sbandieratori Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/sbandieratori/ Settimanale di informazione regionale Thu, 03 Aug 2017 12:00:49 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg sbandieratori Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/sbandieratori/ 32 32 A Castiglione del Lago festa in onore di San Domenico di Guzman https://www.lavoce.it/a-castiglione-del-lago-festa-in-onore-di-san-domenico-di-guzman/ Thu, 03 Aug 2017 12:00:49 +0000 https://www.lavoce.it/?p=49576 San-Domenico-2.-Festa-a-Castiglione-del-Lago
La processione

La Confraternita di San Domenico organizza la tradizionale “Festa in onore di San Domenico”, un ricco programma dedicato a San Domenico di Guzman, frate spagnolo fondatore dell’Ordine dei frati predicatori vissuto fra il XII e il XIII secolo e che viene ricordato dalla Chiesa il giorno 8 agosto. A Castiglione del Lago si celebra tale ricorrenza con grande fasto poiché a questo santo è legato il nome della famiglia della Corgna che tanto importante fu per la storia del paese.

La Duchessa Eleonora de Mendoza, moglie dell’ultimo della Corgna, il Duca Fulvio Alessandro, si rivolse a San Domenico perché la guarisse da una terribile cancrena che da anni le divorava il braccio destro ed ottenne, dopo una tremenda operazione chirurgica, il miracolo della guarigione, nel 1638. Fu in memoria di questo miracolo e per ringraziare San Domenico che i Duchi fecero erigere, dedicata a San Domenico, la cappella che da allora ha sempre rappresentato il cuore affettivo e religioso del paese e da quell’anno una processione di ringraziamento voluta dai Duchi stessi si snodò per le vie del paese a perenne devozione.

“Anche quest’anno dal 5 al 10 agosto 2017 – spiegano dalla Confraternita – Castiglione del Lago vedrà diversi importanti eventi coronare la festa di San Domenico ed un intenso periodo di attività, accompagnata sempre dalla sensibilità, dalla buona volontà e dall’appoggio dei singoli cittadini e delle varie associazioni paesane, per sostenere un percorso cominciato ormai tanti anni fa teso a sostenere e promuovere iniziative di carattere educativo, culturale, di assistenza e di accoglienza in varie forme, in spirito di carità fraterna ed a favorire il progetto di conservazione e restauro del complesso sacro e museale in via del Forte. Grazie alla partecipazione di tutti, ciascuno in modo volontario e secondo il proprio “talento”, il mosaico iniziato qualche anno fa sta piano piano, meravigliosamente, acquistando le sue tessere”.

Si parte con il “Raduno Multiepocale” sabato 5 e domenica 6 con la partecipazioni di 9 gruppi storici provenienti da tutta Italia. Il radino nasce con l’intento di favorire i rapporti fra le associazioni storiche presenti in Italia e l’unione fraterna di persone attraverso gli scambi culturali e per la cura e lo sviluppo della promozione culturale, socio-economica del territorio. «Vogliamo promuovere la sensibilità individuale e collettiva verso il patrimonio storico-artistico e l’azione culturale intorno al complesso di San Domenico in Castiglione del Lago – spiegano dalla Confraternita – per mantenerne sempre viva la memoria».

Sabato 5 agosto alle ore 18.00 e alle ore 21 i gruppi storici provenienti da varie parti d’Italia sfileranno per le vie del centro storico e, alle ore 21.30 gli stessi gruppi si esibiranno nella splendida cornice della Rocca Medievale. In questa edizione 2017 i Gruppi Storici che arricchiscono il raduno sono: Contea Spinola XVII secolo Borgo Scrivia (GE); Sbandieratori e musici Santa Rosa Viterbo; Associazione Rinascimento XVI sec. Pitigliano (Gr); Umberto Biancamano X/XI sec. Nichelino (TO); La Baronia di Cerveteri XIV/XVI sec. Cerveteri (RM); Conte Occelli XVII sec. Rivoli (To); Antico Borgo di Frossasco XVIII secolo Frossasco (To); Sbandieratori di Sangemini XV secolo Sangemini; Gruppo Storico Gli Orti di Mecenate XVII secolo Castiglione del Lago.

Domenica 6 alle 9.30 messa per i gruppi in costume storico. Lunedì 7 alle 21,30 Rievocazione storica in onore di San Domenico per le vie del centro storico con abiti e costumi del XVII secolo.

Martedì 8, giornata della Festa di San Domenico di Guzman, solenne messa nella chiesa di San Domenico alle ore 18. Mercoledì 9 alle 16.30 apertura della Fiera di San Domenico con banchi e negozi di prodotti tipici in via del Forte: alle 20.30 cena per il restauro in piazzetta San Domenico, con raccolta fondi per i lavori di restauro della chiesa. Gran finale giovedì 10 agosto con la seconda giornata della Fiera di San Domenico e alle 19 lo spettacolo “Eleonora de Mendoza, il miracolo” nella chiesa di San Domenico.

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Misericordia e Dialogo. Papa Francesco ‘detta’ lo ‘stile’ del cristiano che può cambiare le relazioni, in famiglia, nella società, nel lavoro, nella politica … https://www.lavoce.it/misericordia-e-dialogo-papa-francesco-detta-lo-stile-del-cristiano-che-puo-cambiare-le-relazioni-in-famiglia-nella-societa-nel-lavoro-nella-politica/ Sat, 22 Oct 2016 17:07:29 +0000 https://www.lavoce.it/?p=47720 Il Card. Bassetti celebra la messa per i pellgrini umbri in San Gregorio -  Roma 22 ott. 2016
Il Card. Bassetti celebra la messa per i pellgrini umbri in San Gregorio – Roma 22 ott. 2016

I 6mila pellegrini umbri questa mattina erano come immersi in un mare di circa 100mila persone che hanno partecipato  all’udienza giubilare in Piazza San Pietro, affollando anche via della Conciliazione. Un po’ di delusione per chi non è riuscito a entrare in piazza, ma poi la giornata ha consentito agli umbri di ritrovarsi attorno ai loro vescovi per il passaggio della Porta Santa e nel pomeriggio per la celebrazione della messa in alcune chiese romane (i perugini con Gubbio, Assisi, Foligno, hanno celebrato in San Gregorio- la foto è di Francesca Acito).

Il Papa ha svolto la catechesi sul tema “Misericordia e dialogo” commentando il brano del Vangelo secondo Giovanni che racconta l’incontro di Gesù con la samaritana. Dell’incontro tra Gesù e la donna, alla quale l’ebreo Gesù non avrebbe dovuto neppure rivolgere la parola, Papa Francesco ha sottolineato il dialogo che si instaura tra i due, un dialogo che va sempre più in profondità.

I pellegrini italiani hanno potuto ascoltare dalla voce di Papa Francesco il commento, ma per i pellegrini provenienti dagli altri Paesi si sono sucedute prima le letture del brano evangelico,  poi i saluti al Papa e la breve sintesi del commento, e infine i saluti del Papa ai pellegrini, il tutto ripetuto in  francese, inglese, tedesco, spagnolo, portoghese, arabo e polacco. Anche questo paziente ascolto è  stato, ed ogni volta esperienza della cattolicità della Chiesa di Roma che si estende in tutti i Continenti.

