Susanna Tamaro Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/susanna-tamaro/ Settimanale di informazione regionale Mon, 03 Aug 2015 10:22:03 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg Susanna Tamaro Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/susanna-tamaro/ 32 32 Non il solito evento culturale https://www.lavoce.it/non-il-solito-evento-culturale/ Wed, 06 May 2015 13:30:48 +0000 https://www.lavoce.it/?p=32833 Un momento dell’incontro “Verrà un Giorno”
Un momento dell’incontro “Verrà un Giorno”

Si è svolta ad Orvieto la prima edizione di “Verrà un Giorno”, curata da Susanna Tamaro per conto dell’Opera del duomo di Orvieto.

Sono intervenuti il prof. Luigino Bruni, docente di Economia politica alla Lumsa e collaboratore di Avvenire, il prof. Andrea Segré, docente di Politica agraria internazionale e comparata presso il dipartimento di Scienze e tecnologie agroalimentari dell’Università di Bologna, padre José G. Funes, astrofisico e direttore della Specola vaticana, il prof. Angelo Vescovi, direttore scientifico della Casa sollievo della sofferenza e docente presso il dipartimento di Biotecnologia e bioscienza all’Università di Milano-Bicocca, il prof. Giuseppe M. Della Fina, direttore scientifico della Fondazione Museo “Claudio Faina” di Orvieto e docente di Etruscologia presso l’Università dell’Aquila.

Durante l’iniziativa si sono svolti, nei suggestivi sotterranei del duomo, laboratori didattici dedicati ai bambini, tenuti dall’artista polacca Agnieszka Zawisza.

La scrittrice Susanna Tamaro ha così presentato l’iniziativa: “Da un anno faccio parte dell’Opera del duomo di Orvieto, l’antichissima istituzione che, fin dalla posa della prima pietra nel 1290, si occupa di provvedere alla manutenzione e alla conservazione della cattedrale e dell’amministrazione dei suoi beni.

Nell’ambito di questo ruolo, mi è stato chiesto di organizzare eventi culturali nell’arco dei tre anni del mio incarico. Mi è sembrata quindi la giusta occasione per tentare di restituire a questo luogo sacro, accanto all’universalmente riconosciuta bellezza artistica, anche una voce in grado di parlare alla solitudine e allo smarrimento degli uomini di oggi.

Come tutti sanno, il duomo ospita all’interno della cappella di San Brizio il Giudizio universale di Luca Signorelli. Per questa ragione ho avuto l’idea di dare vita – invece del solito festival con dibattiti e presentazioni, di cui ormai abbiamo molti esempi di successo nel nostro Paese – a una dimensione diversa e più approfondita di comunicazione. Saranno infatti soltanto cinque lectio magistralis ispirate, seppure in modo diverso, al tema del Giudizio universale.

Il mio intento è di creare un appuntamento annuale nel quale le persone ‘che si fanno domande’ possano ritrovarsi per approfondire stimoli e riflessioni che sono al di fuori del frastuono dei media .

Il mondo contemporaneo ci pone davanti a tante e sempre nuove sfide; ed è proprio, a mio avviso, la risposta che sapremo dare a queste sfide che ci renderà capaci di indirizzare la nostra società verso una dimensione più umana del vivere, oppure verso scenari di apocalittica distruzione.

Ho voluto quindi interpellare testimoni che fossero al di fuori dei soliti circuiti mediatici e, proprio per questo, capaci di sorprenderci con le loro riflessioni”.

Per la partecipazione agli eventi era richiesto l’acquisto di una tessera al costo di 5 euro. L’intero ricavato verrà devoluto al Fondo di solidarietà delle Chiese umbre per le famiglie in difficoltà.

 

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In tanti vanno da Francesco https://www.lavoce.it/in-tanti-vanno-da-francesco/ Thu, 13 Mar 2014 14:38:14 +0000 https://www.lavoce.it/?p=23612 Mikhail Gorbaciov, accompagnato da padre Enzo Fortunato (a sinistra) durante la visita al Sacro Convento di Assisi il 15 marzo del 2008
Mikhail Gorbaciov, accompagnato da padre Enzo Fortunato (a sinistra) durante la visita al Sacro Convento di Assisi il 15 marzo del 2008

Un libro “fortunato” come l’autore, e perfino dovuto, che risponde all’esigenza non solo e non tanto di fare informazione seria e documentata, ma di rendere testimonianza di quella singolare grazia del luogo e della persona che risponde alla tomba di san Francesco d’Assisi.

Parliamo del libro di Enzo Fortunato, frate minore conventuale, portavoce e direttore dell’ufficio stampa del Sacro Convento. La più ampia ed evidente testimonianza è data dalle folle che ininterrottamente affluiscono ad Assisi.

