Sinodo diocesano Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/sinodo-diocesano/ Settimanale di informazione regionale Sun, 10 Apr 2022 17:42:30 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg Sinodo diocesano Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/sinodo-diocesano/ 32 32 Prosegue il cammino sinodale, filo diretto con la diocesi di Assisi https://www.lavoce.it/cammino-sinodale-filo-diretto-diocesi-assisi/ Thu, 24 Mar 2022 09:55:12 +0000 https://www.lavoce.it/?p=65735

Linea diretta per i fedeli e non, per i loro commenti, suggerimenti e riflessioni. La diocesi di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino ha accolto l’invito di Papa Francesco e della Chiesa italiana a mettersi in ascolto e in cammino, attraverso il Sinodo (dal greco “camminare insieme”) per dare modo a tutti, credenti e non credenti, praticanti e coloro che sono lontani dalle chiese, di esprimersi. Tra le iniziative "chiediamo di inviare una nota, un commento, una riflessione - l'invito dei referenti diocesani per il Sinodo 2021-2023 Marina Zola e Luca Viaro - o semplicemente due righe per raccontare la propria esperienza di Chiesa oppure cosa si pensi della Chiesa o quanto sia significativa la sua presenza nella comunità cittadina di cui si fa parte. Pregheremmo di far pervenire queste riflessioni entro il 31 marzo all’indirizzo e-mail sinodo2123assisinoceragualdo@gmail.com. Ve ne saremo molto grati perché, ne siamo certi, ci aiuterebbe a cambiare in meglio e, in un mondo in cui sempre di più pare prevalere l'IO, a camminare di più insieme". Oltre alla possibilità di inviare una email si può rispondere ad alcune domande e suggestioni al link https://forms.gle/FWUEDA2T6LHhNf276. È in programma anche un'iniziativa di confronto diretto dal titolo “Le voci di tutti… anche la tua” prevista per martedì 29 marzo alle 21, cui si può aderire mandando un messaggio sempre all’indirizzo email sinodo2123assisinoceragualdo@gmail.com per ricevere il link per l’incontro via Zoom. “Stiamo percorrendo – sottolineano i referenti - la prima delle tre fasi del processo sinodale, proprio la fase dell’ascolto, quella che riguarda le singole chiese diocesane, una ‘consultazione del popolo di Dio’, un ascolto dal basso della gente, cara al Pontefice, già presente nella nostra esperienza diocesana con il sinodo celebrato dopo la prima visita pastorale e la seconda ancora in corso, ma che certo è sempre da accrescere e migliorare”. Come afferma il Santo Padre “una Chiesa sinodale è una Chiesa dell’ascolto, nella consapevolezza che ascoltare è più che sentire”.  ]]>

Linea diretta per i fedeli e non, per i loro commenti, suggerimenti e riflessioni. La diocesi di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino ha accolto l’invito di Papa Francesco e della Chiesa italiana a mettersi in ascolto e in cammino, attraverso il Sinodo (dal greco “camminare insieme”) per dare modo a tutti, credenti e non credenti, praticanti e coloro che sono lontani dalle chiese, di esprimersi. Tra le iniziative "chiediamo di inviare una nota, un commento, una riflessione - l'invito dei referenti diocesani per il Sinodo 2021-2023 Marina Zola e Luca Viaro - o semplicemente due righe per raccontare la propria esperienza di Chiesa oppure cosa si pensi della Chiesa o quanto sia significativa la sua presenza nella comunità cittadina di cui si fa parte. Pregheremmo di far pervenire queste riflessioni entro il 31 marzo all’indirizzo e-mail sinodo2123assisinoceragualdo@gmail.com. Ve ne saremo molto grati perché, ne siamo certi, ci aiuterebbe a cambiare in meglio e, in un mondo in cui sempre di più pare prevalere l'IO, a camminare di più insieme". Oltre alla possibilità di inviare una email si può rispondere ad alcune domande e suggestioni al link https://forms.gle/FWUEDA2T6LHhNf276. È in programma anche un'iniziativa di confronto diretto dal titolo “Le voci di tutti… anche la tua” prevista per martedì 29 marzo alle 21, cui si può aderire mandando un messaggio sempre all’indirizzo email sinodo2123assisinoceragualdo@gmail.com per ricevere il link per l’incontro via Zoom. “Stiamo percorrendo – sottolineano i referenti - la prima delle tre fasi del processo sinodale, proprio la fase dell’ascolto, quella che riguarda le singole chiese diocesane, una ‘consultazione del popolo di Dio’, un ascolto dal basso della gente, cara al Pontefice, già presente nella nostra esperienza diocesana con il sinodo celebrato dopo la prima visita pastorale e la seconda ancora in corso, ma che certo è sempre da accrescere e migliorare”. Come afferma il Santo Padre “una Chiesa sinodale è una Chiesa dell’ascolto, nella consapevolezza che ascoltare è più che sentire”.  ]]>
La Chiesa diocesana in cammino sinodale https://www.lavoce.it/la-chiesa-diocesana-in-cammino-sinodale/ Fri, 04 Mar 2022 18:10:03 +0000 https://www.lavoce.it/?p=65413

“La Chiesa, come ha detto il Papa alcuni anni fa, si trova ad agire in un grande ospedale da campo, con gente ferita; oggi ancora di più, dopo la pandemia e lo scoppio di questa guerra. C’è un mondo ferito da vecchie e nuove drammaticità e credo che il cammino sinodale sia un cammino indispensabile dopo essere stati anche due anni chiusi in casa, senza comunicare”. Sono le parole del cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti nel mettersi in ascolto di alcuni moderatori dei 90 gruppi sinodali attualmente costituiti nell’archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, che si sono incontrati, nella serata del 3 marzo, nella parrocchia perugina di San Giovanni Paolo II in Prepo. L’incontro, preceduto dalla messa presieduta dal cardinale Bassetti, è stato promosso dall’équipe sinodale diocesana il cui referente è don Calogero Di Leo, direttore dell’Ufficio catechistico e parroco del centro storico di Perugia, coadiuvato da don Simone Pascarosa, parroco di Bagnaia e Polonico Materno.

Un cammino da condividere anche con i ‘lontani’

“Il Sinodo è l’occasione giusta per tornare ad incontrarsi – ha ribadito il cardinale –, perché la gente ha bisogno di comunicare e occorre uscire dalle parrocchie. Qualcuno di voi ha raccontato che anche un condominio si è lasciato coinvolgere dall’esperienza dei gruppi sinodali. Noi dobbiamo trovare degli ambiti dove è possibile incontrare la gente, ma non quella ‘addetta ai lavori’, che viene in chiesa e che fa un cammino di fede. Queste persone dovrebbero essere gli animatori di questa nuova esperienza”. Invece, ha sottolineato Bassetti, “noi dobbiamo dare voce a chi non l’ha mai avuta nella Chiesa. Lo avete evidenziato voi che qualche persona, addirittura anche ‘lontana’, ha detto del cammino sinodale che ‘è un’esperienza troppo bella per essere vera’. Facciamo che le nostre esperienze sinodali dello stare insieme, dell’andare a fondo su tanti problemi che sono comuni a chi crede e a chi non crede, si aprano il più possibile a quanti sono distanti, perché respiriamo tutti la stessa aria e tutti abbiamo bisogno di un cammino e di ascolto”. Il cardinale ha concluso esortando i sacerdoti nel dire: “si lascino coinvolgere in questo cammino, che non siano spettatori passivi con la scusa di dare spazio agli altri. Il cammino sinodale per la vita dei preti è un recupero di entusiasmo e di fervore spirituale e pastorale. Bisogna far parlare chi non ha mai parlato e non spegnere l’entusiasmo di chi finalmente è riuscito a dire qualche cosa e ha paura, però, che sia stato una cosa per caso e non invece la bellezza di un rapporto che può continuare”.

La nuova evangelizzazione dal cammino sinodale

Quello della Chiesa perugino-pievese, come per un po’ tutte le altre Chiese diocesane, è un cammino sinodale in “ritardo”, a seguito della pandemia, rispetto ai tempi che erano stati dati in fase di avvio (ottobre 2021) nell’elaborazione e consegna dei contributi diocesani di studio (primavera 2022), sintesi dei gruppi sinodali che si sarebbero dovuti costituire nei vari ambiti e non solo parrocchiale, ma ciò sta avvenendo negli ultimi due mesi con un sensibile “recupero”. E a “tranquillizzare” i sinodali al lavoro su tempi e argomenti, è stato lo stesso cardinale Bassetti che, da presidente della Cei, ha un po’ “il metro dell’Italia”, come lui stesso l’ha definito, a sua volta rassicurato da papa Francesco in persona. Il Papa gli ha detto di recente, parlando del Sinodo: “Io non ho messo limite al cammino, è il metodo che dovete incominciare e l’importante è imbroccare una strada giusta e poi continuare, continuare senza stancarsi nel testimoniare la fede nell’essere missionari e annunciatori della Parola in mezzo alla gente”. E il cardinale Bassetti ha commentato dicendo: “Io credo che questa sia la nuova evangelizzazione”.

I numeri del cammino sinodale

C’è soddisfazione, nella Chiesa perugino-pievese, per il cammino sinodale svolto fino ad oggi, testimoniata anche dai numeri provvisori riguardo il coinvolgimento-partecipazione a questa nuova esperienza. Sono attualmente circa 90 i gruppi sinodali costituiti un po’ in tutte le 7 Zone pastorali dell’Archidiocesi, composti complessivamente da 700 persone, con una novantina di coordinatori-animatori quasi tutti laici. Il 45% delle parrocchie ha nel proprio territorio almeno un gruppo sinodale; il 25% è in fase di avvio-costituzione di gruppi; il restante 35% non ha ancora nemmeno un gruppo sinodale.

La vitalità della Chiesa perugino-pievese

La soddisfazione maggiore, rilevata da don Calogero Di Leo e da don Simone Pascarosa, è soprattutto per la “qualità-spessore di comunità cristiana” che sta emergendo dal lavoro dei gruppi, grazie, appunto, all’ascolto-racconto che caratterizza la prima fase del cammino dedicata alla “narrativa” (2021-22); poi a seguire le fasi “sapienziale” (2023-24) e “profetica” (2025). Un ascolto-racconto, sottolineano dall’équipe sinodale diocesana, che “fa venire fuori la vitalità della Chiesa, quando il tema dell’ascolto è stato un po’ in disuso nella stessa Chiesa. L’ascolto è importante perché fa incontrare le diversità e stimola a non chiudersi ma ad aprirsi, ad allargarsi a più realtà non solo parrocchiali”. Tant’è vero che è emerso dagli interventi dei moderatori dei gruppi come quest’esperienza abbia coinvolto non solo i catechisti ed altri “addetti ai lavori”, ma anche realtà ‘lontane’, come un condominio, o, addirittura, un consiglio comunale. Il cammino sinodale perugino-pievese si sta rivelando anche importante occasione per avviare le Unità pastorali (due o più parrocchie territorialmente e pastoralmente omogenee unite) dove ancora non si erano di fatto costituite. E questo è nuova evangelizzazione e, come dice papa Francesco, l’importante non è tanto dare un limite al cammino sinodale, ma imbroccare una strada giusta e continuare a percorrerla.]]>

“La Chiesa, come ha detto il Papa alcuni anni fa, si trova ad agire in un grande ospedale da campo, con gente ferita; oggi ancora di più, dopo la pandemia e lo scoppio di questa guerra. C’è un mondo ferito da vecchie e nuove drammaticità e credo che il cammino sinodale sia un cammino indispensabile dopo essere stati anche due anni chiusi in casa, senza comunicare”. Sono le parole del cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti nel mettersi in ascolto di alcuni moderatori dei 90 gruppi sinodali attualmente costituiti nell’archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, che si sono incontrati, nella serata del 3 marzo, nella parrocchia perugina di San Giovanni Paolo II in Prepo. L’incontro, preceduto dalla messa presieduta dal cardinale Bassetti, è stato promosso dall’équipe sinodale diocesana il cui referente è don Calogero Di Leo, direttore dell’Ufficio catechistico e parroco del centro storico di Perugia, coadiuvato da don Simone Pascarosa, parroco di Bagnaia e Polonico Materno.

