Spingola Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/spingola/ Settimanale di informazione regionale Wed, 24 Jan 2024 18:22:32 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg Spingola Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/spingola/ 32 32 Omaggio a don Francesco Spingola con concerto e messa https://www.lavoce.it/omaggio-a-don-francesco-spingola-con-concerto-e-messa/ https://www.lavoce.it/omaggio-a-don-francesco-spingola-con-concerto-e-messa/#respond Wed, 17 Jan 2024 16:44:01 +0000 https://www.lavoce.it/?p=74558

Il 5 novembre del 2020, dopo una dolorosa malattia, ci lasciava Monsignor Francesco Spingola, sacerdote e musicista di altissimo profilo, che ha tracciato segni indelebili nella cultura della musica sacra nazionale e internazionale. Dalla natia Calabria dove era iniziato il suo cammino religioso, educativo e artistico, don Francesco è approdato a Perugia nel 1970 ottenendo anche in Umbria il riconoscimento della sua grandezza di pastore e maestro nella vita e nell'arte. La sua fede cristallina e potente ha consegnato orientamenti sicuri ai tanti suoi allievi del seminario di Cassano all’Ionio, dove ha esercitato l'insegnamento dopo l'ordinazione sacerdotale ricevuta nel 1955. A testimonianza di quel periodo assume uno speciale significato il documento (scritto in parte a mano e in parte con una vecchia macchina da scrivere) nel quale il giovane don Francesco aveva fissato i suoi pensieri sulla Via Crucis con una straordinaria intensità. Nella fase terminale della sua malattia, don Francesco mi consegnò questo materiale ben conoscendo il mio immenso amore per Gesù e la mia particolare devozione per il venerdì santo. I pensieri contenuti in tale lavoro di riflessione presentano anche risvolti di intima tensione emotiva legata sia al ministero religioso, sia alla quotidianità della condizione umana. La via della Croce è la strada che percorrono ogni giorno quanti si trovano nel dolore, troppo spesso vittime dell'indifferenza generata dall'egoismo, ed è al tempo stesso un cammino interiore, fra travaglio e ristoro, che conduce alla comprensione del senso più profondo del messaggio cristiano e cioè che non c'è estasi senza agonia e non c'è resurrezione senza morte. Della lunga esperienza sacerdotale di don Francesco resta vivo il ricordo della voce chiara e sicura con cui spiegava il Vangelo nel corso della Messa: una voce densa di autenticità e sempre attenta a coinvolgere l'uditorio nella sua totalità, perché la fede è una tensione verso il bene che ci rende fratelli e necessita di essere testimoniata nell'amore per la verità. Monsignor Spingola è stato maestro in ogni fibra dell'essere e il proprio eccelso talento musicale ha sempre sostenuto la sua intenzionalità educativa e pastorale. Diplomatosi al Conservatorio di Bari sotto la guida del maestro Nino Rota, ha coniugato, attraverso l'esercizio e l'insegnamento del canto corale, le proprie vocazioni sacerdotale e artistica fondando un coro polifonico nella diocesi di Cassano all’Ionio e conferendo nuova e vivace linfa al canto gregoriano.

Il coro “San Faustino” e l'Istituto “Frescobaldi”

Lasciata la Calabria per motivi familiari, a Perugia ha ricominciato con umiltà, determinazione e pazienza a tessere la tela dell'arte musicale coristica gettando le basi per la fondazione di un nuovo coro con i bambini e i ragazzi del quartiere in cui don Francesco esercitava il proprio magistero pastorale. Si è andato così formando il coro polifonico San Faustino destinato nel tempo a esibirsi in varie località dell'Italia, dell'Europa e degli Stati Uniti d'America, senza mai dismettere il proprio abito di accompagnamento alla liturgia e agli eventi religiosi del mondo cristiano. Dal 5 novembre scorso, in occasione del terzo anniversario della scomparsa di don Francesco, il coro polifonico San Faustino ha assunto anche il nome del suo fondatore e storico direttore. Inoltre monsignor Spingola è stato impegnato nella direzione dell'Istituto Diocesano di Musica Sacra “Girolamo Frescobaldi” succedendo a monsignor Pietro Squartini che aveva avviato l’attività dello stesso Istituto, da lui diretto fino alla morte. [caption id="attachment_74589" align="alignnone" width="640"]zona absidale della chiesa con pareti chiare, quadro sul fondo e altri quadri ai lati. In basso un organo e due pianoforti. L'Auditorium Marianum dell'Istituto Frescobaldi[/caption]

Spingola: la musica come elevazione spirituale

Nel corso della sua lunghissima esperienza direttiva, il maestro Spigola ha investito copiose energie per sensibilizzare genitori, scuole, e soprattutto giovani e giovanissimi sull'importanza della musica come mezzo di elevazione spirituale, formazione culturale e disciplina interiore. I corsi generali e di strumento presso l'Istituto “Frescobaldi” sono andati così via via aumentando facendo della scuola musicale diocesana un importante riferimento culturale e artistico per la città di Perugia, anche per le frequenti iniziative di eventi musicali con la partecipazione di grandi artisti di ogni parte del mondo. Enorme è l'eredità che don Francesco ha lasciato attraverso le numerosissime composizioni musicali e le preziose pubblicazioni di carattere storico, linguistico, letterario e antropologico, alcune delle quali realizzate per l'istituto “Frescobaldi”, come, ad esempio, la rivista di musicologia Studi e documentazioni e il testo Organi e Organari dell'Umbria: opere che testimoniano il valore riconosciuto da don Francesco alla memoria come strumento d’elezione in campo educativo. Fra i molteplici aspetti della versatilità artistica, tanto musicale che letteraria, di don Francesco non può essere taciuto l'interesse antropologico e linguistico del maestro per il lessico e le tradizioni della sua terra natale. Interesse che ha prodotto opere di grande spessore e assoluta originalità dalle quali si evince facilmente lo stretto legame che tiene insieme i luoghi, le parole e la musica.

Opere di mons. Spingola

Don Francesco, infatti, oltre ad aver scritto un  dizionario del dialetto di Verbicaro (suo paese d'origine in provincia di Cosenza) ha dato alla luce due raccolte poetiche, sempre scritte nel dialetto della sua terra, di grande valore antropologico e letterario: Quisquilie e Ninne Nanne Jocarieddhi Canzuneddi e Prighieri ‘i Vruvicaru (di quest'ultimo lavoro è doveroso evidenziare anche la trascrizione musicale riportata dall'autore con arte non comune). Di assoluto rilievo antropologico è infine quella che può essere considerata una sorta di “summa” in questo ambito di lavoro artistico: la fedele trascrizione di parole e musica dei Canti della tradizione religiosa di Verbicaro. Si può dunque parlare, senza tema di smentita, di un uomo straordinario e di un artista al tempo stesso peculiare e universale per la specificità e la vastità dei suoi interessi e dei suoi talenti, serviti, nell'arco di tutta una vita, con costanti dedizione e impegno, anche nei momenti difficili dei lutti familiari e della malattia.

