thyssenkrupp Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/thyssenkrupp/ Settimanale di informazione regionale Fri, 26 Mar 2021 14:51:18 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg thyssenkrupp Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/thyssenkrupp/ 32 32 Idea per l’Ast: la “public company” https://www.lavoce.it/idea-per-last-la-public-company/ Fri, 07 Nov 2014 12:23:14 +0000 https://www.lavoce.it/?p=28872 La delegazione di 150 lavoratori delle acciaierie di Terni durante la manifestazione a Bruxelles
La delegazione di 150 lavoratori delle acciaierie di Terni durante la manifestazione a Bruxelles

Non si ferma la protesta dei lavoratori dell’Acciai speciali Terni, in sciopero da oltre due settimane, mentre cresce la preoccupazione per ciò che potrà accadere dopo la presa di posizione dell’azienda, che ha bloccato il pagamento degli stipendi di ottobre fin quando sarà in atto lo sciopero. La decisione di proseguire nella protesta è arrivata al termine dell’ennesima assemblea dei lavoratori, dai toni piuttosto accesi, dove si è condivisa la necessità – manifestata dai sindacati territoriali – di continuare a mettere in cantiere azioni di lotta fino al prossimo incontro al ministero dello Sviluppo economico.

Dopo la manifestazione davanti all’ambasciata tedesca a Roma, la vicenda dell’acciaieria è approdata a Bruxelles, dove una delegazione di 150 lavoratori ha manifestato le proprie ragioni davanti al Parlamento Ue, incontrando alcuni europarlamentari per chiarire loro quella che è la situazione attuale delle acciaierie, sollecitando una risoluzione per il mantenimento delle produzioni di acciaio di alta qualità presenti a Terni, riconoscendole nella loro strategicità per l’economia italiana ed europea.

Intanto, si ipotizzano soluzioni alternative per l’acciaieria, tra le quali una nuova definizione dell’assetto societario attraverso lo strumento della public company ad azionariato diffuso e popolare, proposta formulata da Progetto Terni, Terni oltre, Il Giacinto – Alleanza e rinascita

“L’azienda – spiegano in una nota i tre gruppi – negli ultimi tre anni, è stata oggetto del contendere da parte di due multinazionali, Outokumpu e ThyssenKrupp, e della incapacità della Commissione europea di individuare le strategie idonee a salvaguardare, all’interno del contesto europeo, il sito produttivo. La public company è la risposta che un intero territorio vuol dare al Governo, mettendosi nuovamente in gioco e investendo non solo a difesa della ‘propria fabbrica’ ma di un intero settore industriale strategico per l’intero Paese.

Vuole essere anche una sfida alla stessa ThyssenKrupp sul versante di un’assunzione di responsabilità nel definire insieme tutte le azioni tese a rilanciare e consolidare il ruolo produttivo dell’Ast. Potrà così essere attivato il Fondo strategico italiano come operatore istituzionale che acquisisce quote prevalentemente di minoranza in imprese di rilevante interesse nazionale, un possibile intervento diretto da parte dello Stato. L’ipotesi è anche quella della costituzione di una nuova società, Tas – Terni acciai speciali e fucinati spa. Le segreterie provinciali di Cgil, Cisl, Uil hanno dato vita ad un comitato “Solidarietà vertenza Ast” per raccogliere fondi volontari per sostenere le diverse iniziative con conto corrente presso la Unipol filiale n. 103 di Terni.

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In questa situazione siamo “tutti ternani” https://www.lavoce.it/in-questa-situazione-siamo-tutti-ternani/ Fri, 17 Oct 2014 13:44:31 +0000 https://www.lavoce.it/?p=28550 C’era da aspettarlo, per come si sono messe le cose, che si arrivasse a una rottura tra la ThyssenKrupp e i suoi dipendenti, con la conseguenza di uno sciopero e l’approdo a una situazione confusa e piena di angoscia. In questo momento una città intera è in ginocchio, e noi insieme ai cittadini della regione ci sentiamo “tutti ternani”. A nessuno può sfuggire la gravità di una decisione aziendale che prevede licenziamenti per 537 tra operai e impiegati, mettendo in seria difficoltà le loro famiglie. Ma c’è qualcosa anche di più grave, in quanto questo tipo di scelta della ThyssenKrupp sta a indicare una disaffezione per l’Acciaieria, una presa di distanza, l’annuncio di un declino per cui non sarà facile guardare con fiducia al futuro. Come cittadini di una stessa comunità regionale, inoltre, la vicenda ternana ci apre a una rassegna di tutte le attuali criticità presenti nell’ambito della produzione industriale che destano da tempo gravissima preoccupazione, come la Merloni e altre aziende in precarie condizioni di sopravvivenza.

