terremoto 2016 Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/terremoto-2016/ Settimanale di informazione regionale Mon, 24 Jun 2024 09:32:33 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg terremoto 2016 Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/terremoto-2016/ 32 32 Messa dell’arcivescovo Boccardo nel cantiere della Basilica di San Benedetto https://www.lavoce.it/messa-dellarcivescovo-boccardo-nel-cantiere-della-basilica-di-san-benedetto/ https://www.lavoce.it/messa-dellarcivescovo-boccardo-nel-cantiere-della-basilica-di-san-benedetto/#respond Mon, 30 Oct 2023 15:15:30 +0000 https://www.lavoce.it/?p=73855 celebrazione nella basilica di san benedetto

Dopo sette anni è stata nuovamente celebrata la Messa nella Basilica di San Benedetto a Norcia, chiesa che è stata distrutta dal terremoto del 30 ottobre 2016 e che è sulla via della piena ricostruzione. È stato l’arcivescovo di Spoleto-Norcia, monsignor Renato Boccardo, ha presiedere lunedì 30 ottobre 2023 alle ore 11.30 l’Eucaristia nell’edificio di culto costruito sulla casa natale dei Santi Benedetto e Scolastica. Una giornata emozionante e storica per la comunità nursina. La liturgia è stata animata nel canto dalla corale parrocchiale. Col Presule hanno concelebrato don Marco Rufini e don Luciano Avenati. C’erano anche due monaci benedettini del monastero di San Benedetto in Monte.

All’interno della chiesa hanno trovato posto oltre centocinquanta fedeli e una cinquantina di rappresentanti delle istituzioni, oltre agli operatori della comunicazione. Tra le autorità c’erano: il commissario straordinario di Governo ai fini della ricostruzione nei territori dei comuni delle Regioni di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria interessati dall'evento sismico del 2016 senatore Guido Castelli; il presidente della Giunta regionale dell’Umbria Donatella Tesei; il sindaco facente funzione di Norcia Giuliano Boccanera; il soprintendete speciale per le aree colpite dal sisma Paolo Iannelli. Per l’occasione è tornato a Norcia anche l’ex commissario Giovanni Legnini.

Tanti fardelli gravosi hanno motivato lo scoraggiamento

 "Il terremoto del 2016 -ha detto l’arcivescovo Boccardo nell’omelia- ci ha piegati, togliendoci le case e i luoghi di lavoro, privandoci di monumenti, maestosi o semplici, che raccontavano storie di vita e di fede e racchiudevano ed esprimevano l’identità delle popolazioni; ha generato una cesura tra passato e futuro. Poi la lentezza della ricostruzione, gli intoppi burocratici, le difficoltà nella ripresa lavorativa ed economica, la tragedia della pandemia, il lievitare dei prezzi delle materie prime: tanti fardelli gravosi che hanno acuito la fatica e motivato lo scoraggiamento".

Il grazie del Vescovo agli attori della ricostruzione della Basilica di San Benedetto

 "Dall’angosciante desolazione prodotta dal terremoto -ha detto ancora l'arcivescovo- è sbocciata tanta solidarietà che, come la fioritura di Castelluccio, ha riempito di colore il grigiore della polvere dei crolli e delle macerie; e la sofferenza e la paura si sono stemperate nella speranza di un futuro che ancora potrà esserci. Non possiamo dimenticare il coinvolgimento attento delle Istituzioni pubbliche e dei diversi Enti statali e locali, in particolare della Struttura Commissariale con gli Onorevoli Legnini e Castelli. Significativo è stato inoltre l'impegno delle massime Istituzioni europee a finanziare l'opera di ricostruzione di questa Basilica, riconoscendo implicitamente il ruolo insostituibile per l'Europa del Cristianesimo e della cultura che ha saputo ispirare. Grazie a questo intrecciarsi di passione, competenze e sogni, ci è possibile oggi convenire eccezionalmente qui per abitare questi muri così cari ai nursini e a tutti noi.

Mi faccio dunque volentieri interprete della comune gratitudine e ammirazione nei confronti del Ministero della Cultura, dell’ENI, degli altri Enti qui autorevolmente rappresentati e della Società COBAR con le sue maestranze: grazie a tutti loro ritroviamo per qualche ora questa aula liturgica per celebrarvi, non senza commozione, il sacrificio eucaristico".

Ricostruzione della Basilica di San Benedetto è la capacità dell’uomo di risollevarsi

"Questo edificio sacro -ha proseguito il Presule- è diventato l'emblema del sisma, ma è ancora di più la prova della capacità dell'essere umano di risollevarsi, di tornare a sperare, di guardare in alto e, con la forza di questo sguardo, tornare verso la terra e porre tutta l'intelligenza, la maestria, la fantasia e l'impegno al servizio di un comune riscatto, per risollevare, insieme alle mura delle case, dei luoghi di lavoro e delle chiese, anche il morale delle persone e delle comunità e per risvegliare la gioia di vivere".

Guardare avanti con sguardo lungo

 "Ci piace pensare -ha concluso l’arcivescovo- al tempo della ricostruzione che ancora ci attende come ad una grande occasione per compiere un salto di qualità nella vita quotidiana. Dobbiamo guardare avanti con sguardo lungo; attenerci fedelmente non alle opinioni correnti e ai calcoli interessati ma a ciò che è vero, buono e giusto; non accontentarci di un ottimismo senza fondamento ma alimentare e custodire la speranza. Dobbiamo riscoprire sempre di nuovo le virtù civiche come l’onestà, la volontà di servizio, l’impegno per il bene comune, l’attenzione agli ultimi, la salvaguardia dei diritti di tutti; realizzare una stagione in cui tornino a risplendere il coraggio, la sobrietà, la responsabilità, il dialogo, l’unità e nello stesso tempo competenze politiche e tecniche da mettere insieme in un gioco di squadra, indispensabile per conseguire quel risultato che tutti attendiamo e che esprima ancora creatività e crescita per una autentica rinascita dei nostri borghi e delle nostre città. Oggi siamo tutti ammirati e commossi guardando queste pareti ricomposte e la leggerezza ed eleganza delle capriate lignee sopra le nostre teste, e sogniamo di poter presto contemplare la Basilica di San Benedetto in tutta la sua ritrovata bellezza".

Benedizione delle campane

 Al termine della Messa, Vescovo, autorità e fedeli si sono recati all’esterno della Basilica per benedire due nuove campane che, non appena possibile, verranno issate nella torre campanaria della chiesa. Una è dedicata a San Benedetto e una a Santa Scolastica.

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celebrazione nella basilica di san benedetto

Dopo sette anni è stata nuovamente celebrata la Messa nella Basilica di San Benedetto a Norcia, chiesa che è stata distrutta dal terremoto del 30 ottobre 2016 e che è sulla via della piena ricostruzione. È stato l’arcivescovo di Spoleto-Norcia, monsignor Renato Boccardo, ha presiedere lunedì 30 ottobre 2023 alle ore 11.30 l’Eucaristia nell’edificio di culto costruito sulla casa natale dei Santi Benedetto e Scolastica. Una giornata emozionante e storica per la comunità nursina. La liturgia è stata animata nel canto dalla corale parrocchiale. Col Presule hanno concelebrato don Marco Rufini e don Luciano Avenati. C’erano anche due monaci benedettini del monastero di San Benedetto in Monte.

All’interno della chiesa hanno trovato posto oltre centocinquanta fedeli e una cinquantina di rappresentanti delle istituzioni, oltre agli operatori della comunicazione. Tra le autorità c’erano: il commissario straordinario di Governo ai fini della ricostruzione nei territori dei comuni delle Regioni di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria interessati dall'evento sismico del 2016 senatore Guido Castelli; il presidente della Giunta regionale dell’Umbria Donatella Tesei; il sindaco facente funzione di Norcia Giuliano Boccanera; il soprintendete speciale per le aree colpite dal sisma Paolo Iannelli. Per l’occasione è tornato a Norcia anche l’ex commissario Giovanni Legnini.

Tanti fardelli gravosi hanno motivato lo scoraggiamento

 "Il terremoto del 2016 -ha detto l’arcivescovo Boccardo nell’omelia- ci ha piegati, togliendoci le case e i luoghi di lavoro, privandoci di monumenti, maestosi o semplici, che raccontavano storie di vita e di fede e racchiudevano ed esprimevano l’identità delle popolazioni; ha generato una cesura tra passato e futuro. Poi la lentezza della ricostruzione, gli intoppi burocratici, le difficoltà nella ripresa lavorativa ed economica, la tragedia della pandemia, il lievitare dei prezzi delle materie prime: tanti fardelli gravosi che hanno acuito la fatica e motivato lo scoraggiamento".

Il grazie del Vescovo agli attori della ricostruzione della Basilica di San Benedetto

 "Dall’angosciante desolazione prodotta dal terremoto -ha detto ancora l'arcivescovo- è sbocciata tanta solidarietà che, come la fioritura di Castelluccio, ha riempito di colore il grigiore della polvere dei crolli e delle macerie; e la sofferenza e la paura si sono stemperate nella speranza di un futuro che ancora potrà esserci. Non possiamo dimenticare il coinvolgimento attento delle Istituzioni pubbliche e dei diversi Enti statali e locali, in particolare della Struttura Commissariale con gli Onorevoli Legnini e Castelli. Significativo è stato inoltre l'impegno delle massime Istituzioni europee a finanziare l'opera di ricostruzione di questa Basilica, riconoscendo implicitamente il ruolo insostituibile per l'Europa del Cristianesimo e della cultura che ha saputo ispirare. Grazie a questo intrecciarsi di passione, competenze e sogni, ci è possibile oggi convenire eccezionalmente qui per abitare questi muri così cari ai nursini e a tutti noi.

Mi faccio dunque volentieri interprete della comune gratitudine e ammirazione nei confronti del Ministero della Cultura, dell’ENI, degli altri Enti qui autorevolmente rappresentati e della Società COBAR con le sue maestranze: grazie a tutti loro ritroviamo per qualche ora questa aula liturgica per celebrarvi, non senza commozione, il sacrificio eucaristico".

Ricostruzione della Basilica di San Benedetto è la capacità dell’uomo di risollevarsi

"Questo edificio sacro -ha proseguito il Presule- è diventato l'emblema del sisma, ma è ancora di più la prova della capacità dell'essere umano di risollevarsi, di tornare a sperare, di guardare in alto e, con la forza di questo sguardo, tornare verso la terra e porre tutta l'intelligenza, la maestria, la fantasia e l'impegno al servizio di un comune riscatto, per risollevare, insieme alle mura delle case, dei luoghi di lavoro e delle chiese, anche il morale delle persone e delle comunità e per risvegliare la gioia di vivere".

Guardare avanti con sguardo lungo

 "Ci piace pensare -ha concluso l’arcivescovo- al tempo della ricostruzione che ancora ci attende come ad una grande occasione per compiere un salto di qualità nella vita quotidiana. Dobbiamo guardare avanti con sguardo lungo; attenerci fedelmente non alle opinioni correnti e ai calcoli interessati ma a ciò che è vero, buono e giusto; non accontentarci di un ottimismo senza fondamento ma alimentare e custodire la speranza. Dobbiamo riscoprire sempre di nuovo le virtù civiche come l’onestà, la volontà di servizio, l’impegno per il bene comune, l’attenzione agli ultimi, la salvaguardia dei diritti di tutti; realizzare una stagione in cui tornino a risplendere il coraggio, la sobrietà, la responsabilità, il dialogo, l’unità e nello stesso tempo competenze politiche e tecniche da mettere insieme in un gioco di squadra, indispensabile per conseguire quel risultato che tutti attendiamo e che esprima ancora creatività e crescita per una autentica rinascita dei nostri borghi e delle nostre città. Oggi siamo tutti ammirati e commossi guardando queste pareti ricomposte e la leggerezza ed eleganza delle capriate lignee sopra le nostre teste, e sogniamo di poter presto contemplare la Basilica di San Benedetto in tutta la sua ritrovata bellezza".

Benedizione delle campane

 Al termine della Messa, Vescovo, autorità e fedeli si sono recati all’esterno della Basilica per benedire due nuove campane che, non appena possibile, verranno issate nella torre campanaria della chiesa. Una è dedicata a San Benedetto e una a Santa Scolastica.

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Riaperta al culto la chiesa di San Michele Arcangelo a Cortigno di Norcia https://www.lavoce.it/riaperta-al-culto-la-chiesa-di-san-michele-arcangelo-a-cortigno-di-norcia/ https://www.lavoce.it/riaperta-al-culto-la-chiesa-di-san-michele-arcangelo-a-cortigno-di-norcia/#respond Wed, 16 Aug 2023 10:03:02 +0000 https://www.lavoce.it/?p=73114 riapertura chiesa cortigno di norcia

A Cortigno di Norcia (paese situato a 1200 metri di altitudine e 22 km di distanza dal capoluogo, denominato la Terrazza sugli appennini in quanto da esso si vedono le più importanti cime del Lazio, dell’Abruzzo, dell’Umbria e delle Marche) il 15 agosto è stata una bella giornata di festa.

Dopo sette anni dai terremoti del 2016, infatti, è stata riaperta al culto la chiesa di San Michele Arcangelo. La celebrazione eucaristica è stata presieduta dall’arcivescovo di Spoleto-Norcia monsignor Renato Boccardo, accolto al suo arrivo a Cortigno da un prolungato applauso. Col Presule ha concelebrato il parroco della zona pastorale di Norcia, don Marco Rufini. Presente il sindaco facente funzione di Norcia Giuliano Boccanera e molti fedeli.

A Cortigno, stabilmente, vivono dodici persone; in estate, però, la frazione si riempie di quanti hanno lì le origini ma per motivi di lavoro vivono altrove.

Da sottolineare che la chiesa di Cortigno è la prima nel territorio comunale di Norcia ad essere stata riaperta dopo i terremoti del 2016.

I lavori

"Sono lieto di essere qui nel giorno dell'Assunta -ha detto monsignor Boccardo all’inizio della Messa- in cui ritroviamo questa chiesa ricca di fede e di arte. Grazie a quanti hanno reso possibile questa operazione non semplice".

E il pensiero è andato all’ufficio tecnico della Diocesi diretto dal geometra Simone Desantis, ai progettisti architetto Fabrizio Altieri e ingegnere Fabio Iambrenghi, alla ditta R.B. s.r.l. di Gualdo Cattaneo (subentrata in corso d’opera, per vari motivi, alla ditta Cricchi), alla restauratrice delle opere d’arte Emanuela D’Abbraccio, agli abitanti, in particolare a Triante Angeli, che sono stati un costante pungolo per la riapertura della chiesa.

Per effettuare i lavori di consolidamento sono stati necessari circa 64.000 euro: 48.226,44 giunti dalla struttura del Commissario Straordinario alla Ricostruzione e circa 15.000 euro di cofinanziamento dell’Archidiocesi. L’Arcivescovo ha anche riconsegnato tutte le opere d’arte che si trovavano nella chiesa prima del terremoto e che erano ricoverate al deposito del Santo Chiodo di Spoleto: manca all’appello solo la statua di San Michele Arcangelo che è in restauro a Venaria Reale (in provincia di Torino).

L’omelia dell’Arcivescovo di Spoleto-Norcia

Monsignor Boccardo ha sottolineato che la solennità dell’Assunta ci ricorda che la nostra vita, per quanto bella e ricca di successi, arriverà alla fine.

"Questo non ci deve rendere mesti -ha aggiunto- ma pronti a fare i conti con la realtà. Perché verrà il giorno in cui le maschere, i titoli e le divise non serviranno. Quello sarà il giorno della verità. E dobbiamo prepararci a quel giorno essendo persone serie, valutando bene ciò per cui impegnarsi e sacrificarsi. Nulla nella vita è magico, ognuno è costruttore del suo presente e del suo futuro; nulla avviene gratuitamente, le grandi mete si raggiungono col sacrificio, cadendo e rialzandosi".

Poi, un pensiero alla riapertura della chiesa.

"Ci rallegriamo per questa chiesa che ritroviamo. É un bel segnale per dire che le comunità più piccole della nostra Archidiocesi non sono meno importanti di quelle che si trovano nelle città. È bello venire qui e raccontare al Signore la nostra storia e attingere da questo altare la forza per ripartire".

Il ringraziamento del parroco

Don Marco Rufini al termine della Messa ha ringraziato l’Arcivescovo.

"Grazie a lei Eccellenza -ha detto il parroco- perché ha accolto pazientemente le pungolature della gente e molto si è adoperato per giungere a questa giornata. La riapertura della chiesa di Cortigno ci dice che la storia di questa terra ferita dal terremoto riparte dalle periferie. Il luogo che riapriamo al culto ci aiuti ad essere ogni giorno più comunità, consapevoli che ciò ci unisce, anche oltre le distanze, è la preghiera".

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riapertura chiesa cortigno di norcia

A Cortigno di Norcia (paese situato a 1200 metri di altitudine e 22 km di distanza dal capoluogo, denominato la Terrazza sugli appennini in quanto da esso si vedono le più importanti cime del Lazio, dell’Abruzzo, dell’Umbria e delle Marche) il 15 agosto è stata una bella giornata di festa.

Dopo sette anni dai terremoti del 2016, infatti, è stata riaperta al culto la chiesa di San Michele Arcangelo. La celebrazione eucaristica è stata presieduta dall’arcivescovo di Spoleto-Norcia monsignor Renato Boccardo, accolto al suo arrivo a Cortigno da un prolungato applauso. Col Presule ha concelebrato il parroco della zona pastorale di Norcia, don Marco Rufini. Presente il sindaco facente funzione di Norcia Giuliano Boccanera e molti fedeli.

A Cortigno, stabilmente, vivono dodici persone; in estate, però, la frazione si riempie di quanti hanno lì le origini ma per motivi di lavoro vivono altrove.

Da sottolineare che la chiesa di Cortigno è la prima nel territorio comunale di Norcia ad essere stata riaperta dopo i terremoti del 2016.

I lavori

"Sono lieto di essere qui nel giorno dell'Assunta -ha detto monsignor Boccardo all’inizio della Messa- in cui ritroviamo questa chiesa ricca di fede e di arte. Grazie a quanti hanno reso possibile questa operazione non semplice".

E il pensiero è andato all’ufficio tecnico della Diocesi diretto dal geometra Simone Desantis, ai progettisti architetto Fabrizio Altieri e ingegnere Fabio Iambrenghi, alla ditta R.B. s.r.l. di Gualdo Cattaneo (subentrata in corso d’opera, per vari motivi, alla ditta Cricchi), alla restauratrice delle opere d’arte Emanuela D’Abbraccio, agli abitanti, in particolare a Triante Angeli, che sono stati un costante pungolo per la riapertura della chiesa.

Per effettuare i lavori di consolidamento sono stati necessari circa 64.000 euro: 48.226,44 giunti dalla struttura del Commissario Straordinario alla Ricostruzione e circa 15.000 euro di cofinanziamento dell’Archidiocesi. L’Arcivescovo ha anche riconsegnato tutte le opere d’arte che si trovavano nella chiesa prima del terremoto e che erano ricoverate al deposito del Santo Chiodo di Spoleto: manca all’appello solo la statua di San Michele Arcangelo che è in restauro a Venaria Reale (in provincia di Torino).

L’omelia dell’Arcivescovo di Spoleto-Norcia

Monsignor Boccardo ha sottolineato che la solennità dell’Assunta ci ricorda che la nostra vita, per quanto bella e ricca di successi, arriverà alla fine.

"Questo non ci deve rendere mesti -ha aggiunto- ma pronti a fare i conti con la realtà. Perché verrà il giorno in cui le maschere, i titoli e le divise non serviranno. Quello sarà il giorno della verità. E dobbiamo prepararci a quel giorno essendo persone serie, valutando bene ciò per cui impegnarsi e sacrificarsi. Nulla nella vita è magico, ognuno è costruttore del suo presente e del suo futuro; nulla avviene gratuitamente, le grandi mete si raggiungono col sacrificio, cadendo e rialzandosi".

Poi, un pensiero alla riapertura della chiesa.

"Ci rallegriamo per questa chiesa che ritroviamo. É un bel segnale per dire che le comunità più piccole della nostra Archidiocesi non sono meno importanti di quelle che si trovano nelle città. È bello venire qui e raccontare al Signore la nostra storia e attingere da questo altare la forza per ripartire".

Il ringraziamento del parroco

Don Marco Rufini al termine della Messa ha ringraziato l’Arcivescovo.

"Grazie a lei Eccellenza -ha detto il parroco- perché ha accolto pazientemente le pungolature della gente e molto si è adoperato per giungere a questa giornata. La riapertura della chiesa di Cortigno ci dice che la storia di questa terra ferita dal terremoto riparte dalle periferie. Il luogo che riapriamo al culto ci aiuti ad essere ogni giorno più comunità, consapevoli che ciò ci unisce, anche oltre le distanze, è la preghiera".

