ordinazione presbiteriale Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/ordinazione-presbiteriale/ Settimanale di informazione regionale Fri, 27 Jan 2023 11:50:40 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg ordinazione presbiteriale Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/ordinazione-presbiteriale/ 32 32 Claudio Faina ordinato sacerdote in Cattedrale nella festa di San Costanzo https://www.lavoce.it/claudio-faina-ordinato-sacerdote-in-cattedrale-nella-festa-di-san-costanzo/ Fri, 27 Jan 2023 11:49:52 +0000 https://www.lavoce.it/?p=70236 claudio faina ordinato sacerdote

Domenica 29 gennaio, alle ore 17, nella Cattedrale di San Lorenzo di Perugia, per imposizione delle mani e la preghiera consacratoria dell’arcivescovo Ivan Maffeis, il seminarista Claudio Faina, docente di inglese, sarà ordinato sacerdote diocesano. L’ordinazione avviene nel giorno in cui la Chiesa celebra la festa di San Costanzo, vescovo e martire del II secolo, patrono e fondatore della prima comunità cristiana di Perugia.

Breve biografia

Claudio, laureato in lingue e letterature straniere presso l’Ateneo perugino, la città dove è nato quaranta anni fa, è originario della parrocchia di San Donato all’Elce nella quale ha vissuto l’iniziazione cristiana ed è stato catechista e animatore dei gruppi giovanili. La vita parrocchiale, il percorso dei dieci comandamenti, il corso Sichem promosso dalla Pastorale vocazionale diocesana ed il percorso di fede vissuto nella comunità Magnificat, hanno fatto nascere in lui degli interrogativi sulla propria vocazione. Nel gennaio 2016 inizia il percorso di discernimento e formativo presso il Pontificio Seminario Umbro Pio XI di Assisi, che lo ha condotto fino alla sua chiamata al sacerdozio dopo essere stato ordinato diacono transeunte il 12 settembre 2021 dal cardinale Gualtiero Bassetti. Ha vissuto il diaconato al servizio delle comunità parrocchiali di Fratticiola Selvatica, Piccione e Ramazzano (Perugia) e di San Nicolò e Sant’Angelo di Celle (Deruta).

Il tempo del diaconato

Intervistato dal settimanale La Voce (che seguirà in diretta sul suo canale YouTube l’ordinazione, a partire dalle ore 17 del 29 gennaio), il futuro sacerdote racconta la sua esperienza di diacono, del suo primo .

"In questo tempo ho imparato ad affidarmi ancor più al Signore e sento di essermi irrobustito nella fede, di essere cresciuto umanamente anche grazie alle tante persone che ho incontrato in cinque parrocchie in poco più di un anno. Il mio diaconato, tempo di servizio, ha avuto una evoluzione dal Seminario, perché mi sono trovato a servire in una maniera nuova la Chiesa da ministro ordinato, facendo anche un servizio di apostolato che per me si è configurato in particolar modo nella scuola.

Insegnando inglese, nella scuola secondaria di primo grado di Bevagna, ho l’opportunità di incontrare molti giovani e di pormi con loro, oltre che come insegnante, come uomo che indossa il clergyman... L’essere sacerdote non è a tempo determinato e nemmeno confinato in alcuni spazi. Ho già detto sì al Signore con il diaconato e il prossimo 29 gennaio pronuncerò un sì ancora più grande che va a completare una scelta".

Data non casuale

Perché l’ordinazione nella ricorrenza del Santo patrono?

"È la festa del primo vescovo di Perugia -risponde Claudio Faina- un giorno a me molto caro fin da ragazzo. Ho vissuto sempre la festa di San Costanzo con entusiasmo e ho tanti bei ricordi della mia infanzia-adolescenza legati a questa ricorrenza… È una data non casuale, soprattutto dal punto di vista religioso. È importante scegliere una data in cui si commemora un martire, perché ci fa capire che stiamo dando la vita al Signore per poi riversare l’amore che Cristo ha dato a noi nei fratelli che Lui ci vorrà fare incontrare".

Il rapporto con il pastore

"La festa di San Costanzo vescovo fa ancora più riflettere sull’importanza di avere un pastore, una guida. Con il nuovo vescovo Ivan si è subito creato un ottimo rapporto di fiducia, di sincerità, di schiettezza e di stima profonda. Mi ha affidato una porzione della Chiesa che Papa Francesco ha posto sotto la sua guida, ciò mi sostiene e mi incoraggia. Per questo la festa di san Costanzo riunisce in sé diverse sfaccettature, da quella ministeriale a quelle del servizio e dell’attaccamento alla comunità diocesana".

La Chiesa del futuro

L’ordinando Claudio Faina ha le idee chiare sulla Chiesa che verrà.

"Sarà sempre più una Chiesa vitale -conclude- nell’avere un respiro ampio, diocesano, che non sminuisca la parrocchia, ma che sappia andare oltre il campanilismo. Siamo, come dice Papa Francesco, una Chiesa in uscita, in una nuova Pentecoste, quasi un ritorno alla Chiesa degli inizi del cristianesimo dove, forse, saremo più minoranza ma più convinti e più felici di stare insieme, non dando per scontato che il vicino abbia il nostro stesso credo".

]]>
claudio faina ordinato sacerdote

Domenica 29 gennaio, alle ore 17, nella Cattedrale di San Lorenzo di Perugia, per imposizione delle mani e la preghiera consacratoria dell’arcivescovo Ivan Maffeis, il seminarista Claudio Faina, docente di inglese, sarà ordinato sacerdote diocesano. L’ordinazione avviene nel giorno in cui la Chiesa celebra la festa di San Costanzo, vescovo e martire del II secolo, patrono e fondatore della prima comunità cristiana di Perugia.

Breve biografia

Claudio, laureato in lingue e letterature straniere presso l’Ateneo perugino, la città dove è nato quaranta anni fa, è originario della parrocchia di San Donato all’Elce nella quale ha vissuto l’iniziazione cristiana ed è stato catechista e animatore dei gruppi giovanili. La vita parrocchiale, il percorso dei dieci comandamenti, il corso Sichem promosso dalla Pastorale vocazionale diocesana ed il percorso di fede vissuto nella comunità Magnificat, hanno fatto nascere in lui degli interrogativi sulla propria vocazione. Nel gennaio 2016 inizia il percorso di discernimento e formativo presso il Pontificio Seminario Umbro Pio XI di Assisi, che lo ha condotto fino alla sua chiamata al sacerdozio dopo essere stato ordinato diacono transeunte il 12 settembre 2021 dal cardinale Gualtiero Bassetti. Ha vissuto il diaconato al servizio delle comunità parrocchiali di Fratticiola Selvatica, Piccione e Ramazzano (Perugia) e di San Nicolò e Sant’Angelo di Celle (Deruta).

Il tempo del diaconato

Intervistato dal settimanale La Voce (che seguirà in diretta sul suo canale YouTube l’ordinazione, a partire dalle ore 17 del 29 gennaio), il futuro sacerdote racconta la sua esperienza di diacono, del suo primo .

"In questo tempo ho imparato ad affidarmi ancor più al Signore e sento di essermi irrobustito nella fede, di essere cresciuto umanamente anche grazie alle tante persone che ho incontrato in cinque parrocchie in poco più di un anno. Il mio diaconato, tempo di servizio, ha avuto una evoluzione dal Seminario, perché mi sono trovato a servire in una maniera nuova la Chiesa da ministro ordinato, facendo anche un servizio di apostolato che per me si è configurato in particolar modo nella scuola.

Insegnando inglese, nella scuola secondaria di primo grado di Bevagna, ho l’opportunità di incontrare molti giovani e di pormi con loro, oltre che come insegnante, come uomo che indossa il clergyman... L’essere sacerdote non è a tempo determinato e nemmeno confinato in alcuni spazi. Ho già detto sì al Signore con il diaconato e il prossimo 29 gennaio pronuncerò un sì ancora più grande che va a completare una scelta".

Data non casuale

Perché l’ordinazione nella ricorrenza del Santo patrono?

"È la festa del primo vescovo di Perugia -risponde Claudio Faina- un giorno a me molto caro fin da ragazzo. Ho vissuto sempre la festa di San Costanzo con entusiasmo e ho tanti bei ricordi della mia infanzia-adolescenza legati a questa ricorrenza… È una data non casuale, soprattutto dal punto di vista religioso. È importante scegliere una data in cui si commemora un martire, perché ci fa capire che stiamo dando la vita al Signore per poi riversare l’amore che Cristo ha dato a noi nei fratelli che Lui ci vorrà fare incontrare".

Il rapporto con il pastore

"La festa di San Costanzo vescovo fa ancora più riflettere sull’importanza di avere un pastore, una guida. Con il nuovo vescovo Ivan si è subito creato un ottimo rapporto di fiducia, di sincerità, di schiettezza e di stima profonda. Mi ha affidato una porzione della Chiesa che Papa Francesco ha posto sotto la sua guida, ciò mi sostiene e mi incoraggia. Per questo la festa di san Costanzo riunisce in sé diverse sfaccettature, da quella ministeriale a quelle del servizio e dell’attaccamento alla comunità diocesana".

La Chiesa del futuro

L’ordinando Claudio Faina ha le idee chiare sulla Chiesa che verrà.

"Sarà sempre più una Chiesa vitale -conclude- nell’avere un respiro ampio, diocesano, che non sminuisca la parrocchia, ma che sappia andare oltre il campanilismo. Siamo, come dice Papa Francesco, una Chiesa in uscita, in una nuova Pentecoste, quasi un ritorno alla Chiesa degli inizi del cristianesimo dove, forse, saremo più minoranza ma più convinti e più felici di stare insieme, non dando per scontato che il vicino abbia il nostro stesso credo".

]]>
Ordinazione presbiterale nella Cattedrale di Spoleto di Luca Gentili e Salvatore Ficarra https://www.lavoce.it/ordinazione-presbiterale-nella-cattedrale-di-spoleto-di-luca-gentili-e-salvatore-ficarra/ https://www.lavoce.it/ordinazione-presbiterale-nella-cattedrale-di-spoleto-di-luca-gentili-e-salvatore-ficarra/#comments Fri, 09 Dec 2022 12:04:39 +0000 https://www.lavoce.it/?p=69504 ordinazione nuovi sacerdoti diocesi spoleto

Ordinazione presbiterale nella Basilica Cattedrale di Spoleto da parte dell’arcivescovo Renato Boccardo, giovedì 8 dicembre, solennità dell’Immacolata Concezione, dei diaconi Salvatore Ficarra e Luca Gentili. Davvero un bel momento di grazia per la Chiesa di Spoleto-Norcia.

Una liturgia solenne, molto partecipata, di ringraziamento a Dio per aver mandato nuovi operai nella sua messa. È stata animata dalla corale diocesana diretta da Mauro Presazzi, con l’aggiunta di strumenti a corda e a fiato. Il servizio all’altare è stato curato dai seminaristi del Pontificio seminario regionale Pio XI di Assisi e dai ministranti, coordinati dal cerimoniere arcivescovile don Pier Luigi Morlino. La presentazione al vescovo dei due nuovi sacerdoti all’inizio della celebrazione di ordinazione, è stata fatta dal rettore del Seminario regionale don Andrea Andreozzi. Luca e Salvatore sono stati accompagnati dai familiari, commossi per questo importante evento, e dagli amici di sempre.

