social media Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/social-media/ Settimanale di informazione regionale Thu, 21 Nov 2024 15:16:15 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg social media Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/social-media/ 32 32 L’integrazione raccontata sui social https://www.lavoce.it/lintegrazione-raccontata-sui-social/ https://www.lavoce.it/lintegrazione-raccontata-sui-social/#respond Mon, 21 Oct 2024 15:13:32 +0000 https://www.lavoce.it/?p=78165

Il progetto Voci dal mondo non è solo un insieme di eventi fisici, ma anche un racconto transmediale che sfrutta i social media per amplificare le voci di chi spesso non trova spazio nei canali tradizionali. Attraverso un’ampia strategia di comunicazione, il progetto si estende oltre gli incontri in presenza, coinvolgendo un pubblico sempre più vasto, grazie all’uso delle piattaforme digitali.

Strategia di comunicazione nei social media

La strategia di Voci dal mondo è chiara: disseminare il messaggio attraverso mezzi analogici e digitali per raggiungere non solo diverse aree geografiche, ma anche generazioni differenti. Le quattro tappe del progetto — a Terni, Gubbio, Spoleto e il prossimo evento mercoledì 16 ottobre a Perugia — sono documentate in modo sistematico sui social media, creando una narrazione collettiva che rende questi incontri accessibili a tutti, ovunque essi si trovino. La peculiarità del progetto è quella di sfruttare ogni piattaforma per dialogare con pubblici diversi, ognuno con le proprie caratteristiche.

Voci dal mondo su IG, Fb e su quest sito

Le stories di Instagram, per esempio, seguono gli eventi in tempo reale, creando attesa e interesse per gli appuntamenti successivi. Una forma di narrazione immediata, fresca, che riesce a trasmettere non solo i fatti, ma anche le emozioni di chi vi partecipa. Al contempo, gli articoli sul settimanale, sia in versione cartacea che digitale, sono pensati per coinvolgere lettori più tradizionali, spesso appartenenti a una fascia d’età adulta, offrendo un approfondimento che le stories fugaci non possono dare. Non mancano poi i post su Face-book, che raggiungono la community di La Voce. Si tratta di una platea di persone che segue il progetto, ma che magari non è abbonata alla rivista e si informa prevalentemente attraverso i social network. Infine, Instagram è stato il canale scelto per dialogare con i giovani attraverso stories, reels e post dedicati, in grado di attirare la loro attenzione su tematiche sociali spesso trascurate.

Una narrazione dal basso

La forza di Voci dal mondo risiede proprio nella sua capacità di costruire una narrazione “dal basso”. Ogni reel pubblicato dà risalto a storie di integrazione sul nostro territorio. Si tratta di storie di persone comuni che vivono la quotidianità con sfide e conquiste che raramente trovano spazio nei media tradizionali. È questo il cuore del progetto: raccontare storie ignorate, amplificare quelle voci che meriterebbero più ascolto e più attenzione. Anche i momenti di difficoltà, le risate condivise e le aspettative dei partecipanti sono stati documentati, grazie alla copertura costante delle stories di Instagram e Facebook. Ogni tappa, ogni incontro ha lasciato una traccia sui social media, trasformando l’intero progetto in una narrazione collettiva e, soprattutto, accessibile. L’evento finale di Perugia non rappresenta la conclusione del viaggio, ma piuttosto un nuovo inizio. L’obiettivo è quello di continuare a costruire un racconto che non si esaurisca, ma che diventi un punto di riferimento per chi cerca di comprendere meglio la complessità dell’integrazione e delle migrazioni in Umbria. I social media continueranno ad essere parte integrante di questo percorso, creando un mosaico di esperienze che possa fungere sia da testimonianza sia da stimolo alla comprensione reciproca. La scelta di sfruttare i social come strumento principale di diffusione non è casuale: si tratta di canali capaci di abbattere barriere e far arrivare storie di vita a chiunque abbia la curiosità e la voglia di ascoltare. Una narrazione collettiva che non si limita a documentare, ma che cerca di cambiare prospettiva, creando ponti là dove spesso troviamo muri. Matteo Piselli Janeth Guaillas Ouns Mornagui]]>

Il progetto Voci dal mondo non è solo un insieme di eventi fisici, ma anche un racconto transmediale che sfrutta i social media per amplificare le voci di chi spesso non trova spazio nei canali tradizionali. Attraverso un’ampia strategia di comunicazione, il progetto si estende oltre gli incontri in presenza, coinvolgendo un pubblico sempre più vasto, grazie all’uso delle piattaforme digitali.

