Papa Benedetto XVI Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/papa-benedetto-xvi/ Settimanale di informazione regionale Fri, 21 Jul 2023 15:15:17 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg Papa Benedetto XVI Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/papa-benedetto-xvi/ 32 32 Papa emerito? Non è una novità ma è previsto dal Codice https://www.lavoce.it/papa-emerito-non-e-una-novita-ma-e-previsto-dal-codice/ Thu, 12 Jan 2023 10:42:59 +0000 https://www.lavoce.it/?p=70008

Non c’erano, e mai ci sono stati, due Papi in Vaticano. Come non ci sono due Arcivescovi a Perugia; anche se l’Emerito - con soddisfazione generale ha scelto di risiedere nel territorio della diocesi. Al di là dei legami affettivi che restano e sono forti la parola “emerito” è solo una formula di cortesia per addolcire il più brusco concetto di “ex”. Su questi temi si sono lette e sentite vere e proprie sciocchezze, quanto meno forzature giornalistiche, anche ad opera di noti vaticanisti.

Per esempio si è sentito che la situazione determinatasi per effetto delle dimissioni di Benedetto era qualcosa di assolutamente imprevisto e quindi ingestibile; invece il Codice di diritto canonico, promulgato nel 1983, prevede espressamente la possibilità della rinuncia (renuntiatio) del Papa così come prevede quella di vescovi diocesani, parroci, viceparroci e cappellani: con la sola differenza che per tutti gli altri la rinuncia ha effetto solo se è accettata dal superiore competente, per il Papa ovviamente no: perché il suo munus (incarico) cessi basta che lo dica lui purché lo faccia formalmente (rite) e liberamente (il canone 332 al paragrafo 2 recita: “Nel caso che il Romano Pontefice rinunci al suo ufficio[ munus ], si richiede per la validità che la rinuncia sia fatta liberamente e che venga debitamente manifestata, non si richiede invece che qualcuno la accetti”).

Nel dubbio su che cosa significhi formalmente, Benedetto XVI, per andare sul sicuro, aveva scelto la forma più solenne possibile: seduto in trono davanti ai cardinali riuniti in concistoro. E aveva usato parole studiate per scansare ogni equivoco. Poi si è chiuso in un silenzio rigoroso quanto rispettoso.

Tutto il “chiacchiericcio” intorno a rivalità, gelosie, invidie è stato alimentato solo da quegli ambienti - clericali e laici - che non gradivano lo stile di Papa Francesco, ben lontano da quella idea di papato che non ha base evangelica né teologica ma si è formata nei secoli anche per effetto degli accidenti storici che hanno trasformato un pastore di anime in un sovrano territoriale circondato dal fasto e dai privilegi tipici dei regnanti assoluti suoi omologhi. Così Benedetto, suo malgrado, era divenuto l’icona di quel mondo ormai sorpassato. Ma al papa-re è impossibile tornare. Anzi: il giorno che si dovrà eleggere un nuovo papa, dopo Francesco, è possibile che venga eletto per un mandato a termine. Scommettiamo?

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Non c’erano, e mai ci sono stati, due Papi in Vaticano. Come non ci sono due Arcivescovi a Perugia; anche se l’Emerito - con soddisfazione generale ha scelto di risiedere nel territorio della diocesi. Al di là dei legami affettivi che restano e sono forti la parola “emerito” è solo una formula di cortesia per addolcire il più brusco concetto di “ex”. Su questi temi si sono lette e sentite vere e proprie sciocchezze, quanto meno forzature giornalistiche, anche ad opera di noti vaticanisti.