Nella comune sofferenza si dileguano da una parte campanilismi, partigianerie di settori della vita sociale, divisioni ideologiche, in nome di una comune lotta e di un interesse condiviso; dall’altra parte, si corre il rischio di alzare troppo la voce, di lasciarsi trascinare dall’ira e di rimanere attaccati ognuno – persone e aggregazioni – alla propria soluzione del problema. Si devono evitare l’intransigenza aziendale e il massimalismo sindacale, per fare spazio a soluzioni eque e concordate per il massimo bene comune concretamente raggiungibile. Non ci si può permettere, in queste condizioni di difficoltà oggettiva e storica – non certo frutto di capricci di qualche sprovveduto – quanto successo in una delle sedute del Consiglio comunale di Terni riunito per formulare la posizione da prendere nei confronti della Tk, ossia che vengano elaborati tre diversi comunicati. La tensione inevitabile e la rabbia possono giocare brutti scherzi e mettere gli uni contro gli altri, pur accomunati dalla stessa passione per la difesa del lavoro.

Un appello alla concordia e all’unità nella difesa del lavoro è venuto dai Vescovi a più riprese, dall’ultimo comunicato della Conferenza episcopale umbra, dal vescovo di Terni Giuseppe Piemontese, dagli interventi del card. Bassetti sull’Osservatore Romano e nell’intervista sul Messagero di domenica 12 ottobre, in cui propone una società che esprima un nuovo umanesimo fondato sui principi della dottrina sociale cristiana e sui grandi valori evangelici. I Vescovi anche in passato non hanno cessato di richiamare alla preghiera, elaborato una teologia del lavoro, sottolineato il valore e la dignità del lavoro, la solidarietà, la sussidiarietà e l’ispirazione umanistica della nostra storia. I Vescovi umbri chiedono di mettere da parte scontri e discordie e trovare percorsi unitari alla ricerca di soluzioni, ascoltando tutti, anche la gente comune dotata di buon senso, che vive in prima persona i problemi e i disagi collegati al lavoro. Non è di poco conto segnalare l’accenno fatto da Papa Francesco alla vicenda di Terni il 3 settembre scorso, quando ha detto: “Esprimo la mia profonda preoccupazione per la situazione che stanno vivendo tante famiglie di Terni a motivo dei progetti della ditta ThyssenKrupp. Ancora una volta rivolgo un accorato appello, affinché non prevalga la logica del profitto, ma quella della solidarietà e della giustizia. Al centro di ogni questione, anche di quella lavorativa, va sempre posta la persona e la sua dignità. Con il lavoro non si gioca. E chi per motivi di denaro, di affari, per guadagnare di più, toglie il lavoro, sappia che toglie la dignità delle persone”.

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In piazza (e in chiesa) per il lavoro. La solidarietà dei vescovi ai lavoratori dell’Ast https://www.lavoce.it/in-piazza-e-in-chiesa-per-il-lavoro-la-solidarieta-dei-vescovi-ai-lavoratori-dellast/ Fri, 17 Oct 2014 13:26:13 +0000 https://www.lavoce.it/?p=28543 I lavoratori dell’Ast all’Angelus in piazza San Pietro il 31 agosto scorso
I lavoratori dell’Ast all’Angelus in piazza San Pietro il 31 agosto scorso

“IVescovi dell’Umbria esprimono viva preoccupazione per il fallimento delle trattative che interessano i lavoratori dell’Ast di Terni”. La nota della Conferenza episcopale umbra diffusa una settimana fa, non appena giunta la notizia dei 500 licenziamenti, mantiene tutta la sua attualità.

