parrocchie Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/parrocchie/ Settimanale di informazione regionale Fri, 12 Jul 2024 10:10:35 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg parrocchie Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/parrocchie/ 32 32 Novità per molte parrocchie. Tra Case Bruciate e Ferro di Cavallo scambio di parroco https://www.lavoce.it/novita-per-molte-parrocchie-tra-case-bruciate-e-ferro-di-cavallo-scambio-di-parroco/ https://www.lavoce.it/novita-per-molte-parrocchie-tra-case-bruciate-e-ferro-di-cavallo-scambio-di-parroco/#respond Fri, 12 Jul 2024 10:10:35 +0000 https://www.lavoce.it/?p=77024

Parrocchie: cambiamenti annunciati per il prossimo autunno. Con le nomine pubblicate sul sito diocesano, e effettive “a partire dal prossimo autunno”, prosegue la ridefinizione degli incarichi pastorali al clero diocesano della diocesi di Perugia - Città della Pieve. Alcuni sono spostamenti da una parrocchia all’altra, altri sono un ampliamento delle parrocchie affidate allo stesso stesso parroco, altri sono servizi di cappellania. Due tra le parrocchie più grandi di Perugia, Case Bruciate e Ferro di cavallo, vivranno uno scambio di parroco: Ferro di Cavallo saluta don Francesco Medori e accoglie don Riccardo Pascolini mentre Case Bruciate saluta don Pascolini e accoglie don Medori.

Questo l’elenco dei nuovi mandati di ministero al clero diocesano

Don Francesco Medori, da parroco di Ferro di Cavallo, viene nominato parroco di Case Bruciate, Elce e Sant’Agostino in Perugia. Don Joaquin Daniel Munives Raguel, da vicario parrocchiale di Ferro di Cavallo, viene nominato vicario parrocchiale di Case Bruciate, Elce e Sant’Agostino in Perugia. Don Riccardo Pascolini, da parroco di Case Bruciate, Elce e Sant’Agostino, viene nominato parroco di Ferro di Cavallo. Don Arduino Marra viene nominato collaboratore pastorale della parrocchia di Ferro di Cavallo. Don Samy Abu Eideh, da parroco di Po’ Bandino, Ponticelli e vicario parrocchiale di Città della Pieve, viene nominato rettore della basilica di San Pietro in Perugia, continuando la sua collaborazione con l’Università degli Studi. Don Michael Tiritiello, da vicario parrocchiale di San Sisto, viene nominato parroco di Moiano, Po’ Bandino e Ponticelli. Padre Giovanni Ferro, OP, viene nominato vicario parrocchiale di San Domenico in Perugia. Don Nazzareno Fiorucci, da parroco di Deruta, viene nominato parroco di Tuoro e Borghetto di Tuoro. Don Mathy Ilamparithy, da collaboratore pastorale di Magione, Montecolognola e San Feliciano del Lago, viene nominato parroco di Deruta. Padre Giuseppe Sobhanayak, dei Padri Pallottini, da vicario parrocchiale di Castel Rigone e Lisciano Niccone, viene nominato collaboratore pastorale a Magione, San Feliciano del Lago e Montecolognola. Don Pietro Squarta, da parroco di Bosco e Colombella, viene nominato vicario parrocchiale di Prepo, Ponte della Pietra e San Faustino. Don Giovanni Yang Le, già parroco di Ramazzano, Piccione e Fratticiola Selvatica, viene nominato anche parroco di Bosco e Colombella. Don Roberto di Mauro, da collaboratore pastorale di Prepo, Ponte della Pietra e San Faustino, viene nominato collaboratore pastorale a San Martino in Campo, San Martino in Colle, Santa Maria Rossa, Sant’Andrea d’Agliano e sant’Enea. Don Raffaele Zampella, già parroco di Pierantonio, Rancolfo e Solfagnano, viene nominato anche parroco di Badia Montecorona e Romeggio. Padre Mannana Raju Thullimalli, della Congregazione degli Araldi del Vangelo, da collaboratore pastorale di Case Bruciate, Elce e Sant’Agostino in Perugia, viene nominato collaboratore pastorale delle parrocchie di Villa Pitigano, Ponte Pattoli e Civitella Benazzone. Don Domenico Lucchiari, parroco di Pontevalleceppi e Pretola, viene nominato anche cappellano dell’Istituto Seppilli di Perugia. Don Andrea Orlando viene nominato cappellano della residenza per anziani “Opere Pie Donini” di Perugia.]]>

Parrocchie: cambiamenti annunciati per il prossimo autunno. Con le nomine pubblicate sul sito diocesano, e effettive “a partire dal prossimo autunno”, prosegue la ridefinizione degli incarichi pastorali al clero diocesano della diocesi di Perugia - Città della Pieve. Alcuni sono spostamenti da una parrocchia all’altra, altri sono un ampliamento delle parrocchie affidate allo stesso stesso parroco, altri sono servizi di cappellania. Due tra le parrocchie più grandi di Perugia, Case Bruciate e Ferro di cavallo, vivranno uno scambio di parroco: Ferro di Cavallo saluta don Francesco Medori e accoglie don Riccardo Pascolini mentre Case Bruciate saluta don Pascolini e accoglie don Medori.

Questo l’elenco dei nuovi mandati di ministero al clero diocesano

Don Francesco Medori, da parroco di Ferro di Cavallo, viene nominato parroco di Case Bruciate, Elce e Sant’Agostino in Perugia. Don Joaquin Daniel Munives Raguel, da vicario parrocchiale di Ferro di Cavallo, viene nominato vicario parrocchiale di Case Bruciate, Elce e Sant’Agostino in Perugia. Don Riccardo Pascolini, da parroco di Case Bruciate, Elce e Sant’Agostino, viene nominato parroco di Ferro di Cavallo. Don Arduino Marra viene nominato collaboratore pastorale della parrocchia di Ferro di Cavallo. Don Samy Abu Eideh, da parroco di Po’ Bandino, Ponticelli e vicario parrocchiale di Città della Pieve, viene nominato rettore della basilica di San Pietro in Perugia, continuando la sua collaborazione con l’Università degli Studi. Don Michael Tiritiello, da vicario parrocchiale di San Sisto, viene nominato parroco di Moiano, Po’ Bandino e Ponticelli. Padre Giovanni Ferro, OP, viene nominato vicario parrocchiale di San Domenico in Perugia. Don Nazzareno Fiorucci, da parroco di Deruta, viene nominato parroco di Tuoro e Borghetto di Tuoro. Don Mathy Ilamparithy, da collaboratore pastorale di Magione, Montecolognola e San Feliciano del Lago, viene nominato parroco di Deruta. Padre Giuseppe Sobhanayak, dei Padri Pallottini, da vicario parrocchiale di Castel Rigone e Lisciano Niccone, viene nominato collaboratore pastorale a Magione, San Feliciano del Lago e Montecolognola. Don Pietro Squarta, da parroco di Bosco e Colombella, viene nominato vicario parrocchiale di Prepo, Ponte della Pietra e San Faustino. Don Giovanni Yang Le, già parroco di Ramazzano, Piccione e Fratticiola Selvatica, viene nominato anche parroco di Bosco e Colombella. Don Roberto di Mauro, da collaboratore pastorale di Prepo, Ponte della Pietra e San Faustino, viene nominato collaboratore pastorale a San Martino in Campo, San Martino in Colle, Santa Maria Rossa, Sant’Andrea d’Agliano e sant’Enea. Don Raffaele Zampella, già parroco di Pierantonio, Rancolfo e Solfagnano, viene nominato anche parroco di Badia Montecorona e Romeggio. Padre Mannana Raju Thullimalli, della Congregazione degli Araldi del Vangelo, da collaboratore pastorale di Case Bruciate, Elce e Sant’Agostino in Perugia, viene nominato collaboratore pastorale delle parrocchie di Villa Pitigano, Ponte Pattoli e Civitella Benazzone. Don Domenico Lucchiari, parroco di Pontevalleceppi e Pretola, viene nominato anche cappellano dell’Istituto Seppilli di Perugia. Don Andrea Orlando viene nominato cappellano della residenza per anziani “Opere Pie Donini” di Perugia.]]>
https://www.lavoce.it/novita-per-molte-parrocchie-tra-case-bruciate-e-ferro-di-cavallo-scambio-di-parroco/feed/ 0
Diocesi Spoleto-Norcia: da 71 parrocchie si passerà a 16 pievanie https://www.lavoce.it/diocesi-spoleto-norcia-71-parrocchie-a-16-pievanie/ https://www.lavoce.it/diocesi-spoleto-norcia-71-parrocchie-a-16-pievanie/#respond Tue, 25 Jul 2023 08:58:24 +0000 https://www.lavoce.it/?p=72613

A partire dal 1° settembre le attuali 71 parrocchie della diocesi di Spoleto-Norcia vengono riunite in 16 nuove parrocchie denominate Pievanie. La decisione è avvenuta con apposito Decreto arcivescovile pubblicato sabato 22 luglio, a seguito delle riflessioni e del discernimento dei Consigli episcopale e presbiterale e dell’Assemblea del clero. La costituzione delle Pievanie – si legge nel comunicato pubblicato sul sito della diocesi - intende suscitare un rinnovato e autentico slancio missionario, che non sarà garantito semplicemente dall’assunzione di una determinata forma organizzativa, ma dalla capacità delle comunità cristiane di assumere come prioritario questo compito, sapendo ripensare in modo significativo le attività svolte finora, con il fine di dare vita ad una azione d’insieme che investa in maniera adeguata e articolata tutti i diversi livelli della cura pastorale. [embed]https://www.youtube.com/watch?v=BzJg3BMikRY[/embed]

L'arcivescovo Renato Boccardo spiega le motivazioni alla base del cambiamento in pievanie

Due le motivazioni che stanno alla base del provvedimento – spiega in un video pubblicato sul sito della diocesi l'arcivescovo di Spoleto Norcia mons. Renato Boccardo – La prima “è che non siamo più in un regime di cristianità, quel tempo in cui l’appartenenza alla società civile ed ecclesiale era un tutt’uno”. La seconda “è il calcolo delle forze. Per le attuali 71 parrocchie – ha precisato mons. Boccardo – noi abbiamo 29 sacerdoti con meno di 75 anni di età. Dunque non si tratta semplicemente di una operazione di ingegneria pastorale, se così si può dire, ma di uno sforzo per l’evangelizzazione tenendo conto delle nostre reali possibilità”. E ciò significa “Che le parrocchie esistenti vengono rivisitate. Molte di queste da tempo non hanno più le caratteristiche fondamentali per essere definite parrocchie e quindi vengono raggruppate in un'unica grande parrocchia che copre tutto il territorio e che verrà affidata ad un unico sacerdote, che avrà il titolo di pievano e ad altri sacerdoti e diaconi, dove possibile, come membri dello stesso gruppo presbiterale”.

Verrà costituito un gruppo di fedeli laici

Accanto a loro sarà costituito un gruppo di fedeli laici – spiega ancora - “che riceveranno dal vescovo una lettera di missione che, insieme ai sacerdoti, porteranno la responsabilità di tutta la comunità che è loro affidata”. Un cambiamento che comporterà una revisione di orari, luoghi e modalità delle celebrazioni.

Il grazie a sacerdoti e comunità

A tal proposito l'Arcivescovo ringrazia tutti i sacerdoti che “hanno accettato di rimettersi in gioco e di affrontare con legittima e comprensibile trepidazione una conversione della mente e del cuore che conduce poi alla conversione delle modalità pastorali”. Un ringraziamento mons. Boccardo l'ha rivolto anche alle comunità che faranno proprie queste modalità di azione pastorale. L'elenco delle nuove pievanie sul sito della diocesi http://www.spoletonorcia.it.]]>

A partire dal 1° settembre le attuali 71 parrocchie della diocesi di Spoleto-Norcia vengono riunite in 16 nuove parrocchie denominate Pievanie. La decisione è avvenuta con apposito Decreto arcivescovile pubblicato sabato 22 luglio, a seguito delle riflessioni e del discernimento dei Consigli episcopale e presbiterale e dell’Assemblea del clero. La costituzione delle Pievanie – si legge nel comunicato pubblicato sul sito della diocesi - intende suscitare un rinnovato e autentico slancio missionario, che non sarà garantito semplicemente dall’assunzione di una determinata forma organizzativa, ma dalla capacità delle comunità cristiane di assumere come prioritario questo compito, sapendo ripensare in modo significativo le attività svolte finora, con il fine di dare vita ad una azione d’insieme che investa in maniera adeguata e articolata tutti i diversi livelli della cura pastorale. [embed]https://www.youtube.com/watch?v=BzJg3BMikRY[/embed]

L'arcivescovo Renato Boccardo spiega le motivazioni alla base del cambiamento in pievanie

Due le motivazioni che stanno alla base del provvedimento – spiega in un video pubblicato sul sito della diocesi l'arcivescovo di Spoleto Norcia mons. Renato Boccardo – La prima “è che non siamo più in un regime di cristianità, quel tempo in cui l’appartenenza alla società civile ed ecclesiale era un tutt’uno”. La seconda “è il calcolo delle forze. Per le attuali 71 parrocchie – ha precisato mons. Boccardo – noi abbiamo 29 sacerdoti con meno di 75 anni di età. Dunque non si tratta semplicemente di una operazione di ingegneria pastorale, se così si può dire, ma di uno sforzo per l’evangelizzazione tenendo conto delle nostre reali possibilità”. E ciò significa “Che le parrocchie esistenti vengono rivisitate. Molte di queste da tempo non hanno più le caratteristiche fondamentali per essere definite parrocchie e quindi vengono raggruppate in un'unica grande parrocchia che copre tutto il territorio e che verrà affidata ad un unico sacerdote, che avrà il titolo di pievano e ad altri sacerdoti e diaconi, dove possibile, come membri dello stesso gruppo presbiterale”.

Verrà costituito un gruppo di fedeli laici

Accanto a loro sarà costituito un gruppo di fedeli laici – spiega ancora - “che riceveranno dal vescovo una lettera di missione che, insieme ai sacerdoti, porteranno la responsabilità di tutta la comunità che è loro affidata”. Un cambiamento che comporterà una revisione di orari, luoghi e modalità delle celebrazioni.

Il grazie a sacerdoti e comunità

A tal proposito l'Arcivescovo ringrazia tutti i sacerdoti che “hanno accettato di rimettersi in gioco e di affrontare con legittima e comprensibile trepidazione una conversione della mente e del cuore che conduce poi alla conversione delle modalità pastorali”. Un ringraziamento mons. Boccardo l'ha rivolto anche alle comunità che faranno proprie queste modalità di azione pastorale. L'elenco delle nuove pievanie sul sito della diocesi http://www.spoletonorcia.it.]]>
https://www.lavoce.it/diocesi-spoleto-norcia-71-parrocchie-a-16-pievanie/feed/ 0
Nomine per nuovi arrivi e cambio di responsabilità nelle parrocchie perugine https://www.lavoce.it/nomine-per-nuovi-arrivi-e-cambio-di-responsabilita-nelle-parrocchie-perugine/ https://www.lavoce.it/nomine-per-nuovi-arrivi-e-cambio-di-responsabilita-nelle-parrocchie-perugine/#respond Thu, 08 Jun 2023 08:52:58 +0000 https://www.lavoce.it/?p=71946 nomine parroci

Le nuove nomine che ridefiniscono compiti e responsabilità di preti e diaconi nelle parrocchie sono state rese note questa mattina. A nove mesi dall'ingresso in diocesi, dopo aver a lungo ascoltato e dialogato con i preti, il vescovo Ivan Maffeis ha emesso i decreti che riguardano 52 persone. In molte parrocchie cambia il parroco, undici sacerdoti da parroco diventano collaboratori, alcuni nella stessa parrocchia, altri in una nuova parrocchia), in altre il parroco estende la sua cura pastorale a centri e parrocchie vicine, alcuni sacerdoti lasciano la parrocchia per un servizio diocesano. Tra le novità c'è il ritorno della sede pastorale della parrocchia dei “Santi Andrea e Lucia in Cattedrale”  nella Cattedrale di San Lorenzo, con la nomina a parroco di don Marco Briziarelli, direttore della Caritas Diocesana.

Le parole del Vescovo

“Nel pubblicare i nuovi mandati di ministero, che diverranno effettivi a partire da settembre, vorrei raggiungere sacerdoti e collaboratori con un pensiero di gratitudine per la risposta disponibile e generosa che hanno assicurato alla nostra Chiesa” scrive il Vescovo “don Ivan” introducendo la nota di comunicazione delle nomine. Nota che si apre con la citazione di un brano della Lettera di san Paolo agli Efesini (4, 4-6): “Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti” .