La liturgia di ordinazione

Vescovo e preti hanno indossato i paramenti sacri nel Palazzo Arcivescovile e processionalmente sono scesi verso il Duomo. Sono entrati in chiesa attraversando la Porta Santa che è stata aperta lo scorso 16 ottobre per l’825simo anniversario di dedicazione della Cattedrale. Dopo la liturgia della Parola c’è stata quella dell’ordinazione: la presentazione degli eletti, l’omelia dell’Arcivescovo, gli impegni di Luca e Salvatore ad esercitare per tutta la vita il ministero sacerdotale, le litanie dei Santi con gli eletti prostrati a terra, l’imposizione delle mani dell’arcivescovo e dei presbiteri sugli eletti e la grande preghiera di ordinazione. Poi, si sono svolti i riti esplicativi: la vestizione degli abiti sacerdotali (Luca è stato coadiuvato da don Samy Abu Eideh della Diocesi di Perugia-Città della Pieve e suo compagno di studi e Salvatore da don Edoardo Rossi, attuale parroco di San Venanzo, il prete che è stato suo punto di riferimento per l’ingresso in seminario), l’unzione crismale, la consegna del pane e del vino per il sacrificio eucaristico, l’abbraccio di pace col Vescovo e i confratelli presbiteri. A questo punto, la Messa è proseguita con liturgia eucaristica. Al termine della celebrazione, don Luca e don Salvatore sono rimasti in chiesa per ricevere il bacio delle mani e per la benedizione al popolo.

L’omelia dell’Arcivescovo

"Carissimi Luca e Salvatore -ha detto monsignor Boccardo- compirete un passo che segnerà tutta la vostra vita. Per sempre. La Chiesa vi attende; gli uomini, vicini o lontani, vi aspettano ed hanno bisogno di voi. Come Gesù nel Vangelo, non potete rimandarli digiuni: hanno fame e sete di Dio, hanno bisogno della sua parola e del suo pane che salva (cf Mc 6, 35-44). Andate loro incontro con cuore sereno e fiducioso: come servi, come amici, come ministri di Cristo e dispensatori dei suoi misteri. Il gesto di Luca e Salvatore, conferma e corrobora la nostra fede, forse titubante e incerta, dà alla nostra speranza un palpito nuovo; il loro esempio, la loro gioia, la loro serenità sia testimonianza che ci scuote, perché questo evento non ci trovi soltanto spettatori, ma ci veda personalmente coinvolti nell'impegno della fedeltà alla vocazione battesimale. E allora permettetemi di rivolgermi -ha concluso l'arcivescovo- specialmente ai giovani qui presenti: la nostra Chiesa, quella che vi ha generato alla vita di Dio e alla fede, ha bisogno di voi e tende con fiducia la mano: nessuno avrà il coraggio di impegnarsi per il Vangelo e per il servizio dei fratelli scegliendo la via del sacerdozio? Ripeto: c’è qualcuno che voglia interrogarsi seriamente circa la possibilità di diventare prete? Credetemi: Chi fa entrare Cristo nella sua vita non perde nulla, assolutamente nulla di ciò che la rende libera, bella e grande... Non abbiate paura di Cristo! Egli non toglie nulla, e dona tutto. Chi si dona a lui, riceve il centuplo (cf Benedetto XVI, Omelia, 24 aprile 2005)".

Nel sito dell’archidiocesi di Spoleto-Norcia è stata pubblicata un’ampia intervista per conoscere meglio Luca e Salvatore.

]]>
ordinazione nuovi sacerdoti diocesi spoleto

Ordinazione presbiterale nella Basilica Cattedrale di Spoleto da parte dell’arcivescovo Renato Boccardo, giovedì 8 dicembre, solennità dell’Immacolata Concezione, dei diaconi Salvatore Ficarra e Luca Gentili. Davvero un bel momento di grazia per la Chiesa di Spoleto-Norcia.

Una liturgia solenne, molto partecipata, di ringraziamento a Dio per aver mandato nuovi operai nella sua messa. È stata animata dalla corale diocesana diretta da Mauro Presazzi, con l’aggiunta di strumenti a corda e a fiato. Il servizio all’altare è stato curato dai seminaristi del Pontificio seminario regionale Pio XI di Assisi e dai ministranti, coordinati dal cerimoniere arcivescovile don Pier Luigi Morlino. La presentazione al vescovo dei due nuovi sacerdoti all’inizio della celebrazione di ordinazione, è stata fatta dal rettore del Seminario regionale don Andrea Andreozzi. Luca e Salvatore sono stati accompagnati dai familiari, commossi per questo importante evento, e dagli amici di sempre.

La liturgia di ordinazione

Vescovo e preti hanno indossato i paramenti sacri nel Palazzo Arcivescovile e processionalmente sono scesi verso il Duomo. Sono entrati in chiesa attraversando la Porta Santa che è stata aperta lo scorso 16 ottobre per l’825simo anniversario di dedicazione della Cattedrale. Dopo la liturgia della Parola c’è stata quella dell’ordinazione: la presentazione degli eletti, l’omelia dell’Arcivescovo, gli impegni di Luca e Salvatore ad esercitare per tutta la vita il ministero sacerdotale, le litanie dei Santi con gli eletti prostrati a terra, l’imposizione delle mani dell’arcivescovo e dei presbiteri sugli eletti e la grande preghiera di ordinazione. Poi, si sono svolti i riti esplicativi: la vestizione degli abiti sacerdotali (Luca è stato coadiuvato da don Samy Abu Eideh della Diocesi di Perugia-Città della Pieve e suo compagno di studi e Salvatore da don Edoardo Rossi, attuale parroco di San Venanzo, il prete che è stato suo punto di riferimento per l’ingresso in seminario), l’unzione crismale, la consegna del pane e del vino per il sacrificio eucaristico, l’abbraccio di pace col Vescovo e i confratelli presbiteri. A questo punto, la Messa è proseguita con liturgia eucaristica. Al termine della celebrazione, don Luca e don Salvatore sono rimasti in chiesa per ricevere il bacio delle mani e per la benedizione al popolo.

L’omelia dell’Arcivescovo

"Carissimi Luca e Salvatore -ha detto monsignor Boccardo- compirete un passo che segnerà tutta la vostra vita. Per sempre. La Chiesa vi attende; gli uomini, vicini o lontani, vi aspettano ed hanno bisogno di voi. Come Gesù nel Vangelo, non potete rimandarli digiuni: hanno fame e sete di Dio, hanno bisogno della sua parola e del suo pane che salva (cf Mc 6, 35-44). Andate loro incontro con cuore sereno e fiducioso: come servi, come amici, come ministri di Cristo e dispensatori dei suoi misteri. Il gesto di Luca e Salvatore, conferma e corrobora la nostra fede, forse titubante e incerta, dà alla nostra speranza un palpito nuovo; il loro esempio, la loro gioia, la loro serenità sia testimonianza che ci scuote, perché questo evento non ci trovi soltanto spettatori, ma ci veda personalmente coinvolti nell'impegno della fedeltà alla vocazione battesimale. E allora permettetemi di rivolgermi -ha concluso l'arcivescovo- specialmente ai giovani qui presenti: la nostra Chiesa, quella che vi ha generato alla vita di Dio e alla fede, ha bisogno di voi e tende con fiducia la mano: nessuno avrà il coraggio di impegnarsi per il Vangelo e per il servizio dei fratelli scegliendo la via del sacerdozio? Ripeto: c’è qualcuno che voglia interrogarsi seriamente circa la possibilità di diventare prete? Credetemi: Chi fa entrare Cristo nella sua vita non perde nulla, assolutamente nulla di ciò che la rende libera, bella e grande... Non abbiate paura di Cristo! Egli non toglie nulla, e dona tutto. Chi si dona a lui, riceve il centuplo (cf Benedetto XVI, Omelia, 24 aprile 2005)".

Nel sito dell’archidiocesi di Spoleto-Norcia è stata pubblicata un’ampia intervista per conoscere meglio Luca e Salvatore.

]]>
https://www.lavoce.it/ordinazione-presbiterale-nella-cattedrale-di-spoleto-di-luca-gentili-e-salvatore-ficarra/feed/ 1
L’arcivescovo Renato Boccardo ordina l’8 dicembre due nuovi sacerdoti https://www.lavoce.it/larcivescovo-renato-boccardo-ordina-l8-dicembre-due-nuovi-sacerdoti/ Mon, 05 Dec 2022 12:24:49 +0000 https://www.lavoce.it/?p=69467 nuovi sacerdoti diocesi spoleto-norcia

Giovedì 8 dicembre, solennità dell’Immacolata Concezione, alle ore 17, nella Basilica Cattedrale di Spoleto l’arcivescovo Renato Boccardo ordinerà due nuovi sacerdoti, i diaconi Salvatore Ficarra e Luca Gentili. Davvero un bel momento di grazia per la Chiesa di Spoleto-Norcia. La celebrazione dell'ordinazione presbiterale, verrà trasmessa in diretta nei canali social della Diocesi: pagina Facebook (SpoletoNorcia) e Canale You Tube (Archidiocesi Spoleto Norcia).

I due nuovi sacerdoti

Luca, 31 anni, è originario di Pigge di Trevi. Salvatore, 28 anni, è nato in Sicilia, trasferito a Spoleto all’età di 13 anni. Per Luca un prete di riferimento è stato don Luigi Galli, per Salvatore don Edoardo Rossi. Il primo ha come Santo protettore San Paolo, il secondo la Vergine Maria. Entrambi, dopo la formazione nel Pontificio Seminario Regionale Umbro Pio XI di Assisi e all’Istituto Teologico di Assisi, stanno completando gli studi a Roma: Luca in Diritto Canonico e Salvatore in Teologia Liturgica. Luca, che alla morte di monsignor Giampiero Ceccarelli è stato nominato Cancelliere arcivescovile, svolgerà il suo servizio a Cannaiola di Trevi insieme a don Sem Fioretti; Salvatore, invece, nella zona pastorale di Montefalco insieme a don Vito Stramaccia. Per entrambi  i due nuovi sacerdoti, la vocazione è sbocciata in famiglia.

Vocazioni sbocciate in famiglia

 "Sono cresciuto -spiega Luca- in una famiglia cattolica; seppur non impegnati attivamente in parrocchia, i miei genitori hanno sempre partecipato alla Messa domenicale ed io sin da bambino ho fatto altrettanto. Mia nonna materna e mio nonno paterno sono stati per me esempio di una fede semplice ma molto profonda e radicata e mi hanno trasmesso la bellezza di questa fede in Cristo e nella sua Chiesa".

"La mia vocazione -dice invece Salvatore- è nata grazie all’esempio dei miei genitori e soprattutto della nonna paterna, Concetta. Lei per me è stata la testimone vivente del Risorto, colei che mi ha trasmesso la fede. La sua testimonianza e la sua profondissima fede sono state per me un faro che ha illuminato il cammino fatto fino ad oggi".

Hanno deciso di entrare in Seminario nella stessa esperienza per giovani

"L’arcivescovo -dice Luca- organizzava ogni anno un’uscita in montagna con i giovani. Nell’estate 2014 monsignor Boccardo fece una riflessione sul brano della chiamata degli apostoli e disse questa frase: posto che tutti i cristiani per definizione sono chiamati a seguire Cristo, quel è il modo specifico con cui lui ti chiede di andargli dietro?.

Questa frase innescò una lunga riflessione in me e fece emergere qualcosa che era sopito da tempo: il desiderio e la chiamata a seguire Cristo come ministro ordinato. Espressi questo sentimento al Vescovo e lui mi disse che lo riteneva qualcosa di fondato, che lui peraltro aveva già notato. Allora mi propose di iniziare un cammino di un anno esatto, accompagnato da lui e da un sacerdote che avrei scelto io. Così fu. Chiesi a don Mirco Boschi, allora collaboratore pastorale nelle parrocchie del trevano, di accompagnarmi. Fu un anno complesso, ma tanto il Vescovo quanto don Mirco mi si sono fatti vicino, con pazienza e rispetto, specie nei momenti più complessi e di ripensamento. Fu così che, sempre in Val di Susa, precisante in una baita a Sagnalonga di Cesana, nell’agosto 2015 decisi di intraprendere il cammino per diventare prete".

Gli fa eco Salvatore:

"Con alcuni giovani della Diocesi stavamo facendo un’esperienza in montagna, in Val di Susa, guidata dall’Arcivescovo che prevedeva anche un giorno di ritiro. Durante un colloquio mons. Boccardo mi chiese: Allora Salvatore sei pronto per entrare in seminario?. Io già da tempo avevo pensato a quest’idea, infatti stavo facendo un cammino di discernimento da alcuni anni. Quindi se lì per lì rimasi un po' spiazzato per tale domanda, non esitai nel dare la risposta. Dissi di sì. Erano circa le cinque del pomeriggio dell’11 agosto 2015 a Sagnalonga, a 2000 metri di altezza".

