pellegrini Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/pellegrini/ Settimanale di informazione regionale Fri, 21 Jun 2024 14:24:50 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg pellegrini Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/pellegrini/ 32 32 Giubileo 2025. Le iniziative per i pellegrini promosse dalle diocesi umbre https://www.lavoce.it/giubileo-2025-le-iniziative-per-i-pellegrini-promosse-dalle-diocesi-umbre/ https://www.lavoce.it/giubileo-2025-le-iniziative-per-i-pellegrini-promosse-dalle-diocesi-umbre/#respond Fri, 21 Jun 2024 14:23:44 +0000 https://www.lavoce.it/?p=76710

“Le otto Chiese diocesane umbre saranno protagoniste del prossimo Giubileo, memori di quanto lo sono state durante il Grande Giubileo del 2000, mettendo in campo, in ciascuna delle comunità diocesane, iniziative per l’accoglienza spirituale e materiale di numerosi pellegrini in cammino verso Roma e per gli stessi fedeli umbri nel viverlo sia a Roma sia in Umbria”.  A sottolinearlo è stato don Giovanni Zampa, della diocesi di Foligno, coordinatore della Segreteria pastorale regionale della Conferenza episcopale umbra (Ceu), intervenendo al Consiglio pastorale regionale ad Assisi il 15 giugno.

“Alcune stime – ha proseguito – parlano di circa 100 mila persone in media al giorno che varcheranno le quattro Porte sante delle basiliche papali romane, preceduti da percorsi spirituali e culturali anche in Umbria, per un totale di oltre 30 milioni di pellegrini provenienti dai cinque Continenti. Un flusso considerevole, non solo in comitiva, ma anche singoli e famiglie che si organizzano privatamente”.

Giubileo 2025: il coinvolgimento delle diocesi umbre

“Pellegrini di speranza” è il motto del Giubileo 2025, celebrato anche in ciascuna diocesi dal 29 dicembre 2024 all’Epifania del 2026. Un tema, quello della speranza, che va concretizzato anche attraverso determinati luoghi in ciascuna delle diocesi umbre: dal carcere alle mense di carità, agli Empori di solidarietà, dagli oratori alle opere d’arte, alle diverse esperienze pastorali. Le nostre diocesi hanno già ricevuto da altre diocesi, anche estere, dei primi contatti per l’accoglienza sia materiale che spirituale di pellegrini. Come ha auspicato don Giovanni Zampa, “dobbiamo farci trovare ben preparati e formati all’accoglienza facendo emergere, nel contempo, il nostro vastissimo patrimonio spirituale, sociale, artistico e culturale”.

Le iniziative in programma

Al riguardo saranno promosse varie iniziative sia regionali che in ciascuna delle otto diocesi (gli interessati troveranno notizie sul sito www.chiesainumbria. it). A partire, in ordine cronologico, dal Giubileo per i giornalisti e gli operatori dei media; da tenersi ad Assisi, presso la sede della Ceu, dopo l’appuntamento delle tre giornate romane ( 24-26 gennaio 2025) del Giubileo del mondo della comunicazione.

Così anche l’Area pastorale evangelizzazione, liturgia, ecumenismo e missione promuoverà un agile sussidio, una sorta di “guida liturgica” penitenziale, di preghiera e di riflessione, oltre alla valorizzazione delle basiliche pontificie presenti in Umbria, dei pellegrinaggi penitenziali a San Francesco, dal beato Carlo Acutis, a Santa Rita, al santuario dell’Amore Misericordioso della beata Madre Speranza.

La Rete museale ecclesiastica umbra a sua volta è impegnata a programmare una serie di iniziative di carattere culturale per rendere ancor più fruibile il suo vasto patrimonio storico- artistico legato al tema “Pellegrini di speranza”. Basti pensare alle numerose opere d’arte che comunicano “speranza”.

Anche la Pastorale giovanile si attiverà sia per partecipare al Giubileo del giovani a Roma ( 28 luglio - 3 agosto 2025), che culminerà la sera del 2 agosto con la grande veglia di preghiera con il Papa a Tor Vergata, sia per l’accoglienza nelle diocesi di giovani pellegrini stranieri di passaggio nel recarsi a Roma (nei giorni 25-27 luglio).

Pur non trattandosi di una Gmg – hanno sottolineato i responsabili – occorre ricambiare l’accoglienza ricevuta in Portogallo lo scorso anno. Sempre dall’Umbria sono previsti dei pellegrinaggi di giovani umbri a piedi verso Roma a fine luglio 2025; già definiti dalle diocesi di Città di Castello e di Gubbio.

Il pellegrinaggio a Roma, San Pietro, dei pellegrini delle otto diocesi umbre accompagnati dai rispettivi Pastori, è in calendario sabato 13 settembre 2025. Un appuntamento rivolto a tutte le Unità pastorali e le parrocchie, in particolare agli operatori pastorali della regione, movimenti, associazioni gruppi, e che terminerà con una catechesi nell’aula “Paolo VI” in Vaticano.

Stati generali delle Chiese dell'Umbria

Altro punto all’ordine del giorno del recente Consiglio pastorale regionale è stato quello dell’organizzazione degli “Stati generali” della Chiesa dell’Umbria il prossimo 9 novembre, presso il Seminario regionale di Assisi. All’evento parteciperanno tutti i membri delle Commissioni Ceu per le sei “macro-aree pastorali” (ossia Evangelizzazione e liturgia, Carità e salute, Clero e vita consacrata, Laici, Cultura e comunicazione, Giuridica e amministrativa).

Si tratta di un importante appuntamento sinodale in preparazione alla terza Assemblea ecclesiale regionale (in calendario nella primavera 2025), dopo le prime due tenutesi a Foligno (ottobre 2019 e maggio 2022). Assemblea che sarà vissuta anche come appuntamento giubilare in vista del menzionato pellegrinaggio regionale a Roma del settembre 2025.

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“Le otto Chiese diocesane umbre saranno protagoniste del prossimo Giubileo, memori di quanto lo sono state durante il Grande Giubileo del 2000, mettendo in campo, in ciascuna delle comunità diocesane, iniziative per l’accoglienza spirituale e materiale di numerosi pellegrini in cammino verso Roma e per gli stessi fedeli umbri nel viverlo sia a Roma sia in Umbria”.  A sottolinearlo è stato don Giovanni Zampa, della diocesi di Foligno, coordinatore della Segreteria pastorale regionale della Conferenza episcopale umbra (Ceu), intervenendo al Consiglio pastorale regionale ad Assisi il 15 giugno.

“Alcune stime – ha proseguito – parlano di circa 100 mila persone in media al giorno che varcheranno le quattro Porte sante delle basiliche papali romane, preceduti da percorsi spirituali e culturali anche in Umbria, per un totale di oltre 30 milioni di pellegrini provenienti dai cinque Continenti. Un flusso considerevole, non solo in comitiva, ma anche singoli e famiglie che si organizzano privatamente”.

Giubileo 2025: il coinvolgimento delle diocesi umbre

“Pellegrini di speranza” è il motto del Giubileo 2025, celebrato anche in ciascuna diocesi dal 29 dicembre 2024 all’Epifania del 2026. Un tema, quello della speranza, che va concretizzato anche attraverso determinati luoghi in ciascuna delle diocesi umbre: dal carcere alle mense di carità, agli Empori di solidarietà, dagli oratori alle opere d’arte, alle diverse esperienze pastorali. Le nostre diocesi hanno già ricevuto da altre diocesi, anche estere, dei primi contatti per l’accoglienza sia materiale che spirituale di pellegrini. Come ha auspicato don Giovanni Zampa, “dobbiamo farci trovare ben preparati e formati all’accoglienza facendo emergere, nel contempo, il nostro vastissimo patrimonio spirituale, sociale, artistico e culturale”.

Le iniziative in programma

Al riguardo saranno promosse varie iniziative sia regionali che in ciascuna delle otto diocesi (gli interessati troveranno notizie sul sito www.chiesainumbria. it). A partire, in ordine cronologico, dal Giubileo per i giornalisti e gli operatori dei media; da tenersi ad Assisi, presso la sede della Ceu, dopo l’appuntamento delle tre giornate romane ( 24-26 gennaio 2025) del Giubileo del mondo della comunicazione.

Così anche l’Area pastorale evangelizzazione, liturgia, ecumenismo e missione promuoverà un agile sussidio, una sorta di “guida liturgica” penitenziale, di preghiera e di riflessione, oltre alla valorizzazione delle basiliche pontificie presenti in Umbria, dei pellegrinaggi penitenziali a San Francesco, dal beato Carlo Acutis, a Santa Rita, al santuario dell’Amore Misericordioso della beata Madre Speranza.

La Rete museale ecclesiastica umbra a sua volta è impegnata a programmare una serie di iniziative di carattere culturale per rendere ancor più fruibile il suo vasto patrimonio storico- artistico legato al tema “Pellegrini di speranza”. Basti pensare alle numerose opere d’arte che comunicano “speranza”.

Anche la Pastorale giovanile si attiverà sia per partecipare al Giubileo del giovani a Roma ( 28 luglio - 3 agosto 2025), che culminerà la sera del 2 agosto con la grande veglia di preghiera con il Papa a Tor Vergata, sia per l’accoglienza nelle diocesi di giovani pellegrini stranieri di passaggio nel recarsi a Roma (nei giorni 25-27 luglio).

Pur non trattandosi di una Gmg – hanno sottolineato i responsabili – occorre ricambiare l’accoglienza ricevuta in Portogallo lo scorso anno. Sempre dall’Umbria sono previsti dei pellegrinaggi di giovani umbri a piedi verso Roma a fine luglio 2025; già definiti dalle diocesi di Città di Castello e di Gubbio.

Il pellegrinaggio a Roma, San Pietro, dei pellegrini delle otto diocesi umbre accompagnati dai rispettivi Pastori, è in calendario sabato 13 settembre 2025. Un appuntamento rivolto a tutte le Unità pastorali e le parrocchie, in particolare agli operatori pastorali della regione, movimenti, associazioni gruppi, e che terminerà con una catechesi nell’aula “Paolo VI” in Vaticano.

Stati generali delle Chiese dell'Umbria

Altro punto all’ordine del giorno del recente Consiglio pastorale regionale è stato quello dell’organizzazione degli “Stati generali” della Chiesa dell’Umbria il prossimo 9 novembre, presso il Seminario regionale di Assisi. All’evento parteciperanno tutti i membri delle Commissioni Ceu per le sei “macro-aree pastorali” (ossia Evangelizzazione e liturgia, Carità e salute, Clero e vita consacrata, Laici, Cultura e comunicazione, Giuridica e amministrativa).

Si tratta di un importante appuntamento sinodale in preparazione alla terza Assemblea ecclesiale regionale (in calendario nella primavera 2025), dopo le prime due tenutesi a Foligno (ottobre 2019 e maggio 2022). Assemblea che sarà vissuta anche come appuntamento giubilare in vista del menzionato pellegrinaggio regionale a Roma del settembre 2025.

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Tappa a Perugia per 300 giovanissimi pellegrini trentini https://www.lavoce.it/tappa-a-perugia-per-300-giovanissimi-pellegrini-trentini/ https://www.lavoce.it/tappa-a-perugia-per-300-giovanissimi-pellegrini-trentini/#respond Tue, 29 Aug 2023 11:26:11 +0000 https://www.lavoce.it/?p=73152 pellegrini trentini a perugia

Trecento giovanissimi pellegrini trentini (dai 13 ai 16 anni d’età), hanno fatto tappa a Perugia sulle orme di Francesco e Chiara d’Assisi, fino al primo settembre, accompagnati dal loro arcivescovo, monsignor Lauro Tisi, insieme a sacerdoti ed animatori parrocchiali.

"Grazie per essere venuti a trovarci, grazie per averci portato dalle montagne trentine aria fresca dopo tanto caldo".

È stato questo, il saluto dal tono scherzoso e confidenziale rivolto ai pellegrini dall’arcivescovo Ivan Maffeis, nella Cattedrale di Perugia, il pomeriggio di lunedì 28 agosto. La loro prima tappa è stata l’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, quasi obbligata, per incontrare monsignor Maffeis, loro conterraneo, fino allo scorso anno parroco di Rovereto, che gli ha dato il benvenuto celebrando l’Eucaristia insieme a monsignor Tisi e a diversi sacerdoti trentini e perugini (un ampio servizio con fotogallery è sul sito diocesano, scaricabile al link: Tappa a Perugia per 300 giovanissimi trentini sulle orme di Francesco e Chiara – Diocesi Perugia).

Accolti da Caritas e Pastorale giovanile

Prima ancora, i giovanissimi pellegrini avevano visitato l’opera segno di carità del Santuario della Madonna dei Bagni di Deruta, accolti dal direttore della Caritas diocesana don Marco Briziarelli e dagli animatori della struttura. Altra esperienza offerta ai giovani trentini è quella della realtà oratoriale perugina, vissuta in due oratori dove anche pernottano. Ad occuparsi della loro accoglienza ed organizzazione del cammino a piedi verso Assisi, è la Pastorale giovanile diretta da don Luca Delunghi. Una sinergia tra le due Chiese diocesane che inizia a dare i suoi frutti per l’avvio di un gemellaggio, così ha auspicato lo stesso arcivescovo di Trento nel ringraziare Caritas e Pastorale giovanile di Perugia per l’accoglienza riservata loro. A sua volta, l’arcivescovo Maffeis, nel ringraziare il nutrito gruppo trentino per la visita, ha detto di voler mettere a disposizione dal prossimo anno strutture per pellegrinaggi di questo genere, in particolare di giovani.

Tre parole-chiave

 "Si tratta di un pellegrinaggio -spiega don Mattia Vanzo, delegato per l’Area annuncio e sacramenti dell’Arcidiocesi di Trento-  comprendente la Pastorale giovanile, che prepara i più giovani alle future Giornate Mondiali della Gioventù il cui tema è quello della recente GMG di Lisbona, il passo del Vangelo di Luca in cui Maria si mette di fretta in cammino con la gioia di andare dalla cugina Elisabetta… E le tre parole-chiave che ci accompagnano in questo pellegrinaggio sono la fretta, quella fretta sana, bella che Papa Francesco ha ricordato a Lisbona, il servizio e la gioia. Speriamo di poter tornare a casa portando nelle nostre comunità la gioia di questi giorni insieme" .

Lasciarsi coinvolgere

Lo stesso monsignor Maffeis, durante l’omelia in Cattedrale, si è rivolto ai giovanissimi pellegrini trentini augurando loro di vivere queste giornate di pellegrinaggio ad Assisi con la disponibilità a lasciarvi coinvolgere dagli incontri tra di voi, con i vostri sacerdoti, con il vostro vescovo, con gli incontri con la Parola del Vangelo che riecheggia bella ed affascinante anche oggi in San Francesco e in Santa Chiara.