Iniziativa per ricordare don Spingola

Il prossimo 21 gennaio 2024 alle ore 18 presso l'Auditorium Marianum sito al numero 184 di Corso Cavour a Perugia, sarà celebrata da don Francesco Verzini una Santa Messa solenne in memoria di monsignor Francesco Spingola. Durante la celebrazione liturgica, saranno eseguiti, in omaggio al maestro, canti scritti da don Francesco dal Coro Polifonico San Faustino Francesco Spingola diretto dal maestro Daniele Lupo.
Al termine della Messa sarà donato ai presenti che lo desiderino il libro di Leonardo Alario Monsignor Francesco Spingola una vita piena di Fede, Amore e Musica per volontà del fratello Emanuele che è autore dell'introduzione al testo, in cui viene delineato un commuovente profilo umano del compianto don Francesco Spingola che è sempre nel cuore di quanti lo hanno conosciuto e amato.
Antonella Ubaldi
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Il 5 novembre del 2020, dopo una dolorosa malattia, ci lasciava Monsignor Francesco Spingola, sacerdote e musicista di altissimo profilo, che ha tracciato segni indelebili nella cultura della musica sacra nazionale e internazionale. Dalla natia Calabria dove era iniziato il suo cammino religioso, educativo e artistico, don Francesco è approdato a Perugia nel 1970 ottenendo anche in Umbria il riconoscimento della sua grandezza di pastore e maestro nella vita e nell'arte. La sua fede cristallina e potente ha consegnato orientamenti sicuri ai tanti suoi allievi del seminario di Cassano all’Ionio, dove ha esercitato l'insegnamento dopo l'ordinazione sacerdotale ricevuta nel 1955. A testimonianza di quel periodo assume uno speciale significato il documento (scritto in parte a mano e in parte con una vecchia macchina da scrivere) nel quale il giovane don Francesco aveva fissato i suoi pensieri sulla Via Crucis con una straordinaria intensità. Nella fase terminale della sua malattia, don Francesco mi consegnò questo materiale ben conoscendo il mio immenso amore per Gesù e la mia particolare devozione per il venerdì santo. I pensieri contenuti in tale lavoro di riflessione presentano anche risvolti di intima tensione emotiva legata sia al ministero religioso, sia alla quotidianità della condizione umana. La via della Croce è la strada che percorrono ogni giorno quanti si trovano nel dolore, troppo spesso vittime dell'indifferenza generata dall'egoismo, ed è al tempo stesso un cammino interiore, fra travaglio e ristoro, che conduce alla comprensione del senso più profondo del messaggio cristiano e cioè che non c'è estasi senza agonia e non c'è resurrezione senza morte. Della lunga esperienza sacerdotale di don Francesco resta vivo il ricordo della voce chiara e sicura con cui spiegava il Vangelo nel corso della Messa: una voce densa di autenticità e sempre attenta a coinvolgere l'uditorio nella sua totalità, perché la fede è una tensione verso il bene che ci rende fratelli e necessita di essere testimoniata nell'amore per la verità. Monsignor Spingola è stato maestro in ogni fibra dell'essere e il proprio eccelso talento musicale ha sempre sostenuto la sua intenzionalità educativa e pastorale. Diplomatosi al Conservatorio di Bari sotto la guida del maestro Nino Rota, ha coniugato, attraverso l'esercizio e l'insegnamento del canto corale, le proprie vocazioni sacerdotale e artistica fondando un coro polifonico nella diocesi di Cassano all’Ionio e conferendo nuova e vivace linfa al canto gregoriano.

Il coro “San Faustino” e l'Istituto “Frescobaldi”

Lasciata la Calabria per motivi familiari, a Perugia ha ricominciato con umiltà, determinazione e pazienza a tessere la tela dell'arte musicale coristica gettando le basi per la fondazione di un nuovo coro con i bambini e i ragazzi del quartiere in cui don Francesco esercitava il proprio magistero pastorale. Si è andato così formando il coro polifonico San Faustino destinato nel tempo a esibirsi in varie località dell'Italia, dell'Europa e degli Stati Uniti d'America, senza mai dismettere il proprio abito di accompagnamento alla liturgia e agli eventi religiosi del mondo cristiano. Dal 5 novembre scorso, in occasione del terzo anniversario della scomparsa di don Francesco, il coro polifonico San Faustino ha assunto anche il nome del suo fondatore e storico direttore. Inoltre monsignor Spingola è stato impegnato nella direzione dell'Istituto Diocesano di Musica Sacra “Girolamo Frescobaldi” succedendo a monsignor Pietro Squartini che aveva avviato l’attività dello stesso Istituto, da lui diretto fino alla morte. [caption id="attachment_74589" align="alignnone" width="640"]zona absidale della chiesa con pareti chiare, quadro sul fondo e altri quadri ai lati. In basso un organo e due pianoforti. L'Auditorium Marianum dell'Istituto Frescobaldi[/caption]

Spingola: la musica come elevazione spirituale

Nel corso della sua lunghissima esperienza direttiva, il maestro Spigola ha investito copiose energie per sensibilizzare genitori, scuole, e soprattutto giovani e giovanissimi sull'importanza della musica come mezzo di elevazione spirituale, formazione culturale e disciplina interiore. I corsi generali e di strumento presso l'Istituto “Frescobaldi” sono andati così via via aumentando facendo della scuola musicale diocesana un importante riferimento culturale e artistico per la città di Perugia, anche per le frequenti iniziative di eventi musicali con la partecipazione di grandi artisti di ogni parte del mondo. Enorme è l'eredità che don Francesco ha lasciato attraverso le numerosissime composizioni musicali e le preziose pubblicazioni di carattere storico, linguistico, letterario e antropologico, alcune delle quali realizzate per l'istituto “Frescobaldi”, come, ad esempio, la rivista di musicologia Studi e documentazioni e il testo Organi e Organari dell'Umbria: opere che testimoniano il valore riconosciuto da don Francesco alla memoria come strumento d’elezione in campo educativo. Fra i molteplici aspetti della versatilità artistica, tanto musicale che letteraria, di don Francesco non può essere taciuto l'interesse antropologico e linguistico del maestro per il lessico e le tradizioni della sua terra natale. Interesse che ha prodotto opere di grande spessore e assoluta originalità dalle quali si evince facilmente lo stretto legame che tiene insieme i luoghi, le parole e la musica.

Opere di mons. Spingola

Don Francesco, infatti, oltre ad aver scritto un  dizionario del dialetto di Verbicaro (suo paese d'origine in provincia di Cosenza) ha dato alla luce due raccolte poetiche, sempre scritte nel dialetto della sua terra, di grande valore antropologico e letterario: Quisquilie e Ninne Nanne Jocarieddhi Canzuneddi e Prighieri ‘i Vruvicaru (di quest'ultimo lavoro è doveroso evidenziare anche la trascrizione musicale riportata dall'autore con arte non comune). Di assoluto rilievo antropologico è infine quella che può essere considerata una sorta di “summa” in questo ambito di lavoro artistico: la fedele trascrizione di parole e musica dei Canti della tradizione religiosa di Verbicaro. Si può dunque parlare, senza tema di smentita, di un uomo straordinario e di un artista al tempo stesso peculiare e universale per la specificità e la vastità dei suoi interessi e dei suoi talenti, serviti, nell'arco di tutta una vita, con costanti dedizione e impegno, anche nei momenti difficili dei lutti familiari e della malattia.

