Perugina Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/perugina/ Settimanale di informazione regionale Fri, 26 Jan 2018 18:36:20 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg Perugina Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/perugina/ 32 32 Perugia e gli interrogativi sul futuro della città https://www.lavoce.it/perugia-gli-interrogativi-sul-futuro-della-citta/ Sat, 11 Nov 2017 08:00:54 +0000 https://www.lavoce.it/?p=50484

Perugia? Il grosso punto interrogativo sembra ormai fare parte integrante del nome della città capoluogo dell’Umbria. Nel senso che non si capisce bene che fase stia vivendo, o forse si capisce benissimo. I quotidiani locali continuano a descrivere ogni giorno uno stillicidio di fatti e avvenimenti che, se non si possono ancora inquadrare nella categoria del degrado e del declino, quanto meno danno il senso di un tessuto sociale, economico e politico in cui la frammentazione, lo sfilacciamento e la precarietà delle prospettive la fanno da padroni. Si legge di continuo di negozi del centro storico che chiudono a pacchi di dozzine, di vie cittadine in condizioni di abbandono, di piccole, medie e grandi imprese (vedi Perugina) in difficoltà. Di raccolta dei rifiuti problematica, di progetti urbanistici (“Arconi”) dal percorso contrastato, di parchi cittadini da cui anziani e bambini vengono sfrattati per fare posto a soggetti meno ‘affabili’. Insomma, Perugia non brilla. Il guaio? Che non si può, anche volendo, indicare un solo responsabile, inteso in senso politico: perché il processo di peggioramento del livello di vita in questa città non è di oggi, ha radici abbastanza lontane nel tempo. E motivazioni di vario genere, a partire dall’incrocio tra politica ed economia. Un incrocio visibile prima di tutto nella cemintificazione delle periferie perugine, dove si sarebbe voluto travasare il sangue vivo che alimentava la quotidianità del suo ‘cuore battente’, il centro storico. Un’operazione di ‘travaso’ che, valutando i risultati, si è tramutata in una sorta di ‘svuotamento’ progressivo dell’anima socio-politica della città. Un quotidiano locale ha riportato un’indiscrezione secondo cui un precedente sindaco di Perugia, commentando l’operato di quello attuale, avrebbe chiosato dicendo che “gestisce l’assenza”. Ma i tra i danni dell’assenza, vera o presunta, e i danni causati dalla ‘presenza’, non si sa davvero cosa scegliere.]]>

Perugia? Il grosso punto interrogativo sembra ormai fare parte integrante del nome della città capoluogo dell’Umbria. Nel senso che non si capisce bene che fase stia vivendo, o forse si capisce benissimo. I quotidiani locali continuano a descrivere ogni giorno uno stillicidio di fatti e avvenimenti che, se non si possono ancora inquadrare nella categoria del degrado e del declino, quanto meno danno il senso di un tessuto sociale, economico e politico in cui la frammentazione, lo sfilacciamento e la precarietà delle prospettive la fanno da padroni. Si legge di continuo di negozi del centro storico che chiudono a pacchi di dozzine, di vie cittadine in condizioni di abbandono, di piccole, medie e grandi imprese (vedi Perugina) in difficoltà. Di raccolta dei rifiuti problematica, di progetti urbanistici (“Arconi”) dal percorso contrastato, di parchi cittadini da cui anziani e bambini vengono sfrattati per fare posto a soggetti meno ‘affabili’. Insomma, Perugia non brilla. Il guaio? Che non si può, anche volendo, indicare un solo responsabile, inteso in senso politico: perché il processo di peggioramento del livello di vita in questa città non è di oggi, ha radici abbastanza lontane nel tempo. E motivazioni di vario genere, a partire dall’incrocio tra politica ed economia. Un incrocio visibile prima di tutto nella cemintificazione delle periferie perugine, dove si sarebbe voluto travasare il sangue vivo che alimentava la quotidianità del suo ‘cuore battente’, il centro storico. Un’operazione di ‘travaso’ che, valutando i risultati, si è tramutata in una sorta di ‘svuotamento’ progressivo dell’anima socio-politica della città. Un quotidiano locale ha riportato un’indiscrezione secondo cui un precedente sindaco di Perugia, commentando l’operato di quello attuale, avrebbe chiosato dicendo che “gestisce l’assenza”. Ma i tra i danni dell’assenza, vera o presunta, e i danni causati dalla ‘presenza’, non si sa davvero cosa scegliere.]]>
Ultimi sviluppi su Perugina e Colussi https://www.lavoce.it/ultimi-sviluppi-perugina-colussi/ Mon, 30 Oct 2017 11:30:17 +0000 https://www.lavoce.it/?p=50370

