san Francesco Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/san-francesco/ Settimanale di informazione regionale Fri, 26 Jul 2024 12:59:29 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg san Francesco Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/san-francesco/ 32 32 Assisi, l’anteprima mondiale della mostra immersiva “The Canticle” https://www.lavoce.it/assisi-lanteprima-mondiale-della-mostra-immersiva-the-canticle/ https://www.lavoce.it/assisi-lanteprima-mondiale-della-mostra-immersiva-the-canticle/#respond Fri, 26 Jul 2024 12:59:29 +0000 https://www.lavoce.it/?p=77222 Sullo sfondo le parte delle stanza dove è prioiettata l'immaginbe di fra Brustegnhi che canta a braccia aperte, nei due schermi laterali immagini di natura. in primo piano teste di spalle di persone presente scure

Un inno universale di lode dedicato a San Francesco per la creazione, che prende vita attraverso un'esperienza con immagini straordinarie innovative e musica coinvolgente, il tutto arricchito dalla voce di frate Alessandro Brustenghi. Un’esperienza immersiva unica per celebrare la vita e la pace che tanto professava il Poverello d’Assisi.

La mostra ad Assisi “The Canticle"

In questo consiste “The Canticle - An immersive experience into St. Francis' celebration of life and peace”, la mostra, in programma nello storico sito medievale di Palazzo Monte Frumentario di Assisi dal 25 luglio al 31 dicembre 2024, ideata per celebrare l'800esimo anniversario del completamento del Cantico delle creature di San Francesco del 1225. Si tratta di un vero e proprio viaggio emozionante, della durata di 30 minuti, che presenta oltre 650 metri quadrati di proiezioni su 5 schermi, amplificati da una sonorità avvolgente e d’impatto.

L'ideazione del compositore musicale André Ripa

The Canticle è l'impresa creativa del compositore musicale André Ripa (ha pubblicato diversi album presenti su Spotify e altre piattaforme, spaziando dai generi orchestrali a quelli pop. È proprietario della piattaforma artistica Spirit Musique con cui ha realizzato eventi musicali dal vivo sia in Europa che in Nord America) ed è prodotto dalla sua compagnia statunitense, San Francesco Productions srl, con sede in California. È il frutto di una collaborazione internazionale italo-statunitense con il pluripremiato studio cinematografico Daring House di Roma del direttore creativo Stefano Casertano (artista visuale e regista cinematografico che lavora tra Roma e Berlino. Il suo ultimo film in realtà virtuale, Tales of the march, è stato presentato all’80esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia), che ne ha curato la direzione e la parte di produzione cinematografica immersiva.

Il contributo della voce di fra Alessandro Brustenghi

La voce che accompagna questo viaggio è quella del perugino Frate Alessandro Brustenghi, religioso e tenore italiano dell'Ordine dei Frati minori, primo frate ad aver firmato un esclusivo contratto discografico con una delle principali etichette discografiche mondiali, la Decca Records della Universal Music.

Gli 800 anni del Cantico delle Creature

Assisi è la prima tappa di questo progetto che proseguirà in altre località a partire dalla città gemella di San Francisco, sempre per celebrare gli ottocento anni del Cantico di Frate Sole. Noto anche come Cantico delle Creature, il salmo invita i cuori delle persone ad aprirsi in segno di gratitudine per tutta la Creazione di Dio e questa mostra contribuisce alla diffusione a livello internazionale di questo messaggio che, soprattutto oggi, assume una valenza universale cui offrire sempre maggiore risonanza.

La collaborazione tra l'Italia e gli Stati Uniti

The Canticle diventa così un’ulteriore opportunità di internazionalizzazione della città di Assisi e del territorio di Perugia nella sua complessità, in quanto, oltre a diventare un'attività che arricchisce l’offerta culturale della città sia per i residenti che per i turisti italiani e stranieri, è il risultato di una proficua collaborazione tra l’Italia con Roma e Perugia e la California con San Francisco.

L'inaugurazione della mostra

La mostraè stata inaugurata giovedì 25 luglio alla presenza di André Ripa e della moglie Gianna Piccardo, di Stefano Casertano, di frate Alessandro Brustenghi, della sindaca di Assisi Stefania Proietti, dell’assessore al turismo di Assisi Fabrizio Leggio e della consigliera comunale di Assisi Marylena Massini. “Siamo stati veramente toccati nel cuore e per questo vi ringrazio perché con questa mostra le tante persone che verranno qui riceveranno un grande dono”, è quanto affermato da Stefania Proietti rivolgendosi agli ideatori appena terminata la proiezione della mostra. “È un’esperienza – ha proseguito – da cui si esce arricchiti. Questo progetto ci è subito piaciuto, lo abbiamo patrocinato ed appoggiato perché si è armonizzato con la ricchezza spirituale di Assisi. Non a caso la mostra è situata all’interno di uno dei patrimoni più belli che abbiamo che è palazzo Monte Frumentario. Invito tutti a venirla a vedere per arricchirsi di questa esperienza che ci introduce all’ottavo centenario del Cantico delle Creature”. “Questa mostra – ha spiegato André Ripa – è la prima parte di un progetto che durerà 3 anni, fino al 2026. Sto progettando un grande evento immersivo live che parlerà della vita di San Francesco. Sogno di produrlo dal vivo con proiezioni e orchestra, magari anche ad Assisi. Voglio ringraziare Stefano Casertano, che ha curato la direzione e la parte di produzione cinematografica immersiva, e Frate Alessandro per il suo prezioso contributo canoro”. “Questo lavoro – ha replicato Stefano Casertano - è qualcosa di molto diverso dal solito. Sia l'Ordine dei Frati Minori che la città di Assisi con questo progetto hanno qualcosa di unico. Questa non è la riproduzione del Cantico delle Creature ma l’interpretazione poetica di una poesia, per questo la mostra unisce delle parti raccontate ad altre quasi mistiche”. “Questa mostra ci aiuta a ritornare alle radici del Cantico delle Creature, - ha rimarcato infine Frate Alessandro – che è parte integrante della nostra cultura, sia umana, che territoriale, che spirituale. Francesco ci dà una visione bellissima di quella che è la nostra casa comune, come la chiama il nostro Papa, per cui visitare questo evento significa rileggere, con occhi e udito moderni, una visione bella, fresca ed innovativa di quello che da sempre il Signore ci ha consegnato e che Francesco ha voluto regalare all'interno mondo”.

Orari e biglietti

La mostra resterà aperta nei seguenti giorni: dal martedì al giovedì dalle 14.30 alle 19.30; dal venerdì alla domenica dalle 10 alle 13 e dalle 14.30 alle 19.30. È possibile prenotare l’ingresso su Ticket Italia (ticketitalia.com) o telefonando al numero 0743 222889. Il costo dei biglietti è di 12 euro + prevendita (intero); 10 euro + prevendita (over 65, studenti universitari, insegnanti di ogni ordine e grado, membri di gruppi da più di 6 persone); 8 euro + prevendita (residenti del comune di Assisi, bambini e ragazzi dai 6 ai 18 anni, membri del clero, membri delle forze dell'ordine, membri della soprintendenza e ministero della cultura, tessera Icom e Icrom, turisti con tour operator affiliati); gratuito (bambini sotto i 6 anni, visitatori con disabilità o invalidità e accompagnatore). [gallery td_select_gallery_slide="slide" ids="77229,77230,77231"]]]>
Sullo sfondo le parte delle stanza dove è prioiettata l'immaginbe di fra Brustegnhi che canta a braccia aperte, nei due schermi laterali immagini di natura. in primo piano teste di spalle di persone presente scure

Un inno universale di lode dedicato a San Francesco per la creazione, che prende vita attraverso un'esperienza con immagini straordinarie innovative e musica coinvolgente, il tutto arricchito dalla voce di frate Alessandro Brustenghi. Un’esperienza immersiva unica per celebrare la vita e la pace che tanto professava il Poverello d’Assisi.

La mostra ad Assisi “The Canticle"

In questo consiste “The Canticle - An immersive experience into St. Francis' celebration of life and peace”, la mostra, in programma nello storico sito medievale di Palazzo Monte Frumentario di Assisi dal 25 luglio al 31 dicembre 2024, ideata per celebrare l'800esimo anniversario del completamento del Cantico delle creature di San Francesco del 1225. Si tratta di un vero e proprio viaggio emozionante, della durata di 30 minuti, che presenta oltre 650 metri quadrati di proiezioni su 5 schermi, amplificati da una sonorità avvolgente e d’impatto.

L'ideazione del compositore musicale André Ripa

The Canticle è l'impresa creativa del compositore musicale André Ripa (ha pubblicato diversi album presenti su Spotify e altre piattaforme, spaziando dai generi orchestrali a quelli pop. È proprietario della piattaforma artistica Spirit Musique con cui ha realizzato eventi musicali dal vivo sia in Europa che in Nord America) ed è prodotto dalla sua compagnia statunitense, San Francesco Productions srl, con sede in California. È il frutto di una collaborazione internazionale italo-statunitense con il pluripremiato studio cinematografico Daring House di Roma del direttore creativo Stefano Casertano (artista visuale e regista cinematografico che lavora tra Roma e Berlino. Il suo ultimo film in realtà virtuale, Tales of the march, è stato presentato all’80esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia), che ne ha curato la direzione e la parte di produzione cinematografica immersiva.

Il contributo della voce di fra Alessandro Brustenghi

La voce che accompagna questo viaggio è quella del perugino Frate Alessandro Brustenghi, religioso e tenore italiano dell'Ordine dei Frati minori, primo frate ad aver firmato un esclusivo contratto discografico con una delle principali etichette discografiche mondiali, la Decca Records della Universal Music.

Gli 800 anni del Cantico delle Creature

Assisi è la prima tappa di questo progetto che proseguirà in altre località a partire dalla città gemella di San Francisco, sempre per celebrare gli ottocento anni del Cantico di Frate Sole. Noto anche come Cantico delle Creature, il salmo invita i cuori delle persone ad aprirsi in segno di gratitudine per tutta la Creazione di Dio e questa mostra contribuisce alla diffusione a livello internazionale di questo messaggio che, soprattutto oggi, assume una valenza universale cui offrire sempre maggiore risonanza.

La collaborazione tra l'Italia e gli Stati Uniti

The Canticle diventa così un’ulteriore opportunità di internazionalizzazione della città di Assisi e del territorio di Perugia nella sua complessità, in quanto, oltre a diventare un'attività che arricchisce l’offerta culturale della città sia per i residenti che per i turisti italiani e stranieri, è il risultato di una proficua collaborazione tra l’Italia con Roma e Perugia e la California con San Francisco.

L'inaugurazione della mostra

La mostraè stata inaugurata giovedì 25 luglio alla presenza di André Ripa e della moglie Gianna Piccardo, di Stefano Casertano, di frate Alessandro Brustenghi, della sindaca di Assisi Stefania Proietti, dell’assessore al turismo di Assisi Fabrizio Leggio e della consigliera comunale di Assisi Marylena Massini. “Siamo stati veramente toccati nel cuore e per questo vi ringrazio perché con questa mostra le tante persone che verranno qui riceveranno un grande dono”, è quanto affermato da Stefania Proietti rivolgendosi agli ideatori appena terminata la proiezione della mostra. “È un’esperienza – ha proseguito – da cui si esce arricchiti. Questo progetto ci è subito piaciuto, lo abbiamo patrocinato ed appoggiato perché si è armonizzato con la ricchezza spirituale di Assisi. Non a caso la mostra è situata all’interno di uno dei patrimoni più belli che abbiamo che è palazzo Monte Frumentario. Invito tutti a venirla a vedere per arricchirsi di questa esperienza che ci introduce all’ottavo centenario del Cantico delle Creature”. “Questa mostra – ha spiegato André Ripa – è la prima parte di un progetto che durerà 3 anni, fino al 2026. Sto progettando un grande evento immersivo live che parlerà della vita di San Francesco. Sogno di produrlo dal vivo con proiezioni e orchestra, magari anche ad Assisi. Voglio ringraziare Stefano Casertano, che ha curato la direzione e la parte di produzione cinematografica immersiva, e Frate Alessandro per il suo prezioso contributo canoro”. “Questo lavoro – ha replicato Stefano Casertano - è qualcosa di molto diverso dal solito. Sia l'Ordine dei Frati Minori che la città di Assisi con questo progetto hanno qualcosa di unico. Questa non è la riproduzione del Cantico delle Creature ma l’interpretazione poetica di una poesia, per questo la mostra unisce delle parti raccontate ad altre quasi mistiche”. “Questa mostra ci aiuta a ritornare alle radici del Cantico delle Creature, - ha rimarcato infine Frate Alessandro – che è parte integrante della nostra cultura, sia umana, che territoriale, che spirituale. Francesco ci dà una visione bellissima di quella che è la nostra casa comune, come la chiama il nostro Papa, per cui visitare questo evento significa rileggere, con occhi e udito moderni, una visione bella, fresca ed innovativa di quello che da sempre il Signore ci ha consegnato e che Francesco ha voluto regalare all'interno mondo”.

Orari e biglietti

La mostra resterà aperta nei seguenti giorni: dal martedì al giovedì dalle 14.30 alle 19.30; dal venerdì alla domenica dalle 10 alle 13 e dalle 14.30 alle 19.30. È possibile prenotare l’ingresso su Ticket Italia (ticketitalia.com) o telefonando al numero 0743 222889. Il costo dei biglietti è di 12 euro + prevendita (intero); 10 euro + prevendita (over 65, studenti universitari, insegnanti di ogni ordine e grado, membri di gruppi da più di 6 persone); 8 euro + prevendita (residenti del comune di Assisi, bambini e ragazzi dai 6 ai 18 anni, membri del clero, membri delle forze dell'ordine, membri della soprintendenza e ministero della cultura, tessera Icom e Icrom, turisti con tour operator affiliati); gratuito (bambini sotto i 6 anni, visitatori con disabilità o invalidità e accompagnatore). [gallery td_select_gallery_slide="slide" ids="77229,77230,77231"]]]>
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Presentato il progetto “Assisi Terra Laudato Si'” https://www.lavoce.it/presentato-il-progetto-assisi-terra-laudato-si/ https://www.lavoce.it/presentato-il-progetto-assisi-terra-laudato-si/#respond Sat, 20 Apr 2024 07:00:49 +0000 https://www.lavoce.it/?p=75783 I relatori seduti ad un tavolo. Sulla sinistra, in piedi, la sindaca di Assisi Stefania Proietti

È stato presentato ad Assisi, il progetto: ASSISI Terra Laudato Si’, animato dal Centro Laudato Si’ di Assisi per la diffusione dei valori dell’ecologia integrale e promosso in collaborazione con le principali realtà istituzionali, civili e religiose, della città di Assisi, e il programma di eventi previsto per l’inaugurazione.

Il progetto

Il progetto nasce in preparazione al "Giubileo Laudato Si'" del 2025, il doppio anniversario degli 800 anni del Cantico delle Creature e i 10 anni dell'enciclica Laudato Si', per offrire ai pellegrini l’opportunità di conoscere in profondità questi due messaggi di Francesco di Assisi e Francesco di Roma. Dopo l’annuncio l'anno scorso da parte del vescovo di Assisi mons. Domenico Sorrentino insieme al cardinale Michael Czerny del Vaticano, ora il progetto è pronto per iniziare a ricevere i pellegrini. Questa proposta nasce per rispondere al bisogno, sempre crescente, di percorsi di sensibilizzazione, formazione, e spiritualità rivolti non solo a chi è impegnato nei temi dell’ecologia integrale, ma a tutti. Assisi, per il suo profondo significato simbolico e il suo legame con san Francesco, patrono dei cultori dell’ecologia, come indicato da san Giovanni Paolo II, ha delle grandi potenzialità per annunciare e promuovere questo messaggio a favore di tutto il mondo.

I ritiri Laudato Si'

ASSISI Terra Laudato Si’, come specificato nel sito AssisiLaudatoSi.org, offrirà alla città una serie di programmi e iniziative che hanno come scopo la diffusione dei valori dell’ecologia integrale. Per esempio, attraverso i Ritiri Laudato Si’ vissuti non solo nei santuari francescani, ma in tutta la città e nel suo ecosistema (composto dal contesto paesaggistico, dai colori, dai silenzi e dalla spiritualità unica che qui si respira), i pellegrini avranno la possibilità di conoscere meglio la figura di san Francesco attraverso le parole del Cantico delle Creature. Questi Ritiri possono essere accompagnati da volontari, oppure svolti in maniera autonoma seguendo un itinerario che parte dalla Porziuncola, attraversa i “luoghi del grido” nella valle fino al santuario di Rivotorto, prosegue verso S. Damiano e l’eremo, e si conclude con l’invito all’azione di cura della Casa comune nel cuore della città fino alla Basilica di San Francesco, dove si può ricevere anche la credenziale per il percorso effettuato.

Momenti di preghiera e contemplazione

Le immersioni nel creato, destinate in particolare ai giovani, consentiranno lunghi momenti di preghiera e contemplazione, come faceva san Francesco all’interno di uno “speco” - a La Verna, a Narni o alle Carceri - e guidate attraverso dei sussidi, nei percorsi del monte Subasio e dintorni. Inoltre saranno previsti, nei “luoghi Laudato Si’” (sia luoghi che hanno visto le varie tappe della composizione del Cantico di frate sole, sia luoghi che lo attualizzano), dei percorsi di preghiera guidata: sia nel santuario di San Damiano, sia al santuario della Spogliazione, sia nella Basilica di San Francesco, dove “riposa” il santo insieme ai suoi compagni più stretti, dove è conservato il Codice 338 (che contiene la più antica trascrizione dell’Opera).

Corsi di formazione alla Cittadella Laudato Si'

Presso la Cittadella Laudato Si’ verranno offerti dei corsi di formazione e la proiezione del film La Lettera: Un Messaggio per la nostra Terra, che racconta la storia dell’enciclica Laudato si’ insieme a Papa Francesco. Il docu-film è presentato da YouTube Originals, e prodotto da Off The Fence Productions (vincitori Oscar 2021) e dal Movimento Laudato Si’. Infine, verrà attivato un servizio di volontariato alle iniziative del Progetto stesso. Tra le attività che svolgeranno i volontari, ci sarà l’accompagnamento dei Ritiri, il supporto agli eventi di preghiera e formazione, e momenti di lavoro e preghiera nella campagna intorno.

Gli eventi che anticiperanno l'avvio del progetto

Questo ambizioso progetto verrà inaugurato con una ricca serie di eventi. I giorni precedenti saranno animati dalla performance artistica dal titolo “Custodi della Terra, artigiani di Pace”, a cura di Francesco Astiaso Garcia (Unione cattolica artisti italiani) che coinvolgerà pellegrini, turisti e parrocchie. La performance consiste in un’esperienza di pittura collettiva, in preparazione alla Giornata della Terra. L’installazione complessiva, con le opere di ciascuno, costituirà un vero e proprio “Grido di Pace” che si leverà da Assisi.

Percorsi nel bosco di san Francesco con il Fai

Inoltre, sempre per celebrare la Terra, nella giornata di domenica 21 aprile il Fai proporrà due percorsi nel Bosco di S. Francesco dal titolo “Festeggiamo madre Terra”, una speciale visita con il Direttore per approfondire la storia del Bosco, conosciuto con questo nome sin dal XIII secolo, ed il restauro che di esso è stato realizzato dal FAI che ha recuperato e restituito al pubblico 64 ettari di natura. Una particolare attenzione verrà data agli aspetti ambientali che caratterizzano questo luogo. Alla fine della visita sarà possibile partecipare a una degustazione di prodotti del Fai e dell'olio del Bosco.

Il 22 aprile l'inaugurazione del progetto

Il 22 aprile, infine, presso la Cittadella Laudato Si’, (via Ancajani, 3) Assisi, sono previsti due momenti. La mattina, alle ore 11 ci sarà l’inaugurazione del progetto ASSISI Terra Laudato Si’, alla presenza del sindaco di Assisi Stefania Proietti, del vescovo di Assisi- Nocera Umbra- Gualdo Tadino e di Foligno, mons. Domenico Sorrentino, del custode del Sacro Convento fra Marco Moroni OfmConv, del provinciale dei frati minori fra Francesco Piloni Ofm, del rettore del  santuario della Spogliazione fra Marco Gaballo OfmCap, della direttrice del Bosco di S. Francesco Laura Cucchia, e delle associazioni del territorio, oltre al consiglio internazionale del Movimento Laudato Si’.

I partecipanti all'evento

Tra i diversi partecipanti, ci saranno anche gli studenti dei principali istituti superiori di Assisi, parte di un processo didattico-educativo sulla cura della casa comune. Interverranno il dott. Vito Stanzione del Cnr, impegnato in Antartide su attività di rilevamento del clima; la suora francescana Mary Frances Traynor, che racconterà la sua esperienza dal primo Earth Day, vissuto in Wisconsin, nel 1970; Susana Refega, nuova direttrice internazionale del Movimento Laudato Si’, che situerà la celebrazione nel suo contesto globale. Sarà l’occasione per condividere il concorso sull’ecologia integrale, promosso dalla Cittadella Laudato Si’ e destinato alle scuole italiane. L’evento sarà vissuto in collegamento con la maratona di Earth Day Italia #OnePeopleOnePlanet.

Momento interreligioso di spiritualità e contemplazione del tramonto

A conclusione della Giornata come avviene ormai da qualche anno, alle 18.30 ci sarà un momento interreligioso di spiritualità e di contemplazione del tramonto, alla presenza di mons. Domenico Sorrentino con membri di diverse confessioni cristiane e tradizioni religiose. Quest’anno si è scelta la Cittadella Laudato Si’ per collegare il tema della Giornata per la Terra con la spiritualità, nelle modalità seguite negli scorsi anni, ma in più con un richiamo al nuovo progetto che nasce in questa occasione. La preghiera, come di consuetudine, sarà coordinata dagli uffici Ecumenismo e dialogo delle diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno e dal Centro Laudato Si’.]]>
I relatori seduti ad un tavolo. Sulla sinistra, in piedi, la sindaca di Assisi Stefania Proietti

È stato presentato ad Assisi, il progetto: ASSISI Terra Laudato Si’, animato dal Centro Laudato Si’ di Assisi per la diffusione dei valori dell’ecologia integrale e promosso in collaborazione con le principali realtà istituzionali, civili e religiose, della città di Assisi, e il programma di eventi previsto per l’inaugurazione.

Il progetto

Il progetto nasce in preparazione al "Giubileo Laudato Si'" del 2025, il doppio anniversario degli 800 anni del Cantico delle Creature e i 10 anni dell'enciclica Laudato Si', per offrire ai pellegrini l’opportunità di conoscere in profondità questi due messaggi di Francesco di Assisi e Francesco di Roma. Dopo l’annuncio l'anno scorso da parte del vescovo di Assisi mons. Domenico Sorrentino insieme al cardinale Michael Czerny del Vaticano, ora il progetto è pronto per iniziare a ricevere i pellegrini. Questa proposta nasce per rispondere al bisogno, sempre crescente, di percorsi di sensibilizzazione, formazione, e spiritualità rivolti non solo a chi è impegnato nei temi dell’ecologia integrale, ma a tutti. Assisi, per il suo profondo significato simbolico e il suo legame con san Francesco, patrono dei cultori dell’ecologia, come indicato da san Giovanni Paolo II, ha delle grandi potenzialità per annunciare e promuovere questo messaggio a favore di tutto il mondo.