Iniziativa per ricordare don Spingola

Il prossimo 21 gennaio 2024 alle ore 18 presso l'Auditorium Marianum sito al numero 184 di Corso Cavour a Perugia, sarà celebrata da don Francesco Verzini una Santa Messa solenne in memoria di monsignor Francesco Spingola. Durante la celebrazione liturgica, saranno eseguiti, in omaggio al maestro, canti scritti da don Francesco dal Coro Polifonico San Faustino Francesco Spingola diretto dal maestro Daniele Lupo.
Al termine della Messa sarà donato ai presenti che lo desiderino il libro di Leonardo Alario Monsignor Francesco Spingola una vita piena di Fede, Amore e Musica per volontà del fratello Emanuele che è autore dell'introduzione al testo, in cui viene delineato un commuovente profilo umano del compianto don Francesco Spingola che è sempre nel cuore di quanti lo hanno conosciuto e amato.
Antonella Ubaldi
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Al Frescobaldi “Viaggio musicale” del duo pianistico Rivelli e Ponomaryova https://www.lavoce.it/al-frescobaldi-viaggio-musicale-del-duo-pianistico-rivelli-e-ponomaryova/ Fri, 23 Jul 2021 14:54:01 +0000 https://www.lavoce.it/?p=61518

L’Auditorium Marianum dell'Istituto musicale “Girolamo Frescobaldi” di Perugia, è da tempo luogo deputato per ascoltare musica di pregio. E musica di pregio infatti è stata eseguita domenica 18 luglio alle ore 18 in un concerto tenuto dal Duo pianistico Gabriella Rivelli e Maria Ponomaryova. Titolare la prima di una cattedra di Pianoforte nell’Istituzione di Alta Cultura –Conservatorio di Musica “F. Morlacchi”– di Perugia, giovane e brillante concertista ucraina la seconda che proprio qui al Conservatorio di Perugia ha di recente conseguito una seconda laurea di specializzazione Ramo Concertistico con 110, lode e menzione.

Concerto in Prima assoluta

Il Duo si presenta per la prima volta al pubblico perugino con un particolare programma sul repertorio italiano per 4 mani e 2 pianoforti di compositori del ‘900 e contemporanei, che verrà replicato in settembre all’Accademia di Musica di Sofia (Bulgaria). La chiave di lettura di questo “Viaggio Musicale” va intesa come viaggio nei luoghi e nel tempo, ma soprattutto negli affetti e nei ricordi che legano praticamente da una vita Rivelli a don Francesco Spingola, stimato e amato direttore del Frescobaldi, all’Auditorium dove lui è stato e sarà sempre presente, ai compositori che hanno scritto per lei e con i quali ha in vario modo stretto legami significativi.

In “viaggio” con la musica

Viaggio dunque in quella Roma di cui Ottorino Respighi, con gli splendidi arazzi dei suoi due Poemi sinfonici Fontane di Roma e Pini di Roma riesce a cogliere il realismo della vera voce, con magiche atmosfere naturalistiche e rievocazioni di antiche glorie. E ancora Napoli, nella Fantasia per pianoforte a 4 mani di Mario Perrucci, con le sue chiassose frenesie, tarantelle e canzoni popolari, che nasconde con raffinata arguzia forme rigorose e impervi passaggi tecnici. Il viaggio si trasforma nel doppio significato di tempo e ritmo con le scarne ed essenziali Favole alla corte di un re di Fernando Sulpizi, con il quale la Rivelli ha studiato Composizione. Si conclude con la Suite e le Reminiscenze dal Paolo di Tarso del perugino Corrado Peronelli, per due pianoforti, che adottano ritmi percussivi e stravinskiani alternati a raffinate ricerche di sonorità trasparenti e vellutate. La Fantasia di Perrucci, il Paolo di Tarso e la Suite di Peronelli, composte su committenza della Rivelli e a lei dedicate, sono state eseguite in prima assoluta. L’elevata professionalità del Duo, le coinvolgenti interpretazioni, il perfetto virtuosismo, le sonorità e le timbriche, hanno fatto di questo concerto un evento unico e originale che il numeroso pubblico non ha mancato di apprezzare con lunghissimi applausi.]]>

L’Auditorium Marianum dell'Istituto musicale “Girolamo Frescobaldi” di Perugia, è da tempo luogo deputato per ascoltare musica di pregio. E musica di pregio infatti è stata eseguita domenica 18 luglio alle ore 18 in un concerto tenuto dal Duo pianistico Gabriella Rivelli e Maria Ponomaryova. Titolare la prima di una cattedra di Pianoforte nell’Istituzione di Alta Cultura –Conservatorio di Musica “F. Morlacchi”– di Perugia, giovane e brillante concertista ucraina la seconda che proprio qui al Conservatorio di Perugia ha di recente conseguito una seconda laurea di specializzazione Ramo Concertistico con 110, lode e menzione.

Concerto in Prima assoluta

Il Duo si presenta per la prima volta al pubblico perugino con un particolare programma sul repertorio italiano per 4 mani e 2 pianoforti di compositori del ‘900 e contemporanei, che verrà replicato in settembre all’Accademia di Musica di Sofia (Bulgaria). La chiave di lettura di questo “Viaggio Musicale” va intesa come viaggio nei luoghi e nel tempo, ma soprattutto negli affetti e nei ricordi che legano praticamente da una vita Rivelli a don Francesco Spingola, stimato e amato direttore del Frescobaldi, all’Auditorium dove lui è stato e sarà sempre presente, ai compositori che hanno scritto per lei e con i quali ha in vario modo stretto legami significativi.

In “viaggio” con la musica

Viaggio dunque in quella Roma di cui Ottorino Respighi, con gli splendidi arazzi dei suoi due Poemi sinfonici Fontane di Roma e Pini di Roma riesce a cogliere il realismo della vera voce, con magiche atmosfere naturalistiche e rievocazioni di antiche glorie. E ancora Napoli, nella Fantasia per pianoforte a 4 mani di Mario Perrucci, con le sue chiassose frenesie, tarantelle e canzoni popolari, che nasconde con raffinata arguzia forme rigorose e impervi passaggi tecnici. Il viaggio si trasforma nel doppio significato di tempo e ritmo con le scarne ed essenziali Favole alla corte di un re di Fernando Sulpizi, con il quale la Rivelli ha studiato Composizione. Si conclude con la Suite e le Reminiscenze dal Paolo di Tarso del perugino Corrado Peronelli, per due pianoforti, che adottano ritmi percussivi e stravinskiani alternati a raffinate ricerche di sonorità trasparenti e vellutate. La Fantasia di Perrucci, il Paolo di Tarso e la Suite di Peronelli, composte su committenza della Rivelli e a lei dedicate, sono state eseguite in prima assoluta. L’elevata professionalità del Duo, le coinvolgenti interpretazioni, il perfetto virtuosismo, le sonorità e le timbriche, hanno fatto di questo concerto un evento unico e originale che il numeroso pubblico non ha mancato di apprezzare con lunghissimi applausi.]]>
Ci ha lasciati don Spingola, sacerdote con la passione per la musica sacra https://www.lavoce.it/ci-ha-lasciati-don-spingola-sacerdote-con-la-passione-per-la-musica-sacra/ Thu, 05 Nov 2020 14:40:42 +0000 https://www.lavoce.it/?p=58123

Dopo una lunga e grave malattia, questa mattina, 5 novembre, è tornato alla Casa del Padre il sacerdote e musicista mons. Francesco Spingola, direttore dell’Istituto diocesano musicale “G. Frescobaldi” di Perugia. Ad annunciarlo al Clero è stato il vescovo ausiliare mons. Marco Salvi, esprimendo il profondo cordoglio dell’intera Chiesa perugino-pievese ai familiari e alle comunità parrocchiali dell’Unità pastorale di Prepo-Ponte della Pietra-San Faustino dove per lunghi anni don Francesco ha svolto il suo ministero sacerdotale.