Ecco tutte le nomine

Alberati don Primo da parroco di Villanova viene nominato collaboratore nella medesima parrocchia. Allevi don Nicola da parroco di Monteluce, Casaglia e Santa Petronilla, viene nominato parroco di San Barnaba in Perugia. Alunni don Gianluca viene nominato collaboratore nelle parrocchie di Tavernelle, Colle San Paolo, Missiano, Montali Casalini e Panicale. Bartoccini don Luca, direttore del Centro diocesano di formazione pastorale, da canonico della cattedrale viene nominato animatore spirituale del Santuario della Madonna dei Bagni in Casalina e assistente spirituale della “Casa di preghiera Tabor” di Agello. Becherini don Piero da parroco di Pozzuolo viene nominato collaboratore nella medesima parrocchia. Bigini don Vittorio da vicario parrocchiale di Chiugiana, Olmo e Fontana, viene nominato parroco di San Sisto, Lacugnano e Sant’Andrea delle Fratte. Briziarelli don Marco, direttore della Caritas Diocesana, viene nominato anche parroco dei Santi Andrea e Lucia in Cattedrale, la cui sede pastorale torna nella Cattedrale di San Lorenzo. Buono don Francesco, parroco di Castel del Piano, diventa anche parroco di Bagnaia e Pilonico Materno. Casini don Federico, da parroco di Pontenuovo e Brufa, viene nominato parroco di Spina, Mercatello, Castiglione della Valle e San Biagio della Valle. Commodi don Giordano, da vicario parrocchiale di Monteluce, Casaglia e Santa Petronilla, viene nominato parroco di Città della Pieve e rettore del Santuario della Madonna di Fatima. Cordis don Gheorghe Lucian, parroco di San Savino del Lago, viene nominato anche parroco di Agello. Cristaldini padre Gabriele ofm capp. viene nominato vicario parrocchiale di Santa Lucia in Perugia. Crocioni don Fabrizio, da parroco di Ponte della Pietra e San Faustino, viene nominato parroco di Monteluce, Casaglia e Santa Petronilla in Perugia. De Paolis don Antonio da vicario parrocchiale di Rancolfo viene nominato collaboratore a San Sisto. Di Leo don Calogero, direttore dell’Ufficio Catechistico Diocesano, da parroco dei Santi Andrea e Lucia in Cattedrale, viene nominato parroco di Pontenuovo e Brufa. Di Mauro don Roberto, presidente dell’Istituto diocesano di sostentamento del clero, da parroco di San Mariano e Girasole, viene nominato rettore del santuario di Santa Maria della Misericordia in Ponte della Pietra. Fiorini don Fabio viene nominato collaboratore nelle parrocchie di Chiugiana, Olmo e Fontana. Fiorucci don Nazzareno, parroco di Deruta, viene nominato anche parroco di Casalina e Castelleone. Gaggia don Nicolò, oltre che parroco di Villa Pitignano, viene nominato anche parroco di Ponte Pattoli e Civitella Benazzone. Graziani don Agostino da parroco di San Fortunato e vicario parrocchiale di San Costanzo, San Ferdinando e Santa Maria di Colle in Perugia, viene nominato collaboratore nelle medesime parrocchie. Huaman Bustamante don Oscar da vicario parrocchiale di Prepo, Ponte della Pietra e San Faustino, viene nominato vicario parrocchiale di Monteluce, Casaglia e Santa Petronilla. Jesuthasan don Mathy Ilamparithy da parroco di San Martino in Colle e Sant’Enea, viene nominato collaboratore nelle parrocchie di Magione e San Feliciano del Lago. Liguori don Alfonso, vicario parrocchiale di Ponte San Giovanni, Pieve di Campo e Balanzano, viene nominato anche parroco di Ospedalicchio e Collestrada. Malatacca don Daniele da vicario parrocchiale di Case Bruciate, Elce e Sant’Agostino in Perugia, viene nominato parroco di San Martino in Colle, Sant’Enea, San Martino in Campo, Sant’Andrea d’Agliano e Santa Maria Rossa. Martelli don Augusto da parroco di Paciano, Vaiano e Villatrada, viene nominato parroco di Sant’Egidio, Lidarno e Civitella d’Arna. Merlini don Marco, parroco di Castiglione del Lago e Piana, viene nominato anche parroco di Pozzuolo. Olajide Boluwatfe don Emmanuele John da vicario parrocchiale di Marsciano, Migliano e Schiavo, viene nominato vicario parrocchiale di Ponte San Giovanni, Collestrada e Ospedalicchio. Paoletti don Antonio, parroco di Prepo, viene nominato anche parroco di San Faustino e Ponte della Pietra. Pascarosa don Simone, vicario per la pastorale, da parroco di Bagnaia e Pilonico Mareno, viene nominato parroco di San Mariano e Girasole. Quaresima mons. Fabio da parroco di Chiugiana, Olmo e Fontana, viene nominato canonico della cattedrale di San Lorenzo. Regni don Claudio, da parroco di San Sisto, Lacugnano e Sant’Andrea delle Fratte, viene nominato collaboratore delle medesime parrocchie. Reitano don Salvatore Mauro da rettore del santuario della Madonna delle Grondici, viene nominato vicario parrocchiale di Castel del Piano, Bagnaia e Pilonico Materno. Ricci mons. Giuseppe viene nominato collaboratore nelle parrocchie di Villa Pitignano, Ponte Pattoli e Civitella Benazzone. Ripiccini don Daniele da parroco di Castiglione della Valle, Mercatello, San Biagio della Valle e Spina, viene nominato parroco di Paciano, Vaiano e Villastrada. Sascau don Anton Maricel da parroco di Pierantonio, Rancolfo e Solfagnano, viene nominato collaboratore nelle parrocchie di San Martino in Colle, Sant’Enea, San Martino in Campo, Sant’Andrea d’Agliano e Santa Maria Rossa. Sbicca mons. Orlando da parroco di Casalina e Castelleone, viene nominato canonico della cattedrale di San Lorenzo. Scarda don Alessandro da parroco di San Barnaba in Perugia, viene nominato parroco di Santa Lucia in Perugia. Solka don Robert, parroco di Castel delle Forme e San Valentino della Collina, viene nominato anche parroco di Villanova. Sorbaioli don Simone, vicario generale, lascia la parrocchia di Città della Pieve e viene nominato canonico della cattedrale di San Lorenzo. Sorci don Antonio da parroco di Sant’Egidio, Lidarno e Civitella d’Arna, viene nominato parroco di Chiugiana, Olmo e Fontana. Strappaghetti don Simone da vicario parrocchiale di Santa Lucia in Perugia, viene nominato vicario parrocchiale di Marsciano, Migliano e Schiavo. Yang Le don Giovanni da parroco solidale di Passignano, Tuoro e Vernazzano, viene nominato parroco di Ramazzano, Piccione e Fratticiola Selvatica. Zaganelli don Ignazio da parroco di Santa Lucia in Perugia, viene nominato collaboratore nella medesima parrocchia. Zampella don Raffaele da parroco di San Martino in Campo, Sant’Andrea d’Agliano e Santa Maria Rossa, viene nominato parroco di Pierantonio, Rancolfo e Solfagnano.

Altre nomine e provvedimenti

Abu Eideh don Samy Cristiano, parroco di Ponticelli e San Litardo, inizia anche una collaborazione con l’Università degli Studi di Perugia. Biagini don Roberto, parroco di Canneto, Capocavallo, Cenerente, Pantano e Prugneto, conclude, dopo cinque anni il suo servizio di padre spirituale nel Seminario regionale di Assisi. A lui va il ringraziamento della Regione Ecclesiastica Umbra. Cappellato don Marco, parroco di Pasignano, Tuoro, Vernazzano, San Vito del Lago e Borghetto di Tuoro, viene nominato anche animatore spirituale delle Case Caritas della diocesi. Germini diacono Luigi e la moglie Maria Rosaria presteranno servizio pastorale nella parrocchia della cattedrale. Marconi don Giovanni, da parroco di Ponte Pattoli e Civitella Benazzone, diventa missionario fidei donum, in Perù. Pascolini don Riccardo, parroco di Case Bruciate, Elce e Sant’Agostino in Perugia, viene nominato vicario episcopale per i Servizi tecnici e amministrativi. Sciurpa mons. Fausto viene nominato vicario episcopale per la cultura. Verzini don Francesco da parroco di Ramazzano, Piccione, Fratticiola Selvatica, Bosco e Colombella, viene indicato quale rettore del Seminario Regionale Umbro di Assisi.]]>
nomine parroci

Le nuove nomine che ridefiniscono compiti e responsabilità di preti e diaconi nelle parrocchie sono state rese note questa mattina. A nove mesi dall'ingresso in diocesi, dopo aver a lungo ascoltato e dialogato con i preti, il vescovo Ivan Maffeis ha emesso i decreti che riguardano 52 persone. In molte parrocchie cambia il parroco, undici sacerdoti da parroco diventano collaboratori, alcuni nella stessa parrocchia, altri in una nuova parrocchia), in altre il parroco estende la sua cura pastorale a centri e parrocchie vicine, alcuni sacerdoti lasciano la parrocchia per un servizio diocesano. Tra le novità c'è il ritorno della sede pastorale della parrocchia dei “Santi Andrea e Lucia in Cattedrale”  nella Cattedrale di San Lorenzo, con la nomina a parroco di don Marco Briziarelli, direttore della Caritas Diocesana.

Le parole del Vescovo

“Nel pubblicare i nuovi mandati di ministero, che diverranno effettivi a partire da settembre, vorrei raggiungere sacerdoti e collaboratori con un pensiero di gratitudine per la risposta disponibile e generosa che hanno assicurato alla nostra Chiesa” scrive il Vescovo “don Ivan” introducendo la nota di comunicazione delle nomine. Nota che si apre con la citazione di un brano della Lettera di san Paolo agli Efesini (4, 4-6): “Un solo corpo e un solo spirito, come una sola è la speranza alla quale siete stati chiamati, quella della vostra vocazione; un solo Signore, una sola fede, un solo battesimo. Un solo Dio e Padre di tutti, che è al di sopra di tutti, opera per mezzo di tutti ed è presente in tutti” .

Ecco tutte le nomine

Alberati don Primo da parroco di Villanova viene nominato collaboratore nella medesima parrocchia. Allevi don Nicola da parroco di Monteluce, Casaglia e Santa Petronilla, viene nominato parroco di San Barnaba in Perugia. Alunni don Gianluca viene nominato collaboratore nelle parrocchie di Tavernelle, Colle San Paolo, Missiano, Montali Casalini e Panicale. Bartoccini don Luca, direttore del Centro diocesano di formazione pastorale, da canonico della cattedrale viene nominato animatore spirituale del Santuario della Madonna dei Bagni in Casalina e assistente spirituale della “Casa di preghiera Tabor” di Agello. Becherini don Piero da parroco di Pozzuolo viene nominato collaboratore nella medesima parrocchia. Bigini don Vittorio da vicario parrocchiale di Chiugiana, Olmo e Fontana, viene nominato parroco di San Sisto, Lacugnano e Sant’Andrea delle Fratte. Briziarelli don Marco, direttore della Caritas Diocesana, viene nominato anche parroco dei Santi Andrea e Lucia in Cattedrale, la cui sede pastorale torna nella Cattedrale di San Lorenzo. Buono don Francesco, parroco di Castel del Piano, diventa anche parroco di Bagnaia e Pilonico Materno. Casini don Federico, da parroco di Pontenuovo e Brufa, viene nominato parroco di Spina, Mercatello, Castiglione della Valle e San Biagio della Valle. Commodi don Giordano, da vicario parrocchiale di Monteluce, Casaglia e Santa Petronilla, viene nominato parroco di Città della Pieve e rettore del Santuario della Madonna di Fatima. Cordis don Gheorghe Lucian, parroco di San Savino del Lago, viene nominato anche parroco di Agello. Cristaldini padre Gabriele ofm capp. viene nominato vicario parrocchiale di Santa Lucia in Perugia. Crocioni don Fabrizio, da parroco di Ponte della Pietra e San Faustino, viene nominato parroco di Monteluce, Casaglia e Santa Petronilla in Perugia. De Paolis don Antonio da vicario parrocchiale di Rancolfo viene nominato collaboratore a San Sisto. Di Leo don Calogero, direttore dell’Ufficio Catechistico Diocesano, da parroco dei Santi Andrea e Lucia in Cattedrale, viene nominato parroco di Pontenuovo e Brufa. Di Mauro don Roberto, presidente dell’Istituto diocesano di sostentamento del clero, da parroco di San Mariano e Girasole, viene nominato rettore del santuario di Santa Maria della Misericordia in Ponte della Pietra. Fiorini don Fabio viene nominato collaboratore nelle parrocchie di Chiugiana, Olmo e Fontana. Fiorucci don Nazzareno, parroco di Deruta, viene nominato anche parroco di Casalina e Castelleone. Gaggia don Nicolò, oltre che parroco di Villa Pitignano, viene nominato anche parroco di Ponte Pattoli e Civitella Benazzone. Graziani don Agostino da parroco di San Fortunato e vicario parrocchiale di San Costanzo, San Ferdinando e Santa Maria di Colle in Perugia, viene nominato collaboratore nelle medesime parrocchie. Huaman Bustamante don Oscar da vicario parrocchiale di Prepo, Ponte della Pietra e San Faustino, viene nominato vicario parrocchiale di Monteluce, Casaglia e Santa Petronilla. Jesuthasan don Mathy Ilamparithy da parroco di San Martino in Colle e Sant’Enea, viene nominato collaboratore nelle parrocchie di Magione e San Feliciano del Lago. Liguori don Alfonso, vicario parrocchiale di Ponte San Giovanni, Pieve di Campo e Balanzano, viene nominato anche parroco di Ospedalicchio e Collestrada. Malatacca don Daniele da vicario parrocchiale di Case Bruciate, Elce e Sant’Agostino in Perugia, viene nominato parroco di San Martino in Colle, Sant’Enea, San Martino in Campo, Sant’Andrea d’Agliano e Santa Maria Rossa. Martelli don Augusto da parroco di Paciano, Vaiano e Villatrada, viene nominato parroco di Sant’Egidio, Lidarno e Civitella d’Arna. Merlini don Marco, parroco di Castiglione del Lago e Piana, viene nominato anche parroco di Pozzuolo. Olajide Boluwatfe don Emmanuele John da vicario parrocchiale di Marsciano, Migliano e Schiavo, viene nominato vicario parrocchiale di Ponte San Giovanni, Collestrada e Ospedalicchio. Paoletti don Antonio, parroco di Prepo, viene nominato anche parroco di San Faustino e Ponte della Pietra. Pascarosa don Simone, vicario per la pastorale, da parroco di Bagnaia e Pilonico Mareno, viene nominato parroco di San Mariano e Girasole. Quaresima mons. Fabio da parroco di Chiugiana, Olmo e Fontana, viene nominato canonico della cattedrale di San Lorenzo. Regni don Claudio, da parroco di San Sisto, Lacugnano e Sant’Andrea delle Fratte, viene nominato collaboratore delle medesime parrocchie. Reitano don Salvatore Mauro da rettore del santuario della Madonna delle Grondici, viene nominato vicario parrocchiale di Castel del Piano, Bagnaia e Pilonico Materno. Ricci mons. Giuseppe viene nominato collaboratore nelle parrocchie di Villa Pitignano, Ponte Pattoli e Civitella Benazzone. Ripiccini don Daniele da parroco di Castiglione della Valle, Mercatello, San Biagio della Valle e Spina, viene nominato parroco di Paciano, Vaiano e Villastrada. Sascau don Anton Maricel da parroco di Pierantonio, Rancolfo e Solfagnano, viene nominato collaboratore nelle parrocchie di San Martino in Colle, Sant’Enea, San Martino in Campo, Sant’Andrea d’Agliano e Santa Maria Rossa. Sbicca mons. Orlando da parroco di Casalina e Castelleone, viene nominato canonico della cattedrale di San Lorenzo. Scarda don Alessandro da parroco di San Barnaba in Perugia, viene nominato parroco di Santa Lucia in Perugia. Solka don Robert, parroco di Castel delle Forme e San Valentino della Collina, viene nominato anche parroco di Villanova. Sorbaioli don Simone, vicario generale, lascia la parrocchia di Città della Pieve e viene nominato canonico della cattedrale di San Lorenzo. Sorci don Antonio da parroco di Sant’Egidio, Lidarno e Civitella d’Arna, viene nominato parroco di Chiugiana, Olmo e Fontana. Strappaghetti don Simone da vicario parrocchiale di Santa Lucia in Perugia, viene nominato vicario parrocchiale di Marsciano, Migliano e Schiavo. Yang Le don Giovanni da parroco solidale di Passignano, Tuoro e Vernazzano, viene nominato parroco di Ramazzano, Piccione e Fratticiola Selvatica. Zaganelli don Ignazio da parroco di Santa Lucia in Perugia, viene nominato collaboratore nella medesima parrocchia. Zampella don Raffaele da parroco di San Martino in Campo, Sant’Andrea d’Agliano e Santa Maria Rossa, viene nominato parroco di Pierantonio, Rancolfo e Solfagnano.

Altre nomine e provvedimenti

Abu Eideh don Samy Cristiano, parroco di Ponticelli e San Litardo, inizia anche una collaborazione con l’Università degli Studi di Perugia. Biagini don Roberto, parroco di Canneto, Capocavallo, Cenerente, Pantano e Prugneto, conclude, dopo cinque anni il suo servizio di padre spirituale nel Seminario regionale di Assisi. A lui va il ringraziamento della Regione Ecclesiastica Umbra. Cappellato don Marco, parroco di Pasignano, Tuoro, Vernazzano, San Vito del Lago e Borghetto di Tuoro, viene nominato anche animatore spirituale delle Case Caritas della diocesi. Germini diacono Luigi e la moglie Maria Rosaria presteranno servizio pastorale nella parrocchia della cattedrale. Marconi don Giovanni, da parroco di Ponte Pattoli e Civitella Benazzone, diventa missionario fidei donum, in Perù. Pascolini don Riccardo, parroco di Case Bruciate, Elce e Sant’Agostino in Perugia, viene nominato vicario episcopale per i Servizi tecnici e amministrativi. Sciurpa mons. Fausto viene nominato vicario episcopale per la cultura. Verzini don Francesco da parroco di Ramazzano, Piccione, Fratticiola Selvatica, Bosco e Colombella, viene indicato quale rettore del Seminario Regionale Umbro di Assisi.]]>
https://www.lavoce.it/nomine-per-nuovi-arrivi-e-cambio-di-responsabilita-nelle-parrocchie-perugine/feed/ 0
Don Federico parroco di Pontenuovo. Bassetti lo presenta alla comunità https://www.lavoce.it/don-federico-parroco-di-pontenuovo-bassetti-lo-presenta-alla-comunita/ Sun, 20 Feb 2022 12:53:39 +0000 https://www.lavoce.it/?p=65038

La piccola parrocchia di Pontenuovo, divisa tra i comuni di Deruta e Torgiano, questa mattina ha accolto il “nuovo” parroco don Federico Casini. Don Federico, in realtà, è già conosciuto ai fedeli poiché dall’ottobre del 2020 è viceparroco e dal 2018 impegnato nella pastorale giovanile dell'Unità pastorale 15 di Torgiano, Brufa, Pontenuovo e Miralduolo. L’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve il cardinale Gualtiero Bassetti ha presieduto la messa festiva davanti a numerosi fedeli della parrocchia,  presentando ufficialmente don Casini alla comunità. Erano presenti i familiari di don Federico, il sindaco di Deruta Michele Toniaccini e il sindaco di Torgiano Eridano Liberti assente per motivi di salute ma presente con un proprio messaggio, i genitori di Giampiero Morettini, entrato in seminario 1 anno dopo Federico, il Comitato dell’Agesci “Zona Etruria” di cui don Casini è assistente (è assistente anche del gruppo Agesci di San Nicolò di Celle).

L’omelia di Bassetti

“Oggi è presente Giampiero, è vicino al suo amico Federico per sostenerlo e accompagnarlo” ha detto il Cardinale aprendo l’omelia, ricordando il forte legame che univa i due giovani, e rivolgendosi ai genitori di Giampiero presenti in chiesa.

