scuola Toniolo Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/scuola-toniolo/ Settimanale di informazione regionale Thu, 19 May 2022 18:06:51 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg scuola Toniolo Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/scuola-toniolo/ 32 32 V Anniversario del santuario della Spogliazione di Assisi https://www.lavoce.it/v-anniversario-santuario-spogliazione-assisi/ Thu, 19 May 2022 17:54:22 +0000 https://www.lavoce.it/?p=66794

C’è anche un momento dedicato ai dieci anni della Scuola socio-politica diocesana “Giuseppe Toniolo” all’interno dei festeggiamenti per il quinto anniversario del Santuario della Spogliazione.

Convegno scuola socio-politica diocesana "G. Toniolo"

La scuola è nata dieci anni fa, per volere del vescovo, monsignor Domenico Sorrentino e su impulso di padre Giovanni Raia, all’epoca direttore dell’ufficio catechistico, dall’idea che la dottrina sociale della Chiesa non è un terreno per specialisti o un’appendice opzionale, ma appartiene a pieno titolo all’ambito della formazione cristiana, anche dei giovani. “Decidemmo di intitolare la Scuola al Toniolo, e non poteva essere altrimenti - ricorda il direttore, Francesca Di Maolo - Toniolo è stato economista, padre di sette figli, leader storico dell’impegno sociale dei cattolici, testimone di come la conoscenza scientifica e i valori cristiani possono tradursi in una fervida operatività sociale. Monsignor Sorrentino, al tempo postulatore della causa di beatificazione del Toniolo oltre al compendio di dottrina sociale della Chiesa, ci regalò non pochi libri su questa figura straordinaria e noi eravamo affascinati da questo esempio di santità laicale”. I dieci anni della Scuola socio-politica sono stati “un viaggio ricco di momenti di approfondimento, di esperienze, di riflessioni, di discernimento sulle criticità e le questioni del nostro tempo. Uno spazio in cui si sono intessute relazioni, amicizie, confronti. La Scuola - ricorda Di Maolo - ha sempre cercato di favorire la presenza dei giovani. Penso ai tanti momenti formativi aperti agli animatori del Policoro della nostra regione, ai laboratori nelle scuole e a tutte le volte che i giovani sono saliti in cattedra per noi. Scambi preziosi sulle note del magistero della Chiesa”.

Convegno "Economia e politica per la pace"

Dei dieci anni di questa esperienza si parlerà alle ore 16.30 del 20 maggio al convegno “Economia e politica per la pace, 10 anni di Scuola politica diocesana Giuseppe Toniolo”, al quale intervengono Leonardo Becchetti, professore ordinario di Economia politica – Università di Roma Tor Vergata; monsignor Nunzio Galantino, presidente dell’Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica; monsignor Domenico Sorrentino, vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno; Francesca Di Maolo, direttore della Scuola Toniolo, moderati dalla giornalista Marina Rosati. Verrà inoltre presentato il libro La cura della fragilità, vivaio di formazione politica, libro edito da Tau e curato da Francesca Di Maolo, con foto, interventi e relazioni che appunto ripercorrono i dieci anni della scuola.

Quinto anniversario del santuario della Spogliazione

Il programma di iniziative per il quinto anniversario del santuario della Spogliazione, dal titolo “#Nulladiproprio. Per un’economia più umana”, vedrà anche la consegna – dopo quella dell’anno scorso all’Istituto Serafico di Assisi – del Premio Internazionale Francesco d’Assisi e Carlo Acutis, riconoscimento annuale da assegnare a un progetto specifico, avviato “dal basso”, da persone o società che cercano di prendersi cura dei più svantaggiati, e la riapertura dell’antica porta di accesso del vescovado e relazione sul progetto di recupero dell’Antico Episcopio, cui intervengono Elvira Cajano, sovrintendente Archeologia, Belle arti e paesaggio dell’Umbria e l’architetto Alfio Barabani. La tre giorni si aprirà venerdì 20 maggio alle ore 8 al Santuario della Spogliazione – chiesa di Santa Maria Maggiore con la messa celebrata dal rettore padre Carlos Acácio Gonçalves Ferreira. Dopo il convegno a cura della Scuola socio-politica diocesana Giuseppe Toniolo, alle 21 nella cattedrale di San Rufino si terrà l’incontro dei cresimandi della diocesi seguita, alle 21.45, dalla preghiera itinerante verso il santuario della Spogliazione – Chiesa di Santa Maria Maggiore, a cura della Pastorale giovanile e dell’Ufficio catechistico diocesano.

Apertura dell'antica porta di accesso al vescovado e consegna premio internazionale "Francesco d'Assisi e Carlo Acutis"

Sabato 21 maggio la giornata si apre alle 8 con la messa celebrata dal rettore del Santuario della Spogliazione padre Carlos Acácio Gonçalves Ferreira. Alle 11 ci sarà l’apertura dell’antica porta di accesso del vescovado, mentre alle 16.45 è in programma la consegna del “Premio internazionale Francesco d’Assisi e Carlo Acutis per un’economia della fraternità” e alle ore 21.15 lo spettacolo teatrale “Terreseminate” a cura della compagnia “Gli Scartati”. Infine, domenica 22 maggio al Santuario della Spogliazione – chiesa di Santa Maria Maggiore, la messa presieduta dal cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo emerito di Agrigento.]]>

C’è anche un momento dedicato ai dieci anni della Scuola socio-politica diocesana “Giuseppe Toniolo” all’interno dei festeggiamenti per il quinto anniversario del Santuario della Spogliazione.

Convegno scuola socio-politica diocesana "G. Toniolo"

La scuola è nata dieci anni fa, per volere del vescovo, monsignor Domenico Sorrentino e su impulso di padre Giovanni Raia, all’epoca direttore dell’ufficio catechistico, dall’idea che la dottrina sociale della Chiesa non è un terreno per specialisti o un’appendice opzionale, ma appartiene a pieno titolo all’ambito della formazione cristiana, anche dei giovani. “Decidemmo di intitolare la Scuola al Toniolo, e non poteva essere altrimenti - ricorda il direttore, Francesca Di Maolo - Toniolo è stato economista, padre di sette figli, leader storico dell’impegno sociale dei cattolici, testimone di come la conoscenza scientifica e i valori cristiani possono tradursi in una fervida operatività sociale. Monsignor Sorrentino, al tempo postulatore della causa di beatificazione del Toniolo oltre al compendio di dottrina sociale della Chiesa, ci regalò non pochi libri su questa figura straordinaria e noi eravamo affascinati da questo esempio di santità laicale”. I dieci anni della Scuola socio-politica sono stati “un viaggio ricco di momenti di approfondimento, di esperienze, di riflessioni, di discernimento sulle criticità e le questioni del nostro tempo. Uno spazio in cui si sono intessute relazioni, amicizie, confronti. La Scuola - ricorda Di Maolo - ha sempre cercato di favorire la presenza dei giovani. Penso ai tanti momenti formativi aperti agli animatori del Policoro della nostra regione, ai laboratori nelle scuole e a tutte le volte che i giovani sono saliti in cattedra per noi. Scambi preziosi sulle note del magistero della Chiesa”.

Convegno "Economia e politica per la pace"

Dei dieci anni di questa esperienza si parlerà alle ore 16.30 del 20 maggio al convegno “Economia e politica per la pace, 10 anni di Scuola politica diocesana Giuseppe Toniolo”, al quale intervengono Leonardo Becchetti, professore ordinario di Economia politica – Università di Roma Tor Vergata; monsignor Nunzio Galantino, presidente dell’Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica; monsignor Domenico Sorrentino, vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno; Francesca Di Maolo, direttore della Scuola Toniolo, moderati dalla giornalista Marina Rosati. Verrà inoltre presentato il libro La cura della fragilità, vivaio di formazione politica, libro edito da Tau e curato da Francesca Di Maolo, con foto, interventi e relazioni che appunto ripercorrono i dieci anni della scuola.

Quinto anniversario del santuario della Spogliazione

Il programma di iniziative per il quinto anniversario del santuario della Spogliazione, dal titolo “#Nulladiproprio. Per un’economia più umana”, vedrà anche la consegna – dopo quella dell’anno scorso all’Istituto Serafico di Assisi – del Premio Internazionale Francesco d’Assisi e Carlo Acutis, riconoscimento annuale da assegnare a un progetto specifico, avviato “dal basso”, da persone o società che cercano di prendersi cura dei più svantaggiati, e la riapertura dell’antica porta di accesso del vescovado e relazione sul progetto di recupero dell’Antico Episcopio, cui intervengono Elvira Cajano, sovrintendente Archeologia, Belle arti e paesaggio dell’Umbria e l’architetto Alfio Barabani. La tre giorni si aprirà venerdì 20 maggio alle ore 8 al Santuario della Spogliazione – chiesa di Santa Maria Maggiore con la messa celebrata dal rettore padre Carlos Acácio Gonçalves Ferreira. Dopo il convegno a cura della Scuola socio-politica diocesana Giuseppe Toniolo, alle 21 nella cattedrale di San Rufino si terrà l’incontro dei cresimandi della diocesi seguita, alle 21.45, dalla preghiera itinerante verso il santuario della Spogliazione – Chiesa di Santa Maria Maggiore, a cura della Pastorale giovanile e dell’Ufficio catechistico diocesano.

Apertura dell'antica porta di accesso al vescovado e consegna premio internazionale "Francesco d'Assisi e Carlo Acutis"

Sabato 21 maggio la giornata si apre alle 8 con la messa celebrata dal rettore del Santuario della Spogliazione padre Carlos Acácio Gonçalves Ferreira. Alle 11 ci sarà l’apertura dell’antica porta di accesso del vescovado, mentre alle 16.45 è in programma la consegna del “Premio internazionale Francesco d’Assisi e Carlo Acutis per un’economia della fraternità” e alle ore 21.15 lo spettacolo teatrale “Terreseminate” a cura della compagnia “Gli Scartati”. Infine, domenica 22 maggio al Santuario della Spogliazione – chiesa di Santa Maria Maggiore, la messa presieduta dal cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo emerito di Agrigento.]]>
‘Comunicare i fondi europei’: lezione della Scuola socio-politica diocesana ‘Toniolo’ https://www.lavoce.it/comunicare-i-fondi-europei-lezione-della-scuola-socio-politica-diocesana-toniolo/ Mon, 21 Feb 2022 14:13:18 +0000 https://www.lavoce.it/?p=65083 lezione assisi