Una vita al servizio della Musica sacra

Conosciuto e stimato da tutta la comunità diocesana per il suo servizio alla Chiesa attraverso la sua passione per lo studio della musica sacra (musicalmente si è formato in organo e canto gregoriano frequentando alcuni dei più noti Conservatori statali dell’Italia meridionale), mons. Spingola ha trasmesso a generazioni di allievi la sua stessa passione. Lascia un grande vuoto anche per aver saputo trasmettere l’amore per l’arte della musica canora a diverse realtà parrocchiali. Realtà che ha sostenuto nel dare vita o nel riorganizzare le loro corali. Memorabili sono i raduni in cattedrale dei cori parrocchiali per l’annuale festa liturgica di santa Cecilia, patrona dei musicisti, che don Spingola ha diretto tutti insieme.

Perugino con la Calabria nel cuore

Nato a Verbicaro, in provincia di Cosenza, il 20 marzo 1932, dopo gli studi in Filosofia e Teologia con i padri Gesuiti presso il Pontificio Seminario “Pio” XI di Reggio Calabria, fu ordinato sacerdote diocesano di Cassano Allo Jonio (Cs) il 29 giugno 1955. Trasferitosi a Perugia nel 1970 per motivi familiari, è stato sempre legato alla Parrocchia di San Faustino, ricoprendo il ruolo di vicario parrocchiale, fondando il Coro di “Voci bianche” e il Coro polifonico “San Faustino”. Due cori che si sono esibiti anche in diversi Paesi europei e negli Usa. Per essere riuscito ad annunciare la Parola di Dio anche attraverso la musica e il canto e per i suoi non comuni meriti in campo culturale, è stato nominato cappellano di Sua Santità, con il titolo di monsignore, da papa Giovanni Paolo II.   Mons. Spingola ha ricoperto per più di 40 anni, fino ad oggi, l’incarico di direttore dell’Istituto diocesano musicale “G. Frescobaldi”, presso l’Auditorium Marianum di Perugia, promuovendolo non poco a livello culturale e dirigendo le sedici edizioni del Concorso nazionale pianistico “Piccole mani - Pietro Squartini”. Don Fabrizio Crocioni, suo amico e parroco, lo ricorda come il «sacerdote servitore del Regno di Dio attraverso la musica e il canto».

Le esequie a Madonna Alta

Sarà lo stesso don Crocioni a presiedere le esequie di mons. Spingola, che si terranno venerdì 6 novembre, alle ore 15, nella chiesa parrocchiale di San Raffaele Arcangelo in Madonna Alta, con la partecipazione dei parroci della città. Sempre in questa chiesa, a partire dalle ore 11.30, sarà allestita la camera ardente per quanti vorranno raccogliersi in preghiera (rispettando le norme sanitarie di prevenzione del contagio da Covid-19). Mentre nella serata di giovedì 5 novembre (ore 21), nella chiesa della Madonna delle Grazie di via Caprera a Perugia, dove per lunghi anni don Francesco Spingola ha celebrato l’Eucaristia, si terrà la preghiera del S. Rosario a lui dedicata. Riccardo Liguori  ]]>

Dopo una lunga e grave malattia, questa mattina, 5 novembre, è tornato alla Casa del Padre il sacerdote e musicista mons. Francesco Spingola, direttore dell’Istituto diocesano musicale “G. Frescobaldi” di Perugia. Ad annunciarlo al Clero è stato il vescovo ausiliare mons. Marco Salvi, esprimendo il profondo cordoglio dell’intera Chiesa perugino-pievese ai familiari e alle comunità parrocchiali dell’Unità pastorale di Prepo-Ponte della Pietra-San Faustino dove per lunghi anni don Francesco ha svolto il suo ministero sacerdotale.

Una vita al servizio della Musica sacra

Conosciuto e stimato da tutta la comunità diocesana per il suo servizio alla Chiesa attraverso la sua passione per lo studio della musica sacra (musicalmente si è formato in organo e canto gregoriano frequentando alcuni dei più noti Conservatori statali dell’Italia meridionale), mons. Spingola ha trasmesso a generazioni di allievi la sua stessa passione. Lascia un grande vuoto anche per aver saputo trasmettere l’amore per l’arte della musica canora a diverse realtà parrocchiali. Realtà che ha sostenuto nel dare vita o nel riorganizzare le loro corali. Memorabili sono i raduni in cattedrale dei cori parrocchiali per l’annuale festa liturgica di santa Cecilia, patrona dei musicisti, che don Spingola ha diretto tutti insieme.

Perugino con la Calabria nel cuore

Nato a Verbicaro, in provincia di Cosenza, il 20 marzo 1932, dopo gli studi in Filosofia e Teologia con i padri Gesuiti presso il Pontificio Seminario “Pio” XI di Reggio Calabria, fu ordinato sacerdote diocesano di Cassano Allo Jonio (Cs) il 29 giugno 1955. Trasferitosi a Perugia nel 1970 per motivi familiari, è stato sempre legato alla Parrocchia di San Faustino, ricoprendo il ruolo di vicario parrocchiale, fondando il Coro di “Voci bianche” e il Coro polifonico “San Faustino”. Due cori che si sono esibiti anche in diversi Paesi europei e negli Usa. Per essere riuscito ad annunciare la Parola di Dio anche attraverso la musica e il canto e per i suoi non comuni meriti in campo culturale, è stato nominato cappellano di Sua Santità, con il titolo di monsignore, da papa Giovanni Paolo II.   Mons. Spingola ha ricoperto per più di 40 anni, fino ad oggi, l’incarico di direttore dell’Istituto diocesano musicale “G. Frescobaldi”, presso l’Auditorium Marianum di Perugia, promuovendolo non poco a livello culturale e dirigendo le sedici edizioni del Concorso nazionale pianistico “Piccole mani - Pietro Squartini”. Don Fabrizio Crocioni, suo amico e parroco, lo ricorda come il «sacerdote servitore del Regno di Dio attraverso la musica e il canto».