I ritiri Laudato Si'

ASSISI Terra Laudato Si’, come specificato nel sito AssisiLaudatoSi.org, offrirà alla città una serie di programmi e iniziative che hanno come scopo la diffusione dei valori dell’ecologia integrale. Per esempio, attraverso i Ritiri Laudato Si’ vissuti non solo nei santuari francescani, ma in tutta la città e nel suo ecosistema (composto dal contesto paesaggistico, dai colori, dai silenzi e dalla spiritualità unica che qui si respira), i pellegrini avranno la possibilità di conoscere meglio la figura di san Francesco attraverso le parole del Cantico delle Creature. Questi Ritiri possono essere accompagnati da volontari, oppure svolti in maniera autonoma seguendo un itinerario che parte dalla Porziuncola, attraversa i “luoghi del grido” nella valle fino al santuario di Rivotorto, prosegue verso S. Damiano e l’eremo, e si conclude con l’invito all’azione di cura della Casa comune nel cuore della città fino alla Basilica di San Francesco, dove si può ricevere anche la credenziale per il percorso effettuato.

Momenti di preghiera e contemplazione

Le immersioni nel creato, destinate in particolare ai giovani, consentiranno lunghi momenti di preghiera e contemplazione, come faceva san Francesco all’interno di uno “speco” - a La Verna, a Narni o alle Carceri - e guidate attraverso dei sussidi, nei percorsi del monte Subasio e dintorni. Inoltre saranno previsti, nei “luoghi Laudato Si’” (sia luoghi che hanno visto le varie tappe della composizione del Cantico di frate sole, sia luoghi che lo attualizzano), dei percorsi di preghiera guidata: sia nel santuario di San Damiano, sia al santuario della Spogliazione, sia nella Basilica di San Francesco, dove “riposa” il santo insieme ai suoi compagni più stretti, dove è conservato il Codice 338 (che contiene la più antica trascrizione dell’Opera).

Corsi di formazione alla Cittadella Laudato Si'

Presso la Cittadella Laudato Si’ verranno offerti dei corsi di formazione e la proiezione del film La Lettera: Un Messaggio per la nostra Terra, che racconta la storia dell’enciclica Laudato si’ insieme a Papa Francesco. Il docu-film è presentato da YouTube Originals, e prodotto da Off The Fence Productions (vincitori Oscar 2021) e dal Movimento Laudato Si’. Infine, verrà attivato un servizio di volontariato alle iniziative del Progetto stesso. Tra le attività che svolgeranno i volontari, ci sarà l’accompagnamento dei Ritiri, il supporto agli eventi di preghiera e formazione, e momenti di lavoro e preghiera nella campagna intorno.

Gli eventi che anticiperanno l'avvio del progetto

Questo ambizioso progetto verrà inaugurato con una ricca serie di eventi. I giorni precedenti saranno animati dalla performance artistica dal titolo “Custodi della Terra, artigiani di Pace”, a cura di Francesco Astiaso Garcia (Unione cattolica artisti italiani) che coinvolgerà pellegrini, turisti e parrocchie. La performance consiste in un’esperienza di pittura collettiva, in preparazione alla Giornata della Terra. L’installazione complessiva, con le opere di ciascuno, costituirà un vero e proprio “Grido di Pace” che si leverà da Assisi.

Percorsi nel bosco di san Francesco con il Fai

Inoltre, sempre per celebrare la Terra, nella giornata di domenica 21 aprile il Fai proporrà due percorsi nel Bosco di S. Francesco dal titolo “Festeggiamo madre Terra”, una speciale visita con il Direttore per approfondire la storia del Bosco, conosciuto con questo nome sin dal XIII secolo, ed il restauro che di esso è stato realizzato dal FAI che ha recuperato e restituito al pubblico 64 ettari di natura. Una particolare attenzione verrà data agli aspetti ambientali che caratterizzano questo luogo. Alla fine della visita sarà possibile partecipare a una degustazione di prodotti del Fai e dell'olio del Bosco.

Il 22 aprile l'inaugurazione del progetto

Il 22 aprile, infine, presso la Cittadella Laudato Si’, (via Ancajani, 3) Assisi, sono previsti due momenti. La mattina, alle ore 11 ci sarà l’inaugurazione del progetto ASSISI Terra Laudato Si’, alla presenza del sindaco di Assisi Stefania Proietti, del vescovo di Assisi- Nocera Umbra- Gualdo Tadino e di Foligno, mons. Domenico Sorrentino, del custode del Sacro Convento fra Marco Moroni OfmConv, del provinciale dei frati minori fra Francesco Piloni Ofm, del rettore del  santuario della Spogliazione fra Marco Gaballo OfmCap, della direttrice del Bosco di S. Francesco Laura Cucchia, e delle associazioni del territorio, oltre al consiglio internazionale del Movimento Laudato Si’.

I partecipanti all'evento

Tra i diversi partecipanti, ci saranno anche gli studenti dei principali istituti superiori di Assisi, parte di un processo didattico-educativo sulla cura della casa comune. Interverranno il dott. Vito Stanzione del Cnr, impegnato in Antartide su attività di rilevamento del clima; la suora francescana Mary Frances Traynor, che racconterà la sua esperienza dal primo Earth Day, vissuto in Wisconsin, nel 1970; Susana Refega, nuova direttrice internazionale del Movimento Laudato Si’, che situerà la celebrazione nel suo contesto globale. Sarà l’occasione per condividere il concorso sull’ecologia integrale, promosso dalla Cittadella Laudato Si’ e destinato alle scuole italiane. L’evento sarà vissuto in collegamento con la maratona di Earth Day Italia #OnePeopleOnePlanet.

Momento interreligioso di spiritualità e contemplazione del tramonto

A conclusione della Giornata come avviene ormai da qualche anno, alle 18.30 ci sarà un momento interreligioso di spiritualità e di contemplazione del tramonto, alla presenza di mons. Domenico Sorrentino con membri di diverse confessioni cristiane e tradizioni religiose. Quest’anno si è scelta la Cittadella Laudato Si’ per collegare il tema della Giornata per la Terra con la spiritualità, nelle modalità seguite negli scorsi anni, ma in più con un richiamo al nuovo progetto che nasce in questa occasione. La preghiera, come di consuetudine, sarà coordinata dagli uffici Ecumenismo e dialogo delle diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino e di Foligno e dal Centro Laudato Si’.]]>
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Mostra sul Maestro di San Francesco. Prima di Cimabue fu lui il più grande https://www.lavoce.it/mostra-sul-maestro-di-san-francesco-prima-di-cimabue-fu-lui-il-piu-grande/ https://www.lavoce.it/mostra-sul-maestro-di-san-francesco-prima-di-cimabue-fu-lui-il-piu-grande/#respond Thu, 14 Mar 2024 07:00:43 +0000 https://www.lavoce.it/?p=75251 Croce monumentale in legnosostenuta da cavi, su fondo blu della sala espositiva, La croce è di colore blu profilata da conchiglie umbre, il tabellone centrale è decorato come un tappeto di persia. Al centro il Cristo con il corpo che pesa verso il basso, la testa e si incassa tra le spalle.Ha il perizoma rosso

Gli occhi sono tutti puntati sulla monumentale Croce del Maestro di San Francesco, allestita all’interno di un’abside ricostruita su fondo blu al centro della sala. È lei la protagonista della mostra “L’enigma del Maestro di San Francesco. Lo stil novo del Duecento umbro”, appena inaugurata alla Galleria nazionale dell’Umbria. Si chiuderà il 9 giugno.

La Croce del Maestro di San Francesco

La Croce fu realizzata nel 1272 dal Maestro – la cui biografia ad oggi è sconosciuta – per la chiesa di San Francesco al Prato a Perugia; oggi è conservata in Galleria. Il nome del Maestro gli deriva da una tavola con l’immagine del Santo ritratto per intero, in posizione stante, da lui dipinta su un asse di pino su cui – secondo la tradizione – Francesco spirò, e che venne poi utilizzata per deporre il suo corpo sulla nuda terra. Attualmente la tavola è conservata al Museo della Porziuncola di Santa Maria degli Angeli, ed eccezionalmente in mostra in Galleria in questo periodo.

Artista "enigmatico" fu inventore dell'iconografia di san Francesco

L’esposizione è dunque un’occasione straordinaria per conoscere più a fondo questo artista “enigmatico”, che fu inventore dell’iconografia del Santo assisiate come alter Christus, uomo simile a Cristo, anche nel corpo, grazie al dono delle stigmate. Quei decenni a metà del Duecento furono infatti un momento cruciale per la definizione dell’immagine di Francesco.  “Son pochi i dubbi che dopo Giunta Pisano e prima di Cimabue sia esistito in Italia un pittore maggiore del Maestro di San Francesco” spiega Andrea De Marchi, curatore della mostra insieme a Veruska Picchiarelli e Emanuele Zappasodi. I quali hanno anche sottolineato come nel Duecento l’Umbria fosse davvero un crocevia culturale mondiale grazie al cantiere della basilica di Assisi, caratterizzato da grandiosi sommovimenti sociali, economici e culturali. Un periodo che nella nostra regione fu terreno fertile per la realizzate di alcune delle opere pittoriche più singolari dell’epoca.

Il Maestro decorò con le Storie di san Francesco la basilica Inferiore di san Francesco

Fu proprio al Maestro che si rivolsero i Frati minori per decorare l’intera basilica inferiore di Assisi, dopo che egli ebbe terminato di lavorare alle vetrate della chiesa superiore. Nella navata ad aula unica della basilica inferiore, tra mille fregi diversi, emuli dell’oreficeria e degli smalti, l’artista infatti realizzò il primo ciclo delle storie di Francesco secondo le indicazioni di Bonaventura da Bagnoregio, allora ministro generale dell’Ordine.

Le opere in mostra

In mostra sono una sessantina le opere raccolte, divise in varie sessioni, tra cui miniature e produzioni pittoriche umbre di quel periodo. Si parte con le opere di Giunta Pisano, tra cui la Croce firmata della Porziuncola. Davanti alla grande croce del Maestro di San Francesco c’è il “dossale opistografo” (dipinto su entrambi i lati) posizionato un tempo sull’altare maggiore di San Francesco al Prato, oggi ricombinato con le parti superstiti.

Al piano superiore è stata realizzata una sala immersiva nella quale, grazie alle nuove tecnologie, viene ricostruita la storia delle pitture murali realizzate dall’artista nella basilica di Assisi, in parte oggi non più esistenti, per l'apertura delle cappelle laterali. Un intervento avvenuto alla fine del XIII secolo, in particolare dopo l’arrivo di Giotto. Il percorso si conclude con il Maestro delle Croci francescane e il Maestro di Santa Chiara; di quest’ultimo sono esposte la pala agiografica proveniente dalla basilica della Santa ad Assisi e la croce dipinta del Museo civico Rocca Flea di Gualdo Tadino.

Alcune delle opere provengono dalle più prestigiose istituzioni museali al mondo, dal Louvre di Parigi alla National Gallery di Londra, dal Metropolitan Museum di New York alla National Gallery di Washington. La mostra è frutto della collaborazione fra la Galleria Nazionale dell’Umbria, il Ministero della Cultura, la Basilica papale e Sacro Convento di San Francesco in Assisi e la Provincia Serafica “San Francesco d’Assisi” dei Frati Minori dell’Umbria, con il supporto della Fondazione Perugia e in sinergia con la Regione Umbria.

A corollario della mostra sono previsti percorsi di visita sulle tracce del Duecento umbro in collaborazione con l’Isola di San Lorenzo di Perugia e un convegno a giugno, sempre sul Duecento umbro.

Galleria fotografica della mostra (Foto Manuela Acito) [gallery size="medium" td_select_gallery_slide="slide" ids="75261,75262,75263,75264,75265,75266,75267,75268,75269,75270,75271,75272,75273,75274,75275,75276,75277,75278,75279"]  
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Croce monumentale in legnosostenuta da cavi, su fondo blu della sala espositiva, La croce è di colore blu profilata da conchiglie umbre, il tabellone centrale è decorato come un tappeto di persia. Al centro il Cristo con il corpo che pesa verso il basso, la testa e si incassa tra le spalle.Ha il perizoma rosso

Gli occhi sono tutti puntati sulla monumentale Croce del Maestro di San Francesco, allestita all’interno di un’abside ricostruita su fondo blu al centro della sala. È lei la protagonista della mostra “L’enigma del Maestro di San Francesco. Lo stil novo del Duecento umbro”, appena inaugurata alla Galleria nazionale dell’Umbria. Si chiuderà il 9 giugno.

La Croce del Maestro di San Francesco

La Croce fu realizzata nel 1272 dal Maestro – la cui biografia ad oggi è sconosciuta – per la chiesa di San Francesco al Prato a Perugia; oggi è conservata in Galleria. Il nome del Maestro gli deriva da una tavola con l’immagine del Santo ritratto per intero, in posizione stante, da lui dipinta su un asse di pino su cui – secondo la tradizione – Francesco spirò, e che venne poi utilizzata per deporre il suo corpo sulla nuda terra. Attualmente la tavola è conservata al Museo della Porziuncola di Santa Maria degli Angeli, ed eccezionalmente in mostra in Galleria in questo periodo.

Artista "enigmatico" fu inventore dell'iconografia di san Francesco

L’esposizione è dunque un’occasione straordinaria per conoscere più a fondo questo artista “enigmatico”, che fu inventore dell’iconografia del Santo assisiate come alter Christus, uomo simile a Cristo, anche nel corpo, grazie al dono delle stigmate. Quei decenni a metà del Duecento furono infatti un momento cruciale per la definizione dell’immagine di Francesco.  “Son pochi i dubbi che dopo Giunta Pisano e prima di Cimabue sia esistito in Italia un pittore maggiore del Maestro di San Francesco” spiega Andrea De Marchi, curatore della mostra insieme a Veruska Picchiarelli e Emanuele Zappasodi. I quali hanno anche sottolineato come nel Duecento l’Umbria fosse davvero un crocevia culturale mondiale grazie al cantiere della basilica di Assisi, caratterizzato da grandiosi sommovimenti sociali, economici e culturali. Un periodo che nella nostra regione fu terreno fertile per la realizzate di alcune delle opere pittoriche più singolari dell’epoca.

Il Maestro decorò con le Storie di san Francesco la basilica Inferiore di san Francesco

Fu proprio al Maestro che si rivolsero i Frati minori per decorare l’intera basilica inferiore di Assisi, dopo che egli ebbe terminato di lavorare alle vetrate della chiesa superiore. Nella navata ad aula unica della basilica inferiore, tra mille fregi diversi, emuli dell’oreficeria e degli smalti, l’artista infatti realizzò il primo ciclo delle storie di Francesco secondo le indicazioni di Bonaventura da Bagnoregio, allora ministro generale dell’Ordine.

Le opere in mostra

In mostra sono una sessantina le opere raccolte, divise in varie sessioni, tra cui miniature e produzioni pittoriche umbre di quel periodo. Si parte con le opere di Giunta Pisano, tra cui la Croce firmata della Porziuncola. Davanti alla grande croce del Maestro di San Francesco c’è il “dossale opistografo” (dipinto su entrambi i lati) posizionato un tempo sull’altare maggiore di San Francesco al Prato, oggi ricombinato con le parti superstiti.

Al piano superiore è stata realizzata una sala immersiva nella quale, grazie alle nuove tecnologie, viene ricostruita la storia delle pitture murali realizzate dall’artista nella basilica di Assisi, in parte oggi non più esistenti, per l'apertura delle cappelle laterali. Un intervento avvenuto alla fine del XIII secolo, in particolare dopo l’arrivo di Giotto. Il percorso si conclude con il Maestro delle Croci francescane e il Maestro di Santa Chiara; di quest’ultimo sono esposte la pala agiografica proveniente dalla basilica della Santa ad Assisi e la croce dipinta del Museo civico Rocca Flea di Gualdo Tadino.

Alcune delle opere provengono dalle più prestigiose istituzioni museali al mondo, dal Louvre di Parigi alla National Gallery di Londra, dal Metropolitan Museum di New York alla National Gallery di Washington. La mostra è frutto della collaborazione fra la Galleria Nazionale dell’Umbria, il Ministero della Cultura, la Basilica papale e Sacro Convento di San Francesco in Assisi e la Provincia Serafica “San Francesco d’Assisi” dei Frati Minori dell’Umbria, con il supporto della Fondazione Perugia e in sinergia con la Regione Umbria.

A corollario della mostra sono previsti percorsi di visita sulle tracce del Duecento umbro in collaborazione con l’Isola di San Lorenzo di Perugia e un convegno a giugno, sempre sul Duecento umbro.

Galleria fotografica della mostra (Foto Manuela Acito) [gallery size="medium" td_select_gallery_slide="slide" ids="75261,75262,75263,75264,75265,75266,75267,75268,75269,75270,75271,75272,75273,75274,75275,75276,75277,75278,75279"]  
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Assisi, presentato il restauro che svela il vero volto di san Francesco https://www.lavoce.it/assisi-presentato-il-restauro-che-svela-il-vero-volto-di-san-francesco/ https://www.lavoce.it/assisi-presentato-il-restauro-che-svela-il-vero-volto-di-san-francesco/#respond Fri, 23 Feb 2024 11:38:02 +0000 https://www.lavoce.it/?p=74992

A cinquant’anni dall’ultimo intervento, il 16 febbraio ad Assisi sono stati presentati i lavori di restauro dell’affresco della Madonna in trono con il Bambino, angeli e san Francesco di Cimabue, noto anche come “Maestà di Assisi”.

Il vero volto di san Francesco e la Madonna con Gesù bambino sul trono

Un appuntamento atteso, che ha “svelato” il vero volto di san Francesco, databile tra il 1285 e il 1290. Situato nel transetto destro nella basilica inferiore, mostra la Madonna con Gesù bambino su un trono tra quattro angeli e con la rappresentazione di san Francesco in piedi a destra. L’affresco infatti è celebre non solo per la raffigurazione della Vergine in trono, ma anche per quello che si ritiene uno dei ritratti più antichi e affidabili del Santo, realizzato secondo la tradizione, sulla base delle indicazioni di chi lo aveva conosciuto personalmente.  Il Santo, raffigurato a un lato, scalzo con il saio, la barba corta e la chierica, fissa il fedele con uno sguardo compassionevole e con evidenti segni delle stimmate su mani e piedi. Ha un’evidente ferita al petto dove tiene un libro in un abbraccio.

Affresco restaurato più volte

Si sa che l’affresco è stato più volte restaurato nei secoli, anche dalla bottega di Giotto: si afferma infatti che il trono fosse in parte ricoperto di oro, e via via l’opera fu abbellita, e ritoccando lo stesso Santo per rendere le orecchie più ‘nobili’, non a sventola. Su un trono in legno elegantemente intagliato e posto di traverso e non al centro, siede Maria; tiene il Bambino sulle ginocchia con disinvoltura in una posizione asimmetrica, poggiando il piede destro su un gradino basso e quello sinistro più in alto, facilitando la tenuta del figlio.

Molto naturale e significativo, accentuando il rapporto stretto e l’amore tra Gesù e Maria, il gesto del bambino che tende una mano e afferra con naturalezza un lembo della veste della madre, mentre Maria, dalle dita lunghe e affusolate, gli accarezza un piedino. Intorno a loro sono disposti gli angeli sorridenti che si rivolgono allo spettatore inclinando le teste e dando movimento all’opera. I due in alto piegano la testa verso l’interno, quindi verso la Madonna e il Bambino, mentre i due in basso verso l’esterno. Sono elegantemente appoggiati con le mani al trono; i primi due hanno i piedi poggiati a terra, mentre i due dietro di loro sembrano fluttuare.

L’opera sembra rappresentare due gruppi in contrasto tra loro. Nel primo, dove sono rappresentate le figure degli angeli, di Maria e di Gesù, si può constatare la loro eleganza e fastosità; mentre nel secondo, dove viene rappresentato san Francesco, si evidenzia la semplicità e la sobrietà. Inoltre è tornato a splendere il prato verde su cui poggia l’opera. Oggi possiamo vedere il dipinto in tutto il suo splendore: un restauro meticoloso, studiato nei minimi dettagli.

Il restauro della Maestà di Cimabue

Il restauro della Maestà di Cimabue è stato realizzato da un’équipe della Tecnireco, diretta dal capo restauratore della basilica di San Francesco, Sergio Fusetti. Il progetto conservativo, iniziato a gennaio 2023, ha richiesto un anno. Come spiega Fusetti, si trattava di rimuovere tutti gli strati dei vari restauri avvenuti nei secoli, con molta attenzione, per arrivare allo strato originale. Importante è stato rimuovere i protettivi che si usavano negli anni ’70. Si è usata dalla lente d’ingrandimento a sofisticate apparecchiature.

La tecnica usata da Cimabue non ha favorito la conservazione dell'affresco

Cimabue utilizzava una tecnica che con il tempo non ha favorito la conservazione di molte sue opere, intonacando tutta la parte da dipingere e passando il colore quando ormai l’intonaco era asciutto, senza assorbimento del colore. Quest’opera la eseguì in un giorno, intonacando tutta la parete e successivamente passò il colore. Inoltre, come consueto all’epoca, usava la biacca, cioè carbonato basico di piombo: i pigmenti composti di piombo si trasformavano in biossido di piombo, e a contatto con l’acido solfidrico, da bianco, finiva per tendere al bruno. Anche se la biacca garantiva una certa tenuta, nel corso degli anni, oscurandosi, provocò spesso la trasformazione del pigmento e quindi lo sconvolgimento dell’opera stessa.

Le indagini diagnostiche

Nella Maestà è stata questa la difficoltà: riportare alla luce il vero pigmento iniziale. Allo scopo sono state svolte ricerche e indagini diagnostiche, e con il microscopio si sono guardate le incisioni del “disegno” iniziale. Fusetti aggiunge che si è riusciti a restituire la forma originale alle orecchie di san Francesco, che erano state ritoccate più volte in passato, così come il suo volto e gran parte di tutta l’opera. Queste tecniche e strumentazioni, non invasive, per analizzare lo stato di conservazione dell’opera e i materiali utilizzati nei restauri precedenti, hanno così consentito di ridare non solo alla comunità ma a tutta la storia dell’arte un’opera molto vicina all’originale, rientrando nel più ampio progetto di interventi di manutenzione e conservazione del patrimonio presente all’interno della basilica di San Francesco.

La gratitudine del custode fra Marco Moroni per il lavoro compiuto

Il custode fra Marco Moroni è estremamente grato per questo intervento e per la sinergia che ha permesso di portare a nuovo splendore un’immagine che non è solo un’opera d’arte, ma è anzitutto – per i francescani e per tutti i devoti del Santo – un richiamo dall’alto valore simbolico alla figura e ai valori di san Francesco. Il suo ritratto, contenuto in questo capolavoro di Cimabue, ci riporta direttamente alla sua figura storica, che manifesta ancora oggi una straordinaria attualità e continua a essere fonte di “provocazioni” profonde per ciascuno di noi e per il mondo.

Emanuela Marotta

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A cinquant’anni dall’ultimo intervento, il 16 febbraio ad Assisi sono stati presentati i lavori di restauro dell’affresco della Madonna in trono con il Bambino, angeli e san Francesco di Cimabue, noto anche come “Maestà di Assisi”.

Il vero volto di san Francesco e la Madonna con Gesù bambino sul trono

Un appuntamento atteso, che ha “svelato” il vero volto di san Francesco, databile tra il 1285 e il 1290. Situato nel transetto destro nella basilica inferiore, mostra la Madonna con Gesù bambino su un trono tra quattro angeli e con la rappresentazione di san Francesco in piedi a destra. L’affresco infatti è celebre non solo per la raffigurazione della Vergine in trono, ma anche per quello che si ritiene uno dei ritratti più antichi e affidabili del Santo, realizzato secondo la tradizione, sulla base delle indicazioni di chi lo aveva conosciuto personalmente.  Il Santo, raffigurato a un lato, scalzo con il saio, la barba corta e la chierica, fissa il fedele con uno sguardo compassionevole e con evidenti segni delle stimmate su mani e piedi. Ha un’evidente ferita al petto dove tiene un libro in un abbraccio.

