salesiani Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/salesiani/ Settimanale di informazione regionale Thu, 17 Oct 2024 17:05:43 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg salesiani Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/salesiani/ 32 32 Cfp salesiani: un’opportunità di formazione professionalizzante https://www.lavoce.it/cfp-salesiani-unopportunita-di-formazione-professionalizzante/ https://www.lavoce.it/cfp-salesiani-unopportunita-di-formazione-professionalizzante/#respond Thu, 17 Oct 2024 17:00:35 +0000 https://www.lavoce.it/?p=78073 Studenti all'opera sui banconi all'interno di un'aula del Centro di formazione

“Salesiani per il lavoro”. Più che uno slogan, è la sintesi dell’opera dei Centri di formazione professionale (Cfp) salesiani, i cui primi bagliori risalgono a quando don Bosco, nel recarsi nei luoghi di lavoro di Torino e dintorni, vedeva all’opera tanti ragazzi, spesso nella miseria più estrema. Appartenevano a famiglie poverissime, in buona parte disadattati, orfani...  Lavoravano in condizioni disumane, senza protezioni e senza orari, analfabeti che parlavano solo il dialetto d’origine, sbandati che spesso finivano in carcere. Quello che accade anche oggi a giovani con gravi disagi.

L'avvio dei primi laboratori dei Salesiani

Da quei contesti di degrado sociale, don Bosco trovò l’ispirazione per redigere il primo contratto (1852) con datori di lavoro illuminati, stabilendo una paga più equa alla prestazione, l’orario, il giorno di riposo, ecc., ma anche creando opportunità di apprendistato. I Salesiani avviarono i primi laboratori per approfondire un mestiere in comunità in stile di famiglia. Uno stile che ancora oggi è alla base degli odierni Cfp presenti nella gran parte dei 136 Paesi dei cinque Continenti dove i Salesiani operano con proprie missioni, dalle scuole agli oratori, ai Cfp.

Centri di formazione professionale salesiani in Umbria

In Umbria i Cfp hanno tre sedi: Perugia, Foligno e Marsciano, per complessivi 350 allievi. Ai ragazzi ora i Salesiani propongono un pellegrinaggio a Torino dal 25 al 27 ottobre, nei luoghi in cui visse don Bosco e dove sorsero i primi Cfp.

Ma cosa sono i Centri di formazione professionale salesiani?

Lo chiediamo al direttore dell’istituto “Don Bosco” di Perugia, don Claudio Tuveri, delegato Cnos-Fap Umbria per i rapporti istituzionali, e al direttore generale del Cnos-Fap Umbria, ente gestore dei Cfp, Federico Massinelli.

“Innanzitutto – precisa don Claudio Tuveri – i nostri Cfp concretizzano i valori del binomio integrazione/inclusione. Un ampio progetto che è alla base del pensiero di don Bosco, oltre a creare per tanti giovani concrete opportunità di lavoro dignitoso e specializzato grazie a corsi altamente professionali. I ragazzi vengono educati a crescere per essere cittadini di domani. Chi completa i Cfp ricorda il momento del ‘buongiorno’, una riflessione quotidiana sulla vita, sui valori umani e cristiani del mondo del lavoro attraverso le testimonianze di docenti e formatori. Un progetto che ci dà la possibilità di interagire con le famiglie degli allievi. I Centri sono un esempio di integrazione/ inclusione, perché tanti allievi sono italiani di seconda generazione, di culture e religioni diverse. Ogni anno, a maggio, si preparano alla giornata interreligiosa a cui partecipa l’arcivescovo. Il prossimo anno li coinvolgeremo per la festa di Maria Ausiliatrice”.

I Cfp preparano i giovani in quali settori produttivi, e quante possibilità hanno poi di trovare lavoro?

“Purtroppo è l’offerta che supera la domanda – commenta il direttore Federico Massinelli –, cioè le richieste di manodopera da parte delle aziende sono molto superiori al numero dei qualificati che escono dai nostri Cfp. Questo è in linea con il dato nazionale, rilevato in ciascuno dei sei settori professionali che attualmente siamo in grado di offrire nelle nostre sedi in Umbria con corsi di formazione in meccanica industriale, meccanica d’auto, elettrico, termo-idraulica, ristorazione, benessereacconciature. I corsi sono di durata quadriennale, con qualifica al terzo anno, mentre al quarto conseguono il diploma professionale. Chi vuole ha la possibilità di conseguire la maturità frequentando l’ultimo anno delle scuole superiori che riconoscono il percorso svolto, perché i quadriennali rientrano nel Sistema di istruzione”.

Sta parlando della Iefp, Istruzione e formazione professionale?

“Esattamente – risponde Massinelli –, perché, oltre a qualificare professionalmente un ragazzo o una ragazza immediatamente spendibile nel mercato del lavoro, permette agli allievi di assolvere all’obbligo scolastico in attuazione della legge 30/2020, con l’allineamento all’Istruzione e formazione professionale, la Iefp. Questo ha determinato negli ultimi anni la richiesta di un gran numero di famiglie di inserire i propri figli nei nostri Cfp, ma purtroppo per gli stessi corsi e gli spazi dedicati abbiamo dovuto quest’anno non ammettere una cinquantina di domande (al primo anno) ma solo 112. La selezione è limitata alla data di presentazione della domanda; i non ammessi hanno dovuto intraprendere altre strade”.

Quindi i Cfp vivono anche delle criticità…

“Siamo alle prese con la burocrazia – commenta don Tuveri – che, a volte, ostacola la crescita delle nostre proposte formative. Criticità si registrano nella tempistica, troppo lunga, con cui ci vengono erogati i finanziamenti pubblici. Il Cnos-Fap punta sul personale docente e formativo stabile per poter offrire una formazione di qualità nell’aderire al contratto nazionale della formazione professionale”.

E la Chiesa particolare fa sentire la sua vicinanza a quest’opera formativa?

“La comunità diocesana – sottolinea don Tuveri – è da sempre attenta, interessata alla nostra opera, educativa prima ancora che formativa. Non sono mancate negli anni le occasioni per valorizzarla e tutelarla anche come Chiesa locale. Il nostro presente e futuro sta particolarmente a cuore all’arcivescovo Ivan Maffeis, e prima di lui già al cardinale Gualtiero Bassetti. Questo è per noi un sostegno, unincoraggiamento importante per il prosieguo dell’opera educativa e formativa fondata sugli insegnamenti di don Giovanni Bosco”.

]]>
Studenti all'opera sui banconi all'interno di un'aula del Centro di formazione

“Salesiani per il lavoro”. Più che uno slogan, è la sintesi dell’opera dei Centri di formazione professionale (Cfp) salesiani, i cui primi bagliori risalgono a quando don Bosco, nel recarsi nei luoghi di lavoro di Torino e dintorni, vedeva all’opera tanti ragazzi, spesso nella miseria più estrema. Appartenevano a famiglie poverissime, in buona parte disadattati, orfani...  Lavoravano in condizioni disumane, senza protezioni e senza orari, analfabeti che parlavano solo il dialetto d’origine, sbandati che spesso finivano in carcere. Quello che accade anche oggi a giovani con gravi disagi.

L'avvio dei primi laboratori dei Salesiani

Da quei contesti di degrado sociale, don Bosco trovò l’ispirazione per redigere il primo contratto (1852) con datori di lavoro illuminati, stabilendo una paga più equa alla prestazione, l’orario, il giorno di riposo, ecc., ma anche creando opportunità di apprendistato. I Salesiani avviarono i primi laboratori per approfondire un mestiere in comunità in stile di famiglia. Uno stile che ancora oggi è alla base degli odierni Cfp presenti nella gran parte dei 136 Paesi dei cinque Continenti dove i Salesiani operano con proprie missioni, dalle scuole agli oratori, ai Cfp.

Centri di formazione professionale salesiani in Umbria

In Umbria i Cfp hanno tre sedi: Perugia, Foligno e Marsciano, per complessivi 350 allievi. Ai ragazzi ora i Salesiani propongono un pellegrinaggio a Torino dal 25 al 27 ottobre, nei luoghi in cui visse don Bosco e dove sorsero i primi Cfp.

Ma cosa sono i Centri di formazione professionale salesiani?

Lo chiediamo al direttore dell’istituto “Don Bosco” di Perugia, don Claudio Tuveri, delegato Cnos-Fap Umbria per i rapporti istituzionali, e al direttore generale del Cnos-Fap Umbria, ente gestore dei Cfp, Federico Massinelli.

“Innanzitutto – precisa don Claudio Tuveri – i nostri Cfp concretizzano i valori del binomio integrazione/inclusione. Un ampio progetto che è alla base del pensiero di don Bosco, oltre a creare per tanti giovani concrete opportunità di lavoro dignitoso e specializzato grazie a corsi altamente professionali. I ragazzi vengono educati a crescere per essere cittadini di domani. Chi completa i Cfp ricorda il momento del ‘buongiorno’, una riflessione quotidiana sulla vita, sui valori umani e cristiani del mondo del lavoro attraverso le testimonianze di docenti e formatori. Un progetto che ci dà la possibilità di interagire con le famiglie degli allievi. I Centri sono un esempio di integrazione/ inclusione, perché tanti allievi sono italiani di seconda generazione, di culture e religioni diverse. Ogni anno, a maggio, si preparano alla giornata interreligiosa a cui partecipa l’arcivescovo. Il prossimo anno li coinvolgeremo per la festa di Maria Ausiliatrice”.

I Cfp preparano i giovani in quali settori produttivi, e quante possibilità hanno poi di trovare lavoro?

“Purtroppo è l’offerta che supera la domanda – commenta il direttore Federico Massinelli –, cioè le richieste di manodopera da parte delle aziende sono molto superiori al numero dei qualificati che escono dai nostri Cfp. Questo è in linea con il dato nazionale, rilevato in ciascuno dei sei settori professionali che attualmente siamo in grado di offrire nelle nostre sedi in Umbria con corsi di formazione in meccanica industriale, meccanica d’auto, elettrico, termo-idraulica, ristorazione, benessereacconciature. I corsi sono di durata quadriennale, con qualifica al terzo anno, mentre al quarto conseguono il diploma professionale. Chi vuole ha la possibilità di conseguire la maturità frequentando l’ultimo anno delle scuole superiori che riconoscono il percorso svolto, perché i quadriennali rientrano nel Sistema di istruzione”.

Sta parlando della Iefp, Istruzione e formazione professionale?

“Esattamente – risponde Massinelli –, perché, oltre a qualificare professionalmente un ragazzo o una ragazza immediatamente spendibile nel mercato del lavoro, permette agli allievi di assolvere all’obbligo scolastico in attuazione della legge 30/2020, con l’allineamento all’Istruzione e formazione professionale, la Iefp. Questo ha determinato negli ultimi anni la richiesta di un gran numero di famiglie di inserire i propri figli nei nostri Cfp, ma purtroppo per gli stessi corsi e gli spazi dedicati abbiamo dovuto quest’anno non ammettere una cinquantina di domande (al primo anno) ma solo 112. La selezione è limitata alla data di presentazione della domanda; i non ammessi hanno dovuto intraprendere altre strade”.

Quindi i Cfp vivono anche delle criticità…

“Siamo alle prese con la burocrazia – commenta don Tuveri – che, a volte, ostacola la crescita delle nostre proposte formative. Criticità si registrano nella tempistica, troppo lunga, con cui ci vengono erogati i finanziamenti pubblici. Il Cnos-Fap punta sul personale docente e formativo stabile per poter offrire una formazione di qualità nell’aderire al contratto nazionale della formazione professionale”.

E la Chiesa particolare fa sentire la sua vicinanza a quest’opera formativa?

“La comunità diocesana – sottolinea don Tuveri – è da sempre attenta, interessata alla nostra opera, educativa prima ancora che formativa. Non sono mancate negli anni le occasioni per valorizzarla e tutelarla anche come Chiesa locale. Il nostro presente e futuro sta particolarmente a cuore all’arcivescovo Ivan Maffeis, e prima di lui già al cardinale Gualtiero Bassetti. Questo è per noi un sostegno, unincoraggiamento importante per il prosieguo dell’opera educativa e formativa fondata sugli insegnamenti di don Giovanni Bosco”.

]]>
https://www.lavoce.it/cfp-salesiani-unopportunita-di-formazione-professionalizzante/feed/ 0
La processione per la festa di Maria Ausiliatrice si rinnova dopo un secolo https://www.lavoce.it/la-processione-e-festa-di-maria-ausiliatrice-si-rinnova-dopo-un-secolo/ https://www.lavoce.it/la-processione-e-festa-di-maria-ausiliatrice-si-rinnova-dopo-un-secolo/#respond Wed, 31 May 2023 13:26:26 +0000 https://www.lavoce.it/?p=71814 antica statua di maria ausiliatrice

"E’ uno spettacolo nuovo per Perugia. Questa è l’impressione che suscitò cento anni fa, il 4 giugno 1923, la prima processione e festa di Maria Ausiliatrice per i vicoli del Borgo Sant’Angelo di Perugia".

A sottolinearlo è don Claudio Tuveri (SdB), direttore dell’Istituto Salesiano Don Bosco del capoluogo umbro, nell’annunciare il ritorno di questa processione mariana nel suggestivo borgo medioevale di Porta Sant’Angelo, domenica 4 giugno, con ritrovo, alle ore 17.15, presso il tempio di Sant’Angelo.

La processione percorrerà corso Garibaldi, sostando con preghiere davanti ai monasteri femminili di clausura di Sant’Agnese, della Beata Colomba e di Santa Caterina, per concludersi nella chiesa di Sant’Agostino dove, alle ore 18, si terrà la celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, Ivan Maffeis. Al termine, nella piazza antistante, le filarmoniche di Pretola e di Torgiano onoreranno Maria Ausiliatrice con un concerto bandistico.

Sarà portata in processione l’antica statua mariana giunta da Roma nel 1923, pochi mesi dopo l’arrivo a Perugia dei primi tre salesiani, oggi custodita nella basilica di San Prospero interna all’Istituto Don Bosco.

Cento anni di futuro

L’atteso evento religioso e socio-aggregativo del prossimo 4 giugno è stato promosso dalla Famiglia Salesiana - sacerdoti, cooperatori ed ex allievi coordinati dal direttore don Tuveri, come appuntamento conclusivo del primo centenario di presenza dei figli di Don Bosco a Perugia (1922-2022). Anniversario molto sentito e partecipato con diverse iniziative rivolte al futuro, facendo prezioso tesoro del passato, il cui slogan è Cento anni di futuro (titolo dato al volume commemorativo del centenario); iniziative che, in questi mesi, hanno coinvolto le Istituzioni civili e religiose.

"Ricorderemo per molto tempo l’accoglienza della nostra città riservata al Rettor Maggiore - ricorda il professor Fausto Santeusanio, presidente dell’Unione ex allievi salesiani- al quale il sindaco Andrea Romizi, il 20 giugno, ha consegnato l’onorificenza della Iscrizione dell’Istituto Salesiano all’Albo d’Oro della città.

Il 2 ottobre, giorno dell’arrivo dei primi salesiani a Perugia nel 1922, sono state apposte due targhe a ricordo nella sede del Penna Ricci".

Quella del centenario è stata anche una proficua occasione per richiamare l’attenzione delle attività educativo-formative per giovani dell’Istituto Don Bosco, come il Centro di Formazione Professionale (CNOS-FAP) e l’Oratorio Salesiano con il suo Centro sportivo.