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Riapertura al culto della chiesa di San Sebastiano a Piedipaterno di Vallo di Nera https://www.lavoce.it/riapertura-al-culto-della-chiesa-di-san-sebastiano-a-piedipaterno-di-vallo-di-nera/ Thu, 23 Mar 2023 13:29:45 +0000 https://www.lavoce.it/?p=70924 chiesa di san sebastiano piedipaterno di vallo di nera

Sabato 25 marzo 2023 alle ore 18 l’arcivescovo di Spoleto-Norcia monsignor Renato Boccardo presiederà la Messa per la riapertura al culto della chiesa di San Sebastiano a Piedipaterno di Vallo di Nera, resa inagibile dai terremoti del 2016. Con il presule concelebreranno il parroco di Vallo di Nera don Sebastian Urumbil e don Francesco Medori, nato proprio a Piedipaterno e parroco di San Giovanni Battista a Ferro di Cavallo di Perugia.

E la data scelta per questo atteso evento non è casuale. La Chiesa, infatti, quel giorno ricorda la festa dell’Annunciazione del Signore, ossia quando a Nazareth l’angelo del Signore diede l’annuncio a Maria che avrebbe concepito il Figlio dell’Altissimo. E a Piedipaterno questa ricorrenza è molto sentita: da antica tradizione veniva celebrata presso la chiesa dell’Eremita, dove era conservata l’antichissima scultura lignea della Vergine con Bambino. Nel 1974, poi, la statua è stata trafugata e di conseguenza anche la festa ha perso d’ importanza. Dopo circa venticinque anni è stata ritrovata a Milano presso la galleria d’arte Longari.

Questa famiglia lombarda, che aveva acquistato regolarmente l’opera, venuta a sapere che era stata rubata in una chiesa, decise di restituirla alla comunità di Piedipaterno. È stata sistemata nella chiesa di San Sebastiano che ora viene riaperta al culto e con l’occasione la locale comunità, è tornata a celebrare con solennità l’Annunciazione.

La chiesa di Piedipaterno inagibile dai terremoti del 2016

 Da allora, la popolazione si è molto adoperata per tornare a pregare nel luogo di culto intitolato a San Sebastiano, fino alla costituzione, nel 2022, di un comitato denominato Per il recupero della chiesa.

"Il Signore -affermano i membri del Comitato- ha voluto esaudire la nostra supplica oltre ogni aspettativa e con meraviglia oggi, ad un anno di distanza, ci troviamo a vivere questo momento tanto atteso e sperato. Siamo molto grati all’arcivescovo monsignor Renato Boccardo per  avere accolto le nostre richieste e all’ufficio tecnico della Curia per aver attivato tutte le procedure necessarie al recupero".

I lavori

La Sovrintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, in data 7 febbraio, ha autorizzato senza prescrizioni gli interventi di manutenzione (elementi lignei, arredi, pianelle) a seguito degli eventi sismici del 2016 nella chiesa di San Sebastiano a Piedipaterno di Vallo di Nera. I lavori di restauro sono stati eseguiti dalla ditta Il Restauro s.a.s. di Pierangelo Fiacchi & C., sono stati finanzianti con fondi propri dell’arcidiocesi derivanti dall’assicurazione.

La chiesa di San Sebastiano

La chiesa di San Sebastiano a Piedipaterno di Vallo di Nera fu costruita nel luogo dove sorgeva l’antica chiesa di San Costanzo, testimoniata nei documenti fon dal 1253 e soggetta all’Abbazia di Sant'Eutizio in Preci.

La facciata ha un portale sormontato da una finestra squadrata e sul lato destro, nel retro della chiesa, si eleva la torre campanaria fatta erigere nel 1845.  L’interno, a pianta rettangolare, è coperto a capriata. A sinistra dell’ingresso si trova un fonte battesimale di gusto tardorinascimentale del 1603, di forma cilindrica con sculture in pietra di lapicidi lombardi, ed è un riutilizzo del ciborio proveniente dalla chiesa dell’Eremita. Nella parete sinistra è stata sistemata la pregevole Madonna lignea del secolo XIII trafugata nel 1974, poi ritrovata e donata alla comunità dalla famiglia Longari, proviene anch’essa dalla chiesa dell’Eremita. Accanto all’acquasantiera una scala lignea porta alla cantoria, decorata sulla parte anteriore con due strumenti musicali. Alle pareti laterali sono poste alcune tele raffiguranti la Vergine e alcuni Santi.

L’altare maggiore presenta una mostra lignea del sec. XVII con baldacchino coevo raffigurante l’Eterno Padre e quattro colonne tortili, angeli e la colomba dello Spirito Santo, mentre la tela con San Sebastiano è un rifacimento del 1881: il santo martire si staglia su uno sfondo raffigurante probabilmente il panorama di Piedipaterno.

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chiesa di san sebastiano piedipaterno di vallo di nera

Sabato 25 marzo 2023 alle ore 18 l’arcivescovo di Spoleto-Norcia monsignor Renato Boccardo presiederà la Messa per la riapertura al culto della chiesa di San Sebastiano a Piedipaterno di Vallo di Nera, resa inagibile dai terremoti del 2016. Con il presule concelebreranno il parroco di Vallo di Nera don Sebastian Urumbil e don Francesco Medori, nato proprio a Piedipaterno e parroco di San Giovanni Battista a Ferro di Cavallo di Perugia.

E la data scelta per questo atteso evento non è casuale. La Chiesa, infatti, quel giorno ricorda la festa dell’Annunciazione del Signore, ossia quando a Nazareth l’angelo del Signore diede l’annuncio a Maria che avrebbe concepito il Figlio dell’Altissimo. E a Piedipaterno questa ricorrenza è molto sentita: da antica tradizione veniva celebrata presso la chiesa dell’Eremita, dove era conservata l’antichissima scultura lignea della Vergine con Bambino. Nel 1974, poi, la statua è stata trafugata e di conseguenza anche la festa ha perso d’ importanza. Dopo circa venticinque anni è stata ritrovata a Milano presso la galleria d’arte Longari.

Questa famiglia lombarda, che aveva acquistato regolarmente l’opera, venuta a sapere che era stata rubata in una chiesa, decise di restituirla alla comunità di Piedipaterno. È stata sistemata nella chiesa di San Sebastiano che ora viene riaperta al culto e con l’occasione la locale comunità, è tornata a celebrare con solennità l’Annunciazione.

La chiesa di Piedipaterno inagibile dai terremoti del 2016

 Da allora, la popolazione si è molto adoperata per tornare a pregare nel luogo di culto intitolato a San Sebastiano, fino alla costituzione, nel 2022, di un comitato denominato Per il recupero della chiesa.

"Il Signore -affermano i membri del Comitato- ha voluto esaudire la nostra supplica oltre ogni aspettativa e con meraviglia oggi, ad un anno di distanza, ci troviamo a vivere questo momento tanto atteso e sperato. Siamo molto grati all’arcivescovo monsignor Renato Boccardo per  avere accolto le nostre richieste e all’ufficio tecnico della Curia per aver attivato tutte le procedure necessarie al recupero".

I lavori

La Sovrintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, in data 7 febbraio, ha autorizzato senza prescrizioni gli interventi di manutenzione (elementi lignei, arredi, pianelle) a seguito degli eventi sismici del 2016 nella chiesa di San Sebastiano a Piedipaterno di Vallo di Nera. I lavori di restauro sono stati eseguiti dalla ditta Il Restauro s.a.s. di Pierangelo Fiacchi & C., sono stati finanzianti con fondi propri dell’arcidiocesi derivanti dall’assicurazione.

La chiesa di San Sebastiano

La chiesa di San Sebastiano a Piedipaterno di Vallo di Nera fu costruita nel luogo dove sorgeva l’antica chiesa di San Costanzo, testimoniata nei documenti fon dal 1253 e soggetta all’Abbazia di Sant'Eutizio in Preci.

La facciata ha un portale sormontato da una finestra squadrata e sul lato destro, nel retro della chiesa, si eleva la torre campanaria fatta erigere nel 1845.  L’interno, a pianta rettangolare, è coperto a capriata. A sinistra dell’ingresso si trova un fonte battesimale di gusto tardorinascimentale del 1603, di forma cilindrica con sculture in pietra di lapicidi lombardi, ed è un riutilizzo del ciborio proveniente dalla chiesa dell’Eremita. Nella parete sinistra è stata sistemata la pregevole Madonna lignea del secolo XIII trafugata nel 1974, poi ritrovata e donata alla comunità dalla famiglia Longari, proviene anch’essa dalla chiesa dell’Eremita. Accanto all’acquasantiera una scala lignea porta alla cantoria, decorata sulla parte anteriore con due strumenti musicali. Alle pareti laterali sono poste alcune tele raffiguranti la Vergine e alcuni Santi.

L’altare maggiore presenta una mostra lignea del sec. XVII con baldacchino coevo raffigurante l’Eterno Padre e quattro colonne tortili, angeli e la colomba dello Spirito Santo, mentre la tela con San Sebastiano è un rifacimento del 1881: il santo martire si staglia su uno sfondo raffigurante probabilmente il panorama di Piedipaterno.

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L’arcivescovo Boccardo sulla ricostruzione: “Un treno in corsa non va fermato” https://www.lavoce.it/boccardo-commenta-la-sostituzione-del-commissario-per-la-ricostruzione-post-terremoto/ Thu, 12 Jan 2023 10:14:42 +0000 https://www.lavoce.it/?p=69960

“Le mie parole sono state interpretate come un attacco al Governo e questo ne fa una polemica del tutto gratuita. Sul cambiamento del commissario straordinario per la ricostruzione ho assunto una posizione critica perché farlo a sei anni dal sisma, quando finalmente le cose funzionano, mi sembra proprio un incidente”. A parlare è l’arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Conferenza episcopale umbra, mons. Renato Boccardo. Al settimanale La Voce e ai microfoni di Umbria Radio InBlu spiega le ragioni del suo intervento dopo la decisione del Governo di sostituire Giovanni Legnini con Guido Castelli. “Non vedo ragioni valide per questa interruzione - continua l’arcivescovo Boccardo - che rischia di ritardare un processo che finalmente era decollato”. Ecco l'intervista integrale sulle pagine del settimanale La Voce e nel video... https://youtu.be/L_fgZ_Vx7iQ]]>

“Le mie parole sono state interpretate come un attacco al Governo e questo ne fa una polemica del tutto gratuita. Sul cambiamento del commissario straordinario per la ricostruzione ho assunto una posizione critica perché farlo a sei anni dal sisma, quando finalmente le cose funzionano, mi sembra proprio un incidente”. A parlare è l’arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Conferenza episcopale umbra, mons. Renato Boccardo. Al settimanale La Voce e ai microfoni di Umbria Radio InBlu spiega le ragioni del suo intervento dopo la decisione del Governo di sostituire Giovanni Legnini con Guido Castelli. “Non vedo ragioni valide per questa interruzione - continua l’arcivescovo Boccardo - che rischia di ritardare un processo che finalmente era decollato”. Ecco l'intervista integrale sulle pagine del settimanale La Voce e nel video... https://youtu.be/L_fgZ_Vx7iQ]]>
Preghiera nella cripta della Basilica di San Benedetto a sei anni dal terremoto https://www.lavoce.it/preghiera-nella-cripta-della-basilica-di-san-benedetto-a-sei-anni-dal-terremoto/ Mon, 31 Oct 2022 13:57:18 +0000 https://www.lavoce.it/?p=69107 preghiera san benedetto

Domenica 30 ottobre 2022: esattamente sei anni fa, e sempre di domenica, un violento terremoto ha ferito e trasfigurato Norcia e la Valnerina. Alle 7.40 l’arcivescovo di Spoleto-Norcia monsignor Renato Boccardo ha presieduto un momento di preghiera per fare memoria di quanto accaduto. E il luogo scelto è altamente significativo: la cripta della Basilica di San Benedetto, simbolo del sisma del 2016. È stata ricostruita la volta, sono stati ricollocati gli antichi pilatri, è stato ricostituito quell’antichissimo ambiente, luogo di devozione, di arte e di storia che è la cripta, dove secondo la tradizione sono nati i santi gemelli Benedetto e Scolastica. Col presule sono scese in cripta, in totale sicurezza, per assistere alla preghiera venticinque persone, tra cui: il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Alfredo Mantovano, la presidente della Giunta regionale dell’Umbria Donatella Tesei, il commissario straordinario alla ricostruzione Giovanni Legnini, il Capo del dipartimento di Protezione Civile Fabrizio Curcio, la presidente della Provincia di Perugia Stefania Proietti, il sindaco di Norcia Nicola Alemanno, il soprintendente speciale per le aree colpite dal sisma Paolo Iannelli, il parroco di Norcia don Marco Rufini, il priore dei monaci benedettini padre Benedetto Nivakoff. Le persone presenti hanno assistito alla cerimonia, dalla Piazza, attraverso dei monitor. La riflessione dell’arcivescovo ha trovato il fondamento nel capitolo 3, versetti 1-8 del Libro di Qoèlet, dove si dice che ogni evento ha il suo tempo sotto il cielo. "Fare memoria -ha detto il presule nel corso del momento di preghiera- vuol dire sempre necessariamente imparare. Sorge spontanea allora la ricerca di un insegnamento da quello che abbiamo vissuto. Lo vorrei esprimere così... Il sapiente antico appena ascoltato ci ricorda che la dimensione della vita dell'uomo si realizza in un tempo preciso, dove ogni istante ha la sua ragion d'essere. È qui e ora che viviamo ed esprimiamo il nostro essere in tutta la sua umanità e nelle sue contraddizioni; c'è infatti un tempo per amare e un tempo per odiare; un tempo per demolire e un tempo per costruire; un tempo per piangere e un tempo per ridere. Riconosciamo in ogni giorno della nostra vita il susseguirsi di questi tempi tanto diversi tra loro e, se ci fermiamo a riflettere, possiamo ricordare periodi precisi in cui abbiamo sperimentato in modo particolare un tempo piuttosto che un altro, tempi dolorosi di lutto, di perdita; tempi felici di rinnovamento, di nascita, di vita nuova. E allora noi -ha proseguito l'arcivescovo- impariamo la pazienza del tempo: la vita è fatta di molteplici esperienze, di avvicendamenti, di stagioni che ruotano e di profumi che cambiano: nulla resta per sempre e ciò che oggi sembra remoto e impossibile, domani sarà tuo; la vita è fatta di relazioni e queste generano il pianto e il riso, l'abbraccio e la distanza, l'amore e l'odio, il cercare ed il perdere; la vita ha un'estensione a tutto sesto e sul limitare dell'amore si può conoscere l'odio. Il nostro cuore resta attonito e pensante dinanzi al teatro sublime e tremendo che è il dipanarsi della parabola esistenziale. Ma anche fiducioso. C'è un tempo per ogni cosa e, quindi, vivi appieno il momento: nel riso vivi tutta la gioia possibile, nel pianto cogli la goccia preziosa delle lacrime, nella ricerca metti ogni tua curiosità e, nella perdita, approfitta per liberarti dalle zavorre del passato e per prepararti ad accogliere aurore nuove; nel tempo dello strappo grida e ribellati alle lacerazioni, giungerà il giorno per ricucire i pezzi e il filo dell'unione si riannoderà. La legge della vita esiste, e la sua armonia si può udire e gustare solo sintonizzandosi con i suoi tempi giusti. Quando le cose ci appaiono brutte e non buone forse siamo semplicemente fuori tempo: mangiamo un frutto acerbo, valutiamo un processo ancora in corso, non sappiamo pazientare finché un sogno giunga a compimento, ci fermiamo al venerdì santo, vediamo un albero sfiorito nel suo autunno senza attendere la primavera. Quando l'uomo comprende, nel dolore, di non essere il padrone delle cose la cui esistenza lo affascina e seduce, allora può voltarsi, assumere uno sguardo nuovo sulla realtà e scoprire lo scorrere misterioso e sapiente della vita. Quando è stato capace di continuare a camminare nonostante la fatica e la delusione, dopo aver rinunciato per sempre alle consolazioni non vere, può scoprire all'improvviso una nuova gioia di vivere. È questo il grande miracolo che continua ad accadere tutti i giorni sotto il sole. L’esempio e l’intercessione di San Benedetto ci aiutino ad abitare così, con le sue luci e le sue ombre, il tempo della nostra vita". Al termine del momento di preghiera l'arcivescovo Boccardo ha ringraziato il sovrintendente Iannelli che con la sua sensibilità ha permesso di essere qui; e il grazie del presule è andato anche al commissario Legnini che è accanto a noi fino a diventare uno di noi e speriamo di continuare a lungo questa collaborazione.]]>
preghiera san benedetto

Domenica 30 ottobre 2022: esattamente sei anni fa, e sempre di domenica, un violento terremoto ha ferito e trasfigurato Norcia e la Valnerina. Alle 7.40 l’arcivescovo di Spoleto-Norcia monsignor Renato Boccardo ha presieduto un momento di preghiera per fare memoria di quanto accaduto. E il luogo scelto è altamente significativo: la cripta della Basilica di San Benedetto, simbolo del sisma del 2016. È stata ricostruita la volta, sono stati ricollocati gli antichi pilatri, è stato ricostituito quell’antichissimo ambiente, luogo di devozione, di arte e di storia che è la cripta, dove secondo la tradizione sono nati i santi gemelli Benedetto e Scolastica. Col presule sono scese in cripta, in totale sicurezza, per assistere alla preghiera venticinque persone, tra cui: il sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Alfredo Mantovano, la presidente della Giunta regionale dell’Umbria Donatella Tesei, il commissario straordinario alla ricostruzione Giovanni Legnini, il Capo del dipartimento di Protezione Civile Fabrizio Curcio, la presidente della Provincia di Perugia Stefania Proietti, il sindaco di Norcia Nicola Alemanno, il soprintendente speciale per le aree colpite dal sisma Paolo Iannelli, il parroco di Norcia don Marco Rufini, il priore dei monaci benedettini padre Benedetto Nivakoff. Le persone presenti hanno assistito alla cerimonia, dalla Piazza, attraverso dei monitor. La riflessione dell’arcivescovo ha trovato il fondamento nel capitolo 3, versetti 1-8 del Libro di Qoèlet, dove si dice che ogni evento ha il suo tempo sotto il cielo. "Fare memoria -ha detto il presule nel corso del momento di preghiera- vuol dire sempre necessariamente imparare. Sorge spontanea allora la ricerca di un insegnamento da quello che abbiamo vissuto. Lo vorrei esprimere così... Il sapiente antico appena ascoltato ci ricorda che la dimensione della vita dell'uomo si realizza in un tempo preciso, dove ogni istante ha la sua ragion d'essere. È qui e ora che viviamo ed esprimiamo il nostro essere in tutta la sua umanità e nelle sue contraddizioni; c'è infatti un tempo per amare e un tempo per odiare; un tempo per demolire e un tempo per costruire; un tempo per piangere e un tempo per ridere. Riconosciamo in ogni giorno della nostra vita il susseguirsi di questi tempi tanto diversi tra loro e, se ci fermiamo a riflettere, possiamo ricordare periodi precisi in cui abbiamo sperimentato in modo particolare un tempo piuttosto che un altro, tempi dolorosi di lutto, di perdita; tempi felici di rinnovamento, di nascita, di vita nuova. E allora noi -ha proseguito l'arcivescovo- impariamo la pazienza del tempo: la vita è fatta di molteplici esperienze, di avvicendamenti, di stagioni che ruotano e di profumi che cambiano: nulla resta per sempre e ciò che oggi sembra remoto e impossibile, domani sarà tuo; la vita è fatta di relazioni e queste generano il pianto e il riso, l'abbraccio e la distanza, l'amore e l'odio, il cercare ed il perdere; la vita ha un'estensione a tutto sesto e sul limitare dell'amore si può conoscere l'odio. Il nostro cuore resta attonito e pensante dinanzi al teatro sublime e tremendo che è il dipanarsi della parabola esistenziale. Ma anche fiducioso. C'è un tempo per ogni cosa e, quindi, vivi appieno il momento: nel riso vivi tutta la gioia possibile, nel pianto cogli la goccia preziosa delle lacrime, nella ricerca metti ogni tua curiosità e, nella perdita, approfitta per liberarti dalle zavorre del passato e per prepararti ad accogliere aurore nuove; nel tempo dello strappo grida e ribellati alle lacerazioni, giungerà il giorno per ricucire i pezzi e il filo dell'unione si riannoderà. La legge della vita esiste, e la sua armonia si può udire e gustare solo sintonizzandosi con i suoi tempi giusti. Quando le cose ci appaiono brutte e non buone forse siamo semplicemente fuori tempo: mangiamo un frutto acerbo, valutiamo un processo ancora in corso, non sappiamo pazientare finché un sogno giunga a compimento, ci fermiamo al venerdì santo, vediamo un albero sfiorito nel suo autunno senza attendere la primavera. Quando l'uomo comprende, nel dolore, di non essere il padrone delle cose la cui esistenza lo affascina e seduce, allora può voltarsi, assumere uno sguardo nuovo sulla realtà e scoprire lo scorrere misterioso e sapiente della vita. Quando è stato capace di continuare a camminare nonostante la fatica e la delusione, dopo aver rinunciato per sempre alle consolazioni non vere, può scoprire all'improvviso una nuova gioia di vivere. È questo il grande miracolo che continua ad accadere tutti i giorni sotto il sole. L’esempio e l’intercessione di San Benedetto ci aiutino ad abitare così, con le sue luci e le sue ombre, il tempo della nostra vita". Al termine del momento di preghiera l'arcivescovo Boccardo ha ringraziato il sovrintendente Iannelli che con la sua sensibilità ha permesso di essere qui; e il grazie del presule è andato anche al commissario Legnini che è accanto a noi fino a diventare uno di noi e speriamo di continuare a lungo questa collaborazione.]]>
Al via il restauro della chiesa del complesso abbaziale di Sant’Eutizio https://www.lavoce.it/al-via-il-restauro-della-chiesa-del-complesso-abbaziale-di-santeutizio/ Thu, 07 Jul 2022 15:19:46 +0000 https://www.lavoce.it/?p=67617 Sant'Eutizio

Aggiudicati i lavori per il recupero della chiesa abbaziale di Sant'Eutizio in Preci, distrutta dai terremoti del 2016. L’intervento rientra nell’ordinanza speciale n. 10 del 15 luglio 2021 del Commissario straordinario del Governo alla ricostruzione. Alla gara sono state invitate 10 imprese. Il 28 giugno 2022, presso i locali della Curia Arcivescovile di Spoleto, sono state aperte le offerte pervenute: è risultato aggiudicatario il Raggruppamento Temporaneo d’Impresa (RTI) tra la C.E.S.A. di Falcini Enzo S.r.l. con sede a Città di Castello, in qualità di capogruppo mandataria, e la TECNOSTRADE S.r.l. con sede a Perugia, in qualità di mandante. I lavori potrebbero partire entro quarantacinque giorni.

