pastorale giovanile Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/pastorale-giovanile/ Settimanale di informazione regionale Fri, 15 Nov 2024 10:19:45 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg pastorale giovanile Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/pastorale-giovanile/ 32 32 Anspi Umbria. Il nuovo presidente è don Mirko Nardelli https://www.lavoce.it/anspi-umbria-nuovo-presidente-don-mirko-nardelli/ https://www.lavoce.it/anspi-umbria-nuovo-presidente-don-mirko-nardelli/#respond Fri, 15 Nov 2024 10:08:46 +0000 https://www.lavoce.it/?p=78546 I sei membri del direttivo Anspi Umbria, cinque uomini, e una donna a destra, in piedi sullo sfono un crocifisso di legno attaccato alla parete

L’Anspi (Associazione nazionale San Paolo Italia) è una realtà di grande valore nel panorama delle attività giovanili e sociali in Italia. Fondata nel 1965 da mons. Battista Belloli “prete degli oratori”, l’associazione intende dare piena legittimità agli oratori di operare nel tessuto sociale per l’educazione integrale dei giovani. Per stimolare la crescita culturale e spirituale delle nuove generazioni, l’associazione si impegna quotidianamente a sostenere le parrocchie e le comunità locali attraverso attività educative, formative e ricreative.

Le attività di Anspi

Ogni anno, migliaia di ragazzi e giovani adulti prendono parte ai progetti Anspi, che spaziano da eventi di aggregazione giovanile a momenti di formazione spirituale, sociale e civile. Le attività che l’Anspi promuove mirano a fornire un contesto sano e stimolante, che favorisca lo sviluppo della personalità dei giovani, incoraggiandoli a diventare cittadini attivi e responsabili. Attraverso i vari “zonali” – sedi locali distribuite sul territorio – l’Anspi offre anche un importante supporto alla Pastorale giovanile delle diocesi italiane, agendo come una vera e propria rete di solidarietà che unisce l’aspetto educativo a quello religioso. La missione dell’associazione si fonda sulla convinzione che la crescita spirituale dei giovani sia fondamentale non solo per la loro vita personale, ma anche per la comunità in cui vivono.

A Gubbio si è tenuta l'assemblea regionale Anspi Umbria

Proprio in questo contesto, il 5 novembre scorso si è svolta, presso l’oratorio Don Bosco di Gubbio, l’assemblea regionale dell’Anspi Umbria, un evento importante per il futuro dell’associazione nella regione. L’assemblea ha visto la partecipazione dei presidenti delle cinque sedi zonali Anspi dell’Umbria, che hanno discusso delle attività svolte finora e tracciato le linee guida per i progetti futuri. L’incontro è stato anche il momento per eleggere il nuovo presidente, che guiderà l’associazione regionale nei prossimi quattro anni.

Nuovo presidente Aspi Umbria don Mirko Nardelli

Ad essere scelto per questo incarico è stato don Mirko Nardelli, giovane sacerdote della diocesi di Gubbio, già noto per il suo impegno nella Pastorale giovanile e per la sua funzione di vice cancelliere della diocesi. La sua nomina è stata accolta con entusiasmo dai membri dell’associazione, poiché don Nardelli rappresenta una figura capace di coniugare l’esperienza pastorale con l’energia giovanile.

Il nuovo Consiglio

Il nuovo consiglio è composto ad oggi dal presidente don Mirko Nardelli, il vice presidente Sergio Eugeni presidente in carica dello zonale di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, il tesoriere don Riccardo Pascolini, presidente in carica dello zonale di Perugia-Città della Pieve, il segretario Luca Scimmi, presidente in carica dello zonale di Terni e dai consiglieri don Luca Lepri, presidente in carica dello zonale di Gubbio e don Marcello Cruciani presidente in carica dello zonale di Orvieto-Todi. Lo zonale di Perugia ha poi un delegato nella persona di don Daniele Malatacca.

Il nuovo ciclo che inizia in coincidenza con l’anno giubilare, si presenta come un’opportunità per consolidare i legami tra i giovani e la Chiesa locale.

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I sei membri del direttivo Anspi Umbria, cinque uomini, e una donna a destra, in piedi sullo sfono un crocifisso di legno attaccato alla parete

L’Anspi (Associazione nazionale San Paolo Italia) è una realtà di grande valore nel panorama delle attività giovanili e sociali in Italia. Fondata nel 1965 da mons. Battista Belloli “prete degli oratori”, l’associazione intende dare piena legittimità agli oratori di operare nel tessuto sociale per l’educazione integrale dei giovani. Per stimolare la crescita culturale e spirituale delle nuove generazioni, l’associazione si impegna quotidianamente a sostenere le parrocchie e le comunità locali attraverso attività educative, formative e ricreative.

Le attività di Anspi

Ogni anno, migliaia di ragazzi e giovani adulti prendono parte ai progetti Anspi, che spaziano da eventi di aggregazione giovanile a momenti di formazione spirituale, sociale e civile. Le attività che l’Anspi promuove mirano a fornire un contesto sano e stimolante, che favorisca lo sviluppo della personalità dei giovani, incoraggiandoli a diventare cittadini attivi e responsabili. Attraverso i vari “zonali” – sedi locali distribuite sul territorio – l’Anspi offre anche un importante supporto alla Pastorale giovanile delle diocesi italiane, agendo come una vera e propria rete di solidarietà che unisce l’aspetto educativo a quello religioso. La missione dell’associazione si fonda sulla convinzione che la crescita spirituale dei giovani sia fondamentale non solo per la loro vita personale, ma anche per la comunità in cui vivono.

A Gubbio si è tenuta l'assemblea regionale Anspi Umbria

Proprio in questo contesto, il 5 novembre scorso si è svolta, presso l’oratorio Don Bosco di Gubbio, l’assemblea regionale dell’Anspi Umbria, un evento importante per il futuro dell’associazione nella regione. L’assemblea ha visto la partecipazione dei presidenti delle cinque sedi zonali Anspi dell’Umbria, che hanno discusso delle attività svolte finora e tracciato le linee guida per i progetti futuri. L’incontro è stato anche il momento per eleggere il nuovo presidente, che guiderà l’associazione regionale nei prossimi quattro anni.

Nuovo presidente Aspi Umbria don Mirko Nardelli

Ad essere scelto per questo incarico è stato don Mirko Nardelli, giovane sacerdote della diocesi di Gubbio, già noto per il suo impegno nella Pastorale giovanile e per la sua funzione di vice cancelliere della diocesi. La sua nomina è stata accolta con entusiasmo dai membri dell’associazione, poiché don Nardelli rappresenta una figura capace di coniugare l’esperienza pastorale con l’energia giovanile.

Il nuovo Consiglio

Il nuovo consiglio è composto ad oggi dal presidente don Mirko Nardelli, il vice presidente Sergio Eugeni presidente in carica dello zonale di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, il tesoriere don Riccardo Pascolini, presidente in carica dello zonale di Perugia-Città della Pieve, il segretario Luca Scimmi, presidente in carica dello zonale di Terni e dai consiglieri don Luca Lepri, presidente in carica dello zonale di Gubbio e don Marcello Cruciani presidente in carica dello zonale di Orvieto-Todi. Lo zonale di Perugia ha poi un delegato nella persona di don Daniele Malatacca.

Il nuovo ciclo che inizia in coincidenza con l’anno giubilare, si presenta come un’opportunità per consolidare i legami tra i giovani e la Chiesa locale.

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SportLab. Dove lo sport e la fede giocano insieme https://www.lavoce.it/sportlab-dove-lo-sport-e-la-fede-giocano-insieme/ https://www.lavoce.it/sportlab-dove-lo-sport-e-la-fede-giocano-insieme/#respond Thu, 19 Sep 2024 16:11:52 +0000 https://www.lavoce.it/?p=77659

A SportLab è tempo di “bilanci” dopo la 18a edizione della “StarCup”, il torneo di Calcio a 5 delle realtà oratoriali e di associazioni e movimenti della diocesi, svoltasi dal 4 all’8 settembre, presso il Centro Sportivo di Santa Sabina. Si sono sfidate 124 squadre maschili e femminili raggruppate in tre categorie: “StarCup”; “MiniCup”; “YouthCup”. In totale sono scesi in campo circa 800 atleti delle superiori e 360 delle medie ed elementari, con la presenza di 300 alleducatori e 200 volontari. I tifosi, amici e familiari, giunti un po’ da tutta la diocesi, nelle cinque giornate della “StarCup2024”, sono stati più di un migliaio al giorno sfiorando le duemila nella giornata conclusiva, l’edizione più seguita del post-Covid.

I numeri non sono il “cuore” della “StarCup”

Lo precisa Leonardo Marchetti, presidente di “SportLab Perugia”, uno studente perugino di 25 anni del corso di Laurea magistrale in Letteratura e Filologia, nel dire che «la “StarCup", un evento che unisce sport e fede, è soprattutto occasione di incontro tra giovani e meno giovani, dove si pratica uno sport sano insieme alla preghiera con l’adorazione eucaristica animata, dove si seguono le catechesi per crescere nella fede da trasmettere agli altri e alla società in cui viviamo, ma anche dove nascono i primi amori, le conversioni e le vocazioni alla vita matrimoniale, al sacerdozio e alla vita consacrata. Io sono testimone di vocazioni maturate alla “StarCup”. Per non parlare delle conversioni di giovani che mi dicono: “Ho sentito una parola bella, perché ho visto una persona che ci ha fatto un bel sorriso, perché mi sono sentito accolto, perché quel giorno ho sentito che il Signore cercava me”. Testimonianze come queste scaldano il cuore e fanno capire che abbiamo centrato il punto». Leonardo, quale è la “mission” di questo evento sportivo? «Il motto della “StarCup” è sempre stato “il primo torneo che si gioca dentro e fuori dal campo”.

La mission della StarCup

L'obiettivo è far giocare i ragazzi fuori, cioè fare in modo che finito l'evento escano, vivano, vedano, facciano conoscenze, tessano relazioni, conoscano i ragazzi dell'altra squadra e si fermino a fare merenda insieme. Abbiamo visto tante volte che sono nate anche belle amicizie. Poi, ovviamente, per noi la speranza è sempre che loro ricevevano una testimonianza, cioè che il nostro servizio, il servizio degli alleducatori, la testimonianza che Dio nella nostra vita ci ha toccato e che, quindi, anche loro se vogliono possono farsi toccare da Dio. È difficile descrivere la “StarCup” a chi non la vive, perché sono cinque giorni che passano in un lampo, sono come un unico grande giorno in cui vediamo che il Signore lavora nel cuore fino a far nascere delle conversioni e vocazioni». La vostra opera rientra nella “nuova evangelizzazione-missione” tanto a cuore a Papa Francesco e al Vescovo Ivan, che ne parla nella sua nuova Lettera pastorale “Sentieri di speranza”… «La “StarCup” è un “sentiero di speranza” in cui noi cerchiamo di fare l’evangelizzazione con i ragazzi lavorando tanti mesi per capire quale sia il modo migliore per fare l’annuncio. Ovviamente le realtà che loro vivono sono varie, da quelle con famiglie, sacerdoti, catechisti e animatori motivati a quelle “lontane”. Per questo siamo Chiesa in “uscita” con l’obiettivo di andare incontro agli altri come ci incoraggiano il Papa e il Vescovo. Non possiamo aspettarci che siano i giovani a venire da noi, ma dobbiamo costruire qualcosa per loro chiamandoli a farlo insieme e a quel punto qualcosa nascerà». Mons. Maffeis ha chiamato anche “SportLab” a vivere la “Missione Giovani 2024”? «Certamente, è un annuncio importante che ci ha subito messo in moto preparandoci spiritualmente nella preghiera e nella organizzazione logistica. Questo sarà un ulteriore tassello del nostro percorso, cioè l’annuncio non resta dentro la “StarCup” ma esce». La mission di “SportLab” è evangelizzare con lo sport, ma non è solo “StarCup”… «Siamo un’associazione di 18 ragazzi volontari provenienti da diverse parrocchie e percorsi di fede (Comunità Magnificat, Cammino Neocatecumenale, Scout…), con due sacerdoti, don Luca Delunghi, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale giovanile, e don Daniele Malatacca, vice direttore del Coordinamento Oratori Perugini.

SportLab si presenta

La varietà del gruppo è la sua ricchezza, che ci permette di avere anche una sensibilità diversa sia all’annuncio della Parola che alle modalità dell’annuncio. Soprattutto, cerchiamo di costruire una missione educatrice per i ragazzi che abbia come cuore quello di portare il messaggio che esiste una Chiesa bella, attiva, giovane. Ci occupiamo durante l’anno anche dell’“Oratorio League”, un’opportunità di far praticare lo sport a tutti i ragazzi non tesserati FIGC, perché il suo obiettivo è quello di far giocare i ragazzi non ritenuti fisicamente adatti per una squadra di calcio. Inoltre organizziamo la “Sunset League”, un torneo di beach volley e di padel, ma che in realtà serve a noi per rincontrarci con gli alleducatori, celebrare con loro una messa, costruire un legame, una relazione». La “StarCup” ha anche dei costi, chi la sostiene economicamente? «Non riceviamo alcun contributo né dalla Diocesi né dall’8xMille, quindi non siamo un costo per la Chiesa, ma ci autofinanziamo con le iscrizioni (25 euro ad iscritto). Per chi non può versare la quota provvediamo noi, perché non ci mancano i benefattori: privati cittadini, parrocchiani e nonni. Questi ultimi sanno che i loro nipoti partecipano con entusiasmo e vogliono aiutarci anche donandoci 50 euro (il doppio della quota). Ci sono anche la Comunità Magnificat, il Cammino Neocatecumenale e la Caritas diocesana... Non ci abbandona la Provvidenza, come è accaduto nel post-Covid con i prezzi alle stelle… Don Marco Briziarelli, direttore della Caritas, mise a nostra disposizione un piccolo fondo che poi abbiamo restituito (pur non obbligati) proprio grazie alla Provvidenza». Tanto impegno intellettuale, spirituale ed anche materiale, ma poi le chiese restano vuote la domenica. «Per riempirle bisogna creare relazioni a tutti i livelli nelle comunità parrocchiali altrimenti muoiono se i parroci, in primis, non si mettono in gioco insieme ai collaboratori laici. Se non ci si apre al nuovo, ma si resta chiusi a quello che si è sempre fatto, le persone restano lontane. Vanno create, invece, occasioni dove ci si incontra, si dialoga, si ascolta quello che c’è da dirsi, anche i problemi, così da mettersi emotivamente in gioco in momenti dove, a mio avviso, si fa il cambio di passo pastorale. Lo vediamo in certe parrocchie a messa la domenica, dove il parroco ha un nuovo passo sono presenti 400-500 fedeli, in altre, seppur con alcune migliaia di battezzati, in chiesa sono appena in 25-30. In diverse delle nostre comunità parrocchiali manca la bellezza e la freschezza di essere Chiesa aperta, di prossimità alle famiglie giovani e adulte». [gallery td_select_gallery_slide="slide" td_gallery_title_input="I ragazzi in preghiera nello spazio dell'Adorazione eucaristica e alla messa con il vescovo Ivan Maffeis nell'ultimo giorno della StarCup2024" ids="77666,77664,77665,77667,77673,77670,77671,77672"]]]>

A SportLab è tempo di “bilanci” dopo la 18a edizione della “StarCup”, il torneo di Calcio a 5 delle realtà oratoriali e di associazioni e movimenti della diocesi, svoltasi dal 4 all’8 settembre, presso il Centro Sportivo di Santa Sabina. Si sono sfidate 124 squadre maschili e femminili raggruppate in tre categorie: “StarCup”; “MiniCup”; “YouthCup”. In totale sono scesi in campo circa 800 atleti delle superiori e 360 delle medie ed elementari, con la presenza di 300 alleducatori e 200 volontari. I tifosi, amici e familiari, giunti un po’ da tutta la diocesi, nelle cinque giornate della “StarCup2024”, sono stati più di un migliaio al giorno sfiorando le duemila nella giornata conclusiva, l’edizione più seguita del post-Covid.

I numeri non sono il “cuore” della “StarCup”

Lo precisa Leonardo Marchetti, presidente di “SportLab Perugia”, uno studente perugino di 25 anni del corso di Laurea magistrale in Letteratura e Filologia, nel dire che «la “StarCup", un evento che unisce sport e fede, è soprattutto occasione di incontro tra giovani e meno giovani, dove si pratica uno sport sano insieme alla preghiera con l’adorazione eucaristica animata, dove si seguono le catechesi per crescere nella fede da trasmettere agli altri e alla società in cui viviamo, ma anche dove nascono i primi amori, le conversioni e le vocazioni alla vita matrimoniale, al sacerdozio e alla vita consacrata. Io sono testimone di vocazioni maturate alla “StarCup”. Per non parlare delle conversioni di giovani che mi dicono: “Ho sentito una parola bella, perché ho visto una persona che ci ha fatto un bel sorriso, perché mi sono sentito accolto, perché quel giorno ho sentito che il Signore cercava me”. Testimonianze come queste scaldano il cuore e fanno capire che abbiamo centrato il punto». Leonardo, quale è la “mission” di questo evento sportivo? «Il motto della “StarCup” è sempre stato “il primo torneo che si gioca dentro e fuori dal campo”.

La mission della StarCup

L'obiettivo è far giocare i ragazzi fuori, cioè fare in modo che finito l'evento escano, vivano, vedano, facciano conoscenze, tessano relazioni, conoscano i ragazzi dell'altra squadra e si fermino a fare merenda insieme. Abbiamo visto tante volte che sono nate anche belle amicizie. Poi, ovviamente, per noi la speranza è sempre che loro ricevevano una testimonianza, cioè che il nostro servizio, il servizio degli alleducatori, la testimonianza che Dio nella nostra vita ci ha toccato e che, quindi, anche loro se vogliono possono farsi toccare da Dio. È difficile descrivere la “StarCup” a chi non la vive, perché sono cinque giorni che passano in un lampo, sono come un unico grande giorno in cui vediamo che il Signore lavora nel cuore fino a far nascere delle conversioni e vocazioni». La vostra opera rientra nella “nuova evangelizzazione-missione” tanto a cuore a Papa Francesco e al Vescovo Ivan, che ne parla nella sua nuova Lettera pastorale “Sentieri di speranza”… «La “StarCup” è un “sentiero di speranza” in cui noi cerchiamo di fare l’evangelizzazione con i ragazzi lavorando tanti mesi per capire quale sia il modo migliore per fare l’annuncio. Ovviamente le realtà che loro vivono sono varie, da quelle con famiglie, sacerdoti, catechisti e animatori motivati a quelle “lontane”. Per questo siamo Chiesa in “uscita” con l’obiettivo di andare incontro agli altri come ci incoraggiano il Papa e il Vescovo. Non possiamo aspettarci che siano i giovani a venire da noi, ma dobbiamo costruire qualcosa per loro chiamandoli a farlo insieme e a quel punto qualcosa nascerà». Mons. Maffeis ha chiamato anche “SportLab” a vivere la “Missione Giovani 2024”? «Certamente, è un annuncio importante che ci ha subito messo in moto preparandoci spiritualmente nella preghiera e nella organizzazione logistica. Questo sarà un ulteriore tassello del nostro percorso, cioè l’annuncio non resta dentro la “StarCup” ma esce». La mission di “SportLab” è evangelizzare con lo sport, ma non è solo “StarCup”… «Siamo un’associazione di 18 ragazzi volontari provenienti da diverse parrocchie e percorsi di fede (Comunità Magnificat, Cammino Neocatecumenale, Scout…), con due sacerdoti, don Luca Delunghi, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale giovanile, e don Daniele Malatacca, vice direttore del Coordinamento Oratori Perugini.

