stili di vita Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/stili-di-vita/ Settimanale di informazione regionale Tue, 09 Apr 2024 12:11:32 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg stili di vita Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/stili-di-vita/ 32 32 Prosegue il progetto ‘Rete di Argento’ https://www.lavoce.it/prosegue-il-progetto-rete-di-argento/ https://www.lavoce.it/prosegue-il-progetto-rete-di-argento/#comments Tue, 09 Apr 2024 12:10:52 +0000 https://www.lavoce.it/?p=75590 locandina programma iniziativa 'rete di argento'

Presentato ed avviato lo scorso autunno, il progetto Rete di Argento (2023-2024) prosegue il suo percorso attuativo offrendo a tutta la cittadinanza, in particolare alle persone anziane, un ciclo di sette incontri informativi, dall’11 aprile al 28 maggio, a cura del Distretto del Perugino USL Umbria 1, che avranno per oggetto argomenti di grande importanza rispetto al tema dell’invecchiamento attivo: adottare stili di vita sani attraverso l’alimentazione, l’attività fisica, la prevenzione del fumo e dell’alcol, il gioco responsabile e la sicurezza alimentare. Gli incontri si svolgeranno presso il Centro Socio Culturale Europa 93, in Via Isarco 4, a Ponte Valleceppi di Perugia. Il primo incontro è programmato per giovedì 11 aprile alle ore 16.

Si ricorda che il progetto è nato nell’ambito del bando Welfare 2023 Per gli anziani: cura promozione e risorsa pubblicato da Fondazione Perugia, ideato e realizzato da Fondazione di Carità San Lorenzo - ente operativo della Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve - in collaborazione con USL Umbria 1 - Distretto del Perugino, Comune di Perugia, Polizia di Stato, Associazione Coordinamento Centri Socio Culturali di Perugia e Fondazione Santa Caterina Parlesca Onlus.

Finalità principale di Rete di Argento è quella di riconoscere il diritto della persona anziana ad avere un ruolo attivo all’interno della società.

Il progetto intende sperimentare, nell’arco di dodici mesi, un modello di gestione innovativo in grado di promuovere, attraverso un sistema coordinato e integrato lo sviluppo e la valorizzazione delle risorse già attive e potenzialmente attivabili nel territorio di Perugia, nonché strategie e azioni innovative finalizzate ad incoraggiare il coinvolgimento della comunità e le esperienze aggregative della popolazione anziana autosufficiente ≥65 anni allo scopo di favorirne la partecipazione ad un corretto processo di invecchiamento attivo e la prevenzione alla condizione della solitudine.

Le attività già realizzate da Rete di Argento

Nei primi cinque mesi di svolgimento, quelle relative all’attivazione di uno sportello welfare itinerante presso undici Centri Soci Culturali e presso la Fondazione Santa Caterina, oltre all’avvio della mappatura delle risorse e dei servizi presenti sul territorio rispetto al tema dell’invecchiamento attivo.

Inoltre, la realizzazione di quattro percorsi di cittadinanza attiva (nello specifico tre percorsi informativi sulle conoscenze e le competenze digitali rivolte agli anziani, un incontro informativo sulla prevenzione delle truffe in collaborazione con la Polizia di Stato).

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locandina programma iniziativa 'rete di argento'

Presentato ed avviato lo scorso autunno, il progetto Rete di Argento (2023-2024) prosegue il suo percorso attuativo offrendo a tutta la cittadinanza, in particolare alle persone anziane, un ciclo di sette incontri informativi, dall’11 aprile al 28 maggio, a cura del Distretto del Perugino USL Umbria 1, che avranno per oggetto argomenti di grande importanza rispetto al tema dell’invecchiamento attivo: adottare stili di vita sani attraverso l’alimentazione, l’attività fisica, la prevenzione del fumo e dell’alcol, il gioco responsabile e la sicurezza alimentare. Gli incontri si svolgeranno presso il Centro Socio Culturale Europa 93, in Via Isarco 4, a Ponte Valleceppi di Perugia. Il primo incontro è programmato per giovedì 11 aprile alle ore 16.

Si ricorda che il progetto è nato nell’ambito del bando Welfare 2023 Per gli anziani: cura promozione e risorsa pubblicato da Fondazione Perugia, ideato e realizzato da Fondazione di Carità San Lorenzo - ente operativo della Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve - in collaborazione con USL Umbria 1 - Distretto del Perugino, Comune di Perugia, Polizia di Stato, Associazione Coordinamento Centri Socio Culturali di Perugia e Fondazione Santa Caterina Parlesca Onlus.

Finalità principale di Rete di Argento è quella di riconoscere il diritto della persona anziana ad avere un ruolo attivo all’interno della società.

Il progetto intende sperimentare, nell’arco di dodici mesi, un modello di gestione innovativo in grado di promuovere, attraverso un sistema coordinato e integrato lo sviluppo e la valorizzazione delle risorse già attive e potenzialmente attivabili nel territorio di Perugia, nonché strategie e azioni innovative finalizzate ad incoraggiare il coinvolgimento della comunità e le esperienze aggregative della popolazione anziana autosufficiente ≥65 anni allo scopo di favorirne la partecipazione ad un corretto processo di invecchiamento attivo e la prevenzione alla condizione della solitudine.

Le attività già realizzate da Rete di Argento

Nei primi cinque mesi di svolgimento, quelle relative all’attivazione di uno sportello welfare itinerante presso undici Centri Soci Culturali e presso la Fondazione Santa Caterina, oltre all’avvio della mappatura delle risorse e dei servizi presenti sul territorio rispetto al tema dell’invecchiamento attivo.

Inoltre, la realizzazione di quattro percorsi di cittadinanza attiva (nello specifico tre percorsi informativi sulle conoscenze e le competenze digitali rivolte agli anziani, un incontro informativo sulla prevenzione delle truffe in collaborazione con la Polizia di Stato).

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Referendum. Le ragioni del SÌ. Le trivellazioni non portano energia e lavoro https://www.lavoce.it/referendum-le-ragioni-del-si-le-trivellazioni-non-portano-energia-e-lavoro/ Thu, 14 Apr 2016 16:56:23 +0000 https://www.lavoce.it/?p=45977 petrolioNon saremo mai sufficientemente grati a Papa Francesco per aver voluto richiamare l’umanità, attraverso la Laudato si’, a ripensare il rapporto con le risorse limitate del pianeta, nel momento in cui il cambiamento climatico globale diviene irreversibile. Esso è causato dalle emissioni derivanti dallo sfruttamento soprattutto di fonti energetiche fossili (carbone, petrolio, gas naturale), in funzione di una crescita economica illimitata. Tale modello di sviluppo, improntato alla massimizzazione del profitto di pochi, ha indotto lo stato di degrado e di pericolo in cui si trova il pianeta. Gli effetti celeri del fenomeno climatico globale e il rischio a essi associato sono ormai evidenti: a essi dobbiamo adattarci, progettando e praticando nuovi stili di vita, di produzione e di consumo, secondo una logica di equità intra- e  inter- generazionale.

Nel Regno Unito, ad esempio, si sta svolgendo la campagna Keep it in the ground (letteralmente ‘lascialo nel sottosuolo’): nella casa comune Terra vi è posto solo per le emissioni di CO2 corrispondenti a un quinto dei combustibili fossili ancora presenti; se ne estraiamo di più, l’aumento di temperatura supererà i 2 °C, soglia che è unanimemente riconosciuta come rischiosa per la sopravvivenza della specie. È opinione largamente condivisa che sia giusto non aumentare l’estrazione di gas e altre fonti fossili, investendo invece sul risparmio energetico e sulle fonti rinnovabili

Richiesto da nove Regioni, il referendum indetto per il 17 aprile intende sottolineare la necessità di una nuova strategia nazionale, che dia priorità all’efficienza energetica e alla valorizzazione delle fonti rinnovabili. Oggetto del referendum è l’abrogazione di una legge che consentirebbe di continuare senza limiti di tempo l’attività estrattiva entro le 12 miglia dalle coste (da notare che in nessun campo le concessioni dello Stato sono illimitate).

I sostenitori del ‘sì’  (vedi le ragioni del NO) considerano importante cogliere l’opportunità referendaria per porre fine a trivellazioni pericolose per i nostri mari. I sostenitori del ‘no’ chiamano in causa il contributo che tali piattaforme darebbero al soddisfacimento del fabbisogno energetico nazionale e all’occupazione. L’estrazione di idrocarburi in Italia ha margini di profitto bassi e le quantità sono esigue: le riserve certe di petrolio sotto i nostri fondali (entro e oltre le 12 miglia) ammontano a meno di due mesi di consumi nazionali, quelle di gas a meno di sei mesi.

Entro le citate 12 miglia dalla costa, in Italia operano circa 90 piattaforme: molte non sono più operative e metà producono al di sotto del limite che consente alle imprese di non versare allo Stato royalties (diritti, tasse) che sono fra le più basse al mondo per le trivellazioni offshore: da noi si paga il 7%, mentre in Norvegia il 78%. Per quanto concerne i dati ambientali (disponibili per 34 piattaforme) il quadro è poco rassicurante: i valori dei parametri sono per la maggior parte sopra i livelli di qualità ambientale. Tra l’altro, alcune delle sostanze riscontrate sono cancerogene e in grado di risalire la catena alimentare, raggiungendo l’uomo e causando seri danni al suo organismo.

Per quanto attiene gli aspetti occupazionali, le piattaforme oggetto del referendum impiegano oggi meno di 80 persone. Tanto più che “l’industria del petrolio non è ad alta intensità di lavoro. Si pensi, per esempio, che la Saudi Aramco, il gigante di Stato saudita che controlla le intere riserve e produzioni di petrolio e gas dell’Arabia Saudita, impiega circa 50 mila persone (molte delle quali solo per motivi sociali) per gestire una capacità produttiva che, nel petrolio, è oltre sette volte il consumo italiano, mentre nel gas è superiore del 40% al fabbisogno nazionale… Anche nel caso di un via libera generalizzato alle trivelle, quindi, è dubbio si possano creare molti posti di lavoro” (Leonardo Maugeri).

La situazione italiana si mostra ancor più nella sua contraddittorietà se si rammenta la serie di provvedimenti governativi che hanno penalizzato duramente il settore delle energie rinnovabili, tanto che nell’ultimo anno e mezzo si stima che in tale settore siano stati persi 60 mila posti di lavoro. Per di più, l’energia in eccesso prodotta dalle fonti rinnovabili, ovvero non consumata da chi la produce, viene oggi venduta a prezzi molto inferiori al costo di mercato.