Per esempio si è sentito che la situazione determinatasi per effetto delle dimissioni di Benedetto era qualcosa di assolutamente imprevisto e quindi ingestibile; invece il Codice di diritto canonico, promulgato nel 1983, prevede espressamente la possibilità della rinuncia (renuntiatio) del Papa così come prevede quella di vescovi diocesani, parroci, viceparroci e cappellani: con la sola differenza che per tutti gli altri la rinuncia ha effetto solo se è accettata dal superiore competente, per il Papa ovviamente no: perché il suo munus (incarico) cessi basta che lo dica lui purché lo faccia formalmente (rite) e liberamente (il canone 332 al paragrafo 2 recita: “Nel caso che il Romano Pontefice rinunci al suo ufficio[ munus ], si richiede per la validità che la rinuncia sia fatta liberamente e che venga debitamente manifestata, non si richiede invece che qualcuno la accetti”).

Nel dubbio su che cosa significhi formalmente, Benedetto XVI, per andare sul sicuro, aveva scelto la forma più solenne possibile: seduto in trono davanti ai cardinali riuniti in concistoro. E aveva usato parole studiate per scansare ogni equivoco. Poi si è chiuso in un silenzio rigoroso quanto rispettoso.

Tutto il “chiacchiericcio” intorno a rivalità, gelosie, invidie è stato alimentato solo da quegli ambienti - clericali e laici - che non gradivano lo stile di Papa Francesco, ben lontano da quella idea di papato che non ha base evangelica né teologica ma si è formata nei secoli anche per effetto degli accidenti storici che hanno trasformato un pastore di anime in un sovrano territoriale circondato dal fasto e dai privilegi tipici dei regnanti assoluti suoi omologhi. Così Benedetto, suo malgrado, era divenuto l’icona di quel mondo ormai sorpassato. Ma al papa-re è impossibile tornare. Anzi: il giorno che si dovrà eleggere un nuovo papa, dopo Francesco, è possibile che venga eletto per un mandato a termine. Scommettiamo?

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Santa Messa e preghiera delle monache di Santa Rita da Cascia per Benedetto XVI https://www.lavoce.it/santa-messa-e-preghiera-delle-monache-di-santa-rita-da-cascia-per-benedetto-xvi/ Wed, 04 Jan 2023 15:44:18 +0000 https://www.lavoce.it/?p=69913 preghiera per papa benedetto XVI

Giovedì 5 gennaio, giorno dei solenni funerali del Papa emerito Benedetto XVI, le monache del Monastero Santa Rita da Cascia gli dedicheranno la Santa Messa delle ore 7.30, in Basilica, recitando anche una preghiera da lui particolarmente amata.

"Con Benedetto XVI -ha dichiarato suor Maria Rosa Bernardinis, Madre Priora della comunità agostiniana- perdiamo un profondo uomo di fede e pensiero, che è stato un predicatore della carità, intesa come amore, a cui è dedicata la sua prima enciclica Deus Caritas est.

Un tema, che lo avvicina alla figura di Sant’Agostino e della nostra Rita, monaca e santa agostiniana".

Abbiamo creduto all'amore di Dio -così il cristiano può esprimere la scelta fondamentale della sua vita. All'inizio dell'essere cristiano non c'è una decisione etica o una grande idea, bensì l'incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva.

"Con queste parole -sottolinea ancora la claustrale- nella sua enciclica, in cui si è lasciato ispirare dalla figura di Sant’Agostino, che è stato una guida per la sua vita, il Papa emerito spiega l’incontro del cristiano con Dio inteso come carità, ossia come amore, da cui deriva l’amore per il prossimo. Benedetto XVI richiama in questo modo il concetto di amore-carità che è al centro dell’esistenza di Sant’Agostino e Santa Rita, le due figure su cui è incentrata la spiritualità del nostro monastero".

Nel ricordo del Papa emerito, continuiamo a testimoniare la carità dei due santi ancora con più vigore. E preghiamo per la sua salita al Cielo, affinché la sua anima venga accolta nell’abbraccio del Signore -ha concluso la Madre Priora- recitando durante la Santa Messa del mattino del 5 gennaio una delle preghiere da lui preferite".

