san costanzo Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/san-costanzo/ Settimanale di informazione regionale Tue, 30 Jan 2024 15:40:14 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg san costanzo Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/san-costanzo/ 32 32 Perugia celebra san Costanzo e la sua fedeltà al Vangelo https://www.lavoce.it/la-chiesa-e-la-comunita-perugina-festeggiano-il-santo-patrono-costanzo/ https://www.lavoce.it/la-chiesa-e-la-comunita-perugina-festeggiano-il-santo-patrono-costanzo/#respond Tue, 30 Jan 2024 11:03:40 +0000 https://www.lavoce.it/?p=74710 san costanzo 2024

San Costanzo è “un simbolo di unità tra la tradizione della fede e la storia della nostra città. Come credenti onoriamo in San Costanzo un padre nella fede. Come perugini lo riconosciamo patrono della città e fondatore della diocesi, della quale a metà del secondo secolo è stato il primo vescovo”. Lo ha affermato l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, mons. Ivan Maffeis, durante la celebrazione del 29 gennaio che ha presieduto in cattedrale a conclusione della festa del santo patrono Costanzo. 

La luce della fede e della speranza

“La luminaria, che ieri sera ci ha visti partecipare numerosi alla processione da Palazzo dei Priori alla chiesa di San Costanzo, è stata l’occasione – oltre che per invocare luce sulla giornata di ciascuno – anche per ringraziare quanti, nella Chiesa come nella Città, portano luce con il loro servizio: per chi diffonde la luce ragionevole della fede e della speranza – in particolare la gratitudine va a diaconi e sacerdoti, tra i quali ricordo don Claudio Faina, che oggi celebra il primo anniversario dell’ordinazione –; grazie, quindi, per quanti portano luce con la loro presenza qualificata e operosa nei luoghi della sofferenza e della carità – ospedale, hospice, case di riposo, Caritas –; grazie per gli uomini e le donne che, nei diversi ambiti della vita civile e sociale, interpretano il loro impegno come servizio del bene comune: amministratori, magistrati, forze dell’ordine, giornalisti”, ha sottolineato il presule.

Il martirio di san Costanzo e le persecuzioni di oggi

“San Costanzo – ha osservato l’arcivescovo – ha pagato con la vita la sua fedeltà al Vangelo; il suo martirio lo avvicina a quello di tanti credenti che anche oggi in varie parti del mondo sono discriminati, torturati e martirizzati”. “La libertà religiosa – ha ammonito – è un diritto essenziale per tutti; oggi, la fede cristiana è la più perseguitata: l’ultimo attacco armato, ieri in una chiesa a Istanbul, in Turchia. In alcune parti del mondo, il Cristianesimo è semplicemente scomparso (Nord Africa) o ridotto al lumicino (Terra Santa, Iraq, Siria…)”. “E noi come ci poniamo?”, ha domandato. “Forse – ha rilevato – restiamo intimiditi e disorientati dal cambiamento d’epoca che ci coinvolge e che sta già trasformando in modo sensibile anche il volto della Chiesa: diventa sempre più importante il rapporto personale, mentre spesso i responsabili delle comunità si trovano il tempo sottratto da strutture sempre più difficili da gestire”. Mons. Maffeis ha poi evidenziato che “la Chiesa fiorisce nella relazione con Dio, non in virtù di qualche privilegio”. 

L’opportunità di una Chiesa più povera e credibile

“Questa missione – con le scelte che impone – disegna il nostro programma pastorale. Il cambiamento in atto – la convinzione dell’arcivescovo – si rivelerà un’opportunità, se lo sapremo vivere così. Ci consegnerà una Chiesa più povera, ma più libera e radicata nell’essenziale; una Chiesa più credibile, perché più credente; una Chiesa capace di farsi prossima alle ferite, alle gioie, alle paure e alle speranze di ognuno per essergli segno e strumento della tenerezza del Padre”. “I frutti già si intravvedono, perfino nel cuore dell’inverno”, ha sottolineato riferendosi, per esempio, “ai giovani che si avvicinano alla Chiesa per prepararsi al battesimo. Molti di loro sono cresciuti in un’altra cultura e in un’altra religione – convertirsi dalla quale è davvero rischioso –: quando chiedo perché vogliano diventare cristiani, rispondono di aver incontrato persone, famiglie e comunità accoglienti; di aver riconosciuto nel Vangelo la proposta di una vita buona, lontana da ogni forma di violenza e di paura, capace di perdono, di riconciliazione, di amore”. E, dopo aver ricordato che “le vere riforme della Chiesa sono state attuate dai santi”, mons. Maffeis ha concluso: “La via è tracciata. Ci sia data la grazia – la chiedo innanzitutto per me, quale indegno successore di Costanzo – di percorrerla per la nostra parte, senza disertare le responsabilità che sono affidate a ciascuno”.

La Luminaria della vigilia

Con la processione della “Luminaria”, dal palazzo dei Priori alla basilica di San Costanzo, nel pomeriggio del 28 gennaio, la comunità civile e religiosa di Perugia era già entrata nel vivo della festa del suo santo patrono; processione a cui hanno partecipato l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, mons. Ivan Maffeis, il sindaco Andrea Romizi, la presidente della Regione Donatella Tesei, diversi rappresentanti delle Istituzioni del capoluogo umbro e animata dalla Confraternita del Santissimo Sacramento, di San Giuseppe e del Sant’Anello della Cattedrale e dal corteo storico dei figuranti dei cinque rioni medievali della città.

I primi vespri di san Costanzo

Al termine della “Luminaria”, nella basilica di San Costanzo, si sono tenuti i primi vespri con il rito dell’omaggio votivo in memoria del santo di alcuni segni e simboli dell’antico legame tra la Perugia civile e quella religiosa.

Ostinati cercatori di luce

L’arcivescovo Maffeis, nell’omelia, si è soffermato sul significato cristiano della “luce”, esortando tutti ad essere “ostinati cercatori di luce”. “Più luce!’, invoca Goethe nel momento del tramonto della sua esistenza. ‘Più luce!’ invochiamo noi, rispetto all’oscurità che avvolge il nostro tempo, a partire dai tanti focolai di guerra che nel loro diffondersi spengono la speranza e la vita, a conferma della tragica inutilità, della disumanità e dell’immoralità della guerra, di ogni guerra”, ha affermato il presule, per il quale “la via per uscire dalla notte non può essere affidata soltanto alle grandi strategie politiche: la luce passa anche dal coltivare nelle nostre relazioni quei valori fondamentali di rispetto della dignità della persona, che vivono di ogni piccolo gesto di disponibilità, d’accoglienza, di dialogo culturale, di carità generosa”. L’arcivescovo ha evidenziato: “Il Vangelo ci ricorda che la luce che cerchiamo è una Persona, il Signore Gesù”. E “seguendolo, vivendo nella sua amicizia, diveniamo sempre più simili a lui e con ciò capaci di Dio, di conoscere la verità, di riconoscerci fratelli, di entrare nella vita”.

La luce ragionevole della fede

“Questa sera – ha aggiunto – diciamo grazie per chi diffonde la luce ragionevole della fede, che educa a uscire da sé e ad affidarsi allo Spirito di Dio. Grazie per i genitori, i catechisti, gli educatori, gli insegnanti, i diaconi e i presbiteri. Grazie per la luce diffusa da quanti sanno stare un passo indietro per far spazio agli altri e contribuiscono a rispondere al bisogno che tutti ci portiamo dentro, che è bisogno di sentirsi accolti, stimati, amati. Grazie per la luce alimentata dai volontari e dagli operatori della Caritas, come da chi in ospedale, all’hospice e nelle case di riposo lavora nei servizi di cura; da chi, con presenza discreta, accompagna chi vive l’esperienza della malattia o del lutto”. 

Luce a servizio delle istituzioni e della Chiesa

Di luce “sono portatori i rappresentanti delle Istituzioni, uomini e donne che, nei diversi ambiti del vivere civile e sociale, sono a servizio della nostra città e del territorio. A ciascuno di loro va la nostra riconoscenza per il contributo che assicurano a una serena convivenza, per le energie che – con competenza e sacrificio – dedicano a favore del bene comune, che non è tanto o solo la somma del bene dei singoli, ma è il bene di tutti”. Infine, “un grazie ai sacerdoti di questa unità pastorale”, a don Luca Delunghi in particolare, per l’iniziativa che, da martedì 30 gennaio, offrirà dal lunedì al venerdì la possibilità a studenti e lavoratori di raccogliersi in questa chiesa alle 7.20 per la celebrazione eucaristica. “Anche in questo modo la memoria di San Costanzo arriva a parlare al nostro tempo; anche in questo modo la luce della fede continua a illuminare la nostra città”, ha concluso mons. Maffeis.

Un dipinto per i dieci anni del Villaggio Caritas

In occasione dei primi dieci anni di attività del “Villaggio della Carità – Sorella Provvidenza” di Perugia, inaugurato il 29 gennaio 2014, giorno della festa del santo patrono Costanzo, è stato benedetto e presentato il dipinto “Tabgha – Moltiplicazione dei pani e dei pesci” dell’artista Riccardo Secchi. Presenti, oltre l’autore, l’arcivescovo Ivan Maffeis, il direttore della Caritas diocesana, don Marco Briziarelli, e il presidente della Fondazione di Carità “San Lorenzo”, organismo operativo della Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve che gestisce il “Villaggio”. Sede anche della Caritas diocesana, nel “Villaggio” si trovano il Centro di ascolto diocesano, l’Emporio della solidarietà “Tabgha”, gli appartamenti che ospitano attualmente 24 famiglie in gravi difficoltà, la “Farmacia solidale”, il “Consultorio medico” e la mensa “Don Gualtiero” dove è stato posizionato sulla parete di fronte all’ingresso questo dipinto dalle grandi dimensioni (380×138 cm, tempera acrilica su tavola di betulla), che richiama l’opera quotidiana nella preparazione e distribuzione di oltre 100 pasti caldi (dal lunedì al sabato), oltre a quella di accoglienza e di ascolto degli ospiti svolta da diversi volontari. 

Gesù e la donazione di tutto se stesso

“Grazie a chi ha realizzato l’opera e all’interpretazione che ha dato all’opera stessa – ha detto mons. Maffeis –, perché questo curvarsi di Gesù è forzato in maniera esagerata come lo è la carità, che è un dono, una gratuità. Giustamente il nostro autore ci aiuta a leggere l’episodio della moltiplicazione dei pani e dei pesci come un esempio chiaro del cammino che Gesù ha fatto di donazione di sé stesso, di ‘svotamento’ come ci dice san Paolo. In questo dipinto credo che ci sia non solo un richiamo diretto al Vangelo, ma ci sia anche una fotografia di quello che qui dentro si vive”. Secchi ha spiegato che la sua intenzione “è stata quella di lasciare un elemento di bellezza all’interno di questa mensa che sia esplicativo della bellezza che tutti i giorni si vive qui dentro, l’esperienza della carità”. 

Un luogo di incontro e di accoglienza

Per don Briziarelli, “oggi per noi è una giornata speciale nel festeggiare i dieci anni di attività del Villaggio della Carità. È un luogo che è diventato d’incontro, punto di riferimento per la carità della nostra città, un luogo che ha accolto centinaia di famiglie in questi primi dieci anni, restituendo loro un cammino bello, un cammino che le ha riportate all’autonomia, alla dignità, perché questo siamo chiamati a vivere come operatori della carità”. All’Emporio “Tabgha” quasi 800 famiglie vengono a fare la “spesa”, il Centro di ascolto diocesano ha superato i 12mila ascolti, la “Farmacia solidale” oltre 1.000 accessi e la mensa accoglie più di 100 poveri.

La galleria fotografica

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san costanzo 2024

San Costanzo è “un simbolo di unità tra la tradizione della fede e la storia della nostra città. Come credenti onoriamo in San Costanzo un padre nella fede. Come perugini lo riconosciamo patrono della città e fondatore della diocesi, della quale a metà del secondo secolo è stato il primo vescovo”. Lo ha affermato l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, mons. Ivan Maffeis, durante la celebrazione del 29 gennaio che ha presieduto in cattedrale a conclusione della festa del santo patrono Costanzo. 

La luce della fede e della speranza

“La luminaria, che ieri sera ci ha visti partecipare numerosi alla processione da Palazzo dei Priori alla chiesa di San Costanzo, è stata l’occasione – oltre che per invocare luce sulla giornata di ciascuno – anche per ringraziare quanti, nella Chiesa come nella Città, portano luce con il loro servizio: per chi diffonde la luce ragionevole della fede e della speranza – in particolare la gratitudine va a diaconi e sacerdoti, tra i quali ricordo don Claudio Faina, che oggi celebra il primo anniversario dell’ordinazione –; grazie, quindi, per quanti portano luce con la loro presenza qualificata e operosa nei luoghi della sofferenza e della carità – ospedale, hospice, case di riposo, Caritas –; grazie per gli uomini e le donne che, nei diversi ambiti della vita civile e sociale, interpretano il loro impegno come servizio del bene comune: amministratori, magistrati, forze dell’ordine, giornalisti”, ha sottolineato il presule.

Il martirio di san Costanzo e le persecuzioni di oggi

“San Costanzo – ha osservato l’arcivescovo – ha pagato con la vita la sua fedeltà al Vangelo; il suo martirio lo avvicina a quello di tanti credenti che anche oggi in varie parti del mondo sono discriminati, torturati e martirizzati”. “La libertà religiosa – ha ammonito – è un diritto essenziale per tutti; oggi, la fede cristiana è la più perseguitata: l’ultimo attacco armato, ieri in una chiesa a Istanbul, in Turchia. In alcune parti del mondo, il Cristianesimo è semplicemente scomparso (Nord Africa) o ridotto al lumicino (Terra Santa, Iraq, Siria…)”. “E noi come ci poniamo?”, ha domandato. “Forse – ha rilevato – restiamo intimiditi e disorientati dal cambiamento d’epoca che ci coinvolge e che sta già trasformando in modo sensibile anche il volto della Chiesa: diventa sempre più importante il rapporto personale, mentre spesso i responsabili delle comunità si trovano il tempo sottratto da strutture sempre più difficili da gestire”. Mons. Maffeis ha poi evidenziato che “la Chiesa fiorisce nella relazione con Dio, non in virtù di qualche privilegio”. 

