Stefano Zamagni Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/stefano-zamagni/ Settimanale di informazione regionale Fri, 26 Mar 2021 14:51:59 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg Stefano Zamagni Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/stefano-zamagni/ 32 32 Una spiritualità nata per te https://www.lavoce.it/una-spiritualita-nata-per-te/ Tue, 09 Jun 2015 15:28:01 +0000 https://www.lavoce.it/?p=35168 La Mostra Itinerante “Nata per Te” allestita nella chiesa di S. Valentino a Terni
La Mostra Itinerante “Nata per Te” allestita nella chiesa di S. Valentino a Terni

In occasione dei 500 anni di nascita di santa Teresa d’Avila (1515-1582), grande mistica e Dottore della Chiesa, nonché patrona di Spagna, per ricordare la sua eredità spirituale, culturale, umana è in corso a Terni il Festival della spiritualità teresiana “Teresa tra azione e contemplazione” che, inauguratosi a gennaio, si concluderà a ottobre.

Il festival è stato ideato e organizzato dalla basilica carmelitana di San Valentino di Terni, dal Centro culturale valentiniano, dall’Università di Perugia (dipartimento di Economia, sede di Terni), in collaborazione con diverse associazioni.

Attraverso un percorso interdisciplinare, interculturale e di genere, si vuol dare una lettura moderna di santa Teresa d’Avila, ovvero in chiave di ricomposizione della sua figura come un mix di azione e contemplazione, che può quindi essere di esempio, in ogni tempo, sia per i credenti che per i non credenti.

In questa cornice interpretativa, si inscrive la capacità di santa Teresa non solo di aver pensato una mistica non “fuori dal mondo” ma impegnata nel mondo perché “cristocentrica, esperienziale, evangelizzatrice e missionaria”, ma anche di aver coerentemente creato l’Ordine delle Carmelitane Scalze e dei Carmelitani Scalzi, che rispecchia il suo credo; e di aver realizzato la fondazione, in meno di venti anni in tutta la Spagna, dei relativi conventi (17 femminili e 2 maschili).

Il personaggio di Teresa d’Avila è esaminato sotto vari profili che ne rivelano l’innovatività spirituale, l’eclettismo, il pragmatismo. La riflessione su Teresa è stata sviluppata dal punto di vista spirituale nelle conferenze su “Teresa e l’amore”; “Teresa e l’orazione come amicizia con Gesù”; “Teresa tra azione e contemplazione”. In settembre si terranno quelle su “Teresa e le diversità: mistica teresiana e mistica orientale a confronto”; “Teresa e i sensi spirituali”.

Poi, dal punto di vista della specificità femminile del suo magistero filosofico e sociologico, l’ultima rotonda rotonda su “Teresa e l’arte del condividere” prevede anche la lettura della testimonianza di suor Emanuela Ghini, fine letterata e biblista, del carmelo di Savona.

Dal punto di vista culturale e socio-economico, chiuderà in ottobre il festival la riflessione su “Economia e teologia: un difficile connubio. Tracce di ‘economia civile’ nel magistero di Teresa?” che avrà come protagonista il prof. Stefano Zamagni, illustre economista, collaboratore di Papa Benedetto XVI per la stesura dell’enciclica Caritas in veritate , e recentemente nominato da Papa Francesco membro ordinario della Pontificia accademia delle scienze.

L’attualizzazione della spiritualità e dell’opera di santa Teresa d’Avila è stata realizzata secondo una pluralità di voci e di approcci, a cui non poteva naturalmente mancare il versante artistico. Si ricorda la proiezione in marzo del film spagnolo Teresa de Jesus di Juan de Orduña, che non era mai stato portato sul grande schermo in Italia; il concerto di gennaio, a cura dell’associazione Talenti d’arte, “Un omaggio a Maria nel segno di Teresa”, in cui sono state interpretate le più belle Ave Maria della tradizione lirica italiana e straniera.