La preghiera per Benedetto XVI

Condividiamo la preghiera:

Mio Signore e mio Dio, togli da me tutto ciò che mi allontana da Te.

Mio Signore e mio Dio, dammi tutto ciò che mi conduce a Te.

Mio Signore e mio Dio, toglimi a me e dammi tutto a Te.

San Nicola di Flüe

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preghiera per papa benedetto XVI

Giovedì 5 gennaio, giorno dei solenni funerali del Papa emerito Benedetto XVI, le monache del Monastero Santa Rita da Cascia gli dedicheranno la Santa Messa delle ore 7.30, in Basilica, recitando anche una preghiera da lui particolarmente amata.

"Con Benedetto XVI -ha dichiarato suor Maria Rosa Bernardinis, Madre Priora della comunità agostiniana- perdiamo un profondo uomo di fede e pensiero, che è stato un predicatore della carità, intesa come amore, a cui è dedicata la sua prima enciclica Deus Caritas est.

Un tema, che lo avvicina alla figura di Sant’Agostino e della nostra Rita, monaca e santa agostiniana".

Abbiamo creduto all'amore di Dio -così il cristiano può esprimere la scelta fondamentale della sua vita. All'inizio dell'essere cristiano non c'è una decisione etica o una grande idea, bensì l'incontro con un avvenimento, con una Persona, che dà alla vita un nuovo orizzonte e con ciò la direzione decisiva.

"Con queste parole -sottolinea ancora la claustrale- nella sua enciclica, in cui si è lasciato ispirare dalla figura di Sant’Agostino, che è stato una guida per la sua vita, il Papa emerito spiega l’incontro del cristiano con Dio inteso come carità, ossia come amore, da cui deriva l’amore per il prossimo. Benedetto XVI richiama in questo modo il concetto di amore-carità che è al centro dell’esistenza di Sant’Agostino e Santa Rita, le due figure su cui è incentrata la spiritualità del nostro monastero".

Nel ricordo del Papa emerito, continuiamo a testimoniare la carità dei due santi ancora con più vigore. E preghiamo per la sua salita al Cielo, affinché la sua anima venga accolta nell’abbraccio del Signore -ha concluso la Madre Priora- recitando durante la Santa Messa del mattino del 5 gennaio una delle preghiere da lui preferite".

La preghiera per Benedetto XVI

Condividiamo la preghiera:

Mio Signore e mio Dio, togli da me tutto ciò che mi allontana da Te.

Mio Signore e mio Dio, dammi tutto ciò che mi conduce a Te.

Mio Signore e mio Dio, toglimi a me e dammi tutto a Te.

San Nicola di Flüe

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Le due visite ad Assisi di papa Benedetto XVI https://www.lavoce.it/le-due-visite-ad-assisi-di-papa-benedetto-xvi/ Sat, 31 Dec 2022 12:13:17 +0000 https://www.lavoce.it/?p=69810

È morto oggi, 31 dicembre 2022, alle ore 9.34, nel monastero Mater Ecclesiae in Vaticano il papa emerito Benedetto XVI. Aveva 95 anni anni e dopo l’improvviso "aggravamento dovuto all’avanzare dell’età" nella notte tra martedì e mercoledì, Papa Francesco aveva chiesto ai fedeli "una preghiera speciale per il papa emerito Benedetto che nel silenzio sta sostenendo la Chiesa. Ricordarlo: è molto malato chiedendo al Signore che lo consoli e lo sostenga in questa testimonianza di amore alla Chiesa fino alla fine".