L’opportunità di una Chiesa più povera e credibile

“Questa missione – con le scelte che impone – disegna il nostro programma pastorale. Il cambiamento in atto – la convinzione dell’arcivescovo – si rivelerà un’opportunità, se lo sapremo vivere così. Ci consegnerà una Chiesa più povera, ma più libera e radicata nell’essenziale; una Chiesa più credibile, perché più credente; una Chiesa capace di farsi prossima alle ferite, alle gioie, alle paure e alle speranze di ognuno per essergli segno e strumento della tenerezza del Padre”. “I frutti già si intravvedono, perfino nel cuore dell’inverno”, ha sottolineato riferendosi, per esempio, “ai giovani che si avvicinano alla Chiesa per prepararsi al battesimo. Molti di loro sono cresciuti in un’altra cultura e in un’altra religione – convertirsi dalla quale è davvero rischioso –: quando chiedo perché vogliano diventare cristiani, rispondono di aver incontrato persone, famiglie e comunità accoglienti; di aver riconosciuto nel Vangelo la proposta di una vita buona, lontana da ogni forma di violenza e di paura, capace di perdono, di riconciliazione, di amore”. E, dopo aver ricordato che “le vere riforme della Chiesa sono state attuate dai santi”, mons. Maffeis ha concluso: “La via è tracciata. Ci sia data la grazia – la chiedo innanzitutto per me, quale indegno successore di Costanzo – di percorrerla per la nostra parte, senza disertare le responsabilità che sono affidate a ciascuno”.

La Luminaria della vigilia

Con la processione della “Luminaria”, dal palazzo dei Priori alla basilica di San Costanzo, nel pomeriggio del 28 gennaio, la comunità civile e religiosa di Perugia era già entrata nel vivo della festa del suo santo patrono; processione a cui hanno partecipato l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, mons. Ivan Maffeis, il sindaco Andrea Romizi, la presidente della Regione Donatella Tesei, diversi rappresentanti delle Istituzioni del capoluogo umbro e animata dalla Confraternita del Santissimo Sacramento, di San Giuseppe e del Sant’Anello della Cattedrale e dal corteo storico dei figuranti dei cinque rioni medievali della città.

I primi vespri di san Costanzo

Al termine della “Luminaria”, nella basilica di San Costanzo, si sono tenuti i primi vespri con il rito dell’omaggio votivo in memoria del santo di alcuni segni e simboli dell’antico legame tra la Perugia civile e quella religiosa.

Ostinati cercatori di luce

L’arcivescovo Maffeis, nell’omelia, si è soffermato sul significato cristiano della “luce”, esortando tutti ad essere “ostinati cercatori di luce”. “Più luce!’, invoca Goethe nel momento del tramonto della sua esistenza. ‘Più luce!’ invochiamo noi, rispetto all’oscurità che avvolge il nostro tempo, a partire dai tanti focolai di guerra che nel loro diffondersi spengono la speranza e la vita, a conferma della tragica inutilità, della disumanità e dell’immoralità della guerra, di ogni guerra”, ha affermato il presule, per il quale “la via per uscire dalla notte non può essere affidata soltanto alle grandi strategie politiche: la luce passa anche dal coltivare nelle nostre relazioni quei valori fondamentali di rispetto della dignità della persona, che vivono di ogni piccolo gesto di disponibilità, d’accoglienza, di dialogo culturale, di carità generosa”. L’arcivescovo ha evidenziato: “Il Vangelo ci ricorda che la luce che cerchiamo è una Persona, il Signore Gesù”. E “seguendolo, vivendo nella sua amicizia, diveniamo sempre più simili a lui e con ciò capaci di Dio, di conoscere la verità, di riconoscerci fratelli, di entrare nella vita”.

La luce ragionevole della fede

“Questa sera – ha aggiunto – diciamo grazie per chi diffonde la luce ragionevole della fede, che educa a uscire da sé e ad affidarsi allo Spirito di Dio. Grazie per i genitori, i catechisti, gli educatori, gli insegnanti, i diaconi e i presbiteri. Grazie per la luce diffusa da quanti sanno stare un passo indietro per far spazio agli altri e contribuiscono a rispondere al bisogno che tutti ci portiamo dentro, che è bisogno di sentirsi accolti, stimati, amati. Grazie per la luce alimentata dai volontari e dagli operatori della Caritas, come da chi in ospedale, all’hospice e nelle case di riposo lavora nei servizi di cura; da chi, con presenza discreta, accompagna chi vive l’esperienza della malattia o del lutto”. 

Luce a servizio delle istituzioni e della Chiesa

Di luce “sono portatori i rappresentanti delle Istituzioni, uomini e donne che, nei diversi ambiti del vivere civile e sociale, sono a servizio della nostra città e del territorio. A ciascuno di loro va la nostra riconoscenza per il contributo che assicurano a una serena convivenza, per le energie che – con competenza e sacrificio – dedicano a favore del bene comune, che non è tanto o solo la somma del bene dei singoli, ma è il bene di tutti”. Infine, “un grazie ai sacerdoti di questa unità pastorale”, a don Luca Delunghi in particolare, per l’iniziativa che, da martedì 30 gennaio, offrirà dal lunedì al venerdì la possibilità a studenti e lavoratori di raccogliersi in questa chiesa alle 7.20 per la celebrazione eucaristica. “Anche in questo modo la memoria di San Costanzo arriva a parlare al nostro tempo; anche in questo modo la luce della fede continua a illuminare la nostra città”, ha concluso mons. Maffeis.

Un dipinto per i dieci anni del Villaggio Caritas

In occasione dei primi dieci anni di attività del “Villaggio della Carità – Sorella Provvidenza” di Perugia, inaugurato il 29 gennaio 2014, giorno della festa del santo patrono Costanzo, è stato benedetto e presentato il dipinto “Tabgha – Moltiplicazione dei pani e dei pesci” dell’artista Riccardo Secchi. Presenti, oltre l’autore, l’arcivescovo Ivan Maffeis, il direttore della Caritas diocesana, don Marco Briziarelli, e il presidente della Fondazione di Carità “San Lorenzo”, organismo operativo della Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve che gestisce il “Villaggio”. Sede anche della Caritas diocesana, nel “Villaggio” si trovano il Centro di ascolto diocesano, l’Emporio della solidarietà “Tabgha”, gli appartamenti che ospitano attualmente 24 famiglie in gravi difficoltà, la “Farmacia solidale”, il “Consultorio medico” e la mensa “Don Gualtiero” dove è stato posizionato sulla parete di fronte all’ingresso questo dipinto dalle grandi dimensioni (380×138 cm, tempera acrilica su tavola di betulla), che richiama l’opera quotidiana nella preparazione e distribuzione di oltre 100 pasti caldi (dal lunedì al sabato), oltre a quella di accoglienza e di ascolto degli ospiti svolta da diversi volontari. 

Gesù e la donazione di tutto se stesso

“Grazie a chi ha realizzato l’opera e all’interpretazione che ha dato all’opera stessa – ha detto mons. Maffeis –, perché questo curvarsi di Gesù è forzato in maniera esagerata come lo è la carità, che è un dono, una gratuità. Giustamente il nostro autore ci aiuta a leggere l’episodio della moltiplicazione dei pani e dei pesci come un esempio chiaro del cammino che Gesù ha fatto di donazione di sé stesso, di ‘svotamento’ come ci dice san Paolo. In questo dipinto credo che ci sia non solo un richiamo diretto al Vangelo, ma ci sia anche una fotografia di quello che qui dentro si vive”. Secchi ha spiegato che la sua intenzione “è stata quella di lasciare un elemento di bellezza all’interno di questa mensa che sia esplicativo della bellezza che tutti i giorni si vive qui dentro, l’esperienza della carità”. 

Un luogo di incontro e di accoglienza

Per don Briziarelli, “oggi per noi è una giornata speciale nel festeggiare i dieci anni di attività del Villaggio della Carità. È un luogo che è diventato d’incontro, punto di riferimento per la carità della nostra città, un luogo che ha accolto centinaia di famiglie in questi primi dieci anni, restituendo loro un cammino bello, un cammino che le ha riportate all’autonomia, alla dignità, perché questo siamo chiamati a vivere come operatori della carità”. All’Emporio “Tabgha” quasi 800 famiglie vengono a fare la “spesa”, il Centro di ascolto diocesano ha superato i 12mila ascolti, la “Farmacia solidale” oltre 1.000 accessi e la mensa accoglie più di 100 poveri.

La galleria fotografica

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Don Claudio Faina ordinato sacerdote nella festa del patrono san Costanzo https://www.lavoce.it/don-claudio-faina-ordinato-sacerdote-festa-patrono-san-costanzo/ Mon, 30 Jan 2023 10:03:03 +0000 https://www.lavoce.it/?p=70301

“‘Per fare il Torcolo di San Costanzo servono tanti buoni ingredienti’. A questa frase, con la quale Claudio ha annunciato con gioia questo giorno così solenne, aggiungerei che il Torcolo richiede anche la sapienza della misura e la maestria della preparazione… Claudio da tempo si era procurato gli ingredienti giusti per il Torcolo. Ha saputo calcolare con coraggio il tempo della cottura con l’orologio di Dio e non quello degli uomini…”. Così il rettore del Pontificio seminario umbro “Pio XI” di Assisi, don Andrea Andreozzi, nel presentare il candidato al sacerdozio, il seminarista Claudio Faina, ordinato presbitero dall’arcivescovo Ivan Maffeis, nella cattedrale di San Lorenzo di Perugia, durante la celebrazione eucaristica della festa del Santo patrono Costanzo dello scorso 29 gennaio.

L'omelia

“È giorno di festa. Abbiamo accolto l’invito del nostro patrono, San Costanzo, e ci siamo ritrovati insieme per far memoria delle radici, ringraziare del cammino percorso e attingere nuova linfa per l’oggi della nostra Chiesa e della nostra Città”. Ha esordito l’arcivescovo Maffeis nell’omelia (consultabile nel sito: www.diocesi.perugia.it - sezione ‘arcivescovo omelie’).

Il sostegno delle autorità

“Con cordialità e riconoscenza – ha proseguito Maffeis – salutiamo ciascuna delle Autorità presenti: possano sentirsi sostenuti dalla nostra stima e dalla nostra preghiera, e avvertire - specialmente nei momenti di fatica e solitudine - che il loro servizio nelle Istituzioni civili e militari contribuisce in maniera determinante a ‘salvaguardare e ad accrescere la condizione di pace e di tranquillità del popolo perugino’, come abbiamo auspicato ieri sera nella ‘Luminaria’”.

Le parole rivolte all'ordinando

Rivolgendosi - sempre nell’omelia - all’ordinando Claudio Faina, l’arcivescovo gli ha riconosciuto il merito di testimoniare “che esiste altro: una verità che illumina il cuore e la mente, un amore per il quale vale la pena d’impegnare la vita. Tutta la vita. In questa luce, la tua non rimane una rinuncia, come la ritiene il mondo; è, piuttosto, la risposta di chi non si accontenta di surrogati, ma chiede una vita buona, piena, eterna; una vita che hai intuito e trovato nell’incontro con il Signore Gesù”.

Voler bene alla gente

“Non abbiamo bisogno di eroi – ha detto mons. Maffeis rivolgendosi al Presbiterio –, ma di credenti umili, che si lascino continuamente plasmare dal Vangelo, fino a essere segno e strumento dell’amore di Dio tra gli uomini, capaci di comprenderne e di accoglierne le vicende, di accompagnarle con la preghiera e con la vicinanza solidale… Abbiamo bisogno di preti che vogliano bene alla gente, con generosità e senza alcun altro interesse… La numerosa presenza di presbiteri e diaconi a questa celebrazione esprime una fraternità che è un bene essenziale. Non è un single, il presbitero; anzi, quando un prete si isola, perde la sua identità: può fare, allora, anche belle cose, ma rischia di legare più a se stesso che al Signore; di preoccuparsi più del consenso, che della verità; di essere servito, più che di servire…”.

Parole incoraggianti

Il presule, avviandosi alla conclusione, ha avuto parole di incoraggiamento per l’ordinando: “Non temere e non perderti d’animo davanti alle difficoltà, all’indifferenza, alle critiche, specie se gratuite e ideologiche… Non sentirti mai solo. Sappi riconoscere con gratitudine e non dimenticare mai quanti la vita ti ha posto accanto…”.

Una cattedrale gremita

Una gremita cattedrale ha salutato l’ingresso nel Presbiterio diocesano del quarantenne Claudio Faina, docente di inglese presso la scuola media di Bevagna, originario della parrocchia perugina di San Donato all’Elce. Sempre toccanti e suggestivi sono i riti dell’ordinazione, dal gesto dell’ordinando di stendersi a terra, davanti all’altare, al canto delle litanie dei Santi, all’imposizione sul suo capo delle mani del vescovo e dei concelebranti, alla vestizione degli abiti sacerdotali, all’unzione crismale delle sue mani, alla consegna del pane e del vino, all’abbraccio di pace con il vescovo e con i presbiteri. Concelebranti sono stati il cardinale Gualtiero Bassetti, che ha avviato don Claudio agli studi in Seminario, e numerosi sacerdoti provenienti anche da fuori diocesi

Il grazie di don Claudio

Per tutti loro il neo presbitero ha avuto parole di ringraziamento non affatto di circostanza e di gratitudine per i suoi genitori, Giuliana e Giorgio, e per la sua famiglia “dove ho imparato il servizio e l’accoglienza”, ha detto don Claudio all’inizio del suo intervento di saluto al termine della celebrazione. Gratitudine l’ha espressa anche ai formatori del Seminario, ai sacerdoti diocesani, alla comunità Magnificat e alla parrocchia di origine, San Donato all’Elce. Tra i numerosi fedeli giunti in San Lorenzo anche tanti delle comunità parrocchiali dove don Claudio ha prestato servizio da seminarista e da diacono: San Martino in Colle e in Campo, Sant’Enea, Sant’Andrea d’Agliano, Santa Maria Rossa, San Barnaba in Perugia, Città della Pieve, Colombella, Bosco, Ramazzano, Piccione, Fratticiola, Sant’Angelo e San Nicolò di Celle in Deruta. C’era anche una rappresentanza di Valfabbrica (Diocesi di Assisi), definita dal neo sacerdote “una vera Casa Betania”, come anche tanti “amici di una vita, il tesoro più prezioso” e alcuni suoi colleghi di scuola, “persone su cui contare”, e diversi alunni. La celebrazione è stata animata dal coro diocesano giovanile “Voci di Giubilo” e l’addobbo floreale è stato curato dai ragazzi dell’opera Caritas di Casalina. Anche per tutti loro don Claudio ha avuto parole di gratitudine come per gli operatori dei media, perché “con i loro articoli hanno permesso a molti di conoscermi”, salutando “quelli che seguono da YouTube la celebrazione (trasmessa dal settimanale La Voce, n.d.r.)”.