Un cammino da condividere anche con i ‘lontani’

“Il Sinodo è l’occasione giusta per tornare ad incontrarsi – ha ribadito il cardinale –, perché la gente ha bisogno di comunicare e occorre uscire dalle parrocchie. Qualcuno di voi ha raccontato che anche un condominio si è lasciato coinvolgere dall’esperienza dei gruppi sinodali. Noi dobbiamo trovare degli ambiti dove è possibile incontrare la gente, ma non quella ‘addetta ai lavori’, che viene in chiesa e che fa un cammino di fede. Queste persone dovrebbero essere gli animatori di questa nuova esperienza”. Invece, ha sottolineato Bassetti, “noi dobbiamo dare voce a chi non l’ha mai avuta nella Chiesa. Lo avete evidenziato voi che qualche persona, addirittura anche ‘lontana’, ha detto del cammino sinodale che ‘è un’esperienza troppo bella per essere vera’. Facciamo che le nostre esperienze sinodali dello stare insieme, dell’andare a fondo su tanti problemi che sono comuni a chi crede e a chi non crede, si aprano il più possibile a quanti sono distanti, perché respiriamo tutti la stessa aria e tutti abbiamo bisogno di un cammino e di ascolto”. Il cardinale ha concluso esortando i sacerdoti nel dire: “si lascino coinvolgere in questo cammino, che non siano spettatori passivi con la scusa di dare spazio agli altri. Il cammino sinodale per la vita dei preti è un recupero di entusiasmo e di fervore spirituale e pastorale. Bisogna far parlare chi non ha mai parlato e non spegnere l’entusiasmo di chi finalmente è riuscito a dire qualche cosa e ha paura, però, che sia stato una cosa per caso e non invece la bellezza di un rapporto che può continuare”.

La nuova evangelizzazione dal cammino sinodale

Quello della Chiesa perugino-pievese, come per un po’ tutte le altre Chiese diocesane, è un cammino sinodale in “ritardo”, a seguito della pandemia, rispetto ai tempi che erano stati dati in fase di avvio (ottobre 2021) nell’elaborazione e consegna dei contributi diocesani di studio (primavera 2022), sintesi dei gruppi sinodali che si sarebbero dovuti costituire nei vari ambiti e non solo parrocchiale, ma ciò sta avvenendo negli ultimi due mesi con un sensibile “recupero”. E a “tranquillizzare” i sinodali al lavoro su tempi e argomenti, è stato lo stesso cardinale Bassetti che, da presidente della Cei, ha un po’ “il metro dell’Italia”, come lui stesso l’ha definito, a sua volta rassicurato da papa Francesco in persona. Il Papa gli ha detto di recente, parlando del Sinodo: “Io non ho messo limite al cammino, è il metodo che dovete incominciare e l’importante è imbroccare una strada giusta e poi continuare, continuare senza stancarsi nel testimoniare la fede nell’essere missionari e annunciatori della Parola in mezzo alla gente”. E il cardinale Bassetti ha commentato dicendo: “Io credo che questa sia la nuova evangelizzazione”.

I numeri del cammino sinodale

C’è soddisfazione, nella Chiesa perugino-pievese, per il cammino sinodale svolto fino ad oggi, testimoniata anche dai numeri provvisori riguardo il coinvolgimento-partecipazione a questa nuova esperienza. Sono attualmente circa 90 i gruppi sinodali costituiti un po’ in tutte le 7 Zone pastorali dell’Archidiocesi, composti complessivamente da 700 persone, con una novantina di coordinatori-animatori quasi tutti laici. Il 45% delle parrocchie ha nel proprio territorio almeno un gruppo sinodale; il 25% è in fase di avvio-costituzione di gruppi; il restante 35% non ha ancora nemmeno un gruppo sinodale.

La vitalità della Chiesa perugino-pievese

La soddisfazione maggiore, rilevata da don Calogero Di Leo e da don Simone Pascarosa, è soprattutto per la “qualità-spessore di comunità cristiana” che sta emergendo dal lavoro dei gruppi, grazie, appunto, all’ascolto-racconto che caratterizza la prima fase del cammino dedicata alla “narrativa” (2021-22); poi a seguire le fasi “sapienziale” (2023-24) e “profetica” (2025). Un ascolto-racconto, sottolineano dall’équipe sinodale diocesana, che “fa venire fuori la vitalità della Chiesa, quando il tema dell’ascolto è stato un po’ in disuso nella stessa Chiesa. L’ascolto è importante perché fa incontrare le diversità e stimola a non chiudersi ma ad aprirsi, ad allargarsi a più realtà non solo parrocchiali”. Tant’è vero che è emerso dagli interventi dei moderatori dei gruppi come quest’esperienza abbia coinvolto non solo i catechisti ed altri “addetti ai lavori”, ma anche realtà ‘lontane’, come un condominio, o, addirittura, un consiglio comunale. Il cammino sinodale perugino-pievese si sta rivelando anche importante occasione per avviare le Unità pastorali (due o più parrocchie territorialmente e pastoralmente omogenee unite) dove ancora non si erano di fatto costituite. E questo è nuova evangelizzazione e, come dice papa Francesco, l’importante non è tanto dare un limite al cammino sinodale, ma imbroccare una strada giusta e continuare a percorrerla.]]>
Sorrentino alla diocesi: per quest’anno unico impegno: evangelizzazione! https://www.lavoce.it/sorrentino-alla-diocesi-per-questanno-unico-impegno-evangelizzazione/ Thu, 13 Aug 2015 12:39:50 +0000 https://www.lavoce.it/?p=42482 La lunetta sopra il portale della cattedrale di San Rufino rappresenta l’iconografia più antica del santo
La lunetta sopra il portale della cattedrale di San Rufino rappresenta l’iconografia più antica del santo

Anche quest’anno la solennità di San Rufino, celebrata mercoledì 12 agosto nella cattedrale di Assisi, è stata incentrata sul Sinodo diocesano ed ha visto la partecipazione delle autorità civili e religiose della diocesi. Nella celebrazione il vescovo mons. Domenico Sorrentino ha posto l’accento di gratitudine e lode in solenne ringraziamento per il Sinodo diocesano, indetto tre anni fa e conclusosi nella sua fase celebrativa.

“Il Sinodo non è finito – ha detto – resta la conclusione, l’aspetto affidato al mio ministero. Sono stati tre anni intensi di cui un anno di sensibilizzazione e preghiera ed un anno di consultazione, di sessioni plenarie precedute dal lavoro delle varie commissioni”.

“Per quest’anno – ha detto Sorrentino – solo le linee operative del Papa, a partire dalla sua ultima enciclica, Laudato sii, che riveste un’importanza fondamentale per noi assisani, e il Giubileo della misericordia. Unica linea da seguire è l’evangelizzazione per un grande scatto nella nostra chiesa diocesana di novità e di vitalità”.

L’omelia si è conclusa con l’esortazione del presule alla disponibilità di tutti e in specie dei preti per questo scatto, per questa novità di vita e un invito alla preghiera, perché ora “toccherà al pastore della diocesi, dopo gli elaborati e le proposizioni suggerite dalle commissioni sinodali, fare discernimento per redigere i decreti sinodali che saranno enunciati a dicembre”. A conclusione della santa messa, affinché tutti siano a conoscenza del lavoro e delle conclusioni emerse nelle sessioni sinodali è stato distribuito a tutti un opuscolo con la sintesi dei lavori sinodali.

Ricordando San Rufino, il vescovo ha affermato che è un “Santo che sta alle origini di questa comunità; Rufino ha gettato qui il seme del Vangelo. Il suo sangue unito a quello di Cristo ha portato grande frutto e da quel sangue sono germogliati santi come san Francesco e santa Chiara”.

Durante la cerimonia sono stati portati sull’altare due cesti, uno contenente i ceri e l’altro una casula bianca offerti dal sindaco di Assisi.

Al termine della celebrazione il vescovo Sorrentino si è recato sulla tomba di mons. Sergio Goretti, già vescovo della diocesi per benedire una stele di Fiorenzo Bacci, per ricordare l’opera e l’episcopato del suo predecessore. La stele nella parte alta raffigura monsignor Goretti che va incontro a Gesù e tra i due si trova raffigurato un ramoscello d’ulivo con la scritta “Pax et bonum”. Nella parte inferiore sono collocati altri elementi che identificano la sua identità e il suo impegno di guida e pastore.

 

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Sinodo diocesano: il bilancio di un’esperienza https://www.lavoce.it/sinodo-diocesano-il-bilancio-di-unesperienza/ Mon, 11 May 2015 10:56:52 +0000 https://www.lavoce.it/?p=33054 Un momento dell'incontro
Un momento dell’incontro

Chiuse ufficialmente le sessioni plenarie del Sinodo diocesano, lunedì 4 maggio scorso, presso la Domus pacis di Assisi, con la discussione delle proposizioni delle commissioni G e H su “Storia, strutture e cultura al servizio dell’evangelizzazione” ed “Economia e strutture materiali a servizio dell’evangelizzazione”, tutte approvate all’unanimità. Un incontro che, a differenza dei sette precedenti, oltre che sulla discussione e approvazione dei risultati dei due gruppi di lavoro, ha inteso fare un bilancio dell’esperienza fino a questo momento svolta. “È stata un’esperienza entusiasmante” ha osservato il vescovo diocesano, mons. Domenico Sorrentino, nel suo intervento “poiché abbiamo davvero lavorato insieme con grande coinvolgimento dibattendo anche in maniera appassionata e individuando degli orientamenti che ora aspettano di essere approfonditi e assimilati e che porteranno alla redazione dei decreti sinodali”.

