2013 i passeggeri nell’aeroporto San Francesco sono stati 215 mila, cresciuti rispetto all’anno precedente, ma tra costi e ricavi c’è stato un disavanzo di quasi 800 mila euro. La Sase (la società che lo gestisce e della quale fanno parte Regione, Comune e Camera di commercio di Perugia, Confindustria e altri soci) ha presentato un piano di sviluppo che prevede di arrivare a 400 mila passeggeri nel 2015 attivando nuovi collegamenti nazionali e internazionali, e che richiede investimenti per quattro milioni di euro. Piano che, come afferma il presidente della Sase Mario Fagotti, deve ancora essere approvato dall’assemblea dei soci, ma sembra avere ottenuto il consenso e il sostegno della Regione.

Attualmente da Perugia si vola tutto l’anno per Londra, Bucarest, Tirana e Trapani. Durante la bella stagione ci sono anche collegamenti con Barcellona, Bruxelles, Olbia e Cagliari, e voli charter per località delle vacanze come Palma, Ibiza, Rodi, Creta e Sharm El Sheikh. La Sase sta cercando di riattivare nel 2014 i voli Rynair per lo scalo internazionale di Bergamo e di avviare con la stessa compagnia quelli per Lamezia e Oslo. Sono in corso contatti con altre compagnie per aprire quest’anno collegamenti anche con Monaco, Malta e Tel Aviv. Per il 2015 si spera di avere voli anche per uno scalo del Nord Europa tra Olanda, Germania e Polonia, per Casablanca, e per la Russia. Intensificando anche i collegamenti nazionali con nuove mete quali Roma Fiumicino e Brindisi.

Intanto il ministro dei trasporti Maurizio Lupi ha presentato al Consiglio dei ministri il decreto che inserisce Perugia tra gli scali di interesse nazionale e che dovrebbe essere approvato entro il mese. Un riconoscimento che ha scongiurato il rischio di declassamento a scalo regionale, ma che impone il raggiungimento dell’equilibrio finanziario entro un triennio. “Ed è questa – ha commentato l’assessore regionale Silvano Rometti – la grande sfida che ci attende: farlo crescere fino a raggiungere una quota di passeggeri che non richieda più il continuo ricorso a finanziamenti pubblici come avvenuto finora”.

LA E45 DIVENTA AUTOSTRADA?

Per ora ci sono tante buche e tante polemiche. Parliamo della superstrada E45. C’è un progetto per trasformarla in autostrada da Mestre a Orte, ma in tanti non sono d’accordo. Meglio tappare le buche. “In una regione dove si impiega un’ora e mezza per percorrere in treno gli 80 km di distanza tra Perugia e Terni – osserva Legambiente – non si sente proprio la necessità di un’opera che non porterà nessun beneficio né agli spostamenti interni, né verso altre regioni”.

Il sottosegretario alle Infrastrutture Rocco Girlanda si dice sicuro che entro la fine dell’anno sarà indetta la gara di appalto dei lavori, che comprende anche la realizzazione del ‘Nodo’ di Perugia. Per un importo di 10 miliardi. La nuova autostrada sarà realizzata in project financing da privati che ne incasseranno il pedaggio. Una spesa in più per i tanti pendolari umbri, che ora la percorrono quotidianamente gratis. La proposta di Girlanda è quella di esentare dal pagamento i residenti per percorsi inferiori ai 50 km.

L’ottimismo sulla realizzazione sembra però eccessivo, considerando le polemiche che ormai da un decennio riguardano il tracciato del “Nodo di Perugia” e la situazione della Perugia-Ancona che sembra seguire le sorti della famosa Salerno-Reggio Calabria. I lavori della superstrada che dovrebbe avvicinare l’Umbria all’Adriatico sono cominciati negli anni Settanta. Si procede a singhiozzo tra interruzioni e rinvii per soldi che finiscono, gare d’appalto bloccate per vertenze amministrative e giudiziarie, imprese che falliscono. Girlanda comunque si dice certo che la situzione si sbloccherà presto, anche perché con il cosiddetto “decreto del fare” sono arrivati i fondi per il completamento di tutte le opere della Quadrilatero, che comprende la Foligno – Civitanova Marche e appunto la Perugia-Ancona.

C’è un’altra superstrada che dovrebbe collegare Tirreno e Adriatico: è la E78. In Umbria però i Comuni dell’Alta Valle del Tevere stanno ancora litigando su dove farla passare.

Girlanda intanto annuncia che sono disponibili 74 milioni per un nuovo tratto della Gubbio-Umbertide e che ci sono 8 milioni per ultimare entro il 2015 la complanare di Orvieto.

L’ODISSEA DEI TRENI

Più treni e meno automobili è invece la proposta di Legambiente: “Basta con le grandi opere stradali, più trasporto ferroviario pendolare, più trasporto pubblico e mobilità nuova”.