Nel sito dell’Archidiocesi di Spoleto-Norcia è stata pubblicata un’ampia intervista per conoscere meglio i due nuovi sacerdoti: https://www.spoletonorcia.it/11152-2/

]]>
nuovi sacerdoti diocesi spoleto-norcia

Giovedì 8 dicembre, solennità dell’Immacolata Concezione, alle ore 17, nella Basilica Cattedrale di Spoleto l’arcivescovo Renato Boccardo ordinerà due nuovi sacerdoti, i diaconi Salvatore Ficarra e Luca Gentili. Davvero un bel momento di grazia per la Chiesa di Spoleto-Norcia. La celebrazione dell'ordinazione presbiterale, verrà trasmessa in diretta nei canali social della Diocesi: pagina Facebook (SpoletoNorcia) e Canale You Tube (Archidiocesi Spoleto Norcia).

I due nuovi sacerdoti

Luca, 31 anni, è originario di Pigge di Trevi. Salvatore, 28 anni, è nato in Sicilia, trasferito a Spoleto all’età di 13 anni. Per Luca un prete di riferimento è stato don Luigi Galli, per Salvatore don Edoardo Rossi. Il primo ha come Santo protettore San Paolo, il secondo la Vergine Maria. Entrambi, dopo la formazione nel Pontificio Seminario Regionale Umbro Pio XI di Assisi e all’Istituto Teologico di Assisi, stanno completando gli studi a Roma: Luca in Diritto Canonico e Salvatore in Teologia Liturgica. Luca, che alla morte di monsignor Giampiero Ceccarelli è stato nominato Cancelliere arcivescovile, svolgerà il suo servizio a Cannaiola di Trevi insieme a don Sem Fioretti; Salvatore, invece, nella zona pastorale di Montefalco insieme a don Vito Stramaccia. Per entrambi  i due nuovi sacerdoti, la vocazione è sbocciata in famiglia.

Vocazioni sbocciate in famiglia

 "Sono cresciuto -spiega Luca- in una famiglia cattolica; seppur non impegnati attivamente in parrocchia, i miei genitori hanno sempre partecipato alla Messa domenicale ed io sin da bambino ho fatto altrettanto. Mia nonna materna e mio nonno paterno sono stati per me esempio di una fede semplice ma molto profonda e radicata e mi hanno trasmesso la bellezza di questa fede in Cristo e nella sua Chiesa".

"La mia vocazione -dice invece Salvatore- è nata grazie all’esempio dei miei genitori e soprattutto della nonna paterna, Concetta. Lei per me è stata la testimone vivente del Risorto, colei che mi ha trasmesso la fede. La sua testimonianza e la sua profondissima fede sono state per me un faro che ha illuminato il cammino fatto fino ad oggi".

Hanno deciso di entrare in Seminario nella stessa esperienza per giovani

"L’arcivescovo -dice Luca- organizzava ogni anno un’uscita in montagna con i giovani. Nell’estate 2014 monsignor Boccardo fece una riflessione sul brano della chiamata degli apostoli e disse questa frase: posto che tutti i cristiani per definizione sono chiamati a seguire Cristo, quel è il modo specifico con cui lui ti chiede di andargli dietro?.

Questa frase innescò una lunga riflessione in me e fece emergere qualcosa che era sopito da tempo: il desiderio e la chiamata a seguire Cristo come ministro ordinato. Espressi questo sentimento al Vescovo e lui mi disse che lo riteneva qualcosa di fondato, che lui peraltro aveva già notato. Allora mi propose di iniziare un cammino di un anno esatto, accompagnato da lui e da un sacerdote che avrei scelto io. Così fu. Chiesi a don Mirco Boschi, allora collaboratore pastorale nelle parrocchie del trevano, di accompagnarmi. Fu un anno complesso, ma tanto il Vescovo quanto don Mirco mi si sono fatti vicino, con pazienza e rispetto, specie nei momenti più complessi e di ripensamento. Fu così che, sempre in Val di Susa, precisante in una baita a Sagnalonga di Cesana, nell’agosto 2015 decisi di intraprendere il cammino per diventare prete".

Gli fa eco Salvatore:

"Con alcuni giovani della Diocesi stavamo facendo un’esperienza in montagna, in Val di Susa, guidata dall’Arcivescovo che prevedeva anche un giorno di ritiro. Durante un colloquio mons. Boccardo mi chiese: Allora Salvatore sei pronto per entrare in seminario?. Io già da tempo avevo pensato a quest’idea, infatti stavo facendo un cammino di discernimento da alcuni anni. Quindi se lì per lì rimasi un po' spiazzato per tale domanda, non esitai nel dare la risposta. Dissi di sì. Erano circa le cinque del pomeriggio dell’11 agosto 2015 a Sagnalonga, a 2000 metri di altezza".

Nel sito dell’Archidiocesi di Spoleto-Norcia è stata pubblicata un’ampia intervista per conoscere meglio i due nuovi sacerdoti: https://www.spoletonorcia.it/11152-2/

]]>
Emmanuel-John Boluwatife Olajide ordinato sacerdote dal cardinale Gualtiero Bassetti https://www.lavoce.it/emmanuel-john-boluwatife-olajide-ordinato-sacerdote-dal-cardinale-gualtiero-bassetti/ Thu, 09 Dec 2021 13:01:02 +0000 https://www.lavoce.it/?p=63980 Emmanuel-John Boluwatife Olajide

Emmanuel-John Boluwatife Olajide, è stato ordinato sacerdote dal cardinale Gualtiero Bassetti nella Cattedrale di San Lorenzo a Perugia nel pomeriggio di mercoledì 8 dicembre, Solennità dell'Immacolata Concezione. "Carissimo Emmanuel il tempo è compiuto anche per te: tra pochi istanti sarai ordinato presbitero. I cinque presbiteri, ordinati il 29 giugno di quest’anno, qui presenti: Daniele, Michael, Samy, Simone e Vittorio, con gioia e trepidazione attendono il tuo eccomi". Così il cardinale arcivescovo, ha esordito nell’omelia pronunciata alla celebrazione eucaristica dell’ordinazione sacerdotale del giovane seminarista, originario della Nigeria, avvenuta in una gremita cattedrale, nel rispetto delle norme di contenimento del contagio da Covid-19. Concelebranti, sono stati il vescovo ausiliare monsignor Marco Salvi, il rettore del Pontificio Seminario Umbro Pio XI di Assisi don Andrea Andreozzi e diversi sacerdoti. Presenti i compagni di seminario e numerosi fedeli provenienti anche dalla Nigeria e dalle parrocchie di Magione, Case Bruciate, Elce, Sant’Agostino e Madonna Alta di Perugia e di Marsciano dove Emmanuel-John Boluwatife Olajide, ha prestato servizio durante la formazione. In quest’ultima, come ha annunciato il cardinale, don Emmanuel presterà il suo ministero sacerdotale e sarà la sua scuola. Il presule, ha rivolto anche parole di gratitudine alla famiglia del neo sacerdote e alle comunità parrocchiali che lo hanno accolto e aiutato nel periodo del suo discernimento vocazionale.

Sei ordinazioni nel 2021

"Una solennità di Maria Immacolata che porta una sorpresa -ha detto il cardinale Bassetti, all’inizio della celebrazione di ordinazione al presbiterato, la più giovane del suo episcopato (don Emmanuel -John Boluwatife Olajide compirà 24 anni il prossimo 31 dicembre)-  che con l’aiuto di Dio, completa un evento per la nostra Chiesa diocesana, quello di vedere ordinati in un anno sei sacerdoti. Le vocazioni sono un grande dono del Signore e sono destinate per genesi al popolo di Dio dove nascono. Il Signore, con queste sei ordinazioni, ci ha dato un segno di misericordia che dobbiamo cogliere e ringraziare".

La scelta di Dio

Il presule, rivolgendosi nell’omelia all’ordinando, ha detto "Come vedi ti ho scelto per il Presbiterato nel giorno festoso in cui la Chiesa celebra la scelta di Dio su Maria. Certo, questa scelta di Dio, che si concretizza nell’Immacolata Concezione, viene da lontano, da prima della creazione. Ma anche la mia scelta su di te viene da lontano: dalla scelta di Dio che è anche per te prima della creazione del mondo. È davvero emozionante soffermarsi a riflettere che molto prima di essere nelle mani di Dio, come lo siamo in questo tempo presente, tutti, fin da sempre, siamo stati nel suo pensiero e nel suo cuore: già eravamo con Lui quando creò il mondo".

Maria, madre dei sacerdoti

"Guardando oggi Maria Immacolata siamo invitati a contemplare in te, Emmanuel, le meraviglie dell’amore di Dio. L’ordinazione sacerdotale nella solennità dell’Immacolata, fatto straordinario per la nostra Diocesi, ci porta naturalmente a considerare il rapporto che c’è tra la Madonna e il sacerdote. Non si tratta di un rapporto occasionale dovuto alla coincidenza. È un rapporto che sta dentro la verità delle cose, perché è scelta amorosa di Dio. Infatti Maria, per volontà di Dio, come generosa socia del divin Redentore, come dice la Lumen gentium, fu associata e ha accompagnato tutta l’opera salvifica di Gesù, dal momento del concepimento verginale di Cristo fino alla sua morte. Riguardo a tutta la vita del Figlio, essa è sempre stata, in un modo in un altro, vicino a Lui. Gesù l’ha detto con chiarezza nel testamento della Croce quando ha affidato Giovanni a Maria e Maria a Giovanni, un intreccio anche nella vita di noi sacerdoti e la Madonna. Il discepolo che accoglie le parole: ‘ecco tua madre’ è lo stesso discepolo che il giorno prima, nel Cenacolo, ha accolto le parole dalle labbra di Gesù: fate questo in memoria di me. Proprio meditando questo rapporto, Papa Giovanni Paolo II esclamava: Maria è in modo particolare la nostra madre, la madre dei sacerdoti".

Imitare Maria

"Carissimo Emmanuel, da questo momento accogli anche tu Maria nella tua esistenza, dandole quel posto che merita la madre di Cristo, la nostra madre, Colei che figura ed è modello della Chiesa nell’ordine della fede, della carità e della perfetta unione con Cristo. Accoglila come la prima evangelizzata e la prima evangelizzatrice. Non è lei che ha ricevuto per prima ed in modo pieno l’annuncio della salvezza? Se tu sei chiamato a portare a tutti la buona novella, riascoltando ogni giorno l’invito del maestro a portare il lieto annuncio ai giovani, ai poveri… Tu per primo dovrai spalancare il cuore alla parola di Dio accogliendo nella tua vita il mistero dell’incarnazione, che per il ministero dei presbiteri si realizza sull’altare. Con questa rassomiglianza profonda del presbitero con Maria io ti dico: fai come Lei, imitala nel fare la volontà di Dio e abbandonandoti alla Parola del Signore".

Non abbandonare nessuno

Il cardinale Bassetti, avviandosi alla conclusione e rivolgendosi ancora una volta a don Emmanuel-John Boluwatife Olajide, ha detto "Difronte a quello che Dio dice, difronte a quello che Dio dona, ripeti anche tu spesso ‘l’eccomi’ di Maria, facendolo crescere di giorno in giorno nella tua vita. Come Maria raggiunse in fretta la montagna di Giuda, anche tu, ricco della Parola e ricolmo dello spirito di Cristo, va senza indugio dove abitano gli uomini e le donne tuoi fratelli. Essi attendono i gesti della tua carità, forse senza saperlo, attendono di ricevere da te Colui che è la luce, il calore, la speranza, il senso, il compimento della vita umana. Corri sempre Emmanuel dai fratelli, portando con te la presenza di Cristo, anzi corri portato da Lui, che, attraverso di te, ancora continua ad avere compassione della folla, a sfamare le moltitudini, a guarire i malati, a perdonare i peccati; quindi a non lasciare nessuna sorella e nessun fratello soli sul loro cammino. Non abbandonare mai nessuno! Attraverso il ministero dei presbiteri Gesù continua ad essere compagnia dell’uomo pellegrino".