Le esequie a Madonna Alta

Sarà lo stesso don Crocioni a presiedere le esequie di mons. Spingola, che si terranno venerdì 6 novembre, alle ore 15, nella chiesa parrocchiale di San Raffaele Arcangelo in Madonna Alta, con la partecipazione dei parroci della città. Sempre in questa chiesa, a partire dalle ore 11.30, sarà allestita la camera ardente per quanti vorranno raccogliersi in preghiera (rispettando le norme sanitarie di prevenzione del contagio da Covid-19). Mentre nella serata di giovedì 5 novembre (ore 21), nella chiesa della Madonna delle Grazie di via Caprera a Perugia, dove per lunghi anni don Francesco Spingola ha celebrato l’Eucaristia, si terrà la preghiera del S. Rosario a lui dedicata. Riccardo Liguori  ]]>
“Vengo come amico e Pastore” https://www.lavoce.it/vengo-come-amico-e-pastore/ Thu, 28 Nov 2013 14:25:50 +0000 https://www.lavoce.it/?p=20848 celebranti-cattedralePG-24NOVembre2013Da domenica 24 novembre in ciascuna delle 32 Unità pastorali della diocesi è accesa una lampada ad olio su cui è riportato il logo della visita pastorale. È la lampada che è stata consegnata domenica pomeriggio ai moderatori delle UP nel corso della solenne liturgia di conclusione dell’Anno della Fede e di apertura della Visita pastorale, presieduta dall’Arcivescovo nella cattedrale di San Lorenzo.

Nella Chiesa “cattedra” del Vescovo, affollata come nelle grandi occasioni, al momento della professione di fede contenuta nel “Credo”, il canto dei fedeli ha riempito le navate. È stato il segno posto a conclusione di un anno aperto da papa Benedetto e chiuso da papa Francesco che ha scritto la sua prima Lettera enciclica sul tema della Fede: la “Lumen Fidei” che “chiude la trilogia sulle virtù teologali iniziata da Benedetto con la Deus Caritas est e la Spe Salvi”. “La Fede – ha detto mons. Bassetti – non serve solo per l’aldilà ma è un impegno concreto dell’uomo sulla terra per la giustizia, il diritto e la pace”.

L’Arcivescovo ha quindi parlato della Visita Pastorale aperta con la solenne celebrazione. “Per questo impegno grande che – ha detto – affronterò a 72 anni già compiuti, desidero spendere tutte le mie energie di Pastore”. Rivolgendosi a tutti i fedeli, clero, religiosi e laici, ha chiesto aiuto per questa Visita, “perchè non posso fare tutto da solo”. “Desidero seintire il profumo della preghiera dei nostri monasteri ma anche – ha aggiunto – dei bimbi del catechismo, delle famiglie, degli anziani e dei malati. Non c’è alcun settore della vita delle molteplici comunità che io non sia animato dal desiderio di vedere e di incontrare: ospedali e case di cura, case di riposo, carcere, immigrati …”.

“Il Signore si autoinvita – ha detto ricordando il brano di Zaccheo da cui prende il titolo la lettera pastorale di indizione della Visita (“Oggi devo fermarmi a casa tua!”) – e nella persona povera e fragile del Vescovo è Lui che viene ad incontrarvi!”.

Prima della conclusione della messa il vicario generale mons. Paolo Giulietti ha dato lettura del Decreto di indizione della visita pastorale che si concluderà domenica 4 giugno 2017, festa di Pentecoste, dopo aver visitato le 32 Unità pastorali in cui è suddivisa l’Archidiocesi che conta 155 parrocchie e 286mila abitanti.

I Cori in cattedrale

cori-in-Cattedrale-Perugia_novembre-inizio-visita-pastorale-Bassetti-Dopo la manifestazione musico-letteraria “Cantiamo la fede” del 10 novembre in Cattedrale che ha riscosso tanti consensi l’Istituto Musicale Diocesano “Girolamo Frescobaldi” ha organizzato in prossimità della festa di Santa Cecilia, Patrona della Musica, come ogni anno, il Raduno delle formazioni liturgico-musicali delle Parrocchie della Diocesi. L’incontro è avvenuto domenica 24 novembre ed i cori hanno animato la celebrazione presieduta dell’Arcivescovo Mons. Gualtiero Bassetti che ha concluso l’anno della fede e aperto la visita pastorale nelle parrocchie. Sono intervenuti al completo il Coro, di san Faustino, di Ferro di Cavallo di Cociano, della Cattedrale, di Monteluce, con coristi rappresentanti e di altre parrocchie. Con recenti e collaudati brani contemporanei sono stati eseguiti anche canti di Bach, Mozart, Haendel con cludendo con l’Inno di Alessandro Pascucci,maestro di cappella negli anni ‘20, alla Madonna delle Grazie, venerata in Duomo. Alla direzione si sono alternati Mons. Francesco Spingola e il M° Mauro Chiocci.

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Virtuosismi da Chopin all’Argentina https://www.lavoce.it/virtuosismi-da-chopin-allargentina/ Thu, 15 Nov 2012 13:00:25 +0000 https://www.lavoce.it/?p=13852 Un eccezionale concerto ha visto protagonista, l’11 novembre, la giovanissima pianista (23 anni) Marina Di Giorno, giunta appositamente da Parigi. Nata, cresciuta e formatasi al Conservatorio nazionale di Parigi, Di Giorno ha le sue radici nel paese di Verbicaro (Cs), dove vivevano i nonni prima di emigrare in Francia.

Abbiamo partecipato ad uno dei concerti più esaltanti della storia dell’Auditorium Marianum. Il programma spaziava dal Romantico al moderno, strutturato in composizioni che presentavano una interessantissima varietà di autori, stili, contenuti. Le composizioni di Beethoven (La patetica), Chopin (tre mazurche dell’Opus 17 e la “Ballata” dell’Opus 52) sono state interpretate in una lettura espressiva meticolosa che ci si presentava come novità anche agli esperti. Il movimento, l’infinitesimale gradazione del colorito, l’agilità quasi giocherellona, erano frutto del pieno possesso dello spartito nelle indicazioni esterne e nella penetrazione dei sentimenti contenuti. Formidabile e sommamente espressiva l’interpretazione della Danza macabra di Saint-Saens nella versione pianistica di Liszt, brano impegnativo e da virtuosi, nel suo fantastico significato.

L’altra parte del programma, dedicata alla musica contemporanea, presentava brani di Villa Lobos (Bachians brasileira, Alma Brasile ira, Impresoes), di Liapounov (Etudes d’execution transcendante, Legisnka), di Ginestra (quattro danze argentine). L’arte di un mondo nuovo, in uno stile proprio che, pur mantenendo il colore e il calore del Sud America, si distingue da quello più prettamente folkoristico destinato al divertimento popolare.

La pianista Marina Di Giorno ha mostrato una maturità stupefacente; se, fanciulla prodigio, già suonava in pubblico all’età di 10 anni, i successivi studi l’hanno portata a una maturazione che presuppone una severità formativa intransigente. Il linguaggio degli autori trova in lei una superlativa espressione che il suo “genio” e i suoi docenti hanno saputo coltivare. E, da quel che abbiamo intuito, la ricerca del perfezionismo resta il perenne obiettivo dell’artista.,

Alla pianista, il direttore dell’Istituto Frescobaldi, mons. Francesco Spingola, ha consegnato una medaglia-ricordo approntata per l’occasione. Tra il numeroso e qualificato pubblico era presente anche il sindaco di Verbicaro, Felice Spingola, venuto per l’occasione e per notificare ai presenti che Marina Di Giorno è testimonial del Parco nazionale del Pollino.

Indescrivibile l’entusiasmo del pubblico, che più volte ha chiesto l’omaggio di fuori programma del concerto realizzato grazie al sostegno della gioielleria Bartoccini.