Come ci ricordano Vincenzo Balzani (Accademia dei Lincei) e Nicola Armaroli (Cnr) nel libro Energy for a Sustainable World: “Per vivere nel terzo millennio abbiamo bisogno di paradigmi sociali ed economici innovativi e di nuovi modi di guardare ai problemi del mondo. Scienza, ma anche coscienza, responsabilità, compassione e attenzione, devono essere alla base di una nuova società basata sulla conoscenza, la cui energia sia basata sulle energie rinnovabili, e che siamo chiamati a costruire nei prossimi trent’anni. L’alternativa, forse, è solo la barbarie”.

— leggi anche Le ragioni del NO —-

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Campioni di scrittura https://www.lavoce.it/campioni-di-scrittura/ Thu, 01 Oct 2015 11:41:32 +0000 https://www.lavoce.it/?p=43604 Numerosi visitatori alla passata edizione di "Fa' la cosa giusta"
Numerosi visitatori alla passata edizione di “Fa’ la cosa giusta”

Giunge alla fase finale il concorso di scrittura dedicato al “bello e al buono dello sport”, promosso dal Csi dell’Umbria con il patrocinio del Coni Umbria e con la collaborazione del settimanale La Voce.

“Campioni per gioco: lo sport come elemento di crescita e socializzazione”, questo il tema che le ragazze e i ragazzi dai 10 ai 14 anni hanno affrontato in un elaborato di carattere narrativo e giornalistico.

La premiazione dei vincitori si terrà domenica 4 ottobre, alle ore 18, all’interno di “Fa’ la cosa giusta!” all’Umbriafiere di Bastia. Un’occasione per parlare e analizzare il sentimento delle giovani generazioni nei confronti dello sport come momento di interazione positiva e di crescita sociale.

In linea con i principi e le finalità di “Fa’ la cosa giusta!”, fiera del consumo consapevole e degli stili di vita sostenibili, in programma dal 2 al 4 ottobre all’Umbriafiere, l’iniziativa si inserisce perfettamente nel programma culturale della manifestazione, che vedrà in tre giorni oltre 200 eventi gratuiti dedicati ai giovani e alla famiglie.

Il concorso mira a contribuire a mostrare un sincero spaccato di come i giovani vedono lo sport, cosa si aspettano e cosa sognano. Banco di lavoro per tutti coloro che credono nello sport come elemento di crescita. Appuntamento dunque in fiera, il 4 ottobre, per conoscere da vicino i giovani vincitori.

“Fa’ la cosa giusta!”, fiera del consumo consapevole e degli stili di vita sostenibili, prevede seminari, workshop, dibattiti, educazione e didattica, dimostrazioni, presentazioni, mostre, convegni, cooking show, laboratori pratici, qualità della vita, benessere del corpo e della mente, un programma riservato alle famiglie e alle scuole per una tre giorni di eventi gratuiti non stop sui diversi aspetti e le diverse anime della sostenibilità con al centro la mostra-mercato dei prodotti e servizi green.

I numeri: 11 aree espositive, 200 stand e più di 200 eventi gratuiti dedicati al benessere e alla sostenibilità, da quella ambientale a quella economica, da quella sociale a quella personale. Al centro degli eventi la mostra mercato per il pubblico dei consumatori divisa in 11 aree tematiche: Abitare sostenibile, Buono da mangiare, Mobilità nuova, Ethical fashion, Cosmesi naturale e biologica, Viaggiare, Editoria, Servizi etici, Il pianeta dei piccoli, Cittadinanza e partecipazione e una speciale area Vegan.

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Ritorno alla terra con colture green https://www.lavoce.it/ritorno-alla-terra-con-colture-green/ Thu, 01 Oct 2015 09:39:05 +0000 https://www.lavoce.it/?p=43567 FaLaCosaGiusta_319Sarà un weekend di “ritorno alla terra” quello in programma dal 2 al 4 ottobre, presso il polo espositivo Umbriafiere di Bastia Umbra, grazie alla seconda edizione di “Fa’ la cosa giusta!”, la fiera del consumo consapevole e degli stili di vita sostenibili.

Una tre-giorni di eventi gratuiti non-stop per capire che la sostenibilità “è giusta, è bella e produce profitti economici”, come spiega Nicoletta Gasbarrone, presidente dell’evento.

“Vivere e lavorare in maniera sostenibile – sottolinea -, sia dal punto di vista economico-sociale che ambientale, non è un’utopia, bensì un’alternativa già possibile e, in molti casi, un’esperienza di successo imprenditoriale. L’obiettivo di questo evento è proprio far capire e conoscere ciò alle persone. Già lo scorso anno abbiamo avuto una risposta di pubblico veramente positiva, che non ci aspettavamo, a riprova che si tratta di un argomento che interessa e coinvolge”.

Il tema di quest’anno è proprio “Ritorniamo alla terra”, inteso come esaltazione della vocazione agricola dell’Umbria, come visione della terra quale fonte di vita e di salute, ma anche come nuova forma di reddito nell’agricoltura sostenibile. “L’evento – spiega ancora Gasbarrone – si struttura su tre pilastri fondamentali: la fiera vera e propria con la mostra mercato di prodotti e servizi green, il programma culturale che prevede convegni, dibattiti, seminari ecc., e il progetto scuole con laboratori dedicati alle classi di ogni ordine e grado”.

A organizzare l’evento, insieme a Fair Lab, c’è anche Umbriafiere, in veste non solo di spazio espositivo quindi, ma di vero e proprio partner. “Subito entusiasti di questo progetto fin dall’anno scorso – ha sottolineato il presidente di Umbriafiere spa, Lazzaro Bogliari -, quest’anno abbiamo deciso di ampliare lo spazio dai 5.000 metri quadrati della passata edizione agli attuali 10.000, con la prospettiva di arrivare il prossimo anno a coprire tutti i 15.000 metri quadrati di Umbriafiere. In contemporanea con ‘Fa’ la cosa giusta’ organizzeremo ‘Così in Terra’, nuova fiera dedicata alle piante autoctone e alle fibre naturali, che sarà presentata sabato 3 ottobre, alle 12, presso l’Umbriafiere”.

“Fa’ la cosa giusta!” è stato realizzato anche grazie al al contributo della Regione. “La presenza della nostra istituzione – ha spiegato l’assessore all’Ambiente, agricoltura e cultura Cecchini – non è una presenza formale ma attiva. Saremo presenti con gli assessorati della Salute e del Turismo in attività di promozione, informazione e consulenza”.

Spazi per sanità, cultura e lavoro

Alcune segnalazioni tra i tanti eventi presenti alla fiera “Fa’ la cosa giusta!” a Bastia Umbra

Il programma di “Fa’ la cosa giusta!” si presenta ricchissimo di appuntamenti con più di 200 eventi gratuiti: seminari, workshop, dibattiti, educazione e didattica, dimostrazioni, presentazioni, mostre, convegni, cooking show, laboratori pratici. Al centro degli eventi la mostra mercato con 200 stand, divisa in aree tematiche: Abitare sostenibile, Buono da mangiare, Mobilità nuova, Ethical fashion, Cosmesi naturale e biologica, Viaggiare, Editoria, Servizi etici, Il pianeta dei piccoli, Cittadinanza e partecipazione e una area Vegan, il VeganOk Expo.

La Regione Umbria sarà presente con lo “spazio +”, area dedicata all’informazione sui temi energetici, un vero e proprio centro informativo dove i cittadini potranno conoscere vantaggi e soluzioni per i loro consumi privati, ma anche opportunità in ambito ambientale e di incentivi per le imprese. La Sanità interverrà con il progetto, coordinato dal Servizio prevenzione, sanità veterinaria e sicurezza alimentare della Regione, denominato “Piazza della salute”, un’area dove i cittadini potranno confrontarsi “in tempo reale” con il Servizio sanitario regionale, informarsi e trovare risposta su importanti di salute come la prevenzione, attraverso la pratica degli screening, delle malattie tumorali.

Presenti in fiera anche specifici spazi di promozione della salute dedicati, il primo, al rapporto tra à fisica e salute delle persone e, il secondo, al tema della alimentazione. Nel programma culturale, segnaliamo venerdì 2 ottobre, dalle 18, l’incontro “L’accoglienza dei richiedenti asilo ai tempi del filo spinato”, esperimenti di solidarietà, pratiche dei diritti e integrazione sociale nei progetti Sprar e Nuova emergenza dell’Umbria per i richiedenti asilo.

Venerdì 2 ottobre, dalle 15 alle 18, in collaborazione con l’assessorato al Turismo della Regione, è in programma l’incontro “Il turismo responsabile”, per una giusta interazione tra industria del turismo, comunità locali e viaggiatori, con le esperienze degli operatori del settore. Sul tema del lavoro, sabato 3, dalle 15, l’iniziativa “#dagrande – Sfrutta la crisi! Scopri nuove opportunità professionali”, per capire come orientarsi e trovare lavoro insieme ai giovani che hanno partecipato al programma Garanzia giovani. Ancora sabato, alle 16.30, sul tema ambientale si parlerà di “Economia circolare per un nuovo modello di società”, dal rifiuto al riutilizzo, come lo scarto diventa risorsa, insieme a esperti dell’Arpa Umbria, Novamont, Legambiente e Kyoto Club.

Per info e programma completo: www.falacosagiustaumbria.it

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Proposte per “stili di vita diversi” https://www.lavoce.it/proposte-per-stili-di-vita-diversi/ Wed, 15 Jul 2015 08:31:23 +0000 https://www.lavoce.it/?p=38890 giovani-naturaLa Rete interdiocesana dei nuovi stili di vita propone, da lunedì 17 fino a domenica 23 agosto, il campo estivo nazionale per giovani sui nuovi stili di vita a Cancelli di Foligno.

Il campo, rivolto ad una ventina di giovani dai 18 ai 35 anni, è realizzato con la collaborazione della Commissione diocesana dei nuovi stili di vita di Padova, l’Unità pastorale di S. Eraclio-Cancellara, la Pastorale sociale delle diocesi di Foligno e Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino.

La Rete interdiocesana Nuovi stili di vita nasce nel 2007 da alcuni organismi diocesani che decidono di unire conoscenze ed esperienze per promuovere un movimento del popolo di Dio sui nuovi stili di vita nella Chiesa e nella società.

Al momento sono 78 le diocesi che fanno parte della Rete interdiocesana Nuovi stili di vita, suddivise in 4 aree: 29 dell’Area centro-nord, 23 dell’Area adriatica, 22 dell’Area tirrenica, 7 dell’Area siciliana.

L’obiettivo del campo, di fronte ad un modello economico e sociale che mette al centro la cultura del consumismo, è quello di far conoscere ai giovani la proposta della Chiesa sui nuovi stili di vita attraverso cinque nuovi rapporti: con Dio, con le persone, con la natura, con le cose, con la mondialità e sapere come impegnarsi per renderli concreti e possibili nella vita quotidiana e costruire alcuni percorsi per coinvolgere gli altri.

