settimana liturgica nazionale Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/settimana-liturgica-nazionale/ Settimanale di informazione regionale Fri, 27 Aug 2021 07:26:28 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg settimana liturgica nazionale Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/settimana-liturgica-nazionale/ 32 32 Settimana liturgica nazionale, l’ultima giornata https://www.lavoce.it/settimana-liturgica-nazionale-lultima-giornata/ Thu, 26 Aug 2021 16:01:24 +0000 https://www.lavoce.it/?p=61862

Nella mattinata del 26 agosto si è conclusa la quattro giorni dedicata all’approfondimento liturgico: la 71a Settimana liturgica nazionale, promossa del Centro di Azione liturgica e celebrata nella cattedrale di Cremona, dal titolo “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome”. Gli ultimi due contributi sono stati presentati da don Angelo Lameri, docente di liturgia presso la Pontificia Università Lateranense, e da mons. Daniele Gianotti, vescovo di Crema e delegato per la liturgia e la catechesi della Conferenza episcopale lombarda.

I sentieri tracciati dal Messale Romano

La prima delle due relazioni ha messo a fuoco il tema del Messale Romano e dell’assemblea liturgica a partire dalla recente pubblicazione della terza edizione italiana del libro liturgico per la celebrazione eucaristica. Infatti, “la scelta di questa relazione - afferma don Angelo Lameri - va nella direzione di prendere spunto dalla Presentazione Cei, in modo particolare dal secondo capitolo, nel quale troviamo la categoria di 'approfondimento' per designare il compito che ci attende in questa stagione della riforma liturgica”. Per questo, “verso quali sentieri di approfondimento - si domanda l’accademico - ci indirizza la terza edizione del Messale?”. Almeno tre: un rinnovato interesse per la parola di Dio, come già auspicava il Concilio Vaticano II, ma anche una piena fedeltà al modello rituale testimoniato dal Messale per un’autentica ars celebrandi, ed infine una piena armonia tra gesti e parole che sappiano coinvolgere i vari ministri e l’assemblea al mistero celebrato.

“In una stagione in cui è decisivo l’approfondimento della riforma liturgica conciliare per una sua rinnovata applicazione - conclude don Lameri - la terza edizione in lingua italiana del Messale Romano ci invita a leggere nel loro reciproco rimando parola di Dio e celebrazione liturgica, a riscoprire il valore positivo della norma in relazione alla salvaguardia del mistero celebrato, a riprendere l’antico auspicio del movimento liturgico che individuava nella partecipazione attiva alla liturgia la prima e indispensabile fonte da cui attingere il vero spirito cristiano”.

Il futuro dell'assemblea liturgica

A terminare la mattinata di riflessione è stato il contributo di mons. Gianotti che, facendo tesoro di tutti gli interventi della settimana, ha rilanciato la sfida della quattro giorni: “per il futuro dovremo lavorare alacremente, soprattutto affidandoci al Signore, alla sua promessa di essere con noi tutti i giorni, e allo Spirito che ci insegnerà senz'altro le vie per continuare a celebrare lietamente il nome del Signore e ad offrire la nostra testimonianza e la nostra carità ai fratelli”.

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Nella mattinata del 26 agosto si è conclusa la quattro giorni dedicata all’approfondimento liturgico: la 71a Settimana liturgica nazionale, promossa del Centro di Azione liturgica e celebrata nella cattedrale di Cremona, dal titolo “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome”. Gli ultimi due contributi sono stati presentati da don Angelo Lameri, docente di liturgia presso la Pontificia Università Lateranense, e da mons. Daniele Gianotti, vescovo di Crema e delegato per la liturgia e la catechesi della Conferenza episcopale lombarda.

