Vittorio Sgarbi Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/sgarbi/ Settimanale di informazione regionale Wed, 16 Sep 2015 14:02:10 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg Vittorio Sgarbi Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/sgarbi/ 32 32 “Panorama d’Italia” farà tappa anche a Spoleto https://www.lavoce.it/panorama-ditalia-fara-tappa-anche-a-spoleto/ Wed, 16 Sep 2015 14:02:10 +0000 https://www.lavoce.it/?p=43284 Piazza Garibaldi a Spoleto
Piazza Garibaldi a Spoleto

“Panorama d’Italia” è in arrivo. Dal 30 settembre al 3 ottobre prossimi il tour del settimanale Panorama, che si sta svolgendo in alcune delle grandi città d’Italia per raccontare lo stivale direttamente dal territorio, farà tappa anche a Spoleto.

Saranno quattro giorni particolarmente intensi, ricchi di momenti di dibattito e di confronto sui grandi temi dello sviluppo, dell’occupazione e del fare impresa, sia innovativa che tradizionale. Ma anche di altrettante occasioni ludiche, divertenti, gustose e spettacolari. Tutti appuntamenti gratuiti, aperti a chi si registrerà sul sito www.panoraditalia.it.

Dopo l’evento di apertura in piazza Garibaldi con il taglio del nastro della “Casa di Panorama d’Italia”, ci sarà l’intervista pubblica che farà Giorgio Mulè al ministro della Salute Beatrice Lorenzin. Tra i momenti “clou” della tappa già certa la partecipazione di Vittorio Sgarbi per una delle sue seguitissime lectio magistralis alla scoperta delle bellezze nascoste d’Italia; l’intervento di Alfonso Signorini, direttore di Chi, che intervisterà un personaggio dello spettacolo; attesissima e istruttiva l’adesione al dibattito sulle start-up dell’ambasciatore d’Israele in Italia Naor Gilon, rappresentante del Paese al mondo che più di tutti è riuscito a trasformare il sostegno alle imprese innovative in una leva strutturale di progresso.

Un pomeriggio sarà arricchito dall’“Incontro d’autore” con un grande giornalista, Vittorio Feltri con il suo ultimo saggio Non abbiamo abbastanza paura dedicato al pericolo dell’estremismo islamico; altri momenti momenti saranno lo “show-cooking” con la chef Giovanna Tomassoni e un’intervista pubblica su impresa e solidarietà con Brunello Cucinelli. Due dibattiti si occuperanno, rispettivamente, dello sviluppo di Spoleto rispetto alla sua capacità di essere punto di riferimento culturale globale e delle eccellenze imprenditoriali della città. È previsto anche un bike-tour sul nuovo percorso che da Spoleto raggiunge Assisi, mentre l’Associazione Amici di Spoleto organizzerà due esclusivi tour alla scoperta di una “Spoleto segreta”. Per info:  www.panoraditalia.it.

 

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Legami d’arte tra Perugia e Fabriano https://www.lavoce.it/legami-darte-tra-perugia-e-fabriano/ Fri, 16 Jan 2015 12:31:32 +0000 https://www.lavoce.it/?p=29816 Gentile da Fabriano, Madonna in trono col Bambino e angeli musicanti, tempera su tavola, 1405-1410, Galleria Nazionale dell’Umbria-Perugia
Gentile da Fabriano, Madonna in trono col Bambino e angeli musicanti, tempera su tavola, 1405-1410, Galleria Nazionale dell’Umbria-Perugia

Fabriano, città rinomata per la qualità della produzione della carta fin dall’età medievale, ospita fino al 18 gennaio l’interessante mostra “‘Da Giotto a Gentile’ pittura e scultura a Fabriano fra Due e Trecento” curata da Vittorio Sgarbi. Un’attenta visita nella elegante cittadina marchigiana, ci porta in un territorio apparentemente periferico, forse marginale rispetto ai tradizionali e acclarati circuiti del turismo culturale, che in realtà dimostra essere un vasto deposito di inestimabili capolavori artistici medievali, in gran parte poco noti e in molti casi sconosciuti.