Licenziamenti e crisi delle grandi industrie storiche del settore alimentare come Perugina e Colussi. Ma anche tante nuove piccole e medie imprese che stanno prendendo piede e crescendo sempre più. Non c’è un’area dell’Umbria, almeno geograficamente parlando, più in crisi o più in crescita, tanto che gli esperti definiscono l’attuale situazione “a macchia di leopardo”. La “macchia” della vertenza Perugina sembra aver ingranato una via più liscia, anche se il processo è ancora lungo. Sul piatto ci sono 364 posti di lavoro che, al 30 giugno 2018, data di scadenza della cassa integrazione, rischiano di essere tagliati dalla multinazionale madre, la Nestlè. La vertenza sindacale per scongiurare le continue minacce di esuberi va ormai avanti da anni, ma si è inasprita nel corso del 2017, quando il numero di tagli è cresciuto al punto tale da gettare i sindacati in stato d’agitazione. Ad oggi, dopo gli incontri in Confindustria del 13 e 19 ottobre, lo stato d’agitazione è stato sospeso e le parti sembrano essere sulla buona strada per accordarsi affinchè gli esuberi vengano ridotti. Ridotti, non annullati. Il piano, messo a punto da Regione e sindacati, che si sono incontrati in maniera informale anche nella giornata di mercoledì 25 ottobre, punta agli investimenti e allo sviluppo dello stabilimento di San Sisto. Prima proposta quella di implementare il comparto della logistica e di far quindi confluire a Perugia le merci provenienti dallo stabilimento Buitoni di Benevento. Gianluigi Toia, direttore delle relazioni industriali di Nestlè, ha però smontato questa idea affermando insieme ai tecnici che “un polo logistico qui non ha senso”. Ci sono però altre soluzioni che in passato hanno funzionato e sulle quali puntano i sindacati: investimenti in ricerca e sviluppo per ottenere i contributi statali e la cosiddetta reinternalizzazione del lavoro (non servirsi di ditte esterne ma di dipendenti propri per mansioni come le pulizie). Poi c’è il già previsto aumento di export di cioccolato nell’emisfero sud del mondo, altro processo dalle tempistiche lunghe. I prossimi appuntamenti d’incontro delle parti in causa sono previsti per il 6 e 9 novembre. Diversa e per certi aspetti più negativa è la situazione Colussi. La procedura di licenziamento per 125 lavoratori è già iniziata e i sindacati hanno solo 75 giorni per strappare un accordo che riduca gli esuberi e dunque i licenziamenti. Sempre nel settore alimentare umbro vanno invece molto bene il Gruppo Beddini di Foligno, nato come pasticceria nel 1981 e ingranditosi negli ultimi anni, e la Barry-Callebaut di Dolphin, specializzata nella produzione di cioccolato, che sta assumendo e sta trasformando in full time i contratti part time.]]>