L’enciclica di Papa Francesco Laudato si’ sulla custodia del creato farà da sfondo in questo cammino di riflessione. Il campo estivo viene realizzato attraverso momenti di riflessione sui nuovi stili di vita proposti da padre Adriano Sella – missionario saveriano e responsabile della rete -, attività laboratoriali, momenti di preghiera, escursioni, serate animate e incontri con le comunità di Foligno e di Assisi, sulle orme di S. Francesco.

È importante sottolineare che, dopo il primo campo del 2013, in alcune diocesi italiane i giovani hanno fatto sorgere un gruppo sui nuovi stili di vita coinvolgendo altri coetanei e in altre hanno promosso la Commissione diocesana Nuovi stili di vita.

I giovani saranno ospiti della casa parrocchiale di Cancelli e per partecipare bisogna iscriversi entro giovedì 30 luglio 2015 inviando una e-mail a nuovistilidivitapadova@gmail.com, scrivendo i propri dati e contatti e attendendo una conferma.

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“Europa” è greca…ma anche benedettina https://www.lavoce.it/europa-e-greca-ma-anche-benedettina/ Thu, 02 Jul 2015 10:55:34 +0000 https://www.lavoce.it/?p=37166 Un manifestante in una delle tante proteste in piazza dei greci di qualche giorno fa, a un certo momento ha alzato la voce gridando con orgoglio dentro un microfono: “Europa è una parola greca!”. Non ha avuto tempo e modo di spiegarsi meglio, e tanto meno di raccontare il mito di Europa, figlia di Agenore re di Tiro, di cui si innamorò lo stesso Zeus padre degli dèi, ma il messaggio era chiaro e conteneva molte altre storie della civiltà greca, da cui non si finisce mai di imparare.

La stessa “democrazia” è una parola greca, come economia, filosofia, psicologia, creando un tessuto linguistico e culturale che ci rende vicini e debitori verso questo piccolo, grande Paese. Ma le parole e i miti oggi non bastano più a nessuno e non trovano spazio nella contabilità degli Stati; non hanno un peso nei loro bilanci, non alleggeriscono il debito pubblico.

Prendere atto di questo da parte di un popolo è difficile, e può sembrare un venir meno alla coscienza della propria dignità e grandezza, finendo talvolta in una specie di esaltazione nazionale più nominalistica che reale. Riferimenti e glorie del passato talvolta possono porsi perfino in contrasto con il presente, come quando si esalta Roma come “madre e maestra universale del Diritto”… e ci ritroviamo la corruzione nel settore pubblico e privato, con tanto di cosiddetta Mafia Capitale.

Con un po’ di pazienza, un discorso di questo tipo si potrebbe allargare a ogni nazione europea: ognuna di esse si esalta in particolari circostanze, come le feste nazionali, dimenticando o trascurando di ricercare soprattutto il bene del popolo.

Parlando di Europa, oggi ci troviamo di fronte non più a un mito o sogno, ma a un progetto insieme ideale e reale, fondato su una comune storia, forti e profonde radici culturali, interessi comuni di sviluppo e di benessere per tutti senza discriminazioni: un antidoto alle guerre che hanno funestato le nazioni del Vecchio Continente per secoli.

Vi è una moneta comune, e criteri comuni di comportamento economico-finanziario per mettersi al riparo dalle speculazioni internazionali e dalle grandi potenze economiche, a tutela del benessere dei nostri popoli (almeno sulla carta). Per tutto questo, che riguarda anche l’Italia non meno della Grecia, anziché fare schermaglie ideologiche o trattative da “braccio di ferro”, ci si deve mettere a tavolino a fare i conti (anche se sembra troppo tardi), si deve tornare a una sana filosofia popolare antica che recita primum vivere, deinde philosophari, “prima la vita, poi la filosofia”.

A tutti i livelli della società si devono rifare i conti, si deve stare alle regole del “buon padre di famiglia”, che garantisce ai figli il pranzo e la cena; si deve essere umili nel quotidiano e nella cura anche delle piccole cose. Secondo Papa Francesco è necessario cambiare stili di vita a tutti i livelli della società, non solo nella prospettiva ecologica, per rispettare la creazione, ma anche economica e sociale per una più equa distribuzione delle ricchezze, che per molti significa distribuzione del minimo vitale per la sopravvivenza.

Se qualcuno coltiva ancora il pregiudizio del superuomo e dell’onnipotenza, dovrà fermarsi per fare i conti. Questo esercizio è la vera sfida di oggi, che consentirà di far rifiorire gli ideali e di realizzare una Comunità europea unita di fatto attorno a un tavolo dove nessuno bara e tutti svolgono il loro compito e pagano il loro debito, in base a equità e responsabilità.

Questo è il progetto dell’Europa oggi, che richiama alla cultura benedettina (san Benedetto da Norcia è infatti patrono d’Europa) la quale ha legato indissolubilmente la regola della preghiera con la regola del lavoro e dell’organizzazione della vita collettiva. La prima di tali regole è quella di fare i conti con la realtà.

 

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I temi della nuova enciclica di Papa Francesco “Laudato si’” https://www.lavoce.it/i-temi-della-nuova-enciclica-di-papa-francesco-laudato/ Thu, 18 Jun 2015 18:12:29 +0000 https://www.lavoce.it/?p=36289 paesaggio-creato-cmykLaudato si’, mi’ Signore, cantava san Francesco d’Assisi. In questo bel cantico ci ricordava che la nostra casa comune è anche come una sorella, con la quale condividiamo l’esistenza, e come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia”. Si apre con queste parole l’enciclica di Papa Francesco dedicata all’ecologia, appena uscita (Clicca qui per il testo integrale).

“Questa sorella – prosegue Bergoglio – protesta per il male che le provochiamo, a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei. Siamo cresciuti pensando che eravamo suoi proprietari e dominatori, autorizzati a saccheggiarla. La violenza che c’è nel cuore umano ferito dal peccato si manifesta anche nei sintomi di malattia che avvertiamo nel suolo, nell’acqua, nell’aria e negli esseri viventi”.

Il rimedio che il Papa offre a questa “malattia” viene anticipato fin dall’inizio: “Non voglio procedere in questa enciclica senza ricorrere a un esempio bello e motivante. Ho preso il suo nome come guida e come ispirazione nel momento della mia elezione a Vescovo di Roma. Credo che Francesco sia l’esempio per eccellenza della cura per ciò che è debole e di una ecologia integrale, vissuta con gioia e autenticità” (n. 10).

In questa luce, rivolge “un invito urgente a rinnovare il dialogo sul modo in cui stiamo costruendo il futuro del pianeta. Abbiamo bisogno di un confronto che ci unisca tutti, perché la sfida ambientale che viviamo, e le sue radici umane, ci riguardano e ci toccano tutti. Il movimento ecologico mondiale ha già percorso un lungo e ricco cammino, e ha dato vita a numerose aggregazioni di cittadini che hanno favorito una presa di coscienza. Purtroppo, molti sforzi per cercare soluzioni concrete alla crisi ambientale sono spesso frustrati non solo dal rifiuto dei potenti, ma anche dal disinteresse degli altri. Gli atteggiamenti che ostacolano le vie di soluzione, anche fra i credenti, vanno dalla negazione del problema all’indifferenza, alla rassegnazione comoda, o alla fiducia cieca nelle soluzioni tecniche. Abbiamo bisogno di nuova solidarietà universale” (n. 14).

Francesco elenca quindi i problemi ecologici più urgenti: inquinamento e cambiamenti climatici, la questione dell’acqua, la perdita di “biodiversità”, ma anche il deterioramento della qualità della vita umana e la degradazione sociale, la “inequità” planetaria. A fronte di tutto questo, “degna di nota è la debolezza della reazione politica internazionale. La sottomissione della politica alla tecnologia e alla finanza si dimostra nel fallimento dei vertici mondiali sull’ambiente” (n. 54).

Il secondo capitolo, Il Vangelo della creazione, si apre con una precisazione piuttosto insolita per un Papa: “Perché inserire in questo documento, rivolto a tutti le persone di buona volontà, un capitolo riferito alle convinzioni di fede?” (n. 62). “Sono consapevole – prosegue – che, nel campo della politica e del pensiero, alcuni rifiutano con forza l’idea di un Creatore, o la ritengono irrilevante (…). Tuttavia, la scienza e la religione, che forniscono approcci diversi alla realtà, possono entrare in un dialogo intenso e produttivo per entrambe”.

L’enciclica approfondisce quindi “la radice umana della crisi ecologica”. “La tecnoscienza, ben orientata, è in grado non solo di produrre cose realmente preziose per migliorare la qualità della vita dell’essere umano (…). È anche capace di produrre il Bello e di far compiere all’essere umano, immerso nel mondo materiale, il ‘salto’ nell’ambito della bellezza” (n. 103). “Tuttavia non possiamo ignorare che l’energia nucleare, la biotecnologia, l’informatica, la conoscenza del nostro stesso Dna e altre potenzialità che abbiamo acquisito ci offrono un tremendo potere” (n. 104).

Ma “il problema fondamentale è un altro, ancora più profondo: il modo in cui di fatto l’umanità ha assunto la tecnologia e il suo sviluppo insieme a un paradigma omogeneo e unidimensionale” (n. 106). Si tratta del “metodo scientifico con la sua sperimentazione, che è già esplicitamente una tecnica di possesso, dominio e trasformazione”. In sostanza, “nella Modernità si è verificato un notevole eccesso antropocentrico che, sotto altra veste, oggi continua a minare ogni riferimento a qualcosa di comune e ogni tentativo di rafforzare i legami sociali. Per questo è giunto il momento di prestare nuovamente attenzione alla realtà con i limiti che essa impone, i quali a loro volta costituiscono la possibilità di uno sviluppo umano e sociale più sano e fecondo” (n. 116). E perfino “una presentazione inadeguata dell’antropologia cristiana ha finito per promuovere una concezione errata della relazione dell’essere umano con il mondo”.

Si rende perciò necessaria – riprendendo un concetto caro a Benedetto XVI – una “ecologia integrale (…) che comprenda chiaramente le dimensioni umane e sociali (…). Insieme al patrimonio naturale, vi è un patrimonio storico, artistico e culturale, ugualmente minacciato” (inizio del cap. 4).

È un rimando al concetto di bene comune, che “presuppone il rispetto della persona umana in quanto tale, con diritti fondamentali e inalienabili, ordinati al suo sviluppo integrale. Esige anche i dispositivi di benessere e sicurezza sociale e lo sviluppo dei diversi gruppi intermedi, applicando il principio di sussidiarietà. Tra questi, risalta specialmente la famiglia, come cellula primaria della società” (n. 157).