Il Papa ha ricordato i pellegrini umbri nei saluti finali in lingua italiana. “Sono lieto di accogliere i fedeli di numerose Diocesi italiane, con i rispettivi Pastori, specialmente quelli dell’Umbria. Cari fratelli e sorelle, – ha aggiunto – il vostro pellegrinaggio giubilare sia vissuto nella fede come esperienza del perdono e della misericordia di Dio, e vi accompagni al ritorno nelle comunità di appartenenza per testimoniare il suo amore verso i fratelli, particolarmente agli esclusi e ai lontani”.

Un saluto particolare Papa Francesco lo ha rivolto ai pellegrini di lingua araba e “in particolare” a quelli provenienti dal Medio Oriente. “Cari fratelli e sorelle,  – ha detto Francesco – imparate a convivere nella diversità e abbiate il coraggio, attraverso il dialogo, di costruire ponti per far crescere i segni della misericordia di Dio nel mondo”.

Infine, il saluto più lungo lo ha rivolto ai pellegrini polacchi giunti a Roma “in pellegrinaggio nazionale per ringraziare Dio del Battesimo che il vostro popolo ha ricevuto 1050 anni fa, nonché per ogni bene che è nato nei cuori dei giovani di tutto il mondo durante l’indimenticabile incontro a Cracovia. Mi unisco a voi in questo ringraziamento” ha detto il Papa, ricordando poi Giovanni Paolo II, “Papa di profonda spiritualità, plasmata dalla millenaria eredità della storia e della cultura polacca trasmessa nello spirito di fede, di generazione in generazione” del quale il 22 ottobre si celebra la memoria liturgica.

M. R. V.

 

(Di seguito  il testo della catechesi publicato da Radio Vaticana con la trascrizione delle aggiunte a braccio)

Cari fratelli e sorelle, buongiorno! Il brano del Vangelo di Giovanni che abbiamo ascoltato (cfr 4,6-15) narra l’incontro di Gesù con una donna samaritana. Ciò che colpisce di questo incontro è il dialogo molto serrato tra la donna e Gesù. Questo oggi ci permette di sottolineare un aspetto molto importante della misericordia, che è proprio il dialogo.

Il dialogo permette alle persone di conoscersi e di comprendere le esigenze gli uni degli altri. Anzitutto, esso è un segno di grande rispetto, perché pone le persone in atteggiamento di ascolto e nella condizione di recepire gli aspetti migliori dell’interlocutore. In secondo luogo, il dialogo è espressione di carità, perché, pur non ignorando le differenze, può aiutare a ricercare e condividere il bene comune. Inoltre, il dialogo ci invita a porci dinanzi all’altro vedendolo come un dono di Dio, che ci interpella e ci chiede di essere riconosciuto.

Molte volte noi non incontriamo i fratelli, pur vivendo loro accanto, soprattutto quando facciamo prevalere la nostra posizione su quella dell’altro. Non dialoghiamo quando non ascoltiamo abbastanza oppure tendiamo a interrompere l’altro per dimostrare di avere ragione.

(A braccio) Ma quante volte, quante volte stiamo ascoltando una persona, la fermiamo [e diciamo]: “No! No! Non è così!“ e non lasciamo che la persona finisca di spiegare quello che vuole dire. E questo impedisce il dialogo: questa è aggressione.

Il vero dialogo, invece, necessita di momenti di silenzio, in cui cogliere il dono straordinario della presenza di Dio nel fratello.

Cari fratelli e sorelle, dialogare aiuta le persone a umanizzare i rapporti e a superare le incomprensioni. C’è tanto bisogno di dialogo nelle nostre famiglie, e come si risolverebbero più facilmente le questioni se si imparasse ad ascoltarsi vicendevolmente! È così nel rapporto tra marito e moglie, e tra genitori e figli. Quanto aiuto può venire anche dal dialogo tra gli insegnanti e i loro alunni; oppure tra dirigenti e operai, per scoprire le esigenze migliori del lavoro.

Di dialogo vive anche la Chiesa con gli uomini e le donne di ogni tempo, per comprendere le necessità che sono nel cuore di ogni persona e per contribuire alla realizzazione del bene comune. Pensiamo al grande dono del creato e alla responsabilità che tutti abbiamo di salvaguardare la nostra casa comune: il dialogo su un tema così centrale è un’esigenza ineludibile. Pensiamo al dialogo tra le religioni, per scoprire la verità profonda della loro missione in mezzo agli uomini, e per contribuire alla costruzione della pace e di una rete di rispetto e di fraternità (cfr Enc. Laudato si’, 201).

Per concludere, tutte le forme di dialogo sono espressione della grande esigenza di amore di Dio, che a tutti va incontro e in ognuno pone un seme della sua bontà, perché possa collaborare alla sua opera creatrice. Il dialogo abbatte i muri delle divisioni e delle incomprensioni; crea ponti di comunicazione e non consente che alcuno si isoli, rinchiudendosi nel proprio piccolo mondo.

(A braccio) Non dimenticatevi: dialogare è ascoltare quello che mi dice l’altro e dire con mitezza quello che penso io. Se le cose vanno così, la famiglia, il quartiere, il posto di lavoro, saranno migliori. Ma se io non lascio che l’altro dica tutto quello che ha nel cuore e incomincio ad urlare – oggi si urla tanto – non avrà buon fine questo rapporto tra noi; non avrà buon fine il rapporto fra marito e moglie, tra genitori e figli. Ascoltare, spiegare, mite, non abbaiare all’altro, non urlare: cuore aperto.

Gesù ben conosceva quello che c’era nel cuore della samaritana, una grande peccatrice; ciononostante non le ha negato di potersi esprimere, l’ha lasciata parlare fino alla fine, ed è entrato poco alla volta nel mistero della sua vita. Questo insegnamento vale anche per noi. Attraverso il dialogo, possiamo far crescere i segni della misericordia di Dio e renderli strumento di accoglienza e rispetto. Grazie.

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I saluti finali in italiano

Rivolgo un cordiale benvenuto ai fedeli di lingua italiana. Sono lieto di accogliere i fedeli di numerose Diocesi italiane, con i rispettivi Pastori, specialmente quelli dell’Umbria.

Cari fratelli e sorelle, il vostro pellegrinaggio giubilare sia vissuto nella fede come esperienza del perdono e della misericordia di Dio, e vi accompagni al ritorno nelle comunità di appartenenza per testimoniare il suo amore verso i fratelli, particolarmente agli esclusi e ai lontani.

Saluto l’Associazione Medici Cattolici, con il Cardinale Edoardo Menichelli; l’Associazione sottufficiali d’Italia; i partecipanti al Giubileo delle Corali e degli animatori liturgici; i numerosi sbandieratori e il folto gruppo dei camperisti, che ringrazio per il dono di un camper a una famiglia romana con disabili. Alla vigilia della Giornata Missionaria Mondiale, tutti esorto ad accompagnare con la preghiera e con l’aiuto concreto l’azione evangelizzatrice della Chiesa nei territori di missione.

Un pensiero speciale porgo ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. Oggi ricorre la memoria liturgica di San Giovanni Paolo II. La sua coerente testimonianza di fede sia un insegnamento per voi, cari giovani, ad affrontare le sfide della vita; alla luce del suo insegnamento, cari ammalati, abbracciate con speranza la croce della malattia; invocate la sua celeste intercessione, cari sposi novelli, perché nella vostra nuova famiglia non manchi mai l’amore.