Strategia di comunicazione nei social media

La strategia di Voci dal mondo è chiara: disseminare il messaggio attraverso mezzi analogici e digitali per raggiungere non solo diverse aree geografiche, ma anche generazioni differenti. Le quattro tappe del progetto — a Terni, Gubbio, Spoleto e il prossimo evento mercoledì 16 ottobre a Perugia — sono documentate in modo sistematico sui social media, creando una narrazione collettiva che rende questi incontri accessibili a tutti, ovunque essi si trovino. La peculiarità del progetto è quella di sfruttare ogni piattaforma per dialogare con pubblici diversi, ognuno con le proprie caratteristiche.

Voci dal mondo su IG, Fb e su quest sito

Le stories di Instagram, per esempio, seguono gli eventi in tempo reale, creando attesa e interesse per gli appuntamenti successivi. Una forma di narrazione immediata, fresca, che riesce a trasmettere non solo i fatti, ma anche le emozioni di chi vi partecipa. Al contempo, gli articoli sul settimanale, sia in versione cartacea che digitale, sono pensati per coinvolgere lettori più tradizionali, spesso appartenenti a una fascia d’età adulta, offrendo un approfondimento che le stories fugaci non possono dare. Non mancano poi i post su Face-book, che raggiungono la community di La Voce. Si tratta di una platea di persone che segue il progetto, ma che magari non è abbonata alla rivista e si informa prevalentemente attraverso i social network. Infine, Instagram è stato il canale scelto per dialogare con i giovani attraverso stories, reels e post dedicati, in grado di attirare la loro attenzione su tematiche sociali spesso trascurate.

Una narrazione dal basso

La forza di Voci dal mondo risiede proprio nella sua capacità di costruire una narrazione “dal basso”. Ogni reel pubblicato dà risalto a storie di integrazione sul nostro territorio. Si tratta di storie di persone comuni che vivono la quotidianità con sfide e conquiste che raramente trovano spazio nei media tradizionali. È questo il cuore del progetto: raccontare storie ignorate, amplificare quelle voci che meriterebbero più ascolto e più attenzione. Anche i momenti di difficoltà, le risate condivise e le aspettative dei partecipanti sono stati documentati, grazie alla copertura costante delle stories di Instagram e Facebook. Ogni tappa, ogni incontro ha lasciato una traccia sui social media, trasformando l’intero progetto in una narrazione collettiva e, soprattutto, accessibile. L’evento finale di Perugia non rappresenta la conclusione del viaggio, ma piuttosto un nuovo inizio. L’obiettivo è quello di continuare a costruire un racconto che non si esaurisca, ma che diventi un punto di riferimento per chi cerca di comprendere meglio la complessità dell’integrazione e delle migrazioni in Umbria. I social media continueranno ad essere parte integrante di questo percorso, creando un mosaico di esperienze che possa fungere sia da testimonianza sia da stimolo alla comprensione reciproca. La scelta di sfruttare i social come strumento principale di diffusione non è casuale: si tratta di canali capaci di abbattere barriere e far arrivare storie di vita a chiunque abbia la curiosità e la voglia di ascoltare. Una narrazione collettiva che non si limita a documentare, ma che cerca di cambiare prospettiva, creando ponti là dove spesso troviamo muri. Matteo Piselli Janeth Guaillas Ouns Mornagui]]>
https://www.lavoce.it/lintegrazione-raccontata-sui-social/feed/ 0
Fake news e fuga dai social https://www.lavoce.it/fake-news-e-fuga-dai-social/ Sat, 05 Feb 2022 18:54:28 +0000 https://www.lavoce.it/?p=64859

Fa riflettere, e pure parecchio, che un italiano su cinque abbia abbandonato i social media nell’ultimo anno. Qualcuno l’ha definita un’autentica “fuga”, proprio perché il 22 per cento dei nostri connazionali nel 2021 non ha più frequentato almeno una tra le reti sociali nelle quali aveva aperto i suoi profili. Nella scelta di disconnettersi prevale il rifiuto di modelli frivoli e noiosi, e la stanchezza per le troppe fake news che lamenta almeno un internauta su quattro. Sono solo alcuni dei numeri in evidenza nel Digital consumer trends survey 2021 pubblicato da Deloitte.

Ciò che sono diventati i social media negli ultimi anni è davvero sotto gli occhi di tutti. Indagini, ricerche e rapporti - a livello nazionale e internazionale - non fanno altro che confermare la percezione che ciascuno di noi sperimenta ogni giorno, affacciandosi nel flusso incessante dei post che popolano le varie piattaforme. Come abbiamo già avuto modo di raccontare la scorsa settimana, presentando il messaggio di Papa Francesco per la prossima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, c’è una infodemia dilagante (una sempre più ampia “pandemia dell’informazione”) che ha bisogno di antidoti e anticorpi. Con estrema urgenza, per altro. Per questo il Santo Padre indica l’ascolto reciproco come possibile “vaccino” per contrastare il diffondersi del virus del parlarsi addosso, del ridicolizzare l’altro, dell’offesa gratuita e violenta, dell’imposizione del proprio punto di vista senza accendere un vero e fertile dialogo.