SportLab si presenta

La varietà del gruppo è la sua ricchezza, che ci permette di avere anche una sensibilità diversa sia all’annuncio della Parola che alle modalità dell’annuncio. Soprattutto, cerchiamo di costruire una missione educatrice per i ragazzi che abbia come cuore quello di portare il messaggio che esiste una Chiesa bella, attiva, giovane. Ci occupiamo durante l’anno anche dell’“Oratorio League”, un’opportunità di far praticare lo sport a tutti i ragazzi non tesserati FIGC, perché il suo obiettivo è quello di far giocare i ragazzi non ritenuti fisicamente adatti per una squadra di calcio. Inoltre organizziamo la “Sunset League”, un torneo di beach volley e di padel, ma che in realtà serve a noi per rincontrarci con gli alleducatori, celebrare con loro una messa, costruire un legame, una relazione». La “StarCup” ha anche dei costi, chi la sostiene economicamente? «Non riceviamo alcun contributo né dalla Diocesi né dall’8xMille, quindi non siamo un costo per la Chiesa, ma ci autofinanziamo con le iscrizioni (25 euro ad iscritto). Per chi non può versare la quota provvediamo noi, perché non ci mancano i benefattori: privati cittadini, parrocchiani e nonni. Questi ultimi sanno che i loro nipoti partecipano con entusiasmo e vogliono aiutarci anche donandoci 50 euro (il doppio della quota). Ci sono anche la Comunità Magnificat, il Cammino Neocatecumenale e la Caritas diocesana... Non ci abbandona la Provvidenza, come è accaduto nel post-Covid con i prezzi alle stelle… Don Marco Briziarelli, direttore della Caritas, mise a nostra disposizione un piccolo fondo che poi abbiamo restituito (pur non obbligati) proprio grazie alla Provvidenza». Tanto impegno intellettuale, spirituale ed anche materiale, ma poi le chiese restano vuote la domenica. «Per riempirle bisogna creare relazioni a tutti i livelli nelle comunità parrocchiali altrimenti muoiono se i parroci, in primis, non si mettono in gioco insieme ai collaboratori laici. Se non ci si apre al nuovo, ma si resta chiusi a quello che si è sempre fatto, le persone restano lontane. Vanno create, invece, occasioni dove ci si incontra, si dialoga, si ascolta quello che c’è da dirsi, anche i problemi, così da mettersi emotivamente in gioco in momenti dove, a mio avviso, si fa il cambio di passo pastorale. Lo vediamo in certe parrocchie a messa la domenica, dove il parroco ha un nuovo passo sono presenti 400-500 fedeli, in altre, seppur con alcune migliaia di battezzati, in chiesa sono appena in 25-30. In diverse delle nostre comunità parrocchiali manca la bellezza e la freschezza di essere Chiesa aperta, di prossimità alle famiglie giovani e adulte». [gallery td_select_gallery_slide="slide" td_gallery_title_input="I ragazzi in preghiera nello spazio dell'Adorazione eucaristica e alla messa con il vescovo Ivan Maffeis nell'ultimo giorno della StarCup2024" ids="77666,77664,77665,77667,77673,77670,77671,77672"]]]>
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Al Teatro Lyrick “Stand By Me, per lasciare la tua impronta” https://www.lavoce.it/al-teatro-lyrick-stand-by-me-per-lasciare-la-tua-impronta/ https://www.lavoce.it/al-teatro-lyrick-stand-by-me-per-lasciare-la-tua-impronta/#respond Sat, 27 Apr 2024 14:22:57 +0000 https://www.lavoce.it/?p=75888 Un gruppo di giovani in piedi e seduti con le magliette nere

Da martedì 30 aprile (dalle 16.30) a mercoledì 1° maggio (fino alle 18.30), al Teatro Lyrick di Assisi, saranno oltre mille i giovani di “Stand By Me, per lasciare la tua impronta”, la due-giorni di formazione tra preghiera, animazione, divertimento e laboratori per gli animatori di 29 oratori delle diocesi di Perugia-Città della Pieve e di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino impegnati nelle attività oratoriali estive. La finalità dell’atteso evento, sottolineano gli organizzatori, è quella di "far emergere e orientare le passioni dei ragazzi affinché possano trovare la loro identità, vocazione e missione». L’incontro è promosso dal Coordinamento oratori perugini ed il Comitato zonale Anspi Perugia-Città della Pieve, con il sostegno di alcuni sponsor (Umbra Acque, Massinelli SRL, Grifoflex srl, Sovvenire, Mr Print) ed il coinvolgimento delle altre componenti dell’Area Giovani della diocesi di Perugia-Città della Pieve (Pastorale giovanile, Pastorale universitaria e Pastorale vocazionale) e della Pastorale giovanile di Assisi. "Il grazie più grande – dicono gli organizzatori – va all’équipe del Coordinamento oratori perugini “Stand By Me”: venti giovani che hanno deciso di dedicare il loro tempo, tra lo studio, il lavoro e gli impegni nei propri oratori, per organizzare quest’evento con cura, dedizione e tanto amore per gli altri e per la loro Chiesa diocesana!".

Venti stand di formazione su vari ambiti

"Il programma della due-giorni di 'Stand By Me' è molto nutrito – concludono –: oltre venti stand di formazione su vari ambiti, il mandato del vescovo Ivan a tutti partecipanti in vista dei prossimi “Gr.Est” e lo spettacolo conclusivo che propone lo spettacolo “Odissea + o –“ sul tema del Gr.Est 2024 “A Gonfie Vele” realizzato dal Laboratorio teatrale Cielo insieme a Kalè490».

Al Teatro Lyrick Concerto della band "Reale"

Grande è l’attesa fra i giovani per la band rock cristiana “Reale”, che sul palco del Lyrick, martedì sera, terrà un concerto di evangelizzazione intonando ventuno canzoni con cui i sei giovani artisti si spendono per il Vangelo, annunciando testimonianze di vita intervallate da preghiere, al cui centro c’è l’adorazione eucaristica. «È dalla droga, dalla strada, dalla notte, dalla ricerca forsennata di senso e di felicità che nascono i “Reale”. Quando la corsa di Alessandro Gallo e Francesca Cadorin, negli anni ’90 tossicodipendenti, impatta nell’abbraccio di Madre Elvira nella Comunità Cenacolo, la rabbia si trasforma in curiosità, l’odio in stima, il giudizio in conoscenza e il bisogno di felicità in cammino di Fede». Questo ed altro ancora è presentato nel loro sito web (www.realemusica.it) per contribuire, con la propria vita e la loro musica, "a far festa testimoniando la bellezza di scegliere Gesù trovando in Lui la propria identità, vocazione e missione". La “campagna” comunicativa social di “Stand By Me 2024” continua su Instagram e YouTube: https://www.instagram.com/standbymeperugia?igsh=OGd4eDA2M2FkcnBo https://youtube.com/@StandByMe-Perugia?si=v3j6_HgY4Qe0jxm8)]]>
Un gruppo di giovani in piedi e seduti con le magliette nere

Da martedì 30 aprile (dalle 16.30) a mercoledì 1° maggio (fino alle 18.30), al Teatro Lyrick di Assisi, saranno oltre mille i giovani di “Stand By Me, per lasciare la tua impronta”, la due-giorni di formazione tra preghiera, animazione, divertimento e laboratori per gli animatori di 29 oratori delle diocesi di Perugia-Città della Pieve e di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino impegnati nelle attività oratoriali estive. La finalità dell’atteso evento, sottolineano gli organizzatori, è quella di "far emergere e orientare le passioni dei ragazzi affinché possano trovare la loro identità, vocazione e missione». L’incontro è promosso dal Coordinamento oratori perugini ed il Comitato zonale Anspi Perugia-Città della Pieve, con il sostegno di alcuni sponsor (Umbra Acque, Massinelli SRL, Grifoflex srl, Sovvenire, Mr Print) ed il coinvolgimento delle altre componenti dell’Area Giovani della diocesi di Perugia-Città della Pieve (Pastorale giovanile, Pastorale universitaria e Pastorale vocazionale) e della Pastorale giovanile di Assisi. "Il grazie più grande – dicono gli organizzatori – va all’équipe del Coordinamento oratori perugini “Stand By Me”: venti giovani che hanno deciso di dedicare il loro tempo, tra lo studio, il lavoro e gli impegni nei propri oratori, per organizzare quest’evento con cura, dedizione e tanto amore per gli altri e per la loro Chiesa diocesana!".

Venti stand di formazione su vari ambiti

"Il programma della due-giorni di 'Stand By Me' è molto nutrito – concludono –: oltre venti stand di formazione su vari ambiti, il mandato del vescovo Ivan a tutti partecipanti in vista dei prossimi “Gr.Est” e lo spettacolo conclusivo che propone lo spettacolo “Odissea + o –“ sul tema del Gr.Est 2024 “A Gonfie Vele” realizzato dal Laboratorio teatrale Cielo insieme a Kalè490».

Al Teatro Lyrick Concerto della band "Reale"

Grande è l’attesa fra i giovani per la band rock cristiana “Reale”, che sul palco del Lyrick, martedì sera, terrà un concerto di evangelizzazione intonando ventuno canzoni con cui i sei giovani artisti si spendono per il Vangelo, annunciando testimonianze di vita intervallate da preghiere, al cui centro c’è l’adorazione eucaristica. «È dalla droga, dalla strada, dalla notte, dalla ricerca forsennata di senso e di felicità che nascono i “Reale”. Quando la corsa di Alessandro Gallo e Francesca Cadorin, negli anni ’90 tossicodipendenti, impatta nell’abbraccio di Madre Elvira nella Comunità Cenacolo, la rabbia si trasforma in curiosità, l’odio in stima, il giudizio in conoscenza e il bisogno di felicità in cammino di Fede». Questo ed altro ancora è presentato nel loro sito web (www.realemusica.it) per contribuire, con la propria vita e la loro musica, "a far festa testimoniando la bellezza di scegliere Gesù trovando in Lui la propria identità, vocazione e missione". La “campagna” comunicativa social di “Stand By Me 2024” continua su Instagram e YouTube: https://www.instagram.com/standbymeperugia?igsh=OGd4eDA2M2FkcnBo https://youtube.com/@StandByMe-Perugia?si=v3j6_HgY4Qe0jxm8)]]>
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GMG diocesana nella chiesa del Monastero delle Clarisse a Città della Pieve https://www.lavoce.it/gmg-diocesana-nella-chiesa-del-monastero-delle-clarisse-a-citta-della-pieve/ https://www.lavoce.it/gmg-diocesana-nella-chiesa-del-monastero-delle-clarisse-a-citta-della-pieve/#respond Mon, 27 Nov 2023 13:42:42 +0000 https://www.lavoce.it/?p=74095 veglia clarisse città della pieve

"Oggi si vive tutto in fretta, non c’è tempo per sperare, solo per pretendere, per rivendicare… Siete venuti in un monastero di clarisse, che prendono il nome da santa Chiara. Una donna che ha vissuto di speranza, perché aveva un cuore di povera. Avere un cuore di povera vuol dire contare su Dio solo. Non sulle mie capacità, le mie personali risorse, i miei programmi… Su Dio solo, che sempre si china sulla povertà dei suoi figli, come su un grembo spalancato". Con queste parole le Clarisse del Monastero di Santa Lucia in Città della Pieve hanno accolto, nella serata del 25 novembre, i giovani partecipanti all’incontro diocesano della XXXVIII Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) celebrata nelle Chiese particolari la domenica della Solennità di Cristo Re (26 novembre), dedicata al tema scelto da papa Francesco Lieti nella Speranza (Rm 12,12).

Presenze non trascurabili

Insieme ai giovani c’erano l’arcivescovo Ivan Maffeis, il vicario generale don Simone Sorbaioli e diversi sacerdoti tra cui il parroco-arciprete della concattedrale di Città della Pieve, don Giordano Commodi, i direttori degli Uffici di pastorale Giovanile ed Universitaria, don Luca Delunghi e don Riccardo Pascolini, il responsabile del Centro vocazionale, don Samy Cristiano Abu Eideh, il vicario episcopale per la Pastorale, don Simone Pascarosa, il direttore della Caritas diocesana, don Marco Briziarelli, e il vicario episcopale della VII Zona pastorale dell’Archidiocesi, don Leonardo Romizi. Una presenza non trascurale di sacerdoti dediti alla formazione umana e cristiana delle nuove generazioni chiamate ad essere i protagonisti della società di domani sempre più intenta al bene comune. A quell’operare per il bene comune a cui ha fatto riferimento lo stesso arcivescovo Maffeis nell’evidenziare la presenza anche del sindaco di Città della Pieve, Fausto Risini. Il primo cittadino ha ricordato il periodo della pandemia, quando partecipava alla celebrazione eucaristica domenicale nella chiesa delle Clarisse, trasmessa sui social da un gruppo di ragazzi, per far sentire la vicinanza anche delle istituzioni civili alla popolazione costretta a casa. Esperienza vissuta con spirito di speranza soprattutto per giovani, ha detto, in sintesi, il sindaco, quella speranza che si rinnova questa sera con tanti giovani in questa chiesa.

Veglia al Monastero delle Clarisse alla luce dei flambeaux

Promosso dall’Ufficio di pastorale Giovanile, insieme a quello di pastorale Universitaria e al Coordinamento Oratori Perugini, l’incontro è iniziato nell’Oratorio del Santuario della Madonna di Fatima dedicato ai Santi Fanciulli durante il Grande Giubileo del 2000, dove i partecipanti hanno consumato una cena al sacco con aneddoti e ricordi dell’esperienza vissuta da diversi di loro alla GMG di Lisbona. Terminato il momento conviviale, si sono incamminati verso la chiesa del Monastero delle Clarisse per la veglia di preghiera con la luce dei flambeaux.

Edison, un seme di speranza

Una preghiera che ha visto insieme donne chiamate alla vita di clausura, sacerdoti, testimoni di carità e giovani intenti ad ascoltare una forte esperienza di speranza, quella di Chiara e Giovanni Segantin, i coniugi responsabili dell’opera segno di carità Il Casolare in Sanfatucchio (Castiglione del Lago). Invitati dal direttore della Pastorale giovanile, don Luca Delunghi, e introdotti dal parroco don Giordano Commodi, i coniugi Segantin hanno raccontato la storia di Edison, il loro figlio adottivo venuto a mancare un mese fa. Era un ragazzo kosovaro, affetto da gravi patologie fin dalla nascita, vissuto con loro tredici anni grazie all’amore di quanti si sono presi cura di lui al Casolare. Persone anch’esse segnate dalla vita per diversi motivi. Edison, in Kosovo, non poteva essere curato e portato in Italia, all’Ospedale Bambin Gesù di Roma (hanno raccontato Chiara e Giovanni), i medici ci dissero che non c’era più nulla da fare e che sarebbe vissuto non più di un anno, chiedendoci di accompagnarlo alla morte. "Edison -hanno detto- è stata una presenza e un corpo speciale, compiendo un miracolo in quanti lo assistevano. Chiunque si trovava davanti a questa presenza silenziosa e allettata, ha compreso che Edison comunicava più cose di noi che parliamo tutto il giorno, che cerchiamo di educare tutto il giorno. Di fronte a lui, tante persone accolte al Casolare, che non ci ascoltavano, hanno trovato qualcosa che li ha mossi nel loro animo, spesso molto indurito, divenendo Edison seme di speranza e di attaccamento alla vita per tanti di noi, aiutandoci a farci cambiare lo sguardo con cui guardiamo le cose che succedono. Questo nostro figlio, oggi morto, ha dato speranza e pace a chiunque gli è stato accanto. Sono proprio gli ultimi, le persone che apparentemente non hanno nulla da dare e da dire, come anche il piccolo profugo non accompagnato che abbiamo accolto pochi giorni -hanno concluso Chiara e Giovanni-  a farci riflettere sulla logica di Dio per noi quasi incomprensibile, ma che fa la differenza, quella di metterci davanti ai nostri occhi l’altro in difficoltà da aiutare".

La vita dono inestimabile

Monsignor Maffeis ha esortato i giovani a guardarsi dentro. "Dobbiamo guardare dentro a noi stessi -ha detto- per avere la possibilità di sperare in questo tempo che è un deserto e per esercizio, lo faccio di frequente dando un nome a chi mi indica motivi di speranza, come Chiara e Giovanni e a quello che fanno al Casolare giorno per giorno, a quello che ci hanno lasciato intuire della loro vita. Sono persone che sanno testimoniare quanto la vita sia un dono inestimabile. Penso a quanti si spendono con generosità per il bene comune, come gli amministratori locali, ai miei preti che ci aiutano davvero a sperare, come a quanti non usano la forza, la violenza, l’aggressività né fisica, né verbale, ma sanno costruire rapporti buoni, di amicizia, di affetto, di dono. Penso alle nostre monache Clarisse che ci ricordano il primato di Dio lasciandoci raggiungere dalla sua Parola, dal suo Amore".

La speranza è a caro prezzo

"Sperare per un cristiano -ha commentato l’arcivescovo- significa scommettere su Gesù di Nazareth. La speranza è a caro prezzo ed ha a che fare con la vita, di farti carico e vicino agli altri. La speranza ti porta a sentire che trovi te stesso solo così, solo donando pezzo, pezzo la tua libertà, legandoti agli altri così di trovare te stesso nella misura che non ti accontenti di come vanno le cose, ma sai metterci del tuo per cambiare e per essere disposto a ricominciare giorno per giorno, dal noi e non semplicemente dal proprio io. Ho dato un nome alle persone che per me sono fonte di speranza e tra queste penso che ci siate anche voi giovani e il vostro esserci aumenta la mia speranza e quella di tutti e per questo vi dico grazie".

Segni di speranza e di carità

La veglia di preghiera si è conclusa con due segni. Il primo, la consegna a ciascun giovane da parte dell’arcivescovo e del vicario generale di un rosario realizzato dalle Clarisse e di un bigliettino con una frase-preghiera di Papa Francesco: Che il Signore ci liberi dalla terribile trappola di essere cristiani senza Speranza... Il secondo, la raccolta di offerte per le opere di carità portate avanti dalla Caritas diocesana in un’epoca non facile per molte famiglie in crisi per la perdita della casa e del lavoro, un gesto che educa i giovani all’importanza del dono privandosi di una parte dei propri piccoli averi per il prossimo.    ]]>
veglia clarisse città della pieve

"Oggi si vive tutto in fretta, non c’è tempo per sperare, solo per pretendere, per rivendicare… Siete venuti in un monastero di clarisse, che prendono il nome da santa Chiara. Una donna che ha vissuto di speranza, perché aveva un cuore di povera. Avere un cuore di povera vuol dire contare su Dio solo. Non sulle mie capacità, le mie personali risorse, i miei programmi… Su Dio solo, che sempre si china sulla povertà dei suoi figli, come su un grembo spalancato". Con queste parole le Clarisse del Monastero di Santa Lucia in Città della Pieve hanno accolto, nella serata del 25 novembre, i giovani partecipanti all’incontro diocesano della XXXVIII Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) celebrata nelle Chiese particolari la domenica della Solennità di Cristo Re (26 novembre), dedicata al tema scelto da papa Francesco Lieti nella Speranza (Rm 12,12).

Presenze non trascurabili

Insieme ai giovani c’erano l’arcivescovo Ivan Maffeis, il vicario generale don Simone Sorbaioli e diversi sacerdoti tra cui il parroco-arciprete della concattedrale di Città della Pieve, don Giordano Commodi, i direttori degli Uffici di pastorale Giovanile ed Universitaria, don Luca Delunghi e don Riccardo Pascolini, il responsabile del Centro vocazionale, don Samy Cristiano Abu Eideh, il vicario episcopale per la Pastorale, don Simone Pascarosa, il direttore della Caritas diocesana, don Marco Briziarelli, e il vicario episcopale della VII Zona pastorale dell’Archidiocesi, don Leonardo Romizi. Una presenza non trascurale di sacerdoti dediti alla formazione umana e cristiana delle nuove generazioni chiamate ad essere i protagonisti della società di domani sempre più intenta al bene comune. A quell’operare per il bene comune a cui ha fatto riferimento lo stesso arcivescovo Maffeis nell’evidenziare la presenza anche del sindaco di Città della Pieve, Fausto Risini. Il primo cittadino ha ricordato il periodo della pandemia, quando partecipava alla celebrazione eucaristica domenicale nella chiesa delle Clarisse, trasmessa sui social da un gruppo di ragazzi, per far sentire la vicinanza anche delle istituzioni civili alla popolazione costretta a casa. Esperienza vissuta con spirito di speranza soprattutto per giovani, ha detto, in sintesi, il sindaco, quella speranza che si rinnova questa sera con tanti giovani in questa chiesa.

Veglia al Monastero delle Clarisse alla luce dei flambeaux

Promosso dall’Ufficio di pastorale Giovanile, insieme a quello di pastorale Universitaria e al Coordinamento Oratori Perugini, l’incontro è iniziato nell’Oratorio del Santuario della Madonna di Fatima dedicato ai Santi Fanciulli durante il Grande Giubileo del 2000, dove i partecipanti hanno consumato una cena al sacco con aneddoti e ricordi dell’esperienza vissuta da diversi di loro alla GMG di Lisbona. Terminato il momento conviviale, si sono incamminati verso la chiesa del Monastero delle Clarisse per la veglia di preghiera con la luce dei flambeaux.

Edison, un seme di speranza

Una preghiera che ha visto insieme donne chiamate alla vita di clausura, sacerdoti, testimoni di carità e giovani intenti ad ascoltare una forte esperienza di speranza, quella di Chiara e Giovanni Segantin, i coniugi responsabili dell’opera segno di carità Il Casolare in Sanfatucchio (Castiglione del Lago). Invitati dal direttore della Pastorale giovanile, don Luca Delunghi, e introdotti dal parroco don Giordano Commodi, i coniugi Segantin hanno raccontato la storia di Edison, il loro figlio adottivo venuto a mancare un mese fa. Era un ragazzo kosovaro, affetto da gravi patologie fin dalla nascita, vissuto con loro tredici anni grazie all’amore di quanti si sono presi cura di lui al Casolare. Persone anch’esse segnate dalla vita per diversi motivi. Edison, in Kosovo, non poteva essere curato e portato in Italia, all’Ospedale Bambin Gesù di Roma (hanno raccontato Chiara e Giovanni), i medici ci dissero che non c’era più nulla da fare e che sarebbe vissuto non più di un anno, chiedendoci di accompagnarlo alla morte. "Edison -hanno detto- è stata una presenza e un corpo speciale, compiendo un miracolo in quanti lo assistevano. Chiunque si trovava davanti a questa presenza silenziosa e allettata, ha compreso che Edison comunicava più cose di noi che parliamo tutto il giorno, che cerchiamo di educare tutto il giorno. Di fronte a lui, tante persone accolte al Casolare, che non ci ascoltavano, hanno trovato qualcosa che li ha mossi nel loro animo, spesso molto indurito, divenendo Edison seme di speranza e di attaccamento alla vita per tanti di noi, aiutandoci a farci cambiare lo sguardo con cui guardiamo le cose che succedono. Questo nostro figlio, oggi morto, ha dato speranza e pace a chiunque gli è stato accanto. Sono proprio gli ultimi, le persone che apparentemente non hanno nulla da dare e da dire, come anche il piccolo profugo non accompagnato che abbiamo accolto pochi giorni -hanno concluso Chiara e Giovanni-  a farci riflettere sulla logica di Dio per noi quasi incomprensibile, ma che fa la differenza, quella di metterci davanti ai nostri occhi l’altro in difficoltà da aiutare".