Costi e progettisti

L’importo complessivo dei lavori a base d’appalto è 5.321.277,77 euro, di cui: 1.126.387,47 euro per la sicurezza e 4.194.890 euro per i lavori. Il Responsabile Tecnico della Procedura è il geometra Raoul Paggetta. Il progetto del recupero della chiesa abbaziale di Sant'Eutizio è stato redatto dal Raggruppamento Temporaneo di Professionisti:

  • Mandatario: Studio Associato di Ingegneria Capaldini di Bastardo di Giano dell’Umbria;
  • Mandanti: l’architetto Fabrizio Bonucci di Foligno, progettista architettonico e direttore dei lavori; l’ingegner Flavio Passeri della Progter s.n.c. di Ponte Valleceppi di Perugia, progettista e direttore lavori degli impianti; il geometra Claudio Belardoni di Perugia, coordinatore della sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione; Roberto Giorgetti di Spoleto, geologo; la dottoressa Margherita Agamennone Garibaldi di Perugia, progettista restauratore; architetto Davide Pecilli de L’Aquila, collaboratore giovane professionista.

La gioia dell’Arcivescovo

 "Questa importante notizia -commenta monsignor Renato Boccardo-  è un’iniezione di fiducia e di speranza per tutti. Ringrazio il Commissario Legnini e la sua struttura, gli uffici regionali alla ricostruzione, tutti i progettisti, le imprese che hanno preso parte alla gara, gli uffici tecnici della Diocesi. Tutti sono stati fondamentali per giungere a questo atteso traguardo. Come ho avuto modo di ripetere più volte l’Abbazia di Sant'Eutizio è un luogo importante sotto il profilo storico e artistico, ma soprattutto spirituale. Secondo la tradizione, infatti, è qui che il giovane Benedetto si è formato grazie ai monaci che vi dimoravano ed è da questa esperienza che poi ha tratto ispirazione per la redazione della sua Regola. Un ricostruzione quindi che si carica di simboli e di significati".

In fase di approvazione i lavori al resto del complesso abbaziale: monastero, rupe e campanile

La chiesa abbaziale di Sant'Eutizio verrà recuperata dal punto di vista statico e funzionale. L’intervento si configura come una delle tre parti del più ampio progetto di recupero dell’intero complesso monumentale di Sant'Eutizio in Preci, che comprende anche il monastero e la rupe con il sovrastante campanile: il progetto per queste due ultime parti è in fase di approvazione da parte delle autorità competenti.

Il recupero della chiesa, però, si configura come primo atto essenziale per restituire alla comunità lo splendido complesso di Sant'Eutizio.

Interventi alla chiesa abbaziale di Sant'Eutizio

Alla chiesa verranno eseguiti interventi di carattere architettonico: recupero di tutte le finiture, restauro degli elementi di pregio recuperati dopo il crollo, ricostruzione della copertura, ricostruiti fedelmente gli elementi architettonici della facciata, i pavimenti verranno realizzati mantenendo l’attuale disegno e riutilizzando le piastrelle di cotto e le lastre di pietra rimosse, gli infissi per quanto possibile verranno conservati.

Poi, saranno eseguiti anche interventi di carattere strutturale: bonifica fondale interna ed esterna, ricostruzione delle murature crollate o pericolanti, rinforzo delle murature residuali lesionate e non, rinforzo degli orizzontamenti intermedi voltati della cripta e del sovrastante presbiterio, ripristino delle strutture dell’area di ingresso principale e della sacrestia.

Ad ogni buon fine sul sito della Diocesi, al seguente link: https://www.spoletonorcia.it/10584-2/, è pubblica la relazione generale sulla chiesa di Sant'Eutizio con tutti i dettagli del restauro.

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Sant'Eutizio

Aggiudicati i lavori per il recupero della chiesa abbaziale di Sant'Eutizio in Preci, distrutta dai terremoti del 2016. L’intervento rientra nell’ordinanza speciale n. 10 del 15 luglio 2021 del Commissario straordinario del Governo alla ricostruzione. Alla gara sono state invitate 10 imprese. Il 28 giugno 2022, presso i locali della Curia Arcivescovile di Spoleto, sono state aperte le offerte pervenute: è risultato aggiudicatario il Raggruppamento Temporaneo d’Impresa (RTI) tra la C.E.S.A. di Falcini Enzo S.r.l. con sede a Città di Castello, in qualità di capogruppo mandataria, e la TECNOSTRADE S.r.l. con sede a Perugia, in qualità di mandante. I lavori potrebbero partire entro quarantacinque giorni.

Costi e progettisti

L’importo complessivo dei lavori a base d’appalto è 5.321.277,77 euro, di cui: 1.126.387,47 euro per la sicurezza e 4.194.890 euro per i lavori. Il Responsabile Tecnico della Procedura è il geometra Raoul Paggetta. Il progetto del recupero della chiesa abbaziale di Sant'Eutizio è stato redatto dal Raggruppamento Temporaneo di Professionisti:

  • Mandatario: Studio Associato di Ingegneria Capaldini di Bastardo di Giano dell’Umbria;
  • Mandanti: l’architetto Fabrizio Bonucci di Foligno, progettista architettonico e direttore dei lavori; l’ingegner Flavio Passeri della Progter s.n.c. di Ponte Valleceppi di Perugia, progettista e direttore lavori degli impianti; il geometra Claudio Belardoni di Perugia, coordinatore della sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione; Roberto Giorgetti di Spoleto, geologo; la dottoressa Margherita Agamennone Garibaldi di Perugia, progettista restauratore; architetto Davide Pecilli de L’Aquila, collaboratore giovane professionista.

La gioia dell’Arcivescovo

 "Questa importante notizia -commenta monsignor Renato Boccardo-  è un’iniezione di fiducia e di speranza per tutti. Ringrazio il Commissario Legnini e la sua struttura, gli uffici regionali alla ricostruzione, tutti i progettisti, le imprese che hanno preso parte alla gara, gli uffici tecnici della Diocesi. Tutti sono stati fondamentali per giungere a questo atteso traguardo. Come ho avuto modo di ripetere più volte l’Abbazia di Sant'Eutizio è un luogo importante sotto il profilo storico e artistico, ma soprattutto spirituale. Secondo la tradizione, infatti, è qui che il giovane Benedetto si è formato grazie ai monaci che vi dimoravano ed è da questa esperienza che poi ha tratto ispirazione per la redazione della sua Regola. Un ricostruzione quindi che si carica di simboli e di significati".

In fase di approvazione i lavori al resto del complesso abbaziale: monastero, rupe e campanile

La chiesa abbaziale di Sant'Eutizio verrà recuperata dal punto di vista statico e funzionale. L’intervento si configura come una delle tre parti del più ampio progetto di recupero dell’intero complesso monumentale di Sant'Eutizio in Preci, che comprende anche il monastero e la rupe con il sovrastante campanile: il progetto per queste due ultime parti è in fase di approvazione da parte delle autorità competenti.

Il recupero della chiesa, però, si configura come primo atto essenziale per restituire alla comunità lo splendido complesso di Sant'Eutizio.

Interventi alla chiesa abbaziale di Sant'Eutizio

Alla chiesa verranno eseguiti interventi di carattere architettonico: recupero di tutte le finiture, restauro degli elementi di pregio recuperati dopo il crollo, ricostruzione della copertura, ricostruiti fedelmente gli elementi architettonici della facciata, i pavimenti verranno realizzati mantenendo l’attuale disegno e riutilizzando le piastrelle di cotto e le lastre di pietra rimosse, gli infissi per quanto possibile verranno conservati.

Poi, saranno eseguiti anche interventi di carattere strutturale: bonifica fondale interna ed esterna, ricostruzione delle murature crollate o pericolanti, rinforzo delle murature residuali lesionate e non, rinforzo degli orizzontamenti intermedi voltati della cripta e del sovrastante presbiterio, ripristino delle strutture dell’area di ingresso principale e della sacrestia.

Ad ogni buon fine sul sito della Diocesi, al seguente link: https://www.spoletonorcia.it/10584-2/, è pubblica la relazione generale sulla chiesa di Sant'Eutizio con tutti i dettagli del restauro.

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Messaggio della Priora del Monastero Santa Rita da Cascia per i 5 anni del sisma https://www.lavoce.it/messaggio-della-priora-del-monastero-santa-rita-da-cascia-per-i-5-anni-del-sisma/ Thu, 28 Oct 2021 11:16:59 +0000 https://www.lavoce.it/?p=62898 Monastero Santa Rita da Cascia

La madre Priora del Monastero Santa Rita da Cascia, suor Maria Rosa Bernardinis, scrive un messaggio a cinque anni dal terremoto del 30 ottobre 2016.

"Invito tutta l'Italia -dice in apertura la religiosa- a ricordare questo anniversario celebrando la tenacia, il coraggio e la forza che le comunità delle regioni colpite dal sisma 2016 dimostrano da ben cinque anni. Trasformando sempre più il dolore in motore di vita, mi auguro che il 30 ottobre sia la festa di un popolo che guarda avanti, fiero e consapevole di essere un valore assoluto per queste terre".

Una ricarica per continuare

"Non ci siamo arresi né al terremoto né alla pandemia, ora è il momento di fermarci per renderci conto di quanto è stata importante la nostra ostinatezza a restare, e vivere con dignità e orgoglio, anche quando la terra trema sotto i piedi.

Così, proprio in questo giorno significativo, troveremo nuove energie per continuare ancora. Vedere le proprie case demolite -osserva la Priora riferendosi ai cantieri della ricostruzione- potrebbe sembrare la fine di una vita, ma è anzi un nuovo inizio, più sicuro e sereno. Siamo noi a fare di un posto la nostra casa, perciò è necessario ricaricare lo sguardo di forza e speranza che ci ha portato fin qui ed è essenziale al domani. Quello in cui tutti potranno ricostruire ricordi, incontri e affetti nelle loro nuove case".

Terremotati, priorità dell'Agenda politica

La claustrale, nel suo messaggio, si rivolge anche al Governo, chiedendo di non rendere vani i molti sforzi fatti dalla popolazione.

"Adesso che il Paese intero guarda alla ripartenza, è fondamentale che i territori terremotati non siano lasciati indietro -dice suor Maria Rosa- perciò vanno trattati dall’agenda politica come un'assoluta priorità.

Riconosco che diversi cantieri sono partiti e si stanno trovando fondi aggiuntivi, ma chiedo al Presidente del Consiglio, Mario Draghi, di guidare la squadra di ministri a elaborare strategie e azioni concrete, in grado di fiancheggiare al meglio la tenacia della popolazione e collaborare per dare una svolta in tempi certi.

Auguro buon lavoro a lei e a tutti gli organi di governo -conclude la Priora del Monastero Santa Rita da Cascia, rivolgendosi al premier- perché siate i garanti del futuro di queste persone e queste terre, che aspettano solo di ricevere gli strumenti per riprendere in mano le loro vite in modo decisivo".

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Monastero Santa Rita da Cascia

La madre Priora del Monastero Santa Rita da Cascia, suor Maria Rosa Bernardinis, scrive un messaggio a cinque anni dal terremoto del 30 ottobre 2016.

"Invito tutta l'Italia -dice in apertura la religiosa- a ricordare questo anniversario celebrando la tenacia, il coraggio e la forza che le comunità delle regioni colpite dal sisma 2016 dimostrano da ben cinque anni. Trasformando sempre più il dolore in motore di vita, mi auguro che il 30 ottobre sia la festa di un popolo che guarda avanti, fiero e consapevole di essere un valore assoluto per queste terre".

Una ricarica per continuare

"Non ci siamo arresi né al terremoto né alla pandemia, ora è il momento di fermarci per renderci conto di quanto è stata importante la nostra ostinatezza a restare, e vivere con dignità e orgoglio, anche quando la terra trema sotto i piedi.

Così, proprio in questo giorno significativo, troveremo nuove energie per continuare ancora. Vedere le proprie case demolite -osserva la Priora riferendosi ai cantieri della ricostruzione- potrebbe sembrare la fine di una vita, ma è anzi un nuovo inizio, più sicuro e sereno. Siamo noi a fare di un posto la nostra casa, perciò è necessario ricaricare lo sguardo di forza e speranza che ci ha portato fin qui ed è essenziale al domani. Quello in cui tutti potranno ricostruire ricordi, incontri e affetti nelle loro nuove case".

Terremotati, priorità dell'Agenda politica

La claustrale, nel suo messaggio, si rivolge anche al Governo, chiedendo di non rendere vani i molti sforzi fatti dalla popolazione.

"Adesso che il Paese intero guarda alla ripartenza, è fondamentale che i territori terremotati non siano lasciati indietro -dice suor Maria Rosa- perciò vanno trattati dall’agenda politica come un'assoluta priorità.

Riconosco che diversi cantieri sono partiti e si stanno trovando fondi aggiuntivi, ma chiedo al Presidente del Consiglio, Mario Draghi, di guidare la squadra di ministri a elaborare strategie e azioni concrete, in grado di fiancheggiare al meglio la tenacia della popolazione e collaborare per dare una svolta in tempi certi.

Auguro buon lavoro a lei e a tutti gli organi di governo -conclude la Priora del Monastero Santa Rita da Cascia, rivolgendosi al premier- perché siate i garanti del futuro di queste persone e queste terre, che aspettano solo di ricevere gli strumenti per riprendere in mano le loro vite in modo decisivo".

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A Colforcella di Cascia prima domenica nel nuovo Centro di Comunità post-sisma 2016 https://www.lavoce.it/a-colforcella-di-cascia-prima-domenica-nel-nuovo-centro-di-comunita-post-sisma-2016/ Sat, 31 Jul 2021 11:29:20 +0000 https://www.lavoce.it/?p=61567

La piccola comunità di Colforcella di Cascia questa domenica potrà celebrare la messa nella nuova struttura inaugurata giovedì scorso 29 luglio. Si tratta del Centro di comunità post-sisma 2016 realizzato grazie alla volontà e al contributo dei paesani. L’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo in visita alla comunità di Colforcella per l’inaugurazione del Centro di Comunità, giovedì scorso ha celebrato nella nuova struttura la prima Messa insieme al parroco dell’altipiano di Avendita don Canzio Scarabottini e all’emerito don Giuliano Medori. Presente il sindaco Mario De Carolis e, naturalmente, gli abitanti di Colforcella. Il centro è stato posizionato su un terreno di proprietà della parrocchia e servirà per la vita pastorale e sociale della comunità; è costato circa 30.000 euro (fondi diocesani sisma 2016), misura 60 metri quadrati circa, ha un bagno e un ripostiglio. [gallery td_select_gallery_slide="slide" ids="61569,61570,61571"]

Un’operazione frutto di buona sinergia

“Questa struttura – ha detto all’inizio della Messa l’Arcivescovo - nasce da una richiesta condivisa da tutta la popolazione. Poi, alcuni abitanti sono venuti tempo fa da me a Spoleto a chiedere un aiuto per questa operazione. Grazie alla buona volontà e all’impegno di tanti siamo riuscita a farla. Ho saputo anche delle difficoltà per far arrivare qui il camion che portava il materiale, ma le cose che si fanno con fatica sono le più belle. Affrontando, poi, delle avversità si rinsaldano anche i legami tra di noi e diventiamo sempre più consapevoli che siamo dipendenti gli uni dagli altri e che insieme stiamo bene. Grazie, quindi, agli abitanti di Colforcella, al geometra Simone Desantis che ha seguito i lavori, ai sacerdoti e a quanti hanno sostenuto con varie offerte le popolazioni colpite dal sisma del 2016, grazie alle quali è stato possibile realizzare anche questo centro».

Una “casa” di umanità

Nell’omelia, commentando il Vangelo del giorno, mons. Boccardo ha sottolineato come Gesù andando nella casa di Marta, Maria e Lazzaro a Betania sapeva di sentirsi accolto. «Questo – ha detto - ci fa pensare al bisogno che ciascuno di noi ha di avere delle relazioni belle e positive. Per far ciò dobbiamo ricomporre dentro di noi l’armonia dei sentimenti e imparare che quello che veramente vale nella vita è la dimensione umana, le relazioni, l’accoglienza e il sostegno reciproco, il perdono. È necessario riscoprire la bellezza dello stare insieme, sapendo che le differenze non ci devono necessariamente separare, ma si possono anche comporre.  La casa di Marta, Maria e Lazzaro a Betania ci fa pensare anche a questa “casa” di Colforcella: può essere un luogo di umanità dove veniamo attorno all’altare del Signore per ascoltare la sua Parola e per ricevere il pane dell’Eucaristia, per imparare a volerci bene gli uni gli altri. Ma questa “casa” può essere anche il luogo dell’aggregazione dove ci si ritrova insieme per momenti di condivisione, fraternità e amicizia. Facciamo in modo – ha concluso il Presule - che questa costruzione sia veramente una “casa” di umanità».]]>

La piccola comunità di Colforcella di Cascia questa domenica potrà celebrare la messa nella nuova struttura inaugurata giovedì scorso 29 luglio. Si tratta del Centro di comunità post-sisma 2016 realizzato grazie alla volontà e al contributo dei paesani. L’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo in visita alla comunità di Colforcella per l’inaugurazione del Centro di Comunità, giovedì scorso ha celebrato nella nuova struttura la prima Messa insieme al parroco dell’altipiano di Avendita don Canzio Scarabottini e all’emerito don Giuliano Medori. Presente il sindaco Mario De Carolis e, naturalmente, gli abitanti di Colforcella. Il centro è stato posizionato su un terreno di proprietà della parrocchia e servirà per la vita pastorale e sociale della comunità; è costato circa 30.000 euro (fondi diocesani sisma 2016), misura 60 metri quadrati circa, ha un bagno e un ripostiglio. [gallery td_select_gallery_slide="slide" ids="61569,61570,61571"]

Un’operazione frutto di buona sinergia

“Questa struttura – ha detto all’inizio della Messa l’Arcivescovo - nasce da una richiesta condivisa da tutta la popolazione. Poi, alcuni abitanti sono venuti tempo fa da me a Spoleto a chiedere un aiuto per questa operazione. Grazie alla buona volontà e all’impegno di tanti siamo riuscita a farla. Ho saputo anche delle difficoltà per far arrivare qui il camion che portava il materiale, ma le cose che si fanno con fatica sono le più belle. Affrontando, poi, delle avversità si rinsaldano anche i legami tra di noi e diventiamo sempre più consapevoli che siamo dipendenti gli uni dagli altri e che insieme stiamo bene. Grazie, quindi, agli abitanti di Colforcella, al geometra Simone Desantis che ha seguito i lavori, ai sacerdoti e a quanti hanno sostenuto con varie offerte le popolazioni colpite dal sisma del 2016, grazie alle quali è stato possibile realizzare anche questo centro».