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Il Giubileo dei seimila pellegrini umbri a San Pietro https://www.lavoce.it/il-giubileo-dei-seimila-pellegrini-umbri-a-san-pietro/ Sat, 22 Oct 2016 15:50:37 +0000 https://www.lavoce.it/?p=47713 22-10-2016 Pellegrinaggio delle diocesi umbre a Roma. Vescovi umbri sul sagrato di San Pietro (a destra)
22-10-2016 Pellegrinaggio delle diocesi umbre a Roma. Vescovi umbri sul sagrato di San Pietro (a destra)

A quattro settimane dalla conclusione del Giubileo Straordinario della Misericordia e in una delle ultime udienze giubilari di papa Francesco, sabato 22 ottobre, in Piazza San Pietro gremita da 100mila fedeli provenienti da diversi Paesi del Mondo, anche le otto Chiese diocesane dell’Umbria sono state presenti con 6.500 pellegrini accompagnati dai loro vescovi insieme a diversi rappresentanti delle Istituzioni civili. Una partecipazione che è andata oltre tutte le previsioni creando anche qualche disagio nell’organizzazione, superato grazie all’entusiasmo degli stessi partecipanti che non hanno voluto mancare a questo importante evento di fede. Il Santo Padre, nel rivolgere il suo «caloroso benvenuto» ai fedeli di numerose diocesi italiane presenti, ha menzionato, in particolare, quelle dell’Umbria e gli sbandieratori di Gubbio. Papa Francesco, nel suo tradizionale giro in auto in Piazza San Pietro prima della catechesi, è stato salutato anche dalle note della Banda musicale “Anni Verdi” di Fabro (Tr), nella Diocesi di Orvieto-Todi, diretta dal maestro Emanuele Ragni e accompagnata dal parroco don Domenico Cannizzaro.

Il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Ceu, rientrato dalla Terra Santa nella serata del 21 ottobre, ha commentato la catechesi del Santo Padre sul «dialogo» con queste parole: «Ha sviluppato in positivo e in negativo tutte le tematiche del dialogo e senza dialogo non ci può essere vita né per la Chiesa né per l’umanità, perché la Santissima Trinità è essenzialmente dialogo. Per questo è fondamentale che si dialoghi in famiglia, sul lavoro, nella società, nelle istituzioni. E’ un richiamo fortissimo sia al mondo religioso che al mondo laico, perché il Papa ha toccato un argomento che è indispensabile alla vita stessa dell’umanità. Senza dialogo la vita diventa davvero un inferno».

Il cardinale Bassetti, nel presiedere la celebrazione eucaristica a conclusione del pellegrinaggio giubilare regionale ad Petri Sedem nella chiesa di San Gregorio VII in Roma della comunità dei Francescani minori dell’Umbria, ha ringraziato quanti hanno collaborato all’organizzazione di questo grande evento ecclesiale, che ha permesso a diverse migliaia di umbri di ritornare alle radici della fede cristiana nell’attraversare la Porta Santa della Basilica di San Pietro. In particolare ha ringraziato per la loro presenza quanti vivono nelle Opere segno delle Caritas dell’Umbria, in primis i giovani della Casa di accoglienza in Kosovo attivata nell’autunno del 1999, all’indomani della fine del conflitto nei Balcani. Il porporato ha annunciato anche l’imminente arrivo, presso una struttura della Caritas diocesana di Perugia, di una famiglia sfuggita dalla guerra nel suo Paese, che andrà ad aggiungersi alle centinaia di profughi accolti nelle Diocesi umbre in quest’ultimo anno di emergenza umanitaria.

Pensando alle martoriate regioni del mondo, il cardinale ha ricordato la sua recentissima esperienza di Gerusalemme, dove «nel vedere tante pietre – ha commentato – mi veniva in mente quei cuori degli uomini che sono di pietra più duri di quelle pietre».

La celebrazione eucaristica nella chiesa romana di San Gregorio VII è stata vissuta con particolare raccoglimento da oltre 4mila fedeli provenienti dalle parrocchie di tutta la Metropolia di Perugia-Città della Pieve, che comprende le Diocesi suffraganee di Assisi, Città di Castello, Foligno e Gubbio, i cui vescovi, mons. Domenico Sorrentino, mons. Domenico Cancian, mons. Gualtiero Sigismondi e mons. Mario Ceccobelli hanno concelebrato con il cardinale Bassetti e il suo ausiliare mons. Paolo Giulietti. La Santa Messa è stata animata dall’Orchestra Filarmonica di Spina (Pg) e dalla Corale Laurenziana di Perugia e si è conclusa con la benedizione di tutti i vescovi.

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In 6.000 al pellegrinaggio delle diocesi umbre a Roma. Sabato mattina l’udienza con Papa Francesco https://www.lavoce.it/in-6-000-al-pellegrinaggio-delle-diocesi-umbre-a-roma-sabato-mattina-ludienza-con-papa-francesco/ Thu, 20 Oct 2016 10:10:41 +0000 https://www.lavoce.it/?p=47703 Vaticano-san-pietroDalle otto Diocesi dell’Umbria partiranno in autobus oltre seimila fedeli alle prime luci dell’alba di sabato 22 ottobre, accompagnati dai loro vescovi per recarsi a Roma in Pellegrinaggio ad Petri Sedem. Questo grande evento ecclesiale è promosso dalla Conferenza episcopale umbra (Ceu) in occasione del Giubileo Straordinario della Misericordia e per ringraziare papa Francesco delle sue visite alla terra dei santi Benedetto da Norcia e Francesco d’Assisi.

Il pellegrinaggio degli umbri culminerà con l’udienza del Santo Padre in Piazza San Pietro e il passaggio della Porta Santa della Basilica vaticana. Nel pomeriggio i pellegrini parteciperanno alle celebrazioni eucaristiche presiedute dai loro vescovi in alcune chiese di Roma.

Il cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Gualtiero Bassetti, presidente della Ceu, dal martoriato Medio Oriente – dove si trova per il pellegrinaggio giubilare diocesano in Terra Santa (14-21 ottobre) -, esprime viva soddisfazione per la numerosa partecipazione di fedeli all’evento giubilare romano del 22 ottobre. «Nonostante che ci siano stati tantissimi eventi in quest’Anno Santo organizzati dalle Diocesi, come il nostro pellegrinaggio in Terra Santa di questi giorni – commenta il presidente della Ceu –, è una bella testimonianza di fede quella che vivremo tutti insieme sabato prossimo in Piazza San Pietro. Gli umbri, con questa loro presenza così significativa, vogliono anche esprimere al Santo Padre Francesco la loro riconoscenza per essere venuto in Umbria ben quattro volte dall’inizio del suo pontificato. Tanti umbri li ha già incontrati ed altri si spera che possa vederli il 22 mattina, anche perché hanno intenzione di farsi notare con l’Orchestra filarmonica di Spina e gli Sbandieratori di Gubbio».

«Significativa è anche la presenza di 115 giovani delle Opere segno delle nostre Caritas – annuncia il cardinale Bassetti –, tra i quali alcuni della Casa di accoglienza in Kosovo, attivata dalla Caritas umbra nell’autunno del 1999 all’indomani della fine del conflitto nei Balcani. Anche loro non vogliono mancare a questo importante evento di fede, che dimostra i vincoli di comunione e fraternità fra le nostre Chiese umbre. Non è una singola comunità diocesana che si muove in pellegrinaggio per incontrare il successore di Pietro e attraversare la Porta Santa più significativa di tutto il mondo a conclusione dell’Anno Santo, ma nel nostro caso è l’intera regione ad essere rappresentata. Ogni pellegrinaggio ad Petri Sedem ha lo scopo di rafforzare la fede nell’apostolicità della Chiesa e, al tempo stesso, di consolidare i vincoli di comunione con il successore di Pietro».