Licenziamenti e crisi delle grandi industrie storiche del settore alimentare come Perugina e Colussi. Ma anche tante nuove piccole e medie imprese che stanno prendendo piede e crescendo sempre più. Non c’è un’area dell’Umbria, almeno geograficamente parlando, più in crisi o più in crescita, tanto che gli esperti definiscono l’attuale situazione “a macchia di leopardo”. La “macchia” della vertenza Perugina sembra aver ingranato una via più liscia, anche se il processo è ancora lungo. Sul piatto ci sono 364 posti di lavoro che, al 30 giugno 2018, data di scadenza della cassa integrazione, rischiano di essere tagliati dalla multinazionale madre, la Nestlè. La vertenza sindacale per scongiurare le continue minacce di esuberi va ormai avanti da anni, ma si è inasprita nel corso del 2017, quando il numero di tagli è cresciuto al punto tale da gettare i sindacati in stato d’agitazione. Ad oggi, dopo gli incontri in Confindustria del 13 e 19 ottobre, lo stato d’agitazione è stato sospeso e le parti sembrano essere sulla buona strada per accordarsi affinchè gli esuberi vengano ridotti. Ridotti, non annullati. Il piano, messo a punto da Regione e sindacati, che si sono incontrati in maniera informale anche nella giornata di mercoledì 25 ottobre, punta agli investimenti e allo sviluppo dello stabilimento di San Sisto. Prima proposta quella di implementare il comparto della logistica e di far quindi confluire a Perugia le merci provenienti dallo stabilimento Buitoni di Benevento. Gianluigi Toia, direttore delle relazioni industriali di Nestlè, ha però smontato questa idea affermando insieme ai tecnici che “un polo logistico qui non ha senso”. Ci sono però altre soluzioni che in passato hanno funzionato e sulle quali puntano i sindacati: investimenti in ricerca e sviluppo per ottenere i contributi statali e la cosiddetta reinternalizzazione del lavoro (non servirsi di ditte esterne ma di dipendenti propri per mansioni come le pulizie). Poi c’è il già previsto aumento di export di cioccolato nell’emisfero sud del mondo, altro processo dalle tempistiche lunghe. I prossimi appuntamenti d’incontro delle parti in causa sono previsti per il 6 e 9 novembre. Diversa e per certi aspetti più negativa è la situazione Colussi. La procedura di licenziamento per 125 lavoratori è già iniziata e i sindacati hanno solo 75 giorni per strappare un accordo che riduca gli esuberi e dunque i licenziamenti. Sempre nel settore alimentare umbro vanno invece molto bene il Gruppo Beddini di Foligno, nato come pasticceria nel 1981 e ingranditosi negli ultimi anni, e la Barry-Callebaut di Dolphin, specializzata nella produzione di cioccolato, che sta assumendo e sta trasformando in full time i contratti part time.]]>
Il destino degli operai in esubero https://www.lavoce.it/destino-degli-operai-esubero/ Thu, 19 Oct 2017 15:15:44 +0000 https://www.lavoce.it/?p=50264

Non è un buon momento per il settore dolciario - alimentare in Umbria. Gli stabilimenti di Perugina a San Sisto e Colussi a Petrignano d’Assisi rischiano di perdere molti lavoratori. Martedì 10 ottobre, nel corso di un incontro svoltosi in Confindustria, la Colussi ha annunciato l’apertura della procedura di licenziamento collettivo per 125 dipendenti. Il giorno dopo i lavoratori, durante un’assemblea di fabbrica, hanno deciso per uno sciopero di 8 ore martedì 17 ottobre, giorno del primo incontro informativo in Confindustria sul futuro dell’azienda. Così martedì scorso, oltre allo sciopero, si è svolta anche una sonora manifestazione degli operai in via Palermo (sede perugina di Confindustria) al grido di “Siamo famiglie non siamo teste!”. Leggi l'articolo completo sull'edizione digitale de "La Voce"]]>

Non è un buon momento per il settore dolciario - alimentare in Umbria. Gli stabilimenti di Perugina a San Sisto e Colussi a Petrignano d’Assisi rischiano di perdere molti lavoratori. Martedì 10 ottobre, nel corso di un incontro svoltosi in Confindustria, la Colussi ha annunciato l’apertura della procedura di licenziamento collettivo per 125 dipendenti. Il giorno dopo i lavoratori, durante un’assemblea di fabbrica, hanno deciso per uno sciopero di 8 ore martedì 17 ottobre, giorno del primo incontro informativo in Confindustria sul futuro dell’azienda. Così martedì scorso, oltre allo sciopero, si è svolta anche una sonora manifestazione degli operai in via Palermo (sede perugina di Confindustria) al grido di “Siamo famiglie non siamo teste!”. Leggi l'articolo completo sull'edizione digitale de "La Voce"]]>
La vertenza Perugina parla all’Italia https://www.lavoce.it/la-vertenza-perugina-parla-allitalia/ Wed, 11 Oct 2017 16:26:18 +0000 https://www.lavoce.it/?p=50153