La preoccupazione dei vescovi “come è avvenuto in altre simili circostanze” è viva e si associa all’“accorato appello alle parti in causa, ThyssenKrupp, Governo, Sindacati, Istituzioni affinché riprendano immediatamente il dialogo e le trattative con toni sereni e aperti alla comprensione reciproca per trovare una soluzione equa e dignitosa per tutti, specie per i più deboli della vertenza in atto”. “La rottura delle trattative – hanno scritto i vescovi – rende ancor più grave la situazione sociale e occupazionale dell’intera regione dell’Umbria a seguito del paventato avvio della procedura di licenziamento per oltre 500 lavoratori, che porta con sé conseguenze umane e sociali dolorosissime”.

Il card. Bassetti in una intervista al Messaggero domenica scorsa ricordava le “crisi” dell’Umbria: non solo la Tk ma anche la Merloni, il settore della chimica nel ternano e le tante piccole e medie aziende che chiudono o mettono in cassa integrazione. “È emergenza, lo abbiamo detto” diceva Bassetti al Messaggero, e aggiungeva: “dalla gente dell’Umbria arrivano segnali di nuove povertà” ricordando le Caritas che registrano un numero sempre più crescente di famiglie ridotte a chiedere un aiuto come mai avrebbero voluto fare. In questo “difficilissimo momento” i vescovi umbri “esprimono la loro vicinanza e solidarietà ai lavoratori e alle loro famiglie”.

Maria Rita Valli

Il vescovo Giuseppe Piemontese: “Si trovino soluzioni eque e giuste per tutti”

A seguito degli ultimi avvenimenti della vertenza dell’Ast con il fallimento delle trattative e alla vigilia dello sciopero cittadino di venerdì prossimo, il vescovo Giuseppe Piemontese rinnova l’invito a riaprire il dialogo nella nota che segue e che si conclude con un invito “ai sacerdoti, fedeli e quanti non potranno prendere parte alla manifestazione ufficiale, a ritrovarsi nella propria  chiesa, alle ore 12.00, per pregare per la nostra città e per tutti coloro che sono alle prese con la disoccupazione e la precarietà”. 

“La comunità ecclesiale di Terni-Narni-Amelia, dopo aver posto grande speranza nelle trattative tra le parti interessate, è grandemente amareggiata per la mancata soluzione della vertenza dell’Ast, che riguarda il posto di lavoro di centinaia di lavoratori e il futuro stesso della città di Terni. Tante speranze, coltivate fin dall’inizio dell’anno, si vedono vanificate dalla mancata intesa, vanamente ricercata negli incontri di settembre e inizio ottobre.

Ora si temono prove di forza che non concorrono alla soluzione dei problemi, ma ad esasperare ulteriormente gli animi e a saturare l’ambiente di tossine pericolose, se non proprio mortifere.

Ribadiamo l’invito a riaprire il dialogo tra le parti interessate su basi della giustizia e dell’equità, evitando irrigidimenti pericolosi. Si promuova una riflessione seria che favorisca l’avvicinamento delle posizioni verso l’attenzione alla persona, al bene comune oltre che all’interesse della ThyssenKrupp. Lo sciopero generale proclamato serva a ribadire questa volontà di proposta e di dialogo e a tutelare i lavoratori e la città.

Come cristiani di questo territorio desideriamo unirci ai lavoratori, ai cittadini e alle Istituzioni locali e regionali per riaffermare il desiderio di una giusta soluzione della trattativa. Siano di monito e incoraggiamento le parole di Papa Francesco, pronunciate per noi il 3 settembre: “Desidero unirmi ai recenti interventi del Vescovo di Terni-Narni-Amelia, ed esprimo la mia profonda preoccupazione per la grave situazione che stanno vivendo tante famiglie di Terni a motivo dei progetti della ditta Thyssenkrupp. Ancora una volta rivolgo un accorato appello, affinché non prevalga la logica del profitto, ma quella della solidarietà e della giustizia. Al centro di ogni questione, anche di quella lavorativa, va sempre posta la persona e la sua dignità! Col lavoro non si gioca! E chi, per motivi di denaro, di affari, di guadagnare di più, toglie il lavoro, sappia che toglie la dignità alle persone”.

Auguriamo che la manifestazione, pur nella ferma proposta dei diritti dei lavoratori e del futuro della nostra città, si svolga pacificamente e nel rispetto di tutti.