Tra le tante tracce della presenza di Francesco e le innumerevoli sensazioni di bellezza e sacralità, i pellegrini percepiscono alla fine che il cuore di tutto sta proprio lì, in quella roccia che racchiude i poveri resti mortali del più povero tra i servi dell’ “onnipotente bon Signore”. Ed è proprio lì che si svelano i segreti dei cuori anche dei ricchi, famosi e potenti personaggi raccontati in questo libro. Lì si scoprono più veri e sinceri anche a se stessi, e forse alcuni per la prima volta. Basta leggere qualcuna delle testimonianze riportate per rendersi conto della forza emotiva ed evocativa che i luoghi di Francesco rescono a produrre.

Nella narrazione delle persone, delle visite e dei dialoghi, degli incontri di fraternità e convivialità si intrecciano riflessioni ricordi tratti dalle Fonti francescane, progetti di vita e di impegno umanitario, e soprattutto costante e insistito è il tema della pace. Il volume pertanto è una piccola summa di francescanesimo vissuto, percepito nell’atmosfera della attualità culturale e anche politica, con un segno di apertura a tutto campo sulla dimensione del cuore umano e delle sue profonde risonanze spirituali.

Il titolo del libro, Vado da Francesco, sta a indicare il desiderio diffuso, si potrebbe dire universale, di recarsi là dove quell’uomo è nato, è vissuto ed è morto, e dove è custodito, oltre al suo corpo, anche il suo spirito, lo “spirito di Assisi”, che Giovanni Paolo II ha voluto che si esprimesse e si diffondesse nel mondo. Il sottotitolo “Uomini e donne, poveri e potenti, pellegrini al Sacro Convento di Assisi” sta a indicare un luogo preciso e una specifica cura non solo del grandioso complesso sorto sul colle del Paradiso ma di ciò che esso rappresenta, oggi più che mai, per l’intera umanità.

Il libro si può dire aperto e chiuso dalla visita di due Pontefici quali Giovanni XXIII (4 ottobre 1962) e Francesco (4 ottobre 2013), ma le visite riportate sono di uomini e donne di ogni fede religiosa e senza fede, uniti solo dalla comune attrazione verso il Santo di Assisi. Si potrebbe dire con Dante, citato per la visita di Gorbaciov (p. 20): “… la gente poverella crebbe dietro a costui, la cui mirabil vita meglio in gloria del ciel si canterebbe” (Parad. 11, 94 ss).

La presentazione con la scrittrice e il Cardinale

Il libro Vado da Francesco di Enzo Fortunato (Mondadori) viene presentato sabato 15 marzo, alle ore 18, al Sacro Convento di Assisi. Saluti di mons. Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino. Introduce padre Mauro Gambetti, custode del Sacro Convento di Assisi. Ne parleranno con l’autore Susanna Tamaro e il card. Gualtiero Bassetti. Testimonianza di Carmine Forino. Evento organizzato in collaborazione con l’associazione Oicos.

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Scuola della Parola, formativa per tutti https://www.lavoce.it/scuola-della-parola-formativa-per-tutti/ Thu, 08 Nov 2012 10:19:10 +0000 https://www.lavoce.it/?p=13692 Sabato 10 novembre riprende, in questo nuovo anno pastorale, la Scuola della Parola promossa dall’Azione cattolica diocesana. Si tratta di incontri mensili che, anche dopo molti anni, rimangono un punto fermo per molte persone, sia giovani che adulti, nonostante siano cambiate le generazioni e, nel tempo, le modalità organizzative. Per conoscere la storia e l’importanza di questa apprezzata scuola, abbiamo allora incontrato l’architetto Mauro Stella, presidente diocesano di Ac, al quale abbiamo rivolto alcune domande.

Quando ha avuto inizio nella nostra diocesi l’esperienza della Scuola della Parola?

“Citando a memoria, direi agli inizi degli anni Novanta. Inizialmente l’intenzione era quella di mettere in piedi una scuola associativa dell’Ac diocesana, che da poco si era riorganizzata e che, anche grazie a questo appuntamento mensile, riprese forma e contenuti. L’intento esplicito era di fornire agli aderenti uno strumento ulteriore di formazione, qualificato e ben strutturato, a cadenza regolare, diocesano ed unitario, un aiuto concreto per avvicinare le Scritture attraverso il metodo della lectio divina, sulla scia dell’esperienza del card. Martini a Milano. In effetti, gli appuntamenti ebbero fin da subito una doppia valenza. La parte pomeridiana fu una vera e propria Scuola della Parola, guidata nei primi anni da padre Domenico Cancian, attuale vescovo di Città di Castello, alla quale faceva seguito un tempo dedicato all’adorazione eucaristica. La parte serale servì invece, nel primo periodo, proprio a ridefinire i caratteri dell’Ac diocesana, analizzandone ed approfondendone i contenuti, le dinamiche e le metodologie. In pochi anni ci si rese conto che tale appuntamento era diventato un’occasione importante per larga parte della comunità diocesana, ben oltre i ‘confini’ dell’Ac. Proprio per questo la Scuola della Parola fu volentieri ‘messa a disposizione’ della pastorale diocesana, trasformandosi da strumento più strettamente associativo a strumento privilegiato di pastorale, ripensando evidentemente la seconda parte, che fu dedicata a testimonianze di fede o catechesi tematiche, con interventi di ospiti qualificati”.

