Sant'Ercolano Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/santercolano/ Settimanale di informazione regionale Thu, 07 Nov 2024 09:55:04 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg Sant'Ercolano Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/santercolano/ 32 32 Sodalizio San Martino: 450 anni a servizio di poveri e “vergognosi” https://www.lavoce.it/sodalizio-san-martino-450-anni-a-servizio-di-poveri-e-vergognosi/ https://www.lavoce.it/sodalizio-san-martino-450-anni-a-servizio-di-poveri-e-vergognosi/#respond Thu, 07 Nov 2024 09:55:04 +0000 https://www.lavoce.it/?p=78428

Quest’anno il Sodalizio San Martino di Perugia, benemerita istituzione laica di carità, compie 450 anni (1574-2024). In occasione delle feste dei Santi Ercolano e Martino, La Voce dedica al Sodalizio un inserto nel numero in edicola questo fine settimana raccontandone la storia e l’attualità. Quattro secoli e mezzo senza dimostrarli, restando al passo con i tempi, al servizio degli anziani e tessendo rapporti di collaborazione con le istituzioni civili e religiose senza rinunciare alla sua autonomia come si evince fin dalle antiche “tavole di fondazione”, “costituzioni” e “statuti”. Del passato del Sodalizio ne ha parlato recentemente il suo presidente, il magistrato a riposo Alfredo Arioti Branciforti, durante un incontro con la presidente della Regione Donatella Tesei e la sindaca di Perugia Vittoria Ferdinandi. Entrambe hanno espresso parole di vivo apprezzamento e gratitudine per l’opera svolta dal Sodalizio in campo sociale contribuendo non poco al bene comune. Nella circostanza il presidente Arioti Branciforti ha commentato: «Quattrocentocinquanta anni sono tanti vedendoci sempre in prima linea nella tutela del sociale, delle persone che erano e che sono più deboli. Il Sodalizio è riuscito a sopravvivere tutti questi anni, secoli, perché si è adeguato alle circostanze, agli eventi, alla storia. [gallery td_select_gallery_slide="slide" ids="78438,78433,78442,78435,78437,78434,78439,78440,78441"]

Sodalizio: l'inizio come Confraternita

Siamo nati come per tutelare i poveri e i “vergognosi”. Questi ultimi erano le persone abbienti che, per circostanze della vita, perdevano tutto e si vergognavano dell’elemosina. Da queste persone è nata la “Confraternita di San Martino”, che presentava 80 confrati per ciascuno dei cinque rioni medioevali di Perugia per un totale di 400 confrati (numero tutt’ora mantenuto, n.d.r.). Erano tanti in un’epoca in cui la città aveva solo 25mila abitanti; questo perché dovevano andare a cercare i “vergognosi” per poterli aiutare. Con il passare del tempo il Sodalizio ha iniziato a tutelare anche gli orfani di famiglie indigenti, poi si è dedicato agli ospedali, alle scuole materne, fino ad arrivare a noi con il dedicarsi agli anziani. È stata l’idea di un nostro confratello, Mario Bellucci, di costruire la “Residenza San Martino”, una cittadella nella città. C’è il teatro, il ristorante, la chiesa, la biblioteca…, una realtà interessante. Tutto questo per ospitare dignitosamente gli anziani, i più dimenticati e considerati, addirittura, un peso, soprattutto coloro che non sono autosufficienti». Il presidente ha concluso con un monito a sé stesso e a quanti sono chiamati ad amministrare anche la cosa pubblica: «Più che criticare chi ci ha preceduto nel governo, occorre rimboccarsi le maniche e lavorare per il bene comune, per il bene degli altri perché noi siamo destinati a servire gli altri, non ad essere serviti. Questo è il principio base del nostro Sodalizio, un esempio-insegnamento anche per chi è chiamato a governare la società intera». Il Sodalizio di San Martino è considerato dalla città di Perugia «parte integrante della propria migliore storia» e «punto di riferimento dei valori umani e sociali più alti», conferendogli il Consiglio comunale, nel 1992, l’Iscrizione all’Albo d’Oro della Città.

I beni e servizi del Sodalizio

La sua eccellente opera di accoglienza-assistenza alle persone anziane è garantita anche dai proventi derivanti dalla rendita di beni ricevuti nel tempo, tra donazioni e lasciti, dando oggi lavoro a circa novanta persone. Tra i beni menzioniamo la storica Farmacia e la fiorente Azienda Agraria. Non va trascurato il suo patrimonio storico-artistico, come la chiesa monumentale di Sant’Ercolano e il Centro di arte e cultura “Fuseum”.

Le due imminenti festività

La festa di Sant’Ercolano, patrono della Città e dell’Università, sarà celebrata sabato 9 e domenica 10 novembre, nell’omonima chiesa, con due messe solenni: sabato, alle ore 11, presieduta dal vicario generale mons. Simone Sorbaioli insieme ai parroci del centro storico; domenica, alle ore 10.30, presieduta dall’arcivescovo mons. Ivan Maffeis, alla presenza dei rappresentanti delle Istituzioni civili, accademiche e del Sodalizio, animata dal coro de “I Madrigalisti di Perugia”. La festa di San Martino sarà celebrata martedì 12, alle ore 16.30, nella Biblioteca del Sodalizio, presieduta sempre dall’arcivescovo, a cui parteciperanno gli ospiti con i loro familiari, il personale, i membri del Consiglio di Amministrazione e i confrati che vorranno unirsi. La festa proseguirà presso il ristorante della struttura con un’agape fraterna all’insegna dello spirito di accoglienza e condivisione che contraddistingue da 450 anni il San Martino.]]>

Quest’anno il Sodalizio San Martino di Perugia, benemerita istituzione laica di carità, compie 450 anni (1574-2024). In occasione delle feste dei Santi Ercolano e Martino, La Voce dedica al Sodalizio un inserto nel numero in edicola questo fine settimana raccontandone la storia e l’attualità. Quattro secoli e mezzo senza dimostrarli, restando al passo con i tempi, al servizio degli anziani e tessendo rapporti di collaborazione con le istituzioni civili e religiose senza rinunciare alla sua autonomia come si evince fin dalle antiche “tavole di fondazione”, “costituzioni” e “statuti”. Del passato del Sodalizio ne ha parlato recentemente il suo presidente, il magistrato a riposo Alfredo Arioti Branciforti, durante un incontro con la presidente della Regione Donatella Tesei e la sindaca di Perugia Vittoria Ferdinandi. Entrambe hanno espresso parole di vivo apprezzamento e gratitudine per l’opera svolta dal Sodalizio in campo sociale contribuendo non poco al bene comune. Nella circostanza il presidente Arioti Branciforti ha commentato: «Quattrocentocinquanta anni sono tanti vedendoci sempre in prima linea nella tutela del sociale, delle persone che erano e che sono più deboli. Il Sodalizio è riuscito a sopravvivere tutti questi anni, secoli, perché si è adeguato alle circostanze, agli eventi, alla storia. [gallery td_select_gallery_slide="slide" ids="78438,78433,78442,78435,78437,78434,78439,78440,78441"]