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Liturgia con il pentagramma https://www.lavoce.it/liturgia-con-il-pentagramma/ https://www.lavoce.it/liturgia-con-il-pentagramma/#comments Thu, 25 Oct 2007 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=6218 Don Pietro Squartini viveva la sua vita sacerdotale con intenso senso di fedeltà alla sua vocazione. Soprattutto, amava la liturgia, che voleva solennizzare personalmente con la lode al Signore partecipata nel canto.

Ora che sono trascorsi 20 anni dalla sua morte (18 ottobre 1987; era nato il 27 marzo 1913), la città lo ha ricordato con una serie di iniziative. Il pomeriggio di sabato 20 ottobre, alle 16.30, il maestro Felice Pericoli, titolare della cattedra di Organo alla Scuola diocesana di musica, ha tenuto un concerto in sua memoria.

Alle ore 18 è stata quindi seguita l’eucaristia, concelebrata da mons. Elio Bromuri, direttore de La Voce, e da padre Juan José Argandena dei Figli dell’Amore Misericordioso di Madre Speranza.

Il religioso apparteneva alla comunità che gestiva la Casa del clero di Perugia al tempo di mons. Squartini, ed è venuto appositamente dalla Spagna per l’occasione.

Un po’ di storia.

Sul finire degli anni ’30 mons. Squartini ridiede vita alla Corale laurenziana, formata da seminaristi e adulti della città. All’occorrenza non disdegnava presentare sue composizioni. Aveva infatti studiato al Pontificio istituto di musica sacra a Roma per avere competenza in questa sua funzione del servizio liturgico-musicale.

Per allargare in tutta la diocesi la preparazione dei collaboratori musicali nelle varie parrocchie, nel 1954 fondò la Scuola diocesana di musica sacra. Ottenne inoltre dal card. Pietro Parente la storica chiesa, ex parrocchiale, di Santa Maria di Colle, dotandola di un prezioso organo a 1.375 canne.

La Scuola si è sviluppata dal punto di vista didattico, artistico, culturale varcando in fama i confini diocesani, regionali e nazionali. Nell’Auditorium si svolgono stagioni concertistiche; la Scuola pubblica la rivista semestrale di musicologia Studi e documentazioni, arrivata al numero 52 del 26’anno.

er la commemorazione di domenica la Corale laurenziana, che Squartini amava quasi come una sposa e che curava artisticamente e spiritualmente, ha rintracciato 70 coristi che hanno animato la liturgia eucaristica e, dopo la celebrazione, hanno tenuto un concerto con musiche già eseguite con lo stesso mons. Squartini, tra cui il grandioso mottetto-antifona per coro e organo Beatus Laurentius, composto da mons. Raffaele Casimiri per il titolare della cattedrale di Perugia, quando sul finire del primo decennio del ‘900 era maestro di Cappella del duomo perugino.

La Scuola diocesana di musica sacra – Istituto musicale diocesano ‘Frescobaldi’, come accennato all’inizio, ha ricordato il suo fondatore, nell’Auditorium Marianum di corso Cavour con un concerto d’organo tenuto da Felice Pericoli, musicista che si è già esibito in concerto in varie città d’Italia e all’estero.

Le due manifestazioni sono state seguite da tantissime persone che hanno conosciuto, apprezzato ed amato mons. Squartini.

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Padre nella fede https://www.lavoce.it/padre-nella-fede/ Fri, 02 Dec 2005 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=4845 Si prepara a celebrare i cinquant’anni di ordinazione sacerdotale e lo fa con un ‘carico’ di espressioni di affetto, giuntegli da ogni dove, più denso di quanto non si aspettasse, complice il ricovero in ospedale che lo ha tenuto lontano dalla sua Chiesa per un paio di settimane, e in convalescenza per un mese. Mons. Giuseppe Chiaretti, classe 1933, a 22 anni viene ordinato a Leonessa, suo paese natale, l’8 dicembre.

Mi riceve nel suo studio appena restituito all’uso dopo i lavori di restauro. Si sente ancora odore di calce. Mi indica un antico decoro medievale su un arco riaperto con il restauro, mostra la stanza archivio dove ha già portato le sue ‘carte’ e il quadro del suo predecessore Gioacchino Pecci, poi Papa Leone, al quale ha dedicato importanti convegni di studio. Infine si siede alla sua scrivania e parla dei suoi programmi pastorali, del sinodo diocesano che sta muovendo i primi passi con la commissione preparatoria. ‘La nuova evangelizzazione è il tema decennale che ho proposto alla diocesi’ e di questo si occuperà il Sinodo.

Dopo 50 anni di sacerdozio è qui la sua ansia pastorale: portare il vangelo a chi non crede o non lo conosce. Il che non è molto lontano dal suo sentirsi prete.

Gli chiedo: cosa direbbe ad un giovane per convincerlo a farsi prete? Un attimo di silenzio, poi: ‘Per me essere prete è essere parroco, cioè padre nella fede di una comunità’. E aggiunge il ricordo del suo maestro di seminario che invitava a pregare ‘per la piccola parrocchia che sta sul cucuzzolo della montagna’. ‘Ho il mito della parrocchia di montagna, e mi toccò di andarci più volte’, e scherza su questo ‘legame’ geografico che lo vede vescovo prima di Ripatransone – Montalto e poi di Perugia che pure non sta in pianura. Lui è nato in montagna e lì, da bambino, ha scelto di entrare in seminario, negli anni della guerra. Era l’ottobre del ’44. Suo padre gli chiese se non volesse farsi frate. ‘In casa c’erano pochi soldi e dai frati non si pagava la retta, ma io gli disi che volevo farmi prete’.

E la risposta di suo padre a lui, bambino di undici anni, l’ha ancora scolpita nel cuore: ‘Se questa è la tua volontà la rispetto’. Pochi mesi prima, il 7 aprile 1944, venerdì santo, verso le tre del pomeriggio suo zio don Fulgenzio venne fucilato dai nazisti. Un evento che lo segna. Una data che torna. lo stesso giorno intorno alla stessa ora 39 anni dopo viene dato l’annuncio della sua nomina a vescovo. ‘Non faccio congetture – aggiunge – ma è una coincidenza che mi fa pensare’. ‘La vita di prete è bellissima. Non è senza la fatica di un credere che si rinnova ogni giorno, ma la vita è una lotta continua’ Io arrivavo a fine giornata stanchissimo ma contento’.

E da vescovo è lo stesso? ‘Da vescovo ci sono altri problemi’. Risponde con un respiro profondo quasi a raccogliere le forze. Cosa lo angustia lo dice subito. I sacerdoti muoiono. ‘Devo mandare nelle parrocchie, ma chi manderò?’. I seminaristi non sono molti e le vocazioni sono poche anche tra i religiosi che con le comunità chiudono le loro opere. Tutto ciò lo angustia.

Vorrebbe raggiungere tutti, dialogare con tutti, annunciare a tutti, e ai lontani, il vangelo, ancor più oggi che capita di incontrare italiani battezzati, convertiti all’islam. Il mondo è cambiato in questi cinquant’anni. L’8 dicembre, giorno della sua ordinazione presbiterale, è anche il quarantesimo anniversario della chiusura del Concilio Vaticano II. Cosa lo ha segnato di più di questo grande evento? ‘Il Concilio stesso. Ho cercato di capirlo dal di dentro’.