I sentieri tracciati dal Messale Romano

La prima delle due relazioni ha messo a fuoco il tema del Messale Romano e dell’assemblea liturgica a partire dalla recente pubblicazione della terza edizione italiana del libro liturgico per la celebrazione eucaristica. Infatti, “la scelta di questa relazione - afferma don Angelo Lameri - va nella direzione di prendere spunto dalla Presentazione Cei, in modo particolare dal secondo capitolo, nel quale troviamo la categoria di 'approfondimento' per designare il compito che ci attende in questa stagione della riforma liturgica”. Per questo, “verso quali sentieri di approfondimento - si domanda l’accademico - ci indirizza la terza edizione del Messale?”. Almeno tre: un rinnovato interesse per la parola di Dio, come già auspicava il Concilio Vaticano II, ma anche una piena fedeltà al modello rituale testimoniato dal Messale per un’autentica ars celebrandi, ed infine una piena armonia tra gesti e parole che sappiano coinvolgere i vari ministri e l’assemblea al mistero celebrato.

“In una stagione in cui è decisivo l’approfondimento della riforma liturgica conciliare per una sua rinnovata applicazione - conclude don Lameri - la terza edizione in lingua italiana del Messale Romano ci invita a leggere nel loro reciproco rimando parola di Dio e celebrazione liturgica, a riscoprire il valore positivo della norma in relazione alla salvaguardia del mistero celebrato, a riprendere l’antico auspicio del movimento liturgico che individuava nella partecipazione attiva alla liturgia la prima e indispensabile fonte da cui attingere il vero spirito cristiano”.

Il futuro dell'assemblea liturgica

A terminare la mattinata di riflessione è stato il contributo di mons. Gianotti che, facendo tesoro di tutti gli interventi della settimana, ha rilanciato la sfida della quattro giorni: “per il futuro dovremo lavorare alacremente, soprattutto affidandoci al Signore, alla sua promessa di essere con noi tutti i giorni, e allo Spirito che ci insegnerà senz'altro le vie per continuare a celebrare lietamente il nome del Signore e ad offrire la nostra testimonianza e la nostra carità ai fratelli”.

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Settimana liturgica nazionale, la terza giornata da Cremona https://www.lavoce.it/settimana-liturgica-nazionale-cremona/ Thu, 26 Aug 2021 08:51:46 +0000 https://www.lavoce.it/?p=61832 settimana liturgica nazionale cremona

Quattro gli intervenuti che mercoledì mattina hanno offerto la propria riflessione, in diretta dalla cattedrale di Cremona, alla 71° Settimana liturgica nazionale: Mons. Giampiero Palmieri, la prof.ssa Anna Maria Baldacci, e con un dialogo conclusivo sulla presenza e assenza generazionale nell’assemblea liturgica, Don Manul Belli e don Michele Falabretti.

Conversione liturgica

Il vescovo Palmieri, arcivescovo vicegerente di Roma, ha tematizzato l’assemblea domenicale culturalmente diversificata, per poi suggerire una conversione degli stili e dei ritmi celebrativi. Si domanda, difatti, il prelato: “Quale liturgia domenicale in questo mutato contesto interculturale, globalizzato, liquido e gassoso? Quali conversioni siamo chiamati ad attuare a livello di ritmi e a livello di stile?”. Per entrambe le dimensioni, ritmo e stile, suggerisce tre conversioni: per il ritmo sono quelle del riscoprire nell’assemblea convocata il tempo della gratuità, del riposo e delle relazioni ospitali; mentre per lo stile le conversioni da attuare, secondo mons. Palmieri, sono quelle del riappropriarsi di una forma liturgica familiare ed essenziali, universale e al contempo personalizzato.

Ministerialità liturgica

È seguita poi la relazione di Anna Maria Baldacci, dell’Ufficio di pastorale catechistica di Torino, che ha sottolineato l’importanza delle ministerialità liturgica perché “la celebrazione liturgica non può mai dirsi opera di un singolo, poiché essa è sempre espressione di una comunità. È necessario riconoscere come l’attuazione della riforma liturgica - spiega la relatrice - è stata intesa in alcuni casi in senso puramente esteriore (tutti devono fare qualcosa) e disordinato (tutti possono fare tutto). Questo attivismo, che contraddice la sapienza conciliare secondo cui «nelle celebrazioni liturgiche ciascuno […] si limiti a compiere tutto e soltanto ciò che […] è di sua competenza» (cfr. SC 28-29; OGMR 91) ha prodotto, in alcuni casi, una certa frenesia, e in altri, una diffusa e persistente passività. Occorre aiutare le comunità a prendere consapevolezza del proprio diritto e dovere partecipativo non per l’opera generosa di qualcuno, ma per uno stile celebrativo condiviso”.