La Chiesa sinodale

Infine, rivolgendosi a tutti i presbiteri, il cardinale ha esortato ad essere come l’apostolo Giovanni: accogliete Maria nella vostra vita, prendetela con voi e vi sia di grande conforto la certezza che, prima ancora è Maria che vi prende con sé. "Caro Emmanuel, guarda la Chiesa nei suoi primi giorni come è descritta dagli Atti degli Apostoli: ‘Erano tutti assidui e concordi nella preghiera insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù’. Che spaccato stupendo della Chiesa sinodale che ha concepito papa Francesco. E’ così che dobbiamo camminare anche noi. Abbiamo dinanzi Maria ancora al centro della Chiesa, perché al centro della Chiesa possa esserci Gesù. Maria, che oggi cantiamo Immacolata, sia il centro della tua vita e di tutto il popolo di Dio e aiuti tutti noi presbiteri e particolarmente te ad essere in tutto e per tutti sacramento credibile della presenza di Cristo Salvatore".

Tra gli ordinati uno nero

Al termine della celebrazione, come è la consuetudine, ha preso la parola il neo sacerdote don Emmanuel-John Boluwatife Olajide. Tra i diversi ringraziamenti rivolti, uno in particolare, come lui stesso l’ha definito, allo scomparso seminarista Giampiero Morettini, oggi venerabile servo di Dio, che ci insegna che il cammino verso la santità è possibile. Rivolgendosi al cardinale Bassetti don Emmanuel ha detto "Grazie eminenza per aver creduto nella mia vocazione, anche nei momenti di dubbi si è reso strumento di Dio nella mia vita e mi ha introdotto in maniera particolare alla comunità diocesana, che oggi diventa la mia famiglia, e per mezzo delle sue mani entro a far parte della famiglia presbiterale perugino-pievese. La sua paternità dimostrata è stata ed è segno visibile della paternità di Dio verso di me. Certo, abbiamo dovuto insieme vivere le doglie del parto di questa vocazione e su trenta presbiteri della nostra Chiesa da lei ordinati è per lei motivo di vanto ci doveva scappare uno nero per forza. In questo tempo di attesa, certamente non facile, ho imparato la prima lezione, forse la più importante sull’obbedienza, che perfino il principe della Chiesa deve l’obbedienza alla Chiesa. Vivere questo tempo di grazia, di attesa -ha concluso don Emmanuel-John Boluwatife Olajide- non mi sono sentito solo perché tutto il popolo di Dio in Perugia-Città della Pieve attendeva insieme a me la realizzazione di questo giorno a cui va tutta la mia gratitudine".]]>
Emmanuel-John Boluwatife Olajide

Emmanuel-John Boluwatife Olajide, è stato ordinato sacerdote dal cardinale Gualtiero Bassetti nella Cattedrale di San Lorenzo a Perugia nel pomeriggio di mercoledì 8 dicembre, Solennità dell'Immacolata Concezione. "Carissimo Emmanuel il tempo è compiuto anche per te: tra pochi istanti sarai ordinato presbitero. I cinque presbiteri, ordinati il 29 giugno di quest’anno, qui presenti: Daniele, Michael, Samy, Simone e Vittorio, con gioia e trepidazione attendono il tuo eccomi". Così il cardinale arcivescovo, ha esordito nell’omelia pronunciata alla celebrazione eucaristica dell’ordinazione sacerdotale del giovane seminarista, originario della Nigeria, avvenuta in una gremita cattedrale, nel rispetto delle norme di contenimento del contagio da Covid-19. Concelebranti, sono stati il vescovo ausiliare monsignor Marco Salvi, il rettore del Pontificio Seminario Umbro Pio XI di Assisi don Andrea Andreozzi e diversi sacerdoti. Presenti i compagni di seminario e numerosi fedeli provenienti anche dalla Nigeria e dalle parrocchie di Magione, Case Bruciate, Elce, Sant’Agostino e Madonna Alta di Perugia e di Marsciano dove Emmanuel-John Boluwatife Olajide, ha prestato servizio durante la formazione. In quest’ultima, come ha annunciato il cardinale, don Emmanuel presterà il suo ministero sacerdotale e sarà la sua scuola. Il presule, ha rivolto anche parole di gratitudine alla famiglia del neo sacerdote e alle comunità parrocchiali che lo hanno accolto e aiutato nel periodo del suo discernimento vocazionale.

Sei ordinazioni nel 2021

"Una solennità di Maria Immacolata che porta una sorpresa -ha detto il cardinale Bassetti, all’inizio della celebrazione di ordinazione al presbiterato, la più giovane del suo episcopato (don Emmanuel -John Boluwatife Olajide compirà 24 anni il prossimo 31 dicembre)-  che con l’aiuto di Dio, completa un evento per la nostra Chiesa diocesana, quello di vedere ordinati in un anno sei sacerdoti. Le vocazioni sono un grande dono del Signore e sono destinate per genesi al popolo di Dio dove nascono. Il Signore, con queste sei ordinazioni, ci ha dato un segno di misericordia che dobbiamo cogliere e ringraziare".

La scelta di Dio

Il presule, rivolgendosi nell’omelia all’ordinando, ha detto "Come vedi ti ho scelto per il Presbiterato nel giorno festoso in cui la Chiesa celebra la scelta di Dio su Maria. Certo, questa scelta di Dio, che si concretizza nell’Immacolata Concezione, viene da lontano, da prima della creazione. Ma anche la mia scelta su di te viene da lontano: dalla scelta di Dio che è anche per te prima della creazione del mondo. È davvero emozionante soffermarsi a riflettere che molto prima di essere nelle mani di Dio, come lo siamo in questo tempo presente, tutti, fin da sempre, siamo stati nel suo pensiero e nel suo cuore: già eravamo con Lui quando creò il mondo".

Maria, madre dei sacerdoti

"Guardando oggi Maria Immacolata siamo invitati a contemplare in te, Emmanuel, le meraviglie dell’amore di Dio. L’ordinazione sacerdotale nella solennità dell’Immacolata, fatto straordinario per la nostra Diocesi, ci porta naturalmente a considerare il rapporto che c’è tra la Madonna e il sacerdote. Non si tratta di un rapporto occasionale dovuto alla coincidenza. È un rapporto che sta dentro la verità delle cose, perché è scelta amorosa di Dio. Infatti Maria, per volontà di Dio, come generosa socia del divin Redentore, come dice la Lumen gentium, fu associata e ha accompagnato tutta l’opera salvifica di Gesù, dal momento del concepimento verginale di Cristo fino alla sua morte. Riguardo a tutta la vita del Figlio, essa è sempre stata, in un modo in un altro, vicino a Lui. Gesù l’ha detto con chiarezza nel testamento della Croce quando ha affidato Giovanni a Maria e Maria a Giovanni, un intreccio anche nella vita di noi sacerdoti e la Madonna. Il discepolo che accoglie le parole: ‘ecco tua madre’ è lo stesso discepolo che il giorno prima, nel Cenacolo, ha accolto le parole dalle labbra di Gesù: fate questo in memoria di me. Proprio meditando questo rapporto, Papa Giovanni Paolo II esclamava: Maria è in modo particolare la nostra madre, la madre dei sacerdoti".

Imitare Maria

"Carissimo Emmanuel, da questo momento accogli anche tu Maria nella tua esistenza, dandole quel posto che merita la madre di Cristo, la nostra madre, Colei che figura ed è modello della Chiesa nell’ordine della fede, della carità e della perfetta unione con Cristo. Accoglila come la prima evangelizzata e la prima evangelizzatrice. Non è lei che ha ricevuto per prima ed in modo pieno l’annuncio della salvezza? Se tu sei chiamato a portare a tutti la buona novella, riascoltando ogni giorno l’invito del maestro a portare il lieto annuncio ai giovani, ai poveri… Tu per primo dovrai spalancare il cuore alla parola di Dio accogliendo nella tua vita il mistero dell’incarnazione, che per il ministero dei presbiteri si realizza sull’altare. Con questa rassomiglianza profonda del presbitero con Maria io ti dico: fai come Lei, imitala nel fare la volontà di Dio e abbandonandoti alla Parola del Signore".

Non abbandonare nessuno

Il cardinale Bassetti, avviandosi alla conclusione e rivolgendosi ancora una volta a don Emmanuel-John Boluwatife Olajide, ha detto "Difronte a quello che Dio dice, difronte a quello che Dio dona, ripeti anche tu spesso ‘l’eccomi’ di Maria, facendolo crescere di giorno in giorno nella tua vita. Come Maria raggiunse in fretta la montagna di Giuda, anche tu, ricco della Parola e ricolmo dello spirito di Cristo, va senza indugio dove abitano gli uomini e le donne tuoi fratelli. Essi attendono i gesti della tua carità, forse senza saperlo, attendono di ricevere da te Colui che è la luce, il calore, la speranza, il senso, il compimento della vita umana. Corri sempre Emmanuel dai fratelli, portando con te la presenza di Cristo, anzi corri portato da Lui, che, attraverso di te, ancora continua ad avere compassione della folla, a sfamare le moltitudini, a guarire i malati, a perdonare i peccati; quindi a non lasciare nessuna sorella e nessun fratello soli sul loro cammino. Non abbandonare mai nessuno! Attraverso il ministero dei presbiteri Gesù continua ad essere compagnia dell’uomo pellegrino".

La Chiesa sinodale

Infine, rivolgendosi a tutti i presbiteri, il cardinale ha esortato ad essere come l’apostolo Giovanni: accogliete Maria nella vostra vita, prendetela con voi e vi sia di grande conforto la certezza che, prima ancora è Maria che vi prende con sé. "Caro Emmanuel, guarda la Chiesa nei suoi primi giorni come è descritta dagli Atti degli Apostoli: ‘Erano tutti assidui e concordi nella preghiera insieme con alcune donne e con Maria, la madre di Gesù’. Che spaccato stupendo della Chiesa sinodale che ha concepito papa Francesco. E’ così che dobbiamo camminare anche noi. Abbiamo dinanzi Maria ancora al centro della Chiesa, perché al centro della Chiesa possa esserci Gesù. Maria, che oggi cantiamo Immacolata, sia il centro della tua vita e di tutto il popolo di Dio e aiuti tutti noi presbiteri e particolarmente te ad essere in tutto e per tutti sacramento credibile della presenza di Cristo Salvatore".

Tra gli ordinati uno nero

Al termine della celebrazione, come è la consuetudine, ha preso la parola il neo sacerdote don Emmanuel-John Boluwatife Olajide. Tra i diversi ringraziamenti rivolti, uno in particolare, come lui stesso l’ha definito, allo scomparso seminarista Giampiero Morettini, oggi venerabile servo di Dio, che ci insegna che il cammino verso la santità è possibile. Rivolgendosi al cardinale Bassetti don Emmanuel ha detto "Grazie eminenza per aver creduto nella mia vocazione, anche nei momenti di dubbi si è reso strumento di Dio nella mia vita e mi ha introdotto in maniera particolare alla comunità diocesana, che oggi diventa la mia famiglia, e per mezzo delle sue mani entro a far parte della famiglia presbiterale perugino-pievese. La sua paternità dimostrata è stata ed è segno visibile della paternità di Dio verso di me. Certo, abbiamo dovuto insieme vivere le doglie del parto di questa vocazione e su trenta presbiteri della nostra Chiesa da lei ordinati è per lei motivo di vanto ci doveva scappare uno nero per forza. In questo tempo di attesa, certamente non facile, ho imparato la prima lezione, forse la più importante sull’obbedienza, che perfino il principe della Chiesa deve l’obbedienza alla Chiesa. Vivere questo tempo di grazia, di attesa -ha concluso don Emmanuel-John Boluwatife Olajide- non mi sono sentito solo perché tutto il popolo di Dio in Perugia-Città della Pieve attendeva insieme a me la realizzazione di questo giorno a cui va tutta la mia gratitudine".]]>
Ordinazione sacerdotale in Cattedrale a Perugia nella Solennità dell’Immacolata https://www.lavoce.it/ordinazione-sacerdotale-in-cattedrale-a-perugia-nella-solennita-dellimmacolata/ Tue, 07 Dec 2021 14:15:42 +0000 https://www.lavoce.it/?p=63915 ordinazione sacerdotale

Ordinazione sacerdotale nella Cattedrale di San Lorenzo a Perugia nel pomeriggio della Solennità dell’Immacolata Concezione. Per l’imposizione delle mani e la preghiera di consacrazione del cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, il seminarista Emmanuel John Olajide Boluwatife sarà ordinato sacerdote mercoledì 8 dicembre (ore 17). La comunità diocesana perugino-pievese, si appresta ad accogliere con gioia questo nuovo giovane presbitero, il sesto ordinato dal cardinale Bassetti nel 2021. "L’arrivo di un nuovo sacerdote è un evento di festa e di arricchimento spirituale, pastorale e sociale per una Diocesi e per la comunità locale dove andrà a svolgere il suo ministero". Ad evidenziarlo è il vice rettore del Pontificio Seminario Regionale Umbro Pio XI di Assisi, il perugino don Francesco Verzini, nel tracciare una breve nota biografica del neo sacerdote.