Sodalizio: l'inizio come Confraternita

Siamo nati come per tutelare i poveri e i “vergognosi”. Questi ultimi erano le persone abbienti che, per circostanze della vita, perdevano tutto e si vergognavano dell’elemosina. Da queste persone è nata la “Confraternita di San Martino”, che presentava 80 confrati per ciascuno dei cinque rioni medioevali di Perugia per un totale di 400 confrati (numero tutt’ora mantenuto, n.d.r.). Erano tanti in un’epoca in cui la città aveva solo 25mila abitanti; questo perché dovevano andare a cercare i “vergognosi” per poterli aiutare. Con il passare del tempo il Sodalizio ha iniziato a tutelare anche gli orfani di famiglie indigenti, poi si è dedicato agli ospedali, alle scuole materne, fino ad arrivare a noi con il dedicarsi agli anziani. È stata l’idea di un nostro confratello, Mario Bellucci, di costruire la “Residenza San Martino”, una cittadella nella città. C’è il teatro, il ristorante, la chiesa, la biblioteca…, una realtà interessante. Tutto questo per ospitare dignitosamente gli anziani, i più dimenticati e considerati, addirittura, un peso, soprattutto coloro che non sono autosufficienti». Il presidente ha concluso con un monito a sé stesso e a quanti sono chiamati ad amministrare anche la cosa pubblica: «Più che criticare chi ci ha preceduto nel governo, occorre rimboccarsi le maniche e lavorare per il bene comune, per il bene degli altri perché noi siamo destinati a servire gli altri, non ad essere serviti. Questo è il principio base del nostro Sodalizio, un esempio-insegnamento anche per chi è chiamato a governare la società intera». Il Sodalizio di San Martino è considerato dalla città di Perugia «parte integrante della propria migliore storia» e «punto di riferimento dei valori umani e sociali più alti», conferendogli il Consiglio comunale, nel 1992, l’Iscrizione all’Albo d’Oro della Città.

I beni e servizi del Sodalizio

La sua eccellente opera di accoglienza-assistenza alle persone anziane è garantita anche dai proventi derivanti dalla rendita di beni ricevuti nel tempo, tra donazioni e lasciti, dando oggi lavoro a circa novanta persone. Tra i beni menzioniamo la storica Farmacia e la fiorente Azienda Agraria. Non va trascurato il suo patrimonio storico-artistico, come la chiesa monumentale di Sant’Ercolano e il Centro di arte e cultura “Fuseum”.

Le due imminenti festività

La festa di Sant’Ercolano, patrono della Città e dell’Università, sarà celebrata sabato 9 e domenica 10 novembre, nell’omonima chiesa, con due messe solenni: sabato, alle ore 11, presieduta dal vicario generale mons. Simone Sorbaioli insieme ai parroci del centro storico; domenica, alle ore 10.30, presieduta dall’arcivescovo mons. Ivan Maffeis, alla presenza dei rappresentanti delle Istituzioni civili, accademiche e del Sodalizio, animata dal coro de “I Madrigalisti di Perugia”. La festa di San Martino sarà celebrata martedì 12, alle ore 16.30, nella Biblioteca del Sodalizio, presieduta sempre dall’arcivescovo, a cui parteciperanno gli ospiti con i loro familiari, il personale, i membri del Consiglio di Amministrazione e i confrati che vorranno unirsi. La festa proseguirà presso il ristorante della struttura con un’agape fraterna all’insegna dello spirito di accoglienza e condivisione che contraddistingue da 450 anni il San Martino.]]>
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Festa di Sant’Ercolano, vescovo e martire, patrono della città e dell’Università https://www.lavoce.it/festa-di-santercolano-vescovo-e-martire-patrono-della-citta-e-delluniversita/ https://www.lavoce.it/festa-di-santercolano-vescovo-e-martire-patrono-della-citta-e-delluniversita/#respond Thu, 09 Nov 2023 16:31:28 +0000 https://www.lavoce.it/?p=73925 sant'ercolano

A Perugia, domenica 12 novembre (ore 10.30), nella suggestiva chiesa trecentesca a pianta ottagonale intitolata a Sant’Ercolano, vescovo e martire, patrono della città e dell’Università degli Studi, l’arcivescovo monsignor Ivan Maffeis, insieme al rettore don Francesco Benussi, presiederà la celebrazione eucaristica del dies natalis del Santo Patrono martirizzato per mano dei goti di Totila il 7 novembre dell’anno 547 (come annoverano antichi martiriologi).

Sant’Ercolano Defensor civitatis

Ercolano, definito dalla storiografia il vescovo defensor civitatis, si oppose, fino a sacrificare la vita, all’assedio dei barbari durato due anni, risparmiando ai perugini atrocità e devastazioni. Gesto che fu visto dai suoi concittadini, sottolinea il rettore don Benussi citando i Dialoghi di san Gregorio Magno, come una manifestazione ulteriore della magistratura di defensor civitatis che il Santo vescovo esercitava.

Il cero votivo

Alla celebrazione di domenica in Sant’Ercolano, animata dal coro dei Madrigalisti di Perugia, parteciperanno i rappresentanti dell’Istituzioni civili ed accademiche del capoluogo umbro e del Sodalizio di San Martino, la benemerita istituzione laica di carità risalente al secolo XVI proprietaria della chiesa del Santo Patrono. Sarà rinnovato da parte del sindaco di Perugia l’omaggio del cero votivo posto accanto al reliquiario di Sant’Ercolano, come segno di devozione al defensor civitatis affinché la sua testimonianza umana e cristiana illumini sempre il cammino del popolo perugino.

Amore e dedizione

"La memoria di Sant’Ercolano -commenta il rettore don Benussi- trasmette il suo messaggio di amore e dedizione per la città e la rende attuale nel contesto storico del nostro tempo, anche per la presenza all’interno della chiesa omonima di un sacrario militare. Quest’ultimo, in quanto simbolo del sacrificio dei caduti in guerra, ci invita a considerare l’assurdità di avvenimenti simili, di cui è costellata la storia. Il culto del santo defensor civitatis è quindi riferimento per la comunità, sia religiosa sia civile, che a lui chiede di allontanare le minacce di violenza del tempo presente".

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sant'ercolano

A Perugia, domenica 12 novembre (ore 10.30), nella suggestiva chiesa trecentesca a pianta ottagonale intitolata a Sant’Ercolano, vescovo e martire, patrono della città e dell’Università degli Studi, l’arcivescovo monsignor Ivan Maffeis, insieme al rettore don Francesco Benussi, presiederà la celebrazione eucaristica del dies natalis del Santo Patrono martirizzato per mano dei goti di Totila il 7 novembre dell’anno 547 (come annoverano antichi martiriologi).

Sant’Ercolano Defensor civitatis

Ercolano, definito dalla storiografia il vescovo defensor civitatis, si oppose, fino a sacrificare la vita, all’assedio dei barbari durato due anni, risparmiando ai perugini atrocità e devastazioni. Gesto che fu visto dai suoi concittadini, sottolinea il rettore don Benussi citando i Dialoghi di san Gregorio Magno, come una manifestazione ulteriore della magistratura di defensor civitatis che il Santo vescovo esercitava.

Il cero votivo

Alla celebrazione di domenica in Sant’Ercolano, animata dal coro dei Madrigalisti di Perugia, parteciperanno i rappresentanti dell’Istituzioni civili ed accademiche del capoluogo umbro e del Sodalizio di San Martino, la benemerita istituzione laica di carità risalente al secolo XVI proprietaria della chiesa del Santo Patrono. Sarà rinnovato da parte del sindaco di Perugia l’omaggio del cero votivo posto accanto al reliquiario di Sant’Ercolano, come segno di devozione al defensor civitatis affinché la sua testimonianza umana e cristiana illumini sempre il cammino del popolo perugino.

Amore e dedizione

"La memoria di Sant’Ercolano -commenta il rettore don Benussi- trasmette il suo messaggio di amore e dedizione per la città e la rende attuale nel contesto storico del nostro tempo, anche per la presenza all’interno della chiesa omonima di un sacrario militare. Quest’ultimo, in quanto simbolo del sacrificio dei caduti in guerra, ci invita a considerare l’assurdità di avvenimenti simili, di cui è costellata la storia. Il culto del santo defensor civitatis è quindi riferimento per la comunità, sia religiosa sia civile, che a lui chiede di allontanare le minacce di violenza del tempo presente".