Il buon seme gettato

“Alcuni ora staranno guardando anche da più in Alto – ha commentato –. Mi affido all’intercessione della Vergine Maria, di San Costanzo e della Chiesa tutta, perché il gaudio di oggi sia il buon seme gettato per vivere il ministero presbiterale secondo la via indicata dalle Beatitudini dove i piangenti, i perseguitati e i poveri in spirito sono detti felici”.

Le prime messe

Don Claudio Faina celebrerà le sue prime messe secondo il seguente calendario: martedì 31 gennaio, alle ore 18.30, a San Donato all’Elce; sabato 4 febbraio, alle ore 18, a Sant’Angelo di Celle; domenica 5 febbraio, alle ore 11.30 a San Nicolo di Celle. In queste ultime due parrocchie continua a prestare il suo servizio affiancando il parroco don Gino Ciacci.   [gallery td_select_gallery_slide="slide" ids="70307,70308,70309,70310,70311,70312,70313,70314,70315,70316,70317,70318,70319,70335"] [embed]https://www.youtube.com/watch?v=FMMoWSjNETM[/embed]]]>

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L'omelia

“È giorno di festa. Abbiamo accolto l’invito del nostro patrono, San Costanzo, e ci siamo ritrovati insieme per far memoria delle radici, ringraziare del cammino percorso e attingere nuova linfa per l’oggi della nostra Chiesa e della nostra Città”. Ha esordito l’arcivescovo Maffeis nell’omelia (consultabile nel sito: www.diocesi.perugia.it - sezione ‘arcivescovo omelie’).

Il sostegno delle autorità

“Con cordialità e riconoscenza – ha proseguito Maffeis – salutiamo ciascuna delle Autorità presenti: possano sentirsi sostenuti dalla nostra stima e dalla nostra preghiera, e avvertire - specialmente nei momenti di fatica e solitudine - che il loro servizio nelle Istituzioni civili e militari contribuisce in maniera determinante a ‘salvaguardare e ad accrescere la condizione di pace e di tranquillità del popolo perugino’, come abbiamo auspicato ieri sera nella ‘Luminaria’”.

Le parole rivolte all'ordinando

Rivolgendosi - sempre nell’omelia - all’ordinando Claudio Faina, l’arcivescovo gli ha riconosciuto il merito di testimoniare “che esiste altro: una verità che illumina il cuore e la mente, un amore per il quale vale la pena d’impegnare la vita. Tutta la vita. In questa luce, la tua non rimane una rinuncia, come la ritiene il mondo; è, piuttosto, la risposta di chi non si accontenta di surrogati, ma chiede una vita buona, piena, eterna; una vita che hai intuito e trovato nell’incontro con il Signore Gesù”.

Voler bene alla gente

“Non abbiamo bisogno di eroi – ha detto mons. Maffeis rivolgendosi al Presbiterio –, ma di credenti umili, che si lascino continuamente plasmare dal Vangelo, fino a essere segno e strumento dell’amore di Dio tra gli uomini, capaci di comprenderne e di accoglierne le vicende, di accompagnarle con la preghiera e con la vicinanza solidale… Abbiamo bisogno di preti che vogliano bene alla gente, con generosità e senza alcun altro interesse… La numerosa presenza di presbiteri e diaconi a questa celebrazione esprime una fraternità che è un bene essenziale. Non è un single, il presbitero; anzi, quando un prete si isola, perde la sua identità: può fare, allora, anche belle cose, ma rischia di legare più a se stesso che al Signore; di preoccuparsi più del consenso, che della verità; di essere servito, più che di servire…”.

Parole incoraggianti

Il presule, avviandosi alla conclusione, ha avuto parole di incoraggiamento per l’ordinando: “Non temere e non perderti d’animo davanti alle difficoltà, all’indifferenza, alle critiche, specie se gratuite e ideologiche… Non sentirti mai solo. Sappi riconoscere con gratitudine e non dimenticare mai quanti la vita ti ha posto accanto…”.

Una cattedrale gremita

Una gremita cattedrale ha salutato l’ingresso nel Presbiterio diocesano del quarantenne Claudio Faina, docente di inglese presso la scuola media di Bevagna, originario della parrocchia perugina di San Donato all’Elce. Sempre toccanti e suggestivi sono i riti dell’ordinazione, dal gesto dell’ordinando di stendersi a terra, davanti all’altare, al canto delle litanie dei Santi, all’imposizione sul suo capo delle mani del vescovo e dei concelebranti, alla vestizione degli abiti sacerdotali, all’unzione crismale delle sue mani, alla consegna del pane e del vino, all’abbraccio di pace con il vescovo e con i presbiteri. Concelebranti sono stati il cardinale Gualtiero Bassetti, che ha avviato don Claudio agli studi in Seminario, e numerosi sacerdoti provenienti anche da fuori diocesi

Il grazie di don Claudio

Per tutti loro il neo presbitero ha avuto parole di ringraziamento non affatto di circostanza e di gratitudine per i suoi genitori, Giuliana e Giorgio, e per la sua famiglia “dove ho imparato il servizio e l’accoglienza”, ha detto don Claudio all’inizio del suo intervento di saluto al termine della celebrazione. Gratitudine l’ha espressa anche ai formatori del Seminario, ai sacerdoti diocesani, alla comunità Magnificat e alla parrocchia di origine, San Donato all’Elce. Tra i numerosi fedeli giunti in San Lorenzo anche tanti delle comunità parrocchiali dove don Claudio ha prestato servizio da seminarista e da diacono: San Martino in Colle e in Campo, Sant’Enea, Sant’Andrea d’Agliano, Santa Maria Rossa, San Barnaba in Perugia, Città della Pieve, Colombella, Bosco, Ramazzano, Piccione, Fratticiola, Sant’Angelo e San Nicolò di Celle in Deruta. C’era anche una rappresentanza di Valfabbrica (Diocesi di Assisi), definita dal neo sacerdote “una vera Casa Betania”, come anche tanti “amici di una vita, il tesoro più prezioso” e alcuni suoi colleghi di scuola, “persone su cui contare”, e diversi alunni. La celebrazione è stata animata dal coro diocesano giovanile “Voci di Giubilo” e l’addobbo floreale è stato curato dai ragazzi dell’opera Caritas di Casalina. Anche per tutti loro don Claudio ha avuto parole di gratitudine come per gli operatori dei media, perché “con i loro articoli hanno permesso a molti di conoscermi”, salutando “quelli che seguono da YouTube la celebrazione (trasmessa dal settimanale La Voce, n.d.r.)”.

Il buon seme gettato

“Alcuni ora staranno guardando anche da più in Alto – ha commentato –. Mi affido all’intercessione della Vergine Maria, di San Costanzo e della Chiesa tutta, perché il gaudio di oggi sia il buon seme gettato per vivere il ministero presbiterale secondo la via indicata dalle Beatitudini dove i piangenti, i perseguitati e i poveri in spirito sono detti felici”.

Le prime messe

Don Claudio Faina celebrerà le sue prime messe secondo il seguente calendario: martedì 31 gennaio, alle ore 18.30, a San Donato all’Elce; sabato 4 febbraio, alle ore 18, a Sant’Angelo di Celle; domenica 5 febbraio, alle ore 11.30 a San Nicolo di Celle. In queste ultime due parrocchie continua a prestare il suo servizio affiancando il parroco don Gino Ciacci.   [gallery td_select_gallery_slide="slide" ids="70307,70308,70309,70310,70311,70312,70313,70314,70315,70316,70317,70318,70319,70335"] [embed]https://www.youtube.com/watch?v=FMMoWSjNETM[/embed]]]>
Claudio Faina ordinato sacerdote in Cattedrale nella festa di San Costanzo https://www.lavoce.it/claudio-faina-ordinato-sacerdote-in-cattedrale-nella-festa-di-san-costanzo/ Fri, 27 Jan 2023 11:49:52 +0000 https://www.lavoce.it/?p=70236 claudio faina ordinato sacerdote

Domenica 29 gennaio, alle ore 17, nella Cattedrale di San Lorenzo di Perugia, per imposizione delle mani e la preghiera consacratoria dell’arcivescovo Ivan Maffeis, il seminarista Claudio Faina, docente di inglese, sarà ordinato sacerdote diocesano. L’ordinazione avviene nel giorno in cui la Chiesa celebra la festa di San Costanzo, vescovo e martire del II secolo, patrono e fondatore della prima comunità cristiana di Perugia.

Breve biografia

Claudio, laureato in lingue e letterature straniere presso l’Ateneo perugino, la città dove è nato quaranta anni fa, è originario della parrocchia di San Donato all’Elce nella quale ha vissuto l’iniziazione cristiana ed è stato catechista e animatore dei gruppi giovanili. La vita parrocchiale, il percorso dei dieci comandamenti, il corso Sichem promosso dalla Pastorale vocazionale diocesana ed il percorso di fede vissuto nella comunità Magnificat, hanno fatto nascere in lui degli interrogativi sulla propria vocazione. Nel gennaio 2016 inizia il percorso di discernimento e formativo presso il Pontificio Seminario Umbro Pio XI di Assisi, che lo ha condotto fino alla sua chiamata al sacerdozio dopo essere stato ordinato diacono transeunte il 12 settembre 2021 dal cardinale Gualtiero Bassetti. Ha vissuto il diaconato al servizio delle comunità parrocchiali di Fratticiola Selvatica, Piccione e Ramazzano (Perugia) e di San Nicolò e Sant’Angelo di Celle (Deruta).

Il tempo del diaconato

Intervistato dal settimanale La Voce (che seguirà in diretta sul suo canale YouTube l’ordinazione, a partire dalle ore 17 del 29 gennaio), il futuro sacerdote racconta la sua esperienza di diacono, del suo primo .

"In questo tempo ho imparato ad affidarmi ancor più al Signore e sento di essermi irrobustito nella fede, di essere cresciuto umanamente anche grazie alle tante persone che ho incontrato in cinque parrocchie in poco più di un anno. Il mio diaconato, tempo di servizio, ha avuto una evoluzione dal Seminario, perché mi sono trovato a servire in una maniera nuova la Chiesa da ministro ordinato, facendo anche un servizio di apostolato che per me si è configurato in particolar modo nella scuola.

Insegnando inglese, nella scuola secondaria di primo grado di Bevagna, ho l’opportunità di incontrare molti giovani e di pormi con loro, oltre che come insegnante, come uomo che indossa il clergyman... L’essere sacerdote non è a tempo determinato e nemmeno confinato in alcuni spazi. Ho già detto sì al Signore con il diaconato e il prossimo 29 gennaio pronuncerò un sì ancora più grande che va a completare una scelta".

Data non casuale

Perché l’ordinazione nella ricorrenza del Santo patrono?

"È la festa del primo vescovo di Perugia -risponde Claudio Faina- un giorno a me molto caro fin da ragazzo. Ho vissuto sempre la festa di San Costanzo con entusiasmo e ho tanti bei ricordi della mia infanzia-adolescenza legati a questa ricorrenza… È una data non casuale, soprattutto dal punto di vista religioso. È importante scegliere una data in cui si commemora un martire, perché ci fa capire che stiamo dando la vita al Signore per poi riversare l’amore che Cristo ha dato a noi nei fratelli che Lui ci vorrà fare incontrare".

Il rapporto con il pastore

"La festa di San Costanzo vescovo fa ancora più riflettere sull’importanza di avere un pastore, una guida. Con il nuovo vescovo Ivan si è subito creato un ottimo rapporto di fiducia, di sincerità, di schiettezza e di stima profonda. Mi ha affidato una porzione della Chiesa che Papa Francesco ha posto sotto la sua guida, ciò mi sostiene e mi incoraggia. Per questo la festa di san Costanzo riunisce in sé diverse sfaccettature, da quella ministeriale a quelle del servizio e dell’attaccamento alla comunità diocesana".

La Chiesa del futuro

L’ordinando Claudio Faina ha le idee chiare sulla Chiesa che verrà.

"Sarà sempre più una Chiesa vitale -conclude- nell’avere un respiro ampio, diocesano, che non sminuisca la parrocchia, ma che sappia andare oltre il campanilismo. Siamo, come dice Papa Francesco, una Chiesa in uscita, in una nuova Pentecoste, quasi un ritorno alla Chiesa degli inizi del cristianesimo dove, forse, saremo più minoranza ma più convinti e più felici di stare insieme, non dando per scontato che il vicino abbia il nostro stesso credo".

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claudio faina ordinato sacerdote

Domenica 29 gennaio, alle ore 17, nella Cattedrale di San Lorenzo di Perugia, per imposizione delle mani e la preghiera consacratoria dell’arcivescovo Ivan Maffeis, il seminarista Claudio Faina, docente di inglese, sarà ordinato sacerdote diocesano. L’ordinazione avviene nel giorno in cui la Chiesa celebra la festa di San Costanzo, vescovo e martire del II secolo, patrono e fondatore della prima comunità cristiana di Perugia.