Condividere un profondo senso di appartenenza

Ritornando al centenario della processione e festa di Maria Ausiliatrice, interessante è la testimonianza storico-sociale e religiosa giunta fin quasi a noi, narrata dal direttore don Claudio Tuveri e dal professor Fausto Santeusanio.

"I quaderni della cronaca del 1923 -commenta il sacerdote- conservati presso l’archivio del nostro Istituto, registrano questo evento come un segno di speranza per il futuro. Dopo più di sessant' anni di chiusure, timori, contrapposizioni (sorte a seguito del periodo risorgimentale), quella processione, animata dal simulacro dell’Ausiliatrice, riportò il gusto della festa, del vivere la dimensione della comunità. Le famiglie con i loro bambini, ragazzi e giovani furono protagoniste. L’antico Oratorio Don Bosco del Penna Ricci fu il centro e il laboratorio di svariate iniziative quotidiane: lo sport, la musica, il teatro… Iniziative che accesero la gioia e il gusto di sentirsi corresponsabili e diedero a tutta la comunità perugina la soddisfazione di condividere un profondo senso di appartenenza".

Necessità di riscoprire il valore della partecipazione

"Oggi stiamo attraversando un tempo -sottolinea don Tuveri- dove le persone, adulti e giovani, respirano una sensazione di smarrimento e di nostalgia per i valori che costruisco il tessuto comunitario e aiutano a riscoprire l’autentico senso della festa. Lo stile di vita piuttosto individualista e circoscritto ai propri interessi producono isolamento e solitudine; abbiamo tutti necessità di riscoprire il valore della condivisione e della partecipazione".

Suscitare un nuovo entusiasmo nella popolazione

"Le cronache di cento anni fa -ricorda Santeusanio- fra cui Il Corriere d’Italia e L’Osservatore Romano, parlano della presenza di dodici -quindici mila perugini alla prima processione e festa della Madonna Ausiliatrice.

Il prossimo 4 giugno non saremo così tanti, in un secolo l’antico borgo Sant’Angelo si è svuotato di perugini, certamente auspichiamo una partecipazione numerosa di popolo di Dio. Tutta la Famiglia Salesiana di Perugia, con l’evento del 4 giugno dedicato a Maria Ausiliatrice, vuole suscitare un nuovo entusiasmo nella popolazione e ripristinare una bella tradizione che in passato ha inciso sulla vita religiosa e sociale della nostra città".

]]>
antica statua di maria ausiliatrice

"E’ uno spettacolo nuovo per Perugia. Questa è l’impressione che suscitò cento anni fa, il 4 giugno 1923, la prima processione e festa di Maria Ausiliatrice per i vicoli del Borgo Sant’Angelo di Perugia".

A sottolinearlo è don Claudio Tuveri (SdB), direttore dell’Istituto Salesiano Don Bosco del capoluogo umbro, nell’annunciare il ritorno di questa processione mariana nel suggestivo borgo medioevale di Porta Sant’Angelo, domenica 4 giugno, con ritrovo, alle ore 17.15, presso il tempio di Sant’Angelo.

La processione percorrerà corso Garibaldi, sostando con preghiere davanti ai monasteri femminili di clausura di Sant’Agnese, della Beata Colomba e di Santa Caterina, per concludersi nella chiesa di Sant’Agostino dove, alle ore 18, si terrà la celebrazione eucaristica presieduta dall’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, Ivan Maffeis. Al termine, nella piazza antistante, le filarmoniche di Pretola e di Torgiano onoreranno Maria Ausiliatrice con un concerto bandistico.

Sarà portata in processione l’antica statua mariana giunta da Roma nel 1923, pochi mesi dopo l’arrivo a Perugia dei primi tre salesiani, oggi custodita nella basilica di San Prospero interna all’Istituto Don Bosco.

Cento anni di futuro

L’atteso evento religioso e socio-aggregativo del prossimo 4 giugno è stato promosso dalla Famiglia Salesiana - sacerdoti, cooperatori ed ex allievi coordinati dal direttore don Tuveri, come appuntamento conclusivo del primo centenario di presenza dei figli di Don Bosco a Perugia (1922-2022). Anniversario molto sentito e partecipato con diverse iniziative rivolte al futuro, facendo prezioso tesoro del passato, il cui slogan è Cento anni di futuro (titolo dato al volume commemorativo del centenario); iniziative che, in questi mesi, hanno coinvolto le Istituzioni civili e religiose.

"Ricorderemo per molto tempo l’accoglienza della nostra città riservata al Rettor Maggiore - ricorda il professor Fausto Santeusanio, presidente dell’Unione ex allievi salesiani- al quale il sindaco Andrea Romizi, il 20 giugno, ha consegnato l’onorificenza della Iscrizione dell’Istituto Salesiano all’Albo d’Oro della città.

Il 2 ottobre, giorno dell’arrivo dei primi salesiani a Perugia nel 1922, sono state apposte due targhe a ricordo nella sede del Penna Ricci".

Quella del centenario è stata anche una proficua occasione per richiamare l’attenzione delle attività educativo-formative per giovani dell’Istituto Don Bosco, come il Centro di Formazione Professionale (CNOS-FAP) e l’Oratorio Salesiano con il suo Centro sportivo.

Condividere un profondo senso di appartenenza

Ritornando al centenario della processione e festa di Maria Ausiliatrice, interessante è la testimonianza storico-sociale e religiosa giunta fin quasi a noi, narrata dal direttore don Claudio Tuveri e dal professor Fausto Santeusanio.

"I quaderni della cronaca del 1923 -commenta il sacerdote- conservati presso l’archivio del nostro Istituto, registrano questo evento come un segno di speranza per il futuro. Dopo più di sessant' anni di chiusure, timori, contrapposizioni (sorte a seguito del periodo risorgimentale), quella processione, animata dal simulacro dell’Ausiliatrice, riportò il gusto della festa, del vivere la dimensione della comunità. Le famiglie con i loro bambini, ragazzi e giovani furono protagoniste. L’antico Oratorio Don Bosco del Penna Ricci fu il centro e il laboratorio di svariate iniziative quotidiane: lo sport, la musica, il teatro… Iniziative che accesero la gioia e il gusto di sentirsi corresponsabili e diedero a tutta la comunità perugina la soddisfazione di condividere un profondo senso di appartenenza".

Necessità di riscoprire il valore della partecipazione

"Oggi stiamo attraversando un tempo -sottolinea don Tuveri- dove le persone, adulti e giovani, respirano una sensazione di smarrimento e di nostalgia per i valori che costruisco il tessuto comunitario e aiutano a riscoprire l’autentico senso della festa. Lo stile di vita piuttosto individualista e circoscritto ai propri interessi producono isolamento e solitudine; abbiamo tutti necessità di riscoprire il valore della condivisione e della partecipazione".

Suscitare un nuovo entusiasmo nella popolazione

"Le cronache di cento anni fa -ricorda Santeusanio- fra cui Il Corriere d’Italia e L’Osservatore Romano, parlano della presenza di dodici -quindici mila perugini alla prima processione e festa della Madonna Ausiliatrice.

Il prossimo 4 giugno non saremo così tanti, in un secolo l’antico borgo Sant’Angelo si è svuotato di perugini, certamente auspichiamo una partecipazione numerosa di popolo di Dio. Tutta la Famiglia Salesiana di Perugia, con l’evento del 4 giugno dedicato a Maria Ausiliatrice, vuole suscitare un nuovo entusiasmo nella popolazione e ripristinare una bella tradizione che in passato ha inciso sulla vita religiosa e sociale della nostra città".

]]>
https://www.lavoce.it/la-processione-e-festa-di-maria-ausiliatrice-si-rinnova-dopo-un-secolo/feed/ 0
L’Istituto Don Bosco e monsignor Rocchetta iscritti all’Albo d’Oro di Perugia https://www.lavoce.it/listituto-don-bosco-e-monsignor-rocchetta-iscritti-allalbo-doro-di-perugia/ Mon, 20 Jun 2022 15:07:16 +0000 https://www.lavoce.it/?p=67387 Albo d'Oro di Perugia

L'Istituto Don Bosco e monsignor Carlo Rocchetta, tra i nuovi iscritti all'Albo d'Oro di Perugia. La decisione, deliberata nell'ultima seduta dal Consiglio comunale, è stata ufficializzata nel corso della tradizionale cerimonia alla presenza delle massime autorità civili e militari nella Sala dei Notari, a conclusione delle celebrazioni per il 20 giugno.

Le motivazioni dell'iscrizione all'Albo d'Oro di Perugia

Istituto Don Bosco

"Arrivati a Perugia nel 1922 -si legge nella motivazione dell'iscrizione- i Salesiani si sono subito calati nella vita di un rione speciale, quello di Porta Sant’Angelo, dove hanno vissuto e condiviso con slancio le ansie e le speranze della povera gente. In poco tempo si sono guadagnati la stima e l’ammirazione di tutti per la cordiale socievolezza e il modello di vita esemplare, qualità che nel tempo non sono mai venute meno e che hanno permesso loro di dedicarsi all’educazione dei giovani perugini con grande passione, lavorando con impegno sempre costante nella nostra comunità al fine di dare concretezza al sistema educativo di Don Bosco, teso a formare buoni cristiani e onesti cittadini". A ritirare il premio per l’Istituto Don Bosco è stato il Rettore maggiore della congregazione dei salesiani don Angel Fernandez Artime che, ha voluto ringraziare Perugia e le sue Istituzioni a nome delle congregazioni salesiane.

Monsignor Carlo Rocchetta

Già docente di sacramentaria alla Pontificia Università Gregoriana di Roma e alla Facoltà Teologica di Firenze, attualmente è docente presso l’Istituto Teologico di Assisi. E’ socio fondatore della Società Italiana per la Ricerca Teologica (SIRT), e dell’Accademia Internazionale della Spiritualità Matrimoniale (INTAMS) con sede a Bruxelles, oltre che direttore del Corso di Teologia Sistematica di Bologna ed autore di numerose pubblicazioni e contributi a riviste scientifiche. Nel corso del suo impegno ministeriale, ha sentito il forte desiderio di dedicarsi completamente alla famiglia e, in particolare, alle coppie in crisi e ai loro figli, ai coniugi soli e separati. Un’esigenza interiore profonda, come una vocazione nella vocazione, che lo ha portato a lasciare le cattedre e gli altri impegni a livello nazionale, per dedicarsi totalmente a questa missione o servizio. Le sue opere più recenti nascono, così, dall’attività di assistente spirituale presso il Centro Familiare Casa della Tenerezza di Perugia, che si occupa dell’accoglienza di coppie in difficoltà, della formazione alla vita coniugale e dello studio sulla teologia del matrimonio e della famiglia. Il suo messaggio la tenerezza, insieme con la misericordia, salverà il mondo ed il concetto di tenerezza intesa come un modo di pensare, di amare, di relazionarsi, sono ispirazione delle Scuole della tenerezza che si tengono a Perugia e stimolo per noi tutti ad umanizzare i rapporti interpersonali, le relazioni e la società, basandoli non sull’avere ma sull’essere”.

Il plauso dell'Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve

L'amministratore diocesano di Perugia-Città della Pieve monsignor Marco Salvi esprime il plauso e l'apprezzamento dell'Archidiocesi per l'Iscrizione all'Albo d'Oro della Città di Perugia 2022 di due importanti realtà della vita ecclesiale perugina: l'Istituto Don Bosco, di cui quest'anno ricorre il centenario della presenza dell'opera salesiana in città, e monsignor Carlo Rocchetta, fondatore della Casa della Tenerezza che si occupa dell’accoglienza di coppie in difficoltà, della formazione alla vita coniugale e dello studio sulla teologia del matrimonio e della famiglia.

"Questo riconoscimento -nota monsignor Salvi- è un segnale di attenzione importante verso due ambiti pastorali a cui l’Archidiocesi presta da sempre particolare attenzione: la formazione dei giovani e la vita coniugale.

Siamo grati al Signore per la presenza di questi due grandi e preziosi doni, che sono patrimonio dell'intera città e, l'Iscrizione all'Albo d'Oro è un atto importante che esprime valori di condivisione e di comunione, costituendo un segnale di speranza per il futuro.

Desidero esprimere tutta la mia gratitudine -conclude l’amministratore diocesano- a monsignor Carlo Rocchetta e a don Giovanni Molinari, direttore della Casa Salesiana di Perugia, e a tutti i loro collaboratori, per il grande lavoro che svolgono quotidianamente con amore e dedizione. Sono grato al sindaco Andrea Romizi e al Consiglio comunale, per l'importante riconoscimento, segno di un'ulteriore attenzione verso l'azione pastorale portata avanti dall'Archidiocesi che tiene molto alla crescita spirituale, umana e sociale del territorio diocesano".

Iscritti all'Albo d'Oro di Perugia anche il professor Alberto Grohmann e l'attore e regista Giampiero Frondini

Quella che rappresenta la massima onorificenza della città capoluogo, è stata assegnata quest'anno anche al professor Alberto Grohmann, docente emerito di Studi Economici presso l'Università di Perugia, e all'attore e regista Giampiero Frondini, storico fondatore della compagnia teatrale Fontemaggiore.]]>
Albo d'Oro di Perugia

L'Istituto Don Bosco e monsignor Carlo Rocchetta, tra i nuovi iscritti all'Albo d'Oro di Perugia. La decisione, deliberata nell'ultima seduta dal Consiglio comunale, è stata ufficializzata nel corso della tradizionale cerimonia alla presenza delle massime autorità civili e militari nella Sala dei Notari, a conclusione delle celebrazioni per il 20 giugno.

Le motivazioni dell'iscrizione all'Albo d'Oro di Perugia

Istituto Don Bosco

"Arrivati a Perugia nel 1922 -si legge nella motivazione dell'iscrizione- i Salesiani si sono subito calati nella vita di un rione speciale, quello di Porta Sant’Angelo, dove hanno vissuto e condiviso con slancio le ansie e le speranze della povera gente. In poco tempo si sono guadagnati la stima e l’ammirazione di tutti per la cordiale socievolezza e il modello di vita esemplare, qualità che nel tempo non sono mai venute meno e che hanno permesso loro di dedicarsi all’educazione dei giovani perugini con grande passione, lavorando con impegno sempre costante nella nostra comunità al fine di dare concretezza al sistema educativo di Don Bosco, teso a formare buoni cristiani e onesti cittadini". A ritirare il premio per l’Istituto Don Bosco è stato il Rettore maggiore della congregazione dei salesiani don Angel Fernandez Artime che, ha voluto ringraziare Perugia e le sue Istituzioni a nome delle congregazioni salesiane.

Monsignor Carlo Rocchetta

Già docente di sacramentaria alla Pontificia Università Gregoriana di Roma e alla Facoltà Teologica di Firenze, attualmente è docente presso l’Istituto Teologico di Assisi. E’ socio fondatore della Società Italiana per la Ricerca Teologica (SIRT), e dell’Accademia Internazionale della Spiritualità Matrimoniale (INTAMS) con sede a Bruxelles, oltre che direttore del Corso di Teologia Sistematica di Bologna ed autore di numerose pubblicazioni e contributi a riviste scientifiche. Nel corso del suo impegno ministeriale, ha sentito il forte desiderio di dedicarsi completamente alla famiglia e, in particolare, alle coppie in crisi e ai loro figli, ai coniugi soli e separati. Un’esigenza interiore profonda, come una vocazione nella vocazione, che lo ha portato a lasciare le cattedre e gli altri impegni a livello nazionale, per dedicarsi totalmente a questa missione o servizio. Le sue opere più recenti nascono, così, dall’attività di assistente spirituale presso il Centro Familiare Casa della Tenerezza di Perugia, che si occupa dell’accoglienza di coppie in difficoltà, della formazione alla vita coniugale e dello studio sulla teologia del matrimonio e della famiglia. Il suo messaggio la tenerezza, insieme con la misericordia, salverà il mondo ed il concetto di tenerezza intesa come un modo di pensare, di amare, di relazionarsi, sono ispirazione delle Scuole della tenerezza che si tengono a Perugia e stimolo per noi tutti ad umanizzare i rapporti interpersonali, le relazioni e la società, basandoli non sull’avere ma sull’essere”.