Il 22 ottobre è il giorno della memoria liturgica di san Giovanni Paolo II, il Papa della Divina Misericordia, che fu molto legato all’Umbria visitandola, nel corso del suo lungo pontificato, dodici volte e sei delle quali recandosi ad Assisi in momenti particolarmente difficili per le sorti della pace nel mondo.

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Il Palio innova ma… non cambia https://www.lavoce.it/il-palio-innova-ma-non-cambia/ Wed, 30 Sep 2015 13:58:27 +0000 https://www.lavoce.it/?p=43551 Un momento del corteo storico durante le celebrazioni per il Palio di San MIchele
Un momento del corteo storico durante le celebrazioni per il Palio di San Michele

Il Palio di san Michele Arcangelo pensa in grande, tenta la svolta, ma, alla fine, resta uguale a se stesso. Questa la sintesi della 38a edizione dei Giochi de le Porte.

Un palio che, da un lato, è volato fino in Cina, con l’esibizione del gruppo sbandieratori di Gualdo Tadino al Festival del turismo di Shangai lo scorso 16 settembre.

Un Palio che ha visto alcune innovazioni introdotte dall’ente Giochi nel corso degli ultimi mesi – all’origine di un notevole strascico di polemiche tra Porta San Facondino e le altre Porte.

Un Palio che, pur osteggiato dalle avverse condizioni del tempo, con un vento gelido che ha caratterizzato tutte e tre le giornate, mettendo in qualche apprensione soprattutto una parte del migliaio di figuranti in leggeri costumi rinascimentali, non è stato bagnato dalla pioggia, come invece già molte altre volte.

Ma, alla fine, nulla di nuovo sotto… il Serrasanta. Premio per il corteo storico – per l’ennesima volta – a Porta San Facondino, grazie a una coreografica e originale rappresentazione del Cantico delle creature di san Francesco, proprio nell’anno dell’enciclica Laudato si’.

Palio, invece, per la tredicesima volta a San Donato, anche se deciso solo all’ultima gara. San Facondino imbattibile nelle gare con gli asini: il velocissimo Indio si permette di infrangere la barriera dei due minuti per il giro del centro storico con il carretto e, pur con la caduta del suo fantino, recupera dall’ultimo posto e dà più di 100 metri di distacco agli altri nella gara della corsa a pelo. Ma non brilla con i tiratori.

San Donato, invece, non brilla con gli asini, ma ha tiratori micidiali e vince entrambe le gare di tiro alla fionda e di tiro con l’arco. Le altre Porte giungono, come negli altri anni, molto attardate e non entrano mai in gara. Pronostici, quindi, ampiamente rispettati, anche se nessuno si attendeva una supremazia così netta dei tiratori giallobianchi e degli asini gialloverdi; cosa che rispecchia un po’ quella che è la storia di questa rievocazione storica, nata nel 1970 come omaggio (anche un po’ ironico) a un’arte – l’allevamento di questi animali da soma – che a Gualdo Tadino nel quartiere della Capezza (quartiere di Porta san Facondino), aveva il suo “centro di formazione”.

Alla fine, però, l’arte di allevare asini e di trasformarli in animali “da corsa” è divenuta un patrimonio anche delle altre Porte in lizza, tanto che in nessuna città dell’Umbria, ma forse d’Italia, questi animali, solitamente derisi e bistrattati, vengono amati, curati e riveriti come a Gualdo Tadino.

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Narni e la sfida dell’Anello https://www.lavoce.it/narni-e-la-sfida-dellanello/ Thu, 17 Apr 2014 10:49:03 +0000 https://www.lavoce.it/?p=24497 corsa-anello-narniÈ una festa che risale al 1371 e come ormai accade da ben 46 edizioni anche quest’anno rivivrà lungo le strade e le piazze di Narni. Torna dal 24 aprile all’11 maggio la Corsa all’anello, con fiaccole e bandiere che vestiranno a festa l’antica città. Nuovi e antichi ospiti animeranno forni e taverne; cortei e gare faranno rivivere le antiche competizioni tra i Terzieri; l’ambiente urbano echeggerà di suoni e rumori provenienti dalle botteghe operose o dal vociare dei personaggi in costume, che daranno vita a veri e propri quadri viventi. Si comincia giovedì 24 aprile (ore 18) con la “Lettura del banno”, alle ore 19 apertura delle taberne con i piatti della tradizione locale e del Medioevo. Ricco e interessante è il programma della manifestazione che tra i tanti eventi proporrà il Grande mercato medioevale, per le vie e le piazze del centro storico, animato da giocoleria, spettacoli per bambini e musica medievale (a partire da sabato 26 aprile). Il Grande corteo storico, che da sempre si tiene la sera precedente la corsa, quest’anno sabato 10 maggio (ore 21): da Piazza dei Priori sfilerà per le vie del centro storico con una suggestiva parata di costumi trecenteschi, che ripropone la processione in onore di San Giovenale, patrono della città. Ad aprirla saranno le Autorità pontificie e comunali, seguite da quelle dei Terzieri, dai cavalieri Giostranti, dalle Corporazioni delle Arti e dalle Famiglie nobili. Uno spettacolo di grande coreografia, illuminato dal chiarore delle fiaccole, animato da musici e sbandieratori, tra gonfaloni e stendardi dell’epoca. Centinaia saranno i figuranti con costumi fedeli alla tradizione, in perfetto stile dell’epoca. Nel corso delle giornate di festa il programma prevede inoltre le Giornate medioevali dei Terzieri, i tre rioni in cui era divisa la città di Narni in epoca medioevale e che si sfidano nella corsa all’anello: Giornata del Terziere Santa Maria, del Terziere Mezule e del Terziere Fra Porta. Sabato 3 maggio (ore 10.30) solenne pontificale del vescovo mons. Vecchi e processione in onore del santo Patrono Giovenale con le reliquie del santo. Domenica 11 maggio (ore 16) si svolgerà la Corsa all’Anello: i cavalieri dei tre terzieri si sfideranno per la conquista dell’anello in una avvincente gara equestre che si tiene al Campo de li Giochi. Seguirà la proclamazione del vincitore con la cerimonia dell’Assegnazione del bravio al miglior Terziere (ore 19). A corollario degli eventi principali la manifestazione offrirà esibizioni di sbandieratori e tamburini; concerti di musica medioevale tra canzoni e stornelli; tornei di giochi medievali per adulti e bambini; cerimonia del battesimo dei cavalieri; gare gastronomiche e banchetti all’uso medioevale; teatro da strada, saltimbanchi ed animazione per bambini; spettacolo di falconeria a cavallo. Tutti i giorni saranno aperte le Taberne, dove poter gustare piatti della tradizione locale all’interno di vere e proprie taverne.