Le due visite ad Assisi nel 2007 e nel 2011

Benedetto XVI è stato in Umbria come Papa in due occasioni, nel 2007 e nel 2011, ma era stato più volte ospite delle suore Cappuccine tedesche di Assisi. E un paio di anni prima di diventare Papa era stato a Norcia per la festa di San Benedetto. Il 7 dicembre 2011 è stato papa Ratzinger ad accendere l'albero di Natale di Gubbio nel corso di un collegamento web. Le immagini della visita del 27 ottobre 2011 [gallery td_select_gallery_slide="slide" ids="69877,69878,69879,69880,69881,69882"]   Le immagini dell'accenzione dell'albero di Natale di Gubbio nel 2011 [gallery td_select_gallery_slide="slide" ids="69835,69836,69837"]   La prima visita era avvenuta ad Assisi il 17 giugno 2007, in occasione dell’ottavo centenario della conversione di San Francesco. La seconda il 27 ottobre 2011 per i 25 anni dello “Spirito di Assisi”.

La visita del 17 giugno 2007, l'incontro con i giovani

Nel corso della visita ad Assisi il 17 giugno 2007 papa Benedetto incontrò anche tanti giovani della Pastorale giovanile delle varie diocesi dell'Umbria nella piazza della basilica di Santa Maria degli Angeli "per riproporre a tutti il mandato di san Francesco quale esempio di vita all’interno di una Chiesa di cui è instancabile edificatore" scrivevamo nell'articolo "Cento chitarre a festa, arriva Benedetto XVI" a firma di Martino Bozza.

Il pellegrinaggio di papa Benedetto XVI ad Assisi nel 2011

Assisi 2011 anticipata nelle parole di mons. Vincenzo Paglia

"L’Umbria si prepara ad un grande evento: Benedetto XVI tornerà pellegrino ad Assisi nell’ottobre prossimo. Per noi umbri è un importante momento ecclesiale ed è bene prepararci ad accoglierlo, consapevoli della straordinarietà del gesto e della sua opportunità in questo tempo segnato da una nuova 'primavera araba': così scriveva mons. Vincenzo Paglia nell'articolo "Pellegrinaggio di pace" pubblicato nel luglio del 2011 alla notizia dell'incontro di Assisi previsto ad ottobre per il 25° anniversario della Giornata mondiale di preghiera per la pace, promossa da Giovanni Paolo II. "Papa Benedetto - prosegue mons. Paglia - tornando ad Assisi il 27 ottobre, pertanto, non solo vuole confermare il valore di quella giornata ma anche “rinnovare solennemente” l’impegno dei credenti delle diverse tradizioni religiose a vivere la propria fede nella prospettiva del servizio alla pace tra i popoli. E come non vedere l’attualità di queste prospettive? Il mondo si è globalizzato, i popoli si sono avvicinati, ma non per questo sono diventati più “fraterni”. E continuiamo a vedere guerre che continuano e conflitti che si accendono. C’è bisogno di ribadire con decisione, come scrive il Papa, che la ricerca di Dio e l’impegno per la pace si intrecciano: “Chi è in cammino verso Dio non può non trasmettere la pace, chi costruisce pace non può non avvicinarsi a Dio”.

Mons. Elio Bromuri: "Non si tratta di una semplice celebrazione"

"Dopo l’annuncio di questa celebrazione (il pellegrinaggio di papa Ratzinger ad Assisi il 27 ottobre 2011 ndr) - scriveva l'8 luglio 2011 il direttore de La Voce di allora mons. Elio Bromuri in un altro articolo dal titolo "Pellegrinaggio di pace e verità" - sono state fatte alcune precisazioni: in particolare, che non si tratta di una semplice celebrazione rievocativa, ma di un incontro in qualche maniera diverso, se non altro per l’allargamento dell’invito a rappresentanti della cultura non credenti, appartenenti a quel ceto di intellettuali che si pongono interrogativi sulla fede senza peraltro aderirvi esplicitamente. Questa categoria di persone, più numerosa di quanto si creda, è stata descritta idealmente da Benedetto XVI nell’espressione biblica di coloro che frequentano il “Cortile dei Gentili”: non sono dentro al Tempio, ma non sono neppure lontani, e possono percepire qualche eco che giunge dall’interno e provare forse anche un sentimento di attrazione".