Breve biografia

Claudio, laureato in lingue e letterature straniere presso l’Ateneo perugino, la città dove è nato quaranta anni fa, è originario della parrocchia di San Donato all’Elce nella quale ha vissuto l’iniziazione cristiana ed è stato catechista e animatore dei gruppi giovanili. La vita parrocchiale, il percorso dei dieci comandamenti, il corso Sichem promosso dalla Pastorale vocazionale diocesana ed il percorso di fede vissuto nella comunità Magnificat, hanno fatto nascere in lui degli interrogativi sulla propria vocazione. Nel gennaio 2016 inizia il percorso di discernimento e formativo presso il Pontificio Seminario Umbro Pio XI di Assisi, che lo ha condotto fino alla sua chiamata al sacerdozio dopo essere stato ordinato diacono transeunte il 12 settembre 2021 dal cardinale Gualtiero Bassetti. Ha vissuto il diaconato al servizio delle comunità parrocchiali di Fratticiola Selvatica, Piccione e Ramazzano (Perugia) e di San Nicolò e Sant’Angelo di Celle (Deruta).

Il tempo del diaconato

Intervistato dal settimanale La Voce (che seguirà in diretta sul suo canale YouTube l’ordinazione, a partire dalle ore 17 del 29 gennaio), il futuro sacerdote racconta la sua esperienza di diacono, del suo primo .

"In questo tempo ho imparato ad affidarmi ancor più al Signore e sento di essermi irrobustito nella fede, di essere cresciuto umanamente anche grazie alle tante persone che ho incontrato in cinque parrocchie in poco più di un anno. Il mio diaconato, tempo di servizio, ha avuto una evoluzione dal Seminario, perché mi sono trovato a servire in una maniera nuova la Chiesa da ministro ordinato, facendo anche un servizio di apostolato che per me si è configurato in particolar modo nella scuola.

Insegnando inglese, nella scuola secondaria di primo grado di Bevagna, ho l’opportunità di incontrare molti giovani e di pormi con loro, oltre che come insegnante, come uomo che indossa il clergyman... L’essere sacerdote non è a tempo determinato e nemmeno confinato in alcuni spazi. Ho già detto sì al Signore con il diaconato e il prossimo 29 gennaio pronuncerò un sì ancora più grande che va a completare una scelta".

Data non casuale

Perché l’ordinazione nella ricorrenza del Santo patrono?

"È la festa del primo vescovo di Perugia -risponde Claudio Faina- un giorno a me molto caro fin da ragazzo. Ho vissuto sempre la festa di San Costanzo con entusiasmo e ho tanti bei ricordi della mia infanzia-adolescenza legati a questa ricorrenza… È una data non casuale, soprattutto dal punto di vista religioso. È importante scegliere una data in cui si commemora un martire, perché ci fa capire che stiamo dando la vita al Signore per poi riversare l’amore che Cristo ha dato a noi nei fratelli che Lui ci vorrà fare incontrare".

Il rapporto con il pastore

"La festa di San Costanzo vescovo fa ancora più riflettere sull’importanza di avere un pastore, una guida. Con il nuovo vescovo Ivan si è subito creato un ottimo rapporto di fiducia, di sincerità, di schiettezza e di stima profonda. Mi ha affidato una porzione della Chiesa che Papa Francesco ha posto sotto la sua guida, ciò mi sostiene e mi incoraggia. Per questo la festa di san Costanzo riunisce in sé diverse sfaccettature, da quella ministeriale a quelle del servizio e dell’attaccamento alla comunità diocesana".

La Chiesa del futuro

L’ordinando Claudio Faina ha le idee chiare sulla Chiesa che verrà.

"Sarà sempre più una Chiesa vitale -conclude- nell’avere un respiro ampio, diocesano, che non sminuisca la parrocchia, ma che sappia andare oltre il campanilismo. Siamo, come dice Papa Francesco, una Chiesa in uscita, in una nuova Pentecoste, quasi un ritorno alla Chiesa degli inizi del cristianesimo dove, forse, saremo più minoranza ma più convinti e più felici di stare insieme, non dando per scontato che il vicino abbia il nostro stesso credo".

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I Rioni hanno onorato san Costanzo https://www.lavoce.it/i-rioni-hanno-onorato-san-costanzo/ Sun, 30 Jan 2022 16:56:41 +0000 https://www.lavoce.it/?p=64774

Le delegazioni in abiti d’epoca dei Rioni di Porta San Pietro, Porta Eburnea e Santa Susanna hanno partecipato ai solenni vespri della vigilia della festa del patrono San Costanzo. La celebrazione seppur riservata alle sole autorità civile e religiose ha visto coinvolte, per i tre rioni presenti, le figure istituzionali del Capitano, dell’Alfiere insieme allo stendardo ufficiale del rispettivo Rione. I figuranti in abito d’epoca hanno accompagnato la consegna dei doni a San Costanzo. Foto gallery   [gallery ids="64781,64782,64783,64784"]      ]]>

Le delegazioni in abiti d’epoca dei Rioni di Porta San Pietro, Porta Eburnea e Santa Susanna hanno partecipato ai solenni vespri della vigilia della festa del patrono San Costanzo. La celebrazione seppur riservata alle sole autorità civile e religiose ha visto coinvolte, per i tre rioni presenti, le figure istituzionali del Capitano, dell’Alfiere insieme allo stendardo ufficiale del rispettivo Rione. I figuranti in abito d’epoca hanno accompagnato la consegna dei doni a San Costanzo. Foto gallery   [gallery ids="64781,64782,64783,64784"]      ]]>
Festa di San Costanzo. Bassetti: l’amore cristiano coincide con il dare e comunicare vita https://www.lavoce.it/festa-di-san-costanzo-bassetti-lamore-cristiano-coincide-con-il-dare-e-comunicare-vita/ Sat, 29 Jan 2022 18:38:18 +0000 https://www.lavoce.it/?p=64722

“Come già sapete, terminerà tra alcuni mesi il compito che mi è stato affidato per la guida di questa Chiesa, e l’odierna celebrazione solenne per il Patrono principale dell’Arcidiocesi è per me particolarmente toccante”. Lo ha detto il cardinale Gualtiero Bassetti oggi pomeriggio nell'omelia per la festa di San Costanzo patrono della diocesi. Il Cardinale oggi pomeriggio 29 gennaio, nella cattedrale di San Lorenzo, ha presieduto la solenne celebrazione eucaristica nella cattedrale di Perugia, con l’esposizione delle reliquie del santo patrono sul presbiterio. Presenti il  vescovo ausiliare mons. Marco Salvi e diversi sacerdoti, i rappresentanti delle Istituzioni civili del capoluogo umbro e numerosi fedeli nel rispetto delle norme per il contenimento del contagio da Covid-19. Bassetti, nell’omelia, ha esortato credenti e uomini di buona volontà a seguire l’esempio di “buon pastore” del santo martire Costanzo, fondatore della Chiesa perugino-pievese, augurando alla città di Perugia, al termine del suo episcopato, come lo stesso presule ha sottolineato, di «proseguire il cammino con un rinnovato vigore, nella concordia e nella prosperità». Il cardinale, nell’introdurre l’omelia, ha espresso gratitudine alle autorità civili «per quello che state facendo – ha detto – per la pace, per la serenità dei nostri cittadini in un momento così difficile quale quello che stiamo attraversando». [gallery td_gallery_title_input="La celebrazione della festa di San Costanzo presieduta dal cardinale Gualtiero Bassetti in Cattedrale " td_select_gallery_slide="slide" ids="64730,64729,64726,64727,64728,64725"]

Di seguito il testo integrale dell’omelia.

Cari fratelli e sorelle, con commozione presiedo questa solenne liturgia eucaristica nella festa di San Costanzo patrono della Chiesa perusino-pievese, che servo ormai da quasi tredici. Ricordare il vescovo fondatore mi porta sempre ad un approfondito esame di coscienza. La sua memoria ci permette di risalire indietro nei secoli, fino agli albori della nostra fede, quando professare il nome di Cristo Signore voleva dire poter perdere la propria vita. La pagina che abbiamo ora ascoltato, una delle più note tra le cosiddette “lettere pastorali”, contiene probabilmente, come è stato scritto, «le ultime parole di Paolo e le sue ultime volontà»: «si respira l’aria della fine anche per Paolo, che regala squarci di intimità teologica che qualcuno ha raffrontato con il testamento spirituale di san Paolo VI».

Un pastore al termine del suo servizio

L’apertura di questo brano è solenne, con un accorato appello: «Ti scongiuro!», seguito addirittura da otto verbi esortativi. Su alcuni di questi, carissimi, vorrei soffermarmi con voi. Sono certo, infatti, che anche il fondatore della nostra Chiesa perusino-pievese, san Costanzo, si sarà ispirato a queste parole, che potevano essere d’aiuto al suo importante compito di guida dei cristiani, e soprattutto nella persecuzione che infine lo portò al martirio, quando fu decapitato da alcune guardie nel territorio tra Spello e Foligno. «Sopporta le sofferenze!» scriveva Paolo a Timoteo, e così san Costanzo deve aver trovato forza in questa esortazione, che sentiva rivolta anche a lui. Lasciatemi dire, però, che le parole scritte da Paolo per un suo fedele discepolo riguardano anche me. Come già sapete, terminerà tra alcuni mesi il compito che mi è stato affidato per la guida di questa Chiesa, e l’odierna celebrazione solenne per il Patrono principale dell’Arcidiocesi è per me particolarmente toccante.

Parole per me motivo di esame di coscienza

«Annuncia la Parola», prosegue san Paolo; «insisti al momento opportuno e non opportuno, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e insegnamento…» (2Tm 4,2). Quello che l’apostolo scriveva due millenni fa vale ancora per chi svolge nella Chiesa il compito di Vescovo, vale per ogni pastore, e le sue parole sono per me un motivo di esame di coscienza e di verifica del mio servizio tra voi, che si è ridotto in questi ultimi cinque anni, a causa del compito che mi è stato affidato alla guida della Conferenza Episcopale Italiana. Il Signore sa quanto avrei desiderato dedicare tutto il mio tempo, tutte le mie energie a questa nostra Chiesa.

Su tutto vince l'amore

Anche il brano del Vangelo che è stato appena proclamato deve aver ispirato profondamente san Costanzo. È tratto dal discorso d’addio di Gesù, nel Vangelo secondo Giovanni, e vede ricorrere con abbondanza quei termini che riguardano l’amore cristiano: dall’esortazione a “rimanere” nel suo amore (v. 9), fino all’invito finale, quando Gesù comanda ai discepoli di amarsi «gli uni gli altri» (v. 17). Come sono consolanti per noi queste parole! I discepoli del Signore sono amati da Dio, proprio come lo è il Figlio, e da ciò scaturisce l’invito e l’impegno a entrare in quella corrente d’amore che lega il Padre al Figlio, e che da loro giunge fino a tutti noi e da noi deve transitare al mondo. Carissimi, sono certo che il nostro Patrono, affrontando il martirio, prima di essere decapitato, avrà ricordato in particolare quelle parole di Gesù che, nella stessa pagina di Vangelo, esprimono la vetta: «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici» (v. 13). L’amore cristiano, se è autentico, coincide sempre con il dare e comunicare vita. Se già nel discorso della montagna, come si legge nel racconto dell’evangelista Matteo, Gesù aveva esortato i discepoli ad amare i propri nemici, pregando «per quelli che vi perseguitano» (Mt 5,44), ora il Signore, durante la sua ultima cena, parla di un amore che, se possibile, è ancora più grande. Se è difficile in sé dare la vita, quanto è più difficile darla per i nemici! Magari non con il sacrificio cruento, ma amandoli nella quotidianità e pregando per loro.

Il Vescovo: pastore che guida e dà la vita per il suo popolo

Spendersi generosamente per gli amici e immolarsi per i nemici: è quanto ha fatto il Signore, fornendo il primo modello di buon pastore, quello di cui ha più volte parlato, anche nelle parabole. Il pastore di un gregge, come il Vescovo di una Chiesa, non viene semplicemente chiamato a guidarla. Dice infatti Gesù: «Il buon pastore dà la propria vita per le pecore» (Gv 10,11). Questo donarsi non è offerta di una sola volta, ma si ripete nel tempo, quotidianamente. Il Buon Pastore dà la vita per il suo popolo, per tutto il popolo, perché lo vede e lo considera con occhi di padre e di madre. Devo però riconoscere che, per i miei limiti, non sono riuscito in questi anni ad imitarlo come avrei dovuto.

Il Cammino sinodale: tempo di nuova semina

Cari fratelli e sorelle, mosso da questi sentimenti, e avendo conclusa da qualche anno la visita pastorale, ci apprestiamo ora a vivere il cammino sinodale uniti a Papa Francesco e alla Chiesa universale. Siamo in un tempo di nuova seminagione, perché la Parola di Dio porti i suoi frutti, nella vita delle persone, nelle comunità parrocchiali e nella vita sociale. Il tempo che ci separa dal prossimo Giubileo del 2025, sarà caratterizzato da un personale impegno di conversione e, a livello comunitario, di nuova evangelizzazione. Lo Spirito saprà far germogliare quei piccoli semi che gettiamo in terra con fiducia e speranza. Carissimi, con cuore di padre vi affido all’intercessione del vescovo Costanzo, fondatore di questa Chiesa che ho tanto amato e che porterò sempre nel cuore, lasciandovi il messaggio della sua stessa testimonianza. Auguro alla città di Perugia, qui rappresentata dalle maggiori istituzioni, che, finalmente superata, a Dio piacendo, l’attuale crisi pandemica e le sue ricadute sociali, possa proseguire il cammino con una rinnovato vigore, nella concordia e nella prosperità. Amen! Gualtiero card. Bassetti Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve]]>

“Come già sapete, terminerà tra alcuni mesi il compito che mi è stato affidato per la guida di questa Chiesa, e l’odierna celebrazione solenne per il Patrono principale dell’Arcidiocesi è per me particolarmente toccante”. Lo ha detto il cardinale Gualtiero Bassetti oggi pomeriggio nell'omelia per la festa di San Costanzo patrono della diocesi. Il Cardinale oggi pomeriggio 29 gennaio, nella cattedrale di San Lorenzo, ha presieduto la solenne celebrazione eucaristica nella cattedrale di Perugia, con l’esposizione delle reliquie del santo patrono sul presbiterio. Presenti il  vescovo ausiliare mons. Marco Salvi e diversi sacerdoti, i rappresentanti delle Istituzioni civili del capoluogo umbro e numerosi fedeli nel rispetto delle norme per il contenimento del contagio da Covid-19. Bassetti, nell’omelia, ha esortato credenti e uomini di buona volontà a seguire l’esempio di “buon pastore” del santo martire Costanzo, fondatore della Chiesa perugino-pievese, augurando alla città di Perugia, al termine del suo episcopato, come lo stesso presule ha sottolineato, di «proseguire il cammino con un rinnovato vigore, nella concordia e nella prosperità». Il cardinale, nell’introdurre l’omelia, ha espresso gratitudine alle autorità civili «per quello che state facendo – ha detto – per la pace, per la serenità dei nostri cittadini in un momento così difficile quale quello che stiamo attraversando». [gallery td_gallery_title_input="La celebrazione della festa di San Costanzo presieduta dal cardinale Gualtiero Bassetti in Cattedrale " td_select_gallery_slide="slide" ids="64730,64729,64726,64727,64728,64725"]

Di seguito il testo integrale dell’omelia.