Il plauso dell'Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve

L'amministratore diocesano di Perugia-Città della Pieve monsignor Marco Salvi esprime il plauso e l'apprezzamento dell'Archidiocesi per l'Iscrizione all'Albo d'Oro della Città di Perugia 2022 di due importanti realtà della vita ecclesiale perugina: l'Istituto Don Bosco, di cui quest'anno ricorre il centenario della presenza dell'opera salesiana in città, e monsignor Carlo Rocchetta, fondatore della Casa della Tenerezza che si occupa dell’accoglienza di coppie in difficoltà, della formazione alla vita coniugale e dello studio sulla teologia del matrimonio e della famiglia.

"Questo riconoscimento -nota monsignor Salvi- è un segnale di attenzione importante verso due ambiti pastorali a cui l’Archidiocesi presta da sempre particolare attenzione: la formazione dei giovani e la vita coniugale.

Siamo grati al Signore per la presenza di questi due grandi e preziosi doni, che sono patrimonio dell'intera città e, l'Iscrizione all'Albo d'Oro è un atto importante che esprime valori di condivisione e di comunione, costituendo un segnale di speranza per il futuro.

Desidero esprimere tutta la mia gratitudine -conclude l’amministratore diocesano- a monsignor Carlo Rocchetta e a don Giovanni Molinari, direttore della Casa Salesiana di Perugia, e a tutti i loro collaboratori, per il grande lavoro che svolgono quotidianamente con amore e dedizione. Sono grato al sindaco Andrea Romizi e al Consiglio comunale, per l'importante riconoscimento, segno di un'ulteriore attenzione verso l'azione pastorale portata avanti dall'Archidiocesi che tiene molto alla crescita spirituale, umana e sociale del territorio diocesano".

Iscritti all'Albo d'Oro di Perugia anche il professor Alberto Grohmann e l'attore e regista Giampiero Frondini

Quella che rappresenta la massima onorificenza della città capoluogo, è stata assegnata quest'anno anche al professor Alberto Grohmann, docente emerito di Studi Economici presso l'Università di Perugia, e all'attore e regista Giampiero Frondini, storico fondatore della compagnia teatrale Fontemaggiore.]]>
Centenario della presenza Salesiana a Perugia aperto da una solenne celebrazione https://www.lavoce.it/centenario-della-presenza-salesiana-a-perugia-aperto-da-una-solenne-celebrazione/ Tue, 01 Feb 2022 10:44:33 +0000 https://www.lavoce.it/?p=64805 presenza salesiana perugia

Con una solenne celebrazione eucaristica, nella Cattedrale di San Lorenzo hanno preso avvio nel pomeriggio di lunedì 31 gennaio (giorno in cui la Chiesa celebra la memoria liturgica di San Giovanni Bosco), le iniziative per festeggiare il centenario della presenza Salesiana a Perugia (1922-2022). A presiedere la Santa Messa, il cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, affiancato dal vescovo ausiliare monsignor Marco Salvi, dall’arciprete della Cattedrale monsignor Fausto Sciurpa, e dal direttore dell’Istituto Salesiano don Giovanni Molinari. Hanno preso parte alla celebrazione i rappresentanti delle Istituzioni civili del capoluogo umbro e numerosi allievi ed ex allievi dell’Opera Don Bosco, animata da tre sacerdoti e da quattro coadiutori salesiani. Molto attiva è anche l’Associazione Ex Allievi, che conta circa centocinquanta iscritti, mentre trecento sono i giovani dell’Oratorio e Polisportiva Salesiana e novanta gli allievi del Cnos Fap (Centro nazionale opere salesiane-Formazione aggiornamento professionale). A quest’ultima realtà è dedicato il secondo evento del centenario, in calendario il prossimo primo aprile (ore 10), ospitato nella storica Sala dei Notari del Palazzo comunale dei Priori. Si tratta di un convegno di rilevanza nazionale dedicato al tema: Formarsi per non fermarsi. Attese e aspettative dei giovani.

"E’ molto bello, cari giovani, vedere la Cattedrale piena della vostra significativa speranza-ha sottolineato il presule nell'introdurre la celebrazione- Don Bosco vi sorride dal Cielo, come in questo momento sorride a voi, alla vostra vita, al vostro impegno, alle vostre gare sportive il vostro vescovo".

Presenza Salesiana bella e significativa

"Vogliamo celebrare i cento anni della presenza salesiana a Perugia -ha proseguito il cardinale- Cento anni sono tanti ed è stata una presenza bella e significativa quella di centinaia e centinaia di giovani che sono passati dai Salesiani per la scuola, per lo sport e per la formazione. E a tante persone è rimasta impressa la cara immagine di Don Bosco. Vi auguro, cari figli, che sia così anche per la vostra vita.

Celebrare cento anni della vostra presenza nella nostra Archidiocesi è un dono e, insieme, una responsabilità. Con grande rispetto, ammirazione e gratitudine, Cari figli di Don Bosco, i nostri occhi non possono non guardare indietro a coloro che vi hanno preceduto, sopportando con dignità le non poche fatiche e sofferenze del loro tempo. È grazie a loro se noi oggi possiamo celebrare questa giornata e questa ricorrenza. La presenza salesiana, qui a Perugia, risale al 1922 quando fu aperto nella parte vecchia della città un orfanotrofio con annesso convitto per ragazzi indigenti che venivano a studiare in città. Nel piccolo ambiente fiorì anche un oratorio molto stimato. Era l’amato Penna Ricci, nel popolare rione di Porta Sant’Angelo. Sono sicuramente migliaia i giovani che in questi decenni sono passati e, direi, sono cresciuti grazie alle opere salesiane: le scuole, anzitutto, ma anche gli oratori, il Convitto, il Centro di formazione professionale. Tutto ciò testimonia quanto abbia inciso nel nostro tessuto sociale l’opera educativa e formativa offerta lungo un secolo".

Ricordando le parole del Papa

"Ieri, all’Angelus, Papa Francesco -ha commentato Bassetti- ha ricordato San Giovanni Bosco, dicendo Pensiamo a questo grande Santo, padre e maestro della gioventù. Non si è chiuso in sagrestia, non si è chiuso nelle sue cose. È uscito sulla strada a cercare i giovani, con quella creatività che è stata la sua caratteristica. Tanti auguri a tutti i salesiani e le salesiane!".

Convertirsi per accogliere i piccoli

 Soffermandosi sulla pagina del Vangelo del giorno in cui il Signore mette al centro della sua attenzione i piccoli, il cardinale ha precisato che non si tratta solo dei bambini, come quel bambino che, abbiamo sentito, Gesù chiama e mette in mezzo per rispondere alla domanda su chi sia il più grande.

"I piccoli sono quelli che non contano (e i bambini, nel mondo antico, erano tra questi), sono quelli che non hanno potere, che non comandano, e che restano ai margini... Anche per accogliere i piccoli nel nome di Gesù è necessario convertirsi, ed è proprio quello che San Giovanni Bosco ci ha insegnato a fare. Il suo esempio è stato tra i più luminosi nella Chiesa, e per questo egli è uno dei santi più importanti tra quelli che il papa emerito Benedetto XVI nell’Enciclica Deus caritas est (n. 40) ha definito modelli insigni di carità sociale, portatori di luce all’interno della storia, [uomo] di fede, di speranza e di amore".

È nei giovani la nostra speranza

 "I Salesiani -ha precisato Bassetti- sono dunque il frutto di questo invito di Gesù ad accogliere i piccoli. Sappiamo quanto sia ancor più necessario in questo nostro tempo.

Se pensavamo che nella nostra società e nel nostro continente non vi fossero più emergenze a riguardo dell’educazione delle nuove generazioni, purtroppo abbiamo appreso invece che proprio la pandemia di Covid-19 ha causato, solo per fare un esempio, un enorme incremento dei casi di depressione tra gli adolescenti. Io stesso la settimana scorsa, aprendo i lavori del Consiglio Permanente della Cei, ho avuto occasione di dire che le statistiche sono indubbiamente preoccupanti: i figli stanno peggio dei genitori, i nipoti peggio dei nonni. In Italia la povertà cresce al diminuire dell’età. Oltre l’80% delle diocesi segnala la prevalenza di povertà e bisogni legati al mondo giovanile. I giovani forse sono i più colpiti dalla pandemia. Ho anche aggiunto, però, che proprio i giovani possono anche essere gli artefici di questo cambiamento d’epoca, di questa inversione di tendenza.

È nei giovani la nostra speranza, e don Bosco questo l’aveva capito bene, e voi, carissimi Salesiani, siete coloro che, in prima linea, continuate a lavorare con loro, a credere in loro, a investire in loro".

]]>
presenza salesiana perugia

Con una solenne celebrazione eucaristica, nella Cattedrale di San Lorenzo hanno preso avvio nel pomeriggio di lunedì 31 gennaio (giorno in cui la Chiesa celebra la memoria liturgica di San Giovanni Bosco), le iniziative per festeggiare il centenario della presenza Salesiana a Perugia (1922-2022). A presiedere la Santa Messa, il cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, affiancato dal vescovo ausiliare monsignor Marco Salvi, dall’arciprete della Cattedrale monsignor Fausto Sciurpa, e dal direttore dell’Istituto Salesiano don Giovanni Molinari. Hanno preso parte alla celebrazione i rappresentanti delle Istituzioni civili del capoluogo umbro e numerosi allievi ed ex allievi dell’Opera Don Bosco, animata da tre sacerdoti e da quattro coadiutori salesiani. Molto attiva è anche l’Associazione Ex Allievi, che conta circa centocinquanta iscritti, mentre trecento sono i giovani dell’Oratorio e Polisportiva Salesiana e novanta gli allievi del Cnos Fap (Centro nazionale opere salesiane-Formazione aggiornamento professionale). A quest’ultima realtà è dedicato il secondo evento del centenario, in calendario il prossimo primo aprile (ore 10), ospitato nella storica Sala dei Notari del Palazzo comunale dei Priori. Si tratta di un convegno di rilevanza nazionale dedicato al tema: Formarsi per non fermarsi. Attese e aspettative dei giovani.

"E’ molto bello, cari giovani, vedere la Cattedrale piena della vostra significativa speranza-ha sottolineato il presule nell'introdurre la celebrazione- Don Bosco vi sorride dal Cielo, come in questo momento sorride a voi, alla vostra vita, al vostro impegno, alle vostre gare sportive il vostro vescovo".

Presenza Salesiana bella e significativa

"Vogliamo celebrare i cento anni della presenza salesiana a Perugia -ha proseguito il cardinale- Cento anni sono tanti ed è stata una presenza bella e significativa quella di centinaia e centinaia di giovani che sono passati dai Salesiani per la scuola, per lo sport e per la formazione. E a tante persone è rimasta impressa la cara immagine di Don Bosco. Vi auguro, cari figli, che sia così anche per la vostra vita.

Celebrare cento anni della vostra presenza nella nostra Archidiocesi è un dono e, insieme, una responsabilità. Con grande rispetto, ammirazione e gratitudine, Cari figli di Don Bosco, i nostri occhi non possono non guardare indietro a coloro che vi hanno preceduto, sopportando con dignità le non poche fatiche e sofferenze del loro tempo. È grazie a loro se noi oggi possiamo celebrare questa giornata e questa ricorrenza. La presenza salesiana, qui a Perugia, risale al 1922 quando fu aperto nella parte vecchia della città un orfanotrofio con annesso convitto per ragazzi indigenti che venivano a studiare in città. Nel piccolo ambiente fiorì anche un oratorio molto stimato. Era l’amato Penna Ricci, nel popolare rione di Porta Sant’Angelo. Sono sicuramente migliaia i giovani che in questi decenni sono passati e, direi, sono cresciuti grazie alle opere salesiane: le scuole, anzitutto, ma anche gli oratori, il Convitto, il Centro di formazione professionale. Tutto ciò testimonia quanto abbia inciso nel nostro tessuto sociale l’opera educativa e formativa offerta lungo un secolo".

Ricordando le parole del Papa

"Ieri, all’Angelus, Papa Francesco -ha commentato Bassetti- ha ricordato San Giovanni Bosco, dicendo Pensiamo a questo grande Santo, padre e maestro della gioventù. Non si è chiuso in sagrestia, non si è chiuso nelle sue cose. È uscito sulla strada a cercare i giovani, con quella creatività che è stata la sua caratteristica. Tanti auguri a tutti i salesiani e le salesiane!".

Convertirsi per accogliere i piccoli

 Soffermandosi sulla pagina del Vangelo del giorno in cui il Signore mette al centro della sua attenzione i piccoli, il cardinale ha precisato che non si tratta solo dei bambini, come quel bambino che, abbiamo sentito, Gesù chiama e mette in mezzo per rispondere alla domanda su chi sia il più grande.

"I piccoli sono quelli che non contano (e i bambini, nel mondo antico, erano tra questi), sono quelli che non hanno potere, che non comandano, e che restano ai margini... Anche per accogliere i piccoli nel nome di Gesù è necessario convertirsi, ed è proprio quello che San Giovanni Bosco ci ha insegnato a fare. Il suo esempio è stato tra i più luminosi nella Chiesa, e per questo egli è uno dei santi più importanti tra quelli che il papa emerito Benedetto XVI nell’Enciclica Deus caritas est (n. 40) ha definito modelli insigni di carità sociale, portatori di luce all’interno della storia, [uomo] di fede, di speranza e di amore".

È nei giovani la nostra speranza

 "I Salesiani -ha precisato Bassetti- sono dunque il frutto di questo invito di Gesù ad accogliere i piccoli. Sappiamo quanto sia ancor più necessario in questo nostro tempo.

Se pensavamo che nella nostra società e nel nostro continente non vi fossero più emergenze a riguardo dell’educazione delle nuove generazioni, purtroppo abbiamo appreso invece che proprio la pandemia di Covid-19 ha causato, solo per fare un esempio, un enorme incremento dei casi di depressione tra gli adolescenti. Io stesso la settimana scorsa, aprendo i lavori del Consiglio Permanente della Cei, ho avuto occasione di dire che le statistiche sono indubbiamente preoccupanti: i figli stanno peggio dei genitori, i nipoti peggio dei nonni. In Italia la povertà cresce al diminuire dell’età. Oltre l’80% delle diocesi segnala la prevalenza di povertà e bisogni legati al mondo giovanile. I giovani forse sono i più colpiti dalla pandemia. Ho anche aggiunto, però, che proprio i giovani possono anche essere gli artefici di questo cambiamento d’epoca, di questa inversione di tendenza.

È nei giovani la nostra speranza, e don Bosco questo l’aveva capito bene, e voi, carissimi Salesiani, siete coloro che, in prima linea, continuate a lavorare con loro, a credere in loro, a investire in loro".