La conseguenza principale è che “da questo sinodo esce l’immagine di una comunità diocesana fortemente motivata nel desiderio di essere sempre più gioiosa e missionaria”. Una comunità che, però, deve essere cosciente che, nonostante la speranza della fede, “siamo nel tempo delle lacrime, del lutto e della morte” e in un contesto culturale che, purtroppo, vede noi cristiani tornare ai primi tempi, quelli delle persecuzioni e del martirio, l’etica cristiana messa duramente alla prova a causa della secolarizzazione e della messa in discussione dei fondamenti stessi della società, ma anche il mondo dividersi, in maniera paradossale, fra una ristretta cerchia di ricchi e indifferenti e una enorme, sconfinata, “periferia di miserabili”. Di fronte a ciò, è necessario essere uniti, solidali e fiduciosi “discepoli di Cristo”, per poter portare il messaggio di speranza ovunque “incombe il grido del male e del dolore”.

E il richiamo all’unità, anche dei cristiani, è stato ecumenicamente raccolto dall’intervento, a conclusione dell’incontro, della pastora anglicana sister Beverly, attualmente cappellana della chiesa di San Leonardo, donata dalla nostra diocesi alla chiesa anglicana d’Inghilterra. Sister Beverly, che è la prima donna a rivestire questo ruolo ad Assisi, ha colto l’occasione per ribadire la necessità dell’amicizia e del dialogo fra le varie confessioni cristiane, allo scopo di superare “quanto ancora causa divisione” e tornare all’essenza stessa dell’essere “cristiani”, vale a dire “discepoli di Cristo”.

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Non possiamo più tacere https://www.lavoce.it/non-possiamo-piu-tacere/ Fri, 24 Apr 2015 09:21:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=31773 Cristiani perseguitati in Pakistan
Cristiani perseguitati in Pakistan

Un richiamo forte alla sua comunità, alla comunità internazionale, al mondo islamico e al mondo della pace è stato fatto il 20 aprile dal vescovo di Assisi mons. Domenico Sorrentino nel corso dell’ultima sessione del Sinodo diocesano, in riferimento alle persecuzioni e uccisioni nei confronti dei cristiani del mondo. Sulla scia degli interventi del Papa, da Assisi si leva una voce nel coro del silenzio rispetto alla distruzione di vite e di opere che sta avvenendo in molti paesi del mondo.

“Il Sinodo ci sta concentrando sul cammino della nostra Chiesa particolare – dice il vescovo Sorrentino – ma l’orizzonte rimane quello della Chiesa universale. E nella Chiesa oggi ci sono membra che stanno soffrendo più delle altre, perché raggiunte da una persecuzione che sta facendo scorrere sangue in tanta parte del mondo e sta creando nuovi martiri. La nostra Chiesa di Assisi – sottolinea ancora – deve far sentire la sua voce. Purtroppo, nel panorama dell’opinione pubblica è di scena il silenzio, o l’assuefazione, o la rassegnazione. La voce del Papa si è fatta sentire con forza, invocando un’attenzione fattiva della politica internazionale, ma finora con scarsi risultati. La prima attenzione deve essere espressa nella preghiera, ma poi anche nel tenere alto il livello di informazione e di coinvolgimento”.

Mons. Sorrentino sottolinea poi che “le soluzioni non sono facili; e le risposte armate, che sembrano a prima vista le più necessarie o le uniche efficaci, sono anche le più equivoche e le meno convincenti. La storia degli ultimi decenni lo ha dimostrato. Ma forse – ed è qui l’appello all’unità mondiale – si possono cercare vie efficaci anche su altro terreno, a condizione che la comunità internazionale trovi una rinnovata unità, e lo stesso mondo islamico faccia corpo nei confronti di questo fenomeno aberrante che si sta sviluppando nel suo seno, e che non va confuso con l’islam stesso”.

L’invito è quello a far “sentire alta la nostra voce. Assisi si pregia del titolo di città della pace, e qui accorrono, in diverse circostanze, uomini e donne di pace da tutto il mondo. Oggi pare che questo mondo di uomini della pace sia come nascosto, bloccato in uno strano silenzio. Noi Chiesa di Assisi, riunita in Sinodo, vogliamo unire la nostra voce a quella di Papa Francesco. Spero, anche con il vostro aiuto e suggerimento, che nei prossimi giorni possiamo ancora una volta dare voce, in una iniziativa comune, ai tanti fratelli e sorelle che vedono soffocare nel sangue il diritto a esistere e a proclamare la fede in Gesù Signore. Anche per loro noi gridiamo: Gesù è il Signore, e chiediamo che si fermi l’ondata di persecuzione che sta devastando il cristianesimo del Medio Oriente e di altre regioni del mondo”.

Quasi in concomitanza, il giorno 22, il Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso ha diffuso una Nota in cui osserva: “Gli avvenimenti di questi ultimi tempi fanno sì che molti ci chiedano: ‘C’è ancora spazio per dialogare con i musulmani?’. La risposta è sì, più che mai”. E lo è, “prima di tutto, perché la grande maggioranza dei musulmani stessi non si riconosce nella barbarie in atto… I credenti costituiscono un formidabile potenziale di pace”.

 

Vescovi umbri

I vescovi dell’Umbria, riuniti in Conferenza, lunedì scorso hanno preso in considerazione le gravi notizie che da tempo incalzano l’opinione pubblica sui cristiani sottoposti a persecuzione in varie regioni del mondo, specie in Medio Oriente.

Desiderano riecheggiare con forza le prese di posizione di papa Francesco, che ha insistentemente chiesto un impegno efficace della comunità internazionale perché non sia versato altro sangue, finiscano le intimidazioni e si creino condizioni di pace, tolleranza e armonia in quelle tormentate regioni.

Analogo interesse i vescovi hanno portato alle ultime notizie di cronaca riguardanti le tragedie dell’immigrazione. Chiedono il superamento della cultura dell’indifferenza e un impegno serio della politica nazionale e internazionale, perché finisca questa triste vicenda, ormai da troppo tempo prolungata, di esistenze travolte dal bisogno e dallo sfruttamento e si diano risposte ispirate a una cultura dell’accoglienza, dell’integrazione e del rispetto dei diritti umani.

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Parrocchie in stile sinodale https://www.lavoce.it/parrocchie-in-stile-sinodale/ Fri, 27 Mar 2015 13:05:12 +0000 https://www.lavoce.it/?p=31089 san-terenziano-tuziaIl 22 marzo mons. Tuzia ha incontrato a Collepepe i Consigli parrocchiali delle Unità pastorali (Up) della Vicaria di San Terenziano. La Vicaria – ridefinita nel settembre 2014 a seguito di un riassetto dell’intera diocesi – conta circa 14 mila abitanti ed è suddivisa in tre Up comprendenti 17 parrocchie. Il Vescovo nel suo intervento ha insistito sulle parole di Papa Francesco che nella Evangelii gaudium invita a non restare chiusi nelle proprie realtà parrocchiali ma ad aprire le porte per cercare di incontrare i “lontani” ed essere una Chiesa che accoglie. “I laici – ha detto il Vescovo – devono prendere consapevolezza e mettersi in cammino”. Ha fatto riferimento al seme che non può essere ‘custodito’ ma deve marcire per dare la vita; così, chiunque incontra Cristo e ne viene conquistato, non può trattenere per sé questa fede ma deve farla fruttare. Ecco allora l’impegno dei laici nella Chiesa e il loro ruolo preminente all’interno delle parrocchie: chiamati ad affiancare i parroci nelle tante questioni poiché, ha ribadito ancora mons. Tuzia, “i laici hanno diritto a vivere una presenza attiva, responsabile nella comunità”. Ha confermato inoltre la necessità di dare attuazione alle Up, necessarie al fine di unire le forze per coordinare meglio alcuni settori della vita delle singole parrocchie: “Perché condividere non è mai una perdita, ma sempre un dono”. Già l’ultimo Sinodo diocesano aveva individuato nelle Up la soluzione per ovviare al problema della dispersione territoriale della diocesi, soluzione rafforzata durante l’Assemblea diocesana tenutasi a Collevalenza il 21 settembre scorso in cui si è riflettuto in modo approfondito sul tema “Fare parrocchia nel nostro tempo”. Ecco allora l’esigenza di costituire un Consiglio pastorale in ogni Up, che deve rappresentare in sé il volto di ogni singola comunità parrocchiale. Questo nuovo organo dovrà infatti essere composto da rappresentanti delle singole parrocchie, ma soprattutto il coinvolgimento dei laici dovrà essere esteso anche alle questioni di carattere economico. All’interno di tale Consiglio dovrà quindi essere presente un rappresentante per gli affari economici di ogni parrocchia. Onestà e capacità dovranno essere le caratteristiche di chi ricopre tale incarico, cosicché le decisioni prese avvengano sempre nel segno della massima trasparenza. “Il cammino unitario della nostra Vicaria – afferma il vicario foraneo don Andrea Rossi – a motivo dei cambiamenti avvenuti al suo interno: cambio dei sacerdoti, ristrutturazione territoriale, è iniziato con qualche ritardo rispetto alle altre Vicarie. Ma dopo il primo incontro dei sacerdoti, avvenuto di recente, proseguirà spedito dopo la Pasqua, per affrontare i temi sollevati in Assemblea. Non solo ‘soluzioni tecniche’, ma vero cammino di comunione verso uno stile sinodale che sempre più deve diventare il modo ordinario di camminare. In questo caso, il ‘metodo’ è parte dei contenuti”.

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Diocesi di Assisi. Il Vescovo consegna ufficialmente l’“Instrumentum laboris” per il Sinodo diocesano https://www.lavoce.it/diocesi-di-assisi-il-vescovo-consegna-ufficialmente-linstrumentum-laboris-per-il-sinodo-diocesano/ Tue, 23 Sep 2014 16:49:40 +0000 https://www.lavoce.it/?p=28113 La cattedrale di San Rufino
La cattedrale di San Rufino

Domenica scorsa, in cattedrale, mons. Domenico Sorrentino ha consegnato l’Instrumentum laboris del Sinodo, ormai definitivo, dopo la grande consultazione condotta in tutte le parrocchie nell’anno passato.

Si delinea dunque il percorso del Sinodo diocesano, basato su tre fondamenti evangelici: la Parola di Dio al centro di un annuncio gioioso quanto coraggioso in un tempo di crisi di valori, oltre che di fede; la comunità ecclesiale, sempre più chiamata a esprimere il senso di famiglia cementata da Cristo, in costante crescita nella comunione e nel servizio vicendevole; la carità, dato che l’amore rappresenta l’elemento primo che ci fa riconoscere cristiani ed è il solo criterio sul quale, alla fine del tempo, saremo giudicati.

Le linee programmatiche del cammino pastorale, consegnate nel corso delle celebrazione a San Rufino, chiamano ciascuno all’impegno responsabile e gioioso nella vigna del Signore.

Lo stesso brano evangelico domenicale (Mt 20,1-16) – incentrato sull’azione del vignaiolo che chiama, a diversi orari, operai sulla sua terra – evidenzia come la preoccupazione del Padrone non sia tanto quella che la vigna venga ben lavorata, ma che nessuno resti senza lavoro. Lo si comprende anche dalla singolare maniera di retribuire: a ciascuno viene consegnato un soldo. La giustizia umana si sforza infatti di dare a tutti secondo il merito, mentre la giustizia divina offre a ciascuno il meglio per la persona stessa.