Il card. Tauran: "Si cercherà di vedere come sia possibile contribuire alla pace e all'armonia"

"Non sarà una replica dell’evento di 25 anni fa. Sarà anche, ovviamente, la rievocazione di un avvenimento che, a suo modo, è stato storico; ma si cercherà soprattutto di vedere come sia possibile – tramite la fede – contribuire alla pace, all’armonia". Con queste parole il card. Jean-Louis Tauran, in Umbria in occasione dell’incontro-pellegrinaggio dei giovani di Azione cattolica ad Assisi nell'ottobre del 2011, ha anticipato nell'intervista "Il dialogo possibile anche con gli agnostici"a firma di M.R.V. pubblicata su La Voce il senso della visita di papa Benedetto XVI ad Assisi nel 2011.  

Due i contributi pubblicati a seguito dell'evento del 2011 da parte di mons. Vincenzo Paglia e di mons. Domenico Sorrentino.

Mons. Paglia: "Un messaggio di pace forte e universale"

"Papa Benedetto XVI e i vari leader religiosi hanno pregato e lanciato un messaggio di pace forte e universale - scriveva mons. Vincenzo Paglia, vescovo di Terni-Narni-Amelia nell'articolo Il messaggio di Assisi 2011 sulla rubrica de La Voce "Parola di vescovo" l'11 novembre 2011 -.  Un messaggio di estrema attualità in un mondo globalizzato, dove la convivenza quotidiana è attraversata dalle tensioni del pluralismo religioso ed etnico. Una pace che si fonda sulla capacità che gli uomini avranno di costruire una civiltà della convivenza.

Mons. Sorrentino: "L'importanza della verità a fondamento e garanzia della costruzione della pace" nel messaggio di papa Benedetto XVI

"Assisi 2011: verità e pace": così titolava l'articolo a firma di mons. Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino a bilancio dell'incontro di Assisi del 2011. Sorrentino si rallegra di quanto si è realizzato il 27 ottobre. "Innanzitutto, la profezia di quell’evento è stata confermata e rilanciata - sottolinea mons. Sorrentino - Non era scontato. Molte voci avevano insistito sulla 'differenza', in questa materia, tra la sensibilità di Papa Wojtyla e quella di Papa Benedetto XVI. Si ricordava che questi non aveva personalmente preso parte all’evento del 1986 e si immaginava che ciò implicasse una presa di distanza. In realtà, già nella lettera che il Papa mi scrisse nel ventesimo, una tale lettura era ampiamente fugata. Il Papa sottolineava infatti la legittimità di quanto operato dal Beato predecessore". Ha poi proseguito sottolineando come "Il Pontefice ha voluto porre con forza, in relazione alla pace, la questione della verità. Tutto il suo discorso a Santa Maria degli Angeli è stato una vibrante perorazione dell’importanza della verità proprio a fondamento e garanzia della costruzione della pace".            ]]>

È morto oggi, 31 dicembre 2022, alle ore 9.34, nel monastero Mater Ecclesiae in Vaticano il papa emerito Benedetto XVI. Aveva 95 anni anni e dopo l’improvviso "aggravamento dovuto all’avanzare dell’età" nella notte tra martedì e mercoledì, Papa Francesco aveva chiesto ai fedeli "una preghiera speciale per il papa emerito Benedetto che nel silenzio sta sostenendo la Chiesa. Ricordarlo: è molto malato chiedendo al Signore che lo consoli e lo sostenga in questa testimonianza di amore alla Chiesa fino alla fine".