"Emmanuel John Olajide Boluwatife, della parrocchia di San Giovanni Battista in Magione, ha 23 anni -sottolinea il vice rettore- nato in Nigeria dove ha frequentato il Seminario Minore ed ha poi raggiunto la sua famiglia in Italia, proseguendo gli studi teologici presso il Pontificio Seminario Pio XI di Assisi. È stato ordinato diacono dal cardinale Bassetti, nella basilica di San Domenico di Perugia, il 12 settembre 2020, festa diocesana della Madonna della Grazia, con don Samy Cristiano Abu Eideh, don Vittorio Bigini, don Daniele Malatacca, don Strappaghetti e don Michael Tiritiello. Mentre gli altri cinque diaconi sono stati ordinati presbiteri il 29 giugno scorso, don Emmanuel verrà ordinato il prossimo 8 dicembre perché ancora non aveva raggiunto l'età canonica per assumere tale ministero. Accogliamo questo nostro fratello nel Presbiterio diocesano esprimendo immensa gratitudine al Signore per avercelo donato, augurando a don Emmanuel di vivere in pienezza e in comunione il suo ministero al servizio della Chiesa e del popolo di Dio".

L’ordinazione sacerdotale, tenendo conto delle vigenti disposizioni in materia di contenimento del contagio da Covid-19, sarà possibile seguirla anche in diretta streaming: https://youtu.be/6hms36cFDKg, scaricabile dal link: http://diocesi.perugia.it/wp-content/uploads/2021/12/Indicazioni-ORDINAZIONE-PRESBITERALE-don-Emmanuel-Jhon.pdf

]]>
ordinazione sacerdotale

Ordinazione sacerdotale nella Cattedrale di San Lorenzo a Perugia nel pomeriggio della Solennità dell’Immacolata Concezione. Per l’imposizione delle mani e la preghiera di consacrazione del cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, il seminarista Emmanuel John Olajide Boluwatife sarà ordinato sacerdote mercoledì 8 dicembre (ore 17). La comunità diocesana perugino-pievese, si appresta ad accogliere con gioia questo nuovo giovane presbitero, il sesto ordinato dal cardinale Bassetti nel 2021. "L’arrivo di un nuovo sacerdote è un evento di festa e di arricchimento spirituale, pastorale e sociale per una Diocesi e per la comunità locale dove andrà a svolgere il suo ministero". Ad evidenziarlo è il vice rettore del Pontificio Seminario Regionale Umbro Pio XI di Assisi, il perugino don Francesco Verzini, nel tracciare una breve nota biografica del neo sacerdote.

"Emmanuel John Olajide Boluwatife, della parrocchia di San Giovanni Battista in Magione, ha 23 anni -sottolinea il vice rettore- nato in Nigeria dove ha frequentato il Seminario Minore ed ha poi raggiunto la sua famiglia in Italia, proseguendo gli studi teologici presso il Pontificio Seminario Pio XI di Assisi. È stato ordinato diacono dal cardinale Bassetti, nella basilica di San Domenico di Perugia, il 12 settembre 2020, festa diocesana della Madonna della Grazia, con don Samy Cristiano Abu Eideh, don Vittorio Bigini, don Daniele Malatacca, don Strappaghetti e don Michael Tiritiello. Mentre gli altri cinque diaconi sono stati ordinati presbiteri il 29 giugno scorso, don Emmanuel verrà ordinato il prossimo 8 dicembre perché ancora non aveva raggiunto l'età canonica per assumere tale ministero. Accogliamo questo nostro fratello nel Presbiterio diocesano esprimendo immensa gratitudine al Signore per avercelo donato, augurando a don Emmanuel di vivere in pienezza e in comunione il suo ministero al servizio della Chiesa e del popolo di Dio".

L’ordinazione sacerdotale, tenendo conto delle vigenti disposizioni in materia di contenimento del contagio da Covid-19, sarà possibile seguirla anche in diretta streaming: https://youtu.be/6hms36cFDKg, scaricabile dal link: http://diocesi.perugia.it/wp-content/uploads/2021/12/Indicazioni-ORDINAZIONE-PRESBITERALE-don-Emmanuel-Jhon.pdf

]]>
Ordinazione sacerdotale per Daniele Martelli e Giuseppe Zen nella cattedrale di Santa Maria Assunta https://www.lavoce.it/ordinazione-sacerdotale-per-daniele-martelli-e-giuseppe-zen-nella-cattedrale-di-santa-maria-assunta/ Wed, 29 Sep 2021 14:43:35 +0000 https://www.lavoce.it/?p=62475 Ordinazione sacerdotale

La Chiesa diocesana di Terni-Narni-Amelia, in festa per l’ordinazione sacerdotale di due giovani diaconi, Daniele Martelli e Giuseppe Zen, che saranno consacrati sabato 2 ottobre alle ore 17 nella cattedrale di Santa Maria Assunta di Terni, per imposizione delle mani e la preghiera consacratoria del vescovo Giuseppe Piemontese. A quasi due anni dall’ultima ordinazione diaconale, con le limitazioni dettate dalla pandemia di Covid 19 che ha condizionato il normale svolgimento della vita religiosa, l’ingresso di due nuovi sacerdoti nel presbiterio diocesano è salutato da tutta la comunità diocesana come un importante segno di ritorno alla vita normale, e soprattutto di speranza e d’impegno costante per una più intensa pastorale diocesana, specie in ambito vocazionale. La solenne liturgia dell'ordinazione sacerdotale, sarà concelebrata dal vicario generale della diocesi monsignor Salvatore Ferdinandi, dal rettore del Pontificio Seminario Regionale Pio XI di Assisi dove Daniele e Giuseppe hanno svolto i loro studi teologici, dal priore della cattedrale di Terni monsignor Carlo Romani, dei sacerdoti della diocesi e della regione. Saranno presenti i seminaristi e diaconi compagni di Daniele e Giuseppe negli anni della formazione, fedeli delle parrocchie dove attualmente i due diaconi svolgono il loro servizio: Santa Maria Assunta nella Cattedrale di Terni e di San Giovanni Bosco in Campomaggiore. A causa delle disposizioni per il contenimento della pandemia Covid 19, alla celebrazione all’interno della cattedrale potranno partecipare duecentocinquanta persone, solo su invito, mentre altre duecento persone potranno seguire la cerimonia nella piazza Duomo, dove saranno allestiti un maxi schermo e posti a sedere distanziati secondo le disposizioni vigenti. Chi vorrà partecipare all’ordinazione sacerdotale, potrà farlo restando al di fuori dell’area transennata, senza creare assembramenti, o seguire la diretta sul canale Youtube e Facebook della Diocesi di Terni-Narni-Amelia. Don Daniele e don Giuseppe sono due giovani ternani la cui scelta di diventare sacerdoti è accomunata dalla frequentazione di comunità parrocchiali vive e impegnate nell’evangelizzazione, nella missione e carità. Daniele Martelli è nato a Terni nel 1990 ed è cresciuto nella parrocchia di San Giovanni Battista dove ha partecipato attivamente alla vita della comunità. In particolar modo è stato responsabile della catechesi dei bambini e delle attività giovanili. In questa parrocchia, in anni molto vivi e ricchi di fervore nell’azione evangelizzatrice, Daniele fa la sua scelta vocazionale, dopo aver lavorato in ambito educativo e di animazione, quello turistico, quello culturale, come libraio e bibliotecario. Nel 2012 inizia la sua formazione ad Assisi presso il Pontificio Seminario Regionale Umbro Pio XI. Nel 2015 viene ammesso agli ordini sacri per poi ricevere il ministero del lettorato nel 2016 e dell’accolitato nel 2017. In questi anni ha svolto servizio a Terni nella parrocchia di San Giovanni Battista e a Narni scalo nella parrocchia di Sant’ Antonio. È attualmente in servizio nella Cattedrale di Terni e all’Ufficio Diocesano di Pastorale Giovanile. Il suo impegno è stato in particolar modo nel mondo degli oratori, di cui è anche formatore di educatori e animatori per conto di ANSPI. Carico di passione per l’educazione dei giovani, e affascinato dall’esempio di don Bosco, nel 2018 diventa Salesiano Cooperatore. Dal 2020 è insegnante di religione nella scuola primaria statale e all’Istituto Leonino. Giuseppe Zen è nato a Terni nel 1979, dove ha vissuto dapprima nel quartiere periferico di Cospea e successivamente nel centro città. Fin da piccolo, insieme a tutta la sua numerosa famiglia, ha frequentato la comunità parrocchiale di Santa Maria Assunta e San Vito a San Vito di Narni, sotto la guida spirituale di don Giuseppe De Santis. In questa parrocchia, dove è stato battezzato, ha frequentato il catechismo e ha ricevuto i sacramenti della Prima Comunione e della Cresima, ha svolto per tutti gli anni della sua giovinezza il ministrante. Dopo il diploma di maturità classica, ha conseguito la laurea in Scienze Forestali e Ambientali presso l’Università di Viterbo. Ha svolto lavori saltuari, tra cui alcune esperienze nell’educazione ambientale e nel mondo della scuola. Poco dopo la laurea ha maturato il desiderio di entrare nel seminario regionale di Assisi, dove ha iniziato il suo percorso nel 2013. È stato ammesso agli ordini sacri il 31 gennaio 2017 nella chiesa di San Giovanni Bosco, ha ricevuto il ministero del Lettorato il 29 ottobre dello stesso anno nella Cattedrale di Terni e il ministero dell’Accolitato il 7 ottobre 2019 nella chiesa di San Giovanni Bosco, al termine della visita pastorale del Vescovo in questa parrocchia. Attualmente sta frequentando il sesto anno nel Seminario Regionale di Assisi, che prevede incontri formativi e attività caritative in ospedale e in carcere. Dal 2021 ha iniziato attività di docenza di religione all’Istituto Leonino.]]>
Ordinazione sacerdotale