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Il premio Bandiera allo scopritore della “Vita di sant’Ubaldo”: ci ha restituito un tesoro https://www.lavoce.it/il-premio-bandiera-allo-scopritore-della-vita-di-santubaldo-ci-ha-restituito-un-tesoro/ Fri, 11 Apr 2014 08:51:30 +0000 https://www.lavoce.it/?p=24309 Da sinistra: il prof. Sebastiani ed il prof. Dolbeau in Piazza Grande a Gubbio con gli Sbandieratori
Da sinistra: il prof. Sebastiani ed il prof. Dolbeau in Piazza Grande a Gubbio con gli Sbandieratori

Il rapporto di un popolo con il suo santo patrono: è stato questo il filo conduttore della consegna al prof. François Dolbeau, studioso e ricercatore francese di fama internazionale, dell’edizione 2013 (la ventottesima in ordine di tempo) del premio “Bandiera Gubbio”. Il prestigioso riconoscimento, istituito dal gruppo Sbandieratori con l’avallo della civica amministrazione, viene riservato alla città a quanti hanno contribuito a valorizzarne il patrimonio di storia, arte, cultura e tradizione che trova nella “bandiera” sintesi e documentata testimonianza.

Dolbeau ha meritato il riconoscimento per aver scoperto nel 1977 nella Biblioteca universitaria di Bologna la Vita di sant’Ubaldo scritta dal priore tifernate Giordano, coevo del patrono di Gubbio. Un documento fondamentale a lungo inseguito, tradotto da don Angelo Fanucci e pubblicato dalla famiglia dei Santantoniari nel 1979.

“Sono felice – scrisse allora Dolbeau – di aver riportato l’attenzione sulla biografia eccezionale di un santo eccezionale” che “ha lasciato a noi moderni un quadruplice messaggio: di concordia all’interno della città, di resistenza contro i nemici esterni, di compassione verso i malati, di liberazione nei confronti degli ostaggi”.

Il premio gli è stato consegnato dal prof. Giuseppe Sebastiani, fondatore e anima degli Sbandieratori, mentre la motivazione “per averci restituito la parte più preziosa del nostro spirito” è stata letta dal dirigente comunale Raul Caldarelli, in rappresentanza del commissario Maria Luisa D’Alessandro, impossibilitata a intervenire.

La cerimonia è stata introdotta da un brano di “Lume della fede” eseguito dai Cantores beati Ubaldi, cui ha fatto seguito un efficace saluto del prof. Sebastiani, un’efficace presentazione del prof. Cesare Mirabelli (premio Bandiera 2006), presidente emerito della Corte costituzionale, che è riuscito a descrivere con efficacia la personalità del premiato.

Da parte sua Dolbeau si è detto onorato del riconoscimento, così come ha gradito la nomina a presidente onorario del Centro studi ubaldiani conferitagli nei locali attigui alla basilica del Patrono, presenti il vescovo Ceccobelli, l’emerito Bottaccioli, il rettore Panfili, il presidente dei Santubaldari, Minelli, lo studioso prof. Barbi. “Da nessuna parte – ha commentato Dolbeau – ho trovato lo stesso affetto che gli eugubini nutrono per il loro Patrono”.

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Lo straordinario incontro tra papa Francesco e i 7500 pellegrini ternani https://www.lavoce.it/lo-straordinario-incontro-tra-papa-francecsco-e-i-7500-pellegrini-ternani/ Thu, 20 Mar 2014 18:07:56 +0000 https://www.lavoce.it/?p=23683

130-acciaierie-diocesi-terni-udienza-papa-francesco-4 Hanno vissuto una giornata davvero particolare i 7.500 pellegrini che nella mattinata di oggi (giovedì 20 marzo) si sono mossi da Terni alla volta di Roma per partecipare all’udienza speciale con Papa Francesco concessa in occasione dei 130 anni della fondazione delle acciaierie di Terni. Dopo la messa in San Pietro celebrata dal vescovo mons. Ernesto Vecchi, tutti in aula Nervi per l'incontro con Papa Francesco. “Si respirava grande fermento, gioia ed emozione” racconta Elisabetta Lomoro, responsabile delle pagine ternane del nostro settimanale e dell'Ufficio comunicazuoni della diocesi di Terni - Narni - Amelia. La partecipazione ha superato le attese, tanto che non tutti hanno trovato posto in Aula Nervi, con l'attesa aniimata da canti e dagli sbandieratori. In tanti, soprattutto ragazzi delle scuole, hanno seguito l'udienza nell'atrio provvisto di maxi schermi, ma hanno avuto anche loro la possibilità di stringere la mano a Papa Francesco che ha scelto di passare proprio dall'atrio per entrare in aula “Nervi”. E il Papa ha impiegato più di 20 minuti per attaversare le poche decine di metri, salutando bambini che gli offrivano un disegno, malati, anziani e tanta gente che gli tendeva la mano. Tra tutti  i lavoratori che avevano in testa il loro casco. Mons. Vecchi, nel salutare il Papa (leggi qui il discorso) parla di Terni e dei ternani, e avverte che se anche non tutti vanno a messa o pregano, tuttavia “sono di pasta buona!”. Papa Francesco conquista subito i fedeli. Prende in mano i fogli del discorso (leggi qui), ma prima di leggere guarda la folla e dice “ho sentito una cosa da mons. Vecchi, ma se è come ho capito io, non sono d'accordo. Lui ha detto che alcuni di voi hanno perso l'abitudine di pregare. Ma voi avete una faccia tutti buoni! È vero? Non pregate?”. E la sala è scoppiata in un fragoroso appaluso mentre papa Francesco ha aggiunto: “ma non farmi deludere eh! Io credo che tutti voi pregate, sì?”. E poi, il discorso, con i saluti e i ringraziamenti. Uno, in particolare a mons. Ernesto Vecchi “per il servizio che rende alla Chiesa di Terni-Narni-Amelia. È un servizio che fa nel momento della sua vita in cui aveva il diritto di riposare, e invece di riposare continua a lavorare: grazie, Mons. Vecchi, grazie tante!”. Nel discorso parla di “dignità del lavoro”. Ancora alza gli occhi dal foglio. “Alcuni giovani operai che sono senza lavoro, - dice papa Francesco - m’hanno detto questo: “Padre, noi a casa - mia moglie, i miei figli - mangiamo tutti i giorni, perché alla parrocchia, o al club, o alla Croce Rossa ci danno da mangiare. Ma, Padre, io non so cosa significa portare il pane a casa, e io ho bisogno di mangiare, ma ho bisogno di avere la dignità di portare il pane a casa”. (gurda il video dell'incontro su www.vatican.va) Parole che hanno colpito il cuore delle 1.700 persone che lì rappresentavano il mondo del lavoro: in gran parte dipendenti ed ex dipendenti delle Acciaierie, dipendenti della Sgl Carbon,  la cooperativa Actl e Confartigianato. Circa 1.600 erano gli studenti delle scuole rappresentati nelle varie età, dalla scuola primaria di Narni e del “Leonino” di Terni, della “Oberdan”, di Valenza, San Liberato di Narni, Otricoli, a quelli delle secondarie di primo grado della “Giovanni XXIII”, della “Marconi”, “Battisti” di Terni, di Stroncone, Calvi e dell’istituto comprensivo “Garibaldi” di Narni, agli istituti superiori, sia il liceo classico che i licei scientifici, l’istituto tecnico industriale e per geometri, l’istituto tecnico e alberghiero Cesi - Casagrande, l’Ipsia, l’istituto tecnico di Narni. Presente anche il centro sociale “A. Volta” e le Acli, la San Vincenzo de’ Paoli con alcuni assistiti e l’Unitalsi, che accompagnava con i suoi volontari circa 50 disabili e ammalati. Oltre 50 le parrocchie rappresentate, con circa 4.000 pellegrini. All’udienza hanno partecipato i seguenti rappresentanti istituzionali: la presidente della Regione Umbria, il prefetto di Terni Gianfelice Bellesini, il presidente della provincia Feliciano Polli, i sindaci di Terni, di Narni e di Amelia, e gli altri sindaci del comprensorio e dei Comuni della diocesi. Clicca qui per vedere la Fotogallery  ]]>