La mostra indaga sui precedenti alla straordinaria fioritura artistica trecentesca, quando Fabriano deve essere considerata umbra a tutti gli effetti in virtù degli strettissimi legami con l’area di influenza longobarda, che vede in Spoleto la splendida capitale del Ducato. Consolidatosi il potere longobardo sulla città con l’affermarsi della famiglia gentilizia dei Chiavelli, nel corso del Trecento l’egemonia cultura dell’Umbria vedrà la sua totale affermazione, sia dal punto di vista artistico, sia sotto il profilo dei valori spirituali. La vicinanza con Assisi ed i ripetuti soggiorni di san Francesco contribuirono ad animare una vivace realtà di fede, che si avvalse della pittura come di un efficace strumento propagandistico ed educativo.

Tra le numerose opere provenienti dal territorio umbro, troviamo esposta la “Madonna in trono con il Bambino”, della Galleria Nazionale dell’Umbria. L’opera demaniata nel 1863 dal noviziato del Convento di San Domenico, fece allora ingresso nella Pinacoteca Civica, oggi Galleria nazionale dell’Umbria. Ricordata da Giorgio Vasari in San Domenico come “una tavola molto bella”, la commissione a Gentile da Fabriano sottolinea i legami militari e commerciali stabiliti tra Perugia e Fabriano nei primi anni del Quattrocento e ricorda i vincoli parentali e politici che legavano il pittore all’ambiente perugino e all’Ordine domenicano. La complessa iconografia che vede la sovrapposizione di temi quali l’Incoronazione della Vergine e la Madonna dell’Umiltà viene ribadita dalle numerose lodi a Maria incise sulla tavola: dall’Ave Maria dell’aureola, alle invocazioni presenti sul bordo del mantello, all’antifona mariana pasquale sul tetragramma sorretto dagli angeli. Il sorprendente trono attaccato da una lussureggiante vegetazione che ne mette in discussione la natura architettonica riporta poi, al tema nordico dell’hortus conclusus. Indice della conoscenza di oreficeria non solo veneziana ma anche boema e renana, è la raffinata tecnica della granatura scelta per delineare le figure di sei angeli in volo che incoronano la Vergine e che rendono il fondo oro vibrante di luce.

Per l’opera databile al 1411-1412, si sono ipotizzati i nomi di vari committenti, tra i quali quello del ricco cambiatore e operarius della chiesa domenicana, Matteo di Pietro Graziani, committente del vasto programma decorativo della Cappella di San Giacomo, che potrebbe essere stata ab antiquo il sito per la Madonna con il Bambino e gli Angeli musicanti.

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La Madonna del rosario da Fabriano alla Galleria nazionale dell’Umbria https://www.lavoce.it/la-madonna-del-rosario-da-fabriano-alla-galleria-nazionale-dellumbria/ Fri, 01 Aug 2014 12:26:20 +0000 https://www.lavoce.it/?p=27337 Madonna del rosario (particolare) di Orazio Gentileschi -  Fabriano Pinacoteca Civica - (1613 - 1618)
Madonna del rosario (particolare) di Orazio Gentileschi – Fabriano Pinacoteca Civica – (1613 – 1618)

La Galleria nazionale dell’Umbria ospiterà fino al 30 settembre la Madonna del Rosario di Orazio Gentileschi, pittore pisano tra i più abili interpreti del linguaggio caravaggiesco. L’opera seicentesca che ritrae al centro la Vergine con il Bambino, ai lati san Domenico e santa Caterina da Siena, è un prestito della Pinacoteca civica “Bruno Molajoli” di Fabriano, dove la pala è conservata.

Il prestito alla Galleria si spiega con la concessione a sua volta da parte della Galleria stessa di quattro opere importanti per una mostra in corso nella Pinacoteca fabrianese dal titolo “Da Giotto a Gentile. Pittura e scultura a Fabriano tra Due e Trecento” curata da Vittorio Sgarbi. Tra le opere prestate una “Madonna con bambino e angeli” di Gentile da Fabriano e una preziosa tempera su pergamena raffigurante la Crocifissione e la “Madonna con bambino” attribuita a Puccio Capanna.