Rivolgendosi nei giorni scorsi al consorzio internazionale di media cattolici Catholic fact-checking , il Papa ha affermato che davanti al moltiplicarsi delle informazioni e al diffondersi di false notizie, in particolare sui vaccini anti-Covid, è necessario ricercare sempre la verità senza colpire chi le condivide, talvolta senza cognizione di causa. Il cristiano - altro grande insegnamento di Francesco - è contro le menzogne, ma sempre per le persone. Non bisogna dimenticare, avverte, la “distinzione tra le notizie e le persone”. Se è necessario contrastare le fake news , vanno sempre rispettate le persone che spesso inconsapevolmente vi aderiscono. Anche questo - per ogni credente e per i media cattolici - è autentico, complesso ma doveroso terreno di ‘missione’.

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Fa riflettere, e pure parecchio, che un italiano su cinque abbia abbandonato i social media nell’ultimo anno. Qualcuno l’ha definita un’autentica “fuga”, proprio perché il 22 per cento dei nostri connazionali nel 2021 non ha più frequentato almeno una tra le reti sociali nelle quali aveva aperto i suoi profili. Nella scelta di disconnettersi prevale il rifiuto di modelli frivoli e noiosi, e la stanchezza per le troppe fake news che lamenta almeno un internauta su quattro. Sono solo alcuni dei numeri in evidenza nel Digital consumer trends survey 2021 pubblicato da Deloitte.

Ciò che sono diventati i social media negli ultimi anni è davvero sotto gli occhi di tutti. Indagini, ricerche e rapporti - a livello nazionale e internazionale - non fanno altro che confermare la percezione che ciascuno di noi sperimenta ogni giorno, affacciandosi nel flusso incessante dei post che popolano le varie piattaforme. Come abbiamo già avuto modo di raccontare la scorsa settimana, presentando il messaggio di Papa Francesco per la prossima Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, c’è una infodemia dilagante (una sempre più ampia “pandemia dell’informazione”) che ha bisogno di antidoti e anticorpi. Con estrema urgenza, per altro. Per questo il Santo Padre indica l’ascolto reciproco come possibile “vaccino” per contrastare il diffondersi del virus del parlarsi addosso, del ridicolizzare l’altro, dell’offesa gratuita e violenta, dell’imposizione del proprio punto di vista senza accendere un vero e fertile dialogo.

Rivolgendosi nei giorni scorsi al consorzio internazionale di media cattolici Catholic fact-checking , il Papa ha affermato che davanti al moltiplicarsi delle informazioni e al diffondersi di false notizie, in particolare sui vaccini anti-Covid, è necessario ricercare sempre la verità senza colpire chi le condivide, talvolta senza cognizione di causa. Il cristiano - altro grande insegnamento di Francesco - è contro le menzogne, ma sempre per le persone. Non bisogna dimenticare, avverte, la “distinzione tra le notizie e le persone”. Se è necessario contrastare le fake news , vanno sempre rispettate le persone che spesso inconsapevolmente vi aderiscono. Anche questo - per ogni credente e per i media cattolici - è autentico, complesso ma doveroso terreno di ‘missione’.

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Buone vacanze con “dieta digitale” https://www.lavoce.it/buone-vacanze-con-dieta-digitale/ Wed, 04 Aug 2021 14:34:26 +0000 https://www.lavoce.it/?p=61629

Nella calura estiva della nostra redazione, come accadeva un po’ in tutti i mezzi di comunicazione, quello a cavallo tra luglio e agosto di solito era un periodo abbastanza tranquillo. Tanto da rendere spesso difficile il reperimento di notizie, storie o approfondimenti da sottoporre all’attenzione dei nostri lettori. Stavolta, ma in parte già nel 2020, non è così.

Bombardati dalle notizie

In questi giorni e in queste ore, siamo “bombardati” dalle notizie, belle e brutte. Lo spettro di una quarta ondata di Covid, le polemiche sui vaccini, l’Italia e il mondo intero divisi fra incendi e alluvioni, gioia e lacrime per i successi e le sconfitte sportive, la cronaca bianca e nera che non finisce mai di stupirci. A volte, sembriamo quasi dei fuscelli in balia di una vera e propria “alluvione”, prodotta da quello tsunami di dati e informazioni che sta sommergendo il nostro mondo. E le nostre vite.