130-acciaierie-diocesi-terni-udienza-papa-francesco-4 Hanno vissuto una giornata davvero particolare i 7.500 pellegrini che nella mattinata di oggi (giovedì 20 marzo) si sono mossi da Terni alla volta di Roma per partecipare all’udienza speciale con Papa Francesco concessa in occasione dei 130 anni della fondazione delle acciaierie di Terni. Dopo la messa in San Pietro celebrata dal vescovo mons. Ernesto Vecchi, tutti in aula Nervi per l'incontro con Papa Francesco. “Si respirava grande fermento, gioia ed emozione” racconta Elisabetta Lomoro, responsabile delle pagine ternane del nostro settimanale e dell'Ufficio comunicazuoni della diocesi di Terni - Narni - Amelia. La partecipazione ha superato le attese, tanto che non tutti hanno trovato posto in Aula Nervi, con l'attesa aniimata da canti e dagli sbandieratori. In tanti, soprattutto ragazzi delle scuole, hanno seguito l'udienza nell'atrio provvisto di maxi schermi, ma hanno avuto anche loro la possibilità di stringere la mano a Papa Francesco che ha scelto di passare proprio dall'atrio per entrare in aula “Nervi”. E il Papa ha impiegato più di 20 minuti per attaversare le poche decine di metri, salutando bambini che gli offrivano un disegno, malati, anziani e tanta gente che gli tendeva la mano. Tra tutti  i lavoratori che avevano in testa il loro casco. Mons. Vecchi, nel salutare il Papa (leggi qui il discorso) parla di Terni e dei ternani, e avverte che se anche non tutti vanno a messa o pregano, tuttavia “sono di pasta buona!”. Papa Francesco conquista subito i fedeli. Prende in mano i fogli del discorso (leggi qui), ma prima di leggere guarda la folla e dice “ho sentito una cosa da mons. Vecchi, ma se è come ho capito io, non sono d'accordo. Lui ha detto che alcuni di voi hanno perso l'abitudine di pregare. Ma voi avete una faccia tutti buoni! È vero? Non pregate?”. E la sala è scoppiata in un fragoroso appaluso mentre papa Francesco ha aggiunto: “ma non farmi deludere eh! Io credo che tutti voi pregate, sì?”. E poi, il discorso, con i saluti e i ringraziamenti. Uno, in particolare a mons. Ernesto Vecchi “per il servizio che rende alla Chiesa di Terni-Narni-Amelia. È un servizio che fa nel momento della sua vita in cui aveva il diritto di riposare, e invece di riposare continua a lavorare: grazie, Mons. Vecchi, grazie tante!”. Nel discorso parla di “dignità del lavoro”. Ancora alza gli occhi dal foglio. “Alcuni giovani operai che sono senza lavoro, - dice papa Francesco - m’hanno detto questo: “Padre, noi a casa - mia moglie, i miei figli - mangiamo tutti i giorni, perché alla parrocchia, o al club, o alla Croce Rossa ci danno da mangiare. Ma, Padre, io non so cosa significa portare il pane a casa, e io ho bisogno di mangiare, ma ho bisogno di avere la dignità di portare il pane a casa”. (gurda il video dell'incontro su www.vatican.va) Parole che hanno colpito il cuore delle 1.700 persone che lì rappresentavano il mondo del lavoro: in gran parte dipendenti ed ex dipendenti delle Acciaierie, dipendenti della Sgl Carbon,  la cooperativa Actl e Confartigianato. Circa 1.600 erano gli studenti delle scuole rappresentati nelle varie età, dalla scuola primaria di Narni e del “Leonino” di Terni, della “Oberdan”, di Valenza, San Liberato di Narni, Otricoli, a quelli delle secondarie di primo grado della “Giovanni XXIII”, della “Marconi”, “Battisti” di Terni, di Stroncone, Calvi e dell’istituto comprensivo “Garibaldi” di Narni, agli istituti superiori, sia il liceo classico che i licei scientifici, l’istituto tecnico industriale e per geometri, l’istituto tecnico e alberghiero Cesi - Casagrande, l’Ipsia, l’istituto tecnico di Narni. Presente anche il centro sociale “A. Volta” e le Acli, la San Vincenzo de’ Paoli con alcuni assistiti e l’Unitalsi, che accompagnava con i suoi volontari circa 50 disabili e ammalati. Oltre 50 le parrocchie rappresentate, con circa 4.000 pellegrini. All’udienza hanno partecipato i seguenti rappresentanti istituzionali: la presidente della Regione Umbria, il prefetto di Terni Gianfelice Bellesini, il presidente della provincia Feliciano Polli, i sindaci di Terni, di Narni e di Amelia, e gli altri sindaci del comprensorio e dei Comuni della diocesi. Clicca qui per vedere la Fotogallery  ]]>
A Orvieto la seconda edizione de “‘La città del Corpus Domini” https://www.lavoce.it/a-orvieto-la-seconda-edizione-de-la-citta-del-corpus-domini/ Fri, 28 Feb 2014 12:27:31 +0000 https://www.lavoce.it/?p=22832 La passata edizione (foto M. Achilli)
La passata edizione (foto M. Achilli)

Il 21 febbraio è stata presentata in conferenza stampa la seconda edizione de “La città del Corpus Domini”.

All’incontro hanno partecipato, tra gli altri, il vescovo Benedetto Tuzia, il presidente della Fondazione Cassa di risparmio di Orvieto Vincenzo Fumi, il consigliere regionale Fausto Galanello, il presidente del Consiglio comunale Marco Frizza, l’assessore comunale alla Cultura Marco Marino, il presidente dell’Opera del duomo di Orvieto Francesco Venturi, il direttore artistico di Artè Maurizio Panici e il direttore organizzativo di Artè Enrico Paolini.

Organizzato da Artè teatro stabile d’innovazione, dalla Fondazione Cassa di risparmio di Orvieto, dalla Regione Umbria e dal Comune di Orvieto, in collaborazione con il ministero per i Beni e le attività culturali, la diocesi di Orvieto-Todi, l’Opera del duomo di Orvieto, la Camera di commercio di Terni, l’associazione Astro e Engineering, l’evento avrà luogo, quest’anno, sabato 14 giugno sempre nella splendida cornice di piazza Duomo.

Dopo il grande successo della passata edizione, la manifestazione – nata per il 750° anniversario del miracolo eucaristico di Bolsena (1263) e dell’istituzione della solennità del Corpus Domini (1264) e in occasione del biennio giubilare straordinario 2013-2014, concesso alla diocesi da Papa Benedetto XVI – torna a proporsi come una grande giornata di festa e di riflessione spirituale, in cui coniugare un momento importante di raccoglimento e di incontro intorno al mistero del Corpus Domini ed un evento spettacolare che riporta alla fastosità delle grandi feste di piazza medievali.

