Perù Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/peru/ Settimanale di informazione regionale Wed, 21 Aug 2024 15:59:58 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg Perù Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/peru/ 32 32 Amazzonia. Difendono la terra – e muoiono anche per noi https://www.lavoce.it/amazzonia-difendono-la-terra-e-muoiono-anche-per-noi/ https://www.lavoce.it/amazzonia-difendono-la-terra-e-muoiono-anche-per-noi/#respond Fri, 26 Jul 2024 11:12:32 +0000 https://www.lavoce.it/?p=77212

Le popolazioni indigene sono sempre in prima fila nella difesa del territorio. Hanno stabilito una profonda relazione vitale con la Terra Madre di cui si sentono parte e non esitano a testimoniare anche a prezzo della propria vita questa fedeltà. Ultimo, solo in ordine di tempo, Mariano Isacama-Feliciano, 35 anni, leader del popolo amazzonico peruviano Kakataibo, è stato trovato morto sulle rive del fiume Yurac, vicino alla città di Aguaytia, nel Perú orientale. Ne parliamo in queste pagine per strappare all’anonimato e al silenzio il vero e proprio martirio di un uomo che ha inteso salvare il proprio territorio dalla deforestazione operato dalle organizzazioni criminali transnazionali. Anche il territorio abitato dai kakataibo era stato individuato per la piantagione estesa di foglie di coca, per svolgere attività di estrazione illegale di minerali e produzione di legname. A ritrovare il corpo torturato di Mariano Isacama-Feliciano è stata la guardia indigena che lamenta il mancato contributo delle istituzioni alla protezione delle popolazioni e alla salvaguardia del territorio. Da parte nostra ci inchiniamo davanti a questa testimonianza alta e ferma dei popoli indigeni e dei suoi leader che – non dimentichiamolo – difendono la terra anche per noi.]]>

Le popolazioni indigene sono sempre in prima fila nella difesa del territorio. Hanno stabilito una profonda relazione vitale con la Terra Madre di cui si sentono parte e non esitano a testimoniare anche a prezzo della propria vita questa fedeltà. Ultimo, solo in ordine di tempo, Mariano Isacama-Feliciano, 35 anni, leader del popolo amazzonico peruviano Kakataibo, è stato trovato morto sulle rive del fiume Yurac, vicino alla città di Aguaytia, nel Perú orientale. Ne parliamo in queste pagine per strappare all’anonimato e al silenzio il vero e proprio martirio di un uomo che ha inteso salvare il proprio territorio dalla deforestazione operato dalle organizzazioni criminali transnazionali. Anche il territorio abitato dai kakataibo era stato individuato per la piantagione estesa di foglie di coca, per svolgere attività di estrazione illegale di minerali e produzione di legname. A ritrovare il corpo torturato di Mariano Isacama-Feliciano è stata la guardia indigena che lamenta il mancato contributo delle istituzioni alla protezione delle popolazioni e alla salvaguardia del territorio. Da parte nostra ci inchiniamo davanti a questa testimonianza alta e ferma dei popoli indigeni e dei suoi leader che – non dimentichiamolo – difendono la terra anche per noi.]]>
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La mostra degli oratori di Città di Castello per i bambini in Perù https://www.lavoce.it/mostra-citta-castello-peru/ Sat, 19 Feb 2022 16:43:09 +0000 https://www.lavoce.it/?p=65035 mostra città castello perù

Sostenere l'attività della scuola e dei sei asili costruiti nella baraccopoli di Chimbote, in Perù, dai volontari dell'Operazione Mato Grosso: è l'obiettivo della gara di solidarietà promossa dagli oratori di Città di Castello che hanno allestito nel centro storico una mostra mercato di bigiotteria e accessori vintage per una raccolta di beneficenza, il cui ricavato sarà interamente destinato a garantire un'istruzione ai circa 300 bambini iscritti nei sei asili e ai circa mille studenti che arriveranno a frequentare la scuola, non appena sarà stato completato il ciclo di studi appena avviato.