Le due visite ad Assisi nel 2007 e nel 2011

Benedetto XVI è stato in Umbria come Papa in due occasioni, nel 2007 e nel 2011, ma era stato più volte ospite delle suore Cappuccine tedesche di Assisi. E un paio di anni prima di diventare Papa era stato a Norcia per la festa di San Benedetto. Il 7 dicembre 2011 è stato papa Ratzinger ad accendere l'albero di Natale di Gubbio nel corso di un collegamento web. Le immagini della visita del 27 ottobre 2011 [gallery td_select_gallery_slide="slide" ids="69877,69878,69879,69880,69881,69882"]   Le immagini dell'accenzione dell'albero di Natale di Gubbio nel 2011 [gallery td_select_gallery_slide="slide" ids="69835,69836,69837"]   La prima visita era avvenuta ad Assisi il 17 giugno 2007, in occasione dell’ottavo centenario della conversione di San Francesco. La seconda il 27 ottobre 2011 per i 25 anni dello “Spirito di Assisi”.

La visita del 17 giugno 2007, l'incontro con i giovani

Nel corso della visita ad Assisi il 17 giugno 2007 papa Benedetto incontrò anche tanti giovani della Pastorale giovanile delle varie diocesi dell'Umbria nella piazza della basilica di Santa Maria degli Angeli "per riproporre a tutti il mandato di san Francesco quale esempio di vita all’interno di una Chiesa di cui è instancabile edificatore" scrivevamo nell'articolo "Cento chitarre a festa, arriva Benedetto XVI" a firma di Martino Bozza.

Il pellegrinaggio di papa Benedetto XVI ad Assisi nel 2011

Assisi 2011 anticipata nelle parole di mons. Vincenzo Paglia

"L’Umbria si prepara ad un grande evento: Benedetto XVI tornerà pellegrino ad Assisi nell’ottobre prossimo. Per noi umbri è un importante momento ecclesiale ed è bene prepararci ad accoglierlo, consapevoli della straordinarietà del gesto e della sua opportunità in questo tempo segnato da una nuova 'primavera araba': così scriveva mons. Vincenzo Paglia nell'articolo "Pellegrinaggio di pace" pubblicato nel luglio del 2011 alla notizia dell'incontro di Assisi previsto ad ottobre per il 25° anniversario della Giornata mondiale di preghiera per la pace, promossa da Giovanni Paolo II. "Papa Benedetto - prosegue mons. Paglia - tornando ad Assisi il 27 ottobre, pertanto, non solo vuole confermare il valore di quella giornata ma anche “rinnovare solennemente” l’impegno dei credenti delle diverse tradizioni religiose a vivere la propria fede nella prospettiva del servizio alla pace tra i popoli. E come non vedere l’attualità di queste prospettive? Il mondo si è globalizzato, i popoli si sono avvicinati, ma non per questo sono diventati più “fraterni”. E continuiamo a vedere guerre che continuano e conflitti che si accendono. C’è bisogno di ribadire con decisione, come scrive il Papa, che la ricerca di Dio e l’impegno per la pace si intrecciano: “Chi è in cammino verso Dio non può non trasmettere la pace, chi costruisce pace non può non avvicinarsi a Dio”.

Mons. Elio Bromuri: "Non si tratta di una semplice celebrazione"

"Dopo l’annuncio di questa celebrazione (il pellegrinaggio di papa Ratzinger ad Assisi il 27 ottobre 2011 ndr) - scriveva l'8 luglio 2011 il direttore de La Voce di allora mons. Elio Bromuri in un altro articolo dal titolo "Pellegrinaggio di pace e verità" - sono state fatte alcune precisazioni: in particolare, che non si tratta di una semplice celebrazione rievocativa, ma di un incontro in qualche maniera diverso, se non altro per l’allargamento dell’invito a rappresentanti della cultura non credenti, appartenenti a quel ceto di intellettuali che si pongono interrogativi sulla fede senza peraltro aderirvi esplicitamente. Questa categoria di persone, più numerosa di quanto si creda, è stata descritta idealmente da Benedetto XVI nell’espressione biblica di coloro che frequentano il “Cortile dei Gentili”: non sono dentro al Tempio, ma non sono neppure lontani, e possono percepire qualche eco che giunge dall’interno e provare forse anche un sentimento di attrazione".