La Chiesa diocesana di Terni-Narni-Amelia, in festa per l’ordinazione sacerdotale di due giovani diaconi, Daniele Martelli e Giuseppe Zen, che saranno consacrati sabato 2 ottobre alle ore 17 nella cattedrale di Santa Maria Assunta di Terni, per imposizione delle mani e la preghiera consacratoria del vescovo Giuseppe Piemontese. A quasi due anni dall’ultima ordinazione diaconale, con le limitazioni dettate dalla pandemia di Covid 19 che ha condizionato il normale svolgimento della vita religiosa, l’ingresso di due nuovi sacerdoti nel presbiterio diocesano è salutato da tutta la comunità diocesana come un importante segno di ritorno alla vita normale, e soprattutto di speranza e d’impegno costante per una più intensa pastorale diocesana, specie in ambito vocazionale. La solenne liturgia dell'ordinazione sacerdotale, sarà concelebrata dal vicario generale della diocesi monsignor Salvatore Ferdinandi, dal rettore del Pontificio Seminario Regionale Pio XI di Assisi dove Daniele e Giuseppe hanno svolto i loro studi teologici, dal priore della cattedrale di Terni monsignor Carlo Romani, dei sacerdoti della diocesi e della regione. Saranno presenti i seminaristi e diaconi compagni di Daniele e Giuseppe negli anni della formazione, fedeli delle parrocchie dove attualmente i due diaconi svolgono il loro servizio: Santa Maria Assunta nella Cattedrale di Terni e di San Giovanni Bosco in Campomaggiore. A causa delle disposizioni per il contenimento della pandemia Covid 19, alla celebrazione all’interno della cattedrale potranno partecipare duecentocinquanta persone, solo su invito, mentre altre duecento persone potranno seguire la cerimonia nella piazza Duomo, dove saranno allestiti un maxi schermo e posti a sedere distanziati secondo le disposizioni vigenti. Chi vorrà partecipare all’ordinazione sacerdotale, potrà farlo restando al di fuori dell’area transennata, senza creare assembramenti, o seguire la diretta sul canale Youtube e Facebook della Diocesi di Terni-Narni-Amelia. Don Daniele e don Giuseppe sono due giovani ternani la cui scelta di diventare sacerdoti è accomunata dalla frequentazione di comunità parrocchiali vive e impegnate nell’evangelizzazione, nella missione e carità. Daniele Martelli è nato a Terni nel 1990 ed è cresciuto nella parrocchia di San Giovanni Battista dove ha partecipato attivamente alla vita della comunità. In particolar modo è stato responsabile della catechesi dei bambini e delle attività giovanili. In questa parrocchia, in anni molto vivi e ricchi di fervore nell’azione evangelizzatrice, Daniele fa la sua scelta vocazionale, dopo aver lavorato in ambito educativo e di animazione, quello turistico, quello culturale, come libraio e bibliotecario. Nel 2012 inizia la sua formazione ad Assisi presso il Pontificio Seminario Regionale Umbro Pio XI. Nel 2015 viene ammesso agli ordini sacri per poi ricevere il ministero del lettorato nel 2016 e dell’accolitato nel 2017. In questi anni ha svolto servizio a Terni nella parrocchia di San Giovanni Battista e a Narni scalo nella parrocchia di Sant’ Antonio. È attualmente in servizio nella Cattedrale di Terni e all’Ufficio Diocesano di Pastorale Giovanile. Il suo impegno è stato in particolar modo nel mondo degli oratori, di cui è anche formatore di educatori e animatori per conto di ANSPI. Carico di passione per l’educazione dei giovani, e affascinato dall’esempio di don Bosco, nel 2018 diventa Salesiano Cooperatore. Dal 2020 è insegnante di religione nella scuola primaria statale e all’Istituto Leonino. Giuseppe Zen è nato a Terni nel 1979, dove ha vissuto dapprima nel quartiere periferico di Cospea e successivamente nel centro città. Fin da piccolo, insieme a tutta la sua numerosa famiglia, ha frequentato la comunità parrocchiale di Santa Maria Assunta e San Vito a San Vito di Narni, sotto la guida spirituale di don Giuseppe De Santis. In questa parrocchia, dove è stato battezzato, ha frequentato il catechismo e ha ricevuto i sacramenti della Prima Comunione e della Cresima, ha svolto per tutti gli anni della sua giovinezza il ministrante. Dopo il diploma di maturità classica, ha conseguito la laurea in Scienze Forestali e Ambientali presso l’Università di Viterbo. Ha svolto lavori saltuari, tra cui alcune esperienze nell’educazione ambientale e nel mondo della scuola. Poco dopo la laurea ha maturato il desiderio di entrare nel seminario regionale di Assisi, dove ha iniziato il suo percorso nel 2013. È stato ammesso agli ordini sacri il 31 gennaio 2017 nella chiesa di San Giovanni Bosco, ha ricevuto il ministero del Lettorato il 29 ottobre dello stesso anno nella Cattedrale di Terni e il ministero dell’Accolitato il 7 ottobre 2019 nella chiesa di San Giovanni Bosco, al termine della visita pastorale del Vescovo in questa parrocchia. Attualmente sta frequentando il sesto anno nel Seminario Regionale di Assisi, che prevede incontri formativi e attività caritative in ospedale e in carcere. Dal 2021 ha iniziato attività di docenza di religione all’Istituto Leonino.]]>
Ordinati dal cardinale Bassetti cinque nuovi presbiteri diocesani https://www.lavoce.it/ordinati-dal-cardinale-bassetti-cinque-nuovi-presbiteri-diocesani/ Tue, 29 Jun 2021 18:47:51 +0000 https://www.lavoce.it/?p=61206 ordinazione presbiteri

"Cosa si aspettano, il Signore e la nostra amata Chiesa perugino-pievese, da voi? E voi, per chi e cosa siete disposti oggi a consegnare, attraverso la mia povera persona, la vostra vita a Cristo?".

Sono le domande che il cardinale Gualtiero Bassetti ha rivolto ai cinque nuovi presbiteri della Diocesi di Perugia - Città della Pieve (Samy Cristiano Abu Eideh, Vittorio Bigini, Daniele Malatacca, Simone Strappaghetti e Michael Tiritiello), nell’omelia della celebrazione eucaristica della loro ordinazione tenutasi all’aperto, in piazza IV Novembre di Perugia, davanti alla Cattedrale di San Lorenzo, il 29 giugno, giorno in cui la Chiesa ricorda la memoria liturgica dei Santi Pietro e Paolo.

Il video della celebrazione trasmesso in diretta sul nostro canale YouTube https://youtu.be/k4f2xbd0_D4?t=437

"Una risposta chiara e coerente a Cristo -ha proseguito il cardinale- dipende soltanto dall’esperienza che avete fatto di lui, dal vostro amore per Lui, in una parola, dalla vostra fede. Libri, catechismi, letture, studi, sono necessari ma tutto dipende dal personale incontro con Lui. Neppure la vostra preparazione fa titolo: non fanno titolo le doti umane, se pur utilissime; non fa titolo, da sola, neppure la buona volontà. Figli carissimi, conta soltanto la vostra fede".

Concelebranti di questa partecipata ordinazione sacerdotale, svoltasi nel rispetto delle norme per il contenimento della pandemia, sono stati il vescovo ausiliare monsignor Marco Salvi, il rettore del Seminario regionale umbro don Andrea Andreozzi, e diversi sacerdoti. Ad animare la celebrazione è stato il Coro giovanile diocesano Voci di Giubilo.

L’abbraccio della Chiesa diocesana ai nuovi presbiteri

"La fede povera, ma la fede è sempre povera -ha evidenziato il cardinale- in quanto ti affidi ad un altro. Il povero non vanta niente, tende soltanto la mano. Niente potete o possiamo vantare: Tu sei il Cristo…! Ed è proprio questa fede umile, povera, che diventa luogo dell’abbraccio, lo spazio dell’accoglienza, ciò che fa titolo all’amore. Tu sei il Cristo…!. Non allontanatevi mai da questa fede, da questo amore semplice! Essi sono anche l’espressione più alta delle nostre povertà, perché ci aiutano a rimanere fedeli a Lui. Questa fede così povera e così radicale vi aiuterà ad assumere atteggiamenti fraterni, di mansuetudine, di bontà, di misericordia verso chi sbaglia o è nell’errore, verso i piccoli, i poveri, i giovani… Radicandovi totalmente nella roccia che è Cristo, diventerete anche voi roccia e riferimento per gli altri. Non possiamo in questo momento non ricordare con la nostra preghiera Papa Francesco, che guida la barca di Pietro e si affida continuamente alla preghiera di tutti. Carissimi, amatela questa Chiesa, amatela più di voi stessi, amatela più della vita! Amatela! Non perché vi dirà bravi, o perché lo meriti. Amatela perché Gesù l’ha amata fino a morire; perché se essa ha meritato l’amore di Dio, può ben meritare anche il vostro! Amatela con cuore di presbiteri, cioè di pastori e di padri. Amatela non perché siete un dono per lei, ma perché lei è un dono materno per voi. Venite figli, venite in questa Chiesa perusino-pievese che vi abbraccia come dono prezioso del Signore. Venite in questo nostro presbiterio, che vi accoglie nella gioia come nuovi presbiteri, come dei fratelli più giovani, capaci di ridestare speranza. Venite, per cantare insieme a noi, oggi e sempre, il Magnificat della Vergine Maria, che è anche il nostro".

Le immagini della celebrazione (foto Riccardo Liguori e Martino Tosti) [gallery td_select_gallery_slide="slide" columns="4" ids="61248,61232,61240,61244,61241,61243,61242,61234,61235,61236"]

Una storia davvero abitata dalla grazia

Il cardinale Bassetti, all’inizio dell’omelia, si è soffermato sulla solennità dei Santi Pietro e Paolo, dicendo ai fedeli in piazza :

"Oggi gli apostoli Pietro e Paolo tornano a sedersi in mezzo a noi e ci parlano con forza, esortandoci a non rinchiuderci e a non pensare minimamente ai nostri problemi, ma a sentire l’urgenza di confermare la fede dei fratelli e di uscire ad annunciare il Vangelo a coloro che ancora non lo hanno accolto. Questa è primariamente la missione di ogni battezzato e particolarmente del vescovo e dei presbiteri. Proprio oggi si compiono per me 55 anni di ordinazione sacerdotale. Ai miei tempi, quasi dovunque, i novelli presbiteri venivano ordinati il 29 giugno. Anche nel nostro presbiterio, un tempo, avveniva così. Cari fratelli, per me, più passa il tempo e più mi sento fiero e gioioso della mia e, lasciatemelo dire, della vostra chiamata al presbiterato. Ho fatto in questi giorni un prolungato esame di coscienza e mi sono reso conto di quanto devo al mio Seminario e alla Chiesa fiorentina che, come una madre, mi ha allevato e cresciuto.

Sono grato ad essa per tutta la grazia, l’amicizia, la testimonianza continua di un amore misericordioso, che attraverso tante persone e tante storie ho potuto sperimentare: una storia davvero abitata dalla grazia. Questo bagaglio, che, nonostante le mie infedeltà, ha arricchito la mia vita, ancora una volta stasera, vorrei trasmetterlo a questi cinque figli, a cui sto per imporre le mani; ve lo riassumo in poche parole: Se pregherete, se amerete il Signore, che proclama le beatitudini; se lo adorerete nell’Eucaristia, non potrete fare altro che impegnarvi per l’uomo e per la costruzione armonica della città dell’uomo, come una città possibile perché inerente al sogno di Dio per l’umanità. Pensate alla grandezza di questo sguardo profetico, allargato sul mondo sessant' anni fa, quando ancora le frontiere dividevano ideologie, popoli e razze".

Il ritorno ad una vita serena

Il cardinale Bassetti, all’inizio del suo saluto introduttivo alla celebrazione, ha ringraziato tutti coloro che si sono prodigati affinché si tenesse in piazza IV Novembre la celebrazione per l’ordinazione sacerdotale dei cinque seminaristi perugino-pievesi.

"Quanto è bello questa sera lo spettacolo di questa piazza con tanta gente -ha commentato il cardinale con voce commossa- e vorrei che gustassimo a fondo questa festa, questo momento di gioia. Ci sono qui le nostre famiglie, i giovani, i ragazzi delle nostre parrocchie. Sono qui perché cinque giovani hanno detto sì al Signore e sono disposti a consacrare la loro vita al servizio della Chiesa.

Il popolo santo di Dio ha sempre la capacità di apprezzare la grandezza di questo dono. E siamo qui con questi cinque giovani, che si donano totalmente al Signore, anche per invocare dal Signore la fine della pandemia e il ritorno ad una vita serena".

]]>
ordinazione presbiteri

"Cosa si aspettano, il Signore e la nostra amata Chiesa perugino-pievese, da voi? E voi, per chi e cosa siete disposti oggi a consegnare, attraverso la mia povera persona, la vostra vita a Cristo?".