Mostra sulla realtà di Chimbote

L'esposizione è stata aperta in un locale all'incrocio tra via Santo Stefano e via della Braccina, offre l'opportunità ai visitatori anche di conoscere la realtà di Chimbote, attraverso immagini e filmati che mostrano l'attività delle strutture educative. A condividere le finalità dell'iniziativa sono stati sabato mattina il sindaco Luca Secondi e il vescovo monsignor Domenico Cancian, che si sono ritrovati insieme alla promotrice Sandra Topi, da vent'anni impegnata nel volontariato in Perù dove attualmente si occupa di una scuola nelle Ande, e a Pina Giogli, presidente dell'Oratorio don Bosco, per scoprire l'esperienza di cui sono protagonisti i volontari dell'Operazione Mato Grosso insieme a padre Armando Zappa, sacerdote nelle baraccopoli di Chimbote. "Città di Castello è una comunità straordinariamente solidale e da questa iniziativa ci arriva il messaggio potente del lavoro, dell' impegno, della generosità, dell'anima, con cui tanti volontari della nostra città donano se stessi ogni giorno con l'unico filo conduttore dell' aiuto nei confronti delle persone bisognose, sia che si trovino vicino a noi, che in un luogo lontano del mondo", ha commentato il sindaco Secondi, secondo quanto riferisce il Comune. "Quanto i nostri concittadini hanno saputo fare e continuano a fare ogni giorno per aiutare chi è meno fortunato ci onora e ci rende davvero orgogliosi di una missione che è in grado di superare davvero ogni confine", ha osservato monsignor Cancian.]]>
mostra città castello perù

Sostenere l'attività della scuola e dei sei asili costruiti nella baraccopoli di Chimbote, in Perù, dai volontari dell'Operazione Mato Grosso: è l'obiettivo della gara di solidarietà promossa dagli oratori di Città di Castello che hanno allestito nel centro storico una mostra mercato di bigiotteria e accessori vintage per una raccolta di beneficenza, il cui ricavato sarà interamente destinato a garantire un'istruzione ai circa 300 bambini iscritti nei sei asili e ai circa mille studenti che arriveranno a frequentare la scuola, non appena sarà stato completato il ciclo di studi appena avviato.

Mostra sulla realtà di Chimbote

L'esposizione è stata aperta in un locale all'incrocio tra via Santo Stefano e via della Braccina, offre l'opportunità ai visitatori anche di conoscere la realtà di Chimbote, attraverso immagini e filmati che mostrano l'attività delle strutture educative. A condividere le finalità dell'iniziativa sono stati sabato mattina il sindaco Luca Secondi e il vescovo monsignor Domenico Cancian, che si sono ritrovati insieme alla promotrice Sandra Topi, da vent'anni impegnata nel volontariato in Perù dove attualmente si occupa di una scuola nelle Ande, e a Pina Giogli, presidente dell'Oratorio don Bosco, per scoprire l'esperienza di cui sono protagonisti i volontari dell'Operazione Mato Grosso insieme a padre Armando Zappa, sacerdote nelle baraccopoli di Chimbote. "Città di Castello è una comunità straordinariamente solidale e da questa iniziativa ci arriva il messaggio potente del lavoro, dell' impegno, della generosità, dell'anima, con cui tanti volontari della nostra città donano se stessi ogni giorno con l'unico filo conduttore dell' aiuto nei confronti delle persone bisognose, sia che si trovino vicino a noi, che in un luogo lontano del mondo", ha commentato il sindaco Secondi, secondo quanto riferisce il Comune. "Quanto i nostri concittadini hanno saputo fare e continuano a fare ogni giorno per aiutare chi è meno fortunato ci onora e ci rende davvero orgogliosi di una missione che è in grado di superare davvero ogni confine", ha osservato monsignor Cancian.]]>
Muore di Covid in Perù il vescovo umbro Ivo Baldi https://www.lavoce.it/muore-di-covid-in-peru-vescovo-umbro-baldi/ https://www.lavoce.it/muore-di-covid-in-peru-vescovo-umbro-baldi/#comments Fri, 11 Jun 2021 21:19:34 +0000 https://www.lavoce.it/?p=60972