Comunicare i fondi europei. È questo il titolo della quarta lezione della Scuola socio-politica diocesana Giuseppe Toniolo in programma mercoledì 23 febbraio alle ore 19, in presenza presso la sede dell’Istituto Serafico di Assisi o in modalità Zoom. A parlarne saranno Fabio Raspadori, professore di Diritto dell’Unione Europea all’Università di Perugia e Marina Rosati, giornalista professionista che ha partecipato al progetto Esfu, (European funds, a Sustainable Future for Umbria) dell’Università degli Studi di Perugia, vincitore di un bando della Commissione europea sulla comunicazione dei fondi strutturali della UE. Si è trattato essenzialmente di un percorso di capacity building destinato agli operatori dell’informazione (e non solo), con il fine generale di promuovere la circolazione, la disseminazione e la qualità delle informazioni e dei contenuti legati alla politica europea di coesione, sottolineando in particolare gli effetti che essa determina nella Regione Umbria. Il gruppo di lavoro del professor Raspadori ha poi presentato un progetto che mira appunto a conoscere mezzi, strumenti e percorsi per attivare i fondi strutturali in un’ottica di crescita e competitività regionale. Si può ancora partecipare alla lezione solo iscrivendosi alla Scuola attraverso la compilazione del modulo scaricabile dal sito www.diocesiassisi.it. Va poi inviato alla email della segreteria: scuolasp@assisi.chiesacattolica.it.]]>
lezione assisi

Comunicare i fondi europei. È questo il titolo della quarta lezione della Scuola socio-politica diocesana Giuseppe Toniolo in programma mercoledì 23 febbraio alle ore 19, in presenza presso la sede dell’Istituto Serafico di Assisi o in modalità Zoom. A parlarne saranno Fabio Raspadori, professore di Diritto dell’Unione Europea all’Università di Perugia e Marina Rosati, giornalista professionista che ha partecipato al progetto Esfu, (European funds, a Sustainable Future for Umbria) dell’Università degli Studi di Perugia, vincitore di un bando della Commissione europea sulla comunicazione dei fondi strutturali della UE. Si è trattato essenzialmente di un percorso di capacity building destinato agli operatori dell’informazione (e non solo), con il fine generale di promuovere la circolazione, la disseminazione e la qualità delle informazioni e dei contenuti legati alla politica europea di coesione, sottolineando in particolare gli effetti che essa determina nella Regione Umbria. Il gruppo di lavoro del professor Raspadori ha poi presentato un progetto che mira appunto a conoscere mezzi, strumenti e percorsi per attivare i fondi strutturali in un’ottica di crescita e competitività regionale. Si può ancora partecipare alla lezione solo iscrivendosi alla Scuola attraverso la compilazione del modulo scaricabile dal sito www.diocesiassisi.it. Va poi inviato alla email della segreteria: scuolasp@assisi.chiesacattolica.it.]]>
C’è una speranza per la politica? https://www.lavoce.it/ce-una-speranza-per-la-politica/ Thu, 28 May 2015 10:16:26 +0000 https://www.lavoce.it/?p=34341  

Mons. Domenico Sorrentino
Mons. Domenico Sorrentino

“Frate Francesco vostro servo nel Signore Dio, piccolo e spregevole, a tutti voi augura salute e pace”.

Così San Francesco si rivolge ai “politici” del suo tempo nella “Lettera ai reggitori dei popoli”. Faccio mie le sue parole. Vi giunga, amichevole e rispettoso, il mio saluto, in rappresentanza della comunità cristiana di questa diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, mentre siete alle ultime battute della campagna elettorale.

1. Quale che sia la vostra parte politica, desidero innanzitutto esprimervi la stima della Chiesa. È opinione corrente che la politica sia una cosa sporca. Ma essa è piuttosto una grande forma di “carità”, come ci ricorda anche papa Francesco. Naturalmente a condizione che sia svolta con spirito di servizio e interamente rivolta al “bene comune”.

Se tanti cittadini sono tentati dall’ astensionismo – e non è cosa buona! – purtroppo qualche ragione c’è. Troppi interessi personali, troppa corruzione, troppo sperpero di danaro pubblico, mentre una crisi economica getta lavoratori, disoccupati, giovani e famiglie in preda all’angoscia. È insopportabile. Tocca ai “reggitori dei popoli” – come vi chiamerebbe San Francesco – dare un segnale. Un primo segnale, concreto ed eloquente, potrebbe essere quello di cominciare il vostro mandato, se sarete eletti, con l’autoriduzione dei vostri stipendi e simili privilegi. Si può certo comprendere che l’attività elettorale e politica comporti spese aggiuntive. Ma che gli emolumenti dei politici, a parità di condizioni, si stacchino vistosamente dalla remunerazione media di tanti cittadini, è inaccettabile. Forse un segnale come questo sarebbe importante per restituire credibilità a una politica boccheggiante.

2. Appena eletti, vi ritroverete a gestire, nei parlamenti regionali – il discorso è analogo per quello nazionale – la dialettica maggioranza-opposizione. Una dialettica che vi sta in questi giorni contrapponendo nel confronto elettorale. In linea di massima, è una tensione benefica, nella misura in cui consente di definire bene le posizioni, permettendo agli elettori di fare scelte chiare, oculate e responsabili. Nell’agenda della politica ci sono cose grandi e fondamentali, e tante altre di minor peso, ma che pur incidono nella vita delle persone. Molti temi di concreta organizzazione della convivenza si possono affrontare con diverse soluzioni lecite.

La politica è anche arte di mediare. Per questo la Chiesa non sceglie a priori nessuna “parte”, tanto meno interferisce nelle dinamiche elettorali. Al tempo stesso non si lascia “zittire” da un discutibile senso della “laicità”, che, ben compresa, è valore anche per noi cristiani. La Chiesa non può non avere a cuore la “polis”, perché ha a cuore l’uomo. Lo fa soprattutto con il suo compito educativo, offrendo momenti formativi, come qui ad Assisi, presso l’Istituto Serafico, con la Scuola di formazione socio-politica intitolata a Giuseppe Toniolo. Nelle contingenze elettorali la Chiesa vi segue soprattutto con la preghiera, lasciando ai singoli laici la responsabilità delle scelte concrete. È giusto anche che, una volta in Parlamento, non vi sentiate soli. La comunità cristiana desidera stabilire con voi un contatto, perché il discernimento sulle diverse problematiche possa avvantaggiarsi della comune riflessione.

3. Se tante cose di cui vi occuperete sono opinabili, c’è però un ambito etico fondamentale che precede la politica, e che la politica semplicemente deve riconoscere, salvaguardare e promuovere. La politica non è Dio! Per questo San Francesco, nella lettera ai Reggitori dei popoli, con linguaggio “diretto” ammoniva: “Considerate e vedete che il giorno della morte si avvicina. Vi supplico perciò, con tutta la reverenza di cui sono capace, di non dimenticare il Signore assorbiti come siete dalle cure e preoccupazioni di questo mondo, e di non deviare dai suoi comandamenti”.

Una deriva della politica è la tendenza a fare dei parlamenti il luogo in cui si legifera anche a dispetto della legge di Dio, ad esempio in tema di rispetto della vita. Mettersi al posto di Dio è l’inizio della fine. I comandamenti di Dio non sono materia di discussione. Essi sono inscritti nella nostra coscienza, e vi restano incisi anche quando non riconosciamo più la presenza di Dio o non lo chiamiamo più con questo nome.

4. Per questo vi auguro di andare in parlamento non lasciandovi intrappolare da schemi di “geometria” parlamentare. Parlare di “destra” o “sinistra”, di progressismo o tradizionalismo, di “laico” o di “cattolico”, quando sono in gioco valori riguardanti la vita dell’uomo, la sua dignità, la famiglia, la pace, il lavoro, è linguaggio ambiguo che rischia di ingabbiare le coscienze in schemi non adeguati alla posta in gioco. Che significa porre il marchio di “sinistra” o di “progressista”, a chi si batte per il lavoro e la sua dignità, per il rispetto e l’accoglienza degli immigrati, per la pace e la non proliferazione delle armi, e mettere il marchio di destra e di tradizionalista a chi si batte perché i bimbi non siano uccisi prima ancora di nascere, perché la famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna sia rispettata come cellula fondamentale della società evitando la confusione con altri tipi di unione, perché l’identità maschile e femminile sia preservata dalla confusione di matrice ideologica, perché il rispetto dell’essere umano giunga fino all’estremo limite della sua vita?

Questi temi sono tutti intrecciati. Un filo unico li tiene: è la dignità della persona umana, l’unica dignità di ogni uomo e di ogni donna, di qualunque età e condizione. Questi valori dovrebbero essere il fondamento di ogni politica degna di questo nome, l’orizzonte ideale di una democrazia non ridotta a giochi formali. L’auspicio è che i vostri rapporti con gli elettori o con le lobbies e gli interessi di parte non vi leghino anche la coscienza.

5. Papa Francesco ha gridato contro la corruzione e ci ha invitato ad alzare la voce su questo tema. Ha però anche spiegato che essa non si riduce al deprecabile fenomeno delle tangenti. Su questo – va da sé – occorre fare passi in avanti, creando una legislazione e una cultura che costituiscano l’antidoto ad ogni tipo di mafia, di illegalità, di evasione fiscale. Ma corruzione è anche quel sottile avvelenamento delle coscienze e delle relazioni, che si realizza per vie mediatiche e persino legislative, quando si stravolgono valori fondamentali di solidarietà e di rettitudine, ad esempio lasciando via libera alle valanghe di pornografia e di pornoprassi che riempiono i nostri video e corrompono i rapporti sociali e familiari. Come difendere i bambini? E come non indignarsi di fronte alla strumentalizzazione commerciale del corpo? E quanto ancora dobbiamo crescere nel senso del rispetto delle donne e del riconoscimento del loro ruolo sociale? Se dobbiamo tutti riscoprire il dovere di custodire il creato con le sue bellezze materiali, fronteggiando vigorosamente ogni attacco agli equilibri della natura, non meno ci dobbiamo preoccupare della deriva morale che travolge le persone e le famiglie. Non basta scandalizzarsi davanti a casi clamorosi di perversione e di violenza.

I valori fondamentali sono un tessuto unitario. Lacerarlo in un punto significa compromettere il tutto. Una società ormai afflitta vistosamente dalla denatalità, minata dalla corruzione e incapace di tenere in piedi il vincolo familiare si candida all’estinzione. È ora che prendiamo coscienza di quello che sta accadendo. Una alleanza tra soggetti educativi (famiglia, Chiesa, scuola), adulti responsabili di qualunque fede religiosa, politici che ascoltano la propria coscienza prima che le sirene del potere, è necessaria per arginare la frana.

Il Signore vi doni di prepararvi al vostro mandato, di governanti o di oppositori, mettendovi davanti agli occhi la situazione dei giovani, dei lavoratori, dei disoccupati, delle famiglie, degli immigrati, degli anziani e dei malati. Ripartiamo dalla fragilità per metterla al centro e non alla periferia dell’azione politica. In modo particolare adoperiamoci per il superamento della crisi economica, coltivando una visione dell’economia che ponga al centro l’uomo e non lo stritoli negli ingranaggi di una ricerca senza scrupoli del solo profitto.