Ogni giorno, sui 529 km di ferrovie umbre viaggiano mediamente circa 30.000 passeggeri, di cui quasi 7.000 abbonati. Si tratta soprattutto di lavoratori e studenti pendolari “costretti ormai da tempo – afferma Legambiente – a interminabili e cronici ritardi e disservizi”. Come quando (ma è solo uno dei più recenti episodi) il regionale Terontola-Foligno si è guastato a Tuoro bloccando per tre ore la circolazione sull’unico binario. Pochi giorni prima, un disservizio analogo si era verificato sulla linea per Roma. Negli ultimi due anni i biglietti sono aumentati del 25 per cento mentre i servizi – denuncia Legambiente – sono stati tagliati del 3 per cento. In una regione dove già si registra il più alto tasso di motorizzazione d’Italia, nel decennio 2003-2013 sono stati spesi 199 milioni di euro (cioè l’80,56% delle risorse) per strade e autostrade contro i 47,4 del trasporto ferroviario. Legambiente chiede invece che “il 50% della spesa regionale per le opere pubbliche vada al servizio ferroviario pendolare, al trasporto pubblico e alla mobilità nuova”. Anche Federconsumatori denuncia il frequente ripetersi di ritardi e disservizi dei treni per i pendolari.

C’è poi il problema di collegare meglio l’Umbria con l’alta velocità. Le Amministrazioni regionali di Umbria e Toscana si stanno dando da fare per realizzare la nuova stazione Media Etruria che dovrebbe sorgere al confine tra le due regioni. Anche in questo caso c’è una guerra di campanili per il luogo dove costruirla, sempre che si riesca a farlo.

ANCHE PER I BUS FUTURO INCERTO

Non ci sono buone notizie neanche per i pendolari che usano gli autobus. I biglietti sono aumentati e i servizi sono stati ridotti. Umbria Mobilità, la società regionale sorta dall’accorpamento di altre aziende pubbliche locali per razionalizzare costi e servizi, dopo qualche anno è già in crisi ed è stata messa in vendita. Manager superpagati, operazioni spericolate e casse vuote. L’acquirente dovrebbe essere Busitalia, società delle Ferrovie dello Stato. L’operazione dovrebbe avvenire il prima possibile, ma l’Antitrust ha chiesto chiarimenti. Dovrebbero essere costituite due società: una, la cui maggioranza viene acquisita da Busitalia, si occuperà dei servizi, mentre l’altra dovrà gestire il patrimonio di Umbria Mobilità cercando di recuperare gli ingenti crediti (alcune decine di milioni di euro) di servizi incautamente svolti nel Lazio e in Sicilia. Con il rischio insomma, come per Alitalia, che i debiti restino a carico degli enti pubblici proprietari, e quindi dei cittadini.

PERUGIA. MINIMETRÒ FINO A MONTELUCE?

Il Comune di Perugia quest’anno spenderà quasi 800 mila euro per gli ascensori della galleria Kennedy, mentre per la sostituzione delle rampe delle scale mobili nella Rocca paolina si parla di una somma ben più consistente.

Si ricomincia poi a parlare di un prolungamento del Minimetrò. Un’ opera innovativa che ha avuto risonanza e apprezzamenti internazionali, ma che è incompleta per una riorganizzazione vera della mobilità urbana. Il Governo ha messo a disposizione degli enti locali un Fondo nazionale mobilità che prevede un finanziamento del 60 per cento delle infrastrutture che verranno ammesse. Il Comune di Perugia ha inviato uno studio di fattibilità sul prolungamento del Minimetrò fino Monteluce. Sono in molti però a sostenere che sarebbe più utile portare il Minimetrò fino al grande ospedale di San Sisto. Sarebbe troppo oneroso, replica il Comune, che preferirebbe una nuova strada di 2 km da riservare esclusivamente a bus elettrici che fanno la spola tra Pian di Massiano e l’ospedale di Santa Maria della Misericordia.

Con un’osservazione finale da parte di chi scrive: ma la seconda linea del Minimetrò per collegare la zona Est del territorio con il centro storico a Perugia non esiste già dal secolo scorso? È la Ferrovia centrale umbra, che collega la popolosa frazione di Ponte San Giovanni con la centralissima stazione di Sant’Anna, a poche decine di metri dalle scale mobili. Solo che ci passano pochi treni, vecchi e malandati…

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Umbria Mobilità, una voragine da riempire https://www.lavoce.it/18717/ Thu, 29 Aug 2013 16:13:30 +0000 https://www.lavoce.it/?p=18717 autobus-mobilitaSettembre, è tempo di rincari anche per gli abbonamenti e i biglietti degli autobus urbani ed extraurbani. Umbria Mobilità (l’azienda unica di trasporto pubblico nata nel 2010 dalla fusione di Apm, Atc, Ssit e Fcu) non ha più soldi per pagare con regolarità i fornitori e lo stipendio ai suoi circa 1.500 dipendenti.

A prosciugare le casse di Umbria Mobilità sarebbero stati gli oltre 50 milioni che la Regione Lazio e il Comune di Roma le devono per i servizi svolti nella Capitale dalla società Roma Tpl Scarl e da altre aziende in qualche modo collegate alla società umbra. Soldi che stanno rientrando a singhiozzo, mentre il bilancio di Umbria Mobilità sarebbe passato dagli 84.000 euro di utili del 2011 ai quasi 8 milioni di passivo del 2012.