Una “casa” di umanità

Nell’omelia, commentando il Vangelo del giorno, mons. Boccardo ha sottolineato come Gesù andando nella casa di Marta, Maria e Lazzaro a Betania sapeva di sentirsi accolto. «Questo – ha detto - ci fa pensare al bisogno che ciascuno di noi ha di avere delle relazioni belle e positive. Per far ciò dobbiamo ricomporre dentro di noi l’armonia dei sentimenti e imparare che quello che veramente vale nella vita è la dimensione umana, le relazioni, l’accoglienza e il sostegno reciproco, il perdono. È necessario riscoprire la bellezza dello stare insieme, sapendo che le differenze non ci devono necessariamente separare, ma si possono anche comporre.  La casa di Marta, Maria e Lazzaro a Betania ci fa pensare anche a questa “casa” di Colforcella: può essere un luogo di umanità dove veniamo attorno all’altare del Signore per ascoltare la sua Parola e per ricevere il pane dell’Eucaristia, per imparare a volerci bene gli uni gli altri. Ma questa “casa” può essere anche il luogo dell’aggregazione dove ci si ritrova insieme per momenti di condivisione, fraternità e amicizia. Facciamo in modo – ha concluso il Presule - che questa costruzione sia veramente una “casa” di umanità».]]>
Terremoto Centro Italia: i prossimi passi per la ricostruzione degli edifici di culto https://www.lavoce.it/terremoto-centro-italia-prossimi-passi-per-ricostruzione-edifici-culto/ Fri, 26 Mar 2021 17:45:49 +0000 https://www.lavoce.it/?p=59875 L'interno della concattedrale di Norcia fortemente danneggiata dal terremoto del 2016

Continua l’impegno per la ricostruzione degli edifici di culto danneggiati dal terremoto del 2016 che vede protagoniste le diocesi dell’area interna ed esterna al cratere. Per fare il punto della situazione e individuare i prossimi passi da compiere, mercoledì 24 marzo si è svolto un incontro - riporta un comunicato dal sito della Cei - tra il Commissario straordinario, Giovanni Legnini, il Segretario generale della Cei, mons. Stefano Russo, il direttore dell’Ufficio nazionale per i beni cultuali ecclesiastici e l’edilizia di culto, don Valerio Pennasso, i Vescovi delle diocesi interessate, alcuni tecnici della Struttura commissariale e dei territori. “Vogliamo dire grazie – ha affermato mons. Russo – a chi si mette al servizio di questa importante opera che ha l’obiettivo di recuperare il volto riconoscibile del nostro territorio. I borghi d’Italia sono fortemente caratterizzati dalla presenza degli edifici di culto, quali luoghi aggregativi dal valore universale” . Per il Segretario generale della Cei, “se valorizzato, il Centro Italia, ricco di centri storici dal grande richiamo, può diventare il segno della rinascita per l’intero Paese”. “L’ordinanza 105 sulla semplificazione della ricostruzione degli edifici di culto è strategica per garantire un punto di riferimento non solo alle comunità ecclesiali, ma anche ai Comuni, ai sindaci e ai cittadini”, ha aggiunto don Pennasso evidenziando che “le Chiese hanno un valore simbolico: se manca l’edificio ecclesiastico, manca il paese”. Da parte delle diocesi interessate dal sisma, ha rilevato ancora, “lo sforzo è grande: i Vescovi hanno assunto questo impegno come responsabilità verso le comunità locali, anche quelle più piccole, cercando percorsi di realizzazione degli interventi più urgenti in base all’immobile e alla sua rilevanza storico-artistica, alle necessità della comunità e al contesto territoriale”. “Per sostenere lo sforzo organizzativo, abbiamo creato una struttura tecnica di supporto per essere concretamente al fianco delle diocesi, che sono i soggetti attuatori”, ha spiegato Legnini annunciando che “entro l’anno ci saranno nuove opportunità di finanziamento di progetti di restauro o di ricostruzione delle Chiese”. Intanto, per verificare lo stato di avanzamento degli interventi, sono stati predisposti un’attività di monitoraggio costante e un censimento degli edifici non ancora compresi nell’elenco di quelli finanziati così da delineare un quadro completo del danneggiamento provocato dal terremoto del 2016. Mentre è in fase di realizzazione una piattaforma che fungerà da unico database nazionale aiutando così a mantenere aggiornato lo stato dell’arte, sul portale https://bce.chiesacattolica.it/interventi/ è già possibile seguire lo stato di avanzamento degli interventi nelle diverse diocesi.
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L'interno della concattedrale di Norcia fortemente danneggiata dal terremoto del 2016

Continua l’impegno per la ricostruzione degli edifici di culto danneggiati dal terremoto del 2016 che vede protagoniste le diocesi dell’area interna ed esterna al cratere. Per fare il punto della situazione e individuare i prossimi passi da compiere, mercoledì 24 marzo si è svolto un incontro - riporta un comunicato dal sito della Cei - tra il Commissario straordinario, Giovanni Legnini, il Segretario generale della Cei, mons. Stefano Russo, il direttore dell’Ufficio nazionale per i beni cultuali ecclesiastici e l’edilizia di culto, don Valerio Pennasso, i Vescovi delle diocesi interessate, alcuni tecnici della Struttura commissariale e dei territori. “Vogliamo dire grazie – ha affermato mons. Russo – a chi si mette al servizio di questa importante opera che ha l’obiettivo di recuperare il volto riconoscibile del nostro territorio. I borghi d’Italia sono fortemente caratterizzati dalla presenza degli edifici di culto, quali luoghi aggregativi dal valore universale” . Per il Segretario generale della Cei, “se valorizzato, il Centro Italia, ricco di centri storici dal grande richiamo, può diventare il segno della rinascita per l’intero Paese”. “L’ordinanza 105 sulla semplificazione della ricostruzione degli edifici di culto è strategica per garantire un punto di riferimento non solo alle comunità ecclesiali, ma anche ai Comuni, ai sindaci e ai cittadini”, ha aggiunto don Pennasso evidenziando che “le Chiese hanno un valore simbolico: se manca l’edificio ecclesiastico, manca il paese”. Da parte delle diocesi interessate dal sisma, ha rilevato ancora, “lo sforzo è grande: i Vescovi hanno assunto questo impegno come responsabilità verso le comunità locali, anche quelle più piccole, cercando percorsi di realizzazione degli interventi più urgenti in base all’immobile e alla sua rilevanza storico-artistica, alle necessità della comunità e al contesto territoriale”. “Per sostenere lo sforzo organizzativo, abbiamo creato una struttura tecnica di supporto per essere concretamente al fianco delle diocesi, che sono i soggetti attuatori”, ha spiegato Legnini annunciando che “entro l’anno ci saranno nuove opportunità di finanziamento di progetti di restauro o di ricostruzione delle Chiese”. Intanto, per verificare lo stato di avanzamento degli interventi, sono stati predisposti un’attività di monitoraggio costante e un censimento degli edifici non ancora compresi nell’elenco di quelli finanziati così da delineare un quadro completo del danneggiamento provocato dal terremoto del 2016. Mentre è in fase di realizzazione una piattaforma che fungerà da unico database nazionale aiutando così a mantenere aggiornato lo stato dell’arte, sul portale https://bce.chiesacattolica.it/interventi/ è già possibile seguire lo stato di avanzamento degli interventi nelle diverse diocesi.
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L’abbazia di sant’Eutizio di Preci sarà ricostruita entro tre anni https://www.lavoce.it/labbazia-santeutizio-preci-ricostruita-entro-tre-anni/ Fri, 26 Mar 2021 17:21:38 +0000 https://www.lavoce.it/?p=59884 Sant'Eutizio

La strada per la ricostruzione dell’abbazia di Sant’Eutizio a Preci, ferita in modo grave dai terremoti del 2016, si fa finalmente in discesa. Nella mattina di lunedì 22 marzo, nel centro di comunità della parrocchia a Preci, è stato avviato ufficialmente il tavolo tecnico-giuridico per il recupero del complesso. Erano presenti: l’on. Giovanni Legnini, commissario straordinario del Governo alla ricostruzione per le zone del cratere sismico; l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo; il sindaco di Preci Massimo Messi; l’ing. Fulvio Maria Soccodato subcommissario alla ricostruzione; funzionari e tecnici della Regione, della diocesi e di altri enti; imprenditori del luogo. Per l’abbazia di Sant’Eutizio negli ultimi mesi si è lavorato in modo alacre per presentare al commissario Legnini una proposta concreta di fattibilità. L’arcidiocesi, la Soprintendenza, la Regione, il Comune e lo studio associato di ingegneria Capaldini di Giano dell’Umbria hanno lavorato intorno a varie ipotesi di ricostruzione. A Legnini è stata consegnata quella che sembra più funzionale, e che prevede il consolidamento della rupe e la ricostruzione del complesso abbaziale nella sua interezza, compreso il campanile. Esteticamente, dunque, tutto sarà come prima; ma lo “scheletro” sarà realizzato con le tecniche antisismiche più all’avanguardia. Da sottolineare che si è scelto di procedere al recupero-ricostruzione unitario dell’abbazia e quindi i lavori per la chiesa, il complesso adiacente e il campanile procederanno di pari passo. Legnini emetterà un’ordinanza ad hoc . “Sono grato a mons. Boccardo e alla diocesi – ha detto il commissario - per aver messo a disposizione i tecnici per il piano di fattibilità di Sant’Eutizio. È stato fatto un ottimo lavoro di squadra. Da domani saremo al lavoro per scrivere un’ordinanza specifica per la sola abbazia di Sant’Eutizio, dove ci sarà tutto il supporto tecnico-giuridico necessario e che permetterà anche di comprimere significativamente i tempi di recupero, stimati in circa tre anni”. Da notare che, senza ordinanza speciale, ce ne sarebbero voluti almeno il doppio. Legnini ha anche detto che la struttura commissariale lavorerà al reperimento delle risorse finanziarie, intorno ai 15 milioni di euro. Naturalmente soddisfatto l’arcivescovo Boccardo : “Come prima cosa voglio ringraziare il commissario Legnini per la dedizione e il sostegno assicurato in questo processo e in tutta l’opera della ricostruzione: con lui finalmente arriviamo a qualcosa di molto concreto. Dopo tanta attesa e tanta frustrazione ci siamo. L’abbazia di Sant’Eutizio, insieme alla basilica di San Benedetto a Norcia, è per la diocesi simbolo eloquente di fede, di arte, di storia, di cultura e di vita. Si è lavorato sinergicamente per giungere ad progetto globale di recupero”.

Le 24 chiese della diocesi che verranno ricostruite

La diocesi di Spoleto comunica che a breve prenderanno il via 24 cantieri, sugli 82 in programma in base all’ordinanza 105 del 17 settembre 2020 e al decreto 395 del 30 dicembre 2020. “L’obiettivo – afferma ancora l’Arcivescovo – è quello di dare ad ogni comunità almeno una chiesa.  Poi, col tempo, speriamo di recuperare le altre crollate o lesionate dai terremoti.

Al deposito del Santo Chiodo di Spoleto – ha affermato ancora mons. Boccardo – sta proseguendo il restauro delle opere d’arte che erano contenute nelle chiese e che torneranno nei luoghi di origine man mano che verranno recuperati, garantendo la necessaria sicurezza”. Queste le 24 chiese: S. Valentino in Casteldilago di Arrone; S.  Procolo in Avendita di Cascia; Santa Maria della Visitazione in Cascia; S. Giovenale in Logna di Cascia; S. Lorenzo in Borgo Cerreto di Cerreto di Spoleto; S. Michele Arcangelo in Pomonte di Gualdo Cattaneo; S. Luca in San Luca di Montefalco; Santa Maria della Bianca (Madonna della Bianca) in Ancarano di Norcia; S. Salvatore in Campi di Norcia; S. Giovanni in Norcia; Concattedrale di S. Maria Argentea in Norcia; S. Michele Arcangelo in Savelli di Norcia; S. Antonio in Frascaro di Norcia; Santa Maria della Pietà in Preci; Santa Maria della Peschiera in Preci; SS. Annunziata in Poggio di Croce di Preci; S. Montano in Todiano di Preci; Sant’Anatolia in Sant’Anatolia di Narco; S. Michele Arcangelo in Ceselli di Scheggino; S. Silvestro in Villamagina di Sellano; S. Domenico in Spoleto; S. Giovanni Battista in Protte di Spoleto; Sacro Cuore di Spoleto; S. Giovanni Battista in Vallo di Nera.

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Sant'Eutizio

La strada per la ricostruzione dell’abbazia di Sant’Eutizio a Preci, ferita in modo grave dai terremoti del 2016, si fa finalmente in discesa. Nella mattina di lunedì 22 marzo, nel centro di comunità della parrocchia a Preci, è stato avviato ufficialmente il tavolo tecnico-giuridico per il recupero del complesso. Erano presenti: l’on. Giovanni Legnini, commissario straordinario del Governo alla ricostruzione per le zone del cratere sismico; l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo; il sindaco di Preci Massimo Messi; l’ing. Fulvio Maria Soccodato subcommissario alla ricostruzione; funzionari e tecnici della Regione, della diocesi e di altri enti; imprenditori del luogo. Per l’abbazia di Sant’Eutizio negli ultimi mesi si è lavorato in modo alacre per presentare al commissario Legnini una proposta concreta di fattibilità. L’arcidiocesi, la Soprintendenza, la Regione, il Comune e lo studio associato di ingegneria Capaldini di Giano dell’Umbria hanno lavorato intorno a varie ipotesi di ricostruzione. A Legnini è stata consegnata quella che sembra più funzionale, e che prevede il consolidamento della rupe e la ricostruzione del complesso abbaziale nella sua interezza, compreso il campanile. Esteticamente, dunque, tutto sarà come prima; ma lo “scheletro” sarà realizzato con le tecniche antisismiche più all’avanguardia. Da sottolineare che si è scelto di procedere al recupero-ricostruzione unitario dell’abbazia e quindi i lavori per la chiesa, il complesso adiacente e il campanile procederanno di pari passo. Legnini emetterà un’ordinanza ad hoc . “Sono grato a mons. Boccardo e alla diocesi – ha detto il commissario - per aver messo a disposizione i tecnici per il piano di fattibilità di Sant’Eutizio. È stato fatto un ottimo lavoro di squadra. Da domani saremo al lavoro per scrivere un’ordinanza specifica per la sola abbazia di Sant’Eutizio, dove ci sarà tutto il supporto tecnico-giuridico necessario e che permetterà anche di comprimere significativamente i tempi di recupero, stimati in circa tre anni”. Da notare che, senza ordinanza speciale, ce ne sarebbero voluti almeno il doppio. Legnini ha anche detto che la struttura commissariale lavorerà al reperimento delle risorse finanziarie, intorno ai 15 milioni di euro. Naturalmente soddisfatto l’arcivescovo Boccardo : “Come prima cosa voglio ringraziare il commissario Legnini per la dedizione e il sostegno assicurato in questo processo e in tutta l’opera della ricostruzione: con lui finalmente arriviamo a qualcosa di molto concreto. Dopo tanta attesa e tanta frustrazione ci siamo. L’abbazia di Sant’Eutizio, insieme alla basilica di San Benedetto a Norcia, è per la diocesi simbolo eloquente di fede, di arte, di storia, di cultura e di vita. Si è lavorato sinergicamente per giungere ad progetto globale di recupero”.

Le 24 chiese della diocesi che verranno ricostruite

La diocesi di Spoleto comunica che a breve prenderanno il via 24 cantieri, sugli 82 in programma in base all’ordinanza 105 del 17 settembre 2020 e al decreto 395 del 30 dicembre 2020. “L’obiettivo – afferma ancora l’Arcivescovo – è quello di dare ad ogni comunità almeno una chiesa.  Poi, col tempo, speriamo di recuperare le altre crollate o lesionate dai terremoti.

Al deposito del Santo Chiodo di Spoleto – ha affermato ancora mons. Boccardo – sta proseguendo il restauro delle opere d’arte che erano contenute nelle chiese e che torneranno nei luoghi di origine man mano che verranno recuperati, garantendo la necessaria sicurezza”. Queste le 24 chiese: S. Valentino in Casteldilago di Arrone; S.  Procolo in Avendita di Cascia; Santa Maria della Visitazione in Cascia; S. Giovenale in Logna di Cascia; S. Lorenzo in Borgo Cerreto di Cerreto di Spoleto; S. Michele Arcangelo in Pomonte di Gualdo Cattaneo; S. Luca in San Luca di Montefalco; Santa Maria della Bianca (Madonna della Bianca) in Ancarano di Norcia; S. Salvatore in Campi di Norcia; S. Giovanni in Norcia; Concattedrale di S. Maria Argentea in Norcia; S. Michele Arcangelo in Savelli di Norcia; S. Antonio in Frascaro di Norcia; Santa Maria della Pietà in Preci; Santa Maria della Peschiera in Preci; SS. Annunziata in Poggio di Croce di Preci; S. Montano in Todiano di Preci; Sant’Anatolia in Sant’Anatolia di Narco; S. Michele Arcangelo in Ceselli di Scheggino; S. Silvestro in Villamagina di Sellano; S. Domenico in Spoleto; S. Giovanni Battista in Protte di Spoleto; Sacro Cuore di Spoleto; S. Giovanni Battista in Vallo di Nera.

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L’Abbazia di Sant’Eutizio a Preci sarà ricostruita in poco più di tre anni https://www.lavoce.it/labbazia-di-santeutizio-a-preci-sara-ricostruita-in-poco-piu-di-tre-anni/ Mon, 22 Mar 2021 16:14:41 +0000 https://www.lavoce.it/?p=59628 fotocomposizione dell'Abbazia di Sant'Eutizio

La strada per la ricostruzione dell’Abbazia di Sant'Eutizio in Preci, ferita in modo grave dai terremoti del 2016, si fa finalmente in discesa. Nella mattina di lunedì 22 marzo 2022, nel centro di comunità della parrocchia a Preci, è stato avviato ufficialmente il tavolo tecnico-giuridico per il recupero del complesso. Erano presenti: l’onorevole Giovanni Legnini commissario straordinario del Governo alla ricostruzione per le zone del cratere sismico; l’arcivescovo di Spoleto-Norcia monsignor Renato Boccardo; il sindaco di Preci Massimo Messi; l’ingegner Fulvio Maria Soccodato sub commissario alla ricostruzione; funzionari e tecnici della Regione, della Diocesi e di altri enti; imprenditori del luogo.

Per l’Abbazia di Sant'Eutizio in Preci negli ultimi mesi si è lavorato in modo alacre pe presentare al commissario Legnini una proposta concreta di fattibilità. L’Archidiocesi, la Soprintendenza, la Regione, il Comune e lo studio associato di ingegneria Capaldini di Giano dell’Umbria hanno lavorato intorno a varie ipotesi di ricostruzione. A Legnini è stata consegnata quella che sembra più funzionale e che prevede il consolidamento della rupe e la ricostruzione del complesso abbaziale nella sua interezza, compreso il campanile. Esteticamente, dunque, tutto sarà come prima, ma lo scheletro sarà realizzato con le tecniche antisismiche più all’avanguardia. Da sottolineare che si è scelto di procedere al recupero-ricostruzione unitario dell’Abbazia e quindi i lavori per la chiesa, il complesso adiacente e il campanile procederanno di pari passo.

Legnini: ordinanza specifica per l'Abazia di Sant'Eutizio

"Sono grato a monsignor Boccardo e alla Diocesi di Spoleto-Norcia –ha detto il Commissario- per aver messo a disposizione i tecnici per il piano di fattibilità di Sant'Eutizio. È stato fatto un ottimo lavoro di squadra. Da domani saremo al lavoro per scrivere un’ordinanza specifica per la sola Abbazia di S. Eutizio, dove ci sarà tutto il supporto tecnico-giuridico necessario e che permetterà anche di comprimere significativamente i tempi di recupero, stimati in circa tre anni (senza ordinanza speciale ce ne sarebbero voluti almeno il doppio)".

Legnini ha anche detto che la struttura commissariale lavorerà al reperimento delle risorse finanziarie, che si aggirano intorno ai quindici milioni di euro.

Soddisfazione da parte dell’arcivescovo Boccardo

"Come prima cosa -ha detto il Presule- voglio ringraziare il commissario Legnini per la dedizione e il sostegno assicurato in questo processo e in tutta l’opera della ricostruzione: con lui finalmente arriviamo a qualcosa di molto concreto. Dopo tanta attesa e tanta frustrazione ci siamo. L’Abbazia di Sant'Eutizio, insieme con la Basilica di San Benedetto a Norcia, è per la Diocesi simbolo eloquente di fede, di arte, di storia, di cultura e di vita. Si è lavorato sinergicamente per giungere ad progetto globale di recupero".