Maria Santissima, che veneriamo Madonna del popolo e nostra speciale patrona, sostenga l’impegno di quanti sono preposti al bene comune perché  trovino soluzioni eque e giuste per tutti”.

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Tk-Ast: tutti in attesa del nuovo piano industriale https://www.lavoce.it/tk-ast-tutti-in-attesa-del-nuovo-piano-industriale/ Thu, 11 Sep 2014 12:26:58 +0000 https://www.lavoce.it/?p=27922 acciai-internoCon la sottoscrizione del “lodo” proposto dal ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi, d’intesa con le istituzioni territoriali, al termine della fitta serie di incontri su tavoli separati, protrattisi per 15 ore, tra sindacati, la presidente della Regione Umbria, il presidente della Provincia di Terni, il sindaco di Terni e la dirigenza dell’Acciai speciali Terni – Tk, è rientrata la procedura di mobilità per 500 lavoratori dell’acciaieria. Si apre un nuovo margine di trattative per il futuro dell’Ast, con la ThyssenKrupp che ha accettato di rivedere il piano industriale e mantenere in vigore il contratto integrativo aziendale.

C’è ora un mese di tempo – l’ultima scadenza è fissata per il 4 ottobre – per ridiscutere il piano industriale presentato dalla ThyssenKrupp lo scorso luglio, che prevedeva una riduzione dei costi di 100 milioni di euro l’anno. Da quanto emerso dai successivi incontri, la trattativa non si presenta semplice. Il management dell’Acciai speciali Terni ha già avvertito: “Nel caso in cui la trattativa non conduca a una comune attuazione delle misure, Ast avvierà il 5 ottobre 2014 una nuova procedura di mobilità”. Le ultime dichiarazioni dell’ad di Ast, Lucia Morselli, riferite a voci circa una possibile vendita dell’acciaieria, smentiscono quanto trapelato, affermando che Tk potrebbe decidere di tenersi le acciaierie ternane, almeno nell’immediato.

Sulla questione è stata interpellata anche la Comunità europea circa la correttezza delle attività messe in campo da Tk nella riacquisizione dell’Ast. Il commissario Almunia ha assicurato che “la Commissione si è accertata che ThyssenKrupp avrebbe contribuito a mantenere e sviluppare Ast come concorrente forte e attivo nel mercato See dell’acciaio inossidabile laminato a freddo, nel quale erano emersi problemi di concorrenza legati all’operazione Outokumpu-Inoxum”. E ha aggiunto: “Non sembra che il piano industriale annunciato sia in contrasto con l’impegno di mantenere e sviluppare Ast come operatore forte e attivo nel mercato dei laminati a freddo. Vista l’importanza del settore per l’economia europea, la Commissione seguirà da vicino la questione”.

Parole di speranza arrivano dal card. Gualtiero Bassetti, che nei giorni scorsi ha incontrato il premier Matteo Renzi: “Mi ha rassicurato per Terni”. La preoccupazione della Chiesa umbra è grande, ma il presidente della Ceu afferma che “sembra esserci uno spiraglio positivo”. “Con il lavoro non si gioca, e chi per motivi di denaro toglie il lavoro, sappia che toglie la dignità delle persone” aveva detto Papa Francesco in riferimento alla situazione dell’acciaieria di Terni. Un monito che probabilmente è riecheggiato al Mise nel corso della trattativa.

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Tk-Ast. Piano industriale “irricevibile” https://www.lavoce.it/tk-ast-piano-industriale-irricevibile/ Fri, 25 Jul 2014 14:35:33 +0000 https://www.lavoce.it/?p=27248 acciai-speciali-bnA dieci anni di distanza dalla chiusura del reparto Magnetico, con centinaia di posti di lavoro persi, per l’acciaieria di Terni si addensano di nuovi nubi nerissime all’orizzonte. Il tanto atteso piano industriale della multinazionale tedesca ThyssenKrupp per l’Acciai speciali Terni è stata una vera doccia fredda: riduzione dei costi in tutte le aree – operative, strutturali, di vendita e dell’organico – di oltre 100 milioni di euro l’anno, ridimensionamento del personale di circa 550 dipendenti. E ancora, la chiusura del secondo forno fusorio entro il 2015-16.