Dopo un periodo di ricovero in ospedale, è morto oggi il vescovo della diocesi peruviana di Huari, mons. Ivo Baldi Gaburri, originario di Città di Castello dove è nato il 27 marzo 1947. Don Ivo aveva contratto il Covid e da oltre due settimane stava lottando contro la malattia nell’unità di terapia intensiva della clinica San Paolo a Huaraz. Il virus gli aveva causato alcune complicanze che lo hanno portato al decesso. [gallery td_gallery_title_input="Mons. Ivo Baldi Gaburri, vescovo di Huari in Perù (immagini da Facebook)" td_select_gallery_slide="slide" ids="60979,60978,60977,60976,60975,60974,60973"]

Ordinato nel 1971 a Città di Castello

Mons. Baldi ha frequentato il Pontificio seminario regionale umbro “Pio XI” di Assisi, dove ha compiuto gli studi filosofici e teologici. È stato ordinato sacerdote nell’ottobre del 1971 dal vescovo Diego Parodi, allora amministratore apostolico di Città di Castello, nella cattedrale diocesana. Si è occupato in Italia per qualche anno dei giovani dell'Operazione Mato Grosso, prima di partire per il Perù nel 1975, come missionario “fidei donum”. Nel paese latinoamericano è stato parroco e poi rettore del seminario di Pomallucay nella prelatura di Huari e poi vicario generale della stessa comunità. 

Giovanni Paolo II lo nomina vescovo nel 1999

Nel dicembre del 1999, papa Giovanni Paolo II lo nomina vescovo di Huaraz e riceve l'ordinazione episcopale il 6 gennaio 2000 in San Pietro dallo stesso pontefice, insieme al futuro cardinale Giovanni Battista Re e all'arcivescovo Marcello Zago, segretario della Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli. Nel febbraio 2004 è lo stesso Giovanni Paolo II a nominarlo vescovo prelato di Huari, territorio che nell’aprile 2008 papa Benedetto XVI ha elevato al rango di diocesi, facendo proprio di don Ivo il primo vescovo della comunità.

La notizia arriva attraverso la rete Omg

La notizia della scomparsa di mons. Baldi ha rapidamente raggiunto l’Italia e l’Umbria dall’America Latina attraverso la rete dei tanti volontari, dei missionari e dei consacrati che offrono la loro vita per i poveri in Perù e negli altri paesi sudamericani, grazie all'Operazione Mato Grosso. Nel dicembre 2019 papa Francesco aveva nominato vescovo ausiliare per la diocesi di Huari don Giorgio Barbetta (consacrato poi nel febbraio 2020), del clero della diocesi di Gubbio, “fidei donum” nella diocesi peruviana e rettore del seminario “Señor de Pomallucay”.

Il cordoglio dei vescovi umbri

I Vescovi dell’Umbria hanno diffuso una nota per espriomere il cordolgio per la morte del vescovo Baldi. Nella nota “esprimono partecipazione al lutto di quanti lo conobbero e lo stimarono, familiari e fedeli. In terra peruviana mons. Baldi si è contraddistinto per l’attenzione ai più bisognosi, prima da sacerdote e parroco nei gruppi dell’operazione “Mato Grosso” e poi da vescovo, rendendo ovunque una feconda testimonianza di zelo sacerdotale e di fedeltà al Vangelo. I Vescovi umbri elevano fervide preghiere al Signore affinché, per intercessione dei Santi peruviani Toribio de Mogrovejo e Rosa da Lima e di quelli tifernati Florido e Amanzio, doni al defunto confratello il premio promesso ai suoi fedeli servitori”. La nota si conclude annunciando che lunedì 14 giugno, alle ore 16.00, nella cattedrale di Città di Castello, i Vescovi umbri celebreranno una Messa di suffragio. ]]>

Dopo un periodo di ricovero in ospedale, è morto oggi il vescovo della diocesi peruviana di Huari, mons. Ivo Baldi Gaburri, originario di Città di Castello dove è nato il 27 marzo 1947. Don Ivo aveva contratto il Covid e da oltre due settimane stava lottando contro la malattia nell’unità di terapia intensiva della clinica San Paolo a Huaraz. Il virus gli aveva causato alcune complicanze che lo hanno portato al decesso. [gallery td_gallery_title_input="Mons. Ivo Baldi Gaburri, vescovo di Huari in Perù (immagini da Facebook)" td_select_gallery_slide="slide" ids="60979,60978,60977,60976,60975,60974,60973"]