La vita dono inestimabile

Monsignor Maffeis ha esortato i giovani a guardarsi dentro. "Dobbiamo guardare dentro a noi stessi -ha detto- per avere la possibilità di sperare in questo tempo che è un deserto e per esercizio, lo faccio di frequente dando un nome a chi mi indica motivi di speranza, come Chiara e Giovanni e a quello che fanno al Casolare giorno per giorno, a quello che ci hanno lasciato intuire della loro vita. Sono persone che sanno testimoniare quanto la vita sia un dono inestimabile. Penso a quanti si spendono con generosità per il bene comune, come gli amministratori locali, ai miei preti che ci aiutano davvero a sperare, come a quanti non usano la forza, la violenza, l’aggressività né fisica, né verbale, ma sanno costruire rapporti buoni, di amicizia, di affetto, di dono. Penso alle nostre monache Clarisse che ci ricordano il primato di Dio lasciandoci raggiungere dalla sua Parola, dal suo Amore".

La speranza è a caro prezzo

"Sperare per un cristiano -ha commentato l’arcivescovo- significa scommettere su Gesù di Nazareth. La speranza è a caro prezzo ed ha a che fare con la vita, di farti carico e vicino agli altri. La speranza ti porta a sentire che trovi te stesso solo così, solo donando pezzo, pezzo la tua libertà, legandoti agli altri così di trovare te stesso nella misura che non ti accontenti di come vanno le cose, ma sai metterci del tuo per cambiare e per essere disposto a ricominciare giorno per giorno, dal noi e non semplicemente dal proprio io. Ho dato un nome alle persone che per me sono fonte di speranza e tra queste penso che ci siate anche voi giovani e il vostro esserci aumenta la mia speranza e quella di tutti e per questo vi dico grazie".

Segni di speranza e di carità

La veglia di preghiera si è conclusa con due segni. Il primo, la consegna a ciascun giovane da parte dell’arcivescovo e del vicario generale di un rosario realizzato dalle Clarisse e di un bigliettino con una frase-preghiera di Papa Francesco: Che il Signore ci liberi dalla terribile trappola di essere cristiani senza Speranza... Il secondo, la raccolta di offerte per le opere di carità portate avanti dalla Caritas diocesana in un’epoca non facile per molte famiglie in crisi per la perdita della casa e del lavoro, un gesto che educa i giovani all’importanza del dono privandosi di una parte dei propri piccoli averi per il prossimo.    ]]>
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‘Lieti nella Speranza’: fiaccolata dei giovani a Città della Pieve https://www.lavoce.it/lieti-nella-speranza-fiaccolata-dei-giovani-a-citta-della-pieve/ https://www.lavoce.it/lieti-nella-speranza-fiaccolata-dei-giovani-a-citta-della-pieve/#respond Thu, 23 Nov 2023 14:38:19 +0000 https://www.lavoce.it/?p=74053 FIACCOLATA DEI GIOVANI A CITTA' DELLA PIEVE

Si terrà a Città della Pieve, sabato 25 novembre, con inizio presso il Santuario della Madonna di Fatima, alle ore 19.15, l’incontro diocesano dei giovani per la XXXVIII Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) celebrata nelle Chiese particolari domenica 26 novembre (la prossima edizione internazionale della GMG sarà a Seul, in Corea del Sud, nel 2027, mentre a Roma, nel 2025, si svolgerà il Giubileo dei giovani).

Fiaccolata per non arrendersi

 L’incontro, che verterà sul tema Lieti nella Speranza (Rm 12,12), sarà una Fiaccolata per i giovani che non si arrendono. A invitare tutti i ragazzi e le ragazze della comunità diocesana di Perugia-Città della Pieve è l’Ufficio di Pastorale Giovanile, insieme agli Uffici di Pastorale Vocazionale ed Universitaria e al Coordinamento Oratori Perugini.

La seconda volta a Città della Pieve

Da quando Papa Francesco ha posticipato la GMG da celebrarsi nelle Chiese particolari, dalla Domenica delle Palme alla Domenica della Solennità di Cristo Re, è la seconda volta che i giovani si incontrano a Città della Pieve per vivere insieme quest’appuntamento. Perché a Città della Pieve? Perché la nostra Diocesi è tutta bella.

Lo dicono i promotori della GMG diocesana.

"Perché -spiegano- i ragazzi si meritano l’opportunità di vivere ogni luogo e ogni ambiente delle nostre Chiese particolari. Perché, ha sottolineato il vescovo Ivan nella lettera pastorale Il coraggio dei passi, è avvertito come decisivo anche il decentramento delle iniziative diocesane, che siamo concretamente chiamati a viverlo anche con i ragazzi e i giovani".

Non arrendersi alla disperazione

 Lo richiama don Luca Delunghi, direttore dell’Ufficio diocesano di Pastorale Giovanile, nel

"Dare un appuntamento ai ragazzi -dice- significa soprattutto esserci per aspettarli lì, per vivere insieme un tratto di strada, per fare in modo che nessuno abdichi alla missione a cui è chiamato, chi di accompagnatore, chi di accompagnato lungo la via della speranza troppo spesso minacciata dalle vite martoriate di giovani, bambini, ragazzi, adulti che, loro malgrado, vivono nel buio e che aspettano la nostra mano, vera, concreta, fraterna. Sabato sera la fiaccola accesa di ogni ragazzo starà a dire che noi non ci arrendiamo alla disperazione, ma seguiamo Cristo Re dell’Universo".

Don Luca, senza svelare quello che i giovani vivranno sabato a Città della Pieve, ringrazia fin d’ora per la collaborazione il Monastero delle Clarisse di Santa Lucia e il Santuario della Madonna di Fatima, tutti i sacerdoti, i diaconi, i seminaristi e i parroci delle Zone e delle Unità pastorali dell’Archidiocesi, oltre che i responsabili dell’Area pastorale diocesana.

Dalla GMG, alla fiaccolata: verso il Giubileo dei giovani

A parlarne è sempre don Luca nel commentare il messaggio del Papa per la XXXVIII GMG (cfr. La “Fiaccolata per i giovani che non si arrendono” – Diocesi Perugia ), soffermandosi sull’invito del Santo Padre ai giovani.

"Quello -sottolinea il direttore della Pastorale giovanile- a camminare sulla via della Speranza, facendo tesoro dell’esperienza della GMG di Lisbona con la meta del Giubileo nel 2025, vivendo la propria crescita umana e spirituale di tappa in tappa accompagnati da sacerdoti, animatori, educatori, amici con cui condividere la vita e la strada quotidiana, sia nei tornanti impervi delle difficoltà, nei crocicchi delle scelte, nelle salite dello studio, che nelle valli assolate della gioiosa fatica davanti alla Terra Promessa".

(Si ringrazia per la collaborazione, Erica Picottini).]]>
FIACCOLATA DEI GIOVANI A CITTA' DELLA PIEVE

Si terrà a Città della Pieve, sabato 25 novembre, con inizio presso il Santuario della Madonna di Fatima, alle ore 19.15, l’incontro diocesano dei giovani per la XXXVIII Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) celebrata nelle Chiese particolari domenica 26 novembre (la prossima edizione internazionale della GMG sarà a Seul, in Corea del Sud, nel 2027, mentre a Roma, nel 2025, si svolgerà il Giubileo dei giovani).

Fiaccolata per non arrendersi

 L’incontro, che verterà sul tema Lieti nella Speranza (Rm 12,12), sarà una Fiaccolata per i giovani che non si arrendono. A invitare tutti i ragazzi e le ragazze della comunità diocesana di Perugia-Città della Pieve è l’Ufficio di Pastorale Giovanile, insieme agli Uffici di Pastorale Vocazionale ed Universitaria e al Coordinamento Oratori Perugini.

La seconda volta a Città della Pieve

Da quando Papa Francesco ha posticipato la GMG da celebrarsi nelle Chiese particolari, dalla Domenica delle Palme alla Domenica della Solennità di Cristo Re, è la seconda volta che i giovani si incontrano a Città della Pieve per vivere insieme quest’appuntamento. Perché a Città della Pieve? Perché la nostra Diocesi è tutta bella.

Lo dicono i promotori della GMG diocesana.

"Perché -spiegano- i ragazzi si meritano l’opportunità di vivere ogni luogo e ogni ambiente delle nostre Chiese particolari. Perché, ha sottolineato il vescovo Ivan nella lettera pastorale Il coraggio dei passi, è avvertito come decisivo anche il decentramento delle iniziative diocesane, che siamo concretamente chiamati a viverlo anche con i ragazzi e i giovani".

Non arrendersi alla disperazione

 Lo richiama don Luca Delunghi, direttore dell’Ufficio diocesano di Pastorale Giovanile, nel

"Dare un appuntamento ai ragazzi -dice- significa soprattutto esserci per aspettarli lì, per vivere insieme un tratto di strada, per fare in modo che nessuno abdichi alla missione a cui è chiamato, chi di accompagnatore, chi di accompagnato lungo la via della speranza troppo spesso minacciata dalle vite martoriate di giovani, bambini, ragazzi, adulti che, loro malgrado, vivono nel buio e che aspettano la nostra mano, vera, concreta, fraterna. Sabato sera la fiaccola accesa di ogni ragazzo starà a dire che noi non ci arrendiamo alla disperazione, ma seguiamo Cristo Re dell’Universo".

Don Luca, senza svelare quello che i giovani vivranno sabato a Città della Pieve, ringrazia fin d’ora per la collaborazione il Monastero delle Clarisse di Santa Lucia e il Santuario della Madonna di Fatima, tutti i sacerdoti, i diaconi, i seminaristi e i parroci delle Zone e delle Unità pastorali dell’Archidiocesi, oltre che i responsabili dell’Area pastorale diocesana.

Dalla GMG, alla fiaccolata: verso il Giubileo dei giovani

A parlarne è sempre don Luca nel commentare il messaggio del Papa per la XXXVIII GMG (cfr. La “Fiaccolata per i giovani che non si arrendono” – Diocesi Perugia ), soffermandosi sull’invito del Santo Padre ai giovani.

"Quello -sottolinea il direttore della Pastorale giovanile- a camminare sulla via della Speranza, facendo tesoro dell’esperienza della GMG di Lisbona con la meta del Giubileo nel 2025, vivendo la propria crescita umana e spirituale di tappa in tappa accompagnati da sacerdoti, animatori, educatori, amici con cui condividere la vita e la strada quotidiana, sia nei tornanti impervi delle difficoltà, nei crocicchi delle scelte, nelle salite dello studio, che nelle valli assolate della gioiosa fatica davanti alla Terra Promessa".

(Si ringrazia per la collaborazione, Erica Picottini).]]>
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GMG, l’arcivescovo Ivan Maffeis incontra i giovani tornati da Lisbona https://www.lavoce.it/gmg-larcivescovo-maffeis-incontra-i-giovani-tornati-da-lisbona/ https://www.lavoce.it/gmg-larcivescovo-maffeis-incontra-i-giovani-tornati-da-lisbona/#respond Fri, 15 Sep 2023 15:58:57 +0000 https://www.lavoce.it/?p=73379 gmg 2023

Più che un incontro di verifica di quanto hanno vissuto i giovani della diocesi di Perugia-Città della Pieve alla Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona, è stato un incontro di testimonianza e ripartenza per la GMG della loro vita, quello che si è tenuto nella chiesa parrocchiale di San Sisto di Perugia la sera del 14 settembre.

Un appuntamento organizzato dalla Pastorale Giovanile nell’ambito delle celebrazioni della Festa diocesana della Madonna delle Grazie (12-17 settembre), ricorrenza che coincide con il compimento del primo anno di episcopato dell’arcivescovo Ivan Maffeis. Il Pastore Ivan, così è chiamato da tanti ragazzi e ragazze, si è messo in ascolto dei racconti di alcuni di loro introdotti dal direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale Giovanile, don Luca Delunghi. Racconti intervallati da canti intonati alla GMG, da letture della Parola di Dio e dal discorso di Papa nell’udienza generale svoltasi all’indomani della Giornata.

Non domande, ma risposte

Questa sera siamo più dei seicento che eravamo in Portogallo, ha commentato don Luca Delunghi, nel presentare la serata, a riprova dell’interesse dei giovani per la coinvolgete esperienza della GMG che va oltre il suo momento, lasciando dei segni nella vita umana e cristiana di ciascuno, da come si è colto dalle testimonianze.

I giovani non hanno formulato domande alla Chiesa sul senso da dare alla vita, ma hanno dato risposte loro stessi nel riflettere sull’esperienza di quindici giorni da pellegrini tra il Portogallo e la Francia (la tappa finale del loro viaggio è stato il Santuario di Lourdes).

I legami di Chiesa della GMG

Al termine dell’incontro la sorpresa di avere tra i presenti una delle famiglie portoghesi, della Diocesi di Aveiro, che hanno accolto i giovani perugino-pievesi; è ospite a Perugia, in questi giorni, a casa di una ragazza da loro accolta ad Aveiro. A presentare gli amici portoghesi è stato don Simone Pascarosa, vicario episcopale per la Pastorale, che, insieme ad altri quindici sacerdoti, aveva accompagnato il pellegrinaggio dei giovani. Lo stesso don Pascarosa ha esortato i giovani di tenere i legami con le famiglie amiche portoghesi, perché la GMG è anche questo nel tessere, ha detto, legami di Chiesa.

Il Signore visita e salva il suo Popolo

 L’arcivescovo Maffeis, che ha voluto ascoltare più che intervenire, al termine della serata, ha concluso riprendendo quanto raccontato dai giovani.

"Abbiamo cantato con il Vangelo: Benedetto il Signore che visita e redime il suo popolo e questo dove avviene? -ha domandato ai giovani monsignor Maffeis- La risposta, ce l’avete consegnata poco fa voi stessi. Emma, nel suo racconto, ci ha aiutato a capire che Dio visita e salva il suo popolo in credenti che non smarriscono la luce degli occhi e del cuore in una società troppe volte spenta; Matteo, con la sua testimonianza, ci porta a riconoscere che Dio visita e salva il suo Popolo in ragazzi e ragazze che non si rassegnano semplicemente al lasciarsi vivere, ma cercano una strada di vita, su cui impegnare la vita; Gabriele ci ha portato la forza delle parole essenziali, che, come cantano i poeti, non nascono dai diamanti, ma fioriscono dal letame, dalla semplicità, dalla vita; Irene si è fatta testimone di un Dio che ascolta, che ha a cuore: capacità così rara, nonostante risponda al desiderio che abbiamo tutti di qualcuno che ci ascolti con gratuità; Elena, con molta schiettezza ci ha detto: mi sono sentita amata (e questo è ancor più bello sentirlo in un momento in cui troppe donne vengono violentate ed uccise) e ho capito cosa significhi mettersi al servizioGloria ha ricondotto la vista di Dio alla saggezza e al quel cuore docile che sa stare nelle situazioni, anche in quelle pesanti…".

Saper dare un volto alla Parola

"Abbiamo ascoltato solo sei di voi -ha concluso monsignor Maffeis- bisognerebbe andare avanti perché, sono sicuro che ciascuno di voi ha una parola da dire con cui dare un volto alle parole del Vangelo. Vi auguro davvero di tornare a casa con la fiducia che il Signore è con noi tutti i giorni fino alla fine del tempo. E non dimenticate: voi siete una benedizione di Dio per questa Chiesa, per questo tempo, per questa stessa società".

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gmg 2023

Più che un incontro di verifica di quanto hanno vissuto i giovani della diocesi di Perugia-Città della Pieve alla Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona, è stato un incontro di testimonianza e ripartenza per la GMG della loro vita, quello che si è tenuto nella chiesa parrocchiale di San Sisto di Perugia la sera del 14 settembre.

Un appuntamento organizzato dalla Pastorale Giovanile nell’ambito delle celebrazioni della Festa diocesana della Madonna delle Grazie (12-17 settembre), ricorrenza che coincide con il compimento del primo anno di episcopato dell’arcivescovo Ivan Maffeis. Il Pastore Ivan, così è chiamato da tanti ragazzi e ragazze, si è messo in ascolto dei racconti di alcuni di loro introdotti dal direttore dell’Ufficio diocesano per la Pastorale Giovanile, don Luca Delunghi. Racconti intervallati da canti intonati alla GMG, da letture della Parola di Dio e dal discorso di Papa nell’udienza generale svoltasi all’indomani della Giornata.

Non domande, ma risposte

Questa sera siamo più dei seicento che eravamo in Portogallo, ha commentato don Luca Delunghi, nel presentare la serata, a riprova dell’interesse dei giovani per la coinvolgete esperienza della GMG che va oltre il suo momento, lasciando dei segni nella vita umana e cristiana di ciascuno, da come si è colto dalle testimonianze.

I giovani non hanno formulato domande alla Chiesa sul senso da dare alla vita, ma hanno dato risposte loro stessi nel riflettere sull’esperienza di quindici giorni da pellegrini tra il Portogallo e la Francia (la tappa finale del loro viaggio è stato il Santuario di Lourdes).

I legami di Chiesa della GMG

Al termine dell’incontro la sorpresa di avere tra i presenti una delle famiglie portoghesi, della Diocesi di Aveiro, che hanno accolto i giovani perugino-pievesi; è ospite a Perugia, in questi giorni, a casa di una ragazza da loro accolta ad Aveiro. A presentare gli amici portoghesi è stato don Simone Pascarosa, vicario episcopale per la Pastorale, che, insieme ad altri quindici sacerdoti, aveva accompagnato il pellegrinaggio dei giovani. Lo stesso don Pascarosa ha esortato i giovani di tenere i legami con le famiglie amiche portoghesi, perché la GMG è anche questo nel tessere, ha detto, legami di Chiesa.

Il Signore visita e salva il suo Popolo

 L’arcivescovo Maffeis, che ha voluto ascoltare più che intervenire, al termine della serata, ha concluso riprendendo quanto raccontato dai giovani.

"Abbiamo cantato con il Vangelo: Benedetto il Signore che visita e redime il suo popolo e questo dove avviene? -ha domandato ai giovani monsignor Maffeis- La risposta, ce l’avete consegnata poco fa voi stessi. Emma, nel suo racconto, ci ha aiutato a capire che Dio visita e salva il suo popolo in credenti che non smarriscono la luce degli occhi e del cuore in una società troppe volte spenta; Matteo, con la sua testimonianza, ci porta a riconoscere che Dio visita e salva il suo Popolo in ragazzi e ragazze che non si rassegnano semplicemente al lasciarsi vivere, ma cercano una strada di vita, su cui impegnare la vita; Gabriele ci ha portato la forza delle parole essenziali, che, come cantano i poeti, non nascono dai diamanti, ma fioriscono dal letame, dalla semplicità, dalla vita; Irene si è fatta testimone di un Dio che ascolta, che ha a cuore: capacità così rara, nonostante risponda al desiderio che abbiamo tutti di qualcuno che ci ascolti con gratuità; Elena, con molta schiettezza ci ha detto: mi sono sentita amata (e questo è ancor più bello sentirlo in un momento in cui troppe donne vengono violentate ed uccise) e ho capito cosa significhi mettersi al servizioGloria ha ricondotto la vista di Dio alla saggezza e al quel cuore docile che sa stare nelle situazioni, anche in quelle pesanti…".

Saper dare un volto alla Parola

"Abbiamo ascoltato solo sei di voi -ha concluso monsignor Maffeis- bisognerebbe andare avanti perché, sono sicuro che ciascuno di voi ha una parola da dire con cui dare un volto alle parole del Vangelo. Vi auguro davvero di tornare a casa con la fiducia che il Signore è con noi tutti i giorni fino alla fine del tempo. E non dimenticate: voi siete una benedizione di Dio per questa Chiesa, per questo tempo, per questa stessa società".

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Gmg2023: i giovani umbri animano la notte di Aveiro e iniziano il gemellaggio https://www.lavoce.it/gmg2023-i-giovani-umbri-animano-la-notte-di-aveiro-e-iniziano-il-gemellaggio/ https://www.lavoce.it/gmg2023-i-giovani-umbri-animano-la-notte-di-aveiro-e-iniziano-il-gemellaggio/#respond Thu, 27 Jul 2023 16:02:48 +0000 https://www.lavoce.it/?p=72733 umbri aveiro

I giovani umbri giungono a notte fonda nei paesi e nelle parrocchie della diocesi di Aveiro gli oltre ottocento giovani delle diocesi umbre in viaggio verso Lisbona per la Giornata mondiale della gioventù 2023. Qualcuno poco prima e altri dopo la mezzanotte, i pullman dei gruppi umbri sono arrivati nelle comunità della diocesi portoghese, accolti dalle famiglie che li ospiteranno fino al 31 luglio. Nonostante l’ora tarda, gli umbri hanno animato la notte con canti e balli, tra gli applausi e gli abbracci dei loro coetanei del posto e delle loro famiglie ospitanti. È iniziato così, nel cuore della notte, il gemellaggio tra l’Umbria e la diocesi che si affaccia sull’Atlantico in preparazione alle giornate da vivere la prossima settimana nella capitale portoghese, 250 chilometri più a sud. 