Quali scopi si intendono perseguire con questa iniziativa?

“Fondamentalmente, lo scopo iniziale non è mai cambiato: si tratta comunque di uno strumento educativo, di formazione e maturazione, per i fedeli laici ma non solo, dedicato alla Parola e, insieme, all’approfondimento dei temi più ‘sensibili’, nel tentativo, sempre arduo, di tenere insieme coerentemente vita e fede. Naturalmente, soprattutto all’inizio, l’appuntamento fu anche utile per superare alcune ‘distanze’ che si trascinavano dopo l’unificazione delle due diocesi di Orvieto e di Todi, avvenuta nel 1986”.

Chi sono le persone che vi partecipano?

“Giovani e adulti insieme, con una accentuazione di presenze da un lato o dall’altro, a seconda dei periodi ‘storici’. In certi momenti la presenza giovanile è stata così rilevante, di sabato sera – è bene non dimenticarlo – da destare persino stupore e meraviglia… Oggi coinvolgere i giovani sembra sempre più difficile: in tal senso pensiamo sia necessario riproporre l’idea con più convinzione e più fiducia nei nostri mezzi”.

Tra gli organizzatori e gli ospiti che hanno contribuito al successo di questa iniziativa, chi vuole ricordare?

“In tutti questi anni, gli ospiti che ci hanno onorato con la loro presenza e la loro testimonianza sono stati qualche centinaio. Molti sarebbero da ricordare e temo, in ogni caso, di far torto a qualcuno. Mi limiterò quindi a citare pochi nomi di spicco, come mons. Vincenzo Paglia, che da poco era stato nominato vescovo di Terni – Narni – Amelia, la scrittrice Susanna Tamaro, i giornalisti Fabio Zavattaro e Luigi Accattoli, i presidenti nazionali dell’Ac Luigi Alici e Franco Miano, il sociologo Luca Diotallevi, oggi vice presidente del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane sociali dei cattolici italiani, che ci ha confermato la propria disponibilità anche per quest’anno. Inoltre, vorrei ricordare la presenza di alcuni rappresentanti delle “Chiese martiri nel mondo” e delle minoranze cattoliche nei Paesi islamici. Fra gli organizzatori, non si possono non citare don Marcello Cruciani e don Francesco Valentini, primi assistenti della rinata Ac diocesana, grazie ai cui sforzi e alla cui determinazione tutto prese avvio, e le Presidenze diocesane di Ac che da allora si sono succedute, guidate dai presidenti Marcello Rinaldi, Stefania Pagliaccia, Guido Morichetti”.

Scuola della parola

Come funziona

Gli incontri della Scuola della Parola, anche quest’anno, si svolgeranno di sabato presso la Casa diocesana di Spagliagrano di Todi, con inizio alle ore 18 fino alle ore 22.30 circa. Nella prima parte sono previsti la lectio divina, che nel primo incontro di sabato 10 novembre sarà tenuta da mons. Benedetto Tuzia, e un confronto comunitario sulla Parola. Seguirà la cena al sacco (come sempre verrà offerto un primo piatto caldo), altro momento importante e gioioso di vita fraterna. Nella seconda parte, dopo cena, saranno in genere proposti due cammini distinti, uno per i giovani e uno per gli adulti. Sabato 10 sarà offerta una testimonianza. Le successive date degli incontri sono fissate per il 15 dicembre, il 19 gennaio 2013, il 16 febbraio, il 16 marzo e il 13 aprile.