Affresco restaurato più volte

Si sa che l’affresco è stato più volte restaurato nei secoli, anche dalla bottega di Giotto: si afferma infatti che il trono fosse in parte ricoperto di oro, e via via l’opera fu abbellita, e ritoccando lo stesso Santo per rendere le orecchie più ‘nobili’, non a sventola. Su un trono in legno elegantemente intagliato e posto di traverso e non al centro, siede Maria; tiene il Bambino sulle ginocchia con disinvoltura in una posizione asimmetrica, poggiando il piede destro su un gradino basso e quello sinistro più in alto, facilitando la tenuta del figlio.

Molto naturale e significativo, accentuando il rapporto stretto e l’amore tra Gesù e Maria, il gesto del bambino che tende una mano e afferra con naturalezza un lembo della veste della madre, mentre Maria, dalle dita lunghe e affusolate, gli accarezza un piedino. Intorno a loro sono disposti gli angeli sorridenti che si rivolgono allo spettatore inclinando le teste e dando movimento all’opera. I due in alto piegano la testa verso l’interno, quindi verso la Madonna e il Bambino, mentre i due in basso verso l’esterno. Sono elegantemente appoggiati con le mani al trono; i primi due hanno i piedi poggiati a terra, mentre i due dietro di loro sembrano fluttuare.

L’opera sembra rappresentare due gruppi in contrasto tra loro. Nel primo, dove sono rappresentate le figure degli angeli, di Maria e di Gesù, si può constatare la loro eleganza e fastosità; mentre nel secondo, dove viene rappresentato san Francesco, si evidenzia la semplicità e la sobrietà. Inoltre è tornato a splendere il prato verde su cui poggia l’opera. Oggi possiamo vedere il dipinto in tutto il suo splendore: un restauro meticoloso, studiato nei minimi dettagli.

Il restauro della Maestà di Cimabue

Il restauro della Maestà di Cimabue è stato realizzato da un’équipe della Tecnireco, diretta dal capo restauratore della basilica di San Francesco, Sergio Fusetti. Il progetto conservativo, iniziato a gennaio 2023, ha richiesto un anno. Come spiega Fusetti, si trattava di rimuovere tutti gli strati dei vari restauri avvenuti nei secoli, con molta attenzione, per arrivare allo strato originale. Importante è stato rimuovere i protettivi che si usavano negli anni ’70. Si è usata dalla lente d’ingrandimento a sofisticate apparecchiature.

La tecnica usata da Cimabue non ha favorito la conservazione dell'affresco

Cimabue utilizzava una tecnica che con il tempo non ha favorito la conservazione di molte sue opere, intonacando tutta la parte da dipingere e passando il colore quando ormai l’intonaco era asciutto, senza assorbimento del colore. Quest’opera la eseguì in un giorno, intonacando tutta la parete e successivamente passò il colore. Inoltre, come consueto all’epoca, usava la biacca, cioè carbonato basico di piombo: i pigmenti composti di piombo si trasformavano in biossido di piombo, e a contatto con l’acido solfidrico, da bianco, finiva per tendere al bruno. Anche se la biacca garantiva una certa tenuta, nel corso degli anni, oscurandosi, provocò spesso la trasformazione del pigmento e quindi lo sconvolgimento dell’opera stessa.

Le indagini diagnostiche

Nella Maestà è stata questa la difficoltà: riportare alla luce il vero pigmento iniziale. Allo scopo sono state svolte ricerche e indagini diagnostiche, e con il microscopio si sono guardate le incisioni del “disegno” iniziale. Fusetti aggiunge che si è riusciti a restituire la forma originale alle orecchie di san Francesco, che erano state ritoccate più volte in passato, così come il suo volto e gran parte di tutta l’opera. Queste tecniche e strumentazioni, non invasive, per analizzare lo stato di conservazione dell’opera e i materiali utilizzati nei restauri precedenti, hanno così consentito di ridare non solo alla comunità ma a tutta la storia dell’arte un’opera molto vicina all’originale, rientrando nel più ampio progetto di interventi di manutenzione e conservazione del patrimonio presente all’interno della basilica di San Francesco.

La gratitudine del custode fra Marco Moroni per il lavoro compiuto

Il custode fra Marco Moroni è estremamente grato per questo intervento e per la sinergia che ha permesso di portare a nuovo splendore un’immagine che non è solo un’opera d’arte, ma è anzitutto – per i francescani e per tutti i devoti del Santo – un richiamo dall’alto valore simbolico alla figura e ai valori di san Francesco. Il suo ritratto, contenuto in questo capolavoro di Cimabue, ci riporta direttamente alla sua figura storica, che manifesta ancora oggi una straordinaria attualità e continua a essere fonte di “provocazioni” profonde per ciascuno di noi e per il mondo.

Emanuela Marotta

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Perenne bellezza del presepio https://www.lavoce.it/perenne-bellezza-del-presepio/ https://www.lavoce.it/perenne-bellezza-del-presepio/#respond Wed, 06 Dec 2023 15:07:54 +0000 https://www.lavoce.it/?p=74211 presepe con san Giuseppe, Maria, Gesù Bambino, il bue,l'asinello e due Re Magi

di Giovanni M. Capetta

In Avvento ha un significato unico e profondo e dà forma tangibile alla nostra attesa del Natale la preparazione del presepio. Una tradizione che proprio quest’anno festeggia un anniversario importante: sono infatti trascorsi esattamente 800 anni da quel Natale del 1223 in cui Francesco d’Assisi, reduce dalla Terra Santa, vide nelle grotte del paesino laziale di Greccio una somiglianza con Betlemme e manifestò il geniale desiderio di rievocare tangibilmente in quel luogo la nascita di Gesù.

Naturalmente i Vangeli rimangono sempre la fonte che permette di conoscere e meditare quell’avvenimento. Tuttavia la sua rappresentazione nel presepe aiuta a immaginare le scene, stimola gli affetti, invita a sentirsi coinvolti nella storia della salvezza, contemporanei dell’evento che è vivo e attuale nei più diversi contesti storici e culturali. In modo particolare, fin dall’origine francescana il presepe è un invito a “sentire”, a “toccare” la povertà che il Figlio di Dio ha scelto per sé nella sua Incarnazione. E così, implicitamente, è un appello a seguirlo sulla via dell’umiltà, della povertà, della spogliazione, che dalla mangiatoia di Betlemme conduce alla Croce.

In molti borghi e presso non poche parrocchie si usa ancora organizzare presepi viventi secondo l’intuizione francescana e così “vedere con gli occhi del corpo i disagi” (questa l’espressione dell’Assisiate) in cui si è trovato Gesù appena nato; ma è con lo stesso spirito che milioni di famiglie nel mondo in questi giorni preparano il loro presepe, che inevitabilmente sarà diverso da ogni altro presepe, eppure rievoca lo stesso evento di salvezza di un Dio che si fa uomo in un bambino avvolto in fasce, in una mangiatoia.

Già a Betlemme, la “casa del pane”, scorgiamo la volontà di Dio che il Figlio si doni a noi con il suo corpo: quanta profondità di mistero! Eppure la rappresentazione plastica del presepio si affianca a questa verità teologica attraverso la bellezza e lo stupore, vie privilegiate per i cuori e le menti più semplici. In ogni casa in cui ci siano dei figli ancora piccoli, o degli adulti che si ricordino di essere stati bambini, tutti sanno dov’è riposto l’occorrente per l’allestimento messo via con cura un anno prima.

Possono essere antichi e monumentali, dal grande valore artistico o moderni e simbolici… Si differenziano i materiali, gli sfondi, le scenografie, i modi di riprodurre il cielo stellato; le statuine mutano di foggia a seconda delle città e delle nazioni, sono tante o poche, rappresentano la sacra famiglia, gli angeli, i pastori, ma anche tanti uomini e donne intenti nelle più diverse attività quotidiane… Attraverso il presepe, di generazione in generazione si trasmette la genuinità della fede in quell’evento di salvezza sempre nuova: Gesù viene nelle nostre case, così come noi andiamo da lui, immedesimandoci chi in uno, chi in un altro dei tanti personaggi che nella nostra rappresentazione si avvicinano a quel bambino appena nato.

Tutte le case in cui un presepe, con le sue piccole luci, attrae l’attenzione di chi entra, divengono davvero chiese domestiche ed è bello fermarsi per almeno qualche secondo di contemplazione. Quel manufatto è il frutto della collaborazione di tutti e anche chi dispone una pecorella in ultima fila dà un contributo che ha il suo valore. Il presepio ci comunica la verità di un Dio che nel nascondimento, senza clamore, continua a tessere i fili della storia e infonde fiducia anche nell’uomo più scoraggiato.

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presepe con san Giuseppe, Maria, Gesù Bambino, il bue,l'asinello e due Re Magi

di Giovanni M. Capetta

In Avvento ha un significato unico e profondo e dà forma tangibile alla nostra attesa del Natale la preparazione del presepio. Una tradizione che proprio quest’anno festeggia un anniversario importante: sono infatti trascorsi esattamente 800 anni da quel Natale del 1223 in cui Francesco d’Assisi, reduce dalla Terra Santa, vide nelle grotte del paesino laziale di Greccio una somiglianza con Betlemme e manifestò il geniale desiderio di rievocare tangibilmente in quel luogo la nascita di Gesù.

Naturalmente i Vangeli rimangono sempre la fonte che permette di conoscere e meditare quell’avvenimento. Tuttavia la sua rappresentazione nel presepe aiuta a immaginare le scene, stimola gli affetti, invita a sentirsi coinvolti nella storia della salvezza, contemporanei dell’evento che è vivo e attuale nei più diversi contesti storici e culturali. In modo particolare, fin dall’origine francescana il presepe è un invito a “sentire”, a “toccare” la povertà che il Figlio di Dio ha scelto per sé nella sua Incarnazione. E così, implicitamente, è un appello a seguirlo sulla via dell’umiltà, della povertà, della spogliazione, che dalla mangiatoia di Betlemme conduce alla Croce.

In molti borghi e presso non poche parrocchie si usa ancora organizzare presepi viventi secondo l’intuizione francescana e così “vedere con gli occhi del corpo i disagi” (questa l’espressione dell’Assisiate) in cui si è trovato Gesù appena nato; ma è con lo stesso spirito che milioni di famiglie nel mondo in questi giorni preparano il loro presepe, che inevitabilmente sarà diverso da ogni altro presepe, eppure rievoca lo stesso evento di salvezza di un Dio che si fa uomo in un bambino avvolto in fasce, in una mangiatoia.

Già a Betlemme, la “casa del pane”, scorgiamo la volontà di Dio che il Figlio si doni a noi con il suo corpo: quanta profondità di mistero! Eppure la rappresentazione plastica del presepio si affianca a questa verità teologica attraverso la bellezza e lo stupore, vie privilegiate per i cuori e le menti più semplici. In ogni casa in cui ci siano dei figli ancora piccoli, o degli adulti che si ricordino di essere stati bambini, tutti sanno dov’è riposto l’occorrente per l’allestimento messo via con cura un anno prima.

Possono essere antichi e monumentali, dal grande valore artistico o moderni e simbolici… Si differenziano i materiali, gli sfondi, le scenografie, i modi di riprodurre il cielo stellato; le statuine mutano di foggia a seconda delle città e delle nazioni, sono tante o poche, rappresentano la sacra famiglia, gli angeli, i pastori, ma anche tanti uomini e donne intenti nelle più diverse attività quotidiane… Attraverso il presepe, di generazione in generazione si trasmette la genuinità della fede in quell’evento di salvezza sempre nuova: Gesù viene nelle nostre case, così come noi andiamo da lui, immedesimandoci chi in uno, chi in un altro dei tanti personaggi che nella nostra rappresentazione si avvicinano a quel bambino appena nato.

Tutte le case in cui un presepe, con le sue piccole luci, attrae l’attenzione di chi entra, divengono davvero chiese domestiche ed è bello fermarsi per almeno qualche secondo di contemplazione. Quel manufatto è il frutto della collaborazione di tutti e anche chi dispone una pecorella in ultima fila dà un contributo che ha il suo valore. Il presepio ci comunica la verità di un Dio che nel nascondimento, senza clamore, continua a tessere i fili della storia e infonde fiducia anche nell’uomo più scoraggiato.

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Festa del Perdono a Isola Maggiore del Lago Trasimeno https://www.lavoce.it/festa-del-perdono-a-isola-maggiore-del-lago-trasimeno/ https://www.lavoce.it/festa-del-perdono-a-isola-maggiore-del-lago-trasimeno/#respond Mon, 31 Jul 2023 15:39:23 +0000 https://www.lavoce.it/?p=72864 perdono festa sbarco

Delle 18 solennità, tra fisse e mobili, che nel tempo passato (e non poi così remoto!) scandivano la vita religiosa di Isola Maggiore è rimasta solo questa: la festa del Perdono. Il ridottissimo numero di abitanti; l’abolizione della parrocchia nel 1982 e l’accorpamento a Vernazzano, non consente più di poter vivere pienamente la vita cristiana a questo piccolo spicchio di terra che emerge dalle acque del Trasimeno e che nel 1211 san Francesco elesse a suo romitorio quaresimale. Divenuta immediatamente luogo francescano per eccellenza, si poté gloriare della presenza dei Frati che dal 1250 al 1865 vissero nel Convento minorita a lui dedicato (poi trasformato nell’oramai abbandonato Castello Guglielmi). Non possediamo grandi notizie di come venisse vissuta nel passato questa “indulgenza” voluta dal “tutto serafico in ardore” e concessa da papa Onorio III il 2 agosto 1216. Ciò che è certo è che sin da quella data anche ad Isola Maggiore si celebrò con fede e devozione questa festa della riconciliazione e del perdono, in forme molto simili a quelle che G.F. Overbek di Lubecca, tra il 1829 ed il 1830, affrescherà sulla facciata della chiesa della Porziuncola, nella quale è raffigurato appunto l’istituzione del Perdono di Assisi. Abbiamo solo qualche notizia sulla presenza di numerosi pellegrini ad Isola Maggiore per “pjar l’indulgenzia del serafico Patre nostro” durante i 17 anni (1444/1461) in cui fu Guardiano del convento padre Pietro Fratangioli, colto e pio al tempo stesso; che venne insediato Guardiano del Convento di Isola Maggiore il primo maggio 1444 niente meno che da san Bernardino da Siena in persona; morto in concetto di santità ed oggi Beat. Originario di Trequanda vicino Siena, p. Fratangioli fu contemporaneo e conterraneo tra gli altri del pittore Sano di Pietro; e non è da escludersi che possa essere proprio sua la committenza del polittico della Vergine con Bambino tra i santi Giovanni Battista, Michele Arcangelo, Pietro e Paolo, dipinta dal senese nel1450 per la pieve di san Michele Arcangelo, e del quale oggi sopravvivono (musealizzati) solo la pala centrale ed i medaglioni con gli Apostoli. Con l’unità d’Italia e la chiusura del convento con conseguente trasformazione in villa patrizia (castello) non abbiamo più notizie di celebrazioni del Perdono, ma solo di quelle in onore di san Francesco il 4 ottobre. Si dovranno attendere gli anni ’70 del ’900 quando il parroco don Giancarlo Giamboni deciderà in accordo col suo popolo di rinnovare questo antico privilegio indulgenziale lucrabile in tutti i luoghi francescani, istituendo la tradizionale celebrazione della Messa sul luogo comunemente detto “dello sbarco”, dove sorge una delle due cappelle dedicate al santo. Più tardi negli anni a venire, il luogo è stato ampliato creando il grande piazzale dove nel 1982, in occasione delle celebrazioni per l’VIII centenario della nascita del santo, i Frati Minori Conventuali e dell’Ordine Francescano Secolare della Basilica di santa Croce di Firenze fecero porre una statua di bronzo opera dello scultore Sisto Zanetti. In questo stesso piazzale, a distanza di 50 anni dalla prima volta, ci ritroveremo martedì e mercoledì prossimi (1° e 2 agosto) in due appuntamenti diversi, tanto al mattino che al pomeriggio, per pregare san Francesco affinché ci ottenga dalla misericordia di Dio la tanto sospirata indulgenza. Umberto Benini

PROGRAMMA 2023

Festa del Perdono a Isola Maggiore del Lago Trasimeno

1 AGOSTO (per giovani e famiglie) Ore 17.30 - Partenza per il pellegrinaggio dalla chiesa di Passignano fino al molo di Tuoro per il traghetto - cena al sacco - veglia e riflessione su san Francesco Ore 6.30 - S. Messa allo sbarco di San Francesco - colazione al sacco 2 AGOSTO (per i malati) Ore 9.30 - Confessioni Ore 10.30 - S. Messa (con Unzione dei malati) Ore 16.30 – Processione (partenza dalla piazza fino allo sbarco di San Francesco) e confessioni Ore 17.30 – S. Messa allo sbarco di San Francesco - al termine benedizione delle barche]]>
perdono festa sbarco

Delle 18 solennità, tra fisse e mobili, che nel tempo passato (e non poi così remoto!) scandivano la vita religiosa di Isola Maggiore è rimasta solo questa: la festa del Perdono. Il ridottissimo numero di abitanti; l’abolizione della parrocchia nel 1982 e l’accorpamento a Vernazzano, non consente più di poter vivere pienamente la vita cristiana a questo piccolo spicchio di terra che emerge dalle acque del Trasimeno e che nel 1211 san Francesco elesse a suo romitorio quaresimale. Divenuta immediatamente luogo francescano per eccellenza, si poté gloriare della presenza dei Frati che dal 1250 al 1865 vissero nel Convento minorita a lui dedicato (poi trasformato nell’oramai abbandonato Castello Guglielmi). Non possediamo grandi notizie di come venisse vissuta nel passato questa “indulgenza” voluta dal “tutto serafico in ardore” e concessa da papa Onorio III il 2 agosto 1216. Ciò che è certo è che sin da quella data anche ad Isola Maggiore si celebrò con fede e devozione questa festa della riconciliazione e del perdono, in forme molto simili a quelle che G.F. Overbek di Lubecca, tra il 1829 ed il 1830, affrescherà sulla facciata della chiesa della Porziuncola, nella quale è raffigurato appunto l’istituzione del Perdono di Assisi. Abbiamo solo qualche notizia sulla presenza di numerosi pellegrini ad Isola Maggiore per “pjar l’indulgenzia del serafico Patre nostro” durante i 17 anni (1444/1461) in cui fu Guardiano del convento padre Pietro Fratangioli, colto e pio al tempo stesso; che venne insediato Guardiano del Convento di Isola Maggiore il primo maggio 1444 niente meno che da san Bernardino da Siena in persona; morto in concetto di santità ed oggi Beat. Originario di Trequanda vicino Siena, p. Fratangioli fu contemporaneo e conterraneo tra gli altri del pittore Sano di Pietro; e non è da escludersi che possa essere proprio sua la committenza del polittico della Vergine con Bambino tra i santi Giovanni Battista, Michele Arcangelo, Pietro e Paolo, dipinta dal senese nel1450 per la pieve di san Michele Arcangelo, e del quale oggi sopravvivono (musealizzati) solo la pala centrale ed i medaglioni con gli Apostoli. Con l’unità d’Italia e la chiusura del convento con conseguente trasformazione in villa patrizia (castello) non abbiamo più notizie di celebrazioni del Perdono, ma solo di quelle in onore di san Francesco il 4 ottobre. Si dovranno attendere gli anni ’70 del ’900 quando il parroco don Giancarlo Giamboni deciderà in accordo col suo popolo di rinnovare questo antico privilegio indulgenziale lucrabile in tutti i luoghi francescani, istituendo la tradizionale celebrazione della Messa sul luogo comunemente detto “dello sbarco”, dove sorge una delle due cappelle dedicate al santo. Più tardi negli anni a venire, il luogo è stato ampliato creando il grande piazzale dove nel 1982, in occasione delle celebrazioni per l’VIII centenario della nascita del santo, i Frati Minori Conventuali e dell’Ordine Francescano Secolare della Basilica di santa Croce di Firenze fecero porre una statua di bronzo opera dello scultore Sisto Zanetti. In questo stesso piazzale, a distanza di 50 anni dalla prima volta, ci ritroveremo martedì e mercoledì prossimi (1° e 2 agosto) in due appuntamenti diversi, tanto al mattino che al pomeriggio, per pregare san Francesco affinché ci ottenga dalla misericordia di Dio la tanto sospirata indulgenza. Umberto Benini

PROGRAMMA 2023

Festa del Perdono a Isola Maggiore del Lago Trasimeno

1 AGOSTO (per giovani e famiglie) Ore 17.30 - Partenza per il pellegrinaggio dalla chiesa di Passignano fino al molo di Tuoro per il traghetto - cena al sacco - veglia e riflessione su san Francesco Ore 6.30 - S. Messa allo sbarco di San Francesco - colazione al sacco 2 AGOSTO (per i malati) Ore 9.30 - Confessioni Ore 10.30 - S. Messa (con Unzione dei malati) Ore 16.30 – Processione (partenza dalla piazza fino allo sbarco di San Francesco) e confessioni Ore 17.30 – S. Messa allo sbarco di San Francesco - al termine benedizione delle barche]]>
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Santuario della Spogliazione di Assisi, per i sei anni tre giorni di eventi https://www.lavoce.it/santuario-spogliazione-assisi-sei-anni-tre-giorni-eventi/ https://www.lavoce.it/santuario-spogliazione-assisi-sei-anni-tre-giorni-eventi/#respond Thu, 18 May 2023 16:31:29 +0000 https://www.lavoce.it/?p=71583 Il vescovo Domenico Sorrentino al centro dell'abside del santuario della Spogliazione con i relatori in una recente edizione del premio

“Siamo nel luogo della Spogliazione di Francesco, qui su queste pietre 800 anni fa si spogliò di tutto per essere tutto di Dio e dei fratelli. Questo luogo è diventato oggi un vulcano in eruzione, tanta grazia sta emergendo: qui si riflette, si prega, ci si converte, si fa economia della fraternità e si dona al mondo una speranza. Tanti stanno venendo da Francesco d’Assisi e da Carlo Acutis, vi aspettiamo per questa tre giorni di festa del santuario, tanti gli eventi, siete tutti i benvenuti”. Questo l’invito del vescovo delle diocesi di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino. Un invito lanciato dai social della diocesi assisana e del Santuario della Spogliazione, in occasione del sesto anniversario dell’inaugurazione del Santuario stesso: una tre giorni da venerdì 19 a domenica 21 maggio.

La visita dell'onorevole Lorenzo Fontana, presidente della Camera dei Deputati

La tre giorni dal titolo #Nulla di proprio. Per un mondo fraterno e solidale tra arte, musica e spiritualità si aprirà il 19 maggio alle ore 15 con la visita dell’onorevole Lorenzo Fontana, presidente della Camera dei Deputati. Fontana verrà accompagnato dal vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, nei vari luoghi del Santuario: dalla tomba del beato Carlo Acutis, da lui citato nel discorso di insediamento a Montecitorio, alla ritrovata Porta di Francesco, dal “Museo della Memoria, Assisi 1943-1944” fino agli ultimi scavi per la riscoperta del vecchio episcopio.

Tavola rotonda al santuario della Spogliazione su "Istituzioni, tra legalità e solidarietà"

Il presidente Fontana porterà poi i saluti ai partecipanti alla tavola rotonda, alle ore 16.10, moderata dal giornalista del Corriere della Sera, Giovanni Bianconi, dal titolo Istituzioni, tra legalità e solidarietà. Alla tavola rotonda prenderanno parte anche Fausto Cardella, presidente della Fondazione Umbria contro l’Usura, Stefania Proietti, sindaco della Città di Assisi e don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano.