In sostanza, in due anni, si avrebbe la riduzione della produzione dell’acciaio al di sotto del milione di tonnellate, con decremento notevole della parte fusoria dello stabilimento e contemporaneo incremento dell’acciaio rilavorato nei laminati a freddo, e un quinto in meno di occupati. Tutti concordi nel giudicare “non condivisibile” il piano industriale, come detto dal ministro per lo Sviluppo economico Federica Guidi, e “irricevibile” per i sindacati e istituzioni. Il Ministro ha aggiunto: “Si valutino nuove soluzioni per l’acciaieria. Non vogliamo perdere altri asset in questo settore, ma che la siderurgia rimanga in Italia”.

Secondo la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, l’assessore allo Sviluppo economico Vincenzo Riommi, il presidente della Provincia di Terni Feliciano Polli e il sindaco della città Leopoldo Di Girolamo, il piano “necessita di sostanziali e profonde modifiche, a cominciare dalla questione dell’occupazione e delle prospettive industriali dell’intero sito di Terni”. Per i rappresentanti delle istituzioni umbre, “si tratta di un piano che di industriale ha davvero poco, perché prevede esclusivamente un taglio drastico sia in termini di dipendenti che di salario, scaricando così tutto il costo sociale soltanto sui lavoratori delle acciaierie”.

Un piano industriale che tende a dimezzare le potenzialità produttive dell’Acciai speciali Terni “senza presentare nessuna prospettiva di consolidamento e sviluppo e di collocazione strategica delle acciaierie di Terni nel mercato globale”. In particolare, la previsione di chiudere il secondo forno e di ridurre complessivamente i volumi dei laminati a caldo del 50% rappresenta un grave ridimensionamento della fabbrica ternana.

La preoccupazione cresce se si considera la ricaduta sull’indotto, che comporterebbe una perdita di posti di lavoro almeno doppia, ossia oltre 1.000 persone senza lavoro. I sindacati dell’Umbria stanno organizzando un’ampia mobilitazione regionale per sostenere i lavoratori dell’Ast e per impedire un impoverimento ulteriore del tessuto industriale regionale, che continuerà “fino a che il Governo nazionale, l’Unione europea, la multinazionale ThyssenKrupp non modificheranno profondamente la loro inaccettabile impostazione”.

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Sangemini, Sgl Carbon, Ast: i destini di tre imprese https://www.lavoce.it/sangemini-sgl-carbon-ast-i-destini-di-tre-imprese/ Fri, 06 Dec 2013 14:11:37 +0000 https://www.lavoce.it/?p=20931 Ast---Manifestazione-3Tre fabbriche, tre destini dai quali dipende il presente e il futuro di migliaia di dipendenti, e quindi di famiglie della Conca ternana e oltre, in questo momento di crisi generalizzata e severa in atto da molto tempo e la cui soluzione positiva non sembra tanto vicina.

La Sangemini acque minerali, il cui fallimento sembrava imminente, ha forse trovato un salvatore, un acquirente costituito da un gruppo di aziende interessate alle acque minerali che ha come capogruppo la Norda e un forte appoggio finanziario da Unicredit. Il piano industriale per il rilancio è ora all’esame del Tribunale e si hanno fondatissime speranze per l’approvazione.

Un’azienda, invece, che si trova ora nel pieno della crisi è la Sgl Carbon di Narni Scalo. C’è il rischio che venga chiusa perché la multinazionale proprietaria – con sede in Germania – pare abbia questa intenzione. La fabbrica ha di molto ridotto la produzione, e la metà dei lavoratori è in cassa integrazione.

I sindacati stanno mettendo in atto tutte le azioni possibili per il mantenimento dell’azienda, con l’appoggio di tutte le istituzioni. C’è stato uno sciopero generale nel Comune di Narni, con in testa il Sindaco. Anche il Governo nazionale si è mosso in difesa del sito di Narni, dichiarando la necessità che rimanga in Italia in quanto necessario all’industria nazionale. Per intanto, anche per la Sgl Carbon si sta trovando un acquirente.