Le foto dell'arrivo degli umbri ad Aveiro

[gallery td_gallery_title_input="L'arrivo ad Aveiro" td_select_gallery_slide="slide" ids="72738,72736,72740,72735,72747,72746,72745,72743,72742,72741"]

Un viaggio lunghissimo e gioioso

L’arrivo dei giovani ad Aveiro è stato preceduto da un’altra giornata di viaggio in autobus molto impegnativa: circa 1.300 i chilometri tra Perpignan, dove i giovani avevano trascorso la notte, e la città costiera portoghese, ma non sono mancate la gioia e l’allegria. Lungo il viaggio i ragazzi della diocesi di Orvieto-Todi hanno festeggiato Sofia che, proprio sulla strada per il Portogallo, ha compiuto 18 anni. 

Il video-racconto della giornata

https://youtu.be/td5bZfjL6_E Su Umbria Radio InBlu potete trovare tutti i podcast dedicati alla Gmg dei giovani dell’Umbria.]]>
umbri aveiro

I giovani umbri giungono a notte fonda nei paesi e nelle parrocchie della diocesi di Aveiro gli oltre ottocento giovani delle diocesi umbre in viaggio verso Lisbona per la Giornata mondiale della gioventù 2023. Qualcuno poco prima e altri dopo la mezzanotte, i pullman dei gruppi umbri sono arrivati nelle comunità della diocesi portoghese, accolti dalle famiglie che li ospiteranno fino al 31 luglio. Nonostante l’ora tarda, gli umbri hanno animato la notte con canti e balli, tra gli applausi e gli abbracci dei loro coetanei del posto e delle loro famiglie ospitanti. È iniziato così, nel cuore della notte, il gemellaggio tra l’Umbria e la diocesi che si affaccia sull’Atlantico in preparazione alle giornate da vivere la prossima settimana nella capitale portoghese, 250 chilometri più a sud. 

Le foto dell'arrivo degli umbri ad Aveiro

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Un viaggio lunghissimo e gioioso

L’arrivo dei giovani ad Aveiro è stato preceduto da un’altra giornata di viaggio in autobus molto impegnativa: circa 1.300 i chilometri tra Perpignan, dove i giovani avevano trascorso la notte, e la città costiera portoghese, ma non sono mancate la gioia e l’allegria. Lungo il viaggio i ragazzi della diocesi di Orvieto-Todi hanno festeggiato Sofia che, proprio sulla strada per il Portogallo, ha compiuto 18 anni. 

Il video-racconto della giornata

https://youtu.be/td5bZfjL6_E Su Umbria Radio InBlu potete trovare tutti i podcast dedicati alla Gmg dei giovani dell’Umbria.]]>
https://www.lavoce.it/gmg2023-i-giovani-umbri-animano-la-notte-di-aveiro-e-iniziano-il-gemellaggio/feed/ 0
Inizia nella diocesi di Aveiro la Gmg dei giovani umbri. Testimonianze del viaggio https://www.lavoce.it/inizia-nella-diocesi-di-aveiro-la-gmg-dei-giovani-umbri-testimonianze-del-viaggio/ https://www.lavoce.it/inizia-nella-diocesi-di-aveiro-la-gmg-dei-giovani-umbri-testimonianze-del-viaggio/#respond Wed, 26 Jul 2023 17:06:20 +0000 https://www.lavoce.it/?p=72648 Aveiro prossima tappa

È iniziato lunedì sera il viaggio dei giovani umbri verso Lisbona dove dal 3 al 5 agosto vivranno le Giornate mondiali della gioventù insieme a Papa Francesco.

Prima settimana: il gemellaggio con la diocesi di Aveiro

Oggi i sono arrivati in Portogallo e per loro iniziano le “Giornate nelle diocesi”, accolti dalla diocesi di Aveiro (Portogallo). Sono giornate dedicate al gemellaggio di incontro e conoscenza tra i giovani e realtà di chiesa locale, dal 26 al 31 luglio, quando partiranno per raggiungere Lisbona dove li attende il programma delle Giornate insieme a tutti i giovani provenienti da tutto il mondo. I rgazzi hanno affrontato un viaggio di due giorni, di oltre 2.200 chilometri. 24 autobus sono stati la loro “casa” e il tempo trascorso in viaggio ha consentito loro di conoscersi, e di entrare nel clima della Gmg, come testimoniano nei loro racconti. https://youtube.com/playlist?list=PLwh0XSRZlX0CpVvfkrzhQ8ylJxgawGKgG

Da dove vengono i giovani pellegrini

Gli 837 giovani umbri, ccompagnati da educatori e sacerdoti, sono partiti dalle diverse diocesi dell'Umbria:
  • Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino (30)
  • Città di Castello (63)
  • Foligno (35)
  • Gubbio (85)
  • Orvieto-Todi (94)
  • Perugia-Città della Pieve (408)
  • Spoleto-Norcia (61)
  • Terni-Narni-Amelia (61)

La prima sosta a Perpignan

La prima tappa del viaggio è stata a Perpignan, in Francia, dove i giovani pellegrini dall’Umbria si sono trovati, per la prima volta dalla partenza, tutti insieme. Dal “Parc des sportes” che li ha ospitati nelle sue palestre, a piedi, sono andati verso la cattedrale di Perpignan dedicata a San Giovanni Battista, per entrare nel vivo di questo pellegrinaggio verso Lisbona. Con la celebrazione dell'Eucarestia in cattedrale, presieduta da don Simone Sorbaioli, vicario generale di Perugia Città della Pieve, in un clima di festa è iniziato il pellegrinaggio. Dopo la messa ritorno al “Parc des sportes” per la cena e vivere momenti di festa per conoscersi. Poi il riposo, nella palestra del centro sportivo lastricata di sacchi a pelo e trasformata in dormitorio. Il giorno dopo sveglia alle 4 e alle 5 tutti di nuovo in viaggio alla volta della Diocesi di Aveiro. [gallery td_select_gallery_slide="slide" td_gallery_title_input="I primi due giorni di viaggio" ids="72670,72669,72668,72667,72666,72665,72664,72663,72662,72661,72660,72658,72655"]

Il racconto dei nostri “inviati”

“Dopo una lunga notte trascorsa per alcuni dormendo, per altri in bianco intonando cori o divertendosi con giochi dove non sono mancate le risate, questa mattina - racconta Francesco - nel pullman dei ragazzi della diocesi di Orvieto-Todi ci siamo svegliati con le Lodi da don Luca. Le attese e le speranze sono tante , si respira nell'aria un clima di gioia straordinario, nonostante la stanchezza non vediamo l'ora di arrivare a destinazione”. I ragazzi delle diocesi di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino e della diocesi di Foligno, “a fine giornata si riuniscono condividendo loro stessi. Ognuno di noi - racconta Giacomo - ha espresso un ringraziamento al Signore per qualcosa in particolare mettendo al centro della preghiera la vita di gruppo”. “Nel pullman che ospita gli oratoriperugini di Case Bruciate, Monte Bello, Ponte d’Oddi e Castiglion del lago, si intonano canzoni, accompagnate da chitarre e cembali, rivivendo grandi classici e nuove hit, trascorrendo momenti di aggregazione divertendosi e "ammazzando" un po' il tempo. Ancora il viaggio è molto lungo ma la gioia non manca” racconta Lorenzo.

Intanto a Lisbona c'è Vira, che fa la volontaria

Vira Vitovska è di Foligno ed è partita come volontaria per la Gmg di Lisbonadove è arrivata il 23 luglio per prepararsi insieme ai volontari di tutto il mondo, ad accogliere oi loro coetanei. Lei in particolare sarà impegnata nell'ambito liturgico.
CLICCA QUI per vedere tutti gli articoli de La Voce sulla Gmg di Lisbona

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Aveiro prossima tappa

È iniziato lunedì sera il viaggio dei giovani umbri verso Lisbona dove dal 3 al 5 agosto vivranno le Giornate mondiali della gioventù insieme a Papa Francesco.

Prima settimana: il gemellaggio con la diocesi di Aveiro

Oggi i sono arrivati in Portogallo e per loro iniziano le “Giornate nelle diocesi”, accolti dalla diocesi di Aveiro (Portogallo). Sono giornate dedicate al gemellaggio di incontro e conoscenza tra i giovani e realtà di chiesa locale, dal 26 al 31 luglio, quando partiranno per raggiungere Lisbona dove li attende il programma delle Giornate insieme a tutti i giovani provenienti da tutto il mondo. I rgazzi hanno affrontato un viaggio di due giorni, di oltre 2.200 chilometri. 24 autobus sono stati la loro “casa” e il tempo trascorso in viaggio ha consentito loro di conoscersi, e di entrare nel clima della Gmg, come testimoniano nei loro racconti. https://youtube.com/playlist?list=PLwh0XSRZlX0CpVvfkrzhQ8ylJxgawGKgG

Da dove vengono i giovani pellegrini

Gli 837 giovani umbri, ccompagnati da educatori e sacerdoti, sono partiti dalle diverse diocesi dell'Umbria:
  • Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino (30)
  • Città di Castello (63)
  • Foligno (35)
  • Gubbio (85)
  • Orvieto-Todi (94)
  • Perugia-Città della Pieve (408)
  • Spoleto-Norcia (61)
  • Terni-Narni-Amelia (61)

La prima sosta a Perpignan

La prima tappa del viaggio è stata a Perpignan, in Francia, dove i giovani pellegrini dall’Umbria si sono trovati, per la prima volta dalla partenza, tutti insieme. Dal “Parc des sportes” che li ha ospitati nelle sue palestre, a piedi, sono andati verso la cattedrale di Perpignan dedicata a San Giovanni Battista, per entrare nel vivo di questo pellegrinaggio verso Lisbona. Con la celebrazione dell'Eucarestia in cattedrale, presieduta da don Simone Sorbaioli, vicario generale di Perugia Città della Pieve, in un clima di festa è iniziato il pellegrinaggio. Dopo la messa ritorno al “Parc des sportes” per la cena e vivere momenti di festa per conoscersi. Poi il riposo, nella palestra del centro sportivo lastricata di sacchi a pelo e trasformata in dormitorio. Il giorno dopo sveglia alle 4 e alle 5 tutti di nuovo in viaggio alla volta della Diocesi di Aveiro. [gallery td_select_gallery_slide="slide" td_gallery_title_input="I primi due giorni di viaggio" ids="72670,72669,72668,72667,72666,72665,72664,72663,72662,72661,72660,72658,72655"]

Il racconto dei nostri “inviati”

“Dopo una lunga notte trascorsa per alcuni dormendo, per altri in bianco intonando cori o divertendosi con giochi dove non sono mancate le risate, questa mattina - racconta Francesco - nel pullman dei ragazzi della diocesi di Orvieto-Todi ci siamo svegliati con le Lodi da don Luca. Le attese e le speranze sono tante , si respira nell'aria un clima di gioia straordinario, nonostante la stanchezza non vediamo l'ora di arrivare a destinazione”. I ragazzi delle diocesi di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino e della diocesi di Foligno, “a fine giornata si riuniscono condividendo loro stessi. Ognuno di noi - racconta Giacomo - ha espresso un ringraziamento al Signore per qualcosa in particolare mettendo al centro della preghiera la vita di gruppo”. “Nel pullman che ospita gli oratoriperugini di Case Bruciate, Monte Bello, Ponte d’Oddi e Castiglion del lago, si intonano canzoni, accompagnate da chitarre e cembali, rivivendo grandi classici e nuove hit, trascorrendo momenti di aggregazione divertendosi e "ammazzando" un po' il tempo. Ancora il viaggio è molto lungo ma la gioia non manca” racconta Lorenzo.

Intanto a Lisbona c'è Vira, che fa la volontaria

Vira Vitovska è di Foligno ed è partita come volontaria per la Gmg di Lisbonadove è arrivata il 23 luglio per prepararsi insieme ai volontari di tutto il mondo, ad accogliere oi loro coetanei. Lei in particolare sarà impegnata nell'ambito liturgico.
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L’ex testimone di giustizia Luca Arena al Cammino dietro la Croce https://www.lavoce.it/lex-testimone-giustizia-luca-arena-cammino-dietro-la-croce/ Thu, 30 Mar 2023 14:15:57 +0000 https://www.lavoce.it/?p=71013 Luca Arena in primo piano, sullo sfondo l'immagine su un palazzo ritrae Falcone e Borsellino

Denunciare richiede coraggio. Continuare a vivere, dopo la denuncia, ne chiede ancora di più, lo stesso che Luca Arena ha avuto quando, poco più che ventenne, ha denunciato il malavitoso giro di affari delle così dette “ambulanze della morte”. Oggi, il giovane di Biancavilla (Ct), è un ex testimone di giustizia e il prossimo 31 marzo racconterà la sua testimonianza a Foligno (Pg) durante il Cammino dietro la Croce, il momento penitenziale che il servizio di Pastorale giovanile della diocesi, ogni anno, propone nel venerdì che precede la Settimana santa. Il Cammino, che sarà presieduto dal vescovo, mons. Domenico Sorrentino, è stato organizzato grazie alla fattiva collaborazione delle sezioni cittadine del Masci e dell’Agesci, dell’ufficio diocesano Educazione-scuola-università, Cittadini del Mondo e dell’associazione Libera e interesserà, questa volta, l’area più periferica della città: partirà alle ore 21 dalla scuola Primaria di San Giovanni Profiamma e arriverà alla chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta a Belfiore dove le Sacre rappresentazioni di Fiamenga rappresenteranno una scena evangelica. Visto il tema scelto della legalità, sono quindi state coinvolte le diverse Forze dell’Ordine grazie alla preziosa collaborazione del vicequestore del commissariato di Foligno, dott. Adriano Felici. Parteciperanno, così, con una loro delegazione, i Carabinieri, la Guardia di Finanza e l’Esercito. Luca Arena concluderà la sua esperienza nella città umbra incontrando personalmente anche alcune classi dei diversi istituti superiori di secondo grado di Foligno grazie alla fattiva collaborazione dei diversi Dirigenti scolastici e dei docenti coinvolti nel progetto. “È bello”, commenta Michele Tufo, il responsabile della Pastorale giovanile, “poterci preparare alla Pasqua soffermandoci a riflettere su tematiche che ci chiamano all’impegno e alla responsabilità nei confronti non solo delle nostre vite, ma anche degli altri”.
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Luca Arena in primo piano, sullo sfondo l'immagine su un palazzo ritrae Falcone e Borsellino

Denunciare richiede coraggio. Continuare a vivere, dopo la denuncia, ne chiede ancora di più, lo stesso che Luca Arena ha avuto quando, poco più che ventenne, ha denunciato il malavitoso giro di affari delle così dette “ambulanze della morte”. Oggi, il giovane di Biancavilla (Ct), è un ex testimone di giustizia e il prossimo 31 marzo racconterà la sua testimonianza a Foligno (Pg) durante il Cammino dietro la Croce, il momento penitenziale che il servizio di Pastorale giovanile della diocesi, ogni anno, propone nel venerdì che precede la Settimana santa. Il Cammino, che sarà presieduto dal vescovo, mons. Domenico Sorrentino, è stato organizzato grazie alla fattiva collaborazione delle sezioni cittadine del Masci e dell’Agesci, dell’ufficio diocesano Educazione-scuola-università, Cittadini del Mondo e dell’associazione Libera e interesserà, questa volta, l’area più periferica della città: partirà alle ore 21 dalla scuola Primaria di San Giovanni Profiamma e arriverà alla chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta a Belfiore dove le Sacre rappresentazioni di Fiamenga rappresenteranno una scena evangelica. Visto il tema scelto della legalità, sono quindi state coinvolte le diverse Forze dell’Ordine grazie alla preziosa collaborazione del vicequestore del commissariato di Foligno, dott. Adriano Felici. Parteciperanno, così, con una loro delegazione, i Carabinieri, la Guardia di Finanza e l’Esercito. Luca Arena concluderà la sua esperienza nella città umbra incontrando personalmente anche alcune classi dei diversi istituti superiori di secondo grado di Foligno grazie alla fattiva collaborazione dei diversi Dirigenti scolastici e dei docenti coinvolti nel progetto. “È bello”, commenta Michele Tufo, il responsabile della Pastorale giovanile, “poterci preparare alla Pasqua soffermandoci a riflettere su tematiche che ci chiamano all’impegno e alla responsabilità nei confronti non solo delle nostre vite, ma anche degli altri”.
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Numerosi giovani in Cattedrale alla Veglia di Quaresima con l’arcivescovo https://www.lavoce.it/numerosi-giovani-in-cattedrale-alla-veglia-di-quaresima-con-larcivescovo/ Sat, 18 Mar 2023 11:03:06 +0000 https://www.lavoce.it/?p=70841 veglia di quaresima 2023

Venerdì sera 17 marzo, in una gremita Cattedrale di San Lorenzo di Perugia, si è tenuta la Veglia di Quaresima dei giovani con l’arcivescovo Ivan Maffeis, organizzata dalla Pastorale diocesana giovanile insieme alle Pastorali vocazionale ed universitaria e al Coordinamento Oratori Perugini (COP). Gli interrogativi di alcuni giovani presentati durante le cinque stazioni della via Crucis hanno stimolato la riflessione di monsignor Maffeis (il testo integrale è scaricabile dal link: http://diocesi.perugia.it/veglia-quaresima-giovani-perugia-17-marzo-2023/ ), che ha concluso con un invito non poco impegnativo rivolto loro:

"Lasciatevi incontrare dal Vangelo e guardare negli occhi dal Signore Gesù: vi ritroverete subito in cammino. E non vi sentirete più soli".

L’arcivescovo ha introdotto la sua meditazione citando una recente fotografia del quotidiano Il Sole 24 Ore sulle giovani generazioni da cui emerge una generazione in sofferenza, ferita da un dolore segreto. "Un fiume carsico -ha detto- che appare e scompare velocemente: se non sei attento, se non sei disponibile a coglierne i segni, a riconoscerlo, ci passi accanto senza nemmeno vederlo".

Si è poi soffermato sui tanti altri luoghi e situazioni di fragilità e di sofferenza, che diventano subito invisibili, come le famiglie del territorio Perugino che il terremoto ha privato della loro abitazione e delle loro chiese.

Ha raccontato anche del suo incontro con un detenuto di Capanne, che gli ha detto: "Mi sto spegnendo, non riesco più a sentire emozioni, a innamorarmi…".

Nell’allargare lo sguardo, l’arcivescovo si è soffermato sulle vicende di un Iran, che acceca letteralmente i suoi giovani, le sue ragazze, con l’intento di umiliarne la bellezza e spegnerne i sogni; sulla guerra in un’Ucraina, che era il granaio d’Europa e non solo, mentre oggi è bagnata dal sangue di centinaia di migliaia di vite; su un Malawi, il 'nostro' Malawi, devastato dalla furia del ciclone”; su un Mediterraneo che, a differenza del Mar Rosso, si richiude, annegando le speranze di vita di quanti fuggono dalla miseria e dalla violenza, dalla persecuzione e dalla guerra…

"Queste croci -ha sottolineato- che per noi è facile non vedere, contraddicono il disegno di Dio sull’uomo e sulla creazione. Un disegno che prende forma nel volto di Gesù di Nazareth, nelle sue parole, nella sua vita: la sua stessa croce dice la misura del suo amore; la sua passione riassume in sé la passione di ogni uomo; in lui, coronato di spine, c’è il giusto sofferente, che anche nella morte non smette di affidarsi al Padre: il grido del Crocifisso è lanciato al cielo, non contro il cielo…

Dinanzi a lui possiamo venir presi da un’infinita tenerezza, proprio come fu per San Francesco, che meditava la Passione con com-passione".

Monsignor Maffeis, avviandosi alla conclusione, ha parlato di una vita possibile come le testimonianze dei dodici giovani che a Pasqua riceveranno il battesimo.

"Si sono avvicinati alla fede e alla Chiesa -ha aggiunto- per contagio, perché affascinati dalla vita di un compagno di Università, dall’amore di un ragazzo, da un percorso di catechesi, da un’esperienza di accoglienza da parte della comunità cristiana".

Come anche le parole di Chiara Letizia e di Maria Grazia che testimoniano come la vita proposta da Cristo è possibile ed è bella, ha commentato l’arcivescovo precisando che

"Chiara Letizia, nella domenica dopo Pasqua, farà la sua professione nel monastero delle Clarisse di Sant’Agnese; mentre Maria Grazia, in questo stesso nostro monastero, ha appena celebrato i settant'anni di professione religiosa.

Una giovane e un’anziana, unite da una sola parola: gratitudine alla vita. Cari ragazzi, no, non siamo semplicemente il prodotto casuale e senza senso dell’evoluzione. Ciascuno di voi è voluto, è amato, è necessario".

La Veglia di Quaresima, è proseguita con la Via Crucis, lungo le navate della Cattedrale, la croce che poteva così toccare i quadri viventi in cui alcuni capi scout rappresentavano le vicende raccontate nelle meditazioni.

"Ogni scena è stata incensata dall’arcivescovo, perché i ragazzi potessero riconoscerle come profumate, importanti -ha commentato don Luca Delunghi, responsabile dell’Ufficio diocesano di pastorale giovanile- hanno scoperto come lì c’è passata la croce, ma anche il crocifisso che con loro ha condiviso quelle pieghe della loro vita".