"Le voci di questi Santi -ha proseguito- continuano a parlare come il vino buono che più invecchia, più è gustoso. Noi vi accompagnamo con semplicità, con la nostra preghiera, con la nostra stima, con l’augurio che possiate tornare nella nostra terra, in Trentino, ed essere un segno di luce, di pace per le nostre comunità all’interno delle relazioni di ogni giorno".

Il respiro di una grande accoglienza

L’arcivescovo Lauro Tisi, nel suo saluto all’inizio della celebrazione in cattedrale, ha ricordato quando da Trento quasi un anno fa (era l’11 settembre) venne a Perugia insieme a numerosi fedeli per l’ordinazione episcopale del suo confratello Ivan, promettendo in quell’occasione di dare vita ad un gemellaggio tra le due Chiese diocesane.

"Siamo stati di parola -ha detto- ritornando a Perugia ancora prima della scadenza del suo primo anno di episcopato".

E a margine della prima giornata di pellegrinaggio, l’arcivescovo di Trento ha commentato:

"Respiriamo una grande accoglienza da parte della comunità di Perugia ed è stato bellissimo rincontrare don Ivan, che lo ringraziamo per averci donato del tempo in giorni per lui impegnativi. Credo che stiamo compiendo dei passi piano, piano, senza accorgecene, di collaborazione molto feconda tra le nostre Chiese e speriamo che questo sia l’inizio di un ulteriore implementazione di questa collaborazione".

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pellegrini trentini a perugia

Trecento giovanissimi pellegrini trentini (dai 13 ai 16 anni d’età), hanno fatto tappa a Perugia sulle orme di Francesco e Chiara d’Assisi, fino al primo settembre, accompagnati dal loro arcivescovo, monsignor Lauro Tisi, insieme a sacerdoti ed animatori parrocchiali.

"Grazie per essere venuti a trovarci, grazie per averci portato dalle montagne trentine aria fresca dopo tanto caldo".

È stato questo, il saluto dal tono scherzoso e confidenziale rivolto ai pellegrini dall’arcivescovo Ivan Maffeis, nella Cattedrale di Perugia, il pomeriggio di lunedì 28 agosto. La loro prima tappa è stata l’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, quasi obbligata, per incontrare monsignor Maffeis, loro conterraneo, fino allo scorso anno parroco di Rovereto, che gli ha dato il benvenuto celebrando l’Eucaristia insieme a monsignor Tisi e a diversi sacerdoti trentini e perugini (un ampio servizio con fotogallery è sul sito diocesano, scaricabile al link: Tappa a Perugia per 300 giovanissimi trentini sulle orme di Francesco e Chiara – Diocesi Perugia).

Accolti da Caritas e Pastorale giovanile

Prima ancora, i giovanissimi pellegrini avevano visitato l’opera segno di carità del Santuario della Madonna dei Bagni di Deruta, accolti dal direttore della Caritas diocesana don Marco Briziarelli e dagli animatori della struttura. Altra esperienza offerta ai giovani trentini è quella della realtà oratoriale perugina, vissuta in due oratori dove anche pernottano. Ad occuparsi della loro accoglienza ed organizzazione del cammino a piedi verso Assisi, è la Pastorale giovanile diretta da don Luca Delunghi. Una sinergia tra le due Chiese diocesane che inizia a dare i suoi frutti per l’avvio di un gemellaggio, così ha auspicato lo stesso arcivescovo di Trento nel ringraziare Caritas e Pastorale giovanile di Perugia per l’accoglienza riservata loro. A sua volta, l’arcivescovo Maffeis, nel ringraziare il nutrito gruppo trentino per la visita, ha detto di voler mettere a disposizione dal prossimo anno strutture per pellegrinaggi di questo genere, in particolare di giovani.

Tre parole-chiave

 "Si tratta di un pellegrinaggio -spiega don Mattia Vanzo, delegato per l’Area annuncio e sacramenti dell’Arcidiocesi di Trento-  comprendente la Pastorale giovanile, che prepara i più giovani alle future Giornate Mondiali della Gioventù il cui tema è quello della recente GMG di Lisbona, il passo del Vangelo di Luca in cui Maria si mette di fretta in cammino con la gioia di andare dalla cugina Elisabetta… E le tre parole-chiave che ci accompagnano in questo pellegrinaggio sono la fretta, quella fretta sana, bella che Papa Francesco ha ricordato a Lisbona, il servizio e la gioia. Speriamo di poter tornare a casa portando nelle nostre comunità la gioia di questi giorni insieme" .

Lasciarsi coinvolgere

Lo stesso monsignor Maffeis, durante l’omelia in Cattedrale, si è rivolto ai giovanissimi pellegrini trentini augurando loro di vivere queste giornate di pellegrinaggio ad Assisi con la disponibilità a lasciarvi coinvolgere dagli incontri tra di voi, con i vostri sacerdoti, con il vostro vescovo, con gli incontri con la Parola del Vangelo che riecheggia bella ed affascinante anche oggi in San Francesco e in Santa Chiara.

"Le voci di questi Santi -ha proseguito- continuano a parlare come il vino buono che più invecchia, più è gustoso. Noi vi accompagnamo con semplicità, con la nostra preghiera, con la nostra stima, con l’augurio che possiate tornare nella nostra terra, in Trentino, ed essere un segno di luce, di pace per le nostre comunità all’interno delle relazioni di ogni giorno".

Il respiro di una grande accoglienza

L’arcivescovo Lauro Tisi, nel suo saluto all’inizio della celebrazione in cattedrale, ha ricordato quando da Trento quasi un anno fa (era l’11 settembre) venne a Perugia insieme a numerosi fedeli per l’ordinazione episcopale del suo confratello Ivan, promettendo in quell’occasione di dare vita ad un gemellaggio tra le due Chiese diocesane.

"Siamo stati di parola -ha detto- ritornando a Perugia ancora prima della scadenza del suo primo anno di episcopato".

E a margine della prima giornata di pellegrinaggio, l’arcivescovo di Trento ha commentato:

"Respiriamo una grande accoglienza da parte della comunità di Perugia ed è stato bellissimo rincontrare don Ivan, che lo ringraziamo per averci donato del tempo in giorni per lui impegnativi. Credo che stiamo compiendo dei passi piano, piano, senza accorgecene, di collaborazione molto feconda tra le nostre Chiese e speriamo che questo sia l’inizio di un ulteriore implementazione di questa collaborazione".

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Boom di camminatori nel 2022 giunti alla Basilica di San Francesco ad Assisi https://www.lavoce.it/boom-di-camminatori-nel-2022-giunti-alla-basilica-di-san-francesco-ad-assisi/ https://www.lavoce.it/boom-di-camminatori-nel-2022-giunti-alla-basilica-di-san-francesco-ad-assisi/#comments Tue, 28 Feb 2023 14:51:49 +0000 https://www.lavoce.it/?p=70656 camminatori assisi

Boom di camminatori nel 2022, +26% rispetto allo scorso anno. Sono 4.203, provenienti da 57 nazioni, i camminatori che hanno raggiunto la Basilica di San Francesco in Assisi da soli, in gruppo o in compagnia degli amici a quattro zampe. I dati rilevati dalla Statio Peregrinorum, ufficio della Basilica di San Francesco, mostrano come i pellegrini, arrivati ad Assisi nel 2022, siano in maggioranza italiani con il 57,09% (78.55% nel 2021). Tra gli stranieri al primo posto i tedeschi (14,24%), seguiti da francesi con il 6,71%, austriaci (3,44%) e americani (3,01%). Tra gli amanti del turismo lento anche dalle Isole Figi, Singapore, Cina e Papua Nuova Guinea.

Un trend in grande crescita che mostra come sia forte l’attenzione nei confronti della natura che ci circonda. Superato il record di pellegrini ad Assisi del 2019 (4.124). I cammini francescani sono l’esempio reale e concreto dei valori del Santo di Assisi: fraternità, accoglienza e rispetto dell’ambiente.

L’incontro è stato aperto dai saluti del Custode del Sacro Convento di Assisi, fra Marco Moroni, e del sindaco di Assisi, Stefania Proietti, hanno partecipato l’Amministratore Unico di Sviluppumbria, Michela Sciurpa, il presidente dell’Associazione Hospitale Laudato Si’, Carlo Menichini, e il delegato della Statio Peregrinorum, fra Rafael Normando, OFMConv, che ha presentato tutti i numeri dei camminatori. L’evento è stato moderato dal responsabile dell’Ufficio Stampa del Sacro Convento di Assisi, Roberto Pacilio.

I dati

Nei dati raccolti dalla Statio Peregrinorum si evince che chi percorre i cammini francescani sono in maggioranza uomini (51,70%) mentre le donne rappresentano il 48,30%. Il 96,03% l’ha percorso a piedi (94,08% nel 2021) e il 3,48% in bicicletta. Di questi pellegrini il 75,20% giunge ad Assisi in solitudine, mentre il 24,80% in gruppo.

Da dove arrivano

Sono 57 le nazioni da dove provengono. La maggioranza dei pellegrini sono italiani, ma è comunque un’esperienza conosciuta e apprezzata in tutto il mondo. Tra gli stranieri al primo posto ci sono i tedeschi, a seguire: Francia, Austria, Stati Uniti e perfino camminatori provenienti dalla Tanzania, Isole Figi, Giappone e Papua Nuova Guinea. I luoghi di destinazione preferiti dai camminatori sono: Assisi (92,38%), Roma (4,25%) e Ascoli Piceno (1,35%).

I camminatori

I cammini francescani sono per tutte le età: al primo posto i pellegrini dai 30 ai 60 anni 45,90% (51.20% nel 2021), a seguire con il 35,30% gli ultrasessantenni (24,20% nel 2021), mentre tra i 18 e 30 sono il 14,15% (14,60% nel 2021) e infine il 4,30% è costituito da pellegrini di età inferiore ai 18 anni (10% nel 2021).

Le motivazioni

Riguardo le motivazioni che spingono i pellegrini ad intraprendere i cammini il 48,91% lo fa per motivi personali come la ricerca di pace, il 32,20% esprime motivazioni religiose, l’8,92% religioso-culturali e l’1,56% per motivazioni esclusivamente culturali.

I cammini

Per quanto riguarda i Cammini francescani, il più frequentato è la Via di Francesco con una percentuale del 82,72% di pellegrini (73,76% nel 2021), seguono: Cammino di Assisi con il 4,49% (4,82% nel 2021) e Di qui Passò Francesco 4,35% (9,73% nel 2021).

Il commento ai dati di fra Rafael Normando

"Assisi città della pace -ha spiegato fra Rafael Normando, illustrando i dati relativi ai pellegrini sui Cammini Francescani- è conosciuta come  la terra natale di Francesco d’Assisi e il tema della pace è ricorrente nei nostri giorni. Papa Francesco nel messaggio della giornata mondiale della pace ha detto che davanti le situazioni della storia siamo chiamati a restare svegli, a non rinchiuderci nella paura, nel dolore o nella rassegnazione, a non cedere alla distrazione, a non scoraggiarci ma ad essere invece come sentinelle capaci di vegliare e di cogliere le prime luci dell’alba, soprattutto nelle ore più buie.

Che cos’è un pellegrinaggio se non affrontare paure, dolori, non distrarsi davanti alle sfide che possono causare lo scoraggiamento e cercare sempre all’alba di ogni giorno la luce che non ci lascia nel buio dell’incertezza?

Stiamo parlando della pace -ha proseguito il delegato della Statio Peregrinorum- perché è stata la motivazione più sentita dai pellegrini nel loro pellegrinaggio del 2022 e le statistiche ce lo rivelano. Ancora una volta abbiamo superato il record di pellegrini ad Assisi e questo è un segno di pace.

Il nostro primo ringraziamento va a tutti i pellegrini che sono arrivati ad Assisi: grazie per la vostra testimonianza. Un ricordo speciale a tutti coloro che hanno accolto ogni pellegrino: gli organizzatori dei cammini, gli abitanti dei paesi che hanno offerto un bicchiere d’acqua, un sorriso, un letto, un tetto, un pasto caldo, ossia tutti coloro che hanno accolto con il cuore. Ringraziamo con tanta gratitudine i nostri volontari della Statio Peregrinorum, che con dedizione sono stati a disposizione dei pellegrini; con loro noi frati abbiamo condiviso la responsabilità di questo servizio.

Il nostro grazie, infine, ai frati del Sacro Convento e alle altre comunità religiose -ha concluso fra Rafael Normando- che hanno offerto  una benedizione e una preghiera a ogni pellegrino venuto presso la Basilica di San Francesco per incontrare il Santo d’Assisi".

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camminatori assisi

Boom di camminatori nel 2022, +26% rispetto allo scorso anno. Sono 4.203, provenienti da 57 nazioni, i camminatori che hanno raggiunto la Basilica di San Francesco in Assisi da soli, in gruppo o in compagnia degli amici a quattro zampe. I dati rilevati dalla Statio Peregrinorum, ufficio della Basilica di San Francesco, mostrano come i pellegrini, arrivati ad Assisi nel 2022, siano in maggioranza italiani con il 57,09% (78.55% nel 2021). Tra gli stranieri al primo posto i tedeschi (14,24%), seguiti da francesi con il 6,71%, austriaci (3,44%) e americani (3,01%). Tra gli amanti del turismo lento anche dalle Isole Figi, Singapore, Cina e Papua Nuova Guinea.

Un trend in grande crescita che mostra come sia forte l’attenzione nei confronti della natura che ci circonda. Superato il record di pellegrini ad Assisi del 2019 (4.124). I cammini francescani sono l’esempio reale e concreto dei valori del Santo di Assisi: fraternità, accoglienza e rispetto dell’ambiente.

L’incontro è stato aperto dai saluti del Custode del Sacro Convento di Assisi, fra Marco Moroni, e del sindaco di Assisi, Stefania Proietti, hanno partecipato l’Amministratore Unico di Sviluppumbria, Michela Sciurpa, il presidente dell’Associazione Hospitale Laudato Si’, Carlo Menichini, e il delegato della Statio Peregrinorum, fra Rafael Normando, OFMConv, che ha presentato tutti i numeri dei camminatori. L’evento è stato moderato dal responsabile dell’Ufficio Stampa del Sacro Convento di Assisi, Roberto Pacilio.

I dati

Nei dati raccolti dalla Statio Peregrinorum si evince che chi percorre i cammini francescani sono in maggioranza uomini (51,70%) mentre le donne rappresentano il 48,30%. Il 96,03% l’ha percorso a piedi (94,08% nel 2021) e il 3,48% in bicicletta. Di questi pellegrini il 75,20% giunge ad Assisi in solitudine, mentre il 24,80% in gruppo.