]]>
I Salesiani a Perugia: “Cento anni di storia e cento anni di futuro” https://www.lavoce.it/i-salesiani-a-perugia-cento-anni-di-storia-e-cento-anni-di-futuro/ Sat, 22 Jan 2022 17:04:47 +0000 https://www.lavoce.it/?p=64619 Logo 100 anni Don Bosco Perugia

L'anno appena iniziato segna il primo centenario della presenza dell'Opera Salesiana a Perugia (1922-2022). Questo importante anniversario verrà ricordato dalla famiglia Salesiana con alcuni eventi che si svolgeranno nel corso di questo anno. Il primo coinciderà con la celebrazione eucaristica in Cattedrale presieduta dal cardinale Gualtiero Bassetti il 31 gennaio, alle ore 18, nel giorno della festa di San Giovanni Bosco. Il programma completo degli eventi sarà presentato alla stampa martedì 25 gennaio alle ore 11.30 presso l'Istituto salesiano Don Bosco di Perugia. Interveranno il vescovo ausiliare mons. Marco Salvi, il direttore della casa salesiana don Giovanni Molinari e il presidente della “Unione Exallievi Salesiani” prof. Fausto Santeusanio.]]>
Logo 100 anni Don Bosco Perugia

L'anno appena iniziato segna il primo centenario della presenza dell'Opera Salesiana a Perugia (1922-2022). Questo importante anniversario verrà ricordato dalla famiglia Salesiana con alcuni eventi che si svolgeranno nel corso di questo anno. Il primo coinciderà con la celebrazione eucaristica in Cattedrale presieduta dal cardinale Gualtiero Bassetti il 31 gennaio, alle ore 18, nel giorno della festa di San Giovanni Bosco. Il programma completo degli eventi sarà presentato alla stampa martedì 25 gennaio alle ore 11.30 presso l'Istituto salesiano Don Bosco di Perugia. Interveranno il vescovo ausiliare mons. Marco Salvi, il direttore della casa salesiana don Giovanni Molinari e il presidente della “Unione Exallievi Salesiani” prof. Fausto Santeusanio.]]>
Don Bosco. Iniziano il prossimo 2 febbraio i 3 anni di festeggiamenti per il centenario a Perugia https://www.lavoce.it/don-bosco-centenario-perugia/ Thu, 30 Jan 2020 13:59:58 +0000 https://www.lavoce.it/?p=56142 don bosco

“Cento anni di futuro”. È questo lo slogan scelto dall’Istituto salesiano “Don Bosco” di Perugia per il traguardo dei 100 anni (1922-2022) i cui festeggiamenti si svilupperanno nell’arco di un triennio, fino al 2023. La presenza della Famiglia salesiana infatti, ha caratterizzato non poco la vita culturale e sociale della città, non discostandosi dai suoi punti di riferimento: la casa, la famiglia e la spiritualità della relazione educativa.

Questo traguardo, ricorda il direttore dell’Istituto salesiano don Giorgio Colajacomo, “è segnato da due tappe storiche e indimenticabili per tante generazioni di giovani, l’arrivo nella sede del Penna Ricci di borgo Sant’Angelo, nel 1922, e il trasferimento nell’odierna di via San Prospero, a partire dal 1958”.

IL LOGO DEL CENTENARIO: la simbologia

Il logo è costituito dal simbolo della Congregazione Salesiana che rappresenta la casa, la famiglia. La forma è un arco, come la Cappella dell’Istituto, con dieci icone ad archi. Le 12 stelle rappresentano Maria Ausiliatrice, la Maestra di Don Bosco. Per i colori: l’azzurro sullo sfondo richiama al paradiso; il rosso è l’amore per i giovani; il bianco la purezza; verde giallo e metallico le tre realtà salesiane (prato, residenza e scuola).

I festeggiamenti avranno inizio domenica 2 febbraio, a partire dalle ore 10 presso l’Istituto, con la partecipazione del cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, della presidente della Regione Umbria Donatella Tesei, del sindaco di Perugia Andrea Romizi, del rettore dell’Università degli Studi Maurizio Oliverio e della prorettrice dell’Università per stranieri Donatella Gambini, “invitati a confrontarsi – sottolinea Colajacomo – sulla linea tracciata dal Santo: ‘Buoni cristiani e onesti cittadini’”.

Gli eventi del 2020

Prossimo evento del 2020 sarà poi l’assemblea nazionale dei Centri di formazione professionale salesiana, che Perugia ospiterà il 23 aprile alla Sala dei Notari, in occasione del 40° di fondazione del Cnos-Fap.

Sono molte le iniziative in programma, con la sponsorizzazione di Regione e Comune e promosse con una grande Lotteria e con una app per seguirle. Prevista la riqualificazione dell’antica chiesa di San Prospero e il rilancio dei Centri di Formazione professionale di Perugia, Foligno e Marsciano nel 40°, l’8 maggio 2020, e nell’inizio corsi, il 10 novembre. Ancora, nell’ottobre 2020 sarà pubblicato un fascicolo con le ‘lettere a Don Bosco’ degli allievi dei centri professionali e la mostra dei loro ‘capolavori’ alla Rocca Paolina.

2021

Per il 2021 è prevista invece la riedizione delle Olimpiadi salesiane, l’aggiornamento del libro del 90° e un concorso di composizione su Don Bosco in collaborazione con il Conservatorio.

2022

Il 2022, tra le varie iniziative, vedrà un grande convegno educativo con le Università di Perugia e con la Facoltà pontificia salesiana di Roma sul cambio culturale portato dai social media.

2023

Uno studio sull’influenza salesiana nella società perugina e la rievocazione della processione di Maria Ausiliatrice in borgo Sant’Angelo il 24 maggio, coroneranno le celebrazioni nel 2023, all’avvio del 2° secolo.

]]>
don bosco

“Cento anni di futuro”. È questo lo slogan scelto dall’Istituto salesiano “Don Bosco” di Perugia per il traguardo dei 100 anni (1922-2022) i cui festeggiamenti si svilupperanno nell’arco di un triennio, fino al 2023. La presenza della Famiglia salesiana infatti, ha caratterizzato non poco la vita culturale e sociale della città, non discostandosi dai suoi punti di riferimento: la casa, la famiglia e la spiritualità della relazione educativa.

Questo traguardo, ricorda il direttore dell’Istituto salesiano don Giorgio Colajacomo, “è segnato da due tappe storiche e indimenticabili per tante generazioni di giovani, l’arrivo nella sede del Penna Ricci di borgo Sant’Angelo, nel 1922, e il trasferimento nell’odierna di via San Prospero, a partire dal 1958”.

IL LOGO DEL CENTENARIO: la simbologia

Il logo è costituito dal simbolo della Congregazione Salesiana che rappresenta la casa, la famiglia. La forma è un arco, come la Cappella dell’Istituto, con dieci icone ad archi. Le 12 stelle rappresentano Maria Ausiliatrice, la Maestra di Don Bosco. Per i colori: l’azzurro sullo sfondo richiama al paradiso; il rosso è l’amore per i giovani; il bianco la purezza; verde giallo e metallico le tre realtà salesiane (prato, residenza e scuola).

I festeggiamenti avranno inizio domenica 2 febbraio, a partire dalle ore 10 presso l’Istituto, con la partecipazione del cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, della presidente della Regione Umbria Donatella Tesei, del sindaco di Perugia Andrea Romizi, del rettore dell’Università degli Studi Maurizio Oliverio e della prorettrice dell’Università per stranieri Donatella Gambini, “invitati a confrontarsi – sottolinea Colajacomo – sulla linea tracciata dal Santo: ‘Buoni cristiani e onesti cittadini’”.

Gli eventi del 2020

Prossimo evento del 2020 sarà poi l’assemblea nazionale dei Centri di formazione professionale salesiana, che Perugia ospiterà il 23 aprile alla Sala dei Notari, in occasione del 40° di fondazione del Cnos-Fap.

Sono molte le iniziative in programma, con la sponsorizzazione di Regione e Comune e promosse con una grande Lotteria e con una app per seguirle. Prevista la riqualificazione dell’antica chiesa di San Prospero e il rilancio dei Centri di Formazione professionale di Perugia, Foligno e Marsciano nel 40°, l’8 maggio 2020, e nell’inizio corsi, il 10 novembre. Ancora, nell’ottobre 2020 sarà pubblicato un fascicolo con le ‘lettere a Don Bosco’ degli allievi dei centri professionali e la mostra dei loro ‘capolavori’ alla Rocca Paolina.

2021

Per il 2021 è prevista invece la riedizione delle Olimpiadi salesiane, l’aggiornamento del libro del 90° e un concorso di composizione su Don Bosco in collaborazione con il Conservatorio.

2022

Il 2022, tra le varie iniziative, vedrà un grande convegno educativo con le Università di Perugia e con la Facoltà pontificia salesiana di Roma sul cambio culturale portato dai social media.

2023

Uno studio sull’influenza salesiana nella società perugina e la rievocazione della processione di Maria Ausiliatrice in borgo Sant’Angelo il 24 maggio, coroneranno le celebrazioni nel 2023, all’avvio del 2° secolo.

]]>
Formazione professionale, una scuola utilissima ma ancora sottovalutata https://www.lavoce.it/formazione-professionale-una-scuola-utilissima-ma-ancora-sottovalutata/ Tue, 03 Jan 2017 09:00:23 +0000 https://www.lavoce.it/?p=48122 Don-Bosco-aula-cmykIl 12 gennaio Perugia tornerà a riflettere su giovani, istruzione e mondo del lavoro. L’occasione sarà il convegno “Per il rilancio della formazione professionale”, organizzato in sala dei Notari di palazzo dei Priori (ore 15-18) dai Salesiani di Perugia. La congregazione di san Giovanni Bosco vanta, infatti, un’esperienza secolare nel campo della formazione e dell’avviamento dei giovani al mondo del lavoro in tutto il mondo. In Umbria i Salesiani gestiscono tre Cnos-Fap (Centro nazionale opere salesiane per la formazione e l’aggiornamento professionale) a Perugia, Foligno e Marsciano.

La formazione professionale sta assumendo sempre più un’importanza strategica nel mondo produttivo. Permette infatti ai ragazzi di continuare il percorso di studi dopo la licenza della secondaria di primo grado, acquisendo allo stesso tempo competenze professionali grazie all’alternanza fra teoria, pratica in laboratorio e tirocinio in azienda. I profili sono diversi: meccanico, elettricista, acconciatore, ristoratore, ecc.

Questo tipo di percorso viene incontro, da una parte, ai fabbisogni formativi espressi dalle aziende; dall’altra alle esigenze dei giovani di acquisire competenze, combattendo così anche il fenomeno della dispersione scolastica che in Italia è più alto rispetto al resto d’Europa. Nel nostro Paese, infatti, la percentuale di giovani tra i 18 e i 24 anni che abbandona prematuramente gli studi o la formazione è del 15%, in netto miglioramento rispetto al 19.2% del 2009, ma non ancora nei parametri europei che prevedono entro il 2020 di abbassare la soglia al di sotto del 10%.

Ad oggi la formazione professionale come percorso scolastico di due-tre anni professionalizzante è di competenza delle Regioni, ed è parallelo e differenziato rispetto a quello che i ragazzi seguono per l’istruzione scolastica, di competenza statale. Ma l’attribuzione di competenza alle singole Regioni è spesso motivo di difficoltà e disparità di copertura e di accesso nazionale: se, infatti, il Nord Italia (con il Nordest in primis) può vantare una solida e continuativa tradizione, al Centro ma soprattutto al Sud ancora si fatica, nonostante l’altissimo tasso di disoccupazione giovanile.

Il convegno sarà quindi un’importante occasione per approfondire tutti questi aspetti e conoscere meglio questa possibilità di lavoro e istruzione spesso sottovalutata.

Numerosi i relatori che porranno ciascuno l’accento su un diverso aspetto del tema. Dopo i saluti istituzionali del sindaco di Perugia, Andrea Romizi, e dei rettori Franco Moriconi per l’Università degli studi e Giovanni Paciullo per la Stranieri, sarà la volta di Giuseppe Cioffi, esponente di Confindustria e presidente Its Umbria, che parlerà delle richieste delle imprese. Seguirà Luigi Bobba, sottosegretario al ministero del Lavoro , con un intervento sul “duale” come via per valorizzare i percorsi triennali di istruzione e formazione professionale.

Ancora, Giulio M. Salerno, docente di Diritto pubblico e costituzionalista, porrà l’accento sulle conseguenze del referendum sulla formazione; e Dario E. Nicoli, docente di Sociologia all’Università Cattolica, esporrà le nuove proposte degli enti di formazione professionale.

A seguire, la testimonianza del card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo della diocesi di Perugia – Città della Pieve, e la riflessione di Eugenio Gotti, esperto di politiche per l’istruzione, la formazione e il lavoro, sulle varie modalità di formazione professionale nelle Regioni. Conclude la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini. A moderare l’incontro lo psicologo Filippo Pergola.

]]>
News dal Mato Grosso https://www.lavoce.it/news-dal-mato-grosso/ Fri, 13 Nov 2015 13:08:28 +0000 https://www.lavoce.it/?p=44401 La scuola salesiana di formazione professionale a Vila Piloto
La scuola salesiana di formazione professionale a Vila Piloto

Qualche giorno fa è tornato a farci visita in redazione Armando Catrana, missionario salesiano laico di Perugia. Nel giro di pochi giorni sarebbe ripartito per il Brasile, per tornare tra i suoi ragazzi a Vila Piloto, un barrio (quartiere) nella periferia di Tres Lagoas, città dello Stato brasiliano del Mato Grosso del Sud al confine con lo Stato di San Paolo. A 77 anni e “con qualche acciacco in più”, non nasconde di essere sempre più stanco, ma i bambini e i ragazzi della favelas, per i quali ha realizzato il Centro giovanile “Gesù adolescente” con l’oratorio e il centro di formazione professionale, hanno ancora bisogno di lui. Ci aggiorna sullo stato del suo progetto perché, anche se ha sempre avuto il sostegno di tanti amici italiani e perugini, si è sempre affidato alla Provvidenza – come ama sottolineare. Anche la grande forza di volontà ha avuto certamente il suo peso perché, confessa, non è solo un fatto di cuore, ma di testa: “I miei ragazzi non sono ‘facili’ e provengono da realtà familiari e sociali difficili. Quando per la prima volta sono arrivato a Tres Lagoas, nel 2002, in obbedienza ai miei superiori, a Vila Piloto c’era una grande baraccopoli di 10 mila persone costruita con mezzi di fortuna. Rimasi molto colpito dalla povertà di quella gente, e dopo pochi giorni capii che quello era il mio posto. Volevo rimanere lì per aiutare quei bambini e quei ragazzi che incontravo vagabondare in mezzo alla strada, abbandonati a se stessi. Anche don Bosco avrebbe scelto di rimanere lì, in mezzo a loro. I primi tempi – ricorda ancora – è stato molto difficile avvicinarli. Molti giovani hanno alle spalle problemi di delinquenza, furti, violenza fisica, droga. Ancora oggi è così, anche se le cose sono cambiate. La famiglia, quella tradizionale, è quasi inesistente: vivono in famiglie ‘allargate’, i genitori sono spesso conviventi, con più di una relazione alle spalle e vari figli. La scuola c’è, ma la percentuale di abbandono è molto alta”. Il primo approccio è stato con il pallone: “Lo portavo con me tutti i giorni, insieme a qualche maglietta e a qualcosa da mangiare. Poi li ho invitati a venire all’oratorio presso la cappella del barrio.