A ciascuno dei settecento giovani presenti nel Duomo di Perugia, è stato consegnato un sacchetto di stoffa con dell’incenso. I sacchetti, sono stati realizzati dalle detenute e riempiti dai detenuti della Casa Circondariale di Capanne. "Frutto del loro lavoro e del loro tempo offerto per noi -ha sottolineato don Luca- segno di tutto quello che può riempire la nostra vita, con le tante piaghe che la abitano e che ci abitano".

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veglia di quaresima 2023

Venerdì sera 17 marzo, in una gremita Cattedrale di San Lorenzo di Perugia, si è tenuta la Veglia di Quaresima dei giovani con l’arcivescovo Ivan Maffeis, organizzata dalla Pastorale diocesana giovanile insieme alle Pastorali vocazionale ed universitaria e al Coordinamento Oratori Perugini (COP). Gli interrogativi di alcuni giovani presentati durante le cinque stazioni della via Crucis hanno stimolato la riflessione di monsignor Maffeis (il testo integrale è scaricabile dal link: http://diocesi.perugia.it/veglia-quaresima-giovani-perugia-17-marzo-2023/ ), che ha concluso con un invito non poco impegnativo rivolto loro:

"Lasciatevi incontrare dal Vangelo e guardare negli occhi dal Signore Gesù: vi ritroverete subito in cammino. E non vi sentirete più soli".

L’arcivescovo ha introdotto la sua meditazione citando una recente fotografia del quotidiano Il Sole 24 Ore sulle giovani generazioni da cui emerge una generazione in sofferenza, ferita da un dolore segreto. "Un fiume carsico -ha detto- che appare e scompare velocemente: se non sei attento, se non sei disponibile a coglierne i segni, a riconoscerlo, ci passi accanto senza nemmeno vederlo".

Si è poi soffermato sui tanti altri luoghi e situazioni di fragilità e di sofferenza, che diventano subito invisibili, come le famiglie del territorio Perugino che il terremoto ha privato della loro abitazione e delle loro chiese.

Ha raccontato anche del suo incontro con un detenuto di Capanne, che gli ha detto: "Mi sto spegnendo, non riesco più a sentire emozioni, a innamorarmi…".

Nell’allargare lo sguardo, l’arcivescovo si è soffermato sulle vicende di un Iran, che acceca letteralmente i suoi giovani, le sue ragazze, con l’intento di umiliarne la bellezza e spegnerne i sogni; sulla guerra in un’Ucraina, che era il granaio d’Europa e non solo, mentre oggi è bagnata dal sangue di centinaia di migliaia di vite; su un Malawi, il 'nostro' Malawi, devastato dalla furia del ciclone”; su un Mediterraneo che, a differenza del Mar Rosso, si richiude, annegando le speranze di vita di quanti fuggono dalla miseria e dalla violenza, dalla persecuzione e dalla guerra…

"Queste croci -ha sottolineato- che per noi è facile non vedere, contraddicono il disegno di Dio sull’uomo e sulla creazione. Un disegno che prende forma nel volto di Gesù di Nazareth, nelle sue parole, nella sua vita: la sua stessa croce dice la misura del suo amore; la sua passione riassume in sé la passione di ogni uomo; in lui, coronato di spine, c’è il giusto sofferente, che anche nella morte non smette di affidarsi al Padre: il grido del Crocifisso è lanciato al cielo, non contro il cielo…

Dinanzi a lui possiamo venir presi da un’infinita tenerezza, proprio come fu per San Francesco, che meditava la Passione con com-passione".

Monsignor Maffeis, avviandosi alla conclusione, ha parlato di una vita possibile come le testimonianze dei dodici giovani che a Pasqua riceveranno il battesimo.

"Si sono avvicinati alla fede e alla Chiesa -ha aggiunto- per contagio, perché affascinati dalla vita di un compagno di Università, dall’amore di un ragazzo, da un percorso di catechesi, da un’esperienza di accoglienza da parte della comunità cristiana".

Come anche le parole di Chiara Letizia e di Maria Grazia che testimoniano come la vita proposta da Cristo è possibile ed è bella, ha commentato l’arcivescovo precisando che

"Chiara Letizia, nella domenica dopo Pasqua, farà la sua professione nel monastero delle Clarisse di Sant’Agnese; mentre Maria Grazia, in questo stesso nostro monastero, ha appena celebrato i settant'anni di professione religiosa.

Una giovane e un’anziana, unite da una sola parola: gratitudine alla vita. Cari ragazzi, no, non siamo semplicemente il prodotto casuale e senza senso dell’evoluzione. Ciascuno di voi è voluto, è amato, è necessario".

La Veglia di Quaresima, è proseguita con la Via Crucis, lungo le navate della Cattedrale, la croce che poteva così toccare i quadri viventi in cui alcuni capi scout rappresentavano le vicende raccontate nelle meditazioni.

"Ogni scena è stata incensata dall’arcivescovo, perché i ragazzi potessero riconoscerle come profumate, importanti -ha commentato don Luca Delunghi, responsabile dell’Ufficio diocesano di pastorale giovanile- hanno scoperto come lì c’è passata la croce, ma anche il crocifisso che con loro ha condiviso quelle pieghe della loro vita".

A ciascuno dei settecento giovani presenti nel Duomo di Perugia, è stato consegnato un sacchetto di stoffa con dell’incenso. I sacchetti, sono stati realizzati dalle detenute e riempiti dai detenuti della Casa Circondariale di Capanne. "Frutto del loro lavoro e del loro tempo offerto per noi -ha sottolineato don Luca- segno di tutto quello che può riempire la nostra vita, con le tante piaghe che la abitano e che ci abitano".

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Veglia di Quaresima dei giovani in Cattedrale con l’arcivescovo Maffeis https://www.lavoce.it/veglia-di-quaresima-dei-giovani-in-cattedrale-con-larcivescovo-maffeis/ Fri, 17 Mar 2023 16:17:33 +0000 https://www.lavoce.it/?p=70837 veglia di quaresima perugia

Nelle pieghe della tua storia è il tema della Veglia di Quaresima organizzata dall’Ufficio diocesano di pastorale giovanile, in programma questa sera, venerdì 17 marzo, alle ore 20.45, nella Cattedrale di San Lorenzo di Perugia insieme all’arcivescovo Ivan Maffeis. Questa veglia è promossa insieme agli Uffici diocesani di Pastorale vocazionale ed universitaria e al Coordinamento Oratori Perugini (COP).

"Camminare insieme con Cristo e Gesù e conoscere il filo rosso che intesse la mia storia con le sue ferite e la storia del Figlio di Dio con le mie ferite".

Così don Luca Delunghi, responsabile della Pastorale giovanile, introduce al senso profondo della veglia di preghiera che vedrà protagonisti i giovani insieme al loro vescovo.

Un appuntamento sempre molto partecipato, che vede in San Lorenzo, insieme a parroci, viceparroci, religiosi e religiose, diaconi, seminaristi, catechisti, educatori e animatori d’oratorio, centinaia di ragazzi e ragazze provenienti dalle sette Zone pastorali e da associazioni e realtà giovanili dell’Archidiocesi, a servizio anche dei più piccoli nel sostenerli a compiere i primi passi della loro l’esperienza di fede nella Chiesa diocesana e particolare.

Le riflessioni della Veglia di Quaresima

"Le stazioni della Via Crucis segneranno i tempi e le riflessioni che i giovani hanno preparato insieme ai loro parroci e catechisti.

Le fatiche, le afflizioni e il nonsenso che in certe pieghe della propria storia vivono giovani e ragazzi durante la Veglia di Quaresima si incontreranno con la croce di Gesù per scoprire il mistero e il miracolo dell’incarnazione che li lega e che ci salva".

Così, annunciano dall’Ufficio di pastorale giovanile sottolineando che, alle riflessioni e agli interrogativi dei ragazzi seguirà la riflessione del vescovo Ivan.

"Il segno che sarà consegnato a ogni giovane -spiegano- è stato realizzato dai detenuti della sezione maschile e femminile del carcere di Capanne, ai quali già va il nostro ringraziamento".

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veglia di quaresima perugia

Nelle pieghe della tua storia è il tema della Veglia di Quaresima organizzata dall’Ufficio diocesano di pastorale giovanile, in programma questa sera, venerdì 17 marzo, alle ore 20.45, nella Cattedrale di San Lorenzo di Perugia insieme all’arcivescovo Ivan Maffeis. Questa veglia è promossa insieme agli Uffici diocesani di Pastorale vocazionale ed universitaria e al Coordinamento Oratori Perugini (COP).

"Camminare insieme con Cristo e Gesù e conoscere il filo rosso che intesse la mia storia con le sue ferite e la storia del Figlio di Dio con le mie ferite".

Così don Luca Delunghi, responsabile della Pastorale giovanile, introduce al senso profondo della veglia di preghiera che vedrà protagonisti i giovani insieme al loro vescovo.

Un appuntamento sempre molto partecipato, che vede in San Lorenzo, insieme a parroci, viceparroci, religiosi e religiose, diaconi, seminaristi, catechisti, educatori e animatori d’oratorio, centinaia di ragazzi e ragazze provenienti dalle sette Zone pastorali e da associazioni e realtà giovanili dell’Archidiocesi, a servizio anche dei più piccoli nel sostenerli a compiere i primi passi della loro l’esperienza di fede nella Chiesa diocesana e particolare.

Le riflessioni della Veglia di Quaresima

"Le stazioni della Via Crucis segneranno i tempi e le riflessioni che i giovani hanno preparato insieme ai loro parroci e catechisti.

Le fatiche, le afflizioni e il nonsenso che in certe pieghe della propria storia vivono giovani e ragazzi durante la Veglia di Quaresima si incontreranno con la croce di Gesù per scoprire il mistero e il miracolo dell’incarnazione che li lega e che ci salva".

Così, annunciano dall’Ufficio di pastorale giovanile sottolineando che, alle riflessioni e agli interrogativi dei ragazzi seguirà la riflessione del vescovo Ivan.

"Il segno che sarà consegnato a ogni giovane -spiegano- è stato realizzato dai detenuti della sezione maschile e femminile del carcere di Capanne, ai quali già va il nostro ringraziamento".

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Veglia di Avvento dei giovani con il vescovo Ivan nella Cattedrale di S. Lorenzo https://www.lavoce.it/veglia-di-avvento-dei-giovani-con-il-vescovo-ivan-nella-cattedrale-di-s-lorenzo/ Wed, 14 Dec 2022 14:28:15 +0000 https://www.lavoce.it/?p=69590 la locandina della Veglia di Avvento dei giovani nella Cattedrale di San Lorenzo a Perugia

Si alzò e andò è il tema della Veglia di Avvento organizzata dall’Ufficio diocesano di pastorale giovanile, in calendario giovedì 15 dicembre, alle ore 20.45, nella Cattedrale di San Lorenzo di Perugia insieme all’arcivescovo Ivan Maffeis.

Sulle orme di Maria

 "L’icona biblica scelta da Papa Francesco per la GMG 2023 a Lisbona -spiegano dall’equipe di Pastorale giovanile- è stata scelta nella nostra Diocesi per accompagnare i giovani a vivere il Natale sulle orme di Maria che, ricevuto l’annuncio dall’arcangelo Gabriele, s’incammina sollecita verso la cugina Elisabetta come testimone di un’opera di Dio fuori dall’ordinario.

Maria si alza e esce dalla sua casa di Nazareth per andare a servire la cugina nel concreto ma, molto di più, per condividere e far riecheggiare l’opera che Dio sta intessendo nel grembo di entrambe, cercando lungo il cammino i segni del passaggio di Dio nella loro vita e in quella dell’intero popolo chiamato alla salvezza".

L’invito a partecipare

"Nella semplicità e nella concretezza del cammino servizievole di Maria, la Veglia diocesana è la tappa in cui tutti i ragazzi della Diocesi sono stati invitati dal vescovo Ivan stesso nella lettera a loro rivolta in occasione della recente GMG celebrata a livello diocesano: è davvero tempo di ripartire in fretta verso incontri concreti, aperti, accoglienti. Vi aspetto giovedì 15 dicembre in Cattedrale, quando sarò contento di ascoltare la vostra risposta all’appello del Papa. Intanto vi benedico e vi accompagno facendo mio il Suo augurio: Possa lo Spirito Santo accendere nei vostri cuori il desiderio di alzarsi e di camminare tutti insieme".

Disponibili all’ascolto

"La risposta dei giovani sarà innanzitutto quella di essere presenti, in un tempo quello della giovinezza e dell’adolescenza così difficile e inquieto nelle relazioni con il mondo degli adulti per cui l’essere disponibili ad ascoltare la parola di un Adulto Autorevole è già un prezioso segno della volontà di mettersi in cammino".

Così don Luca Delunghi, direttore della Pastorale diocesana giovanile, anticipa uno stralcio di quello che sarà la Veglia nella quale il vescovo si rivolgerà ai ragazzi per continuare a intessere con loro una fiduciosa e costruttiva relazione di crescita sulle orme di Maria.

Alcune esperienze di vita

"Alla Veglia -prosegue don Luca Delunghi- quattro giovani delle realtà parrocchiali di Villa Pitignano, Montebello e Santa Lucia si metteranno a servizio degli altri raccontando la propria semplice e combattuta esperienza di scelta, cammino, volontà di spendersi nell’incertezza e nelle paure delle preoccupazioni del tempo presente".

Alla Veglia di Avvento parteciperanno i giovani dell’intera Diocesi, accompagnati da parroci, viceparroci, diaconi, seminaristi, educatori, animatori e coordinatori d’oratorio insieme alle associazioni giovanili e a tutte le realtà pastorali e di servizio ai più piccoli che vivono nella nostra realtà di Chiesa diocesana.

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la locandina della Veglia di Avvento dei giovani nella Cattedrale di San Lorenzo a Perugia

Si alzò e andò è il tema della Veglia di Avvento organizzata dall’Ufficio diocesano di pastorale giovanile, in calendario giovedì 15 dicembre, alle ore 20.45, nella Cattedrale di San Lorenzo di Perugia insieme all’arcivescovo Ivan Maffeis.

Sulle orme di Maria

 "L’icona biblica scelta da Papa Francesco per la GMG 2023 a Lisbona -spiegano dall’equipe di Pastorale giovanile- è stata scelta nella nostra Diocesi per accompagnare i giovani a vivere il Natale sulle orme di Maria che, ricevuto l’annuncio dall’arcangelo Gabriele, s’incammina sollecita verso la cugina Elisabetta come testimone di un’opera di Dio fuori dall’ordinario.

Maria si alza e esce dalla sua casa di Nazareth per andare a servire la cugina nel concreto ma, molto di più, per condividere e far riecheggiare l’opera che Dio sta intessendo nel grembo di entrambe, cercando lungo il cammino i segni del passaggio di Dio nella loro vita e in quella dell’intero popolo chiamato alla salvezza".

L’invito a partecipare

"Nella semplicità e nella concretezza del cammino servizievole di Maria, la Veglia diocesana è la tappa in cui tutti i ragazzi della Diocesi sono stati invitati dal vescovo Ivan stesso nella lettera a loro rivolta in occasione della recente GMG celebrata a livello diocesano: è davvero tempo di ripartire in fretta verso incontri concreti, aperti, accoglienti. Vi aspetto giovedì 15 dicembre in Cattedrale, quando sarò contento di ascoltare la vostra risposta all’appello del Papa. Intanto vi benedico e vi accompagno facendo mio il Suo augurio: Possa lo Spirito Santo accendere nei vostri cuori il desiderio di alzarsi e di camminare tutti insieme".

Disponibili all’ascolto

"La risposta dei giovani sarà innanzitutto quella di essere presenti, in un tempo quello della giovinezza e dell’adolescenza così difficile e inquieto nelle relazioni con il mondo degli adulti per cui l’essere disponibili ad ascoltare la parola di un Adulto Autorevole è già un prezioso segno della volontà di mettersi in cammino".

Così don Luca Delunghi, direttore della Pastorale diocesana giovanile, anticipa uno stralcio di quello che sarà la Veglia nella quale il vescovo si rivolgerà ai ragazzi per continuare a intessere con loro una fiduciosa e costruttiva relazione di crescita sulle orme di Maria.

Alcune esperienze di vita

"Alla Veglia -prosegue don Luca Delunghi- quattro giovani delle realtà parrocchiali di Villa Pitignano, Montebello e Santa Lucia si metteranno a servizio degli altri raccontando la propria semplice e combattuta esperienza di scelta, cammino, volontà di spendersi nell’incertezza e nelle paure delle preoccupazioni del tempo presente".

Alla Veglia di Avvento parteciperanno i giovani dell’intera Diocesi, accompagnati da parroci, viceparroci, diaconi, seminaristi, educatori, animatori e coordinatori d’oratorio insieme alle associazioni giovanili e a tutte le realtà pastorali e di servizio ai più piccoli che vivono nella nostra realtà di Chiesa diocesana.

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Il dialogo tra don Ivan Maffeis e i giovani https://www.lavoce.it/il-dialogo-tra-don-ivan-maffeis-e-i-giovani/ Sun, 11 Sep 2022 09:27:35 +0000 https://www.lavoce.it/?p=68324 Giovani incontro con don Ivan Maffeis-giornata di ingresso e ordinazione episcopale

I giovani. Nella sosta a Prepo per l'incontro con i giovani della diocesi (in questa giornata intensa, prima della ordinazione episcopale che sarà questo pomeriggio, dopo un momento di preghiera don Ivan Maffeis dialoga con i giovani che hanno posto loro delle domande alle quali il Vescovo ha dato delle risposte. Don Riccardo Pascolini ha introdotto e condotto il dialogo con i giovani.

Ecco le domande e una rapida sintesi delle risposte di don Ivan

GIOVANE FAMIGLIA: Eccellenza, siamo una giovane famiglia: ci chiamiamo Giacomo e Lucia, abbiamo entrambi ventisei anni, siamo lavoratori e viviamo il nostro essere Chiesa in un cammino di fede. La testimonianza delle famiglie che ci hanno accompagnato nel fidanzamento ci ha persuaso che, se Gesù Cristo è colonna portante della quotidianità familiare, si può vivere il "per sempre", coltivando il matrimonio nell'Amore come nucleo di evangelizzazione, "costruendo la propria casa sulla roccia”. Di fronte alle difficoltà che nel tempo tantissime famiglie vivono nel "rimanere ancorati alla roccia" e nel riuscire a vivere i sacramenti e i momenti comunitari. secondo Lei cosa si può fare di più per sostenere le famiglie da questo punto di vista? (Giacomo e Lucia Zausa) GIOVANE LAVORATORE: Eccellenza, nella lettera apostolica Patris Corde, Papa Francesco scrive: “San Giuseppe era un carpentiere che ha lavorato onestamente per garantire il sostentamento della sua famiglia. Da lui Gesù ha imparato il valore, la dignità e la gioia di ciò che significa mangiare il pane frutto del proprio lavoro”. Il lavoro non può essere alienazione ma realizzazione di sé, miglioramento del mondo e luogo di solidarietà reciproca in cui i giovani potrebbero vivere da protagonisti, senza essere condannati a mendicare occupazioni non dignitose o a emigrare. Eccellenza, le mani, le menti e le capacità dei tanti giovani della nostra diocesi sono un prezioso patrimonio per la comunità: come possiamo aiutarli e sostenerli nell’essere protagonisti dell’oggi e del nostro futuro? (Elisa Calzuola) GIOVANE DISABILE: Buongiorno Eccellenza, benvenuto. Mi chiamo Anna, sono una ragazza in carrozzina con una malattia grave e rara, non curabile. Sono sempre stata educata a non piangermi addosso, ad affrontare tutto col sorriso e la Gioia di Cristo. Per i miei genitori sono un dono di Dio. Anche la parrocchia mi aiuta a crederlo. Io ci riesco a parlare con Lui! La parrocchia è la mia seconda casa. I miei amici preferiscono la discoteca, lo svago, le mie giornate invece sono vuote senza la Chiesa. A volte però accade che la tristezza arrivi a turbare la mia gioia di vivere. Quello che vorrei chiederle è: che cos'è per Lei la Gioia? Quale è, se c'è, una preghiera che a Lei mette gioia? (Anna Martinelli) Risposta di don Ivan La cosa più importante non sono le risposte ma le domande. Nella vita ho imparato che la cosa importante non sono le risposte ma le domande e le risposte da cercare insieme. Devo dire che sono colpito dalla vostra freschezza. Non credo di poter rispondere a tutti ma credo che nel nostro cuore c'è una domanda di infinito. E c'è una risposta da ascoltare. La famiglia: Voi siete una testimonianza, e questo è importante. Elisa: il lavoro. Di lavoro si muore anche. È successo anche a mio fratello. Io vorrei dirvi cercate di coltivare i sogni, di non accontentarvi. Ci sono momenti in cui dovremmo farlo, ma anche nel lavoro i sogni diventano vocazione, diventano chiamata, perchè quando troviamo il nostro posto il lavoro diventa il luogo dove diamo il meglio di noi stessi. Anna: penso che la risposta più bella l'hai data tu con il tuo esserci, con i tuoi genitori. Viviamo in un mondo in cui correre è diventato un idolo ma più corriamo meno incontriamo. È dura essere fermi, ma tu non sei ferma. Mi hai provocato a cercare una preghiera. La cercherò, così avremo occasione di rivederci. GIOVANE ADOLESCENTE: L’impegno e la vita di noi adolescenti passa spesso per il servizio vissuto nel Gruppo Scout, in oratorio, in esperienze missionarie, e serve ad alimentare i nostri sogni e i nostri desideri di bene, di bellezza e di pienezza. Sappiamo che 'Una sola è la Via', ma poi, nel quotidiano, fatichiamo a riconoscerla come nostra, aldilà delle occasioni e delle esperienze forti. Quale consiglio dà al nostro bisogno di certezze e di riferimenti? (giovascout) GIOVANE UNIVERSITARIO: Un nuovo anno accademico sta per cominciare ed anche in Università sembra viva la società liquida descritta da Bauman sul finire del secolo scorso. Lo spazio di dialogo e relazione tra studenti e docenti di cui era fucina l’Università è ridotto ormai a una rapida fermata della vita in cui acquisire conoscenze e competenze nel minor tempo possibile per diventare “qualcuno”. Appare impossibile parlare di spiritualità, di bisogno dell’umano e addirittura di se stessi, figuriamoci di Dio. Eppure in molti di noi permane forte il desiderio di condividere senza timore che le fatiche, lo studio, il raggiungimento di grandi obiettivi acquistano significato grazie all’incontro con un Altro. Come è possibile per noi poter essere presenti in Università in questo modo? Come condividere il proprio bisogno umano di significato, in una società che sembra non averne bisogno o quantomeno non averne cura? (Emanuele Salera) Don Ivan Maffeis Impariamo a guardare con gli occhi del cuore e vedremo che di risposte ce ne sono tante. Alessandro: credo che nella domanda ci sia già la risposta. Cosa fare: credo che già lo state facendo. Datevi appuntamento, imparate ad aprire la giornata con un momento insieme e vedrete quanti condividono la vostra fede, ma anche quanti non credendo condividono la vostra ricerca. Al termine dell'incontro don Ivan invita a pregare insieme il Padre nostro per la vita, per il lavoro, per i malati affinché nessuno sia mai lasciato indietro. E conclude con la benedizione e una breve preghiera davanti all'effige della Madonna delle Grazie che riproduce quella della Cattedrale di San Lorenzo. 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Giovani incontro con don Ivan Maffeis-giornata di ingresso e ordinazione episcopale

I giovani. Nella sosta a Prepo per l'incontro con i giovani della diocesi (in questa giornata intensa, prima della ordinazione episcopale che sarà questo pomeriggio, dopo un momento di preghiera don Ivan Maffeis dialoga con i giovani che hanno posto loro delle domande alle quali il Vescovo ha dato delle risposte. Don Riccardo Pascolini ha introdotto e condotto il dialogo con i giovani.