Che fare, in concreto? “Non si può pensare a ricette uniformi, perché vi sono problemi e limiti specifici di ogni Paese e regione (…). Allo stesso tempo, però, in ambito nazionale e locale c’è sempre molto da fare, ad esempio promuovere forme di risparmio energetico” (n. 180). E ancora: “È indispensabile la continuità, giacché non si possono modificare le politiche relative ai cambiamenti climatici e alla protezione dell’ambiente ogni volta che cambia un Governo” (n. 181).

“Questo non significa opporsi a qualsiasi innovazione tecnologica che consenta di migliorare la qualità della vita di una popolazione. Ma, in ogni caso, deve rimanere fermo che la redditività non può essere l’unico criterio da tenere presente” (n. 187).

Il cristianesimo, non solo il Poverello di Assisi, qui ha molto da offrire: “La grande ricchezza della spiritualità cristiana, generata da venti secoli di esperienze personali e comunitarie, costituisce un magnifico contributo da offrire allo sforzo di rinnovare l’umanità” (n. 216). “La spiritualità cristiana propone un modo alternativo di intendere la qualità della vita, e incoraggia uno stile di vita profetico e contemplativo, capace di gioire profondamente senza essere ossessionati dal consumo (…). Si tratta della convinzione che ‘meno è di più’” (n. 222).

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Papa Francesco. Le radici francescane dell’enciclica “Laudato si’” https://www.lavoce.it/papa-francesco-le-radici-francescane-dellenciclica-laudato-si/ Thu, 18 Jun 2015 18:05:46 +0000 https://www.lavoce.it/?p=36281

È particolare e - per noi umbri - estremamente importante che nella prima riga di una lunga e complessa enciclica, la Laudato si' di Papa Francesco, compaiano san Francesco, Assisi, il Cantico delle creature. Il carisma di Francesco, il cosiddetto Poverello appartenente a una città “poverella”, ricca soprattutto di quel nome sul quale ha costruito le sue fortune, è stato rivitalizzato e rilanciato fin dall’assunzione del nome Francesco da parte del Papa gesuita venuto “dalla fine del mondo”, da un Paese che insegue altri sogni e valori. Il testo suggerisce anche la chiave di lettura che scaturisce dal testo del Cantico, con quel “Laudato” che tutti sanno continuare con “si’, mi’ Signore”, chiamando quindi “madre”, “fratelli” e “sorelle” le persone e le cose. Il Cantico abbraccia la vita con le sue gioie e i suoi dolori, dando voce anche alla morte con il suo annunciarsi prossima e minacciosa. Di tale apertura sono lieti anche tutti coloro che nel mondo hanno un’idea affettuosa di san Francesco, e potranno simbolicamente diventare ambasciatori e missionari di quello che potremmo definire il Vangelo della terra e del cielo; o più modestamente, “banditori” e comunicatori, anche tramite la Rete (Web), della pace in terra e con la terra: Pacem in terris.
La dimensione francescana dell'enciclica
Il cantico di san Francesco getta come una luce e un profumo su tutto il documento, impedendo la deriva in un discorso accademico o dottorale, che sarebbe sempre legittimamente magistrale, ma cadrebbe dall’alto della Cattedra vaticana. Intende invece essere un grande e appassionato atto di amore della Chiesa per l’opera della creazione, realizzata con e per amore dal Creatore. Tutta l’enciclica è imbevuta da lacrime di sofferenza, attraversata da gemiti che non sono solo quelli provocati dallo stato di attesa di un evento cosmico di liberazione verso cui la creazione è avviata (Rom 8,22), ma dalle sofferenze che gli uomini, suoi figli, le hanno inflitto e continuano a infliggerle. Da qui comincia il discorso, e così la sua intenzionalità, il suo intimo animo sono percepibili e condivisi. L’animus dell’enciclica rispecchia in qualche modo l’ispirazione del Cantico delle creature, sgorgato dall’animo di san Francesco in un momento, per lui, di grande sofferenza.
Laudato si': proposta di una ecologia integrale
In questa denuncia e nella proposta di una “ecologia integrale” veramente umana e realisticamente sostenibile, Papa Francesco si porta dietro tutto l’insegnamento della Chiesa cattolica che ha preceduto il pontificato attuale, con un preciso inserimento di Giovanni XXIII, del Concilio, di Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Si può aggiungere che non solo Papi, ma anche altri cristiani e credenti di altre religioni, nonché l’ampio e variegato mondo degli ecologisti laici, sono presenti in questo documento, in cui l’ecologia di stampo papale francescano, oltre a un atto di amore per l’umanità e tutte le creature, risuona anche come messaggio di pace per il mondo.
Invito per credenti e per tutti gli uomini di buona volontà
Papa Francesco si pone in prima fila come protagonista e conduttore di una “crociata” - questa sì che si può chiamare tale, non quella presunta e spesso sbandierata da correnti di musulmani fanatici - per salvare la Terra e coloro che vi abitano, tutti a pieno titolo, dal degrado che potrebbe diventare insuperabile e diffondere distruzione e morte. Senza fare del “terrorismo” ecologico, il Papa fornisce dati su basi scientifiche, e pertanto si appella alla politica responsabile e alla coscienza delle popolazioni, invitando soprattutto i maggiori usufruitori dei beni della Terra, i ricchi di questo mondo, a “cambiare stili di vita”. Un invito in contrasto con il trend del “progresso dei consumi” che consente alla macchina produttiva commerciale di funzionare a pieno ritmo. Da qui l’interesse e il clamore che già nei mass media si fa sentire, con pareri e opinioni divergenti. Avrà unanime consenso, invece, in ambito ecumenico e interreligioso, là dove il tema della salvaguardia del creato da decenni è incisivamente presente insieme a quello della giustizia sociale e della pace.]]>

È particolare e - per noi umbri - estremamente importante che nella prima riga di una lunga e complessa enciclica, la Laudato si' di Papa Francesco, compaiano san Francesco, Assisi, il Cantico delle creature. Il carisma di Francesco, il cosiddetto Poverello appartenente a una città “poverella”, ricca soprattutto di quel nome sul quale ha costruito le sue fortune, è stato rivitalizzato e rilanciato fin dall’assunzione del nome Francesco da parte del Papa gesuita venuto “dalla fine del mondo”, da un Paese che insegue altri sogni e valori. Il testo suggerisce anche la chiave di lettura che scaturisce dal testo del Cantico, con quel “Laudato” che tutti sanno continuare con “si’, mi’ Signore”, chiamando quindi “madre”, “fratelli” e “sorelle” le persone e le cose. Il Cantico abbraccia la vita con le sue gioie e i suoi dolori, dando voce anche alla morte con il suo annunciarsi prossima e minacciosa. Di tale apertura sono lieti anche tutti coloro che nel mondo hanno un’idea affettuosa di san Francesco, e potranno simbolicamente diventare ambasciatori e missionari di quello che potremmo definire il Vangelo della terra e del cielo; o più modestamente, “banditori” e comunicatori, anche tramite la Rete (Web), della pace in terra e con la terra: Pacem in terris.
La dimensione francescana dell'enciclica
Il cantico di san Francesco getta come una luce e un profumo su tutto il documento, impedendo la deriva in un discorso accademico o dottorale, che sarebbe sempre legittimamente magistrale, ma cadrebbe dall’alto della Cattedra vaticana. Intende invece essere un grande e appassionato atto di amore della Chiesa per l’opera della creazione, realizzata con e per amore dal Creatore. Tutta l’enciclica è imbevuta da lacrime di sofferenza, attraversata da gemiti che non sono solo quelli provocati dallo stato di attesa di un evento cosmico di liberazione verso cui la creazione è avviata (Rom 8,22), ma dalle sofferenze che gli uomini, suoi figli, le hanno inflitto e continuano a infliggerle. Da qui comincia il discorso, e così la sua intenzionalità, il suo intimo animo sono percepibili e condivisi. L’animus dell’enciclica rispecchia in qualche modo l’ispirazione del Cantico delle creature, sgorgato dall’animo di san Francesco in un momento, per lui, di grande sofferenza.
Laudato si': proposta di una ecologia integrale
In questa denuncia e nella proposta di una “ecologia integrale” veramente umana e realisticamente sostenibile, Papa Francesco si porta dietro tutto l’insegnamento della Chiesa cattolica che ha preceduto il pontificato attuale, con un preciso inserimento di Giovanni XXIII, del Concilio, di Paolo VI, Giovanni Paolo II e Benedetto XVI. Si può aggiungere che non solo Papi, ma anche altri cristiani e credenti di altre religioni, nonché l’ampio e variegato mondo degli ecologisti laici, sono presenti in questo documento, in cui l’ecologia di stampo papale francescano, oltre a un atto di amore per l’umanità e tutte le creature, risuona anche come messaggio di pace per il mondo.
Invito per credenti e per tutti gli uomini di buona volontà
Papa Francesco si pone in prima fila come protagonista e conduttore di una “crociata” - questa sì che si può chiamare tale, non quella presunta e spesso sbandierata da correnti di musulmani fanatici - per salvare la Terra e coloro che vi abitano, tutti a pieno titolo, dal degrado che potrebbe diventare insuperabile e diffondere distruzione e morte. Senza fare del “terrorismo” ecologico, il Papa fornisce dati su basi scientifiche, e pertanto si appella alla politica responsabile e alla coscienza delle popolazioni, invitando soprattutto i maggiori usufruitori dei beni della Terra, i ricchi di questo mondo, a “cambiare stili di vita”. Un invito in contrasto con il trend del “progresso dei consumi” che consente alla macchina produttiva commerciale di funzionare a pieno ritmo. Da qui l’interesse e il clamore che già nei mass media si fa sentire, con pareri e opinioni divergenti. Avrà unanime consenso, invece, in ambito ecumenico e interreligioso, là dove il tema della salvaguardia del creato da decenni è incisivamente presente insieme a quello della giustizia sociale e della pace.]]>
L’equilibrio tra crescita e sopravvivenza https://www.lavoce.it/lequilibrio-tra-crescita-e-sopravvivenza/ Thu, 18 Jun 2015 09:21:30 +0000 https://www.lavoce.it/?p=36182 Per decine di migliaia di anni gli esseri umani – al pari degli altri animali – si sono limitati a cibarsi di ciò che la natura spontaneamente offriva. Poi, lentamente, hanno imparato a dominare la terra e a trasformarne l’aspetto: coltivando campi, costruendo case e città, tracciando strade, scavando miniere.

Questo lavorìo rendeva la terra più vivibile e spesso anche più bella, senza metterne in pericolo l’equilibrio biologico e con esso la vita delle generazioni future. Ma appena settanta anni fa, con le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, l’uomo si accorse che aveva ormai creato strumenti che, volendo, avrebbero potuto cancellare la vita dalla faccia della Terra.