Tutto è grazia. Per gli ultimi come per i primi che rispondono alla chiamata al servizio della Chiesa – ciascuno nella sua personale vocazione – la ricompensa è rappresentata dalla totalità, dalla pienezza. La differenza non sta dunque nell’aver ricevuto il battesimo all’alba della vita o nell’essersi convertiti al tramonto della stessa, ma ciò che davvero conta è la risposta che ciascuno decide di dare al padrone della vigna, all’amore incarnato in Cristo e nei fratelli.

Mons. Sorrentino ha augurato a tutti di lasciarsi, come san Paolo, riempire di entusiasmo apostolico, per poter annunciare in modo gioioso l’incontro col Cristo con vigore, nella fedeltà e perseveranza.

Nel corso dell’omelia il Vescovo ha pure sottolineato come risulti provvidenziale che l’inizio del Sinodo diocesano coincida con il Sinodo dei vescovi sul tema della famiglia, per cui almeno una rappresentanza qualificata risponderà all’appello del Papa recandosi a Roma il prossimo 4 ottobre, subito dopo la celebrazione mattutina per san Francesco.

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Todi. Festa della Consolazione, le parole del Vescovo https://www.lavoce.it/todi-festa-della-consolazione-le-parole-del-vescovo/ Thu, 11 Sep 2014 12:29:20 +0000 https://www.lavoce.it/?p=27924 Un momento della celebrazione (Foto di Giorgio Valdisserri)
Un momento della celebrazione (Foto di Giorgio Valdisserri)

Anche quest’anno il tempio di S. Maria della Consolazione in Todi si è riempito di fedeli, accorsi anche dalle zone circostanti per celebrarne la dedicazione nel giorno in cui la chiesa ricorda la Natività della beata Vergine Maria. Alla solenne messa delle ore 18 – presieduta dal vescovo mons. Tuzia, concelebrata da diversi sacerdoti e animata dai cori delle parrocchie di Todi e Vasciano – hanno preso parte la Presidente della Regione, il Sindaco di Todi, il Presidente dell’Etab (ente proprietario delle chiesa) e le autorità militari.

Era il lontano 1508 quando l’allora vescovo di Todi, Basilio Moscardi, scelse il titolo cui dedicare il nuovo tempio che si stava costruendo in seguito a un fatto prodigioso avvenuto intorno all’edicola medievale che si trovava fuori le mura della città. Un povero operaio, cieco da un occhio, stava sistemando quel luogo quando, scorta un’immagine – piena di polvere – raffigurante Maria, non esitò ad usare il suo fazzoletto per ripulirla; con lo stesso poi asciugò il sudore sul suo viso, e subito l’occhio, ormai perduto, tornò a vedere. Mons. Moscardi, informato del fatto, diede all’immagine il bel nome di “Maria consolazione”. Maria continua a consolare noi suoi figli e a “rimuovere – ha sottolineato il Vescovo – le fragilità dalla nostra vita, che sono molte e che soprattutto segnano la nostra vita più profonda, la nostra vita relazionale”.

Mons. Tuzia, nell’articolata omelia, ha parlato del “compleanno” di Maria e della grande liturgia nel Cielo per questa festa; della sua straordinaria nascita (seguita a una “annunciazione”) da genitori che non erano in grado di generare; dell’ancor più straordinaria nascita di Gesù, Salvezza di Dio posta dentro questo nostro mondo: punto di approdo che viene attraverso Maria e mediante passaggi che comprendono anche persone con quei nomi “impronunciabili” che il Vangelo del giorno proponeva. “Dio – ha detto il Vescovo – entrando nella storia la attraversa completamente in tutte le generazioni e, passando, tutto recupera, perché tutto è prezioso davanti ai Suoi occhi e niente e nessuno può essere scartato”.

Ha poi ricordato quando il vescovo Grandoni, alle soglie del terzo millennio, riunì in questo tempio la Chiesa diocesana (da non molti anni c’era la diocesi di Orvieto – Todi, nata dall’unione di due realtà molto diverse) e nella celebrazione chiese a Maria il dono di una grande comunione. Ancora, ha accennato al Sinodo diocesano (1991 – 1999), voluto dallo stesso Grandoni, proprio per aiutare nel “cammino insieme”, nel rinnovamento delle strutture e soprattutto dei cuori. Proprio leggendo il documento sinodale, mons. Tuzia ha ritrovato due parole già destinate a essere il tema della prossima Assemblea diocesana del 21 settembre: “Àlzati e cammina”. Un segno evidente ed incoraggiante di continuità.

“Allora, questa sera – ha concluso – vogliamo mettere sotto lo sguardo di Maria, di questa nostra Madre, anche il cammino della nostra Chiesa. Ci auguriamo che sia un cammino sempre più segnato dalla comprensione, dall’amore, innanzitutto tra noi sacerdoti, tra le nostre comunità, ma soprattutto dalla comunione con Dio”. E con un nuovo impegno di evangelizzazione.

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Diocesi Assisi: il Sinodo ora entra nel vivo https://www.lavoce.it/diocesi-assisi-il-sinodo-ora-entra-nel-vivo/ Thu, 07 Aug 2014 12:26:24 +0000 https://www.lavoce.it/?p=27462 La cattedrale di San Rufino
La cattedrale di San Rufino

Il mese di agosto è stato sempre contraddistinto in terra francescana da alcuni eventi religiosi: il Perdono della Porziuncola (1-2 agosto) dedicato questa volta alla Terra Santa come auspicio per la fine della guerra; la solennità di sorella Chiara (11 agosto) in occasione della quale le Clarisse del protomonastero di Assisi invitano a “stupirsi” davanti al cammino profetico della loro madre; la festa del patrono san Rufino (12 agosto) che assume particolare significato quale ricorrenza deputata all’inaugurazione del Sinodo diocesano a distanza di un biennio dalla sua indizione.

Il 24 novembre dello scorso anno il vescovo Sorrentino provvide alla diffusione di un primo “strumento di lavoro” composto da schede tematiche atte a sollecitare una riflessione sulle risultanze della Visita pastorale.

In tale sussidio, dove echeggia la nostalgia per la “Tenda del Risorto”, così è dato leggere: “Non ci serve un Sinodo che aggiunga sterili riunioni a quelle che troppo spesso già ci ingolfano, per approdare poi ad un documento da dimenticare in uno scaffale. Ci serve un Sinodo che sappia mirare all’essenziale, in un clima di ascolto della Parola… Un Sinodo mirato ma non blindato: l’armonia sarà data dalla voce di tutti”.

Durante la pre-Assemblea diocesana svoltasi lo scorso giugno nella residenza di S. Tecla, il segretario del Sinodo p. Francesco De Lazzari (guardiano del santuario della Chiesa nuova) ha presentato una rigorosa sintesi del materiale pervenutogli da vicariati, parrocchie, famiglie religiose, congregazioni, aggregazioni laicali, associazioni. Un materiale scandagliato con solerzia e reso agile, ampliato inoltre dalle proposte dei sei “laboratori” operanti in seno alla stessa pre-assemblea.

In una recente missiva (24 luglio) inviata a sacerdoti, religiosi e diaconi, il vescovo Sorrentino si è premurato di raccomandare un fattivo impegno volto a sensibilizzare l’intera comunità diocesana in vista della celebrazione riservata al patrono Rufino. In tale circostanza infatti verranno presentati i verbali o registri della consultazione sinodale che ha evidenziato preoccupanti problematiche imposte da ricorrenti sfide (evangelizzazione, famiglia, mondo giovanile, lavoro, occupazione…).

Risulta così programmato il calendario dei prossimi appuntamenti: l’Assemblea diocesana giovedì 4 e venerdì 5 settembre, mentre il 21 dello stesso mese verrà consegnato l’Instrumentum laboris destinato a essere perfezionato da ulteriori elementi nel corso di sedute sinodali successive al Natale. La conclusione del Sinodo sarà celebrata in occasione della festa di san Rufino del 2015.

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I prossimi passi della diocesi di Assisi verso il Sinodo https://www.lavoce.it/i-prossimi-passi-della-diocesi-di-assisi-verso-il-sinodo/ Thu, 21 Nov 2013 18:48:09 +0000 https://www.lavoce.it/?p=20721 Assisi_San_RufinoVerrà consegnato domenica 24 novembre, nel corso della solenne celebrazione eucaristica delle ore 16.30 presso la cattedrale di San Rufino, l’Instrumentum laboris (strumento di lavoro) relativo al prossimo Sinodo diocesano, ormai alle soglie.

Il documento verrà presentato, entro il mese di dicembre, al Consiglio pastorale allargato, per poi accompagnare le comunità parrocchiali nell’approfondimento di specifiche tematiche. In particolare, nel mese di gennaio ci si interrogherà sulla trasmissione della fede e sull’abbandono della fede stessa. In febbraio le piccole Comunità Maria – Famiglie del Vangelo saranno chiamate a dare testimonianza del loro carisma nell’ambito della riflessione sulla crisi e la ritessitura delle relazioni sul modello degli Atti degli apostoli. Nel periodo di marzo si affronterà il tema della missione evangelizzatrice, quale risposta al rinnovato invito di Papa Francesco ad andare verso le periferie. Oggetto di meditazione di aprile saranno poi le tre dimensioni della Chiesa: liturgica, catechetica e caritativa, che richiamano la dignità di ciascun battezzato quale “re, sacerdote e profeta”.

Da tempo i fedeli concludono le celebrazioni eucaristiche con la recita della preghiera composta proprio per il Sinodo diocesano che – secondo quanto indicato dal Codice di diritto canonico – rappresenta l’assemblea di sacerdoti e altri fedeli della Chiesa particolare, scelti per prestare aiuto al Vescovo diocesano in ordine al bene di tutta la comunità diocesana. Esso manifesta ed attua le comunione diocesana e, nello stesso tempo, la edifica con la forza dello Spirito, mediante l’ascolto attento e cordiale dei segni dei tempi.

Così recita la preghiera:

“O Cristo, nostra via, a te ci affidiamo, in te confidiamo. Sulle tue orme desideriamo camminare, ascoltando la tua Parola, e con essa avviandoci al Sinodo che ci impegnerà a riflettere e a decidere, perché la fede in te torni ad essere, in queste nostre terre benedette, criterio di vita, principio di amore, motivo di speranza. Rendici capaci di camminare insieme, mettendo insieme i nostri doni. Effondi su di noi il tuo santo Spirito, perché i nostri pensieri e le nostre parole vengano solo da te e sempre tornino a te. Ascolta la voce della Vergine Madre e dei nostri santi, che intercedono per noi. Sii sempre, Gesù, benedetto, con il Padre e lo Spirito santo, Dio unico e trino, nei secoli eterni. Amen”.

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La diocesi di Assisi si prepara al Sinodo. Intervista al segretario, padre De Lazzari https://www.lavoce.it/la-diocesi-di-assisi-si-prepara-al-sinodo-intervista-al-segretario-padre-de-lazzari/ Thu, 27 Jun 2013 11:53:36 +0000 https://www.lavoce.it/?p=17648 Il convento - chiesa Nuova di Assisi (foto di Gregory Dyer)
Il convento – chiesa Nuova di Assisi (foto di Gregory Dyer)

Presentare padre Francesco De Lazzari può essere interpretata quasi come un’“offesa”, tanti sono gli incarichi che in spirito di servizio lo stesso ha offerto in seno alla Provincia serafica dei Frati minori dell’Umbria e nella nostra diocesi. Parroco in varie realtà – per anni in Santa Maria degli Angeli – dal settembre 2011 è stato designato come “guardiano” del convento-santuario della Chiesa nuova in Assisi, che tradizionalmente accoglie la casa natale di Francesco di Bernardone.