I compiti di un buon parroco

Poi, rivolgendosi a Federico Bassetti ha ricordato il compito di un buon parroco. “Compito del sacerdote è annunciare la parola di Dio, soprattutto quando sembra che ognuno vada per conto suo piuttosto che farsi guidare dalla parola di Dio, e questo succede anche tra i cristiani”. Inoltre, ha aggiunto, Il sacerdote è “chiamato a dare i sacramenti che non sono riti o delle ‘cose’ ma sono un’‘azione’ di Cristo e un prolungamento dal cielo di Cristo perché l'uomo dal battesimo rinasca” Questo, ha proseguito, è un compito di cui non ci si deve mai dimenticare, il parroco, il prete e vescovo sono ‘educatori’ del popolo di dio. Oggi si fa fatica ad accogliere la parola educatore, siamo un po’ refrattari, ma il sacerdote è chiamato a dare a ciascuno quegli orientamenti che lo Spirito vuole da lui”. “Annuncio della parola, riflessione, meditazione, dono dei sacramenti ed guida del popolo di dio anche nel consiglio, con tanta prudenza” ha sottolineato Bassetti.

Preghiera per l’incontro dei vescovi e sindaci del Mediterraneo

Il Cardinale ha quindi condiviso con i fedeli l’attesa per l’incontro dei Vescovi e dei Sindaci dei 3 continenti e 22 nazioni che affacciano sul Mediterraneo (“Mediterraneo frontiera di pace2”), incontro fortemente voluto dal Cardinale e promosso dalla presidenza della Conferenza episcopale italiana. Dopo il primo che si è tenuto a Bari l’anno scorso per questo secondo incontro è stata scelta Firenze, la città di La Pira. L’incontro si terrà questa settimana. “È un'opera più grande di me, per questo vi chiedo una preghiera” ha detto Bassetti. “Il Mediterraneo è segno di speranza, perché il Mediterraneo è il mare della famiglia di Abramo, della terra di Gesù, ed è culla di tante civiltà, ed nel Mediterraneo troviamo le radici culturali della nostra Europa” ha detto Bassetti ricordando che scopo dell’incontro è dare voce al Mediterraneo come ”profezia di pace”. Il Cardinale ha quindi fatto riferimento a ciò che sta accadendo in Ucraina e mdi quanto sia vicino anche a noi il dramma di quel Paese anche attraverso le testimonianze dei molti ucraini che vivono in Italia, “La mia domestica mi ha raccontato, piangendo, dei figli che vivono in Ucraina chiamati entrambi al fronte” - ha detto Bassetti con dolore, aggiungendo che “Dio vuole la pace, vuole la fraternità, vuole che fra di noi siamo uniti, che collaboriamo a costruire la pace”.

I saluti al nuovo parroco don Federico

[gallery td_select_gallery_slide="slide" ids="65041,65040,65042,65090,65091,65092,65093,65094,65095"] Al termine della liturgia si sono tenuti i saluti dei sindaci di Torgiano e Deruta che accogliendo don Federico come parroco gli hanno donato da Torgiano un vino e da Deruta il calice in ceramica, doni simbolo dei due territori. Il predecessore di don Casini, don Giuseppe Piccioni, non potendo essere presente poiché positivo al Covid, ha seguito la liturgia trasmessa on line ed ha inviato un suo messaggio che è stato letto in assemblea.

Il saluto e l'impegno di don Federico

A conclusione della messa don Federico Casini si rivolto ai fedeli esprimendo l’auspicio, che è anche il suo impegno, affinché "questa chiesa di Pontenuovo possa riempirsi di gente che venga a lodare il signore” e che “che questa parrocchia possa essere casa accogliente, per riprendere una socialità che ci manca da tempo”.

Parrocchia accogliente per tutti e per i giovani

“Ce ne è bisogno soprattutto per i giovani  - ha proseguito don Federico - che hanno bisogno di un luogo per loro. Che la parrocchia torni ad essere la casa dei giovani per aiutarli anche a discernere ciò che gli fa bene e ciò che gli fa male. C'è bisogno dei preti, ma c'è anche bisogno della comunità che stia accanto ai preti, che li supporti nel servizio verso i giovani perché o nostri giovani possano riprendere in mano il loro futuro dopo 2 anni di segregazione”. (Ha collaborato da Pontenuovo Annalisa Marzano)  ]]>

La piccola parrocchia di Pontenuovo, divisa tra i comuni di Deruta e Torgiano, questa mattina ha accolto il “nuovo” parroco don Federico Casini. Don Federico, in realtà, è già conosciuto ai fedeli poiché dall’ottobre del 2020 è viceparroco e dal 2018 impegnato nella pastorale giovanile dell'Unità pastorale 15 di Torgiano, Brufa, Pontenuovo e Miralduolo. L’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve il cardinale Gualtiero Bassetti ha presieduto la messa festiva davanti a numerosi fedeli della parrocchia,  presentando ufficialmente don Casini alla comunità. Erano presenti i familiari di don Federico, il sindaco di Deruta Michele Toniaccini e il sindaco di Torgiano Eridano Liberti assente per motivi di salute ma presente con un proprio messaggio, i genitori di Giampiero Morettini, entrato in seminario 1 anno dopo Federico, il Comitato dell’Agesci “Zona Etruria” di cui don Casini è assistente (è assistente anche del gruppo Agesci di San Nicolò di Celle).

L’omelia di Bassetti

“Oggi è presente Giampiero, è vicino al suo amico Federico per sostenerlo e accompagnarlo” ha detto il Cardinale aprendo l’omelia, ricordando il forte legame che univa i due giovani, e rivolgendosi ai genitori di Giampiero presenti in chiesa.

I compiti di un buon parroco

Poi, rivolgendosi a Federico Bassetti ha ricordato il compito di un buon parroco. “Compito del sacerdote è annunciare la parola di Dio, soprattutto quando sembra che ognuno vada per conto suo piuttosto che farsi guidare dalla parola di Dio, e questo succede anche tra i cristiani”. Inoltre, ha aggiunto, Il sacerdote è “chiamato a dare i sacramenti che non sono riti o delle ‘cose’ ma sono un’‘azione’ di Cristo e un prolungamento dal cielo di Cristo perché l'uomo dal battesimo rinasca” Questo, ha proseguito, è un compito di cui non ci si deve mai dimenticare, il parroco, il prete e vescovo sono ‘educatori’ del popolo di dio. Oggi si fa fatica ad accogliere la parola educatore, siamo un po’ refrattari, ma il sacerdote è chiamato a dare a ciascuno quegli orientamenti che lo Spirito vuole da lui”. “Annuncio della parola, riflessione, meditazione, dono dei sacramenti ed guida del popolo di dio anche nel consiglio, con tanta prudenza” ha sottolineato Bassetti.

Preghiera per l’incontro dei vescovi e sindaci del Mediterraneo

Il Cardinale ha quindi condiviso con i fedeli l’attesa per l’incontro dei Vescovi e dei Sindaci dei 3 continenti e 22 nazioni che affacciano sul Mediterraneo (“Mediterraneo frontiera di pace2”), incontro fortemente voluto dal Cardinale e promosso dalla presidenza della Conferenza episcopale italiana. Dopo il primo che si è tenuto a Bari l’anno scorso per questo secondo incontro è stata scelta Firenze, la città di La Pira. L’incontro si terrà questa settimana. “È un'opera più grande di me, per questo vi chiedo una preghiera” ha detto Bassetti. “Il Mediterraneo è segno di speranza, perché il Mediterraneo è il mare della famiglia di Abramo, della terra di Gesù, ed è culla di tante civiltà, ed nel Mediterraneo troviamo le radici culturali della nostra Europa” ha detto Bassetti ricordando che scopo dell’incontro è dare voce al Mediterraneo come ”profezia di pace”. Il Cardinale ha quindi fatto riferimento a ciò che sta accadendo in Ucraina e mdi quanto sia vicino anche a noi il dramma di quel Paese anche attraverso le testimonianze dei molti ucraini che vivono in Italia, “La mia domestica mi ha raccontato, piangendo, dei figli che vivono in Ucraina chiamati entrambi al fronte” - ha detto Bassetti con dolore, aggiungendo che “Dio vuole la pace, vuole la fraternità, vuole che fra di noi siamo uniti, che collaboriamo a costruire la pace”.

I saluti al nuovo parroco don Federico

[gallery td_select_gallery_slide="slide" ids="65041,65040,65042,65090,65091,65092,65093,65094,65095"] Al termine della liturgia si sono tenuti i saluti dei sindaci di Torgiano e Deruta che accogliendo don Federico come parroco gli hanno donato da Torgiano un vino e da Deruta il calice in ceramica, doni simbolo dei due territori. Il predecessore di don Casini, don Giuseppe Piccioni, non potendo essere presente poiché positivo al Covid, ha seguito la liturgia trasmessa on line ed ha inviato un suo messaggio che è stato letto in assemblea.

Il saluto e l'impegno di don Federico

A conclusione della messa don Federico Casini si rivolto ai fedeli esprimendo l’auspicio, che è anche il suo impegno, affinché "questa chiesa di Pontenuovo possa riempirsi di gente che venga a lodare il signore” e che “che questa parrocchia possa essere casa accogliente, per riprendere una socialità che ci manca da tempo”.

Parrocchia accogliente per tutti e per i giovani

“Ce ne è bisogno soprattutto per i giovani  - ha proseguito don Federico - che hanno bisogno di un luogo per loro. Che la parrocchia torni ad essere la casa dei giovani per aiutarli anche a discernere ciò che gli fa bene e ciò che gli fa male. C'è bisogno dei preti, ma c'è anche bisogno della comunità che stia accanto ai preti, che li supporti nel servizio verso i giovani perché o nostri giovani possano riprendere in mano il loro futuro dopo 2 anni di segregazione”. (Ha collaborato da Pontenuovo Annalisa Marzano)  ]]>
Lettera quaresimale del cardinale Gualtiero Bassetti alla comunità diocesana https://www.lavoce.it/lettera-quaresimale-del-cardinale-gualtiero-bassetti-alla-comunita-diocesana/ Thu, 25 Feb 2021 17:08:26 +0000 https://www.lavoce.it/?p=59326

Lo spirito della Quaresima è il titolo della lettera del cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, inviata alla sua comunità diocesana il cui testo integrale è scaricabile dal 25 febbraio sul sito dell’Archidiocesi. Si tratta, come scrive il cardinale, di “una breve catechesi sul significato della Quaresima, particolarmente durante questo tempo di pandemia, che sta provando a fondo tante persone”. Tre i concetti sui quali si concentra la riflessione del presule, riportati come sottotitolo della lettera: “Una vita tentata – una vita purificata – il deserto dello Spirito”. Il cardinale rivolge, all’inizio della lettera, “una particolare raccomandazione ai sacerdoti di leggerla e approfondirla, possibilmente coi catechisti, gli animatori parrocchiali e tutti coloro che saranno disponibili. Penso che questa breve catechesi, senza nessuna pretesa – scrive –, possa essere utile anche per i monasteri e le case dei religiosi”.

La tentazione condizione normale.

“Soffermandosi sul primo concetto, Bassetti sottolinea che “la Quaresima è un tempo di sosta, che ci porta a vivere e ad approfondire la nostra esperienza di fede. La Chiesa ci presenta, nella prima domenica, il brano evangelico delle tentazioni di Gesù, secondo l’evangelista Marco: Lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. La tentazione non esula dalla volontà di Dio, perché lo Spirito sospinse Gesù nel deserto. Essa è quindi condizione normale, non solo dell’uomo, ma anche del cristiano. Tutta una letteratura edificante, ma a mio avviso non illuminata, ha posto la questione della tentazione quasi si trattasse di angoscia. È una posizione sbagliata: le cose non stanno così”.

La fede un’esperienza tentata.

“La tentazione come lotta, come combattimento, fa parte dell’esperienza umana e cristiana. Per questo Gesù all’inizio della vita pubblica, e non solo, l’ha sperimentata. Potremmo domandarci: perché ha fatto questa esperienza se, in fondo, alla tentazione non poteva soccombere? Penso che il motivo sia semplice: Gesù si è posto in tutto come misura e modello della vita del cristiano. E questo esprime anche la prima verità che vuole sempre ricordarci la Quaresima: la fede è, necessariamente, provata. Direi anzi: se non è tentata, non è fede. Così ci dice con chiarezza la Parola di Dio. Qualcuno potrebbe domandarsi: perché la fede è un’esperienza tentata? Risponderei così: a causa del nostro limite. Difficilmente scopriremmo il nostro limite, il nostro peccato, la nostra fragilità se non ci sentissimo messi a prova. È la prova che ti fa scoprire il tuo limite, la tua povertà, la tua insufficienza, il tuo bisogno degli altri e, soprattutto, il tuo bisogno di Dio”.

Società in cui predomina il neo-illuminismo.

“Cari amici, senza questa prospettiva di fede provata, tutti rischieremmo di non saper distinguere fra la luce e le tenebre, il vero e il falso, il bene e il male, e quindi non maturerebbe mai in noi un vero processo di libertà. Purtroppo viviamo in una società in cui predomina il neo-illuminismo, cioè la pretesa di risolvere tutti i problemi con la ragione e ciò che la ragione può, quindi con la scienza e con la tecnica; e chi non si adegua a tale pensiero è considerato un arretrato, un incolto, se non addirittura un irresponsabile”.

Il Mistero oltre la nostra ragione.

“Possiamo davvero vincere tutto? Il Vangelo, che, oltre a esser vero, è un messaggio di saggezza, ci ammonisce chiaramente: chi si regge in piedi stia attento a non cadere. La fede, trattando qualcosa che va ben oltre la nostra ragione - il Mistero - ci spinge sempre oltre. Duc in altum! : vai al largo, supera il limite del tuo modo di vedere e di pensare, ci dice Gesù. La fede non è un’evidenza, non è un’emozione e nemmeno un sentimento. Purtroppo, quanta confusione alberga anche nella mente e nel cuore di tante persone buone che vanno in chiesa! La fede è oscura perché ci trascende, ma è la cosa più grande e meravigliosa perché è ‘mistero’, indica che la nostra vita va ben oltre le nostre aspirazioni ed esigenze umane. E in questo senso siamo tutti sotto lo stesso tetto: vescovi, sacerdoti, consacrati, famiglie, parrocchie”.

La Chiesa soffre attacchi e persecuzioni.

Il cardinale prosegue la sua riflessione nel ribadire che vede “serpeggiare fra noi una mentalità di acquiescenza, che non riflette l’essenza del vivere cristiano, che è sempre un cammino fra le prove. Da altre parti, la Chiesa soffre attacchi e persecuzioni, e non ci sono mai stati tanti martiri come al momento presente. La prova, la tentazione, è la garanzia che Dio c’è, ci tiene per mano e ci porta sempre su ali d’aquila”.

Il culto di un cuore umile, sincero e schietto.

“Nel soffermarsi sul secondo concetto, il cardinale Bassetti evidenzia che la Quaresima ci ripresenta il tema di una vita purificata. È proprio la strada della purificazione la via diversa su cui noi dobbiamo intraprendere il nostro cammino… È importante il tempo quaresimale nel mistero dell’anno liturgico, perché ci riporta al cuore e alla mente la base dell’itinerario cristiano.

Se non si coglie questa verità, potremmo fare anche un’accozzaglia di pratiche di pietà, ma non saremmo accetti al Signore: eserciteremmo un culto sterile ed inefficace. Il culto cristiano, come ci richiama continuamente Papa Francesco, è il culto di un cuore umile, sincero e schietto. In una parola, il culto di chi non vive più per sé, ma per amore. In Italia ci sono migliaia di Sante Messe nel giorno del Signore, ma purtroppo le cose, nella mentalità dei credenti, cambiano poco”.

Restaurare la vita del battesimo.

“Cosa dobbiamo fare? C’è chi si accontenta e dice: Ringraziamo il Signore che un certo numero di persone continua a venire in chiesa. Risposta buona; ma sarebbe il caso di domandarci: Perché vengono? Come vengono? Cosa cambia di fatto nella vita?. La Quaresima, coi suoi ritmi e le sue cadenze, potrebbe diventare un vero itinerario battesimale, un cammino paziente che ci orienta in un cambiamento di mentalità e di vita. Anche il ritorno al Sacramento della Penitenza, nelle forme più adatte e consentite, più che un impegno devozionale, dovrebbe essere un riferimento battesimale. Infatti, si tratta di restaurare la vita del battesimo che abbiamo interrotto o che va debitamente recuperata. Ma il compimento della purificazione quaresimale ha un obiettivo specifico: la carità, intesa come Agape”.

La vera penitenza cristiana è amare.

“Cos’è, allora, cambiare vita? Passare dall’amore di sé all’amore di Dio e degli altri. Passare dall’egoismo alla carità. Tutti i testi biblici che parlano della penitenza culminano sempre in questo richiamo: l’aiuto ai fratelli, il soccorso al prossimo. Dunque, la vera penitenza cristiana è amare. Perché amare è perdere sé. La vera penitenza cristiana non è fare, neppure compiere le opere, se non c’è l’amore. La vera penitenza è trasporre noi, da noi agli altri. La vera penitenza cristiana è questo mutamento di luogo. Il nostro luogo non è più il nostro io, ma l’io dell’altro nell’io di Dio”.

Senza la carità.

Al tal proposito l’invito del cardinale “a rileggere, dal capitolo XIII della lettera ai Corinti di san Paolo, l’inno alla carità. E questo vale per tutti. Se in una comunità religiosa, in un seminario, in una famiglia, nella parrocchia, non c’è la carità, quello che si fa non serve a nulla. Questo vale nel matrimonio, fra marito e moglie, nel rapporto con i figli: il ricominciare, il tentare sempre di avere fiducia, la pazienza di un amore che traspone il proprio io nell’altro. Questo vale in ogni ambito della vita cristiana. Quando diciamo: Dobbiamo difendere il matrimonio, la famiglia!, che significato ha, se manca tutto questo?”.

Quaresima, tempo dell’ascolto.

Illustrando il terzo concetto, Bassetti scrive che “la Quaresima ci richiama al deserto dello Spirito. Cosa vuol dire? Prima di tutto, il deserto dell’ascolto. La Quaresima è il tempo privilegiato in cui Dio si rivolge a noi mediante la sua Parola ed entra in dialogo con le sue creature. Dio parla a tutti. Se uno non lo sente, è perché ha l’orecchio tanto duro che non ode più la voce di Dio, la voce del Signore, la voce di Gesù. Non ascoltare la voce di Gesù, il suo Vangelo, vuol dire smarrire completamente la strada. Il Signore, come dice il profeta Osea, vuol tornare a parlare al nostro cuore, vuole entrare in comunione con noi, per esprimerci tutta la sua tenerezza.