Sempre in ambito musicale, questa volta su un registro più moderno, sono previsti altri due concerti: il 20 giugno “Opere e poesie di Teresa in concerto” a cura di Vittorio Gabassi; e martedì 14 luglio “ Ave Maris Stella ” dedicato alla Madonna del Carmelo da parte del gruppo musicale Kralica Mjra di Vittorio Gabassi.

La mostra nazionale itinerante “Nata per te”, realizzata dalla provincia dei Carmelitani Scalzi dell’Italia centrale, è arrivata in maggio anche nella basilica di San Valentino di Terni, proponendo un viaggio all’interno della spiritualità teresiana avendo come guida Teresa stessa, la quale ha  “direttamente” parlato ai visitatori attraverso pannelli e installazioni appositamente create per sollecitare in maniera interattiva il visitatore a interrogarsi sulla presenza di Dio nella propria vita.

L’auspicio è che, alla fine del festival, si riesca a far comprendere appieno che Teresa d’Avila è una “vera maestra di vita” a tutto tondo. A distanza di secoli può, da un lato, trasmetterci tanti insegnamenti spirituali per migliorare – senza perdere di vista l’orizzonte comunitario – il nostro “cammino di perfezione” individuale in vista di una vita da condurre in un’atmosfera di gioia, pace, verità e amore; dall’altro, può infonderci dinamicità e forza per agire, in senso caritatevole nel mondo, all’insegna di una vita attiva, feconda e realizzatrice.

 

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Agiamo per fermare la tratta di persone https://www.lavoce.it/agiamo-per-fermare-la-tratta-di-persone/ Thu, 23 Apr 2015 14:05:57 +0000 https://www.lavoce.it/?p=31753 prostituzione-controllo-carabinieri“Tratta degli esseri umani: al di là della criminalizzazione”. Dopo quattro giorni di lavori si è chiusa martedì la 21a sessione plenaria della Pontificia accademia delle scienze sociali. In conferenza stampa, la presidente dell’istituzione vaticana, Margaret Archer, e alcuni membri hanno presentato il risultato del confronto tra studiosi, docenti universitari e funzionari di organizzazioni governative.

“Essere utili, non accessori o creativi, nel contrastare il fenomeno della tratta. Questo stiamo facendo”, ha affermato la Archer spiegando quindi le modalità d’azione: i contatti presi con la polizia, con i giovani e con i leader religiosi, con l’obiettivo di “unire tutti e far riconoscere il traffico come delitto morale e criminale”. I punti chiave su cui si è lavorato in questi giorni sono stati le modalità di protezione delle vittime – che prevede la distinzione tra immigrato illegale e persona schiavizzata, perché possano denunciare – e le strade per ridurre la domanda.

Si intende arrivare a inserire l’eliminazione, o almeno la riduzione, del traffico delle persone e ciò che ne consegue (lavoro forzato, prostituzione, traffico di organi, schiavitù domestica) tra gli Obiettivi del millennio per i prossimi 15 anni: “Ne parleremo con il Segretario dell’Onu il prossimo 28 aprile, quando sarà qui in Vaticano”.