Il premio “Francesco d’Assisi e Carlo Acutis per una economia della fraternità”: i finalisti

Sabato 20 maggio alle ore 11, si terrà il premio “Francesco d’Assisi e Carlo Acutis per una economia della fraternità”. I tre finalisti dell’edizione 2023 del Premio vengono tutti da paesi poverissimi - Amazzonia, Burundi e Ciad - nello spirito dell’iniziativa che mira a ispirare in modo generativo le persone con scarse possibilità economiche, in particolare i giovani al di sotto dei 35 anni e nelle regioni più povere del mondo. L’iniziativa vedrà la presenza di Chiara Amirante, fondatrice di Nuovi Orizzonti, dell’imprenditore Brunello Cucinelli, ideatore del foulard in cachemire con l’immagine della Spogliazione che verrà donato al vincitore e del cardinale Luis Antonio Tagle, pro-prefetto del dicastero per l’Evangelizzazione.

La presentazione del libro "Francesco e i vescovi di Assisi, storia di un rapporto"

Nel pomeriggio di sabato 20 maggio, alle ore 16.30, la presentazione del libro “Francesco e i vescovi di Assisi, storia di un rapporto“ di padre Felice Autieri. Parteciperanno padre Pietro Messa, docente di storia del francescanesimo alla Pontificia Università Antonianum di Roma, il professore Nicolangelo d’Acunto, ordinario di Storia medioevale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dello storico assisano Francesco Santucci e della giornalista e conduttrice tv, Safiria Leccese che modererà l’incontro. Il libro è un racconto della vita di Francesco narrato da una prospettiva inedita, quello del rapporto con i presuli della città di Assisi.

Spettacolo teatrale "Il destino di una testa di legno"

Alle ore 21.15 di sabato 20 ci sarà lo spettacolo teatrale Il destino di una testa di legno, ideato, scritto e musicato dai ragazzi di Assisi. Infine, domenica 21 maggio alle ore 11 la  messa presieduta dal cardinale Lazarus You Heung-sik, prefetto del dicastero per il Clero. La tre giorni del Santuario è organizzata dalla Fondazione diocesana Assisi Santuario della Spogliazione, con la diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e con il sostegno della Fondazione Perugia.  ]]>
Il vescovo Domenico Sorrentino al centro dell'abside del santuario della Spogliazione con i relatori in una recente edizione del premio

“Siamo nel luogo della Spogliazione di Francesco, qui su queste pietre 800 anni fa si spogliò di tutto per essere tutto di Dio e dei fratelli. Questo luogo è diventato oggi un vulcano in eruzione, tanta grazia sta emergendo: qui si riflette, si prega, ci si converte, si fa economia della fraternità e si dona al mondo una speranza. Tanti stanno venendo da Francesco d’Assisi e da Carlo Acutis, vi aspettiamo per questa tre giorni di festa del santuario, tanti gli eventi, siete tutti i benvenuti”. Questo l’invito del vescovo delle diocesi di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino. Un invito lanciato dai social della diocesi assisana e del Santuario della Spogliazione, in occasione del sesto anniversario dell’inaugurazione del Santuario stesso: una tre giorni da venerdì 19 a domenica 21 maggio.

La visita dell'onorevole Lorenzo Fontana, presidente della Camera dei Deputati

La tre giorni dal titolo #Nulla di proprio. Per un mondo fraterno e solidale tra arte, musica e spiritualità si aprirà il 19 maggio alle ore 15 con la visita dell’onorevole Lorenzo Fontana, presidente della Camera dei Deputati. Fontana verrà accompagnato dal vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, nei vari luoghi del Santuario: dalla tomba del beato Carlo Acutis, da lui citato nel discorso di insediamento a Montecitorio, alla ritrovata Porta di Francesco, dal “Museo della Memoria, Assisi 1943-1944” fino agli ultimi scavi per la riscoperta del vecchio episcopio.

Tavola rotonda al santuario della Spogliazione su "Istituzioni, tra legalità e solidarietà"

Il presidente Fontana porterà poi i saluti ai partecipanti alla tavola rotonda, alle ore 16.10, moderata dal giornalista del Corriere della Sera, Giovanni Bianconi, dal titolo Istituzioni, tra legalità e solidarietà. Alla tavola rotonda prenderanno parte anche Fausto Cardella, presidente della Fondazione Umbria contro l’Usura, Stefania Proietti, sindaco della Città di Assisi e don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano.

Il premio “Francesco d’Assisi e Carlo Acutis per una economia della fraternità”: i finalisti

Sabato 20 maggio alle ore 11, si terrà il premio “Francesco d’Assisi e Carlo Acutis per una economia della fraternità”. I tre finalisti dell’edizione 2023 del Premio vengono tutti da paesi poverissimi - Amazzonia, Burundi e Ciad - nello spirito dell’iniziativa che mira a ispirare in modo generativo le persone con scarse possibilità economiche, in particolare i giovani al di sotto dei 35 anni e nelle regioni più povere del mondo. L’iniziativa vedrà la presenza di Chiara Amirante, fondatrice di Nuovi Orizzonti, dell’imprenditore Brunello Cucinelli, ideatore del foulard in cachemire con l’immagine della Spogliazione che verrà donato al vincitore e del cardinale Luis Antonio Tagle, pro-prefetto del dicastero per l’Evangelizzazione.

La presentazione del libro "Francesco e i vescovi di Assisi, storia di un rapporto"

Nel pomeriggio di sabato 20 maggio, alle ore 16.30, la presentazione del libro “Francesco e i vescovi di Assisi, storia di un rapporto“ di padre Felice Autieri. Parteciperanno padre Pietro Messa, docente di storia del francescanesimo alla Pontificia Università Antonianum di Roma, il professore Nicolangelo d’Acunto, ordinario di Storia medioevale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dello storico assisano Francesco Santucci e della giornalista e conduttrice tv, Safiria Leccese che modererà l’incontro. Il libro è un racconto della vita di Francesco narrato da una prospettiva inedita, quello del rapporto con i presuli della città di Assisi.

Spettacolo teatrale "Il destino di una testa di legno"

Alle ore 21.15 di sabato 20 ci sarà lo spettacolo teatrale Il destino di una testa di legno, ideato, scritto e musicato dai ragazzi di Assisi. Infine, domenica 21 maggio alle ore 11 la  messa presieduta dal cardinale Lazarus You Heung-sik, prefetto del dicastero per il Clero. La tre giorni del Santuario è organizzata dalla Fondazione diocesana Assisi Santuario della Spogliazione, con la diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e con il sostegno della Fondazione Perugia.  ]]>
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“Saint Francis of Assisi“, mostra alla National Gallery di Londra https://www.lavoce.it/saint-francis-assisi-mostra-national-gallery-londra/ https://www.lavoce.it/saint-francis-assisi-mostra-national-gallery-londra/#respond Thu, 04 May 2023 13:51:47 +0000 https://www.lavoce.it/?p=71343

E' stata inaugurata oggi, 4 maggio, alla National Gallery di Londra, la mostra Saint Francis of Assisi, un'esposizione interamente dedicata a opere ispirate a san Francesco realizzate nel corso di sette secoli. Contiene numerosi pezzi appartenenti a collezioni private e pubbliche, europee e americane, di cui tre provenienti dalla collezione del Museo del Tesoro e dalla Biblioteca della Basilica di San Francesco in Assisi. Alla inaugurazione riservata ai donors e ai prestatori delle opere d’arte hanno partecipato il custode del Sacro Convento di Assisi, fra Marco Moroni, OfmConv e il direttore della rivista San Francesco patrono d’Italia, fra Riccardo Giacon, OfmConv. La mostra che sarà aperta ufficialmente il 6 maggio, sarà visitabile fino al 30 luglio. «Sono molto felice che la figura di san Francesco susciti tanto interesse – ha dichiarato fra Marco Moroni –. La sua vita evangelica è un messaggio universale di fraternità, semplicità e accoglienza. Le opere d’arte che, in diversi luoghi e lungo i secoli, lo hanno rappresentato, testimoniano di questa “simpatia” che è anche “nostalgia” di una vita più autentica e solidale, che ci contraddistingue tutti. Sono certo che anche questo importante evento culturale sarà uno sprone per camminare verso quella cultura della fraternità auspicata da papa Francesco nell’enciclica Fratelli tutti, firmata qui ad Assisi il 3 ottobre del 2020». La raccolta della collezione del Museo del Tesoro include opere che appartengono alla Basilica sin dal 1230: attualmente custodisce circa cento opere di diversa natura, alcune delle quali donate da figure illustri della storia francescana.

Le opere prestate alla National Gallery

pezzi prestati dal Museo del Tesoro della Basilica di San Francesco in Assisi e della Biblioteca del Sacro Convento alla National Gallery in occasione della mostra Saint Francis of Assisi sono: “San Francesco tra quattro dei suoi miracoli post mortem”, 1253 ca. Tempera su tavola di Giunta Pisano (attribuito).  Probabilmente dipinta nel sesto decennio del Duecento, l’opera restituisce l’iconografia del Santo ‘Novus Evangelista’ e taumaturgo, descrivendo quattro miracoli ‘post mortem’ avvenuti presso la sua tomba. “Corno da richiamo con bacchette”, sec. XIII, avorio medievale islamico del XIII secolo e argento. La reliquia è menzionata a partire da un inventario del 1348. Il corno veniva utilizzato per richiamare i fedeli alla preghiera. Verso la metà del Trecento vennero aggiunte le decorazioni d’argento costituite da cerchi e catenelle. “Codice miscellaneo con inventario delle reliquie”, Giovanni di Iolo, Ms. 344 del Fondo Antico, Biblioteca del Sacro Convento. Il codice è sempre appartenuto al complesso della Basilica di San Francesco in Assisi, sin dalla sua prima attestazione nel 1381. Risalente alla seconda metà del XIV secolo, è un manoscritto pergamenaceo, scritto su due colonne e rigato a inchiostro. [gallery td_select_gallery_slide="slide" ids="71381,71379,71378,71377"]  ]]>

E' stata inaugurata oggi, 4 maggio, alla National Gallery di Londra, la mostra Saint Francis of Assisi, un'esposizione interamente dedicata a opere ispirate a san Francesco realizzate nel corso di sette secoli. Contiene numerosi pezzi appartenenti a collezioni private e pubbliche, europee e americane, di cui tre provenienti dalla collezione del Museo del Tesoro e dalla Biblioteca della Basilica di San Francesco in Assisi. Alla inaugurazione riservata ai donors e ai prestatori delle opere d’arte hanno partecipato il custode del Sacro Convento di Assisi, fra Marco Moroni, OfmConv e il direttore della rivista San Francesco patrono d’Italia, fra Riccardo Giacon, OfmConv. La mostra che sarà aperta ufficialmente il 6 maggio, sarà visitabile fino al 30 luglio. «Sono molto felice che la figura di san Francesco susciti tanto interesse – ha dichiarato fra Marco Moroni –. La sua vita evangelica è un messaggio universale di fraternità, semplicità e accoglienza. Le opere d’arte che, in diversi luoghi e lungo i secoli, lo hanno rappresentato, testimoniano di questa “simpatia” che è anche “nostalgia” di una vita più autentica e solidale, che ci contraddistingue tutti. Sono certo che anche questo importante evento culturale sarà uno sprone per camminare verso quella cultura della fraternità auspicata da papa Francesco nell’enciclica Fratelli tutti, firmata qui ad Assisi il 3 ottobre del 2020». La raccolta della collezione del Museo del Tesoro include opere che appartengono alla Basilica sin dal 1230: attualmente custodisce circa cento opere di diversa natura, alcune delle quali donate da figure illustri della storia francescana.

Le opere prestate alla National Gallery

pezzi prestati dal Museo del Tesoro della Basilica di San Francesco in Assisi e della Biblioteca del Sacro Convento alla National Gallery in occasione della mostra Saint Francis of Assisi sono: “San Francesco tra quattro dei suoi miracoli post mortem”, 1253 ca. Tempera su tavola di Giunta Pisano (attribuito).  Probabilmente dipinta nel sesto decennio del Duecento, l’opera restituisce l’iconografia del Santo ‘Novus Evangelista’ e taumaturgo, descrivendo quattro miracoli ‘post mortem’ avvenuti presso la sua tomba. “Corno da richiamo con bacchette”, sec. XIII, avorio medievale islamico del XIII secolo e argento. La reliquia è menzionata a partire da un inventario del 1348. Il corno veniva utilizzato per richiamare i fedeli alla preghiera. Verso la metà del Trecento vennero aggiunte le decorazioni d’argento costituite da cerchi e catenelle. “Codice miscellaneo con inventario delle reliquie”, Giovanni di Iolo, Ms. 344 del Fondo Antico, Biblioteca del Sacro Convento. Il codice è sempre appartenuto al complesso della Basilica di San Francesco in Assisi, sin dalla sua prima attestazione nel 1381. Risalente alla seconda metà del XIV secolo, è un manoscritto pergamenaceo, scritto su due colonne e rigato a inchiostro. [gallery td_select_gallery_slide="slide" ids="71381,71379,71378,71377"]  ]]>
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Frate Elia da Cortona, se ne parla in un convegno a Perugia https://www.lavoce.it/frate-elia-cortona-convegno-a-perugia/ Sat, 15 Oct 2022 07:15:01 +0000 https://www.lavoce.it/?p=68959

“Tra Federico II e Frate Elia. La discussa figura di frate Elia, compagno di Francesco, devoto e negoziatore presso Federico II di Svevia: è questo il tema del convegno di studi che si tiene oggi, 15 ottobre (ore 15), al centro Congressi Hotel Giò di Perugia. Promosso dall’associazione umbra “Federico II di Svevia Hohenstaufen” in collaborazione con il “Centro studi Frate Elia da Cortona” e la “Fondazione Federico II Hohenstaufen” di Jesi, il convegno si avvarrà dei contributi scientifici di docenti dell’Università degli studi di Perugia, dell’Università La Sapienza di Roma, dell’Università Cattolica Sacro Cuore di Milano, dell’Università Statale di Milano e dell’Istituto Scienze religiose di Assisi. A presiedere la tavola rotonda Maria Grazia Nico Ottaviani, già docente di Storia medievale all’Università degli studi di Perugia.

Chi era Elia da Cortona

Elia da Cortona nacque non si sa di preciso se ad Assisi o Cortona. La sua vita è stata oggetto, in tempi e modi diversi, di più letture e interpretazioni. “Entrò nell’Ordine francescano prima del 1217 - racconta Maria Grazia Nico Ottaviani - Fu uno dei compagni della prima ora di Francesco e nel 1221 venne scelto dal futuro Santo come vicario. Successore di Francesco, fu lui a dare l’annuncio della morte del Padre e a rivelare il prodigio delle stigmate. Dal 1232 e per sette anni ricoprì il ruolo di Ministro generale con molta determinazione, carica che gli procurò vari dissensi e aspre critiche, soprattutto da parte dei frati delle Province più lontane da Assisi”. Abile, se non “avido amministratore” - secondo le fonti che lo accusano - Elia “fu il principale promotore - e secondo una certa tradizione anche architetto, ma forse più soprintendente – della costruzione della Basilica di Assisi.  Diverse furono le critiche che lo fecero bersaglio di un forte partito di opposizione, tanto che nel 1239, nel corso del Capitolo generale che si svolse a Roma alla presenza del Papa, Elia venne destituito dal suo incarico di ministro generale”. Elia non si sottomise all’obbedienza del nuovo ministro generale. “È in questo momento, come scrivono alcune fonti che Elia 'si schiera’ a favore di Federico II, già scomunicato da papa Gregorio IX. A causa di questo avvicinamento nel 1239 Elia venne colpito da scomunica e da quel momento i rapporti con l’Ordine cambiarono notevolmente”.

Il rapporto tra frate Elia e Francesco

“Da tempo il rapporto tra frate Elia e l’imperatore Federico II di Svevia è al centro di studi approfonditi – spiega la docente – Lo scopo del convegno è stato quello di fare il punto sulle ricerche e gli studi sull'argomento ovvero su Elia che diventa collaboratore dell'imperatore, riceve da lui incarichi, viene mandato in missione dal re di Cipro, forse è tra quelli che negoziano le clausole di matrimonio tra la figlia di Federico e l’imperatore greco".

Gli ultimi anni di Elia

Molto poco si conosce sugli ultimi anni di Elia, a parte il fatto che tornò a Cortona nel 1244 insieme ai frati a lui fedeli e qui attese alla costruzione di una seconda basilica dedicata al santo. La morte avvenne nel 1253 a Cortona. Si sa di un’inchiesta condotta sotto forma di interrogatorio a tutti i presenti nel momento della morte, inchiesta “voluta direttamente dal Papa, che mandò da Perugia il suo legato. L’intento era quello di capire se Elia si fosse pentito, e di quali colpe si fosse pentito”. Certamente fu assolto dall'arciprete di Cortona ma a quell'atto non seguì un provvedimento papale di assoluzione. L’inchiesta è nota, è stata studiata e pubblicata ed è conservata tra le carte dell’archivio del Sacro Convento di Assisi. In conclusione, cosa c’è 'tra Federico II ed Elia' per citare di nuovo il titolo del convegno? Prima di tutto c'è Francesco, e poi papa Gregorio IX,  e ancora l’Ordine francescano, senza dimenticare tutta quella storiografia francescana che è sempre stata molto critica nei confronti di Elia e di molti aspetti della sua figura e della sua vita su cui ancora oggi è necessario riflettere. Pensiamo ad esempio alla 'leggenda' di frate Elia alchimista. Lo fu veramente? - si domandano gli studiosi, e alcuni elementi aprono uno squarcio sul dibattuto tema.

Il programma del convegno

Nel convegno dopo l'introduzione di Calogero Alessi, presidente dell'associazione umbra “Federico II di Svevia Hohenstaufen”, di padre Antonio di Marcantonio, presidente del “Centro Studi Frate Elia di Cortona” e di Paolo Mariani, presidente della “Fondazione Federico II Hohenstaufen” di Jesi, ci saranno i saluti istituzionali di padre Marco Moroni, custode del Sacro Convento San Francesco di Assisi, di Donatella Tesei, presidente della Regione Umbria, di Stefania Proietti, presidente della Provincia di Perugia e sindaco di Assisi, di Andrea Romizi, sindaco di Perugia, di Maurizio Oliviero, rettore dell'Università degli Studi di Perugia, di Valerio de Cesaris, rettore dell'Università per Stranieri di Perugia, di Cristina Colaiacovo, presidente della Fondazione Perugia e di Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di Commercio dell'Umbria. Dopo l’intervento del cardinale Gualtiero Bassetti (“frate Elia a Cortona”), in programma le relazioni di Giulia Barone (“I rapporti di frate Elia con Federico II), docente di Storia medievale presso l'Università La Sapienza di Roma, di Maria Pia Alberzoni (“frate Elia al fianco di san Francesco”), docente di Storia medievale presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, di Stefania Zucchini (“Perugia tra Gregorio IX e Federico II”), docente di Storia medievale presso l'Università degli Studi di Perugia, di Paolo Capitanucci (“La leggenda di frate Elia alchimista”), dell'Istituto Scienze religiose di Assisi, infine di Simone Allegria del Centro studi frate Elia di Cortona, di Grado Giovanni Merlo (“Il destino di frate Elia”), professore emerito di Storia del cristianesimo presso l'Università Statale di Milano.  A moderare e concludere il convegno Maria Grazia Nico Ottaviani, già docente di Storia medievale presso l'Università degli Studi di Perugia.]]>

“Tra Federico II e Frate Elia. La discussa figura di frate Elia, compagno di Francesco, devoto e negoziatore presso Federico II di Svevia: è questo il tema del convegno di studi che si tiene oggi, 15 ottobre (ore 15), al centro Congressi Hotel Giò di Perugia. Promosso dall’associazione umbra “Federico II di Svevia Hohenstaufen” in collaborazione con il “Centro studi Frate Elia da Cortona” e la “Fondazione Federico II Hohenstaufen” di Jesi, il convegno si avvarrà dei contributi scientifici di docenti dell’Università degli studi di Perugia, dell’Università La Sapienza di Roma, dell’Università Cattolica Sacro Cuore di Milano, dell’Università Statale di Milano e dell’Istituto Scienze religiose di Assisi. A presiedere la tavola rotonda Maria Grazia Nico Ottaviani, già docente di Storia medievale all’Università degli studi di Perugia.

Chi era Elia da Cortona

Elia da Cortona nacque non si sa di preciso se ad Assisi o Cortona. La sua vita è stata oggetto, in tempi e modi diversi, di più letture e interpretazioni. “Entrò nell’Ordine francescano prima del 1217 - racconta Maria Grazia Nico Ottaviani - Fu uno dei compagni della prima ora di Francesco e nel 1221 venne scelto dal futuro Santo come vicario. Successore di Francesco, fu lui a dare l’annuncio della morte del Padre e a rivelare il prodigio delle stigmate. Dal 1232 e per sette anni ricoprì il ruolo di Ministro generale con molta determinazione, carica che gli procurò vari dissensi e aspre critiche, soprattutto da parte dei frati delle Province più lontane da Assisi”. Abile, se non “avido amministratore” - secondo le fonti che lo accusano - Elia “fu il principale promotore - e secondo una certa tradizione anche architetto, ma forse più soprintendente – della costruzione della Basilica di Assisi.  Diverse furono le critiche che lo fecero bersaglio di un forte partito di opposizione, tanto che nel 1239, nel corso del Capitolo generale che si svolse a Roma alla presenza del Papa, Elia venne destituito dal suo incarico di ministro generale”. Elia non si sottomise all’obbedienza del nuovo ministro generale. “È in questo momento, come scrivono alcune fonti che Elia 'si schiera’ a favore di Federico II, già scomunicato da papa Gregorio IX. A causa di questo avvicinamento nel 1239 Elia venne colpito da scomunica e da quel momento i rapporti con l’Ordine cambiarono notevolmente”.

Il rapporto tra frate Elia e Francesco

“Da tempo il rapporto tra frate Elia e l’imperatore Federico II di Svevia è al centro di studi approfonditi – spiega la docente – Lo scopo del convegno è stato quello di fare il punto sulle ricerche e gli studi sull'argomento ovvero su Elia che diventa collaboratore dell'imperatore, riceve da lui incarichi, viene mandato in missione dal re di Cipro, forse è tra quelli che negoziano le clausole di matrimonio tra la figlia di Federico e l’imperatore greco".

Gli ultimi anni di Elia

Molto poco si conosce sugli ultimi anni di Elia, a parte il fatto che tornò a Cortona nel 1244 insieme ai frati a lui fedeli e qui attese alla costruzione di una seconda basilica dedicata al santo. La morte avvenne nel 1253 a Cortona. Si sa di un’inchiesta condotta sotto forma di interrogatorio a tutti i presenti nel momento della morte, inchiesta “voluta direttamente dal Papa, che mandò da Perugia il suo legato. L’intento era quello di capire se Elia si fosse pentito, e di quali colpe si fosse pentito”. Certamente fu assolto dall'arciprete di Cortona ma a quell'atto non seguì un provvedimento papale di assoluzione. L’inchiesta è nota, è stata studiata e pubblicata ed è conservata tra le carte dell’archivio del Sacro Convento di Assisi. In conclusione, cosa c’è 'tra Federico II ed Elia' per citare di nuovo il titolo del convegno? Prima di tutto c'è Francesco, e poi papa Gregorio IX,  e ancora l’Ordine francescano, senza dimenticare tutta quella storiografia francescana che è sempre stata molto critica nei confronti di Elia e di molti aspetti della sua figura e della sua vita su cui ancora oggi è necessario riflettere. Pensiamo ad esempio alla 'leggenda' di frate Elia alchimista. Lo fu veramente? - si domandano gli studiosi, e alcuni elementi aprono uno squarcio sul dibattuto tema.