Sono le domande che il cardinale Gualtiero Bassetti ha rivolto ai cinque nuovi presbiteri della Diocesi di Perugia - Città della Pieve (Samy Cristiano Abu Eideh, Vittorio Bigini, Daniele Malatacca, Simone Strappaghetti e Michael Tiritiello), nell’omelia della celebrazione eucaristica della loro ordinazione tenutasi all’aperto, in piazza IV Novembre di Perugia, davanti alla Cattedrale di San Lorenzo, il 29 giugno, giorno in cui la Chiesa ricorda la memoria liturgica dei Santi Pietro e Paolo.

Il video della celebrazione trasmesso in diretta sul nostro canale YouTube https://youtu.be/k4f2xbd0_D4?t=437

"Una risposta chiara e coerente a Cristo -ha proseguito il cardinale- dipende soltanto dall’esperienza che avete fatto di lui, dal vostro amore per Lui, in una parola, dalla vostra fede. Libri, catechismi, letture, studi, sono necessari ma tutto dipende dal personale incontro con Lui. Neppure la vostra preparazione fa titolo: non fanno titolo le doti umane, se pur utilissime; non fa titolo, da sola, neppure la buona volontà. Figli carissimi, conta soltanto la vostra fede".

Concelebranti di questa partecipata ordinazione sacerdotale, svoltasi nel rispetto delle norme per il contenimento della pandemia, sono stati il vescovo ausiliare monsignor Marco Salvi, il rettore del Seminario regionale umbro don Andrea Andreozzi, e diversi sacerdoti. Ad animare la celebrazione è stato il Coro giovanile diocesano Voci di Giubilo.

L’abbraccio della Chiesa diocesana ai nuovi presbiteri

"La fede povera, ma la fede è sempre povera -ha evidenziato il cardinale- in quanto ti affidi ad un altro. Il povero non vanta niente, tende soltanto la mano. Niente potete o possiamo vantare: Tu sei il Cristo…! Ed è proprio questa fede umile, povera, che diventa luogo dell’abbraccio, lo spazio dell’accoglienza, ciò che fa titolo all’amore. Tu sei il Cristo…!. Non allontanatevi mai da questa fede, da questo amore semplice! Essi sono anche l’espressione più alta delle nostre povertà, perché ci aiutano a rimanere fedeli a Lui. Questa fede così povera e così radicale vi aiuterà ad assumere atteggiamenti fraterni, di mansuetudine, di bontà, di misericordia verso chi sbaglia o è nell’errore, verso i piccoli, i poveri, i giovani… Radicandovi totalmente nella roccia che è Cristo, diventerete anche voi roccia e riferimento per gli altri. Non possiamo in questo momento non ricordare con la nostra preghiera Papa Francesco, che guida la barca di Pietro e si affida continuamente alla preghiera di tutti. Carissimi, amatela questa Chiesa, amatela più di voi stessi, amatela più della vita! Amatela! Non perché vi dirà bravi, o perché lo meriti. Amatela perché Gesù l’ha amata fino a morire; perché se essa ha meritato l’amore di Dio, può ben meritare anche il vostro! Amatela con cuore di presbiteri, cioè di pastori e di padri. Amatela non perché siete un dono per lei, ma perché lei è un dono materno per voi. Venite figli, venite in questa Chiesa perusino-pievese che vi abbraccia come dono prezioso del Signore. Venite in questo nostro presbiterio, che vi accoglie nella gioia come nuovi presbiteri, come dei fratelli più giovani, capaci di ridestare speranza. Venite, per cantare insieme a noi, oggi e sempre, il Magnificat della Vergine Maria, che è anche il nostro".

Le immagini della celebrazione (foto Riccardo Liguori e Martino Tosti) [gallery td_select_gallery_slide="slide" columns="4" ids="61248,61232,61240,61244,61241,61243,61242,61234,61235,61236"]

Una storia davvero abitata dalla grazia

Il cardinale Bassetti, all’inizio dell’omelia, si è soffermato sulla solennità dei Santi Pietro e Paolo, dicendo ai fedeli in piazza :

"Oggi gli apostoli Pietro e Paolo tornano a sedersi in mezzo a noi e ci parlano con forza, esortandoci a non rinchiuderci e a non pensare minimamente ai nostri problemi, ma a sentire l’urgenza di confermare la fede dei fratelli e di uscire ad annunciare il Vangelo a coloro che ancora non lo hanno accolto. Questa è primariamente la missione di ogni battezzato e particolarmente del vescovo e dei presbiteri. Proprio oggi si compiono per me 55 anni di ordinazione sacerdotale. Ai miei tempi, quasi dovunque, i novelli presbiteri venivano ordinati il 29 giugno. Anche nel nostro presbiterio, un tempo, avveniva così. Cari fratelli, per me, più passa il tempo e più mi sento fiero e gioioso della mia e, lasciatemelo dire, della vostra chiamata al presbiterato. Ho fatto in questi giorni un prolungato esame di coscienza e mi sono reso conto di quanto devo al mio Seminario e alla Chiesa fiorentina che, come una madre, mi ha allevato e cresciuto.

Sono grato ad essa per tutta la grazia, l’amicizia, la testimonianza continua di un amore misericordioso, che attraverso tante persone e tante storie ho potuto sperimentare: una storia davvero abitata dalla grazia. Questo bagaglio, che, nonostante le mie infedeltà, ha arricchito la mia vita, ancora una volta stasera, vorrei trasmetterlo a questi cinque figli, a cui sto per imporre le mani; ve lo riassumo in poche parole: Se pregherete, se amerete il Signore, che proclama le beatitudini; se lo adorerete nell’Eucaristia, non potrete fare altro che impegnarvi per l’uomo e per la costruzione armonica della città dell’uomo, come una città possibile perché inerente al sogno di Dio per l’umanità. Pensate alla grandezza di questo sguardo profetico, allargato sul mondo sessant' anni fa, quando ancora le frontiere dividevano ideologie, popoli e razze".

Il ritorno ad una vita serena

Il cardinale Bassetti, all’inizio del suo saluto introduttivo alla celebrazione, ha ringraziato tutti coloro che si sono prodigati affinché si tenesse in piazza IV Novembre la celebrazione per l’ordinazione sacerdotale dei cinque seminaristi perugino-pievesi.

"Quanto è bello questa sera lo spettacolo di questa piazza con tanta gente -ha commentato il cardinale con voce commossa- e vorrei che gustassimo a fondo questa festa, questo momento di gioia. Ci sono qui le nostre famiglie, i giovani, i ragazzi delle nostre parrocchie. Sono qui perché cinque giovani hanno detto sì al Signore e sono disposti a consacrare la loro vita al servizio della Chiesa.

Il popolo santo di Dio ha sempre la capacità di apprezzare la grandezza di questo dono. E siamo qui con questi cinque giovani, che si donano totalmente al Signore, anche per invocare dal Signore la fine della pandemia e il ritorno ad una vita serena".

]]>
Vocazioni. Chiamati a rendere fruttuoso il dono di Dio https://www.lavoce.it/vocazioni-chiamati-a-rendere-fruttuoso-il-dono-di-dio/ Thu, 22 Apr 2021 11:01:47 +0000 https://www.lavoce.it/?p=60224

Nel messaggio per questa 58a Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni (25 aprile), Papa Francesco ci invita a riflettere, guardando alla figura di san Giuseppe, sul sogno della vocazione. Tutti noi, in modi diversi, dobbiamo a un sogno iniziale quello che siamo oggi; un sogno non cercato, eppure trepidamente amato e voluto, anche se talvolta - purtroppo - non pienamente realizzato.

Tre “chiamate” per i battezzati

Inseriti con il battesimo nella storia della salvezza cristiana, la nostra stessa esistenza diventa una storia di salvezza, caratterizzata da almeno tre “chiamate”: quella alla santità perché, rivestiti di Gesù Cristo e abbeverati dal suo Spirito, i cristiani sono “santi” e, perciò, abilitati e impegnati a manifestare la santità del loro essere nella santità del loro operare. Quella alla missione, perché la vocazione alla santità è intimamente connessa con la responsabilità di annunciare e testimoniare la vita buona e bella del Vangelo. Quella alla comunione, perché il battesimo, che unisce Cristo con i battezzati, è la porta e il fondamento della comunione nella Chiesa.

In modi diversi

In modo particolare, nella chiamata al sacerdozio si rinnova il mistero della Chiesa, che è quello di essere un popolo di chiamati. Nei presbiteri e nei religiosi rifiorisce, nel suo valore sempre creativo, il gesto d’amore infinito con il quale Gesù interpella e sospinge alla sequela: “Vieni, seguimi” (Mc 10,21).
[“Le vocazioni in otto parole” - Il video della Commissione CEU con otto testimonianze di vocazioni]

Radice della “chiamata” è la scelta di Dio

Non possiamo, infatti, dimenticare che alla radice più profonda del nostro essere sacerdoti, come del nostro essere cristiani, vi è l’iniziativa divina carica di amore, vi è l’appello e la scelta di Dio, in Cristo Gesù. Non la nostra preparazione ce ne rende degni, e nemmeno le nostre qualità umane e la nostra bontà ci abilitano ad accogliere e assumere il progetto di Dio. Solo la nostra trepidante e consapevole povertà può essere il terreno fecondo dell’abbraccio di Dio. Ed è solo nella misura in cui noi - vescovi, sacerdoti, persone consacrate, ogni credente - sapremo di continuo riscoprire la nostra piccolezza di fronte al dono grandissimo e gratuito di Dio che porteremo frutto.

Una Giornata di preghiera

La celebrazione della Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni ci ricorda che tocca al popolo cristiano, specialmente alle famiglie, preparare il terreno e il clima favorevole al dischiudersi dei giovani alle cose di Dio. È tutto il popolo cristiano che deve domandare umilmente ciò che Dio solo può dare, pregando, secondo il comandamento del Maestro, perché mandi operai nella sua messe (Mt 9,38).

Ammirazione e gratitudine per i sacerdoti

Questo giorno, poi, offre a tutti noi l’occasione per ripetere ai nostri sacerdoti, riconoscendo la consegna della loro vita al Vangelo e ai fratelli, l’ammirazione e la gratitudine per il peso che portano con serenità e discrezione: per l’umiltà con cui accettano - nonostante l’esperienza accumulata - di rimettere quotidianamente in questione il loro modo di fare e di vedere; per l’impegno costante di servire e non di essere serviti; per la castità e il celibato vissuti senza drammi e senza rimpianti; per la preghiera semplice e fedele, carica della presenza di tutti; per la loro fede vivificata dall’eucarestia e dalla Parola; per il senso della Chiesa che richiede molti distacchi e continua conversione, fiducia e tenacia; per la passione che li anima nel trasmettere a tutti, piccoli e grandi, la buona notizia di Gesù. Il Signore che li ha scelti e li ha consacrati sia la loro eredità (cfr. Dt 18,2), e ricolmi il loro cuore e la loro vita della gioia e della pace che riserva per i suoi amici.]]>

Nel messaggio per questa 58a Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni (25 aprile), Papa Francesco ci invita a riflettere, guardando alla figura di san Giuseppe, sul sogno della vocazione. Tutti noi, in modi diversi, dobbiamo a un sogno iniziale quello che siamo oggi; un sogno non cercato, eppure trepidamente amato e voluto, anche se talvolta - purtroppo - non pienamente realizzato.

Tre “chiamate” per i battezzati

Inseriti con il battesimo nella storia della salvezza cristiana, la nostra stessa esistenza diventa una storia di salvezza, caratterizzata da almeno tre “chiamate”: quella alla santità perché, rivestiti di Gesù Cristo e abbeverati dal suo Spirito, i cristiani sono “santi” e, perciò, abilitati e impegnati a manifestare la santità del loro essere nella santità del loro operare. Quella alla missione, perché la vocazione alla santità è intimamente connessa con la responsabilità di annunciare e testimoniare la vita buona e bella del Vangelo. Quella alla comunione, perché il battesimo, che unisce Cristo con i battezzati, è la porta e il fondamento della comunione nella Chiesa.