“Il 70% delle persone trafficate sono di genere femminile, donne e bambine, mentre il 71% dei trafficanti sono uomini” – ha sottolineato l’economista Stefano Zamagni, membro dell’Accademia. – Oggi oggetto di tratta non è soltanto lo sfruttamento sessuale, la prostituzione: le donne sono vittime della tratta anche per essere state avviate al lavoro forzato, è questa la novità”. Perché si facciano progressi in materia di tratta e schiavitù, ha aggiunto Zamagni, è necessario sgombrare il campo da alcuni luoghi comuni, prendendo coscienza del fatto che il fenomeno si evolve in continuazione; che non va sottovalutato il ruolo della “domanda”, superiore a quello dell’offerta; e che va contrastato l’individualismo libertario che si sta diffondendo, ossia la mentalità “secondo cui, se uno sceglie di fare qualcosa, bisogna lasciarlo fare”. Da qui una serie di suggerimenti. Anzitutto, andrà potenziato il ruolo di denuncia della società civile e delle organizzazioni: “Si tratta – ha continuato Zamagni – di dotare queste organizzazioni (che al momento non hanno nessun riconoscimento ufficiale in sede Nazioni Unite) del potere di indicare e di praticare forme di protesta civile che si esprimono con il portafoglio. Cioè a dire: io non compro, non accetto di entrare in relazione di affari, pur legalmente possibili, se vengo a sapere che dietro ci sono fenomeni di sfruttamento e di schiavitù”. Altrettanto importante è insistere perché sia accettato a livello giuridico il concetto di tratta come “crimine contro l’umanità”. Inoltre, si sollecita la creazione di un’Autorità mondiale che faccia applicare i protocolli. Un’autorità “sul modello dell’Organizzazione mondiale del commercio, che sia in grado di far applicare i protocolli” in materia di traffico degli esseri umani, nelle sue varie forme che vanno dalla prostituzione al lavoro forzato, alla compravendita di organi. “Il Protocollo di Palermo – ha fatto notare – è stato sottoscritto dal 90% dei Paesi, ma nessuno di essi lo ha ratificato”. Il prof. Pierpaolo Donati, anch’egli membro della Pontificia accademia delle scienze sociali, ha evidenziato che è la riduzione della domanda la chiave di volta. Questi alcuni dei suggerimenti avanzati: “Rendere non profittevole il lavoro non protetto o addirittura la prostituzione, soprattutto modificando il lato della domanda, del consumatore. Quindi, modificare le preferenze nei clienti, nei consumatori, chi usa le persone ‘trafficate’ boicottando i prodotti delle imprese che producono questo tipo di beni, chiedendo che venga messa sui prodotti una targhetta che indichi che quel prodotto non è stato realizzato con il lavoro forzato o in altro modo vietato dalla legislazione”. E poi, “incoraggiare la donazione degli organi, e in questo la Chiesa può avere un ruolo: proibire la vendita di organi, fare educazione civica nelle scuole. E poi ancora, connettere tra loro le associazioni che sensibilizzano l’opinione pubblica”.

 

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Anniversario Madre Speranza: celebrazioni e convegno di attualità https://www.lavoce.it/anniversario-madre-speranza-celebrazioni-e-convegno-di-attualita/ Thu, 13 Feb 2014 15:22:32 +0000 https://www.lavoce.it/?p=22225 Mons. Bassetti (di spalle a sinistra) incontra le autorità civili e militari dell’Umbria
Mons. Bassetti (di spalle a sinistra) incontra le autorità civili e militari dell’Umbria