Umbria Mobilità è ufficialmente in vendita, e costretta a tagliere corse e aumentare le tariffe. In sei anni i passeggeri delle linee extraurbane in provincia di Perugia sono diminuiti di 200 mila. Insomma, tutto il contrario degli scopi per i quali era nata Umbria Mobilità. Qualcosa evidentemente non ha funzionato nella gestione, tanto che nei mesi scorsi è stato completamente rinnovato il management, compresi amministratore delegato, presidente e direttore generale. Magistratura e Corte dei conti hanno avviato accertamenti per appurare se vi siano state responsabilità negli amministratori.

L’aumento di biglietti e abbonamenti dovrebbe scattare dal 1° settembre, ma al momento in cui scriviamo le nuove tariffe sono ancora oggetto di polemiche tra le forze politiche. La decisione deve essere presa dai 30 Comuni che usufruiscono del servizio e dalle due Province. Umbria Mobilità aveva chiesto un adeguamento del 30% per le corse singole e del 10% per gli abbonamenti, che dovrebbero portare nelle sue casse 2 milioni e mezzo di euro all’anno. “Speriamo che Comuni e Province deliberino il via agli aumenti dal 1° settembre – aveva dichiarato il direttore amministrativo di Umbria Mobilità Mauro Proietti – altrimenti saranno dolori”.

L’operazione rincari è cominciata alla fine di luglio con una lettera della Regione alle Province e ai Comuni interessati in merito alla “proposta di adeguamento del sistema tariffario” di Umbria Mobilità. La legge di stabilità 2013 – spiegavano gli esperti regionali – stabilisce che, per poter usufruire dei finananziamenti del Fondo nazionale trasporti, le Regioni devono elaborare un piano nel quale entro il 2015 il 35% dei costi del servizio sia coperto dagli incassi. Ebbene, in Umbria attualmente questa percentuale ricavi-costi si aggira intorno al 20%, con notevoli differenze tra i vari territori. Le Regioni che non attueranno questo piano per l’“obiettivo 35 per cento” non riceveranno l’ultima rata 2013 dei contributi del Fondo nazionale trasporti. Per l’Umbria significherebbe perdere qualcosa come 10 milioni di euro.

Una vicenda, questa di Umbria Mobilità, che deve fare riflettere quanti – ad occhi chiusi e per principio – si oppongono sempre e comunque alla privatizzazione dei servizi pubblici, dall’acqua ai trasporti. È giusto che sia il Pubblico a occuparsi di beni e servizi primari per tutti. A patto però che la gestione pubblica avvenga senza una spartizione politica di poltrone e posti di lavoro, senza clientelismo e valorizzando il merito. Criteri che forse non erano del tutto applicati a Umbria Mobilità, se oggi, dopo aver svuotato le casse e non migliorato i servizi, deve chiedere aiuto proprio ai privati.

biglietti-mobilitaCome dovrebbero cambiare le tariffe nelle varie aree regionali

L’aumento di biglietti e abbonamenti ai mezzi pubblici non sarà uguale in tutta la regione. A Perugia ad esempio, dove le tariffe sono le più care dell’Umbria, non dovrebbero esserci aumenti, mentre negli altri Comuni di quello che viene definito Bacino 1 (comprendente anche Assisi, Città di Castello, Gubbio e Todi), secondo l’ipotesi di Umbria Mobilità, i rincari dei biglietti dovrebbero essere mediamente del 6,8%. Nel comprensorio di Foligno e Spoleto (Bacino 2) la manovra tariffaria ipotizzata dall’azienda prevede un aumento dei biglietti del 21,7%, mentre l’aumento medio in provincia di Terni (Bacino 3) dovrebbe essere del 25,6%. Saranno comunque Comuni e Province a decidere. L’assessore ai Trasporti Luciano Della Vecchia ha dichiarato che per le corse extra-urbane la Provincia di Perugia non intende applicare gli aumenti richiesti da Umbria Mobilità ma solo un ritocco basato sul tasso di inflazione Istat. Ha anche auspicato che si possa arrivare presto al “biglietto unico” in tutta l’Umbria. L’assessore regionale Silvano Rometti ha annunciato che entro settembre la Regione “rivisiterà” il Piano dei trasporti. Ha anche sottolineato più volte che il Governo nazionale ha tagliato del 20-30% i finanziamenti del trasporto pubblico locale, mettendo in gravi difficoltà le Amministrazioni locali. A questo proposito il consigliere regionale Maria Rosi, presidente dell’apposito Comitato di monitoraggio sui trasporti di palazzo Cesaroni, ha ricordato che ci sono anche diversi Comuni umbri che non hanno pagato milioni di euro per i servizi di Umbria Mobilità. Vari esponenti politici hanno inoltre auspicato agevolazioni tariffarie per le fasce sociali più deboli e un maggiore impegno per scoraggiare i tanti “furbetti” che viaggiano senza pagare il biglietto. Soltanto l’anno scorso ne sono stati scoperti e multati 5.000.