Da dove arrivano

Sono 57 le nazioni da dove provengono. La maggioranza dei pellegrini sono italiani, ma è comunque un’esperienza conosciuta e apprezzata in tutto il mondo. Tra gli stranieri al primo posto ci sono i tedeschi, a seguire: Francia, Austria, Stati Uniti e perfino camminatori provenienti dalla Tanzania, Isole Figi, Giappone e Papua Nuova Guinea. I luoghi di destinazione preferiti dai camminatori sono: Assisi (92,38%), Roma (4,25%) e Ascoli Piceno (1,35%).

I camminatori

I cammini francescani sono per tutte le età: al primo posto i pellegrini dai 30 ai 60 anni 45,90% (51.20% nel 2021), a seguire con il 35,30% gli ultrasessantenni (24,20% nel 2021), mentre tra i 18 e 30 sono il 14,15% (14,60% nel 2021) e infine il 4,30% è costituito da pellegrini di età inferiore ai 18 anni (10% nel 2021).

Le motivazioni

Riguardo le motivazioni che spingono i pellegrini ad intraprendere i cammini il 48,91% lo fa per motivi personali come la ricerca di pace, il 32,20% esprime motivazioni religiose, l’8,92% religioso-culturali e l’1,56% per motivazioni esclusivamente culturali.

I cammini

Per quanto riguarda i Cammini francescani, il più frequentato è la Via di Francesco con una percentuale del 82,72% di pellegrini (73,76% nel 2021), seguono: Cammino di Assisi con il 4,49% (4,82% nel 2021) e Di qui Passò Francesco 4,35% (9,73% nel 2021).

Il commento ai dati di fra Rafael Normando

"Assisi città della pace -ha spiegato fra Rafael Normando, illustrando i dati relativi ai pellegrini sui Cammini Francescani- è conosciuta come  la terra natale di Francesco d’Assisi e il tema della pace è ricorrente nei nostri giorni. Papa Francesco nel messaggio della giornata mondiale della pace ha detto che davanti le situazioni della storia siamo chiamati a restare svegli, a non rinchiuderci nella paura, nel dolore o nella rassegnazione, a non cedere alla distrazione, a non scoraggiarci ma ad essere invece come sentinelle capaci di vegliare e di cogliere le prime luci dell’alba, soprattutto nelle ore più buie.

Che cos’è un pellegrinaggio se non affrontare paure, dolori, non distrarsi davanti alle sfide che possono causare lo scoraggiamento e cercare sempre all’alba di ogni giorno la luce che non ci lascia nel buio dell’incertezza?

Stiamo parlando della pace -ha proseguito il delegato della Statio Peregrinorum- perché è stata la motivazione più sentita dai pellegrini nel loro pellegrinaggio del 2022 e le statistiche ce lo rivelano. Ancora una volta abbiamo superato il record di pellegrini ad Assisi e questo è un segno di pace.

Il nostro primo ringraziamento va a tutti i pellegrini che sono arrivati ad Assisi: grazie per la vostra testimonianza. Un ricordo speciale a tutti coloro che hanno accolto ogni pellegrino: gli organizzatori dei cammini, gli abitanti dei paesi che hanno offerto un bicchiere d’acqua, un sorriso, un letto, un tetto, un pasto caldo, ossia tutti coloro che hanno accolto con il cuore. Ringraziamo con tanta gratitudine i nostri volontari della Statio Peregrinorum, che con dedizione sono stati a disposizione dei pellegrini; con loro noi frati abbiamo condiviso la responsabilità di questo servizio.

Il nostro grazie, infine, ai frati del Sacro Convento e alle altre comunità religiose -ha concluso fra Rafael Normando- che hanno offerto  una benedizione e una preghiera a ogni pellegrino venuto presso la Basilica di San Francesco per incontrare il Santo d’Assisi".

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https://www.lavoce.it/boom-di-camminatori-nel-2022-giunti-alla-basilica-di-san-francesco-ad-assisi/feed/ 1
Partito il Cammino Camaldolese di San Benedetto da Montecorona a Fonte Avellana https://www.lavoce.it/partito-il-cammino-camaldolese-di-san-benedetto-da-montecorona-a-fonte-avellana/ Fri, 26 Aug 2022 11:16:19 +0000 https://www.lavoce.it/?p=68083 Cammino Camaldolese di San Benedetto

Arriveranno domani a Fonte Avellana i primi pellegrini che ieri mattina hanno inaugurato il Cammino Camaldolese di San Benedetto che unisce l’Abbazia di Montecorona all'Eremo di Fonte Avellana nelle Marche.

La partenza del "Cammino camaldolese"

Il pellegrinaggio, partito ufficialmente la mattina di giovedì 25 agosto,  è iniziato nella parte superiore dell'Abbazia di Montecorona con il vescovo di Gubbio e di Città di Castello e delegato per i Cammini della Conferenza Episcopale Umbria, monsignor Luciano Paolucci Bedini che ha benedetto e salutato i primi venti partecipanti al pellegrinaggio. Successivamente il sindaco di Umbertide ha consegnato ai pellegrini la credenziali del pellegrinaggio prima di mettersi in cammino insieme a loro per vivere questa importante esperienza. Alla cerimonia hanno preso parte anche il parroco di Montecorona don Renzo Piccioni Pignani e il parroco di Santa Maria della Pietà, padre Marco Freddi. "Oggi nasce un nuovo Cammino -ha affermato monsignor Luciano Paolucci Bedini- Vengono collegate le testimonianze vive e importanti di questo territorio della storia benedettina-camaldolese. I pellegrini portano con loro una tradizione millenaria in cui i pellegrini erano protagonisti di queste strade e dell'accoglienza tipica dell'ordine benedettino e portano anche al desiderio moderno di poter rinverdire questi sentieri e di aprire questi territori a nuove visite e nuove conoscenze. I pellegrini cammineranno per riaprire e offrire a molti altri questo percorso che ha valore storico, culturale e profondamente spirituale". "Questo cammino -ha detto, invece, il sindaco- è una riscoperta da un punto di vista culturale e spirituale attraverso la figura di San Romualdo collegando l'Abbazia di Montecorona con l'Eremo di Fonte Avellana. Abbiamo la fortuna di vivere in luoghi straordinari, pieni di spiritualità e di storia. Si riscoprono radici e significati più profondi. Valorizzando San Romualdo e la sua opera, tutta la storia del monachesimo benedettino l'obiettivo è quello di unire tutte le Abbazie presenti nella zona e di unire in futuro in un nuovo Cammino il Monastero di Camaldoli e l'Eremo di Fonte Avallana passando per l'Abbazia di Montecorona. Un sentito ringraziamento va a tutti coloro che hanno ideato e che si sono impegnati nella realizzazione di questo Cammino".

L'idea e la sua realizzazione

Il Cammino Camaldolese di San Benedetto è stato ideato e più volte percorso da un gruppo di volontari che hanno inteso valorizzare la presenza dei monaci camaldolesi ed in generale benedettini nella zona umbro-marchigiana (Celso Bini, Franca Cecchini, Sergio Clementi, Valentino Palpacelli, Angelo Venturucci); la loro esperienza è stata poi condivisa anche dall’ Associazione Eticamente presieduta da Vincenzo Silvestrelli e dal Comune di Umbertide. In tutto sono circa 80 km suddivisi in quattro tappe da circa 20 km l'una, in una alternanza di paesaggi, piccoli borghi di campagna, parchi naturali, castelli, e monasteri.

Le tappe del Cammino Camaldolese di San Benedetto

Le tappe del cammino sono le seguenti: dall'Abbazia di Montecorona a San Benedetto Vecchio; da San Benedetto Vecchio a Serra di Burano; da Serra di Burano a Chiaserna e infine da Chiaserna a Fonte Avellana. La partecipazione al cammino è libera e totalmente autonoma. È un cammino libero e spontaneo, pronto ad accogliere tutti i pellegrini che potranno organizzarsi autonomamente con i trasferimenti, pranzo al sacco e prenotazioni per il pernottamento. L’idea è quella di dare vita a un’esperienza culturale, ecologica, spirituale, escursionistica, senza porre limiti a chiunque vorrà ritrovarsi in cammino, ma, allo stesso tempo, senza alcun tipo di organizzazione preventiva; la partecipazione è a titolo individuale: ognuno partecipa al pellegrinaggio sotto la propria totale responsabilità.

Lo stemma camaldolese

Lungo il cammino i pellegrini saranno accompagnati dal simbolo blu cielo e dallo Stemma Camaldolese. Quest’ultimo è un calice in campo turchino, al quale bevono due colombe bianche, e sopra di esso vi è una stella codata. Le colombe rappresentano la vita dei monaci eremiti e quella dei monaci cenobiti (che vivono in comunità) che si abbeverano allo stesso calice (il calice rappresenta l’Eucarestia e richiama la Pasqua). La stella simboleggia la stella di Davide, a significare la continuità tra Antico e Nuovo Testamento.

Per informazioni sul Cammino

Per avere informazioni sul tratto del cammino è possibile chiedere ai seguenti numeri: Celso Bini (328 677 53 20), Franca Cecchini (340 666 70 44), Sergio Clementi (331 297 92 38), Valentino Palpacelli (371 31 26 352), Vincenzo Silvestrelli (335 28 12 39), Stefano Tonelli (328 20 37 961), Angelo Venturucci (328 38 25 793). La descrizione del percorso e le possibilità di accoglienza per i pellegrini sono state riportate in un pieghevole, realizzato in formato cartaceo e digitale copia del pieghevole in formato elettronico è disponibile sulla pagina Facebook Cammino Camaldolese di San Benedetto e sul sito www.comune.umbertide.pg.it e sul sito www.camminocamaldolese.org.]]>
Cammino Camaldolese di San Benedetto

Arriveranno domani a Fonte Avellana i primi pellegrini che ieri mattina hanno inaugurato il Cammino Camaldolese di San Benedetto che unisce l’Abbazia di Montecorona all'Eremo di Fonte Avellana nelle Marche.

La partenza del "Cammino camaldolese"

Il pellegrinaggio, partito ufficialmente la mattina di giovedì 25 agosto,  è iniziato nella parte superiore dell'Abbazia di Montecorona con il vescovo di Gubbio e di Città di Castello e delegato per i Cammini della Conferenza Episcopale Umbria, monsignor Luciano Paolucci Bedini che ha benedetto e salutato i primi venti partecipanti al pellegrinaggio. Successivamente il sindaco di Umbertide ha consegnato ai pellegrini la credenziali del pellegrinaggio prima di mettersi in cammino insieme a loro per vivere questa importante esperienza. Alla cerimonia hanno preso parte anche il parroco di Montecorona don Renzo Piccioni Pignani e il parroco di Santa Maria della Pietà, padre Marco Freddi. "Oggi nasce un nuovo Cammino -ha affermato monsignor Luciano Paolucci Bedini- Vengono collegate le testimonianze vive e importanti di questo territorio della storia benedettina-camaldolese. I pellegrini portano con loro una tradizione millenaria in cui i pellegrini erano protagonisti di queste strade e dell'accoglienza tipica dell'ordine benedettino e portano anche al desiderio moderno di poter rinverdire questi sentieri e di aprire questi territori a nuove visite e nuove conoscenze. I pellegrini cammineranno per riaprire e offrire a molti altri questo percorso che ha valore storico, culturale e profondamente spirituale". "Questo cammino -ha detto, invece, il sindaco- è una riscoperta da un punto di vista culturale e spirituale attraverso la figura di San Romualdo collegando l'Abbazia di Montecorona con l'Eremo di Fonte Avellana. Abbiamo la fortuna di vivere in luoghi straordinari, pieni di spiritualità e di storia. Si riscoprono radici e significati più profondi. Valorizzando San Romualdo e la sua opera, tutta la storia del monachesimo benedettino l'obiettivo è quello di unire tutte le Abbazie presenti nella zona e di unire in futuro in un nuovo Cammino il Monastero di Camaldoli e l'Eremo di Fonte Avallana passando per l'Abbazia di Montecorona. Un sentito ringraziamento va a tutti coloro che hanno ideato e che si sono impegnati nella realizzazione di questo Cammino".

L'idea e la sua realizzazione

Il Cammino Camaldolese di San Benedetto è stato ideato e più volte percorso da un gruppo di volontari che hanno inteso valorizzare la presenza dei monaci camaldolesi ed in generale benedettini nella zona umbro-marchigiana (Celso Bini, Franca Cecchini, Sergio Clementi, Valentino Palpacelli, Angelo Venturucci); la loro esperienza è stata poi condivisa anche dall’ Associazione Eticamente presieduta da Vincenzo Silvestrelli e dal Comune di Umbertide. In tutto sono circa 80 km suddivisi in quattro tappe da circa 20 km l'una, in una alternanza di paesaggi, piccoli borghi di campagna, parchi naturali, castelli, e monasteri.

Le tappe del Cammino Camaldolese di San Benedetto

Le tappe del cammino sono le seguenti: dall'Abbazia di Montecorona a San Benedetto Vecchio; da San Benedetto Vecchio a Serra di Burano; da Serra di Burano a Chiaserna e infine da Chiaserna a Fonte Avellana. La partecipazione al cammino è libera e totalmente autonoma. È un cammino libero e spontaneo, pronto ad accogliere tutti i pellegrini che potranno organizzarsi autonomamente con i trasferimenti, pranzo al sacco e prenotazioni per il pernottamento. L’idea è quella di dare vita a un’esperienza culturale, ecologica, spirituale, escursionistica, senza porre limiti a chiunque vorrà ritrovarsi in cammino, ma, allo stesso tempo, senza alcun tipo di organizzazione preventiva; la partecipazione è a titolo individuale: ognuno partecipa al pellegrinaggio sotto la propria totale responsabilità.

Lo stemma camaldolese

Lungo il cammino i pellegrini saranno accompagnati dal simbolo blu cielo e dallo Stemma Camaldolese. Quest’ultimo è un calice in campo turchino, al quale bevono due colombe bianche, e sopra di esso vi è una stella codata. Le colombe rappresentano la vita dei monaci eremiti e quella dei monaci cenobiti (che vivono in comunità) che si abbeverano allo stesso calice (il calice rappresenta l’Eucarestia e richiama la Pasqua). La stella simboleggia la stella di Davide, a significare la continuità tra Antico e Nuovo Testamento.