Ordinato nel 1971 a Città di Castello

Mons. Baldi ha frequentato il Pontificio seminario regionale umbro “Pio XI” di Assisi, dove ha compiuto gli studi filosofici e teologici. È stato ordinato sacerdote nell’ottobre del 1971 dal vescovo Diego Parodi, allora amministratore apostolico di Città di Castello, nella cattedrale diocesana. Si è occupato in Italia per qualche anno dei giovani dell'Operazione Mato Grosso, prima di partire per il Perù nel 1975, come missionario “fidei donum”. Nel paese latinoamericano è stato parroco e poi rettore del seminario di Pomallucay nella prelatura di Huari e poi vicario generale della stessa comunità. 

Giovanni Paolo II lo nomina vescovo nel 1999

Nel dicembre del 1999, papa Giovanni Paolo II lo nomina vescovo di Huaraz e riceve l'ordinazione episcopale il 6 gennaio 2000 in San Pietro dallo stesso pontefice, insieme al futuro cardinale Giovanni Battista Re e all'arcivescovo Marcello Zago, segretario della Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli. Nel febbraio 2004 è lo stesso Giovanni Paolo II a nominarlo vescovo prelato di Huari, territorio che nell’aprile 2008 papa Benedetto XVI ha elevato al rango di diocesi, facendo proprio di don Ivo il primo vescovo della comunità.

La notizia arriva attraverso la rete Omg

La notizia della scomparsa di mons. Baldi ha rapidamente raggiunto l’Italia e l’Umbria dall’America Latina attraverso la rete dei tanti volontari, dei missionari e dei consacrati che offrono la loro vita per i poveri in Perù e negli altri paesi sudamericani, grazie all'Operazione Mato Grosso. Nel dicembre 2019 papa Francesco aveva nominato vescovo ausiliare per la diocesi di Huari don Giorgio Barbetta (consacrato poi nel febbraio 2020), del clero della diocesi di Gubbio, “fidei donum” nella diocesi peruviana e rettore del seminario “Señor de Pomallucay”.

Il cordoglio dei vescovi umbri

I Vescovi dell’Umbria hanno diffuso una nota per espriomere il cordolgio per la morte del vescovo Baldi. Nella nota “esprimono partecipazione al lutto di quanti lo conobbero e lo stimarono, familiari e fedeli. In terra peruviana mons. Baldi si è contraddistinto per l’attenzione ai più bisognosi, prima da sacerdote e parroco nei gruppi dell’operazione “Mato Grosso” e poi da vescovo, rendendo ovunque una feconda testimonianza di zelo sacerdotale e di fedeltà al Vangelo. I Vescovi umbri elevano fervide preghiere al Signore affinché, per intercessione dei Santi peruviani Toribio de Mogrovejo e Rosa da Lima e di quelli tifernati Florido e Amanzio, doni al defunto confratello il premio promesso ai suoi fedeli servitori”. La nota si conclude annunciando che lunedì 14 giugno, alle ore 16.00, nella cattedrale di Città di Castello, i Vescovi umbri celebreranno una Messa di suffragio. ]]>
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Gubbio. Don Giorgio Barbetta nominato Ausiliare della Diocesi di Huari (Perú) https://www.lavoce.it/gubbio-giorgio-barbetta-ausiliare-huari/ Thu, 12 Dec 2019 15:52:11 +0000 https://www.lavoce.it/?p=55860 giorgio barbetta

Il Santo Padre ha nominato Ausiliare della Diocesi di Huari (Perú) il Rev.do Giorgio Barbetta, del clero della diocesi di Gubbio (Italia), fidei donum nella diocesi di Huari e ivi Rettore del Seminario Señor de Pomallucay, assegnandogli la sede titolare di Isola.