La vertenza della Perugina è difficile, e la politica - in particolare umbra - pur mobilitata, pare che abbia un potere minimo per incidere sul futuro dell’azienda, interessata da una proposta dei vertici della Nestlé che porterebbe a un drastico ridimensionamento del personale (quasi la metà, 364 su oltre 800 addetti). Si conta su un intervento ministeriale per tentare di sbloccare la crisi. Il 13 ottobre è in programma l’incontro in Confindustria umbra, e non si sa come andrà a finire. Nel corso della manifestazione che si è svolta a Perugia in difesa dello stabilimento, la Rsu aziendale ha parlato chiaro: “Se Nestlé viene all’incontro del 13 ottobre in Confindustria Umbria per parlare ancora di esuberi in Perugina, lo dica subito, così neanche ci presentiamo”. Luca Turcheria, a nome della Rsu, ha sottolineato che “al piano di ricollocazioni degli esuberi annunciato dalla multinazionale svizzera i dipendenti non credono, semplicemente perché non ci sono 364 posti in Umbria”. Alla manifestazione nel centro storico cittadino hanno partecipato maestranze della Perugina, insieme a sindacalisti, parlamentari, rappresentanti delle istituzioni locali e semplici cittadini. Presenti anche molte delegazioni di altre aziende umbre (come Ast, Colussi, Merloni e Novelli), in crisi e non. In mezzo alla folla, come già durante il presidio di qualche giorno fa davanti ai cancelli della Perugina, don Claudio Regni, parroco di San Sisto e per 24 anni il prete della fabbrica del cioccolato: ”La Chiesa - ha tenuto a ribadire - sta sempre con i più deboli, e chi deve portare a casa un pezzo di pane è debole”. Per il segretario Cgil di Perugia, Filippo Ciavaglia, la Nestlé “è un’impresa che prende solo dal nostro territorio”. Per l’ex leader Fiom, Maurizio Landini, anch’egli presente alla manifestazione, “la vertenza Perugina non è locale ma parla al Paese. La mia presenza qui è per dire che i lavoratori hanno il sostegno di tutta la Cgil nazionale”. Dalla Regione Umbria il pieno sostegno ai lavoratori espresso dalla presidente Marini, e dal vice presidente della Giunta e assessore allo Sviluppo economico, Fabio Paparelli. “Perugina - hanno evidenziato -, oltre a essere un marchio di eccellenza del cioccolato made in Italy è un vero e proprio simbolo di qualità dell’Umbria nel mondo. La storia e il valore di questa fabbrica vanno oltre i fatturati e i bilanci aziendali. Ogni umbro considera questo marchio parte integrante della propria identità regionale”. Vicinanza anche dall’Amministrazione comunale di Perugia “a un marchio che rappresenta la storia della nostra terra – ha dichiarato il sindaco Andrea Romizi. – Per questa ragione auspico che le varie categorie partecipino numerose e facciano quadrato attorno a un’azienda che rappresenta l’Umbria nel mondo. C’è in gioco anche il futuro di numerosi lavoratori della Colussi, delle province e di altre realtà regionali che si stanno battendo per mantenere il posto”.]]>