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Ricorrenza della traslazione delle reliquie del patrono Ercolano, vescovo e martire https://www.lavoce.it/ricorrenza-della-traslazione-delle-reliquie-del-santo-patrono-ercolano-vescovo-e-martire/ Sat, 04 Mar 2023 17:06:38 +0000 https://www.lavoce.it/?p=70725 santo patrono ercolano

Domenica 5 marzo, alle ore 10,30, presso la chiesa di Sant’Ercolano a Perugia, si terrà la solenne celebrazione eucaristica della ricorrenza della traslazione delle reliquie del Santo patrono della città nella omonima chiesa a lui dedicata, compiuta il primo marzo del 1609 dal vescovo Napoleone Comitoli.

Questi, infatti, sin dal 1591 si era adoperato per il restauro e la riappropriazione della chiesa dedicata a Sant’Ercolano, edificio che fino a quel momento versava in una condizione di abbandono: il primo marzo del 1609 una imponente processione, con grande concorso sia di clero che di popolo, si snodò fino alla chiesa recuperata al culto, ove con una solenne cerimonia venne reso tributo al Santo che i perugini da tempo immemore avevano eletto loro patrono.

Identità della città e della fede cristiana

"La celebrazione di domenica 5 marzo -sottolinea don Francesco Benussi, rettore della chiesa di Sant’Ercolano- che sarà animata dai Madrigalisti di Perugia diretti dal Maestro Mauro Presazzi, significa riappropriarsi dell’identità della città e della fede cristiana, le quali sono intimamente legate tra loro, e al contempo ribadire i valori civili più alti: quelli di una convivenza intesa come luogo di premura reciproca e di assunzione di responsabilità, aspetti questi che Sant’Ercolano ha incarnato in vita e nel suo martirio".

Messa in ricordo del Maestro Mauro Chiocci

Domenica 12 marzo, inoltre, sempre presso la chiesa dedicata al santo patrono vescovo e martire, nella messa delle ore 10,30 si pregherà in suffragio dell’amato e stimato Maestro Mauro Chiocci, fondatore dei Madrigalisti di Perugia, a cui fu sempre cara la chiesa del Santo patrono, a quattro anni dalla scomparsa.

Rassegna corale Cantare la Quaresima

Proprio al Maestro Chiocci si deve l’istituzione della tradizionale rassegna corale quaresimale nella chiesa di Sant’Ercolano Cantare la Quaresima, che quest’anno prevede due appuntamenti di elevazione spirituale:  domenica 19 marzo, alle ore 18 con il coro Nova Schola Cantorum di Nepi (in provincia di Viterbo) , diretto dal Maestro Laura Ammannato e sabato 25 marzo, alle ore 18, con il concerto di tre formazioni perugine: il Coro Polifonico Feliciano, diretto dal Maestro Maria Chiara Franceschelli, il Coro Polifonico Soavis Sonus, diretto dal Maestro Maria Andrea Burini, e il Gruppo Vocale Santa Maria di Colle, diretto dal Maestro Giuliana Milletti.

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santo patrono ercolano

Domenica 5 marzo, alle ore 10,30, presso la chiesa di Sant’Ercolano a Perugia, si terrà la solenne celebrazione eucaristica della ricorrenza della traslazione delle reliquie del Santo patrono della città nella omonima chiesa a lui dedicata, compiuta il primo marzo del 1609 dal vescovo Napoleone Comitoli.

Questi, infatti, sin dal 1591 si era adoperato per il restauro e la riappropriazione della chiesa dedicata a Sant’Ercolano, edificio che fino a quel momento versava in una condizione di abbandono: il primo marzo del 1609 una imponente processione, con grande concorso sia di clero che di popolo, si snodò fino alla chiesa recuperata al culto, ove con una solenne cerimonia venne reso tributo al Santo che i perugini da tempo immemore avevano eletto loro patrono.

Identità della città e della fede cristiana

"La celebrazione di domenica 5 marzo -sottolinea don Francesco Benussi, rettore della chiesa di Sant’Ercolano- che sarà animata dai Madrigalisti di Perugia diretti dal Maestro Mauro Presazzi, significa riappropriarsi dell’identità della città e della fede cristiana, le quali sono intimamente legate tra loro, e al contempo ribadire i valori civili più alti: quelli di una convivenza intesa come luogo di premura reciproca e di assunzione di responsabilità, aspetti questi che Sant’Ercolano ha incarnato in vita e nel suo martirio".

Messa in ricordo del Maestro Mauro Chiocci

Domenica 12 marzo, inoltre, sempre presso la chiesa dedicata al santo patrono vescovo e martire, nella messa delle ore 10,30 si pregherà in suffragio dell’amato e stimato Maestro Mauro Chiocci, fondatore dei Madrigalisti di Perugia, a cui fu sempre cara la chiesa del Santo patrono, a quattro anni dalla scomparsa.

Rassegna corale Cantare la Quaresima

Proprio al Maestro Chiocci si deve l’istituzione della tradizionale rassegna corale quaresimale nella chiesa di Sant’Ercolano Cantare la Quaresima, che quest’anno prevede due appuntamenti di elevazione spirituale:  domenica 19 marzo, alle ore 18 con il coro Nova Schola Cantorum di Nepi (in provincia di Viterbo) , diretto dal Maestro Laura Ammannato e sabato 25 marzo, alle ore 18, con il concerto di tre formazioni perugine: il Coro Polifonico Feliciano, diretto dal Maestro Maria Chiara Franceschelli, il Coro Polifonico Soavis Sonus, diretto dal Maestro Maria Andrea Burini, e il Gruppo Vocale Santa Maria di Colle, diretto dal Maestro Giuliana Milletti.

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Monsignor Maffeis celebra Sant’Ercolano patrono della città e dell’Università https://www.lavoce.it/monsignor-maffeis-celebra-santercolano-patrono-della-citta-e-delluniversita/ Mon, 14 Nov 2022 10:54:45 +0000 https://www.lavoce.it/?p=69267 festa di sant'ercolano

Celebrazione domenica 13 novembre in onore di Sant’Ercolano patrono della città e dell’Università degli Studi di Perugia. "A meno che non lo si faccia relegandoli nel passato remoto, è sempre rischioso andare a scomodare i santi. Se accettiamo che la loro memoria non si risolva in retaggio del passato, ma alimenti lo sguardo con cui interpretare il nostro tempo, avvertiamo subito che ne scaturiscono alcune indicazioni piuttosto scomode o perlomeno assai impegnative". Così ha esordito l’arcivescovo Ivan Maffeis all’omelia della celebrazione eucaristica nella chiesa intitolata al patrono (il testo integrale è pubblicato nel sito: www.diocesi.perugia.it (sezione arcivescovo). Concelebranti sono stati don Francesco Benussi, rettore della chiesa di Sant’Ercolano, e don Mauro Angelini, rettore della chiesa del Gesù. Presenti il sindaco del capoluogo umbro Andrea Romizi, che ha rinnovato il gesto simbolico dell’accensione del cero votivo accanto alle reliquie del Santo, e i rappresentanti del Sodalizio di San Martino, benemerita istituzione laica di carità proprietaria della chiesa di Sant’Ercolano.