Far fiorire il deserto interiore.

“Gesù parla della necessità di pregare sempre e non cessare mai. Ciò significa che c’è in tutti noi questa attitudine contemplativa. Anche durante le nostre occupazioni, è possibile un continuo colloquio d’amore col Signore. È in questo modo che potrà far fiorire anche il deserto che è dentro di noi”.

La vittoria sulla morte e sul peccato.

“Concludo questa piccola catechesi riepilogando i tre concetti che mi stanno a cuore. Quaresima: una fede tentata, una vita purificata, il deserto dello Spirito. Tutto questo, naturalmente, nella prospettiva pasquale…, che è la risoluzione definitiva, da parte del Padre e dello Spirito Santo, della nostra vita. Se entreremo in questa dimensione, che deve essere continua, saremo dei veri credenti, e testimonieremo il senso pasquale della vita, cioè quella vittoria sulla morte e sul peccato che già opera in noi. E così il deserto amaro e triste di questo mondo – conclude il cardinale Bassetti – diventerà luminoso perché il Signore è risorto”.

]]>

Lo spirito della Quaresima è il titolo della lettera del cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, inviata alla sua comunità diocesana il cui testo integrale è scaricabile dal 25 febbraio sul sito dell’Archidiocesi. Si tratta, come scrive il cardinale, di “una breve catechesi sul significato della Quaresima, particolarmente durante questo tempo di pandemia, che sta provando a fondo tante persone”. Tre i concetti sui quali si concentra la riflessione del presule, riportati come sottotitolo della lettera: “Una vita tentata – una vita purificata – il deserto dello Spirito”. Il cardinale rivolge, all’inizio della lettera, “una particolare raccomandazione ai sacerdoti di leggerla e approfondirla, possibilmente coi catechisti, gli animatori parrocchiali e tutti coloro che saranno disponibili. Penso che questa breve catechesi, senza nessuna pretesa – scrive –, possa essere utile anche per i monasteri e le case dei religiosi”.

La tentazione condizione normale.

“Soffermandosi sul primo concetto, Bassetti sottolinea che “la Quaresima è un tempo di sosta, che ci porta a vivere e ad approfondire la nostra esperienza di fede. La Chiesa ci presenta, nella prima domenica, il brano evangelico delle tentazioni di Gesù, secondo l’evangelista Marco: Lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. La tentazione non esula dalla volontà di Dio, perché lo Spirito sospinse Gesù nel deserto. Essa è quindi condizione normale, non solo dell’uomo, ma anche del cristiano. Tutta una letteratura edificante, ma a mio avviso non illuminata, ha posto la questione della tentazione quasi si trattasse di angoscia. È una posizione sbagliata: le cose non stanno così”.

La fede un’esperienza tentata.

“La tentazione come lotta, come combattimento, fa parte dell’esperienza umana e cristiana. Per questo Gesù all’inizio della vita pubblica, e non solo, l’ha sperimentata. Potremmo domandarci: perché ha fatto questa esperienza se, in fondo, alla tentazione non poteva soccombere? Penso che il motivo sia semplice: Gesù si è posto in tutto come misura e modello della vita del cristiano. E questo esprime anche la prima verità che vuole sempre ricordarci la Quaresima: la fede è, necessariamente, provata. Direi anzi: se non è tentata, non è fede. Così ci dice con chiarezza la Parola di Dio. Qualcuno potrebbe domandarsi: perché la fede è un’esperienza tentata? Risponderei così: a causa del nostro limite. Difficilmente scopriremmo il nostro limite, il nostro peccato, la nostra fragilità se non ci sentissimo messi a prova. È la prova che ti fa scoprire il tuo limite, la tua povertà, la tua insufficienza, il tuo bisogno degli altri e, soprattutto, il tuo bisogno di Dio”.

Società in cui predomina il neo-illuminismo.

“Cari amici, senza questa prospettiva di fede provata, tutti rischieremmo di non saper distinguere fra la luce e le tenebre, il vero e il falso, il bene e il male, e quindi non maturerebbe mai in noi un vero processo di libertà. Purtroppo viviamo in una società in cui predomina il neo-illuminismo, cioè la pretesa di risolvere tutti i problemi con la ragione e ciò che la ragione può, quindi con la scienza e con la tecnica; e chi non si adegua a tale pensiero è considerato un arretrato, un incolto, se non addirittura un irresponsabile”.

Il Mistero oltre la nostra ragione.

“Possiamo davvero vincere tutto? Il Vangelo, che, oltre a esser vero, è un messaggio di saggezza, ci ammonisce chiaramente: chi si regge in piedi stia attento a non cadere. La fede, trattando qualcosa che va ben oltre la nostra ragione - il Mistero - ci spinge sempre oltre. Duc in altum! : vai al largo, supera il limite del tuo modo di vedere e di pensare, ci dice Gesù. La fede non è un’evidenza, non è un’emozione e nemmeno un sentimento. Purtroppo, quanta confusione alberga anche nella mente e nel cuore di tante persone buone che vanno in chiesa! La fede è oscura perché ci trascende, ma è la cosa più grande e meravigliosa perché è ‘mistero’, indica che la nostra vita va ben oltre le nostre aspirazioni ed esigenze umane. E in questo senso siamo tutti sotto lo stesso tetto: vescovi, sacerdoti, consacrati, famiglie, parrocchie”.

La Chiesa soffre attacchi e persecuzioni.

Il cardinale prosegue la sua riflessione nel ribadire che vede “serpeggiare fra noi una mentalità di acquiescenza, che non riflette l’essenza del vivere cristiano, che è sempre un cammino fra le prove. Da altre parti, la Chiesa soffre attacchi e persecuzioni, e non ci sono mai stati tanti martiri come al momento presente. La prova, la tentazione, è la garanzia che Dio c’è, ci tiene per mano e ci porta sempre su ali d’aquila”.

Il culto di un cuore umile, sincero e schietto.

“Nel soffermarsi sul secondo concetto, il cardinale Bassetti evidenzia che la Quaresima ci ripresenta il tema di una vita purificata. È proprio la strada della purificazione la via diversa su cui noi dobbiamo intraprendere il nostro cammino… È importante il tempo quaresimale nel mistero dell’anno liturgico, perché ci riporta al cuore e alla mente la base dell’itinerario cristiano.

Se non si coglie questa verità, potremmo fare anche un’accozzaglia di pratiche di pietà, ma non saremmo accetti al Signore: eserciteremmo un culto sterile ed inefficace. Il culto cristiano, come ci richiama continuamente Papa Francesco, è il culto di un cuore umile, sincero e schietto. In una parola, il culto di chi non vive più per sé, ma per amore. In Italia ci sono migliaia di Sante Messe nel giorno del Signore, ma purtroppo le cose, nella mentalità dei credenti, cambiano poco”.

Restaurare la vita del battesimo.

“Cosa dobbiamo fare? C’è chi si accontenta e dice: Ringraziamo il Signore che un certo numero di persone continua a venire in chiesa. Risposta buona; ma sarebbe il caso di domandarci: Perché vengono? Come vengono? Cosa cambia di fatto nella vita?. La Quaresima, coi suoi ritmi e le sue cadenze, potrebbe diventare un vero itinerario battesimale, un cammino paziente che ci orienta in un cambiamento di mentalità e di vita. Anche il ritorno al Sacramento della Penitenza, nelle forme più adatte e consentite, più che un impegno devozionale, dovrebbe essere un riferimento battesimale. Infatti, si tratta di restaurare la vita del battesimo che abbiamo interrotto o che va debitamente recuperata. Ma il compimento della purificazione quaresimale ha un obiettivo specifico: la carità, intesa come Agape”.

La vera penitenza cristiana è amare.

“Cos’è, allora, cambiare vita? Passare dall’amore di sé all’amore di Dio e degli altri. Passare dall’egoismo alla carità. Tutti i testi biblici che parlano della penitenza culminano sempre in questo richiamo: l’aiuto ai fratelli, il soccorso al prossimo. Dunque, la vera penitenza cristiana è amare. Perché amare è perdere sé. La vera penitenza cristiana non è fare, neppure compiere le opere, se non c’è l’amore. La vera penitenza è trasporre noi, da noi agli altri. La vera penitenza cristiana è questo mutamento di luogo. Il nostro luogo non è più il nostro io, ma l’io dell’altro nell’io di Dio”.

Senza la carità.

Al tal proposito l’invito del cardinale “a rileggere, dal capitolo XIII della lettera ai Corinti di san Paolo, l’inno alla carità. E questo vale per tutti. Se in una comunità religiosa, in un seminario, in una famiglia, nella parrocchia, non c’è la carità, quello che si fa non serve a nulla. Questo vale nel matrimonio, fra marito e moglie, nel rapporto con i figli: il ricominciare, il tentare sempre di avere fiducia, la pazienza di un amore che traspone il proprio io nell’altro. Questo vale in ogni ambito della vita cristiana. Quando diciamo: Dobbiamo difendere il matrimonio, la famiglia!, che significato ha, se manca tutto questo?”.

Quaresima, tempo dell’ascolto.

Illustrando il terzo concetto, Bassetti scrive che “la Quaresima ci richiama al deserto dello Spirito. Cosa vuol dire? Prima di tutto, il deserto dell’ascolto. La Quaresima è il tempo privilegiato in cui Dio si rivolge a noi mediante la sua Parola ed entra in dialogo con le sue creature. Dio parla a tutti. Se uno non lo sente, è perché ha l’orecchio tanto duro che non ode più la voce di Dio, la voce del Signore, la voce di Gesù. Non ascoltare la voce di Gesù, il suo Vangelo, vuol dire smarrire completamente la strada. Il Signore, come dice il profeta Osea, vuol tornare a parlare al nostro cuore, vuole entrare in comunione con noi, per esprimerci tutta la sua tenerezza.

Far fiorire il deserto interiore.

“Gesù parla della necessità di pregare sempre e non cessare mai. Ciò significa che c’è in tutti noi questa attitudine contemplativa. Anche durante le nostre occupazioni, è possibile un continuo colloquio d’amore col Signore. È in questo modo che potrà far fiorire anche il deserto che è dentro di noi”.

La vittoria sulla morte e sul peccato.

“Concludo questa piccola catechesi riepilogando i tre concetti che mi stanno a cuore. Quaresima: una fede tentata, una vita purificata, il deserto dello Spirito. Tutto questo, naturalmente, nella prospettiva pasquale…, che è la risoluzione definitiva, da parte del Padre e dello Spirito Santo, della nostra vita. Se entreremo in questa dimensione, che deve essere continua, saremo dei veri credenti, e testimonieremo il senso pasquale della vita, cioè quella vittoria sulla morte e sul peccato che già opera in noi. E così il deserto amaro e triste di questo mondo – conclude il cardinale Bassetti – diventerà luminoso perché il Signore è risorto”.

]]>
Avvicendamenti di parroci e responsabili di Zona e Up https://www.lavoce.it/avvicendamenti-parroci-zona/ Sat, 29 Sep 2018 12:05:52 +0000 https://www.lavoce.it/?p=52987 zona

Sono state rese note domenica scorsa, dapprima alle comunità parrocchiali interessate, le nomine ed i provvedimenti che il Vescovo ha ritenuto opportuno prendere per il bene della Chiesa di Città di Castello. Mons. Cancian, a seguito della Visita pastorale, non ha mancato di compiere valutazioni attraverso gli incontri con il clero ed anche con i laici.

I cambiamenti – che avverranno entro il prossimo mese di ottobre sono frutto di queste valutazioni, di tante riflessioni e della preghiera. Riguardano alcuni sacerdoti e diaconi. Il Vescovo ha voluto ringraziare di cuore coloro che hanno accolto con fede e obbedienza la nuova missione ecclesiale.

Prega le parrocchie interessate ad accogliere con disponibilità queste decisioni prese per il bene della nostra Chiesa, anche se ciò comporta qualche comprensibile sofferenza.

I cambiamenti

  • Nella zona Sud viene riconfermato don Stefano Sipos come vicario zonale. Nell’unità pastorale don Stefano Sipos assume l’incarico di parroco di Trestina, Bonsciano e moderatore dell’Up. Mons;
  • Vinicio Zambri diventa parroco emerito e collaboratore parrocchiale;
  • Don Simone Valori è stato nominato parroco di Promano, Cinquemiglia, Castelvecchio e responsabile della pastorale giovanile della zona Sud;
  • Don Salvatore Luchetti è il nuovo parroco di Morra, Volteranno e Ronti;
  • Nella zona Centro il nuovo vicario zonale è don Andrea Czortek;
  • Nell’ unità pastorale del Centro storico don Alberto Gildoni è stato nominato parroco della Cattedrale;
  • Il diacono Nicola Testamigna affidato al servizio delle parrocchie di Santa Maria Maggiore e Santa Maria Nova, collaboratore nell’Up e responsabile della pastorale giovanile della zona Centro;
  • Nell’ unità pastorale di Riosecco - Lerchi - Piosina mons. Giancarlo Lepri è il nuovo parroco di Riosecco e moderatore dell’Up.
  • Nell’ unità pastorale Santa Veronica - Madonna del Latte - Graticole - Titta e Badiali, don Paolo Bruschi, parroco della Madonna del Latte, diventa moderatore dell’Up e responsabile della pastorale giovanile diocesana;
  • Don Livio Tacchini è il nuovo parroco di Graticole e don Ermenegildo Nyandwi, parroco di Badiali e Titta;
  • Zona Nord, don Francesco Mariucci è stato riconfermato vicario zonale;
  • Nell’ unità pastorale di San Giustino Selci - Lama - Cerbara, don Paolino Trani è stato nominato parroco di Selci e moderatore dell’Up;
  • Don Filippo Milli è parroco di San Giustino e Cospaia, oltre che responsabile della pastorale giovanile della zona Nord;
  • Don Jean-Claude Nzayisenga è vicario parrocchiale di San Giustino e Cospaia.
]]>
zona

Sono state rese note domenica scorsa, dapprima alle comunità parrocchiali interessate, le nomine ed i provvedimenti che il Vescovo ha ritenuto opportuno prendere per il bene della Chiesa di Città di Castello. Mons. Cancian, a seguito della Visita pastorale, non ha mancato di compiere valutazioni attraverso gli incontri con il clero ed anche con i laici.

I cambiamenti – che avverranno entro il prossimo mese di ottobre sono frutto di queste valutazioni, di tante riflessioni e della preghiera. Riguardano alcuni sacerdoti e diaconi. Il Vescovo ha voluto ringraziare di cuore coloro che hanno accolto con fede e obbedienza la nuova missione ecclesiale.

Prega le parrocchie interessate ad accogliere con disponibilità queste decisioni prese per il bene della nostra Chiesa, anche se ciò comporta qualche comprensibile sofferenza.

I cambiamenti

  • Nella zona Sud viene riconfermato don Stefano Sipos come vicario zonale. Nell’unità pastorale don Stefano Sipos assume l’incarico di parroco di Trestina, Bonsciano e moderatore dell’Up. Mons;
  • Vinicio Zambri diventa parroco emerito e collaboratore parrocchiale;
  • Don Simone Valori è stato nominato parroco di Promano, Cinquemiglia, Castelvecchio e responsabile della pastorale giovanile della zona Sud;
  • Don Salvatore Luchetti è il nuovo parroco di Morra, Volteranno e Ronti;
  • Nella zona Centro il nuovo vicario zonale è don Andrea Czortek;
  • Nell’ unità pastorale del Centro storico don Alberto Gildoni è stato nominato parroco della Cattedrale;
  • Il diacono Nicola Testamigna affidato al servizio delle parrocchie di Santa Maria Maggiore e Santa Maria Nova, collaboratore nell’Up e responsabile della pastorale giovanile della zona Centro;
  • Nell’ unità pastorale di Riosecco - Lerchi - Piosina mons. Giancarlo Lepri è il nuovo parroco di Riosecco e moderatore dell’Up.
  • Nell’ unità pastorale Santa Veronica - Madonna del Latte - Graticole - Titta e Badiali, don Paolo Bruschi, parroco della Madonna del Latte, diventa moderatore dell’Up e responsabile della pastorale giovanile diocesana;
  • Don Livio Tacchini è il nuovo parroco di Graticole e don Ermenegildo Nyandwi, parroco di Badiali e Titta;
  • Zona Nord, don Francesco Mariucci è stato riconfermato vicario zonale;
  • Nell’ unità pastorale di San Giustino Selci - Lama - Cerbara, don Paolino Trani è stato nominato parroco di Selci e moderatore dell’Up;
  • Don Filippo Milli è parroco di San Giustino e Cospaia, oltre che responsabile della pastorale giovanile della zona Nord;
  • Don Jean-Claude Nzayisenga è vicario parrocchiale di San Giustino e Cospaia.
]]>
BASTIA. Don Marco, nuovo parroco di San Michele: vocazione nata all’università https://www.lavoce.it/bastia-don-marco-nuovo-parroco/ Sat, 22 Sep 2018 10:00:23 +0000 https://www.lavoce.it/?p=52915

Dal 1° settembre don Marco Armillei è il nuovo parroco di San Michele Arcangelo in Bastia. Lo abbiamo incontrato, parlato con lui dell’accoglienza ricevuta dalla comunità cristiana e dell’imminente festa patronale.

Come è stato accolto dalla parrocchia di San Michele Arcangelo? “A vedere da come hanno reagito i bastioli, bene. In questi giorni sono state molte le manifestazioni di affetto e vicinanza che mi sono arrivate da diverse parti: dai mezzi di stampa ai social . Credo che la mia entrata sia stata facilitata dal fatto che ormai sono quattro anni che vivo a Bastia, in quanto ero vice parroco nella parrocchia di San Marco e dunque non un viso sconosciuto”.

Come è nata la sua vocazione? “Trovare un momento preciso nel quale poter far nascere la mia vocazione mi risulta sempre difficile, in quanto vi sono stati una serie di eventi che mi hanno portato a riflettere su ciò che il Signore voleva dalla mia vita. Provengo da una famiglia in cui la religione si è sempre ‘vissuta’, anche se in maniera molto semplice, visto che viviamo in piccolo paese dove, oltre la messa domenicale, altro non c’è.

Sicuramente un punto di svolta per la presa di coscienza iniziale della mia vocazione è stata l’università, in quanto sono andato ad abitare con altri due ragazzi che, avendo una intensa vita parrocchiale, mi hanno permesso di conoscere altre realtà ed esperienze di Chiesa. Con loro ho fatto il mio primo viaggio a Lourdes con l’Unitalsi, nel quale ho messo fortemente in discussione la mia vita e sul suo senso; sempre con loro abbiamo frequentato per un paio di anni la Fuci.