Il card. Tauran: "Si cercherà di vedere come sia possibile contribuire alla pace e all'armonia"

"Non sarà una replica dell’evento di 25 anni fa. Sarà anche, ovviamente, la rievocazione di un avvenimento che, a suo modo, è stato storico; ma si cercherà soprattutto di vedere come sia possibile – tramite la fede – contribuire alla pace, all’armonia". Con queste parole il card. Jean-Louis Tauran, in Umbria in occasione dell’incontro-pellegrinaggio dei giovani di Azione cattolica ad Assisi nell'ottobre del 2011, ha anticipato nell'intervista "Il dialogo possibile anche con gli agnostici"a firma di M.R.V. pubblicata su La Voce il senso della visita di papa Benedetto XVI ad Assisi nel 2011.  

Due i contributi pubblicati a seguito dell'evento del 2011 da parte di mons. Vincenzo Paglia e di mons. Domenico Sorrentino.

Mons. Paglia: "Un messaggio di pace forte e universale"

"Papa Benedetto XVI e i vari leader religiosi hanno pregato e lanciato un messaggio di pace forte e universale - scriveva mons. Vincenzo Paglia, vescovo di Terni-Narni-Amelia nell'articolo Il messaggio di Assisi 2011 sulla rubrica de La Voce "Parola di vescovo" l'11 novembre 2011 -.  Un messaggio di estrema attualità in un mondo globalizzato, dove la convivenza quotidiana è attraversata dalle tensioni del pluralismo religioso ed etnico. Una pace che si fonda sulla capacità che gli uomini avranno di costruire una civiltà della convivenza.

Mons. Sorrentino: "L'importanza della verità a fondamento e garanzia della costruzione della pace" nel messaggio di papa Benedetto XVI

"Assisi 2011: verità e pace": così titolava l'articolo a firma di mons. Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino a bilancio dell'incontro di Assisi del 2011. Sorrentino si rallegra di quanto si è realizzato il 27 ottobre. "Innanzitutto, la profezia di quell’evento è stata confermata e rilanciata - sottolinea mons. Sorrentino - Non era scontato. Molte voci avevano insistito sulla 'differenza', in questa materia, tra la sensibilità di Papa Wojtyla e quella di Papa Benedetto XVI. Si ricordava che questi non aveva personalmente preso parte all’evento del 1986 e si immaginava che ciò implicasse una presa di distanza. In realtà, già nella lettera che il Papa mi scrisse nel ventesimo, una tale lettura era ampiamente fugata. Il Papa sottolineava infatti la legittimità di quanto operato dal Beato predecessore". Ha poi proseguito sottolineando come "Il Pontefice ha voluto porre con forza, in relazione alla pace, la questione della verità. Tutto il suo discorso a Santa Maria degli Angeli è stato una vibrante perorazione dell’importanza della verità proprio a fondamento e garanzia della costruzione della pace".            ]]>
In dialogo con chi cerca il Dio ignoto https://www.lavoce.it/in-dialogo-con-chi-cerca-il-dio-ignoto/ Fri, 01 Apr 2011 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=9254 A conclusione della prima manifestazione ufficiale del “Cortile dei Gentili”, avvenuta a Parigi nei giorni 24 e 25 scorsi, è stato trasmesso un video-messaggio di Benedetto XVI nel quale ha messo a fuoco il senso di questo nuovo e suggestivo progetto culturale della Santa Sede.

Rivolgendosi ai circa diecimila giovani riuniti sul sagrato della stupenda cattedrale di Notre Dame di Parigi, ha indicato con coraggio, proprio nel “cuore della Città dei lumi”, nuove e promettenti vie di dialogo.