Ecco le domande e una rapida sintesi delle risposte di don Ivan

GIOVANE FAMIGLIA: Eccellenza, siamo una giovane famiglia: ci chiamiamo Giacomo e Lucia, abbiamo entrambi ventisei anni, siamo lavoratori e viviamo il nostro essere Chiesa in un cammino di fede. La testimonianza delle famiglie che ci hanno accompagnato nel fidanzamento ci ha persuaso che, se Gesù Cristo è colonna portante della quotidianità familiare, si può vivere il "per sempre", coltivando il matrimonio nell'Amore come nucleo di evangelizzazione, "costruendo la propria casa sulla roccia”. Di fronte alle difficoltà che nel tempo tantissime famiglie vivono nel "rimanere ancorati alla roccia" e nel riuscire a vivere i sacramenti e i momenti comunitari. secondo Lei cosa si può fare di più per sostenere le famiglie da questo punto di vista? (Giacomo e Lucia Zausa) GIOVANE LAVORATORE: Eccellenza, nella lettera apostolica Patris Corde, Papa Francesco scrive: “San Giuseppe era un carpentiere che ha lavorato onestamente per garantire il sostentamento della sua famiglia. Da lui Gesù ha imparato il valore, la dignità e la gioia di ciò che significa mangiare il pane frutto del proprio lavoro”. Il lavoro non può essere alienazione ma realizzazione di sé, miglioramento del mondo e luogo di solidarietà reciproca in cui i giovani potrebbero vivere da protagonisti, senza essere condannati a mendicare occupazioni non dignitose o a emigrare. Eccellenza, le mani, le menti e le capacità dei tanti giovani della nostra diocesi sono un prezioso patrimonio per la comunità: come possiamo aiutarli e sostenerli nell’essere protagonisti dell’oggi e del nostro futuro? (Elisa Calzuola) GIOVANE DISABILE: Buongiorno Eccellenza, benvenuto. Mi chiamo Anna, sono una ragazza in carrozzina con una malattia grave e rara, non curabile. Sono sempre stata educata a non piangermi addosso, ad affrontare tutto col sorriso e la Gioia di Cristo. Per i miei genitori sono un dono di Dio. Anche la parrocchia mi aiuta a crederlo. Io ci riesco a parlare con Lui! La parrocchia è la mia seconda casa. I miei amici preferiscono la discoteca, lo svago, le mie giornate invece sono vuote senza la Chiesa. A volte però accade che la tristezza arrivi a turbare la mia gioia di vivere. Quello che vorrei chiederle è: che cos'è per Lei la Gioia? Quale è, se c'è, una preghiera che a Lei mette gioia? (Anna Martinelli) Risposta di don Ivan La cosa più importante non sono le risposte ma le domande. Nella vita ho imparato che la cosa importante non sono le risposte ma le domande e le risposte da cercare insieme. Devo dire che sono colpito dalla vostra freschezza. Non credo di poter rispondere a tutti ma credo che nel nostro cuore c'è una domanda di infinito. E c'è una risposta da ascoltare. La famiglia: Voi siete una testimonianza, e questo è importante. Elisa: il lavoro. Di lavoro si muore anche. È successo anche a mio fratello. Io vorrei dirvi cercate di coltivare i sogni, di non accontentarvi. Ci sono momenti in cui dovremmo farlo, ma anche nel lavoro i sogni diventano vocazione, diventano chiamata, perchè quando troviamo il nostro posto il lavoro diventa il luogo dove diamo il meglio di noi stessi. Anna: penso che la risposta più bella l'hai data tu con il tuo esserci, con i tuoi genitori. Viviamo in un mondo in cui correre è diventato un idolo ma più corriamo meno incontriamo. È dura essere fermi, ma tu non sei ferma. Mi hai provocato a cercare una preghiera. La cercherò, così avremo occasione di rivederci. GIOVANE ADOLESCENTE: L’impegno e la vita di noi adolescenti passa spesso per il servizio vissuto nel Gruppo Scout, in oratorio, in esperienze missionarie, e serve ad alimentare i nostri sogni e i nostri desideri di bene, di bellezza e di pienezza. Sappiamo che 'Una sola è la Via', ma poi, nel quotidiano, fatichiamo a riconoscerla come nostra, aldilà delle occasioni e delle esperienze forti. Quale consiglio dà al nostro bisogno di certezze e di riferimenti? (giovascout) GIOVANE UNIVERSITARIO: Un nuovo anno accademico sta per cominciare ed anche in Università sembra viva la società liquida descritta da Bauman sul finire del secolo scorso. Lo spazio di dialogo e relazione tra studenti e docenti di cui era fucina l’Università è ridotto ormai a una rapida fermata della vita in cui acquisire conoscenze e competenze nel minor tempo possibile per diventare “qualcuno”. Appare impossibile parlare di spiritualità, di bisogno dell’umano e addirittura di se stessi, figuriamoci di Dio. Eppure in molti di noi permane forte il desiderio di condividere senza timore che le fatiche, lo studio, il raggiungimento di grandi obiettivi acquistano significato grazie all’incontro con un Altro. Come è possibile per noi poter essere presenti in Università in questo modo? Come condividere il proprio bisogno umano di significato, in una società che sembra non averne bisogno o quantomeno non averne cura? (Emanuele Salera) Don Ivan Maffeis Impariamo a guardare con gli occhi del cuore e vedremo che di risposte ce ne sono tante. Alessandro: credo che nella domanda ci sia già la risposta. Cosa fare: credo che già lo state facendo. Datevi appuntamento, imparate ad aprire la giornata con un momento insieme e vedrete quanti condividono la vostra fede, ma anche quanti non credendo condividono la vostra ricerca. Al termine dell'incontro don Ivan invita a pregare insieme il Padre nostro per la vita, per il lavoro, per i malati affinché nessuno sia mai lasciato indietro. E conclude con la benedizione e una breve preghiera davanti all'effige della Madonna delle Grazie che riproduce quella della Cattedrale di San Lorenzo. 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Starcup, al via la XVI edizione del torneo di calcio a cinque https://www.lavoce.it/starcup-al-via-la-xvi-edizione-del-torneo-di-calcio-a-cinque/ Tue, 30 Aug 2022 13:12:48 +0000 https://www.lavoce.it/?p=68125 starcup 2022

Primo appuntamento-evento delle attività pastorali dopo la pausa estiva, nell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, in attesa dell’inizio del ministero episcopale del nuovo arcivescovo Ivan Maffeis del prossimo 11 settembre, è la XVI edizione della Starcup.

il torneo di calcio a cinque organizzato dal gruppo Sportlab insieme alla Pastorale giovanile e al Coordinamento Oratori, tornerà quest'anno dal 1 al 4 settembre, presso l'impianto sportivo di Santa Sabina.

I partecipanti

È una quattro-giorni rivolta a tutti gli animatori degli oratori della Chiesa perugino-pievese, che quest'anno vede coinvolti quasi settecento giovani dai 14 ai 18 anni (per un totale di quarantaquattro squadre maschili e ventotto femminili), duecento alleducatori e più di cento volontari. Sabato 3 sarà inoltre previsto uno spazio dedicato ai più piccoli in modo da riprendere anche la YouthCup e la MiniCup, rispettivamente pensate per i ragazzi delle scuole medie ed elementari, così da coinvolgere tutte le fasce di età presenti negli oratori.

Il tradizionale calcio d’inizio, a riprova della stima consolidata delle istituzioni civili ed ecclesiastiche del territorio per l'evento, sarà dato dal sindaco di Perugia Andrea Romizi e dal vescovo ed amministratore diocesano monsignor Marco Salvi. Inoltre si conferma la collaborazione con l'associazione Avanti Tutta e la Caritas diocesana a cui si aggiungono l’Università dei Sapori e il servizio d'ordine tenuto dall'Associazione Nazionale Carabinieri.

La finalità della Starcup

"La Starcup non si limita ad essere un semplice torneo di calcio -precisa il suo presidente Leonardo Marchetti- i ragazzi, infatti, avranno modo di vivere un'esperienza che supera i confini del campo e potranno ascoltare le catechesi di laici, consacrati e giovani famiglie che porteranno le loro testimonianze di vita e di fede".

Tirare dritto verso la meta

 Il tema nel quale quest'anno si snoderà la Starcup è Azimuth - Traccia la tua rotta

"Fare Azimuth, in gergo scout -spiega Marchetti- significa prendere la via più diretta per arrivare al punto prestabilito, non badando alla strada già tracciata. Questo è l'invito che si vuole fare ai ragazzi: non lasciarsi intimorire dalle difficoltà del percorso e dagli ostacoli, ma tirare dritto guardando fissi verso la meta".

Ospite d'eccezione Dario Reda, giovane runner e docente padovano, celebre sui social per i suoi commenti al Vangelo della domenica e costantemente impegnato in tutta la Penisola nella testimonianza della fede, riscoperta tra l'altro guardando una partita di calcio.

Il cuore pulsante della Starcup

"Al centro del parco -conclude il presidente Marchetti- sarà allestita la cappella, vero cuore pulsante dell'evento, in cui giovani volontari animeranno, nel corso di tutta la manifestazione, l'adorazione eucaristica, un momento di preghiera e riflessione a cui tutti sono chiamati a partecipare".

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starcup 2022

Primo appuntamento-evento delle attività pastorali dopo la pausa estiva, nell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, in attesa dell’inizio del ministero episcopale del nuovo arcivescovo Ivan Maffeis del prossimo 11 settembre, è la XVI edizione della Starcup.

il torneo di calcio a cinque organizzato dal gruppo Sportlab insieme alla Pastorale giovanile e al Coordinamento Oratori, tornerà quest'anno dal 1 al 4 settembre, presso l'impianto sportivo di Santa Sabina.

I partecipanti

È una quattro-giorni rivolta a tutti gli animatori degli oratori della Chiesa perugino-pievese, che quest'anno vede coinvolti quasi settecento giovani dai 14 ai 18 anni (per un totale di quarantaquattro squadre maschili e ventotto femminili), duecento alleducatori e più di cento volontari. Sabato 3 sarà inoltre previsto uno spazio dedicato ai più piccoli in modo da riprendere anche la YouthCup e la MiniCup, rispettivamente pensate per i ragazzi delle scuole medie ed elementari, così da coinvolgere tutte le fasce di età presenti negli oratori.

Il tradizionale calcio d’inizio, a riprova della stima consolidata delle istituzioni civili ed ecclesiastiche del territorio per l'evento, sarà dato dal sindaco di Perugia Andrea Romizi e dal vescovo ed amministratore diocesano monsignor Marco Salvi. Inoltre si conferma la collaborazione con l'associazione Avanti Tutta e la Caritas diocesana a cui si aggiungono l’Università dei Sapori e il servizio d'ordine tenuto dall'Associazione Nazionale Carabinieri.

La finalità della Starcup

"La Starcup non si limita ad essere un semplice torneo di calcio -precisa il suo presidente Leonardo Marchetti- i ragazzi, infatti, avranno modo di vivere un'esperienza che supera i confini del campo e potranno ascoltare le catechesi di laici, consacrati e giovani famiglie che porteranno le loro testimonianze di vita e di fede".

Tirare dritto verso la meta

 Il tema nel quale quest'anno si snoderà la Starcup è Azimuth - Traccia la tua rotta

"Fare Azimuth, in gergo scout -spiega Marchetti- significa prendere la via più diretta per arrivare al punto prestabilito, non badando alla strada già tracciata. Questo è l'invito che si vuole fare ai ragazzi: non lasciarsi intimorire dalle difficoltà del percorso e dagli ostacoli, ma tirare dritto guardando fissi verso la meta".

Ospite d'eccezione Dario Reda, giovane runner e docente padovano, celebre sui social per i suoi commenti al Vangelo della domenica e costantemente impegnato in tutta la Penisola nella testimonianza della fede, riscoperta tra l'altro guardando una partita di calcio.

Il cuore pulsante della Starcup

"Al centro del parco -conclude il presidente Marchetti- sarà allestita la cappella, vero cuore pulsante dell'evento, in cui giovani volontari animeranno, nel corso di tutta la manifestazione, l'adorazione eucaristica, un momento di preghiera e riflessione a cui tutti sono chiamati a partecipare".

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La pastorale giovanile in Puglia al Campo itinerante di Azione Cattolica https://www.lavoce.it/la-pastorale-giovanile-in-puglia-al-campo-itinerante-di-azione-cattolica/ Mon, 22 Aug 2022 11:17:14 +0000 https://www.lavoce.it/?p=68019 azione cattolica un ponte per

Un’esperienza di fede e di fraternità, è quella che ha preso avvio sabato 20 e si concluderà venerdì 26 agosto, che vede coinvolti trenta giovani della Diocesi di Terni-Narni-Amelia, al campo itinerante Giovani di Azione Cattolica in Puglia sul tema Un ponte per.

Un tema che nasce dal fatto che questa regione è come un ponte sul mar Mediterraneo tra Oriente e Occidente, tra Nord e Sud, a contatto con le meraviglie, la storia, gli uomini e le donne e con i santi di ieri e di oggi (San Nicola, San Giuseppe da Copertino, don Tonino Bello, i Santi Martiri Idruntini, San Pio da Pietrelcina, San Michele arcangelo).

I giovani, dai 17 ai 28 anni, provenienti dalle parrocchie di Gabelletta, Borgo Rivo, Borgo Bovio, Narni Scalo, Otricoli, sono accompagnati da cinque sacerdoti: don Luca, don Luciano, don Pio, padre Michele e don Matteo, e da due seminaristi.

Prima tappa a Bari con la visita alla città, alla Cattedrale, alla chiesa di San Nicola con la messa presieduta dal vescovo emerito della diocesi di Terni-Narni-Amelia padre Giuseppe Piemontese. Tappa, poi, per Alberobello, Polignano al Mare, Lecce, Copertino con visita al santuario e riflessione sulla figura di San Giuseppe che con la sua testimonianza indica la strada che conduce all'autentica gioia, pur in mezzo a fatiche e tribolazioni: una gioia che viene dall'alto e nasce dall’amore per Dio e per i fratelli.

Il pellegrinaggio proseguirà, nei giorni successivi, per Castro Marina, Santa Maria di Leuca, Alessano luogo di sepoltura di don Tonino Bello, Otranto, Trani, Monte Sant’Angelo e San Giovanni Rotondo con la visita al santuario di San Pio da Pietrelcina.

"In questo campo itinerante dei giovani -spiega don Matteo Antonelli responsabile del servizio di Pastorale Giovanile della Diocesi di Terni-Narni-Amelia- si unisce il giusto e necessario momento di riposo e di ricarica fisica e spirituale, con la conoscenza di un territorio fantastico, ricco di storia, di arte, di meraviglie naturali e attraversato da una fede che dalle origini arriva ai giorni nostri.

Inoltre, l’esperienza arricchisce una sana fraternità ecclesiale: questo è un campo di Azione Cattolica e la maggior parte dei giovani presenti, partecipando durante l’anno a varie attività per e con i giovani nelle loro parrocchie, riconosce, apprezza e cerca di impegnarsi in una realtà associativa, mezzo fondamentale per crescere nella fede, superare i particolarismi parrocchiali, sentirsi appartenenti a qualcosa di più grande, la Chiesa".

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azione cattolica un ponte per

Un’esperienza di fede e di fraternità, è quella che ha preso avvio sabato 20 e si concluderà venerdì 26 agosto, che vede coinvolti trenta giovani della Diocesi di Terni-Narni-Amelia, al campo itinerante Giovani di Azione Cattolica in Puglia sul tema Un ponte per.

Un tema che nasce dal fatto che questa regione è come un ponte sul mar Mediterraneo tra Oriente e Occidente, tra Nord e Sud, a contatto con le meraviglie, la storia, gli uomini e le donne e con i santi di ieri e di oggi (San Nicola, San Giuseppe da Copertino, don Tonino Bello, i Santi Martiri Idruntini, San Pio da Pietrelcina, San Michele arcangelo).

I giovani, dai 17 ai 28 anni, provenienti dalle parrocchie di Gabelletta, Borgo Rivo, Borgo Bovio, Narni Scalo, Otricoli, sono accompagnati da cinque sacerdoti: don Luca, don Luciano, don Pio, padre Michele e don Matteo, e da due seminaristi.

Prima tappa a Bari con la visita alla città, alla Cattedrale, alla chiesa di San Nicola con la messa presieduta dal vescovo emerito della diocesi di Terni-Narni-Amelia padre Giuseppe Piemontese. Tappa, poi, per Alberobello, Polignano al Mare, Lecce, Copertino con visita al santuario e riflessione sulla figura di San Giuseppe che con la sua testimonianza indica la strada che conduce all'autentica gioia, pur in mezzo a fatiche e tribolazioni: una gioia che viene dall'alto e nasce dall’amore per Dio e per i fratelli.

Il pellegrinaggio proseguirà, nei giorni successivi, per Castro Marina, Santa Maria di Leuca, Alessano luogo di sepoltura di don Tonino Bello, Otranto, Trani, Monte Sant’Angelo e San Giovanni Rotondo con la visita al santuario di San Pio da Pietrelcina.

"In questo campo itinerante dei giovani -spiega don Matteo Antonelli responsabile del servizio di Pastorale Giovanile della Diocesi di Terni-Narni-Amelia- si unisce il giusto e necessario momento di riposo e di ricarica fisica e spirituale, con la conoscenza di un territorio fantastico, ricco di storia, di arte, di meraviglie naturali e attraversato da una fede che dalle origini arriva ai giorni nostri.

Inoltre, l’esperienza arricchisce una sana fraternità ecclesiale: questo è un campo di Azione Cattolica e la maggior parte dei giovani presenti, partecipando durante l’anno a varie attività per e con i giovani nelle loro parrocchie, riconosce, apprezza e cerca di impegnarsi in una realtà associativa, mezzo fondamentale per crescere nella fede, superare i particolarismi parrocchiali, sentirsi appartenenti a qualcosa di più grande, la Chiesa".

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Rientrati da Santiago de Compostela i 103 giovani pellegrini perugino-pievesi https://www.lavoce.it/rientrati-da-santiago-de-compostela-i-103-giovani-pellegrini-perugino-pievesi/ Fri, 05 Aug 2022 10:25:51 +0000 https://www.lavoce.it/?p=67931 Santiago de Compostela

Essenzialità, fatica, servizio, sacrificio hanno scandito, insieme a diversi e intensi momenti di spiritualità, i dieci giorni di pellegrinaggio dei centotre ragazzi e ragazze della Pastorale diocesana giovanile di Perugia-Città della Pieve al Santuario di Santiago de Compostela; un viaggio iniziato il 24 luglio e terminato la sera del 4 agosto, lungo quasi duemilasettecento chilometri di cui gli ultimi centoventi percorsi a piedi.