Questo nel 1945 era solo un sinistro presagio; venti anni dopo era una realtà effettiva, perché gli arsenali nucleari, perfettamente messi a punto e pronti all’uso, erano sufficienti a distruggere l’intera umanità e ogni forma di vita non una ma parecchie volte. Oggi la minaccia della catastrofe nucleare sembra allontanata. Ma intanto è avvenuto qualche cosa di peggio.

Se fino a un certo punto il rischio era quello di distruggere il pianeta con le opere della guerra adesso l’uomo è a buon punto per distruggerlo con le opere della pace. Il consumo sfrenato delle risorse naturali e l’inquinamento trasformano l’ambiente, provocano cambiamenti climatici, turbano gli equilibri biologici, minacciano la vivibilità del pianeta a breve scadenza.

Sventare il rischio di una distruzione fatta con le opere della guerra si può, basta mettersi d’accordo (difficile, ma non impossibile); fermare la macchina della distruzione pacifica è molto più difficile, perché la crescita, lo sviluppo economico, il miglioramento delle condizioni di vita con la tecnologia e l’industria fanno parte della natura dell’uomo, anzi della missione che Dio gli ha dato.

Il problema è trovare l’equilibrio fra la crescita e la sopravvivenza del pianeta. Ed è un problema da risolvere oggi, non domani o dopodomani. La nuova enciclica di Papa Francesco richiama l’attenzione dell’umanità su questi temi: viene al momento giusto come le encicliche di Giovanni XXIII e di Paolo VI sulla pace mondiale.

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Chi va piano, va sano e solidale https://www.lavoce.it/chi-va-piano-va-sano-e-solidale/ Tue, 09 Jun 2015 15:17:07 +0000 https://www.lavoce.it/?p=35165 Foto di gruppo dei partecipanti alla camminata lenta
Foto di gruppo dei partecipanti alla camminata lenta

Una giornata insieme per (ri)scoprire la bellezza che ci circonda e i valori della condivisione e del rispetto della natura. Domenica 7 giugno è andata in scena la seconda edizione di “Slow Foot”, la “camminata lenta” promossa dall’associazione Altotevere senza frontiere in occasione della Giornata mondiale della lentezza.

Un percorso ad anello fra antiche chiese e resti medievali nel territorio di Città di Castello e San Giustino, che ha visto la partecipazione di 130 persone.

A fare da guida Giovanni Cangi , esperto di storia e architettura del territorio.

La passeggiata si è snodata a partire dalla chiesa di Renzetti, il piccolo borgo nei pressi di Lama famoso per il suo mulino medievale, per poi dirigersi verso Cantone, altro piccolo villaggio realizzato interamente in pietra.

Prima della pausa pranzo nell’abitato di Pescio, costruito intorno a una sorgente d’acqua purissima, la visita al punto panoramico della “Radura”, dove la vista spazia dall’Alta Valle del Tevere fino ai monti Sibillini.

Dopo la meritata sosta, ripartenza verso Passano, con la visita all’esterno della chiesa dedicata ai Santi Simone e Giuda, in stato di abbandono, e quindi l’arrivo alla splendida abbazia di Uselle infra montes , complesso restaurato in anni recenti, che sorge lungo le antiche vie di comunicazione fra Umbria, Toscana e Marche, e conserva importanti affreschi realizzati fra Trecento e Quattrocento.

“Slow Foot” si lega direttamente alla quinta edizione del Festival della solidarietà, la manifestazione promossa da Altotevere senza frontiere nei giorni 17-19 luglio al parco Ansa del Tevere di Città di Castello, che avrà come tema la condivisione, con lo slogan “ Share is Care . Sei ciò che condividi”. Tre giorni dedicati alla riflessione e al divertimento con incontri, concerti, stand gastronomico, animazione per bambini, stand delle associazioni di volontariato.

Il ricavato andrà a sostenere l’Emporio della solidarietà, il supermercato solidale per le famiglie in difficoltà del nostro territorio, e la casa famiglia per bambini della Caritas Umbria di Lescoc, in Kosovo, dove i ragazzi di Altotevere presteranno servizio anche la prossima estate.

Gli eventi di avvicinamento al 5° Festival proseguono il 12 giugno alla libreria “Paci – La Tifernate” con l’incontro “Storie di fotografia e condivisione”. Dario Antonini del “Collettivo Fotosocial” svelerà in anteprima la mostra fotografica sul tema dell’immigrazione che sarà in esposizione durante l’evento. Per informazioni: www.festivaldellasolidarieta.org .

 

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No allo spreco https://www.lavoce.it/no-allo-spreco/ Thu, 04 Jun 2015 08:40:40 +0000 https://www.lavoce.it/?p=34633 sprekoRitorna per il secondo anno a Spoleto l’appuntamento nazionale di SpreK.O., la Festa nazionale per la lotta agli sprechi promessa da Cittadinanzattiva.

Tre giorni di dibattiti, workshop, laboratori, seminari formativi, mostre e spettacoli, per condividere idee, pratiche e progetti promossi a livello nazionale e territoriale per la lotta agli sprechi.

L’appuntamento sarà ospitato, dal 5 al 7 giugno, nella Rocca Albornoziana. Lo spreco è un tema attualmente all’attenzione del dibattito pubblico, spesso, però, trattato in modo frammentario e riferito a singoli ambiti (acqua, rifiuti, risorse energetiche, etc.).

Cittadinanzattiva ha scelto, già dalla prima edizione, di trattare il tema con un approccio trasversale, mettendo in luce come gli sprechi, di qualunque tipo essi siano, incidano parallelamente, e con effetti a catena, sulle risorse economiche, ambientali, sociali e umane.

Sono previste tre tavole rotonde: il 5 giugno sullo Spreco ambientale (ore 16.30) “Disponibile! L’attivismo civico per la riqualificazione dei territori”, il 6 sullo Spreco sanitario (ore 10) “La mia salute è un bene di tutti: accesso alle cure e aderenza terapeutica”, il 6 giugno sullo Spreco alimentare (ore 15) “Italia, sveglia! Diritto al cibo e ristorazione a scuola”.

Ad animare la Festa contribuiranno numerosi laboratori pratici ed esposizioni, per bambini ed adulti. Di particolare richiamo lo show cooking di Giorgione (sabato 6 ore 17 e domenica 7 ore 11).

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Lupetti scout “a caccia” https://www.lavoce.it/lupetti-scout-a-caccia/ Thu, 21 May 2015 09:19:10 +0000 https://www.lavoce.it/?p=33789 gruppo-scout-orvieto-1Orvieto per un giorno si trasforma nel centro scoutistico dell’Umbria. La nostra città ha infatti ospitato la Caccia regionale di C.d.A., nelle giornate di sabato 16 e domenica 17 maggio.

Si è trattato di un evento scout che ha visto protagonisti tutti i lupetti dell’ultimo anno (10-11 anni di età) di tutti i branchi dell’Umbria. Per la precisione si sono spostati ad Orvieto ben 25 Branchi, dalle varie città della nostra regione, per un totale di circa 150 lupetti e 50 Capi scout, i quali hanno trovato ospitalità presso la parrocchia di San Crispino, in località Ponte del Sole.

Proprio nei locali della chiesa e all’interno della sede del nostro gruppo Scout Orvieto 1, si sono svolte le attività e il pernottamento dei giovani scout, mentre i giochi e le fasi dell’evento sono state ospitate dal giardino intorno alla sede e nei terreni gentilmente concessi dall’Opera del Duomo.

La caccia è stata incentrata sulla necessità di perdere per un momento l’uso della tecnologia e tornare all’essenzialità, cercando di imparare a godere delle bellezze della natura, attraverso il mimetismo e l’adattamento.

Per l’ambientazione è stata scelta una navicella spaziale che raggiunta la terra si rompe, e gli alieni perdono l’uso delle loro avanzate tecnologie. Così si rivolgono in amicizia agli indigeni del luogo, che guidati dal loro Sciamano insegnano loro quante cose si possono fare senza strumenti tecnologici e quanto bella può essere la natura che li circonda.

I lupetti sono stati protagonisti di tre laboratori: uno sul mimetismo, che li ha visti costruirsi a vicenda una maschera tribale servendosi di bende gessate e acqua, che poi hanno colorato e poi usato per giocare tutti insieme; il secondo sulla depurazione dell’acqua, costruendo un semplice depuratore con carbone, sabbia e ghiaia; il terzo consisteva nella costruzione di un semplice rifugio con pochi materiali, come cannucce di fiume, cordino e vecchi stracci, rendendolo il più mimetico e robusto possibile.

Tutti i laboratori erano finalizzati al grande gioco della domenica mattina, dove i lupetti divisi in tribù si sono sfidati in una “battaglia” per la depurazione dell’acqua, il cui scopo era insegnare loro che un bene prezioso come l’acqua non può e non deve essere oggetto di guerra, ma di comunione. Infatti il gioco è terminato con la messa in comune dell’acqua depurata dalle varie tribù in gioco.

L’evento si è concluso con la celebrazione eucaristica presso la chiesa di San Crispino, celebrata dall’assistente ecclesiastico regionale della branca lupetti e coccinelle, don Emanuele Bolognino e dai sacerdoti don Danilo Innocenzi, vice-parroco del Duomo di Orvieto, e padre Nicola Boccuzzo, cappellano dell’Ospedale Santa Maria della Stella.

Al termine della giornata ogni lupetto è tornato al proprio Branco e nella propria città, arricchito da questa esperienza di condivisione e di conoscenza che ci auguriamo possa aver contribuito alla loro crescita personale.

 

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Festa diocesana della Custodia del creato e dei Nuovi stili di vita https://www.lavoce.it/festa-diocesana-della-custodia-del-creato-e-dei-nuovi-stili-di-vita/ Wed, 13 May 2015 11:21:01 +0000 https://www.lavoce.it/?p=33298 manifesti-cittadini-del-mondoDal 15 al 17 maggio a Cancelli di Foligno si svolgerà la quinta edizione della Festa diocesana della Custodia del creato e dei Nuovi stili di vita nell’ambito del “Progetto Cittadini del Mondo” promosso dalla diocesi di Foligno con il patrocinio della Regione Umbria, la Provincia di Perugia, il Comune di Foligno e l’Ufficio scolastico regionale.

Questa manifestazione vedrà protagonisti gli studenti e le studentesse delle scuole secondarie di primo e secondo grado di Foligno che hanno lavorato nell’anno scolastico in corso sul tema dell’educazione alla custodia del creato con l’obiettivo di evidenziare progettualità per la salute dei nostri paesi e delle nostre città.

Il percorso didattico ha permesso anche di affrontare con gli studenti il tema dell’Expo di Milano “Nutrire il pianeta, energia per la vita” per riflettere sul consumo della nostra madre Terra per i nostri bisogni alimentari, sul tema della sicurezza alimentare e del diritto al cibo, visto che ancora oggi questo non è ancora assicurato a un miliardo di persone della nostra famiglia umana.