Il sovraccarico delle informazioni

Studi e ricerche sui mass media - specie quelli digitali - arrivano a identificare in maniera assai nitida questo “sovraccarico informativo”  (information overload) che provoca nella persona una polarizzazione delle emozioni, la povertà di attenzione, l’aumento di iperattività, transitorietà, incertezza e una crescente difficoltà a riconoscere il vero dal falso. I meccanismi perversi della post-verità (nell’assimilazione di una notizia, sensazioni ed emozioni contano più dell’accertamento dei fatti) e delle echo chambers (camere di risonanza dove trovo individui con le mie stesse opinioni e, quindi, evito il confronto con chi la pensa in modo diverso) ci fanno capire come l’emotività possa dominare sempre più sulla razionalità, in una società ormai così “liquida” da essere incapace di fissare punti fermi e valori.

Il "vampirismo" dei social media

Una sorta di “bulimia digitale” che tira in ballo un altro rischio ipotizzato dai ricercatori: il cosiddetto “vampirismo” dei social media. Il sovraccarico dei contenuti (confezionati sempre più su misura per ciascuno di noi) consuma tempo e attenzione, ci induce a fare scelte senza razionalità e riflessione, fino a farci perdere l’abitudine a decidere e a formare un nostro pensiero autonomo.

Chiudiamo lo smartphone

Arrivo al punto. Nel chiudere l’ultimo numero de La Voce prima della nostra pausa estiva, vogliamo augurarvi di trovare tempo per voi, per amici e familiari, per le vostre passioni, per nutrire e ristorare anima e corpo, per la relazione e la condivisione. Quelle vere. Senza la preoccupazione di rimanere disconnessi, in assenza di campo e linea dati, lontani da una community digitale che spesso mostra tanti liker e follower, ma che non di rado nasconde solitudini inimmaginabili. Chiudiamo lo smartphone ogni tanto, aprendo la mente e il cuore. Buone vacanze!

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Nella calura estiva della nostra redazione, come accadeva un po’ in tutti i mezzi di comunicazione, quello a cavallo tra luglio e agosto di solito era un periodo abbastanza tranquillo. Tanto da rendere spesso difficile il reperimento di notizie, storie o approfondimenti da sottoporre all’attenzione dei nostri lettori. Stavolta, ma in parte già nel 2020, non è così.

Bombardati dalle notizie

In questi giorni e in queste ore, siamo “bombardati” dalle notizie, belle e brutte. Lo spettro di una quarta ondata di Covid, le polemiche sui vaccini, l’Italia e il mondo intero divisi fra incendi e alluvioni, gioia e lacrime per i successi e le sconfitte sportive, la cronaca bianca e nera che non finisce mai di stupirci. A volte, sembriamo quasi dei fuscelli in balia di una vera e propria “alluvione”, prodotta da quello tsunami di dati e informazioni che sta sommergendo il nostro mondo. E le nostre vite.

Il sovraccarico delle informazioni

Studi e ricerche sui mass media - specie quelli digitali - arrivano a identificare in maniera assai nitida questo “sovraccarico informativo”  (information overload) che provoca nella persona una polarizzazione delle emozioni, la povertà di attenzione, l’aumento di iperattività, transitorietà, incertezza e una crescente difficoltà a riconoscere il vero dal falso. I meccanismi perversi della post-verità (nell’assimilazione di una notizia, sensazioni ed emozioni contano più dell’accertamento dei fatti) e delle echo chambers (camere di risonanza dove trovo individui con le mie stesse opinioni e, quindi, evito il confronto con chi la pensa in modo diverso) ci fanno capire come l’emotività possa dominare sempre più sulla razionalità, in una società ormai così “liquida” da essere incapace di fissare punti fermi e valori.

Il "vampirismo" dei social media

Una sorta di “bulimia digitale” che tira in ballo un altro rischio ipotizzato dai ricercatori: il cosiddetto “vampirismo” dei social media. Il sovraccarico dei contenuti (confezionati sempre più su misura per ciascuno di noi) consuma tempo e attenzione, ci induce a fare scelte senza razionalità e riflessione, fino a farci perdere l’abitudine a decidere e a formare un nostro pensiero autonomo.

Chiudiamo lo smartphone

Arrivo al punto. Nel chiudere l’ultimo numero de La Voce prima della nostra pausa estiva, vogliamo augurarvi di trovare tempo per voi, per amici e familiari, per le vostre passioni, per nutrire e ristorare anima e corpo, per la relazione e la condivisione. Quelle vere. Senza la preoccupazione di rimanere disconnessi, in assenza di campo e linea dati, lontani da una community digitale che spesso mostra tanti liker e follower, ma che non di rado nasconde solitudini inimmaginabili. Chiudiamo lo smartphone ogni tanto, aprendo la mente e il cuore. Buone vacanze!

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