Il programma del convegno

Nel convegno dopo l'introduzione di Calogero Alessi, presidente dell'associazione umbra “Federico II di Svevia Hohenstaufen”, di padre Antonio di Marcantonio, presidente del “Centro Studi Frate Elia di Cortona” e di Paolo Mariani, presidente della “Fondazione Federico II Hohenstaufen” di Jesi, ci saranno i saluti istituzionali di padre Marco Moroni, custode del Sacro Convento San Francesco di Assisi, di Donatella Tesei, presidente della Regione Umbria, di Stefania Proietti, presidente della Provincia di Perugia e sindaco di Assisi, di Andrea Romizi, sindaco di Perugia, di Maurizio Oliviero, rettore dell'Università degli Studi di Perugia, di Valerio de Cesaris, rettore dell'Università per Stranieri di Perugia, di Cristina Colaiacovo, presidente della Fondazione Perugia e di Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di Commercio dell'Umbria. Dopo l’intervento del cardinale Gualtiero Bassetti (“frate Elia a Cortona”), in programma le relazioni di Giulia Barone (“I rapporti di frate Elia con Federico II), docente di Storia medievale presso l'Università La Sapienza di Roma, di Maria Pia Alberzoni (“frate Elia al fianco di san Francesco”), docente di Storia medievale presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, di Stefania Zucchini (“Perugia tra Gregorio IX e Federico II”), docente di Storia medievale presso l'Università degli Studi di Perugia, di Paolo Capitanucci (“La leggenda di frate Elia alchimista”), dell'Istituto Scienze religiose di Assisi, infine di Simone Allegria del Centro studi frate Elia di Cortona, di Grado Giovanni Merlo (“Il destino di frate Elia”), professore emerito di Storia del cristianesimo presso l'Università Statale di Milano.  A moderare e concludere il convegno Maria Grazia Nico Ottaviani, già docente di Storia medievale presso l'Università degli Studi di Perugia.]]>
San Francesco, il 4 ottobre il presidente Mattarella ad Assisi https://www.lavoce.it/san-francesco-4-ottobre-assisi/ Wed, 28 Sep 2022 09:51:31 +0000 https://www.lavoce.it/?p=68800 san francesco 4 ottobre assisi

Si avvicina il 4 ottobre, festa di San Francesco, patrono d'Italia e Assisi si prepara ai festeggiamenti ai quali prenderà parte anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il Capo dello Stato, a nome di tutti gli italiani, accenderà ad Assisi la Lampada votiva dei comuni d’Italia. Un gesto per ringraziare coloro che hanno aiutato a superare la pandemia e per ricordare chi è venuto a mancare a causa del Covid. Proprio per questo i frati di Assisi e la Conferenza Episcopale Italiano hanno deciso di lanciare l’iniziativa online "Prega per il mio caro” dove sarà possibile, tramite il sito 4ottobre.sanfrancesco.org, lasciare il nome del proprio defunto per Covid per affidarlo a san Francesco. Il 4 ottobre, infatti, i frati deporranno davanti alla tomba del Santo i nomi ricevuti. Un’iniziativa fortemente voluta dal Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il cardinale Matteo Zuppi, che ha sottolineato come "troppe persone si sono congedate da noi, a causa del Covid, in qualche maniera nell’anonimato. Eppure, si trattava di persone in carne e ossa: padri, madri, figli, fratelli e sorelle nostri che, tutti insieme, desideriamo affidare al cuore e alla cura di dell'Onnipotente buon Signore che Francesco tanto ha amato e che ci ha fatto conoscere con la sua vita e la sua testimonianza. Ho affidato pertanto ai frati della Basilica di San Francesco d’Assisi il compito di raccogliere i nomi dei defunti e di contattare coloro che desiderano ricordare un proprio caro per questa speciale commemorazione. Sarà un modo concreto - ha dichiarato il cardinale - per raggiungere nella fede e nella vicinanza dell’amicizia tutti coloro che oggi ancora soffrono per non aver potuto dare l’ultimo saluto ai familiari e alle persone care". "Abbiamo subito colto come una missione la richiesta del cardinale Zuppi – ha dichiarato fra Marco Moroni, OFMConv, Custode del Sacro Convento di Assisi – e ci siamo messi all’opera per attivare questa raccolta online dei nomi dei defunti di Covid, affinché vengano personalmente affidati al Signore per la preghiera e l’intercessione di San Francesco. Il suo abbraccio e quello di tutti noi, fratelli e sorelle, e di tutti gli italiani, possano raggiungere nel Signore coloro che sono stati così duramente colpiti in questo tempo difficile. Un unico abbraccio di fraternità, preghiera e solidarietà. Il 4 ottobre – ha concluso fra Marco – al termine della prima messa del mattino, come comunità francescana, deporremo i biglietti con i nomi di tutte le persone decedute, davanti alla tomba di san Francesco".

Frate Jacopa

In ricordo di Frate Jacopa, la nobildonna romana amica di san Francesco presente alla Porziuncola nell’imminenza del Transito, la “Rosa d’argento” – annuale riconoscimento attribuito a una donna del nostro tempo testimone di fede, speranza e carità – verrà consegnata alla signora Elisabetta Elio, sposata con tre figli, consigliera nazionale e regionale in UNEBA, un'associazione degli enti socio sanitari non-profit voluta 70 anni fa da papa Paolo VI e direttrice di un centro per anziani di Verona, la Fondazione Pia Opera Ciccarelli – ONLUS. È in pensione da marzo 2022 ma rimarrà in servizio nella sua posizione di direttrice generale fino a fine anno. È stata nel direttivo di Adoa Verona e referente dell’area anziani dell’Associazione Diocesana Opere Assistenziali di Verona per 2 mandati, dal 2014 al 2021. Ha dovuto gestire fin dalla prima ondata il Covid nelle residenze dove lavora. Anche lei e la sua famiglia sono stati colpiti dal Covid, ma è sempre rimasta a disposizione, anche da remoto, per dare supporto ai suoi collaboratori e agli enti vicini. La realtà di cui è direttrice generale dal 2012 ha più di 600 dipendenti con diverse sedi in provincia di Verona.

Il programma

I festeggiamenti per San Francesco nella città serafica inizieranno lunedì 3 ottobre, giorno del Transito, alle 9.30, con la presentazione del riconoscimento “Rosa d’argento, Donne del nostro tempo testimoni di fede, speranza e carità” alla signora Elisabetta Elio  nel Refettorietto del Convento Porziuncola a Santa Maria degli Angeli. Alle 11, ci sarà la concelebrazione eucaristica “nel Transito di San Francesco”, presieduta da padre Francesco Piloni, Ministro provinciale dei Frati Minori di Umbria-Sardegna nella Basilica Papale di Santa Maria degli Angeli. Alle 17.30, verranno celebrati i Primi Vespri “nel Transito di San Francesco” presieduti da monsignor Carlo Roberto Maria Redaelli, Arcivescovo di Gorizia e Presidente della Commissione Episcopale per il servizio della Carità e la Salute, con l’assistenza del cardinale Agostino Vallini, Legato Pontificio per le Basiliche di Assisi. Partecipano monsignor Domenico Sorrentino, Vescovo di Assisi-Nocera U.- Gualdo Tadino e Foligno, e i Ministri Generali e Provinciali delle Famiglie Francescane e le Autorità civili e militari, i rappresentanti delle Associazioni ed Enti coinvolti nella gestione della pandemia.  Alle 21, al Santuario di San Damiano, monsignor Paolo Giulietti, Arcivescovo di Lucca e Presidente della Commissione Episcopale per la famiglia e la vita, presiederà la Veglia per i giovani; mentre alle 21.30, nella Basilica Papale di Santa Maria degli Angeli, padre Roberto Genuin, Ministro Generale dei Frati Minori Cappuccini, presiederà la Veglia di preghiera. Martedì 4 ottobre, ad Assisi, nella Basilica Papale di San Francesco, sul sagrato della chiesa superiore, ci sarà l'accoglienza delle Autorità da parte di p. Marco Moroni OFMConv, Custode del Sacro Convento. Alle 10 verrà celebrata la Santa Messa presieduta dal cardinale Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, con la presenza del cardinale Agostino Vallini, Legato Pontificio per le Basiliche di Assisi, monsignor Domenico Sorrentino, Arcivescovo-Vescovo di Assisi-Nocera U.- Gualdo T. e di Foligno, i Ministri Generali e Provinciali delle Famiglie Francescane. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, accende la “Lampada Votiva dei Comuni d’Italia”. Partecipano in Basilica le autorità civili, militari e religiose e i rappresentanti delle Associazioni e degli Enti coinvolti nella gestione della pandemia. Alle 11.30, dalla Loggia del Sacro Convento, si terrà il saluto di p. Carlos Alberto Trovarelli OFMConv, Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali e a seguire il messaggio all’Italia del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Alle 15, nei Locali ipogei sotto la piazza inferiore, si terrà l'inaugurazione del nuovo Centro convegni Colle del Paradiso realizzato nella zona sottoposta ai lavori di consolidamento strutturale dopo il terremoto 1997, di cui ricorrono i 25 anni. Il programma completo è consultabile al seguente link. ]]>
san francesco 4 ottobre assisi

Si avvicina il 4 ottobre, festa di San Francesco, patrono d'Italia e Assisi si prepara ai festeggiamenti ai quali prenderà parte anche il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Il Capo dello Stato, a nome di tutti gli italiani, accenderà ad Assisi la Lampada votiva dei comuni d’Italia. Un gesto per ringraziare coloro che hanno aiutato a superare la pandemia e per ricordare chi è venuto a mancare a causa del Covid. Proprio per questo i frati di Assisi e la Conferenza Episcopale Italiano hanno deciso di lanciare l’iniziativa online "Prega per il mio caro” dove sarà possibile, tramite il sito 4ottobre.sanfrancesco.org, lasciare il nome del proprio defunto per Covid per affidarlo a san Francesco. Il 4 ottobre, infatti, i frati deporranno davanti alla tomba del Santo i nomi ricevuti. Un’iniziativa fortemente voluta dal Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il cardinale Matteo Zuppi, che ha sottolineato come "troppe persone si sono congedate da noi, a causa del Covid, in qualche maniera nell’anonimato. Eppure, si trattava di persone in carne e ossa: padri, madri, figli, fratelli e sorelle nostri che, tutti insieme, desideriamo affidare al cuore e alla cura di dell'Onnipotente buon Signore che Francesco tanto ha amato e che ci ha fatto conoscere con la sua vita e la sua testimonianza. Ho affidato pertanto ai frati della Basilica di San Francesco d’Assisi il compito di raccogliere i nomi dei defunti e di contattare coloro che desiderano ricordare un proprio caro per questa speciale commemorazione. Sarà un modo concreto - ha dichiarato il cardinale - per raggiungere nella fede e nella vicinanza dell’amicizia tutti coloro che oggi ancora soffrono per non aver potuto dare l’ultimo saluto ai familiari e alle persone care". "Abbiamo subito colto come una missione la richiesta del cardinale Zuppi – ha dichiarato fra Marco Moroni, OFMConv, Custode del Sacro Convento di Assisi – e ci siamo messi all’opera per attivare questa raccolta online dei nomi dei defunti di Covid, affinché vengano personalmente affidati al Signore per la preghiera e l’intercessione di San Francesco. Il suo abbraccio e quello di tutti noi, fratelli e sorelle, e di tutti gli italiani, possano raggiungere nel Signore coloro che sono stati così duramente colpiti in questo tempo difficile. Un unico abbraccio di fraternità, preghiera e solidarietà. Il 4 ottobre – ha concluso fra Marco – al termine della prima messa del mattino, come comunità francescana, deporremo i biglietti con i nomi di tutte le persone decedute, davanti alla tomba di san Francesco".

Frate Jacopa

In ricordo di Frate Jacopa, la nobildonna romana amica di san Francesco presente alla Porziuncola nell’imminenza del Transito, la “Rosa d’argento” – annuale riconoscimento attribuito a una donna del nostro tempo testimone di fede, speranza e carità – verrà consegnata alla signora Elisabetta Elio, sposata con tre figli, consigliera nazionale e regionale in UNEBA, un'associazione degli enti socio sanitari non-profit voluta 70 anni fa da papa Paolo VI e direttrice di un centro per anziani di Verona, la Fondazione Pia Opera Ciccarelli – ONLUS. È in pensione da marzo 2022 ma rimarrà in servizio nella sua posizione di direttrice generale fino a fine anno. È stata nel direttivo di Adoa Verona e referente dell’area anziani dell’Associazione Diocesana Opere Assistenziali di Verona per 2 mandati, dal 2014 al 2021. Ha dovuto gestire fin dalla prima ondata il Covid nelle residenze dove lavora. Anche lei e la sua famiglia sono stati colpiti dal Covid, ma è sempre rimasta a disposizione, anche da remoto, per dare supporto ai suoi collaboratori e agli enti vicini. La realtà di cui è direttrice generale dal 2012 ha più di 600 dipendenti con diverse sedi in provincia di Verona.

Il programma

I festeggiamenti per San Francesco nella città serafica inizieranno lunedì 3 ottobre, giorno del Transito, alle 9.30, con la presentazione del riconoscimento “Rosa d’argento, Donne del nostro tempo testimoni di fede, speranza e carità” alla signora Elisabetta Elio  nel Refettorietto del Convento Porziuncola a Santa Maria degli Angeli. Alle 11, ci sarà la concelebrazione eucaristica “nel Transito di San Francesco”, presieduta da padre Francesco Piloni, Ministro provinciale dei Frati Minori di Umbria-Sardegna nella Basilica Papale di Santa Maria degli Angeli. Alle 17.30, verranno celebrati i Primi Vespri “nel Transito di San Francesco” presieduti da monsignor Carlo Roberto Maria Redaelli, Arcivescovo di Gorizia e Presidente della Commissione Episcopale per il servizio della Carità e la Salute, con l’assistenza del cardinale Agostino Vallini, Legato Pontificio per le Basiliche di Assisi. Partecipano monsignor Domenico Sorrentino, Vescovo di Assisi-Nocera U.- Gualdo Tadino e Foligno, e i Ministri Generali e Provinciali delle Famiglie Francescane e le Autorità civili e militari, i rappresentanti delle Associazioni ed Enti coinvolti nella gestione della pandemia.  Alle 21, al Santuario di San Damiano, monsignor Paolo Giulietti, Arcivescovo di Lucca e Presidente della Commissione Episcopale per la famiglia e la vita, presiederà la Veglia per i giovani; mentre alle 21.30, nella Basilica Papale di Santa Maria degli Angeli, padre Roberto Genuin, Ministro Generale dei Frati Minori Cappuccini, presiederà la Veglia di preghiera. Martedì 4 ottobre, ad Assisi, nella Basilica Papale di San Francesco, sul sagrato della chiesa superiore, ci sarà l'accoglienza delle Autorità da parte di p. Marco Moroni OFMConv, Custode del Sacro Convento. Alle 10 verrà celebrata la Santa Messa presieduta dal cardinale Matteo Zuppi, Arcivescovo di Bologna e Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, con la presenza del cardinale Agostino Vallini, Legato Pontificio per le Basiliche di Assisi, monsignor Domenico Sorrentino, Arcivescovo-Vescovo di Assisi-Nocera U.- Gualdo T. e di Foligno, i Ministri Generali e Provinciali delle Famiglie Francescane. Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, accende la “Lampada Votiva dei Comuni d’Italia”. Partecipano in Basilica le autorità civili, militari e religiose e i rappresentanti delle Associazioni e degli Enti coinvolti nella gestione della pandemia. Alle 11.30, dalla Loggia del Sacro Convento, si terrà il saluto di p. Carlos Alberto Trovarelli OFMConv, Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali e a seguire il messaggio all’Italia del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Alle 15, nei Locali ipogei sotto la piazza inferiore, si terrà l'inaugurazione del nuovo Centro convegni Colle del Paradiso realizzato nella zona sottoposta ai lavori di consolidamento strutturale dopo il terremoto 1997, di cui ricorrono i 25 anni. Il programma completo è consultabile al seguente link. ]]>
Riaperta l’antica porta del vescovado di Assisi https://www.lavoce.it/riaperta-antica-porta-vescovado-di-assisi/ Sun, 22 May 2022 09:33:30 +0000 https://www.lavoce.it/?p=66841 Il vescovo Sorrentino solc la soglia dell'anttica porta del vescovado, con il card. Montenegro e i frati

“In occasione della riapertura, dopo 800 anni, della porta del Santuario della Spogliazione, dove San Francesco d’Assisi rinunciò ai suoi beni e si spogliò delle sue vesti, assicuro la mia vicinanza spirituale e, invocando la protezione della Vergine Maria, di cuore imparto la mia benedizione a quanti prenderanno parte al sacro rito”. È stata impreziosita anche da una benedizione di Papa Francesco, indirizzata al vescovo della diocesi di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, la cerimonia della riapertura dell’antica porta di accesso del vescovado di Assisi, in cui il Poverello entrò prima di spogliarsi davanti al vescovo Guido, al popolo e al padre pronunciando le parole: "Padre nostro, che sei nei cieli", e non più "padre mio Pietro di Bernardone".

Le parole del vescovo Domenico Sorrentino

Come spiega monsignor Sorrentino, “Abbiamo riscoperto una parte del cuore di quell'antica storia che vide Francesco d'Assisi incontrarsi nella sua conversione con il suo vescovo, dunque con la Chiesa, e partire per la sua missione che fa parte della storia della Chiesa e della storia dell'umanità. Una missione che è stata un impulso notevole di cui oggi ancora godiamo. Abbiamo riscoperto l’antico vescovado, con l'antica porta in cui Francesco è entrato come il giovane più ricco, uno dei più ricchi di Assisi e ne è uscito povero, spogliato di tutto, perché aveva deciso di essere un uomo libero, tutto di Dio e tutto dei fratelli, ricevendo, con l'abbraccio e il mantello del vescovo, il sigillo della Chiesa.

Inaugurata la soglia che Francesco ha attraversato e calcato

Crediamo sia importante che queste pietre tornino a parlare: erano state coperte, le abbiamo dissepolte. E oggi abbiamo inaugurato e benedetto proprio la porta dell'antico vescovado, la soglia che Francesco ha attraversato e calcato. Da questo luogo - ancora Sorrentino - riproponiamo l'esigenza di una conversione radicale al Vangelo e di un modo bello, grande di guardare al mondo e alla società.  La benedizione di Papa Francesco è stata una emozione grande, in qualche maniera ho rivissuto quando nel 2013 nella Sala della Spogliazione ha incontrato i poveri e quindi è bello che oggi sia stato presente a questo nostro gesto di riscoperta. Ha voluto mandarci un segno della sua vicinanza spirituale, la sua benedizione”. [gallery ids="66851,66852,66853,66854,66855,66856"]

Finanziamento della Cei e del ministero della Cultura

Grazie a un finanziamento della Conferenza episcopale italiana e del ministero della Cultura, il vescovado tornerà come era al tempo di San Francesco: il primo step è stato appunto la riapertura dell’antica porta di accesso nell’ambito dell’intervento di recupero del palazzo vescovile. Un momento doppiamente significativo, anche grazie alla presenza delle famiglie francescane che, ottocento anni dopo il loro Padre Serafico, hanno ripercorso i passi e il terreno in cui Francesco, letteralmente, scelse di spogliarsi di tutto fino a rinnegare il genitore terreno, per abbracciare il padre celeste. Al termine dei lavori di recupero il complesso potrà essere visitato anche dai turisti e pellegrini che giungeranno ad Assisi.

La scoperta grazie a Francesco Santucci

Una possibilità e una scoperta avvenute grazie al lavoro dello storico Francesco Santucci, collegato in streaming e autore del libro Nuove testimonianze storiche sul palazzo vescovile di Assisi, in cui viene raccontata la scoperta della porta. “Nel 1994 in seguito ai lavoro di sistemazione di alcuni sotterranei del vescovado - si legge tra l’altro nel volume - è tornato una porta monumentale che, al tempo di San Francesco, doveva fungere da accesso al palazzo vescovile”.

Il card. Francesco Montenegro e la soprintendente Elvira Cajano

Presente alla riapertura, oltre al cardinale Francesco Montenegro arcivescovo emerito di Agrigento, anche  Elvira Cajano, soprintendente Archeologia, Belle arti e paesaggio dell'Umbria, che ha raccontato la sua "emozione che viene da dentro per la riapertura di questo luogo che ha un grande significato religioso, storico e culturale. Un'importanza sostenuta dal ministro Dario Franceschini che ha dato un finanziamento cospicuo che permetterà di riunire le tante realtà presenti nel palazzo vescovile - come il Museo della Memoria, il Santuario della Spogliazione e il restauro delle mura - permettendo un restauro effettivo. Si tratta di un lavoro di grande importanza per la città, ma anche per l'Italia e per il mondo, una ricchezza per i turisti e per tutti che permetterà di conoscere e ritrovare le proprie radici. Ringrazio tantissimo il vescovo, perché ha veramente voluto e sostenuto fortemente tutto questo, i funzionari della Sovrintendenza".

L'architetto Alfio Barabani

“L’apertura della porta della Spogliazione - ha sottolineato invece l’architetto Alfio Barabani - rappresenta un passo molto importante. Il progetto nel suo complesso riguarda sommariamente la realizzazione del Santuario della Spogliazione, il riallestimento del Museo della Memoria, interventi sulla cinta muraria di terrazzamento del III sec. a. C. con la realizzazione del Giardino dei Giusti, la realizzazione di un nuovo ingresso alla Domus di Properzio e ricollocazione dei reperti. L’insieme di questi interventi farà dell’Antico Episcopio, un polo spirituale, architettonico, archeologico, storico di rara importanza abbracciando 2400 anni di storia”.]]>
Il vescovo Sorrentino solc la soglia dell'anttica porta del vescovado, con il card. Montenegro e i frati

“In occasione della riapertura, dopo 800 anni, della porta del Santuario della Spogliazione, dove San Francesco d’Assisi rinunciò ai suoi beni e si spogliò delle sue vesti, assicuro la mia vicinanza spirituale e, invocando la protezione della Vergine Maria, di cuore imparto la mia benedizione a quanti prenderanno parte al sacro rito”. È stata impreziosita anche da una benedizione di Papa Francesco, indirizzata al vescovo della diocesi di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, la cerimonia della riapertura dell’antica porta di accesso del vescovado di Assisi, in cui il Poverello entrò prima di spogliarsi davanti al vescovo Guido, al popolo e al padre pronunciando le parole: "Padre nostro, che sei nei cieli", e non più "padre mio Pietro di Bernardone".

Le parole del vescovo Domenico Sorrentino

Come spiega monsignor Sorrentino, “Abbiamo riscoperto una parte del cuore di quell'antica storia che vide Francesco d'Assisi incontrarsi nella sua conversione con il suo vescovo, dunque con la Chiesa, e partire per la sua missione che fa parte della storia della Chiesa e della storia dell'umanità. Una missione che è stata un impulso notevole di cui oggi ancora godiamo. Abbiamo riscoperto l’antico vescovado, con l'antica porta in cui Francesco è entrato come il giovane più ricco, uno dei più ricchi di Assisi e ne è uscito povero, spogliato di tutto, perché aveva deciso di essere un uomo libero, tutto di Dio e tutto dei fratelli, ricevendo, con l'abbraccio e il mantello del vescovo, il sigillo della Chiesa.

Inaugurata la soglia che Francesco ha attraversato e calcato

Crediamo sia importante che queste pietre tornino a parlare: erano state coperte, le abbiamo dissepolte. E oggi abbiamo inaugurato e benedetto proprio la porta dell'antico vescovado, la soglia che Francesco ha attraversato e calcato. Da questo luogo - ancora Sorrentino - riproponiamo l'esigenza di una conversione radicale al Vangelo e di un modo bello, grande di guardare al mondo e alla società.  La benedizione di Papa Francesco è stata una emozione grande, in qualche maniera ho rivissuto quando nel 2013 nella Sala della Spogliazione ha incontrato i poveri e quindi è bello che oggi sia stato presente a questo nostro gesto di riscoperta. Ha voluto mandarci un segno della sua vicinanza spirituale, la sua benedizione”. [gallery ids="66851,66852,66853,66854,66855,66856"]

Finanziamento della Cei e del ministero della Cultura

Grazie a un finanziamento della Conferenza episcopale italiana e del ministero della Cultura, il vescovado tornerà come era al tempo di San Francesco: il primo step è stato appunto la riapertura dell’antica porta di accesso nell’ambito dell’intervento di recupero del palazzo vescovile. Un momento doppiamente significativo, anche grazie alla presenza delle famiglie francescane che, ottocento anni dopo il loro Padre Serafico, hanno ripercorso i passi e il terreno in cui Francesco, letteralmente, scelse di spogliarsi di tutto fino a rinnegare il genitore terreno, per abbracciare il padre celeste. Al termine dei lavori di recupero il complesso potrà essere visitato anche dai turisti e pellegrini che giungeranno ad Assisi.