L’obiettivo – affermano gli organizzatori – è quello di creare un evento che diventi appuntamento fisso nell’ambito delle celebrazioni del Corpus Domini, sia per la comunità cittadina, sia per i tanti fedeli che ogni anno giungono ad Orvieto.

Fulcro dell’evento è la rappresentazione del dramma sacro Miracolo de lo Sacro Corporale nell’interpretazione di un nutrito gruppo di attori affermati nel panorama teatrale nazionale, accompagnato da una grande festa medievale di piazza che si richiama alla storia di Orvieto. Da qui il collegamento con il prestigioso Corteo storico della città e il coinvolgimento delle rappresentanze della Partita a scacchi di Marostica e degli Sbandieratori dei borghi e sestieri fiorentini, che per l’occasione omaggiano Orvieto con una numerosa ambasceria.

La giornata avrà inizio alle ore 17.30 in piazza Duomo con la rievocazione della festa medievale e la “partita a scacchi” con personaggi in costume d’epoca tra la città di Marostica e la città di Orvieto. Parteciperanno una rappresentanza (50-60 figuranti) del prestigioso Corteo storico di Orvieto, una rappresentanza (50-60 figuranti) della Partita storica a scacchi di Marostica a personaggi viventi (una tra le più importanti manifestazioni storiche della tradizione italiana, riconosciuta “Patrimonio d’Italia per la tradizione” dal ministero del Turismo) e una rappresentanza (50-60 figuranti) degli Sbandieratori fiorentini. Condurrà la partita il “giullar cortese” Gianluca Foresi, mentre la consulenza storico-scientifica è di Silvio Manglaviti e il coordinamento artistico di Maurizio Panici.

A seguire, in vari ristoranti di Orvieto, è possibile partecipare alla cena medievale, per tornare poi in piazza, dove alle ore 22 avrà luogo l’attesa rappresentazione del Miracolo de lo Sacro Corporale. Info: tel. 0763 340493 (dal giovedì al sabato ore 10-13 e 16-18) e www.teatromanci- nelli.com.

Lo spettacolo

La rappresentazione Miracolo de lo Sacro Corporale è un libero adattamento di Giuseppe Baiocco del dramma sacro di anonimo del 1300. La sacra rappresentazione del miracolo di Bolsena, riproposta con moderne tecnologie visuali e acustiche, vuole essere un contributo spettacolare inserito in un momento più grande di attenzione e preghiera per una delle festività più rappresentative della cultura cristiana. La regia è del direttore artistico di Artè Maurizio Panici, mentre la parte scenografica-visuale è curata da Paolo Miccichè e le luci sono di Roberto Rocca. Tra gli attori, nei ruoli più importanti, figurano Paola Gassman, Luigi Diberti, Renato Campese e Alessandro Federico.

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Gubbio: Parco della Riconciliazione e premio “Lupo di Gubbio” https://www.lavoce.it/gubbio%e2%80%88parco-della-riconciliazione-e-premio-lupo-di-gubbio/ Thu, 05 Sep 2013 09:41:25 +0000 https://www.lavoce.it/?p=18816 Mons. Ceccobelli, con la D’Alessandro e la Marini al parco della Riconciliazione
Mons. Ceccobelli, con la D’Alessandro e la Marini al parco della Riconciliazione

Una data da ricordare per il suo significato: il 3 settembre, a conclusione della tre-giorni lungo il “Sentiero di Francesco”, un inno alla pace e alla riconciliazione, la zona circostante la chiesa di Santa Maria della Vittoria (la “Vittorina”) è stata battezzata “Parco della Riconciliazione”. È stato mons. Mario Ceccobelli, insieme al commissario Maria Luisa D’Alessandro e alla presidente della Regione Catiuscia Marini, a scoprire la targa, concludendo un iter giunto a termine in concomitanza con l’epilogo della quinta edizione del pellegrinaggio “Il Sentiero di Francesco. Da Assisi a Gubbio”.

“Oggi è un gran giorno per Gubbio – ha detto mons. Ceccobelli -: viene riconosciuta l’opera di dialogo e pacificazione di frate Francesco, che in questo luogo ammansì il feroce lupo (cap. 21 dei Fioretti). Gubbio, sua seconda patria, dove operò la conversione interiore alla santità, a contatto con la popolazione più debole”.

Moltissimi i pellegrini, circa 600, anche per effetto del nome scelto dal nuovo Pontefice. Sono stati padre Francesco, gli Sbandieratori di Gubbio e di Assisi, gli uffici pastorali diocesani, le forze di pubblica sicurezza, le Famiglie ceraiole, Eugubini nel mondo, Maggio eugubino, “Gubbio fa centro”, l’Università dei muratori, i Custodi del sacro fuoco della pace, gli on. Giulietti e Verini, il vice sindaco di Assisi Lunghi, i consiglieri regionali Smacchi e Goracci, il sindaco di Valfabbrica Anastasi e una nutrita folla di cittadini ad accogliere il corteo dei pellegrini. Italiani e stranieri, questi hanno marciato con al fianco alcuni lupi forniti dall’associazione Affidatari allevatori del lupo italiano, partiti da Assisi dopo il convegno “Custodire il creato per un futuro sostenibile” promosso dalla Cei per celebrare l’ottava Giornata per la custodia del creato.

All’arrivo alla Vittorina, alcuni bambini, con il fuoco dei Custodi del fuoco della pace, hanno acceso 23 lampade in ricordo delle guerre ancora in corso. La serata si è conclusa nel convento di San Francesco prima con una messa e quindi, nel chiostro della Pace, con una serata allietata dalla corale Cantores Beati Ubaldi e sottolineata da importanti testimonianze.

In conclusione, la consegna del premio internazionale “Lupo di Gubbio” (un’opera del ceramista Rampini) all’Enpa – Ente nazionale per la protezione degli animali e al gruppo Novamont, che produce Mater-Bi, bioplastica eco-compatibile. Un’edizione “green”, con la presenza di diversi giornalisti della rete ambientale Greenaccord.