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Ancora fibrillazioni per il futuro di Umbria Mobilità https://www.lavoce.it/ancora-fibrillazioni-per-il-futuro-di-umbria-mobilita/ Thu, 18 Jul 2013 15:18:01 +0000 https://www.lavoce.it/?p=18214 Umbria-MobilitàIl futuro di Umbria Mobilità è ancora a rischio, ma potrebbe esserci qualche buona novella: c’è l’interesse di Busitalia, la società di Trenitalia che si occupa del trasporto su gomma, che ha spedito all’azienda umbra di trasporti una lettera in cui si chiedono chiarimenti a proposito del bando di vendita. Vendita che riguarda il 70 per cento di Umbria Mobilità Esercizio, la nuova srl frutto dello scorporo che si occuperà, assorbendo uomini e mezzi, di gestire il servizio nella regione. Per le aziende c’è tempo fino al 29 luglio per dichiararsi interessate all’acquisto. Il giorno dopo, si apriranno le buste. Poi scatterà la seconda fase della vendita, con la spedizione dell’invito a presentare l’offerta, in seguito ci sarà la presentazione vincolante e, infine, la valutazione e l’aggiudicazione. Un percorso che si dovrebbe concludere entro la fine dell’anno. Al momento sarebbero tre le aziende interessate. Oltre a Busitalia, ci sarebbero i francesi di Transdev e una società tedesca. Intanto, tra tante polemiche, è giunta una notizia buona: sono stati pagati gli stipendi agli oltre 1.300 lavoratori dell’azienda unica regionale dei trasporti, che da un anno vive una dura crisi di liquidità. Il clima però tra società e sindacati rimane teso perché c’è sempre il rischio di mobilitazione. E l’Ugl ha proclamato per oggi, venerdì 19, uno sciopero di 24 ore dei dipendenti. La Regione dell’Umbria è intervenuta più volte con l’erogazione di un’altra fetta del maxi-prestito deciso nei mesi scorsi: nelle case dell’azienda finiranno altri 3 milioni di euro, che dovranno servire a tamponare una situazione che rimane difficile. Soldi che l’azienda dovrà comunque restituire entro il 2013.

Nella precedente seduta dell’esecutivo inoltre era stato dato il via libera anche all’altro provvedimento di cui si è discusso per settimane: ovvero l’erogazione diretta all’azienda dei fondi per il trasporto, senza passare da quei Comuni dai quali, secondo i calcoli del numero uno della società Lucio Caporizzi, Umbria Mobilità aspetta ancora circa 8-9 milioni per i servizi prestati. È indubbio che, al di là delle manifestazioni d’interesse, la situazione di Umbria Mobilità resta critica soprattutto per le scelte adottate negli anni scorsi, a partire dalle cosiddette scelte ‘romane’ che hanno portato solo guai, cioè accordi non rispettati. Ma non mancano, ovviamente, le polemiche. “C’è voluto del tempo, certamente troppo, ma alla fine anche la Giunta regionale dice quello che l’Udc ha sostenuto sin dal primo momento riguardo ad Umbria Mobilità sulle scelte industriali della precedente gestione”, che hanno seriamente compromesso la solidità dell’azienda, ricorda il coordinatore regionale Udc, Maurizio Ronconi, secondo il quale sono stati “bocciati anche gli accordi e le alleanze romane”. Botta e risposta tra Maria Rosi (Pdl) e l’assessore regionale ai Trasporti, Silvano Rometti. La prima ha sostenuto che sulla vicenda di Umbria Mobilità “la Regione sta facendo come Ponzio Pilato, evidenziando che le scelte le dovrà fare il Cda, ma una questione importante come quella del futuro dell’azienda unica del trasporto pubblico locale non può non passare al vaglio del Consiglio regionale”. L’assessore ha replicato: “Affermare che la Regione fa come Ponzio Pilato nella questione è quantomeno ridicolo. È noto a tutti che in questi mesi la gran parte delle iniziative e i finanziamenti aggiuntivi erogati all’azienda di trasporto sono stati a carico della Regione”.