Cari fratelli e sorelle, con commozione presiedo questa solenne liturgia eucaristica nella festa di San Costanzo patrono della Chiesa perusino-pievese, che servo ormai da quasi tredici. Ricordare il vescovo fondatore mi porta sempre ad un approfondito esame di coscienza. La sua memoria ci permette di risalire indietro nei secoli, fino agli albori della nostra fede, quando professare il nome di Cristo Signore voleva dire poter perdere la propria vita. La pagina che abbiamo ora ascoltato, una delle più note tra le cosiddette “lettere pastorali”, contiene probabilmente, come è stato scritto, «le ultime parole di Paolo e le sue ultime volontà»: «si respira l’aria della fine anche per Paolo, che regala squarci di intimità teologica che qualcuno ha raffrontato con il testamento spirituale di san Paolo VI».

Un pastore al termine del suo servizio

L’apertura di questo brano è solenne, con un accorato appello: «Ti scongiuro!», seguito addirittura da otto verbi esortativi. Su alcuni di questi, carissimi, vorrei soffermarmi con voi. Sono certo, infatti, che anche il fondatore della nostra Chiesa perusino-pievese, san Costanzo, si sarà ispirato a queste parole, che potevano essere d’aiuto al suo importante compito di guida dei cristiani, e soprattutto nella persecuzione che infine lo portò al martirio, quando fu decapitato da alcune guardie nel territorio tra Spello e Foligno. «Sopporta le sofferenze!» scriveva Paolo a Timoteo, e così san Costanzo deve aver trovato forza in questa esortazione, che sentiva rivolta anche a lui. Lasciatemi dire, però, che le parole scritte da Paolo per un suo fedele discepolo riguardano anche me. Come già sapete, terminerà tra alcuni mesi il compito che mi è stato affidato per la guida di questa Chiesa, e l’odierna celebrazione solenne per il Patrono principale dell’Arcidiocesi è per me particolarmente toccante.

Parole per me motivo di esame di coscienza

«Annuncia la Parola», prosegue san Paolo; «insisti al momento opportuno e non opportuno, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e insegnamento…» (2Tm 4,2). Quello che l’apostolo scriveva due millenni fa vale ancora per chi svolge nella Chiesa il compito di Vescovo, vale per ogni pastore, e le sue parole sono per me un motivo di esame di coscienza e di verifica del mio servizio tra voi, che si è ridotto in questi ultimi cinque anni, a causa del compito che mi è stato affidato alla guida della Conferenza Episcopale Italiana. Il Signore sa quanto avrei desiderato dedicare tutto il mio tempo, tutte le mie energie a questa nostra Chiesa.

Su tutto vince l'amore

Anche il brano del Vangelo che è stato appena proclamato deve aver ispirato profondamente san Costanzo. È tratto dal discorso d’addio di Gesù, nel Vangelo secondo Giovanni, e vede ricorrere con abbondanza quei termini che riguardano l’amore cristiano: dall’esortazione a “rimanere” nel suo amore (v. 9), fino all’invito finale, quando Gesù comanda ai discepoli di amarsi «gli uni gli altri» (v. 17). Come sono consolanti per noi queste parole! I discepoli del Signore sono amati da Dio, proprio come lo è il Figlio, e da ciò scaturisce l’invito e l’impegno a entrare in quella corrente d’amore che lega il Padre al Figlio, e che da loro giunge fino a tutti noi e da noi deve transitare al mondo. Carissimi, sono certo che il nostro Patrono, affrontando il martirio, prima di essere decapitato, avrà ricordato in particolare quelle parole di Gesù che, nella stessa pagina di Vangelo, esprimono la vetta: «Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici» (v. 13). L’amore cristiano, se è autentico, coincide sempre con il dare e comunicare vita. Se già nel discorso della montagna, come si legge nel racconto dell’evangelista Matteo, Gesù aveva esortato i discepoli ad amare i propri nemici, pregando «per quelli che vi perseguitano» (Mt 5,44), ora il Signore, durante la sua ultima cena, parla di un amore che, se possibile, è ancora più grande. Se è difficile in sé dare la vita, quanto è più difficile darla per i nemici! Magari non con il sacrificio cruento, ma amandoli nella quotidianità e pregando per loro.

Il Vescovo: pastore che guida e dà la vita per il suo popolo

Spendersi generosamente per gli amici e immolarsi per i nemici: è quanto ha fatto il Signore, fornendo il primo modello di buon pastore, quello di cui ha più volte parlato, anche nelle parabole. Il pastore di un gregge, come il Vescovo di una Chiesa, non viene semplicemente chiamato a guidarla. Dice infatti Gesù: «Il buon pastore dà la propria vita per le pecore» (Gv 10,11). Questo donarsi non è offerta di una sola volta, ma si ripete nel tempo, quotidianamente. Il Buon Pastore dà la vita per il suo popolo, per tutto il popolo, perché lo vede e lo considera con occhi di padre e di madre. Devo però riconoscere che, per i miei limiti, non sono riuscito in questi anni ad imitarlo come avrei dovuto.

Il Cammino sinodale: tempo di nuova semina

Cari fratelli e sorelle, mosso da questi sentimenti, e avendo conclusa da qualche anno la visita pastorale, ci apprestiamo ora a vivere il cammino sinodale uniti a Papa Francesco e alla Chiesa universale. Siamo in un tempo di nuova seminagione, perché la Parola di Dio porti i suoi frutti, nella vita delle persone, nelle comunità parrocchiali e nella vita sociale. Il tempo che ci separa dal prossimo Giubileo del 2025, sarà caratterizzato da un personale impegno di conversione e, a livello comunitario, di nuova evangelizzazione. Lo Spirito saprà far germogliare quei piccoli semi che gettiamo in terra con fiducia e speranza. Carissimi, con cuore di padre vi affido all’intercessione del vescovo Costanzo, fondatore di questa Chiesa che ho tanto amato e che porterò sempre nel cuore, lasciandovi il messaggio della sua stessa testimonianza. Auguro alla città di Perugia, qui rappresentata dalle maggiori istituzioni, che, finalmente superata, a Dio piacendo, l’attuale crisi pandemica e le sue ricadute sociali, possa proseguire il cammino con una rinnovato vigore, nella concordia e nella prosperità. Amen! Gualtiero card. Bassetti Arcivescovo di Perugia-Città della Pieve]]>
Festa di San Costanzo, grande successo per la I edizione della “Corsa” https://www.lavoce.it/san-costanzo-grande-successo-per-edizione-della-corsa/ Sat, 29 Jan 2022 17:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=64742

Le celebrazioni in occasione di San Costanzo, patrono della città di Perugia, quest'anno hanno previsto una novità: il 29 gennaio pomeriggio per la prima volta, infatti, si è tenuta in pieno centro storico, lungo corso Vannucci, la “corsa di San Costanzo”, gara riservata al settore giovanile della Fidal.

Le società

L’evento è stato organizzato dal Comune di Perugia insieme alle società Atletica Capanne ed Atletica Avis ed era riservato alle categorie: pulcini (2017-2018), esordienti C (2015-2016), esordienti B (2013-2014), esordienti A (2011-2012) e ragazzi (2009-2010).

I partecipanti

Ben 160 i partecipanti per la maggior parte tesserati con le principali società perugine, ma in parte provenienti anche da altre città dell’Umbria, come Foligno, Umbertide e Magione. Sette le società presenti: Grifo Runners Perugia, Atletica libertas Arcs Strozzacapponi, Atletica Capanne, Csain Perugia, Avis Magione, Atletica Umbertide, Educare con il movimento Foligno. Una grande festa per le strade dell’Acropoli che è tornata ad animarsi di giovani ma in piena sicurezza nel rispetto di tutti i protocolli, nazionali e sportivi, in vigore per il contenimento della pandemia. Cinque le categorie in gara.

Le categorie in gara

Pulcini

I primi a partire sono stati i più piccoli, ossia i pulcini nati nel 2017-2018, che hanno dato vita ad una gara di 100 metri con partenza all’altezza del bar Sandri: la vittoria è andata, per il femminile, a Margherita Vignaroli (Arcs), seguita da Aurora Fontana (Capanne) e Lavinia Bloise (Csain). Per i maschi: primo Alessio Muci (Grifo Runners), secondo Fabian Marsili (Capanne), terzo Alessandro Pioppi (Arcs).

Esordienti C

Poi è stata la volta degli esordienti C (2015-2016) che hanno gareggiato su una distanza di 200 metri con avvio da piazza della Repubblica. Primo posto nel femminile per Baraa Ben Aicha (Foligno), poi Sofia Caviglioni (Capanne) e Vittoria Mazzuoli (Capanne). Nel maschile: Mattia Minciotti (Capanne), secondo Elia Palmerini (Capanne), terzo Feder Antognoni (Runners).

Esordienti B

Terza competizione, 300 metri con partenza dall’inizio di corso Vannucci, è stata quella degli esordienti B (2013-2014). Vittoriosa nel femminile Diana Olivanti (Csain), davanti a Alisa Palmerini (Capanne) e Agnese Pelagrilli (Capanne). Nel maschile successo per Alessio Frattegiani (Capanne) davanti ai compagni di squadra Gregory Giansanti e Vittorio De Fazio).

Esordienti A

La successiva gara ha visto protagonisti gli esordienti A (2011-2012) su una distanza di 600 metri con questo percorso: un giro della Fontana Maggiore, corso Vannucci, piazza Italia, via Baglioni, via Mazzini con arrivo di nuovo presso la Fontana. Il primo posto nel femminile è andato a Lucrezia Lolli (Csain) davanti alle compagne di squadra Lucreazia Cimato e Sofia Sepicacchi. Nel maschile primo Edoardo Marino (Capanne), secondo Aws Ben Aicha (Foligno), terzo Michele Begaj (Foligno).

Ragazzi anni 20009-2010

Infine la quinta ed ultima gara è stata riservata ai ragazzi (2009-2010) che hanno percorso lo stesso tragitto di 600 metri degli esordienti A. Vittoria nel femminile per Aura Pastorelli (Csain), seguita da Vittoria Bardani (Capanne) e Giulia Negroni (Foligno). Tutti i partecipanti, comunque, sono stati premiati con medaglie celebrative dell’evento.

Classifica società

Classifica delle società con primo posto per Capanne, davanti a Csain, Grifo Runners, Arcs, Foligno, Umbertide e Magione. Consegnata dall’assessore Pastorelli una pergamena ricordo ai due presenti delle società Capanne ed Avis Perugia, Sauro Mencaroni ed Enrico Pompei, per il contributo offerto nell’organizzazione dell’evento.

I ringraziamenti di Clara Pastorelli, assessore allo Sport e commercio

“Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile questo evento – ha sottolineato l’assessore allo Sport e commercio Clara Pastorelli – dagli uffici comunali, alla Fidal, alle società di atletica Capanne ed Avis, con i rispettivi presidenti Sauro Mencaroni ed Enrico Pompei, ai giovanissimi atleti che con le loro performances hanno reso unica questa giornata, ai genitori che hanno deciso di iscrivere i propri figli per partecipare a questa bella manifestazione. Grazie poi a tutte le società che hanno partecipato ossia Atletica Capanne, Csain, Grifo Runners, Arcs, Foligno, Atletica Umbertide e Avis Magione. E’ stata una giornata speciale che ha reso ancora più ricche e sentite le celebrazioni in onore del nostro patrono San Costanzo, cui la città è da sempre molto legata. Il tutto in piena sicurezza grazie al puntuale rispetto di tutti i protocolli anti-covid. Credo che Perugia abbia dimostrato ancora una volta di eccellere nello sport, e nell’atletica in particolare; sono certa che da queste discipline e dai giovani possa partire ancora una volta un messaggio di fiducia e di speranza, affinché progressivamente si possa tornare alla normalità. E’ stato bellissimo ed emozionante vedere tutti questi bambini e ragazzi con le loro famiglie divertirsi davanti a palazzo dei Priori, sede storica della nostra città. Credo che l’atletica abbia vinto anche questa sfida e confermato gli alti valori che trasmette da sempre ai giovani. Questa prima edizione è andata oltre ogni previsione. Lavoreremo per fare ancora meglio”.

Le immagini della corsa

[gallery ids="64763,64762,64761,64758,64757,64756,64755,64754,64753"]]]>

Le celebrazioni in occasione di San Costanzo, patrono della città di Perugia, quest'anno hanno previsto una novità: il 29 gennaio pomeriggio per la prima volta, infatti, si è tenuta in pieno centro storico, lungo corso Vannucci, la “corsa di San Costanzo”, gara riservata al settore giovanile della Fidal.

Le società

L’evento è stato organizzato dal Comune di Perugia insieme alle società Atletica Capanne ed Atletica Avis ed era riservato alle categorie: pulcini (2017-2018), esordienti C (2015-2016), esordienti B (2013-2014), esordienti A (2011-2012) e ragazzi (2009-2010).