Nella menzionata lettera ai reggitori dei popoli San Francesco ricordava loro la verità, valida per tutti, che “quando verrà il giorno della morte, tutte quelle cose che credevano di possedere saranno loro tolte”. A me piace concludere in positivo: per noi credenti c’è un principio di “risurrezione” che è stato posto nella storia da quando Gesù è risorto. Non c’è situazione grave da cui, con l’aiuto di Dio, non si possa risorgere. Sono sicuro che anche tanti fratelli che non si richiamano alla fede, hanno però nel cuore motivi di speranza. A voi e a tutti un abbraccio fraterno.

Assisi, 26 Maggio 2015

 

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Sinodo Assisi. Dibattito sulla pastorale della carità https://www.lavoce.it/sinodo-assisi-dibattito-sulla-pastorale-della-carita/ Thu, 30 Apr 2015 10:08:29 +0000 https://www.lavoce.it/?p=32333 sinodo-assisi“È stato l’incontro più bello ed appassionante di quelli finora svoltisi al Sinodo”. Così ha descritto mons. Domenico Sorrentino la settima sessione plenaria del Sinodo, svoltasi giovedì 23 aprile presso il santuario di Salmata, con la discussione e l’approvazione della Relazione della “commissione F” presieduta dal direttore dell’ufficio Caritas diocesana, suor Elisa Carta, sul tema “Carità e missione”.

“Ho particolarmente apprezzato la nuova idea di carità che è venuta delineandosi dai tanti e costruttivi interventi – ha osservato mons. Sorrentino. – Cioè, non delegare agli enti caritativi ma impegnarsi in prima persona. Carità, insomma, come mobilitazione, come coinvolgimento personale”. Una sessione resa anche più vivace dalla proiezione, all’inizio e alla fine, di due contributi filmati prodotti dalla stessa commissione, l’ultimo dei quali sulla tragedia dei migranti nel Mediterraneo. Tutte approvate le 11 proposizioni avanzate: anche se il dibattito è stato in taluni punti anche caldo, i delegati hanno apprezzato il documento che invita, in primo luogo, a elaborare “un progetto pastorale diocesano della carità da offrire a tutte le comunità parrocchiali, e che metta al centro l’evangelizzazione per i poveri e con i poveri”. Poi, a istituire “un corso di teologia e pastorale della carità e missione” obbligatorio per i religiosi ma aperto a tutti; ad andare verso i poveri e gli emarginati, rafforzando strutture come il Consultorio familiare, Centri di ascolto e oratori; a promuovere raccolte di viveri e denaro tramite lotterie, tombole, mercatini, ma soprattutto incontri conviviali.

Nel documento, inoltre, si invita a rafforzare l’esperienza della scuola politica diocesana “Toniolo”, per la “formazione della classe politica futura” e a organizzare “corsi di educazione alla politica e al bene comune anche negli oratori, nelle parrocchie e in collaborazione con l’Azione cattolica e i movimenti giovanili”; a coinvolgere i centri caritativi della diocesi, le associazioni e le fondazioni per sensibilizzare tutti i fedeli in base alle esigenze delle realtà locali; a dare vita al “Progetto diocesano di fraternità”, incoraggiando le “adozioni” di famiglie bisognose materialmente e umanamente; a promuovere incontri e convegni sulla povertà “per lasciarsi provocare, evangelizzare e guidare verso nuovi percorsi di vita fraterna”; a potenziare “il Centro missionario diocesano perché vengano adottate forme di comunione che favoriscano una positiva osmosi tra le varie realtà” e si formino Gruppi missionari nelle varie parrocchie.

 

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Vangelo e dimensione sociale https://www.lavoce.it/vangelo-e-dimensione-sociale/ Wed, 22 Apr 2015 09:39:36 +0000 https://www.lavoce.it/?p=31649 L'intervento di mons. Mario Toso
L’intervento di mons. Mario Toso

Lo scorso 18 aprile mons. Mario Toso, vescovo di Faenza, già segretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, ha chiuso il corso della Scuola Politica Giuseppe Toniolo nell’affollatissima e partecipata sala convegni dell’Istituto Serafico, soffermandosi sul quarto capitolo dell’EG, che parla di dimensione sociale dell’evangelizzazione.

Papa Francesco ha inserito un capitolo sulla dimensione sociale della fede e dell’evangelizzazione proprio per offrire una visione più completa, meno riduttiva di quella che di solito, noi e le nostre comunità, diamo e offriamo, ad esempio facendo la catechesi, ma non inserendo in essa gli aspetti sociali della vita dell’uomo. “Ma se questa dimensione – ha dichiarato mons. Toso – non viene debitamente esplicitata e vissuta si corre il rischio di sfigurare la missione evangelizzatrice della Chiesa; affermando con forza che chi non porta il Vangelo nell’economia, nella politica, nelle relazioni fra gli Stati, nella finanza, nell’impresa, nella famiglia, chi non porta in queste realtà la vita di Cristo, rischia di ridimensionare arbitrariamente la missione evangelizzatrice della Chiesa, cioè rischia di non realizzarla”.

“Papa Francesco – ha continuato l’alto prelato – assegna alla evangelizzazione del sociale due priorità assolute: l’inclusione sociale dei poveri e la realizzazione del bene comune e del dialogo sociale. In un contesto di globalizzazione ci troviamo ancora di fronte ad alti tassi di povertà. La globalizzazione non è stata adeguatamente orientata alla realizzazione del bene comune, anzi, sono aumentate le diseguaglianze, anche all’interno dei paesi ricchi, con la quasi sparizione della classe media. Per integrare i poveri, rammenta papa Francesco, non bastano piani assistenziali, bisogna superarli, bisogna sconfiggere le cause strutturali della povertà. Non basta essere impegnati nella Caritas diocesana. Questa è sicuramente importante, ma non è tutto”.

Occorre pensare a una politica economica strutturata sulla base dei principi del bene comune e della dignità umana, offrendo a tutti istruzione, assistenza sanitaria e lavoro. Bisogna realizzare una democrazia inclusiva e, quindi, un’economia inclusiva attraverso politiche che rendano accessibili a tutti l’istruzione, il lavoro e la sicurezza sanitaria. Papa Francesco proponendo il lavoro per tutti, va contro la dogmatica attuale del mercantilismo o della finanza che si muove solo sulla base della speculazione senza limiti, per la quale il lavoro è marginale rispetto alla produzione delle ricchezza nazionale. Ma il lavoro è un bene fondamentale per personalizzarsi, socializzarsi, fare una famiglia, per contribuire al bene comune, per realizzare la pace.

La seconda priorità segnalata da papa Francesco è la realizzazione del bene comune e del dialogo sociale. Per realizzare il bene comune occorre che noi impariamo quello che coloro che ci hanno preceduto hanno insegnato, dobbiamo cioè essere realmente un popolo unito dal punto di vista morale, culturale, unito nella vocazione verso il bene comune.

 

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I giovani al centro dell’Italia che verrà https://www.lavoce.it/i-giovani-al-centro-dellitalia-che-verra/ Wed, 15 Apr 2015 13:54:26 +0000 https://www.lavoce.it/?p=31456 Studenti all’Open Day dell’Università cattolica di Brescia
Studenti all’Open Day dell’Università cattolica di Brescia

Mai come oggi il contributo dell’Università Cattolica al Paese passa dal ridare fiducia alle nuove generazioni che, come ha rivelato il Rapporto giovani (l’indagine sulla condizione giovanile in Italia che l’istituto Toniolo, in collaborazione con l’Università Cattolica, il sostegno di Fondazione Cariplo e di Intesa Sanpaolo, promuove dal 2012 sui 18-29enni), non sono disimpegnate e passive, ma credono nella loro capacità di dare un futuro migliore all’Italia che verrà. Chiedono però di tornare al centro delle attenzioni delle istituzioni e della società, anche se si sentono pronte ad assumersi in proprio la responsabilità di formarsi come persone e professionisti. Da queste considerazioni nasce il messaggio simbolicamente espresso dagli studenti e sintetizzato nel manifesto della Giornata universitaria 2015: “Mi sto preparando per vivere in un Paese migliore. Iniziando da me”. Un messaggio perfettamente inserito nel tema della Giornata universitaria del 19 aprile: “Giovani: periferie al centro”. Perché è proprio rimettendoli al centro che i giovani potranno esprimere le loro potenzialità di cambiamento e innovazione. Un impegno che l’Università Cattolica si sente di rispecchiare in ogni sua espressione, offrendosi come incubatrice di un’importante realtà giovanile italiana da formare con la massima cura e attenzione, per continuare a offrire nuove e competenti forze al tessuto socioeconomico e culturale del Paese.

L’Università Cattolica

Voluto dai cattolici italiani, l’ateneo è stato fondato a Milano nel 1921 da padre Agostino Gemelli. Ha 5 campus: Milano, Roma, Brescia, Piacenza e Cremona. La più grande università cattolica nel mondo conta ben 12 facoltà, circa 41 mila studenti provenienti da tutta Italia e dall’estero, e più di 1.400 docenti. La ricerca scientifica – articolata su 46 istituti, 25 dipartimenti, 76 centri di ricerca, oltre a 5 centri di ateneo – ha lo scopo di studiare le questioni cruciali del vivere e del convivere: le nuove frontiere dell’economia e della bioetica, il recupero e la valorizzazione dei beni culturali, le trasformazioni nel campo del diritto, le dinamiche familiari, il fenomeno dei mass media, l’evoluzione dei sistemi politici, i traguardi della medicina, le applicazioni tecnologiche della matematica e della fisica e le più recenti scoperte nella ricerca ambientale. A ciò si aggiunge la realtà del Policlinico Gemelli, collegato alla facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica di Roma. “L’Università Cattolica – afferma il rettore, Franco Anelli, nell’appello per la 91a Giornata – impegnata da quasi un secolo nel coltivare i talenti delle nuove generazioni, rinnova il suo sforzo nell’accogliere ed educare gli studenti attraverso il costante aggiornamento dell’offerta formativa e della ricerca scientifica. In questa prospettiva vengono continuamente pensati e attivati nuovi corsi di laurea e master, si intensificano le relazioni con il mondo delle imprese, delle professioni e della pubblica amministrazione e vengono rafforzate le relazioni internazionali… Seppure in un contesto economico sfavorevole, l’Università è riuscita nell’ultimo anno a supplire ai pesanti tagli delle risorse pubbliche per il diritto allo studio, sostenendo con borse di studio 864 giovani meritevoli”.

A cura dell’istituto “Giuseppe Toniolo”, ente fondatore dell’Università Cattolica

 

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Il più grande augurio: shalom https://www.lavoce.it/il-piu-grande-augurio-shalom/ Fri, 20 Mar 2015 11:58:29 +0000 https://www.lavoce.it/?p=30982 Un momento dell’incontro con don Gianni Colasanti alla Scuola Toniolo
Un momento dell’incontro con don Gianni Colasanti alla Scuola Toniolo

Continuano le lezioni alla Scuola politica “Giuseppe Toniolo”. Lo scorso 10 marzo don Gianni Colasanti ha affrontato il tema della pace.