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Il Palio dei Terzieri https://www.lavoce.it/il-palio-dei-terzieri/ Thu, 01 Aug 2013 08:13:27 +0000 https://www.lavoce.it/?p=18542 palio-terzieri-città-della-pieveLunedì 12 agosto si parte. Stanno lavorando a pieno ritmo i volontari dei terzieri Borgo Dentro, Casalino e Castello, coadiuvati dall’Amministrazione comunale di Città della Pieve, per l’ormai imminente edizione del Palio dei Terzieri. La spettacolare rievocazione storica si protrarrà fino a domenica 25 agosto, giornata in cui si disputerà l’attesa Caccia del Toro: una gara di tiro con l’arco preceduta dal corteo di centinaia di figuranti in costume storico del Rinascimento, in omaggio al maestro Pietro Vannucci, cui Città della Pieve ha dato i natali. Lunedì 12 agosto sarà il terziere Casalino a dare il via ai festeggiamenti, con la rappresentazione della Bottega dell’Arte agli Orti del Vescovo alle 21.30. Il 13, 14 e 16 agosto il tradizionale appuntamento con la Fiera di San Rocco, patrono del terziere Castello: botteghe, mercati d’epoca e spettacoli di strada. Il 15 agosto, in piazza Plebiscito alle 17.30, Lancio della Sfida tra i Terzieri, con la riconsegna solenne del Palio da parte del terziere Castello che lo ha conquistato nella Caccia del Toro 2012 e la proclamazione dei bandi di sfida degli avversari. Venerdì 16 alle 22 Festa a Palazzo e spettacolo al cospetto del Magnifico Priore del terziere Castello e sabato 17 la rievocazione degli Sgherri di Balìa del terziere Borgo Dentro, a partire dalle 22: esibizione con armi e costumi d’epoca; domenica 18 spettacolo della Compagnia dell’Orca del Borgo Dentro nel giardino della Rocca alle 21.30. Lunedì 19 e martedì 20 alle 21.30 il terziere Casalino organizza la Festa in Armi e la rievocazione storica La Notte del Barbacane. Giochi e spettacoli itineranti mercoledì 21 e giovedì 22 dalle ore 19, con il De Burgi gaudio del Borgo Dentro. Venerdì 23 alle 21.30 concerto di musica rinascimentale organizzato dall’Amministrazione comunale a Palazzo della Corgna e sabato 24 spettacolo di bandiere fluorescenti della Compagnia Sbandieratori e Musici di Città della Pieve alle ore 22.30. Gran finale nel pomeriggio di domenica 25 agosto con la Caccia del Toro al Campo di Santa Lucia. Lo spettacolo inizia con il corteo delle rappresentanze dei terzieri in costume storico che sfilano fino al campo dei giochi, accompagnando il gruppo dei propri arcieri; in testa la rappresentanza delle autorità comunali, Podestà e Priori, che conducono in campo l’agognato guiderdone: l’arazzo dipinto dall’artista Antonio Marroni, su cui campeggiano i monumenti simbolo della città e i veri protagonisti della gara, arcieri e maestro di campo.

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Bandiere che sanno volare e danzare https://www.lavoce.it/bandiere-che-sanno-volare-e-danzare/ Thu, 22 May 2008 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=6681 Terra di condottieri (da Ascanio della Corgna a Braccio di Montone, al Gattamelata), di artisti (dal Perugino ad Arnolfo da Cambio) e di santi. Ma anche terra di sbandieratori, che appartengono alla sua storia. Oggi gli sbandieratori dell’Umbria ‘ 9 i gruppi attivi – sono strumento di promozione turistica e di legame con gli italiani all’estero. Sulle loro bandiere ‘ un tempo commissionate dai nobili o dal Papa – sono cuciti i simboli delle città, fiorenti e bellicose nel Medioevo, e stilemi del primordiale popolo umbro. Esistono scuole di bandiera ad Assisi, Narni e Gualdo Tadino. Il 29 giugno, a Gualdo Tadino, si terrà la seconda Parata dell’Umbria (la prima fu ad Amelia nel 2007). ‘Per imparare a sbandierare – spiega il responsabile del gruppo gualdese, Luca Centini – occorre qualche anno, prima di integrarsi in uno vero spettacolo. D’inverno ci si allena una volta alla settimana, in primavera si passa a tre volte. All’avvicinarsi della manifestazione ci esercitiamo per cinque giorni di fila’. I bandieranti dell’UmbriaIl gruppo più antico di sbandieratori è probabilmente quello di Gubbio. Nel 1435, come testimoniano antichi documenti, c’era già un gruppo di vessilliferi. I fregi delle bandiere ‘da svolazzare’ venivano commissionati all’abile pennello di Luca Petruccio, artista celebre per le maioliche a lustro. L’attuale gruppo di sbandieratori eugubini si è costituito nel 1969. In 39 anni di attività i bandieranti di Gubbio hanno partecipato ad 1.551 manifestazioni in 38 nazioni (una ventina oltreoceano), esibendosi davanti a circa 55 milioni di persone. ‘Tra musici e sbandieratori siamo in 60 – afferma il loro presidente Giuseppe Sebastiani. – Oggi tuttavia stentiamo a trovare nuove disponibilità fra i giovani, sia di sbandieratori, sia di suonatori di chiarine, timpani e percussioni’. Gli sbandieratori di Assisi nascono nell’ottobre 1975, quale colorato tassello del Calendimaggio. Il 1982 è l’anno delle prime trasferte all’estero, fra cui New York e Monaco. ‘Facciamo – afferma Francesco Mancinelli – uno spettacolo moderno, reinventato per i nostri giorni. Ad Assisi c’è stato un ricambio generazionale grazie alla scuola di bandiera fondata nel 1999 assieme all’istituto scolastico comprensivo Assisi Uno. Siamo in 45, fra sbandieratori e musici; gli allievi sono 50’. Il gruppo sbandieratori di Gualdo Tadino, 32 persone fra sbandieratori, tamburini e portavessilli), nasce per i Giochi de le Porte, festa medievale d’estate. Sulle loro bandiere rosse, bianche e nere è stilizzato il rosone della concattedrale di San Benedetto, simbolo della città di Gualdo Tadino. Nel 2004 la sede stabiliscono nei sotterranei dell’antica chiesa di Santa Chiara e, nel maggio 2005, diventano associazione sportiva ‘Sbandieratori e musici Città di Gualdo’. Hanno partecipato a circa 400 manifestazioni, in Italia e all’estero. La scuola di bandiera è attualmente frequentata da 6 giovani, di età compresa fra gli 11 e 14 anni. La compagnia sbandieratori e musici di Città della Pieve è del 1980. Composta da vessilli, tamburi, chiarine, propone anche uno spettacolo notturno con bandiere fluorescenti, al buio. In 23 anni di attività, ha fatto 500 spettacoli in Italia, Francia, Germania, Olanda, Grecia e Tunisia. Dal 1994, anno della sua fondazione, il gruppo sbandieratori Città di Amelia si è esibito in Italia e in Europa. ‘Piazze nelle quali i nostri vessilli variopinti – afferma il responsabile Federico Fanelli – hanno volteggiato tenendo alto il nome dell’Italia e dell’antica e nobile città di Amelia’. Nel novembre 2009 gli sbandieratori di Narni festeggeranno 30 anni. ‘La nostra scuola di bandiera conta 8 bambini e 2 tamburini – dice il responsabile Alessio Rubini. – Per le nostre bandiere ci ispiriamo alle insegne del capitano di ventura Erasmo da Narni il Gattamelata’. Fondati nel 1980, hanno dato spettacolo in Belgio, Francia, Lussemburgo, Germania, Inghilterra, Spagna, Stati Uniti e Svizzera. Gli sbandieratori di San Gemini si sono esibiti anche in Israele, Australia, Giappone e negli Usa. Sono 35 persone fra bandieranti e musici. ‘I costumi dei bandierai – spiega Andrea Sustrico – recano gli stemmi delle casate nobili dei capitani del popolo, a capo di San Gemini fra l’Alto e il Basso Medioevo’. Il gruppo sbandieratori e musici di Montefalco nacque nel 1996, per i quattro Quartieri che d’agosto gareggiano nella ‘Fuga del bove’. Formato da una sessantina di elementi tra sbandieratori, musici e chiarine, partecipa alle Parate nazionali della bandiera sin dal 1997. Nel 1975 a Foligno, con Marcello Formica, cavaliere di giostra al rione Pugilli, arrivarono anche i primi sbandieratori da Ascoli. Nel 1976 nacque ufficialmente il gruppo sbandieratori del rione Pugilli. A Nocera Umbra, in agosto, c’è il Palio dei quartieri: borgo San Martino ha l’unico gruppo di sbandieratori, il più recente nato in Umbria.

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