L’arrivo, nel 2005, nella mia parrocchia di un nuovo sacerdote ha permesso che questo mio pensiero lo potessi confidare a qualcuno e così iniziare quel cammino di discernimento che mi ha portato nel 2007, dopo che mi ero laureato e già da un paio d’anni lavoravo, ad entrare in Seminario”.

Che cosa rappresenta il Palio di San Michele per la comunità cristiana di Bastia? “Il Palio di San Michele, nato nel 1962, in occasione della consacrazione della nuova chiesa parrocchiale da un’idea dell’allora priore don Luigi Toppetti, rappresenta per i bastioli una grande occasione di socializzazione” (continua a leggere l'intervista gratuitamente sull'edizione digitale de La Voce).

]]>

Dal 1° settembre don Marco Armillei è il nuovo parroco di San Michele Arcangelo in Bastia. Lo abbiamo incontrato, parlato con lui dell’accoglienza ricevuta dalla comunità cristiana e dell’imminente festa patronale.

Come è stato accolto dalla parrocchia di San Michele Arcangelo? “A vedere da come hanno reagito i bastioli, bene. In questi giorni sono state molte le manifestazioni di affetto e vicinanza che mi sono arrivate da diverse parti: dai mezzi di stampa ai social . Credo che la mia entrata sia stata facilitata dal fatto che ormai sono quattro anni che vivo a Bastia, in quanto ero vice parroco nella parrocchia di San Marco e dunque non un viso sconosciuto”.

Come è nata la sua vocazione? “Trovare un momento preciso nel quale poter far nascere la mia vocazione mi risulta sempre difficile, in quanto vi sono stati una serie di eventi che mi hanno portato a riflettere su ciò che il Signore voleva dalla mia vita. Provengo da una famiglia in cui la religione si è sempre ‘vissuta’, anche se in maniera molto semplice, visto che viviamo in piccolo paese dove, oltre la messa domenicale, altro non c’è.

Sicuramente un punto di svolta per la presa di coscienza iniziale della mia vocazione è stata l’università, in quanto sono andato ad abitare con altri due ragazzi che, avendo una intensa vita parrocchiale, mi hanno permesso di conoscere altre realtà ed esperienze di Chiesa. Con loro ho fatto il mio primo viaggio a Lourdes con l’Unitalsi, nel quale ho messo fortemente in discussione la mia vita e sul suo senso; sempre con loro abbiamo frequentato per un paio di anni la Fuci.

L’arrivo, nel 2005, nella mia parrocchia di un nuovo sacerdote ha permesso che questo mio pensiero lo potessi confidare a qualcuno e così iniziare quel cammino di discernimento che mi ha portato nel 2007, dopo che mi ero laureato e già da un paio d’anni lavoravo, ad entrare in Seminario”.

Che cosa rappresenta il Palio di San Michele per la comunità cristiana di Bastia? “Il Palio di San Michele, nato nel 1962, in occasione della consacrazione della nuova chiesa parrocchiale da un’idea dell’allora priore don Luigi Toppetti, rappresenta per i bastioli una grande occasione di socializzazione” (continua a leggere l'intervista gratuitamente sull'edizione digitale de La Voce).

]]>
Gualdo Tadino. Rotazione di incarichi per i parroci https://www.lavoce.it/gualdo-tadino-nuovi-parroci/ Wed, 05 Sep 2018 13:44:34 +0000 https://www.lavoce.it/?p=52763 parroci Gualdo Tadino

Dopo le ultime nomine di parroci, rese note in occasione della solennità di san Rufino dal vescovo della diocesi monsignor Domenico Sorrentino, se ne aggiungono altre con decorrenza da sabato 1° settembre. Con distinti decreti del 17 agosto scorso, il vescovo ha nominato: don Francesco Berrettini che sarà per nove anni parroco solidale e moderatore delle parrocchie di San Benedetto e San Donato in Gualdo Tadino, al posto di don Giambattista Brunetti.

Quest’ultimo resterà nell’incarico di parroco solidale non moderatore, mentre don Francesco cesserà l’incarico di parroco della parrocchia di San Giuseppe Artigiano a Gualdo e conserverà l’ufficio di parroco delle parrocchie Sacro Cuore di Gesù a Morano e San Giovanni Battista a Grello.

Don Dieu-Donné Kasereka Taghunza diventa vicario parrocchiale della parrocchia di Santa Maria del Piano. Nuovo incarico anche per don Michele Zullato che diventa parroco delle parrocchie di San Giuseppe Artigiano e Assunzione di Maria in Nasciano, dovendo provvedere alla cura pastorale delle parrocchie stesse in seguito al trasferimento di don Francesco. Dalla medesima data cesserà l’incarico per don Michele di parroco solidale della parrocchia di San Benedetto, mentre conserverà l’ufficio di parroco della parrocchia di San Facondino in Gualdo Tadino.

Un ringraziamento va ai sacerdoti per il loro operato svolto negli anni nelle rispettive parrocchie e, contemporaneamente, siamo vicini nella preghiera in questo momento di cambiamento, in cui rispondere “eccomi, faccio del mio meglio per essere pronto a servire” non è semplice, ma è necessario.

Marta Ginettelli

]]>
parroci Gualdo Tadino

Dopo le ultime nomine di parroci, rese note in occasione della solennità di san Rufino dal vescovo della diocesi monsignor Domenico Sorrentino, se ne aggiungono altre con decorrenza da sabato 1° settembre. Con distinti decreti del 17 agosto scorso, il vescovo ha nominato: don Francesco Berrettini che sarà per nove anni parroco solidale e moderatore delle parrocchie di San Benedetto e San Donato in Gualdo Tadino, al posto di don Giambattista Brunetti.

Quest’ultimo resterà nell’incarico di parroco solidale non moderatore, mentre don Francesco cesserà l’incarico di parroco della parrocchia di San Giuseppe Artigiano a Gualdo e conserverà l’ufficio di parroco delle parrocchie Sacro Cuore di Gesù a Morano e San Giovanni Battista a Grello.

Don Dieu-Donné Kasereka Taghunza diventa vicario parrocchiale della parrocchia di Santa Maria del Piano. Nuovo incarico anche per don Michele Zullato che diventa parroco delle parrocchie di San Giuseppe Artigiano e Assunzione di Maria in Nasciano, dovendo provvedere alla cura pastorale delle parrocchie stesse in seguito al trasferimento di don Francesco. Dalla medesima data cesserà l’incarico per don Michele di parroco solidale della parrocchia di San Benedetto, mentre conserverà l’ufficio di parroco della parrocchia di San Facondino in Gualdo Tadino.

Un ringraziamento va ai sacerdoti per il loro operato svolto negli anni nelle rispettive parrocchie e, contemporaneamente, siamo vicini nella preghiera in questo momento di cambiamento, in cui rispondere “eccomi, faccio del mio meglio per essere pronto a servire” non è semplice, ma è necessario.

Marta Ginettelli

]]>
Alviano dà l’ultimo saluto al giovane parroco don Marcello https://www.lavoce.it/alviano-lultimo-saluto-al-giovane-parroco-don-marcello/ Thu, 12 Jul 2018 17:51:33 +0000 https://www.lavoce.it/?p=52392

È morto prematuramente il giovane parroco di Alviano, don Marcello d'Artista. Aveva solo 36 anni, ma aveva già conquistato il cuore dei parrocchiani e le parole lasciate su FaceBook sono l’eco dei sentimenti che attraversano la comunità di cui don Marcello era parroco da sette anni. “Hai perso la battaglia contro il male, quello fisico… hai sempre vinto contro il male del mondo… con quel sorriso, quell’animo buono e generoso, l'amico del cuore di tutti”. È uno dei tanti messaggi lasciati sul social per don Marcello, non appena si è diffusa la notizia della sua morte avvenuta all’alba del 12 luglio al policlinico Gemelli di Roma, dopo una lunga e grave malattia. La diocesi ne ha dato l’annuncio ricordando la generosità di un prete che non si era mai tirato indietro nel servizio pastorale richiestogli in diocesi. Oltre ad essere parroco di Santa Maria Assunta ad Alviano, era vicario foraneo della Valle Teverina e canonico del Capitolo della concattedrale di Amelia. Don Marcello, si legge nel comunicato pubblicato sul sito della diocesi di Terni-Narni-Amelia, era “un giovane sacerdote amato e stimato per l’impegno in vari ambiti della vita ecclesiale e  per le sue grandi capacità di cuore e di mente nella dedizione ai fratelli più bisognosi e malati, ai fanciulli e ragazzi, nel vivace apostolato parrocchiale sempre improntato ad una piena comunione e condivisione. Nel darne l’annuncio il Vescovo ed l’intera diocesi, esprimono sentimenti di profonda gratitudine al Signore per la testimonianza del suo servo buono e fedele. Don Marcello D’Artista è nato a Popoli (Pe) il 24 agosto 1981, ha svolto gli studi presso il seminario regionale di Assisi, ed è stato ordinato sacerdote il 21 marzo 2009 nella cattedrale di Terni da mons. Vincenzo Paglia. Nel periodo di preparazione al sacerdozio ha svolto il suo ministero nella parrocchia della Polymer e per un decennio in quella di Santa Maria del Rivo a Terni, dove è stato anche viceparroco dal 2009 al 2011, seguendo in particolare il gruppo Scout d’Europa, e in diocesi i gruppi di Azione Cattolica. E’ stato a lungo collaboratore dell’ufficio Liturgico e membro della commissione liturgica diocesana. E’ stato dal 2011 vice assistente diocesano dell’Unitalsi per la zona di Amelia e Narni. Nel 2011 gli è stato affidato l’incarico di parroco ad Alviano dove ha svolto il suo ministero con entusiasmo e dedizione fino agli ultimi giorni, nonostante la malattia lo costringesse a ripetuti ricoveri. In particolare ha animato il gruppo dei giovani francescani Gi.Fra avendo sempre presente la figura di san Francesco che ad Alviano è ricordato per la predica agli uccelli». La camera ardente sarà allestita nella chiesa della Madonna del Cardellino ad Alviano alle ore 11 del 13 luglio. Le esequie saranno celebrate dal vescovo Giuseppe Piemontese ad Alviano il 13 luglio alle ore 16.30 nel chiostro del castello di Alviano. ]]>

È morto prematuramente il giovane parroco di Alviano, don Marcello d'Artista. Aveva solo 36 anni, ma aveva già conquistato il cuore dei parrocchiani e le parole lasciate su FaceBook sono l’eco dei sentimenti che attraversano la comunità di cui don Marcello era parroco da sette anni. “Hai perso la battaglia contro il male, quello fisico… hai sempre vinto contro il male del mondo… con quel sorriso, quell’animo buono e generoso, l'amico del cuore di tutti”. È uno dei tanti messaggi lasciati sul social per don Marcello, non appena si è diffusa la notizia della sua morte avvenuta all’alba del 12 luglio al policlinico Gemelli di Roma, dopo una lunga e grave malattia. La diocesi ne ha dato l’annuncio ricordando la generosità di un prete che non si era mai tirato indietro nel servizio pastorale richiestogli in diocesi. Oltre ad essere parroco di Santa Maria Assunta ad Alviano, era vicario foraneo della Valle Teverina e canonico del Capitolo della concattedrale di Amelia. Don Marcello, si legge nel comunicato pubblicato sul sito della diocesi di Terni-Narni-Amelia, era “un giovane sacerdote amato e stimato per l’impegno in vari ambiti della vita ecclesiale e  per le sue grandi capacità di cuore e di mente nella dedizione ai fratelli più bisognosi e malati, ai fanciulli e ragazzi, nel vivace apostolato parrocchiale sempre improntato ad una piena comunione e condivisione. Nel darne l’annuncio il Vescovo ed l’intera diocesi, esprimono sentimenti di profonda gratitudine al Signore per la testimonianza del suo servo buono e fedele. Don Marcello D’Artista è nato a Popoli (Pe) il 24 agosto 1981, ha svolto gli studi presso il seminario regionale di Assisi, ed è stato ordinato sacerdote il 21 marzo 2009 nella cattedrale di Terni da mons. Vincenzo Paglia. Nel periodo di preparazione al sacerdozio ha svolto il suo ministero nella parrocchia della Polymer e per un decennio in quella di Santa Maria del Rivo a Terni, dove è stato anche viceparroco dal 2009 al 2011, seguendo in particolare il gruppo Scout d’Europa, e in diocesi i gruppi di Azione Cattolica. E’ stato a lungo collaboratore dell’ufficio Liturgico e membro della commissione liturgica diocesana. E’ stato dal 2011 vice assistente diocesano dell’Unitalsi per la zona di Amelia e Narni. Nel 2011 gli è stato affidato l’incarico di parroco ad Alviano dove ha svolto il suo ministero con entusiasmo e dedizione fino agli ultimi giorni, nonostante la malattia lo costringesse a ripetuti ricoveri. In particolare ha animato il gruppo dei giovani francescani Gi.Fra avendo sempre presente la figura di san Francesco che ad Alviano è ricordato per la predica agli uccelli». La camera ardente sarà allestita nella chiesa della Madonna del Cardellino ad Alviano alle ore 11 del 13 luglio. Le esequie saranno celebrate dal vescovo Giuseppe Piemontese ad Alviano il 13 luglio alle ore 16.30 nel chiostro del castello di Alviano. ]]>
NARNI. La vita parrocchiale nella parrocchia dei Ss. Giovenale e Cassio https://www.lavoce.it/narni-la-vita-parrocchiale-nella-parrocchia-dei-ss-giovenale-cassio/ Sat, 05 May 2018 15:51:07 +0000 https://www.lavoce.it/?p=51823

L’attuale “parrocchia dei Ss. Giovenale e Cassio nella Cattedrale di Narni” è l’unione delle tante esistenti dentro le mura quando Narni era densamente popolata. Ora conta circa 3.000 abitanti, ha il suo cuore nella bellissima concattedrale consacrata da papa Eugenio III nel 1145 e conta altre nove chiese: San Francesco, Sant’Agostino, Santa Maria Impensole, Nostra Signora di Lourdes, Santa Margherita, Sant’Agnese, Santa Restituta, la cappella della Beata Lucia e la cappella di Sant’Anna. Forma una comunità pastorale insieme alle parrocchie di Ss.Rita e Lucia, Santa Maria di Testaccio, San Lorenzo Martire, San Nicola in Itieli, San Michele Arcangelo in Sant’Urbano e la Cappellania dell’ospedale cittadino. Come tutte le chiese insigni e antiche inserite in un contesto che vede insieme paese e città, si fonda su tradizioni antichissime, pur vivendo i problemi attuali comuni a gran parte delle parrocchie. La Chiesa narnese conta più di 1.650 anni di storia, in quanto si fonda sulla figura di san Giovenale, primo vescovo, che ha cementato la fede dei cristiani presenti in una Narni - come ieri, così anche ai nostri tempi - intrisa di paganesimo. Fino a pochi decenni fa, il tessuto sociale della città vedeva insieme le famiglie nobili di un tempo, il nuovo ceto operaio proveniente dalle grandi fabbriche del territorio e una fervente attività commerciale. Oggi, nella nuova vocazione turistica di Narni è innegabile un progressivo innalzarsi dell’età media, ma la presenza della facoltà di Scienze dell’investiga- zione rende meno evidente il forzato esodo giovanile causato dalla mancanza di lavoro, portando numerosi giovani universitari nel contesto cittadino.
Domenica 6 maggio Umbria Radio trasmetterà in diretta la messa delle ore 11 celebrata presso la concattedrale di San Giovenale a Narni. La celebrazione sarà animata dal coro parrocchiale “Harmoniae coelestes” e preceduta da un programma radiofonico dedicato all’approfondimento della vita parrocchiale.
Attualmente la parrocchia conta circa 85 tra bambini e ragazzi nel quinquennio del cammino di iniziazione cristiana che vede impegnate, alla domenica mattina, 10 catechiste e alcuni giovani collaboratori per vivere insieme gli incontri e la celebrazione. Da un anno stiamo vivendo l’esperienza settimanale del Gruppo ragazzi (13 e i 18 anni) cercando di testimoniare, sperimentando insieme a loro, la bellezza della fede cristiana unitamente imparata dal Vangelo, vissuta nella celebrazione, e applicata nell’attenzione ai fratelli. Alcune collaboratrici sostengono da diversi anni più volte alla settimana il dopo-scuola, nato per rendere più autonomi i giovani nello studio delle materie scolastiche. I 10 volontari Caritas servono circa 50 nuclei familiari settimanalmente con il Centro di ascolto e la distribuzione di alimenti e vestiario. Ciò è reso possibile dal contributo di alcune famiglie narnesi denominato “Famiglia amica” (una famiglia più ‘in forze’ sostiene un’altra più debole) e le raccolte durante le esequie. Un nutrito gruppo liturgico composto dal coro polifonico parrocchiale, dai lettori, dai ministri straordinari della Comunione ma anche da una delle pochissime sacrestane italiane regolarmente assunte, prepara e cura le celebrazioni che - specialmente in una cattedrale pretendono grande attenzione, proprietà e formazione. A ciò si aggiunge un nutrito (e insostituibile!) gruppo di ministranti costante e motivato affinché ogni celebrazione porti ricchi frutti spirituali splendendo per nobile semplicità. La lectio divina vissuta mensilmente e le attività del gruppo di Ac parrocchiale arricchiscono la vita sacramentale ordinaria. La festa patronale ha dato vita alla Corsa all’anello, giostra storica tra le più antiche d’Italia. La sera del 2 maggio si rievoca l’offerta dei Ceri al santo patrono; il giorno successivo una solenne concelebrazione presieduta dal Vescovo termina nella processione per le vie cittadine con il busto-reliquiario argenteo del Santo fatto modellare come ex-voto dal più famoso orafo romano per lo scampato pericolo del terremoto del 1703.  ]]>