Ha delineato e aperto uno spazio ideale, che non appartiene in proprio a nessuno, in cui è dato libero accesso a tutti coloro che aspirano ad un mondo descritto con sei aggettivi di forte caratura: “Un mondo nuovo e più libero, più giusto e più solidale, più pacifico e più felice”, nel solco della solidificata storica triade della libertà, uguaglianza e fraternità. Un progetto volto alla trasformazione concreta della realtà e non solo alla contemplazione di un’astratta verità. In questo spazio “voi non credenti potete interpellare i credenti… Voi credenti potete dire…”.

L’importante – sembra affermare il Papa – è che vi parliate e diciate le vostre ragioni di credenti e di non credenti in modo che non cada nel vuoto la grande questione di Dio e della fede religiosa.

Il Papa, intellettuale e teologo, profondo conoscitore del pensiero contemporaneo, sa che il vero pericolo per la fede, non solo cristiana, è l’indifferenza, la banalizzazione, la riduzione in una delle forme residuali della subcultura popolare, come è considerata da una certa cultura scientista radicale europea. Il mondo senza Dio sarebbe più povero e buio, e più difficile sarebbe la convivenza umana. La fraternità e la pace tra gli uomini, pur nella loro diversità, costituisce il fondamento e l’intenzionalità del “Cortile”.

Papa Ratzinger non ripete la “cattedra dei non credenti”, che a buon diritto si può considerare l’antesignana di questa iniziativa. A prescindere dalle intelligenti e sottili intenzioni del card. Martini, infatti, l’iniziativa milanese può aver destato in alcuni il sospetto di aver posto in cattedra la non credenza. Nessuno è in cattedra, neppure i credenti, ma solo la verità sinceramente cercata, fonte di bellezza e felicità. Non si fa fatica a riconoscere in certi tratti del testo di Ratzinger tracce dell’anelito agostiniano verso la verità (Confess. X, 27,38).

La prospettiva del Cortile dei Gentili, pur nuova nell’espressione e nello stile, trae origine e linfa vitale dalla grande lezione conciliare sul dialogo della Chiesa nel mondo contemporaneo. Con questa formulazione si viene a indicare una struttura permanente, uno stato dell’essere credenti in rapporto con la dimensione “altra”, quella dei non credenti: non massa da allontanare, perché già “fuori dal Tempio”, ma da considerare in riferimento alla categoria del confine, del limite, della soglia, dal momento che il muro della separazione che era frammezzo, l’inimicizia, è stato abbattuto (Ef 2,14-17) e ciò ha reso possibile un rapporto di vicinanza, una maggiore possibilità di scambio e di legami di amicizia e fraternità.

Benedetto XVI esprime anche l’augurio che tutti possano entrare nel Tempio e pregare il Dio conosciuto per fede da parte dei credenti ed elevare verso il “Dio ignoto” i sentimenti del proprio cuore da parte dei non credenti. Nutre altresì la speranza che Dio, e Lui solo, possa operare una fraternità ancora più piena in Cristo.

Il messaggio del Papa non è un discorso sulla tolleranza vicendevole, quasi una mutua benevola concessione per un’utilità o convenienza comune: “Credenti e non credenti devono sentirsi liberi di essere tali, eguali nei loro diritti a vivere la propria vita personale e comunitaria restando fedeli alle proprie convinzioni e devono essere fratelli fra loro”. A loro è indicato il compito di cercare “le vie di un dialogo precursore e profondo”, che sia di esemplarità per un nuovo stile di vita e di rapporti.

Credenti e non credenti, soprattutto giovani, hanno molte cose da dirsi e comuni sfide del tempo presente da affrontare. L’invito di Benedetto XVI oltrepassa i confini del Tempio e del suo cortile, e bussa al cuore di tutti coloro che sono disposti ad ascoltare una voce disinteressata, diversa dal frastuono che ci accompagna e ci sommerge.

Si rivolge ai giovani invitandoli a Madrid per la Gmg: “Non abbiate paura! Sulla strada che percorrete insieme verso un mondo nuovo, siate cercatori dell’Assoluto e cercatori di Dio, anche voi per i quali Dio è il Dio ignoto”.

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