Al via i lavori anche in altre ventiquattro chiese

La Diocesi, inoltre, comunica che a breve prenderanno il via ventiquattro cantieri, sugli ottantadue in programma in base all’Ordinanza 105 del 17 settembre 2020 e al Decreto 395 del 30 dicembre 2020.

"L’obiettivo -afferma ancora l’Arcivescovo- è quello di dare ad ogni comunità almeno una chiesa. Poi, col tempo, speriamo di recuperare le altre crollate o lesionate dai terremoti. Al deposito del Santo Chiodo di Spoleto sta proseguendo il restauro delle opere d’arte che erano contenute nelle chiese e che torneranno nei luoghi di origine man mano che verranno recuperati, garantendo la necessaria sicurezza".

Queste le ventiquattro chiese

San Valentino in Casteldilago di Arrone; San Procolo in Avendita di Cascia; Santa Maria della Visitazione in Cascia; San Giovenale in Logna di Cascia; San Lorenzo in Borgo Cerreto di Cerreto di Spoleto; San Michele Arcangelo in Pomonte di Gualdo Cattaneo; San Luca in San Luca di Montefalco; Santa Maria della Bianca (Madonna della Bianca) in Ancarano di Norcia; San Salvatore in Campi di Norcia; San Giovanni in Norcia; Concattedrale di Santa Maria Argentea in Norcia; San Michele Arcangelo in Savelli di Norcia; Sant'Antonio in Frascaro di Norcia; Santa Maria della Pietà in Preci; Santa Maria della Peschiera in Preci; Santissima Annunziata in Poggio di Croce di Preci; San Montano in Todiano di Preci; Sant’Anatolia in Sant’Anatolia di Narco; San Michele Arcangelo in Ceselli di Scheggino; San Silvestro in Villamagina di Sellano; San Domenico in Spoleto; San Giovanni Battista in Protte di Spoleto; Sacro Cuore di Spoleto; San Giovanni Battista in Vallo di Nera.

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fotocomposizione dell'Abbazia di Sant'Eutizio

La strada per la ricostruzione dell’Abbazia di Sant'Eutizio in Preci, ferita in modo grave dai terremoti del 2016, si fa finalmente in discesa. Nella mattina di lunedì 22 marzo 2022, nel centro di comunità della parrocchia a Preci, è stato avviato ufficialmente il tavolo tecnico-giuridico per il recupero del complesso. Erano presenti: l’onorevole Giovanni Legnini commissario straordinario del Governo alla ricostruzione per le zone del cratere sismico; l’arcivescovo di Spoleto-Norcia monsignor Renato Boccardo; il sindaco di Preci Massimo Messi; l’ingegner Fulvio Maria Soccodato sub commissario alla ricostruzione; funzionari e tecnici della Regione, della Diocesi e di altri enti; imprenditori del luogo.

Per l’Abbazia di Sant'Eutizio in Preci negli ultimi mesi si è lavorato in modo alacre pe presentare al commissario Legnini una proposta concreta di fattibilità. L’Archidiocesi, la Soprintendenza, la Regione, il Comune e lo studio associato di ingegneria Capaldini di Giano dell’Umbria hanno lavorato intorno a varie ipotesi di ricostruzione. A Legnini è stata consegnata quella che sembra più funzionale e che prevede il consolidamento della rupe e la ricostruzione del complesso abbaziale nella sua interezza, compreso il campanile. Esteticamente, dunque, tutto sarà come prima, ma lo scheletro sarà realizzato con le tecniche antisismiche più all’avanguardia. Da sottolineare che si è scelto di procedere al recupero-ricostruzione unitario dell’Abbazia e quindi i lavori per la chiesa, il complesso adiacente e il campanile procederanno di pari passo.

Legnini: ordinanza specifica per l'Abazia di Sant'Eutizio

"Sono grato a monsignor Boccardo e alla Diocesi di Spoleto-Norcia –ha detto il Commissario- per aver messo a disposizione i tecnici per il piano di fattibilità di Sant'Eutizio. È stato fatto un ottimo lavoro di squadra. Da domani saremo al lavoro per scrivere un’ordinanza specifica per la sola Abbazia di S. Eutizio, dove ci sarà tutto il supporto tecnico-giuridico necessario e che permetterà anche di comprimere significativamente i tempi di recupero, stimati in circa tre anni (senza ordinanza speciale ce ne sarebbero voluti almeno il doppio)".

Legnini ha anche detto che la struttura commissariale lavorerà al reperimento delle risorse finanziarie, che si aggirano intorno ai quindici milioni di euro.

Soddisfazione da parte dell’arcivescovo Boccardo

"Come prima cosa -ha detto il Presule- voglio ringraziare il commissario Legnini per la dedizione e il sostegno assicurato in questo processo e in tutta l’opera della ricostruzione: con lui finalmente arriviamo a qualcosa di molto concreto. Dopo tanta attesa e tanta frustrazione ci siamo. L’Abbazia di Sant'Eutizio, insieme con la Basilica di San Benedetto a Norcia, è per la Diocesi simbolo eloquente di fede, di arte, di storia, di cultura e di vita. Si è lavorato sinergicamente per giungere ad progetto globale di recupero".

Al via i lavori anche in altre ventiquattro chiese

La Diocesi, inoltre, comunica che a breve prenderanno il via ventiquattro cantieri, sugli ottantadue in programma in base all’Ordinanza 105 del 17 settembre 2020 e al Decreto 395 del 30 dicembre 2020.

"L’obiettivo -afferma ancora l’Arcivescovo- è quello di dare ad ogni comunità almeno una chiesa. Poi, col tempo, speriamo di recuperare le altre crollate o lesionate dai terremoti. Al deposito del Santo Chiodo di Spoleto sta proseguendo il restauro delle opere d’arte che erano contenute nelle chiese e che torneranno nei luoghi di origine man mano che verranno recuperati, garantendo la necessaria sicurezza".

Queste le ventiquattro chiese

San Valentino in Casteldilago di Arrone; San Procolo in Avendita di Cascia; Santa Maria della Visitazione in Cascia; San Giovenale in Logna di Cascia; San Lorenzo in Borgo Cerreto di Cerreto di Spoleto; San Michele Arcangelo in Pomonte di Gualdo Cattaneo; San Luca in San Luca di Montefalco; Santa Maria della Bianca (Madonna della Bianca) in Ancarano di Norcia; San Salvatore in Campi di Norcia; San Giovanni in Norcia; Concattedrale di Santa Maria Argentea in Norcia; San Michele Arcangelo in Savelli di Norcia; Sant'Antonio in Frascaro di Norcia; Santa Maria della Pietà in Preci; Santa Maria della Peschiera in Preci; Santissima Annunziata in Poggio di Croce di Preci; San Montano in Todiano di Preci; Sant’Anatolia in Sant’Anatolia di Narco; San Michele Arcangelo in Ceselli di Scheggino; San Silvestro in Villamagina di Sellano; San Domenico in Spoleto; San Giovanni Battista in Protte di Spoleto; Sacro Cuore di Spoleto; San Giovanni Battista in Vallo di Nera.

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A Norcia conclusi i lavori di messa in sicurezza della basilica di San Benedetto https://www.lavoce.it/a-norcia-conclusi-i-lavori-di-messa-in-sicurezza-della-basilica-di-san-benedetto/ Tue, 01 Dec 2020 17:12:17 +0000 https://www.lavoce.it/?p=58334 L'interno della basilica di San Benedetto di Norcia sgombra dalle macerie

Si sono conclusi con largo anticipo rispetto ai 120 giorni previsti nel bando di gara i lavori di messa in sicurezza, cantierizzazione e svolgimento di indagini preliminari della basilica di San Benedetto di Norcia.  I lavori sono stati finanziati con fondi POR FERS 2014-2020 della Regione Umbria e diretti dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell'Umbria nell'ambito di apposita convenzione sottoscritta tra il Mibact e la Regione Umbria nel mese di Marzo 2019.

I lavori

I lavori di quest'ultima fase hanno riguardato prevalentemente l'area della cripta, che è stata svuotata dalle macerie e messa in sicurezza, e le restanti porzioni della Basilica, abside e transetto, già libere dalle macerie ma non ancora in sicurezza. Consegnati all'impresa aggiudicataria, D'Alessandro Restauri di Matera, il primo ottobre 2020, era stato previsto un tempo contrattuale di 120 giorni. Nei prossimi giorni si provvederà a rimuovere l'area di cantiere in attesa dell'avvio dei lavori di ricostruzione per i quali, come noto, si è conclusa la fase di aggiudicazione del progetto, coordinata dalla Soprintendenza Speciale per le aree colpite dal Sisma 2016. “E’ un ottimo traguardo quello che abbiamo raggiunto con così largo anticipo”, dichiara la soprintendente Rosaria Mencarelli, dovuto sia alla competenza e organizzazione dell’impresa ma anche alle capacità tecniche dei funzionari della Soprintendenza. “L’ingegnere Giuseppe Lacava e l’architetto Vanessa Squadroni sono due specialisti di cui siamo molto fieri” continua la Soprintendete -, “anche perché sono soli in questa ardua opera di gestione della ricostruzione del patrimonio culturale.

La tela di Filippo Napoletano

A conclusione di questi lavori stiamo inoltre valutando di iniziare le operazioni di messa in sicurezza e consolidamento dei significativi resti della grande tela di Filippo Napoletano raffigurante l’incontro tra S. Benedetto e Totila, re dei Goti - che era collocata sull’altare del transetto sinistro della Basilica. Se pur molto danneggiata è una importante testimonianza che dobbiamo restituire alla Basilica e alla comunità nursina”.

I finanziamenti

I lavori, complessivamente finanziati con 1.060.000 euro, sono stati eseguiti in tre lotti successivi per complessivi 800.000 euro (al netto degli oneri e dei ribassi di gara). Sono iniziati a settembre 2019 e oggi sono già conclusi, considerando che da gennaio a maggio 2020 sono stati sospesi, prima per il blocco della convenzione tra ditta incaricata della rimozione delle macerie e Regione Umbria e poi da marzo a causa della pandemia da Covid-19. “ Dieci mesi di lavori assai delicati e complessi, compresi i tempi amministrativi per gli affidamenti. Questa è la Pubblica amministrazione che funziona”.   [gallery ids="58339,58338,58336"]]]>
L'interno della basilica di San Benedetto di Norcia sgombra dalle macerie

Si sono conclusi con largo anticipo rispetto ai 120 giorni previsti nel bando di gara i lavori di messa in sicurezza, cantierizzazione e svolgimento di indagini preliminari della basilica di San Benedetto di Norcia.  I lavori sono stati finanziati con fondi POR FERS 2014-2020 della Regione Umbria e diretti dalla Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio dell'Umbria nell'ambito di apposita convenzione sottoscritta tra il Mibact e la Regione Umbria nel mese di Marzo 2019.

I lavori

I lavori di quest'ultima fase hanno riguardato prevalentemente l'area della cripta, che è stata svuotata dalle macerie e messa in sicurezza, e le restanti porzioni della Basilica, abside e transetto, già libere dalle macerie ma non ancora in sicurezza. Consegnati all'impresa aggiudicataria, D'Alessandro Restauri di Matera, il primo ottobre 2020, era stato previsto un tempo contrattuale di 120 giorni. Nei prossimi giorni si provvederà a rimuovere l'area di cantiere in attesa dell'avvio dei lavori di ricostruzione per i quali, come noto, si è conclusa la fase di aggiudicazione del progetto, coordinata dalla Soprintendenza Speciale per le aree colpite dal Sisma 2016. “E’ un ottimo traguardo quello che abbiamo raggiunto con così largo anticipo”, dichiara la soprintendente Rosaria Mencarelli, dovuto sia alla competenza e organizzazione dell’impresa ma anche alle capacità tecniche dei funzionari della Soprintendenza. “L’ingegnere Giuseppe Lacava e l’architetto Vanessa Squadroni sono due specialisti di cui siamo molto fieri” continua la Soprintendete -, “anche perché sono soli in questa ardua opera di gestione della ricostruzione del patrimonio culturale.

La tela di Filippo Napoletano

A conclusione di questi lavori stiamo inoltre valutando di iniziare le operazioni di messa in sicurezza e consolidamento dei significativi resti della grande tela di Filippo Napoletano raffigurante l’incontro tra S. Benedetto e Totila, re dei Goti - che era collocata sull’altare del transetto sinistro della Basilica. Se pur molto danneggiata è una importante testimonianza che dobbiamo restituire alla Basilica e alla comunità nursina”.

I finanziamenti

I lavori, complessivamente finanziati con 1.060.000 euro, sono stati eseguiti in tre lotti successivi per complessivi 800.000 euro (al netto degli oneri e dei ribassi di gara). Sono iniziati a settembre 2019 e oggi sono già conclusi, considerando che da gennaio a maggio 2020 sono stati sospesi, prima per il blocco della convenzione tra ditta incaricata della rimozione delle macerie e Regione Umbria e poi da marzo a causa della pandemia da Covid-19. “ Dieci mesi di lavori assai delicati e complessi, compresi i tempi amministrativi per gli affidamenti. Questa è la Pubblica amministrazione che funziona”.   [gallery ids="58339,58338,58336"]]]>
Quarto anniversario terremoto. Boccardo: “Ancora sentiamo il peso, la fatica e la delusione” https://www.lavoce.it/anniversario-terremoto-boccardo/ Fri, 30 Oct 2020 12:05:39 +0000 https://www.lavoce.it/?p=58094 Mons. Renato Boccardo in ricordo del terremoto

30 ottobre 2016 – 30 ottobre 2020: sono trascorsi quattro anni dalla violenta scossa di terremoto che ha ferito in modo irreversibile Norcia e la Valnerina, con danni anche nella valle spoletana. Ringraziando Dio questa terra non ha pianto vittime. Quest’anno a causa del diffondersi nuovamente del Coronavirus non è stato possibile tenere cerimonie pubbliche, civile e religiose.

Il video-ricordo dell'Arcivescovo Boccardo

Guarda il video L’arcivescovo di Spoleto-Norcia, mons. Renato Boccardo, comunque vuole ricordare questo anniversario. «Quattro anni fanno 1460 giorni durante i quali – afferma - sentiamo tutto il peso, la fatica e anche la delusione di cui abbiamo tante volte abbiamo parlato e che non vogliamo ripetere più. Però stiamo vivendo un momento difficile aggravato anche dalla situazione di emergenza sanitaria legata al Covid-19 che si prolunga nel tempo. Mi sembra che risuoni particolarmente attuale e urgente in questa circostanza il monito di Papa Francesco: più grave della pandemia, e io aggiungo più grave del terremoto, sarebbe soltanto l’incapacità di cogliere un messaggio che la pandemia e il terremoto ci portano: quello di una vita seria in grado di valorizzare ciò che è essenziale, capace di ricominciare sempre di nuovo. Inutile piangersi addosso e moltiplicare le lamentazioni», prosegue l’Arcivescovo. «É ora invece – continua - di dare una svolta all’esistenza e riempirla di cose nuove e valide che illuminino la mente e che riscaldino il cuore. Io credo che questo anniversario, il quarto di questo terremoto, debba spingerci tutti a una profonda revisione di vita. Siamo sollecitati a questo anche dalla pandemia che torna a farci sperimentare la fragilità, la trepidazione e l’incertezza del futuro. Fissiamo la nostra attenzione sulle cose essenziali, lasciamoci guidare da questa sapienza naturale di credenti che lo Spirito di Dio infonde nei nostri cuori e dalla ricerca di cose grandi capaci – conclude il Presule - di dare senso e rendere feconda la nostra vita».]]>
Mons. Renato Boccardo in ricordo del terremoto

30 ottobre 2016 – 30 ottobre 2020: sono trascorsi quattro anni dalla violenta scossa di terremoto che ha ferito in modo irreversibile Norcia e la Valnerina, con danni anche nella valle spoletana. Ringraziando Dio questa terra non ha pianto vittime. Quest’anno a causa del diffondersi nuovamente del Coronavirus non è stato possibile tenere cerimonie pubbliche, civile e religiose.

Il video-ricordo dell'Arcivescovo Boccardo

Guarda il video L’arcivescovo di Spoleto-Norcia, mons. Renato Boccardo, comunque vuole ricordare questo anniversario. «Quattro anni fanno 1460 giorni durante i quali – afferma - sentiamo tutto il peso, la fatica e anche la delusione di cui abbiamo tante volte abbiamo parlato e che non vogliamo ripetere più. Però stiamo vivendo un momento difficile aggravato anche dalla situazione di emergenza sanitaria legata al Covid-19 che si prolunga nel tempo. Mi sembra che risuoni particolarmente attuale e urgente in questa circostanza il monito di Papa Francesco: più grave della pandemia, e io aggiungo più grave del terremoto, sarebbe soltanto l’incapacità di cogliere un messaggio che la pandemia e il terremoto ci portano: quello di una vita seria in grado di valorizzare ciò che è essenziale, capace di ricominciare sempre di nuovo. Inutile piangersi addosso e moltiplicare le lamentazioni», prosegue l’Arcivescovo. «É ora invece – continua - di dare una svolta all’esistenza e riempirla di cose nuove e valide che illuminino la mente e che riscaldino il cuore. Io credo che questo anniversario, il quarto di questo terremoto, debba spingerci tutti a una profonda revisione di vita. Siamo sollecitati a questo anche dalla pandemia che torna a farci sperimentare la fragilità, la trepidazione e l’incertezza del futuro. Fissiamo la nostra attenzione sulle cose essenziali, lasciamoci guidare da questa sapienza naturale di credenti che lo Spirito di Dio infonde nei nostri cuori e dalla ricerca di cose grandi capaci – conclude il Presule - di dare senso e rendere feconda la nostra vita».]]>
Questa settimana su La Voce n.14 https://www.lavoce.it/questa-settimana-su-la-voce/ Thu, 07 May 2020 10:27:17 +0000 https://www.lavoce.it/?p=57045

Questo e tanto altro nel numero di questa settimana. Leggilo in edizione digitale.

l’editoriale

LA RISPOSTA FRAGILE di Paolo Bustaffa Non si cerca Dio in un letto di terapia intensiva. In un tempo di disorientamento ci si rivolge a chi offre sicurezze e certezze, non a chi è perdente. A chi serve un Dio “fragile”?…

Focus

LA FORZA DI LOTTARE di Francesca Di Maolo Ancora oggi i nostri centri diurni per disabili non ricevono risposte su come ripartire e con quali protocolli di sicurezza. Ecco perché io per prima, cari miei collaboratori... FERMI ALLA FASE ZERO di Daris Giancarlini Diceva il capo ufficio stampa dell’allora presidente americano Barack Obama che “non bisognerebbe mai sprecare una crisi”. All’alba della cosiddetta Fase 2, non sembra che la classe politica italiana... I NUOVI POVERI di Federica De Lauso Caritas italiana, al fine di monitorare e mappare le fragilità e i bisogni dei territori in questa fase di emergenza socio-sanitaria legata al Covid-19, ha avviato una rilevazione nazionale, condotta dal 9 al 24 aprile...

Nel giornale

AFFIDATI A MARIA

La Chiesa italiana affida il Paese nelle mani della Vergine Maria, a cominciare da malati, operatori sanitari e medici, famiglie e defunti. Dal Santuario di Santa Maria del Fonte a Caravaggio, la preghiera per invocare la protezione della Madre di Dio, come segno di salvezza e di speranza. Anche i Vescovi umbri, dalla Porziuncola di Assisi, chiedono l’intercessione della Madonna per la fine della pandemia e la rinascita di una comunità fiaccata dall’emergenza ma pronta a ripartire.