Da venerdì 7 a domenica 9 febbraio a Collevalenza è stato celebrato con grande solennità il 31° anniversario della nascita al cielo di Madre Speranza di Gesù, apostola dell’Amore Misericordioso che sarà beatificata il prossimo 31 maggio. Venerdì alle 21.30 una veglia di preghiera, animata prevalentemente da giovani venuti dall’Umbria e dal Lazio, ha aperto le cerimonie programmate. Sabato mattina alle 8 una liturgia eucaristica presieduta da p. Aurelio Perez e concelebrata da tutti i Figli dell’Amore Misericordioso, presenti a Collevalenza, ne ha ricordato il pio transito. Subito dopo alle ore 10 nell’auditorium della Casa del pellegrino il prof. Stefano Zamagni, Ordinario di Economia politica nell’Università di Bologna, ha trattato il tema “La crisi o è tramonto o aurora di un giorno nuovo. Come fare allora?”. Zamagni, dopo aver sostenuto che oggi si tende a confondere la miseria con la povertà, che è una virtù, ha affermato che la povertà diventa miseria quando non c’è la solidarietà. Secondo l’oratore, la crisi di oggi deve ascriversi a mancanza di solidarietà, fenomeno che risale a circa 30-35 anni or sono quando, tra gli anni 1970-75, il mondo occidentale aprì alla globalizzazione. Secondo Zamagni, almeno tre elementi hanno portato alla scomparsa della solidarietà. In primo luogo la delegittimazione del lavoro umano. In secondo luogo la finanziarizzazione dell’economia: non è il lavoro dell’uomo che dà benessere, ma è la finanza. L’economia ha rivendicato l’autonomia dall’etica e dalla politica, divenendo il regno dei fini, e la politica il regno dei mezzi. “La politica – ha detto – deve tornare a essere il regno dei fini”. Il terzo elemento va ricercato nella sfera culturale con la proposta di un individualismo libertario che postula l’auto-costruzione del sé. Ciò comporta che la fonte dei valori è il ‘gradimento’: non ci sono più valori oggettivi. Nel pomeriggio alle 17.30 celebrazione eucaristica dell’arcivescovo emerito di Perugia Chiaretti. Alle ore 21 elevazioni musicali in cripta con “The Green Orchestra”. Domenica 9, sotto lo slogan “Sulla strada in cui s’incontrano miseria e misericordia”, Silvia Landra, psichiatra di Milano, Aldo Maria Valli, giornalista vaticanista, autore di una biografia su Madre Speranza, e Luigi Alici, ordinario di Filosofia morale nell’Università di Macerata, hanno dato vita a una vivace tavola rotonda in cui ciascuno ha portato la propria testimonianza. Alle ore 12 solenne concelebrazione presieduta da mons. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia – Città della Pieve, presto cardinale. Presenti le maggiori autorità civili e militari della Regione, mons. Bassetti, accolto dal saluto di p. Aurelio Perez, superiore generale Fam, ha dato inizio alla celebrazione nella cripta stracolma di pellegrini venuti da ogni dove. All’omelia mons. Bassetti ha detto: “Oggi siamo qui a commemorare per l’ultima volta una defunta, se pur venerabile: dal prossimo anno, l’8 febbraio, festeggeremo una santa. La Chiesa, infatti, per mano di Papa Francesco, ha riconosciuto la santità della vita di Madre Speranza, e il 31 maggio sarà proclamata beata! Un giorno di festa e di gaudio tanto atteso, per il quale abbiamo pregato e invocato l’aiuto di Dio, e che è finalmente arrivato. Si conclude così, nel modo più mirabile, la vicenda umana di una giovane donna che lasciò la sua casa, il 15 ottobre 1914, per ‘farsi santa, una grande santa’… Ella ha risposto con entusiasmo e generosità alla divina chiamata, ha rinnegato se stessa per conquistare una vita nuova, inondata dalla luce e dall’amore di Dio che l’ha resa giusta, virtuosa e santa. Il suo ricordo rimarrà in eterno, perché – l’abbiamo appena ascoltato dalle letture – il giusto, cioè il santo, sarà sempre ricordato”.

Anzitutto la povertà

Alle ore 17.30 di domenica 9, il vescovo mons. Benedetto Tuzia ha presieduto la liturgia eucaristica e, commentando il Vangelo, ha messo in risalto Madre Speranza come osservante della povertà e innamorata dei poveri. “Ricordiamo che un giorno, ai piedi dell’altare – scrive M. Speranza – in presenza di Gesù abbiamo abbracciato il voto di povertà mentre gli angeli cantavano: ‘Beati i poveri, perché di essi è il regno dei cieli’. C’è poi un vero contratto che ci lega a Gesù e Lui a noi; proprio in virtù di tale solenne patto Gesù vuole che il nostro cuore, libero da ogni legame, cerchi solo Lui come l’unico bene. Lavoriamo, preghiamo, sforziamoci per ripetere nell’ora della nostra morte le stesse parole di san Francesco: ‘Ti benedico e ti ringrazio, Dio mio, perché non mi hai permesso di mancare al voto di povertà’”.