Il luogo delle giornate della Custodia del Creato, la zona montana ed il sacrario di Cancelli, farà da sfondo per celebrare con gli studenti il 70° anniversario della liberazione dell’Italia dal nazifascismo dove tanti giovani sono morti per battersi per un mondo migliore e più giusto. Il Sacrario di Cancelli è stato ideato e voluto da Don Pietro Arcangeli. Una lastra ricorda l’opera svolta in favore della libertà dal primo nucleo della V Brigata partigiana Garibaldi, una seconda i Caduti tra il 1944 e il 1945 e una terza, con riferimento alle medesime date, menziona i deportati e reduci dal conflitto. La festa, domenica 17 maggio, sarà caratterizzata dalla quarta edizione della “Camminata dell’Ascensione” dei podisti in montagna da Sant’Eraclio a Cancelli, organizzata in collaborazione con “Uisp – Orme – Camminare Liberi” ed il Centro Sportivo Italiano di Foligno.

PROGRAMMA

Venerdì 15 maggio , ore 9.15  Arrivo degli studenti nei luoghi 1° itinerario Roviglieto – Santuario Madonna del Riparo. Introduzione a cura dell’associazione culturale “Le vie dell’arte” ed escursione degli studenti presso il santuario 2° itinerario Santuario di Cancelli – Sacrario della memoria – Civitella. Introduzione a cura di Manlio Marini, Maria Pizzoni, Stefano Emili, Maura Franquillo, nell’ambito del 70° anniversario della liberazione dell’Italia dal nazifascismo in collaborazione con l’ANPI e l’ANED

Sabato 16 maggio Ore 9.15  Arrivo degli studenti nei luoghi 1° itinerario Roviglieto – Santuario Madonna del Riparo. Introduzione a cura dell’associazione culturale “Le vie dell’arte” ed escursione degli studenti presso il santuario 2° itinerario Santuario di Cancelli – Sacrario della memoria – Civitella. Introduzione a cura di Manlio Marini, Maria Pizzoni, Stefano Emili, Maura Franquillo, nell’ambito del 70° anniversario della liberazione dell’Italia dal nazifascismo in collaborazione con l’Anpi e l’Aned pomeriggio Ore 15.30 Letture delle fiabe nel bosco sul tema del viaggio con Sabina Antonelli e Maria Luisa Morici Ore 17.00 Merenda insieme

Domenica 17 maggio Festa dell’Ascensione  Ore 7.30 ritrovo podisti in montagna presso la piazza di Sant’Eraclio vicino alla fontana Ore 8.00 escursione Sant’Eraclio – Cancelli Ore 11.30 Messa al Santuario di Cancelli.

 

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Il diabete si può prevenire https://www.lavoce.it/il-diabete-si-puo-prevenire/ Fri, 08 May 2015 11:00:55 +0000 https://www.lavoce.it/?p=32946 sceening-diabeteIl 26 aprile l’Aild (Associazione italiana Lions per il diabete) ha promosso a Perugia un’iniziativa pubblica con l’intento di sensibilizzare la popolazione alla prevenzione e alla diagnosi precoce del diabete mellito.

Il diabete è una malattia sociale in continua crescita e va temuto per le gravi ed invalidanti complicanze a lungo termine, soprattutto di tipo cardiovascolare. Si stima che in Italia oltre l’8% della popolazione di età compresa fra 20 e 79 anni sia affetta da diabete. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità queste cifre sono destinate ad aumentare del 20% entro il 2030, in assenza di interventi di prevenzione.

Le ragioni di questo aumento progressivo sono legate alle nostre abitudini di vita, caratterizzate da un’eccessiva e scorretta alimentazione e da una scarsa attività fisica. In tal modo viene favorito lo sviluppo del sovrappeso e dell’obesità, che predispongono in maniera determinante alla comparsa del diabete. Si consideri inoltre che nel nostro Paese il 30% dei bambini è affetto da sovrappeso o obesità, condizioni che possono persistere in età adulta, con la conseguente comparsa di malattie metaboliche e cardiovascolari.

Si comprende quindi come la prevenzione delle malattie dell’adulto passa attraverso l’educazione a un corretto stile di vita sotto il profilo nutrizionale e motorio impostato fin dall’infanzia.

Se l’educazione è fondamentale nella prevenzione del diabete, una diagnosi precoce è essenziale per la prevenzione delle sue complicanze a lungo termine. La terapia è infatti più efficace quanto più precoce è la sua applicazione nella storia naturale della malattia. A questo servono le indagini di screening del diabete che l’Aild da qualche anno organizza in piazza a Perugia ad aprile e novembre.

Al dosaggio della glicemia viene associata la registrazione di una serie di parametri anamnestici e antropologici che consentono di definire il grado di rischio di sviluppare il diabete negli anni futuri.

Nella nostra regione negli ultimi due anni ha aderito a questa iniziativa anche Federfarma Umbra (l’associazione dei titolari delle farmacie private dell’Umbria), realizzando in oltre 100 farmacie alcune migliaia di contatti con i cittadini. I dati, raccolti in schede già predisposte, vengono elaborati di volta in volta, e hanno già offerto interessanti osservazioni che incoraggiano a continuare con la metodologia adottata per promuovere stili di vita corretti in una fascia di popolazione sempre più ampia.

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Come cambiano le case popolari https://www.lavoce.it/come-cambiano-le-case-popolari/ Fri, 03 Apr 2015 10:15:25 +0000 https://www.lavoce.it/?p=31298 case-popolari-perugiaLa “casa è un diritto di tutti” e la Regione Umbria, nonostante “la drammatica carenza di risorse”, negli ultimi 10 anni è riuscita a trovare 150 milioni di euro per la costruzione di 2.547 nuovi appartamenti di edilizia residenziale pubblica. Altri 600 alloggi sono stati resi disponibili recuperando edifici disabitati o abbandonati nell’ambito di piani di riqualificazione urbana e per rivitalizzare i centri storici. Come accaduto a Perugia, con i 12 appartamenti ricavati nel complesso della torre degli Sciri.

“Per la politica abitativa, in una ipotetica classifica tra le Regioni l’Umbria sta lottando per la Champion” ha commentato, in termini calcistici, l’assessore regionale Stefano Vinti alla presentazione del rapporto Abitare in Umbria, redatto dalla Direzione regionale programmazione, innovazione e competitività. Una pubblicazione che riporta e analizza tutti gli interventi regionali per garantire un tetto a famiglie in difficoltà, dalla realizzazione di nuovi alloggi al sostegno economico per l’affitto o l’acquisto di una casa.

Morosi incolpevoli

Con la crisi economica, la perdita del posto di lavoro e la messa in cassa integrazione, è aumentato il numero delle famiglie che non hanno più soldi per pagare l’affitto o la rata del mutuo. Mediamente – ha detto Vinti – il 30 per cento degli inquilini è in ritardo di 7 mesi nel pagamento dell’affitto. Per “morosità incolpevole, non perché buttano via i soldi al casinò!” ha precisato.

Così aumentano anche le richieste di sfratto. Nel 2001 in tutta l’Umbria i provvedimenti emessi dal giudice erano stati 521 ma nel 2013 sono più che raddoppiati: 1.102. Sono diventati circa 1.200 nel 2014, il 90 per cento dei quali – ha spiegato Vinti – proprio per “morosità incolpevole” di famiglie le cui entrate si sono ridotte. Nel solo Comune di Perugia c’è una lista di 1.800 persone che chiedono una casa perché sono in gravi difficoltà economiche.

“La nostra Regione – ha proseguito l’assessore – nonostante le grandi ristrettezze economiche in cui sì è trovata a operare, ha testardamente fatto la propria parte con interventi diretti per l’acquisto della prima casa, una convenzione con gli istituti di credito per facilitare l’accesso ai mutui, sostegno all’affitto per categorie sociali deboli, valorizzando l’affitto a canone concordato e potenziando la disponibilità di appartamenti a canone sociale dei Comuni e dell’Ater”.

I problemi dell’Ater

Quest’ultimo ente pubblico possiede 9.500 appartamenti ed è quindi il maggiore proprietario immobiliare dell’Umbria. Trecento di questi sono però vuoti perché inagibili; mentre altri 600, seppure abitati, avrebbero bisogno di manutenzione, per cui servirebbero 17 milioni di euro che però l’Ater non ha.

“Siamo proprio all’assurdo – ha commentato Vinti -, in un buffo Paese! Perché, per questi 9.500 alloggi, l’Ater deve pagare ogni anno due milioni e mezzo di Imu sulla seconda casa. Soldi che invece potevano servire per recuperare questi appartamenti inabitabili”.

Così come è assurda la vicenda del canone concordato, istituto che va rivisto perché di fatto “sta penalizzando gli inquilini che invece doveva aiutare”. Lo scopo era ottenere uno sconto sul prezzo dell’affitto concedendo agevolazioni fiscali ai proprietari degli immobili. Solo che, con il crollo del prezzo degli affitti, i contratti del libero mercato sono diventati più convenienti di quelli con canone concordato, che invece per legge resta fisso.

Nuovi stili di vita

La politica abitativa della Regione ha tenuto conto anche delle trasformazioni sociali, con l’aumento di famiglie senza figli e formate da un solo membro. Il trend di molte persone che vivono da sole – è detto nel rapporto – è il risultato di rapidi cambiamenti nello stile di vita: donne che vivono più a lungo dei loro compagni; tasso crescente di divorzi e separazioni; persone che vivono da sole per scelta, graduale spostamento di popolazione verso i centri urbani e aumento delle coabitazioni.

“Questi dati – ha concluso Vinti -, compreso ovviamente quello derivante dalle difficoltà economiche, hanno portato a privilegiare la costruzione di alloggi più piccoli, ma di qualità superiore alla media nazionale, e a calibrare diversamente le varie priorità di aiuto. Non a caso la Regione nel 2014 ha emanato ben 10 bandi a seguito dell’analisi del contesto regionale umbro e anche dell’ascolto dei vari soggetti pubblici e privati che compongono questo variegato settore”.

Con interventi di aiuto specifici per famiglie numerose, per separati e divorziati, famiglie con anziani, giovani coppie, nuclei monoparentali, e per categorie di cittadini socialmente disagiati, per le quali non erano previste forme di sostegno per la casa.

 

Il “caso” dell’Umbria

L’UMBRIA È SEMPRE UN PO’ MENO VERDE

In dieci anni, in Italia, il numero di edifici è aumentato del 13,1%. In Umbria di quasi il doppio: 21,4%. Nuove costruzioni che – come rileva il rapporto dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale sul consumo del suolo in Italia – anche “a causa di uno sviluppo non adeguatamente pianificato” hanno finito per “eliminare la differenza tra città e campagna”. Dunque una dispersione sul territorio che ha rovinato le campagne, con costi più alti per assicurare servizi pubblici quali trasporti, raccolta dei rifiuti, ecc.