L’attuale “parrocchia dei Ss. Giovenale e Cassio nella Cattedrale di Narni” è l’unione delle tante esistenti dentro le mura quando Narni era densamente popolata. Ora conta circa 3.000 abitanti, ha il suo cuore nella bellissima concattedrale consacrata da papa Eugenio III nel 1145 e conta altre nove chiese: San Francesco, Sant’Agostino, Santa Maria Impensole, Nostra Signora di Lourdes, Santa Margherita, Sant’Agnese, Santa Restituta, la cappella della Beata Lucia e la cappella di Sant’Anna. Forma una comunità pastorale insieme alle parrocchie di Ss.Rita e Lucia, Santa Maria di Testaccio, San Lorenzo Martire, San Nicola in Itieli, San Michele Arcangelo in Sant’Urbano e la Cappellania dell’ospedale cittadino. Come tutte le chiese insigni e antiche inserite in un contesto che vede insieme paese e città, si fonda su tradizioni antichissime, pur vivendo i problemi attuali comuni a gran parte delle parrocchie. La Chiesa narnese conta più di 1.650 anni di storia, in quanto si fonda sulla figura di san Giovenale, primo vescovo, che ha cementato la fede dei cristiani presenti in una Narni - come ieri, così anche ai nostri tempi - intrisa di paganesimo. Fino a pochi decenni fa, il tessuto sociale della città vedeva insieme le famiglie nobili di un tempo, il nuovo ceto operaio proveniente dalle grandi fabbriche del territorio e una fervente attività commerciale. Oggi, nella nuova vocazione turistica di Narni è innegabile un progressivo innalzarsi dell’età media, ma la presenza della facoltà di Scienze dell’investiga- zione rende meno evidente il forzato esodo giovanile causato dalla mancanza di lavoro, portando numerosi giovani universitari nel contesto cittadino.
Domenica 6 maggio Umbria Radio trasmetterà in diretta la messa delle ore 11 celebrata presso la concattedrale di San Giovenale a Narni. La celebrazione sarà animata dal coro parrocchiale “Harmoniae coelestes” e preceduta da un programma radiofonico dedicato all’approfondimento della vita parrocchiale.
Attualmente la parrocchia conta circa 85 tra bambini e ragazzi nel quinquennio del cammino di iniziazione cristiana che vede impegnate, alla domenica mattina, 10 catechiste e alcuni giovani collaboratori per vivere insieme gli incontri e la celebrazione. Da un anno stiamo vivendo l’esperienza settimanale del Gruppo ragazzi (13 e i 18 anni) cercando di testimoniare, sperimentando insieme a loro, la bellezza della fede cristiana unitamente imparata dal Vangelo, vissuta nella celebrazione, e applicata nell’attenzione ai fratelli. Alcune collaboratrici sostengono da diversi anni più volte alla settimana il dopo-scuola, nato per rendere più autonomi i giovani nello studio delle materie scolastiche. I 10 volontari Caritas servono circa 50 nuclei familiari settimanalmente con il Centro di ascolto e la distribuzione di alimenti e vestiario. Ciò è reso possibile dal contributo di alcune famiglie narnesi denominato “Famiglia amica” (una famiglia più ‘in forze’ sostiene un’altra più debole) e le raccolte durante le esequie. Un nutrito gruppo liturgico composto dal coro polifonico parrocchiale, dai lettori, dai ministri straordinari della Comunione ma anche da una delle pochissime sacrestane italiane regolarmente assunte, prepara e cura le celebrazioni che - specialmente in una cattedrale pretendono grande attenzione, proprietà e formazione. A ciò si aggiunge un nutrito (e insostituibile!) gruppo di ministranti costante e motivato affinché ogni celebrazione porti ricchi frutti spirituali splendendo per nobile semplicità. La lectio divina vissuta mensilmente e le attività del gruppo di Ac parrocchiale arricchiscono la vita sacramentale ordinaria. La festa patronale ha dato vita alla Corsa all’anello, giostra storica tra le più antiche d’Italia. La sera del 2 maggio si rievoca l’offerta dei Ceri al santo patrono; il giorno successivo una solenne concelebrazione presieduta dal Vescovo termina nella processione per le vie cittadine con il busto-reliquiario argenteo del Santo fatto modellare come ex-voto dal più famoso orafo romano per lo scampato pericolo del terremoto del 1703.  ]]>
PONTE D’ODDI. Parrocco e parrocchiani a Parigi per la scuola di formazione https://www.lavoce.it/ponte-doddi-parrocco-parrocchiani-parigi-la-scuola-formazione/ Fri, 13 Apr 2018 17:22:55 +0000 https://www.lavoce.it/?p=51660

Quando p. Francesco Bonucci, parroco di San Giovanni Apostolo a Ponte d’Oddi, ha iniziato il corso “Pastori secondo il mio cuore” (cf. Ger 3,15), era l’unico italiano tra i 60 partecipanti. Spinto dal desiderio di crescere come parroco, ha cercato un percorso ad hoc e l’ha trovato fuori dall’Italia, a Parigi, offerto da due organizzazioni francesi, Alpha e Talenthéo, impegnate nel promuovere la conversione pastorale in senso missionario voluta da Papa Francesco. Finalità del corso è rispondere alle difficoltà dei parroci del nostro tempo, fornendo competenze nuove: si inizia con la conoscenza di se stessi, anche in termini psicologici, fino ad arrivare a definire la visione pastorale, le strategie per lavorare con le diverse équipe della parrocchia, la gestione dei momenti di crisi e conflitto, e i percorsi per formare “discepoli-missionari”. Nell’ultima sessione, ogni sacerdote è chiamato a invitare alcune persone della propria parrocchia, per vivere quello che viene chiamato “weekend pastorale”: due giorni in cui gli organizzatori del corso aiutano a concretizzare quanto appreso. Così p. Francesco ha chiesto al vicario della diocesi, mons. Paolo Giulietti, di accompagnare lui e un gruppo di dieci persone di Ponte d’Oddi, che si è ritrovato il 7 e 8 aprile a Parigi a vivere il weekend pastorale per riconoscere “il dono che ciascuno è per la Chiesa”. I dieci partecipanti raccontano quanto sia stato significativo supportare il proprio parroco in questo percorso, per mettersi a lavorare con lui con questi nuovi strumenti e ricevere nuovi elementi e stimoli per la programmazione pastorale. Vedere le oltre 600 persone che accompagnavano i parroci incoraggiando la loro formazione, è stata una dimostrazione di come amare il proprio pastore vivendo la corresponsabilità. Il gruppo perugino è stato invitato a pensare ad ogni tipologia di persona che può raggiungere la parrocchia (dal frequentatore domenicale al genitore non sposato che si avvicina per chiedere il battesimo del proprio figlio) e a come proporre un percorso di crescita personale per ciascuno. Ne sono nate delle proposte operative da riportare a casa. Ne è nata soprattutto la consapevolezza dell’esigenza dei parroci di essere accompagnati dai laici nella “conversione pastorale”, che non può essere affrontata in solitudine. Un weekend, dunque, impegnativo da molti punti di vista, ma dal quale si attendono buoni frutti. Magari non solo a Ponte d’Oddi.  ]]>

Quando p. Francesco Bonucci, parroco di San Giovanni Apostolo a Ponte d’Oddi, ha iniziato il corso “Pastori secondo il mio cuore” (cf. Ger 3,15), era l’unico italiano tra i 60 partecipanti. Spinto dal desiderio di crescere come parroco, ha cercato un percorso ad hoc e l’ha trovato fuori dall’Italia, a Parigi, offerto da due organizzazioni francesi, Alpha e Talenthéo, impegnate nel promuovere la conversione pastorale in senso missionario voluta da Papa Francesco. Finalità del corso è rispondere alle difficoltà dei parroci del nostro tempo, fornendo competenze nuove: si inizia con la conoscenza di se stessi, anche in termini psicologici, fino ad arrivare a definire la visione pastorale, le strategie per lavorare con le diverse équipe della parrocchia, la gestione dei momenti di crisi e conflitto, e i percorsi per formare “discepoli-missionari”. Nell’ultima sessione, ogni sacerdote è chiamato a invitare alcune persone della propria parrocchia, per vivere quello che viene chiamato “weekend pastorale”: due giorni in cui gli organizzatori del corso aiutano a concretizzare quanto appreso. Così p. Francesco ha chiesto al vicario della diocesi, mons. Paolo Giulietti, di accompagnare lui e un gruppo di dieci persone di Ponte d’Oddi, che si è ritrovato il 7 e 8 aprile a Parigi a vivere il weekend pastorale per riconoscere “il dono che ciascuno è per la Chiesa”. I dieci partecipanti raccontano quanto sia stato significativo supportare il proprio parroco in questo percorso, per mettersi a lavorare con lui con questi nuovi strumenti e ricevere nuovi elementi e stimoli per la programmazione pastorale. Vedere le oltre 600 persone che accompagnavano i parroci incoraggiando la loro formazione, è stata una dimostrazione di come amare il proprio pastore vivendo la corresponsabilità. Il gruppo perugino è stato invitato a pensare ad ogni tipologia di persona che può raggiungere la parrocchia (dal frequentatore domenicale al genitore non sposato che si avvicina per chiedere il battesimo del proprio figlio) e a come proporre un percorso di crescita personale per ciascuno. Ne sono nate delle proposte operative da riportare a casa. Ne è nata soprattutto la consapevolezza dell’esigenza dei parroci di essere accompagnati dai laici nella “conversione pastorale”, che non può essere affrontata in solitudine. Un weekend, dunque, impegnativo da molti punti di vista, ma dal quale si attendono buoni frutti. Magari non solo a Ponte d’Oddi.  ]]>
Arrivano i Grest estivi 2018 https://www.lavoce.it/arrivano-grest-estivi-2018/ Wed, 11 Apr 2018 17:00:06 +0000 https://www.lavoce.it/?p=51615

La tanto attesa estate è ormai alle porte e si avvicina il tempo, per gli oratori della nostra regione, di spalancare le porte del Grest, il centro estivo parrocchiale. Un appuntamento nel quale parroci, seminaristi, coordinatori di oratorio e tantissimi animatori investono entusiasmo, energie e creatività al servizio dei bambini; e che da anni ormai viene preparato in modo dettagliato dal Coordinamento oratori umbri in collaborazione con l’Associazione nazionale San Paolo Italia (Anspi).

Abbiamo incontrato don Riccardo Pascolini, responsabile del Coordinamento oratori umbri, per rivolgergli alcune domande.

Ci sono molte proposte estive, non solo della Chiesa, per i bambini e iragazzi. Quale è il “valore aggiunto” dei Grest? “Il Grest è il tempo in cui centinaia di ragazzi - accompagnati e guidati dai propri educatori - comunicano ai loro ‘fratellini più piccoli’ la bellezza dello stare insieme condividendo giochi, esperienze, iniziative, attività, qualche fatica e tanta gioia. Il vero valore aggiunto del Grest sono proprio loro: migliaia di giovani volontari che nel tempo di chiusura della scuola superiore vivono un serio impegno di servizio. Dunque, se è vero che il Grest risponde al bisogno che tante famiglie esprimono di una proposta educativa, aggregativa e di accoglienza per i propri figli nel tempo del- l’estate, dall’altro lato favorisce la crescita di ambienti educativi territoriali, in cui alla competenza qualificata di coordinatori ed educatori si affianca l’impegno volontario e gratuito di tanti adolescenti”.

Continua a leggere l'intervista gratuitamente sull'edizione digitale de La Voce.

DOMENICA VERRA' PRESENTATO GULLIVER Tappa fondamentale del percorso di preparazione dei Grest è la giornata di presentazione che si terrà domenica15 aprile presso il Centro congressi Capitini di Perugia, e che vedrà partecipare oltre 300 animatori adolescenti di tutta Italia. La struttura del sussidio che Anspi adotta in tutta Italia era stata definita proprio a Perugia lo scorso dicembre. La giornata di domenica si aprirà con uno spettacolo di animazione, volto a presentare l’ambientazione del Grest di quest’anno, “Gulliver, viaggi d’estate” liberamente ispirata al romanzo di Jonathan Swift. Seguirà la messa celebrata dall’arcivescovo card. Gualtiero Bassetti. Per i coordinatori adulti ci sarà inoltre un approfondimento sulla riforma del terzo settore che potrebbe permettere di trasformare una passione educativa in una prospettiva di lavoro. I PROGETTI GREST DI TERNI E FOLIGNO. Il sussidio realizzato da Anspi sarà adottato da gran parte delle diocesi umbre, ma con alcune eccezioni. Le parrocchie di Terni – Narni – Amelia seguiranno il sussidio estivo di Anima Giovane “Che bella notizia!”, titolo che si richiama chiaramente al Vangelo. Ambientato in un network di telecomunicazioni composto da TV, Radio e Giornale, il percorso ha per tema “Comunione e comunicare” e seguirà gli incontri di Gesù, portando i ragazzi alla scoperta di come Lui comunica se stesso e il suo messaggio. La diocesi di Foligno invece sta lavorando autonomamente ad un proprio sussidio, attualmente in fase di realizzazione.

]]>

La tanto attesa estate è ormai alle porte e si avvicina il tempo, per gli oratori della nostra regione, di spalancare le porte del Grest, il centro estivo parrocchiale. Un appuntamento nel quale parroci, seminaristi, coordinatori di oratorio e tantissimi animatori investono entusiasmo, energie e creatività al servizio dei bambini; e che da anni ormai viene preparato in modo dettagliato dal Coordinamento oratori umbri in collaborazione con l’Associazione nazionale San Paolo Italia (Anspi).

Abbiamo incontrato don Riccardo Pascolini, responsabile del Coordinamento oratori umbri, per rivolgergli alcune domande.

Ci sono molte proposte estive, non solo della Chiesa, per i bambini e iragazzi. Quale è il “valore aggiunto” dei Grest? “Il Grest è il tempo in cui centinaia di ragazzi - accompagnati e guidati dai propri educatori - comunicano ai loro ‘fratellini più piccoli’ la bellezza dello stare insieme condividendo giochi, esperienze, iniziative, attività, qualche fatica e tanta gioia. Il vero valore aggiunto del Grest sono proprio loro: migliaia di giovani volontari che nel tempo di chiusura della scuola superiore vivono un serio impegno di servizio. Dunque, se è vero che il Grest risponde al bisogno che tante famiglie esprimono di una proposta educativa, aggregativa e di accoglienza per i propri figli nel tempo del- l’estate, dall’altro lato favorisce la crescita di ambienti educativi territoriali, in cui alla competenza qualificata di coordinatori ed educatori si affianca l’impegno volontario e gratuito di tanti adolescenti”.

Continua a leggere l'intervista gratuitamente sull'edizione digitale de La Voce.

DOMENICA VERRA' PRESENTATO GULLIVER Tappa fondamentale del percorso di preparazione dei Grest è la giornata di presentazione che si terrà domenica15 aprile presso il Centro congressi Capitini di Perugia, e che vedrà partecipare oltre 300 animatori adolescenti di tutta Italia. La struttura del sussidio che Anspi adotta in tutta Italia era stata definita proprio a Perugia lo scorso dicembre. La giornata di domenica si aprirà con uno spettacolo di animazione, volto a presentare l’ambientazione del Grest di quest’anno, “Gulliver, viaggi d’estate” liberamente ispirata al romanzo di Jonathan Swift. Seguirà la messa celebrata dall’arcivescovo card. Gualtiero Bassetti. Per i coordinatori adulti ci sarà inoltre un approfondimento sulla riforma del terzo settore che potrebbe permettere di trasformare una passione educativa in una prospettiva di lavoro. I PROGETTI GREST DI TERNI E FOLIGNO. Il sussidio realizzato da Anspi sarà adottato da gran parte delle diocesi umbre, ma con alcune eccezioni. Le parrocchie di Terni – Narni – Amelia seguiranno il sussidio estivo di Anima Giovane “Che bella notizia!”, titolo che si richiama chiaramente al Vangelo. Ambientato in un network di telecomunicazioni composto da TV, Radio e Giornale, il percorso ha per tema “Comunione e comunicare” e seguirà gli incontri di Gesù, portando i ragazzi alla scoperta di come Lui comunica se stesso e il suo messaggio. La diocesi di Foligno invece sta lavorando autonomamente ad un proprio sussidio, attualmente in fase di realizzazione.

]]>
Avvicendamenti pastorali a Terni: novità nelle parrocchie https://www.lavoce.it/avvicendamenti-pastorali-terni-novita-nelle-parrocchie/ Tue, 12 Dec 2017 11:08:21 +0000 https://www.lavoce.it/?p=50821

Alcuni avvicendamenti sono stati decisi a novembre dal vescovo per una migliore organizzazione della pastorale diocesana e parrocchiale. A Terni il vescovo ha nominato don Gabriel Mario Caranta parroco di Santa Maria Regina in solidum con mons. Sandro Sciaboletta, già parroco della stessa parrocchia, che assume il compito di parroco moderatore. Ha affidato a don Riccardo Beltrami il ministero di vicario parrocchiale di San Gabriele dell’Addolorata in Terni. Un altro avvicendamento ha interessato la parrocchia di San Salvatore a Terni dove, in conformità al ruolo delle comunità cui è affidato il compito di favorire una pastorale integrata tra le parrocchie territorialmente attigue, è stato nominato parroco don Alessandro Rossini, responsabile della comunità pastorale di Terni centro, e parroco della Cattedrale di Terni. Mons. Antonio Maniero, che ha guidato per oltre venti anni la parrocchia al centro di Terni, è stato nominato parroco emerito. Nella comunità di Amelia il vescovo ha nominato parroco di Santa Maria dei Monticelli mons. Roberto Tarquini; succede a don Andrè Nkongolo Tshimanga, a cui è stata affidato l’incarico di parroco della comunità di Santa Maria Assunta a Giove, in sostituzione di mons. Antonino De Santis, attuale coordinatore della comunità pastorale di Penna-Giove-Attigliano. Sempre ad Amelia, don Paulinus Chukwudi Nweke è stato nominato vicario parrocchiale a Sant’Agostino vescovo.Avvicendamento anche nell’ufficio diocesano per l’ insegnamento della Religione cattolica nelle scuole, che è stato affidato, per il prossimo quinquennio, a don Gian Luca Bianchi. Succede a mons. Antonino De Santis, che ha svolto il servizio nell’ufficio scolastico diocesano per oltre trent’anni.]]>