Attualmente padre De Lazzari ricopre anche la delicata mansione di segretario generale del Sinodo diocesano. Proprio a questo evento fa riferimento il breve colloquio.

In ogni circostanza il vescovo Sorrentino invita alla preghiera per il Sinodo…

“Più che giusta tale perseveranza. Il Sinodo costituisce un tempo di verifica, riflessione, progettazione. Il suo successo si valuta dalle concrete attuazioni e realizzazioni, scaturite da una stupenda e collettiva preghiera che indica all’uomo il cammino da percorrere”.

L’impegno sinodale procede speditamente nella nostra diocesi?

“Premetto che il Sinodo non si celebra da decenni. Si tratta di un’esperienza inedita e diversa. Siamo quindi in una fase di rodaggio”.

Quali problematiche sono emerse in merito alla recente pre-assemblea a Santa Tecla?

“Ritengo opportuno fare presente che, dopo una mia relazione circa la linea pastorale del Vescovo basata soprattutto sulla Parola di Dio, è stato distribuito un primo schema sul tema sinodale della nuova evangelizzazione. Schema che i partecipanti dei cinque Vicariati hanno discusso e discuteranno con grande schiettezza, apportando naturalmente osservazioni e suggerimenti. Una apposita commissione predisporrà un Instrumentum laboris, strumento di lavoro che diventerà oggetto di ampia consultazione in seno alla diocesi”.

Quale spazio viene riservato alla partecipazione del mondo laicale?

“Nel regolamento sinodale approvato dal Vescovo si trova scritto che ‘soprattutto i laici devono essere coinvolti’”.

È possibile stabilire un nesso tra il Sinodo e la prossima visita del Papa ad Assisi?

“Ritengo di poter rispondere positivamente. Immagino infatti che Papa Francesco verrà a indicare Cristo come via da seguire, rapportandosi tenacemente all’esperienza di san Francesco e di santa Chiara, che inducono a privilegiare le periferie della povertà”.

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La Chiesa diocesana guarda avanti https://www.lavoce.it/la-chiesa-diocesana-guarda-avanti/ Thu, 27 Oct 2011 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=9734 Sabato 22 ottobre, a Collevalenza, si è svolta l’Assemblea diocesana convocata dall’arcivescovo Giovanni Marra, amministratore apostolico, per presentare il tema guida di questo nuovo anno pastorale: “Educare le nuove generazioni alla buona vita del Vangelo, a partire dai sacramenti dell’iniziazione cristiana”. Riempiendo l’auditorium del santuario, in un clima di comunione gioiosa, si sono ritrovati intorno all’arcivescovo i presbiteri, i diaconi, i religiosi, le religiose impegnati nel servizio pastorale della diocesi, i membri del Consiglio presbiterale diocesano, del Consiglio pastorale diocesano, della Consulta delle Aggregazioni laicali, i catechisti designati dalle Vicarie e i responsabili degli Uffici diocesani. Dopo la preghiera iniziale, mons. Marra ha subito spiegato le ragioni della scelta del suddetto tema, e attraverso un’attenta analisi socio-religiosa della situazione attuale è giunto ad indicare gli obiettivi da raggiungere. Al termine della relazione dell’Arcivescovo, i presenti sono stati suddivisi in cinque gruppi, in ognuno dei quali si è approfondito un argomento specifico (“Battesimo”, “Eucaristia”, “Cresima”, “Formazione dei catechisti”, “Preparazione al sacramento del matrimonio”). Tante riflessioni, esigenze e proposte sono emerse dai lavori, delle quali ne accenniamo alcune: l’attenzione alla famiglia, ad ogni famiglia; l’importanza della preparazione al sacramento del matrimonio, che richiede ancora più impegno e “formule” di continuità affinché le coppie di giovani sposi possano incontrarsi anche dopo ed aiutarsi scambievolmente; il coinvolgimento in un cammino di fede dei genitori che chiedono i sacramenti per il proprio figlio; l’auspicio che la messa domenicale, oltre che con il Corpo e Sangue di Cristo, sia anche momento di comunione con i fratelli; l’attenzione e la vicinanza ai ragazzi della cresima, ripartendo dalla persona e dal rapporto personale, scoprendone peculiarità, attitudini e valorizzandoli nel loro essere; la necessità che i catechisti si formino anzitutto vivendo la vita della parrocchia, realizzando quella comunione essenziale con la comunità dalla quale ricevono il “mandato” (prima del catechismo – è stato ricordato – vengono i catechisti, e prima dei catechisti viene la comunità parrocchiale) di annunciare il Vangelo; che il catechista sia, insomma, un testimone (e un modello da imitare in particolar modo dai ragazzi) e, allo stesso tempo, abbia le pur necessarie capacità metodologiche e psicologiche. Ancora una volta è emersa, poi, la necessità di far riferimento ai preziosi documenti conclusivi del Sinodo diocesano, presieduto dal compianto mons. Grandoni. Mons. Marra, ringraziando per la “partecipazione attiva e per il buon lavoro svolto”, che servirà ad ognuno per “trovare le soluzioni migliori per la sua comunità”, ha detto: “Possiamo guardare al futuro con speranza e coraggio, superando qualsiasi difficoltà ”. E a proposito di futuro… l’Amministratore apostolico – dopo aver fatto presente che ha ritenuto doveroso convocare tale Assemblea ad inizio del nuovo anno pastorale, come avviene in ogni diocesi, per dare segno della normalità della vita della diocesi di Orvieto-Todi – ha annunciato: “Tuttavia, nessuno pensi che possa essere io a chiudere questo anno pastorale, perché è da prevedere ragionevolmente che entro tre-quattro mesi sarà nominato il nuovo Vescovo. Auspico che in questi mesi nelle nostre parrocchie, nelle associazioni, nei gruppi e nei movimenti ecclesiali si crei un clima di attesa, in modo che il nuovo Pastore venga accolto con entusiasmo ed egli stesso, contagiato dal vostro entusiasmo, possa prendere in mano la diocesi per condurla sempre più in avanti, anzi sempre più in alto, come lo richiede la straordinaria storia religiosa e civile di Orvieto e di Todi”.Michela MassaroUna catechesiche coinvolgatutta la personaEducare le nuove generazioni alla buona vita del Vangelo, a partire dai sacramenti dell’iniziazione cristiana”: questo il tema che si collega agli orientamenti pastorali indicati dall’Episcopato italiano per il decennio 2010-2020, prescelto e illustrato dall’arcivescovo Giovanni Marra, amministratore apostolico della diocesi di Orvieto-Todi nell’Assemblea diocesana per l’inizio del nuovo anno pastorale. “Ci sentiamo incoraggiati ad affrontare il tema dell’educazione – ha spiegato il presule – anche perché è argomento molto stretto con l’Anno della fede recentemente indetto dal Papa Benedetto XVI col motu proprio Porta fidei. Educare al fine di trasmettere la fede è compito permanente della Chiesa, a cominciare dai più giovani che si preparano a ricevere i sacramenti del battesimo, dell’eucaristia e della cresima”. Oggi viviamo in un tempo di emergenza educativa che obbliga la Chiesa ad affrontare la sfida dell’educazione in generale e in particolare dei più giovani. “La Chiesa di Orvieto-Todi – ha sottolineato mons. Marra – si vuole impegnare proprio in questa direzione cogliendo e valorizzando l’occasione dei sacramenti dell’iniziazione cristiana, perché ancora nelle parrocchie la richiesta del battesimo, della prima comunione e della cresima continua ad essere significativa, coinvolgendo quasi tutte le famiglie”. Questo esige che la catechesi che noi svolgiamo, per preparare ai sacramenti dell’iniziazione cristiana, sia una catechesi non nozionistica ma educativa. “Occorre – ha sottolineato l’Arcivescovo – promuovere una catechesi che trasmetta i contenuti della fede non in modo puramente dottrinale ma con modalità educative che coinvolgano tutte le dimensioni proprie della persona: intelligenza, cuore, volontà, azione. L’impegno per una catechesi educativa impone una formazione adeguata dei catechisti che devono essere capaci di creare un’alleanza educativa, cioè una sinergia tra quanti sono impegnati per dovere naturale o istituzionale nell’educazione delle nuove generazioni: la famiglia, la parrocchia, la scuola”. A tal scopo, quest’anno sarà potenziata la Scuola diocesana di teologia e saranno organizzati itinerari specifici di formazione per catechisti, in quattro sedi diverse della diocesi (Orvieto, Bolsena, Todi, Acquasparta) per rendere più agevole la partecipazione dei catechisti. Quattro gli obiettivi da raggiungere: il superamento del metodo del catechismo come ora di lezione; il coinvolgimento della famiglia e della comunità parrocchiale; far capire l’unità dei sacramenti dell’iniziazione cristiana e dei tre momenti della vita cristiana (Parola, liturgia, carità), unificati dall’eucaristia; l’anno liturgico, e in esso la celebrazione domenicale della messa, è il vero itinerario di iniziazione cristiana per tutti. Soprattutto, ha precisato mons. Marra, “deve essere chiaro che la fede cristiana trasmessa dalla catechesi non solo è un complesso di idee, regole, norme morali, riti, ma anzitutto è una ‘persona’ da conoscere, accogliere nella propria vita e seguire: questa persona è Gesù Cristo”.