Un’iniziativa – spiega il soprintendente Fabio de Chirico – finalizzata alla più ampia conoscenza del patrimonio artistico, favorendo la valorizzazione di quei capolavori che il più delle volte vengono esclusi dal turismo mordi e fuggi. La Galleria conferma ancora la sua vocazione alla diffusione della cultura e della conoscenza”.

L’opera deve ancora essere studiata a fondo, dalla committenza alla data – ha proseguito De Chirico – che oscilla tra il 1613 e il 1618. Il tema della Madonna con il rosario è di quelli molto sfruttati, così come istituita in ambiente domenicano, in base a quanto deciso da Pio V dopo la vittoria di Lepanto (1571). Ma questa non è una stanca ripetizione del tema, non c’è una costruzione piramidale, anche se al centro vi è la Madonna con Bambino.

“Gentileschi – spiega la responsabile delle collezioni della Galleria nazionale Federica Zalabra – sviluppa infatti in orizzontale la scena affiancando al gruppo della Madonna con Bambino i due angeli reggicortina e dipingendo i santi domenicani (Domenico e Caterina) in primo piano. La pala dovrebbe risalire agli ultimi anni del suo rapporto con Fabriano quando il pittore aveva già iniziato a cercare nuove e fruttuose commissioni a Venezia e a Roma. Ogni angolo della scena è occupato da dettagli e elementi decorativi figli di un horror vacui (la paura del vuoto) che raramente il pittore manifesta, a riprova che la committenza ebbe un ruolo non marginale nelle scelte artistiche”. Bellissima santa Caterina da Siena (a destra della Madonna con Bambino) che si piega per baciare il rosario e a sinistra san Domenico inginocchiati su un tappeto finemente decorato. In alto la colomba dello Spirito santo e quattro angeli. In basso, ai piedi del trono un fanciullo odora una rosa, simbolo mariano per eccellenza.

Il 1° agosto per i Venerdì al museo promossi dal Mibact, è stata proposta una conferenza su “Orazio Gentileschi. La conversione a Caravaggio di un pittore di maniera” con Federica Zalabra in cui si è parlato della lungimiranza dell’artista che si convertì al caravaggismo in età avanzata e affrontata la cause célèbre del ’600, tra Artemisia, sua figlia, (anche lei artista) e Agostino Tassi.

Ingresso libero con il biglietto della Galleria: intero 6.50, ridotto 3,25. Apertura fino alle 22.

A settembre la Galleria ospiterà inoltre due opere del Canaletto grazie al prestito predisposto dal museo francese Jacquemartre Andrè.

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Vittorio Sgarbi scopre un tesoro a Boschetto https://www.lavoce.it/vittorio-sgarbi-scopre-un-tesoro-a-boschetto/ Thu, 10 Oct 2013 11:50:59 +0000 https://www.lavoce.it/?p=19991 sgarbi-StatuaHa lasciato il segno la visita a Gualdo Tadino del critico d’arte Vittorio Sgarbi in occasione del Palio di San Michele Arcangelo. E specialmente in due frazioni gualdesi, visitate entrambe nella tarda serata (per non dire nottata) di sabato scorso, 28 settembre. In primo luogo a Boschetto, dove Sgarbi ha scoperto che quella che si credeva una statua di san Giovanni Battista è in realtà un Cristo benedicente nel 1548 da Nerone da San Sepolcro, allievo di Michelangelo. Il noto critico ha raccomandato al parroco don Francesco Pascolini, all’assessore alla Cultura Simona Vitali e alla direttrice del Polo museale, Catia Monacelli, di restaurare la preziosa statua: tornerà egli stesso ad inaugurarla l’anno prossimo, in occasione dei Giochi de le Porte, probabilmente nell’ambito di una mostra su Nerone da San Sepolcro, autore di cui Sgarbi stesso possiede molti pezzi. Oltre a ciò, ha raccomandato la direttrice del Museo di esporre la statua presso il Museo della Rocca Flea, sistemazione sicuramente più sicura ed evidente per un capolavoro del genere. La seconda frazione gualdese, in cui Sgarbi è piombato nel cuore della notte, è stata San Pellegrino, dove si trovano alcuni preziosi cicli di affreschi, di scuola marchigiana e di Matteo da Gualdo, databili fra la metà del XIV e la fine del XV secolo. “Era passata la mezzanotte quando è arrivato a visitare le nostre due chiese” ci racconta il parroco don Luigi Merli. “È rimasto davvero ammirato dalla bellezza di alcuni affreschi, specialmente quelli di Matteo da Gualdo, di cui è un grande estimatore. Ci ha fatto i complimenti per come sono tenute le chiese, in particolare la più piccola, nella quale si è soffermato a lungo a contemplare le opere d’arte.” Poi, sempre nel cuore della notte, ha accettato la generosa ospitalità dei sampellegrinesi, bevendo un tè alle 2 e facendo un’allegra spaghettata alle 4 del mattino. Due episodi che hanno definitivamente convinto i gualdesi dell’opportunità di un rilancio in chiave turistica della città.