Alcuni avvicendamenti sono stati decisi a novembre dal vescovo per una migliore organizzazione della pastorale diocesana e parrocchiale. A Terni il vescovo ha nominato don Gabriel Mario Caranta parroco di Santa Maria Regina in solidum con mons. Sandro Sciaboletta, già parroco della stessa parrocchia, che assume il compito di parroco moderatore. Ha affidato a don Riccardo Beltrami il ministero di vicario parrocchiale di San Gabriele dell’Addolorata in Terni. Un altro avvicendamento ha interessato la parrocchia di San Salvatore a Terni dove, in conformità al ruolo delle comunità cui è affidato il compito di favorire una pastorale integrata tra le parrocchie territorialmente attigue, è stato nominato parroco don Alessandro Rossini, responsabile della comunità pastorale di Terni centro, e parroco della Cattedrale di Terni. Mons. Antonio Maniero, che ha guidato per oltre venti anni la parrocchia al centro di Terni, è stato nominato parroco emerito. Nella comunità di Amelia il vescovo ha nominato parroco di Santa Maria dei Monticelli mons. Roberto Tarquini; succede a don Andrè Nkongolo Tshimanga, a cui è stata affidato l’incarico di parroco della comunità di Santa Maria Assunta a Giove, in sostituzione di mons. Antonino De Santis, attuale coordinatore della comunità pastorale di Penna-Giove-Attigliano. Sempre ad Amelia, don Paulinus Chukwudi Nweke è stato nominato vicario parrocchiale a Sant’Agostino vescovo.Avvicendamento anche nell’ufficio diocesano per l’ insegnamento della Religione cattolica nelle scuole, che è stato affidato, per il prossimo quinquennio, a don Gian Luca Bianchi. Succede a mons. Antonino De Santis, che ha svolto il servizio nell’ufficio scolastico diocesano per oltre trent’anni.]]>
La comunità parrocchiale della cattedrale di San Rufino https://www.lavoce.it/la-comunita-parrocchiale-della-cattedrale-san-rufino/ Sat, 18 Nov 2017 12:00:11 +0000 https://www.lavoce.it/?p=50604

Domenica 19 novembre Umbria Radio trasmetterà in diretta la messa delle ore 10 celebrata presso la cattedrale San Rufino. La diretta sarà preceduta da un approfondimento dedicato alla vita pastorale della parrocchia al centro di Assisi e alla comunità del luogo.
In piazza San Rufino ad Assisi è situata l’omonima cattedrale. Parroco e priore da tredici anni è don Cesare Provenzi, coadiuvato attualmente da don Alessandro Picchiarelli e don Dario Resenterra. La comunità parrocchiale è di 3.050 abitanti, in maggioranza anziani, a che può contare circa 230 ragazzi dagli 8 ai 18 anni e 150 giovani dai 18 ai 25. La parrocchia, che fa parte del Vicariato di Assisi, vive in una cattedrale dal respiro universale ha la duplice esigenza di consolidare la sua identità ecclesiale di famiglia e di essere una casa che accoglie tutti e testimonia l’universalità del messaggio cristiano di cui è custode. Consapevole di questa necessità, il parroco don Cesare ha saputo porsi con attenzione all’ascolto quotidiano delle esigenze e delle risorse umane della gente, intrecciando un’efficiente e consolidata sinergia tra percorsi pastorali e culturali, mettendo in rete doni e abilità delle diverse realtà che operano nella parrocchia. L’obiettivo è stato quello di costruire una comunità parrocchiale che vive come un’unica famiglia, che mette al centro la Parola e riparte dall’ Evangelii gaudium della domenica, ma nello stesso tempo è operosa nella carità dell’annuncio e nella solidarietà verso gli ultimi. Con creatività pastorale, questa Chiesa fatta carne, fatta casa spalanca ogni giorno le porte a numerosissimi “cercatori dello Spirito” che vi giungono da tutto il mondo e nello stesso tempo ha cura pastorale dei suoi membri. In questo duplice dinamismo si colloca la priorità della formazione di genitori e figli attraverso le molteplici attività e iniziative che la parrocchia svolge ogni anno. L’oratorio parrocchiale Regina Pacis è il centro di aggregazione e di formazione per i ragazzi e per le famiglie. Un gruppo di educatori giovani, oltre alla catechesi, svolge corsi di chitarra, organizza feste e eventi di solidarietà: cene, vendita di torte e dolci, lavaggio macchine, campi estivi, Grest. Alle famiglie l’oratorio propone eventi di formazione sulla Parola e sulle emergenti problematiche che toccano da vicino le relazioni genitori-figli: dipendenza da media, gender, affettività, salvaguardia del Creato. La grande famiglia dell’oratorio si riunisce poi una domenica al mese per un pranzo aperto a tutta la comunità parrocchiale. Il gruppo missionario “Piccole gocce” promuove mercatini di beneficenza il cui ricavato è destinato a sostenere un progetto missionario ogni anno. La pastorale parrocchiale s’impegna nella formazione degli adulti con la lectio divina con le giovani famiglie e i Centri di ascolto. Esperienza che si ripete con successo già da alcuni anni è l’iniziativa “Vacanze per famiglie” sulle Dolomiti all’insegna del sano riposo cristiano e della autenticità delle relazioni con gli altri e con la Natura. La cattedrale, in collaborazione con il Museo diocesano, propone e accoglie ogni anno anche eventi culturali: mostre, concerti, presentazioni di pubblicazioni e itinerari francescani per una maggiore conoscenza di Assisi ai pellegrini e agli assisani.  ]]>

Domenica 19 novembre Umbria Radio trasmetterà in diretta la messa delle ore 10 celebrata presso la cattedrale San Rufino. La diretta sarà preceduta da un approfondimento dedicato alla vita pastorale della parrocchia al centro di Assisi e alla comunità del luogo.
In piazza San Rufino ad Assisi è situata l’omonima cattedrale. Parroco e priore da tredici anni è don Cesare Provenzi, coadiuvato attualmente da don Alessandro Picchiarelli e don Dario Resenterra. La comunità parrocchiale è di 3.050 abitanti, in maggioranza anziani, a che può contare circa 230 ragazzi dagli 8 ai 18 anni e 150 giovani dai 18 ai 25. La parrocchia, che fa parte del Vicariato di Assisi, vive in una cattedrale dal respiro universale ha la duplice esigenza di consolidare la sua identità ecclesiale di famiglia e di essere una casa che accoglie tutti e testimonia l’universalità del messaggio cristiano di cui è custode. Consapevole di questa necessità, il parroco don Cesare ha saputo porsi con attenzione all’ascolto quotidiano delle esigenze e delle risorse umane della gente, intrecciando un’efficiente e consolidata sinergia tra percorsi pastorali e culturali, mettendo in rete doni e abilità delle diverse realtà che operano nella parrocchia. L’obiettivo è stato quello di costruire una comunità parrocchiale che vive come un’unica famiglia, che mette al centro la Parola e riparte dall’ Evangelii gaudium della domenica, ma nello stesso tempo è operosa nella carità dell’annuncio e nella solidarietà verso gli ultimi. Con creatività pastorale, questa Chiesa fatta carne, fatta casa spalanca ogni giorno le porte a numerosissimi “cercatori dello Spirito” che vi giungono da tutto il mondo e nello stesso tempo ha cura pastorale dei suoi membri. In questo duplice dinamismo si colloca la priorità della formazione di genitori e figli attraverso le molteplici attività e iniziative che la parrocchia svolge ogni anno. L’oratorio parrocchiale Regina Pacis è il centro di aggregazione e di formazione per i ragazzi e per le famiglie. Un gruppo di educatori giovani, oltre alla catechesi, svolge corsi di chitarra, organizza feste e eventi di solidarietà: cene, vendita di torte e dolci, lavaggio macchine, campi estivi, Grest. Alle famiglie l’oratorio propone eventi di formazione sulla Parola e sulle emergenti problematiche che toccano da vicino le relazioni genitori-figli: dipendenza da media, gender, affettività, salvaguardia del Creato. La grande famiglia dell’oratorio si riunisce poi una domenica al mese per un pranzo aperto a tutta la comunità parrocchiale. Il gruppo missionario “Piccole gocce” promuove mercatini di beneficenza il cui ricavato è destinato a sostenere un progetto missionario ogni anno. La pastorale parrocchiale s’impegna nella formazione degli adulti con la lectio divina con le giovani famiglie e i Centri di ascolto. Esperienza che si ripete con successo già da alcuni anni è l’iniziativa “Vacanze per famiglie” sulle Dolomiti all’insegna del sano riposo cristiano e della autenticità delle relazioni con gli altri e con la Natura. La cattedrale, in collaborazione con il Museo diocesano, propone e accoglie ogni anno anche eventi culturali: mostre, concerti, presentazioni di pubblicazioni e itinerari francescani per una maggiore conoscenza di Assisi ai pellegrini e agli assisani.  ]]>
Servi premurosi del popolo di Dio https://www.lavoce.it/servi-premurosi-del-popolo-di-dio/ Wed, 21 Dec 2016 09:00:54 +0000 https://www.lavoce.it/?p=48115 Mons.-Sigismondi-all'assemblea-diocesana-settembre-2014Se il Canone Romano presenta i ministri ordinati come “peccatori fiduciosi nella infinita misericordia di Dio”, il prefazio della Messa crismale li chiama “servi premurosi del popolo di Dio”. Questo è il profilo che la lex orandi traccia dei ministri ordinati, che hanno la missione di piegare le ginocchia oltre che calzare i sandali, di dilatare il cuore oltre che sottoporre le spalle al peso dell’ufficio pastorale, di porgere l’orecchio oltre che prendere la parola, di tendere le mani oltre che aprire gli occhi, di usare l’aspersorio oltre che il turibolo, di suonare il campanello delle case oltre che le campane. Come c’è una “teologia genuflessa”, così non può mancare una “pastorale genuflessa”. Invano si calzano i sandali se non si piegano le ginocchia, se non si sente il bisogno, ogni giorno, di “soffermarci in preghiera per chiedere al Signore che torni ad affascinarci”. Gesù, alla vista delle folle numerose, non prova agitazione ma sente compassione, spezza i pani per circa cinquemila uomini (cf. Mt 14,13-23), conservando la libertà di salire sul monte, in disparte, per raccogliersi in preghiera, “sorgente inesauribile della consegna di sé al Padre”. L’apostolato del cuore risponde a questa regola: “ciò che non si ama stanca”. Chi si affida al Signore conosce la fatica ma non la stanchezza, che è il salario di chi confida in se stesso. La stanchezza, oltre ad essere causa di affanno pastorale, è sintomo del mancato coinvolgimento del cuore nel portare, “come sigillo impresso sull’anima”, il giogo del gregge caricato sulle spalle. Spendersi senza donarsi, consumarsi senza consegnarsi, è una patologia di cui soffre chiunque ignori che non si può avere la stoffa del buon Pastore senza la lana dell’Agnello immolato. La pastorale dell’orecchio sollecita a “conservare un contatto continuo con le Scritture” e a prestare ascolto ai fratelli senza impazienza e senza fretta.

Papa Francesco afferma che un vero pastore, “avendo accettato di non disporre di sé, non ha un’agenda da difendere, ma consegna ogni mattina al Signore il suo tempo per lasciarsi incontrare dalla gente e farsi incontro”. Frammenta il tempo, trasformandolo in spazio, chi rinuncia a passare dall’irrigazione “a pioggia” delle iniziative pastorali prive di iniziativa a quella “a goccia” della direzione spirituale che avvia processi. L’apostolato delle mani tese sente col cuore quello che vede con gli occhi, esprime nell’abbraccio dello sguardo il battito del cuore, non esitando a fermarsi e chinarsi ovunque ci sia qualcuno che chiede aiuto per rimettersi in piedi. La parabola del buon Samaritano insegna che nulla accade “a caso”, nemmeno negli incontri che avvengono “per caso” (cf. Lc 10,25-37). In ogni strada, per un misterioso accordo di circostanze e di eventi, c’è sempre una corsia che conduce a Dio, che offre alla Provvidenza l’occasione di misericordiosi interventi. La pastorale dell’aspersorio va incontro al popolo di Dio con l’acqua del Battesimo, “fonte dell’umanità nuova”. Chi sa usare l’aspersorio talora è allergico all’incenso, e tuttavia chi maneggia bene il turibolo non sempre prende in mano volentieri il secchiello e le ampolle con gli oli santi. Infonde l’incenso nel turibolo “in spirito e verità” chi non esita a ungere gli infermi, versando sulle loro ferite l’olio della consolazione, e a benedire l’acqua lustrale, mescolando in essa un po’ di sale che, nello sciogliersi, ricorda alla Chiesa la sua funzione risanatrice, quella di mostrare la capacità del Vangelo di umanizzare l’esistenza.

L’apostolato del campanello non rinuncia al suono delle campane, ma lo amplifica avvicinandosi alla porta di casa delle famiglie, senza “passare oltre” davanti a chi ha irrimediabilmente spento il fuoco dell’amore coniugale e senza trascurare quanti attendono di rattizzarlo, di ravvivarlo o, addirittura, di farlo divampare. Se non si riparte dalla famiglia, con una pastorale che “non predica ai bambini e benedice gli adulti ma benedice i bambini e predica agli adulti”, l’impegno per l’evangelizzazione sarà sempre una rincorsa affannosa.

“Instancabili nel dono di sé, vigilanti nella preghiera, lieti e accoglienti nel servizio della comunità”: questo è il “protocollo” stabilito dalla lex orandi per i ministri ordinati, chiamati ad essere “servi premurosi del popolo di Dio”.

]]>
Il Ponte d’incontro a Ponte Felcino https://www.lavoce.it/il-ponte-dincontro-a-ponte-felcino/ Thu, 01 Dec 2016 09:00:53 +0000 https://www.lavoce.it/?p=47973 don-Alberto-Veschini-CMYKL’Anno santo della Misericordia ha segnato anche la mia vita di parroco, in una realtà complessa e variegata come Ponte Felcino. Sono qui da poco più di venti anni e posso affermare di essere testimone di un cambiamento “epocale” all’interno di un territorio che si trova a fronteggiare sfide inedite e impensabili fino a trent’anni fa.

Salta all’occhio, prima di tutto, la presenza di un mondo multietnico e internazionale, che si accompagna a un invecchiamento progressivo della popolazione residente. Questo porta come conseguenza l’assottigliamento delle fila dei presenti e la chiusura psicologica di molti, preoccupati da una “invasione” non cercata, che diventa sempre più marcata.

La presenza poi dell’Ostello della gioventù, trasformato in hot spot per l’accoglienza dei naufraghi, fa sì che la situazione non sia semplice. Ci sono persone che percepiscono tutta la problematicità della situazione. Ci si domanda se è questo il modo giusto per accogliere le persone… Per fortuna, però, ci sono anche tanti che offrono la loro disponibilità per portare una presenza, un sorriso e tanta solidarietà. È nata l’associazione chiamata “Ponte d’incontro 3.0” che si ispira a valori di solidarietà e accoglienza e promuove la propria azione per creare “ponti” d’integrazione tra esperienze, culture e popoli diversi tra loro e per abbattere i muri che ostacolano la comunicazione e la reciproca conoscenza. Associazione che vede molti parrocchiani come principali animatori.

Tornando all’Anno santo, abbiamo cercato di sfruttare la presenza del santuario giubilare di Montescosso. Il giorno dell’apertura, 21 dicembre 2015, la gente era tanta che non entrava in chiesa, e tutti i preti della Zona erano disponibili per le confessioni. Molte parrocchie, poi, hanno approfittato del santuario per vivere momenti di catechesi, di confessione per ragazzi, giovani e adulti. Noi di Ponte Felcino siamo andati in pellegrinaggio, una domenica pomeriggio, sotto una pioggia battente… quasi a ricordarci che la grazia lava l’anima e disseta in cuore!

Un’iniziativa che mi piace sottolineare è quella del Pellegrinaggio giubilare di Zona in cattedrale. Un’iniziativa che sembrava non appetibile, invece la partecipazione è stata notevole, e tutti hanno potuto sperimentare la bellezza di celebrare la misericordia di Dio nella cattedrale con una concelebrazione corale dei preti di tutta la Zona.

La quinquennale Festa del Crocifisso – che abbiamo vissuto nel mese di settembre – ha visto una “gara” ideale tra le due parti del paese nei momenti di preghiera, di catechesi, di socializzazione, all’insegna della fede nel Crocifisso. La sua immagine cinquecentesca viene poi portata in processione nelle strade del paese, con una presenza significativa di persone, attirate anche dai “quadri viventi” realizzati sulle opere di misericordia e i Santi della misericordia. Ci sono state scene molto toccanti che hanno fatto riflettere e pregare!

Una delle realtà più belle di cui parlare è l’unione pastorale con la parrocchia di Villa Pitignano. Si tratta di una comunità molto diversa da Ponte Felcino. Geograficamente siamo molto vicini: le due chiese distano meno di due chilometri. La distanza culturale, invece, è molto più evidente. Villa Pitignano ha la caratteristica di un paese coeso e unito. Le iniziative religiose sono molto sentite e partecipate. Ci sono poi due confraternite (una maschile e una femminile) che vedono la presenza di molte persone, anche giovani, che vivono il loro servizio con entusiasmo e passione.

Per grazia di Dio, posso dire che il rapporto delle due comunità sta crescendo. Quest’anno siamo anche riusciti a unificare le celebrazioni per il Triduo pasquale. A livello più “civile” poi, ci sono elementi che unificano, come la scuola media e la società sportiva.

Abbiamo anche un foglio settimanale che dal 2006 si chiama Camminare insieme, dove pubblichiamo orari delle iniziative e riflessioni, con una newsletter a esso collegata.

Come punto finale vorrei parlare dell’oratorio inter-parrocchiale che stiamo ultimando proprio in questo periodo. Si trova a metà strada tra le due parrocchie ed è costituito da un corpo centrale che tutti a Ponte Felcino conoscono come “il teatrino delle suore”. Era stato chiuso negli anni ’70 per motivi di sicurezza: ora si è provveduto al restauro e all’ampliamento. Quest’opera sarà molto importante per tutto il territorio. Abbiamo infatti un urgente bisogno di spazi adeguati, soprattutto per i giovani.

 

]]>
Lo Spirito santo, il nostro vero parroco! https://www.lavoce.it/lo-spirito-santo-il-nostro-vero-parroco/ Tue, 17 May 2016 13:13:49 +0000 https://www.lavoce.it/?p=46276 SamueleBiondini-Don_250_CMYKCiao a tutti, sono don Samuele, da 4 anni a “San Pio X” in Città di Castello. Ma è lo Spirito santo, con la sua sposa Maria, il vero parroco! Io e don David siamo i Suoi più stretti collaboratori e, come si suol dire, cerchiamo di non rendergli più difficile il lavoro. I problemi sociali del territorio in cui viviamo sono grandi. Queste le principali linee pastorali di “don Spirito” a San Pio X. 1) La celebrazione eucaristica deve essere curata alla perfezione; la predica la vuole dettare Lui, e per questo è necessario tanto tempo per ascoltare ciò che noi preti dobbiamo dire. Su questo non transige: non solo nei contenuti, ma anche nel modo di esporli. 2) Il secondo punto è una citazione da Papa Francesco (EG 28): la parrocchia “è comunità di comunità, santuario dove gli assetati vanno a bere per continuare a camminare, e centro di costante invio missionario”.