Due suggestioni

Monsignor Maffeis, che è arcivescovo di Perugia da poco più di due mesi, dall’11 settembre, non ha esitato a dire:

"Da ultimo arrivato, sarebbe presuntuoso da parte mia voler mettere a fuoco le consegne che Sant’Ercolano, il principale patrono della città e dell’Università, ci affida. Mi limito quindi a due suggestioni (la difesa dei poveri e il legame all’Università), che rinviano ad altrettante cartine al tornasole con cui verificare il nostro cammino di comunità.

La prima. Sant’Ercolano viene definito defensor civitatis, perché (oltre che resistere ai Goti che assediavano Perugia, che lo tortureranno e lo decapiteranno) con questa carica pubblica seppe spendersi per il bene del popolo, in particolare per la difesa dei poveri. Ercolano è stato davvero pastore, buon pastore, secondo l’immagine che emerge dalla prima lettura come dal Vangelo.

Un pastore non fugge, non abbandona, ma anche nei giorni nuvolosi e di caligine, nei giorni della dispersione, di cui parlava il profeta, rimane riferimento autorevole".

Povertà della solitudine

Nel soffermarsi su Ercolano difensore in particolare dei poveri, nel giorno in cui la Chiesa ha celebrato la VI Giornata mondiale dei poveri voluta dal Papa, monsignor Maffeis, prendendo come riferimento il recente Rapporto sulle povertà in Umbria curato dalla Caritas regionale, ha sottolineato che accanto alle forme di povertà materiale, si tocca con mano la crescita della solitudine, che porta con sé bassa autostima, sfiducia, mancanza di speranza e di progettualità, disagio psichico.

"I tanti anziani -ha spiegato- che frequentano le due mense cittadine (attivate dalla Caritas tra il 2008 e il 2022 con la collaborazione di istituzioni civili e realtà imprenditoriali) sono un segno emblematico di questa povertà sociale".

Contrasto comune alla povertà

"Nel contempo, l’esempio di Sant’Ercolano -ha aggiunto l’arcivescovo- la sua sensibilità e capacità di farsi prossimo non sono andati dispersi. Parlano nella disponibilità che ha mosso tante famiglie ad aprire le porte ai profughi. Parlano nei volontari, formati dalla Caritas e anima dei Centri di Ascolto che ho la grazia di incontrare sul territorio. Parlano nel contrasto alla povertà, portato avanti dall’impegno dei servizi pubblici in sintonia con le realtà del Terzo Settore. La sfida diventa quella di dar continuità a questa convergenza per affrontare situazioni che vanno ben oltre l’emergenza e correggere le distorsioni del sistema economico e sociale, che finiscono per generare diseguaglianza e povertà".

Il ruolo dell’Università

"Nell’affrontare questa impegnativa responsabilità -ha evidenziato monsignor Maffeis- è decisivo e qualificante il contributo assicurato dall’Università. Il secondo aspetto che volevo sottolineare è proprio quello che lega Sant’Ercolano all’Università…  Sin dalla seconda metà del Duecento, l’istituzione comunale - che nei propri Statuti aveva eletto Ercolano patrono della città - aveva lavorato affinché Perugia fosse inserita fra le città di riferimento per l’insegnamento universitario. Questo impegno del Comune coinvolse l’Università anche nella partecipazione alle manifestazioni sociali e religiose.

Lo documentano gli Statuti cittadini già del XIV secolo, che nell’ordine di accesso alle luminarie (le processioni religiose) collocano in posizione di prestigio il Rettore e i dottori dello Studio, quindi gli studenti, così da valorizzare pubblicamente un’istituzione simbolica che era, ed è, vanto per Perugia e il suo governo. Il livello di investimento in cultura e formazione dice la volontà della comunità tutta di darsi condizioni e opportunità di sviluppo. È anche via indispensabile alla pace, a far sì che la nostra Europa non sia ulteriormente ferita dai barbari, ossia dalla violenza della guerra. Portiamo davanti al Signore le sofferenze, attese, le necessità del nostro popolo, compresa la situazione di disagio che oggi vede faticare tanti studenti nel trovare alloggio".

La memoria viva di Sant’Ercolano

"Nella memoria viva di Sant’Ercolano, di cui da quasi millecinquecento anni la nostra città conserva le reliquie -ha concluso l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve- ci impegniamo a crescere nel senso della comunità come stile di vita, così da assicurare anche il diffondersi di una cultura della solidarietà".

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festa di sant'ercolano

Celebrazione domenica 13 novembre in onore di Sant’Ercolano patrono della città e dell’Università degli Studi di Perugia. "A meno che non lo si faccia relegandoli nel passato remoto, è sempre rischioso andare a scomodare i santi. Se accettiamo che la loro memoria non si risolva in retaggio del passato, ma alimenti lo sguardo con cui interpretare il nostro tempo, avvertiamo subito che ne scaturiscono alcune indicazioni piuttosto scomode o perlomeno assai impegnative". Così ha esordito l’arcivescovo Ivan Maffeis all’omelia della celebrazione eucaristica nella chiesa intitolata al patrono (il testo integrale è pubblicato nel sito: www.diocesi.perugia.it (sezione arcivescovo). Concelebranti sono stati don Francesco Benussi, rettore della chiesa di Sant’Ercolano, e don Mauro Angelini, rettore della chiesa del Gesù. Presenti il sindaco del capoluogo umbro Andrea Romizi, che ha rinnovato il gesto simbolico dell’accensione del cero votivo accanto alle reliquie del Santo, e i rappresentanti del Sodalizio di San Martino, benemerita istituzione laica di carità proprietaria della chiesa di Sant’Ercolano.

Due suggestioni

Monsignor Maffeis, che è arcivescovo di Perugia da poco più di due mesi, dall’11 settembre, non ha esitato a dire:

"Da ultimo arrivato, sarebbe presuntuoso da parte mia voler mettere a fuoco le consegne che Sant’Ercolano, il principale patrono della città e dell’Università, ci affida. Mi limito quindi a due suggestioni (la difesa dei poveri e il legame all’Università), che rinviano ad altrettante cartine al tornasole con cui verificare il nostro cammino di comunità.

La prima. Sant’Ercolano viene definito defensor civitatis, perché (oltre che resistere ai Goti che assediavano Perugia, che lo tortureranno e lo decapiteranno) con questa carica pubblica seppe spendersi per il bene del popolo, in particolare per la difesa dei poveri. Ercolano è stato davvero pastore, buon pastore, secondo l’immagine che emerge dalla prima lettura come dal Vangelo.

Un pastore non fugge, non abbandona, ma anche nei giorni nuvolosi e di caligine, nei giorni della dispersione, di cui parlava il profeta, rimane riferimento autorevole".

Povertà della solitudine

Nel soffermarsi su Ercolano difensore in particolare dei poveri, nel giorno in cui la Chiesa ha celebrato la VI Giornata mondiale dei poveri voluta dal Papa, monsignor Maffeis, prendendo come riferimento il recente Rapporto sulle povertà in Umbria curato dalla Caritas regionale, ha sottolineato che accanto alle forme di povertà materiale, si tocca con mano la crescita della solitudine, che porta con sé bassa autostima, sfiducia, mancanza di speranza e di progettualità, disagio psichico.

"I tanti anziani -ha spiegato- che frequentano le due mense cittadine (attivate dalla Caritas tra il 2008 e il 2022 con la collaborazione di istituzioni civili e realtà imprenditoriali) sono un segno emblematico di questa povertà sociale".