Per informazioni sul Cammino

Per avere informazioni sul tratto del cammino è possibile chiedere ai seguenti numeri: Celso Bini (328 677 53 20), Franca Cecchini (340 666 70 44), Sergio Clementi (331 297 92 38), Valentino Palpacelli (371 31 26 352), Vincenzo Silvestrelli (335 28 12 39), Stefano Tonelli (328 20 37 961), Angelo Venturucci (328 38 25 793). La descrizione del percorso e le possibilità di accoglienza per i pellegrini sono state riportate in un pieghevole, realizzato in formato cartaceo e digitale copia del pieghevole in formato elettronico è disponibile sulla pagina Facebook Cammino Camaldolese di San Benedetto e sul sito www.comune.umbertide.pg.it e sul sito www.camminocamaldolese.org.]]>
Centinaia di pellegrini massacrati in Etiopia https://www.lavoce.it/centinaia-di-pellegrini-massacrati-in-etiopia/ Mon, 22 Mar 2021 15:11:04 +0000 https://www.lavoce.it/?p=59626 colline e sole, logo rubrica oltre i confini

Un diacono della Chiesa ortodossa etiope, che chiede di restare anonimo, il mese scorso ha cominciato a raccontare l’orrore.

Per quella Chiesa, Axum è la città santa in cui è nascosta e custodita l’Arca dell’alleanza. Ogni anno a novembre, con celebrazioni e pellegrinaggi, viene ricordato il trasporto dell’Arca da Gerusalemme. Il 28 novembre scorso, i soldati della confinante Eritrea hanno fatto irruzione nella cattedrale e ucciso centinaia di persone, sostenendo che si trattava di sostenitori dei miliziani del Fronte di liberazione popolare del Tigrai (Tplf). 

I cadaveri sono rimasti per giorni interi nella chiesa e lungo le strade perché i soldati impedivano di seppellirli. Il diacono sostiene che, terminata l’occupazione della città da parte dei soldati eritrei, si è potuto dare sepoltura a circa 800 persone in fosse comuni. Hanno recuperato le carte d’identità, dal momento che molti erano arrivati lì come pellegrini. Amnesty International ha pubblicato di recente un dossier chiedendo che quanto accaduto venga riconosciuto come crimine contro l’umanità.

L’organizzazione internazionale ha raccolto le testimonianze di 41 persone, che sono state incoraggiate dal diacono che ha rotto il silenzio. Ricordiamo che il Governo etiope ha sempre impedito che forze di interposizione Onu e osservatori internazionali potessero mettere piede nel Paese, giudicandola un’indebita ingerenza.

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colline e sole, logo rubrica oltre i confini

Un diacono della Chiesa ortodossa etiope, che chiede di restare anonimo, il mese scorso ha cominciato a raccontare l’orrore.

Per quella Chiesa, Axum è la città santa in cui è nascosta e custodita l’Arca dell’alleanza. Ogni anno a novembre, con celebrazioni e pellegrinaggi, viene ricordato il trasporto dell’Arca da Gerusalemme. Il 28 novembre scorso, i soldati della confinante Eritrea hanno fatto irruzione nella cattedrale e ucciso centinaia di persone, sostenendo che si trattava di sostenitori dei miliziani del Fronte di liberazione popolare del Tigrai (Tplf). 

I cadaveri sono rimasti per giorni interi nella chiesa e lungo le strade perché i soldati impedivano di seppellirli. Il diacono sostiene che, terminata l’occupazione della città da parte dei soldati eritrei, si è potuto dare sepoltura a circa 800 persone in fosse comuni. Hanno recuperato le carte d’identità, dal momento che molti erano arrivati lì come pellegrini. Amnesty International ha pubblicato di recente un dossier chiedendo che quanto accaduto venga riconosciuto come crimine contro l’umanità.

L’organizzazione internazionale ha raccolto le testimonianze di 41 persone, che sono state incoraggiate dal diacono che ha rotto il silenzio. Ricordiamo che il Governo etiope ha sempre impedito che forze di interposizione Onu e osservatori internazionali potessero mettere piede nel Paese, giudicandola un’indebita ingerenza.

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“Vivi la Via”: in cammino sulle tracce di Francesco https://www.lavoce.it/vivi-la-via-cammino-sulle-tracce-francesco/ Mon, 04 Jun 2018 11:01:24 +0000 https://www.lavoce.it/?p=52027

È tornata dopo tre anni l’iniziativa “Vivi la Via” proposta dal consorzio Francesco’s Ways, stavolta incollaborazione con l’associazione “Progetto Valtiberina”. Come nella prima edizione del 2015, l’iniziativa ha coinvolto diverse località lungo la Via di Francesco, nei giorni 25-27 maggio. L’obiettivo era promuovere nelle popolazioni locali la cultura del pellegrinaggi e la conoscenza dei Cammini. Accade infatti che, nonostante il crescere dell’interesse e delle presenze, spesso chi abita lungo le strade non si renda conto del tesoro che possiede e, di conseguenza, delle aspettative di chi viene a camminare nel proprio territorio. Il pellegrino, infatti, non cerca solo il contatto con le tradizioni, il paesaggio e la cultura di un territorio, ma anche con la gente che ci vive, perché spesso è grazie a tali incontri che diventa possibile scoprire il messaggio che il Cammino può offrire alla propria ricerca interiore. Leggendo i diari dei pellegrini di ieri e di oggi, si constata che molte volte risultano decisivi – e vengono ricordati con commozione – i volti di chi ospita, di chi fornisce un servizio, di chi accoglie nei luoghi sacri, ma spesso anche quelli di perfetti sconosciuti capaci di dire una parola o fare un gesto che lasciano il segno. E spesso chi vive lungo un Cammino si dedica con attenzione alla gente che passa, riscoprendo il piacere di offrire anche solo l’evangelico bicchiere d’acqua, oppure il conforto di un sorriso e l’aiuto di un’informazione. Perché ciò accada, però, sono necessarie consapevolezza, passione e competenza: cose che “Vivi la Via” vorrebbe suscitare nella gente dei territori attraversati dai Cammini francescani, i quali ormai si ramificano in ben cinque regioni dell’Italia centrale, avendo l’Umbria, con Assisi, come crocevia e meta. La manifestazione è stata resa possibile per l’apporto di numerose associazioni, religiose e laiche, istituzioni e comunità locali, per dar luogo a un ampio programma di eventi: passeggiate a piedi, in bicicletta e a cavallo, visite guidate ai luoghi della spiritualità francescana, attività all’aria aperta per famiglie e ragazzi, conferenze e seminari di approfondimento, iniziative di pulizia e manutenzione dei sentieri. I tre giorni di “Vivi la Via” hanno offerto oltre 40 appuntamenti in una ventina di Comuni di Umbria, Toscana, Lazio ed Emilia Romagna. I partecipanti, secondo i dati finora prevenuti agli organizzatori, sono stati alcune migliaia. Molto gettonata, ad esempio, la visita ai monasteri di clausura di Città di Castello organizzata dall’associazione “Le rose di Gerico”. Sicuramente più elitaria, ma ben partecipata, la cavalcata proposta nel territorio di Valfabbrica. L’insieme degli appuntamenti è visibile sul sito www.umbriafrancescosways.eu/vivi-lavia. Ai tre giorni di manifestazioni diffuse, questo fine settimana si aggiunge il Festival dei Cammini di Francesco, che si tiene a Sansepolcro dall’ 1 al 3 giugno . È un opportuno complemento a “Vivi la Via”, poiché offre un denso programma di spettacoli, arte, storia, musica convegni sulla storia e la tradizione di Francesco d’Assisi e sull’esperienza spirituale del pellegrinaggio, mostre sul Cammino e su chi cammina, esperienze culinarie, ospitalità. Un concentrato di cultura del Cammino francescano, dove approfondire e in parte sperimentare l’insieme delle dimensioni legate al pellegrinaggio. Il programma dell’evento è su www.progettovaltiberina.it.  ]]>

È tornata dopo tre anni l’iniziativa “Vivi la Via” proposta dal consorzio Francesco’s Ways, stavolta incollaborazione con l’associazione “Progetto Valtiberina”. Come nella prima edizione del 2015, l’iniziativa ha coinvolto diverse località lungo la Via di Francesco, nei giorni 25-27 maggio. L’obiettivo era promuovere nelle popolazioni locali la cultura del pellegrinaggi e la conoscenza dei Cammini. Accade infatti che, nonostante il crescere dell’interesse e delle presenze, spesso chi abita lungo le strade non si renda conto del tesoro che possiede e, di conseguenza, delle aspettative di chi viene a camminare nel proprio territorio. Il pellegrino, infatti, non cerca solo il contatto con le tradizioni, il paesaggio e la cultura di un territorio, ma anche con la gente che ci vive, perché spesso è grazie a tali incontri che diventa possibile scoprire il messaggio che il Cammino può offrire alla propria ricerca interiore. Leggendo i diari dei pellegrini di ieri e di oggi, si constata che molte volte risultano decisivi – e vengono ricordati con commozione – i volti di chi ospita, di chi fornisce un servizio, di chi accoglie nei luoghi sacri, ma spesso anche quelli di perfetti sconosciuti capaci di dire una parola o fare un gesto che lasciano il segno. E spesso chi vive lungo un Cammino si dedica con attenzione alla gente che passa, riscoprendo il piacere di offrire anche solo l’evangelico bicchiere d’acqua, oppure il conforto di un sorriso e l’aiuto di un’informazione. Perché ciò accada, però, sono necessarie consapevolezza, passione e competenza: cose che “Vivi la Via” vorrebbe suscitare nella gente dei territori attraversati dai Cammini francescani, i quali ormai si ramificano in ben cinque regioni dell’Italia centrale, avendo l’Umbria, con Assisi, come crocevia e meta. La manifestazione è stata resa possibile per l’apporto di numerose associazioni, religiose e laiche, istituzioni e comunità locali, per dar luogo a un ampio programma di eventi: passeggiate a piedi, in bicicletta e a cavallo, visite guidate ai luoghi della spiritualità francescana, attività all’aria aperta per famiglie e ragazzi, conferenze e seminari di approfondimento, iniziative di pulizia e manutenzione dei sentieri. I tre giorni di “Vivi la Via” hanno offerto oltre 40 appuntamenti in una ventina di Comuni di Umbria, Toscana, Lazio ed Emilia Romagna. I partecipanti, secondo i dati finora prevenuti agli organizzatori, sono stati alcune migliaia. Molto gettonata, ad esempio, la visita ai monasteri di clausura di Città di Castello organizzata dall’associazione “Le rose di Gerico”. Sicuramente più elitaria, ma ben partecipata, la cavalcata proposta nel territorio di Valfabbrica. L’insieme degli appuntamenti è visibile sul sito www.umbriafrancescosways.eu/vivi-lavia. Ai tre giorni di manifestazioni diffuse, questo fine settimana si aggiunge il Festival dei Cammini di Francesco, che si tiene a Sansepolcro dall’ 1 al 3 giugno . È un opportuno complemento a “Vivi la Via”, poiché offre un denso programma di spettacoli, arte, storia, musica convegni sulla storia e la tradizione di Francesco d’Assisi e sull’esperienza spirituale del pellegrinaggio, mostre sul Cammino e su chi cammina, esperienze culinarie, ospitalità. Un concentrato di cultura del Cammino francescano, dove approfondire e in parte sperimentare l’insieme delle dimensioni legate al pellegrinaggio. Il programma dell’evento è su www.progettovaltiberina.it.  ]]>
San Sabino di Spoleto: storia, parrocchia e comunità https://www.lavoce.it/san-sabino-spoleto-storia-parrocchia-comunita/ Thu, 02 Nov 2017 17:02:32 +0000 https://www.lavoce.it/?p=50409

San Sabino è frazione del Comune di Spoleto e si trova a circa due chilometri a nord del centro della città. Don Mirco Boschi è parroco di San Sabino da tre anni e racconta che la sua parrocchia ha un carisma particolare: quello dell'accoglienza. Da qualche anno infatti si prende cura dei pellegrini che passano da Spoleto lungo la via Francigena. “Abbiamo iniziato ospitando una coppia di giovani fidanzati che stavano conducendo un cammino in Provvidenza, ovvero senza denaro né cellulari, così come consigliatogli dalla loro guida spirituale”, ricorda don Mirco. Oggi i pellegrini ospitati arrivano fino a 700 nella stagione estiva.
Domenica 5 novembre Umbria Radio trasmetterà in diretta la messa celebrata alle ore 11 presso la basilica di San Sabino. La diretta sarà interamente dedicata alla frazione della diocesi di Spoleto - Norcia, alla sua storia, alla vita pastorale e alla comunità del luogo.
  Leggi la presentazione della parrocchia sull'edizione digitale de "La Voce"  ]]>

San Sabino è frazione del Comune di Spoleto e si trova a circa due chilometri a nord del centro della città. Don Mirco Boschi è parroco di San Sabino da tre anni e racconta che la sua parrocchia ha un carisma particolare: quello dell'accoglienza. Da qualche anno infatti si prende cura dei pellegrini che passano da Spoleto lungo la via Francigena. “Abbiamo iniziato ospitando una coppia di giovani fidanzati che stavano conducendo un cammino in Provvidenza, ovvero senza denaro né cellulari, così come consigliatogli dalla loro guida spirituale”, ricorda don Mirco. Oggi i pellegrini ospitati arrivano fino a 700 nella stagione estiva.
Domenica 5 novembre Umbria Radio trasmetterà in diretta la messa celebrata alle ore 11 presso la basilica di San Sabino. La diretta sarà interamente dedicata alla frazione della diocesi di Spoleto - Norcia, alla sua storia, alla vita pastorale e alla comunità del luogo.
  Leggi la presentazione della parrocchia sull'edizione digitale de "La Voce"  ]]>
In 400 in un viaggio geografico e interiore https://www.lavoce.it/400-un-viaggio-geografico-interiore/ Sat, 09 Sep 2017 11:22:20 +0000 https://www.lavoce.it/?p=49905