Don Giorgio Barbetta

Il Rev.do Giorgio Barbetta è nato il 1° settembre 1971 nella Provincia di Sondrio, Italia, ed è stato ordinato presbitero il 20 settembre 1998, dopo essersi formato nel Pontificio Seminario Regionale di Pio XI, di Assisi, incardinandosi nella diocesi di Gubbio. Incarichi svolti come presbitero: Parroco di Scheggia e Pascelupo nella diocesi di Gubbio, Italia (1998-2000); Parroco di Piscobamba, diocesi di Huari, Perú (2001-2002); Collaboratore presso la parrocchia di Shilla, diocesi di Huari, Perú (2003-2007). Dal 2007 è Rettore del Seminario diocesano di Huari Señor de Pomallucay.]]>
giorgio barbetta

Il Santo Padre ha nominato Ausiliare della Diocesi di Huari (Perú) il Rev.do Giorgio Barbetta, del clero della diocesi di Gubbio (Italia), fidei donum nella diocesi di Huari e ivi Rettore del Seminario Señor de Pomallucay, assegnandogli la sede titolare di Isola.

Don Giorgio Barbetta

Il Rev.do Giorgio Barbetta è nato il 1° settembre 1971 nella Provincia di Sondrio, Italia, ed è stato ordinato presbitero il 20 settembre 1998, dopo essersi formato nel Pontificio Seminario Regionale di Pio XI, di Assisi, incardinandosi nella diocesi di Gubbio. Incarichi svolti come presbitero: Parroco di Scheggia e Pascelupo nella diocesi di Gubbio, Italia (1998-2000); Parroco di Piscobamba, diocesi di Huari, Perú (2001-2002); Collaboratore presso la parrocchia di Shilla, diocesi di Huari, Perú (2003-2007). Dal 2007 è Rettore del Seminario diocesano di Huari Señor de Pomallucay.]]>
Don Simone Valori: “Don Ugo De Censi sapeva leggere i cuori” https://www.lavoce.it/ugo-de-censi-simone-valori/ Thu, 06 Dec 2018 12:00:46 +0000 https://www.lavoce.it/?p=53575 ugo

Per tutta la vita ha evitato l’esposizione mediatica e a chi gli chiedeva notizie di ciò che faceva preferiva dire “Vieni e vedi”. Ora, però, don Ugo De Censi, fondatore dell’Operazione Mato Grosso, non può evitare di essere ricordato oltre che nella preghiera degli amici dell’OMG anche dai media.

La notizia della sua morte, domenica 2 dicembre si è diffusa rapidamente da Lima, dove negli ultimi tempi viveva, fino al più piccolo paese dove c’è anche solo un piccolo gruppo di volontari OMG.

Rompe il riserbo con un ricordo che viene dal cuore e da una vita che deve molto a don Ugo, anche don Simone Valori, parroco di Promano, Città di Castello. Lo sentiamo al telefono martedì pomeriggio. È appena rientrato dal Perù dove era tornato per stare vicino a don Ugo in questi ultimi giorni.

Don Simone e la vocazione grazie a don Ugo

“La mia prima esperienza nell’Omg – racconta don Simone a La Voce – risale al 2004. Ho cominciato dando una mano ai ragazzi in Italia e poi sono partito per il Perù. Ho scoperto la mia vocazione proprio stando accanto a don Ugo e a don Lorenzo Salinetti, suo nipote”.

Il legame di don Simone con don Ugo ha radici familiari: “Padre Ugo ha sposato i miei genitori. Mio padre fa parte dell’Omg e mia madre è della Valtellina come don Ugo, che per me era quindi come un nonno”. Don Simone ha frequentato i primi 3 anni di Seminario in Perù dove aveva proprio don Ugo come padre spirituale.

Poi è tornato in Italia per proseguire gli studi ad Assisi ed è stato ordinato sacerdote nel 2014. La settimana scorsa, sapendo delle condizioni di salute critiche di don Ugo, è tornato in Perù per salutarlo.

“Negli ultimi tempi soffriva fisicamente ma è sempre rimasto lucido. Tra sabato e domenica l’ho visto più sereno, nonostante stesse attraversando un duro travaglio sia fisico che spirituale. Aveva infatti l’umana paura della morte e chiedeva perdono per la sua ‘poca fede’. Un buio interiore che non si capisce, ma che è stato il suo punto di forza fino all’ultimo”.