SI È COSTRUITO TANTO MA MOLTE CASE RESTANO VUOTE

In Umbria un’abitazione su 6 non è occupata stabilmente o è addirittura disabitata. Una situazione anomala perché, mentre in Italia dal 2001 al 2011 queste abitazioni non occupate sono diminuite del 11%, in Umbria invece è accaduto il contrario: sono aumentate del 7,8%. “E allora siamo sempre più convinti – ha detto l’assessore Stefano Vinti – che sia inutile e dannosa un’ulteriore espansione e consumo del territorio; e che sia invece necessario aumentare l’offerta abitativa in affitto”. Risolvendo inoltre il grave problema delle barriere architettoniche, che “imprigionano in casa” non solo i disabili ma anche tanti anziani.

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In forma con Eurobis day https://www.lavoce.it/in-forma-con-eurobis-day/ Fri, 06 Feb 2015 13:11:17 +0000 https://www.lavoce.it/?p=30187 cooking-classSi svolgerà il 15 febbraio al PalaEvangelisti di Perugia “Eurobis day”, una giornata aperta a tutte le famiglie ed interamente dedicata ai sani stili di vita. L’obiettivo è di sensibilizzare tutta la comunità all’adozione di uno stile di vita più sano ed attivo, alla riscoperta del vivere bene.

La giornata sarà animata da giochi e gare all’aperto a cui i bambini potranno partecipare divertendosi con i propri genitori e scoprendo lo sport più adatto presso gli stand delle federazioni del Coni regionale. Ospite d’eccezione sarà Mauro Casciari della trasmissione televisiva Le Iene che presenterà la manifestazione e che terrà compagnia a tutti gli intervenuti per l’intera giornata. Sarà presente lo stand dell’associazione “Avanti tutta”, verranno esposti i prodotti delle fattorie didattiche della Confederazione italiana agricoltori (Cia) e i prodotti tipici del Camerun.

Il programma è ricco e variegato: a partire dalle ore 9 e fino alle 13 si svolgeranno attività di promozione sportiva con le federazioni del Coni; arrampicata sportiva sulla parete attrezzata del PalaEvangelisti gestita dall’Asd climbing zone; un’edizione straordinaria de “Le Corse lente di Va_lentina e Dante” organizzata in collaborazione con il Cus Perugia: a scelta una camminata di nordic walking o una passeggiata in bicicletta, in zona Percorso verde. Alle 13 è prevista la pausa pranzo “della salute”, con vendita di un lunch pack con menù salutistico.

Nel pomeriggio fino alle ore 20 verranno proposti un saggio di musiche tradizionali con le fattorie didattiche, una sfilata di costumi popolari africani organizzato dal gruppo delle donne camerunensi residenti a Perugia; saggio di hip hop dell’UrbanElementsCrew, in collaborazione con Studio Danza Morlacchi di Perugia, con coreografie ispirate ai personaggi di Walt Disney e realizzate da Elena Moscetti. Dalle 16.30 alle 17.30 intervento di Mauro Casciari sui sani stili di vita. Insieme a lui interverrà Leonardo Cenci, presidente dell’associazione “Avanti tutta!”.

Seguirà il concerto del gruppo “L’ora di libertà” tribute band Fabrizio De Andrè. La partecipazione è gratuita (si consiglia un abbigliamento comodo e scarpe sportive) ma è necessaria l’iscrizione (www.eurobis.it).

Eurobis (Epode Umbria Region Obesity Intervention Study) rappresenta un progetto innovativo a livello nazionale ed internazionale nel campo della lotta alla obesità infantile per il suo approccio intersettoriale che va ad intervenire su tutti i determinanti dell’obesità infantile, secondo la sperimentata metodologia Epode. Eurobis è il primo studio italiano Epode.

Il programma Epode (Ensamble prévenons l’obésité des enfants) si è sviluppato in Francia a partire dal 2004 e, dati i successi ottenuti con le sue azioni nella lotta all’obesità ed al sovrappeso infantile ed adolescenziale, è diventato il primo network mondiale in questo campo, attivo in 15 Paesi europei ed extra-europei con 25 programmi di intervento. Eurobis è stato promosso dalla Fondazione per la Ricerca sul diabete ed avrà una durata di 4 anni, a partire dal 2014. Referente principale è il prof. Pierpaolo De Feo, direttore dell’Healthy Lifestyle Institute Curiamo. (curiamo.unipg.it).

Eurobis è rivolto ai circa 55.000 bambini umbri dai 4 ai 12 anni ed ha lo scopo di implementare l’educazione ad uno stile di vita sano, cioè a corrette scelte alimentari ad una regolare pratica dell’attività fisica. Tutte le azioni che verranno intraprese in questa direzione vedranno il coinvolgimento delle famiglie, della scuola, dei pediatri, delle autorità politiche locali, delle imprese.

Laboratori di arteterapia per bambini ed adulti con “Tra”

Sabato 31 gennaio è stato inaugurato “Tra” il primo laboratorio di arte terapia in via Baglioni, nel centro storico di Perugia. A tenere i laboratori è Monica Grelli, ceramista nota per il marchio Mogré nonché arte terapeuta accreditata dalla scuola Art therapy italiana di Bologna. Si rivolge a tutti, bambini ed adulti, mamme in gravidanza e neomamme, donne e uomini di terza età e persone con disabilità.

Sono cinque i laboratori già in programma. “Ti conosco mascherina”, a tema carnevalesco per bambini fra i 4 e i 12 anni, si terrà lunedì 2 e 9 febbraio per il primo ciclo e giovedì 5 e 12 febbraio per il secondo, dalle 15 alle 17. Ancora ai piccoli, ma dai 6 ai 12 anni d’età, è riservato “Strega comanda colore…” per la stimolazione creativa a partire dalla rappresentazione cromatica, lunedì 16 e 23 febbraio, dalle 15 alle 16.30. È dedicato ai più grandi, dai 12 ai 18 anni d’età, invece, il percorso “Uno spazio per me” che in quattro sabati, dal 7 al 28 febbraio compresi, offrirà uno spazio esperienziale a tema dedicato ai materiali. Giovedì 19 e 26 febbraio e venerdì 20 e 27 febbraio, infine, è in programma “Favole d’argilla”, dalla 15 alle 16.30, per realizzare con argilla pigmenti e spezie profumate i propri beniamini della fiabe. A questi percorsi, poi, si è aggiunto il laboratorio esperienziale di “Arte al buio”, venerdì 13 febbraio, dalle 17 alle 19.

L’attività di “Tra” prosegue a marzo con “Scopriamolo insieme”, laboratorio d’arte per mamme, papà e bambini dai 18 ai 36 mesi, finalizzato alla scoperta, insieme, di colori, consistenze e profumi di materiali artistici. Ogni mercoledì e venerdì pomeriggio, dalle 17.30 alle 19.30, infine, “Tra” sarà atelier aperto a disposizione di tutti i partecipanti ai percorsi terapeutici.

Per informazioni, iscrizioni e costi: tra@gmail.com, info@mogre.it, 366.6564485.

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Insieme per eliminare lo spreco di alimenti https://www.lavoce.it/insieme-per-eliminare-lo-spreco-di-alimenti/ Fri, 23 Jan 2015 12:59:23 +0000 https://www.lavoce.it/?p=29924 cibo-sprecoOgni anno in Italia finiscono in discarica 10 milioni di tonnellate di cibo, per un valore di 37 miliardi di euro, mentre ci sarebbero circa 6 milioni di italiani in stato di ‘povertà alimentare’ che non sempre hanno soldi sufficienti per acquistare il latte, il pane, la carne e altri generi di prima necessità. Il cibo sprecato non è soltanto quello dei ristoranti o dei supermercati, ma anche quello della cucina e del frigorifero delle famiglie.

Anche in Umbria, il problema dello spreco mal si concilia con il fenomeno della povertà crescente. Per questo Regione e Cesvol di Perugia hanno promosso nelle scuole il concorso “Umbria che sì, Umbria che no – Rispettiamo il cibo, combattiamo lo spreco”.

L’iniziativa è parte di “un progetto ambizioso – ha detto la vice presidente della Regione con delega al welfare, Carla Casciari – per riflettere sullo spreco alimentare. Attraverso i giovani vogliamo coinvolgere le famiglie e gli adulti, per sviluppare la consapevolezza che, adottando corretti stili di vita e di consumo, si possono ridurre questi assurdi sprechi contribuendo così anche alla tutela dell’ambiente. Perché l’educazione al consumo consapevole comincia proporio in casa e in famiglia con la lista della spesa e la gestione del frigorifero”.

Alla presentazione del concorso a palazzo Donini sono intervenuti anche rappresentanti del Tavolo idee realizzabili, dell’associazione Amica Sofia e di Actionaid Umbria, che hanno collaborato alla sua realizzazione, e delle aziende private sponsor della iniziativa. Il premio – ha spiegato Casciari – fa parte del progetto Zero Waste per diffondere in Umbria la cultura del consumo consapevole e per la promozione e la valorizzazione di una rete di solidarietà sociale per il recupero di beni invenduti e la distribuzione a persone e famiglie bisognose.

Alessandra Stocchi, referente del Cesvol per questo progetto, ha detto che da ormai tre anni si sta operando su due fronti paralleli: la promozione di una cultura del consumo consapevole e l’attività operativa per il recupero, lo stoccaggio e la distribuzione di alimenti che andrebbero sprecati. Con la collaborazione e il supporto di aziende private, supermercati e di una rete di associazioni di varia estrazione.

“In questa società degli sprechi – ha detto il presidente del Cesvol, Giancarlo Billi – operiamo per un’economia che tenda al recupero, ma dobbiamo fare rete, dato che soltanto in provincia di Perugia ci sono circa 1.800 associazioni di volontariato. Un fatto positivo, ma per interventi più efficaci si deve passare dall’io al noi”.

Nel caso del progetto Zero Waste non c’è infatti solo il problema della raccolta di generi alimentari in scadenza, ma bisogna anche organizzarne il controllo, lo stoccaggio e la distribuzione sul territorio. Serve insomma un’organizzazione complessa che può funzionare soltanto se le associazioni lavorano insieme.

Il concorso per le scuole
Negli ultimi anni lo spreco alimentare è andato crescendo, in un mondo in cui un miliardo di persone soffre la fame e dove si sprecano ogni anno 1,3 miliardi di tonnellate di alimenti, pari a un terzo della produzione totale di cibo destinato al consumo umano. Il concorso, riservato agli studenti delle scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado dell’Umbria, vuole rappresentare una occasione di riflessione su questi temi. Si potrà partecipare con 3 tipi di elaborati: manifesti; pieghevoli con disegni, foto e testi; spot o brevi filmati. Dovranno essere inviati entro il 20 aprile in formato multimediale all’indirizzo info@zerosprechi.net. Previsti premi per 4.500 euro. Gli elaborati verranno quindi pubblicati sul sito www.zerosprechi.net e in un dvd.