Contrasto comune alla povertà

"Nel contempo, l’esempio di Sant’Ercolano -ha aggiunto l’arcivescovo- la sua sensibilità e capacità di farsi prossimo non sono andati dispersi. Parlano nella disponibilità che ha mosso tante famiglie ad aprire le porte ai profughi. Parlano nei volontari, formati dalla Caritas e anima dei Centri di Ascolto che ho la grazia di incontrare sul territorio. Parlano nel contrasto alla povertà, portato avanti dall’impegno dei servizi pubblici in sintonia con le realtà del Terzo Settore. La sfida diventa quella di dar continuità a questa convergenza per affrontare situazioni che vanno ben oltre l’emergenza e correggere le distorsioni del sistema economico e sociale, che finiscono per generare diseguaglianza e povertà".

Il ruolo dell’Università

"Nell’affrontare questa impegnativa responsabilità -ha evidenziato monsignor Maffeis- è decisivo e qualificante il contributo assicurato dall’Università. Il secondo aspetto che volevo sottolineare è proprio quello che lega Sant’Ercolano all’Università…  Sin dalla seconda metà del Duecento, l’istituzione comunale - che nei propri Statuti aveva eletto Ercolano patrono della città - aveva lavorato affinché Perugia fosse inserita fra le città di riferimento per l’insegnamento universitario. Questo impegno del Comune coinvolse l’Università anche nella partecipazione alle manifestazioni sociali e religiose.

Lo documentano gli Statuti cittadini già del XIV secolo, che nell’ordine di accesso alle luminarie (le processioni religiose) collocano in posizione di prestigio il Rettore e i dottori dello Studio, quindi gli studenti, così da valorizzare pubblicamente un’istituzione simbolica che era, ed è, vanto per Perugia e il suo governo. Il livello di investimento in cultura e formazione dice la volontà della comunità tutta di darsi condizioni e opportunità di sviluppo. È anche via indispensabile alla pace, a far sì che la nostra Europa non sia ulteriormente ferita dai barbari, ossia dalla violenza della guerra. Portiamo davanti al Signore le sofferenze, attese, le necessità del nostro popolo, compresa la situazione di disagio che oggi vede faticare tanti studenti nel trovare alloggio".

La memoria viva di Sant’Ercolano

"Nella memoria viva di Sant’Ercolano, di cui da quasi millecinquecento anni la nostra città conserva le reliquie -ha concluso l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve- ci impegniamo a crescere nel senso della comunità come stile di vita, così da assicurare anche il diffondersi di una cultura della solidarietà".

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Festa di Sant’Ercolano patrono della città e dell’Università di Perugia https://www.lavoce.it/festa-di-santercolano-patrono-della-citta-e-delluniversita-di-perugia/ Thu, 10 Nov 2022 14:22:28 +0000 https://www.lavoce.it/?p=69218 chiesa di sant'ercolano a perugia

Sabato 12 e domenica 13 novembre la Chiesa di Perugia celebra uno dei suoi patroni, Sant'Ercolano, vescovo e martire, defensor civitatis, martirizzato per mano dei Goti di Totila nel 547 (quest’anno ricorre il 1475simo anniversario). Le celebrazioni si terranno nella chiesa dedicata al santo patrono, scrigno prezioso d’arte e cultura a forma ottagonale, risalente al secolo XIV.

Il programma delle celebrazioni

 "Il dies natalis di Sant’Ercolano - ricorda don Francesco Benussi, rettore della chiesa intitolata al patrono- ovvero il giorno del martirio del vescovo e patrono della Città e dell’Università degli Studi, è il 7 novembre, che viene tradizionalmente festeggiato il fine settimana successivo".

Le celebrazioni inizieranno sabato 12, alle ore 11, con la Santa Messa presieduta da monsignor Marco Salvi, vescovo ausiliare, per proseguire nel pomeriggio, alle ore 18, con il concerto dell’Ensemble vocale femminile Nota So diretta dal maestro Marta Alunni Pini. Domenica 13, alle ore 10.30, l’arcivescovo monsignor Ivan Maffeis presiederà la celebrazione eucaristica, animata da I Madrigalisti di Perugia, alla presenza delle autorità civili ed accademiche e dei rappresentanti del Sodalizio di San Martino, benemerita istituzione laica di carità, proprietaria della chiesa di Sant’Ercolano.

Messaggio attuale

 "La celebrazione della ricorrenza del martirio di Ercolano -sottolinea il rettore della chiesa- assume particolare significato nell’attuale contesto storico, in cui lo spettro della guerra è tornato in Europa. Egli non fuggì di fronte al pericolo, ma anzi, si fece carico della sua comunità, subendo dopo la presa della città il martirio per scuoiamento e decapitazione. Oggi il suo messaggio e la sua testimonianza di santità sono più che mai molto attuali".

Sant'Ercolano baluardo a difesa della città

"Ricordato con il titolo di defensor civitatis -spiega don Benussi- un titolo dei vescovi occidentali che collaboravano attivamente con la società civile assumendo anche ruoli da magistrati civili, a tutela del popolo, Ercolano si pose come baluardo a difesa della sua città, ascoltando la chiamata di Dio e la voce dei perugini che chiedevano - e ancora oggi chiedono - attraverso lui, di essere protetti e difesi".

Contro ogni violenza

"Ancora oggi -evidenzia il rettore della chiesa di Sant’Ercolano- sono molti i motivi per cui ricordare e impetrare la sua intercessione: lo spettro della violenza, infatti, sia tra nazioni, sia nelle relazioni interpersonali o familiari è sempre di fronte ai nostri occhi. Non a caso, infatti, nella chiesa a lui dedicata è collocato anche un sacrario militare, ovvero un monumento che perpetra nei secoli il ricordo dei caduti, ricorda il dramma insensato della guerra ed eleva una preghiera per coloro la cui vita fu associata al bene della Patria".

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chiesa di sant'ercolano a perugia

Sabato 12 e domenica 13 novembre la Chiesa di Perugia celebra uno dei suoi patroni, Sant'Ercolano, vescovo e martire, defensor civitatis, martirizzato per mano dei Goti di Totila nel 547 (quest’anno ricorre il 1475simo anniversario). Le celebrazioni si terranno nella chiesa dedicata al santo patrono, scrigno prezioso d’arte e cultura a forma ottagonale, risalente al secolo XIV.

Il programma delle celebrazioni

 "Il dies natalis di Sant’Ercolano - ricorda don Francesco Benussi, rettore della chiesa intitolata al patrono- ovvero il giorno del martirio del vescovo e patrono della Città e dell’Università degli Studi, è il 7 novembre, che viene tradizionalmente festeggiato il fine settimana successivo".

Le celebrazioni inizieranno sabato 12, alle ore 11, con la Santa Messa presieduta da monsignor Marco Salvi, vescovo ausiliare, per proseguire nel pomeriggio, alle ore 18, con il concerto dell’Ensemble vocale femminile Nota So diretta dal maestro Marta Alunni Pini. Domenica 13, alle ore 10.30, l’arcivescovo monsignor Ivan Maffeis presiederà la celebrazione eucaristica, animata da I Madrigalisti di Perugia, alla presenza delle autorità civili ed accademiche e dei rappresentanti del Sodalizio di San Martino, benemerita istituzione laica di carità, proprietaria della chiesa di Sant’Ercolano.

Messaggio attuale

 "La celebrazione della ricorrenza del martirio di Ercolano -sottolinea il rettore della chiesa- assume particolare significato nell’attuale contesto storico, in cui lo spettro della guerra è tornato in Europa. Egli non fuggì di fronte al pericolo, ma anzi, si fece carico della sua comunità, subendo dopo la presa della città il martirio per scuoiamento e decapitazione. Oggi il suo messaggio e la sua testimonianza di santità sono più che mai molto attuali".