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Fascia appenninica chiama Trenitalia https://www.lavoce.it/fascia-appenninica-chiama-trenitalia/ Thu, 18 Nov 2010 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=8924 Da una parte c’è l’invito ad usare i mezzi pubblici, dall’altra servizi che non corrispondono alle esigenze dei cittadini. Il caso della stazione di Fossato di Vico, ignorata dagli Eurostar, ha portato alla mobilitazione di istituzioni e cittadini e alla costituzione del comitato “Bacino Gubbio-Urbino” coordinato dal fondatore, Giovanni Orienti. Lo abbiamo intervistato. Il 10 novembre avete avuto un incontro con Trenitalia. Avete avuto ascolto? “Il Comitato è una voce seria ed autorevole, perché fa proposte realistiche e ‘scientifiche’, senza sconvolgere l’assetto orario e le coincidenze. Per questo, il 10 novembre abbiamo ottenuto per il nuovo orario l’anticipo di un rapido da Ancona e di un pullman sostitutivo da Foligno, così da garantire non poche coincidenze per varie destinazioni”. Quali obiettivi vi siete posti? “Innanzi tutto vogliamo ottenere il superamento dell’isolamento socio-economico della fascia appenninica, da Urbino fino a Gualdo Tadino, e l’unico modo è farlo in maniera eco-cocompatibile, potenziando i trasporti pubblici”. Quali iniziative ha promosso in passato? Quali sono in preparazione? “Le iniziative passate erano solo incentrate sul ripristino delle fermate Eurostar. Strada facendo, ci siamo accorti che la stazione di Fossato era stata abbandonata soprattutto dal trasporto locale. Quindi, ottenuto un primo risultato grazie all’interessamento anche di politici locali, abbiamo cercato di occuparci della catena di trasporti, di cui la stazione era solo l’ultimo anello. In questo sistema, una parte del leone la svolge lo scalo merci di Gualdo, vitale per la rinascita economica della fascia: nel 1999 vi transitava circa il 60% del traffico merci di tutta l’Umbria”. Come vede l’ipotesi della deviazione del percorso della linea ferroviaria Ancona-Roma? “Mi pare sia ormai un progetto superato, che, tra l’altro, non condividiamo. Se c’è da spostare qualcosa, è il tratto a mezza costa dopo Gualdo Tadino, facendo una stazione possibilmente unica (Fossato + Gualdo + Gubbio) a Crocicchio”. Quali vantaggi ci sarebbero, secondo lei, nel mantenere e, anzi, potenziare la linea ferroviaria attuale? “La sopravvivenza economica della fascia, perché le strade da sole non sono sufficienti; anche se il completamento della Flaminia e il futuro collegamento con Perugia saranno una bella realtà”. Quali sono gli svantaggi che i pendolari subiscono dall’attuale orario ferroviario? “Alcuni esempi. Da Ancona non si raggiunge Fossato dalle 09.20 alle 12.45. Il ‘Tacito’ per/da Milano (mattina e sera) non si prende senza raggiungere con i propri mezzi Perugia o Foligno. In generale, gli Eurostar non fermano e spesso, in serata, è necessario farsi venire a prendere da qualcuno a Foligno o Fabriano, perché non ci sono nemmeno pullman di linea. Assurdo”. Su quali punti il Comitato terrà duro e non mollerà la presa? “Dagli enti pubblici chiediamo più impegno, anche se il sostegno di Gubbio e l’intervento presso il Ministro dell’on. Ghirlanda sono stati pregevoli. Dalla gente ci aspettiamo più interesse e meno apatia. Da Trenitalia pretendiamo una valutazione meno commerciale della tratta Foligno-Fabriano, il ripristino di tutti gli Eurostar e un sistema integrato di trasporti, più efficiente e decoroso”.

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Traffico più snello: come? https://www.lavoce.it/traffico-piu-snello-come/ Thu, 04 Nov 2004 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=4124 Un grande anello che corre tutto intorno alla città, con un’unica direzione di marcia. Sarebbe questo uno dei progetti principali del nuovo Piano di mobilità voluto dall’assessore Antonello Chianella e impegno forte del mandato di Giunta. Il percorso a senso unico di questo anello dovrebbe seguire l’antico giro delle mura; per raggiungere un qualsiasi punto della città i tempi di percorrenza si allungherebbero, ma verrebbero eliminati intasamenti e lunghe code. Almeno questo secondo i tecnici, i quali puntano molto su tale progetto per alleggerire il traffico dei punti caldi della città: la galleria Kennedy, Porta Pesa, piazza Grimana e via Pascoli. Di supporto al progetto c’è anche una serie di iniziative per incentivare l’uso dei mezzi pubblici e introdurre l’utilizzo dei mezzi collettivi: cioè l’associazione di persone per recarsi al lavoro insieme, con una macchina sola, invece che ognuno con la propria. Ma se l’anello è realizzabile, quest’ultimo punto appare come un’utopia. Per rendere più snello il traffico, inoltre, l’amministrazione comunale prosegue nell’opera di eliminazione degli impianti semaforici. Dopo l’entrata in funzione di quella in via della Scuola a Ponte San Giovanni (i residenti hanno già espresso parere favorevole sul dimezzamento dei tempi di attesa), partiranno tra breve i lavori in via della Pallotta, a Madonna Alta al quadrivio di via Martiri dei Lager. Stessa sorte per il semaforo che si trova poco più in basso, all’altezza del bar Continental. Un’altra rotonda sostituirà il semaforo di fronte alla sede della Banca dell’Umbria. “Il traffico veicolare aumenta del 5% ogni anno, il che significa paralisi nel breve periodo – afferma l’assessore Chianella – d’ora in poi tutte le iniziative dovranno seguire il criterio di flusso, magari più lento, ma senza punti di accumulo”. Il che varrebbe a dire: meno semafori, più snodi dinamici come le rotonde e tratti a senso unico. Nel Piano della mobilità, infine, c’è anche la riduzione degli spazi di sosta gratuiti (tranne che per i residenti); anche in questo caso da vedere nell’ottica di incentivazione all’uso del mezzo pubblico. È atteso a breve il voto del Consiglio comunale sull’istituzione delle aree di sosta a pagamento da via Angeloni fino a Madonna Alta. Prevista l’esenzione per i soli residenti che chiederanno il permesso. La sosta libera e gratuita sparirà anche da Elce a partire da febbraio prossimo: sosta per due ore e poi a pagamento. Per i residenti, invece, introduzione del permesso e sosta libera di giorno e di notte.