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Famiglia, “architetto” della società https://www.lavoce.it/famiglia-architetto-della-societa/ Thu, 19 Sep 2013 13:49:22 +0000 https://www.lavoce.it/?p=19130 Torino, 12 settembre, l’apertura della Settimana Sociale
Torino, 12 settembre, l’apertura della Settimana Sociale

“Coraggio, avanti su questa strada con le famiglie!” è stato il saluto, pieno di slancio, che Papa Francesco ha rivolto, dopo l’Angelus, ai 1.300 partecipanti alla 47a Settimana sociale a Torino. Il Papa si è rallegrato “per il grande impegno che c’è nella Chiesa in Italia con le famiglie e per le famiglie, e che è un forte stimolo anche per le istituzioni e per tutto il Paese”.

“La famiglia non è un affare privato”: ecco “la prima conclusione, il punto di non-ritorno del nostro cammino”, ha detto tracciando le fila dei lavori Luca Diotallevi, vice presidente del Comitato organizzatore. Ma, soprattutto, “ci costringe a inserire nel dibattito pubblico italiano un elemento scandalosamente scorretto”.

L’architettura della famiglia “è una parte essenziale, ineliminabile, dell’architettura della civitas” ha detto ancora Diotallevi. L’obiettivo: un New Deal sulla famiglia (auspicato anche da Franco Pasquali, coordinatore di Retinopera). Prima mossa: un esame di coscienza. Diotallevi è volutamente provocatorio: “Cosa abbiamo fatto noi laici cattolici italiani, in questi tre anni nella civitas e nella ecclesia, anni così difficili e talvolta drammatici?”. E ancora: “È inutile, o ipocrita, che i laici cattolici italiani si pongano la questione della famiglia senza porsi anche con schiettezza la questione dello stato in cui versa oggi il cattolicesimo politico in Italia… Se è vero che la famiglia non è un affare privato, ma pubblico, ciò significa che il caso della famiglia ha molti profili, e sicuramente uno anche politico”.

È una vera e propria “chiamata alle armi”, nella direzione pacifica di chi accetta il dialogo e il confronto, quella di Diotallevi. “Bisogna combattere”, e la partita si gioca sul piano politico: è lì che vanno pensate con creatività le azioni collettive, che rimandano a una parola che è ricorsa molto di frequente nella Settimana sociale: “alleanza”.

Quello dei laici cattolici si profila come “un impegno pesante e protratto nel tempo”. Inutile nascondersi, del resto, che “sono decenni che agli italiani viene negato di avere un voto pesante almeno quanto quello che hanno i cittadini delle grandi democrazie”. Vogliamo essere noi, invece, a decidere chi ci rappresenta, ne abbiamo il diritto e il dovere. “Bisogna combattere”, con “l’agonismo della libertà” di sturziana memoria e con la capacità di “convergere”.

E la prima battaglia è quella di “continuare ad affermare lo spirito e la lettera con cui la nostra Costituzione riconosce i diritti e i doveri di quella particolare formazione sociale che è la famiglia fondata sul matrimonio. Non possiamo spaventarci né tacere di fronte a chi propone o minaccia di trasformare un diritto in un reato di opinione”.

Ma sono tanti i temi sul tappeto, come “la valenza pubblica dell’impegno educativo, la contestazione radicale che va portata alla pretesa dello Stato di farsi educatore, la crisi dell’educazione alla laboriosità e all’intraprendere, il carattere ingiusto e inefficiente della pressione fiscale che oggi debbono sopportare i contribuenti italiani e le loro famiglie, la onerosità e gli aspetti sperequativi del modello di welfare State tuttora imperante”. Senza contare lo “sfruttamento” delle famiglie immigrate e il degrado degli spazi urbani che incide sulla qualità della vita, non solo delle periferie.

Le Settimane sociali, ha detto il Papa all’apertura di questa edizione, “sono state provvidenziali e preziose, e lo sono ancora oggi”. Anche per la loro capacità di “affrontare, e se possibile anticipare, gli interrogativi e le sfide talvolta radicali posti dall’attuale evoluzione della società”. “Coraggio, avanti”, il suo invito all’Angelus. Appuntamento allora al 2017.