Una vicenda quasi incomprensibile sta accadendo per le Acciaierie di Terni. Due anni fa, l’Ast è stata venduta, compreso il Tubificio con i centri servizi e commerciali, dalla ThyssenKrupp alla Outukumpu finlandese. L’Antitrust europeo ha fatto obbligo a questa di vendere a sua volta l’Ast per ragioni antimonopolistiche, ed è cominciata la ricerca del compratore. Alla fine del secondo anno, il compratore era stato individuato nella cordata italo-francese Aperam-Arvedi-Marcegaglia, e si aspettava da un momento all’altro la firma del contratto con il nuovo acquirente.

Colpo di scena finale, la diffusione della notizia che l’Ast era stata rivenduta alla ThyssenKrupp. Le ragioni non sono state rivelate, ma sono intuibili e non rassicuranti: come può la Tk avere interesse a ricomprare l’Ast che era stata venduta perché non le interessava più la produzione di acciaio inossidabile? La cosa non è chiara, i sindacati sono inquieti e chiedono spiegazioni. Il Governo si muova. Ne va di mezzo un’intera città e territorio, anzi migliaia di esseri umani che dovrebbero essere sempre al centro di qualsiasi azione anche economico-finanziaria.

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Ast: troppi punti sono poco chiari https://www.lavoce.it/ast-troppi-punti-sono-poco-chiari/ Thu, 06 Jun 2013 11:37:01 +0000 https://www.lavoce.it/?p=17171 Panorama degli stabilimenti delle acciaierie di Terni
Panorama degli stabilimenti delle acciaierie di Terni

La vicenda delle Acciaierie di Terni si sta facendo inquietante; serpeggia la paura che alla fine lo stabilimento possa essere chiuso o fortemente ridotto. Il timore è fondato, la situazione è di stallo, e ogni decisione viene rimandata di scadenza in scadenza. Intanto la produzione langue, così dicono i sindacati.

Quel che sta accadendo è incomprensibile. Tutti ricordano come la decisione della ThyssenKrupp di vendere l’Ast ad Outokumpu sia stata improvvisa e non ben motivata. La società acquirente, nella persona di uno dei massimi dirigenti venne a Terni e rassicurò tutti: l’Outokumpu ha in mente di mantenere e aumentare gradualmente la produzione, tanto che l’accoglienza da parte della città di Terni fu benevola. Dopo qualche tempo, all’improvviso, Outokumpu annunciò di dover vendere l’Ast su ordine della Commissione europea per la concorrenza, in quanto la posizione della multinazionale sarebbe diventata dominante in Europa.

Allora ci domandiamo: perché ha acquistato? Non sapeva di correre questo rischio? Non venne alcuna risposta, comunque siamo rimasti in attesa di un nuovo acquirente – entro termini non brevi, peraltro, e senza che fosse fissato alcun prezzo minimo di acquisto: la vendita era al migliore offerente. Prima della scadenza del termine giunsero tre offerte, di cui una, quella di Aperam, Arvedi, Marcegaglia è apparsa subito la migliore e, quindi, da preferirsi. Outokumpu chiese e ottenne un ulteriore lasso di tempo per rispondere; approssimandosi la seconda scadenza, chiese ulteriore termine e le fu accordato. Ed ora, come fulmine a ciel sereno, dichiara che nessuna delle offerte di acquisto è accettabile perché tutte di troppo inferiori al valore effettivo dell’Acciaieria di Terni.

A questo punto, io manifesto uno stupore improvviso, per non dire altro: se così stanno le cose, perché la Outokumpu non ha fissato un prezzo minimo fin dall’inizio? A che gioco stiamo giocando? Istituzioni e sindacati si sono rivolti alla Commissione europea, e questa fa sapere che poco può fare poiché trattasi di compravendita tra privati.

La situazione è critica, molte le manoifestazioni dei lavoratori sfociate anche in scontri con le Forze dell’ordine. I poliziotti hanno bloccato hanno bloccato il corteo di protesta dei lavoratori per impedire che i manifestanti occupassero i binari della stazione e sono entrati in azione con manganelli colpendo quelli in prima fila e ferendo anche il sindaco di terni Leopoldo Di Girolamo, a cui va tutta la solidairetà di tutta la comunità. Episodio incresciosissimo, da non ripetersi; i lavoratori, con il sindaco, difendevano i posti di lavoro e il futuro della città.

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