Ho costruito per loro una lunga tettoia dove potevano giocare a ping-pong, a calciobalilla. La domenica alle 8 c’era, e c’è ancora, la messa per i ragazzi. Il sabato pomeriggio la catechesi e poi la merenda”. Sorride mentre lo dice: “È un modo per incentivare la partecipazione! Sono ragazzi che non hanno mai sentito parlare di Dio, di Gesù. Alla fine dell’anno chi più partecipa viene premiato con denaro simbolico, che può spendere nello shopping center dove possono trovare cibo, vestiario, giochi, materiale scolastico”. Nella sua azione missionaria Armando ogni anno battezza anche diversi ragazzi dai 16 ai 17 anni, perché “anche se il mio operare è apparentemente più sociale, la mia è una vocazione missionaria all’interno della Chiesa”. Purtroppo c’è anche chi si perde per strada, sottolinea con rammarico: “Ho 22 ragazzi dell’oratorio in carcere. La mia sofferenza è questa: parli, esorti, indichi cammini, correggi, e poi alcuni vedi che apparentemente non hanno preso niente. Ma qualcosa si vedrà con i figli dei ragazzi con cui lavoro. Sono appena all’inizio!”. Nel 2003 – ricorda – c’è stata la posa della prima pietra del Centro giovanile – oratorio, su un terreno concessomi dal Municipio, poi è nato il Centro di formazione professionale. Oggi la disoccupazione non c’è e le fabbriche hanno bisogno di manodopera specializzata”. Le condizioni di vita sono migliorate; le case, anche se piccole, sono di mattoni. Da aprile Armando non è più solo: i superiori della provincia del Mato Grosso gli hanno affiancato 4 confratelli salesiani, in sintonia con il messaggio di Papa Francesco: “Vorrei una Chiesa povera, aperta alle periferie”. La missione continua.

 

La formazione

Attualmente sono 1.500 gli studenti che ogni anno partecipano ai corsi professionali a Tres Lagoas. La scuola forma nelle diverse specializzazioni richieste dal mercato del lavoro: meccanica, falegnameria, saldatura, istallazioni elettriche, informatica, taglio e cucito. I corsi si svolgono in tre turni dal pomeriggio fino a sera; vi partecipano anche maggiorenni privi di specializzazione che vogliono crescere professionalmente nel mondo del lavoro. L’oratorio accoglie 600 ragazzi. Tante le attività: sportive, educative, artistiche, culturali, religiose, ricreative. Si organizzano tornei, c’è un coro e la banda. Sono 48 i docenti, tutti stipendiati, grazie anche al contributo del Comune. Poi ci sono tecnici, inservienti e cuochi.

]]>
Un Grest davvero affollato https://www.lavoce.it/un-grest-davvero-affollato/ Tue, 21 Jul 2015 13:44:49 +0000 https://www.lavoce.it/?p=39726 Alcuni momenti dei Grest a Gualdo Tadino
Alcuni momenti dei Grest a Gualdo Tadino

Un dato è certo: gli oratori erano considerati lo “strumento educativo” dei bambini nati dagli anni Quaranta agli anni Seassanta ma, negli ultimi decenni, avevano subito una sensibile crisi.

Oggi però i dati sono in controtendenza e indicano un notevole aumento non solo degli oratori ma anche delle attività da essi organizzate, segno indiscutibile della loro buona percezione sociale.

Questo si è verificato anche in Umbria (+300%) e a Gualdo Tadino, dove da alcuni anni, dopo la partenza della comunità salesiana, l’oratorio è stato preso in gestione da un’associazione di privati che, di comune accordo con la diocesi, ha organizzato un’attività di intrattenimento-educazione dei giovani gualdesi durante tutto l’anno ma, in particolare, nella stagione estiva.

Considerando che, visto il bassissimo tasso di natalità, una città di 16.000 abitanti come Gualdo Tadino non “sforna” più di 100 bimbi l’anno e che, nelle attività del Grest, si è scelto di coinvolgere, da quest’anno, bambini dai 7 ai 15 anni di età, l’aver raggiunto oltre 200 iscrizioni significa aver coinvolto quasi un quarto dei bambini di questa fascia d’età presenti in città.

grest-5-gualdo-tadinoLe attività del Grest, promosse da giovani educatori sotto la sorveglianza di educatori più esperti e di due sacerdoti, don Emanuele e don Michele, sono iniziate con la fine della scuola e proseguiranno fino al 20 agosto.

La grossa novità di quest’anno – ci spiega don Michele Zullato, attuale direttore dell’oratorio – è l’aver organizzato due gruppi distinti per i bambini più piccoli e per i ragazzi, in modo da effettuare attività e giochi proporzionati all’età.

Ognuno dei due macrogruppi è infatti suddiviso in sottogruppi, ispirati ai personaggi della saga di Harry Potter, che ottengono punteggi per diverse gare a cadenza settimanale ma anche di più lunga durata: solo una delle squadre, infatti, risulterà vincitrice del Grest estivo.

Sono previste, inoltre, molte uscite nei dintorni, alla scoperta dei luoghi più interessanti per vivere all’aria aperta, come Valsorda. “Il Grest – aggiunge – non è una semplice area di parcheggio per bimbi i cui genitori lavorano: è un modo per prolungare le attività dell’oratorio e dei gruppi”.

grest-7-gualdo-tadinoTant’è che molti bambini sono voluti venire anche pur non avendone necessità, ma solo per stare con gli amici; altri, addirittura, pur frequentando già la scuola superiore, non volevano saperne di lasciare l’oratorio. Una scommessa vinta, dunque, quella di “educare alla vita buona” che è riuscita a mantenere lo spirito dell’oratorio “salesiano senza salesiani”.

]]>
Crescere insieme https://www.lavoce.it/crescere-insieme/ Tue, 07 Jul 2015 10:43:57 +0000 https://www.lavoce.it/?p=37688 Paola e Maurizio Leonardi con i figli Luca e Andrea e le figlie Maria Letizia e Maria Giulia
Paola e Maurizio Leonardi con i figli Luca e Andrea e le figlie Maria Letizia e Maria Giulia

Dopo qualche settimana di pausa, in cui abbiamo riascoltato alcuni “storici” commentatori della Parola su La Voce, da questa settimana torna la Bibbia “firmato famiglia” con i coniugi Leonardi, Paola e Maurizio. Nel ringraziarli per la loro disponibilità, ringraziamo ancora quanti li hanno preceduti.

Maurizio è chimico e manager, spesso impegnato per lavoro oltreoceano, mentre Paola è casalinga, ma non meno “presa” dalla gestione familiare. Sono Salesiani cooperatori dal 1984 e sposi dal 1987. Hanno due figli, Luca ed Andrea di 27 e 22 anni, e due figlie, Maria Letizia e Maria Giulia di 25 e 16 anni. Luca e Maria Letizia, anche loro Salesiani cooperatori e già laureati all’Università di Perugia, sono alle prese con le prime esperienze lavorative; e tutti e quattro offrono il loro impegno in attività di animazione in ambito giovanile.

Quale servizio svolgete nella comunità ecclesiale?

“Prima del matrimonio – ci dicono Paola e Maurizio – eravamo entrambi impegnati nella pastorale giovanile e nella catechesi. Dopo i primi anni di matrimonio abbiamo accolto con gioia l’invito ad animare, col nostro parroco, gruppi di giovani coppie nostre coetanee e, con alcune di loro e il parroco, abbiamo iniziato ad accompagnare il cammino dei nubendi entrando anche a far parte della Commissione diocesana della pastorale familiare di cui il Vescovo ci ha affidato la corresponsabilità nel 2011. Dallo scorso maggio, Maurizio è anche segretario del Consiglio pastorale diocesano di Terni”.

E la vostra spiritualità coniugale?

“Il nostro essere famiglia da 28 anni, si è sempre caratterizzato come crescita in ‘una sola carne’ nella nostra vocazione cristiana e coniugale, nell’appartenenza alla comunità cristiana e nel servirla con entusiasmo ed impegno a livello parrocchiale e diocesano scoprendo e testimoniando ogni giorno la bellezza e la responsabilità reciproca di ‘rendere la moglie più donna e il marito più uomo’”.

Le radici del vostro impegno come laici nella Chiesa.

“Sappiamo di dover essere grati alle nostre famiglie di provenienza e alla loro testimonianza di fede, semplice ma incarnata che – nei momenti di gioia ma anche nelle difficoltà e nel dolore – ha costituito una risorsa sicura a cui attingere per avere sostegno e incoraggiamento. Non di meno è stato per noi determinante l’incontro con Gesù e con la sua Chiesa nel volto gioioso e accogliente della spiritualità salesiana che, attraverso i figli di don Bosco e l’associazione dei Salesiani cooperatori, si è presa cura di noi e, nonostante i nostri limiti, continua a impregnare il nostro essere sposi e genitori. Cerchiamo di mantenerci sempre attenti alla dimensione educativa delle relazioni familiari ed ecclesiali, improntate al trinomio ragione, religione, amorevolezza”.

 

]]>
La “carne” della Sindone e i grandi Santi sociali https://www.lavoce.it/la-carne-della-sindone-e-i-grandi-santi-sociali/ Thu, 25 Jun 2015 08:30:56 +0000 https://www.lavoce.it/?p=36579 Papa Francesco accolto dai fedeli in Piazza Vittorio Veneto a Torino
Papa Francesco accolto dai fedeli in Piazza Vittorio Veneto a Torino

Un viaggio per “venerare la Sindone e onorare la memoria di don Bosco”, ma anche per ritrovare le radici di un “nipote di questa terra”, come Bergoglio stesso si è definito.

La terra di nonna Rosa e nonno Giovanni, che si sono sposati nella chiesa di Santa Teresa, mèta di una sosta fuori programma per lasciare una dedica su una pergamena e far risaltare il valore dei nonni, del battesimo, delle famiglie, e pregare in particolare per il prossimo Sinodo.

Nella prima giornata a Torino, il Papa “venuto dalla fine del mondo” è tornato a casa. Ed è stato accolto da circa 200 mila persone che, tra mattina e pomeriggio, hanno gremito fino all’inverosimile piazza Vittorio, il salotto buono della “movida” cittadina, teatro di due momenti culminanti della giornata del 21 giugno: la celebrazione eucaristica iniziale e la “mini-Gmg” nel tardo pomeriggio, dove Francesco ha messo da parte il testo scritto – come aveva già fatto durante l’incontro con la famiglia salesiana nella basilica di S. Maria Ausiliatrice – per dialogare più di un’ora a tutto campo con i giovani, chiedendo loro di “vivere casti” e di “fare controcorrente”, per contrastare la nostra società fatta di “bolle di sapone”.

“Vivete, non vivacchiate”, il suo invito sulla scorta di Piergiorgio Frassati: non si può andare in pensione a vent’anni. Il Papa ha voluto cominciare il viaggio con il discorso rivolto al mondo del lavoro, dove – sulla scorta dell’enciclica appena pubblicata – ha pronunciato un triplice “no” all’“economia dello scarto”, all’idolatria del denaro e alla corruzione, e ha ammonito che “non si può solo aspettare la ripresa”: ci vuole un “patto sociale e generazionale” che parta da Torino, prima Capitale d’Italia: “Coraggio, siate artigiani del futuro!”.

Papa Francesco incontra i malati e i disabili al Cottolengo
Papa Francesco incontra i malati e i disabili al Cottolengo

Molti, durante la giornata, i riferimenti ai tratti peculiari dei piemontesi, “razza libera e testarda”, come i Santi sociali: “Teste quadre, polso fermo e fegato sano, parlano poco ma sanno quel che dicono, anche se camminano adagio, vanno lontano”. È una poesia del piemontese Nino Costa. Nonna Rosa l’ha insegnata a memoria al piccolo Jorge nella versione originale in dialetto, e ora il Papa la custodisce nel suo breviario, insieme al testamento della nonna. La cantavano coloro che dal Piemonte emigravano nelle Americhe, prima di salpare.

“Fa piangere vedere lo spettacolo di questi giorni in cui esseri umani vengono trattati come merce”. È una delle aggiunte a braccio del primo discorso del Papa, pronunciato a Piazzetta reale per l’incontro con il mondo del lavoro.

“La pace che Lui ci dona è per tutti: anche per tanti fratelli e sorelle che fuggono da guerre e persecuzioni in cerca di pace e di libertà”, ha aggiunto nell’omelia della messa in piazza Vittorio. “Non possiamo uscire dalla crisi senza i giovani, i ragazzi, i figli e i nonni”, ha esclamato sempre fuori testo: “I figli e i nonni sono la ricchezza e la promessa di un popolo”.

Dopo il discorso sul lavoro in Piazzetta reale, il Papa ha raggiunto a piedi la cattedrale per la venerazione della Sindone. In duomo, Francesco si è trattenuto un quarto d’ora in preghiera, prima seduto e poi in ginocchio. Solo il Sacro Telo era illuminato, sull’altare disadorno due ceri accesi. Alla fine il Papa si è alzato e a mo’ di congedo ha toccato il vetro che protegge la Sindone.

Uscito dalla cattedrale, è salito sulla “papamobile” che doveva portarlo a piazza Vittorio Veneto, luogo della messa, percorrendo tutta via Po. Pochi minuti dopo, però, quando era ancora in Piazzetta reale, il Papa ha visto un gruppo di malati e di disabili, ha fatto fermare la jeep bianca scoperta ed è sceso a piedi per salutarli, baciarli e accarezzarli uno per uno. Molti di loro erano in carrozzella. Una “mini udienza generale” per toccare, con mano, la “Sindone di carne”.

In arcivescovado il secondo “fuori programma” della giornata: è sceso, anche questa volta, dalla papamobile per salutare alcuni fedeli che lo reclamavano dalle transenne. Francesco ha pranzato con i giovani detenuti del carcere minorile “Ferrante-Aporti”, con alcuni immigrati e senza fissa dimora, e con una famiglia rom.

Papa Francesco davanti alla tomba di Don Bosco
Papa Francesco davanti alla tomba di Don Bosco

Nella basilica di S. Maria Ausiliatrice, il primo atto dell’incontro con la famiglia salesiana è stato la sosta in preghiera davanti alle spoglie di san Giovanni Bosco, collocate sotto l’altare. Poi il Papa ha consegnato il testo che aveva preparato – “è troppo formale” – e ha parlato a braccio, per circa mezz’ora, della sua “esperienza personale” con i Salesiani, dichiarandosi “tanto riconoscente” per quello che “hanno fatto con me e con la mia famiglia”.

Oggi ci vuole una “educazione a misura della crisi”, e “il vostro carisma è di un’attualità grandissima”, ha detto ai figli e alle figlie di don Bosco. In questa regione d’Italia, a fine Ottocento, c’erano “mangiapreti, anticlericali, demoniaci”, eppure “quanti santi sono usciti!”.

Quello di oggi “è un momento di crisi brutta, anti-Chiesa, ma don Bosco non ha avuto paura… Oggi tante cose sono migliorate, c’è il computer, ma la situazione della gioventù è più o meno la stessa”: il 40% dei giovani, dai 25 anni in giù, è senza lavoro. I ragazzi di strada oggi hanno bisogno di “un’educazione d’emergenza, con poco tempo, per un mestiere pratico”.