Il docente ha evidenziato come la pace sia la finalità della vita di Cristo: la parola “pace” corrisponde al regno di Dio. In termini biblici, shalom (pace) significa completezza, perfezione della vita, una condizione in cui non manca niente né sul piano soggettivo né su quello relazionale. Shalom, saluto abituale di buon augurio, esprime un concetto di pace che connota uno stato o modo di essere che può essere definito come star-bene, felicità, sicurezza, totalità, condizione di tranquillità, di ordine, pienezza, perfezione, armonia, integrità, totalità, compiutezza e interezza.

“La pace – ha affermato Colasanti – è lo stato di perfetto benessere, è un dono di Dio. Anche il Nuovo Testamento riprende questa convinzione, mostrandoci come gli uomini da soli non riuscirebbero ad avere rapporti di pienezza”.

Don Gianni nel corso della lezione ha citato più volte la Gaudium et spes spiegando l’importanza del Concilio Vaticano II nel superamento del concetto di nazione e di patria, per riscoprire l’appartenenza “all’unica famiglia umana”. Si tratta di una conversione culturale profonda. Il Concilio condanna il concetto di guerra, anche quello tradizionale di “guerra giusta”.

Nella Gaudium et spes si evidenzia come la pace non sia solo l’assenza di guerra, ma anche l’opera della giustizia. La pace non si raggiunge senza la tutela del bene delle persone, per cui deve essere possibile scambiarsi con fiducia, liberamente, le ricchezze del proprio animo e del proprio ingegno. La ferma volontà di rispettare gli altri uomini e gli altri popoli e la loro dignità, e l’assidua pratica della fratellanza umana sono assolutamente necessarie per la costruzione della pace.

La persona vale di più del “cittadino” ed è il valore della persona che ispira il valore della giustizia. La pace come riconoscimento dell’altro e della sua dignità comporta il necessario riconoscimento del prossimo e dei suoi diritti fondamentali.

Tale concetto si ritrova approfondito nell’enciclica Pacem in terris, in cui si sottolinea che – in una convivenza ordinata e feconda – ogni essere umano è persona dotata d’intelligenza e di volontà libera e, quindi, è soggetto di diritti e di doveri che scaturiscono dalla sua stessa natura: diritti e doveri che sono perciò universali, inviolabili, inalienabili. I diritti umani sono strettamente collegati al concetto di solidarietà.

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No alla cultura dell’unisex https://www.lavoce.it/no-alla-cultura-dellunisex/ Fri, 06 Mar 2015 11:12:48 +0000 https://www.lavoce.it/?p=30699 Padre Paolo Benanti durante il suo intervento
Padre Paolo Benanti durante il suo intervento

Lo scorso 27 febbraio alla scuola politica “Giuseppe Toniolo” padre Paolo Benanti ha tenuto una vivacissima relazione sulla questione del gender. Si tratta di un tema di grande attualità rispetto al quale molti cattolici non prendono posizione. Padre Benanti ha evidenziato in più occasioni che esiste una differenza fondamentale tra il gender e la “teoria” del gender.

C’è un indubitabile elemento biologico della sessualità, ma c’è anche una dimensione socio-culturale che attraversa tutte le dimensioni della persona. Il gender indica il modo di essere maschi e femmine. Sesso e genere non costituiscono due dimensioni contrapposte, ma interdipendenti: sui caratteri biologici s’innesca l’identità di genere. Maschi e femmine si nasce, uomini e donne si diventa. Un secolo fa nella cultura dominante gli uomini andavano in guerra e le donne rimanevano ad aspettarli a casa: si trattava di una questione di gender. In tanti luoghi del mondo la donna vale poco o niente, e si tratta di una questione culturale legata al sesso.

Ma la soluzione del problema non è la libertà dell’orientamento sessuale o la teoria del gender. Diversa dal gender, infatti, è la “teoria del gender” che annulla l’elemento biologico per sostenere esclusivamente quello socio-culturale. Secondo tale teoria, l’identità sessuale non corrisponde a quanto iscritto nella natura di ciascuno, ma è qualcosa di socialmente costruito: un fattore culturale, un principio di convivenza che non ha niente a che fare con l’elemento sessuale.

“La teoria del gender – ha affermato il relatore – è un autentico progetto politico che ha come obiettivo il superamento delle identità di maschio e femmina, per arrivare a definire un’identità comprensiva di più fattori. Si tratta di un ideologia… L’assoluta novità politica di tale ideologia è che non c’è un avversario da combattere”.

Nel corso della lezione padre Benanti ha proiettato molti video per dimostrare la novità assoluta del linguaggio attraverso il quale si esprime la teoria del gender. La normalizzazione dell’omosessualità è un punto chiave del movimento gender, primo passo per scindere l’identità sessuale dalla natura biologica. La definizione sessuale diventa una variabile che può mutare più volte nel corso della vita. Stiamo assistendo – ha aggiunto – a un radicale cambiamento culturale, costruito e voluto da quanti sostengono la teoria del gender. Da una cultura in cui vigeva una forte distinzione tra i sessi siamo passati a una cultura dell’unisex.

Anche il lessico sta lentamente cambiando sotto l’impulso della teoria del gender, tanto che sono posti in discussione alcuni legami identitari: non si parla più di padre e madre ma di “progetto parentale” o “genitorialità”. È evidente che questa rivoluzione antropologica richiede attenzione educativa da parte di chi è chiamato a formare e orientare i giovani, i quali si trovano a crescere in un contesto che mette in discussione un elemento fondamentale quale la differenza sessuale tra uomo e donna.

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Servizio civile: novità per i giovani https://www.lavoce.it/servizio-civile-novita-per-i-giovani/ Fri, 23 Jan 2015 13:13:36 +0000 https://www.lavoce.it/?p=29928 Giovani-e-Servizio-civileÈ una nuova stagione quella che si sta aprendo per il servizio civile nazionale, un vero e proprio cambio di passo. Con l’approvazione della Legge di stabilità, il Governo ha mantenuto l’impegno di rilanciarlo, e attualmente le risorse a disposizione del relativo fondo ammontano a 115 milioni per ciascuno dei tre anni 2015-2016-2017. Dunque, dopo le ristrettezze degli anni scorsi e il conseguente crollo dei giovani avviati al servizio – 15mila nel 2014 e addirittura meno di mille nel 2013 – nel 2015 potrà partire un contingente di quasi 50mila volontari. L’obiettivo è arrivare a 100mila giovani nel 2017. A darne notizia a Roma, da Palazzo Chigi, è stato Luigi Bobba, sottosegretario al ministero del Lavoro e delle politiche sociali, nel corso di una conferenza stampa in cui si è parlato anche di Garanzia giovani, corpi civili di pace, servizio civile europeo.

Traguardo e segno di speranza. Un traguardo, spiega Bobba, raggiunto attraverso “tre componenti”. Anzitutto “le risorse stanziate dalla Finanziaria per il fondo per il servizio civile nazionale che ci consentono di far partire 34mila giovani”. Quindi una parte di quelle stanziate per il programma Garanzia giovani. Il relativo bando, prosegue il sottosegretario, “è già stato effettuato: entro marzo partiranno oltre 5.500 volontari, a settembre più di 2mila: in totale si tratta di 7.520 ragazzi”. Dieci le regioni che hanno deciso di inserire nel proprio piano di attuazione di Garanzia giovani i progetti di servizio civile nazionale: Abruzzo, Basilicata, Campania, Friuli-Venezia Giulia, Lazio, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia, Umbria, per un totale di 1.072 progetti. A ciò si aggiungono i cinque protocolli d’intesa e gli accordi di programma stipulati con i ministeri dei Beni culturali, Ambiente e Interno, con l’Autorità nazionale anticorruzione e con Expo2015, per un totale di altri 2.662 giovani. Dal sottosegretario Delrio, riferisce ancora Bobba, è venuta l’assicurazione che i risparmi sulle spese generali di funzionamento della Presidenza del Consiglio – 7/10 milioni – saranno allocati sul fondo per il Servizio civile nazionale. E poiché il servizio civile è anche uno strumento di apprendimento non formale, l’Isfol è stato incaricato di elaborare un sistema di validazione e certificazione delle competenze acquisite dai volontari, e di elaborare un piano che coinvolga regioni e università.

In Europa e nel mondo. Ma il servizio civile vuole ampliare i propri orizzonti. È infatti in corso alla Camera dei deputati l’esame degli emendamenti presentati in materia di riforma dello stesso servizio che prevedono l’introduzione del servizio civile universale. Intanto, sul piano europeo, Bobba richiama il progetto pilota “Ivo 4 all” finanziato dalla Commissione con tre milioni di euro, che partirà il prossimo 15 febbraio ed ha come partner Italia, Francia, Germania, Lituania, Lussemburgo e Regno unito. L’Italia guiderà la sperimentazione come Paese leader. Presentando la realtà dei corpi civili di pace, Bobba spiega che è vicina la firma del relativo decreto: “Il provvedimento è ormai quasi definitivo; si tratta dell’’applicazione di un articolo della legge finanziaria del 2013 che prevede un finanziamento di 9 milioni per corpi civili di pace in zone di post conflitto o emergenze ambientali, 500 volontari in tre anni, in via sperimentale”, ma per garantire condizioni di sicurezza ai volontari ed efficacia negli interventi sono essenziali il coinvolgimento del ministero degli Affari esteri e un programma di “formazione rafforzata” per i giovani.

Nuova direzione. Nonostante il servizio civile sia scuola di appartenenza e cittadinanza, lo ha svolto o lo sta svolgendo solo l’11,7% dei giovani italiani, ha rivelato la ricerca “Partecipazione sociale dei giovani e servizio civile universale”, promossa dall’Istituto Giuseppe Toniolo in collaborazione con l’Università cattolica di Milano. Per Alessandro Rosina, demografo e coordinatore dell’indagine, questi valori “risultano molto più bassi rispetto all’interesse dichiarato dai giovani”. In Italia esisterebbe insomma un’ampia domanda giovanile di partecipazione sociale, che però non ha ancora trovato adeguati strumenti di valorizzazione, mentre la mancanza di attenzione pubblica e l’inefficienza del mercato del lavoro “rischiano di produrre frustrazione e demotivazione, e di impoverire competenze e capitale umano e sociale”. Gli investimenti economici e simbolici appena messi in campo costituiscono tuttavia un segnale che, finalmente, il vento sta cambiando.