Enzo Ferrini

 

Iniziative in tutta Umbria

A Perugia la Croce rossa ha attivato un servizio per persone in stato di povertà estrema con un numero telefonico, uno sportello di ascolto e un servizio di raccolta e distribuzione di viveri. La Caritas di Ponte San Giovanni e l’associazione Assolint forniscono servizi di sostegno, beni alimentari e abbigliamento a persone e famiglie bisognose, mentre il Banco alimentare e l’associazione Ipo con il progetto “Sano e solidale” svolgono anche una campagna di educazione alimentare. Sempre a Perugia sono in fase di partenza il progetto “Recupero solidale”, con capofila la cooperativa Babele, per il recupero di cibi cotti in mense scolastiche e aziendali e in ristoranti, e quello di Confcommercio e Comune per recuperare pane e prodotti da forno in panifici e supermercati.

A Città di Castello per rifornire di ortaggi e frutta l’Emporio della solidarietà San Giorgio, aperto dalla Caritas e che assiste 500 famiglie, volontari di varie associazioni coltivano un ‘orto sociale’ su un terreno concesso gratuitamente dal Comune. A Spoleto opera un Banco del recupero delle eccedenze alimentari per iniziativa del Comune e del consorzio Abn, mentre a Trevi sta per essere aperto un Emporio sociale promosso da Comune, Caritas e una rete di associazioni. Anche a Marsciano sta diventando operativo un Emporio solidale per iniziativa delle associazioni Laboratoriamo e Makeba, Banca del tempo, Caritas e Comune.

A Narni e Corciano, con il progetto “Solidarietà a domicilio”, la coop. Babele, in collaborazione con i due Comuni e varie associazioni, intende rifornire famiglie e persone bisognose di prodotti alimentari (anche cucinati) donati da aziende locali. Il progetto Zero Waste (“Zero rifiuti”) è promosso dalla Regione in collaborazione con i Comuni di Perugia e Città di Castello e il Cesvol Perugia. Tra i partner operativi ci sono il Banco alimentare, la Caritas diocesana di Città di Castello e l’associazione “Il Samaritano”. Il progetto fa parte di un protocollo di intesa con la Regione per “il sostegno, promozione e valorizzazione della rete di solidarietà sociale a supporto delle situazioni di disagio sociale”. Tante le iniziative già avviate (o che stanno per esserlo) elencate in un opuscolo di Regione e Cesvol. “Le nuove povertà – ha detto la vice presidente della Regione Carla Casciari – coinvolgono sempre di più persone. In Umbria sarebbero dalle 30 alle 40 mila”.

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“Educare” a scuola https://www.lavoce.it/educare-a-scuola/ Thu, 11 Sep 2014 12:11:02 +0000 https://www.lavoce.it/?p=27911 foligno-manifestazione-Cittadini-del-mondoLunedì 1° settembre è stato consegnato alle scuole secondarie di I e II grado del comprensorio di Foligno il nuovo progetto Cittadini del Mondo per l’anno scolastico 2014-2015, promosso dalla diocesi di Foligno in collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale, per essere inserito nel Piano Offerta formativa di ogni istituto. Il progetto didattico quest’anno si sviluppa su tre aree tematiche. La prima area, “Educare alla custodia del creato per la salute dei nostri paesi e delle nostre città”, vedrà coinvolte le classi della seconda media e del biennio delle superiori, trattando i temi della custodia del creato, della pace, dei nuovi stili di vita e dell’ecumenismo.

Nello specifico si vuole concretizzare con gli studenti quella “conversione ecologica” che ci porta a ritrovare il gusto per la bellezza della terra e lo stupore davanti alle sue meraviglie, facendo crescere la capacità critica per cogliere le ingiustizie presenti in un modello di sviluppo che non rispetta l’ambiente. La seconda area, “Barriere tra i popoli. I muri che dividono”, affronterà i temi della giustizia sociale, dell’integrazione, della solidarietà e del dialogo interreligioso con le classi di terza media e del terzo e quarto superiore. Tanti muri sono caduti in questi anni, ma altri ne vengono eretti, per stabilire con la forza frontiere o tenere fuori gli indesiderati da una città o una nazione.

Il progetto ha come obiettivo quello di far comprendere ai ragazzi le cause politiche, storiche e sociali di questa mobilità, per incoraggiare lo sviluppo verso un mondo migliore, senza tacere lo scandalo della povertà nelle sue varie dimensioni. Infine l’ultima area, “Dignità per tutti”, vedrà coinvolte le classi del quarto e quinto superiore parlando di Europa, bene comune, creatività e lavoro. Il Parlamento europeo ha deciso di proclamare il 2015 “Anno europeo per lo sviluppo”, con lo slogan “Dignità per tutti”. Il progetto, attraverso varie sinergie sul territorio, elaborerà azioni mirate per far comprendere agli studenti quale tipo di sviluppo economico favorisce anche una crescita sostenibile, secondo i principi di equità ed uguaglianza nell’accesso alle risorse e rispettando le generazioni future, i diritti umani, l’ambiente e la sovranità territoriale.

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Nuovi stili di vita https://www.lavoce.it/nuovi-stili-di-vita/ Thu, 25 Jul 2013 12:32:25 +0000 https://www.lavoce.it/?p=18359 Campeggio-montagnaIn agosto, dal 4 al 10, si realizzerà il 1° campo nazionale sui nuovi stili di vita per giovani, promosso dalla Commissione Nuovi stili di vita della diocesi di Padova con la collaborazione della Pastorale sociale ed il lavoro della diocesi di Foligno, l’Unità pastorale S. Eraclio-Cancellara. Il campo avrà luogo sulle splendide colline di Cancelli di Foligno ed è una proposta rivolta a tutti i giovani dai 18 ai 35 anni di età, provenienti da tutta Italia. Le giornate saranno dedicate all’approfondimento delle tematiche legate ai 4 nuovi rapporti che stanno a fondamento dei Nuovi stili di vita: con le cose, le persone, la natura, la mondialità. La giornata di venerdì si trascorrerà ad Assisi con San Francesco e il suo rapporto con il creato. Durante queste giornate sarà presente il responsabile nazionale della Rete interdiocesana sui nuovi stili di vita: padre Adriano Sella. Padre Sella ha lavorato per molti anni in Amazzonia, dove è stato coordinatore della Commissione Giustizia e pace e dell’organismo che si occupa della pastorale sociale all’interno della Conferenza dei vescovi dell’area ecclesiale Nord II del Brasile. Dal 2003 vive e lavora in Italia nella promozione dei nuovi stili di vita. A Vicenza ha promosso il movimento “Gocce di giustizia” e altre realtà che hanno come obiettivo creare una cultura di giustizia. A gennaio ha ricevuto il “Premio alla vita” 2013, riconoscimento istituito dal “Festival della vita” promosso dalla diocesi di Caserta e dalla Società San Paolo. Info: nuovistilidivitapadova.wordpress.com

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La natura come sano stile di vita https://www.lavoce.it/la-natura-come-sano-stile-di-vita/ Thu, 09 May 2013 16:34:25 +0000 https://www.lavoce.it/?p=16694 mercato-contadino-spesa-crisi“Quanto è diventata difficile la vita! Non si vive più!”. Quante volte abbiamo sentito dire frasi come queste, senza mai pensare e riflettere su cosa potremmo fare perché le cose cambino, in meglio naturalmente. Partendo in primis dal cambiare il nostro stile di vita per poi coinvolgere gli altri.

Mettendo a frutto le potenzialità che ognuno di noi ha perché si instaurino nuovi rapporti con le persone e con le cose, costruendo rapporti interpersonali non violenti e di profondo rispetto della diversità, mostrando più rispetto per la natura e per il creato intero. È dall’uomo che deve partire l’esempio, dal singolo cittadino, per coinvolgere poi la famiglia, la comunità, le istituzioni. Perché quando le nuove pratiche diventano azioni della gente e tanto più scelte di massa, anche i vertici e le strutture delle istituzioni politiche ed economiche vengono coinvolti al cambiamento.

Si muovono in questa direzione le due iniziative promosse indipendentemente dalla diocesi di Foligno e dall’Istituto Serafico di Assisi. Dal 10 al 12 maggio a Cancelli, nella diocesi di Foligno, si terrà la 2a Festa della custodia del creato sul tema “Educare alla custodia del creato per sanare le ferite della terra”. Una tre-giorni che vedrà coinvolti ragazzi e ragazze degli oratori parrocchiali e le loro famiglie in varie attività per conoscere e vivere insieme il territorio. Tra le varie proposte un “pomeriggio nel bosco” con il Corpo forestale dello Stato, una corsa campestre non agonistica e una passeggiata escursionistica con arrivo al santuario dei Ss. Pietro e Paolo di Cancelli. Un convegno (venerdì 10 maggio, ore 18) sui “Nuovi stili di vita, sviluppo rurale, educazione ambientale” e attività formative con gli studenti delle scuole secondarie di I e II grado di Foligno. Domenica 12 saranno presenti i produttori di Campagna Amica della Coldiretti. Venerdì 10 maggio, in mattinata, viene inaugurato il Laboratorio permanente sui nuovi stili di vita a Cancelli. (Info su http://progettocittadinidelmondo.blogspot.com)

Presso l’Istituto Serafico di Assisi, venerdì 10 maggio, a partire dalle ore 9, si tiene un convegno su “Nuovi stili di vita: percorsi capaci di futuro”, a cura della Commissione per i problemi sociali e del lavoro, giustizia e pace custodia del creato della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino. Il tema sarà trattato alla luce della dottrina sociale della Chiesa, con testimonianze a cura dei ragazzi dell’associazione Rami – Ragazzi missionari e del progetto Policoro. Tra i relatori c’è don Adriano Sella, coordinatore della rete interdiocesana sui Nuovi stili di vita.

Al convegno intervengono il vescovo di Assisi mons. Domenico Sorrentino, Francesca di Maolo, presidente dell’Istituto Serafico, Valentina di Maggio, animatrice progetto Policoro della diocesi, Alessio Allegrucci, presidente associazione Rami, Stefania Proietti, commissione diocesana Pastorale sociale, Francesco Fasulo e Roberto Tomassini, équipe Nuovi stili di vita della commissione diocesana Pastorale sociale e del lavoro. Al termine del convegno viene inaugurato l’“Angolo dei nuovi stili di vita” dell’Istituto Serafico.

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