Sant'Ercolano baluardo a difesa della città

"Ricordato con il titolo di defensor civitatis -spiega don Benussi- un titolo dei vescovi occidentali che collaboravano attivamente con la società civile assumendo anche ruoli da magistrati civili, a tutela del popolo, Ercolano si pose come baluardo a difesa della sua città, ascoltando la chiamata di Dio e la voce dei perugini che chiedevano - e ancora oggi chiedono - attraverso lui, di essere protetti e difesi".

Contro ogni violenza

"Ancora oggi -evidenzia il rettore della chiesa di Sant’Ercolano- sono molti i motivi per cui ricordare e impetrare la sua intercessione: lo spettro della violenza, infatti, sia tra nazioni, sia nelle relazioni interpersonali o familiari è sempre di fronte ai nostri occhi. Non a caso, infatti, nella chiesa a lui dedicata è collocato anche un sacrario militare, ovvero un monumento che perpetra nei secoli il ricordo dei caduti, ricorda il dramma insensato della guerra ed eleva una preghiera per coloro la cui vita fu associata al bene della Patria".

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Bassetti: Ercolano difese il popolo da lupi rapaci. È modello per noi https://www.lavoce.it/bassetti-ercolano-difese-il-popolo-da-lupi-rapaci-e-modello-per-noi/ Sun, 07 Nov 2021 20:04:22 +0000 https://www.lavoce.it/?p=63027

Nella messa celebrata nella festa di sant’Ercolano vescovo martire, questa mattina l'arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, il cardinale Gualtiero Bassetti, ha indicato il santo patrono di Perugia come modello per coloro che hanno responsabilità di cura di un popolo. Ercolano, ha detto il Cardinale, “è un modello anzitutto per me, suo successore”. “Di fronte a tanti lupi rapaci, e ce ne sono anche oggi, Ercolano seppe difendere il suo gregge con la parola, con l’esempio e sopratutto con la sua carità apostolica, e seppe mettersi a difesa della sua città impedendo, con la sua autorevolezza morale, che i piccoli e i poveri rimanessero schiacciati. Grande sant’Ercolano!” ha esclamato Bassetti. (Ascolta l'omelia- prima parte) [audio mp3="https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2021/11/Omelia-Bassetti-1.mp3"][/audio]

Bassetti: penso alle famiglie che vivono grande prova e tribolazione

Quest’anno il Cardinale ha voluto rivolgere un “pensiero particolarmente affettuoso a tutte le famiglie che maggiormente hanno risentito dei disagi causati dal Covid e che vivono, o hanno vissuto situazioni di grande prova e tribolazione”, ricordando con dolore che “in qualche famiglia ci sono stati anche due morti…”. “Vorrei poterle avvicinare una per una - ha aggiunto - per chiedere loro come stai, quali sono i problemi che ti affliggono?”. (Ascolta l'omelia- seconda parte) [audio mp3="https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2021/11/Omelia-Bassetti-2.mp3"][/audio] “La pandemia ci ha veramente messo alla prova più di quello che pensiamo” ha sottolineato Bassetti ricordando famiglie in cui sono cambiate le relazioni e in alcuni casi “è diventato anche più difficile prendersi cura gli uni degli altri”. [gallery td_gallery_title_input="Alcuni momenti della celebrazione nella chiesa di Sant'Ercolano presieduta dal Cardinale Gualtiero Bassetti" td_select_gallery_slide="slide" ids="63047,63046,63045,63044,63043,63042,63041,63040"]

La pandemia ha cambiato le relazioni

I cambiamenti indotti dalla Pandemia hanno riguardato anche il modo di vivere la fede. “Devo anche constatare, e lo dico con una nota di malinconia, - ha detto Bassetti -che si è molto allentata la partecipazione alla messa domenicale e molti si sono accontentati, e si accontentano ancora, di assistervi dal salotto di casa”. “ Ma io dico - ha aggiunto il Cardinale - non è la stessa messa, non facciamoci illusioni! Io faccio sempre questo esempio: quando hai fame ti basta nutrirti dei prodotti che vedi pubblicizzati dalla televisione? No. Nessuno può nutrirsi di immagini. E la stessa cosa è per la partecipazione all’eucarestia. Se non si può fare diversamente è un conto, ma non può diventare una alternativa”. “Se non ci nutriamo del cibo reale non potremo sopravvivere e così per il cibo spirituale” ha detto il Cardinale. (Ascolta l'omelia- terza parte) [audio mp3="https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2021/11/Omelia-Bassetti-3.mp3"][/audio] Pensando al tempo che abbiamo di fronte “io non so - ha detto il Cardinale - quanto potrà durare questo periodo di incertezza e di fragilità, ma una cosa raccomando a tutti: fate in modo che nessuno resti solo”. Un appello che Bassetti ha rivolto alle parrocchie, alle istituzioni di volontariato, e “naturalmente” alle “istituzioni civili che devono fare tutto il possibile per quello che loro compete”.

Prendersi cura del vicino a noi

Non bastano però le istituzioni a prendersi cura, ha ammonito il Cardinale, “ma bisogna che ciascuno di noi allarghi gli spazi del proprio cuore per condividere, farsi attento, rendersi disponibili” perché la persona che ha bisogno di sostegno e di aiuto potrebbe essere il nostro vicino di casa o un familiare e magari “basterebbe un saluto, un invito per un compleanno, o una festa di famiglia per farlo sentire meno solo”. (Ascolta l'omelia- quarta e ultima parte) [audio mp3="https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2021/11/Omelia-Bassetti-4.mp3"][/audio] “Sì, è vero, c’è tanto dolore attorno a noi, ma la terra è piena e traboccante dell’amore di Dio e dei nostri Santi, e dobbiamo crederci davvero che l’amore e la misericordia dei nostri santi vince tutto e supera tutto perché sono profondamente vere le parole del Salmo 9 su cui dovremmo spesso ritornare, e che dice ‘Signore tu vedi il nostro affanno e il nostro dolore’ ma non basta che tu veda: tu lo prendi tutti nelle tue mani”. Abbiate questa certezza, questa fiducia”, ha concluso Bassetti: “nonostante tutto quello che vi capiti nella vita, Dio vi sorride e lo prende nelle sue mani e lo condivide con voi”.

Acceso il cero votivo della città

Il cardinale arcivescovo di Perugia - Città della pieve, ha presieduto la celebrazione eucaristica insieme al rettore don Francesco Benussi e alla presenza dei rappresentati delle Istituzioni civili e del Sodalizio di San Martino. La liturgia è stata animata da “I Madrigalisti di Perugia”. Nel rispetto delle norme antiCovid numerosi fedeli hanno partecipato alla messa che si è conclusa con la preghiera a Sant’Ercolano e con l’accensione da parte del sindaco Andrea Romizi del cero votivo offerto dal Comune di Perugia, che arde di fronte al reliquiario si Sant’Ercolano esposto per la sua festa.]]>

Nella messa celebrata nella festa di sant’Ercolano vescovo martire, questa mattina l'arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, il cardinale Gualtiero Bassetti, ha indicato il santo patrono di Perugia come modello per coloro che hanno responsabilità di cura di un popolo. Ercolano, ha detto il Cardinale, “è un modello anzitutto per me, suo successore”. “Di fronte a tanti lupi rapaci, e ce ne sono anche oggi, Ercolano seppe difendere il suo gregge con la parola, con l’esempio e sopratutto con la sua carità apostolica, e seppe mettersi a difesa della sua città impedendo, con la sua autorevolezza morale, che i piccoli e i poveri rimanessero schiacciati. Grande sant’Ercolano!” ha esclamato Bassetti. (Ascolta l'omelia- prima parte) [audio mp3="https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2021/11/Omelia-Bassetti-1.mp3"][/audio]