Grande partecipazione all’edizione 2017 del Sentiero di Francesco, il pellegrinaggio da Assisi a Gubbio, che si ripete ogni anno dal primo al 3 settembre, sulle strade percorse del Poverello dopo aver abbandonato la casa e le ricchezze paterne. Il cammino sull’itinerario della Via di Francesco era dedicato quest’anno alla riconciliazione con il creato ed è stato scelto dalla Conferenza episcopale italiana per ospitare la celebrazione nazionale della dodicesima Giornata per la custodia del creato. I pellegrini sono partiti venerdì 1° settembre da Assisi, dal santuario della Spogliazione, sotto una pioggia attesa per tutta l’estate; pioggia che tuttavia non ha scoraggiato i partecipanti (quasi 400 in totale nei tre giorni) impegnati a percorrere a piedi i 50 chilometri dell’itinerario tra Assisi, Valfabbrica e Gubbio. Nel saluto iniziale ai pellegrini il vescovo di Assisi - Gualdo Tadino - Nocera Umbra, mons. Domenico Sorrentino, ha detto: “Francesco in questa sala otto secoli fa si è sbarazzato di vestiti e denari, cioè dell’effimero, del superfluo, per dire al mondo che si può vivere nella semplicità. Occorre una cultura nuova, sociale ed ecologica: dobbiamo considerare l’ambiente la nostra casa comune”. Anche il vescovo di Gubbio, mons. Mario Ceccobelli, ha insistito sull’esempio universale di san Francesco. “Camminando - ha detto - riviviamo i luoghi del viaggio percorso da Francesco tra il 1206 e il 1207, descritti anche dalle fonti francescane. Un percorso che è insieme un viaggio geografico e interiore, per vivere un’esperienza di spiritualità e vicinanza al creato”. I pellegrini hanno fatto tappa per la prima notte nel borgo di Valfabbrica, mentre la sera successiva presso l’eremo di San Pietro in Vigneto. La mattina del terzo giorno sveglia all’alba per arrivare a Gubbio, alla chiesetta della Vittorina dove, secondo la tradizione, san Francesco ammansì il lupo. Il pellegrinaggio si è concluso con la celebrazione della messa nella chiesa di San Francesco, presieduta dal vescovo di Gubbio, mons. Ceccobelli. La liturgia, che chiudeva gli eventi legati alla Giornata della custodia del creato, è stata trasmessa in diretta su Rai Uno. Al termine della celebrazione, i pellegrini si sono salutati con un ultimo momento conviviale nel chiostro del convento di San Francesco, dove hanno potuto assistere al tentativo di un loro compagno di entrare nel Guinness dei primati per la “credenziale con il maggior numero di timbri al mondo”. Si tratta di Alberto Castellò De Pereda, un viandante spagnolo in cammino per la pace da più di tre anni sui sentieri europei: dalla Via di Francesco ai cammini lauretani, la via Francigena, passando per Santiago, Medjugorie e Gubbio. Con i suoi 1.531 timbri e una credenziale che nel complesso misura quasi 26 metri, tenterà di entrare nel Guinness World Record.]]>

Grande partecipazione all’edizione 2017 del Sentiero di Francesco, il pellegrinaggio da Assisi a Gubbio, che si ripete ogni anno dal primo al 3 settembre, sulle strade percorse del Poverello dopo aver abbandonato la casa e le ricchezze paterne. Il cammino sull’itinerario della Via di Francesco era dedicato quest’anno alla riconciliazione con il creato ed è stato scelto dalla Conferenza episcopale italiana per ospitare la celebrazione nazionale della dodicesima Giornata per la custodia del creato. I pellegrini sono partiti venerdì 1° settembre da Assisi, dal santuario della Spogliazione, sotto una pioggia attesa per tutta l’estate; pioggia che tuttavia non ha scoraggiato i partecipanti (quasi 400 in totale nei tre giorni) impegnati a percorrere a piedi i 50 chilometri dell’itinerario tra Assisi, Valfabbrica e Gubbio. Nel saluto iniziale ai pellegrini il vescovo di Assisi - Gualdo Tadino - Nocera Umbra, mons. Domenico Sorrentino, ha detto: “Francesco in questa sala otto secoli fa si è sbarazzato di vestiti e denari, cioè dell’effimero, del superfluo, per dire al mondo che si può vivere nella semplicità. Occorre una cultura nuova, sociale ed ecologica: dobbiamo considerare l’ambiente la nostra casa comune”. Anche il vescovo di Gubbio, mons. Mario Ceccobelli, ha insistito sull’esempio universale di san Francesco. “Camminando - ha detto - riviviamo i luoghi del viaggio percorso da Francesco tra il 1206 e il 1207, descritti anche dalle fonti francescane. Un percorso che è insieme un viaggio geografico e interiore, per vivere un’esperienza di spiritualità e vicinanza al creato”. I pellegrini hanno fatto tappa per la prima notte nel borgo di Valfabbrica, mentre la sera successiva presso l’eremo di San Pietro in Vigneto. La mattina del terzo giorno sveglia all’alba per arrivare a Gubbio, alla chiesetta della Vittorina dove, secondo la tradizione, san Francesco ammansì il lupo. Il pellegrinaggio si è concluso con la celebrazione della messa nella chiesa di San Francesco, presieduta dal vescovo di Gubbio, mons. Ceccobelli. La liturgia, che chiudeva gli eventi legati alla Giornata della custodia del creato, è stata trasmessa in diretta su Rai Uno. Al termine della celebrazione, i pellegrini si sono salutati con un ultimo momento conviviale nel chiostro del convento di San Francesco, dove hanno potuto assistere al tentativo di un loro compagno di entrare nel Guinness dei primati per la “credenziale con il maggior numero di timbri al mondo”. Si tratta di Alberto Castellò De Pereda, un viandante spagnolo in cammino per la pace da più di tre anni sui sentieri europei: dalla Via di Francesco ai cammini lauretani, la via Francigena, passando per Santiago, Medjugorie e Gubbio. Con i suoi 1.531 timbri e una credenziale che nel complesso misura quasi 26 metri, tenterà di entrare nel Guinness World Record.]]>
Il Perdono di Assisi: le celebrazioni in basilica https://www.lavoce.it/il-perdono-di-assisi-le-celebrazioni-in-basilica/ Wed, 19 Jul 2017 14:12:12 +0000 https://www.lavoce.it/?p=49530 festa-del-perdono-cmykÈ ormai prossima la Solennità del Perdono di Assisi, una festa che ogni anno richiama numerosissimi pellegrini, giovani e non, alla Porziuncola: la “porta della Misericordia” sempre aperta per coloro che non si stancano di riceverla e su di essa fondano il proprio cammino di santità.

La ricorrenza di quest’anno sarà particolarmente solenne perché coinciderà con la chiusura dell’VIII Centenario del Perdono di Assisi, giubileo inaugurato lo scorso 2 agosto dal cardinale Gualtiero Bassetti e impreziosito dal pellegrinaggio privato di Papa Francesco alla Porziuncola due giorni dopo, il 4 agosto 2016. La solenne celebrazione di chiusura del Giubileo del Perdono, che si terrà alle ore 11 del 2 agosto 2017, presieduta dal card. Pietro Parolin, segretario di Stato di Sua Santità, sarà trasmessa in diretta da Padre Pio TV (presente sul digitale terrestre nazionale al canale 145 e sulla piattaforma gratuita Tivùsat al canale 445), con diffusione mondiale grazie all’emittente Maria Vision Italia.

Altra particolarità di quest’anno, ad evidenziare il legame di tutta la Famiglia francescana con una festa nata dalla geniale intuizione del comune fondatore, Francesco d’Assisi, sarà il Triduo di preparazione predicato dai Ministri generali dei tre Ordini maschili (per i Frati Minori Cappuccini presiederà il Vicario generale). Questa condivisione si pone in perfetta continuità con il cammino intrapreso e fin’ora culminato nel Capitolo generalissimo celebrato insieme dalle Famiglie francescane.

Alle ore 11 del 1° agosto p. Michael A. Perry, ministro generale dei Frati Minori, presiederà la solenne celebrazione eucaristica che terminerà con la processione di “Apertura del Perdono”: così detta perché da quel momento, cioè dalle 12 del 1 agosto, fino alle ore 24 del 2 agosto l’Indulgenza plenaria concessa alla Porziuncola quotidianamente si estende a tutte le chiese parrocchiali sparse nel mondo, e anche a tutte le chiese francescane.

Nel pomeriggio i Primi Vespri saranno presieduti, al termine del pellegrinaggio della diocesi di Assisi, dal vescovo mons. Domenico Sorrentino. Seguirà, come di consueto, l’offerta dell’incenso da parte del Sindaco di Assisi Stefania Proietti. La Veglia di preghiera serale, con processione aux flambeaux, sarà guidata da mons. José Rodriguez Carballo, Segretario della Congregazione degli Istituti di Vita Consacrata.

Il 2 agosto sarà un giorno di grande festa: celebrazioni eucaristiche quasi ad ogni ora, tra cui quelle presiedute dal card. Parolin, dal vescovo Sorrentino e da p. Claudio Durighetto, ministro provinciale dei Frati Minori dell’Umbria. L’arrivo di migliaia di giovani della XXXVII Marcia francescana “Un passo oltre”, che insieme a frati e suore giungeranno in Porziuncola per gioire della Misericordia del Padre. Un concerto, in serata, della Banda della Gendarmeria Vaticana a cui seguirà uno spettacolo pirotecnico in piazza Porziuncola. Naturalmente poi c’è la festa di chi riceve il Perdono: decine e decine di confessori accoglieranno senza sosta tutti coloro che vorranno permettere a Dio di fare ancora qualcosa di nuovo nella loro vita.

Oltre alle celebrazioni in Basilica, il cui programma dettagliato è disponibile sul sito www.assisiofm.it, sono previste anche le seguenti iniziative:

Martedì 1 agosto 2017 – ore 16.40
 Ora di spiritualità su Radio Maria, in diretta dal santuario della Porziuncola

Mercoledì 2 agosto 2017 – ore 14.30
 arrivo della XXXVII marcia francescana “Un passo oltre”

Mercoledì 2 agosto 2017 – ore 20 
Concerto della banda della Gendarmeria Vaticana, piazza Porziuncola

Mercoledì 2 agosto 2017 – ore 22 
spettacolo pirotecnico, piazza Porziuncola

23 luglio – 15 settembre 2017
 A due e due, Kenosis e Perdono
 Museo della Porziuncola
 Mostra di arte contemporanea di Arturo Casanova e Rossella Vasta, a cura di Barbara Rose
 (Inaugurazione 23 luglio 2017, ore 17.30)

Padre Pio TV, oltre alla diretta della celebrazione eucaristica, con cui si chiuderà l’VIII Centenario del Perdono di Assisi, seguirà tutti i momenti principali dando la possibilità, anche a chi non potrà esserci di persona, di sentirsi un po’ più vicini ad Assisi.

 

Info SEGRETERIA DELLA BASILICA Tel. 075.8051430 – info@porziuncola.org – www.porziuncola.org

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Papa Assisi. Fra Stefano parla del “lavoro” quotidiano dei penitenzieri della Basilica https://www.lavoce.it/papa-assisi/ Sat, 06 Aug 2016 09:56:57 +0000 https://www.lavoce.it/?p=47274 8La visita di Papa Francesco pellegrino alla Porziuncola è stata tutta centrata sul perdono e sulla misericordia, sia nei gesti che nelle parole. Anzitutto i gesti, a cominciare dalla sua presenza, dalla preghiera silenziosa nella Porziuncola, fino al non previsto mettersi al confessionale, e alla visita strettamente privata agli ospiti dell’infermeria del convento dei Frati minori di Santa Maria degli Angeli. Mettendosi al confessionale papa Francesco ha reso visivamente quello che è il “cuore” del messaggio, e il centro dell’attrattiva della Basilica della Porziuncola dove, ogni giorno, decine e centinaia di persone lì trovano qualcuno che li ascolta, li accoglie, li perdona in nome di Dio.

Di questo, che è l’attività quotidiana dei frati minori della Porziuncola e in particolare dei 12 penitenzieri che hanno come specifico ministero proprio quello della confessione, abbiamo parlato con padre Stefano Orsi al termine della giornata della visita di Papa Francesco.

 Padre Stefano, lei è uno dei 12 penitenzieri. Quello che a detto il Papa vi trovati in sintonia?
“Ci siamo trovati molto sintonia perché noi diciamo di perdonare e il luogo per giungere a questo perdono è proprio il sacramento della confessione che è molto abbandonato da chi ha smarrito il senso di Dio. Ecco allora che il sacramento della confessione è il luogo per ritrovarsi in Dio”.

I penitenzieri hanno una formazione specifica?
“La formazione è quella che riceviamo dagli studi che facciamo ma durante l’anno, nei momenti in cui ci sono meno pellegrini, abbiamo dei corsi di formazione permanente in cui trattiamo anche temi più scottanti quali quelli dell’etica. Ma la confessione è il luogo, è la chiave per entrare nella misericordia. Siamo tutti benedetti da Dio proprio perché  Dio ci vuole nel bene, nella gioia, nella serenità, e ci vuole elevare all’altezza del suo perdono, della sua misericordia”.

Sembra facile, ma immagino che stare in confessionale tanto tempo ad ascoltare le persone che portano loro dolori, i loro dubbi, non deve essere così semplice…
“Non è molto semplice anche perché si sta tante ore in ascolto, soprattutto di persone che spesso più che i peccati portano il loro dolore, la propria sofferenza di un lutto, o di una situazione familiare molto difficile. Molte volte il confessore richiama alla confessione vera e propria dei peccati, e si sente dire ‘meno male che ci siete voi che ascoltate, ed è anche gratis, mentre se andiamo da un medico ci tocca anche pagare’. Le persone sono molto contente di trovare qui uomini di Dio che li ascoltano. Vengono per cercare una parola di conforto per il loro cammino di fede e della vita. Però quello che dalla mia esperienza posso dire è che la gente si sente amata da Dio e quindi, proprio perché noi siamo generati da Dio dobbiamo andare di continuo verso Dio perché siamo stati consacrati a lui mediante il battesimo. È per questo che siamo chiamati a questa speranza che è radicata profondamente nella vita degli uomini”.

Si dice che nelle persone oggi manca il senso del peccato. È difficile accompagnarle ad una confessione del peccato?
“È molto difficile accompagnare le persone a ritrovare il senso di Dio, e quindi manca il senso del peccato perché manca il senso di Dio che l’uomo ha smarrito. Va riscoperto l’amore di Dio e la confessione è luogo per arrivare all’incontro con Dio, per essere certi di essere abbracciati da questo amore. E credere all’amore significa che anche nel dolore della propria sofferenza e del proprio peccato, si può cantare le meraviglie di Dio.

Voi vi trovate quasi sempre di fronte a degli sconosciuti , persone di cui non conoscete la storia. Come si fa ad entrare nella profondità del sacramento?
“Posso dire che quelli che vengono si aprono profondamente, forse perché si trovano di fronte a una persona che non conoscono, davanti alla quale è più facile aprire il cuore. Molti dicono che nella propria parrocchia trovano difficoltà a confessarsi, sia perché non c’è questa disponibilità, ma anche perché portare la parte più intima della loro vita al loro parroco li mette in difficoltà. Mentre qui trovandosi in un luogo, come quello della Porzaiuncola, con un frate che non conoscono si trovano a proprio agio, si crea familiarità. Molta gente piange perché finalmente ha trovato il modo di portare nelle mani del Signore la propria debolezza, la propria fragilità, ed essere poi sollevati da questo perdono, da questa misericordia di Dio che è sempre pronto ad andare verso gli altri”.

Molte persone vengono qui occasionalmente perché è una basilica in cui sanno che possono sempre trovare un confessore. Voi fare anche un percorso anche di accompagnamento delle persone?
“No, questa è un’altra cosa. Ci sono persone più vicino a noi, alla Basilica, persone di paesi qui vicino che chiedono un accompagnamento, e noi questo lo facciamo. Con i pellegrini che vengono da lontano non si può fare una cosa del genere”.