I partecipanti

Ben 160 i partecipanti per la maggior parte tesserati con le principali società perugine, ma in parte provenienti anche da altre città dell’Umbria, come Foligno, Umbertide e Magione. Sette le società presenti: Grifo Runners Perugia, Atletica libertas Arcs Strozzacapponi, Atletica Capanne, Csain Perugia, Avis Magione, Atletica Umbertide, Educare con il movimento Foligno. Una grande festa per le strade dell’Acropoli che è tornata ad animarsi di giovani ma in piena sicurezza nel rispetto di tutti i protocolli, nazionali e sportivi, in vigore per il contenimento della pandemia. Cinque le categorie in gara.

Le categorie in gara

Pulcini

I primi a partire sono stati i più piccoli, ossia i pulcini nati nel 2017-2018, che hanno dato vita ad una gara di 100 metri con partenza all’altezza del bar Sandri: la vittoria è andata, per il femminile, a Margherita Vignaroli (Arcs), seguita da Aurora Fontana (Capanne) e Lavinia Bloise (Csain). Per i maschi: primo Alessio Muci (Grifo Runners), secondo Fabian Marsili (Capanne), terzo Alessandro Pioppi (Arcs).

Esordienti C

Poi è stata la volta degli esordienti C (2015-2016) che hanno gareggiato su una distanza di 200 metri con avvio da piazza della Repubblica. Primo posto nel femminile per Baraa Ben Aicha (Foligno), poi Sofia Caviglioni (Capanne) e Vittoria Mazzuoli (Capanne). Nel maschile: Mattia Minciotti (Capanne), secondo Elia Palmerini (Capanne), terzo Feder Antognoni (Runners).

Esordienti B

Terza competizione, 300 metri con partenza dall’inizio di corso Vannucci, è stata quella degli esordienti B (2013-2014). Vittoriosa nel femminile Diana Olivanti (Csain), davanti a Alisa Palmerini (Capanne) e Agnese Pelagrilli (Capanne). Nel maschile successo per Alessio Frattegiani (Capanne) davanti ai compagni di squadra Gregory Giansanti e Vittorio De Fazio).

Esordienti A

La successiva gara ha visto protagonisti gli esordienti A (2011-2012) su una distanza di 600 metri con questo percorso: un giro della Fontana Maggiore, corso Vannucci, piazza Italia, via Baglioni, via Mazzini con arrivo di nuovo presso la Fontana. Il primo posto nel femminile è andato a Lucrezia Lolli (Csain) davanti alle compagne di squadra Lucreazia Cimato e Sofia Sepicacchi. Nel maschile primo Edoardo Marino (Capanne), secondo Aws Ben Aicha (Foligno), terzo Michele Begaj (Foligno).

Ragazzi anni 20009-2010

Infine la quinta ed ultima gara è stata riservata ai ragazzi (2009-2010) che hanno percorso lo stesso tragitto di 600 metri degli esordienti A. Vittoria nel femminile per Aura Pastorelli (Csain), seguita da Vittoria Bardani (Capanne) e Giulia Negroni (Foligno). Tutti i partecipanti, comunque, sono stati premiati con medaglie celebrative dell’evento.

Classifica società

Classifica delle società con primo posto per Capanne, davanti a Csain, Grifo Runners, Arcs, Foligno, Umbertide e Magione. Consegnata dall’assessore Pastorelli una pergamena ricordo ai due presenti delle società Capanne ed Avis Perugia, Sauro Mencaroni ed Enrico Pompei, per il contributo offerto nell’organizzazione dell’evento.

I ringraziamenti di Clara Pastorelli, assessore allo Sport e commercio

“Vorrei ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile questo evento – ha sottolineato l’assessore allo Sport e commercio Clara Pastorelli – dagli uffici comunali, alla Fidal, alle società di atletica Capanne ed Avis, con i rispettivi presidenti Sauro Mencaroni ed Enrico Pompei, ai giovanissimi atleti che con le loro performances hanno reso unica questa giornata, ai genitori che hanno deciso di iscrivere i propri figli per partecipare a questa bella manifestazione. Grazie poi a tutte le società che hanno partecipato ossia Atletica Capanne, Csain, Grifo Runners, Arcs, Foligno, Atletica Umbertide e Avis Magione. E’ stata una giornata speciale che ha reso ancora più ricche e sentite le celebrazioni in onore del nostro patrono San Costanzo, cui la città è da sempre molto legata. Il tutto in piena sicurezza grazie al puntuale rispetto di tutti i protocolli anti-covid. Credo che Perugia abbia dimostrato ancora una volta di eccellere nello sport, e nell’atletica in particolare; sono certa che da queste discipline e dai giovani possa partire ancora una volta un messaggio di fiducia e di speranza, affinché progressivamente si possa tornare alla normalità. E’ stato bellissimo ed emozionante vedere tutti questi bambini e ragazzi con le loro famiglie divertirsi davanti a palazzo dei Priori, sede storica della nostra città. Credo che l’atletica abbia vinto anche questa sfida e confermato gli alti valori che trasmette da sempre ai giovani. Questa prima edizione è andata oltre ogni previsione. Lavoreremo per fare ancora meglio”.

Le immagini della corsa

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Perugia. Festa del Patrono tra liturgia e tradizioni https://www.lavoce.it/perugia-festa-del-patrono-tra-liturgia-e-tradizioni/ Sat, 29 Jan 2022 14:34:39 +0000 https://www.lavoce.it/?p=64686

Seppur con iniziative limitate a causa della pandemia la città di Perugia oggi celebra il suo patrono San Costanzo. Oggi pomeriggio, 20 gennaio, alle ore 18.00, nella cattedrale di San Lorenzo, l'Arcivescovo cardinale Gualtiero Bassetti presiede la solenne concelebrazione alla quale parteciperanno i vescovi della Metropolia. Questa mattina i fedeli si sono recati in san Costanzo per onorare il Patrono, dove è stata celebrata l'eucarestia  alle ore 8, 10 e 11.30.

Il mercato con 63 espositori

È una gioia tornare a vivere una tradizione amata come la fiera di San Costanzo dopo la pausa forzata del 2021”. Così questa mattina si è espressa l’assessore al commercio del Comune di Perugia, Clara Pastorelli, inaugurando la fiera in Borgo XX Giugno, alla presenza del sindaco Andrea Romizi. “Dobbiamo ancora vivere la festa del santo patrono con rinunce, come la bellissima luminaria o la degustazione del torcolo davanti a Palazzo dei Priori – ha detto Romizi -, ma ritrovare questa fiera sempre attesa e sentita dai nostri concittadini ha un significato in più, quest’anno, dato dalla grande volontà che diffusamente viviamo, come città e come Paese, di recuperare una dimensione di vita normale”. A curare l’organizzazione e la selezione dei 63 espositori presenti è stata ancora una volta la società L’Arte e la Terra. “Quest’anno la fiera è più particolare del solito” ha commentato il presidente Mario Lillocci. [gallery td_select_gallery_slide="slide" td_gallery_title_input="Festa di San Costanzo 2022 " ids="64697,64698,64699,64700,64701,64702,64703,64705,64704,64707,64708,64709,64710,64711,64712,64713,64706"]

La consegna del Torcolo per dire “grazie”

Successivamente la Sala dei Notari ha fatto da cornice alla consegna a Croce Rossa e Protezione civile dei torcoli di San Costanzo donati da 15 forni perugini, alla presenza anche di rappresentanti di Cna, Confartigianato e Confcommercio Perugia. Ha introdoto la cerimoniaEmilio Buchicchio, dirigente dell’Unità operativa Segreteria Organi istituzionali e Comunicazione.   L’assessore Pastorelli ha consegnato una pergamena di ringraziamento a Luigi Faffa, in qualità di presidente dell’Associazione panificatori e pasticceri di Perugia e come rappresentante delle attività che hanno aderito all’iniziativa benefica per San Costanzo (Faffa dal 1851 Il Fornaio, Il Forno di Fontignano di Gabrielli Marilena, Centro Commerciale Emisfero Perugia, Industria dolciaria Piselli, Co.Fo.Pa, Santino - L’arte del pane e del dolce, Alunni Pasticceria, Pasticceria Antica Perugia, Pasticceria Cerquiglini, Gionangeli Panetteria, Pasticceria Lucaroni, Pasticceria Etrusca, Da Severo Bottega Bistrot, Pasticceria Fiorucci, Pasticceria Piazza Settevalli). Il giorno prima della festa  l’assessore al commercio ha ritirato personalmente 135 torcoli portando il saluto e la riconoscenza dell’amministrazione a tutte attività che hanno aderito all’iniziativa. Pergamene di ringraziamento sono state consegnate anche alle associazioni di Protezione civile (Gruppo comunale Perusia, E.I.T.A.L. Protezione Civile, Cisom, Raggruppamento Speciale di Protezione Civile, Associazione Nazionale Carabinieri, La rosa dell’Umbria, Associazione Volontari Carabinieri in congedo, Polisportiva Polizia Perugia, Gruppo Protezione Civile Corciano, Misericordia PG-Olmo) “per l’instancabile e preziosa attività profusa in aiuto e sostegno alla cittadinanza nei periodi di particolare criticità e di emergenza sanitaria”. Un ringraziamento è andato anche alle società di atletica (Atletica Capanne Pro Loco Athletic Team e Atletica Avis, guidate rispettivamente da Sauro Mencaroni e Enrico Pompei) che organizzano la prima edizione della Corsa di San Costanzo in centro storico, “un evento - secondo Pastorelli - che si candida anche per il futuro ad arricchire il programma di questa ricorrenza così sentita dai perugini”.

Le celebrazioni aperte con i Primi Vespri e l'offerta dei doni

La festa si è aperta ieri senza la tradizionale “luminaria” che partiva da palazzo dei Priori per giungere alla basilica di San Costanzo per  la celebrazione dei Primi Vespri e l'offerta del Cero votivo da parte della città. [gallery columns="2" td_select_gallery_slide="slide" ids="64693,64718,64694,64696"] L'Arcivescovo Cardinale Gualtiero Basseti ed il sindaco di Perugia Andrea Romizi si sono ritrovati direttamente in San Costanzo attesi da non più di 30 fedeli, e la celebrazione è stata  trasmessa in diretta sul canale YouTube del settimanale La Voce. https://www.youtube.com/watch?v=JZzYOQmOLG8

Mancanza di popolo

“Una delle sofferenze più grandi che ha causato la pandemia, a noi che rappresentiamo le Istituzioni, è la mancanza del popolo. Abbiamo perso il contatto con il nostro popolo”. Ad evidenziarlo è stato il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, rivolgendosi al sindaco di Perugia, Andrea Romizi, all’inizio dell’omelia della celebrazione dei Primi Vespri

Chiesa in cammino sinodale

Il cardinale si è poi soffermato sui contenuti della sua ultima lettera rivolta alla comunità diocesana, all’inizio del nuovo anno, nel dire: “La pandemia ha di nuovo complicato l’esser vicino alla gente e per questo ho voluto portare una parola di amicizia e di conforto a tutta la diocesi, attraverso una lettera, per starle vicino ed esprimerle il mio amore. Ho desiderato, in particolar modo, ricordare, con le parole di papa Francesco, come deve porsi la Chiesa in un cammino sinodale facendo suoi i tratti di disinteresse, di umiltà, di beatitudini, oltre ad essere una Chiesa che sa anche riconoscere l’azione di Dio nei suoi confronti e nei confronti del mondo”. Il Cardinale Bassetti ha concluso la liturgia con l'orazione finale dei Primi Vespri scritta dal suo predecessore, l’arcivescovo Giuseppe Chiaretti, tornato alla Casa del Padre lo scorso 2 dicembre.

Offerta dei doni simbolo

Durante i Primi Vespri sono stati offerti in onore del Santo Patrono i “doni simbolo” della testimonianza cristiana e della tradizione della città: la corona d’alloro, da parte della polizia municipale; il cero votivo, da parte del sindaco; il torcolo (dolce tipico della festa), da parte dei commercianti ed artigiani; il vinsanto, da parte di due giovani sposi affinché la famiglia continui a essere fondamento del vivere sociale; l’incenso, da parte del Consiglio pastorale parrocchiale, come “segno dell’annuncio del Vangelo…, fermento di speranza e di pace”. https://www.youtube.com/watch?v=JZzYOQmOLG8        ]]>

Seppur con iniziative limitate a causa della pandemia la città di Perugia oggi celebra il suo patrono San Costanzo. Oggi pomeriggio, 20 gennaio, alle ore 18.00, nella cattedrale di San Lorenzo, l'Arcivescovo cardinale Gualtiero Bassetti presiede la solenne concelebrazione alla quale parteciperanno i vescovi della Metropolia. Questa mattina i fedeli si sono recati in san Costanzo per onorare il Patrono, dove è stata celebrata l'eucarestia  alle ore 8, 10 e 11.30.