Bassetti: penso alle famiglie che vivono grande prova e tribolazione

Quest’anno il Cardinale ha voluto rivolgere un “pensiero particolarmente affettuoso a tutte le famiglie che maggiormente hanno risentito dei disagi causati dal Covid e che vivono, o hanno vissuto situazioni di grande prova e tribolazione”, ricordando con dolore che “in qualche famiglia ci sono stati anche due morti…”. “Vorrei poterle avvicinare una per una - ha aggiunto - per chiedere loro come stai, quali sono i problemi che ti affliggono?”. (Ascolta l'omelia- seconda parte) [audio mp3="https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2021/11/Omelia-Bassetti-2.mp3"][/audio] “La pandemia ci ha veramente messo alla prova più di quello che pensiamo” ha sottolineato Bassetti ricordando famiglie in cui sono cambiate le relazioni e in alcuni casi “è diventato anche più difficile prendersi cura gli uni degli altri”. [gallery td_gallery_title_input="Alcuni momenti della celebrazione nella chiesa di Sant'Ercolano presieduta dal Cardinale Gualtiero Bassetti" td_select_gallery_slide="slide" ids="63047,63046,63045,63044,63043,63042,63041,63040"]

La pandemia ha cambiato le relazioni

I cambiamenti indotti dalla Pandemia hanno riguardato anche il modo di vivere la fede. “Devo anche constatare, e lo dico con una nota di malinconia, - ha detto Bassetti -che si è molto allentata la partecipazione alla messa domenicale e molti si sono accontentati, e si accontentano ancora, di assistervi dal salotto di casa”. “ Ma io dico - ha aggiunto il Cardinale - non è la stessa messa, non facciamoci illusioni! Io faccio sempre questo esempio: quando hai fame ti basta nutrirti dei prodotti che vedi pubblicizzati dalla televisione? No. Nessuno può nutrirsi di immagini. E la stessa cosa è per la partecipazione all’eucarestia. Se non si può fare diversamente è un conto, ma non può diventare una alternativa”. “Se non ci nutriamo del cibo reale non potremo sopravvivere e così per il cibo spirituale” ha detto il Cardinale. (Ascolta l'omelia- terza parte) [audio mp3="https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2021/11/Omelia-Bassetti-3.mp3"][/audio] Pensando al tempo che abbiamo di fronte “io non so - ha detto il Cardinale - quanto potrà durare questo periodo di incertezza e di fragilità, ma una cosa raccomando a tutti: fate in modo che nessuno resti solo”. Un appello che Bassetti ha rivolto alle parrocchie, alle istituzioni di volontariato, e “naturalmente” alle “istituzioni civili che devono fare tutto il possibile per quello che loro compete”.

Prendersi cura del vicino a noi

Non bastano però le istituzioni a prendersi cura, ha ammonito il Cardinale, “ma bisogna che ciascuno di noi allarghi gli spazi del proprio cuore per condividere, farsi attento, rendersi disponibili” perché la persona che ha bisogno di sostegno e di aiuto potrebbe essere il nostro vicino di casa o un familiare e magari “basterebbe un saluto, un invito per un compleanno, o una festa di famiglia per farlo sentire meno solo”. (Ascolta l'omelia- quarta e ultima parte) [audio mp3="https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2021/11/Omelia-Bassetti-4.mp3"][/audio] “Sì, è vero, c’è tanto dolore attorno a noi, ma la terra è piena e traboccante dell’amore di Dio e dei nostri Santi, e dobbiamo crederci davvero che l’amore e la misericordia dei nostri santi vince tutto e supera tutto perché sono profondamente vere le parole del Salmo 9 su cui dovremmo spesso ritornare, e che dice ‘Signore tu vedi il nostro affanno e il nostro dolore’ ma non basta che tu veda: tu lo prendi tutti nelle tue mani”. Abbiate questa certezza, questa fiducia”, ha concluso Bassetti: “nonostante tutto quello che vi capiti nella vita, Dio vi sorride e lo prende nelle sue mani e lo condivide con voi”.

Acceso il cero votivo della città

Il cardinale arcivescovo di Perugia - Città della pieve, ha presieduto la celebrazione eucaristica insieme al rettore don Francesco Benussi e alla presenza dei rappresentati delle Istituzioni civili e del Sodalizio di San Martino. La liturgia è stata animata da “I Madrigalisti di Perugia”. Nel rispetto delle norme antiCovid numerosi fedeli hanno partecipato alla messa che si è conclusa con la preghiera a Sant’Ercolano e con l’accensione da parte del sindaco Andrea Romizi del cero votivo offerto dal Comune di Perugia, che arde di fronte al reliquiario si Sant’Ercolano esposto per la sua festa.]]>
Perugia. Gli universitari hanno celebrato il loro Santo patrono, Ercolano https://www.lavoce.it/santercolano2020_universita/ Wed, 11 Nov 2020 09:07:07 +0000 https://www.lavoce.it/?p=58157 La celebrazione per la ricorrenza del santo patrono Ercolano nella chiesa dell'Università di Perugia. Consegnate ai giovani neolaureati le lampade della responsabilità

E’ stato celebrato anche nella chiesa dell’Ateneo di Perugia il Santo patrono della città e dell’Università degli Studi, Ercolano, vescovo e martire, defensor civitatis, nella serata di domenica 8 novembre, nel rispetto delle norme sanitarie per prevenire il contagio da Covid-19.

L'omelia di don Riccardo: "Non fermatevi al minimo"

Nell’omelia, don Riccardo Pascolini, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale universitaria e rettore della chiesa dell’Ateneo, ha esordito dicendo: “Il messaggio contenuto nel Vangelo di questa domenica è rivolto anche a voi universitari, in particolare a coloro che riceveranno la lampada con l’effige di sant’Ercolano, gli studenti che hanno concluso gli studi nel corso dell’ultimo Anno accademico. Queste lampade sono il segno della loro ‘luce nel mondo’. Queste lampade sono come quelle delle stolte e delle sapienti della parabola evangelica appena ascoltata”. “Siamo dalla parte delle stolte, o dalla parte delle sapienti? – ha chiesto il sacerdote –. La verità è che i cristiani stanno un po’ da tutte e due le parti. Siamo stolti quando noi viviamo di pretese, come le stolte che chiedono: ‘dateci l’olio per le nostre lampade’. Nella nostra vita siamo spesso degli stolti quando pretendiamo da noi stessi, dagli amici, dall’altro, qualcosa subito e questo avviene anche nell’esperienza universitaria”. Mentre, ha evidenziato il sacerdote, “la Parola di Dio ci dice che chi ama non pretende, ma sa attendere. Siamo stolti quando assumiamo atteggiamenti di vittimismo, come quello delle stolte del Vangelo, e, soprattutto, siamo stolti quando siamo impreparati davanti alla vita, un rischio che corriamo tutti. Qualche antidoto alla stoltezza la Parola di Dio lo suggerisce nell’essere responsabili come le sapienti della parabola. Cerchiamo di vivere la nostra vita con responsabilità e chi di voi questa sera riceverà la lampada, riceve la ‘lampada della responsabilità’”, perché, ha proseguito don Pascolini, “non ti sei laureato per te stesso, ti sei laureato per gli altri e per il mondo, hai una missione da compiere e inizia dall’essere responsabile delle tue azioni. Sei sapiente quando non farai il minimo nella vita, nello studio, in quello che sei chiamato a fare nella professione. Farai un po’ più, ti intrometterai, ti sporcherai le mani, amerai, sognerai e desidererai un po’ più. Non ti fermare al minimo; sei sapiente quando entri nella tua vita in quello che tu sei chiamato a fare e lo fai con responsabilità e guardi più avanti, sempre un po’ di più. Sei sapiente se sai che la tua realtà non ti obbedisce. E’ sapiente chi è determinato a non cedere in situazioni particolari beni incedibili come l’olio delle lampade delle sapienti”.