La scoperta grazie a Francesco Santucci

Una possibilità e una scoperta avvenute grazie al lavoro dello storico Francesco Santucci, collegato in streaming e autore del libro Nuove testimonianze storiche sul palazzo vescovile di Assisi, in cui viene raccontata la scoperta della porta. “Nel 1994 in seguito ai lavoro di sistemazione di alcuni sotterranei del vescovado - si legge tra l’altro nel volume - è tornato una porta monumentale che, al tempo di San Francesco, doveva fungere da accesso al palazzo vescovile”.

Il card. Francesco Montenegro e la soprintendente Elvira Cajano

Presente alla riapertura, oltre al cardinale Francesco Montenegro arcivescovo emerito di Agrigento, anche  Elvira Cajano, soprintendente Archeologia, Belle arti e paesaggio dell'Umbria, che ha raccontato la sua "emozione che viene da dentro per la riapertura di questo luogo che ha un grande significato religioso, storico e culturale. Un'importanza sostenuta dal ministro Dario Franceschini che ha dato un finanziamento cospicuo che permetterà di riunire le tante realtà presenti nel palazzo vescovile - come il Museo della Memoria, il Santuario della Spogliazione e il restauro delle mura - permettendo un restauro effettivo. Si tratta di un lavoro di grande importanza per la città, ma anche per l'Italia e per il mondo, una ricchezza per i turisti e per tutti che permetterà di conoscere e ritrovare le proprie radici. Ringrazio tantissimo il vescovo, perché ha veramente voluto e sostenuto fortemente tutto questo, i funzionari della Sovrintendenza".

L'architetto Alfio Barabani

“L’apertura della porta della Spogliazione - ha sottolineato invece l’architetto Alfio Barabani - rappresenta un passo molto importante. Il progetto nel suo complesso riguarda sommariamente la realizzazione del Santuario della Spogliazione, il riallestimento del Museo della Memoria, interventi sulla cinta muraria di terrazzamento del III sec. a. C. con la realizzazione del Giardino dei Giusti, la realizzazione di un nuovo ingresso alla Domus di Properzio e ricollocazione dei reperti. L’insieme di questi interventi farà dell’Antico Episcopio, un polo spirituale, architettonico, archeologico, storico di rara importanza abbracciando 2400 anni di storia”.]]>
V Anniversario del santuario della Spogliazione di Assisi https://www.lavoce.it/v-anniversario-santuario-spogliazione-assisi/ Thu, 19 May 2022 17:54:22 +0000 https://www.lavoce.it/?p=66794

C’è anche un momento dedicato ai dieci anni della Scuola socio-politica diocesana “Giuseppe Toniolo” all’interno dei festeggiamenti per il quinto anniversario del Santuario della Spogliazione.

Convegno scuola socio-politica diocesana "G. Toniolo"

La scuola è nata dieci anni fa, per volere del vescovo, monsignor Domenico Sorrentino e su impulso di padre Giovanni Raia, all’epoca direttore dell’ufficio catechistico, dall’idea che la dottrina sociale della Chiesa non è un terreno per specialisti o un’appendice opzionale, ma appartiene a pieno titolo all’ambito della formazione cristiana, anche dei giovani. “Decidemmo di intitolare la Scuola al Toniolo, e non poteva essere altrimenti - ricorda il direttore, Francesca Di Maolo - Toniolo è stato economista, padre di sette figli, leader storico dell’impegno sociale dei cattolici, testimone di come la conoscenza scientifica e i valori cristiani possono tradursi in una fervida operatività sociale. Monsignor Sorrentino, al tempo postulatore della causa di beatificazione del Toniolo oltre al compendio di dottrina sociale della Chiesa, ci regalò non pochi libri su questa figura straordinaria e noi eravamo affascinati da questo esempio di santità laicale”. I dieci anni della Scuola socio-politica sono stati “un viaggio ricco di momenti di approfondimento, di esperienze, di riflessioni, di discernimento sulle criticità e le questioni del nostro tempo. Uno spazio in cui si sono intessute relazioni, amicizie, confronti. La Scuola - ricorda Di Maolo - ha sempre cercato di favorire la presenza dei giovani. Penso ai tanti momenti formativi aperti agli animatori del Policoro della nostra regione, ai laboratori nelle scuole e a tutte le volte che i giovani sono saliti in cattedra per noi. Scambi preziosi sulle note del magistero della Chiesa”.

Convegno "Economia e politica per la pace"

Dei dieci anni di questa esperienza si parlerà alle ore 16.30 del 20 maggio al convegno “Economia e politica per la pace, 10 anni di Scuola politica diocesana Giuseppe Toniolo”, al quale intervengono Leonardo Becchetti, professore ordinario di Economia politica – Università di Roma Tor Vergata; monsignor Nunzio Galantino, presidente dell’Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica; monsignor Domenico Sorrentino, vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno; Francesca Di Maolo, direttore della Scuola Toniolo, moderati dalla giornalista Marina Rosati. Verrà inoltre presentato il libro La cura della fragilità, vivaio di formazione politica, libro edito da Tau e curato da Francesca Di Maolo, con foto, interventi e relazioni che appunto ripercorrono i dieci anni della scuola.

Quinto anniversario del santuario della Spogliazione

Il programma di iniziative per il quinto anniversario del santuario della Spogliazione, dal titolo “#Nulladiproprio. Per un’economia più umana”, vedrà anche la consegna – dopo quella dell’anno scorso all’Istituto Serafico di Assisi – del Premio Internazionale Francesco d’Assisi e Carlo Acutis, riconoscimento annuale da assegnare a un progetto specifico, avviato “dal basso”, da persone o società che cercano di prendersi cura dei più svantaggiati, e la riapertura dell’antica porta di accesso del vescovado e relazione sul progetto di recupero dell’Antico Episcopio, cui intervengono Elvira Cajano, sovrintendente Archeologia, Belle arti e paesaggio dell’Umbria e l’architetto Alfio Barabani. La tre giorni si aprirà venerdì 20 maggio alle ore 8 al Santuario della Spogliazione – chiesa di Santa Maria Maggiore con la messa celebrata dal rettore padre Carlos Acácio Gonçalves Ferreira. Dopo il convegno a cura della Scuola socio-politica diocesana Giuseppe Toniolo, alle 21 nella cattedrale di San Rufino si terrà l’incontro dei cresimandi della diocesi seguita, alle 21.45, dalla preghiera itinerante verso il santuario della Spogliazione – Chiesa di Santa Maria Maggiore, a cura della Pastorale giovanile e dell’Ufficio catechistico diocesano.

Apertura dell'antica porta di accesso al vescovado e consegna premio internazionale "Francesco d'Assisi e Carlo Acutis"

Sabato 21 maggio la giornata si apre alle 8 con la messa celebrata dal rettore del Santuario della Spogliazione padre Carlos Acácio Gonçalves Ferreira. Alle 11 ci sarà l’apertura dell’antica porta di accesso del vescovado, mentre alle 16.45 è in programma la consegna del “Premio internazionale Francesco d’Assisi e Carlo Acutis per un’economia della fraternità” e alle ore 21.15 lo spettacolo teatrale “Terreseminate” a cura della compagnia “Gli Scartati”. Infine, domenica 22 maggio al Santuario della Spogliazione – chiesa di Santa Maria Maggiore, la messa presieduta dal cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo emerito di Agrigento.]]>

C’è anche un momento dedicato ai dieci anni della Scuola socio-politica diocesana “Giuseppe Toniolo” all’interno dei festeggiamenti per il quinto anniversario del Santuario della Spogliazione.

Convegno scuola socio-politica diocesana "G. Toniolo"

La scuola è nata dieci anni fa, per volere del vescovo, monsignor Domenico Sorrentino e su impulso di padre Giovanni Raia, all’epoca direttore dell’ufficio catechistico, dall’idea che la dottrina sociale della Chiesa non è un terreno per specialisti o un’appendice opzionale, ma appartiene a pieno titolo all’ambito della formazione cristiana, anche dei giovani. “Decidemmo di intitolare la Scuola al Toniolo, e non poteva essere altrimenti - ricorda il direttore, Francesca Di Maolo - Toniolo è stato economista, padre di sette figli, leader storico dell’impegno sociale dei cattolici, testimone di come la conoscenza scientifica e i valori cristiani possono tradursi in una fervida operatività sociale. Monsignor Sorrentino, al tempo postulatore della causa di beatificazione del Toniolo oltre al compendio di dottrina sociale della Chiesa, ci regalò non pochi libri su questa figura straordinaria e noi eravamo affascinati da questo esempio di santità laicale”. I dieci anni della Scuola socio-politica sono stati “un viaggio ricco di momenti di approfondimento, di esperienze, di riflessioni, di discernimento sulle criticità e le questioni del nostro tempo. Uno spazio in cui si sono intessute relazioni, amicizie, confronti. La Scuola - ricorda Di Maolo - ha sempre cercato di favorire la presenza dei giovani. Penso ai tanti momenti formativi aperti agli animatori del Policoro della nostra regione, ai laboratori nelle scuole e a tutte le volte che i giovani sono saliti in cattedra per noi. Scambi preziosi sulle note del magistero della Chiesa”.

Convegno "Economia e politica per la pace"

Dei dieci anni di questa esperienza si parlerà alle ore 16.30 del 20 maggio al convegno “Economia e politica per la pace, 10 anni di Scuola politica diocesana Giuseppe Toniolo”, al quale intervengono Leonardo Becchetti, professore ordinario di Economia politica – Università di Roma Tor Vergata; monsignor Nunzio Galantino, presidente dell’Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica; monsignor Domenico Sorrentino, vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno; Francesca Di Maolo, direttore della Scuola Toniolo, moderati dalla giornalista Marina Rosati. Verrà inoltre presentato il libro La cura della fragilità, vivaio di formazione politica, libro edito da Tau e curato da Francesca Di Maolo, con foto, interventi e relazioni che appunto ripercorrono i dieci anni della scuola.

Quinto anniversario del santuario della Spogliazione

Il programma di iniziative per il quinto anniversario del santuario della Spogliazione, dal titolo “#Nulladiproprio. Per un’economia più umana”, vedrà anche la consegna – dopo quella dell’anno scorso all’Istituto Serafico di Assisi – del Premio Internazionale Francesco d’Assisi e Carlo Acutis, riconoscimento annuale da assegnare a un progetto specifico, avviato “dal basso”, da persone o società che cercano di prendersi cura dei più svantaggiati, e la riapertura dell’antica porta di accesso del vescovado e relazione sul progetto di recupero dell’Antico Episcopio, cui intervengono Elvira Cajano, sovrintendente Archeologia, Belle arti e paesaggio dell’Umbria e l’architetto Alfio Barabani. La tre giorni si aprirà venerdì 20 maggio alle ore 8 al Santuario della Spogliazione – chiesa di Santa Maria Maggiore con la messa celebrata dal rettore padre Carlos Acácio Gonçalves Ferreira. Dopo il convegno a cura della Scuola socio-politica diocesana Giuseppe Toniolo, alle 21 nella cattedrale di San Rufino si terrà l’incontro dei cresimandi della diocesi seguita, alle 21.45, dalla preghiera itinerante verso il santuario della Spogliazione – Chiesa di Santa Maria Maggiore, a cura della Pastorale giovanile e dell’Ufficio catechistico diocesano.

Apertura dell'antica porta di accesso al vescovado e consegna premio internazionale "Francesco d'Assisi e Carlo Acutis"

Sabato 21 maggio la giornata si apre alle 8 con la messa celebrata dal rettore del Santuario della Spogliazione padre Carlos Acácio Gonçalves Ferreira. Alle 11 ci sarà l’apertura dell’antica porta di accesso del vescovado, mentre alle 16.45 è in programma la consegna del “Premio internazionale Francesco d’Assisi e Carlo Acutis per un’economia della fraternità” e alle ore 21.15 lo spettacolo teatrale “Terreseminate” a cura della compagnia “Gli Scartati”. Infine, domenica 22 maggio al Santuario della Spogliazione – chiesa di Santa Maria Maggiore, la messa presieduta dal cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo emerito di Agrigento.]]>
Ad Assisi la mostra filatelica su san Francesco e papa Francesco https://www.lavoce.it/ad-assisi-la-mostra-filatelica-su-san-francesco-e-papa-francesco/ Fri, 08 Apr 2022 15:48:37 +0000 https://www.lavoce.it/?p=66012

È stata presentata questa mattina, 8 aprile, nella Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi l’esclusiva mostra filatelica su San Francesco e Papa Francesco che sarà visibile nel Museo del Tesoro della Basilica di San Francesco in Assisi fino al 30 ottobre. Il curatore, Fabrizio Fabrini, e il direttore del Museo, fra Thomas Freidel, hanno illustrato la storia e il valore delle circa 2000 opere in esposizione. La collezione verrà svelata al pubblico sabato 9 aprile alle 16 nel Salone Papale del Sacro Convento di Assisi. In occasione dell’inaugurazione, nel chiostro superiore, proprio all’ingresso del Museo, il personale di Poste Italiane sarà a disposizione per uno speciale annullo filatelico valido esclusivamente sabato e avente per soggetto san Francesco e la sua Basilica.  [gallery ids="66030,66032,66031"]  

Due i filoni di ricerca

La mostra è articolata in due filoni di ricerca: uno riguarda Assisi, san Francesco e il Cantico delle Creature, e l’altro il pontificato ed il pensiero di Papa Bergoglio. L’obiettivo è quello di raccontare il Poverello e Papa Francesco attraverso la filatelia. Tra i francobolli “speciali” in esposizione da sottolineare quello emesso dal Regno d'Italia nel 1926 per celebrare il VII Centenario della morte di San Francesco dove viene raffigurato il Transito, la morte del Santo in attesa di salire in Cielo, circondato dai Suoi confratelli; e un prezioso francobollo celebrativo del Pontificato di Sua Santità Papa Francesco in lastra d’argento e rifiniture in oro realizzato nel 2013 in una emissione congiunta di: Repubblica Italiana, Città del Vaticano e Repubblica Argentina. "Grande soddisfazione per l’evento realizzato grazie alla disponibilità dei Frati Minori Conventuali del Sacro Convento di Assisi - ha dichiarato Fabrizio Fabrini-. Si tratta della principale esposizione filatelica su San Francesco e Papa Bergoglio. Speriamo che il Santo Padre trovi il modo ed il tempo di visitarla in occasione di una sua venuta ad Assisi".

L'esposizione all'interno del Museo del Tesoro della Basilica

La mostra è allestita all’interno del Museo del Tesoro della Basilica di San Francesco, che ospita un centinaio di opere, fra cui il Calice di Guccio di Mannaia, dono del primo papa francescano Niccolò IV, il messale miniato di san Luigi IX e l’arazzo fiammingo raffigurante l’albero francescano. Custodisce inoltre la Collezione Perkins, dono dello storico dell'arte Frederick Mason Perkins (1955), costituita da una cinquantina di tavole (secc. XIV-XVI), tra cui opere di Pietro Lorenzetti, di Lorenzo Monaco e del Sassetta. Il museo possiede infine anche un'area dedicata alla musica, con strumenti musicali del XVII e del XVIII secolo.

Fra Thomas Freidel

"Questa esposizione che riveste notevole interesse non solo per i collezionisti - ha sottolineato fra Thomas Freidel - svolge una funzione culturale sia dal punto di vista estetico e formale, sia da quello del contenuto. Questi piccoli pezzetti di carta, a volte comuni e a volte preziosi, diventano mezzo di comunicazione attraverso il linguaggio di un’immagine che colpisce in maniera immediata. Questa collezione ripercorre la storia e la vita di san Francesco e di Papa Bergoglio, con immagini e brevi didascalie, accompagnate da tutte le risorse della filatelia, dal comune francobollo agli “interi postali”, dagli annulli più rari agli esempi di spedizioni prefilateliche (quando il francobollo ancora non esisteva), dalle cartoline antiche ai giornali d’epoca".

Fra Giulio Cesareo

"Ci auguriamo - ha dichiarato il portavoce dei frati del Sacro Convento di Assisi, fra Giulio Cesareo - possa contribuire a far scoprire ancora di più quanto siano amati e apprezzati nel mondo il Santo di Assisi e il Papa venuto quasi dalla fine del mondo, che ha voluto assumerne il nome. Questa mostra è una testimonianza preziosa della popolarità ma soprattutto del valore internazionale, interculturale e intergenerazionale della figura e del messaggio di vita e di fede del Poverello di Assisi, nonché della diffusa popolarità del Papa che ne porta il nome".

La durata della mostra

La mostra filatelica è ad ingresso gratuito e sarà in esposizione presso il Museo Tesoro della Basilica di San Francesco da domani 9 aprile al 30 ottobre. Il museo sarà aperto dal martedì al sabato dalle 10 alle 17 e la domenica dalle 11 alle 17. Per maggiori informazioni visita la pagina FacebookMuseo del Tesoro della Basilica di San Francesco - Assisi”.]]>

È stata presentata questa mattina, 8 aprile, nella Sala Stampa del Sacro Convento di Assisi l’esclusiva mostra filatelica su San Francesco e Papa Francesco che sarà visibile nel Museo del Tesoro della Basilica di San Francesco in Assisi fino al 30 ottobre. Il curatore, Fabrizio Fabrini, e il direttore del Museo, fra Thomas Freidel, hanno illustrato la storia e il valore delle circa 2000 opere in esposizione. La collezione verrà svelata al pubblico sabato 9 aprile alle 16 nel Salone Papale del Sacro Convento di Assisi. In occasione dell’inaugurazione, nel chiostro superiore, proprio all’ingresso del Museo, il personale di Poste Italiane sarà a disposizione per uno speciale annullo filatelico valido esclusivamente sabato e avente per soggetto san Francesco e la sua Basilica.  [gallery ids="66030,66032,66031"]  

Due i filoni di ricerca

La mostra è articolata in due filoni di ricerca: uno riguarda Assisi, san Francesco e il Cantico delle Creature, e l’altro il pontificato ed il pensiero di Papa Bergoglio. L’obiettivo è quello di raccontare il Poverello e Papa Francesco attraverso la filatelia. Tra i francobolli “speciali” in esposizione da sottolineare quello emesso dal Regno d'Italia nel 1926 per celebrare il VII Centenario della morte di San Francesco dove viene raffigurato il Transito, la morte del Santo in attesa di salire in Cielo, circondato dai Suoi confratelli; e un prezioso francobollo celebrativo del Pontificato di Sua Santità Papa Francesco in lastra d’argento e rifiniture in oro realizzato nel 2013 in una emissione congiunta di: Repubblica Italiana, Città del Vaticano e Repubblica Argentina. "Grande soddisfazione per l’evento realizzato grazie alla disponibilità dei Frati Minori Conventuali del Sacro Convento di Assisi - ha dichiarato Fabrizio Fabrini-. Si tratta della principale esposizione filatelica su San Francesco e Papa Bergoglio. Speriamo che il Santo Padre trovi il modo ed il tempo di visitarla in occasione di una sua venuta ad Assisi".

L'esposizione all'interno del Museo del Tesoro della Basilica

La mostra è allestita all’interno del Museo del Tesoro della Basilica di San Francesco, che ospita un centinaio di opere, fra cui il Calice di Guccio di Mannaia, dono del primo papa francescano Niccolò IV, il messale miniato di san Luigi IX e l’arazzo fiammingo raffigurante l’albero francescano. Custodisce inoltre la Collezione Perkins, dono dello storico dell'arte Frederick Mason Perkins (1955), costituita da una cinquantina di tavole (secc. XIV-XVI), tra cui opere di Pietro Lorenzetti, di Lorenzo Monaco e del Sassetta. Il museo possiede infine anche un'area dedicata alla musica, con strumenti musicali del XVII e del XVIII secolo.

Fra Thomas Freidel

"Questa esposizione che riveste notevole interesse non solo per i collezionisti - ha sottolineato fra Thomas Freidel - svolge una funzione culturale sia dal punto di vista estetico e formale, sia da quello del contenuto. Questi piccoli pezzetti di carta, a volte comuni e a volte preziosi, diventano mezzo di comunicazione attraverso il linguaggio di un’immagine che colpisce in maniera immediata. Questa collezione ripercorre la storia e la vita di san Francesco e di Papa Bergoglio, con immagini e brevi didascalie, accompagnate da tutte le risorse della filatelia, dal comune francobollo agli “interi postali”, dagli annulli più rari agli esempi di spedizioni prefilateliche (quando il francobollo ancora non esisteva), dalle cartoline antiche ai giornali d’epoca".

Fra Giulio Cesareo

"Ci auguriamo - ha dichiarato il portavoce dei frati del Sacro Convento di Assisi, fra Giulio Cesareo - possa contribuire a far scoprire ancora di più quanto siano amati e apprezzati nel mondo il Santo di Assisi e il Papa venuto quasi dalla fine del mondo, che ha voluto assumerne il nome. Questa mostra è una testimonianza preziosa della popolarità ma soprattutto del valore internazionale, interculturale e intergenerazionale della figura e del messaggio di vita e di fede del Poverello di Assisi, nonché della diffusa popolarità del Papa che ne porta il nome".

La durata della mostra

La mostra filatelica è ad ingresso gratuito e sarà in esposizione presso il Museo Tesoro della Basilica di San Francesco da domani 9 aprile al 30 ottobre. Il museo sarà aperto dal martedì al sabato dalle 10 alle 17 e la domenica dalle 11 alle 17. Per maggiori informazioni visita la pagina FacebookMuseo del Tesoro della Basilica di San Francesco - Assisi”.]]>
Conferito l’incarico per la realizzazione della statua di san Francesco a Piandarca https://www.lavoce.it/conferito-incarico-realizzazione-statua-san-francesco-piandarca/ Wed, 05 Jan 2022 16:14:26 +0000 https://www.lavoce.it/?p=64379

La parrocchia Santi Matteo Apostolo e Giovanni Battista di Cannara e il Comitato per la Tutela e la Valorizzazione di Piandarca esprimono vivo apprezzamento per il conferimento dell’incarico all’artista pavese Antonio De Paoli per la realizzazione di una statua di San Francesco intento a contemplare il Creato, per la realizzazione del santuario all’aperto dedicato alla Predica agli uccelli di San Francesco. 

Considerata la complessità dell’opera in bronzo, occorrerà attendere sino a maggio 2022 perché la statua esca dalle fonderie di Pavia per poi essere collocata a Piandarca. “Tra non molto – dicono i referenti della Parrocchia e del Comitato – potremo finalmente vedere la Statua nel luogo ove Francesco in quel giorno della primavera del 1221 pronunciò ‘Fratelli miei uccelli…’, l’incipit di una delle più conosciute pagine di spiritualità francescana che geni universali quali Giotto, Benozzo Gozzoli, Franz Listz hanno poi immortalato nelle loro opere”. Le fasi di progettazione della statua, i vari step di lavorazione, sino alla fusione finale verranno documentati attraverso i social del progetto (FB e IG con titolo e l’hashtag #francescoapiandarca).