Se lei dovesse dire la sua responsabilità quando è nel confessionale, con una parola…
“La mia responsabilità è che io sono nel confessionale non con la mia idea ma nel nome della Chiesa, quindi devo comunicare al penitente ciò che la Chiesa mi dice riguardo certi argomenti”.

Ci sono delle confessioni che rimangono anche nella vita del confessore. Ce n’è qualcuna che si porta dentro?
“Una confessione di circa un anno fa, molto dolorosa per il penitente che faceva fatica ad esternare il proprio peccato e che alla fine della confessione mi disse ‘Adesso posso anche morire, ma morire in pace e in grazia di Dio’. Questo me lo porto sempre nel cuore”.

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Gmg2016. Papa Francesco ad Auschwitz https://www.lavoce.it/gmg20156-papa-francesco-ad-auschwitz/ Tue, 26 Jul 2016 15:58:10 +0000 https://www.lavoce.it/?p=46952 gmg2016Aushwitz
Migliaia di giovani della Gmg pellegrini ad Aushwitz

Il lungo viale che porta al campo di sterminio di Auschwitz oggi è verde. Eppure, neanche il rigoglio della vegetazione, in quest’alba estiva un po’ uggiosa, riesce a cancellare l’immagine dei deportati che in lunghe colonne, su strade sterrate polverose o fangose a seconda del grado di clemenza atmosferica, si incamminano a marce forzate verso il loro destino di morte. La prima cosa che si vede stagliarsi imponente è il Crematorio numero 1, sul lato sinistro dell’ormai famigerata scritta “Arbeit macht frei”. E’ la porta d’ingresso di Francesco, che venerdì 29 luglio sarà il terzo papa a varcare i cancelli del luogo degli orrori più noto al mondo, dove sono stati sterminati quasi due milioni di ebrei, e non solo, in nome di un odio all’uomo, prima ancora che alla fede.

Auschwitz è l’Apocalisse creata dagli uomini, la desertificazione – pianificata fin dai minimi dettagli – dell’umanità, con le graticole dei forni crematori come un Giudizio Universale. In questo luogo, fino a 71 anni fa, la parola “disumanizzazione” è stata declinata in tutte le sue più atroci sfumature. Eppure, oltre ogni abisso di morte e di disperazione, “solo l’amore crea”, assicurava padre Kolbe, nella cui cella al “blocco 21” il Papa sosterà in preghiera silenziosa: perché il male tende a ripetere inesorabilmente sé stesso.

E così, accanto alle ceneri dei cadaveri che dai roghi sono stati buttati negli stagni, nei boschi e nei fiumi paludosi che circondano Auhschwitz e Birkenau, rendendo tutta quest’area un cimitero senza tombe, ci sono oasi di pace e di preghiera che fanno dell’accoglienza e del dialogo l’antidoto ad ogni ritorno al passato. Rischio sempre incombente, come mostra l’atmosfera plumbea di terrorismo e violenza di cui sono nutriti i nostri giorni.

I visitatori del Museo di Auschwitz-Birkenau sono in media un milione all’anno. Solo nei giorni della Gmg di Cracovia, i giovani accorsi da circa 200 Paesi hanno fatto salire il contatore a 300mila presenze.

La grande e pacifica affluenza ha “blindato” tutta la zona e ha costretto gli organizzatori a non fare entrare i ragazzi nei “blocchi” – 28 solo quelli di Auschwitz – ma a permettere loro una visita completa attraverso grandi pannelli con gigantografie che, lungo il campo di “Auschwitz 1”, riproducono ciò che si trova all’interno dei “blocchi”. Così il popolo giovane di Cracovia può fare in questi giorni il percorso che il Papa compirà venerdì 29, terzo giorno del 15° viaggio internazionale di Francesco.

 

 

Si chiamano “Alle soglie di Auschwitz”, e sono incontri durante i quali sperimentiamo la vittoria dell’umanità che ci fa sperare in un futuro migliore”. A presentarceli è padre Jan Novak, il direttore del Centro di dialogo e preghiera di Oswiecim, a due passi dal campo di concentramento di Auschwitz. “Si tratta – spiega – di incontri con ex prigionieri ebrei e cristiani, con giovani tedeschi e polacchi, con professori, sacerdoti, rabbini di varie nazioni.”

“Quasi sempre – prosegue il direttore del Centro, guidato dalla Fondazione di Cracovia e sorto nel 1992 per iniziativa del cardinale Francesco Macharski, d’intesa con i vescovi d’Europa e i rappresentanti delle istituzioni ebraiche – qui si incontrano persone ferite: gli ebrei sono feriti dal ricordo del tentativo di distruzione della loro nazione, i polacchi pensano alla frequente violazione della loro sovranità da parte di potenze straniere e i tedeschi sono feriti per la consapevolezza delle colpe presenti nella loro storia”. Di qui l’idea di “creare un luogo di riflessione, formazione, scambio di idee e di preghiera”, a prescindere da quale sia la religione di appartenenza: perché il punto è “ricostruire la dignità dell’uomo, passo dopo passo, per quanto ne siamo capaci”.

Il numero di padre Kolbe, che ha offerto la sua vita per salvare quella di un padre di famiglia, era 16.670, quello di Marian Kolodzej, artista e scenografo polacco, entrato nel campo di Auschwitz a soli 17 anni, il 14 giugno del 1940, era 432: faceva parte del primo trasporto di polacchi tra i “blocchi” dove ha passato cinque anni ed è sopravvissuto, assistendo all’episodio in cui il francescano fondatore dei Miliziani dell’Immacolata ha rotto la fila per offrirsi ai nazisti.

Per 50 anni Marian – morto nel 2009 – ha rimosso il suo soggiorno obbligato tra gli orrori, ma poi ha avuto un ictus e da allora i ricordi sono tornati a girare vorticosamente: ne è nata una mostra, “Cliché di memoria, labirinti”, ora ospitata nel centro gestito dalle Missionarie dell’Immacolata-Padre Kolbe ad Harmeze, che in questi giorni accolgono ragazzi e ragazze giunti per la Gmg dalla Bolivia, dal Brasile e dall’Italia. “Parole chiuse in un disegno”, l’ha definita l’autore, che ha dedicato 15 anni della sua vita ad adempiere ad una promessa, prima rimossa e poi riemersa, fatta ai suoi compagni di prigionia: “Se ti salvi, devi raccontare”.

 

Centottanta ettari, a tre chilometri da Auschwitz. È Birkenau, o “Auschwitz 2”, il luogo dove i nazisti hanno sterminato il maggior numero di ebrei. Sarà la seconda tappa del terzo giorno di Papa Francesco in Polonia, dopo la visita silenziosa ad “Auschwitz 1”. Bergoglio si recherà al monumento alle vittime delle Nazioni, che annovera una serie di lapidi nelle 23 lingue usate dai prigionieri. Passando davanti a esse, deporrà una candela accesa e incontrerà 25 “Giusti tra le nazioni”. Intanto, proprio in direzione delle lapidi, si sta già muovendo un fiume silenzioso e commosso di pellegrini di varie nazioni: guidati dai loro sacerdoti, percorrono le 14 stazioni della “Via Crucis”, cantando e pregando. Una sorta di viatico, prima di vivere l’esperienza della “Via Crucis” insieme al Papa, venerdì prossimo. Sullo sfondo, i resti di uno dei quattro forni crematori e gli alloggi di mattoncini rossi accanto ai quali gli stessi prigionieri allestivano i roghi per i cadaveri.

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10mila pellegrini sulla via di Francesco https://www.lavoce.it/10mila-pellegrini-sulla-via-di-francesco/ Mon, 13 Jun 2016 16:37:22 +0000 https://www.lavoce.it/?p=46462 Sentiero-pellegriniSono 10.000 le persone che nel 2015 hanno fatto tappa ad Assisi percorrendo i cammini francescani da soli o in compagnia degli amici a quattro zampe e ai quali è stata inviata la credenziale del pellegrino. Gli arrivi censiti dalla “Statio Peregrinorum” nel primo anno di apertura sono 1.600. In maggioranza uomini tra i 30 e i 60 anni. Tra le nazionalità straniere più presenti sui cammini guidano la classifica i tedeschi (24,58%) seguiti da francesi (18,44%) e polacchi (8,66%). Più che raddoppiate le presenze tra aprile e giugno del 2016 (788) rispetto al 2015 (300).

(Scarica qui le slides della presentazione)

 

I Cammini francescani sono il primo itinerario religioso in Italia a raccogliere e illustrare i dati di affluenza. Presentato anche il nuovo attestato ufficiale, delle Basiliche di San Francesco d’Assisi e Santa Maria degli Angeli, che verranno consegnati ai pellegrini che giungeranno a piedi, in bicicletta e a cavallo la città del Patrono d’Italia. Uno speciale riconoscimento anche per gli “amici a quattro zampe” che sempre più spesso camminano in compagnia dei loro padroni.

I dati diffusi dall’Organizzazione Mondiale del Turismo stimano in 330 milioni i viaggiatori verso i luoghi della fede, di cui 40 milioni in Italia. Sono ritornati popolari i viaggi verso le antiche mete di pellegrinaggio, specialmente a piedi. Da anni, le istituzioni civili e religiose dell’Umbria lavorano in stretta sinergia con le associazioni e le aziende ricettive del territorio per promuovere e migliorare l’esperienza religiosa, spirituale e turistica del pellegrino che decide di attraversare il “Cuore Verde d’Italia” per arrivare ad Assisi, a Loreto o a Roma

Il Giubileo straordinario della Misericordia e la dichiarazione del 2016 come “Anno dei cammini” stanno rivelando una grande opportunità per riscoprire la spiritualità e aprirsi al Mistero attraverso il pellegrinaggio a piedi nei molti luoghi religiosi che l’Italia offre. E in questo senso, l’Umbria e Assisi sono, insieme a Roma, le mete maggiormente scelte per compiere un cammino di fede e di conoscenza di sé.

I dati delle presenze e i nuovi attestati ufficiali per i pellegrini e gli amici a quattro zampe sono stati presentati oggi ad Assisi alla presenza del Custode del Sacro Convento di Assisi, padre Mauro Gambetti, il Presidente del Consorzio “Francesco’s Ways”, Mons. Paolo Giulietti, il Vicepresidente della Regione Umbria, Fabio Paparelli, il Responsabile della “Statio Peregrinorum”, Fra’ Jorge Fernandez, la docente dell’Università di Scienze Politiche di Perugia, Fiorella Giacalone, e l’autrice del cammino francescano “ Di qui passò Francesco”, Angela Maria Seracchioli. Presenti anche, oltre ai frati minori della Basilica di Santa Maria degli Angeli in Porziuncola, i volontari della Diocesi di Gubbio – Progetto “PiccolAccoglienza” – i quali a partire da quest’anno hanno creato un apposito servizio dedicato alla spedizione delle credenziali del pellegrino. I volontari di Gubbio da anni si occupano della assistenza ai pellegrini in transito da Gubbio.

LA “STATIO PEREGRINORUM”

La “Statio peregrinorum”, o ufficio del pellegrino, inaugurata nell’aprile del 2015 e coordinata da Fra Jorge Fernandez, si occupa dell’accoglienza spirituale dei pellegrini, ma anche del rilascio dei certificati ufficiali e della registrazione e monitoraggio dei flussi in arrivo. La “Statio peregrinorum” nasce anche grazie al coordinamento tra i vari “cammini francescani” attuato negli ultimi tempi con il sostegno dei frati delle due Basiliche papali di San Francesco e di Santa Maria degli Angeli, in sinergia con le istituzioni civili – Regione Umbria e Sviluppumbria, che hanno supportato e seguito la parte tecnica legata alla raccolta e gestione dei dati statistici –, la Chiesa locale e il Consorzio “Francesco’s Ways”.

GLI ATTESTATI CONSEGNATI PRESSO LA “STATIO PEREGRINORUM”

Il “Testimonium Peregrinationis Peractae ad Sanctorum Francisci et Clarae Civitatem” è l’attestato religioso che dimostra l’avvenuto pellegrinaggio alla tomba di San Francesco d’Assisi. L’attestato viene rilasciato esclusivamente a chi abbia compiuto gli ultimi 100 km a piedi o 200 in bicicletta o a cavallo. Attraverso una ricerca storico-artistica e filologica presso gli archivi della Biblioteca del Sacro Convento e grazie alla collaborazione di uno studio grafico, i nuovi attestati ufficiali del pellegrino richiamano visivamente la centralità della figura di San Francesco e di Santa Chiara. Sul fronte sono riportate le immagini dei due santi, unitamente allo stemma dell’ordine francescano.

La “Chartula“, che riporta la celebre benedizione di san Francesco a frate Leone, è, invece, il diploma che viene rilasciato a tutti i pellegrini che arrivano ad Assisi a prescindere dalla distanza percorsa.

“L’attestato del pellegrino a quattro zampe” è una semplice cartolina raffigurante San Francesco e il Lupo ammansito con il nome del proprio cane attraverso la quale riconoscere il valore della compagnia offerta al pellegrino. Più di frequente che in altre mete di pellegrinaggio, si presentano alla tomba di Francesco pellegrini accompagnati dal proprio cane. Lo speciale affetto del Santo di Assisi per gli animali, infatti, incoraggia molte persone a camminare in compagnia del proprio cane. Grazie alla collaborazione del Sacro Convento e del Fondo Ambiente Italiano, già dal marzo 2014 è attiva, a lato della Basilica Superiore di San Francesco, proprio all’ingresso del Bosco gestito dal FAI, un’area attrezzata, dove, mostrando la credenziale e lasciando un documento, i cani possono godere di confortevoli cucce, mentre i pellegrini visitano la tomba del Poverello e sostano in preghiera.

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Giubileo: Protocollo tra Conferenza episcopale e Regione https://www.lavoce.it/giubileo-protocollo-tra-conferenza-episcopale-e-regione/ Mon, 21 Dec 2015 08:47:51 +0000 https://www.lavoce.it/?p=44854 camminoIn occasione del Giubileo della Misericordia, la Conferenza episcopale umbra e la Regione dell’Umbria hanno voluto sottolineare il comune impegno per le manifestazioni religiose, sociali e culturali che si svolgeranno in regione con la stipula di un “protocollo d’intesa”. Le due istituzioni studieranno inoltre articolate forme di collaborazione e cooperazione nelle attività di preparazione e in quelle di svolgimento degli eventi connessi al Giubileo della Misericordia, sostenendo gli stessi anche con coordinate azioni promozionali e di comunicazione in Italia e all’estero.

L’Umbria, dopo Roma, è, forse, la terra ove si vivrà più intensamente il Giubileo, a motivo della presenza delle basiliche francescane di Assisi, del santuario dell’Amore Misericordioso di Collevalenza e di molti altri santuari. L’intesa Ceu-Regione prevede innanzitutto il comune coinvolgimento nella promozione degli eventi diocesani collegati all’anno giubilare e poi in particolari e significative manifestazioni religioso-culturali con risonanza anche internazionale.