Don Ugo, salesiano, ha sempre avuto un carisma particolare per i giovani che “contagiava” con le sue missioni al servizio dei poveri e degli ultimi. “Riusciva a capire i giovani perché capiva i loro dubbi di fede in quanto lui stesso li viveva – continua don Simone - . Sapeva leggere il cuore dei ragazzi”. De Censi però non era una persona sempre facile da capire (continua a leggere sull'edizione digitale de La Voce).

Valentina Russo - Maria Rita Valli

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Per tutta la vita ha evitato l’esposizione mediatica e a chi gli chiedeva notizie di ciò che faceva preferiva dire “Vieni e vedi”. Ora, però, don Ugo De Censi, fondatore dell’Operazione Mato Grosso, non può evitare di essere ricordato oltre che nella preghiera degli amici dell’OMG anche dai media.

La notizia della sua morte, domenica 2 dicembre si è diffusa rapidamente da Lima, dove negli ultimi tempi viveva, fino al più piccolo paese dove c’è anche solo un piccolo gruppo di volontari OMG.

Rompe il riserbo con un ricordo che viene dal cuore e da una vita che deve molto a don Ugo, anche don Simone Valori, parroco di Promano, Città di Castello. Lo sentiamo al telefono martedì pomeriggio. È appena rientrato dal Perù dove era tornato per stare vicino a don Ugo in questi ultimi giorni.

Don Simone e la vocazione grazie a don Ugo

“La mia prima esperienza nell’Omg – racconta don Simone a La Voce – risale al 2004. Ho cominciato dando una mano ai ragazzi in Italia e poi sono partito per il Perù. Ho scoperto la mia vocazione proprio stando accanto a don Ugo e a don Lorenzo Salinetti, suo nipote”.

Il legame di don Simone con don Ugo ha radici familiari: “Padre Ugo ha sposato i miei genitori. Mio padre fa parte dell’Omg e mia madre è della Valtellina come don Ugo, che per me era quindi come un nonno”. Don Simone ha frequentato i primi 3 anni di Seminario in Perù dove aveva proprio don Ugo come padre spirituale.

Poi è tornato in Italia per proseguire gli studi ad Assisi ed è stato ordinato sacerdote nel 2014. La settimana scorsa, sapendo delle condizioni di salute critiche di don Ugo, è tornato in Perù per salutarlo.

“Negli ultimi tempi soffriva fisicamente ma è sempre rimasto lucido. Tra sabato e domenica l’ho visto più sereno, nonostante stesse attraversando un duro travaglio sia fisico che spirituale. Aveva infatti l’umana paura della morte e chiedeva perdono per la sua ‘poca fede’. Un buio interiore che non si capisce, ma che è stato il suo punto di forza fino all’ultimo”.

Don Ugo, salesiano, ha sempre avuto un carisma particolare per i giovani che “contagiava” con le sue missioni al servizio dei poveri e degli ultimi. “Riusciva a capire i giovani perché capiva i loro dubbi di fede in quanto lui stesso li viveva – continua don Simone - . Sapeva leggere il cuore dei ragazzi”. De Censi però non era una persona sempre facile da capire (continua a leggere sull'edizione digitale de La Voce).

Valentina Russo - Maria Rita Valli

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Si è spento in Perù don Ugo, fondatore dell’OMG che anche in Umbria ha coinvolto tanti giovani https://www.lavoce.it/spento-peru-don-ugo-omg/ Mon, 03 Dec 2018 22:43:02 +0000 https://www.lavoce.it/?p=53544 OMG

Parlando di Perù bastava dire il nome, don Ugo, per capire che era lui, era De Censi, il prete che dalla Valtellina era andato in Mato Grosso, in Sud America, coinvolgendo in questa sua passione missionaria tanti giovani e meno giovani. Da lui è nata l'“Operazione Mato Grosso”, un'esperienza che anche in Umbria ha contagiato i giovani (basta dire della raccolta cibo per il Perù) e nella quale sono nate anche vocazioni. Le diocesi umbre devono all'OMG e a don Ugo molti dei loro preti che in quella esperienza hanno maturato la loro vocazione, e molti sono i laici, uomini e donne, che con l'OMG hanno vissuto settimane o anche alcuni anni in Perù (testimonianze degli umbri su don Ugo e l'OMG nel numero de La Voce di venerdì 7dicembre). Don Ugo De Censi è morto alle 23.30 di domenica 2 dicembre in Perù (le 5.30 di lunedì mattina in Italia). Le sue condizioni erano critiche già da alcune settimane e in molti, per esempio a Città di Castello, stavano pregando per lui. La salma di padre Ugo verrà accompagnata sulle Ande dove verrà tumulato nella chiesa di Chacas.