Da vicario generale di Spoleto negli anni del dopo Concilio già sperimenta quella responsabilità che poi assumerà in pieno da Vescovo. Molto, da allora è cambiato. Se meno persone vanno in chiesa più consapevole e partecipato è il loro starci. È un segno di una Chiesa che non muore. È questa la sua speranza, radicata sulla fede e sui segni dei tempi. Ha voluto rappresentata nel suo stemma episcopale: l’àncora ferma e stabile nel mare della storia.

Un cinquantesimo da celebrare in occasione del giubileo sacerdotale del nostro arcivescovo, è stato stilato un programma di massima delle varie iniziative.

Sabato 3 dicembre, ore 17, Auditorium Marianum (corso Cavour, 184, Perugia), concerto in onore di mons. Giuseppe Chiaretti. All’organo Mario Duella.

Mercoledì 7, alle 21, nella cattedrale di San Lorenzo concerto del Coro polifonico ‘San Faustino – Frescobaldi’ diretto dal M’don Francesco Spingola; della corale Laurenziana ‘R. Casimiri’ e il la schola cantorum ‘O. Magnoni’ di Castel Rigone. All’organo Francesco Prelati diretti dal M’don Francesco Bastianoni.

Nell’intervallo presentazione del volume ‘Percorsi di nuova evangelizzazione’, che raccoglie le lettere pastorali di mons. Giuseppe Chiaretti dal 1996 al 2005. Il volume è stato curato dal vicario generale mons. Gualtiero Sigismondi.

Giovedì 8, alle 18, in cattedrale, mons. Chiaretti presiederà la solenne concelebrazione eucaristica ‘giubilare’, cui parteciperanno i vescovi umbri e originari della regione.

Sabato 10, alle 21, Sala dei Notari. Per gli ‘Auguri alla città’ mons. Angelo Comastri, vicario di Sua Santità per la Città del Vaticano, parlerà del senso della fede e della ricerca di Dio oggi.

Domenica 11, l’arcivescovo si recherà a Leonessa (RI), sua città natale per celebrare l’Eucaristica nella chiesa parrocchiale di Santa Maria del Popolo, ove ricevette l’ordinazione presbiterale l’8 dicembre 1955.

Nella circostanza farà dono al santuario di San Giuseppe da Leonessa di un pregevole crocifisso in bronzo, opera dello scultore marchigiano Pericle Fazzini, donatogli dalla comunità diocesana di San Benedetto del Tronto nel 1983, all’inizio del suo ministero episcopale.

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50 candeline per l’istituto Frescobaldi https://www.lavoce.it/50-candeline-per-listituto-frescobaldi/ Thu, 25 Dec 2003 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=3547 La musica e i canti sacri sono parte necessaria e integrante della liturgia solenne e deve rispondere ad alcuni specifici requisiti; è proprio per questo che occorre una specifica preparazione dei musicisti e del direttore del coro.

‘Il primo arrivato non può mettersi a dirigere un coro e suonare ogni genere di musica ‘ afferma don Francesco Spingola, direttore dell’istituto musicale ‘Frescobaldi’ ‘ le musiche e i testi non possono essere ‘scialbi’, come ha confermato il Pontefice ricordando i cento anni del motu proprio di san Pio X Inter sollicitudines: la musica sacra deve essere pienamente aderente ai testi, rispettare la consonanza con il tempo e il momento liturgico cui è destinata e ci deve essere piena corrispondenza ai gesti che il rito propone.

In poche parole il musicista deve conoscere il proprio mestiere, suonare musica che vivifichi e valorizzi la preghiera, e quindi che non disturbi, che si adegui al Natale o alla Pasqua, all’Offertorio o alla Comunione’.

Con questi intenti, nasceva, cinquanta anni fa, la scuola diocesana di musica sacra, ad opera di don Pietro Squartini. La prima sede era nel vecchio seminario, in piazza IV Novembre, poi la sistemazione nella ex-chiesa parrocchiale di Santa Maria di Colle, in corso Cavour, trasformata in Auditorium Marianum.

Il compito fondamentale è rimasto sempre quello: la formazione e la preparazione delle guide liturgiche nel canto e nella musica sacra per le celebrazioni.

‘Perugia ha un’alta tradizione in questo campo ‘ prosegue don Francesco Spingola ‘ a partire dalla schola cantorum della cattedrale del XVI secolo, per arrivare all’attività di don Raffaele Casimiri, per anni a Perugia, prima di dirigere la Cappella musicale di San Giovanni in Laterano’.

Formazione dei musicisti, quindi, alla musica liturgica, ma anche semplice formazione musicale, a partire dai più piccoli. Con attività concertistica che spazia dalla musica da camera a quella popolare.

‘Molti dei musicisti sulla cresta dell’onda hanno iniziato presso il nostro istituto, alcuni continuano ad insegnare ‘ riprende don Spingola ‘ solo per fare alcuni nomi hanno iniziato a suonare con noi Carlo Pedini, Eugenio Becchetti e Stefano Ragni.

E la tradizione prosegue, da cinquanta anni, con un centinaio di allievi ogni anno, molti stranieri, che seguono i nostri 12 corsi di violino, pianoforte, organo, violoncello, solfeggio, canto lirico, e di altri strumenti, che vengono attivati in base alle richieste’.

Dal prossimo gennaio, inoltre, inizieranno le celebrazioni per il cinquantenario della scuola diocesana di musica; in programma concerti, giornate di studio e presentazione di alcuni volumi sulla storia dell’Auditorium e altri sull’attività musicale dell’istituto.

‘I festeggiamenti saranno aperti ufficialmente il 24 gennaio da un concerto della schola cantorum di Santa Maria di Colle ‘ dice ancora don Spingola ‘ il 21 febbraio il coro della cattedrale cattolica di Westminster, terrà un concerto in nostro onore su invito degli Amici della musica. Poi ci sarà la presentazione di un volume sui cinquanta anni di vita dell’Istituto, presumibilmente ad aprile, e di un’antologia di brani corali liturgici destinata a tutti i cori parrocchiali.

Altre attività concertistiche avranno luogo concordemente con i periodi liturgici dell’anno’.

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L’umile donna di Cascia oggi è una santa “internazionale” https://www.lavoce.it/lumile-donna-di-cascia-oggi-e-una-santa-internazionale/ Fri, 23 May 2003 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=3140 Puntuale come ogni anno arriva la festa di santa Rita. Una donna umile e forte per la fede che l’ha trasformata in testimone di pace nel suo paese nascosto tra i monti, cinque secoli fa.

Moglie, madre e monaca, la sua vita affascina e conquista devoti come un fiume che si diffonde in mille rivoli irrigando silenziosamente terre lontane. Una santa “di casa nostra” amata oltre i confini nazionali e del vecchio continente, come dimostrano i “gemellaggi” che ogni anno si stringono con paesi e diocesi (molti dell’America Latina) in cui vi è una forte tradizione di devozione ritiana, non sempre legata alla presenza di comunità agostiniane, sottolinea padre Luciano De Micheli, superiore del convento di Cascia.

Il riconoscimento della diffusa devozione per santa Rita è arrivato nel 2000 con il Decreto del Papa per l’aggiornamento del Messale Romano (appena pubblicato), nel quale è stata inserita la festa del 22 maggio come ‘memoria facoltativa’.