Il Messaggio del Papa

Per la Settimana sociale Papa Francesco ha inviato un Messaggio al card. Bagnasco, presidente della Cei. “Le Settimane sociali – scrive – sono uno strumento privilegiato attraverso il quale la Chiesa in Italia porta il proprio contributo per la ricerca del bene comune del Paese. Questo compito, che è di tutta la comunità nelle sue diverse articolazioni, appartiene in modo specifico ai laici e alla loro responsabilità… Per la comunità cristiana la famiglia è ben più che ‘tema’: è vita, è tessuto quotidiano, è cammino di generazioni che si trasmettono la fede insieme con l’amore e con i valori morali fondamentali… Il futuro della società, e in concreto della società italiana, è radicato negli anziani e nei giovani: questi, perché hanno la forza e l’età per portare avanti la storia; quelli, perché sono la memoria viva”.

Il premier Enrico Letta durante il suo intervento alla Settimana Sociale
Il premier Enrico Letta durante il suo intervento alla Settimana Sociale

I temi e i momenti dell’incontro di Torino

La 47a Settimana sociale dei cattolici italiani, sul tema “La famiglia, speranza e futuro per la società italiana”, si è svolta con base al teatro Regio di Torino il 12-15 settembre. Gli interventi, anche in forma video, si possono trovare sul sito www.settimanesociali.it. La prolusione è stata tenuta dal card. Angelo Bagnasco, presidente della Cei, sul tema “L’architettura della famiglia: logica e ricadute sociali”. Il giorno 13, dopo i saluti del premier Enrico Letta, si sono tenute le relazioni: “I diritti della famiglia riconosciuti nella Costituzione italiana” (Lorenza Violini); “La famiglia oggi: scenari e prospettive” (G. Carlo Blangiardo), “Le politiche familiari per il bene comune” (Stefano Zamagni). Hanno quindi preso avvio i gruppi di lavoro / assemblee tematiche, che riguardavano: la missione educativa della famiglia (con Franco Miano, presidente dell’Ac, e il pedagogo Domenico Simeone); le alleanze educative, in particolare con la scuola (M. Grazia Colombo dell’Agesc, suor Anna Monia Alfieri della Fidae); accompagnare i giovani nel mondo del lavoro (suor Silvana Rasello del Ciofs-Fp, e l’economista Vittorio Pelligra); la pressione fiscale sulle famiglie (Roberto Bolzonaro del Forum famiglie, e l’economista Luigi Campiglio); famiglia e sistema di welfare (Francesco Antonioli del Sole 24 Ore, e il giurista Luca Antonini); il cammino comune con le famiglie immigrate (con i sociologi Maurizio Ambrosini e Laura Zanfrini); abitare la città (Paola Stroppiana dell’Agesci, e l’economista Luigi Fusco Girard); la custodia del creato per una solidarietà intergenerazionale (con il pedagogo Pierluigi Malavasi, e Simone Morandini della Fondazione Lanza). Il sabato pomeriggio è andata in onda una puntata speciale di A Sua immagine dedicata alla Settimana. Le conclusioni, domenica mattina, sono state affidate al prof. Luca Diotallevi, vice presidente del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane sociali.

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La ricetta dell’economista Stefano Zamagni per far ripartire il progetto Europa https://www.lavoce.it/la-ricetta-delleconomista-stefano-zamagni-per-far-ripartire-il-progetto-europa/ Thu, 27 Jun 2013 14:31:04 +0000 https://www.lavoce.it/?p=17709 parlamento-europeoEuropa tradita dal miraggio della moneta unica, che ha appannato lo scopo di unità politica per cui era nata. Europa a due velocità, con una Germania che detta le agende politiche e finanziarie, e un’area mediterranea che non ha saputo adeguatamente conciliare sviluppo e austerità. In tempi di crisi, si cercano ricette e capri espiatori, ma uscire dallo stallo è difficile e un’intera generazione ne sta duramente pagando le conseguenze.

Ne parliamo a Bruxelles con l’economista Stefano Zamagni, a margine della Settimana della speranza, promossa dai Vescovi della Comunità europea (Comece), dove il docente ha partecipato a un incontro presentando a un folto pubblico la figura di san Bernardino da Siena e il suo pensiero economico.