Don Ugo e il Mato Grosso

Nato in Valtellina nel 1924, don Ugo avrebbe compiuto 95 anni il prossimo 26 gennaio. È stato ordinato sacerdote tra i Salesiani l’8 marzo 1951. Nel 1965 ha incontrato in Italia un missionario giunto dal Brasile. Viene toccato dalla sua testimonianza sulla povertà e la sofferenza delle popolazioni sudamericane. Non resta indifferente, vuole subito intervenire in modo concreto: raccoglie fondi per andare ad aiutarlo sul posto. Da questa esperienza, che coinvolge vari giovani, nasce l’idea di una missione non occasionale ma permanente: nel 1967 fonda l’Operazione Mato Grosso per aiutare le popolazioni delle Ande. Nel 1976 si trasferisce definitivamente a Chacas, un paesino nella Cordillera Blanca a 3400 metri d’altezza. Volontari dell’associazione sono oggi presenti al fianco dei più poveri in decine di comunità in Perù, Ecuador, Bolivia e Brasile. Don Ugo aveva incontrato Papa Francesco durante il suo viaggio in Perù nel gennaio di quest’anno. La Repubblica del Perù negli anni scorsi gli ha conferito la cittadinanza onoraria.]]>
OMG

Parlando di Perù bastava dire il nome, don Ugo, per capire che era lui, era De Censi, il prete che dalla Valtellina era andato in Mato Grosso, in Sud America, coinvolgendo in questa sua passione missionaria tanti giovani e meno giovani. Da lui è nata l'“Operazione Mato Grosso”, un'esperienza che anche in Umbria ha contagiato i giovani (basta dire della raccolta cibo per il Perù) e nella quale sono nate anche vocazioni. Le diocesi umbre devono all'OMG e a don Ugo molti dei loro preti che in quella esperienza hanno maturato la loro vocazione, e molti sono i laici, uomini e donne, che con l'OMG hanno vissuto settimane o anche alcuni anni in Perù (testimonianze degli umbri su don Ugo e l'OMG nel numero de La Voce di venerdì 7dicembre). Don Ugo De Censi è morto alle 23.30 di domenica 2 dicembre in Perù (le 5.30 di lunedì mattina in Italia). Le sue condizioni erano critiche già da alcune settimane e in molti, per esempio a Città di Castello, stavano pregando per lui. La salma di padre Ugo verrà accompagnata sulle Ande dove verrà tumulato nella chiesa di Chacas.

Don Ugo e il Mato Grosso

Nato in Valtellina nel 1924, don Ugo avrebbe compiuto 95 anni il prossimo 26 gennaio. È stato ordinato sacerdote tra i Salesiani l’8 marzo 1951. Nel 1965 ha incontrato in Italia un missionario giunto dal Brasile. Viene toccato dalla sua testimonianza sulla povertà e la sofferenza delle popolazioni sudamericane. Non resta indifferente, vuole subito intervenire in modo concreto: raccoglie fondi per andare ad aiutarlo sul posto. Da questa esperienza, che coinvolge vari giovani, nasce l’idea di una missione non occasionale ma permanente: nel 1967 fonda l’Operazione Mato Grosso per aiutare le popolazioni delle Ande. Nel 1976 si trasferisce definitivamente a Chacas, un paesino nella Cordillera Blanca a 3400 metri d’altezza. Volontari dell’associazione sono oggi presenti al fianco dei più poveri in decine di comunità in Perù, Ecuador, Bolivia e Brasile. Don Ugo aveva incontrato Papa Francesco durante il suo viaggio in Perù nel gennaio di quest’anno. La Repubblica del Perù negli anni scorsi gli ha conferito la cittadinanza onoraria.]]>