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Festa della famiglia, scuola di umanità https://www.lavoce.it/festa-della-famiglia-scuola-di-umanita/ Fri, 19 Dec 2014 15:02:28 +0000 https://www.lavoce.it/?p=29549 Edizione 2008 di “Famiglia in Festa” a Perugia
Edizione 2008 di “Famiglia in Festa” a Perugia

In questi mesi, la famiglia è ‘prepotentemente’ protagonista del dibattito interno ed esterno alla Chiesa. Non è passato molto tempo, infatti, dalla conclusione del Sinodo dei vescovi, i cui lavori riprenderanno nel 2015. Intanto Papa Francesco non perde occasione per parlare di famiglia e sottolinearne la centralità e l’importanza. Domenica 28 dicembre, solennità della Sacra Famiglia di Nazareth, inoltre, l’Umbria si ritroverà a Santa Maria degli Angeli per la prima festa regionale sul tema “Famiglia, scuola di umanità”, promossa dalla Commissione per la famiglia e la vita della Ceu. Ma anche la società civile ha “sete” di famiglia: da un recente rapporto dell’Aur sui giovani umbri (vedi numero scorso de La Voce) si delinea chiaramente come la famiglia resti il punto di riferimento fondamentale delle nuove generazioni, roccia e cardine di tutti i loro valori, vero momento di svolta nel passaggio all’adultità. Ne riflettiamo in maniera più approfondita insieme ai coniugi Stefano e Barbara Rossi, coordinatori regionali per la Pastorale della famiglia e vita, già noti ai nostri lettori per il commento alla Parola domenicale nel tempo di Pasqua.

La ricerca Aur sottolinea la centralità della famiglia per i giovani: è veramente così? Le nuove generazioni sono consapevoli di cosa significhi crearsi una famiglia, o lo fanno semplicemente “per tradizione”?

“Che i giovani abbiano una grande voglia di famiglia, nonostante gli attacchi che le vengono mossi, è un fatto emerso anche a livello nazionale in altre indagini condotte durante il Sinodo straordinario. Ricordiamo, in tal senso, i risultati presentati dall’Istituto Giuseppe Toniolo, che affermano come per il 70% dei giovani italiani la famiglia sia un pilastro essenziale della vita; in particolare il 67% la ritiene fondata sul matrimonio. Pensiamo che laddove si arriva a scegliere il matrimonio come sacramento, tale scelta è oggi più consapevole che in passato. Il condizionamento della tradizione sembra essere venuto meno con l’avvento di forme di convivenza verso le quali, sempre più spesso, i giovani sembrano optare. Così, se è vero che i numeri ci dicono che calano i matrimoni in chiesa, è altrettanto vero che, per una percentuale maggiore di un tempo, chi vi arriva lo fa per una scelta più profonda e consapevole. Pensiamo fortemente che queste giovani famiglie cristiane siano un dono prezioso per la Chiesa, in quanto portatori di linfa nuova nel testimoniare quanta gioia c’è nel costruire una famiglia nel e con il Signore”.

Alla luce di questo, quali sono le sfide che si trova davanti chi sceglie di formare una famiglia?

“Per chi sceglie ancora la famiglia, oggi le sfide sono innegabilmente alte. Il tempo storico, sociale ed economico che stiamo attraversando non aiuta le giovani coppie a vivere serenamente la vocazione sponsale. C’è bisogno prima di tutto di lavoro e, dove c’è, di un lavoro che non stritoli in ingranaggi sempre più complessi la vita di una famiglia. C’è bisogno di servizi per l’infanzia e per gli anziani, a sostegno di tutte le famiglie che con coraggio fanno in modo che le diverse generazioni e i legami familiari tra esse restino improntati alla cura e alla solidarietà. Pensiamo alla fatica che spesso fa chi si prende cura del genitore anziano, o alla solitudine in cui si imbatte chi affronta la malattia di un figlio o di un coniuge, cercando di mantenere il giusto equilibrio tra lavoro e famiglia. Ci vogliono politiche sociali a sostegno di tutte queste realtà, perché si possa realmente parlare di un’attenzione costruttiva nei confronti della famiglia e del futuro stesso della società”.

Guardando alla società in cui viviamo, ha ancora senso parlare di famiglia come di una realtà omogenea, o oggi esistono tanti modi di essere famiglia?

“La famiglia fondata sul matrimonio sacramento è una e, in tal senso, non si possono avere dubbi. D’altra parte, non possiamo non considerare che altri nuclei familiari sono storia del nostro tempo. Pensiamo, ad esempio, alle tante famiglie costituitesi su matrimonio civile, di cui, con le dovute differenze rispetto all’ideale, la bontà è stata comunque ribadita anche nel corso del Sinodo straordinario. Non possiamo poi nasconderci che, nonostante scelte anche fortemente motivate, anche la famiglia unita dal sacramento sponsale conosce una fragilità che è sotto l’occhio di tutti. L’esperienza ci dice però che questa fragilità è spesso la fragilità della coppia su cui si costruisce la famiglia: una fragilità tutta umana su cui si può lavorare, crescere, e quindi superare. Siamo chiamati, come Chiesa, a non scandalizzarcene, ma piuttosto ad aiutare chi si trova a vivere la difficoltà, la crisi familiare, la lacerazione della separazione, perché il passo sia sempre quello dei deboli e perché ci si possa riscoprire famiglia nonostante gli errori e i limiti. La tenerezza di Gesù ci aiuti a riscoprire la Chiesa come una famiglia di famiglie, capace di farsi carico di quelle più deboli e dei loro figli, come ha affermato Papa Francesco nella Evangelii gaudium (n. 169): ‘La Chiesa dovrà iniziare i suoi membri – sacerdoti, religiosi e laici – a questa arte dell’accompagnamento, perché tutti imparino sempre a togliersi i sandali davanti alla terra sacra dell’altro (cfr. Es 3,5). Dobbiamo dare al nostro cammino il ritmo salutare della prossimità, con uno sguardo rispettoso e pieno di compassione ma che nel medesimo tempo sani, liberi e incoraggi a maturare nella vita cristiana”.

Alla luce anche di queste parole del Papa, qual è l’atteggiamento della Chiesa verso le tante forme di famiglia esistenti?

“Pensiamo che il tempo che stiamo vivendo, racchiuso tra due Sinodi sulla famiglia, quello straordinario dell’ottobre di quest’anno e quello che vivremo nel 2015, la dica lunga sull’atteggiamento della Chiesa. È indubbiamente un atteggiamento di riflessione attenta e di ricerca. In questo senso, ci piace richiamare le parole che Papa Francesco ha pronunciato durante la veglia di apertura del Sinodo straordinario, lo scorso 4 ottobre: ‘Dobbiamo prestare orecchio ai battiti di questo tempo e percepire l’odore degli uomini d’oggi, fino a restare impregnati delle loro gioie e speranze, delle loro tristezze e angosce: a quel punto sapremo proporre con credibilità la buona notizia sulla famiglia”.

Possiamo, quindi, considerare anche la festa del 28 dicembre come un momento di riflessione attenta e di ricerca…

“La festa regionale della Santa Famiglia, voluta da tutti i Vescovi dell’Umbria, nasce dalla volontà di radunarci e far festa per il dono della Santa Famiglia di Nazareth, con l’aiuto della quale vogliamo riscoprire il nostro essere ‘famiglia di famiglie’, che crede fortemente nella bellezza della vocazione sponsale e familiare. Per questo invitiamo a partecipare con gioia quanti vorranno. Il tema scelto, ‘Famiglia, scuola di umanità’, vuole raccontare proprio questo bello della famiglia, così come è pensata da Dio Padre. Nella sua autenticità, ogni famiglia ha come unica logica l’amore, e i legami interni e la comunione che li realizza fanno più uomo e più donna ogni membro familiare. Nelle diverse stagioni di vita, la famiglia è dunque pienamente ‘scuola di umanità’, perché è in essa che impariamo a portare e a essere portati con la stessa tenerezza che ci ha insegnato Gesù. Impariamo ad accompagnare i più fragili, bambini e anziani. Impariamo la ricchezza del dialogo costruttivo tra le differenze di generi, di ruoli e anche di generazioni. Impariamo che per essere veramente uomini, bisogna amare e porsi in relazione. Ci è piaciuto, inoltre, pensare a questo tema fortemente legato al Natale e a come il Padre abbia voluto che suo Figlio facesse il suo ingresso nel mondo nascendo in una famiglia. L’umanità di Gesù è impregnata dell’esperienza di vita familiare con Maria e Giuseppe. Al loro esempio luminoso vogliamo affidarci tutti insieme il 28 dicembre. Ringraziamo con l’occasione tutti i membri della Consulta regionale per la famiglia per il lavoro che stanno facendo, e auguriamo a tutte le famiglie della regione che il Natale faccia irrompere nelle nostre casa la tenerezza del Bambino Gesù, donando gioia, consolazione, forza, speranza e coraggio”.

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Giovani e fiducia, c’è futuro? https://www.lavoce.it/giovani-e-fiducia-ce-futuro/ Fri, 14 Nov 2014 13:29:16 +0000 https://www.lavoce.it/?p=28991 I relatori al convegno del San Carlo Meeting
I relatori al convegno del San Carlo Meeting

Pianificare il futuro non conviene. Per il 75,20% dei giovani tra i 19 e i 30 anni, è meglio fare esperienze nel presente piuttosto che confidare in un futuro che appare pieno di rischi e di incognite. Pure dare fiducia costa: troppo alto il rischio di rimanere delusi. Vero che si guarda al futuro, ma non ci si stacca mai dal presente. Insomma: siamo tutti malati di “presentismo”.

Questa, in sintesi, la fotografia dei giovani che l’Istituto Toniolo ha ritratto nel Rapporto Giovani 2013. I dati (consultabili sul sito: www.rapportogiovani.it) sono stati presentati sabato 8 novembre al convegno “Oggi mi fido di… le risposte dei giovani”, organizzato dal Servizio diocesano per la Pastorale giovanile di Foligno nell’ambito del San Carlo Meeting per celebrare la festività di San Carlo Borromeo, patrono dell’omonimo Istituto cittadino.

Fulcro della questione la fiducia dei e nei giovani. Chi scommette più sui giovani in un Paese che ha smesso di crescere e di credere, dove mancano i riferimenti al passato e le prospettive per il futuro? E i giovani, in chi credono ancora? Alberto Scattolini, direttore di Radio Gente Umbra, ha moderato gli interventi del sociologo Diego Mesa, della psicologa Lucia Coco, e del teologo e moralista don Carlo Maccari.

Il quadro nazionale che ha presentato Diego Mesa, professore all’Università Cattolica “S. Cuore” di Brescia, mette in allarme e uno sguardo più mirato sull’Umbria non rassicura affatto. Le prime a essere chiamate in causa sono le Istituzioni: dovendo dare un voto di fiducia da 1 a 10, per i giovani intervistati nessuna, neppure la Chiesa cattolica che si attesta a un misero 4, raggiunge la sufficienza. Il calo di fiducia è generalizzato e aumenta quando l’Istituzione è conosciuta solo attraverso i mass media. L’autorità come istituzione con una sua dimensione etica e morale non è più percepita come una figura di riferimento. Si preferisce la mamma: non può suggerire al figlio il da farsi – ormai anche gli adulti sono visti in difficoltà –, ma è più disinteressata quando gli fa notare un errore.