L’UMBRIA DAL MONDO

Gli sguardi del pianeta sull’Italia e su come il nostro Paese sta vivendo l’emergenza Covid-19. Le testimonianze degli stranieri che vivono e lavorano nella nostra regione

SISMA 2016

Un deciso passo avanti per la ricostruzione delle aree devastate dal terremoto - per l’Umbria: Norcia, Cascia, Preci - sembra essere stato fatto dal commissario straordinario Giovanni Legnini, che ha snellito le procedure burocratiche. In quattro punti, che cosa cambia nelle modalità di assegnazione dei lavori. Gli effetti si dovrebbero poter vedere già a breve

ECONOMIA

Finalmente arriva la Fase 2 e possono riaprire i negozi! O no? La gente è tornata in strada, sempre rispettando le prescrizioni di sicurezza, ma tanti esercizi commerciali fanno fatica a trovare clienti, soprattutto nel settore della ristorazione. Cosicché molti negozi che avrebbero “diritto” di riprendere le attività non lo hanno fatto. I dati di Confcommercio

TESTIMONIANZE

Per le famiglie, l’inizio della Fase 2 ha risolto sì dei problemi... ma creandone altri. Il ritorno al posto di lavoro ha infatti riaperto la questione su come gestire i figli, soprattutto i più piccoli, che invece continuano a non frequentare le scuole né gli asili. Abbiamo ascoltato le storie di alcune famiglie con diverse situazioni emergenza coronavirus
PERUGIA
Ginnastica e vita sociale grazie al Web e ai “Piedibus”
ASSISI
Gino Bartali: 20 anni fa scompariva un vero eroe
CITTÀ DI CASTELLO
Beata Margherita, i bei ricordi di un maestro di nuoto
ORVIETO-TODI
Ogni sabato di maggio il rosario vocazionale online
FOLIGNO
Il Comune vara il piano per la ripartenza in Fase2
GIOVE
Il piccolo paese da adesso non è più zona rossa]]>

Questo e tanto altro nel numero di questa settimana. Leggilo in edizione digitale.

l’editoriale

LA RISPOSTA FRAGILE di Paolo Bustaffa Non si cerca Dio in un letto di terapia intensiva. In un tempo di disorientamento ci si rivolge a chi offre sicurezze e certezze, non a chi è perdente. A chi serve un Dio “fragile”?…

Focus

LA FORZA DI LOTTARE di Francesca Di Maolo Ancora oggi i nostri centri diurni per disabili non ricevono risposte su come ripartire e con quali protocolli di sicurezza. Ecco perché io per prima, cari miei collaboratori... FERMI ALLA FASE ZERO di Daris Giancarlini Diceva il capo ufficio stampa dell’allora presidente americano Barack Obama che “non bisognerebbe mai sprecare una crisi”. All’alba della cosiddetta Fase 2, non sembra che la classe politica italiana... I NUOVI POVERI di Federica De Lauso Caritas italiana, al fine di monitorare e mappare le fragilità e i bisogni dei territori in questa fase di emergenza socio-sanitaria legata al Covid-19, ha avviato una rilevazione nazionale, condotta dal 9 al 24 aprile...

Nel giornale

AFFIDATI A MARIA

La Chiesa italiana affida il Paese nelle mani della Vergine Maria, a cominciare da malati, operatori sanitari e medici, famiglie e defunti. Dal Santuario di Santa Maria del Fonte a Caravaggio, la preghiera per invocare la protezione della Madre di Dio, come segno di salvezza e di speranza. Anche i Vescovi umbri, dalla Porziuncola di Assisi, chiedono l’intercessione della Madonna per la fine della pandemia e la rinascita di una comunità fiaccata dall’emergenza ma pronta a ripartire.

L’UMBRIA DAL MONDO

Gli sguardi del pianeta sull’Italia e su come il nostro Paese sta vivendo l’emergenza Covid-19. Le testimonianze degli stranieri che vivono e lavorano nella nostra regione

SISMA 2016

Un deciso passo avanti per la ricostruzione delle aree devastate dal terremoto - per l’Umbria: Norcia, Cascia, Preci - sembra essere stato fatto dal commissario straordinario Giovanni Legnini, che ha snellito le procedure burocratiche. In quattro punti, che cosa cambia nelle modalità di assegnazione dei lavori. Gli effetti si dovrebbero poter vedere già a breve

ECONOMIA

Finalmente arriva la Fase 2 e possono riaprire i negozi! O no? La gente è tornata in strada, sempre rispettando le prescrizioni di sicurezza, ma tanti esercizi commerciali fanno fatica a trovare clienti, soprattutto nel settore della ristorazione. Cosicché molti negozi che avrebbero “diritto” di riprendere le attività non lo hanno fatto. I dati di Confcommercio

TESTIMONIANZE

Per le famiglie, l’inizio della Fase 2 ha risolto sì dei problemi... ma creandone altri. Il ritorno al posto di lavoro ha infatti riaperto la questione su come gestire i figli, soprattutto i più piccoli, che invece continuano a non frequentare le scuole né gli asili. Abbiamo ascoltato le storie di alcune famiglie con diverse situazioni emergenza coronavirus
PERUGIA
Ginnastica e vita sociale grazie al Web e ai “Piedibus”
ASSISI
Gino Bartali: 20 anni fa scompariva un vero eroe
CITTÀ DI CASTELLO
Beata Margherita, i bei ricordi di un maestro di nuoto
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Il Comune vara il piano per la ripartenza in Fase2
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Basilica di San Benedetto, parte l’iter del bando di progettazione https://www.lavoce.it/basilica-di-san-benedetto-parte-liter-del-bando-di-progettazione/ Thu, 02 Apr 2020 19:42:55 +0000 https://www.lavoce.it/?p=56774

 

Come annunciato in occasione della festa di san Benedetto, si sta concretizzando il calendario relativo al bando di progettazione della Basilica di San Benedetto di Norcia. L'iter avrà avvio il 6 aprile, mentre la scadenza per la presentazione dei progetti è fissata per il 26 maggio.

Una bellissima notizia che in questi tempi particolarmente difficili riempie il cuore di gioia” ha detto il sindaco di Norcia, Nicola Alemanno. “La ricostruzione post sisma rimane al centro della nostra azione amministrativa. In questi giorni – prosegue il primo cittadino - stanno continuando le interlocuzioni e gli incontri in ‘conference call’ come ieri con il Commissario Legnini. Vogliamo essere pronti a ripartire subito al termine dell’emergenza Covid-19. Notizie come questa ci danno nuova energia, fiducia e speranza per il futuro” ha concluso.

Di seguito il calendario delle attività, gestite con il supporto della Centrale Unica di Committenza Invitalia, che è stato comunicato dall’ ing. Paolo Iannelli del Mibac, soprintendente speciale per le aree colpite dal sisma del 2016.

Lunedì 6 aprile, pubblicazione su Piattaforma Invitalia e GUUE; venerdì 10 aprile, pubblicazione in GURI; giovedì 16 aprile, pubblicazione su 4 quotidiani; lunedì 18 maggio, scadenza per la richiesta chiarimenti; martedì 19 maggio, termine pubblicazione chiarimenti; martedì 26 maggio, scadenza presentazione offerte e apertura delle stesse.

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Come annunciato in occasione della festa di san Benedetto, si sta concretizzando il calendario relativo al bando di progettazione della Basilica di San Benedetto di Norcia. L'iter avrà avvio il 6 aprile, mentre la scadenza per la presentazione dei progetti è fissata per il 26 maggio.

Una bellissima notizia che in questi tempi particolarmente difficili riempie il cuore di gioia” ha detto il sindaco di Norcia, Nicola Alemanno. “La ricostruzione post sisma rimane al centro della nostra azione amministrativa. In questi giorni – prosegue il primo cittadino - stanno continuando le interlocuzioni e gli incontri in ‘conference call’ come ieri con il Commissario Legnini. Vogliamo essere pronti a ripartire subito al termine dell’emergenza Covid-19. Notizie come questa ci danno nuova energia, fiducia e speranza per il futuro” ha concluso.

Di seguito il calendario delle attività, gestite con il supporto della Centrale Unica di Committenza Invitalia, che è stato comunicato dall’ ing. Paolo Iannelli del Mibac, soprintendente speciale per le aree colpite dal sisma del 2016.

Lunedì 6 aprile, pubblicazione su Piattaforma Invitalia e GUUE; venerdì 10 aprile, pubblicazione in GURI; giovedì 16 aprile, pubblicazione su 4 quotidiani; lunedì 18 maggio, scadenza per la richiesta chiarimenti; martedì 19 maggio, termine pubblicazione chiarimenti; martedì 26 maggio, scadenza presentazione offerte e apertura delle stesse.

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Boccardo: lavorare per la ricostruzione. Con Coronavirus aumentano le fragilita https://www.lavoce.it/norcia-boccardo-lavorare-per-la-ricostruzione-con-coronavirus-aumentano-le-fragilita/ Sat, 21 Mar 2020 13:19:09 +0000 https://www.lavoce.it/?p=56557

La ricostruzione post-sisma 2016 è troppo lenta. “Da quando il terremoto ha ferito la nostra terra, - scrive mons. Renato Boccardo - celebriamo la festa di San Benedetto ‘in tono minore’, con un velo di mestizia e tristezza, abbracciando di uno sguardo sconsolato le macerie della Basilica, delle case e degli edifici pubblici”.

Situazione inaccettabile

L'Arcivescovo di Spoleto Norcia, mons. Renato Boccardo, ha colto l'occasione della festa di San Bendetto - che si sarebbe dovuta celebrare oggi 21 marzo a Norcia - per denunciare ancora una volta la situazione di inaccettabile ritardo e lentezza nella ricostruzione. Una situazione, sottolinea l'Arcivescovo, cui si aggiunge l'emergenza Coronavirus, che “ci fa sentire ancora più vulnerabili e indifesi, venendo a sovrapporsi ad una situazione già fragile, che genera pericolosamente solitudine e isolamento”. Mons. Boccardo, si fa voce delle circa “1700 persone ancora fuori casa in abitazioni provvisorie”, che incontrano forti difficoltò a “realizzare anche minime opere senza infrangere leggi e decreti, costrette ad affrontare ogni giorno la fatica di vivere”. “In meno di quattro anni dal sisma  siamo al quarto Commissario straordinario; mentre in Cina in 12 giorni sorge dal nulla un ospedale specializzato e a Genova la ricostruzione del ponte Morandi, a meno di due anni dal crollo, procede a ritmo serrato, in Valnerina da quel 30 ottobre 2016 son passati 873 giorni e siamo al punto in cui siamo”.

“Ciascuno assuma le proprie responsabilità”

Ma l'Arcivescovo invita tutti a non lasciarsi andare alle lamentele e alla rassegnazione invitando tutti ad accogliere l'invito di San Benedeto: «Lavora e non ti rattristare». “Non dunque una esortazione ad un buonismo superficiale e spensierato, ma -aggiunge Boccardo - una richiesta rivolta a ciascuno perché assuma le proprie responsabilità: allo Stato e alle sue Istituzioni, percepito così spesso lontano, distratto, lento e macchinoso nelle sue complicate procedure; all’Amministrazione regionale e locale, alle Associazioni, Comitati, Comunanze e Pro-loco; alla comunità ecclesiale diocesana e parrocchiale”.  

Il Messaggio dell’arcivescovo Boccardo per la festa di san Benedetto, patrono della città di Norcia e dell’Archidiocesi

Da quando il terremoto ha ferito la nostra terra, celebriamo la festa di San Benedetto “in tono minore”, con un velo di mestizia e tristezza, abbracciando di uno sguardo sconsolato le macerie della Basilica, delle case e degli edifici pubblici, ed esperimentiamo ogni volta sentimenti contrastanti. Da una parte, la delusione, la frustrazione e la rabbia generate quotidianamente da una burocrazia che non solo non permette di dare l’avvio alla ricostruzione ma nemmeno di chiudere l’emergenza, con il rischio di rendere irreversibile la sofferenza del tessuto economico e sociale e di irrobustire prassi di veri e propri abusi, quando non anche di pratiche clientelari e corruttive; dall’altra, l’ammirazione per la tenacia della gente di montagna, fermamente attaccata alla sua terra, pronta ad affrontare privazioni e sacrifici, fiera e orgogliosa della sua storia e dei suoi monumenti. [caption id="attachment_48532" align="alignleft" width="200"]Norcia terremoto Boccardo Mons. Renato Boccardo davanti al cimitero di Norcia sventrato dal terremoto[/caption] Quest’anno, poi, la precarietà e l’impotenza che tutti esperimentiamo di fronte ad un nemico subdolo e invasivo e particolarmente dannoso come il Coronavirus, con la conseguente doverosa assunzione di modalità di comportamento per contrastarne la diffusione, ci fa sentire ancora più vulnerabili e indifesi, venendo a sovrapporsi ad una situazione già fragile, che genera pericolosamente solitudine e isolamento. Ai credenti duole particolarmente, oggi, non potersi riunire in piazza attorno all’altare per celebrare i Santi Misteri. Ma questa forzata dispersione non dice di una lontananza degli uni dagli altri, che anzi ci ritroviamo idealmente più vicini e più uniti che mai, coscienti come siamo che la condivisione della stessa umanità e la professione dell’unica fede intessono, costituiscono e continuamente rinsaldano legami indissolubili, che resistono all’usura del tempo e alle minacce della natura. E non vorremmo - e auspichiamo che così non avvenga - che la giusta e necessaria attenzione all’emergenza in corso distogliesse l’attenzione dalle urgenze dei nostri territori o - peggio - costituisse un alibi per ulteriori ritardi.

Bilancio - negativo - di quattro anni

In un giorno tanto significativo per la comunità nursina non possiamo non rilevare - ahimé, ancora una volta - le gravi incongruenze che hanno accompagnato questo tempo: in meno di quattro anni dal sisma siamo al quarto Commissario straordinario; mentre in Cina in 12 giorni sorge dal nulla un ospedale specializzato e a Genova la ricostruzione del ponte Morandi, a meno di due anni dal crollo, procede a ritmo serrato, in Valnerina da quel 30 ottobre 2016 son passati 873 giorni e siamo al punto in cui siamo, a ricordare l’utopia del «non vi lasceremo soli» e gli slogan buoni per i social netwotk, a sognare e domandare ancora e sempre poche parole e molti fatti. Non possiamo passare sotto silenzio la situazione dolorosa di circa 1700 persone ancora fuori casa in abitazioni provvisorie, con la difficoltà di realizzare anche minime opere senza infrangere leggi e decreti, costrette ad affrontare ogni giorno la fatica di vivere in un territorio che si sta spopolando, vede i giovani andare via, le aziende chiudere e i servizi trasferiti altrove. E non possiamo non rilevare con dispiacere che i cantieri di San Benedetto, di Santa Maria Argentea, di San Salvatore a Campi e di diverse altre chiese sono nuovamente fermi, che da troppi mesi si attende il risultato delle perizie geologiche che permettano di dare il via alla messa in sicurezza definitiva e al consolidamento della rupe che sovrasta il complesso abbaziale di Sant’Eutizio. Né possono essere costruttivi proclami e lettere di lamento e di sterile polemica, indirizzati ripetutamente fino alle più alte autorità dello Stato e della Chiesa, per recriminare su qualche scelta pratica compiuta o qualche opera realizzata.

Cosa ci suggerisce san Benedetto

In questo panorama tenebroso, sentiamo di aver bisogno più che mai di un raggio di luce e lo veniamo a cercare, mendicanti, presso la memoria viva del grande Santo di Norcia, Patriarca del Monachesimo occidentale, Patrono del continente europeo. Narra San Gregorio Magno nei suoi Dialoghi (II, 1) di un ostrogoto accolto dal Santo e da questi mandato, fornito di roncola, a liberare dai rovi un pezzo di terra che intendeva poi coltivare ad orto. Quello lavorava vigorosamente, tagliando con impegno cespugli di rovi, quando ad un tratto il ferro sfuggì via dal manico e cadde nel lago sottostante, proprio in un punto dove l’acqua era così profonda da non lasciare alcuna speranza di poterlo ripescare. Il Santo, venuto a conoscenza dell’accaduto, si recò immediatamente sul posto, prese il manico e lo immerse nelle acque. Sull’istante il ferro ritornò a galla e da se stesso si andò ad innestare nel manico. Benedetto rimise quindi lo strumento nelle mani del goto, dicendogli: «Ecco qui, seguita il tuo lavoro e non ti rattristare!». È il messaggio che oggi ci rivolge il nostro Santo: un invito accorato a non cedere alla delusione e alla rassegnazione; a non coltivare nel cuore risentimenti e amarezze; a non rinunciare a guardare avanti nonostante tutto; a non ripiegarsi su se stessi e sul proprio piccolo interesse, sia esso personale, politico, di gruppo o di associazione; a fare ciascuno la propria parte, più visibile o più nascosta, per il bene di tutti. «Lavora e non ti rattristare». Non dunque una esortazione ad un buonismo superficiale e spensierato, ma una richiesta rivolta a ciascuno perché assuma le proprie responsabilità: allo Stato e alle sue Istituzioni, percepito così spesso lontano, distratto, lento e macchinoso nelle sue complicate procedure; all’Amministrazione regionale e locale, alle Associazioni, Comitati, Comunanze e Pro-loco; alla comunità ecclesiale diocesana e parrocchiale. «Lavora e non ti rattristare». È vero: quando occorre il coraggio di ricominciare, spesso quel coraggio manca. Perché, ha spiegato Papa Francesco nel corso della sua visita a Camerino lo scorso anno, «ci vuole più forza per riparare che per costruire, per ricominciare che per iniziare, per riconciliarsi che per andare d’accordo. Questa è la forza che Dio ci dà. Perciò chi si avvicina a Dio non si abbatte, va avanti: ricomincia, riprova, ricostruisce. Soffre anche, ma riesce a ricominciare, a riprovare, a ricostruire» (Omelia, 16 giugno 2019). Così ha fatto San Benedetto e così siamo chiamati a fare anche noi, nel nostro oggi gravato da tante contraddizioni ma anche abitato da un grande sogno: quello di vedere presto Norcia e gli altri paesi della Valnerina non solo ricostruiti nelle loro mura ma, soprattutto, nei legami e nelle relazioni umane, professionali e commerciali. I credenti sanno che, anche in questa circostanza, Iddio non fa mancare il dono del suo Spirito di sapienza e di fortezza, che suscita nel cuore di tutti, indistintamente, sentimenti di fraternità e di pace, desiderio insopprimibile di comunione e solidarietà, impegno a ricercare e costruire ogni giorno una società degna dell’uomo. Ed a questo fine non cessano di elevare la loro preghiera e di garantire la loro fattiva collaborazione. San Benedetto ci ricorda che la preoccupazione per il bene comune si manifesta nella sollecitudine per il prossimo e in un aperto dialogo con i fratelli e sorelle in umanità, rispettandone la dignità ed essendo disponibili ad un’osmosi di reciproci contributi. Sono valori che egli instaurò opponendo lo spirito di fratellanza alla violenza, l’impegno operoso all’accidia, l’accoglienza e l’aiuto reciproco all’egoismo e all’autosufficienza, per porre i presupposti di una ripresa umana integrale.

La ripresa di cui abbiamo bisogno

È di questo tipo di ripresa che ci sentiamo tanto bisognosi! La “lezione” del Santo risuona dunque particolarmente eloquente per noi tutti, chiamati alla grande opera della ricostruzione e al mutuo sostegno. Egli ci indica gli strumenti per operare rettamente: «Alleviare tutte le sofferenze, aiutare chi è colpito da sventura, soccorrere i poveri, consolare gli afflitti, non serbare rancore, non covare inganni nel cuore, non rendere male per male, dire la verità con la bocca e con il cuore, non abbandonare la carità» (Regula, IV passim). Qualità e atteggiamenti che gli chiediamo oggi di ottenerci con la sua fraterna preghiera e la sua potente intercessione. + Renato Boccardo Arcivescovo di Spoleto-Norcia
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La ricostruzione post-sisma 2016 è troppo lenta. “Da quando il terremoto ha ferito la nostra terra, - scrive mons. Renato Boccardo - celebriamo la festa di San Benedetto ‘in tono minore’, con un velo di mestizia e tristezza, abbracciando di uno sguardo sconsolato le macerie della Basilica, delle case e degli edifici pubblici”.

Situazione inaccettabile

L'Arcivescovo di Spoleto Norcia, mons. Renato Boccardo, ha colto l'occasione della festa di San Bendetto - che si sarebbe dovuta celebrare oggi 21 marzo a Norcia - per denunciare ancora una volta la situazione di inaccettabile ritardo e lentezza nella ricostruzione. Una situazione, sottolinea l'Arcivescovo, cui si aggiunge l'emergenza Coronavirus, che “ci fa sentire ancora più vulnerabili e indifesi, venendo a sovrapporsi ad una situazione già fragile, che genera pericolosamente solitudine e isolamento”. Mons. Boccardo, si fa voce delle circa “1700 persone ancora fuori casa in abitazioni provvisorie”, che incontrano forti difficoltò a “realizzare anche minime opere senza infrangere leggi e decreti, costrette ad affrontare ogni giorno la fatica di vivere”. “In meno di quattro anni dal sisma  siamo al quarto Commissario straordinario; mentre in Cina in 12 giorni sorge dal nulla un ospedale specializzato e a Genova la ricostruzione del ponte Morandi, a meno di due anni dal crollo, procede a ritmo serrato, in Valnerina da quel 30 ottobre 2016 son passati 873 giorni e siamo al punto in cui siamo”.