La vertenza della Perugina è difficile, e la politica - in particolare umbra - pur mobilitata, pare che abbia un potere minimo per incidere sul futuro dell’azienda, interessata da una proposta dei vertici della Nestlé che porterebbe a un drastico ridimensionamento del personale (quasi la metà, 364 su oltre 800 addetti). Si conta su un intervento ministeriale per tentare di sbloccare la crisi. Il 13 ottobre è in programma l’incontro in Confindustria umbra, e non si sa come andrà a finire. Nel corso della manifestazione che si è svolta a Perugia in difesa dello stabilimento, la Rsu aziendale ha parlato chiaro: “Se Nestlé viene all’incontro del 13 ottobre in Confindustria Umbria per parlare ancora di esuberi in Perugina, lo dica subito, così neanche ci presentiamo”. Luca Turcheria, a nome della Rsu, ha sottolineato che “al piano di ricollocazioni degli esuberi annunciato dalla multinazionale svizzera i dipendenti non credono, semplicemente perché non ci sono 364 posti in Umbria”. Alla manifestazione nel centro storico cittadino hanno partecipato maestranze della Perugina, insieme a sindacalisti, parlamentari, rappresentanti delle istituzioni locali e semplici cittadini. Presenti anche molte delegazioni di altre aziende umbre (come Ast, Colussi, Merloni e Novelli), in crisi e non. In mezzo alla folla, come già durante il presidio di qualche giorno fa davanti ai cancelli della Perugina, don Claudio Regni, parroco di San Sisto e per 24 anni il prete della fabbrica del cioccolato: ”La Chiesa - ha tenuto a ribadire - sta sempre con i più deboli, e chi deve portare a casa un pezzo di pane è debole”. Per il segretario Cgil di Perugia, Filippo Ciavaglia, la Nestlé “è un’impresa che prende solo dal nostro territorio”. Per l’ex leader Fiom, Maurizio Landini, anch’egli presente alla manifestazione, “la vertenza Perugina non è locale ma parla al Paese. La mia presenza qui è per dire che i lavoratori hanno il sostegno di tutta la Cgil nazionale”. Dalla Regione Umbria il pieno sostegno ai lavoratori espresso dalla presidente Marini, e dal vice presidente della Giunta e assessore allo Sviluppo economico, Fabio Paparelli. “Perugina - hanno evidenziato -, oltre a essere un marchio di eccellenza del cioccolato made in Italy è un vero e proprio simbolo di qualità dell’Umbria nel mondo. La storia e il valore di questa fabbrica vanno oltre i fatturati e i bilanci aziendali. Ogni umbro considera questo marchio parte integrante della propria identità regionale”. Vicinanza anche dall’Amministrazione comunale di Perugia “a un marchio che rappresenta la storia della nostra terra – ha dichiarato il sindaco Andrea Romizi. – Per questa ragione auspico che le varie categorie partecipino numerose e facciano quadrato attorno a un’azienda che rappresenta l’Umbria nel mondo. C’è in gioco anche il futuro di numerosi lavoratori della Colussi, delle province e di altre realtà regionali che si stanno battendo per mantenere il posto”.]]>
Perugina-Nestlé. Saranno “ore liete” adesso per i Baci? https://www.lavoce.it/saranno-ore-liete-adesso-per-i-baci/ Thu, 03 Mar 2016 18:58:13 +0000 https://www.lavoce.it/?p=45609 incontro-perugina-regiona-febbraio-2016-cmyk-Si è concluso intorno alle 15 del 2 marzo l’atteso incontro in Confindustria Perugia tra i vertici di Nestlé Italia e rappresentanti sindacali, nel quale è stato presentato il “Piano di sviluppo per lo storico marchio e lo stabilimento perugino”.

La prima, buona notizia è che Nestlé apre il comunicato parlando di un investimento di 60 milioni di euro in tre anni per dare una “nuova prospettiva internazionale per Baci Perugina”, per “potenziare lo stabilimento di San Sisto, per confermarne la posizione come uno dei poli produttivi di eccellenza del cioccolato all’interno del gruppo Nestlé, per rafforzare la posizione dello storico marchio in Italia e per fare di Perugina un simbolo del made in Italy in tutto il mondo, come accaduto nel settore delle acque per il marchio San Pellegrino. La strategia di sviluppo commerciale è indirizzata dunque non soltanto al mercato interno, ma anche alla crescita nei mercati esteri, con interessanti opportunità di contro-stagionalità della produzione”.

A conferma di questo impegno, all’incontro era presente anche Bruno Emmenger (che ha recentemente sostituito Corrado Castrovillari alla direzione della divisione Dolciari di Nestlé italiana), il quale ha sottolineato come “un marchio storico, prestigioso e di qualità come Perugina può e deve cogliere tutte le opportunità offerte da nuove abitudini di consumo e nuovi canali di vendita, continuando il lavoro svolto sin qui e conquistare, oltre all’Italia, anche altri mercati e sempre più consumatori”.

A supporto del piano di sviluppo del business, una parte degli investimenti – circa 15 milioni di euro – sono destinati a introdurre nuove tecnologie e un modello organizzativo avanzato dello stabilimento di San Sisto. Il piano di ammodernamento aiuterà a far recuperare allo stabilimento la competitività necessaria a sostenere il piano di espansione del business.

Il comunicato si conclude con le dichiarazioni di Leo Wencel, capo mercato gruppo Nestlé Italia: “Il Gruppo crede fortemente nello storico marchio, e il piano lo dimostra, perché mira a farlo crescere in Italia e in tutto il mondo. Per questo abbiamo messo in campo importanti investimenti e una squadra composta da manager forti di risultati significativi in operazioni di riposizionamento e aumento delle vendite nel mercato italiano e internazionale. Siamo orgogliosi di poter dare il nostro contributo nel confermare Perugia come capitale italiana del cioccolato, anche a livello internazionale”.

Tutto bene, quindi?