La somma raccolta per la statua e per la realizzazione dell'altare

La Parrocchia e il Comitato ringraziano “di tutto cuore i tantissimi donatori che da tutto il mondo hanno voluto manifestare la propria vicinanza al progetto, sia coloro che hanno contribuito con piccole somme, sia coloro che sono stati più generosi”. Attualmente sono stati raccolti circa 34.000 euro che in parte andranno a coprire i costi di realizzazione e posa in opera della statua e in parte serviranno come contributo iniziale per l’altare in pietra, sempre a cura dell’artista De Paoli, che andrà a completare l’area, dotata già di un Tau di grandi dimensioni, visibile anche di notte con una illuminazione che ne esalta lo splendore. L’altare (foto) concepito come un monolite marmoreo dove altre figure abbozzate di uccelli sembrano liberarsi dalla materia, consentirebbe di consacrare il luogo, permettendo di completare il santuario.

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Le dichiarazioni

Fabrizio Gareggia – Sindaco di Cannara

Sta per avverarsi un progetto che l’Amministrazione comunale ha sostenuto e contribuito ad elaborare fin dal suo nascere, da quando nel 2014 un apposito Comitato coinvolse decine di migliaia di persone nella partecipazione al concorso del Fai-Vota il tuo luogo del cuore – a sostegno della valorizzazione di Piandarca, luogo della Predica di San Francesco agli uccelli. L’ottimo risultato ottenuto ci ha permesso anzitutto la visibilità nazionale di un sito che per troppi secoli è stato avvolto dal silenzio, pur essendo stato lo scenario di uno degli episodi più significativi e universalmente conosciuti della vita del Santo.

Un progetto in collaborazione con il Fai

In secondo luogo è stato possibile, d’intesa con il Fai, elaborare un progetto di valorizzazione di quest’area naturalistica, carica di storia e di grande stimolo alla meditazione, che ha per titolo: “Dal Bosco di San Francesco a Piandarca e il sentiero della Predica agli uccelli”, progetto che sta per diventare realtà e comprende tra l’altro un percorso pedo-ciclabile di collegamento tra la Basilica Superiore di S. Francesco per giungere poi all’area meditativa dove è stato realizzato un grande TAU in terra battuta, che può essere illuminato di notte, grazie al programma “Giubileo della luce” finanziato dal ministero dell’Ambiente.

La statua in bronzo del Santo

Ma il progetto che contribuirà a rendere maggiormente visibile e tangibile l’unicità del luogo è senza dubbio il “Santuario all’aperto” con la statua in bronzo del Santo che l’artista Antonio De Paoli ha mirabilmente interpretato in modo originale nel suo bozzetto che presenta il santo il quale sembra elevarsi al cielo in punta di piedi e con le braccia alzate, a simboleggiare l’unione della terra con il cielo, degli esseri viventi con il Creatore. I contributi per la realizzazione della statua sono venuti non solo dai nostri concittadini, ma da persone dell’Italia e dell’Europa affascinate dall’idea di rendere un concreto omaggio ad un santo e a un episodio straordinari nella storia e nella religiosità di tutti i tempi. L’amministrazione comunale è attiva nel sostenere questo progetto che in una seconda fase porterà alla realizzazione di un altare in pietra scolpita e al posizionamento di panche in materiale non degradabile: e allora Piandarca diventerà un luogo ideale per chi ama la natura, il silenzio e la meditazione.

Mons. Domenico Sorrentino – Vescovo di Assisi

E’ con grande gioia che accolgo la notizia del prossimo posizionamento della statua di San Francesco che predica agli uccelli a Piandarca. Questa area è ricca di significato; è un santuario a cielo aperto che vogliamo continuare a valorizzare perché simbolo di quella conversione ecologica ispirata da San Francesco nel Cantico delle Creature e ribadita dal Santo Padre nell’enciclica Laudato Sì”.

Fra Marco Moroni OFMConv – Custode del Sacro Convento di Assisi

“Per coltivare la memoria sono necessari segni visibili ed evocativi, rimandi affettivi ed emotivi. La statua di san Francesco che predica agli uccelli che verrà posta nel luogo dove per secoli se ne è coltivato il ricordo è uno di questi segni, per il quale mi rallegro. Sarà un altro modo, efficace e suggestivo, per realizzare l’invito di Gesù: 'proclamate il Vangelo a ogni creatura' (Mc 16,15)". 

Ivana Stella – Ministro regionale Ofs Umbria

“Come ministro della Fraternità regionale dell’Ordine francescano secolare dell’Umbria che ha la propria Sede proprio nella Città di Cannara ed in particolare nell’edificio dove è custodito il Sacro Tugurio, un luogo frequentato e vissuto dal serafico padre san Francesco, esprimo tutta la mia gratitudine a quanti hanno voluto contribuire alla realizzazione della Statua di San Francesco, elemento che è parte importante del progetto di valorizzazione del Sito di Piandarca, dove, come riportato al Capitolo XVI dei Fioretti: FF 1846, San Francesco predicò e dette la benedizione ad una moltitudine di uccelli. Per far sì che il mondo riscopra il primato dei valori spirituali è importante anche la custodia e la cura dei luoghi sacri e la salvaguardia della loro bellezza. Piandarca è uno di questi luoghi e la realizzazione di questo progetto mira proprio a valorizzare la sua insita bellezza ed armonia”.

Don Maurizio Saba – Parroco di Cannara

Piandarca, un luogo unico e suggestivo, ai piedi di Assisi e in territorio di Cannara. Qui è situato il luogo, ricordato nei Fioretti, dove San Francesco predicò agli uccelli. Da sempre la comunità cristiana di Cannara vi ha visto una fonte di ispirazione per la sua vita cristiana e la devozione popolare ne ha conservato un devoto ricordo. Oggi, grazie ad una rinnovata sensibilità ecologica, generata dalla enciclica di Papa Francesco Laudato Si'' e, alla determinazione dell’uscente parroco di Cannara, don Francesco Fongo, l’antico sito viene valorizzato ulteriormente. La posa di una statua in bronzo, dell’artista De Paoli, che rappresenta il Serafico Santo di Assisi nell’atto di predicare agli uccelli, è un primo passo, che sarà presto seguito da altri, per fare di Piandarca un Santuario a cielo aperto”.

La raccolta fondi continua

Nel ringraziare i benefattori il Comitato ricorda che continua la raccolta fondi attraverso: bonifico bancario (IT 38 G030 6909 6061 0000 0170 130 – BIC: BCITITMM),  Causale: Donazione per realizzazione Santuario all’Aperto a Piandarca, dedicato a San Francesco. Si ricorda che le donazioni potranno essere di qualsiasi cifra e verrà costituito un apposito albo a imperitura memoria di quanti avranno contribuito al progetto. Il Libro Mastro dei donatori verrà custodito nella oarrocchia di Cannara in modalità consultabile, allocato accanto al tugurio da cui Francesco diede inizio al Terzo Ordine Francescano, oggi Ordine Francescano Secolare (OFS). Per i donatori più generosi, ovvero per cifre sopra i 1.000,00 euro verrà costruita accanto al santuario una colonna in acciaio corten, nella quale saranno impressi per sempre i nominativi di aziende, associazioni e cittadini che avranno reso possibile il sogno.

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La parrocchia Santi Matteo Apostolo e Giovanni Battista di Cannara e il Comitato per la Tutela e la Valorizzazione di Piandarca esprimono vivo apprezzamento per il conferimento dell’incarico all’artista pavese Antonio De Paoli per la realizzazione di una statua di San Francesco intento a contemplare il Creato, per la realizzazione del santuario all’aperto dedicato alla Predica agli uccelli di San Francesco. 

Considerata la complessità dell’opera in bronzo, occorrerà attendere sino a maggio 2022 perché la statua esca dalle fonderie di Pavia per poi essere collocata a Piandarca. “Tra non molto – dicono i referenti della Parrocchia e del Comitato – potremo finalmente vedere la Statua nel luogo ove Francesco in quel giorno della primavera del 1221 pronunciò ‘Fratelli miei uccelli…’, l’incipit di una delle più conosciute pagine di spiritualità francescana che geni universali quali Giotto, Benozzo Gozzoli, Franz Listz hanno poi immortalato nelle loro opere”. Le fasi di progettazione della statua, i vari step di lavorazione, sino alla fusione finale verranno documentati attraverso i social del progetto (FB e IG con titolo e l’hashtag #francescoapiandarca).

La somma raccolta per la statua e per la realizzazione dell'altare

La Parrocchia e il Comitato ringraziano “di tutto cuore i tantissimi donatori che da tutto il mondo hanno voluto manifestare la propria vicinanza al progetto, sia coloro che hanno contribuito con piccole somme, sia coloro che sono stati più generosi”. Attualmente sono stati raccolti circa 34.000 euro che in parte andranno a coprire i costi di realizzazione e posa in opera della statua e in parte serviranno come contributo iniziale per l’altare in pietra, sempre a cura dell’artista De Paoli, che andrà a completare l’area, dotata già di un Tau di grandi dimensioni, visibile anche di notte con una illuminazione che ne esalta lo splendore. L’altare (foto) concepito come un monolite marmoreo dove altre figure abbozzate di uccelli sembrano liberarsi dalla materia, consentirebbe di consacrare il luogo, permettendo di completare il santuario.

[gallery ids="64390,64391,64392,64393"]

Le dichiarazioni

Fabrizio Gareggia – Sindaco di Cannara

Sta per avverarsi un progetto che l’Amministrazione comunale ha sostenuto e contribuito ad elaborare fin dal suo nascere, da quando nel 2014 un apposito Comitato coinvolse decine di migliaia di persone nella partecipazione al concorso del Fai-Vota il tuo luogo del cuore – a sostegno della valorizzazione di Piandarca, luogo della Predica di San Francesco agli uccelli. L’ottimo risultato ottenuto ci ha permesso anzitutto la visibilità nazionale di un sito che per troppi secoli è stato avvolto dal silenzio, pur essendo stato lo scenario di uno degli episodi più significativi e universalmente conosciuti della vita del Santo.

Un progetto in collaborazione con il Fai

In secondo luogo è stato possibile, d’intesa con il Fai, elaborare un progetto di valorizzazione di quest’area naturalistica, carica di storia e di grande stimolo alla meditazione, che ha per titolo: “Dal Bosco di San Francesco a Piandarca e il sentiero della Predica agli uccelli”, progetto che sta per diventare realtà e comprende tra l’altro un percorso pedo-ciclabile di collegamento tra la Basilica Superiore di S. Francesco per giungere poi all’area meditativa dove è stato realizzato un grande TAU in terra battuta, che può essere illuminato di notte, grazie al programma “Giubileo della luce” finanziato dal ministero dell’Ambiente.

La statua in bronzo del Santo

Ma il progetto che contribuirà a rendere maggiormente visibile e tangibile l’unicità del luogo è senza dubbio il “Santuario all’aperto” con la statua in bronzo del Santo che l’artista Antonio De Paoli ha mirabilmente interpretato in modo originale nel suo bozzetto che presenta il santo il quale sembra elevarsi al cielo in punta di piedi e con le braccia alzate, a simboleggiare l’unione della terra con il cielo, degli esseri viventi con il Creatore. I contributi per la realizzazione della statua sono venuti non solo dai nostri concittadini, ma da persone dell’Italia e dell’Europa affascinate dall’idea di rendere un concreto omaggio ad un santo e a un episodio straordinari nella storia e nella religiosità di tutti i tempi. L’amministrazione comunale è attiva nel sostenere questo progetto che in una seconda fase porterà alla realizzazione di un altare in pietra scolpita e al posizionamento di panche in materiale non degradabile: e allora Piandarca diventerà un luogo ideale per chi ama la natura, il silenzio e la meditazione.

Mons. Domenico Sorrentino – Vescovo di Assisi

E’ con grande gioia che accolgo la notizia del prossimo posizionamento della statua di San Francesco che predica agli uccelli a Piandarca. Questa area è ricca di significato; è un santuario a cielo aperto che vogliamo continuare a valorizzare perché simbolo di quella conversione ecologica ispirata da San Francesco nel Cantico delle Creature e ribadita dal Santo Padre nell’enciclica Laudato Sì”.

Fra Marco Moroni OFMConv – Custode del Sacro Convento di Assisi

“Per coltivare la memoria sono necessari segni visibili ed evocativi, rimandi affettivi ed emotivi. La statua di san Francesco che predica agli uccelli che verrà posta nel luogo dove per secoli se ne è coltivato il ricordo è uno di questi segni, per il quale mi rallegro. Sarà un altro modo, efficace e suggestivo, per realizzare l’invito di Gesù: 'proclamate il Vangelo a ogni creatura' (Mc 16,15)". 

Ivana Stella – Ministro regionale Ofs Umbria

“Come ministro della Fraternità regionale dell’Ordine francescano secolare dell’Umbria che ha la propria Sede proprio nella Città di Cannara ed in particolare nell’edificio dove è custodito il Sacro Tugurio, un luogo frequentato e vissuto dal serafico padre san Francesco, esprimo tutta la mia gratitudine a quanti hanno voluto contribuire alla realizzazione della Statua di San Francesco, elemento che è parte importante del progetto di valorizzazione del Sito di Piandarca, dove, come riportato al Capitolo XVI dei Fioretti: FF 1846, San Francesco predicò e dette la benedizione ad una moltitudine di uccelli. Per far sì che il mondo riscopra il primato dei valori spirituali è importante anche la custodia e la cura dei luoghi sacri e la salvaguardia della loro bellezza. Piandarca è uno di questi luoghi e la realizzazione di questo progetto mira proprio a valorizzare la sua insita bellezza ed armonia”.

Don Maurizio Saba – Parroco di Cannara

Piandarca, un luogo unico e suggestivo, ai piedi di Assisi e in territorio di Cannara. Qui è situato il luogo, ricordato nei Fioretti, dove San Francesco predicò agli uccelli. Da sempre la comunità cristiana di Cannara vi ha visto una fonte di ispirazione per la sua vita cristiana e la devozione popolare ne ha conservato un devoto ricordo. Oggi, grazie ad una rinnovata sensibilità ecologica, generata dalla enciclica di Papa Francesco Laudato Si'' e, alla determinazione dell’uscente parroco di Cannara, don Francesco Fongo, l’antico sito viene valorizzato ulteriormente. La posa di una statua in bronzo, dell’artista De Paoli, che rappresenta il Serafico Santo di Assisi nell’atto di predicare agli uccelli, è un primo passo, che sarà presto seguito da altri, per fare di Piandarca un Santuario a cielo aperto”.

La raccolta fondi continua

Nel ringraziare i benefattori il Comitato ricorda che continua la raccolta fondi attraverso: bonifico bancario (IT 38 G030 6909 6061 0000 0170 130 – BIC: BCITITMM),  Causale: Donazione per realizzazione Santuario all’Aperto a Piandarca, dedicato a San Francesco. Si ricorda che le donazioni potranno essere di qualsiasi cifra e verrà costituito un apposito albo a imperitura memoria di quanti avranno contribuito al progetto. Il Libro Mastro dei donatori verrà custodito nella oarrocchia di Cannara in modalità consultabile, allocato accanto al tugurio da cui Francesco diede inizio al Terzo Ordine Francescano, oggi Ordine Francescano Secolare (OFS). Per i donatori più generosi, ovvero per cifre sopra i 1.000,00 euro verrà costruita accanto al santuario una colonna in acciaio corten, nella quale saranno impressi per sempre i nominativi di aziende, associazioni e cittadini che avranno reso possibile il sogno.

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Su Rai 3 “Tu che scendi dalle stelle” un viaggio nei luoghi del Natale https://www.lavoce.it/rai-3-tu-che-scendi-dalle-stelle-viaggio-luoghi-natale/ Tue, 04 Jan 2022 09:28:30 +0000 https://www.lavoce.it/?p=64361

Martedì 4 gennaio, alle 15.25 su Rai3, andrà in onda il programma Tu che scendi dalle stelle, condotto dalla giornalista Simona Vanni che, accompagnata da padre Enzo Fortunato, proporrà un viaggio in tre i luoghi significativi che esprimono in modo intenso e forte la spiritualità del Natale: Betlemme, dove, nella notte delle notti, è nata la storia della civiltà cristiana; Greccio, dove San Francesco d'Assisi ha inventato il primo Presepe nel 1223; e Scala, il paese più antico della Costiera Amalfitana, dove Sant’Alfonso Maria de’ Liguori trovò ispirazione, tra pastori, grotte e greggi, per la composizione di quello che sarebbe divenuto il più celebre canto natalizio: Tu che scendi dalle Stelle. Al racconto natalizio hanno partecipato: il vescovo di Rieti, Mons. Domenico Pompili, padre Ibrahim Faltas, i cantanti Al Bano e Giovanni Caccamo, il critico d'arte Vittorio Sgarbi e il sociologo Domenico De Masi. Tutti riveleranno le proprie suggestioni e i ricordi legati al Presepe e al Natale. Tra gli ospiti anche il violoncellista Stjepan Hauser, che eseguirà proprio da Scala un'inedita versione del brano Tu che scendi dalle stelle. Di seguito il link video promo: https://fb.watch/aiOfVOM7gC/]]>

Martedì 4 gennaio, alle 15.25 su Rai3, andrà in onda il programma Tu che scendi dalle stelle, condotto dalla giornalista Simona Vanni che, accompagnata da padre Enzo Fortunato, proporrà un viaggio in tre i luoghi significativi che esprimono in modo intenso e forte la spiritualità del Natale: Betlemme, dove, nella notte delle notti, è nata la storia della civiltà cristiana; Greccio, dove San Francesco d'Assisi ha inventato il primo Presepe nel 1223; e Scala, il paese più antico della Costiera Amalfitana, dove Sant’Alfonso Maria de’ Liguori trovò ispirazione, tra pastori, grotte e greggi, per la composizione di quello che sarebbe divenuto il più celebre canto natalizio: Tu che scendi dalle Stelle. Al racconto natalizio hanno partecipato: il vescovo di Rieti, Mons. Domenico Pompili, padre Ibrahim Faltas, i cantanti Al Bano e Giovanni Caccamo, il critico d'arte Vittorio Sgarbi e il sociologo Domenico De Masi. Tutti riveleranno le proprie suggestioni e i ricordi legati al Presepe e al Natale. Tra gli ospiti anche il violoncellista Stjepan Hauser, che eseguirà proprio da Scala un'inedita versione del brano Tu che scendi dalle stelle. Di seguito il link video promo: https://fb.watch/aiOfVOM7gC/]]>
“Le tre balze di sorella povertà” al Museo diocesano di Assisi https://www.lavoce.it/tre-balze-sorella-poverta-museo-diocesano-assisi/ Wed, 01 Dec 2021 16:51:18 +0000 https://www.lavoce.it/?p=63461

Domenica 5 dicembre alle ore 17 nel Museo diocesano e Cripta di San Rufino ad Assisi si terrà la presentazione del libro Le tre balze di sorella povertà, sui passi di Francesco tra Foligno ed Assisi scritto dal vescovo monsignor Domenico Sorrentino per l’inizio del suo ministero episcopale nella diocesi di Foligno.

Il volume dedicato all’Istituto Serafico di Assisi nel 150esimo della fondazione (1871-2021) e pubblicato da Edizioni Francescane italiane, si richiama in maniera poetica a tre episodi avvenuti tra Foligno e Assisi che delineano il cammino della povertà nell’esperienza del Poverello.

Lettura teatrale

In occasione della presentazione di domenica ci sarà la lettura teatrale di Giuseppe Brizi, Luana Brozzetti e Carlo Menichini. Le musiche sono a cura di Paolo Piselli, mentre l’ideazione e la regia di Giuseppe Brizi. Siamo tra il 1205 e il 1206 quando Francesco dimostra che le ricchezze del padre non gli servono più, che la sua vita è per Dio e per i fratelli e lo fa donandosi ai poveri, ai più fragili.

La prima balza

Il primo episodio, narrato unendo citazioni storiche e sfumature poetiche, riguarda la vendita di beni al mercato di Foligno da parte di San Francesco. Nella piazza Grande va in scena la prima manifestazione della crisi umana e spirituale del giovane re delle feste di Assisi. Quei denari che, dicono le fonti, finiscono su una “finestrella” della chiesa di San Damiano, sono la prima espressione del dono. Ormai il figlio di Bernardone guarda il mondo alzando gli occhi verso il cielo. “Vendendo il cavallo e le merci di casa – scrive l'autore - amministra semplicemente la 'casa comune': unica umanità e unico cosmo, interamente avvolti dall’amore e dal dono di Dio”

La seconda balza

La seconda balza di sorella povertà, raccontata con esemplare armonia, è quella dell’abbraccio e porta il nome dei lebbrosi che Francesco incontrò a Rivotorto. Questo episodio evidenzia come il principio del dono si sposa con quello del volto. “Qui la mano tesa diventa abbraccio – scrive monsignor Sorrentino - Francesco scende dal cavallo e abbraccia i lebbrosi. È la povertà che si fa prossimità, tenerezza, cura. È la povertà che esprime, fino in fondo, il principio di fraternità, ben ancorato sull’unica paternità di Dio”

La terza balza

La terza balza è quella decisiva: nel vescovado di Assisi, davanti al vescovo Guido e al padre Bernardone, Francesco si fa povero, totalmente spogliato, non più solo come il Dio dell’incarnazione, ma come il Dio del Golgota. Non si tratta solo di stare sotto la croce, ma di salirvi. Quel varcare, senza esitazione, la soglia, nel giorno dell’incontro giudiziale con il Vescovo, portava già il segno dello 'spogliarsi' dentro.

Le tre balze, un messaggio alle comunità

Tre balze, sicuramente dure da scalare: ma c’è una via diversa per uscire dalla crisi? Le tre balze della povertà sono le tre balze dell’amore. È un messaggio tanto naturale quanto profondo quello che il vescovo Sorrentino lancia alle sue comunità e a tutti coloro che vedono in Francesco e ancor prima in Dio l'amore che si dona e si fa carne, della fraternità che costruisce ponti di solidarietà, eguaglianza e pace.

I posti sono limitati, pertanto si consiglia di prenotare al numero 075/812712 oppure scrivendo a museodisanrufino@gmail.com. Nel rispetto delle vigenti misure di contenimento del Covid-19 è richiesto il Green Pass.

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Domenica 5 dicembre alle ore 17 nel Museo diocesano e Cripta di San Rufino ad Assisi si terrà la presentazione del libro Le tre balze di sorella povertà, sui passi di Francesco tra Foligno ed Assisi scritto dal vescovo monsignor Domenico Sorrentino per l’inizio del suo ministero episcopale nella diocesi di Foligno.

Il volume dedicato all’Istituto Serafico di Assisi nel 150esimo della fondazione (1871-2021) e pubblicato da Edizioni Francescane italiane, si richiama in maniera poetica a tre episodi avvenuti tra Foligno e Assisi che delineano il cammino della povertà nell’esperienza del Poverello.

Lettura teatrale

In occasione della presentazione di domenica ci sarà la lettura teatrale di Giuseppe Brizi, Luana Brozzetti e Carlo Menichini. Le musiche sono a cura di Paolo Piselli, mentre l’ideazione e la regia di Giuseppe Brizi. Siamo tra il 1205 e il 1206 quando Francesco dimostra che le ricchezze del padre non gli servono più, che la sua vita è per Dio e per i fratelli e lo fa donandosi ai poveri, ai più fragili.