Festa popolare colorata dalle migliaia di rose rosse che ricordano il miracolo della fioritura invernale del roseto per esaudire il desiderio di Rita. Festa in cui riecheggia il messaggio che viene dalla vita diRita offerta nel segno del perdono, della pacificazione con Dio e tra gli uomini.

“Beati i pacifici, beati cioè coloro che, come santa Rita, si fanno apostoli della pace, perchè saranno chiamati figli di Dio” ha detto p. Robert Prevost, il Generale degli Agostiniani, nel Messaggio letto durante la celebrazione del Transito di santa Rita presieduta dall’arcivescovo di Spoleto – Norcia mons. Riccardo Fontana. Padre Prevost non ha pronunciato un generico e forse scontato omaggio alla Santa, ma le sue parole riecheggiavano gli appelli a pregare per la pace che il Papa ha ripetuto in questi mesi di guerra.

Mentre esplodono altre bombe che colpiscono altri innocenti p. Prevost ricorda che “il Transito di santa Rita vuole dimostrare il potere della preghiera nel promuovere la pace e evitare i conflitti violenti. Queste veglie spirituali aiuteranno anche ad innalzare la consapevolezza pubblica della responsabilità di tutti i cristiani a promuovere la pace e sosterrano direttamente lo stabilimento di una pace autentica”.

Ricordando le guerre in corso nel mondo “questa non è civiltà” ha esclamato p. Prevost, che ha aggiunto: “adesso che siamo così progrediti, così coscienti, che abbiamo tanti mezzi per trattare i mutui rapporti dei popoli, la guerra deve essere abolita, deve essere proscritta (bandita, cancellata n.d.r.) dai costumi e dalle abitudini delle nazioni”.

Il Messaggio del Generale degli agostiniani è stato accolto dalla folla di devoti pellegrini giunti da tutt’Italia e dal mondo per la festa di santa Rita.

Nuova musica per la messa Pontificale

E’ stata eseguita una nuova “Messa”, durante la celebrazione solenne del 22 maggio al santuario di Cascia, scritta in onore di santa Rita da padre Fernando Sulpizi, agostiniano e compositore conosciuto per le sue doti nella sperimentazione di nuovi linguaggi musicali.

La Messa composta per questa occasione, comprendente le classiche parti fisse del Kyrie, Gloria, Sanctus e Agnus Dei, è stata scritta per coro a 4 voci, organo e archi.

Elaborata la partitura dell’organo, mentre il coro armonizza una semplice melodia che ben si adatta, così, anche all’esecuzione abituale ad una voce. Linguaggio cinquecentesco, stile rinascimentale per questa nuova fatica del padre agostiniano, opera che a Cascia, nella messa solenne delle 11.00 al santuario, è stata eseguita dal coro di San Faustino di Perugia, diretto dal maestro Francesco Spingola, mentre il maestro Sulpizi ha diretto gli strumenti.

F.A.Ermesinde (Portogallo) la gemella di Cascia per questa festa 2003

Quest’anno il gemellaggio di fede per i festeggiamenti religiosi e civili in onore di Santa Rita ha coinvolto una città del Portogallo: Ermesinde, frazione del comune di Valongo.

Alla fine del mese di aprile, alla presenza di una delegazione guidata dall’Arcivescovo mons. Riccardo Fontana, insieme al sindaco del comune di Cascia, Gino Emili, è stata accesa in Portogallo la fiaccola che la sera della vigilia della festa in onore di santa Rita è stata portata a Cascia da atleti portoghesi.

Il gemellaggio che viene realizzato ogni anno in occasione della festa della santa casciana è un gemellaggio di fede, una testimonianza della devozione a santa Rita diffusa in tutto il mondo.

Negli ultimi anni sono stati coinvolti paesi come il Libano – in occasione del Giubileo del 2000 – il Brasile, la Spagna. Connotati diversi ha assunto il gemellaggio con la Spagna perché Monachil (Granada) ha fortemente voluto che quello con Cascia fosse anche un gemellaggio civile grazie al quale ogni anno vengono realizzati numerosi scambi che coinvolgono tutta la popolazione.

Anche quello con il Portogallo è un gemellaggio speciale, legato ad un fatto avvenuto circa tre secoli fa: nel 1723 Giovanni V, re del Portogallo, colpito da un tumore al volto, chiese a santa Rita la guarigione. Ci fu un miracolo e per dimostrare la sua gratitudine alla beata Rita inviò un volto in argento con incastonato un topazio e delle offerte che sono servite a realizzare una nuova ala del monastero.

I gemellaggi sono una testimonianza della diffusione nel mondo della devozione per la Santa degli impossibili; anche se il forte legame che esiste tra la gente e santa Rita è dimostrato dall’elevato numero di fedeli che durante tutto il corso dell’anno affollano la basilica di Cascia e Roccaporena che ha dato i natali alla Santa.

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Un coro di duecento cantori ha accompagnato la preghiera comunitaria https://www.lavoce.it/un-coro-di-duecento-cantori-ha-accompagnato-la-preghiera-comunitaria/ Thu, 28 Nov 2002 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=2826 Domenica 24 novembre, festa di Cristo Re, ha avuto luogo il XIII Raduno delle corali della diocesi di Perugia-Città della Pieve.

Sono convenuti quasi 200 cantori, coi relativi direttori, da Bagnaia, Agello, S. Andrea delle Fratte, Ferro di Cavallo, San Raffaele-Madonna Alta, Tavernelle, Sant’Andrea in Porta S. Susanna, San Faustino, Castiglione del Lago.

Il grande coro ha eseguito brani gregoriani e polifonici nella celebrazione della messa presieduta dal nostro arcivescovo mons. Giuseppe Chiaretti. Nella celebrazione liturgica è stata conferita la cresima a 18 giovani di Comunione e Liberazione il cui coro è intervenuto alla presentazione delle offerte.

Nella presentazione dell’incontro mons. Francesco Spingola (che ha diretto la grande corale), incaricato diocesano per la musica sacra, ha evidenziato l’importanza di questo evento, in quanto sottolinea il prezioso servizio che i cori prestano nelle comunità parrocchiali, con repertorio dignitoso e come guida dell’assemblea del popolo di Dio, ed ha accennato anche ad invadenze di gruppi non sempre adeguati alla preghiera comunitaria.

“Se è dolce e gioioso che i fratelli vivano insieme – ha detto mons. Spingola – è ancor più dolce per noi cantori far vibrare le corde dell’animo portando avanti un impegno che è prezioso servizio per il decoro della casa di Dio”.

L’Arcivescovo ha manifestato il suo pieno gradimento ringraziando le corali per l’impegno e ricordando che Dio è bontà, è verità, ma anche bellezza, quella che viene dall’arte conseguita con spirito di sacrifico e di amore alla Chiesa. “Lo stesso J.S. Bach – ha detto l’Arcivescovo con molto compiacimento – concepiva l’arte musicale come mezzo di elevazione spirituale ricordando, anche sugli spartiti la sua volontà di glorificare il Signore: Soli Deo Gloria”.

Sempre da mons. Spingola è venuto l’invito a “rispolverare” le canne di tanti organi perché anch’essi contribuiscano al decoro della celebrazione.

La manifestazione ha voluto essere omaggio a Cristo Re nella memoria di santa Cecilia, patrona dei musicisti.

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