“Ciascuno assuma le proprie responsabilità”

Ma l'Arcivescovo invita tutti a non lasciarsi andare alle lamentele e alla rassegnazione invitando tutti ad accogliere l'invito di San Benedeto: «Lavora e non ti rattristare». “Non dunque una esortazione ad un buonismo superficiale e spensierato, ma -aggiunge Boccardo - una richiesta rivolta a ciascuno perché assuma le proprie responsabilità: allo Stato e alle sue Istituzioni, percepito così spesso lontano, distratto, lento e macchinoso nelle sue complicate procedure; all’Amministrazione regionale e locale, alle Associazioni, Comitati, Comunanze e Pro-loco; alla comunità ecclesiale diocesana e parrocchiale”.  

Il Messaggio dell’arcivescovo Boccardo per la festa di san Benedetto, patrono della città di Norcia e dell’Archidiocesi

Da quando il terremoto ha ferito la nostra terra, celebriamo la festa di San Benedetto “in tono minore”, con un velo di mestizia e tristezza, abbracciando di uno sguardo sconsolato le macerie della Basilica, delle case e degli edifici pubblici, ed esperimentiamo ogni volta sentimenti contrastanti. Da una parte, la delusione, la frustrazione e la rabbia generate quotidianamente da una burocrazia che non solo non permette di dare l’avvio alla ricostruzione ma nemmeno di chiudere l’emergenza, con il rischio di rendere irreversibile la sofferenza del tessuto economico e sociale e di irrobustire prassi di veri e propri abusi, quando non anche di pratiche clientelari e corruttive; dall’altra, l’ammirazione per la tenacia della gente di montagna, fermamente attaccata alla sua terra, pronta ad affrontare privazioni e sacrifici, fiera e orgogliosa della sua storia e dei suoi monumenti. [caption id="attachment_48532" align="alignleft" width="200"]Norcia terremoto Boccardo Mons. Renato Boccardo davanti al cimitero di Norcia sventrato dal terremoto[/caption] Quest’anno, poi, la precarietà e l’impotenza che tutti esperimentiamo di fronte ad un nemico subdolo e invasivo e particolarmente dannoso come il Coronavirus, con la conseguente doverosa assunzione di modalità di comportamento per contrastarne la diffusione, ci fa sentire ancora più vulnerabili e indifesi, venendo a sovrapporsi ad una situazione già fragile, che genera pericolosamente solitudine e isolamento. Ai credenti duole particolarmente, oggi, non potersi riunire in piazza attorno all’altare per celebrare i Santi Misteri. Ma questa forzata dispersione non dice di una lontananza degli uni dagli altri, che anzi ci ritroviamo idealmente più vicini e più uniti che mai, coscienti come siamo che la condivisione della stessa umanità e la professione dell’unica fede intessono, costituiscono e continuamente rinsaldano legami indissolubili, che resistono all’usura del tempo e alle minacce della natura. E non vorremmo - e auspichiamo che così non avvenga - che la giusta e necessaria attenzione all’emergenza in corso distogliesse l’attenzione dalle urgenze dei nostri territori o - peggio - costituisse un alibi per ulteriori ritardi.

Bilancio - negativo - di quattro anni

In un giorno tanto significativo per la comunità nursina non possiamo non rilevare - ahimé, ancora una volta - le gravi incongruenze che hanno accompagnato questo tempo: in meno di quattro anni dal sisma siamo al quarto Commissario straordinario; mentre in Cina in 12 giorni sorge dal nulla un ospedale specializzato e a Genova la ricostruzione del ponte Morandi, a meno di due anni dal crollo, procede a ritmo serrato, in Valnerina da quel 30 ottobre 2016 son passati 873 giorni e siamo al punto in cui siamo, a ricordare l’utopia del «non vi lasceremo soli» e gli slogan buoni per i social netwotk, a sognare e domandare ancora e sempre poche parole e molti fatti. Non possiamo passare sotto silenzio la situazione dolorosa di circa 1700 persone ancora fuori casa in abitazioni provvisorie, con la difficoltà di realizzare anche minime opere senza infrangere leggi e decreti, costrette ad affrontare ogni giorno la fatica di vivere in un territorio che si sta spopolando, vede i giovani andare via, le aziende chiudere e i servizi trasferiti altrove. E non possiamo non rilevare con dispiacere che i cantieri di San Benedetto, di Santa Maria Argentea, di San Salvatore a Campi e di diverse altre chiese sono nuovamente fermi, che da troppi mesi si attende il risultato delle perizie geologiche che permettano di dare il via alla messa in sicurezza definitiva e al consolidamento della rupe che sovrasta il complesso abbaziale di Sant’Eutizio. Né possono essere costruttivi proclami e lettere di lamento e di sterile polemica, indirizzati ripetutamente fino alle più alte autorità dello Stato e della Chiesa, per recriminare su qualche scelta pratica compiuta o qualche opera realizzata.

Cosa ci suggerisce san Benedetto

In questo panorama tenebroso, sentiamo di aver bisogno più che mai di un raggio di luce e lo veniamo a cercare, mendicanti, presso la memoria viva del grande Santo di Norcia, Patriarca del Monachesimo occidentale, Patrono del continente europeo. Narra San Gregorio Magno nei suoi Dialoghi (II, 1) di un ostrogoto accolto dal Santo e da questi mandato, fornito di roncola, a liberare dai rovi un pezzo di terra che intendeva poi coltivare ad orto. Quello lavorava vigorosamente, tagliando con impegno cespugli di rovi, quando ad un tratto il ferro sfuggì via dal manico e cadde nel lago sottostante, proprio in un punto dove l’acqua era così profonda da non lasciare alcuna speranza di poterlo ripescare. Il Santo, venuto a conoscenza dell’accaduto, si recò immediatamente sul posto, prese il manico e lo immerse nelle acque. Sull’istante il ferro ritornò a galla e da se stesso si andò ad innestare nel manico. Benedetto rimise quindi lo strumento nelle mani del goto, dicendogli: «Ecco qui, seguita il tuo lavoro e non ti rattristare!». È il messaggio che oggi ci rivolge il nostro Santo: un invito accorato a non cedere alla delusione e alla rassegnazione; a non coltivare nel cuore risentimenti e amarezze; a non rinunciare a guardare avanti nonostante tutto; a non ripiegarsi su se stessi e sul proprio piccolo interesse, sia esso personale, politico, di gruppo o di associazione; a fare ciascuno la propria parte, più visibile o più nascosta, per il bene di tutti. «Lavora e non ti rattristare». Non dunque una esortazione ad un buonismo superficiale e spensierato, ma una richiesta rivolta a ciascuno perché assuma le proprie responsabilità: allo Stato e alle sue Istituzioni, percepito così spesso lontano, distratto, lento e macchinoso nelle sue complicate procedure; all’Amministrazione regionale e locale, alle Associazioni, Comitati, Comunanze e Pro-loco; alla comunità ecclesiale diocesana e parrocchiale. «Lavora e non ti rattristare». È vero: quando occorre il coraggio di ricominciare, spesso quel coraggio manca. Perché, ha spiegato Papa Francesco nel corso della sua visita a Camerino lo scorso anno, «ci vuole più forza per riparare che per costruire, per ricominciare che per iniziare, per riconciliarsi che per andare d’accordo. Questa è la forza che Dio ci dà. Perciò chi si avvicina a Dio non si abbatte, va avanti: ricomincia, riprova, ricostruisce. Soffre anche, ma riesce a ricominciare, a riprovare, a ricostruire» (Omelia, 16 giugno 2019). Così ha fatto San Benedetto e così siamo chiamati a fare anche noi, nel nostro oggi gravato da tante contraddizioni ma anche abitato da un grande sogno: quello di vedere presto Norcia e gli altri paesi della Valnerina non solo ricostruiti nelle loro mura ma, soprattutto, nei legami e nelle relazioni umane, professionali e commerciali. I credenti sanno che, anche in questa circostanza, Iddio non fa mancare il dono del suo Spirito di sapienza e di fortezza, che suscita nel cuore di tutti, indistintamente, sentimenti di fraternità e di pace, desiderio insopprimibile di comunione e solidarietà, impegno a ricercare e costruire ogni giorno una società degna dell’uomo. Ed a questo fine non cessano di elevare la loro preghiera e di garantire la loro fattiva collaborazione. San Benedetto ci ricorda che la preoccupazione per il bene comune si manifesta nella sollecitudine per il prossimo e in un aperto dialogo con i fratelli e sorelle in umanità, rispettandone la dignità ed essendo disponibili ad un’osmosi di reciproci contributi. Sono valori che egli instaurò opponendo lo spirito di fratellanza alla violenza, l’impegno operoso all’accidia, l’accoglienza e l’aiuto reciproco all’egoismo e all’autosufficienza, per porre i presupposti di una ripresa umana integrale.

La ripresa di cui abbiamo bisogno

È di questo tipo di ripresa che ci sentiamo tanto bisognosi! La “lezione” del Santo risuona dunque particolarmente eloquente per noi tutti, chiamati alla grande opera della ricostruzione e al mutuo sostegno. Egli ci indica gli strumenti per operare rettamente: «Alleviare tutte le sofferenze, aiutare chi è colpito da sventura, soccorrere i poveri, consolare gli afflitti, non serbare rancore, non covare inganni nel cuore, non rendere male per male, dire la verità con la bocca e con il cuore, non abbandonare la carità» (Regula, IV passim). Qualità e atteggiamenti che gli chiediamo oggi di ottenerci con la sua fraterna preghiera e la sua potente intercessione. + Renato Boccardo Arcivescovo di Spoleto-Norcia
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Papa Francesco, umbro nel nome e tante volte pellegrino tra noi https://www.lavoce.it/papa-francesco-umbro-nel-nome-e-tante-volte-pellegrino-tra-noi/ Fri, 13 Mar 2020 17:58:03 +0000 https://www.lavoce.it/?p=56454

Dalla sua elezione a successore dell’apostolo Pietro, il 13 marzo di sette anni fa, Papa Francesco ha visitato l’Umbria ben cinque volte. Una sesta sarebbe stata imminente, per l’evento di Assisi “The Economy of Francesco” il 28 marzo, ma rinviata a causa della nota emergenza sanitaria. Un ideale primo legame con l’Umbria è stato immediato, all’habemus Papam, quando fu reso noto il nome del nuovo Vescovo di Roma. Scegliendo Franciscus, Jorge Mario Bergoglio, il Papa venuto “quasi dalla fine del mondo” per una Chiesa povera per i poveri, si è legato indissolubilmente alla terra di Benedetto da Norcia e di Francesco d’Assisi.

Il primo viaggio di papa Francesco in Umbria: Assisi

Per circostanze differenti i territori di queste due città sono stati visitati dal Papa. Assisi lo ha accolto tre volte: la prima il 4 ottobre 2013, nel giorno della festa del Patrono d’Italia. Ricordiamo ancora il suo arrivo in elicottero nel piazzale dell’Istituto Serafico. Il Papa giunse di buon mattino, poco dopo le 7, in anticipo rispetto al programma ufficiale. L’abbraccio riservato a ognuno degli ospiti del Serafico commosse anche i più “lontani”, come anche l’incontro con i poveri nel santuario della Spogliazione, il pranzo alla mensa dell’opera Caritas di Santa Maria degli Angeli e l’appuntamento con migliaia di giovani davanti alla basilica della Porziuncola. “Il Papa - commentò l’arcivescovo di Perugia, card. Gualtiero Bassetti - ci ha mostrato san Francesco come un altro Cristo, perché si è totalmente immedesimato in lui… Era emotivamente preso, e si vedeva che veniva da un’esperienza che l’aveva profondamente colpito e commosso”.

Nel 2016, Francesco ritorna in Umbria tre volte

Dopo tre anni, nel 2016, Francesco ritorna in Umbria tre volte. Il 4 agosto è a Santa Maria degli Angeli per l’ottavo centenario del Perdono di Assisi, accolto da una folla di fedeli. Molti di loro posticiparono le vacanze estive per dargli il benvenuto. “Il Papa si è voluto inserire in questo fiume di pellegrini per indicare ancora una volta alla Chiesa e alla società che solo il cammino della misericordia e del perdono può edificare un mondo degno di Dio e degno dell’uomo” riferirono i Vescovi umbri al termine della visita. Un mese e mezzo più tardi, il 20 settembre, il Papa è ad Assisi per l’incontro conclusivo della Giornata mondiale di preghiera “Sete di pace. Religioni e culture in dialogo”, in ricordo del primo storico incontro interreligioso voluto da Giovanni Paolo II il 27 ottobre 1986. L’annuncio del suo ritorno ad Assisi fu così accolto dall’arcivescovo Domenico Sorrentino: “Un Papa di nome Francesco non eccede nel tornare più di una volta ad Assisi più che in ogni altra parte del mondo; qui è proprio a casa sua”. Sempre nel 2016, a seguito del terremoto che sconvolse la vita di diversi centri abitati dell’Italia centrale, il Papa il 4 ottobre visita San Pellegrino di Norcia. “Saluto tutti voi - disse il Pontefice. - Sono stato vicino a voi, e mi sento molto vicino in questo momento di tristezza, e prego per voi e chiedo al Signore che dia la forza di andare avanti”. Il Papa fu accolto dall’arcivescovo di Spoleto-Norcia Renato Boccardo: “Il fatto - dichiarò - che sia venuto proprio oggi che è la festa di san Francesco, e quindi il suo onomastico, è stata una sorpresa piacevole, soprattutto per la gente che affronta la fatica”. Significativo quanto disse un anziano abitante: “È stata una sorpresa inattesa, come il terremoto. Solo che il primo ci ha portato distruzione e sconforto, il secondo voglia di guardare al futuro con rinnovata fiducia”.

La visita a sorpresa alle clarisse di Spello

Anche il suo quinto viaggio in Umbria è stata una sorpresa: la visita alle Clarisse del monastero di Santa Maria in Valle Gloria di Spello, nella diocesi di Foligno, l’11 gennaio 2019. “Abbiamo provato una grande gioia nel vedere il Papa, forse come quella dei Magi nel vedere la grande stella” commentarono le Clarisse, che aggiunsero: “Ha dialogato sulla nostra vita di preghiera e di fraternità; due strade che il Papa ha intrecciato parlando con noi. Un incontro davvero inaspettato”. Alle sorprese Papa Francesco ha abituato un po’ tutti, contribuendo anche con esse a “rivoluzionare” la Chiesa. Una “rivoluzione” che trova la sua ispirazione anche nella spiritualità benedettina e francescana dell’Umbria. Come non ricordare al riguardo un passaggio dell’editoriale del nostro storico direttore don Elio Bromuri, scritto pochi giorni dopo l’elezione del Papa, dal titolo Benedetto e Francesco “provocano” l’Umbria (La Voce, 22 marzo 2013). L’Umbria, scriveva don Elio, “non potrà e non dovrà mai scrollarsi di dosso l’immagine di una terra chiamata a essere modello di una vita buona, pacifica e onesta, benedettina e francescana… Bergoglio con il suo nome di Papa Francesco e i suoi gesti fuori dagli schemi ci provoca e ci aiuta a imitarne lo spirito”. Riccardo Liguori]]>

Dalla sua elezione a successore dell’apostolo Pietro, il 13 marzo di sette anni fa, Papa Francesco ha visitato l’Umbria ben cinque volte. Una sesta sarebbe stata imminente, per l’evento di Assisi “The Economy of Francesco” il 28 marzo, ma rinviata a causa della nota emergenza sanitaria. Un ideale primo legame con l’Umbria è stato immediato, all’habemus Papam, quando fu reso noto il nome del nuovo Vescovo di Roma. Scegliendo Franciscus, Jorge Mario Bergoglio, il Papa venuto “quasi dalla fine del mondo” per una Chiesa povera per i poveri, si è legato indissolubilmente alla terra di Benedetto da Norcia e di Francesco d’Assisi.

Il primo viaggio di papa Francesco in Umbria: Assisi

Per circostanze differenti i territori di queste due città sono stati visitati dal Papa. Assisi lo ha accolto tre volte: la prima il 4 ottobre 2013, nel giorno della festa del Patrono d’Italia. Ricordiamo ancora il suo arrivo in elicottero nel piazzale dell’Istituto Serafico. Il Papa giunse di buon mattino, poco dopo le 7, in anticipo rispetto al programma ufficiale. L’abbraccio riservato a ognuno degli ospiti del Serafico commosse anche i più “lontani”, come anche l’incontro con i poveri nel santuario della Spogliazione, il pranzo alla mensa dell’opera Caritas di Santa Maria degli Angeli e l’appuntamento con migliaia di giovani davanti alla basilica della Porziuncola. “Il Papa - commentò l’arcivescovo di Perugia, card. Gualtiero Bassetti - ci ha mostrato san Francesco come un altro Cristo, perché si è totalmente immedesimato in lui… Era emotivamente preso, e si vedeva che veniva da un’esperienza che l’aveva profondamente colpito e commosso”.

Nel 2016, Francesco ritorna in Umbria tre volte

Dopo tre anni, nel 2016, Francesco ritorna in Umbria tre volte. Il 4 agosto è a Santa Maria degli Angeli per l’ottavo centenario del Perdono di Assisi, accolto da una folla di fedeli. Molti di loro posticiparono le vacanze estive per dargli il benvenuto. “Il Papa si è voluto inserire in questo fiume di pellegrini per indicare ancora una volta alla Chiesa e alla società che solo il cammino della misericordia e del perdono può edificare un mondo degno di Dio e degno dell’uomo” riferirono i Vescovi umbri al termine della visita. Un mese e mezzo più tardi, il 20 settembre, il Papa è ad Assisi per l’incontro conclusivo della Giornata mondiale di preghiera “Sete di pace. Religioni e culture in dialogo”, in ricordo del primo storico incontro interreligioso voluto da Giovanni Paolo II il 27 ottobre 1986. L’annuncio del suo ritorno ad Assisi fu così accolto dall’arcivescovo Domenico Sorrentino: “Un Papa di nome Francesco non eccede nel tornare più di una volta ad Assisi più che in ogni altra parte del mondo; qui è proprio a casa sua”. Sempre nel 2016, a seguito del terremoto che sconvolse la vita di diversi centri abitati dell’Italia centrale, il Papa il 4 ottobre visita San Pellegrino di Norcia. “Saluto tutti voi - disse il Pontefice. - Sono stato vicino a voi, e mi sento molto vicino in questo momento di tristezza, e prego per voi e chiedo al Signore che dia la forza di andare avanti”. Il Papa fu accolto dall’arcivescovo di Spoleto-Norcia Renato Boccardo: “Il fatto - dichiarò - che sia venuto proprio oggi che è la festa di san Francesco, e quindi il suo onomastico, è stata una sorpresa piacevole, soprattutto per la gente che affronta la fatica”. Significativo quanto disse un anziano abitante: “È stata una sorpresa inattesa, come il terremoto. Solo che il primo ci ha portato distruzione e sconforto, il secondo voglia di guardare al futuro con rinnovata fiducia”.