Alcuni giovani sono partiti con non pochi interrogativi e dubbi, ma, cammino facendo, si sono ricreduti, restando affascinati dall’esperienza umana e spirituale davvero unica e da ripetersi anche in situazioni diverse.

L'esperienza del pellegrinaggio a Santiago de Compostela

"Dio parla all’uomo e non solo alla Chiesa -racconta uno dei giovani pellegrini- soprattutto attraverso le esperienze di altre persone. Quello a Santiago de Compostela, è stato un pellegrinaggio che ti segna e ti cambia, domani non sarà più come ieri. Non usare il cellulare e vivere con soli dieci euro al giorno non è stato facile, ma ti ha fatto capire che puoi farcela lo stesso, che le cose più importanti e necessarie sono altre. È stata un’esperienza che ti ha dato la possibilità di metterti in discussione, facendoti comprendere l’importanza della conoscenza dell’altro e di aiutarsi vicendevolmente.

La cosa più sorprendente è quella che Dio lo incontri proprio nell’altro e il cammino di Santiago ti aiuta a questo incontro".

Un pellegrinaggio che lascia un segno in questi giovani pellegrini, segno, proprio, di una Chiesa diocesana viva grazie anche alla Pastorale giovanile guidata da don Luca Delunghi, organizzatore-animatore di numerose simili esperienze che forgiano i giovani alla vita. Tra i partecipanti c’erano anche diversi animatori degli Oratori perugini, accompagnati dal loro responsabile diocesano don Riccardo Pascolini, come anche alcuni volontari della Caritas diocesana con il direttore don Marco Briziarelli.

"Il pellegrinaggio -ricorda don Marco- è stato anche una esperienza di servizio, di comunione, di relazioni e di ripartenza dopo la fase acuta della pandemia. Il Cammino di Compostela fa venire fuori anche le nostre fragilità, le nostre tensioni, ma la bellezza è quella di vedere limare le nostre spigolature".

Prossima esperienza di servizio e di fede,  per giovani perugino-pievesi, alla Casa-missione della Caritas Umbria in Kosovo

Il direttore della Caritas diocesana coglie l’occasione, inoltre, per annunciare un’altra significativa esperienza di servizio e di fede, quella di quindici giovani perugino-pievesi che vivranno, dal 13 al 20 settembre, presso la Casa-missione in Kosovo, una realtà di accoglienza aperta a tutti avviata nel 1999 dalla Caritas Umbria dopo la fine delle ostilità belliche nella regione balcanica. Un’area dell’Europa centro-orientale con periodiche e preoccupanti fibrillazioni tra etnie e culture diverse (l’ultima risale a pochi giorni fa, nel nord del Kosovo al confine con la Serbia).

La realtà Caritas, nata dall’impegno della Chiesa umbra, testimonia come persone di nazionalità e religioni diverse possono vivere pacificamente tra loro.

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Santiago de Compostela

Essenzialità, fatica, servizio, sacrificio hanno scandito, insieme a diversi e intensi momenti di spiritualità, i dieci giorni di pellegrinaggio dei centotre ragazzi e ragazze della Pastorale diocesana giovanile di Perugia-Città della Pieve al Santuario di Santiago de Compostela; un viaggio iniziato il 24 luglio e terminato la sera del 4 agosto, lungo quasi duemilasettecento chilometri di cui gli ultimi centoventi percorsi a piedi.

Alcuni giovani sono partiti con non pochi interrogativi e dubbi, ma, cammino facendo, si sono ricreduti, restando affascinati dall’esperienza umana e spirituale davvero unica e da ripetersi anche in situazioni diverse.

L'esperienza del pellegrinaggio a Santiago de Compostela

"Dio parla all’uomo e non solo alla Chiesa -racconta uno dei giovani pellegrini- soprattutto attraverso le esperienze di altre persone. Quello a Santiago de Compostela, è stato un pellegrinaggio che ti segna e ti cambia, domani non sarà più come ieri. Non usare il cellulare e vivere con soli dieci euro al giorno non è stato facile, ma ti ha fatto capire che puoi farcela lo stesso, che le cose più importanti e necessarie sono altre. È stata un’esperienza che ti ha dato la possibilità di metterti in discussione, facendoti comprendere l’importanza della conoscenza dell’altro e di aiutarsi vicendevolmente.

La cosa più sorprendente è quella che Dio lo incontri proprio nell’altro e il cammino di Santiago ti aiuta a questo incontro".

Un pellegrinaggio che lascia un segno in questi giovani pellegrini, segno, proprio, di una Chiesa diocesana viva grazie anche alla Pastorale giovanile guidata da don Luca Delunghi, organizzatore-animatore di numerose simili esperienze che forgiano i giovani alla vita. Tra i partecipanti c’erano anche diversi animatori degli Oratori perugini, accompagnati dal loro responsabile diocesano don Riccardo Pascolini, come anche alcuni volontari della Caritas diocesana con il direttore don Marco Briziarelli.

"Il pellegrinaggio -ricorda don Marco- è stato anche una esperienza di servizio, di comunione, di relazioni e di ripartenza dopo la fase acuta della pandemia. Il Cammino di Compostela fa venire fuori anche le nostre fragilità, le nostre tensioni, ma la bellezza è quella di vedere limare le nostre spigolature".

Prossima esperienza di servizio e di fede,  per giovani perugino-pievesi, alla Casa-missione della Caritas Umbria in Kosovo

Il direttore della Caritas diocesana coglie l’occasione, inoltre, per annunciare un’altra significativa esperienza di servizio e di fede, quella di quindici giovani perugino-pievesi che vivranno, dal 13 al 20 settembre, presso la Casa-missione in Kosovo, una realtà di accoglienza aperta a tutti avviata nel 1999 dalla Caritas Umbria dopo la fine delle ostilità belliche nella regione balcanica. Un’area dell’Europa centro-orientale con periodiche e preoccupanti fibrillazioni tra etnie e culture diverse (l’ultima risale a pochi giorni fa, nel nord del Kosovo al confine con la Serbia).

La realtà Caritas, nata dall’impegno della Chiesa umbra, testimonia come persone di nazionalità e religioni diverse possono vivere pacificamente tra loro.

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Papa Francesco ai giovani: “Non perdete il fiuto della Verità” https://www.lavoce.it/papa-francesco-ai-giovani-non-perdete-il-fiuto-della-verita/ Tue, 19 Apr 2022 15:31:29 +0000 https://www.lavoce.it/?p=66311

In una piazza San Pietro traboccante come non si vedeva da tempo si è concluso Lunedì dell’Angelo a Roma il pellegrinaggio dei giovani provenienti dalle diocesi di tutta Italia. #Seguimi era lo slogan scelto per l’incontro degli adolescenti italiani con papa Francesco. Un evento che ha preso avvio dalle prime ore del pomeriggio con un momento di festa alla presenza del cantante Blanco, vincitore dell’ultimo Sanremo. A presentare l’evento Andrea Delogu insieme a Gabriele Vagnato, e poi Giovanni Scifoni, Michele La Ginestra e il cantante Matteo Romano. Ad emozionare i racconti l’esperienza della comunità di Nembro, segnata dalle conseguenze del Covid-19 durante il primo periodo della pandemia. Dopo la festa, la veglia e l’incontro con il Papa. I circa ottantamila giovani tra i 12 e i 17 anni, insieme ai loro accompagnatori, hanno incontrato Francesco per un’ora di dialogo e preghiera, tra canti, esperienze e testimonianze di vita. Con loro c’erano anche una sessantina di vescovi e numerosi sacerdoti, religiosi, religiose, educatori e responsabili di associazioni, di movimenti e di comunità. Ad accogliere il Papa, arrivato in piazza con la papamobile, le parole del card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, il quale ha salutato i giovani ricordando le difficoltà vissute durante la pandemia. Alcune immagini dei partecipanti delle diocesi di Assisi, Perugia e Gubbio [gallery ids="66321,66323,66324,66325,66326,66327,66331,66332,66333"]

Le parole del card. Gualtiero Bassetti

“Santo padre, oggi è un giorno davvero speciale per tutti noi e per Lei” – ha esordito il card. Bassetti - Finalmente siamo qui. Questa è la piazza più bella che si potesse sognare”, ma “la gioia di oggi non deve far dimenticare, a noi e a loro, la fatica e la sofferenza dei mesi trascorsi. Non sono dei grandi spensierati questi ragazzi i – ha proseguito il cardinale - Hanno sofferto, molto, durante gli ultimi due anni: più degli adulti sono spesso piombati in una solitudine che nessuna tecnologia ha potuto evitare”. “Alcuni di loro hanno visto la morte – ha proseguito - quella dei nonni, delle persone care, degli amici. Sono stati costretti a volersi bene senza potersi manifestare l’affetto. Hanno portato avanti i loro percorsi formativi davanti ad uno schermo, scoprendo che il sapere non ha sapore, se è soltanto una ricerca solitaria. Sono affiorate le domande che ogni adolescente si pone sul perché si vive, perché si soffre e perché si muore. Il futuro è apparso loro oscuro e incerto. Ma questo ha permesso a noi adulti di sentirci più fraterni con loro, perché le loro domande sono anche le nostre”. “Ci hanno sorpresi” – ha sottolineato il Presidente della Cei. “Quando abbiamo ipotizzato questo incontro eravamo pieni di dubbi. Questa piazza piena di ragazzi e traboccante di entusiasmo è la loro risposta”. “Se oggi siamo qui – ha proseguito ancora Bassetti – lo dobbiamo a loro! Immagino che le loro paure non si siano dissolte nel giro di pochi giorni: sono qui per il bisogno intenso di un incontro bello, importante, da ricordare nel futuro. Ora – ha aggiunto – hanno bisogno della parola di un Padre, la sua, che annunci loro che il Signore Gesù può farci vivere ancora l’esperienza gioiosa della Risurrezione”. “Mi sento di ringraziare questi ragazzi - ha poi sottolineato quasi in conclusione - Un vecchio di ottant’anni come me, davanti ad uno spettacolo del genere non può che commuoversi. Così come ringrazio chi li ha accompagnati”.

Il momento centrale con la lettura del Vangelo e le testimonianze dei ragazzi

Al centro della veglia di preghiera e riflessione assieme al Papa c’è stata la lettura del brano evangelico tratto dal 21° capitolo di Giovanni, con l’incontro dei discepoli con Gesù sul lago di Tiberiade dopo la risurrezione. Un brano che termina proprio con il dialogo tra Cristo e Pietro e l’invito di Gesù “Seguimi”. A seguire le testimonianze di vita di alcuni ragazzi alla luce del vangelo che è stato ascoltato: tra loro quella del dodicenne Mattia Piccoli, l’Alfiere della Repubblica che ogni giorno "solo per un atto d'amore", e con il sostegno della famiglia e della fede, aiuta il "buio" del suo papà, malato di Alzheimer precoce, ad essere meno oscuro.

Le parole di papa Francesco

“Ragazzi, benvenuti, grazie di essere qui – ha esordito papa Francesco – Questa piazza attendeva da tempo di riempirsi della vostra presenza, dei vostri volti e del vostro entusiasmo. Due anni fa, il 27 marzo, venni qui da solo per presentare al Signore la supplica del mondo colpito dalla pandemia. Forse quella sera eravate anche voi nelle vostre case davanti al televisore a pregare insieme alle vostre famiglie. Sono passati due anni con la piazza vuota – ha proseguito a braccio – e alla piazza gli è successo come quando noi facciamo il digiuno: la piazza ha sofferto il digiuno, e ora è piena di voi! Oggi, grazie a Dio, siete qui, insieme, venuti da ogni parte d’Italia, nell’abbraccio di questa piazza e nella gioia della Pasqua che abbiamo appena celebrato. Gesù Risorto ha vinto le tenebre della morte. Purtroppo, sono ancora dense le nubi che oscurano il nostro tempo. Oltre la pandemia l’Europa sta vivendo una guerra tremenda, mentre continuano in molte regioni della terra ingiustizie e violenze che distruggono l’uomo e il pianeta. Spesso sono proprio i vostri coetanei a pagare il prezzo più alto”. “Ci sono momenti in cui la vita ci mette a dura prova, ci fa toccare con mano le nostre fragilità e ci fa sentire nudi, inermi, soli”, ha proseguito ancora il Papa: “Quante volte in questo periodo vi siete sentiti soli, lontani dai vostri amici? Quante volte avete avuto paura? Non bisogna vergognarsi di dire: ho paura del buio! Tutti noi abbiamo paura del buio! Le paure vanno dette, bisogna esprimerle per cacciarle via! Vanno messe alla luce, e quando vengono messe alla luce, scoppia la verità!”. “Il buio ci mette in crisi, è vero, ma durante le crisi si deve parlare, con amici, papà, mamma, nonni: le crisi vanno illuminate, per vincerle!”. “Cari ragazzi voi non avete l’esperienza dei grandi, ma avete il ‘fiuto’ della realtà, il fiuto per dire questo è vero, questo non è vero, il fiuto della Verità. il fiuto per trovare il Signore: non perdetelo! Vi auguro di avere il fiuto di Giovanni, ma anche il coraggio di Pietro.– ha detto ancora a braccio rivolgendosi agli adolescenti. “Il fiuto vi porti alla generosità. Non abbiate paura della vita, la vita è bella, per darla agli altri, per condividerla con gli altri!”.]]>

In una piazza San Pietro traboccante come non si vedeva da tempo si è concluso Lunedì dell’Angelo a Roma il pellegrinaggio dei giovani provenienti dalle diocesi di tutta Italia. #Seguimi era lo slogan scelto per l’incontro degli adolescenti italiani con papa Francesco. Un evento che ha preso avvio dalle prime ore del pomeriggio con un momento di festa alla presenza del cantante Blanco, vincitore dell’ultimo Sanremo. A presentare l’evento Andrea Delogu insieme a Gabriele Vagnato, e poi Giovanni Scifoni, Michele La Ginestra e il cantante Matteo Romano. Ad emozionare i racconti l’esperienza della comunità di Nembro, segnata dalle conseguenze del Covid-19 durante il primo periodo della pandemia. Dopo la festa, la veglia e l’incontro con il Papa. I circa ottantamila giovani tra i 12 e i 17 anni, insieme ai loro accompagnatori, hanno incontrato Francesco per un’ora di dialogo e preghiera, tra canti, esperienze e testimonianze di vita. Con loro c’erano anche una sessantina di vescovi e numerosi sacerdoti, religiosi, religiose, educatori e responsabili di associazioni, di movimenti e di comunità. Ad accogliere il Papa, arrivato in piazza con la papamobile, le parole del card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei, il quale ha salutato i giovani ricordando le difficoltà vissute durante la pandemia. Alcune immagini dei partecipanti delle diocesi di Assisi, Perugia e Gubbio [gallery ids="66321,66323,66324,66325,66326,66327,66331,66332,66333"]

Le parole del card. Gualtiero Bassetti

“Santo padre, oggi è un giorno davvero speciale per tutti noi e per Lei” – ha esordito il card. Bassetti - Finalmente siamo qui. Questa è la piazza più bella che si potesse sognare”, ma “la gioia di oggi non deve far dimenticare, a noi e a loro, la fatica e la sofferenza dei mesi trascorsi. Non sono dei grandi spensierati questi ragazzi i – ha proseguito il cardinale - Hanno sofferto, molto, durante gli ultimi due anni: più degli adulti sono spesso piombati in una solitudine che nessuna tecnologia ha potuto evitare”. “Alcuni di loro hanno visto la morte – ha proseguito - quella dei nonni, delle persone care, degli amici. Sono stati costretti a volersi bene senza potersi manifestare l’affetto. Hanno portato avanti i loro percorsi formativi davanti ad uno schermo, scoprendo che il sapere non ha sapore, se è soltanto una ricerca solitaria. Sono affiorate le domande che ogni adolescente si pone sul perché si vive, perché si soffre e perché si muore. Il futuro è apparso loro oscuro e incerto. Ma questo ha permesso a noi adulti di sentirci più fraterni con loro, perché le loro domande sono anche le nostre”. “Ci hanno sorpresi” – ha sottolineato il Presidente della Cei. “Quando abbiamo ipotizzato questo incontro eravamo pieni di dubbi. Questa piazza piena di ragazzi e traboccante di entusiasmo è la loro risposta”. “Se oggi siamo qui – ha proseguito ancora Bassetti – lo dobbiamo a loro! Immagino che le loro paure non si siano dissolte nel giro di pochi giorni: sono qui per il bisogno intenso di un incontro bello, importante, da ricordare nel futuro. Ora – ha aggiunto – hanno bisogno della parola di un Padre, la sua, che annunci loro che il Signore Gesù può farci vivere ancora l’esperienza gioiosa della Risurrezione”. “Mi sento di ringraziare questi ragazzi - ha poi sottolineato quasi in conclusione - Un vecchio di ottant’anni come me, davanti ad uno spettacolo del genere non può che commuoversi. Così come ringrazio chi li ha accompagnati”.

Il momento centrale con la lettura del Vangelo e le testimonianze dei ragazzi

Al centro della veglia di preghiera e riflessione assieme al Papa c’è stata la lettura del brano evangelico tratto dal 21° capitolo di Giovanni, con l’incontro dei discepoli con Gesù sul lago di Tiberiade dopo la risurrezione. Un brano che termina proprio con il dialogo tra Cristo e Pietro e l’invito di Gesù “Seguimi”. A seguire le testimonianze di vita di alcuni ragazzi alla luce del vangelo che è stato ascoltato: tra loro quella del dodicenne Mattia Piccoli, l’Alfiere della Repubblica che ogni giorno "solo per un atto d'amore", e con il sostegno della famiglia e della fede, aiuta il "buio" del suo papà, malato di Alzheimer precoce, ad essere meno oscuro.

Le parole di papa Francesco

“Ragazzi, benvenuti, grazie di essere qui – ha esordito papa Francesco – Questa piazza attendeva da tempo di riempirsi della vostra presenza, dei vostri volti e del vostro entusiasmo. Due anni fa, il 27 marzo, venni qui da solo per presentare al Signore la supplica del mondo colpito dalla pandemia. Forse quella sera eravate anche voi nelle vostre case davanti al televisore a pregare insieme alle vostre famiglie. Sono passati due anni con la piazza vuota – ha proseguito a braccio – e alla piazza gli è successo come quando noi facciamo il digiuno: la piazza ha sofferto il digiuno, e ora è piena di voi! Oggi, grazie a Dio, siete qui, insieme, venuti da ogni parte d’Italia, nell’abbraccio di questa piazza e nella gioia della Pasqua che abbiamo appena celebrato. Gesù Risorto ha vinto le tenebre della morte. Purtroppo, sono ancora dense le nubi che oscurano il nostro tempo. Oltre la pandemia l’Europa sta vivendo una guerra tremenda, mentre continuano in molte regioni della terra ingiustizie e violenze che distruggono l’uomo e il pianeta. Spesso sono proprio i vostri coetanei a pagare il prezzo più alto”. “Ci sono momenti in cui la vita ci mette a dura prova, ci fa toccare con mano le nostre fragilità e ci fa sentire nudi, inermi, soli”, ha proseguito ancora il Papa: “Quante volte in questo periodo vi siete sentiti soli, lontani dai vostri amici? Quante volte avete avuto paura? Non bisogna vergognarsi di dire: ho paura del buio! Tutti noi abbiamo paura del buio! Le paure vanno dette, bisogna esprimerle per cacciarle via! Vanno messe alla luce, e quando vengono messe alla luce, scoppia la verità!”. “Il buio ci mette in crisi, è vero, ma durante le crisi si deve parlare, con amici, papà, mamma, nonni: le crisi vanno illuminate, per vincerle!”. “Cari ragazzi voi non avete l’esperienza dei grandi, ma avete il ‘fiuto’ della realtà, il fiuto per dire questo è vero, questo non è vero, il fiuto della Verità. il fiuto per trovare il Signore: non perdetelo! Vi auguro di avere il fiuto di Giovanni, ma anche il coraggio di Pietro.– ha detto ancora a braccio rivolgendosi agli adolescenti. “Il fiuto vi porti alla generosità. Non abbiate paura della vita, la vita è bella, per darla agli altri, per condividerla con gli altri!”.]]>
Eventi promossi dalla Pastorale giovanile e Coordinamento Oratori di Perugia https://www.lavoce.it/eventi-promossi-dalla-pastorale-giovanile-e-coordinamento-oratori-di-perugia/ Thu, 31 Mar 2022 13:30:21 +0000 https://www.lavoce.it/?p=65917 veglia di preghiera oratori

La Veglia diocesana di Quaresima nelle sette Zone pastorali dell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, di giovedì 31 marzo, la Giornata diocesana di formazione per animatori Grest-Oratori nel centro storico del capoluogo umbro, di domenica 3 aprile, e il Pellegrinaggio a Roma per rispondere alla chiamata di Papa Francesco di lunedì 18 e martedì 19 aprile, sono i tre importanti eventi promossi dalla Pastorale giovanile diocesana e dal Coordinamento Oratori Perugini rivolti a diverse centinaia di giovani e giovanissimi, in preparazione alla Pasqua e al prossimo periodo estivo che li vede da sempre protagonisti, pur avendo dovuto limitare al massimo partecipazione e attività, negli ultimi due anni, a seguito dell’emergenza Covid-19.