I bambini e gli adolescenti mancano a Messa

Infine, la mattina si è conclusa con il dialogo tra due sacerdoti bergamaschi, don Manuel Belli, insegnante di liturgia, e don Michele Falabretti, incaricato per il Servizio Nazionale di Pastorale Giovanile. Entrambi hanno costatato l’assenza alla celebrazione liturgica di diverse fasce d’età. Adolescenti, giovani, bambini piccoli, come anche i genitori dei fanciulli in età d’iniziazione cristiana, sono assenti alle liturgie. I due sacerdoti hanno concordato sulla necessità di iniziare alla fede, gradualmente, affinché tutte le generazioni possano essere integrate nell’assemblea domenicale.]]>
settimana liturgica nazionale cremona

Quattro gli intervenuti che mercoledì mattina hanno offerto la propria riflessione, in diretta dalla cattedrale di Cremona, alla 71° Settimana liturgica nazionale: Mons. Giampiero Palmieri, la prof.ssa Anna Maria Baldacci, e con un dialogo conclusivo sulla presenza e assenza generazionale nell’assemblea liturgica, Don Manul Belli e don Michele Falabretti.

Conversione liturgica

Il vescovo Palmieri, arcivescovo vicegerente di Roma, ha tematizzato l’assemblea domenicale culturalmente diversificata, per poi suggerire una conversione degli stili e dei ritmi celebrativi. Si domanda, difatti, il prelato: “Quale liturgia domenicale in questo mutato contesto interculturale, globalizzato, liquido e gassoso? Quali conversioni siamo chiamati ad attuare a livello di ritmi e a livello di stile?”. Per entrambe le dimensioni, ritmo e stile, suggerisce tre conversioni: per il ritmo sono quelle del riscoprire nell’assemblea convocata il tempo della gratuità, del riposo e delle relazioni ospitali; mentre per lo stile le conversioni da attuare, secondo mons. Palmieri, sono quelle del riappropriarsi di una forma liturgica familiare ed essenziali, universale e al contempo personalizzato.

Ministerialità liturgica

È seguita poi la relazione di Anna Maria Baldacci, dell’Ufficio di pastorale catechistica di Torino, che ha sottolineato l’importanza delle ministerialità liturgica perché “la celebrazione liturgica non può mai dirsi opera di un singolo, poiché essa è sempre espressione di una comunità. È necessario riconoscere come l’attuazione della riforma liturgica - spiega la relatrice - è stata intesa in alcuni casi in senso puramente esteriore (tutti devono fare qualcosa) e disordinato (tutti possono fare tutto). Questo attivismo, che contraddice la sapienza conciliare secondo cui «nelle celebrazioni liturgiche ciascuno […] si limiti a compiere tutto e soltanto ciò che […] è di sua competenza» (cfr. SC 28-29; OGMR 91) ha prodotto, in alcuni casi, una certa frenesia, e in altri, una diffusa e persistente passività. Occorre aiutare le comunità a prendere consapevolezza del proprio diritto e dovere partecipativo non per l’opera generosa di qualcuno, ma per uno stile celebrativo condiviso”.

I bambini e gli adolescenti mancano a Messa

Infine, la mattina si è conclusa con il dialogo tra due sacerdoti bergamaschi, don Manuel Belli, insegnante di liturgia, e don Michele Falabretti, incaricato per il Servizio Nazionale di Pastorale Giovanile. Entrambi hanno costatato l’assenza alla celebrazione liturgica di diverse fasce d’età. Adolescenti, giovani, bambini piccoli, come anche i genitori dei fanciulli in età d’iniziazione cristiana, sono assenti alle liturgie. I due sacerdoti hanno concordato sulla necessità di iniziare alla fede, gradualmente, affinché tutte le generazioni possano essere integrate nell’assemblea domenicale.]]>
Seconda giornata della Settimana liturgica nazionale https://www.lavoce.it/settimana-liturgica-nazionale/ Tue, 24 Aug 2021 14:49:21 +0000 https://www.lavoce.it/?p=61799