La visita a sorpresa alle clarisse di Spello

Anche il suo quinto viaggio in Umbria è stata una sorpresa: la visita alle Clarisse del monastero di Santa Maria in Valle Gloria di Spello, nella diocesi di Foligno, l’11 gennaio 2019. “Abbiamo provato una grande gioia nel vedere il Papa, forse come quella dei Magi nel vedere la grande stella” commentarono le Clarisse, che aggiunsero: “Ha dialogato sulla nostra vita di preghiera e di fraternità; due strade che il Papa ha intrecciato parlando con noi. Un incontro davvero inaspettato”. Alle sorprese Papa Francesco ha abituato un po’ tutti, contribuendo anche con esse a “rivoluzionare” la Chiesa. Una “rivoluzione” che trova la sua ispirazione anche nella spiritualità benedettina e francescana dell’Umbria. Come non ricordare al riguardo un passaggio dell’editoriale del nostro storico direttore don Elio Bromuri, scritto pochi giorni dopo l’elezione del Papa, dal titolo Benedetto e Francesco “provocano” l’Umbria (La Voce, 22 marzo 2013). L’Umbria, scriveva don Elio, “non potrà e non dovrà mai scrollarsi di dosso l’immagine di una terra chiamata a essere modello di una vita buona, pacifica e onesta, benedettina e francescana… Bergoglio con il suo nome di Papa Francesco e i suoi gesti fuori dagli schemi ci provoca e ci aiuta a imitarne lo spirito”. Riccardo Liguori]]>
Zona Rossa. Viaggio nei luoghi del terremoto 2016 – la mostra https://www.lavoce.it/zona-rossa-terremoto-2016/ Fri, 21 Feb 2020 09:15:32 +0000 https://www.lavoce.it/?p=56320

Un viaggio per immagini e video che parte dalle Marche, attraversa l’Umbria, per passare poi nel Lazio e concludersi in Abruzzo, 8mila chilometri quadrati di territorio coinvolti dal sisma 2016: è il reportage fotografico “Zona Rossa. Viaggio nei luoghi del terremoto 2016”, realizzato dai fotografi Marco Francalancia, Claudio Campodifiori, dal cine operatore Lucio Piermaria e dal giornalista Diego Aristei. La mostra è allestita nel Centro espositivo del Cerp, alla Rocca Paolina di Perugia, dal 22 febbraio al 15 marzo prossimi, con orario 10-19. (Qui sotto il trailer del video che sarà proiettato alla mostra) [embed]https://www.youtube.com/watch?v=uFVGUe-PZw0[/embed] A quasi quattro anni dal sisma, la mostra intende documentare, anche attraverso le testimonianze della gente, di video e interviste, lo stato dell’arte. L’allestimento della mostra porterà il visitatore a entrare, di fatto, in una vera e propria “zona rossa virtuale”. La mostra fa da filo conduttore a una serie di iniziative che andranno avanti dal 26 febbraio al 13 marzo e che prevedono convegni, seminari laboratori con le scuole. L’obiettivo è non abbassare i riflettori sulla necessità di intervento in quelle zone e di testimoniare l’azione e l’operatività di Anci Umbria ProCiv nelle situazioni di emergenza. La mostra è promossa da Anci Umbria, Anci Umbria ProCiv, Provincia di Perugia, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, il patrocinio della Regione Umbria, del Comune di Perugia, di Anci, dell’Ordine dei giornalisti dell’Umbria, dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Umbria, dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Perugia, oltre che del sostegno di Regione Umbria-Assemblea Legislativa, Ance Perugia, Federfarma Umbria e della Cooperativa “L’Incontro”. Il reportage è una testimonianza sull’attuale situazione nell’area del cratere, luoghi ricchi di storia con le chiese, gli eremi, le abbazie e le tante opere d’arte che in gran parte sono andate irrimediabilmente distrutte, insieme a tante abitazioni e aziende. Borghi totalmente rasi al suolo. Zone che rischiano di diventare per sempre silenziose. Terre di nessuno con la conseguente e inevitabile perdita della memoria storica e dello spopolamento di territori.

ALCUNI NUMERI DELL’AREA DEL CRATERE

La mostra ha messo in evidenza anche alcuni numeri relativi al terremoto: 299 morti, 365 feriti, 600mila le persone colpite, di queste il 25 per cento è rappresentato da persone over 65. 49mila sfollati, 340mila unità abitative interessate, 8.100 le persone che vivono nelle Sae (Soluzioni abitative d’emergenza), 38mila ricevono un finanziamento mensile fra i 600 e i 1.000 euro. La scossa del sisma del 24 agosto 2016 fu di magnitudo 6, quella del 30 ottobre 6.5, la più forte in Italia negli ultimi 30 anni. 140 i Comuni investiti, di cui 130 con meno di 10mila abitanti e 56 con meno di 1.000. 2509.000 le tonnellate di macerie.      ]]>

Un viaggio per immagini e video che parte dalle Marche, attraversa l’Umbria, per passare poi nel Lazio e concludersi in Abruzzo, 8mila chilometri quadrati di territorio coinvolti dal sisma 2016: è il reportage fotografico “Zona Rossa. Viaggio nei luoghi del terremoto 2016”, realizzato dai fotografi Marco Francalancia, Claudio Campodifiori, dal cine operatore Lucio Piermaria e dal giornalista Diego Aristei. La mostra è allestita nel Centro espositivo del Cerp, alla Rocca Paolina di Perugia, dal 22 febbraio al 15 marzo prossimi, con orario 10-19. (Qui sotto il trailer del video che sarà proiettato alla mostra) [embed]https://www.youtube.com/watch?v=uFVGUe-PZw0[/embed] A quasi quattro anni dal sisma, la mostra intende documentare, anche attraverso le testimonianze della gente, di video e interviste, lo stato dell’arte. L’allestimento della mostra porterà il visitatore a entrare, di fatto, in una vera e propria “zona rossa virtuale”. La mostra fa da filo conduttore a una serie di iniziative che andranno avanti dal 26 febbraio al 13 marzo e che prevedono convegni, seminari laboratori con le scuole. L’obiettivo è non abbassare i riflettori sulla necessità di intervento in quelle zone e di testimoniare l’azione e l’operatività di Anci Umbria ProCiv nelle situazioni di emergenza. La mostra è promossa da Anci Umbria, Anci Umbria ProCiv, Provincia di Perugia, con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, il patrocinio della Regione Umbria, del Comune di Perugia, di Anci, dell’Ordine dei giornalisti dell’Umbria, dell’Ufficio Scolastico Regionale per l’Umbria, dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Perugia, oltre che del sostegno di Regione Umbria-Assemblea Legislativa, Ance Perugia, Federfarma Umbria e della Cooperativa “L’Incontro”. Il reportage è una testimonianza sull’attuale situazione nell’area del cratere, luoghi ricchi di storia con le chiese, gli eremi, le abbazie e le tante opere d’arte che in gran parte sono andate irrimediabilmente distrutte, insieme a tante abitazioni e aziende. Borghi totalmente rasi al suolo. Zone che rischiano di diventare per sempre silenziose. Terre di nessuno con la conseguente e inevitabile perdita della memoria storica e dello spopolamento di territori.

ALCUNI NUMERI DELL’AREA DEL CRATERE

La mostra ha messo in evidenza anche alcuni numeri relativi al terremoto: 299 morti, 365 feriti, 600mila le persone colpite, di queste il 25 per cento è rappresentato da persone over 65. 49mila sfollati, 340mila unità abitative interessate, 8.100 le persone che vivono nelle Sae (Soluzioni abitative d’emergenza), 38mila ricevono un finanziamento mensile fra i 600 e i 1.000 euro. La scossa del sisma del 24 agosto 2016 fu di magnitudo 6, quella del 30 ottobre 6.5, la più forte in Italia negli ultimi 30 anni. 140 i Comuni investiti, di cui 130 con meno di 10mila abitanti e 56 con meno di 1.000. 2509.000 le tonnellate di macerie.      ]]>
Regione. Una tra le questioni più pesanti è la ricostruzione post-sisma https://www.lavoce.it/ricostruzione-post-sisma/ Fri, 31 Jan 2020 11:25:16 +0000 https://www.lavoce.it/?p=56159 ricostruzione

Sul tavolo della Regione c’è la pesante questione della ricostruzione, che necessita di un’inversione di tendenza, con un impegno nazionale di rilievo. La situazione è nota: la burocrazia blocca tutto o quasi. Si va avanti a piccoli passi, molto lenti. Tra le altre problematiche, ce n’è una non secondaria da affrontare: il mandato dell’attuale commissario straordinario, Pietro Farabollini, è scaduto.

Paola De Micheli, ministro delle Infrastrutture, ma che ha ricoperto, prima di Farabollini, l’incarico di commissario straordinario per la ricostruzione (dopo Vasco Errani), ha detto a proposito del caso Farabollini che “il terremoto deve continuare a essere una priorità del Governo, che nelle prossime settimane, immagino, si farà carico dellagovernance per la ricostruzione”.

A margine di un convegno di Anci Marche ad Ascoli Piceno, De Micheli ha sottolineato, tra l’altro, che “la ricostruzione delle case deve procedere con il lavoro. Per questo è necessario creare le condizioni per far lavorare le imprese sul territorio colpito dal sisma. Nelle prossime settimane saranno finanziate le opere della cosiddetta ‘quarta parte’ su vie di comunicazione minori, anche nella logica di creare lavoro”.

Intanto, in attesa di sapere se Farabollini manterrà o meno l’incarico, il commissario straordinario ha reso noti alcuni dati sulla ricostruzione che non appaiono per nulla confortanti.

Ricostruzione: dati sconfortanti

Sono state presentate il 16,6 per cento delle richieste di contributo di ricostruzione attese all’interno del “cratere”. Ma solo per la metà, o poco più, si sono completate le procedure con l’emissione del relativo decreto. È allarmante anche il dato sulla situazione dei centri terremotati (compresa Norcia) per le opere pubbliche. Di fronte a oltre 150 cantieri finanziati, solo quatto sono in corso.

Per la ricostruzione privata, il quadro è disarmante. In Umbria le richieste di contributo attese negli uffici sono 11.907 per altrettante unità immobiliari danneggiate, di cui 8.055 all’interno del cratere del sisma. Sono state presentate 1.779 richieste di contributo (1.338 dalla Valnerina e da Spoleto).

Nella regione, le pratiche istruite si aggirano intorno al 14,9 per cento, ma i decreti firmati sono 843 (di cui 757 accolte e 86 respinte), appena il 7,1 per cento. Per le opere pubbliche l’unico aspetto positivo è la realizzazione di tre scuole con altrettanti edifici antisismici (a Foligno, Giano dell’Umbria e Perugia), mentre per Spoleto c’è un contenzioso davanti alla giustizia amministrativa. Ma per tante altre scuole – ce ne sono addirittura 19 finanziate con un’ordinanza del 2017 – i cantieri non sono nemmeno all’orizzonte.

Ferme anche le altre opere pubbliche inserite nei piani di ricostruzione del 2017. Risorse assegnate a 39 interventi, ma i cantieri in funzione sono solo quattro. Va molto meglio, invece, il fronte della ricostruzione delle chiese, dove sono in esecuzione 30 dei 32 interventi finanziati nel 2017; anche se per la cattedrale di Foligno ancora pare tutto fermo.

Emilio Querini

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ricostruzione

Sul tavolo della Regione c’è la pesante questione della ricostruzione, che necessita di un’inversione di tendenza, con un impegno nazionale di rilievo. La situazione è nota: la burocrazia blocca tutto o quasi. Si va avanti a piccoli passi, molto lenti. Tra le altre problematiche, ce n’è una non secondaria da affrontare: il mandato dell’attuale commissario straordinario, Pietro Farabollini, è scaduto.

Paola De Micheli, ministro delle Infrastrutture, ma che ha ricoperto, prima di Farabollini, l’incarico di commissario straordinario per la ricostruzione (dopo Vasco Errani), ha detto a proposito del caso Farabollini che “il terremoto deve continuare a essere una priorità del Governo, che nelle prossime settimane, immagino, si farà carico dellagovernance per la ricostruzione”.

A margine di un convegno di Anci Marche ad Ascoli Piceno, De Micheli ha sottolineato, tra l’altro, che “la ricostruzione delle case deve procedere con il lavoro. Per questo è necessario creare le condizioni per far lavorare le imprese sul territorio colpito dal sisma. Nelle prossime settimane saranno finanziate le opere della cosiddetta ‘quarta parte’ su vie di comunicazione minori, anche nella logica di creare lavoro”.

Intanto, in attesa di sapere se Farabollini manterrà o meno l’incarico, il commissario straordinario ha reso noti alcuni dati sulla ricostruzione che non appaiono per nulla confortanti.

Ricostruzione: dati sconfortanti

Sono state presentate il 16,6 per cento delle richieste di contributo di ricostruzione attese all’interno del “cratere”. Ma solo per la metà, o poco più, si sono completate le procedure con l’emissione del relativo decreto. È allarmante anche il dato sulla situazione dei centri terremotati (compresa Norcia) per le opere pubbliche. Di fronte a oltre 150 cantieri finanziati, solo quatto sono in corso.

Per la ricostruzione privata, il quadro è disarmante. In Umbria le richieste di contributo attese negli uffici sono 11.907 per altrettante unità immobiliari danneggiate, di cui 8.055 all’interno del cratere del sisma. Sono state presentate 1.779 richieste di contributo (1.338 dalla Valnerina e da Spoleto).

Nella regione, le pratiche istruite si aggirano intorno al 14,9 per cento, ma i decreti firmati sono 843 (di cui 757 accolte e 86 respinte), appena il 7,1 per cento. Per le opere pubbliche l’unico aspetto positivo è la realizzazione di tre scuole con altrettanti edifici antisismici (a Foligno, Giano dell’Umbria e Perugia), mentre per Spoleto c’è un contenzioso davanti alla giustizia amministrativa. Ma per tante altre scuole – ce ne sono addirittura 19 finanziate con un’ordinanza del 2017 – i cantieri non sono nemmeno all’orizzonte.

Ferme anche le altre opere pubbliche inserite nei piani di ricostruzione del 2017. Risorse assegnate a 39 interventi, ma i cantieri in funzione sono solo quattro. Va molto meglio, invece, il fronte della ricostruzione delle chiese, dove sono in esecuzione 30 dei 32 interventi finanziati nel 2017; anche se per la cattedrale di Foligno ancora pare tutto fermo.

Emilio Querini

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Campi di Norcia. Inaugurazione del nuovo Centro di Comunità https://www.lavoce.it/campi-norcia-centro-comunita/ Fri, 29 Nov 2019 08:16:43 +0000 https://www.lavoce.it/?p=55745

Sabato 30 novembre 2019 alle ore 11.00 verrà inaugurato il Centro di Comunità “S. Andrea” a Campi di Norcia, luogo per le celebrazioni eucaristiche e per altri momenti della vita cristiana. É l’ottavo ad essere aperto nel territorio dell’Archidiocesi di Spoleto-Norcia dopo i terremoti del 2016 che hanno distrutto la quasi totalità della chiese della Valnerina e lesionato diversi edifici di culto della Valle Spoletana. Il primo ad essere inaugurato fu quello di Norcia presso la Madonna delle Grazie (16 giugno 2017), poi quello di Santa Maria della Visitazione a Cascia (17 settembre 2017), quello di Avendita di Cascia (21 marzo 2018), quello di Cerreto di Spoleto (8 luglio 2018), quello di Cortaccione di Spoleto (18 agosto 2019), quello di S. Pellegrino di Norcia (12 ottobre 2019) e, infine, quello di Atri di Cascia (10 novembre 2019). Dono delle Diocesi di Como e Mantova. Sarà l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo a benedire il nuovo Centro con una solenne Celebrazione eucaristica. La nuova struttura - di 200 metri quadri, più una sacrestia e un bagno attrezzato per diversamente abili – è stata donata dalle Caritas delle diocesi di Como e di Mantova. E a Campi domenica prossima a concelebrare con mons. Boccardo ci saranno i vescovi di queste Chiese lombarde: mons. Oscar Cantoni di Como e mons. Gianmarco Busca di Mantova. I Presuli saranno accompagnati dai rispettivi direttori Caritas. [gallery ids="55749,55748,55747"] Soddisfatto il parroco dell’Abbazia di S. Eutizio don Luciano Avenati. «Per avere questo Centro – afferma – abbiamo atteso parecchio a causa di alcune variazioni di terreni non adatti geologicamente. Ma ora ci siamo. È un segno di speranza per il futuro e la rinascita del territorio: questa particolare “casa” è importante perché garantisce una vita di fraternità e di relazioni umane; inoltre permetterà di crescere ulteriormente nella fede e nell’adesione al Vangelo, caratteristiche che hanno fatto germogliare la vita, la storia e la cultura di questo territorio e che non possiamo perdere per nessun motivo. Il Centro – prosegue don Avenati – sarà a servizio delle comunità della Valle Campiana, mentre l’altra Valle della parrocchia, quella di Preci, si riunisce per la vita cristiana nel Centro realizzato dopo il terremoto del 1997». Il Centro internamente è stato allestito dalla parrocchia. Vi verrà posizionata la statua della Madonna della Croce che è stata prelevata dal deposito dei beni culturali di Santo Chiodo a Spoleto e che prima del sisma era conservata nella chiesa di S. Salvatore. Rimarrà stabilmente nel Centro di Comunità, in quanto dotato dei sistemi di sicurezza richiesti. Ci sarà, poi, la copia della croce di Petrus pictor spoletino fatta realizzare nel 2001 dal compianto don Mario Curini, morto a cavallo il 30 maggio 2012 a 46 anni, per la chiesa di S. Salvatore di Campi. L’originale, dipinta tra il 1241 e 1242, è conservata da molti anni nel Museo diocesano di Spoleto. «Sembrava – dice don Luciano Avenati – che questa copia fosse andata perduta col crollo della chiesa e invece è stata trovata sotto le macerie dell’iconostasi. L’abbiamo fatta restaurare e ora, anche nel ricordo di don Mario che è stato parroco di Campi e Ancarano prima di andare a Norcia, verrà collocata nel nuovo Centro». Sulle finestre, invece, troveranno posto, a gruppi di due o di tre, le immagini dei Santi che hanno fatto la storia del territorio e che accompagnano da anni la vita di fede di queste popolazioni: i Santi Benedetto e Ponziano, patroni della Diocesi; sant'Eutizio e sant'Antonio; san Biagio, santo Spes e san Fiorenzo; santa Lucia, santa Scolastica e santa Rita. Infine, verrà posizionata anche una copia della statua lignea di sant'Andrea (l’originale è al Museo diocesano di Spoleto).]]>

Sabato 30 novembre 2019 alle ore 11.00 verrà inaugurato il Centro di Comunità “S. Andrea” a Campi di Norcia, luogo per le celebrazioni eucaristiche e per altri momenti della vita cristiana. É l’ottavo ad essere aperto nel territorio dell’Archidiocesi di Spoleto-Norcia dopo i terremoti del 2016 che hanno distrutto la quasi totalità della chiese della Valnerina e lesionato diversi edifici di culto della Valle Spoletana. Il primo ad essere inaugurato fu quello di Norcia presso la Madonna delle Grazie (16 giugno 2017), poi quello di Santa Maria della Visitazione a Cascia (17 settembre 2017), quello di Avendita di Cascia (21 marzo 2018), quello di Cerreto di Spoleto (8 luglio 2018), quello di Cortaccione di Spoleto (18 agosto 2019), quello di S. Pellegrino di Norcia (12 ottobre 2019) e, infine, quello di Atri di Cascia (10 novembre 2019). Dono delle Diocesi di Como e Mantova. Sarà l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo a benedire il nuovo Centro con una solenne Celebrazione eucaristica. La nuova struttura - di 200 metri quadri, più una sacrestia e un bagno attrezzato per diversamente abili – è stata donata dalle Caritas delle diocesi di Como e di Mantova. E a Campi domenica prossima a concelebrare con mons. Boccardo ci saranno i vescovi di queste Chiese lombarde: mons. Oscar Cantoni di Como e mons. Gianmarco Busca di Mantova. I Presuli saranno accompagnati dai rispettivi direttori Caritas. [gallery ids="55749,55748,55747"] Soddisfatto il parroco dell’Abbazia di S. Eutizio don Luciano Avenati. «Per avere questo Centro – afferma – abbiamo atteso parecchio a causa di alcune variazioni di terreni non adatti geologicamente. Ma ora ci siamo. È un segno di speranza per il futuro e la rinascita del territorio: questa particolare “casa” è importante perché garantisce una vita di fraternità e di relazioni umane; inoltre permetterà di crescere ulteriormente nella fede e nell’adesione al Vangelo, caratteristiche che hanno fatto germogliare la vita, la storia e la cultura di questo territorio e che non possiamo perdere per nessun motivo. Il Centro – prosegue don Avenati – sarà a servizio delle comunità della Valle Campiana, mentre l’altra Valle della parrocchia, quella di Preci, si riunisce per la vita cristiana nel Centro realizzato dopo il terremoto del 1997». Il Centro internamente è stato allestito dalla parrocchia. Vi verrà posizionata la statua della Madonna della Croce che è stata prelevata dal deposito dei beni culturali di Santo Chiodo a Spoleto e che prima del sisma era conservata nella chiesa di S. Salvatore. Rimarrà stabilmente nel Centro di Comunità, in quanto dotato dei sistemi di sicurezza richiesti. Ci sarà, poi, la copia della croce di Petrus pictor spoletino fatta realizzare nel 2001 dal compianto don Mario Curini, morto a cavallo il 30 maggio 2012 a 46 anni, per la chiesa di S. Salvatore di Campi. L’originale, dipinta tra il 1241 e 1242, è conservata da molti anni nel Museo diocesano di Spoleto. «Sembrava – dice don Luciano Avenati – che questa copia fosse andata perduta col crollo della chiesa e invece è stata trovata sotto le macerie dell’iconostasi. L’abbiamo fatta restaurare e ora, anche nel ricordo di don Mario che è stato parroco di Campi e Ancarano prima di andare a Norcia, verrà collocata nel nuovo Centro». Sulle finestre, invece, troveranno posto, a gruppi di due o di tre, le immagini dei Santi che hanno fatto la storia del territorio e che accompagnano da anni la vita di fede di queste popolazioni: i Santi Benedetto e Ponziano, patroni della Diocesi; sant'Eutizio e sant'Antonio; san Biagio, santo Spes e san Fiorenzo; santa Lucia, santa Scolastica e santa Rita. Infine, verrà posizionata anche una copia della statua lignea di sant'Andrea (l’originale è al Museo diocesano di Spoleto).]]>