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La diocesi ritrova il santo patrono https://www.lavoce.it/la-diocesi-ritrova-il-santo-patrono/ Thu, 02 Oct 2008 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=6984 Sinodo diocesano, ultimo atto. A due anni esatti dalla convocazione (24 settembre 2006), si è concluso domenica scorsa (28 settembre 2008) in cattedrale. È stato il primo del nuovo millennio e il primo dopo il Concilio Vaticano II. L’ultimo si era svolto nel 1942, per volontà dell’arcivescovo Giovanni Battista Rosa; durò tre giorni e fu riservato ai soli preti. Alla celebrazione decine i sacerdoti presenti, insieme ai vescovi Gualtiero Sigismondi, di Foligno – finora vicario e segretario generale del Sinodo – e Thomas Musa, di Zomba nel Malawi. Firmato il decreto di promulgazione dei documenti sinodaliHa presieduto l’arcivescovo Giuseppe Chiaretti che, dopo l’omelia, insieme ai due vescovi presenti, ha firmato il decreto di promulgazione dei documenti sinodali. Il decreto dice tra l’altro: ‘Abbiamo fermato la nostra attenzione sulla consegna che il servo di Dio papa Giovanni Paolo II, nella sua memorabile visita a Perugia il 26 ottobre 1986, dette profeticamente alla nostra Chiesa, e cioè avviare una ‘nuova evangelizzazione’ che nelle parrocchie riguardasse in particolar modo le famiglie, i giovani, il mondo della cultura. Abbiamo accolto l’invito cercando di tradurlo in iniziative che saranno prese gradatamente nel corso del tempo’. La firma del decreto è stata suggellata da un lungo applauso, che si è levato da ogni angolo dell’assemblea. L’omelia dell’ArcivescovoE proprio il tema della nuova evangelizzazione è stato al centro dell’omelia dell’Arcivescovo: ‘Tutta la comunità cristiana ‘ ha detto il presule ‘ si senta coinvolta in quest’opera di ricristianizzazione: questa stagione, apparentemente irridente e difficile, è invece una stagione propizia, come ha osservato papa Benedetto al termine del suo viaggio in Francia. È illusorio pensare che un popolo, ed anche ogni uomo e ogni donna, possa vivere senza Dio: sarebbe come vivere senza respirare. Prima o poi si va alla ricerca dei surrogati di Dio, che non rispondono però ai bisogni primari dello spirito. L’intera Chiesa deve aver coscienza di questa chiamata alla missionarietà e favorirla in ogni modo’. Un Sinodo, dunque, di carattere prettamente pastorale; una riflessione ad ampio raggio sulla condizione della società e della Chiesa all’inizio del terzo millennio, dettata dalla necessità di riproporre la fede cristiana con ‘nuovi metodi e nuovi linguaggi’. Futuri preti e diaconiDurante la celebrazione, una nota di vivacità ecclesiale: l’ammissione agli ordini sacri di due seminaristi, Alessandro Segantin e Francesco Verzini; e l’ammissione al diaconato permanente di tre uomini sposati: Pietro Varone di Ponte Felcino; Ferdinando Ricci, della parrocchia di San Martino in Campo; Vincenzo Genovese, della parrocchia di Solfagnano. Mentre il seminarista Angelo Pitaqui, del Kosovo, è stato ammesso al ministero del lettorato. Suoni e voci del MalawiUn rito molto ricco e variegato, con una bella animazione anche da parte dei ragazzi del Malawi, che hanno danzato durante la processione offertoriale, accompagnati da canti tradizionali africani. Affidati alla Madonna delle GrazieDopo la comunione, in una cattedrale ormai gremita, l’Arcivescovo si è portato davanti all’immagine della Madonna delle Grazie per recitare la preghiera di affidamento, composta dal vescovo Gioacchino Pecci in occasione della proclamazione del dogma dell’Immacolata. Tornato sul presbiterio, ha intonato il Te Deum, in segno di ringraziamento per il felice esito del Sinodo ed ha chiamato davanti all’assemblea i catechisti presenti, in rappresentanza dei 1700 impegnati nelle parrocchie della diocesi, per conferire loro il ‘mandato’ per un servizio che svolgono in nome della Chiesa. In processione con san CostanzoMolto suggestiva la processione che si è svolta al termine della celebrazione eucaristica per riportare l’urna con le reliquie di san Costanzo nella chiesa a lui dedicata. Il sacro corteo era aperto dai membri delle confraternite con gli stendardi, seguivano i religiosi e le religiose, poi i sacerdoti, i vescovi, quindi l’urna con le reliquie, di seguito una fiumana di popolo con i lumi accessi. Dalla cattedrale fino all’areola del santo patrono c’è voluto più di un’ora e mezzo, per un cammino scandito dai canti e le litanie dei santi, perugini e umbri, che hanno accompagnato il lento incedere. Un po’ come nel 1609, quando analoga processione, voluta dal vescovo di allora Napoleone Comitoli, accompagnò la traslazione dei corpi di sant’Ercolano, Pietro abate e Bevignate: era il 17 maggio. L’urna di san Costanzo, di forma ovale e di gusto neoclassico è di bronzo dorato, con la scritta ‘1824’ in caratteri romani, cioè la data dell’ultima ricognizione, voluta dal vescovo Carlo Filesio Cittadini. In questa occasione l’arcivescovo Giuseppe Chiaretti, non ha ritenuto opportuno riaprire l’urna. Le reliquie sono tornate ‘a casa’ Giunta la processione a San Costanzo, s’è svolta una breve cerimonia sul sagrato, non potendo tutta la gente entrare in chiesa. I tre Vescovi hanno rivolto parole di saluto e di ringraziamento a quanti avevano partecipato al sacro pellegrinaggio, poi l’urna è stata portata nella chiesa, fresca di restauri, e collocata sotto il nuovo altare, consacrato il giorno prima dal neo vescovo di Foligno, monsignor Gualtiero Sigismondi. L’Arcivescovo ha asperso la chiesa con l’acqua lustrale e ha poi benedetto i fedeli, tutti ammirati per l’ottimo restauro del santuario del patrono, che presto, per volontà di monsignor Chiaretti, riceverà il titolo di basilica minore.

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Con la grande festa a San Costanzo si chiude solennemente il Sinodo diocesano https://www.lavoce.it/con-la-grande-festa-a-san-costanzo-si-chiude-solennemente-il-sinodo-diocesano/ Thu, 25 Sep 2008 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=6966 Domenica 28 una solenne celebrazione eucaristica nel nome e sotto la protezione del patrono san Costanzo concluderà il Sinodo diocesano di Perugia. L’Arcivescovo promulgherà i documenti sinodali (che poi verranno dati alle stampe per essere diffusi tra i fedeli) e verrà cantato l’antico inno Te Deum per ringraziare il Signore ‘dell’evento di grazie che ci ha concesso di vivere’ scrive il vescovo mons. Giuseppe Chiaretti nel programma d’invito alla festa. Domenica sarà una giornata con un concentrato di eventi. Nella messa, infatti, vi sarà anche l’ammissione dei chierici della nostra diocesi tra i candidati agli ordini sacri; si tratta di Francesco Verzini e Alessandro Segantin, e di tre candidati al diaconato permanente. Riceverà il lettorato il seminarista Angelo Pitaqui, ed infine il Vescovo conferirà il mandato ai catechisti che proprio al mattino terranno il loro convegno annuale. Alla liturgia sarà presente una delegazione del Malawi, e le autorità. Al termine della celebrazione l’urna con le reliquie del patrono san Costanzo sarà riportata nella chiesa omonima con la tradizionale processione della ‘luminara’ che attraverserà le vie del centro fino a borgo XX Giugno. Nella chiesa di San Costanzo l’evento viene preparato da due meditazioni di padre Vittorio Viola ofm, giovedì 25 e venerdì 26 alle ore 21; preceduto, sabato 27 (ore 17), dalla messa per la dedicazione del nuovo altare, presieduta da mons. Gualtiero Sigismondi, neo vescovo di Foligno.
In questo modo il Sinodo si chiude nel segno antico dell’origine della fede cristiana e va a consolidare la comunione ecclesiale presente, manifestata nei lavori sinodali, con il vissuto della fede dei secoli passati, che costituisce la ‘comunione diacronica’, che riporta la Chiesa di oggi alle sue radici. San Costanzo è il vescovo che ha predicato il Vangelo, ne è stato ‘martire’, e l’ha posto a fondamento della storia del nostro popolo. La sua testimonianza, che favorisce un’intensa e sentita comunione, sospinge anche ad una rinnovata missione.

Domenica 28 settembre san Costanzo torna nella sua chiesa appena fuori le mura di San Pietro. L’urna con le reliquie del vescovo e martire, patrono della diocesi, fu trasferita in cattedrale, e lì ospitata nella cappella del santo Anello, il 29 gennaio 2007 a motivo dei lavori di restauro della chiesa. Domenica sera, al termine della messa a conclusione del Sinodo diocesano, l’urna sarà accompagnata da tutto il popolo di Dio, in processione, attraverso le strade del centro storico.
La chiesa da tempo necessitava di opere di restauro; il terremoto del 1997 le ha dato il colpo di grazia. ‘Sia l’abside che la facciata si erano scollate dalla struttura della navata, per cui è stato necessario impiantare tutto un cordolo d’acciaio intorno al perimetro della chiesa ‘ racconta il parroco don Pietro Ortica. Anche il tetto aveva bisogno di interventi di ristrutturazione, così come andava sostituito il pavimento originale in cotto. L’umidità che risaliva dal basso stava rovinando la parte bassa della decorazione pittorica interna’. Il progetto è stato realizzato dall’ing. Anderlini insieme all’arch. Raspa e all’ing. Mariani. Nel corso dei lavori per l’impianto di riscaldamento sono state scoperte tombe antiche e romane.
Oggi l’area scavata non è più visibile: un bellissimo pavimento in marmo rosa e bianco di Verona è stato scelto per rivestire tutta la navata e il presbiterio. La chiesa ora è più luminosa e degno risalto, per contrasto, viene dato alle bellissime pareti decorate, restaurate dalla ditta Castrichini. ‘Un grazie particolare va anche alla ditta Restaura – sottolinea don Pietro – che ha portato avanti con grande competenza e precisione il ripristino strutturale dell’intera chiesa. Un grazie anche a padre Vittorio Viola, che ci ha dato validi suggerimenti sia per la realizzazione del pavimento che per gli arredi del presbiterio’.
La zona che verrà occupata dai fedeli, a destra e a sinistra, è stata delimitata da una sottile linea rettangolare in marmo bianco; al centro il percorso che porta verso l’altare è stato scandito da tre cerchi ancora in marmo bianco, per segnare le tre soste del cero pasquale durante la notte di Pasqua: una all’ingresso, una al centro, una davanti all’altare. Anche il presbiterio avrà un arredo tutto nuovo: la mensa dell’altare sarà un unico blocco di marmo bianco, e sotto ospiterà l’urna di san Costanzo. Sempre in marmo bianco saranno l’ambone, la sede presidenziale e il battistero. Questo grazie al contributo di un benefattore ‘il cui nome ‘ confida don Pietro ‘ verrà svelato dall’altare nel corso della celebrazione’.
Dietro l’altare, poggiato alla parete, si trova il sarcofago che ospitava il corpo di san Costanzo. È recente la scoperta, da parte di un parrocchiano che si è dedicato con caparbia a lucidare il sarcofago, della sagoma del santo dal fondo del marmo: la tradizione antica già ne tramandava notizia, ma mai negli ultimi anni i monaci erano riusciti a farla riaffiorare. Si vede bene tutto il corpo, tranne la testa: ricordiamo che il vescovo martire fu decapitato.
Anche il piazzale della chiesa è stato completamente rivestito di mattoni in cotto: questo grazie all’Amministrazione comunale che con un contributo di 70 mila euro (su un totale di spesa di 140 mila euro) ha anche permesso di mettere all’ingresso il pilomat. Restauri e ridipinture hanno interessato l’esterno della chiesa e le logge.
Per la ristrutturazione e il ripristino dei decori la Cei ha ammesso a contributo 550 mila euro, su un totale di 600. ‘Il collegio dei parroci della città ‘ spiega don Pietro – ha venduto una casa di sua proprietà in via san Girolamo e ha dato a fondo perduto il ricavato di 100 mila euro. La Fondazione Cassa di risparmio ha dato un contributo iniziale di 55 mila euro; in tutto dovrebbe darne 90 mila destinati al ripristino delle opere pittoriche della chiesa. Anche la parrocchia di Santa Maria di Colle ha acceso un prestito di 100 mila euro. Poi – dice fiducioso – aspettiamo il contributo della Soprintendenza che verrà a lavori finiti, a fatture pagate e secondo il proprio bilancio’.