“Sviluppare degli anticorpi contro questo modo di considerare gli anziani, o le persone con disabilità, quasi fossero vite non più degne di essere vissute” è stato invece l’appello rivolto da Francesco nella chiesa del Cottolengo. Tra le “vittime della cultura dello scarto” ci sono in particolare gli anziani, la cui longevità viene vista “come un peso. Questa mentalità non fa bene alla società. Qui possiamo imparare un altro sguardo sulla vita e sulla persona umana”.

 

]]>
Una seria scelta scolastica: la formazione professionale dai Salesiani https://www.lavoce.it/una-seria-scelta-scolastica-la-formazione-professionale-dai-salesiani/ Fri, 08 May 2015 09:53:04 +0000 https://www.lavoce.it/?p=32936 Aula tecnica di una scuola salesiana, l’immagine è tratta da un video di presentazione delle attività delle Scuole Salesiani - Don Bosco
Aula tecnica di una scuola salesiana, l’immagine è tratta da un video di presentazione delle attività delle Scuole Salesiani – Don Bosco

Sono 2 milioni e 900 mila gli studenti mai arrivati al diploma negli ultimi 15 anni, il 37% negli istituti professionali. Su 100 allievi iscritti al primo anno, 27 non arriveranno a sostenere l’esame di maturità: quasi un terzo.

Sono questi i dati forniti dal dossier Tuttoscuola 2014 sulla dispersione scolastica, che evidenziano un fenomeno sociale reale, un disagio, un fallimento formativo degli adulti, ancor prima che dei giovani.

Una soluzione però c’è e si chiama “formazione professionale”, ovvero quel tipo di formazione volta a dare ai ragazzi, attraverso l’alternanza fra teoria e pratica, una qualifica spendibile sul mercato del lavoro. Per esempio, meccanico, elettricista, operatore della ristorazione, ecc.

Se ne è parlato mercoledì in occasione del convegno nazionale “Formazione professionale iniziale – La sfida di don Bosco”, organizzato dal Cnos-Fap (Centro nazionale opere salesiane – Formazione e aggiornamento professionale) presente anche in Umbria nei tre centri di Perugia, Foligno e Marsciano, che ospitano circa 300 ragazzi.

“La formazione professionale – ha spiegato Filippo Pergola, psicologo e moderatore del convegno – può essere uno strumento davvero efficace contro la dispersione. Costringere tutti i ragazzi a incanalarsi in un percorso educativo univoco porta al fallimento e all’abbandono di coloro che non ce la fanno. Fornirgli una valida alternativa, un modo diverso di fare cultura, è la strada per il loro successo e la loro piena realizzazione”.

Ma il modo migliore per capire le potenzialità della formazione professionale è darne un esempio concreto. Come il progetto TechPro2, esperienza di collaborazione nella formazione tra i Cfp (Centri di formazione professionale) gestiti dai Salesiani e la multinazionale nel campo dei trasporti Cnh Industrial.

“Il progetto – spiega Daniela Ropolo, dirigente di Cnh Industrial – nasce da una duplice esigenza: far fronte alla carenza di personale tecnico specializzato e motivato, e fornire un’opportunità reale ai giovani”.

Da questo ‘matrimonio’ sono così nati corsi di formazione professionale nel settore meccanico in 56 Cfp sparsi in tutto il mondo. “Noi – continua Ropolo – diamo l’appoggio economico, i materiali (come veicoli, motori, ecc.), le nostre conoscenze aziendali. I Salesiani mettono tutto il resto: la loro enorme esperienza nel campo della formazione e la capacità unica di parlare ai giovani”. Il risultato? Oltre 9.000 giovani formati in quattro Continenti.

“L’Europa – ha aggiunto Roberto Dasso, direttore generale di Arsel Liguria (Agenzia regionale per i servizi educativi e per il lavoro) – ci chiede questo: più corsi legati al lavoro e all’impresa. Dobbiamo rispondere agli stimoli europei e colmare il nostro ritardo. Non più semplicemente ‘sapere’, ma ‘saper fare’, avere delle competenze reali e spendibili”.

Eppure in Italia c’è ancora da combattere il pregiudizio tutto nostrano, specie nel Centro e Sud Italia, per cui la formazione professionale costituisce un’istruzione di serie B, proprio per la sua vocazione alla pratica e al lavoro.

“Noi italiani – ha sottolineato Giuseppe Tacconi, ricercatore dell’Università di Verona in Didattica e pedagogia speciale – manteniamo questa sorta di pregiudizio nei confronti del lavoro manuale, ritenuto inferiore a quello intellettuale. Ma il lavoro è già di per sé una grande scuola di relazioni, di saperi, di professionalità, di vita. Non poniamo questo divario insanabile fra scuola e lavoro, ma facciamo diventare il lavoro parte integrante e fruttuosa della scuola, come avviene nei Centri di formazione professionale di don Bosco”.

“In una società sempre più competitiva – ha sottolineato don Pascual Chavez, rettor maggiore emerito dei Salesiani – il miglior regalo che possiamo fare ai giovani, specie a quelli a cui la vita ha dato meno, è l’educazione per creare buoni lavoratori e attivi cittadini. Ma è anche il miglior regalo che possiamo fare a noi stessi, alla società tutta, all’Italia”.

]]>
Salesiani, la sfida della formazione professionale come modello educativo di vita, scuola e lavoro https://www.lavoce.it/salesiani-la-sfida-della-formazione-professionale-come-modello-educativo-di-vita-scuola-e-lavoro/ Wed, 29 Apr 2015 15:35:51 +0000 https://www.lavoce.it/?p=32262 IMG_1251

La sfida di don Bosco nell’educazione dei giovani ha ancora senso e valore? Assolutamente sì, forse oggi ancora più che in passato. E’ quanto emerso questa mattina alla sala dei Notari di Perugia, nel corso del convegno “Formazione professionale iniziale – La sfida di don Bosco” organizzato dal Cnos-Fap (Centro nazionale opere salesiane – Formazione e aggiornamento professionale). Si è trattato di un importante momento di riflessione sul ruolo della formazione professionale nel complesso del sistema scolastico nazionale e regionale. In Umbria, infatti, esistono tre Centri di formazione professionale Cnos-Fap (a Perugia, Foligno e Marsciano), che formano circa 300 giovani in corsi di meccanica, elettricista, ristorazione, acconciatore, etc…

“La formazione professionale – ha spiegato Mario Giacomo Dutto, esperto di politiche formative e scolastiche – può essere uno strumento davvero efficace contro la dispersione scolastica, che costituisce un problema serio del nostro sistema nazionale. Basti pensare che su 100 allievi iscritti al primo anno, 27 non arriveranno a diplomarsi, pari a circa il 30%. Un dato che non può lasciare indifferenti”. “Il ministero dell’Istruzione – ha aggiunto Roberto Dasso, direttore generale di Arsel Liguria (Agenzia regionale per i servizi educativi e per il lavoro) –  non può continuare a lasciare tutto il peso economico della formazione professionale sulle Regioni, come avviene ora. Anche dal punto di vista meramente economico, è una scelta miope. Un dato su tutti, un allievo iscritto ad un corso di formazione professionale costa allo Stato il 34% in meno di un alunno delle scuole superiori di secondo grado. Inoltre, è tempo di dire basta con una scuola che elargisce semplici saperi scollegati dalla realtà. L’Europa ci chiede di insegnare delle competenze, di saper fare”.

C’è poi ancora da combattere il pregiudizio tutto italiano, o meglio del Centro e Sud Italia, per cui la formazione professionale costituisce un’istruzione di serie B, proprio per la sua vocazione protesa fattivamente alla pratica e al lavoro. “Noi italiani – ha sottolineato Giuseppe Tacconi, ricercatore dell’Università di Verona in didattica e pedagogia speciale – manteniamo questa sorta di pregiudizio nei confronti del lavoro manuale, ritenuto inferiore a quello intellettuale. Ma il lavoro è già di per sé una grande scuola di relazioni, di saperi, di professionalità, di vita. Non poniamo questo divario insanabile fra scuola e lavoro, ma facciamo diventare il lavoro parte integrante e fruttuosa della scuola, come avviene nei Centri di formazione professionale di don Bosco”.

“In una società sempre più competitiva – ha concluso don Pascual Chavez, rettor maggiore emerito dei Salesiani – il miglior regalo che possiamo fare ai giovani, specie a quelli a cui la vita ha dato meno, è l’educazione per creare buoni lavoratori e attivi cittadini. Ma è anche il miglior regalo che possiamo fare a noi stessi, alla società tutta, all’Italia”.

]]>
Dalla multiculturalità alla pace. Iniziativa con gli studenti al “Don Bosco” https://www.lavoce.it/dalla-multiculturalita-alla-pace-iniziativa-con-gli-studenti-al-don-bosco/ Fri, 20 Jun 2014 12:42:13 +0000 https://www.lavoce.it/?p=25666 Salesiani PerugiaÈ stato un giorno di festa e di riflessione dedicato ai giovani e alla pace – o meglio, dedicato a rendere i giovani costruttori di pace – quello che si è svolto martedì 17 presso la sede perugina del Cnos-Fap Umbria (il Centro nazionale opere salesiane per la formazione e aggiornamento professionale) in occasione dell’annuale festa “intercentro” organizzata dai Salesiani umbri che gestiscono l’opera.

Per una mattina, circa 200 tra ragazzi, professori e dirigenti delle tre sedi regionali di Perugia, Marsciano e Foligno [qui la scuola termina a fine luglio, in quanto le attività didattiche, per decisione della Regione, sono iniziate a dicembre, ndr] si sono riuniti insieme all’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, il card. Gualtiero Bassetti, per riflettere sul tema della pace, quanto mai attuale a una decina di giorni di distanza dallo storico incontro che ha visto nel giorno di Pentecoste, a Roma, il presidente palestinese Abu Mazen e quello israeliano Shimon Peres stringersi in preghiera intorno a Papa Francesco.

Alla luce di questo grande esempio di comunione tra le religioni, anche i Salesiani del Cnos-Fap Umbria hanno voluto insegnare ai propri ragazzi a pregare per l’armonia fra culture e credi diversi. Una scelta quanto mai pertinente a questo contesto scolastico: i trecento ragazzi, dai 16 ai 18 anni, che annualmente assolvono il loro obbligo scolastico nei tre centri di formazione professionale provengono da almeno 28 Paesi del mondo e professano forse 8 diverse religioni. Per loro la multiculturalità e l’interreligiosità sono una quotidianità che si sperimenta concretamente tutti i giorni fra i banchi di scuola.

Alla presenza del Cardinale, i ragazzi sono stati quindi protagonisti di una preghiera interreligiosa suddivisa in tre momenti, ciascuno scandito da musica, letture, salmi e gesti simbolici: uno dedicato al credo ebraico, uno a quello cristiano e uno all’islam. Per terminare poi con un’invocazione collettiva alla giustizia e all’armonia in famiglia, nella comunità e fra i popoli.

“La pace – ha detto il card. Bassetti rivolgendosi ai ragazzi – non è qualcosa di astratto, ma deve partire prima di tutto da noi, anche perché la multiculturalità è ormai una realtà di fatto con cui fare i conti, e questa scuola ne è un esempio. Papa Francesco ce ne ha dato l’esempio alcuni giorni fa: il nostro è un Dio misericordioso che ci invita a dialogare e accogliere le altre confessioni religiose. L’iniziativa che oggi si svolge in questa scuola è un bellissimo esempio di come tutti noi possiamo essere costruttori di pace nel nostro vivere quotidiano”.

]]>
Giovani, etica e crescita. Il 90° di presenza salesiana a Perugia https://www.lavoce.it/giovani-etica-e-crescita-il-90-di-presenza-salesiana-a-perugia/ Thu, 24 Oct 2013 13:28:32 +0000 https://www.lavoce.it/?p=20269

[caption id="attachment_20202" align="alignleft" width="350"]Il convegno internazionale sui giovani e il lavoro tenutosi alla Sala dei Notari Il convegno internazionale sui giovani e il lavoro tenutosi alla Sala dei Notari[/caption] I festeggiamenti per il 90° anniversario della presenza dei Salesiani a Perugia non potevano che aprirsi con un momento di confronto e riflessione sui giovani. Giovedì scorso, infatti, alla sala dei Notari, gremita di gente e di tanti giovani si è svolto l’interessante e impegnativo convegno internazionale “Giovani e lavoro: portatori di etica e crescita” per riflettere sulle difficoltà e le sfide che i giovani di oggi si trovano ad affrontare in un mondo “piagato” dalla crisi economica e da un’apparente mancanza di prospettive per il futuro. All’incontro erano presenti i rappresentanti delle istituzioni, come il sindaco di Perugia Wladimiro Boccali e la presidente della Giunta regionale Catiuscia Marini, ma anche studiosi come il prof. Dominick Salvatore della Fordham University di New York, ed esponenti di successo del mondo imprenditoriale come Brunello Cucinelli dell’omonima azienda, Dimitrios Bataloggianis della Dmix-Speedcrafts, Zdzislaw Bik della Fasing Group e Valter Baldaccini dell’Umbriagroup. “Il nostro obiettivo – ha spiegato don Tadeusz Rozmus, direttore dell’istituto Don Bosco di Perugia – è di essere dei costruttori di speranza per i giovani. Questi festeggiamenti non sono un modo per onorare noi stessi, ma un momento di confronto per rispondere ai problemi concreti che la realtà contemporanea ci impone”. “La formazione dei giovani – ha detto don Claudio Belfiore, presidente nazionale del Cnos (Centro nazionale opere salesiane) – è alla base della nostra missione religiosa. Il tema del lavoro diventa quindi fondamentale. Ma il lavoro non deve essere inteso semplicemente come ricerca di un’occupazione da cui trarre un compenso economico. È portatore di dignità per il giovane, lo colloca nella società, lo fa diventare partecipe e attivo nella realtà in cui vive, gli dà uno scopo. Perciò noi puntiamo a costruire una cultura del lavoro nei nostri giovani”. Con risultati importanti in tutto il mondo. “L’esperienza dei centri salesiani di formazione professionale - sottolinea don Mario Tonini, presidente del Cnos Fap e Cnos scuola Italia – è diffusa a livello internazionale ed è il biglietto da visita grazie al quale i Salesiani sono ampiamente presenti all’estero. In Italia ben il 25 per cento dei 15 mila salesiani sono impegnati nella formazione dei giovani in 60 centri, con ottimi tassi di occupazione. Anche se la situazione italiana varia molto, tra un Nord in cui i Cnos Fap sono molto diffusi, e un Sud in cui invece fanno ancora molta fatica ad affermarsi, nonostante l’alto tasso di disoccupazione e abbandono scolastico”.