Prima fra tutte, la celebrazione, nel mese di settembre 2016 (18-30), del trentesimo anniversario della preghiera per la pace, indetta per la prima volta da san Giovanni Paolo II, nel 1986. L’incontro avrà luogo ad Assisi e vedrà la partecipazione di centinaia di delegati in rappresentanza di tutte le confessioni religiose della terra. Saranno presenti capi di Stato e personalità del mondo della politica e della cultura internazionale.

Altro evento di grande significato storico culturale è l’ottavo centenario della fondazione dell’ordine minoritico, che verrà celebrato in Assisi con convegni e mostre documentarie. Mentre a Gubbio verrà ricordato il sedicesimo centenario della “Lettera decretale” di papa Innocenzo I al vescovo Decenzio, con la quale impartiva precise istruzioni circa le norme liturgiche. Sono poi molte altre le iniziative che verranno seguite da Regione e Ceu. Un interresse particolare sarà dedicato all’accoglienza dei pellegrini e alla valorizzazione dei “Cammini di San Francesco”, di cui l’Umbria è meta importante.

Il protocollo sarà firmato il 23 dicembre a Palazzo Donini, sede della Giunta regionale, dal cardinale Gualtiero Bassetti e della presidente Catiuscia Marini.

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Giubileo, grande opportunità https://www.lavoce.it/giubileo-grande-opportunita/ Fri, 30 Oct 2015 14:09:16 +0000 https://www.lavoce.it/?p=44118

[caption id="attachment_44098" align="alignleft" width="350"]Nella foto: Stefano di Stasio, “San Francesco e la gloria dei cinque martiri”, dal ciclo pittorico dedicato ai Protomartiri Nella foto: Stefano di Stasio, “San Francesco e la gloria dei cinque martiri”, dal ciclo pittorico dedicato ai Protomartiri[/caption] Terni si prepara al Giubileo straordinario promuovendo la ricchezza spirituale, religiosa e culturale del territorio. La seconda Commissione consiliare permanente del Comune ha elaborato un atto di indirizzo che contiene una serie di raccomandazioni su come accogliere nel miglior modo i pellegrini. San Valentino, patrono della città, il Cammino dei Protomartiri francescani, un percorso di 100 chilometri tra le città e i borghi di Terni, Stroncone, Calvi dell’Umbria, Narni, San Gemini e Cesi, compresa Collevalenza e Assisi, saranno infatti mete di fedeli provenienti da diverse Paesi del mondo. Per questo, viene richiesto che il Comune “incrementi il lavoro di preparazione già avviato con la Regione dell’Umbria, la diocesi di Terni, Narni e Amelia e l’Opera romana pellegrinaggi, e a contribuire concretamente alla programmazione di iniziative di carattere religioso e culturale, oltre alla valorizzazione delle mete classiche come Carsulae, cascata delle Marmore e Piediluco, anche i percorsi francescani fino allo Speco di S. Urbano, gli itinerari celtici sulla montagna di Cesi e a Marmore, spettacoli e sacre rappresentazioni all’Anfiteatro Fausto di Terni e all’anfinteatro di Carsulae, promozioni gastronomiche e agroalimentari del territorio”. A livello operativo si chiedono poi impegni per coinvolgere le realtà associative interessate, per la predisposizione di un itinerario da percorrere a piedi e che colleghi i percorsi della Via di Francesco; per la sistemazione entro novembre 2015 della segnaletica per i maggiori siti turistici e culturali del nostro territorio, e per realizzare interventi straordinari per il decoro urbano della città. Infine, si suggerisce di “calendarizzare le iniziative più importanti per la città nell’arco del tempo di durata del Giubileo”. “Il Giubileo straordinario della Misericordia che si aprirà l’8 dicembre può essere una grande opportunità per la città e il territorio - commenta il presidente della seconda commissione Francesco Filipponi -. Con questo atto di indirizzo si impegna l’Amministrazione, in collaborazione con la diocesi di Terni, Narni e Amelia, alla predisposizione di un programma di iniziative adatte a un evento di portata mondiale quale può essere un Anno santo straordinario, partendo dai simboli del nostro territorio, ovvero san Valentino e il Cammino dei Protomartiri francescani”. Da ricordare inoltre che il 13 dicembre i cavalieri dell’Ordine del Santo Sepolcro di Gerusalemme saranno promotori di un evento che si svolgerà ad Assisi dal titolo “Dalla misericordia di Francesco all’indulgenza della Porziucola”. Vi parteciperanno, tra gli altri, il vescovo Domenico Sorrentino e padre Giuseppe Battistelli. La solenne celebrazione eucaristica sarà presieduta dal card. Gualtiero Bassetti.]]>

[caption id="attachment_44098" align="alignleft" width="350"]Nella foto: Stefano di Stasio, “San Francesco e la gloria dei cinque martiri”, dal ciclo pittorico dedicato ai Protomartiri Nella foto: Stefano di Stasio, “San Francesco e la gloria dei cinque martiri”, dal ciclo pittorico dedicato ai Protomartiri[/caption] Terni si prepara al Giubileo straordinario promuovendo la ricchezza spirituale, religiosa e culturale del territorio. La seconda Commissione consiliare permanente del Comune ha elaborato un atto di indirizzo che contiene una serie di raccomandazioni su come accogliere nel miglior modo i pellegrini. San Valentino, patrono della città, il Cammino dei Protomartiri francescani, un percorso di 100 chilometri tra le città e i borghi di Terni, Stroncone, Calvi dell’Umbria, Narni, San Gemini e Cesi, compresa Collevalenza e Assisi, saranno infatti mete di fedeli provenienti da diverse Paesi del mondo. Per questo, viene richiesto che il Comune “incrementi il lavoro di preparazione già avviato con la Regione dell’Umbria, la diocesi di Terni, Narni e Amelia e l’Opera romana pellegrinaggi, e a contribuire concretamente alla programmazione di iniziative di carattere religioso e culturale, oltre alla valorizzazione delle mete classiche come Carsulae, cascata delle Marmore e Piediluco, anche i percorsi francescani fino allo Speco di S. Urbano, gli itinerari celtici sulla montagna di Cesi e a Marmore, spettacoli e sacre rappresentazioni all’Anfiteatro Fausto di Terni e all’anfinteatro di Carsulae, promozioni gastronomiche e agroalimentari del territorio”. A livello operativo si chiedono poi impegni per coinvolgere le realtà associative interessate, per la predisposizione di un itinerario da percorrere a piedi e che colleghi i percorsi della Via di Francesco; per la sistemazione entro novembre 2015 della segnaletica per i maggiori siti turistici e culturali del nostro territorio, e per realizzare interventi straordinari per il decoro urbano della città. Infine, si suggerisce di “calendarizzare le iniziative più importanti per la città nell’arco del tempo di durata del Giubileo”. “Il Giubileo straordinario della Misericordia che si aprirà l’8 dicembre può essere una grande opportunità per la città e il territorio - commenta il presidente della seconda commissione Francesco Filipponi -. Con questo atto di indirizzo si impegna l’Amministrazione, in collaborazione con la diocesi di Terni, Narni e Amelia, alla predisposizione di un programma di iniziative adatte a un evento di portata mondiale quale può essere un Anno santo straordinario, partendo dai simboli del nostro territorio, ovvero san Valentino e il Cammino dei Protomartiri francescani”. Da ricordare inoltre che il 13 dicembre i cavalieri dell’Ordine del Santo Sepolcro di Gerusalemme saranno promotori di un evento che si svolgerà ad Assisi dal titolo “Dalla misericordia di Francesco all’indulgenza della Porziucola”. Vi parteciperanno, tra gli altri, il vescovo Domenico Sorrentino e padre Giuseppe Battistelli. La solenne celebrazione eucaristica sarà presieduta dal card. Gualtiero Bassetti.]]>
Cappuccini: una scelta francescana radicale https://www.lavoce.it/cappuccini-una-scelta-francescana-radicale/ Tue, 13 Oct 2015 16:21:01 +0000 https://www.lavoce.it/?p=43853 P. Matteo Siro
P. Matteo Siro

I Cappuccini sono presenti in Umbria e prestano il loro servizio fin dalla fondazione, avvenuta nel 1528. Si tratta di una storia ricca di testimonianze e di eventi che si sono succeduti, sempre vissuti secondo il nostro carisma, cioè nella semplicità evangelica e nella testimonianza di una santità ordinaria e nascosta. È infatti questo che ci contraddistingue: l’andare verso le “periferie”, essendo felici di essere considerati “frati del popolo”. Ciò è avvenuto nella Chiesa che è in Assisi, patria e fonte del carisma francescano, ma successivamente anche nelle altre Chiese che sono in Umbria. Le fraternità cappuccine hanno sempre dato il proprio contributo alla vita della Chiesa secondo uno stile e uno specifico carisma ispirato a Francesco d’Assisi. Caratteristica nostra è la testimonianza di una vita fraterna e comunitaria intensa, mai disgiunta da una dimensione devozionale e contemplativa, e contemporaneamente attenta ai bisogni e alle necessità del popolo di Dio, sempre condotta in semplicità e “minorità” evangelica. La nostra vita inoltre ci ha sempre portati ad andare al di fuori, a promuovere molteplici attività caritative e sociali. In Umbria ad esempio abbiamo il nostro centro in Assisi, con la presenza del convento della Curia provinciale situata a pochi passi dalla tomba del Serafico Padre. Da questo luogo speciale attingiamo ispirazione per essere fedeli alla vocazione. Nella casa, oltre alla Curia, da molto tempo vive una comunità volta alla formazione dei giovani frati. Da questa casa, centro e cuore pulsante della provincia dei Cappuccini umbri, sono partite e continuano a trarre ispirazione le numerose attività e iniziative pastorali e caritative a servizio del popolo di Dio. Uno dei nostri impegni è la disponibilità a essere di aiuto al clero, alle parrocchie o alle comunità cristiane del territorio.

La chiesa di Santa Maria Maggiore a Assisi
La chiesa di Santa Maria Maggiore a Assisi

Nella Chiesa di Assisi, ad esempio, in collaborazione con la Caritas diocesana, la nostra fraternità si rende disponibile ad accogliere persone disagiate (sempre più numerose) che chiedono un pasto caldo o, semplicemente, una parola buona. Altro luogo ove noi frati cappuccini da alcuni anni ci siamo posti a servizio della Chiesa assisana è stata la cura pastorale della parrocchia di Santa Maria Maggiore, luogo della prima cattedrale di Assisi. Abbiamo accolto volentieri la richiesta del Vescovo perché il luogo profuma ancora della scelta vocazionale di Francesco che, per seguire con radicalità il “suo Signore”, rinunciò ai beni terreni dicendo al suo padre terreno: “Non ti chiamerò più padre, perché d’ora in poi dirò: Padre mio che sei nei cieli!”. Ci sentiamo perciò impegnati a custodire la memoria di questa scelta eroica del nostro padre fondatore a favore di una scelta radicale della povertà. Da Cappuccini intendiamo così vivere in piena sintonia con le scelte che la Chiesa di Papa Francesco sta compiendo in questi anni per ritornare al Vangelo e così camminare accanto ai poveri del nostro tempo, a somiglianza di Cristo che, “non considerando un privilegio l’essere come Dio, spogliò se stesso, facendosi servo”. Un’altra presenza dei Cappuccini nell’amata città serafica sono i centri di spiritualità “Domus Laetitiae” e “Centro Tau”: case di accoglienza e per esercizi spirituali che offrono particolarmente a pellegrini, a giovani, a famiglie e comunità religiose un clima di fraterna e agevolata accoglienza per gustare al meglio i luoghi di san Francesco. Nel territorio a nord della diocesi, nella città di Gualdo Tadino, i Cappuccini animano dalla seconda metà del 1500 un piccolo ma frequentatissimo santuario intitolato a Maria Santissima “del Divino Amore”: luogo in cui, sotto lo sguardo di Maria i frati accolgono i pellegrini specialmente per l’incontro con la misericordia di Dio nel sacramento della riconciliazione e con le iniziative “tradizionali” e sempre buone per il popolo che il santuario continuamente offre. Accanto a tale presenza viva sul territorio, noi Cappuccini di Assisi, da più di un secolo, ci siamo aperti alla missio ad gentes. Molti di noi hanno varcato l’oceano e hanno dato avvio a numerose opere missionarie negli stati brasiliani di Amazonas e Roraima. Un impegno che ancora oggi ci vede attivi e che cresce e si sviluppa in numero e attività nelle immense distese amazzoniche.

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Benedetta la statua di santa Rita https://www.lavoce.it/benedetta-la-statua-di-santa-rita/ Thu, 01 Oct 2015 11:13:15 +0000 https://www.lavoce.it/?p=43608 Papa Francesco e l'arcivescovo Renato Boccardo davanti alla statua di santa Rita in piazza San Pietro
Papa Francesco e l’arcivescovo Renato Boccardo davanti alla statua di santa Rita in piazza San Pietro

“Sono lieto di accogliere i devoti di Santa Rita da Cascia, accompagnati dall’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo. Nel benedire la grande statua della Santa, invito tutti, nel prossimo Giubileo della Misericordia, a rileggere la sua straordinaria esperienza umana e spirituale come segno della potenza della misericordia di Dio”.

Con queste parole Papa Francesco ha salutato i devoti di Santa Rita presenti all’Udienza generale del 30 settembre in piazza S. Pietro provenienti dall’archidiocesi di Spoleto-Norcia. La “famiglia ritiana” è stata accompagnata da mons. Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia.

L’occasione di questo pellegrinaggio alla “Sede di Pietro” è stata la benedizione da parte del Papa di una grande statua di Santa Rita offerta da un generoso benefattore libanese, che verrà posizionata (il 18 ottobre prossimo) all’incrocio delle vie che conducono a Cascia e Roccaporena.

La statua era posizionata sul sagrato della Basilica Vaticana, al fianco della statua di S. Pietro, con lo “sguardo” rivolto ai fedeli adunati in piazza.

Il Libano da tempo ha una forte devozione a Santa Rita. Fautore e promotore nel popolo della “terra dei cedri” di questa devozione è stato l’ordine Maronita-Mariamita. Un devoto in particolare, il signor Sarkis Sarkis, ha offerto la grande statua in marmo della Santa, scolpita dal famoso artista libanese Nayef Alwan: è alta 6 metri ed ha una base di 2 metri; la mano destra dà il benvenuto ai pellegrini, accogliendoli con una rosa. Dalla mano sinistra si erge, ben visibile, la vite prodigiosa attorniata dai simboli della vita della Santa: le api, i fichi e l’uva. Chiara ed evidente è la Spina sulla fronte, segno di partecipazione alla passione di Cristo.