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Sinodo: i sette documenti all’esame dei gruppi https://www.lavoce.it/sinodo-i-sette-documenti-allesame-dei-gruppi/ Thu, 08 May 2008 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=6649 In settantacinque pagine dattiloscritte dal titolo ‘Camminare insieme secondo la volontà di Dio’, è raccolto il lavoro dei ‘sinodali’ sui temi sottoposti al discernimento dei gruppi del Sinodo diocesano. Sei temi che si sono tradotti in sette documenti. Questi i titoli: ‘L’evangelizzazione: ‘grazia e vocazione della Chiesa’; ‘I presbiteri: ‘servi premurosi del popolo di Dio’; ‘la Famiglia: ‘miniatura della Chiesa’; ‘I giovani: ‘risorsa di speranza della Chiesa’; ‘La cultura cristiana: ‘sintesi tra verità e amore’; ‘Aspetti amministrativi delle attività pastorali’; e il settimo documento che raccoglie gli statuti del Capitolo della cattedrale, delle cofraternite e dei Consigli presbiterale, pastorale diocesano, diocesano per gli affari economici, pastorale zonale, pastorale parrocchiale o di unità pastorale, parrocchiale per gli affari economici. Il Sinodo, dunque, è giunto alla fase conclusiva del lavoro, quella della definizione dei documenti che, già elaborati e passati al vaglio dei singoli gruppi ora passano alla valutazione di tutti i sinodali, non in un’assemblea generale, come si pensava in un primo tempo, ma nei gruppi. Nella convocazione di venerdì 9 maggio i sinodali, che hanno ricevuto i documenti con congruo anticipo, dovranno avanzare osservazioni e proposte. Raccolte dai moderatori le mozioni saranno presentate alla Segreteria generale del Sinodo che provvederà al loro inserimento. Si tratta di una ulteriore fase ‘sinodale’, ovvero di esercizio di comunione nell’opera di discernimento e nell’assunzione di responsabilità condivisa per quello che sarà il testo finale del Sinodo. Ma i frutti del Sinodo non si esauriscono nei testi scritti. La stessa esperienza dei circa 300 preti, religiosi e laici ‘eletti’ e ‘chiamati’ a partecipare alla realizzazione di questo cammino di Chiesa, è il frutto prezioso di questi mesi di lavoro nei quali, osserva il Segretario generale del Sinodo mons. Gualtiero Sigismondi, ‘si è fatto esercizio concreto di sinodalità’. Come valorizzare questo ‘patrimonio’ spirituale ed ecclesiale è una domanda che mons. Sigismondi si è posto immaginando anche, al momento solo come ipotesi di riflessione, che potrebbe essere significativa la presenza dei membri del sinodo nei vari organismi pastorali presenti in diocesi.Mentre i gruppi esaminano i documenti anche l’Arcivescovo ha inziato a leggere i testi. Ha iniziato dagli Statuti, ed ha appuntato già alcune osservazioni e precisazioni. Spetterà a lui dare l’approvazione finale dei documenti e qualora lo ritenga necessario integrare o modificare i testi passati al vaglio dei gruppi, per sottoporli alla approvazione finale all’assemblea che sarà chiamata, in settembre, a dare il suo ‘placet’ o ‘non placet’.

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Ciò che lo Spirito dice alla diocesi https://www.lavoce.it/cio-che-lo-spirito-dice-alla-diocesi/ Thu, 20 Sep 2007 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=6129 Al termine delle vacanze estive e prima di riprendere il cammino pastorale, si è fatto il punto sui lavori del Sinodo diocesano. Convocati dal vicario mons. Gualtiero Sigismondi, venerdì 14 scorso si sono incontrati i moderatori dei gruppi di lavoro al centro Mater Gratiae di Montemorcino. È stato un incontro molto positivo, franco e partecipato, in cui ognuno ha potuto esprimere il suo punto di vista in generale sull’andamento del Sinodo e sui risultati raggiunti finora nei singoli gruppi, e proporre le tappe del percorso di sviluppo per il prossimo anno pastorale. Ha presieduto la riunione l’Arcivescovo, che si è attenuto rigorosamente al suo proposito di essere in ascolto, limitandosi a dirigere la preghiera. Ha dettato le linee metodologiche dei lavori il segretario generale del Sinodo don Gualtiero, che ha ricordato le motivazioni di fondo, i criteri e le prospettive che devono sostenere i singoli passi del cammino ed ha incoraggiato tutti ad avere fiducia nell’azione dello Spirito. Il primo importante intervento è stato quello di Annarita Caponera, che ha avuto l’incarico di presentare le caratteristiche che dovrà avere la sintesi conclusiva generale di tutto il lavoro svolto, in modo che racchiuda veramente quello che è stato detto e proposto e che corrisponda a quanto l’intera comunità, fedeli, presbiteri e pastore, sotto l’azione dello Spirito santo si propongono di essere e di fare per annunziare credibilmente il Vangelo in questo periodo di storia in cui la Chiesa perugina si trova a vivere. Si tratta di elaborare un testo che sia collegialmente costruito dai sinodali in perfetta armonia con il Vescovo nell’esercizio del suo carisma di discernimento ministeriale. Si dovrà pertanto tener conto dei grandi scenari in cui si trova oggi la Chiesa, l’indicazione delle scelte prioritarie e delle emergenze pastorali e infine delle proposizioni operative semplici e chiare. Sulla questione delle propositiones si è discusso per poterne dare una definizione appropriata. Nell’ampia discussione che si è sviluppata sono stati indicati anche passaggi importanti per la messa in comunione dei risultati dei gruppi di studio ‘gemelli’, quelli che stanno lavorando sullo stesso tema in modo da giungere ad un confronto e ad una mediazione: il caso dei due gruppi sulla famiglia, i due sulla cultura e sui giovani. Questa messa in comunione, si è detto, avverrà a suo tempo a livello di colloquio tra i moderatori, non essendo funzionale una discussione tra tutti i componenti dei due gruppi. Non sono mancate riflessioni e domande sul senso dell’evento sinodale e sulla capacità di coinvolgimento di tutta la comunità ecclesiale. Per superare un certo distacco dalla vita reale delle parrocchie è necessario lo sforzo di tutti per comunicare il significato di quanto si sta facendo, tenendo conto della qualità ed efficacia della comunicazione e del linguaggio usato per rendere comprensibile e attuale quanto lo Spirito dice alla nostra Chiesa oggi. In quella sede è stato anche deciso di riprendere i lavori come da calendario, venerdì 12 ottobre, ma nei gruppi di studio e non nell’assemblea plenaria, per dare ai sinodali più tempo da dedicare a questa seconda fase del loro impegno.

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I segnali del cammino https://www.lavoce.it/i-segnali-del-cammino/ Thu, 14 Jun 2007 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=5948 La grande assemblea generale che si è svolta venerdì 8 giugno, con la relazione di mons. Giuseppe Betori, segretario generale della Cei, il Sinodo diocesano ha segnato una tappa importante e decisiva dei suoi lavori. Ci troviamo circa a metà del cammino (la conclusione è prevista nel giugno 2008) e mons. Betori è venuto a darci un’ampia lezione, frutto di ormai lunga esperienza pastorale a contatto con tutte le realtà della Chiesa italiana. Non si pensi però che sia venuto a offrire ricette sbrigative per la soluzione di problemi pratici. Betori è anche un biblista, ed ha scelto di illustrare il percorso comunitario del Sinodo con l’avanzare deciso di Gesù verso Gerusalemme, per imparare da lui la direzione e la modalità del cammino stesso (Lc 9,51). La Chiesa ‘non si rinchiude in una introversa difesa della propria identità’, ma vuole spendersi dentro la storia degli uomini, progettando itinerari verso una sempre più adeguata comprensione del mistero di Cristo e nella formazione dei cristiani. Betori ha rievocato i programmi pastorali della Chiesa italiana degli ultimi quattro decenni, mostrando come siano stati intesi a rinnovare il volto della Chiesa alla luce del Concilio. Non è possibile qui riassumere le 18 cartelle della relazione di Betori, che potranno essere a disposizione per un’attenta meditazione onde trarne ispirazione per le proposizioni. Basta dire che vi si trovano spunti per i singoli ambiti del Sinodo affidati allo studio delle commissioni: evangelizzazione, cultura, giovani. Non ha mancato di ricordare in una rapida sequenza i valori in gioco nella società di oggi, che Giovanni Paolo II elencò di fronte al Parlamento italiano nel novembre 2002: ‘Promozione dei diritti dell’uomo, solidarietà e coesionie della nazione, sostegno della famiglia, rispetto e accoglienza della vita, responsabilità educativa e suo esercizio nella libertà, moralità e pluralismo nella comunicazione sociale, attenzione alle situazioni di povertà, esercizio della giustizia secondo equità e recupero di chi ha sbagliato, solidarietà e pace tra le nazioni. All’interno di questa prospettiva un ruolo di assoluto rilievo è da riconoscere alla famiglia’. Un programma per un’azione sociale unitaria, seppure trasversale, dei cattolici. La seconda parte dell’assemblea è stata caratterizzata dall’intervento del vicario generale dell’archidiocesi, mons. Gualtiero Sigismondi, segretario generale del Sinodo. Tenendo presente il cammino compiuto in questi primi incontri, ha tracciato l’impegno dei prossimi dodici mesi. Lo ha fatto in una forma davvero originale, attraverso i segnali stradali, presentando una ‘segnaletica’ del cammino sinodale come stimolo per metterne a fuoco nodi e snodi, e ricordare che ‘evangelizzare è la grazia e la vocazione propria della Chiesa’. L’assemblea sinodale si è conclusa con la consegna del volume storiografico Sinodi a Perugia (1210-2006) di Isabella Farinelli, responsabile dell’Archivio storico diocesano. Il volume è pubblicato dalla prestigiosa Fondazione Centro italiano di studi sull’Alto Medioevo di Spoleto, nella collana diretta da Claudio Leonardi ed Enrico Menestò. Attraverso la lettura del volume si possono ripercorrere alcuni importanti tratti della storia della nostra Chiesa, vista nella sua intima vita pastorale anche in aspetti apparentemente minori. Il libro, che merita ampia diffusione e analisi da parte di studiosi e semplici fedeli, porta una puntuale presentazione dell’arcivescovo mons. Chiaretti, e in appendice alcune tavole illustrative di personaggi e documenti citati, oltre ad una ricca bibliografia. Il disegno di copertina è opera di Enzo Mariucci.