Noi stiamo lavorando per costruire una parrocchia così: formata da piccole comunità chiamate “cellule” unite in un solo corpo chiamato “parrocchia”. Si entra cristiani e si esce evangelizzatori. 3) Rinnovare il catechismo coinvolgendo i genitori. È il progetto “Catecasa”: sosteniamo i genitori nel loro diritto e dovere di educare i figli alla fede, piuttosto che sostituirci a loro. 4) Il nostro amatissimo parroco vuole che io e David siamo disponibili all’ascolto delle persone: la parola d’ordine è “accoglienza senza giudizio”. 5) Educare alla preghiera in molte modalità. 6) Corsi di formazione approfondita della nostra fede, attraverso la scuola Sant’Andrea. 7) Quando è arrivato don David, lo Spirito santo ci ha fatto un’altra richiesta: aprire le porte della parrocchia agli “ultimissimi”, dando un posto per dormire e mangiare. Alcuni anche per accompagnarli in un percorso di vita, altri solo a modo di dormitorio.

È nata così la “Casa della carità”. 8) Oratorio parrocchiale “Torre di Davide”: un vero argine al disagio dei più piccoli. 9) I gruppi giovanili… qui il “nostro parroco” vuole che impegniamo i nostri dopo-cena. 10) Ultima indicazione temporale è il cammino di formazione per chi chiede il battesimo: personalizzato in tre incontri. Uno con me, uno con David e uno con una coppia di discepoli laici. 11) I marriage course, iniziativa appena arrivata da noi a sostegno delle coppie che vogliono migliorare o rinnovare il loro stare insieme, attraverso una serie di otto cene in una famiglia (coppia guida). 12) Da subito lo Spirito santo ha chiesto grande attenzione a funerali e benedizione delle famiglie; non vuole che li viviamo in modo abitudinario, ma come luogo dove annunciare il kérygma. Se io leggessi questo articolo penserei: “Questo parroco è un gradasso” che mette in mostra se stesso. Spero che il lettore abbia il cuore più puro del mio! La cosa fantastica è che non siamo preti iperattivi: abbiamo collaboratori che agiscono con grande autonomia. La parte economica è totalmente delegata, anche se è sempre in preghiera che decidiamo i lavori da svolgere. Anche le persone che accogliamo nella Casa della carità diventano spesso risorse. Ringraziando Dio, ci sono degli “angeli” che tengono pulita la chiesa e le sue strutture.

Il buon rapporto con la società rionale è spesso molto utile: senza di loro, mettere a tavola, ad esempio, centinaia di persone per qualche festa, sarebbe impossibile. Sono contento di poter scrivere queste righe: magari qualcuno può aiutarci a migliorare, mentre altri potrebbero essere incuriositi a conoscere meglio qualcosa che facciamo. Mi riferisco soprattutto alle “cellule parrocchiali di evangelizzazione”, strumento semplice ed efficace per fare nuove le nostre parrocchie, senza dover rigirare ai movimenti – pur benedetti dal Signore – l’incarico di farlo per noi. Se qualcuno vorrà contattarmi su questo tema, sarà una grande gioia; il numero di telefono è 329 2274138. Pochi mesi fa abbiamo ricevuto come “Sistema internazionale delle cellule di evangelizzazione” il riconoscimento pontificio come metodo adatto per il rinnovamento delle parrocchie. Come diceva il caro don Gino Capacci, che ha vissuto quest’esperienza: “Le cellule non le vedi mai, perché si riuniscono nelle case, ma chi ne fa parte vive la parrocchia in un modo nuovo, rinnovandola dall’interno”.

]]>
Terni, San Valentino. Il Vescovo: “con premeditazione hanno organizzato il tutto” https://www.lavoce.it/terni-san-valentino-il-vescovo-con-premeditazione-hanno-organizzato-il-tutto/ Sat, 13 Feb 2016 15:35:57 +0000 https://www.lavoce.it/?p=45417 Basilica di San Valentino-Terni- L'urna circondata da coloro che si sono opposti al Vescovo
Basilica di San Valentino-Terni- L’urna circondata da coloro che si sono opposti al Vescovo

A Terni un gruppo di persone si è opposta al trasferimento dell’urna del corpo di San Valentino dalla basilica alla Cattedrale. Dinanzi al tentativo di dialogo hanno opposto resistenza fisica impedendo l’accesso all’urna e disconoscendo l’autorità del Vescovo.

Qui di seguito la nota della Curia ternana sui fatti e la nota dei Vescovi umbri.

 

NOTA SULLE CELEBRAZIONI DI SAN VALENTINO IN CATTEDRALE E DICHIARAZIONE DEL VESCOVO

“Quello che abbiamo proposto quest’anno per la festa di san Valentino era un progetto bello per la città intera, condiviso da tantissima gente della città e di fuori, non condiviso da una parte della parrocchia di San Valentino e ostacolato con la prepotenza e violenza, ieri sera, da un esiguo gruppo di persone, che con premeditazione hanno organizzato il tutto” commenta il vescovo Giuseppe Piemontese all’indomani della protesta dei parrocchiani di San Valentino che ha impedito il trasferimento dell’urna del santo in Cattedrale.

Terni- In cattedrale la preghiera dinanzi alle reliquie di San Valentino
Terni- In cattedrale la preghiera dinanzi alle reliquie di San Valentino

“Abbiamo tentato di dialogare in tutti i modi, facendo qualche proposta alternativa, ma tutto è stato inutile, anzi ha avuto come risposta un inasprimento dei toni, fino agli improperi e parole offensive. Se non ci sarà un ripensamento all’ultimo momento da parte della parrocchia di san Valentino continueremo il programma della festa così come stabilito, ma senza l’urna di san Valentino rimasta nella basilica” – conclude il vescovo.

Nella Cattedrale di Terni è stato esposto il busto contenente alcune reliquie di San Valentino, da decenni custodito nella chiesa madre della città di Terni. Le celebrazioni proseguiranno secondo il seguente programma:

Sabato 13 febbraio

Ore 16 recita del Rosario – Nel corso della giornata saranno vissuti momenti di preghiera animati dai vari movimenti e associazioni della diocesi.

Ore 21 concerto dell’Istituto musicale Briccialdi in onore di san Valentino con musiche di

A. Dworak, F.Liszt, M. Reger e meditazioni sulla vita del Santo patrono di Terni nell’anno della Misericordia.

Domenica 14 febbraio – solennità di San Valentino

ore 9 partenza del corteo delle istituzioni cittadine dalla sede municipale di Terni verso piazza Duomo.

Ore 9.15 accoglienza delle istituzioni da parte del vescovo Giuseppe Piemontese. Passaggio della porta santa della Cattedrale di Terni.

Ore 9.30 celebrazione del solenne Pontificale presieduto dal vescovo Piemontese, alla presenza dei sacerdoti della Diocesi, autorità civili e militari regionali, provinciali e cittadine e dei fedeli ternani. Affidamento della città a San Valentino e cerimonia della consegna dei ceri da parte delle parrocchie di Terni.

Resta in vigore la disposizione del Vescovo emessa in occasione della festa di san Valentino riguardo alla sospensione delle celebrazioni nelle chiese di Terni dalle 8.30 alle 12 del 14 febbraio per consentire la partecipazione dei sacerdoti e fedeli al solenne pontificale nella Cattedrale di Terni

Una nota a commento di quanto accaduto è stata elaborata dalla Segreteria del Consiglio pastorale diocesano: “La Segreteria del Consiglio Pastorale Diocesano esprime la sua solidarietà a S.E.Mons. Giuseppe nostro vescovo successore di San Valentino in questo particolare momento di tentazione da parte di colui che mira a dividere quella Chiesa che S. Valentino con la sua testimonianza e il suo sangue ha riunito intorno al Signore Gesù. La maggioranza del Consiglio Pastorale Diocesano fin dal primo momento ha sostenuto il progetto di un rinnovamento della festa del Patrono della Città di Terni e della Diocesi di Terni-Narni-Amelia con l’intento di stringerci attorno a San Valentino, insieme a tanti uomini e donne, specie giovani, che da ogni parte del mondo lo ricordano, lo invocano per la custodia dell’amore vero, della famiglia e delle relazioni, che sostengono l’impegno umano e civile.

La situazione difficile sotto l’aspetto economico e sociale, in cui versa la Città e tutto il nostro territorio, richiede a ciascuno un supplemento di amore per le persone, l’ambiente e le situazioni e il coraggio di abbandonare come ci ricorda papa Francesco i lidi sicuri del “si è fatto sempre così!”.

Invitiamo tutti coloro di buona volontà ad accogliere l’invito del successore di S. Valentino ad assumere un protagonismo creativo per una “operazione speranza” che possa far risplendere Terni come Città dell’Amore e della Comunione”.

 

SOLIDARIETÀ DELLA CONFERENZA EPISCOPALE UMBRA
A MONS. GIUSEPPE PIEMONTESE VESCOVO DI TERNI-NARNI-AMELIA

I Vescovi dell’Umbria esprimono fraterna solidarietà a mons. Giuseppe Piemontese, Vescovo di Terni-Narni-Amelia, fatto oggetto di indebite pressioni nel suo legittimo esercizio di Pastore della Chiesa locale e di moderatore della vita liturgica della comunità cristiana affidata alle sue cure (cfr Canone 838).

Difronte a questa riprovevole situazione che manifesta grave mancanza di sensibilità ed appartenenza ecclesiale, riaffermano la piena ed esclusiva competenza del Vescovo diocesano, in quanto “principale dispensatore dei misteri di Dio” (Canone 387) nel regolare e disciplinare le azioni liturgiche e le processioni, affinché queste avvengono con dignità e decoro (cfr Canone 944).

Invitano ed esortano la comunità diocesana di Terni-Narni-Amelia a stringersi cordialmente attorno al suo Vescovo e a condividere con lui la missione pastorale, consapevoli che il criterio del “si è sempre fatto così” – come ci ricorda autorevolmente Papa Francesco – non può essere eretto a norma immutabile di comportamento, ma che l’azione della Chiesa nel nostro tempo deve essere caratterizzata non dal timore della novità, bensì dall’ansia missionaria che fa superare barriere e steccati per portare a tutti la buona notizia del Vangelo.

]]>
Profughi. Accogliere è questione di civiltà https://www.lavoce.it/profughi-accogliere-e-questione-di-civilta/ Fri, 16 Oct 2015 16:10:52 +0000 https://www.lavoce.it/?p=43959 accoglienza-immigratiLe Chiese umbre, attraverso le Caritas e altri suoi organismi caritativi, nell’adottare il Vademecum sull’accoglienza dei profughi che la Cei ha comunicato alle diocesi il 13 ottobre si stanno prodigando per ospitare con dignità le persone costrette alla fuga dai Paesi di origine a causa di guerre, violenze, ingiustizie e fame. Arrivano in Europa chiedendo accoglienza, ma 2.987 di loro, nei soli primi nove mesi del 2015, hanno perso la vita nel Mediterraneo, pari a circa i tre quarti dei 4.093 migranti morti in tutto il mondo nello stesso periodo (dati Oim, Organizzazione internazionale per le migrazioni, ndr). Sono cifre che non possono non scuotere le coscienze, in particolare dei nostri governanti affinché adottino misure per evitare nuove carneficine”. È il commento di Daniela Monni, direttore della Caritas di Perugia – Città della Pieve, che si unisce a quello di Giorgio Pallucco, delegato Caritas regionale, nel ricordare quanto si sta facendo in Umbria, e non solo a livello ecclesiale.

Basti pensare che i profughi/migranti accolti sono quasi 1.600 con una quota massima di circa 2.000 persone (assegnata dal ministero dell’Interno all’Umbria, dato settembre 2015). Diversi di loro rientrano in progetti come lo Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), che alcune Caritas diocesane, come quella di Terni-Narni-Amelia, gestiscono in collaborazione con l’Arci. Attualmente nelle strutture ecclesiali sono ospitati 300 migranti, la cui disponibilità complessiva è di 506 persone (incluse le 231 del progetto Sprar). “Nel contempo – afferma Pallucco – le Caritas diocesane si stanno impegnando a raccogliere le disponibilità offerte da parrocchie, monasteri, istituti religiosi e santuari che hanno la possibilità di offrire vitto e alloggio”. E questo, evidenzia il delegato Caritas Umbria, “deve avvenire seguendo le indicazioni del Vademecum della Cei, che raccomanda alloggi dignitosi e nel rispetto delle normative vigenti in materia di sicurezza e igiene, e con coperture assicurative per la responsabilità civile”.

L’ospitalità offerta dalla Chiesa ai profughi, “secondo quanto evidenzia il Vademecum – cita Pallucco – è ‘un gesto concreto e gratuito, un servizio, segno di accoglienza che si affianca ai molti altri a favore dei poveri (disoccupati, famiglie in difficoltà, anziani soli, minori non accompagnati, diversamente abili, vittime di tratta, senza dimora…) presenti nelle nostre Chiese: un supplemento di umanità, anche per vincere la paura e i pregiudizi’”.

In Italia, nei primi nove mesi del 2015, su circa 95 mila migranti ospitati nei diversi Centri di accoglienza ordinari (Cara) e straordinari (Cas), nonché attraverso gli Sprar, hanno trovato ospitalità ben 22 mila di loro, di cui 8.000 in conventi, santuari e seminari, e in generale in 1.600 strutture, soprattutto centri di accoglienza di piccole dimensioni gestisti da Caritas, Migrantes e altri enti collegati.

Quest’ospitalità, secondo la Fondazione Migrantes, è più che raddoppiata rispetto allo scorso anno (10 mila persone nei primi nove mesi del 2014). Come sostiene il suo direttore, mons. Giancarlo Perego, “dopo l’ultimo appello del Papa abbiamo verificato che risultano accolte nelle parrocchie italiane 2.500 persone, e centinaia di parrocchie stanno dando disponibilità all’accoglienza”. Da tenere presente che in Italia sono 27 mila le parrocchie potenzialmente interessate all’accoglienza dei profughi. Mentre in Europa, secondo il presidente del Pontificio consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti, card. Antonio Maria Vegliò, “se tutte le parrocchie europee (120 mila, ndr) aprissero le porte, almeno 600 mila migranti potrebbero essere accolti”.

Riccardo Liguori

]]>
La Misericordia ci fa “uscire” https://www.lavoce.it/la-misericordia-ci-fa-uscire/ Wed, 16 Sep 2015 14:14:19 +0000 https://www.lavoce.it/?p=43297 I partecipanti all’Assemblea diocesana
I partecipanti all’Assemblea diocesana

Uscire per annunciare la Misericordia di Dio è il titolo della lettera pastorale 2015-16 (in fase di distribuzione) nella quale il vescovo Mario Ceccobelli sintetizza le linee guida per la Chiesa diocesana.

Nell’introduzione, l’elenco degli eventi più importanti del 2016: Anno santo della Misericordia, Convegno di Firenze, i 1.600 anni della lettera di Papa Innocenzo I al vescovo di Gubbio, Decenzio (19 marzo 416), la Settimana liturgica nazionale.

La lettera entra subito nel vivo con alcuni spunti per vivere al meglio l’anno pastorale, sintetizzati in due termini: uscire e misericordia.

Per illustrare il primo si utilizzano le parole di Papa Francesco: “Uscire dalla propria comodità e avere il coraggio di raggiungere tutte le periferie che hanno bisogno della luce del Vangelo”. “Ciascuno di noi – osserva Ceccobelli – è chiamato a uscire dai suoi rifugi, dalle sue posizioni pregiudiziali, dai suoi convincimenti, dalle forme legate alle devozioni tradizionali” per “raggiungere l’uomo moderno, sovente prigioniero della cultura dell’effimero”, attraverso “la via del cuore e dei sentimenti”, ma soprattutto “con la testimonianza della vita”.

Un percorso che deve coinvolgere quanti svolgono compiti educativi, comprese le comunità parrocchiali. A tale proposito c’è un fermo richiamo al ruolo della parrocchia, che “deve porsi in un atteggiamento nuovo” non solo “nel rispondere alle richieste dei parrocchiani nel fornire i servizi”, ma cercando di “coinvolgere i fedeli nel cammino di fede della comunità avvalendosi del sostegno dei collaboratori pastorali”.

Seguono le riflessioni, con l’ausilio dei testi sacri, sulla misericordia di Dio, ricordando “una per tutte, la bellissima parabola del figlio prodigo, che piuttosto dovrebbe essere chiamata parabola del padre misericordioso”. “Non chiudiamoci in noi stessi – la raccomandazione del Vescovo -, non perdiamo la fiducia, non rassegniamoci mai: non ci sono situazioni che Dio non possa cambiare, non c’è peccato che non possa perdonare se ci apriamo a Lui”.

Il verbo uscire è legato al sostantivo misericordia, prosegue il presule, ricordando che “l’uscita da noi stessi, dalle nostre strutture per incontrare il mondo ha un unico scopo, quello di annunciare con la vita che il Dio di Gesù Cristo è il Dio delle misericordie”.

Nell’ultima parte, indicazioni “utili per vivere sempre più la nostra identità di Chiesa che esce per annunciare la misericordia di Dio”, soffermandosi su una tradizione popolare ancora radicata: la Benedizione delle famiglie nel tempo quaresimale. “Mai e poi mai un parroco può rinunciare a questa forma di uscita”: sarebbe “come tagliare un cordone ombelicale che lega ancora tanta gente alla Chiesa”.

A proposito del suggerimento dell’Assemblea diocesana di recuperare la pratica dei Centri d’ascolto, si ritiene opportuno, per ora, “curare con una adeguata preparazione quei momenti aggregativi già presenti nelle nostre parrocchie” quali le novene, il mese di maggio, il rosario nella casa del defunto, i tridui celebrati nelle comunità parrocchiali. C’è anche una esortazione a “incentivare la pratica della lectio divina”, l’impegno a costituire “una équipe itinerante” per aiutare a scoprire sempre più tale pratica, la sollecitazione a “un impegno sociale, che a volte sembra essere un po’ debole nella nostra vita ecclesiale”.

Infine la raccomandazione di una forte attenzione “ai poveri e alle situazioni di grave disagio che alcune famiglie vivono”, e a quella “nuova forma di povertà, dilagante in particolare tra le giovani generazioni: la mancanza di lavoro”. Se necessario, “a ogni liturgia domenicale un incaricato della Caritas faccia un appello per il sostegno ai poveri della comunità”.

 

]]>