Il mercato con 63 espositori

È una gioia tornare a vivere una tradizione amata come la fiera di San Costanzo dopo la pausa forzata del 2021”. Così questa mattina si è espressa l’assessore al commercio del Comune di Perugia, Clara Pastorelli, inaugurando la fiera in Borgo XX Giugno, alla presenza del sindaco Andrea Romizi. “Dobbiamo ancora vivere la festa del santo patrono con rinunce, come la bellissima luminaria o la degustazione del torcolo davanti a Palazzo dei Priori – ha detto Romizi -, ma ritrovare questa fiera sempre attesa e sentita dai nostri concittadini ha un significato in più, quest’anno, dato dalla grande volontà che diffusamente viviamo, come città e come Paese, di recuperare una dimensione di vita normale”. A curare l’organizzazione e la selezione dei 63 espositori presenti è stata ancora una volta la società L’Arte e la Terra. “Quest’anno la fiera è più particolare del solito” ha commentato il presidente Mario Lillocci. [gallery td_select_gallery_slide="slide" td_gallery_title_input="Festa di San Costanzo 2022 " ids="64697,64698,64699,64700,64701,64702,64703,64705,64704,64707,64708,64709,64710,64711,64712,64713,64706"]

La consegna del Torcolo per dire “grazie”

Successivamente la Sala dei Notari ha fatto da cornice alla consegna a Croce Rossa e Protezione civile dei torcoli di San Costanzo donati da 15 forni perugini, alla presenza anche di rappresentanti di Cna, Confartigianato e Confcommercio Perugia. Ha introdoto la cerimoniaEmilio Buchicchio, dirigente dell’Unità operativa Segreteria Organi istituzionali e Comunicazione.   L’assessore Pastorelli ha consegnato una pergamena di ringraziamento a Luigi Faffa, in qualità di presidente dell’Associazione panificatori e pasticceri di Perugia e come rappresentante delle attività che hanno aderito all’iniziativa benefica per San Costanzo (Faffa dal 1851 Il Fornaio, Il Forno di Fontignano di Gabrielli Marilena, Centro Commerciale Emisfero Perugia, Industria dolciaria Piselli, Co.Fo.Pa, Santino - L’arte del pane e del dolce, Alunni Pasticceria, Pasticceria Antica Perugia, Pasticceria Cerquiglini, Gionangeli Panetteria, Pasticceria Lucaroni, Pasticceria Etrusca, Da Severo Bottega Bistrot, Pasticceria Fiorucci, Pasticceria Piazza Settevalli). Il giorno prima della festa  l’assessore al commercio ha ritirato personalmente 135 torcoli portando il saluto e la riconoscenza dell’amministrazione a tutte attività che hanno aderito all’iniziativa. Pergamene di ringraziamento sono state consegnate anche alle associazioni di Protezione civile (Gruppo comunale Perusia, E.I.T.A.L. Protezione Civile, Cisom, Raggruppamento Speciale di Protezione Civile, Associazione Nazionale Carabinieri, La rosa dell’Umbria, Associazione Volontari Carabinieri in congedo, Polisportiva Polizia Perugia, Gruppo Protezione Civile Corciano, Misericordia PG-Olmo) “per l’instancabile e preziosa attività profusa in aiuto e sostegno alla cittadinanza nei periodi di particolare criticità e di emergenza sanitaria”. Un ringraziamento è andato anche alle società di atletica (Atletica Capanne Pro Loco Athletic Team e Atletica Avis, guidate rispettivamente da Sauro Mencaroni e Enrico Pompei) che organizzano la prima edizione della Corsa di San Costanzo in centro storico, “un evento - secondo Pastorelli - che si candida anche per il futuro ad arricchire il programma di questa ricorrenza così sentita dai perugini”.

Le celebrazioni aperte con i Primi Vespri e l'offerta dei doni

La festa si è aperta ieri senza la tradizionale “luminaria” che partiva da palazzo dei Priori per giungere alla basilica di San Costanzo per  la celebrazione dei Primi Vespri e l'offerta del Cero votivo da parte della città. [gallery columns="2" td_select_gallery_slide="slide" ids="64693,64718,64694,64696"] L'Arcivescovo Cardinale Gualtiero Basseti ed il sindaco di Perugia Andrea Romizi si sono ritrovati direttamente in San Costanzo attesi da non più di 30 fedeli, e la celebrazione è stata  trasmessa in diretta sul canale YouTube del settimanale La Voce. https://www.youtube.com/watch?v=JZzYOQmOLG8

Mancanza di popolo

“Una delle sofferenze più grandi che ha causato la pandemia, a noi che rappresentiamo le Istituzioni, è la mancanza del popolo. Abbiamo perso il contatto con il nostro popolo”. Ad evidenziarlo è stato il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, rivolgendosi al sindaco di Perugia, Andrea Romizi, all’inizio dell’omelia della celebrazione dei Primi Vespri

Chiesa in cammino sinodale

Il cardinale si è poi soffermato sui contenuti della sua ultima lettera rivolta alla comunità diocesana, all’inizio del nuovo anno, nel dire: “La pandemia ha di nuovo complicato l’esser vicino alla gente e per questo ho voluto portare una parola di amicizia e di conforto a tutta la diocesi, attraverso una lettera, per starle vicino ed esprimerle il mio amore. Ho desiderato, in particolar modo, ricordare, con le parole di papa Francesco, come deve porsi la Chiesa in un cammino sinodale facendo suoi i tratti di disinteresse, di umiltà, di beatitudini, oltre ad essere una Chiesa che sa anche riconoscere l’azione di Dio nei suoi confronti e nei confronti del mondo”. Il Cardinale Bassetti ha concluso la liturgia con l'orazione finale dei Primi Vespri scritta dal suo predecessore, l’arcivescovo Giuseppe Chiaretti, tornato alla Casa del Padre lo scorso 2 dicembre.

Offerta dei doni simbolo

Durante i Primi Vespri sono stati offerti in onore del Santo Patrono i “doni simbolo” della testimonianza cristiana e della tradizione della città: la corona d’alloro, da parte della polizia municipale; il cero votivo, da parte del sindaco; il torcolo (dolce tipico della festa), da parte dei commercianti ed artigiani; il vinsanto, da parte di due giovani sposi affinché la famiglia continui a essere fondamento del vivere sociale; l’incenso, da parte del Consiglio pastorale parrocchiale, come “segno dell’annuncio del Vangelo…, fermento di speranza e di pace”. https://www.youtube.com/watch?v=JZzYOQmOLG8        ]]>
“Un torcolo per dire grazie”: conclusa la raccolta fondi di san Costanzo https://www.lavoce.it/un-torcolo-per-dire-grazie-conclusa-la-raccolta-fondi-di-san-costanzo/ Wed, 10 Mar 2021 19:05:36 +0000 https://www.lavoce.it/?p=59460 Il sindaco di Perugia con i rappresentanti del Comune e dell'ospedale di Perugia davanti all'ingresso del Santa maria della Misericordia

Si è conclusa la raccolta fondi curata dai forni e dalle pasticcerie della città di Perugia che ha preso il via durante le celebrazioni del patrono san Costanzo

L’iniziativa nata per sostenere il nosocomio e il personale sanitario, in prima linea per combattere la pandemia, presso l’ospedale “Santa Maria della Misericordia” ha visto il Comune di Perugia e il Forno Faffa quali ideatori dell’evento insieme ai forni e alle pasticcerie della città scese in campo per raccogliere la somma di  2.666,49 euro.

Confcommercio, Confartigianato e Cna, che da anni collaborano alle celebrazioni del santo Patrono, si sono fatte parte attiva nella raccolta fondi e insieme agli esercenti sono scesi in campo per questo gesto di solidarietà. 

“Ringrazio tutte le attività commerciali che hanno partecipato alla raccolta fondi per l’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia - sottolinea l’assessore al commercio Clara Pastorelli. La loro presenza insieme al Comune di Perugia che ha donato i torcoli al  personale sanitario ha rappresentato un momento di condivisione e di vicinanza  in questa celebrazione di San Costanzo così segnata dalla pandemia. E’ stata una celebrazione diversa dal solito ma comunque significativa, un segnale di vicinanza per chi lavora con fatica ogni giorno in prima linea contro l’emergenza. I fondi raccolti dai forni e dalle pasticcerie e dai tanti cittadini che hanno donato hanno permesso l’acquisto di un ventilatore polmonare da donare all’ospedale Santa Maria della Misericordia.”

I  forni che hanno aderito all’evento di San Costanzo 2021 sono: Co.Fo.Pa. Soc. Coop.r.l.; Faffa dal 1851 il Fornaio; Forno Gabrielli Morena; Industria Dolciaria Piselli Junior; Panetteria Alunni Gianfranco e Figli; Panetteria Pasticceria Antica Perugia; Panetteria Pasticceria Cerquiglini S.N.C.; Panetteria Pasticceria Lucaroni; Pasticceria Etrusca Snc; Fiorucci Forno San Sisto; Forno Deliziosi Pasticci; Forno Gmf L’Emisfero; Forno L’Arte Del Pane Di Santino; Forno Gionangeli Adelio; Da Severo Bottega Bistrot e Pasticceria Piazza Settevalli.

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Il sindaco di Perugia con i rappresentanti del Comune e dell'ospedale di Perugia davanti all'ingresso del Santa maria della Misericordia

Si è conclusa la raccolta fondi curata dai forni e dalle pasticcerie della città di Perugia che ha preso il via durante le celebrazioni del patrono san Costanzo

L’iniziativa nata per sostenere il nosocomio e il personale sanitario, in prima linea per combattere la pandemia, presso l’ospedale “Santa Maria della Misericordia” ha visto il Comune di Perugia e il Forno Faffa quali ideatori dell’evento insieme ai forni e alle pasticcerie della città scese in campo per raccogliere la somma di  2.666,49 euro.

Confcommercio, Confartigianato e Cna, che da anni collaborano alle celebrazioni del santo Patrono, si sono fatte parte attiva nella raccolta fondi e insieme agli esercenti sono scesi in campo per questo gesto di solidarietà. 

“Ringrazio tutte le attività commerciali che hanno partecipato alla raccolta fondi per l’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia - sottolinea l’assessore al commercio Clara Pastorelli. La loro presenza insieme al Comune di Perugia che ha donato i torcoli al  personale sanitario ha rappresentato un momento di condivisione e di vicinanza  in questa celebrazione di San Costanzo così segnata dalla pandemia. E’ stata una celebrazione diversa dal solito ma comunque significativa, un segnale di vicinanza per chi lavora con fatica ogni giorno in prima linea contro l’emergenza. I fondi raccolti dai forni e dalle pasticcerie e dai tanti cittadini che hanno donato hanno permesso l’acquisto di un ventilatore polmonare da donare all’ospedale Santa Maria della Misericordia.”

I  forni che hanno aderito all’evento di San Costanzo 2021 sono: Co.Fo.Pa. Soc. Coop.r.l.; Faffa dal 1851 il Fornaio; Forno Gabrielli Morena; Industria Dolciaria Piselli Junior; Panetteria Alunni Gianfranco e Figli; Panetteria Pasticceria Antica Perugia; Panetteria Pasticceria Cerquiglini S.N.C.; Panetteria Pasticceria Lucaroni; Pasticceria Etrusca Snc; Fiorucci Forno San Sisto; Forno Deliziosi Pasticci; Forno Gmf L’Emisfero; Forno L’Arte Del Pane Di Santino; Forno Gionangeli Adelio; Da Severo Bottega Bistrot e Pasticceria Piazza Settevalli.

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Il Capitolo della Cattedrale di Orvieto ha festeggiato il suo patrono San Costanzo https://www.lavoce.it/il-capitolo-della-cattedrale-di-orvieto-ha-festeggiato-il-suo-patrono-san-costanzo/ Sat, 30 Jan 2021 17:28:39 +0000 https://www.lavoce.it/?p=59057

ORVIETO- Venerdì 29 gennaio, il Capitolo della Cattedrale di Orvieto ha onorato il suo patrono, San Costanzo vescovo e martire, con una solenne concelebrazione presieduta dal vescovo di Orvieto-Todi Gualtiero Sigismondi, che non ha nascosto la gioia di ritrovare nella diocesi che da pochi mesi lo ha accolto un santo così caro al popolo di Perugia. "Interpreto questo segno -ha detto, infatti, monsignor Sigismondi- come una carezza regalatami da Dio". San Costanzo, secondo la tradizione, fu il primo vescovo di Perugia e subì il martirio durante la persecuzione di Marco Aurelio, dopo aver sostenuto estenuanti tormenti, nei pressi della località denominata il trivio presso Foligno. Il corpo traslato nella città di Perugia fu sepolto dove attualmente sorge la chiesa a lui dedicata, consacrata nel 1205 dal vescovo Viviano. Non sappiamo di preciso come il culto di questo santo sia giunto fino ad Orvieto, ma nel XIII secolo esisteva già una chiesa a lui dedicata, di proprietà del Capitolo, poi demolita insieme alla vecchia Cattedrale, per far posto alla fabbrica del nuovo maestoso Duomo. Ancora oggi, all’interno di quest’ultimo, è venerata una sua reliquia e il santo è rappresentato con una statua, opera di Fabiano Toti datata 1598 e facente parte del ciclo scultoreo dei Santi protettori di Orvieto da poco ricollocato all’interno della Basilica. Al termine della celebrazione, il Vescovo ha presieduto la riunione del Capitolo con l’immissione di tre nuovi canonici: don Claudio Gargagli, don Piero Brancaccia e don Henry Nicole Ybga Matip. Monsignor Sigismondi ha sottolineato l’importanza che riveste il Capitolo di una Cattedrale come quella orvietana, meta non solo di molti turisti ma anche di numerosi pellegrini provenienti da ogni parte del mondo e di numerosi fedeli che, anche dai paesi limitrofi, vi si recano per le celebrazioni liturgiche e il servizio prezioso e insostituibile del sacramento della Riconciliazione. Proprio nell’ottica di un migliore servizio alla città e al territorio, il Capitolo ha anche deciso unanimemente di prendersi cura anche della chiesa di San Giuseppe, patrono, con la Vergine Assunta, della Città di Orvieto e, insieme a San Fortunato, dell’intera Diocesi. Tale chiesa, cara al popolo di Orvieto, sarà anche il cuore degli eventi dell’anno di San Giuseppe che Papa Francesco ha indetto per questo 2021. I fedeli si vedranno impegnati in appuntamenti di preghiera e di catechesi già a partire dalla prossima Quaresima che, straordinariamente, vedrà l’avvicendarsi delle parrocchie del centro urbano e del suburbio per la novena al Santo nel prossimo mese di marzo.]]>