SALESIANI. Intervista al Rettor maggiore venuto a Perugia: “Ai giovani diamo il dono più grande”

[caption id="attachment_20275" align="alignleft" width="200"]Don Pascual Chavez Villanueva Don Pascual Chavez Villanueva[/caption] In occasione del 90° anniversario dei salesiani a Perugia, don Pascual Chavez Villanueva, rettor maggiore dei Salesiani e nono successore di don Bosco, è venuto in visita nel capoluogo umbro. Ha tenuto una lectio magistralis all’aula magna di Scienze dalla formazione sul tema “I giovani alla ricerca del senso della vita” (testo disponibile sul sito www.donboscoperugia.it) e ha ricevuto l’onorificenza cittadina “Baiocco d’oro” dal sindaco Wladimiro Boccali. I festeggiamenti sono stati anche un momento di riflessione sul futuro dei salesiani e della loro missione religiosa. Don Chavez, qual è il senso della sua visita a Perugia? “Ho voluto essere presente alle celebrazioni per questo 90° anniversario per tre motivi principali. Primo, per unirmi alla comunità religiosa nel benedire questo lungo periodo di storia pieno di gioie e soddisfazioni. Secondo, per riflettere insieme sul presente e saper rispondere, in maniera adeguata, agli interrogativi che i giovani ci sottopongono. Terzo, per sognare insieme il futuro, continuando a credere nell’insegnamento di don Bosco di avere sempre fiducia nei giovani e nelle loro possibilità”. Quali sono i nuovi interrogativi che i giovani vi sottopongono? “I ragazzi sentono di non avere più prospettive per il futuro, hanno perso fiducia e speranza e si vogliono arrendere, perché questa società li ha resi semplicemente dei consumatori di beni, di sensazioni, di esperienze… Ma la vita non può fermarsi all’aspetto biologico: per ognuno di noi è scritta una missione unica ed esclusiva, che nessuno potrà compiere al nostro posto. I giovani stanno perdendo la consapevolezza di questo senso più profondo della vita”. Quali risposte state dando come comunità salesiana? “Il dono più grande che noi - che tutti - possiamo offrire ai giovani è l’educazione, ovvero quegli strumenti capaci di trasformare un ragazzo in un uomo con sogni e prospettive, ma anche in un professionista capace di integrarsi e vivere nel mondo del lavoro. Altrimenti il futuro dei nostri giovani non sarà altro che quello degli emarginati. Altro grande strumento al fianco dell’educazione, mantenere un sistema preventivo per impedire ai giovani di cadere e perdersi”. Quali le risposte che, invece, non sta dando la società? “Il più grande errore della nostra società è quello di non credere più nell’educazione dei giovani, di non investire nello sviluppo dei loro talenti e delle loro possibilità. Dalla più grande risorsa che un Paese possa avere, i giovani si stanno trasformando in un problema sociale, perché privi di futuro, o in un tesoro che lascia l’Italia per andare ad arricchire altri Paesi. Stiamo svilendo o esportando all’estero l’unica cosa che non si dovrebbe mai minare: le risorse umane”.]]>

[caption id="attachment_20202" align="alignleft" width="350"]Il convegno internazionale sui giovani e il lavoro tenutosi alla Sala dei Notari Il convegno internazionale sui giovani e il lavoro tenutosi alla Sala dei Notari[/caption] I festeggiamenti per il 90° anniversario della presenza dei Salesiani a Perugia non potevano che aprirsi con un momento di confronto e riflessione sui giovani. Giovedì scorso, infatti, alla sala dei Notari, gremita di gente e di tanti giovani si è svolto l’interessante e impegnativo convegno internazionale “Giovani e lavoro: portatori di etica e crescita” per riflettere sulle difficoltà e le sfide che i giovani di oggi si trovano ad affrontare in un mondo “piagato” dalla crisi economica e da un’apparente mancanza di prospettive per il futuro. All’incontro erano presenti i rappresentanti delle istituzioni, come il sindaco di Perugia Wladimiro Boccali e la presidente della Giunta regionale Catiuscia Marini, ma anche studiosi come il prof. Dominick Salvatore della Fordham University di New York, ed esponenti di successo del mondo imprenditoriale come Brunello Cucinelli dell’omonima azienda, Dimitrios Bataloggianis della Dmix-Speedcrafts, Zdzislaw Bik della Fasing Group e Valter Baldaccini dell’Umbriagroup. “Il nostro obiettivo – ha spiegato don Tadeusz Rozmus, direttore dell’istituto Don Bosco di Perugia – è di essere dei costruttori di speranza per i giovani. Questi festeggiamenti non sono un modo per onorare noi stessi, ma un momento di confronto per rispondere ai problemi concreti che la realtà contemporanea ci impone”. “La formazione dei giovani – ha detto don Claudio Belfiore, presidente nazionale del Cnos (Centro nazionale opere salesiane) – è alla base della nostra missione religiosa. Il tema del lavoro diventa quindi fondamentale. Ma il lavoro non deve essere inteso semplicemente come ricerca di un’occupazione da cui trarre un compenso economico. È portatore di dignità per il giovane, lo colloca nella società, lo fa diventare partecipe e attivo nella realtà in cui vive, gli dà uno scopo. Perciò noi puntiamo a costruire una cultura del lavoro nei nostri giovani”. Con risultati importanti in tutto il mondo. “L’esperienza dei centri salesiani di formazione professionale - sottolinea don Mario Tonini, presidente del Cnos Fap e Cnos scuola Italia – è diffusa a livello internazionale ed è il biglietto da visita grazie al quale i Salesiani sono ampiamente presenti all’estero. In Italia ben il 25 per cento dei 15 mila salesiani sono impegnati nella formazione dei giovani in 60 centri, con ottimi tassi di occupazione. Anche se la situazione italiana varia molto, tra un Nord in cui i Cnos Fap sono molto diffusi, e un Sud in cui invece fanno ancora molta fatica ad affermarsi, nonostante l’alto tasso di disoccupazione e abbandono scolastico”.

SALESIANI. Intervista al Rettor maggiore venuto a Perugia: “Ai giovani diamo il dono più grande”

[caption id="attachment_20275" align="alignleft" width="200"]Don Pascual Chavez Villanueva Don Pascual Chavez Villanueva[/caption] In occasione del 90° anniversario dei salesiani a Perugia, don Pascual Chavez Villanueva, rettor maggiore dei Salesiani e nono successore di don Bosco, è venuto in visita nel capoluogo umbro. Ha tenuto una lectio magistralis all’aula magna di Scienze dalla formazione sul tema “I giovani alla ricerca del senso della vita” (testo disponibile sul sito www.donboscoperugia.it) e ha ricevuto l’onorificenza cittadina “Baiocco d’oro” dal sindaco Wladimiro Boccali. I festeggiamenti sono stati anche un momento di riflessione sul futuro dei salesiani e della loro missione religiosa. Don Chavez, qual è il senso della sua visita a Perugia? “Ho voluto essere presente alle celebrazioni per questo 90° anniversario per tre motivi principali. Primo, per unirmi alla comunità religiosa nel benedire questo lungo periodo di storia pieno di gioie e soddisfazioni. Secondo, per riflettere insieme sul presente e saper rispondere, in maniera adeguata, agli interrogativi che i giovani ci sottopongono. Terzo, per sognare insieme il futuro, continuando a credere nell’insegnamento di don Bosco di avere sempre fiducia nei giovani e nelle loro possibilità”. Quali sono i nuovi interrogativi che i giovani vi sottopongono? “I ragazzi sentono di non avere più prospettive per il futuro, hanno perso fiducia e speranza e si vogliono arrendere, perché questa società li ha resi semplicemente dei consumatori di beni, di sensazioni, di esperienze… Ma la vita non può fermarsi all’aspetto biologico: per ognuno di noi è scritta una missione unica ed esclusiva, che nessuno potrà compiere al nostro posto. I giovani stanno perdendo la consapevolezza di questo senso più profondo della vita”. Quali risposte state dando come comunità salesiana? “Il dono più grande che noi - che tutti - possiamo offrire ai giovani è l’educazione, ovvero quegli strumenti capaci di trasformare un ragazzo in un uomo con sogni e prospettive, ma anche in un professionista capace di integrarsi e vivere nel mondo del lavoro. Altrimenti il futuro dei nostri giovani non sarà altro che quello degli emarginati. Altro grande strumento al fianco dell’educazione, mantenere un sistema preventivo per impedire ai giovani di cadere e perdersi”. Quali le risposte che, invece, non sta dando la società? “Il più grande errore della nostra società è quello di non credere più nell’educazione dei giovani, di non investire nello sviluppo dei loro talenti e delle loro possibilità. Dalla più grande risorsa che un Paese possa avere, i giovani si stanno trasformando in un problema sociale, perché privi di futuro, o in un tesoro che lascia l’Italia per andare ad arricchire altri Paesi. Stiamo svilendo o esportando all’estero l’unica cosa che non si dovrebbe mai minare: le risorse umane”.]]>
A Perugia l’urna con le reliquie di don Bosco https://www.lavoce.it/a-perugia-lurna-con-le-reliquie-di-don-bosco/ Thu, 24 Oct 2013 12:53:48 +0000 https://www.lavoce.it/?p=20253 Fedeli durante la veglia animata da seminaristi e giovani
Fedeli durante la veglia animata da seminaristi e giovani

A Perugia, tutta la notte tra il 22 e il 23 ottobre è stato un continuo pellegrinaggio di giovani e meno giovani nella chiesa di San Prospero ubicata nel complesso dell’Istituto salesiano, dove nel pomeriggio del 22 è stata accolta l’urna con le reliquie di san Giovanni Bosco.

L’urna, che sta compiendo un pellegrinaggio in tutte le comunità salesiane del mondo in preparazione del bicentenario della nascita del Santo (1815-2015), è giunta nel capoluogo umbro, dove sono in corso le celebrazioni per i 90 anni di presenza salesiana. La lunga veglia notturna di preghiera davanti alle reliquie di don Bosco è stata animata dai seminaristi perugini e da giovani della Pastorale giovanile diocesana. La mattina del 23 ottobre, alle ore 8, all’esterno della chiesa di San Prospero, l’arcivescovo mons. Gualtiero Bassetti, insieme al direttore dell’istituto salesiano, don Tadeusz Rozmus, e ai parroci della città, ha celebrato la messa dedicata ai giovani. Durante l’offertorio alcuni studenti del Centro di formazione professionale “Don Bosco” hanno portato in dono i frutti del loro studio-lavoro.

Da segnalare che il 75% degli allievi del Centro di formazione professionale salesiano trova un’occupazione al termine dei corsi e dopo il tirocinio presso aziende. Al termine della messa, l’urna con le reliquie è stata salutata da numerosi fedeli riprendendo il suo pellegrinaggio per l’Italia centrale, facendo sosta nella città di Terni.

Mons. Bassetti nell’omelia ha esordito rivolgendosi al “carissimo don Tadeusz”, ai “carissimi Salesiani, ex allievi, giovani del Centro di formazione professionale, ragazzi che frequentate questo stupendo oratorio… A conclusione ormai di queste giornate in cui abbiamo rivissuto la storia dei nostri Salesiani a Perugia, una bellissima avventura che dura da 90 anni, non poteva mancare in mezzo a noi questa significativa reliquia di don Bosco, uno dei santi più amati in Italia. Non è facile esprimere a parole ciò che sento nel profondo del mio cuore in questo momento. Grazie, don Bosco, per questo tuo – seppure rapido – passaggio in mezzo a noi. Abbiamo bisogno della tua presenza, del tuo sorriso, della forza del tuo braccio. Hanno bisogno di te i nostri ragazzi, i nostri giovani, le nostre famiglie. Viviamo tempi difficili, come lo furono i tuoi”.

“L’educazione, diceva don Bosco – ha ricordato ancora mons. Bassetti – è cosa del cuore, e Dio solo ne è il padrone. Non potremo riuscire a niente se Dio non ci dà in mano la chiave di questi cuori”.

Ricordiamo che il 29 ottobre in sala dei Notari alle ore 18.30 si terrà l’ultimo concerto della rassegna organizzata dai Salesiani per il 90°. Verrà dalla Polonia un’orchesta giovanile di studenti salesiani molto speciale: dalla città di Oswiecim, che è diventata nota con il suo nome tedesco, Auschwitz.

]]>
Gran finale per i festeggiamenti dei 90 anni di presenza salesiana a Perugia https://www.lavoce.it/gran-finale-per-i-festeggiamenti-dei-90-anni-di-presenza-salesiana-a-perugia/ Thu, 29 Aug 2013 14:53:37 +0000 https://www.lavoce.it/?p=18691 L’istituto Don Bosco di Perugia
L’istituto Don Bosco di Perugia

Cosa sono 90 anni di attività per un’istituzione che si prefigge di dedicarsi all’educazione e all’accompagnamento dei giovani nel mondo di oggi? Non sono che l’inizio di una storia iniziata a Perugia nel 1922 dai primi Salesiani, e che oggi si rinnova e trova nuovo slancio attraverso le opere che l’istituto Don Bosco ha avviato nel corso del 2013 e che troveranno il loro pieno compimento entro la fine dell’anno con la partecipazione e collaborazione di enti locali, istituzioni culturali, industriali, famiglie. Un nuovo avvio che desidera agire in rete con tutte le forze sociali del territorio.

Dal 16 al 31 ottobre i Salesiani festeggiano la loro storia nella città di Perugia con una serie di eventi in favore di tutta la cittadinanza.

Il 17 ottobre si terrà il convegno internazionale su “Giovani e lavoro: portatori di etica e crescita”, con la presenza dell’illustre economista internazionale Dominick Salvatore (Fordham University of New York), di vari imprenditori internazionali a capo di multinazionali e numerose altre personalità.

Il 17 e 18 ottobre la visita del nono successore di don Bosco, il rettor maggiore dei Salesiani don Pascual Chavez Villanueva, che incontrerà le istituzioni cittadine, i giovani e le famiglie di Perugia.

Il 22 ottobre arrriverà l’urna contenente le reliquie di don Bosco che sosterà presso la chiesa di San Prospero per 24 ore di preghiera e adorazione continua.

Numerose le istituzioni culturali che sostengono l’istituto nel suo programma di eventi. Tra esse il Conservatorio di musica di Perugia “Francesco Morlacchi”, che offrirà il 19 ottobre la Messa da Requiem di Verdi; e la Fondazione Marini Clarelli Santi che ospiterà all’interno di palazzo degli Oddi una cena di beneficenza per raccogliere fondi per il nuovo Centro giovanile in fase di ristrutturazione presso l’istituto Don Bosco.

Pieno sostegno alle iniziative anche dal Comune di Perugia.

Il programma dettagliato della manifestazione verrà diffuso nell’ultima settimana di settembre. Ma già dalle attestazioni di stima di alcuni dei suoi sostenitori e sponsor si può intuire quanto l’istituto Don Bosco sia parte viva della comunità.

Il direttore dell’istituto, don Tadeusz Rozmus, ricorda: “Il messaggio di don Bosco non è passato, è attivamente presente a Perugia, pronto ad affiancare tutti coloro che si sforzano di creare nuovi spazi di speranza per i giovani. Questo desiderio si realizza attraverso le nuove iniziative dell’istituto Don Bosco e le sue collaborazioni che rappresentano un modo concreto di costruire nuovi ponti”.

]]>
Salesiani a Perugia: 90 anni di missione educativa https://www.lavoce.it/salesiani-a-perugia-90-anni-di-missione-educativa/ Thu, 07 Feb 2013 13:38:24 +0000 https://www.lavoce.it/?p=14936 Da sin il sindaco Boccali, don Tadeusz, mons. Bassetti e Santeusanio
Da sin il sindaco Boccali, don Tadeusz, mons. Bassetti e Santeusanio

Novant’anni di presenza a Perugia, dedicati alla formazione e all’accoglienza dei giovani. Domenica scorsa i Salesiani hanno aperto i festeggiamenti in onore dell’anniversario dell’arrivo della loro comunità religiosa in Umbria; festeggiamenti che si protrarranno per tutto il 2013 e che comprenderanno convegni, tornei sportivi, momenti ludici e progetti per il futuro della comunità nel territorio.