Oltre ai molti devoti, all’Udienza erano presenti anche diverse autorità civili, nazionali e del territorio dell’archidiocesi di Spoleto-Norcia: il sottosegretario al Ministero degli Interni on. Gianpiero Bocci, il sindaco di Cascia Gino Emili, i membri del neonato comitato “Cascia per Santa Rita” presieduto da Alfredo Cherubini, il sindaco di Spoleto Fabrizio Cardarelli, di Scheggino Paola Agabiti, di S. Anatolia di Narco Tullio Fibraroli, di Vallo di Nera Agnese Benedetti e di Poggiodomo Egildo Spada.

Non sono mancati rappresentanti dell’Ordine Agostiniano: il padre generale Alejandro Moral Anton, il rettore della basilica di Cascia padre Mario De Santis, altri religiosi, una monaca agostiniana di Cascia, in rappresentanza della comunità claustrale che custodisce il corpo della Santa. È stato l’arcivescovo Boccardo ad illustrare al Papa il progetto della statua e a presentargli una ristrettissima delegazione della città di Cascia, della famiglia dell’offerente della statua e della famiglia dello scultore. “Il Pontefice – riferisce Boccardo – è rimasto impressionato dalle dimensioni e dalla bellezza della statua”.

 

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Cantando nella notte sulle orme del Santo https://www.lavoce.it/cantando-nella-notte-sulle-orme-del-santo/ Thu, 01 Oct 2015 09:09:52 +0000 https://www.lavoce.it/?p=43575 Una celebrazione allo Speco di Sant’Urbano di Narni a conclusione del pellegrinaggio
Una celebrazione allo Speco di Sant’Urbano di Narni a conclusione del pellegrinaggio

Nel silenzio della notte è la Natura a far sentire la sua voce, interrotta solo dai passi cadenzati dei pellegrini e dalle preghiere e canti dei giovani in cammino verso lo Speco francescano di Narni.

Si svolgerà il 3 ottobre il tradizionale pellegrinaggio a piedi da Narni allo Speco, in cui i gruppi giovanili della diocesi e i pellegrini celebreranno la festa di san Francesco di Assisi proprio nel piccolo romitorio in cui Francesco soggiornò.

Un percorso a piedi di 15 chilometri che separano il centro dallo Speco. Il primo gruppo di pellegrini partirà da Narni alle 22.30, a cui si aggiungeranno alle 23.15 i pellegrini che partiranno dalla cappellina di Santa Lucia.

Allo Speco francescano il pellegrinaggio si concluderà con la celebrazione all’aperto alle ore 4 del 4 ottobre, presieduta dal vescovo Giuseppe Piemontese davanti all’antica chiesetta e oratorio dove sostò san Francesco all’ombra del castagno secolare. Altre celebrazioni per la festa del Santo si terranno nelle chiese francescane della diocesi e nel santuario di San Francesco al centro di Terni, dove il Vescovo presiederà la celebrazione alle ore 11.30.

Presso il convento dei Cappuccini di Amelia, la celebrazione della festa del 4 ottobre coinvolgerà le parrocchie dell’Amerino con due pellegrinaggi che partiranno dal bivio Sambucetole e dall’edicola ex scuole Santa Romana. Alle ore 17.30 la partenza del pellegrinaggio con soste di preghiera. Alle 18.30 le confessioni e alle 19.30 la messa presieduta dal Vescovo e animata dalla corale di Sambucetole, Collicello e Zingarini diretta da Marco Pennazzi. Alle ore 20.30 il convivio nel piazzale del convento nello spirito francescano: ognuno può portare quello che desidera.

Ad Alviano, sabato 3 ottobre si terrà il tradizionale pellegrinaggio notturno dalla piazza del paese all’eremo di Santa Illuminata dove alle 21.30 ci sarà la celebrazione presieduta da mons. Salvatore Ferdinandi, vicario generale della diocesi (in caso di maltempo sarà celebrata presso la chiesa parrocchiale di Alviano, ore 21).

La “fiaccolata” che parte da Alviano ogni anno vede la presenza di tanti fedeli che cammineranno lungo un percorso di 2 chilometri, cantando e lodando Dio. Il percorso sarà come ogni anno illuminato da fuochi, candele e altro. I bambini e i ragazzi di Alviano porteranno, trasportandola a spalla, la piccola statua del Santo lungo tutto il percorso. Un’antica tradizione che ogni anno rinnova il ricordo del passaggio di san Francesco, che nel lontano 1212 proprio ad Alviano fece il “miracolo delle rondini”.

 

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Per invocare un nuovo slancio https://www.lavoce.it/per-invocare-un-nuovo-slancio/ Tue, 15 Sep 2015 15:16:44 +0000 https://www.lavoce.it/?p=43271 madonna-del-ponte-terni
La celebrazione al santuario di Madonna del Ponte

L’anno pastorale per la comunità diocesana è cominciato con il pellegrinaggio e la solenne celebrazione al santuario della Madonna del Ponte.

Sulle orme di antichi pellegrini, recuperando la tradizione devozionale dei cammini a piedi verso i luoghi santi, la ripresa dell’attività pastorale ha visto la comunità diocesana riunita con il vescovo Giuseppe Piemontese e i sacerdoti della diocesi nel pellegrinaggio di preghiera, di comunione e di affidamento della diocesi a Maria.

Al pellegrinaggio a piedi – promosso da Comunione e liberazione – hanno partecipato un centinaio di fedeli, che dalla cattedrale di Terni ha raggiunto il santuario della Madonna del Ponte tra canti e preghiere, intercalati dalle riflessioni di Papa Francesco. “Vogliamo affidare a Maria tutte le nostre speranze e tutte i nostri desideri – ha detto il Vescovo alla partenza dei pellegrini – e chiedere a Gesù che ci aiuti a seguire la nostra strada con la sua grazia e la sua benedizione.

Naturalmente c’è tutta la simbologia e la realtà del cammino, della fatica, del pregare, del dialogare, del gioire, e sono sentimenti vissuto con intensità ed entusiasmo. Il vostro pellegrinaggio rappresenta il cammino che iniziamo oggi, alla vigilia del Giubileo della Misericordia. Preghiamo allora affinché il Signore ci illumini nel fare le scelte giuste che ci aiutino a crescere e a promuovere quelle iniziative che possono aiutare le persone a beneficiare della misericordia del Padre”.

E poi al santuario della Madonna del Ponte dove continuo è stato il pellegrinaggio di fedeli che sostano in preghiera nella grotta che custodisce l’immagine di Maria con il Bambino, all’interno del santuario. “È bello ritrovarci insieme, radunati ai piedi di Maria, per invocare nuovo slancio e nuovo entusiasmo per il prosieguo del cammino di fede e di evangelizzazione della nostra comunità diocesana – ha ricordato il Vescovo -. I temi della comunione e della missione, che sintetizzano gli obiettivi del nostro programma pastorale dell’anno, stanno avendo attenzione e suggerimenti da parte di sacerdoti e operatori pastorali.

Ci stiamo preparando perché il prossimo Giubileo della Misericordia, 8 dicembre, sia la traccia con cui leggere e affrontare ogni iniziativa della nostra vita personale, ecclesiale e sociale. La Madonna del Ponte ci insegni a porci al crocevia di ogni relazione umana, sociale ed ecclesiale e ad accogliere con misericordia e benevolenza ogni uomo viandante, concittadino, straniero o profugo, che la Provvidenza pone sul nostro cammino”.

Un pellegrinaggio comunitario per scendere in profondità nella fede, per cogliere una nuova forza, una nuova ispirazione: “Seguire Gesù, vuol dire mantenere continuamente il navigatore satellitare acceso, sintonizzarlo sul suo cammino – ha concluso il Vescovo -, pregare, tenere presente sempre Cristo ed avere da lui le indicazioni per le scelte della vita”.

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Come il lupo, sulla via della riconciliazione https://www.lavoce.it/come-il-lupo-sulla-via-della-riconciliazione/ Thu, 03 Sep 2015 11:22:48 +0000 https://www.lavoce.it/?p=43035 Il gruppo dei partecipanti durante i saluti prima della partenza della marcia Assisi-Gubbio
Il gruppo dei partecipanti durante i saluti prima della partenza della marcia Assisi-Gubbio

Sono arrivati numerosi da tutta Italia i pellegrini che hanno partecipato nei giorni scorsi alla settima edizione del “Sentiero di Francesco” in cammino da Assisi a Gubbio, a ricordo di quello compiuto dal Santo nell’inverno tra il 1206 e il 1207 dopo aver lasciato la casa paterna e le sue ricchezze.

Il primo giorno i partecipanti sono stati accolti in episcopio dal vescovo di Assisi mons. Domenico Sorrentino, che ha richiamato l’importanza della custodia del creato all’interno del messaggio cristiano, sulla scia dell’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco.

Mons. Sorrentino ha poi presentato il suo ultimo scritto dedicato proprio a questi temi. Dopo una breve sosta sulla tomba del Poverello, i pellegrini sono usciti dalla città per arrivare in serata a Valfabbrica, dove sono stati ospitati per cena nella cornice della “Festa d’autunno”.

Il secondo giorno il cammino si è snodato da Valfabbrica, passando per Biscina fino ad arrivare all’eremo di San Pietro in Vigneto dove – momento centrale di tutto il cammino – i pellegrini hanno potuto confessarsi con l’aiuto di numerosi sacerdoti. Il tema del “Sentiero” di quest’anno era infatti quello della riconciliazione con Dio.

Il terzo giorno è stata confermata la collaborazione con l’iniziativa “Gubbio Città del ben…essere”, legata ai temi della salute e della corretta alimentazione, arrivata alla 29a edizione. All’abbazia di Vallingegno – con il coordinamento di Guido Monacelli, nutrizionista e promotore dell’evento – si è parlato di fame e povertà estrema, la lotta alle quali è il primo “Obiettivo del millennio” lanciato dall’Onu.

Ai pellegrini francescani, si è dunque aggregata la “Marcia della pace alimentare” che ha percorso l’ultimo tratto del Sentiero arrivando nel pomeriggio presso la chiesa della Vittorina dove – secondo la tradizione – avvenne l’incontro tra san Francesco e il lupo.

I pellegrini hanno partecipato poi alla messa nella chiesa di San Francesco, celebrata dal vescovo di Gubbio, mons. Mario Ceccobelli, che è il primo promotore del Sentiero, e che anche quest’anno ha camminato per tutt’e tre giorni insieme ai partecipanti.

Nella serata conclusiva è stato consegnato anche il premio “Lupo di Gubbio per la riconciliazione” a Roberto Giannoni per aver ritrovato Dio e riscoperto la fede durante una lunga e ingiusta detenzione carceraria, che ha provato molto duramente lui e la sua famiglia. Un “calvario” che l’ex bancario toscano ha affrontato e superato grazie anche all’incontro con don Danilo Cubattoli, decano dei cappellani delle carceri d’Italia, scomparso nel 2006, e soprannominato “don Cuba” da amici e compagni di seminario come Lorenzo Milani, Silvano Piovanelli, Ernesto Balducci.

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L’in-Canto delle creature https://www.lavoce.it/lin-canto-delle-creature/ Wed, 02 Sep 2015 14:32:53 +0000 https://www.lavoce.it/?p=42958 Il vescovo Ceccobelli (in primo piano con il cappellino) ed altri partecipanti in partenza per la marcia Assisi-Gubbio
Il vescovo Ceccobelli (in primo piano con il cappellino) ed altri partecipanti in partenza per la marcia Assisi-Gubbio

Il nuovo corso ecologista inaugurato da Papa Francesco piace e ispira una nutrita serie di iniziative. Si è iniziato martedì scorso, 1° settembre, con la partenza da Assisi della marcia “Il sentiero di Francesco”, organizzata dalla diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino in collaborazione con quella di Gubbio.

Prima tappa dei pellegrini in cammino è stata l’abbazia di Santa Maria Assunta a Valfabbrica, dove, dopo i vespri pomeridiani, il vescovo mons. Domenico Sorrentino ha presentato ufficialmente al pubblico Laudato si’.

Dal Cantico di frate sole all’enciclica di Papa Francesco, la sua ultima fatica editoriale, nella quale sostiene la tesi che il problema della custodia del creato non potrà avere una soluzione efficace senza la “dimensione spirituale” del problema, che è appunto la chiave di lettura cristiana offerta dall’enciclica.

La marcia, quindi, guidata dal vescovo eugubino mons. Mario Ceccobelli, si è avvicinata pian piano a Gubbio, dove si è conclusa ieri, giovedì 3 settembre. Ma già oggi pomeriggio, 4 settembre, è prevista una nuova iniziativa, anch’essa legata direttamente al testo di Papa Bergoglio.

Alle ore 17.30, presso il santuario della Madonna della Ghea a Purello (Fossato di Vico), il circolo Acli “Ora et labora” di Fossato di Vico organizza una tavola rotonda sulla Laudato si’, che vedrà confrontarsi sulle tematiche ambientali diversi esperti del settore. Dopo l’apertura da parte di Monia Ferracchiato, sindaco di Fossato di Vico, relazioneranno Stefania Proietti, docente dell’Università “Guglielmo Marconi” di Roma, vice presidente della Fondazione “Sorella Natura” e componente del Gruppo custodia del creato della Cei; Giancarlo Pellegrini, docente di Storia moderna presso l’Università di Perugia; Sante Pirrami, presidente del circolo “Ora et labora” e vice presidente provinciale delle Acli; don Raniero Menghini, responsabile diocesano della Pastorale sociale del lavoro e della salvaguardia del creato e, infine, Antonio Pieretti, docente di Filosofia dell’Università di Perugia.

Nemmeno un giorno di pausa e già il 5 settembre, alle ore 16, stavolta a Gualdo Tadino presso la sala della Città della Rocca Flea, avrà luogo un altro convegno organizzato dal Cai e dall’Accademia dei Romiti, sempre sull’enciclica Laudato si’, che vedrà come relatore e come moderatore ancora il prof. Pieretti. Saranno previsti anche interventi del prof. Marco Geri, docente universitario e istruttore nazionale di alpinismo del Cai, e del prof. Marco Moschini, docente universitario e responsabile regionale dell’Agesci.

 

La giornata

Fioccano le iniziative, nella nostra diocesi, in occasione della Giornata per la custodia del creato. Quest’anno, poi, Papa Francesco ha creato un positivo dibattito attorno alle questioni legate all’inquinamento e all’uso delle risorse del pianeta grazie alla sua enciclica Laudato si’. Ben tre iniziative in meno di cinque giorni: la prima, dal 1° al 3 settembre, tra Assisi e Gubbio, con la marcia “Il sentiero di Francesco”; la seconda a Fossato di Vico con un convegno sulla Laudato si’ il 4 settembre e la terza, con un altro convegno sulla Laudato si’, stavolta a Gualdo Tadino.

 

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