La situazione in Umbria Più avvezzi ai giochi televisivi che alle attività culturali, sempre meno riflessivi, nei giovani umbri tra i 14 e i 19 anni dilaga la paura di non farcela. La società non è sentita né equa né meritocratica, lo status sociale sembra ineluttabile e la percezione del rischio si abbassa drasticamente. La mortalità per uso di sostanze stupefacenti diminuisce, infatti, in Italia, ma aumenta in Umbria. L’abuso di alcool è maggiore rispetto alla media nazionale. Cambia pure la visione dell’amore. Non più il modello dell’amore romantico individuato da Giddens: oggi si preferisce un “amore convergente” che di eternità non sa proprio. I dati raccolti dall’Aur, Agenzia Umbra Ricerche, e presentati da Lucia Coco del Dipartimento Dipendenze di Foligno Usl Umbria 2, raccontano giovani che gridano aiuto per affrontare le difficoltà del vivere presente. Rimane la famiglia come ambito privilegiato per trovare una figura di riferimento, ma anche qui gli umbri non eccellono: rete affettiva troppo calda, vi si distaccano con più difficoltà rispetto ai coetanei nazionali. Resiste comunque al vertice della scala dei valori assieme alla libertà e all’amicizia. La religione e l’attività politica sembrano invece sbiadite e le surclassa persino il valore della bellezza fisica.

Il mondo giovanile presentato al San Carlo Meeting preoccupa. Le Istituzioni appaiono opache e inefficaci, incapaci a trasmettere il senso del “noi”, preferendo competizione e individualismo. I giovani sono senza speranze, non trovano attività in cui ingaggiare la propria vita e non c’è chi dà loro fiducia.

La fiducia nasce da un’aspettativa positiva, è la risposta a un bisogno di certezza. I genitori in primis, ma anche i docenti e gli operatori pastorali: tutti devono intervenire in rete per educare i giovani. La falsità, il pregiudizio, la presunzione, il pessimismo, come ha ricordato don Carlo Maccari, uccidono la fiducia. Non si vede più la bontà di un’azione, la positività di una relazione, e si finisce con il chiudersi in se stessi o con il vendicarsi. Ma questi sono atteggiamenti scontati. C’è una soluzione incalcolabile e inattesa, più grande e più bella: il perdono. Una soluzione per dare all’altro che ha tradito la possibilità di rivivere e di essere nuovamente persona.

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Al convegno conclusivo della scuola “Toniolo” si parla di Economia civile https://www.lavoce.it/al-convegno-conclusivo-della-scuola-toniolo-si-parla-di-economia-civile/ Thu, 05 Jun 2014 18:28:14 +0000 https://www.lavoce.it/?p=25315 ConvegnoCEU_1281-bnDi fronte all’attuale crisi non solo economica, ma soprattutto culturale e spirituale, di fronte ad una umanità logorata, sfibrata e smarrita e in un’Italia, secondo il rapporto Censis, frammentata, fragile e precaria, “ci vuole un ripensamento profondo dell’attuale modello di sviluppo”. Lo ha affermato con forza l’economista Pierluigi Grasselli, dell’Università di Perugia, al Convegno svoltosi presso l’Istituto Serafico di Assisi e promosso dalla Commissione CEU per il lavoro, la pace e la salvaguardia del creato e dalla Scuola di formazione socio-politica della Diocesi di Assisi sul tema “Verso un nuovo modello di sviluppo: etica ed economia civile”.

Un Convegno che si è proposto di riflettere su quell’insieme di esperienze e di teorie economiche che nascono dal primato della persona e dei principi di reciprocità e gratuità. Non si è trattato quindi di proporre un nuovo modello puramente economico, ma di recuperare quei valori dell’economia in grado di delineare un mercato ed un welfare “che sappiano rispondere alle esigenze reali delle persone, che sappiano riappropriarsi delle relazioni”, avvertendo forte la necessità di riannodare l’economia al suo fine che è l’uomo. Sulle varie specifiche tematiche hanno offerto le loro riflessioni il prof. Francesco Russo dell’Università Santa Croce di Roma (Per uno sviluppo umano integrale), il prof. Pierluigi Grasselli (Per una nuova economia, per un nuovo welfare), il prof. Carlo Andrea Bollino dell’Università di Perugia (Per un’etica dello sviluppo sostenibile) e l’imprenditore dott. Ivan Luigi Vitali, membro della Scuola di Economia Civile, che ha trattato di esperienze di formazione e impresa nell’economia civile.

Il prof. Grasselli, nella sua ampia e puntuale relazione, dopo aver osservato come finora la crescita economica si sia accompagnata al peggioramento della coesione sociale, di cui sono segnali le fortissime disuguaglianze (che si sono sviluppate assumendo una dimensione insopportabile) e la diffusione della povertà, delineandosi così quella che Papa Francesco chiama l’economia dell’esclusione, ha tra l’altro affermato che solo una democrazia sostanziale, eticamente ispirata, può contenere le disuguaglianze e porre rimedio alle gravissime discrasie. E in tema di welfare ha parlato di un secondo welfare, integrativo rispetto al primo, che copre quei rischi e quei bisogni che il vecchio welfare non è in grado di soddisfare (bisogni legati all’occupazione, alla formazione, i servizi per l’infanzia, la conciliazione famiglia lavoro, i servizi per gli anziani, ecc.), un welfare che richiede nuovi attori e nuovi strumenti di finanziamento.

Nella prima parte del convegno, dopo il saluto del vescovo Domenico Sorrentino che ha sottolineato come il luogo in cui si svolge rappresenti una “realtà dove si opera con la passione dell’amore” e quindi “un luogo ideale per trovare le soluzioni”, Carlo Vinti, Luigi Cimmino e Massimiliano Marianelli, docenti del Dipartimento di Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione, con una serie di interventi specifici, mirati sul piano sociologico, filosofico ed economico, hanno presentato il nuovo corso di studi in Filosofia ed etica delle relazioni con indirizzo in Filosofia ed economia civile. Tutti gli interventi sono stati moderati dal presidente dell’Istituto Serafico avv. Francesca Di Maolo.

Si è trattato di un Convegno che ha evidenziato l’impegno della cultura cattolica nel delineare un modello di sviluppo, alternativo a quello capitalistico, fondato esclusivamente sul profitto, che non è riuscito a rispondere ai bisogni dell’uomo.

 

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Senza fiducia nei politici ma nella famiglia sì https://www.lavoce.it/senza-fiducia-nei-politici-ma-nella-famiglia-si/ Fri, 16 May 2014 07:30:22 +0000 https://www.lavoce.it/?p=24996 famiglia-giovaniIn Rete, sfiduciati e lontani da politica e istituzioni, con ottime capacità di adattamento e una fede incrollabile nel valore della famiglia, sia quella da cui si proviene, sia quella che si vorrebbe creare. È il ritratto dei giovani italiani secondo La condizione giovanile in Italia – Rapporto giovani 2013 dell’istituto Giuseppe Toniolo, presentato venerdì al dipartimento di Filosofia, scienze sociali, umane e della formazione dell’Università di Perugia di fronte a un numeroso pubblico di studenti provenienti, in particolar modo, dal corso di perfezionamento in “Progettazione, gestione e coordinamento dell’oratorio” attivo nell’ateneo perugino.

La ricerca è stata condotta su 9.000 persone tra i 18 e i 29 anni, che verranno seguite continuativamente per cinque anni, così da aggiornare periodicamente la ricerca. Si tratta dei cosiddetti “Millennials”, ovvero di coloro che sono nati a partire dalla seconda metà degli anni Ottanta fino alla fine degli anni Novanta e che, nel corso del tempo, sono stati definiti choosy, “bamboccioni”, “sfigati”.

“Tutte queste definizioni – ha detto Rita Bichi, ordinario di Sociologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore, che ha lavorato al Rapporto – non rispecchiano affatto la realtà. Il ritratto che la ricerca ha delineato è quello di giovani che non hanno un lavoro stabile e sono insoddisfatti della propria condizione economica, tanto da dover vivere con i genitori o ricevere aiuti da loro. Ma, nonostante questo, ritengono ancora il lavoro uno strumento di realizzazione, credono nelle proprie capacità e hanno un livello di istruzione maggiore rispetto al resto della popolazione, grazie anche all’uso quotidiano di internet”.

Un aspetto che differenzia i giovani del XXI secolo dai loro predecessori è sicuramente la famiglia. Se il conflitto generazionale era stato una delle caratteristiche della passata generazione, per i “Millennials” non c’è niente di più importante della famiglia, vero sostegno in ogni aspetto della vita nel presente e nel futuro, tanto che circa il 75% dei giovani intervistati vorrebbe almeno due figli.

Decisamente più prevedibile, invece, l’atteggiamento di totale sfiducia nei confronti delle istituzioni e della politica, da cui circa il 28,9% si dichiara addirittura “disgustato” e un sonoro 90,8% boccia senza appello tutti i partiti. Tra le istituzioni e le figure che godono ancora di fiducia, restano il Presidente della Repubblica, le forze dell’ordine e la scuola.

Per quanto riguarda la Chiesa (prima dell’arrivo di Papa Francesco), il 53,2% dei credenti esprime un parere positivo, che scende al 33,9% tra i non-credenti. Discorso a parte per il Pontefice, apprezzato dall’85-90% dei giovani.

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Scuola “Toniolo”, custodia del creato nell’era della tecnica: dalla Genesi ai cyborg https://www.lavoce.it/scuola-toniolo-custodia-del-creato-nellera-della-tecnica-dalla-genesi-ai-cyborg/ Fri, 09 May 2014 11:20:39 +0000 https://www.lavoce.it/?p=24808 Paolo Benanti durante l’incontro del 29 aprile scorso presso l’Istituto Serafico
Paolo Benanti durante l’incontro del 29 aprile scorso presso l’Istituto Serafico

“Custodia del creato nell’era della tecnica”: questo il tema magistralmente affrontato da padre Paolo Benanti – docente di Teologia morale presso la pontificia università Gregoriana – nell’incontro del 29 aprile presso l’Istituto Serafico. L’iniziativa si colloca nell’ambito del percorso promosso dalla Scuola diocesana di formazione socio-politica “Giuseppe Toniolo”, giunto al quarto appuntamento. L’intervento si è sviluppato in due parti. In un primo momento ci si è interrogati su come costruire una custodia solidale con il creato, attraverso un’analisi attenta degli aspetti che interrogano il nostro oggi, alla luce del Vangelo e dell’esperienza umana (secondo la metodologia suggerita dalla Gaudium et spes). È stato sottolineato come non ci sia attività umana che non sia, di per sé, politica, dato che ogni azione si pone necessariamente in un contesto relazionale, strutturando necessariamente la con-vivenza. Nella seconda parte della serata è stata presentata la sfida, quanto mai attuale alla luce dei rapidi progressi della tecnica, di come si possa custodire l’umano all’epoca del cyborg (organismo cibernetico). Nel corso dell’incontro, denso di stimoli, si è sottolineata l’intima connessione tra vita di fede del credente e cura dell’agire in tema di solidarietà, ribadendo come una cultura che voglia essere solidale con il creato non possa che prendere forma da quei principi che rappresentano i cardini della dottrina sociale della Chiesa: bene comune, sussidiarietà e solidarietà. Con forza è stato riaffermato come la propria storia personale sia chiamata a essere storia di salvezza. A sostenere l’impegno del singolo vi sono poi, accanto alla luce della fede, la forza dell’associazionismo e l’azione condivisa. La necessità di gestire il progresso orientandolo verso lo sviluppo è apparsa con evidenza nell’affrontare il più che mai attuale tema del cyborg, rivolto al potenziamento cognitivo umano. Attualmente, in larga misura, la ricerca mira al controllo dell’aspetto emotivo, tanto da generare un vero e proprio “mercato del potenziamento umano” diretto in particolare alla gestione dello stato di sonno-veglia e al controllo della memoria, attraverso un potenziamento della stessa o, viceversa, alla rimozione selettiva di alcuni ricordi. L’avanzare della tecnica non può – è evidente – anche in questo caso prescindere da una valutazione etica.