Il piano andrà letto e valutato con attenzione prima di esprimere giudizi, ma rimangono anche alcuni punti oscuri. Nestlé nel comunicato non ha smentito le voci di vendita dei marchi “Ore liete” e “Rossana”, che invece potrebbero avere un ruolo chiave nel favorire la “contro-stagionalità” produttiva di San Sisto, e non ha parlato delle ricadute occupazionali della nuova strategia. Dimentica, poi, che attualmente i Baci all’estero non sempre vengono commercializzati come Baci Perugina, ma ad esempio in Francia vengono venduti come “Baci Lanvin”.

E non è detto che il management delle varie divisioni Nestlé nei mercati esteri più potenziali accetti di buon grado di promuovere il brand Perugina, dovendo anche investire in comunicazione per accrescerne la notorietà, e rinunciando a utilizzarli sinergicamente come brand extension dei loro marchi leader nazionali.

Ma oggi cerchiamo di essere ottimisti e auguriamoci che con questo piano si apra una nuova stagione di sviluppo per Perugina e per San Sisto e, in definitiva, per Perugia e per l’Umbria e per il rilancio della sua tradizione manifatturiera.

 

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Circolo dipendenti Perugina – incontro con i lavoratori. Galleria fotografica https://www.lavoce.it/circolo-dipendenti-perugina-incontro-con-i-lavoratori/ Sat, 08 Mar 2014 08:17:04 +0000 https://www.lavoce.it/?p=23397 08/03/2014 – Foto Andrea Coli

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Bassetti: “Questo sistema economico iniquo genera gli “scarti” della società” https://www.lavoce.it/bassetti-questo-sistema-economico-iniquo-genera-gli-scarti-della-societa/ Fri, 07 Mar 2014 18:11:52 +0000 https://www.lavoce.it/?p=23347 smessa_cricolo_dip_perugina-4480
Foto Andrea Coli

07/03/2014 – Accolto intorno all’ora di pranzo (il 7 marzo) con molta cordialità da più di un centinaio di lavoratori e lavoratrici della zona industriale di San Sisto-Sant’Andrea delle Fratte in Perugia, il cardinale Gualtiero Bassetti, nella grande sala del “Circolo dipendenti Perugina”, ha concelebrato la S. Messa con mons. Fausto Sciurpa, direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale dei problemi sociali e il lavoro, ed alcuni sacerdoti dell’Unità pastorale, tra i quali il parroco moderatore don Claudio Regni.

Mons. Sciurpa, all’inizio della Messa, si è soffermato sulla particolare celebrazione eucaristica vissuta in preparazione alla Santa Pasqua nell’area industriale perugina «più densamente popolata di attività produttive». In particolare, ha messo in risalto che «tutti i partecipanti alla Messa rappresentano quest’importante area produttiva del capoluogo umbro, che con la loro presenza chiedono al Signore di essergli accanto nelle proprie attività lavorative alle prese con il difficile momento che l’intera società sta attraversando a causa della crisi».

Il cardinale, salutando i presenti, ha detto che «i poveri sono una categoria molto ampia: il mondo del lavoro quando si trova a dover affrontare delle ingiustizie; il mondo della sanità con tanti malati sofferenti, in particolare i piccoli pazienti dell’oncologia pediatrica; il mondo scolastico e universitario alle prese sempre più con i tagli; il mondo dell’immigrazione con i problemi di integrazione che conosciamo…».

Il presule, nell’omelia, ha ricordato Papa Francesco che denuncia con forza l’attuale «sistema economico iniquo», che porta nel mondo i ricchi ad essere sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri e in costante aumento. «Questo sistema economico iniquo – ha evidenziato il cardinale – genera gli “scarti” della società, che sono peggio degli emarginati».

L’arcivescovo si è soffermato, soprattutto, sul concetto che «il Vangelo è una forza rivoluzionaria, perché mette al centro l’amore alla persona, alle sue esigenze, quindi al lavoro, che rappresenta un elemento importante della sua dignità». Al riguardo ha detto, in sintesi, che «il centro dell’economia non può essere rappresentato semplicemente dal profitto, soprattutto quando questo si trasforma in rendita finanziaria e non fonte di produzione».

Il cardinale ha anche parlato di «una grande avventura», la Quaresima, che accompagna i cristiani alla Pasqua del Signore ed oltre, ricordando l’importanza del digiuno che deve essere seguito da gesti di vera riconciliazione e di condivisione con i fratelli, altrimenti non ha alcun valore, come anche favorire la giustizia, perché senza giustizia non può esserci pace anche nei luoghi di lavoro.

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