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Aggiornamento d’arte a Spoleto https://www.lavoce.it/aggiornamento-darte-a-spoleto/ https://www.lavoce.it/aggiornamento-darte-a-spoleto/#comments Thu, 12 Jul 2012 12:06:20 +0000 https://www.lavoce.it/?p=12015
la mostra a palazzo Callicola; a sinistra, scultura luminosa di Giovanni Albanese

Le mostre d’arte rientrano o non rientrano tra le iniziative del Festival dei Due mondi di Spoleto? Il dibattito può infervorare i critici e i media, ma per il visitatore che percorre la città la cosa è tutto sommato indifferente: dappertutto l’occhio è incantato dalla bellezza estetica, che si tratti di mostre in corso, esposizioni più o meno permanenti, o delle tante botteghe d’arte che si susseguono lungo i vicoli del centro storico.

“In questi ultimi anni, con la gestione Ferrara – dice uno degli organizzatori, Alberto D’Atanasio, mentre ci si sposta da una location all’altra – il Festival si è ripreso: agli spettacoli il pubblico è sempre numeroso. Molti vengono da fuori…” e infatti si incrociano per strada gruppetti di tedeschi e giapponesi; ma, aggiunge D’Atanasio, “il guaio è che non si fermano. Arrivano, seguono lo spettacolo e se ne vanno”. Già, l’eterno problema del turismo ‘mordi e fuggi’ in Umbria, che porta poche risorse al territorio.

Quanto a lui, D’Atanasio, avrebbe la mezza intenzione di provare a riconciliare il direttore artistico del festival Giorgio Ferrara e il critico Vittorio Sgarbi, ma al momento [domenica 8 luglio] non è dato sapere come andrà a finire.

Ora, a costo di apparire sacrileghi, vorremmo fare qualche considerazione mettendo in un unico calderone i tre principali eventi artistici del (o in concomitanza con il) Festival dei Due mondi. Ossia l’esposizione di sculture moderne dislocate nei vari angoli di Spoleto, la mostra al Museo Carandente di palazzo Collicola, e quella ‘sgarbiana’ a palazzo Racani Arroni.

Tra i nomi di maggior spicco vi sono lo scultore Giovanni Albanese, il ‘grande vecchio’ ceramista Gillo Dorfles, il designer Gaetano Pesce, ma intercalati a numerosi altri autori. L’impressione generale è di un certo smarrimento da parte degli artisti. Vi sono anzitutto opere che ‘sarebbero’ di avanguardia se fossero state realizzate fino agli anni Sessanta, ma ora appaiono fuori tempo massimo. In altri casi, una ricerca dell’effetto estetico un po’ fine a se stesso, a volte abbastanza kitsch, a volte un po’ vacuo.

Sull’insieme, i filoni più promettenti appaiono due. O una ripresa della buona, sana tecnica del passato, ma rielaborandola alla luce della sensibilità odierna. Oppure la valorizzazione di ciò che offre il presente, in particolare il design, coniugando una elegante essenzialità a un gusto inventivo anche estremo (si pensi all’architettura nei Paesi emergenti).

In ogni caso, per le diverse sensibilità, Spoleto ha davvero molto da offrire.

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