"Sono segni di speranza -evidenzia il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti nell'annunciare queste iniziative- per tanti fanciulli, adolescenti e giovani che hanno molto patito la pandemia". Eventi che testimoniano il desiderio di un ritorno alla normalità della vita dopo privazioni e rinunce a tanti momenti di aggregazione e socialità indispensabili alla crescita umana e cristiana di bambini, ragazzi e giovani.

"Queste iniziative -commentano don Luca Delunghi, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale giovanile, e don Riccardo Pascolini, responsabile del Coordinamento Oratori Perugini- che richiameranno una nutrita partecipazione, si terranno nel rispetto delle vigenti norme sanitarie per il contenimento del contagio da Covid-19 e saranno occasione anche per educare le giovani generazioni alla prudenza e al rispetto delle regole nella fase delicata della post-emergenza".

Le iniziative della Chiesa perugino-pievese per giovani e giovanissimi non trascureranno neppure quanto sta accadendo di terribile in Ucraina dove migliaia di loro coetanei sono vittime delle atrocità della guerra.

"Il ritorno ad incontrarsi per pregare insieme in vista della Pasqua e con papa Francesco e per prepararsi alle attività oratoriali estive -ricordano i due sacerdoti- è anche un segno di testimoni di pace e di vicinanza e condivisione con i tanti bambini e adolescenti che arrivano dall’Ucraina e che per un periodo saranno accolti nelle nostre comunità".

Veglia diocesana di Quaresima

Questo tradizionale appuntamento di preghiera dei giovani in preparazione alla Pasqua, che ha per titolo il passo evangelico Beati per causa mia, è stato promosso insieme alle Pastorali Universitaria e Vocazionale e si terrà a livello di Zona pastorale, nella serata del 31 marzo, alle ore 21. Il cardinale Bassetti guiderà la veglia dei giovani della V Zona, presso il Santuario mariano di Mongiovino di Tavernelle; mentre il vescovo ausiliare monsignor Marco Salvi sarà con i giovani della III Zona pastorale, presso la chiesa parrocchiale di San Nicolo di Celle di Deruta.

Giornata di formazione Grest-Oratori

È organizzata in collaborazione con l’Anspi e si svolgerà domenica 3 aprile, dalle ore 8.30 alle 19, con ritrovo presso l’Oratorio di San Bernardino in San Francesco al Prato di Perugia e le sessioni mattutina e pomeridiana con stand, workshop, attività e laboratori in diverse location del centro storico. Alle 12.30 l’appuntamento con l’Oratorio Green Live Up nel chiostro della cattedrale di San Lorenzo dove il vescovo ausiliare monsignor Salvi saluterà i partecipanti per poi celebrare con loro l’Eucaristia in cattedrale, alle 18, e affidare il mandato agli animatori di Grest-Oratori.

"Una giornata pensata a servizio di giovani e ragazzi -annunciano i promotori- perché sia occasione di condivisione, gioia e reciproca crescita, grazie alla collaborazione in rete delle agenzie educative e associative che da anni sono a servizio della nostra realtà diocesana. Da segnalare, la presenza di Gigi Cotichella, teologo, artista, autore e creativo".

Pellegrinaggio a Roma

È organizzato dal Servizio nazionale di pastorale giovanile della Cei, Lunedì dell’Angelo 18 aprile, ed ha per titolo #Seguimi. Il pellegrinaggio è rivolto ad adolescenti, dai 12 ai 17 anni, accompagnati da parroci e animatori, per rispondere alla chiamata di Papa Francesco e per offrire ai ragazzi l'opportunità di un tempo che li aiuti a far risuonare ancora di più questo Incontro. L’Archidiocesi perugino-pievese ha deciso di trattenersi con loro a Roma anche martedì 19 aprile.

Il cardinale Bassetti così sottolinea l'importanza dell'iniziativa.

"Dopo questi mesi di vita incerta -dice- sarà il primo ritorno di un incontro del Papa in Piazza San Pietro e mi sembra particolarmente bello che questo possa avvenire con i ragazzi di quella fascia d’età che molto hanno patito la pandemia".

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veglia di preghiera oratori

La Veglia diocesana di Quaresima nelle sette Zone pastorali dell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, di giovedì 31 marzo, la Giornata diocesana di formazione per animatori Grest-Oratori nel centro storico del capoluogo umbro, di domenica 3 aprile, e il Pellegrinaggio a Roma per rispondere alla chiamata di Papa Francesco di lunedì 18 e martedì 19 aprile, sono i tre importanti eventi promossi dalla Pastorale giovanile diocesana e dal Coordinamento Oratori Perugini rivolti a diverse centinaia di giovani e giovanissimi, in preparazione alla Pasqua e al prossimo periodo estivo che li vede da sempre protagonisti, pur avendo dovuto limitare al massimo partecipazione e attività, negli ultimi due anni, a seguito dell’emergenza Covid-19.

"Sono segni di speranza -evidenzia il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti nell'annunciare queste iniziative- per tanti fanciulli, adolescenti e giovani che hanno molto patito la pandemia". Eventi che testimoniano il desiderio di un ritorno alla normalità della vita dopo privazioni e rinunce a tanti momenti di aggregazione e socialità indispensabili alla crescita umana e cristiana di bambini, ragazzi e giovani.

"Queste iniziative -commentano don Luca Delunghi, direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale giovanile, e don Riccardo Pascolini, responsabile del Coordinamento Oratori Perugini- che richiameranno una nutrita partecipazione, si terranno nel rispetto delle vigenti norme sanitarie per il contenimento del contagio da Covid-19 e saranno occasione anche per educare le giovani generazioni alla prudenza e al rispetto delle regole nella fase delicata della post-emergenza".

Le iniziative della Chiesa perugino-pievese per giovani e giovanissimi non trascureranno neppure quanto sta accadendo di terribile in Ucraina dove migliaia di loro coetanei sono vittime delle atrocità della guerra.

"Il ritorno ad incontrarsi per pregare insieme in vista della Pasqua e con papa Francesco e per prepararsi alle attività oratoriali estive -ricordano i due sacerdoti- è anche un segno di testimoni di pace e di vicinanza e condivisione con i tanti bambini e adolescenti che arrivano dall’Ucraina e che per un periodo saranno accolti nelle nostre comunità".

Veglia diocesana di Quaresima

Questo tradizionale appuntamento di preghiera dei giovani in preparazione alla Pasqua, che ha per titolo il passo evangelico Beati per causa mia, è stato promosso insieme alle Pastorali Universitaria e Vocazionale e si terrà a livello di Zona pastorale, nella serata del 31 marzo, alle ore 21. Il cardinale Bassetti guiderà la veglia dei giovani della V Zona, presso il Santuario mariano di Mongiovino di Tavernelle; mentre il vescovo ausiliare monsignor Marco Salvi sarà con i giovani della III Zona pastorale, presso la chiesa parrocchiale di San Nicolo di Celle di Deruta.

Giornata di formazione Grest-Oratori

È organizzata in collaborazione con l’Anspi e si svolgerà domenica 3 aprile, dalle ore 8.30 alle 19, con ritrovo presso l’Oratorio di San Bernardino in San Francesco al Prato di Perugia e le sessioni mattutina e pomeridiana con stand, workshop, attività e laboratori in diverse location del centro storico. Alle 12.30 l’appuntamento con l’Oratorio Green Live Up nel chiostro della cattedrale di San Lorenzo dove il vescovo ausiliare monsignor Salvi saluterà i partecipanti per poi celebrare con loro l’Eucaristia in cattedrale, alle 18, e affidare il mandato agli animatori di Grest-Oratori.

"Una giornata pensata a servizio di giovani e ragazzi -annunciano i promotori- perché sia occasione di condivisione, gioia e reciproca crescita, grazie alla collaborazione in rete delle agenzie educative e associative che da anni sono a servizio della nostra realtà diocesana. Da segnalare, la presenza di Gigi Cotichella, teologo, artista, autore e creativo".

Pellegrinaggio a Roma

È organizzato dal Servizio nazionale di pastorale giovanile della Cei, Lunedì dell’Angelo 18 aprile, ed ha per titolo #Seguimi. Il pellegrinaggio è rivolto ad adolescenti, dai 12 ai 17 anni, accompagnati da parroci e animatori, per rispondere alla chiamata di Papa Francesco e per offrire ai ragazzi l'opportunità di un tempo che li aiuti a far risuonare ancora di più questo Incontro. L’Archidiocesi perugino-pievese ha deciso di trattenersi con loro a Roma anche martedì 19 aprile.

Il cardinale Bassetti così sottolinea l'importanza dell'iniziativa.

"Dopo questi mesi di vita incerta -dice- sarà il primo ritorno di un incontro del Papa in Piazza San Pietro e mi sembra particolarmente bello che questo possa avvenire con i ragazzi di quella fascia d’età che molto hanno patito la pandemia".

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‘Torniamo a riveder le stelle’: attesa per lo spettacolo-incontro con Alessandro D’Avenia https://www.lavoce.it/torniamo-a-riveder-le-stelle-attesa-per-lo-spettacolo-incontro-con-alessandro-davenia/ Tue, 08 Mar 2022 16:14:05 +0000 https://www.lavoce.it/?p=65473 Torniamo a riveder le stelle

A dieci giorni dallo spettacolo-incontro dal titolo Torniamo a riveder le stelle con Alessandro D’Avenia, noto scrittore, insegnante e sceneggiatore di alcuni film tratti dai suoi stessi libri, è già al completo il Teatro Lyrick di Assisi che ospiterà questo evento, molto atteso da giovani e adulti, in calendario venerdì 18 marzo, alle ore 20.45. L’ingresso è a offerta, con Green Pass rafforzato, ma per coloro che non potranno assistere in presenza, lo spettacolo sarà trasmesso in diretta streaming sui canali social de La Voce e di Umbria Radio InBlu. Sul palco del Lyrick con Alessandro D’Avenia saliranno docenti e alunni, si susseguiranno gli artisti Massimiliano Cremona (voce e chitarra), Valter Ferrero e Andrea Mezzetti (chitarre classiche), Michael Baruffa (chitarra e voce), accompagnati dai giovani musicisti e coristi. L’evento, promosso da don Francesco Buono, sacerdote diocesano di Perugia da sempre impegnato nell’educazione-formazione della gioventù, insieme alla giornalista Floriana Lenti e ad altri generosi volontari, vede la collaborazione-coinvolgimento della Pastorale giovanile regionale e del Coordinamento Oratori Umbri della Ceu. Significativa la presenza tra il pubblico di alunni e insegnanti di alcune scuole del territorio (Istituto Comprensivo Perugia 6 Medie di Castel del Piano, Scuola Media Statale di Ripa, Scuola Elementare Statale Aldo Capitini di San Mariano, Liceo Scientifico Alessi, Liceo Scientifico Galilei, Liceo Classico Mariotti di Perugia), come anche la partecipazione dei sindaci di Perugia, Andrea Romizi, e di Assisi, Stefania Proietti, del presidente della Ceu, l’arcivescovo di Spoleto-Norcia, monsignor Renato Boccardo, e del vescovo ausiliare di Perugia-Città della Pieve, monsignor Marco Salvi, insieme ai responsabili e animatori delle equipe di pastorale giovanile e d’oratorio regionali e diocesani.

Torniamo a riveder le stelle, un momento di grande bellezza per stupire e riflettere

"Mentre stiamo vivendo l’orrore del brutto di una guerra -commentano i promotori- l’obiettivo di questa serata è vivere un momento culturale di grande bellezza che possa far stupire e riflettere contemporaneamente. E’ importante risanare le ferite che ha creato la pandemia e quelle che adesso stanno lacerando la nostra quotidianità, pensiamo alla guerra prima in Afghanistan, adesso in Ucraina. Non possiamo rimanere indifferenti. Il titolo Torniamo a riveder le stelle sintetizza il motivo che ci ha acceso il cuore quando abbiamo pensato di invitare Alessandro D’Avenia, autore che stimiamo molto e che sa parlare ai giovani e agli adulti. Per noi è un onore poter ospitare nuovamente D’Avenia, con lui, già dieci anni fa organizzammo l’evento indimenticabile Il meglio di te e siamo certi che anche questa volta rimarremo felicemente colpiti dalle sue parole".]]>
Torniamo a riveder le stelle

A dieci giorni dallo spettacolo-incontro dal titolo Torniamo a riveder le stelle con Alessandro D’Avenia, noto scrittore, insegnante e sceneggiatore di alcuni film tratti dai suoi stessi libri, è già al completo il Teatro Lyrick di Assisi che ospiterà questo evento, molto atteso da giovani e adulti, in calendario venerdì 18 marzo, alle ore 20.45. L’ingresso è a offerta, con Green Pass rafforzato, ma per coloro che non potranno assistere in presenza, lo spettacolo sarà trasmesso in diretta streaming sui canali social de La Voce e di Umbria Radio InBlu. Sul palco del Lyrick con Alessandro D’Avenia saliranno docenti e alunni, si susseguiranno gli artisti Massimiliano Cremona (voce e chitarra), Valter Ferrero e Andrea Mezzetti (chitarre classiche), Michael Baruffa (chitarra e voce), accompagnati dai giovani musicisti e coristi. L’evento, promosso da don Francesco Buono, sacerdote diocesano di Perugia da sempre impegnato nell’educazione-formazione della gioventù, insieme alla giornalista Floriana Lenti e ad altri generosi volontari, vede la collaborazione-coinvolgimento della Pastorale giovanile regionale e del Coordinamento Oratori Umbri della Ceu. Significativa la presenza tra il pubblico di alunni e insegnanti di alcune scuole del territorio (Istituto Comprensivo Perugia 6 Medie di Castel del Piano, Scuola Media Statale di Ripa, Scuola Elementare Statale Aldo Capitini di San Mariano, Liceo Scientifico Alessi, Liceo Scientifico Galilei, Liceo Classico Mariotti di Perugia), come anche la partecipazione dei sindaci di Perugia, Andrea Romizi, e di Assisi, Stefania Proietti, del presidente della Ceu, l’arcivescovo di Spoleto-Norcia, monsignor Renato Boccardo, e del vescovo ausiliare di Perugia-Città della Pieve, monsignor Marco Salvi, insieme ai responsabili e animatori delle equipe di pastorale giovanile e d’oratorio regionali e diocesani.

Torniamo a riveder le stelle, un momento di grande bellezza per stupire e riflettere

"Mentre stiamo vivendo l’orrore del brutto di una guerra -commentano i promotori- l’obiettivo di questa serata è vivere un momento culturale di grande bellezza che possa far stupire e riflettere contemporaneamente. E’ importante risanare le ferite che ha creato la pandemia e quelle che adesso stanno lacerando la nostra quotidianità, pensiamo alla guerra prima in Afghanistan, adesso in Ucraina. Non possiamo rimanere indifferenti. Il titolo Torniamo a riveder le stelle sintetizza il motivo che ci ha acceso il cuore quando abbiamo pensato di invitare Alessandro D’Avenia, autore che stimiamo molto e che sa parlare ai giovani e agli adulti. Per noi è un onore poter ospitare nuovamente D’Avenia, con lui, già dieci anni fa organizzammo l’evento indimenticabile Il meglio di te e siamo certi che anche questa volta rimarremo felicemente colpiti dalle sue parole".]]>
Suor Annamaria Lolli eletta Madre generale delle Figlie dei Sacri Cuori di Gesù e Maria https://www.lavoce.it/suor-annamaria-lolli-eletta-madre-generale/ Thu, 20 Jan 2022 17:01:41 +0000 https://www.lavoce.it/?p=64582

Martedì 18 gennaio suor Annamaria Lolli, nata ad Atri (Te) il 29 maggio 1962, è stata eletta Madre generale delle Figlie dei Sacri Cuori di Gesù e Maria, dette di Ravasco. Le religiose sono riunite in capitolo a Roma. Succede a suor Graziella Montemagni, eletta nel 2014. Il nuovo Consiglio generale è così composto: suor Anna Maria Lolli (Madre generale); suor Maria de Lourdes Medeiro (Vicaria); suor Olga Lucia Rojas (II Consigliera); suor M. Rosa Bosani (III Consigliera); suor Xiomara Delgado (IV Consigliera). Dal 2010 al 2020 suor Annamaria è stata a Spoleto quale responsabile della Pastorale giovanile diocesana e docente di religione presso l’Istituto Alberghiero di Spoleto.

Le parole dell'Arcivescovo

Le parole dell’Arcivescovo. "Assicuriamo a suor Annamaria - afferma l’arcivescovo mons. Renato Boccardo, che ha predicato alle Figlie dei Sacri Cuori di Gesù e Maria gli esercizi spirituali in preparazione al capitolo generale la prima settimana di gennaio - la corale preghiera della nostra Archidiocesi, affinché il Signore e la beata Eugenia Ravasco la assistano e la custodiscano in questo nuovo e delicato servizio cui è stata chiamata".

Le parole della neo Generale

appena nella serata del 18 gennaio si è diffusa la notizia dell’elezioni di suor Annamaria, tanti sono stati i messaggi di congratulazioni giunti dai fedeli della Chiesa di Spoleto-Norcia, in particolare da quei giovani che lei ha accompagnato nel percorso di fede. Raggiunta telefonicamente, la neo Madre generale ha detto: "Sono ancora un po’ sorpresa, ma con l’aiuto di Dio, della beata Eugenia nostra fondatrice, di S. Giovanni Paolo II cui abbiamo voluto dedicare il Centro giovanile diocesano di Spoleto e la preghiera delle tante persone incontrate in questi anni cercherò di svolgere al meglio il servizio di guida delle consorelle. Ringrazio tutti gli amici di Spoleto-Norcia per la vicinanza e presto verrò in Città per fare visita alla comunità di suore che vive accanto alla Cattedrale". [gallery ids="64589,64590"]

Le Figlie dei Sacri cuori di Gesù e Maria

Le Figlie dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria, fondate il 6 dicembre 1868 a Genova da Eugenia Ravasco, si dedicano all’istruzione della gioventù in scuole di diverso ordine e grado e all’assistenza agli infermi e agli anziani; gestiscono pensionati universitari e collaborano alla pastorale di varie parrocchie attraverso l’animazione liturgica, gli oratori e la catechesi. Le religiose hanno case in Europa (Italia, Svizzera e Albania), in America (Argentina, Brasile, Bolivia, Cile, Colombia, Messico, Paraguay, Venezuela), in Africa (Costa D’Avorio) e in Asia (Filippine).]]>

Martedì 18 gennaio suor Annamaria Lolli, nata ad Atri (Te) il 29 maggio 1962, è stata eletta Madre generale delle Figlie dei Sacri Cuori di Gesù e Maria, dette di Ravasco. Le religiose sono riunite in capitolo a Roma. Succede a suor Graziella Montemagni, eletta nel 2014. Il nuovo Consiglio generale è così composto: suor Anna Maria Lolli (Madre generale); suor Maria de Lourdes Medeiro (Vicaria); suor Olga Lucia Rojas (II Consigliera); suor M. Rosa Bosani (III Consigliera); suor Xiomara Delgado (IV Consigliera). Dal 2010 al 2020 suor Annamaria è stata a Spoleto quale responsabile della Pastorale giovanile diocesana e docente di religione presso l’Istituto Alberghiero di Spoleto.

Le parole dell'Arcivescovo

Le parole dell’Arcivescovo. "Assicuriamo a suor Annamaria - afferma l’arcivescovo mons. Renato Boccardo, che ha predicato alle Figlie dei Sacri Cuori di Gesù e Maria gli esercizi spirituali in preparazione al capitolo generale la prima settimana di gennaio - la corale preghiera della nostra Archidiocesi, affinché il Signore e la beata Eugenia Ravasco la assistano e la custodiscano in questo nuovo e delicato servizio cui è stata chiamata".

Le parole della neo Generale

appena nella serata del 18 gennaio si è diffusa la notizia dell’elezioni di suor Annamaria, tanti sono stati i messaggi di congratulazioni giunti dai fedeli della Chiesa di Spoleto-Norcia, in particolare da quei giovani che lei ha accompagnato nel percorso di fede. Raggiunta telefonicamente, la neo Madre generale ha detto: "Sono ancora un po’ sorpresa, ma con l’aiuto di Dio, della beata Eugenia nostra fondatrice, di S. Giovanni Paolo II cui abbiamo voluto dedicare il Centro giovanile diocesano di Spoleto e la preghiera delle tante persone incontrate in questi anni cercherò di svolgere al meglio il servizio di guida delle consorelle. Ringrazio tutti gli amici di Spoleto-Norcia per la vicinanza e presto verrò in Città per fare visita alla comunità di suore che vive accanto alla Cattedrale". [gallery ids="64589,64590"]

Le Figlie dei Sacri cuori di Gesù e Maria

Le Figlie dei Sacri Cuori di Gesù e di Maria, fondate il 6 dicembre 1868 a Genova da Eugenia Ravasco, si dedicano all’istruzione della gioventù in scuole di diverso ordine e grado e all’assistenza agli infermi e agli anziani; gestiscono pensionati universitari e collaborano alla pastorale di varie parrocchie attraverso l’animazione liturgica, gli oratori e la catechesi. Le religiose hanno case in Europa (Italia, Svizzera e Albania), in America (Argentina, Brasile, Bolivia, Cile, Colombia, Messico, Paraguay, Venezuela), in Africa (Costa D’Avorio) e in Asia (Filippine).]]>