La prima balza

Il primo episodio, narrato unendo citazioni storiche e sfumature poetiche, riguarda la vendita di beni al mercato di Foligno da parte di San Francesco. Nella piazza Grande va in scena la prima manifestazione della crisi umana e spirituale del giovane re delle feste di Assisi. Quei denari che, dicono le fonti, finiscono su una “finestrella” della chiesa di San Damiano, sono la prima espressione del dono. Ormai il figlio di Bernardone guarda il mondo alzando gli occhi verso il cielo. “Vendendo il cavallo e le merci di casa – scrive l'autore - amministra semplicemente la 'casa comune': unica umanità e unico cosmo, interamente avvolti dall’amore e dal dono di Dio”

La seconda balza

La seconda balza di sorella povertà, raccontata con esemplare armonia, è quella dell’abbraccio e porta il nome dei lebbrosi che Francesco incontrò a Rivotorto. Questo episodio evidenzia come il principio del dono si sposa con quello del volto. “Qui la mano tesa diventa abbraccio – scrive monsignor Sorrentino - Francesco scende dal cavallo e abbraccia i lebbrosi. È la povertà che si fa prossimità, tenerezza, cura. È la povertà che esprime, fino in fondo, il principio di fraternità, ben ancorato sull’unica paternità di Dio”

La terza balza

La terza balza è quella decisiva: nel vescovado di Assisi, davanti al vescovo Guido e al padre Bernardone, Francesco si fa povero, totalmente spogliato, non più solo come il Dio dell’incarnazione, ma come il Dio del Golgota. Non si tratta solo di stare sotto la croce, ma di salirvi. Quel varcare, senza esitazione, la soglia, nel giorno dell’incontro giudiziale con il Vescovo, portava già il segno dello 'spogliarsi' dentro.

Le tre balze, un messaggio alle comunità

Tre balze, sicuramente dure da scalare: ma c’è una via diversa per uscire dalla crisi? Le tre balze della povertà sono le tre balze dell’amore. È un messaggio tanto naturale quanto profondo quello che il vescovo Sorrentino lancia alle sue comunità e a tutti coloro che vedono in Francesco e ancor prima in Dio l'amore che si dona e si fa carne, della fraternità che costruisce ponti di solidarietà, eguaglianza e pace.

I posti sono limitati, pertanto si consiglia di prenotare al numero 075/812712 oppure scrivendo a museodisanrufino@gmail.com. Nel rispetto delle vigenti misure di contenimento del Covid-19 è richiesto il Green Pass.

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Un mese con san Francesco: una web serie per conoscere la vita del Santo di Assisi https://www.lavoce.it/un-mese-san-francesco-web-serie-conoscere-vita-santo-assisi/ Fri, 08 Oct 2021 17:49:21 +0000 https://www.lavoce.it/?p=62652

S'intitola “Un mese con San Francesco” la web serie, in 31 video pillole, sul Santo di Assisi realizzata in occasione della ricorrenza del 4 ottobre. Un appuntamento quotidiano, visibile dall’1 al 31 ottobre sul sito www.sanfrancesco.org, che ruota attorno a luoghi, gesti, episodi e curiosità tratte dalla vita del Poverello di Assisi. Nei panni del narratore, padre Enzo Fortunato, direttore della Sala Stampa del Sacro Convento. "Al centro – precisa – ci sono i fatti francescani: il vissuto, le domande, le ‘stranezze’ e le genialità di un uomo che ha scombussolato la storia di ieri e di oggi". L'obiettivo dell’iniziativa è di offrire spunti di riflessione sull’attualità di questa figura che continua a suscitare interesse in tutto il mondo, anche da parte dei non credenti. "Molti – aggiunge padre Enzo Fortunato – parlano di Francesco ecologista, di Francesco pacifista, di Francesco pauperista, di un Francesco ‘sbiadito’ che diventa uomo per tutte le stagioni, di Francesco giovane, di Francesco ‘playboy’. Non tutti però vanno al tronco. Ci si sofferma solo sui rami. Credo invece ci sia da conoscere il tronco. E il tronco è la vita di Francesco che con le sue radici affonda, si aggrappa e si nutre della vita di Cristo". La serie, curata da Eugenio Bonanata e prodotta dalla rivista San Francesco in collaborazione con Telepace, consente anche di ripercorrere il magistero di Papa Francesco che è fortemente legato alla spiritualità francescana. Declinate in vari formati (video, audio e testo), le puntate verranno diffuse attraverso vari canali a partire dalla pubblicazione quotidiana sul sito sanfrancesco.org, avvenire.it e sulla pagina Facebook di padre Enzo Fortunato.]]>

S'intitola “Un mese con San Francesco” la web serie, in 31 video pillole, sul Santo di Assisi realizzata in occasione della ricorrenza del 4 ottobre. Un appuntamento quotidiano, visibile dall’1 al 31 ottobre sul sito www.sanfrancesco.org, che ruota attorno a luoghi, gesti, episodi e curiosità tratte dalla vita del Poverello di Assisi. Nei panni del narratore, padre Enzo Fortunato, direttore della Sala Stampa del Sacro Convento. "Al centro – precisa – ci sono i fatti francescani: il vissuto, le domande, le ‘stranezze’ e le genialità di un uomo che ha scombussolato la storia di ieri e di oggi". L'obiettivo dell’iniziativa è di offrire spunti di riflessione sull’attualità di questa figura che continua a suscitare interesse in tutto il mondo, anche da parte dei non credenti. "Molti – aggiunge padre Enzo Fortunato – parlano di Francesco ecologista, di Francesco pacifista, di Francesco pauperista, di un Francesco ‘sbiadito’ che diventa uomo per tutte le stagioni, di Francesco giovane, di Francesco ‘playboy’. Non tutti però vanno al tronco. Ci si sofferma solo sui rami. Credo invece ci sia da conoscere il tronco. E il tronco è la vita di Francesco che con le sue radici affonda, si aggrappa e si nutre della vita di Cristo". La serie, curata da Eugenio Bonanata e prodotta dalla rivista San Francesco in collaborazione con Telepace, consente anche di ripercorrere il magistero di Papa Francesco che è fortemente legato alla spiritualità francescana. Declinate in vari formati (video, audio e testo), le puntate verranno diffuse attraverso vari canali a partire dalla pubblicazione quotidiana sul sito sanfrancesco.org, avvenire.it e sulla pagina Facebook di padre Enzo Fortunato.]]>
Tre azioni per poter ricostruire la “casa” https://www.lavoce.it/tre-azioni-per-poter-ricostruire-la-casa/ Fri, 01 Oct 2021 10:30:10 +0000 https://www.lavoce.it/?p=62518

Francesca Di Maolo*

Si avvicina il 4 ottobre, festa di san Francesco, e risuonano forti le parole che il Santo si sentì dire pregando davanti al Crocifisso di San Damiano: “Francesco, va’, ripara la mia casa che, come vedi, è in rovina”. È un appello che oggi interroga ciascuno di noi. La casa che abitiamo ci sembra proprio in rovina. Crisi economica, ambientale e sociale sono in realtà - tra di loro collegate in una sola crisi che colpisce un mondo che nella storia non è mai stato più fragile e interconnesso.

Da dove partirebbe oggi san Francesco per ricostruire la casa in rovina, con quali azioni inizierebbe la ricostruzione? La prima azione sarebbe certamente la costruzione della fraternità , che oggi può svolgere un ruolo decisivo in politica come in economia. Fraternità per rifondare una politica che ha perso la dimensione della visione del bene comune, che implica un continuo andare verso l’altro. Quante cose può ancora insegnarci la vita di san Francesco che, fin dall’inizio, ha voluto i suoi frati in mezzo alla gente. La politica dovrebbe riscoprire questa via della fraternità, senza porsi l’obiettivo dei grandi risultati, ma ripartendo dalla preoccupazione per gli altri.

Viviamo nell’epoca dei paradossi. Mentre la ricchezza mediamente aumenta, le disuguaglianze aumentano più che in proporzione. Dove c’è disuguaglianza, certamente non può esserci sviluppo. Altro paradosso riguarda la scarsità dei beni comuni. Il nostro sistema è capace di produrre beni privati e pubblici, ma facciamo difetto dei beni comuni come l’ambiente, il territorio, l’acqua. Senza la fraternità sarà impossibile sciogliere questi paradossi. L’economia della fraternità, delineata dal carisma di Francesco di Assisi, custodisce l’anima della democrazia sostanziale e diventa lo strumento al servizio dell’uomo e di un sistema che tende ad assicurare lavoro, educazione e salute per tutti.

Pensando a san Francesco e al suo abbraccio con il lebbroso, che lo aprì pienamente all’amore, la seconda azione per la ricostruzione è certamente la cura. Siamo chiamati a riscoprire la bellezza e la generatività del gesto di cura. La cultura della cura si fonda sul riconoscimento della dignità di ogni persona e si sviluppa sulla via dell’accoglienza, della compassione e della riconciliazione.

Infine, Francesco ci indicherebbe la via della speranza. La speranza come virtù capace di proiettarci oltre la ristrettezza di una situazione. La speranza che richiede il coraggio di saper vedere le cose come dovrebbero essere. Segni di speranza li troviamo nei giovani di Economy of Francesco, che il 2 ottobre si ritrovano collegati da ogni parte del mondo per rispondere all’appello di Papa Bergoglio per ridare un’anima all’economia. Li troviamo nei cattolici italiani che saranno a Taranto dal 21 al 24 ottobre, in occasione della 49° Settimana sociale, per ripensare al “Pianeta che speriamo” secondo la logica dell’ecologia integrale. E infine, accanto a ogni gesto di cura, individuale e collettivo di chi sente la responsabilità delle ferite dell’altro. La nostra società sa essere resiliente non tanto perché resiste ai continui shock, ma perché è capace di guardare avanti.

*presidente Istituto Serafico, coordinatrice commissione Ceu per i problemi sociali e il lavoro

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Francesca Di Maolo*

Si avvicina il 4 ottobre, festa di san Francesco, e risuonano forti le parole che il Santo si sentì dire pregando davanti al Crocifisso di San Damiano: “Francesco, va’, ripara la mia casa che, come vedi, è in rovina”. È un appello che oggi interroga ciascuno di noi. La casa che abitiamo ci sembra proprio in rovina. Crisi economica, ambientale e sociale sono in realtà - tra di loro collegate in una sola crisi che colpisce un mondo che nella storia non è mai stato più fragile e interconnesso.

Da dove partirebbe oggi san Francesco per ricostruire la casa in rovina, con quali azioni inizierebbe la ricostruzione? La prima azione sarebbe certamente la costruzione della fraternità , che oggi può svolgere un ruolo decisivo in politica come in economia. Fraternità per rifondare una politica che ha perso la dimensione della visione del bene comune, che implica un continuo andare verso l’altro. Quante cose può ancora insegnarci la vita di san Francesco che, fin dall’inizio, ha voluto i suoi frati in mezzo alla gente. La politica dovrebbe riscoprire questa via della fraternità, senza porsi l’obiettivo dei grandi risultati, ma ripartendo dalla preoccupazione per gli altri.

Viviamo nell’epoca dei paradossi. Mentre la ricchezza mediamente aumenta, le disuguaglianze aumentano più che in proporzione. Dove c’è disuguaglianza, certamente non può esserci sviluppo. Altro paradosso riguarda la scarsità dei beni comuni. Il nostro sistema è capace di produrre beni privati e pubblici, ma facciamo difetto dei beni comuni come l’ambiente, il territorio, l’acqua. Senza la fraternità sarà impossibile sciogliere questi paradossi. L’economia della fraternità, delineata dal carisma di Francesco di Assisi, custodisce l’anima della democrazia sostanziale e diventa lo strumento al servizio dell’uomo e di un sistema che tende ad assicurare lavoro, educazione e salute per tutti.

Pensando a san Francesco e al suo abbraccio con il lebbroso, che lo aprì pienamente all’amore, la seconda azione per la ricostruzione è certamente la cura. Siamo chiamati a riscoprire la bellezza e la generatività del gesto di cura. La cultura della cura si fonda sul riconoscimento della dignità di ogni persona e si sviluppa sulla via dell’accoglienza, della compassione e della riconciliazione.

Infine, Francesco ci indicherebbe la via della speranza. La speranza come virtù capace di proiettarci oltre la ristrettezza di una situazione. La speranza che richiede il coraggio di saper vedere le cose come dovrebbero essere. Segni di speranza li troviamo nei giovani di Economy of Francesco, che il 2 ottobre si ritrovano collegati da ogni parte del mondo per rispondere all’appello di Papa Bergoglio per ridare un’anima all’economia. Li troviamo nei cattolici italiani che saranno a Taranto dal 21 al 24 ottobre, in occasione della 49° Settimana sociale, per ripensare al “Pianeta che speriamo” secondo la logica dell’ecologia integrale. E infine, accanto a ogni gesto di cura, individuale e collettivo di chi sente la responsabilità delle ferite dell’altro. La nostra società sa essere resiliente non tanto perché resiste ai continui shock, ma perché è capace di guardare avanti.

*presidente Istituto Serafico, coordinatrice commissione Ceu per i problemi sociali e il lavoro

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Francesco unifica il mondo intero https://www.lavoce.it/francesco-unifica-il-mondo-intero/ Fri, 03 Oct 2008 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=6974 La festa di san Francesco polarizza l’attenzione in tutto il mondo. Negli Stati Uniti c’è una devozione tale che ha portato alla costruzione di una perfetta copia della Porziuncola, dotata non solo degli affreschi, ma anche della ricchezza spirituale, per i visitatori e pellegrini, rappresentata dall’indulgenza plenaria, segno della sacralità del luogo (vedi articolo su La Voce n. 35, pag. 5).

L’affetto verso san Francesco si misura anche dalla grande diffusione del suo nome: nell’ambito degli amici e conoscenti di più diretta frequentazione ci sono molti Franceschi e Francesche. Un legame sentito anche da persone che non sono in piena sintonia con il suo messaggio cristiano, preferendo raccogliere le suggestioni ecologiste e pacifiste.

Niente di male, ma la straordinarietà del personaggio di Assisi è data dalla perennità e specifica attualità nella cultura contemporanea di alcuni valori di assoluta necessità per la vita delle persone e delle società; compresa la Chiesa, sempre alla ricerca di una maggiore fedeltà e povertà nell’imitazione di Cristo.

Per questo un movimento d’opinione è riuscito a strappare al Parlamento italiano una legge (L. 24/2005) che fa del 4 ottobre, festa del Santo di Assisi, Giornata nazionale della pace, della fraternità e del dialogo tra le culture e le religioni. Oltre ad essere patrono d’Italia, pertanto, è anche patrono, o comunque ispiratore, di coloro che credono nel dialogo tra le molteplici diversità etniche, culturali e religiose, che anziché attenuarsi si vanno accentuando nel nostro tempo.

Un altro aspetto indicativo di questa diffusa attenzione a san Francesco è il fatto che il suo messaggio corre su internet e lo si incontra in molti siti; l’ultimo dei quali viene presentato in questi giorni con grande risonanza mediatica al Senato della Repubblica, mentre la rivista del Patrono d’Italia è messa a disposizione dei passeggeri nelle carrozze dei treni del territorio nazionale. Francesco è un personaggio che non cessa di avere fascino ed attrarre schiere di giovani che si incamminano nella strada della sua imitazione.

Qualche commentatore abituato a facili slogan pubblicitari ha scritto che è ‘inossidabile’, come se fosse un prodotto di consumo. Preferiamo dire che è un modello al quale ognuno sente il desiderio di avvicinarsi per essere migliore e per rendere migliore in mondo.

Anche quest’anno 2008, nella celebrazione ufficiale, si avrà un momento di riflessione e di richiamo alla condizione di vita sociale e morale del nostro Paese, per un comune sforzo, in nome del Patrono, di ricompattazione nazionale tra tutte le componenti della società.

Messaggio dei Vescovi del Veneto per la festa del 4 ottobre

‘Carissimi fratelli e sorelle nella comune vocazione cristiana, a voi tutti auguriamo ‘pace vera e sincera carità nel Signore’. Con queste consolanti parole di san Francesco d’Assisi nella sua Lettera ai fedeli, noi, Vescovi delle Chiese particolari che sono nel Veneto, vi annunciamo che quest’anno la nostra Regione avrà la grazia e il privilegio di offrire l’olio per la lampada votiva in onore di san Francesco d’Assisi, patrono d’Italia (…).

Il pellegrinaggio delle genti venete ad Assisi diventa un’occasione favorevole per riscoprire i valori alti del vivere insieme, illuminati dalla luce del Vangelo che san Francesco ha abbracciato come unica regola di vita per sé e per i suoi frati, e ha proposto come risposta originale alle autentiche aspirazioni del cuore dell’uomo di ogni tempo: del nostro tempo in particolare. La nostra Regione, come l’Italia tutta, è oggi chiamata ad affrontare la sfida dell’incontro di popoli e culture diversi. Viviamo un tempo di mobilità umana straordinaria che ci offre l’opportunità di comprendere l’ansia di san Francesco di portare a tutti i popoli, vicini e lontani, cristiani, musulmani e seguaci di altre religioni, l’annuncio di ‘pace e bene’ e la parola del Vangelo. Così, da lui assistiti, possiamo annunciare con vigore il Dio dell’amore fattosi uomo per noi, punto focale della spiritualità e della missionarietà del Poverello d’Assisi (…).

Il centro del messaggio di Francesco è l’annuncio gioioso della paternità di Dio nella quale tutti gli uomini e le creature si riconoscono fratelli e imparano a tessere relazioni nuove, redente, cariche di comunione e di speranza. La fraternità francescana, vissuta per vocazione da religiosi, religiose e laici, ha cercato sempre di essere, per la Chiesa e per il mondo, l’evangelico lievito capace di far fermentare la pasta per un pane spezzato nell’amore e condiviso nella pace…’

Le celebrazioni per il Patrono d’Italia

Sarà il ministro del lavoro, Maurizio Sacconi, a leggere il Messaggio agli italiani il 4 ottobre mattina ad Assisi in occasione della festa di san Francesco, patrono d’Italia.

Quest’anno è il Veneto – rappresentato dal sindaco di Venezia, Massimo Cacciari, e dal presidente Giancarlo Galan – a donare l’olio per accendere la lampada votiva dei Comuni d’Italia sulla tomba del Santo. La donazione avverrà nel contesto della solenne messa (ore 9 in basilica superiore, in diretta su Rai Uno) presieduta dal patriarca di Venezia, card. Angelo Scola.

In occasione della festa tutte le Regioni trovano un legame, storico o ideale, con Francesco. In questo caso la relazione è più che documentata, visto che le Fonti francescane fanno presente che il Poverello si fermò a Venezia al ritorno dalla Terra Santa, nella primavera del 1220. E nella città della laguna nel 1222 i frati costruirono una prima chiesa che poi diventerà Ca’ Grande, cioè la chiesa dei Frari.

Il custode del Sacro Convento, padre Vincenzo Coli, sottolinea che ‘le celebrazioni nazionali per la festa di san Francesco costituiscono un momento forte per ripensare la sua personalità e la sua missione, sia in chiave di fede che laica; proponendosi, Francesco, con semplicità, umiltà, trasparenza, con i suoi valori e suoi ideali’. Padre Coli ricorda i tre valori ‘che non possono essere messi da parte né da chi crede né da chi non crede, con superficialità o indifferenza: Dio, l’uomo, il creato’.

Il 4 ottobre è una festa religiosa ma, dal 2005, è stata indicata dal Parlamento italiano come ‘solennità civile e Giornata per la pace, per la fraternità e il dialogo fra le religioni’.

Al termine della messa, durante la quale Cacciari donerà l’olio votivo a nome degli altri Comuni del Veneto, ci saranno dalla loggia antistante la piazza inferiore di San Francesco di Assisi, il saluto di padre Marco Tasca, ministro generale dei Conventuali, di Giancarlo Galan, presidente della Regione Veneto e, come detto, dal ministro del lavoro, Maurizio Sacconi.

Da segnalare inoltre che alla vigilia, il 3 ottobre a partire dalle ore 17 presso la Porziuncola, si terrà la celebrazione del Transito di san Francesco, presieduta da mons. Antonio Mattiazzo, arcivescovo di Padova.

La festa si concluderà il pomeriggio del giorno 4, in basilica inferiore (ore 16), con i vespri presieduti da mons. Flavio Carraro, vescovo emerito di Verona.

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San Francesco: uomo della pace e del dialogo con la missione di “riparare” la casa di Dio https://www.lavoce.it/san-francesco-uomo-della-pace-e-del-dialogo-con-la-missione-di-riparare-la-casa-di-dio/ Sun, 28 Oct 2001 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=2021 Sotto la spinta di sciagure naturali o progettate dall’uomo capita di avvertire l’esigenza di dare una sterzata alla propria vita e più incalzante si fa il desiderio di una collettività che muti le proprie regole e gli usuali orientamenti.

Collegando tale breve premessa alla festività di S. Francesco patrono d’Italia, viene da chiedersi se il rituale religioso e civile debba svolgersi secondo una tradizione che, pur con qualche nuovo innesto, si mostra incorruttibile.

Così dichiara padre Vincenzo Coli, custode del Sacro Convento: “Celebrare in questo scorcio di storia S. Francesco significa valorizzare il dialogo tra i componenti della famiglia umana e mettere le basi per una concreta solidarietà. Occorre vivere come lui la virtù teologale della speranza con atteggiamenti improntati, nonostante tutto, alla fiducia.

Lo schema delle annuali celebrazioni nella sua essenzialità è ancora valido: la cerimonia del transito nella basilica di S. Maria degli Angeli serve a riscoprire la morte come una sorella, mentre le funzioni del 4 ottobre nella basilica di S. Francesco esaltano il ricco che si fa povero e si mette a disposizione dei diseredati. Possono essere introdotte anche variazioni, a patto che la festa mantenga il suo carattere popolare. La presenza di rappresentanze religiose e civili ben si adatta alla funzione specifica di colui che a pieno titolo è stato designato quale patrono d’Italia.

Il tema della “memoria” del Santo sta a cuore a padre Enzo Fortunato attuale portavoce del Sacro Convento: “Siamo chiamati a custodire e a trasmettere con la nostra vita il messaggio francescano restituendo centralità al dono della pace incarnata, dono che gran parte dell’umanità desidera a prescindere dalle posizioni politiche e dagli atteggiamenti religiosi. Sarebbe auspicabile che le celebrazioni riacquistassero il ruolo di festività nazionale, come richiesto da alcuni laici di Assisi, volontà meritoria che le famiglie francescane devono sostenere, fermo restando che la decisione risolutiva spetta alle istituzioni nazionali”.

Sulla necessità di tenere vivo il patrimonio umano di S. Francesco insiste anche padre Pasquale Magro, direttore della biblioteca del Sacro Convento: “Francesco è un punto-luce che continua con il suo carisma a galvanizzare la società civile e religiosa. Di fronte al fenomeno della frammentazione che può determinare effetti drammatici, s’impone l’impegno di ricostruire la convivibilità tra popoli e religioni che trae alimento anche da una economia di comunione, ovvero da una mensa comune dove ognuno disponga della sua parte”.

Su tale discorso si innestano le parole di padre Egidio Monzani, direttore della rivista San Francesco Patrono d’Italia: “Due episodi mi sorprendono in questo lasso di tempo: Francesco che va alla corte del sultano e riesce a stabilire con lui un rapporto di stima; Francesco che ammansisce il lupo di Gubbio trattandolo come una creatura sofferente di fame: due episodi che svelano l’attualità del Santo, talvolta ridotto ad una statuina. La festa indetta in suo onore ogni anno potrebbe assumere una più spiccata impronta politica, non certo partitica, evidenziando più nettamente il valore del “Patronato”.

La regione che offre l’olio per la lampada votiva potrebbe confrontare le proprie problematiche ed esprimere le potenzialità di una eventuale presenza francescana. Anche padre Gianni Califano rettore della basilica di S. Maria degli Angeli, valuta che il contatto con altra regione dovrebbe oltrepassare la valenza simbolica per animarsi ben oltre la singola occasione: presupposto per creare una interconnessione tra le varie parti della nazione.

Sarebbe opportuno che gli italiani conoscessero in termini più approfonditi la figura di Francesco e il suo messaggio, certamente veicolati anche dalle annuali celebrazioni, il cui aspetto liturgico va sempre più crescendo; ma necessitano strumenti costanti tali da superare l’incidenza della singola festa; che poi questa riprenda il carattere di festività nazionale è fatto secondario.”

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