Il convegno

Il ciclo di incontri – previsti sempre dalle ore 19 alle ore 22, con breve pausa per la cena a buffet, presso l’Istituto Serafico – si concluderà con il convegno “Verso un nuovo modello di sviluppo”, organizzato in collaborazione con la Commissione Ceu per il lavoro, la pace e la salvaguardia del creato. Per informazioni, consultare il sito www.diocesiassisi.it o contattare la segreteria della Scuola socio-politica presso il Centro di ascolto della Caritas di Santa Maria degli Angeli in via Protomartiri francescani, o telefonare al 338 1020527.

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4 maggio, Giornata per l’Università Cattolica: protagonisti del futuro https://www.lavoce.it/4-maggio-giornata-per-luniversita-cattolica-protagonisti-del-futuro/ Fri, 02 May 2014 12:33:56 +0000 https://www.lavoce.it/?p=24626 “Open Day” all’Università Cattolica di Brescia
“Open Day” all’Università Cattolica di Brescia

“Con i giovani, protagonisti del futuro” è il tema della Giornata per l’Università Cattolica del Sacro Cuore (www.giornatauniversitacattolica.it), domenica 4 maggio, promossa dall’Istituto “Giuseppe Toniolo”, ente fondatore dell’ateneo. La Giornata quest’anno è giunta alla 90a edizione. Fondata a Milano nel 1921, l’Università Cattolica vanta una presenza capillare sul territorio nazionale con le sue quattro sedi: Milano, Brescia, Piacenza-Cremona e Roma, dove ha sede anche il policlinico universitario “A. Gemelli”. Furono proprio i fondatori, in primo luogo padre Agostino Gemelli, a volere che l’ateneo nascesse da un solido legame con il territorio e da una vasta adesione di popolo. Per questo motivo fondarono l’associazione Amici, che oggi conta circa 15 mila iscritti, e lanciarono la Giornata nazionale per l’Università Cattolica. Un evento che, dal 1924, si ripete negli anni, ma che non smette di offrire la possibilità di riflettere su alcuni percorsi fondamentali del cattolicesimo in Italia, sulla natura dell’Università stessa, sull’essere l’espressione del valore culturale della fede. La Giornata universitaria pone l’attenzione sui giovani. Per il suo rapporto con l’Università, l’Istituto Toniolo ha un interesse particolare per il mondo giovanile, sul quale oggi si riversano molte contraddizioni, alla ribalta più come segnale delle preoccupazioni del futuro che come oggetto di scelte politiche, sociali, imprenditoriali, professionali che diano loro effettivamente un futuro e che permettano alla società di acquisire le loro risorse di cultura, di preparazione, di sensibilità, che consentano di accogliere in loro le novità del tempo. È costante, invece, grazie anche ai fondi raccolti in occasione della Giornata universitaria, l’impegno dell’Istituto Toniolo a favore delle nuove generazioni. Nel 2013 ha sostenuto oltre 1.300 studenti con borse di studio, scambi con università straniere, progetti di solidarietà internazionale, corsi di lingue e alta formazione. Fare qualcosa per i giovani significa offrire loro un contesto interessante, utile a comprendere il mondo in cui vivono. Spesso i giovani sono considerati sulla base di una conoscenza approssimativa e sfuocata. Da qui è nata l’idea di una ricerca rigorosa, il Rapporto Giovani (www.rapportogiovani.it), che, con la collaborazione dell’Università Cattolica e il sostegno di Fondazione Cariplo e di Intesa Sanpaolo, il Toniolo ha avviato nel 2012, della durata di cinque anni, aperta a continui aggiornamenti, per una lettura dinamica del mondo giovanile. Scopo fondamentale del Rapporto è di conoscere il mondo giovanile, a partire dalla consapevolezza che i rapidi cambiamenti in corso bruciano velocemente la conoscenza delle nuove generazioni. Il Rapporto Giovani, che vede l’appassionato e paziente lavoro di un gruppo di docenti e ricercatori, è un’esperienza di ricerca condotta con lo spirito di chi sta in ascolto, per conoscere le loro attese sulla vita e sulla società e per contribuire insieme a loro a preparare il futuro. È uno strumento per tutti coloro – istituzioni, realtà sociali, economiche, ecclesiali – che sono interessati ai giovani, uno strumento per scelte più rispondenti a ciò che i giovani effettivamente oggi sono e alle risorse che essi hanno da offrire per il bene comune.

Università con un “di più”

La Cei ha pubblicato un Messaggio in occasione della Giornata per l’Università Cattolica che si celebra il 4 maggio. “In un momento – vi si legge – di profonde trasformazioni sociali, e del mondo universitario in particolare, resta fondamentale continuare a investire sulle nuove generazioni con proposte valide e qualificate nell’ambito dell’alta formazione e della ricerca. L’Università Cattolica lo fa offrendo una vasta gamma di percorsi formativi e la possibilità di sviluppare un fecondo dialogo tra fede e ragione, cristianesimo e cultura, esperienza ecclesiale e impegno sociale. Ai giovani che la scelgono viene data la possibilità di pensare il futuro, il lavoro, la famiglia, la convivenza umana alla luce di una cultura fecondata dall’incontro con Cristo e della inesauribile novità del Vangelo”.

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Per un cattolicesimo attivo sulle nuove frontiere di oggi https://www.lavoce.it/per-un-cattolicesimo-attivo-sulle-nuove-frontiere-di-oggi/ Fri, 02 May 2014 12:11:25 +0000 https://www.lavoce.it/?p=24615 Un momento dell’intervanto dell’on. Paola Binetti
Un momento dell’intervanto dell’on. Paola Binetti

Il 22 aprile si è tenuto il terzo incontro della scuola diocesana di formazione socio-politica “Giuseppe Toniolo”. Relatrice dell’incontro, che si è svolto come sempre all’istituto Serafico di Assisi, era l’on. Paola Binetti, docente di Bioetica e storia della medicina, che si è soffermata sul tema “La riflessione bioetica, nuova frontiera della politica: questioni aperte”.

La Binetti è entrata nel vivo della questione cercando di sviscerare tutti gli aspetti relativi alla bioetica nell’attuale orizzonte politico. Dopo i primi due incontri tenuti rispettivamente dal vescovo di Assisi mons. Domenico Sorrentino e da suor Alessandra Smerilli, si è entrati dunque nel vivo dell’approfondimento formativo della scuola organizzata dalla commissione diocesana per i Problemi sociali e il lavoro, giustizia e pace, e salvaguardia del creato.

“La nostra scuola di politica, intitolata al beato Giuseppe Toniolo – ha commentato il vescovo mons. Domenico Sorrentino – poggia sulla convinzione che una politica che non sia all’altezza della sua vocazione costringe la società, e soprattutto le generazioni future, a pagare un prezzo troppo alto. Ma non possiamo nasconderci dietro un lamento sterile. Ai cristiani, come a tutti gli uomini di buona volontà, compete reagire con uno scatto etico, preparando le condizioni di una politica rinnovata attraverso la formazione delle coscienze”.

E se Papa Francesco, nella Evangelii gaudium, ha rilanciato il ruolo della politica come “una vocazione altissima, una delle forme più preziose della carità, perché cerca il bene comune”, la diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, in collaborazione con il progetto Policoro, l’Istituto Serafico e la Commissione per il lavoro, la pace, la custodia del creato, è ripartita con la seconda edizione della scuola con un ciclo di sei incontri che entrano nel merito e nel concreto della dottrina sociale della Chiesa. Ci si rivolge a quanti vogliono impegnarsi a contribuire al “risveglio delle coscienze” e a testimoniare anche nella vita pubblica i valori cristiani.

Contro il relativismo imperante che impedisce di dire la verità o di affermarla, di parlare di principi etici validi e comuni a tutti gli uomini, di difendere i fondamentali diritti umani non negoziabili, occorre un sussulto di consapevolezza e di partecipazione. I cristiani, come tutti gli uomini di buona volontà, devono reagire: non possono mostrare indifferenza per il bene comune.

Dopo un primo anno di Scuola dedicato ai principi fondamentali della dottrina sociale della Chiesa, questa edizione propone un percorso di approfondimento su varie tematiche con lo scopo di offrire degli strumenti di discernimento sul senso autentico della persona, della vita, della famiglia, della società, dell’ambiente e dell’economia.

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Famiglia, Stato e società https://www.lavoce.it/famiglia-stato-e-societa/ Thu, 03 Apr 2014 14:51:56 +0000 https://www.lavoce.it/?p=24096 L’intervento di mons. Domenico Sorrentino
L’intervento di mons. Domenico Sorrentino

Si è tenuto il 25 marzo presso l’Istituto Serafico di Assisi il primo incontro della Scuola diocesana di formazione socio-politica “Giuseppe Toniolo”, che si svilupperà fino al prossimo maggio. A inaugurare il ciclo di conferenze è stato l’intervento di mons. Domenico Sorrentino sul tema “Famiglia, Stato e società nel pensiero di Giuseppe Toniolo”.

Il Vescovo – già postulatore della causa di beatificazione dell’economista e sociologo italiano vissuto tra il 1845 e il 1918 – ha sottolineato come nel pensiero di Toniolo, inquadrato nell’orientamento della dottrina sociale della Chiesa, sia lucidamente delineata quella “patologia sociale” che nasce da un forte accentramento del potere statale a fronte di una vera e propria atomizzazione e parcellizzazione della struttura sociale.

Alle radici di tale situazione, un triplice processo: di tipo spirituale, laddove il relativismo valoriale ha portato al soggettivismo radicale; sociale, dato che all’imperante individualismo si accompagna la frantumazione delle relazioni; e storico-economico, fenomeno già iniziato con la Rivoluzione industriale, che predilige la gestione del singolo, in un’ottica prettamente economica.

Unico fulcro qualitativo dell’architettura sociale non può che essere, già per Toniolo, la persona umana, la cui dignità resta inviolabile. Essere in relazione – con la famiglia, la comunità, il territorio -, la persona rappresenta l’unico ente di riferimento per qualsivoglia azione volta alla realizzazione del bene comune. L’organizzazione politica non può, pertanto, che riconoscere la propria natura di servizio e di sussidiarietà alla persona tout court.