Don Paolo Tomatis e don Paolo Carrara sono stati i due relatori intervenuti nella seconda giornata della Settimana liturgica nazionale 2021, promossa dal Centro di Azione Liturgica e celebrata presso la cattedrale di Cremona. L’assemblea liturgica ieri Don Tomatis, presidente dell’Associazione Professori e Cultori di Liturgia e docente di liturgia in diversi istituti, ha affrontato il tema delle assemblee liturgiche nei diversi contesti, non solo spaziali, ma anche temporali. Difatti, afferma il professore, “puntare l’attenzione sul tema dell’assemblea liturgica, non si tratta di piegare la teologia dell’assemblea liturgica alle mode del tempo, ma di pensare la fede celebrata in modo non atemporale, a prescindere dalla storia, dai contesti e dai soggetti in essa implicati”. Per far ciò, anzitutto, don Tomatis ha preso in esame i 50 anni di ricezione del Messale di Paolo VI, “per cogliere come nuovi contesti ecclesiali e culturali abbiano ispirato e influenzato il modo con cui l’assemblea liturgica è stata pensata e proposta”, suddividendo quest’arco temporale in quattro periodi: anni ’70, gli anni 80-90, il primo decennio del nuovo millennio e, infine, dal 2020 al 2020. "Negli anni ’70 - afferma Tomatis -, nelle diocesi italiane c’è stata la promozione di una coscienza comunitaria più viva da parte dell’assemblea radunata intorno all’altare", ed anche un’emergente interesse per la ministerialità liturgica. Mentre, negli anni 80-90, si affaccia “l’intuizione della necessità di una duplice fedeltà a Dio e all’uomo, perché l’assemblea non sia spettatrice, ma neppure appiattita in un orizzontalismo sociologico”, ed al contempo una rinnovata attenzione al tema del ‘giorno del Signore’. Invece, nel primo decennio del terzo millennio ci si accorge di un “rilancio della centralità della comunità eucaristica domenicale, in un tempo di stanchezza e di perdita del centro”, ed anche dell’insistenza su “una liturgia “semplice, seria e bella”, contro la duplice tentazione del formalismo e della ricerca dello spettacolare”. Infine, nel secondo decennio del 2000, l’attenzione è stata posta, secondo don Tomatis, alla “difesa della liturgia come luogo educativo e rivelativo della fede e dell’Eucaristia domenicale come l’azione più vitale e formativa della comunità”, come “alla sfida dei nuovi assetti comunitari e territoriali” sta dando alla liturgia ed “alla spinta di Evangelii gaudium per una assemblea gioiosa, fraterna, popolare”. L’assemblea liturgica oggi Ora, quali nodi per ripensare all’assemblea liturgica oggi? Il relatore, concludendo l’intervento, ne suggerisce due: l’approfondire teologicamente e pastoralmente “l’unità dell’assemblea eucaristica e il rapporto tra eucaristia, assemblea e comunità”, e da considerare “il pluralismo delle assemblee liturgiche e la custodia dell’unità ecclesiale”. La liturgia “sospesa” Il secondo contributo della mattina è stato invece offerto da don Paolo Carrara, docente di Teologia Pastorale presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, mettendo a tema la ritualità e la partecipazione liturgica nel tempo della pandemia e le risposte liturgico-pastorali che le Chiese in Italia hanno sperimentato. Dopo un’analisi di ciò che si è vissuto nell’ultimo anno e mezzo, don Carrara indica un necessario approfondimento di tutto ciò che è emerso durante il periodo di sospensione della liturgia comunitaria come: l’utilizzo del digitale, la modalità partecipativa, ma anche lo studio dell’iniziazione cristiana, come del sacramento della penitenza e della terza forma, di quanto e come la ‘liturgia sospesa’ può stimolare una riflessione sulla forma rituale del culto cristiano, e del riaffiorare delle forme di pietà popolare. Riflessioni, queste, da affrontare con la libertà, afferma don Carrara, dalle contrapposizioni ma da una convergenza di considerazioni.]]>