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Laboratorio della Chiesa https://www.lavoce.it/laboratorio-della-chiesa/ Thu, 15 Mar 2007 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=5747 ‘Prendi il largo, popolo del Signore / solca il vasto mare del mondo’. L’invito espresso dall’inno del Sinodo diocesano, composto da mons. Gualtiero Sigismondi che ne è segretario generale, e musicato dal maestro don Mario Venturi, può costituire un’efficace icona dell’andamento ‘in altum’ che si va registrando dall’uno all’altro appuntamento sinodale. Il più recente è quello che ha riunito venerdì 9 marzo, a Montemorcino, i moderatori dei gruppi di studio, per la seconda volta dall’inizio dell’evento. Alla presenza dell’arcivescovo mons. Giuseppe Chiaretti, che ha riferito la recente visita ad limina e affidato al Sinodo la premura del Pontefice per il tema della cultura, si è svolta un’assemblea vivace e motivata, non solo nei contenuti, ma soprattutto nel clima. Superfluo, ma non scontato, sottolineare lo spirito di fraternità e di scambio in crescita: non soltanto tra i moderatori, ma nell’assortimento stesso dei gruppi, i cui componenti sono a loro volta invitati e stimolati a confrontarsi con le realtà di provenienza. Un composito, dialettico, promettente microcosmo della Chiesa perugina emerge dai resoconti (ancora parziali per forza di cose) che i moderatori hanno presentato, mettendo a confronto i metodi di lavoro e i primi risultati. Il Sinodo sta entrando nel vivo; si delineano emergenze di evangelizzazione, quali la famiglia, ma l’invito costante è a non fermarsi all’analisi dei problemi. ‘In verità sto rendendomi conto…’. Questa frase di Pietro, riportata dagli Atti (10,34), è stata sottolineata da mons. Sigismondi non solo come criterio operativo e di discernimento, ma anche come chiave dello spirito profetico del Sinodo, che dovrà tradursi, quasi come ‘genere letterario’, anche nel lavoro del comitato di redazione. La formula ‘pronunciata da Pietro in casa di Cornelio, mentre traduce l’umile audacia della fede del pescatore di Galilea, suggerisce come debba essere vissuta l’esperienza ecclesiale del ‘discernimento comunitario’, che vede i moderatori in prima linea nell’aiutare i sinodali a comporre in unità le loro riflessioni, senza sovrapporle e senza imporle, cercando prima i punti di tangenza e, poi, i punti di convergenza, nel pieno rispetto delle diverse identità, in un consenso sempre ricercato nella comune passione per lo ‘splendore della verità”. Questo l’impegno che attende nei prossimi mesi i sinodali, senza dimenticare che ‘il vero tema della Chiesa è Dio: convergere sulla Parola lasciandosi da essa sorprendere è il compito di tutti’. Il testo dell’Inno, eseguito in cattedrale nella solennità di san Costanzo, era già apparso in appendice al volume di studi dedicato da Gualtiero Sigismondi al compianto arcivescovo Cesare Pagani, del cui dies natalis proprio in questi giorni (il 12 marzo) ricorre il 19’anniversario. Non a caso, ricordando la sua grande lezione ecclesiologica e innestandosi nella sinodalità ‘nuova e antica’ della Chiesa perugina, lo stesso Sigismondi, la sera del 9 marzo, ha ribadito l’opportunità di ‘fare del Sinodo un laboratorio di ecclesiologia, affinché la nostra Chiesa particolare diventi sempre di più un oratorio di cristologia’.

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Gli “undici” riuniti a servizio di tutti https://www.lavoce.it/gli-undici-riuniti-a-servizio-di-tutti/ Thu, 18 Jan 2007 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=5628 Dopo la prima assemblea plenaria dei 278 sinodali di novembre e l’incontro dei moderatori dei gruppi di studio di dicembre, si è svolta nei giorni scorsi la prima riunione degli undici gruppi di studio caratterizzanti il lungo cammino del Sinodo diocesano, iniziato nello scorso autunno e che si concluderà nell’estate 2008. Con i suoi gruppi di studio suddivisi in sette ambiti (L’evangelizzazione: ‘grazia e vocazione della Chiesa’; I giovani: ‘risorsa di speranza della Chiesa’; La famiglia: ‘miniatura della Chiesa’; La cultura cattolica: ‘sintesi tra verità e amore’; I presbiteri: ‘servi premurosi del popolo di Dio’; Aspetti amministrativi delle attività pastorali; Revisione degli statuti), il Sinodo è entrato nel vivo della sua opera, cioè quella di far compiere alla comunità diocesana in tutte le sue espressioni un ‘cammino insieme’ verso la nuova evangelizzazione. Proprio i gruppi di studio sono chiamati, nel corso dei prossimi diciotto mesi, a riflettere, discernere e proporre come affrontare le questioni pastorali fondamentali e prioritarie che sono alla base dei suddetti sette ambiti. Fin dalla prima riunione dei gruppi di studio si è colto, al di là di ogni aspettativa, un comune sentimento di grande partecipazione dei sinodali, testimoniato dalla loro presenza che è stata di oltre il 90%, e coloro che non hanno potuto prendere parte hanno comunicato in anticipo la loro assenza. Ciò a conferma del fatto che il Sinodo è sentito e vissuto come evento significativo per la vita della Chiesa diocesana e per la crescita spirituale di ogni fedele. Molto toccante è la lettera di una sinodale, che ha appreso da pochi giorni di essere gravemente malata e si è impegnata ad offrire la sua sofferenza per il cammino sinodale: ‘Se questa malattia non è un progetto di Dio – scrive -, Lui sa come fermarla; se invece è nel suo disegno, non voglio pormi la domanda ‘a causa di cosa sto subendo questo?’, ma piuttosto ‘per quale buon fine sto vivendo tutto questo?”. Prossimo appuntamento che vedrà impegnati i sinodali nei gruppi di studio è fissato in calendario per venerdì 9 febbraio (ore 19-22.30), presso il Centro Mater Gratiae di Montemorcino. SINODALI: CHI SONO? L’Assemblea sinodale è varia, cercando di dare voce a tutte le realtà che compongono la comunità diocesana. La presenza dei laici, e delle donne, è davvero significativa. Questi i ‘numeri’ che descrivono la composizione del Sinodo. Composizione dei sinodali – in ragione dell’ufficio: 87- convocati dal vescovo in ragione dell’elezione: 162- di libera nomina episcopale: 29totale : 278Dei 29 sinodali di libera nomina episcopale 11 sono donne e 18 uominiI 278 sinodali sono: sacerdoti: 77religiosi: 20 (di cui 9 donne e 11 uomini) diaconi permanenti: 3laici: 178 (di cui 77 donne e 101 uomini) Gli 87 sinodali in ragione dell’ufficio sono: – direttori di uffici della curia vescovile: 23 (dei quali 4 donne , 6 uomini, 13 sacerdoti) – parroci, vicari parrocchiali e presbiteri diocesani: 64I 126 sinodali convocati in ragione dell’elezione sono: – membri di istituti religiosi: 20 (di cui donne 9 ‘ uomini 11) – diaconi permanenti: 3- seminaristi: 2- rappresentanti delle associazioni, movimenti e gruppi: 26 (donne 11 ‘ uomini 15) – fedeli laici delle unità pastorali: 111 (donne 51 ‘ uomini 60) UN SITO WEB PER ‘CAMMINARE INSIEME’ Per il coinvolgimento delle comunità parrocchiali e zonali il Servizio informatico della diocesi il collaborazione con la Segreteria del Sinodo sta rinnovando e aggiornando il sito web www.insiemepercamminare.it (raggiungibile anche dal sito diocesano www.diocesi.perugia.it). Vi sono on line tutti i documenti del sinodo, anche quelli presentati alle riunioni dei moderatori e dei gruppi, vi è una parte dedicata alle notizie e vi sono collegamenti ai servizi della radio diocesana ‘Umbria radio’ e agli articoli pubblicati dal nostro settimanale, sul sinodo. In previsione anche una mail alla quale anche chi non è nominato sinodale, singolarmente o come gruppo, può inviare alla Segreteria generale eventuali contributi sui temi proposti dal documento di lavoro. Il tutto per far sì che sia un’esperienza aperta a tutta la comunità

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Preparando le vie del Signore https://www.lavoce.it/preparando-le-vie-del-signore/ Thu, 14 Dec 2006 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=5579 Lunedì 11 al Centro Mater Gratiae si è svolta la riunione dei moderatori dei gruppi di studio del Sinodo diocesano. Dopo la celebrazione del vespro presieduta dal Vescovo, che ha commentato la lettura breve, Simonetta Cesarini ha introdotto i lavori e dato la parola al segretario generale don Gualtiero Sigismondi, il quale ha svolto una relazione di orientamento e di metodo per il lavoro che attende i sinodali, specificando il ruolo che devono svolgere i moderatori. Prendendo lo spunto dalla Parola di Dio, ha detto che, per rispondere alla finalità di comunione ecclesiale e di scelte operative lungimiranti, concrete e possibili, si dovrà ‘preparare la strada al Signore, raddrizzare le sue vie’. Ciò comporterà, per i moderatori, di facilitare l’incontro reciproco, divenendo i motori del gruppo cui offriranno motivazioni efficaci e aiutando ad elaborare proposte, evitando così, per quanto possibile, sterili lamentazioni e pie esortazioni che lasciano il tempo che trovano. Don Gualtiero ha suggerito anche atteggiamenti e comportamenti specifici, perché il gruppo possa sostenere la fatica di camminare insieme, nella consapevolezza che ognuno rivela all’altro lo Spirito per il bene di tutti, sapendo inoltre che non è il consenso a fondare la verità ma il contrario. L’intento da perseguire negli interventi dei membri dei gruppi sarà soprattutto quello di favorire il rinnovamento nella continuità, senza fughe e strappi e senza stagnazioni, per promuovere la conversione missionaria della pastorale, riscoprendo l’essenziale della fede e della vita cristiana. La Parola di Dio che riassume in bella sintesi lo stile e la qualità del proprio stare operativamente dentro il Sinodo – che è un laboratorio di pastorale ecclesiale e di discernimento comunitario – è il testo della Prima lettera di Paolo ai Tessalonicesi (5,19-21): ‘Non spegnete lo Spirito. Non disprezzate le profezie: esaminate ogni cosa, tenete ciò che è buono’. Una frase che dovrebbe essere tenuta ben presente da tutti i sinodali, ognuno dei quali sia costantemente intento a mettere a disposizione degli altri il suo dono per l’utilità comune e per la mutua edificazione, come è scritto nei capitoli 12 e 14 della Prima lettera di Paolo ai Corinzi. Dopo la relazione del segretario generale, si è dedicato ampio spazio alle regole che devono guidare il lavoro dei gruppi e agli adempimenti che tale lavoro comporta. Si deve infatti ricordare che il lavoro di gruppo non è fine a se stesso, ma serve a produrre e proporre idee e suggerimenti che poi dovranno essere raccolti e offerti al Vescovo. Quest’ultimo, sulla base di quanto è stato detto e scritto, dirà la parola conclusiva a suggello di quanto lo Spirito ha suggerito alla Chiesa perugina in questa occasione di grazia. Massimo Liucci, della segretaria generale, ha elencato dettagliatamente tutte le varie regole e ne ha raccomandato l’esecuzione per la buona riuscita dei lavori e per rispetto gli uni degli altri nello spirito di fraternità. Il prossimo appuntamento, in cui partiranno i lavori (che si svolgeranno sempre al centro Mater Gratiae e sempre dalla 19 alla 22.30 con mezz’ora di intervallo per una frugale cena) è per il 12 gennaio.

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