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Il nuovo sistema di trasporto consentirà una diminuzione di circa 2-3 milioni di vetture in circolazione tra Pian di Massiano – Centro storico https://www.lavoce.it/il-nuovo-sistema-di-trasporto-consentira-una-diminuzione-di-circa-2-3-milioni-di-vetture-in-circolazione-tra-pian-di-massiano-centro-storico/ Thu, 19 Feb 2004 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=3643 IlIl mimetrò è arrivato in centro. Oltre ai piloni di cemento che stanno sorgendo lungo il tragitto Pian di Massiano-Pincetto, si può prendere confidenza anche con il vettore, cioè la cabina da 50 posti, che ospiterà i passeggeri del sistema di mobilità alternativo in funzione dal 2008 a Perugia. La stazione simulata, priva di barriere architettoniche, è stata allestita in piazza IV Novembre e rimarrà lì fino al 15 marzo, mentre nella sala della Cannoniera della Rocca Paolina, è stato installato un punto di incontro con la proiezione di video illustrativi del nuovo sistema di mobilità e la distribuzione di opuscoli e pannelli illustrativi del minimetrò. “È un momento importante per la città, una vera passerella internazionale: da un lato la storia, la tradizione e il glorioso passato di Perugia, con la prossima inaugurazione della mostra ‘il Divin Pittore’ – ha affermato il sindaco Renato Locchi – dall’altro l’innovazione tecnologica, con il minimetrò. L’idea di portare il vettore nella piazza principale della città è nata da un’esigenza di informazioni avanzata dalla cittadinanza”. Secondo l’Amministrazione comunale, infatti, era in forte crescita l’interesse intorno all’opera minimetrò e ai suoi innumerevoli cantieri. “Dopo il sopralluogo dello scorso dicembre ai cantieri del minimetrò abbiamo ricevuto, da parte di molti cittadini, ma soprattutto di studenti, numerose lettere e richieste di informazioni sul vettore che trasporterà nei prossimi anni migliaia di persone al giorno. Da qui, la decisione di far arrivare nel cuore della città una stazione simulata. E lo abbiamo fatto ora, perché coinciderà, per due settimane, con un altro straordinario avvenimento, la mostra sul Perugino, che si aprirà il prossimo 28 febbraio. Come a dire, passato e futuro che viaggiano insieme, senza sovrapporsi”. Il sistema Minimetrò sarà costituito da 23 vetture, da 50 posti ciascuna, che si muovono su ruote gommate che scorrono su due rotaie di acciaio. Il moto dei veicoli è trasmesso da una fune di acciaio conformata ad anello e mossa da un motore elettrico. Quando la vettura arriva a fine percorso ruota e riprende immediatamente il cammino in senso inverso. L’adozione di questo sistema di trasporto, dovrebbe consentire, secondo le previsioni dell’Amministrazione comunale, una diminuzione di circa 2-3 milioni di veicoli circolanti/anno lungo la tratta Pian di Massiano-Centro storico e, quindi, la riduzione di emissioni nocive, migliorando le condizioni ambientali urbane delle aree di Fontivegge e Via Cortonese. Dall’ultima deliberazione della Giunta comunale risulta che il costo della prima tratta è pari a 71 milioni di euro che saranno così ripartiti: 15 milioni di euro dai fondi del ministero Aree urbane; altri 20 milioni dal ministero dei Trasporti; 23 milioni a carico di Minimetrò SpA sulla base del cofinanziamento privato; 1 milione dal Ministero dell’Ambiente; 1 milione di euro dalla Minimetrò SpA garantiti con patti parasociali dai soci in proporzione alle rispettive quote. Maggiori oneri, derivanti da indicazioni ministeriali, per un costo di 9 milioni di euro verranno sempre da fondi della Minimetrò SpA. I lavori delle opere civili si dovrebbero concludere entro 1.100 giorni lavorativi, a partire dalla data del 4 novembre 2002.