Cosa è andato male in Europa?

“Non ha funzionato il fatto che il pensiero e l’opera dei fondatori del grande progetto europeo – De Gasperi, Adenauer e Schuman – non sono stati più seguiti a partire dagli ultimi 20 anni. L’Unione europea doveva essere il punto di arrivo di un processo che, partendo dalla realtà economica, avrebbe dovuto condurre all’unificazione politica. È accaduto invece che, a partire dagli anni Novanta, per tutta una serie di ragioni, la nuova classe dirigente europea dei diversi Paesi ha dimenticato il fine e si è andati avanti con i mezzi, cioè la moneta unica e, in generale, la dimensione monetaria, senza riguardo alcuno nei confronti dell’unificazione politica. L’arrivo, quindi, nel 2008 della crisi economica e finanziaria dagli Stati Uniti si è abbattuto come una tempesta su un corpo già debilitato, producendo gli effetti che stiamo vivendo”.

Come ridare fiato all’economia dei Paesi che sono obbligati dall’Europa a rimettere in ordine i conti?

“Il punto è un altro: cioè, che in Italia, come pure in Spagna, per non parlare di Grecia e Portogallo, abbiamo avuto nell’ultimo decennio una classe politica che non ha fatto tesoro del noto aforisma che Platone enuncia nel Fedro: ‘Il solco sarà dritto e il raccolto abbondante se i due cavalli che trainano l’aratro procedono alla stessa velocità’. Perché se un cavallo corre più veloce dell’altro, il solco piega a destra o a sinistra e il raccolto non c’è. Questa metafora di Platone si applica al nostro caso. I due cavalli sono, da un lato, l’austerità che vuol dire mettere a posto i conti, ma l’altro cavallo è lo sviluppo. Negli ultimi anni i nostri Governi hanno fatto andare avanti solo il cavallo dell’austerità e non hanno fatto marciare l’altro cavallo”.

È il nodo su cui si è impantanata l’Italia. Cosa dà allora fiato allo sviluppo?

“Danno fiato allo sviluppo tre cose. Primo, l’abbattimento dei costi della burocrazia, della politica e, più in generale, della rendita. La seconda azione è la lotta all’evasione fiscale. L’evasione fiscale in Italia è di 120 miliardi di euro all’anno. Pensiamo a quante cose si possono fare con quei soldi. Non è un caso se la Cei non perde occasione per denunciare l’evasione fiscale. Anche l’ultimo discorso del card. Bagnasco va in questa direzione: l’evasione fiscale contraddice il settimo Comandamento. È una forma di furto perché è una violazione della giustizia contributiva. Il terzo provvedimento è la pluralizzazione delle imprese che operano nel mercato. Non possiamo pensare che basti potenziare l’impresa di tipo capitalistico per uscire dalle secche attuali. A fianco delle imprese capitalistiche deve poter operare – a parità di condizioni – l’impresa sociale, l’impresa civile, cioè tutte quelle forme d’imprese che corrispondono a quelle che noi chiamiamo organizzazioni a movente ideale”.

La speranza?

“La mia grande speranza risiede oggi nella Scuola di economia civile che, dal prossimo settembre, partirà a Loppiano, aggregando un gruppo di 50 accademici italiani di diverse Università, economisti, giuristi, aziendalisti, sociologi. La nostra idea è che l’Italia potrà uscire da questa situazione soltanto se rimette in moto e al lavoro la società civile organizzata, e chiederemo lobby al Parlamento per modificare tutte quelle leggi, lacci e lacciuoli che finora hanno strangolato la dimensione economica delle società civile. Anche perché questo tipo di imprese hanno una caratteristica: sono generatori di posti di lavoro. Non sono ad alta intensità di capitali, sono imprese ad alta intensità di lavoro e, quindi, potrebbero facilmente reimmettere nel circuito produttivo almeno 600 mila persone che oggi sono disoccupate”.

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