Don Paolo Tomatis e don Paolo Carrara sono stati i due relatori intervenuti nella seconda giornata della Settimana liturgica nazionale 2021, promossa dal Centro di Azione Liturgica e celebrata presso la cattedrale di Cremona. L’assemblea liturgica ieri Don Tomatis, presidente dell’Associazione Professori e Cultori di Liturgia e docente di liturgia in diversi istituti, ha affrontato il tema delle assemblee liturgiche nei diversi contesti, non solo spaziali, ma anche temporali. Difatti, afferma il professore, “puntare l’attenzione sul tema dell’assemblea liturgica, non si tratta di piegare la teologia dell’assemblea liturgica alle mode del tempo, ma di pensare la fede celebrata in modo non atemporale, a prescindere dalla storia, dai contesti e dai soggetti in essa implicati”. Per far ciò, anzitutto, don Tomatis ha preso in esame i 50 anni di ricezione del Messale di Paolo VI, “per cogliere come nuovi contesti ecclesiali e culturali abbiano ispirato e influenzato il modo con cui l’assemblea liturgica è stata pensata e proposta”, suddividendo quest’arco temporale in quattro periodi: anni ’70, gli anni 80-90, il primo decennio del nuovo millennio e, infine, dal 2020 al 2020. "Negli anni ’70 - afferma Tomatis -, nelle diocesi italiane c’è stata la promozione di una coscienza comunitaria più viva da parte dell’assemblea radunata intorno all’altare", ed anche un’emergente interesse per la ministerialità liturgica. Mentre, negli anni 80-90, si affaccia “l’intuizione della necessità di una duplice fedeltà a Dio e all’uomo, perché l’assemblea non sia spettatrice, ma neppure appiattita in un orizzontalismo sociologico”, ed al contempo una rinnovata attenzione al tema del ‘giorno del Signore’. Invece, nel primo decennio del terzo millennio ci si accorge di un “rilancio della centralità della comunità eucaristica domenicale, in un tempo di stanchezza e di perdita del centro”, ed anche dell’insistenza su “una liturgia “semplice, seria e bella”, contro la duplice tentazione del formalismo e della ricerca dello spettacolare”. Infine, nel secondo decennio del 2000, l’attenzione è stata posta, secondo don Tomatis, alla “difesa della liturgia come luogo educativo e rivelativo della fede e dell’Eucaristia domenicale come l’azione più vitale e formativa della comunità”, come “alla sfida dei nuovi assetti comunitari e territoriali” sta dando alla liturgia ed “alla spinta di Evangelii gaudium per una assemblea gioiosa, fraterna, popolare”. L’assemblea liturgica oggi Ora, quali nodi per ripensare all’assemblea liturgica oggi? Il relatore, concludendo l’intervento, ne suggerisce due: l’approfondire teologicamente e pastoralmente “l’unità dell’assemblea eucaristica e il rapporto tra eucaristia, assemblea e comunità”, e da considerare “il pluralismo delle assemblee liturgiche e la custodia dell’unità ecclesiale”. La liturgia “sospesa” Il secondo contributo della mattina è stato invece offerto da don Paolo Carrara, docente di Teologia Pastorale presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, mettendo a tema la ritualità e la partecipazione liturgica nel tempo della pandemia e le risposte liturgico-pastorali che le Chiese in Italia hanno sperimentato. Dopo un’analisi di ciò che si è vissuto nell’ultimo anno e mezzo, don Carrara indica un necessario approfondimento di tutto ciò che è emerso durante il periodo di sospensione della liturgia comunitaria come: l’utilizzo del digitale, la modalità partecipativa, ma anche lo studio dell’iniziazione cristiana, come del sacramento della penitenza e della terza forma, di quanto e come la ‘liturgia sospesa’ può stimolare una riflessione sulla forma rituale del culto cristiano, e del riaffiorare delle forme di pietà popolare. Riflessioni, queste, da affrontare con la libertà, afferma don Carrara, dalle contrapposizioni ma da una convergenza di considerazioni.]]>