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Educare i cittadini per liberare la città dall’inquinamento atmosferico https://www.lavoce.it/educare-i-cittadini-per-liberare-la-citta-dallinquinamento-atmosferico/ Thu, 18 Sep 2003 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=3363 Non basta fermare il traffico in centro storico una domenica l’anno per risolvere il problema dell’inquinamento e ‘ più in generale ‘ dell’abuso dell’automobile da parte dei cittadini, con tutto ciò che ne consegue in termini di incidenti, rumori, occupazione dello spazio vivibile. Finalmente l’amministrazione comunale se ne è accorta, e dopo quattro anni di inutili e isolate giornate in cui la zona pedonale e la Ztl sono state interdette alle macchine tra l’indifferenza dei pedoni, l’irritazione degli automobilisti e il malcontento dei commercianti, si è deciso di dare a queste giornate un significato, cogliendo l’occasione della giornata europea ‘In città senza la mia auto’ del 22 settembre per dedicare un’intera settimana alla mobilità alternativa con una serie di eventi volti a sensibilizzare, educare e informare i cittadini sulla qualità dell’aria e su come proteggerla dallo smog e dall’inquinamento atmosferico. Incontri, dibattiti, mostre ma anche concerti, spettacoli e degustazioni di prodotti biologici, tutti rigorosamente ‘eco-sostenibili’. ‘Cambiamo aria, ricominciamo dall’A BiCi’, questo il nome dell’iniziativa, ideata e organizzata dagli Assessorati all’ambiente di Terni e Narni, che vedrà ‘ tra le altre cose ‘ lo spettacolo gratuito di Paolo Hendel all’anfiteatro Fausto (22 settembre ore 21), la mostra di vignette ‘Nuvole d’aria’ e una ‘pesca ecologica’ (venerdì 19) alla quale si può partecipare presentandosi in bicicletta o con il biglietto dell’autobus. Non solo folklore, numeri e buone intenzioni, comunque: il Sindaco assicura provvedimenti concreti, a cominciare dalla riduzione delle autorizzazioni per la Ztl, e i varchi elettronici che contribuiranno a rendere il centro cittadino ‘blindato’. ‘Non si tratta solo di una risposta a problemi di carattere ecologico ‘ precisa il Sindaco ‘ ma anche alla necessità di una maggiore abitabilità delle vie del centro’. Anche per questo non verrà riaperta ‘ come richiesto da alcuni cittadini ‘ la Ztl nelle ore notturne. A questo punto, per potersi dire davvero coerenti, manca solo di chiudere il centro storico anche alle automobili delle concessionarie che invadono la zona pedonale per sempre più frequenti ‘fiere del motore’. In realtà nemmeno lo stesso Sindaco sembra pienamente convinto dell’opportunità di questo tipo di iniziative, che indubbiamente non vanno proprio nella direzione dell’educazione al mezzo alternativo. ‘E’ una questione molto discussa ‘ riconosce ‘ anche all’interno della stessa giunta’. Su questi argomenti occorre sempre mettere d’accordo tutti, a cominciare dai commercianti. ‘In questi casi bisogna mettere da parte le ideologie ed essere pratici. Da un punto di vista ambientale le auto in vendita non creano nessun problema’. Per il momento, quindi, questi ‘eventi’ continueranno regolarmente, anche se il Sindaco non esclude che in futuro si possano spostare al di fuori della zona pedonale.

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Nuove scale mobili: un primo passo per rivitalizzare un borgo antico https://www.lavoce.it/nuove-scale-mobili-un-primo-passo-per-rivitalizzare-un-borgo-antico/ Thu, 07 Jun 2001 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=1629 Quattro anni fa era stato subito scontro, ma l’apertura delle nuove scale mobili sembra aver messo d’accordo tutti, con festeggiamenti a base di porchetta e vino. Rinaldo Gerbi per il Collegio Arti e Mestieri, Renzo Massarelli per “La Città di tutti” e gli assessori comunali Santucci, Cristofani e Catanelli a fine maggio hanno discusso sul futuro del Borgo Bello, insieme con loro un nutrito gruppo di residenti.”La scala mobile è un servizio in più, che si aggiunge al progetto di mobilità alternativa del minimetrò – ha affermato Rinaldo Gerbi – ma l’aspirazione massima di tutti noi è quella di creare un secondo corso cittadino”, per residenti e turisti, senza macchine; “questa festa è il coronamento, anche se con un anno di ritardo sui tempi dei lavori, di quello che si sperava avvenisse con questa struttura – conclude Gerbi – la rivitalizzazione del Borgo, uno dei più belli della città”. Questa zona si presta, in quanto pianeggiante, per una chiusura totale alle auto, “ma prima bisogna realizzare le infrastrutture – è stato detto da Renzo Massarelli – la scala mobile è un primo passo, ma servono parcheggi, presso le anse di Braccio, ripavimentare le strade, tutelare il patrimonio artistico, curare l’arredo urbano e le aree verdi”. La chiusura di una strada dalla mattina alla sera è temuta da residenti e commercianti, “è necessario sentire le categorie – ha proseguito Massarelli – pensare ad un marketing viario, che tuteli i commercianti e la qualità della vita dei residenti”. Questa volta le due categorie hanno lavorato insieme, “mirando ad una città policentrica – ha concluso Renzo Massarelli – non solo acropoli, ma con un Corso Alto ed uno Basso ed il Borgo Bello, per varietà di negozi e numero di abitanti, è unico in tutta Perugia”. Anche gli amministratori hanno espresso la volontà di estendere l’effetto acropoli “ai borghi storici, ma che attualmente sono fuori da un turismo ‘mordi e fuggi piazza Partigiani-Fontana Maggiore e ritorno’ – come ha detto l’assessore Santucci – Vogliamo irrorare il turismo su tutta la città, nei luoghi della storia”. Con i nuovi progetti i turisti entreranno in città “per la via più solenne della Rocca Paolina – ha riferito Santucci – mentre il ritorno avverrà verso piazzale Bellucci, lungo le meraviglie di via Oberdan, corso Cavour e l’area dei chiostri di San Pietro e San Domenico”. Su questo punto l’assessore ha detto “che non si può lasciare la tutela di tali capolavori ad un volenteroso e solitario manipolo di religiosi: bisogna aiutarli”. L’inaugurazione della scala mobile, in programma il 10 giugno prossimo, è “un progetto – ha terminato Santucci – unito strettamente con la Fiera di San Costanzo, con la bellezza dei giardini del Frontone e dell’Orto Medievale, ma soprattutto con la futura strada dei colli, del vino e dei santi che unirà Perugia con Torgiano, seguendo l’antico filo della cultura agraria benedettina”. L’assessore Catanelli ha parlato del Borgo “quale secondo corso della città, ma dopo aver risolto i problemi di traffico di Largo Cacciatori delle Alpi. La chiusura della parte alta, invece, si farà solo con l’assenso dei commercianti e dei residenti”. Accanto alle scale mobili, inoltre, “costate cinque miliardi al Comune verranno realizzate delle botteghe artigiane” (anteprima con il mercato ‘Il Giardino degli Artigiani’). Per l’inaugurazione, domenica mattina alle 11, tutto l’asse stradale da Sant’Ercolano al Frontone verrà chiuso al traffico ed i commercianti della zona offriranno prodotti tipici (pizze e dolci; antipasti; primi piatti; formaggi e salumi e grigliata di carne. A San Domenico, invece, mostra fotografica “Porta San Pietro ieri e oggi”, con foto storiche e d’attualità di Papi, Belfiore e Crocchioni. Le vie del Borgo e le vetrine saranno abbellite dalle marionette del “Tieffeu” di Mario Mirabassi.