Il messaggio per gli universitari e le "lampade della responsabilità"

[gallery columns="4" ids="58158,58159,58160,58161,58162,58163,58164"] E’ importante anche nel mondo universitario, dove la persona si forma non solo culturalmente ma ad essere cittadino responsabile, a conoscere la differenza tra l’essere sapiente e l’essere stolto, perché, ha commentato don Riccardo Pascolini, “la notte arriva e noi siamo chiamati a sfidarla. Tutti noi, prima o poi, ci troveremo nella vita dinanzi alla notte della crisi, dell’incertezza, dell’indecisione, della paura, della malattia e dove ti senti fermo e ogni cosa che fai senti di sbagliarla. E la notte la puoi sfidare solo con l’essere sapiente. Il Vangelo ci dice una cosa molto semplice: anche se sei sapiente davanti alla notte ti stanchi e ti addormenti. E questo è la fragilità dell’uomo, ma la cosa importante è ascoltare la voce giusta che risveglia il desiderio del senso della nostra vita attraverso la voce della speranza umana e cristiana che è in ognuno di noi”. Il messaggio della parabola evangelica ascoltata, ha concluso il direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale universitaria, “ci insegna che stolti, sapienti, addormentati, ascoltano la Voce e fanno scorta di un’esperienza incedibile e unica che dà la certezza di avere una vita o accesa, o spenta. La via di mezzo non c’è e per questo occorre la scorta messa in ‘piccoli vasi’, perché questa è la misura di Dio, delle cose belle che valgono e di ciò che conta come le ‘piccole fedeltà’, questa è la scorta della nostra vita accesa. E queste piccole fedeltà sono tre: la preghiera a Dio e all’Eucaristia, ai poveri e ai nostri fratelli. Questa sera portiamo a casa il messaggio del Vangelo e delle lampade accese, facendo scorta di ciò che conta, delle piccole fedeltà. Chi vive di queste fedeltà sarà capace di sfidare la notte, sempre, perché in quella notte arriverà una Voce che ti dirà: non sei solo”. Al termine dell’omelia don Riccardo Pascolini ha benedetto le “lampade della responsabilità” consegnandole a quindici giovani neo laureati che hanno vissuto l’esperienza della Pastorale universitaria.]]>
La celebrazione per la ricorrenza del santo patrono Ercolano nella chiesa dell'Università di Perugia. Consegnate ai giovani neolaureati le lampade della responsabilità

E’ stato celebrato anche nella chiesa dell’Ateneo di Perugia il Santo patrono della città e dell’Università degli Studi, Ercolano, vescovo e martire, defensor civitatis, nella serata di domenica 8 novembre, nel rispetto delle norme sanitarie per prevenire il contagio da Covid-19.

L'omelia di don Riccardo: "Non fermatevi al minimo"

Nell’omelia, don Riccardo Pascolini, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale universitaria e rettore della chiesa dell’Ateneo, ha esordito dicendo: “Il messaggio contenuto nel Vangelo di questa domenica è rivolto anche a voi universitari, in particolare a coloro che riceveranno la lampada con l’effige di sant’Ercolano, gli studenti che hanno concluso gli studi nel corso dell’ultimo Anno accademico. Queste lampade sono il segno della loro ‘luce nel mondo’. Queste lampade sono come quelle delle stolte e delle sapienti della parabola evangelica appena ascoltata”. “Siamo dalla parte delle stolte, o dalla parte delle sapienti? – ha chiesto il sacerdote –. La verità è che i cristiani stanno un po’ da tutte e due le parti. Siamo stolti quando noi viviamo di pretese, come le stolte che chiedono: ‘dateci l’olio per le nostre lampade’. Nella nostra vita siamo spesso degli stolti quando pretendiamo da noi stessi, dagli amici, dall’altro, qualcosa subito e questo avviene anche nell’esperienza universitaria”. Mentre, ha evidenziato il sacerdote, “la Parola di Dio ci dice che chi ama non pretende, ma sa attendere. Siamo stolti quando assumiamo atteggiamenti di vittimismo, come quello delle stolte del Vangelo, e, soprattutto, siamo stolti quando siamo impreparati davanti alla vita, un rischio che corriamo tutti. Qualche antidoto alla stoltezza la Parola di Dio lo suggerisce nell’essere responsabili come le sapienti della parabola. Cerchiamo di vivere la nostra vita con responsabilità e chi di voi questa sera riceverà la lampada, riceve la ‘lampada della responsabilità’”, perché, ha proseguito don Pascolini, “non ti sei laureato per te stesso, ti sei laureato per gli altri e per il mondo, hai una missione da compiere e inizia dall’essere responsabile delle tue azioni. Sei sapiente quando non farai il minimo nella vita, nello studio, in quello che sei chiamato a fare nella professione. Farai un po’ più, ti intrometterai, ti sporcherai le mani, amerai, sognerai e desidererai un po’ più. Non ti fermare al minimo; sei sapiente quando entri nella tua vita in quello che tu sei chiamato a fare e lo fai con responsabilità e guardi più avanti, sempre un po’ di più. Sei sapiente se sai che la tua realtà non ti obbedisce. E’ sapiente chi è determinato a non cedere in situazioni particolari beni incedibili come l’olio delle lampade delle sapienti”.

Il messaggio per gli universitari e le "lampade della responsabilità"

[gallery columns="4" ids="58158,58159,58160,58161,58162,58163,58164"] E’ importante anche nel mondo universitario, dove la persona si forma non solo culturalmente ma ad essere cittadino responsabile, a conoscere la differenza tra l’essere sapiente e l’essere stolto, perché, ha commentato don Riccardo Pascolini, “la notte arriva e noi siamo chiamati a sfidarla. Tutti noi, prima o poi, ci troveremo nella vita dinanzi alla notte della crisi, dell’incertezza, dell’indecisione, della paura, della malattia e dove ti senti fermo e ogni cosa che fai senti di sbagliarla. E la notte la puoi sfidare solo con l’essere sapiente. Il Vangelo ci dice una cosa molto semplice: anche se sei sapiente davanti alla notte ti stanchi e ti addormenti. E questo è la fragilità dell’uomo, ma la cosa importante è ascoltare la voce giusta che risveglia il desiderio del senso della nostra vita attraverso la voce della speranza umana e cristiana che è in ognuno di noi”. Il messaggio della parabola evangelica ascoltata, ha concluso il direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale universitaria, “ci insegna che stolti, sapienti, addormentati, ascoltano la Voce e fanno scorta di un’esperienza incedibile e unica che dà la certezza di avere una vita o accesa, o spenta. La via di mezzo non c’è e per questo occorre la scorta messa in ‘piccoli vasi’, perché questa è la misura di Dio, delle cose belle che valgono e di ciò che conta come le ‘piccole fedeltà’, questa è la scorta della nostra vita accesa. E queste piccole fedeltà sono tre: la preghiera a Dio e all’Eucaristia, ai poveri e ai nostri fratelli. Questa sera portiamo a casa il messaggio del Vangelo e delle lampade accese, facendo scorta di ciò che conta, delle piccole fedeltà. Chi vive di queste fedeltà sarà capace di sfidare la notte, sempre, perché in quella notte arriverà una Voce che ti dirà: non sei solo”. Al termine dell’omelia don Riccardo Pascolini ha benedetto le “lampade della responsabilità” consegnandole a quindici giovani neo laureati che hanno vissuto l’esperienza della Pastorale universitaria.]]>