I prossimi incontri si terranno dalle ore 19 alle ore 22 presso il Serafico. Sarà la prof.ssa Alessandra Smerilli a parlare di famiglia e di società nell’intervento dell’8 aprile. A seguire, l’on. Paola Binetti condurrà una riflessione bioetica (22 aprile); il prof. Paolo Benanti si occuperà di custodia del creato nell’Era della tecnica (29 aprile); il prof. Fabio Raspadori incentrerà il proprio intervento sui valori comuni dell’Unione europea (6 maggio) e il prof. Massimo Borghesi parlerà di fede e politica nella società liquida.

La quota di partecipazione agli incontri è di 30 euro. Per quanti intendano usufruire della cena a buffet è previsto un contributo di 5 euro.

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Al via la nuova serie di incontri della Scuola di formazione “Toniolo” https://www.lavoce.it/al-via-la-nuova-serie-di-incontri-della-scuola-di-formazione-toniolo/ Fri, 21 Mar 2014 12:35:24 +0000 https://www.lavoce.it/?p=23775 Vedura panoramica dell’Istituto Serafico di Assisi
Vedura panoramica dell’Istituto Serafico di Assisi

Fabio Raspadori, docente di Diritto dell’Unione europea, Massimo Borghesi, professore di Filosofia morale, l’on. Paola Binetti, docente di Bioetica e storia della medicina sono solo alcuni dei relatori della seconda edizione della Scuola di formazione socio-politica “Giuseppe Toniolo” di Assisi che partirà martedì 25 marzo con un primo incontro all’Istituto Serafico, tenuto dal vescovo mons. Domenico Sorrentino.

Se Papa Francesco, nella Evangelii gaudium, ha rilanciato il ruolo della politica come “una vocazione altissima, una delle forme più preziose della carità, perché cerca il bene comune”, la diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, in collaborazione con il progetto Policoro, l’Istituto Serafico e la Commissione per il lavoro, la pace, la custodia del creato, riparte con la seconda edizione della Scuola con un ciclo di sei incontri che entrano nel merito e nel concreto della dottrina sociale della Chiesa.

“La nostra Scuola di politica – ha commentato mons. Sorrentino -, intitolata al beato Giuseppe Toniolo, economista e leader storico dell’impegno sociale dei cattolici, poggia su questa convinzione [quella sopra espressa dal Papa, ndr]. Una politica che non è all’altezza della sua vocazione costringe la società, e soprattutto le generazioni future, a pagare un prezzo troppo alto. Ma non possiamo nasconderci dietro un lamento sterile. Ai cristiani, come a tutti gli uomini di buona volontà, compete reagire con uno scatto etico, preparando le condizioni di una politica rinnovata attraverso la formazione delle coscienze”.

“Ho voluto – continua – che la sede di questa scuola fosse l’Istituto Serafico perché sono convinto che questo luogo di amore, dove la persona più debole è posta al centro dell’attenzione come una risorsa di valori e di umanità, offra il contesto ideale per riflettere sulle dimensioni di un bene comune da costruire insieme. Qui ci sono ‘piaghe’ che vanno ascoltate, per dirla con Papa Francesco. E, forse, si nasconde in esse la segnaletica per una polis degna dell’uomo”.

L’obiettivo alto di far conoscere aspetti e approfondimenti sulla dottrina sociale della Chiesa si unisce alla praticità di proporre un ciclo di studi con una quota di iscrizione simbolica per gli adulti e di totale gratuità per gli under 30.

La scuola si chiuderà con un convegno sul tema “Un nuovo modello di sviluppo”. Per informazioni e iscrizioni basta consultare il sito diocesano www.diocesiassisi.it.

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Antropologie a confronto https://www.lavoce.it/antropologie-a-confronto/ Thu, 07 Mar 2013 10:02:22 +0000 https://www.lavoce.it/?p=15334 Gli intervenuti alla lezione introduttiva della Scuola diocesana di formazione socio-politica
Gli intervenuti alla lezione introduttiva della Scuola diocesana di formazione socio-politica

Dopo il successo e le numerose adesioni del primo appuntamento, si è svolta mercoledì 27 febbraio, alle ore 19, sempre presso l’Istituto Serafico di Assisi la seconda lezione della Scuola di formazione socio-politica della diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino sul tema “Antropologie a confronto” che è stato affrontato da fr. Paolo Benanti. Numerosi gli iscritti alla scuola di formazione “Giuseppe Toniolo”, fortemente voluta da mons. Domenico Sorrentino, il quale, nella prima lezione tenutasi lo scorso 19 febbraio, ha messo in evidenza alcuni aspetti della dottrina sociale della Chiesa, basilari per l’intero percorso formativo. Mons. Sorrentino ha poi sottolineato che la partecipazione attiva dei cattolici alla vita politica per poter essere efficace e duratura deve necessariamente basarsi su un logos, espressione di una Verità che, per gli stessi, si identifica con il Cristo, logos del Padre e garante di una autentica “logica” nella costruzione della stessa società civile. In un impegno “incarnato” nella società civile basato sul dialogo anche con i non-credenti e in cui il cattolico si pone come portavoce dei valori cristiani nella società e nella politica, nel rispetto di tutti ma anche decisamente critico di quella logica del relativismo che domina la nostra società. “Questa iniziativa di formazione – ha detto padre Giovanni Raia, direttore della scuola – si rivolge a quei cristiani che, come il Maestro, hanno il coraggio di dare la vita per il mondo”.

L’obiettivo dell’iniziativa diocesana è quello di favorire un rinnovamento dell’impegno dei cattolici nella società italiana. La scelta di intitolare la scuola al beato Giuseppe Toniolo assume un valore significativo alla luce di quanto questa figura ha rappresentato e rappresenta ancora oggi nella storia del pensiero politico cattolico: non solo fu uno dei principali promotori dell’impegno sociale e politico dei cattolici, ma fu anche un precursore nel suo “pensare” economico. In quanto economista ebbe, nella seconda metà dell’800, il coraggio e l’acutezza di mettere in discussione il pensiero economico dominante della sua epoca: il liberismo. Comprese che una dottrina economica volta all’esclusiva ricerca del profitto, totalmente svincolata da un’etica, non sarebbe stata sostenibile. Pochi decenni dopo la formulazione del suo pensiero la storia gli darà ragione: il liberismo sfrenato porterà alla crisi del 1929 e alla Grande depressione che creerà terreno fertile per l’ascesa del nazi-fascismo. “La crisi radicale che viviamo oggi – ha ricordato mons. Sorrentino – è figlia di un neoliberismo finanziario che ha fatto del mercato il padrone della società e della politica. La via di uscita da questo declino non sono, dunque, i pericolosi populismi ma un pensiero politico illuminato dalla ‘logica’ e da un’etica attenta a tutto l’uomo e a tutti gli uomini”.

Prossimi incontri

Il 19 febbraio, presso l’Istituto Serafico di Assisi, sono iniziate le lezioni della Scuola diocesana di formazione socio-politica “Giuseppe Toniolo”, fortemente voluta dal nostro Vescovo, e nata dalla sinergia dell’Ufficio catechistico diocesano e dalla commissione per i Problemi sociali e il lavoro, giustizia, pace e salvaguardia del creato. Per il 2012-2013, alla luce dell’espressione “Il logos genera la polis”, l’itinerario si svilupperà in 12 incontri (per un totale di 36 ore). Prossimi appuntamenti: 13 marzo – “Antropologia cristiana” (relatore p. Paolo Benanti); 20 marzo – “Storia della dottrina sociale della Chiesa – I” (relatore don Giovanni Raia). Gli incontri hanno luogo presso l’Istituto Serafico, sempre con inizio alle ore 19.

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La Parola di Dio offre una “logica” alla Città dell’uomo https://www.lavoce.it/la-parola-di-dio-offre-una-logica-alla-citta-delluomo/ Thu, 28 Feb 2013 14:06:32 +0000 https://www.lavoce.it/?p=15193 L’incontro con mons. Sorrentino
L’incontro con mons. Sorrentino

È stato mons. Domenico Sorrentino a tenere, ai numerosi iscritti presenti, la prima lezione del ciclo inaugurale della Scuola di formazione socio-politica diocesana “Giuseppe Toniolo”. Scuola che, all’insegna del motto “Il logos genera la polis”, intende cogliere la ragione strutturale del vivere sociale nella “potenza organizzatrice” della Buona Notizia.

La scuola, come ha sottolineato il direttore, don Giovanni Raia, va compresa nella logica di un bisogno interiore, “identitativo” dell’essere cristiano, che si fonda sul fatto che Dio ha tanto amato il mondo da donare il suo Figlio unigenito. Se tanto ha osato il Padre in Cristo, non possono esautorarsi da questo compito i credenti in Cristo.

Nel suo intervento, con entusiasmo e acutezza, il Vescovo della città serafica ha sottolineato alcuni aspetti della dottrina sociale della Chiesa, basilari per l’intero percorso formativo (antropologia, storia dell’insegnamento sociale della Chiesa, principi fondamentali), mostrando la necessità di un recupero del fondamento e il bisogno di solidi punti di riferimento che la politica non sembra più in grado di offrire. Mons. Sorrentino ha poi sottolineato che la politica per poter ritrovare un’anima, per poter assolvere il suo compito, deve necessariamente basarsi su un logos, espressione di una Verità che, per i cristiani, si identifica con il Cristo, logos (logica, pensiero, verità, bellezza) del Padre e garante di una autentica “logica” nella costruzione della stessa società civile. In un dialogo con tutti gli uomini di buona volontà, anche non-credenti, con un’offerta di senso rispettosa delle idee altrui, ma anche decisamente critica di logiche tese a livellare nella debolezza del relativo la forza della verità dalle salde fondamenta.

Due figure particolarmente significative ha infine evocato mons. Sorrentino: il beato Ludovico da Casoria e il beato Giuseppe Toniolo. Il primo per la sua testimonianza di azione caritativa nei riguardi dei membri deboli della società (azione che diventa espressione di civiltà). In tal senso la scelta di tenere le lezioni presso l’Istituto Serafico di Assisi dice la volontà di continuare nella linea dell’intuizione di questo autentico “attivista” sociale. Il secondo perché fu uno dei principali promotori dell’impegno sociale e politico dei cattolici, e precursore di un “pensare” economico bisognoso di animazione etica per evitare di essere causa di distruzione di ogni umanesimo e, paradossalmente, anche incapace di una vera progressione economica.

Il “profitto per il profitto” ha mostrato – ed oggi dobbiamo onestamente riconoscerlo – tutta la sua debolezza, anche attraverso i “mostri” che ha generato. Ma soprattutto ha finito con il calpestare la dignità dell’uomo, unico essere che Dio ha voluto per se stesso. La scelta di intitolare al Toniolo la nostra scuola vuole esprimere la nostra “passione” per colui che è stato fatto ad “immagine e somiglianza”.

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