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Nuove scale mobili: un primo passo per rivitalizzare un borgo antico https://www.lavoce.it/nuove-scale-mobili-un-primo-passo-per-rivitalizzare-un-borgo-antico-2/ Thu, 07 Jun 2001 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=1831 Quattro anni fa era stato subito scontro, ma l’apertura delle nuove scale mobili sembra aver messo d’accordo tutti, con festeggiamenti a base di porchetta e vino. Rinaldo Gerbi per il Collegio Arti e Mestieri, Renzo Massarelli per “La Città di tutti” e gli assessori comunali Santucci, Cristofani e Catanelli a fine maggio hanno discusso sul futuro del Borgo Bello, insieme con loro un nutrito gruppo di residenti.”La scala mobile è un servizio in più, che si aggiunge al progetto di mobilità alternativa del minimetrò – ha affermato Rinaldo Gerbi – ma l’aspirazione massima di tutti noi è quella di creare un secondo corso cittadino”, per residenti e turisti, senza macchine; “questa festa è il coronamento, anche se con un anno di ritardo sui tempi dei lavori, di quello che si sperava avvenisse con questa struttura – conclude Gerbi – la rivitalizzazione del Borgo, uno dei più belli della città”. Questa zona si presta, in quanto pianeggiante, per una chiusura totale alle auto, “ma prima bisogna realizzare le infrastrutture – è stato detto da Renzo Massarelli – la scala mobile è un primo passo, ma servono parcheggi, presso le anse di Braccio, ripavimentare le strade, tutelare il patrimonio artistico, curare l’arredo urbano e le aree verdi”. La chiusura di una strada dalla mattina alla sera è temuta da residenti e commercianti, “è necessario sentire le categorie – ha proseguito Massarelli – pensare ad un marketing viario, che tuteli i commercianti e la qualità della vita dei residenti”. Questa volta le due categorie hanno lavorato insieme, “mirando ad una città policentrica – ha concluso Renzo Massarelli – non solo acropoli, ma con un Corso Alto ed uno Basso ed il Borgo Bello, per varietà di negozi e numero di abitanti, è unico in tutta Perugia”. Anche gli amministratori hanno espresso la volontà di estendere l’effetto acropoli “ai borghi storici, ma che attualmente sono fuori da un turismo ‘mordi e fuggi piazza Partigiani-Fontana Maggiore e ritorno’ – come ha detto l’assessore Santucci – Vogliamo irrorare il turismo su tutta la città, nei luoghi della storia”. Con i nuovi progetti i turisti entreranno in città “per la via più solenne della Rocca Paolina – ha riferito Santucci – mentre il ritorno avverrà verso piazzale Bellucci, lungo le meraviglie di via Oberdan, corso Cavour e l’area dei chiostri di San Pietro e San Domenico”. Su questo punto l’assessore ha detto “che non si può lasciare la tutela di tali capolavori ad un volenteroso e solitario manipolo di religiosi: bisogna aiutarli”. L’inaugurazione della scala mobile, in programma il 10 giugno prossimo, è “un progetto – ha terminato Santucci – unito strettamente con la Fiera di San Costanzo, con la bellezza dei giardini del Frontone e dell’Orto Medievale, ma soprattutto con la futura strada dei colli, del vino e dei santi che unirà Perugia con Torgiano, seguendo l’antico filo della cultura agraria benedettina”. L’assessore Catanelli ha parlato del Borgo “quale secondo corso della città, ma dopo aver risolto i problemi di traffico di Largo Cacciatori delle Alpi. La chiusura della parte alta, invece, si farà solo con l’assenso dei commercianti e dei residenti”. Accanto alle scale mobili, inoltre, “costate cinque miliardi al Comune verranno realizzate delle botteghe artigiane” (anteprima con il mercato ‘Il Giardino degli Artigiani’). Per l’inaugurazione, domenica mattina alle 11, tutto l’asse stradale da Sant’Ercolano al Frontone verrà chiuso al traffico ed i commercianti della zona offriranno prodotti tipici (pizze e dolci; antipasti; primi piatti; formaggi e salumi e grigliata di carne. A San Domenico, invece, mostra fotografica “Porta San Pietro ieri e oggi”, con foto storiche e d’attualità di Papi, Belfiore e Crocchioni. Le vie del Borgo e le vetrine saranno abbellite dalle marionette del “Tieffeu” di Mario Mirabassi.

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