ORVIETO- Venerdì 29 gennaio, il Capitolo della Cattedrale di Orvieto ha onorato il suo patrono, San Costanzo vescovo e martire, con una solenne concelebrazione presieduta dal vescovo di Orvieto-Todi Gualtiero Sigismondi, che non ha nascosto la gioia di ritrovare nella diocesi che da pochi mesi lo ha accolto un santo così caro al popolo di Perugia. "Interpreto questo segno -ha detto, infatti, monsignor Sigismondi- come una carezza regalatami da Dio". San Costanzo, secondo la tradizione, fu il primo vescovo di Perugia e subì il martirio durante la persecuzione di Marco Aurelio, dopo aver sostenuto estenuanti tormenti, nei pressi della località denominata il trivio presso Foligno. Il corpo traslato nella città di Perugia fu sepolto dove attualmente sorge la chiesa a lui dedicata, consacrata nel 1205 dal vescovo Viviano. Non sappiamo di preciso come il culto di questo santo sia giunto fino ad Orvieto, ma nel XIII secolo esisteva già una chiesa a lui dedicata, di proprietà del Capitolo, poi demolita insieme alla vecchia Cattedrale, per far posto alla fabbrica del nuovo maestoso Duomo. Ancora oggi, all’interno di quest’ultimo, è venerata una sua reliquia e il santo è rappresentato con una statua, opera di Fabiano Toti datata 1598 e facente parte del ciclo scultoreo dei Santi protettori di Orvieto da poco ricollocato all’interno della Basilica. Al termine della celebrazione, il Vescovo ha presieduto la riunione del Capitolo con l’immissione di tre nuovi canonici: don Claudio Gargagli, don Piero Brancaccia e don Henry Nicole Ybga Matip. Monsignor Sigismondi ha sottolineato l’importanza che riveste il Capitolo di una Cattedrale come quella orvietana, meta non solo di molti turisti ma anche di numerosi pellegrini provenienti da ogni parte del mondo e di numerosi fedeli che, anche dai paesi limitrofi, vi si recano per le celebrazioni liturgiche e il servizio prezioso e insostituibile del sacramento della Riconciliazione. Proprio nell’ottica di un migliore servizio alla città e al territorio, il Capitolo ha anche deciso unanimemente di prendersi cura anche della chiesa di San Giuseppe, patrono, con la Vergine Assunta, della Città di Orvieto e, insieme a San Fortunato, dell’intera Diocesi. Tale chiesa, cara al popolo di Orvieto, sarà anche il cuore degli eventi dell’anno di San Giuseppe che Papa Francesco ha indetto per questo 2021. I fedeli si vedranno impegnati in appuntamenti di preghiera e di catechesi già a partire dalla prossima Quaresima che, straordinariamente, vedrà l’avvicendarsi delle parrocchie del centro urbano e del suburbio per la novena al Santo nel prossimo mese di marzo.]]>
Perugia festeggia il suo patrono Costanzo. Bassetti: “Non bisogna perdere la speranza” https://www.lavoce.it/perugia-festeggia-il-suo-patrono-costanzo-bassetti-non-bisogna-perdere-la-speranza/ Fri, 29 Jan 2021 19:11:33 +0000 https://www.lavoce.it/?p=59047

PERUGIA - Con la celebrazione eucaristica in cattedrale, la sera del 29 gennaio, si conclude la solennità del Santo patrono Costanzo, vescovo e martire, fondatore della comunità cristiana perugina. Il cardinale Gualtiero Bassetti nell’omelia: «Nel nome di san Costanzo, l’invito che mi sento di fare alla città durante questa pandemia è semplice ma forte: non bisogna mai perdere la Speranza…». «L’incremento della diffusione del virus a Perugia e nella zona del Trasimeno, non può non suscitare inquietudine e anche molti interrogativi».

Il testo integrale

Ieri sera poco dopo la celebrazione dei primi vespri nella Chiesa di san Costanzo mi sono tornate alla mente le parole del profeta Isaia quando dice: “sentinella quanto resta della notte? (Is 21, 11). In Chiesa avevo di fronte a me solo poche persone a causa della pandemia e ho ripensato a quando, durante il primo confinamento, per molte domeniche ho celebrato davanti a una telecamera. È stata un’esperienza molto dolorosa. Come pastore sento moltissimo la mancanza del popolo di Dio: uomini, donne e bambini che non sono certamente un pubblico di spettatori ma sono invece un popolo sacerdotale, profetico e regale. Come ci insegna la Lumen Gentium è la stessa Chiesa universale che si presenta come “un popolo adunato dall’unità del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”. Perciò anche in questo difficile periodo segnato dalla notte della pandemia non possiamo dimenticare che siamo un unico popolo che vive, gioisce e soffre insieme. In nome dell’unico Signore della Storia siamo anche chiamati insieme a fare sacrifici e rinunce. Quest’anno la solennità del santo patrono Costanzo la festeggeremo senza luminarie ma con gesti autentici di carità e soprattutto con l’intimità della preghiera: chiediamo al nostro patrono l’intercessione per tutte le difficoltà che stiamo attraversando e per tutti i nostri cari che sono morti a causa dell’epidemia (nella nostra piccola umbria ci avviciniamo a 800 decessi). Stiamo attraversando indubbiamente un lungo periodo di sofferenza e di smarrimento perché nessuno è in grado di dirci a che punto siamo della notte. Ma sono altrettanto sicuro che se conserviamo salda la nostra fede “l’alba arriverà”. E quell’alba sarà una risurrezione. Non casualmente, nella prima lettura di oggi, Isaia afferma che il Signore lo “ha mandato a portare il lieto annunzio ai miseri” e “a consolare gli afflitti”. Mai come in questo momento le parole del profeta sono straordinariamente attuali per la città di Perugia. I dati della pandemia sulla nostra città, infatti, non possono non destare preoccupazione e timore. L’incremento della diffusione del virus a Perugia e nella zona del Trasimeno, in maggiore misura rispetto alle altre zone della regione, non può non suscitare inquietudine e anche molti interrogativi sul nostro stile di vita. Come arcivescovo di questa diocesi mi sento di dover esortare tutti i fedeli ad esercitare la virtù cardinale della prudenza. Una virtù importantissima per la condotta morale di ogni cristiano che non significa, come alcuni pensano, che l’uomo prudente è un uomo poco coraggioso o addirittura un vile. La prudenza, all’opposto, invita il cristiano a discernere, in ogni circostanza della vita, qual è il vero bene alla luce della sapienza di Dio. La prudenza esorta il cristiano a comportarsi in modo realistico senza farsi trascinare dalle passioni e a difendere, sempre, i più deboli. Cari fratelli e sorelle occorre salvaguardare i nostri anziani, i nostri malati, i nostri disabili. Ma occorre difendere anche le nostre famiglie, le nostre aziende e le nostre comunità dalla crisi economica causata dalla pandemia. Non possiamo permettere che si affermi una mentalità individualista nei confronti dei nostri fratelli e delle nostre sorelle più fragili. E al tempo stesso non possiamo abbandonare tutti coloro che stanno soffrendo a causa della crisi economica. Per questi motivi siamo chiamati ad annunziare la buona novella con ancora più amore e soprattutto con più creatività. Ricordandoci, come ci ammonisce il Vangelo di oggi, di amarci gli uni gli altri come Gesù ha amato noi e, soprattutto, che è stato il Signore a sceglierci e non c’è nessun particolare merito nostro nell’avere aderito a Cristo. Oggi siamo chiamati a farci testimoni dell’amore di Dio come ha fatto il nostro Santo Patrono Costanzo che, con la predicazione e il martirio, portò i nostri padri alla conoscenza di Cristo e fece nascere, fecondata dal suo sangue, questa nostra Chiesa, che ancor oggi continua ad annunciare Cristo e a proclamare le meraviglie di Dio. Costanzo fu autentico annunciatore del Vangelo, portando il lieto annuncio della salvezza, fasciando le piaghe dei cuori spezzati. Dal suo martirio e dai frutti della sua vita santa, emerge la vera identità della città di Perugia fondata sulla testimonianza dei nostri santi, perché le nostre radici sono profondamente cristiane. Perugia è stata nei secoli una città operosa, solidale e accogliente che, tutti assieme, dobbiamo amare, valorizzare e consegnare alle future generazioni. Questa città ha sempre dato ampia importanza al rispetto tra i popoli e alla solidarietà. Perugia è sempre stata, sin dalle sue origini, uno straordinario crocevia di esperienze umane e di storie diverse. Nel nome di san Costanzo, l’invito che mi sento di fare alla città durante questa pandemia è semplice ma forte: non bisogna mai perdere la Speranza. Anche se oggi non sappiamo rispondere alla domanda che abbiamo rivolto alla sentinella sulla durata della notte, noi sappiamo certamente che la luce risorgerà e quella luce è Cristo. In questo periodo dobbiamo convivere ancora con un nemico: il virus. Non è sufficiente. Dobbiamo ribaltare anche il nostro modo di pensare. Occorre un nuovo stile di vita che domani ci permetterà di mettere al centro della nostra esistenza una fede più limpida e, al tempo stesso, la testimonianza di un amore fraterno più solido e puro.

La fotogallery

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Rivedi la celebrazione eucaristica

https://www.youtube.com/watch?v=JEHrQs3_UNQ]]>

PERUGIA - Con la celebrazione eucaristica in cattedrale, la sera del 29 gennaio, si conclude la solennità del Santo patrono Costanzo, vescovo e martire, fondatore della comunità cristiana perugina. Il cardinale Gualtiero Bassetti nell’omelia: «Nel nome di san Costanzo, l’invito che mi sento di fare alla città durante questa pandemia è semplice ma forte: non bisogna mai perdere la Speranza…». «L’incremento della diffusione del virus a Perugia e nella zona del Trasimeno, non può non suscitare inquietudine e anche molti interrogativi».

Il testo integrale

Ieri sera poco dopo la celebrazione dei primi vespri nella Chiesa di san Costanzo mi sono tornate alla mente le parole del profeta Isaia quando dice: “sentinella quanto resta della notte? (Is 21, 11). In Chiesa avevo di fronte a me solo poche persone a causa della pandemia e ho ripensato a quando, durante il primo confinamento, per molte domeniche ho celebrato davanti a una telecamera. È stata un’esperienza molto dolorosa. Come pastore sento moltissimo la mancanza del popolo di Dio: uomini, donne e bambini che non sono certamente un pubblico di spettatori ma sono invece un popolo sacerdotale, profetico e regale. Come ci insegna la Lumen Gentium è la stessa Chiesa universale che si presenta come “un popolo adunato dall’unità del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”. Perciò anche in questo difficile periodo segnato dalla notte della pandemia non possiamo dimenticare che siamo un unico popolo che vive, gioisce e soffre insieme. In nome dell’unico Signore della Storia siamo anche chiamati insieme a fare sacrifici e rinunce. Quest’anno la solennità del santo patrono Costanzo la festeggeremo senza luminarie ma con gesti autentici di carità e soprattutto con l’intimità della preghiera: chiediamo al nostro patrono l’intercessione per tutte le difficoltà che stiamo attraversando e per tutti i nostri cari che sono morti a causa dell’epidemia (nella nostra piccola umbria ci avviciniamo a 800 decessi). Stiamo attraversando indubbiamente un lungo periodo di sofferenza e di smarrimento perché nessuno è in grado di dirci a che punto siamo della notte. Ma sono altrettanto sicuro che se conserviamo salda la nostra fede “l’alba arriverà”. E quell’alba sarà una risurrezione. Non casualmente, nella prima lettura di oggi, Isaia afferma che il Signore lo “ha mandato a portare il lieto annunzio ai miseri” e “a consolare gli afflitti”. Mai come in questo momento le parole del profeta sono straordinariamente attuali per la città di Perugia. I dati della pandemia sulla nostra città, infatti, non possono non destare preoccupazione e timore. L’incremento della diffusione del virus a Perugia e nella zona del Trasimeno, in maggiore misura rispetto alle altre zone della regione, non può non suscitare inquietudine e anche molti interrogativi sul nostro stile di vita. Come arcivescovo di questa diocesi mi sento di dover esortare tutti i fedeli ad esercitare la virtù cardinale della prudenza. Una virtù importantissima per la condotta morale di ogni cristiano che non significa, come alcuni pensano, che l’uomo prudente è un uomo poco coraggioso o addirittura un vile. La prudenza, all’opposto, invita il cristiano a discernere, in ogni circostanza della vita, qual è il vero bene alla luce della sapienza di Dio. La prudenza esorta il cristiano a comportarsi in modo realistico senza farsi trascinare dalle passioni e a difendere, sempre, i più deboli. Cari fratelli e sorelle occorre salvaguardare i nostri anziani, i nostri malati, i nostri disabili. Ma occorre difendere anche le nostre famiglie, le nostre aziende e le nostre comunità dalla crisi economica causata dalla pandemia. Non possiamo permettere che si affermi una mentalità individualista nei confronti dei nostri fratelli e delle nostre sorelle più fragili. E al tempo stesso non possiamo abbandonare tutti coloro che stanno soffrendo a causa della crisi economica. Per questi motivi siamo chiamati ad annunziare la buona novella con ancora più amore e soprattutto con più creatività. Ricordandoci, come ci ammonisce il Vangelo di oggi, di amarci gli uni gli altri come Gesù ha amato noi e, soprattutto, che è stato il Signore a sceglierci e non c’è nessun particolare merito nostro nell’avere aderito a Cristo. Oggi siamo chiamati a farci testimoni dell’amore di Dio come ha fatto il nostro Santo Patrono Costanzo che, con la predicazione e il martirio, portò i nostri padri alla conoscenza di Cristo e fece nascere, fecondata dal suo sangue, questa nostra Chiesa, che ancor oggi continua ad annunciare Cristo e a proclamare le meraviglie di Dio. Costanzo fu autentico annunciatore del Vangelo, portando il lieto annuncio della salvezza, fasciando le piaghe dei cuori spezzati. Dal suo martirio e dai frutti della sua vita santa, emerge la vera identità della città di Perugia fondata sulla testimonianza dei nostri santi, perché le nostre radici sono profondamente cristiane. Perugia è stata nei secoli una città operosa, solidale e accogliente che, tutti assieme, dobbiamo amare, valorizzare e consegnare alle future generazioni. Questa città ha sempre dato ampia importanza al rispetto tra i popoli e alla solidarietà. Perugia è sempre stata, sin dalle sue origini, uno straordinario crocevia di esperienze umane e di storie diverse. Nel nome di san Costanzo, l’invito che mi sento di fare alla città durante questa pandemia è semplice ma forte: non bisogna mai perdere la Speranza. Anche se oggi non sappiamo rispondere alla domanda che abbiamo rivolto alla sentinella sulla durata della notte, noi sappiamo certamente che la luce risorgerà e quella luce è Cristo. In questo periodo dobbiamo convivere ancora con un nemico: il virus. Non è sufficiente. Dobbiamo ribaltare anche il nostro modo di pensare. Occorre un nuovo stile di vita che domani ci permetterà di mettere al centro della nostra esistenza una fede più limpida e, al tempo stesso, la testimonianza di un amore fraterno più solido e puro.

La fotogallery

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Rivedi la celebrazione eucaristica

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