Oltre al ricordo dell’arrivo a Perugia nel 1923, gli appuntamenti organizzati dai Salesiani vogliono essere un momento di riflessione con una serie di incontri a cadenza mensile dal tema “I giovani di oggi e la loro fede”, così da “poterci confrontare insieme e trovare le nuove e più adatte modalità per arrivare ai giovani in un mondo segnato dalla multimedialità, dalla globalizzazione e dalla multiculturalità. Basti pensare che i nostri istituti ospitano studenti di 28 nazioni e 8 religioni diverse”, ha sottolineato don Tadeusz Rozmus, a capo della comunità di Perugia.

Il ciclo di incontri culminerà il 18 ottobre con la presenza a Perugia del rettor maggiore dei Salesiani, don Pascual Chavez Villanueva.

Ad aprire la festa e il convegno, l’arcivescovo di Perugia – Città della Pieve, mons. Gualtiero Bassetti. “Lo missione educativa dei Salesiani – ha sottolineato – è guadagnare il cuore dei giovani così da poterli regalare al Signore. In questi 90 anni lo hanno fatto con entusiasmo e dedizione. Oggi, però, servono nuovi stili di evangelizzazione per rivolgersi ai ragazzi, sempre più poveri di affetto e smarriti nei confronti della vita. Noi adulti – ha continuato l’Arcivescovo – dobbiamo essere d’insegnamento e mostrare come ‘abitare’ il presente e il futuro. I nostri giovani, in mancanza di prospettive future, infatti, si rifugiano spesso in un carpe diem che è solo un consumare fine a se stesso e quanto più veloce possibile. È quindi compito nostro dare loro un altro stile di vita e sviluppare la speranza, la sorpresa, il tendere verso il futuro. Non possiamo essere solo le Cassandre dei mali presenti, ma dobbiamo dare delle prospettive concrete”.

Presente all’incontro, in qualità di sindaco, ma soprattutto di ex allievo dei Salesiani, il primo cittadino di Perugia, Wladimiro Boccali, che ha riconosciuto la presenza dell’istituto Don Bosco quale “elemento identitario della città e in simbiosi con essa e il suo divenire nel corso del tempo”.

]]>
A Gualdo Tadino è rinato l’oratorio https://www.lavoce.it/a-gualdo-tadino-e-rinato-loratorio/ Thu, 24 Jan 2013 16:57:30 +0000 https://www.lavoce.it/?p=14723 Ragazzi durante un’attività all’oratorio
Ragazzi durante un’attività all’oratorio

Chi ci avrebbe scommesso? Sicuramente pochi, ma l’oratorio “Don Bosco” di Gualdo Tadino è risorto e funziona che è una meraviglia, ripagando, anche solo in parte, i tanti sforzi di religiosi e laici che sono riusciti di nuovo a renderlo una realtà funzionante e appetibile. Al di là dei risultati e della visibilità, che in alcuni casi tarda ad imporsi per alcune iniziative, c’è un favorevole riscontro di frequenze che lascia ben sperare per il futuro. Per quello immediato, ecco giungere l’annuale ricorrenza di san Giovanni Bosco.

Dopo l’incontro dello scorso 18 gennaio, che ha visto don Eugenio Nembrini parlare su “La sfida educativa”, domani, sabato 26 gennaio, avrà inizio la vera e propria festa, che vedrà la partecipazione di tutti i gruppi oratoriani: alle ore 16, nella sala grande dell’oratorio, i ragazzi festeggeranno con canti e balli, filmati e brevi scenette di teatro e cabaret, alla presenza dei genitori. Domenica 27, alle ore 10, la solenne messa animata dai giovani e presieduta da don Tadeusz Rozmus, direttore della comunità salesiana di Perugia.

Al termine, presso l’oratorio, l’assemblea dell’associazione “Educare alla vita buona”, che ha come scopo principale la collaborazione nell’animazione dell’oratorio: sarà l’occasione per i vecchi membri di rinnovare l’adesione e per i nuovi di entrare. Alle ore 13, il pranzo sociale presso il ristorante “Lucignolo”, il ristorante realizzato nel vecchio istituto salesiano (per prenotazioni 075 8681917; 339 3806610), che oggi ospita anche l’hotel Verde Soggiorno, aperto a gruppi e comitive. Le celebrazioni proseguiranno nel successivo fine settimana. Venerdì 1° febbraio, alle ore 21, presso l’oratorio, il primo di una serie di incontri dedicati all’eredità del Concilio Vaticano II. Questo primo incontro sarà guidato dal Vescovo, ad indicare la vicinanza della diocesi a questo “esperimento” di pastorale giovanile in gran parte realizzato da laici. Sabato 2 febbraio, invece, la prima dello spettacolo teatrale Cimitero, andata e ritorno, realizzato dal gruppo filodrammatico dell’oratorio, diretto da Carlo Biscontini, una delle attività artistiche oratoriane, oltre alla danza, il disegno e la pittura. Novità anche per la festa di carnevale, sabato 9 febbraio alle ore 15 presso l’oratorio: da quest’anno sarà possibile operare, nei giorni precedenti, lo “scambio di maschere”: cedere quelle vecchie, che non entrano più, per prenderne di nuove, di giusta misura. Alla faccia degli sprechi!

]]>
Opere salesiane: una scuola… anzi di più! https://www.lavoce.it/opere-salesiane-una-scuola-anzi-di-piu/ Thu, 29 Nov 2012 17:14:12 +0000 https://www.lavoce.it/?p=14055
Studenti durante una lezione nel laboratorio di elettronica

Non solo una scuola: più di una scuola. Difficile trovare una definizione univocamente esaustiva per il Cnos Fap dell’Umbria, ovvero il Centro nazionale opere salesiane – Formazione e aggiornamento professionale. Un centro di formazione professionale, quindi, come dice il nome stesso, fondato sulla pedagogia salesiana e dislocato nelle tre sedi di Perugia, Foligno e Marsciano.

Peculiarità e differenze

Il primo quesito da sciogliere quando si parla di scuole professionali salesiane è quello della differenza rispetto agli istituti “tradizionali”. In confronto alla didattica scolastica, infatti, il Cnos Fap si caratterizza per affiancare alla formazione in aula momenti di esercitazioni pratiche configurati in modo da emulare, quanto più fedelmente possibile, la realtà di una vera e propria azienda. In concreto, i ragazzi trascorrono tra le 20 e le 24 ore in laboratorio, rispetto alle circa 3 ore di un istituto professionale. Il periodo formativo dei corsi del Cnos Fap (di durata biennale o triennale) non è strutturato secondo i nove mesi tradizionali, da settembre a giugno, ma la data di inizio è stabilita di anno in anno dalla Regione (quest’anno è il 3 dicembre) fino al raggiungimento del monte ore – ripartite fra teoria, pratica e stage in azienda – stabilito per ciascun corso. Una formula ancora oggi vincente, visto che il 55% degli allievi trova subito un’occupazione, in molti casi proprio presso l’azienda nella quale ha svolto il periodo di tirocinio. Presso le tre sedi, inoltre, è attivo un servizio di orientamento e accompagnamento al lavoro rivolto agli allievi e alle famiglie che funziona anche dopo la fine del percorso formativo e che, spesso, fa sì che l’istituto faccia da tramite tra la scuola e le aziende. I corsi sono approvati e finanziati dalla Regione e gestiti dalla Provincia di Perugia con risorse ministeriali e del Fondo sociale europeo, hanno frequenza obbligatoria e prevedono il rilascio di una qualifica professionale.

Problemi e soluzioni

L’obiettivo delle scuole professionali è, quindi, quello di essere una risposta “altra” per tutti quei giovani che, finita la scuola media, non vogliono iscriversi ad un liceo o ad un istituto. Insomma, non vogliono continuare a studiare, ma imparare un mestiere che possa subito proiettarli nel mondo del lavoro. “Le nostre scuole – spiega don Maurizio Palomba, coordinatore intercentro dell’équipe pastorale che gestisce le attività giovanili del Cnos Fap – sono servite e servono a combattere la dispersione scolastica. Oggi però il compito è diventato ancora più impegnativo. Da alcuni anni, infatti, i nostri percorsi non sono più aperti a giovani dai 14 ai 18 anni, ma dai 16 ai 18 anni. Due anni in meno per noi, due anni persi per i tanti giovani che si trovano costretti a frequentare, controvoglia e con esiti spesso negativi, gli istituti superiori. Quando arrivano da noi sono, quindi, frustrati e sfiduciati nei confronti del sistema scolastico e anche delle loro potenzialità. Per questo il nostro primo lavoro è quello di rimotivarli, di dare loro nuova fiducia nelle proprie capacità, di aiutarli, così come vuole lo stile salesiano, a tirare fuori tutti i doni che hanno dentro e a sentirsi pienamente valorizzati, amati e accettati così come sono”. “Non c’è distanza fra la cattedra e il banco – raccontano con un entusiasmo raro Giovanna Deledda, Lucio Carpisassi e Sandro Tamarindi, docenti e componenti dell’équipe pastorale in qualità di responsabili, rispettivamente, dei centri di Marsciano, Perugia e Foligno -. Dopo lo scetticismo iniziale, i nostri studenti imparano a fidarsi di noi. Doniamo loro infatti, prima che il nostro sapere e professionalità, la nostra persona. Siamo i primi a metterci in gioco e, in questo modo, tutte le diffidenze e i muri tra allievo e insegnante cadono in automatico. Li coinvolgiamo attivamente nel lavoro – continuano – e li sproniamo a risolvere problemi pratici che potrebbero effettivamente trovare in azienda. Qui si sentono valorizzati. Per noi venire al lavoro è un privilegio, è l’opportunità di dare un futuro a ragazzi spesso persi, soli e sbandati. Non sono pochi i casi di chi, dopo aver terminato il corso e cominciato a lavorare, si rimette a studiare con entusiasmo per prendere il diploma con i corsi serali”.

Oltre i libri, c’è di più

L’universo delle tre sedi del Cnos Fap Umbria parla tutte le lingue del mondo. I circa 300 alunni iscritti provengono da ben 25 Paesi diversi. Un melting pot di lingue, culture, tradizioni e religioni. “Capita, ad esempio – racconta don Palomba -, che gli undici ragazzi che compongono una classe professino otto religioni diverse. Il nostro è quindi un centro interreligioso, ma che poggia su una solida e irrinunciabile base cristiana. Noi non siamo qui per convertire, ma trasmettiamo e facciamo conoscere anche ai non cattolici quei valori, quei principi etici su cui si fonda il cattolicesimo: l’amore, l’uguaglianza, la fratellanza. Valori che poi gli stessi ragazzi riportano nelle loro famiglie e nei loro gruppi di appartenenza. È capitato, ad esempio, che allievi non cattolici partecipassero ad attività liturgiche in piena autonomia o che studenti di fede musulmana si siano accostati alla confessione non per prendere il sacramento, ma per parlare dei principi etici cattolici, principi che sentono evidentemente universali. Al Cnos Fap – conclude don Palomba – c’è tutto il mondo, rappresentato in ogni sua estrazione sociale, economica e culturale, che dialoga, che non si estremizza mai in forme di integralismo, che impara la cultura del lavoro, il rispetto e il valore di se stessi e degli altri. È ben più di una scuola”.

Don Palomba e i coordinatori

L’animazione pastorale nelle scuole salesiane

Don Maurizio Palomba, Giovanna Deledda, Lucio Carpisassi e Sandro Tamarindi compongono l’équipe che gestisce l’animazione pastorale del Centro nazionale opere salesiane dell’Umbria. Don Palomba è il coordinatore intercentro, mentre i tre docenti sono responsabili, rispettivamente, degli istituti con sede a Marsciano, Perugia e Foligno. “Ci incontriamo una volta al mese – spiega don Palomba – per discutere e decidere le attività da proporre, attività integrative alla didattica e, al contempo, educative. Siamo una fucina di idee e di attività con lo scopo di evangelizzare indirettamente, ma esplicitamente. Possiamo poi contare sul sostegno delle rispettive diocesi, una diversa per ogni centro, e dei relativi Vescovi che spesso vengono a trovare i ragazzi, passano del tempo a parlare con loro in occasione non solo di particolari iniziative, ma anche durante semplici mattinate scolastiche”.

 

A Foligno un occhio ai mestieri “verdi”

La sede di Foligno

Il Centro di formazione professionale di Foligno si trova in vicolo Isola bella 18 (tel. 0742 353816, email segreteria. foligno@cnosumbria.it o sito www.cnosumbria.it). I corsi formativi a cui è possibile iscriversi nella sede di Foligno sono numerosi. Gli aspiranti studenti potranno, infatti, scegliere di diventare Operatore della ristorazione (competente in biotipicità); Operatore alla riparazione dei veicoli a motore (competente nell’ecologia dell’auto); Operatore elettrico (competente in risparmio energetico ed energie rinnovabili) ed Acconciatore (di durata biennale, abilitato al lavoro dipendente).

Anche per la sede di Foligno, così come per gli altri due centri, il rapporto con le aziende del territorio è risultato fondamentale negli anni. Attrezzature e macchinari, nonché strumentazioni e metodologie didattiche, inoltre, sono quanto di più avanzato ed efficiente può essere offerto per fini formativi, e il personale è qualificato e costantemente aggiornato, secondo i piani formativi dell’ente.

 

A Perugia la sfida resta il corso per Operatori del cashmere: richiesto dalle aziende ma…

La sede di Perugia

Il Centro di formazione professionale di Perugia si trova presso l’istituto “Don Bosco”, nella via omonima (tel. 075 5733882, email segreteria.perugia@ cnosumbria.it o sito www.cnosumbria.it). Presso la sede di Perugia – che ha intrapreso l’attività di formazione dei giovani a partire dal 1982 con la creazione dell’associazione Cnos Fap Regione Umbria – sono attivi i corsi di Operatore elettrico per impianti civili ed industriali, Operatore meccanico e Operatore di impianti termoidraulici. Discorso a parte per il corso di Operatore dell’abbigliamento e del cashmere. “Tutti gli anni lo riproponiamo – spiega Lucio Carpisassi – ma non riusciamo mai ad attivarlo per mancanza di iscritti. Un vero e proprio paradosso, considerando che sono proprio le aziende del settore a chiederci di attivare questo corso vista la grande carenza, e la conseguente necessità, di personale qualificato da inserire nel settore. La scelta dei corsi da attivare, infatti, non è mai casuale ma dipendente dall’analisi dei fabbisogni del territorio e dai dati occupazionali a due anni dalla qualifica”.

 

A Marsciano un legame forte con le istituzioni

La sede di Marsciano

Il centro di formazione “Piccola casa del ragazzo” di Marsciano si trova in via Tuderte 7/B (tel. 075 8742392, mail segreteria. marsciano@cnosfap.it o sito www.cnosumbria.it). I corsi attivi presso questa sede sono quello di Operatore elettrico (competente in risparmio energetico ed energie rinnovabili); Operatore ai servizi di vendita (competente nella commercializzazione dei prodotti locali) e Operatore meccanico (competente in nuove tecnologie a basso consumo energetico e non inquinanti).

Il Centro opera dal 2003 nella realtà territoriale, grazie ad una sinergia fra l’associazione Cnos Fap Regione Umbria, Comune di Marsciano, Provincia di Perugia, Acli Perugia, firmatari di un protocollo di intesa. Un forte legame si è inoltre instaurato con gli enti locali del territorio circostante (Comuni di Deruta, San Venanzo, Collazzone, Montecastello di Vibio, Fratta Todina) e con la realtà produttiva locale, nella quale il centro vede un interlocutore molto importante, per rispondere alle esigenze di formazione delle aziende del territorio, grazie alle quali è possibile migliorare la produttività e la competitività del tessuto economico locale.

]]>