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Ernesto Diaco al primo degli incontri sull’educazione https://www.lavoce.it/ernesto-diaco-al-primo-degli-incontri-sulleducazione/ Thu, 03 Mar 2011 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=9187 Si è svolto il primo dei tre incontri regionali sul tema “Chi ama educa. E chi insegna?”, che in realtà voleva essere un’illustrazione del tema ormai noto della Cei “Educare alla vita buona del Vangelo”. Organizzati dalla Commissione regionale per l’educazione, la scuola e l’università, i tre incontri sono destinati a dirigenti scolastici, insegnanti, educatori e sono volti ad una progettazione di un patto educativo condiviso. Il primo dei tre incontri previsti, che si tengono alla Domus Pacis di Santa Maria degli Angeli, ha avuto come relatore Ernesto Diaco, insegnante che è anche giornalista e collaboratore del Progetto culturale della Cei. La sua relazione ha offerto spunti di riflessione arricchiti da esperienze personali dirette. Seguendo la traccia del documento dei Vescovi, ha comunicato alla foltissima platea, formata di tanti giovani insegnanti, soprattutto donne, la bellezza dell’insegnamento. Ha detto che l’educazione è la professione più bella e, citando una frase di Susanna Tamaro, ha enucleato in due fondamentali atteggiamenti il ruolo dell’educatore: l’accoglienza e la fermezza. Come per un qualsiasi filo d’erba o fiore, c’è bisogno di un terreno solido e di una precisa direzione verso cui tendere, e ciò si fa non con sole parole ma con l’esempio della vita. Felicemente su questo ha parlato la dirigente Rita Ferri: “Si educa facendo altro”, cioè nel modo di agire dell’educatore i giovani percepiscono i valori che l’insegnante propone e la sincerità della sua testimonianza. L’incontro è stato preceduto da una lettura biblica da parte di mons. Domenico Sorrentino, da una sua efficace esortazione e da un’introduzione del direttore della Commissione, Giovanni Carlotti, che ha illustrato il senso e l’importanza di lavorare insieme in ambito educativo, rilevando l’urgenza di essere preparati e aggiornati in un mondo che continuamente cambia. Su tale argomento c’è stato un intervento del direttore de La Voce, don Elio Bromuri, che, oltre a ricordare come il settimanale dei cattolici umbri sia uno strumento di aggiornamento continuo e di formazione religiosa e culturale, ha presentato due emergenze che riguardano gli stranieri nelle scuole: la presenza dei cristiani ortodossi e dei ragazzi musulmani, invitando a riflettere e individuare modalità idonee e diversificate, evitando sia la superficiale modalità del relativismo, sia la chiusura che rifiuta ogni confronto.

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La scrittrice Susanna Tamaro alla Scuola della Parola a parlare di libertà, bellezza e fede https://www.lavoce.it/la-scrittrice-susanna-tamaro-alla-scuola-della-parola-a-parlare-di-liberta-bellezza-e-fede/ Thu, 09 Dec 2004 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=4197 Un pubblico vastissimo ha accolto sabato 4 dicembre la scrittrice Susanna Tamaro che ha partecipato come ospite alla scuola diocesana della Parola, appuntamento mensile proposto nell’ambito delle attività della Pastorale giovanile diocesana. La Tamaro ha incontrato i giovani ed i numerosi adulti presenti alla seconda parte della serata, quella che di solito è dedicata all’incontro con i testimoni. Una conversazione informale, quasi da vecchi amici, iniziata da mons. Scanavino che si è ‘improvvisato’ intervistatore della famosa scrittrice che vive ormai da diversi anni nella campagna orvietana. La Tamaro ha esordito parlando ai giovani di libertà, di come questo concetto non vada inteso in senso ideologico o come modalità di realizzazione personale, ma come possibilità di vivere senza condizionamenti, con una grande apertura di cuore, guardando alla creazione e alle persone che ci circondano come manifestazione del Mistero di Dio. Mai come oggi, ha affermato Susanna Tamaro, ‘al di là delle idolatrie della nostra civiltà che pongono al loro centro l’Io o gli oggetti’, i cristiani sono chiamati ad essere lievito del mondo, portando nel loro cuore la Legge di Dio prima ancora di quella degli uomini. La testimonianza della Tamaro, che ha raccontato ai giovani presenti molti episodi della sua vita, di come è nata la sua fede, le sue esperienze giovanili negli scout, ha toccato anche altri temi importanti, stimolata dalle numerose domande dei ragazzi curiosi di conoscere come vive un ‘personaggio famoso’ che non ha timore di dirsi profondamente cattolica, una credente nel difficile mondo di quelli che si definiscono Vip’Sono stati tanti gli argomenti affrontati, da quello dell’importanza della contemplazione e del silenzio, che aiutano l’uomo a entrare in contatto con Dio e con la bellezza del creato; a quello della coerenza della testimonianza a cui ciascuno è chiamato in forza del battesimo, anche a dispetto di una cultura e di una società in cui il cristiano è visto come essere scomodo, non competitivo, portatore di un pensiero retrogrado e impopolare. Susanna Tamaro ha incitato tutti i giovani al ‘combattimento spirituale’ e a vivere in questo mondo accettando la sfida della fede.

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