In modi diversi

In modo particolare, nella chiamata al sacerdozio si rinnova il mistero della Chiesa, che è quello di essere un popolo di chiamati. Nei presbiteri e nei religiosi rifiorisce, nel suo valore sempre creativo, il gesto d’amore infinito con il quale Gesù interpella e sospinge alla sequela: “Vieni, seguimi” (Mc 10,21).
[“Le vocazioni in otto parole” - Il video della Commissione CEU con otto testimonianze di vocazioni]

Radice della “chiamata” è la scelta di Dio

Non possiamo, infatti, dimenticare che alla radice più profonda del nostro essere sacerdoti, come del nostro essere cristiani, vi è l’iniziativa divina carica di amore, vi è l’appello e la scelta di Dio, in Cristo Gesù. Non la nostra preparazione ce ne rende degni, e nemmeno le nostre qualità umane e la nostra bontà ci abilitano ad accogliere e assumere il progetto di Dio. Solo la nostra trepidante e consapevole povertà può essere il terreno fecondo dell’abbraccio di Dio. Ed è solo nella misura in cui noi - vescovi, sacerdoti, persone consacrate, ogni credente - sapremo di continuo riscoprire la nostra piccolezza di fronte al dono grandissimo e gratuito di Dio che porteremo frutto.

Una Giornata di preghiera

La celebrazione della Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni ci ricorda che tocca al popolo cristiano, specialmente alle famiglie, preparare il terreno e il clima favorevole al dischiudersi dei giovani alle cose di Dio. È tutto il popolo cristiano che deve domandare umilmente ciò che Dio solo può dare, pregando, secondo il comandamento del Maestro, perché mandi operai nella sua messe (Mt 9,38).

Ammirazione e gratitudine per i sacerdoti

Questo giorno, poi, offre a tutti noi l’occasione per ripetere ai nostri sacerdoti, riconoscendo la consegna della loro vita al Vangelo e ai fratelli, l’ammirazione e la gratitudine per il peso che portano con serenità e discrezione: per l’umiltà con cui accettano - nonostante l’esperienza accumulata - di rimettere quotidianamente in questione il loro modo di fare e di vedere; per l’impegno costante di servire e non di essere serviti; per la castità e il celibato vissuti senza drammi e senza rimpianti; per la preghiera semplice e fedele, carica della presenza di tutti; per la loro fede vivificata dall’eucarestia e dalla Parola; per il senso della Chiesa che richiede molti distacchi e continua conversione, fiducia e tenacia; per la passione che li anima nel trasmettere a tutti, piccoli e grandi, la buona notizia di Gesù. Il Signore che li ha scelti e li ha consacrati sia la loro eredità (cfr. Dt 18,2), e ricolmi il loro cuore e la loro vita della gioia e della pace che riserva per i suoi amici.]]>
Perugia. Due nuovi sacerdoti: le storie di Giordano e Giosuè https://www.lavoce.it/nuovi-sacerdoti-giordano-giosue/ Thu, 27 Jun 2019 12:09:18 +0000 https://www.lavoce.it/?p=54766

Grande gioia per la Chiesa di Perugia – Città della Pieve, che anche quest’anno riceve in dono due nuovi sacerdoti. Don Giosuè Busti e don Giordano Commodi hanno infatti terminato il lungo percorso, iniziato nell’autunno 2012 con l’ingresso all’anno propedeutico del Pontificio seminario regionale umbro Pio XI, e saranno ordinati presbiteri sabato 29 giugno, solennità dei santi Pietro e Paolo, come da tradizione.

Accanto all’arcivescovo, il card. Gualtiero Bassetti, per la prima volta il nuovo vescovo ausiliare, mons. Marco Salvi prenderà parte ad una celebrazione così ricca nella cattedrale di San Lorenzo.

Chi è Giosuè Busti

[caption id="attachment_54767" align="alignleft" width="200"] Giosuè Busti[/caption]

Giosuè Busti ha 31 anni ed è originario di Ponte Valleceppi. La sua esperienza di fede nasce prestissimo, in casa, grazie all’educazione ricevuta e al grande esempio trasmesso dai genitori. A 19 anni però la fa propria, personale e profonda grazie all’esperienza del seminario di effusione nella Comunità Magnificat, e al cammino di conversione intrapreso successivamente all’interno della stessa.

Nei successivi cinque anni ha frequentato con assiduità e dedizione il percorso che la comunità gli proponeva, approfondendo la sua relazione con il Signore Gesù, coltivandola nella preghie- ra e vivendo nel servizio agli altri, anche nella Pastorale Giovanile diocesana, allora diretta da don RiccardoPascolini.

Il cammino di fede nella comunità, il servizio in diocesi e altre esperienze ancora hanno fatto nascere in lui un interrogativo, relativo alla volontà di Dio per la sua vita. Sempre meno attratto dalla possibilità di una vocazione matrimoniale, sentiva nascere e rafforzarsi dentro di sé la chiamata di Dio a donare tutta la sua vita a Lui e alla Chiesa, come risposta all’amore ricevuto.

“Di fronte alle prime perplessità – commenta questo momento della sua vita Giosuè - sono stato rafforzato dalla sempre più profonda convinzione che Dio sa meglio di me qual è il mio bene, e che avrei trovato la piena felicità e la realizzazione della mia vita facendo luce su cosa il mio cuore desiderava più profondamente.

Sulla base di queste convinzioni a ottobre 2012, a 24 anni, dopo aver conseguito la laurea magistrale in Scienze Politiche e dopo un primo periodo di discernimento, ho iniziato l’anno propedeutico nel seminario regionale di Assisi e ho così intrapreso il cammino che mi ha portato fino al ministero ordinato.” Dopo l’ordinazione diaconale Giosuè, che si è distinto per la rapidità con la quale ha terminato gli studi teologici, ha iniziato la Licenza in Diritto canonico presso la Pontificia università gregoriana a Roma, appoggiandosi alla comunità dell’Almo Collegio Capranica.

In questa parentesi romana sta anche vivendo esperienze di servizio formative forti, prima fra tutte quella con i carcerati di Rebibbia.

Chi è Giordano Commodi

[caption id="attachment_54768" align="alignleft" width="200"] Giordano Commodi[/caption]

Giordano Commodi invece ha 38 anni ed è proveniente da Gualdo Tadino. Studente di Chimica e tecnologie farmaceutiche, ha interrotto il percorso universitario a pochi esami dalla laurea perché assunto dalla farmacia Ricci di Torgiano, dove ha lavorato per cinque anni, fino all’ingresso in seminario.

Cresciuto negli anni dell’infanzia a contatto con i frati Cappuccini del convento della Madonna del Divino Amore, vicino casa, nell’età adolescenziale si era poi completamente distaccato da qualsiasi percorso di crescita spirituale. Durante gli studi universitari però, nell’ottobre del 2006, inizia a frequentare il cammino dei Dieci comandamenti proposto dal convento di Monteripido di Perugia.

“Colpito dalla Parola che mi veniva annunciata – racconta Giordano – ho avuto come la sensazione di respirare a pieni polmoni, di ricevere un nutrimento mai assaggiato prima, finché ciò che inizialmente sembrava pura curiosità è divenuto un bisogno”.

Seguendo il consiglio di alcuni amici inizia poi a frequentare la realtà parrocchiale di Castel del Piano, e conosce il parroco don Francesco Buono, che lo inserisce nelle diverse attività parrocchiali, destinate a giovani e adulti. “Grazie a quelle esperienze, gradualmente cresceva sempre più dentro di me il desiderio di donarmi, di spendere totalmente la mia vita per gli altri. Mi accorgevo che, quanto più mi donavo, tanto più ricevevo.

Cominciò però anche una grande lotta interiore: tutto ciò che possedevo, la casa, il lavoro, il denaro, erano un inciampo che non riuscivo ad allontanare. Nel silenzio, nella preghiera e nell’Adorazione, queste difficoltà si sono infine sciolte. Il Signore mi ha parlato e il mio cuore ha risposto con un forte ‘eccomi’.

Dopo un attento colloquio con don Francesco e un paterno incontro con l’arcivescovo Gualtiero Bassetti, ho intrapreso il cammino del Seminario regionale umbro, che mi ha accompagnato fino al grande giorno, ormai prossimo, della mia ordinazione sacerdotale”.

Federico Casini

]]>

Grande gioia per la Chiesa di Perugia – Città della Pieve, che anche quest’anno riceve in dono due nuovi sacerdoti. Don Giosuè Busti e don Giordano Commodi hanno infatti terminato il lungo percorso, iniziato nell’autunno 2012 con l’ingresso all’anno propedeutico del Pontificio seminario regionale umbro Pio XI, e saranno ordinati presbiteri sabato 29 giugno, solennità dei santi Pietro e Paolo, come da tradizione.

Accanto all’arcivescovo, il card. Gualtiero Bassetti, per la prima volta il nuovo vescovo ausiliare, mons. Marco Salvi prenderà parte ad una celebrazione così ricca nella cattedrale di San Lorenzo.

Chi è Giosuè Busti

[caption id="attachment_54767" align="alignleft" width="200"] Giosuè Busti[/caption]

Giosuè Busti ha 31 anni ed è originario di Ponte Valleceppi. La sua esperienza di fede nasce prestissimo, in casa, grazie all’educazione ricevuta e al grande esempio trasmesso dai genitori. A 19 anni però la fa propria, personale e profonda grazie all’esperienza del seminario di effusione nella Comunità Magnificat, e al cammino di conversione intrapreso successivamente all’interno della stessa.

Nei successivi cinque anni ha frequentato con assiduità e dedizione il percorso che la comunità gli proponeva, approfondendo la sua relazione con il Signore Gesù, coltivandola nella preghie- ra e vivendo nel servizio agli altri, anche nella Pastorale Giovanile diocesana, allora diretta da don RiccardoPascolini.

Il cammino di fede nella comunità, il servizio in diocesi e altre esperienze ancora hanno fatto nascere in lui un interrogativo, relativo alla volontà di Dio per la sua vita. Sempre meno attratto dalla possibilità di una vocazione matrimoniale, sentiva nascere e rafforzarsi dentro di sé la chiamata di Dio a donare tutta la sua vita a Lui e alla Chiesa, come risposta all’amore ricevuto.

“Di fronte alle prime perplessità – commenta questo momento della sua vita Giosuè - sono stato rafforzato dalla sempre più profonda convinzione che Dio sa meglio di me qual è il mio bene, e che avrei trovato la piena felicità e la realizzazione della mia vita facendo luce su cosa il mio cuore desiderava più profondamente.

Sulla base di queste convinzioni a ottobre 2012, a 24 anni, dopo aver conseguito la laurea magistrale in Scienze Politiche e dopo un primo periodo di discernimento, ho iniziato l’anno propedeutico nel seminario regionale di Assisi e ho così intrapreso il cammino che mi ha portato fino al ministero ordinato.” Dopo l’ordinazione diaconale Giosuè, che si è distinto per la rapidità con la quale ha terminato gli studi teologici, ha iniziato la Licenza in Diritto canonico presso la Pontificia università gregoriana a Roma, appoggiandosi alla comunità dell’Almo Collegio Capranica.

In questa parentesi romana sta anche vivendo esperienze di servizio formative forti, prima fra tutte quella con i carcerati di Rebibbia.

Chi è Giordano Commodi

[caption id="attachment_54768" align="alignleft" width="200"] Giordano Commodi[/caption]

Giordano Commodi invece ha 38 anni ed è proveniente da Gualdo Tadino. Studente di Chimica e tecnologie farmaceutiche, ha interrotto il percorso universitario a pochi esami dalla laurea perché assunto dalla farmacia Ricci di Torgiano, dove ha lavorato per cinque anni, fino all’ingresso in seminario.

Cresciuto negli anni dell’infanzia a contatto con i frati Cappuccini del convento della Madonna del Divino Amore, vicino casa, nell’età adolescenziale si era poi completamente distaccato da qualsiasi percorso di crescita spirituale. Durante gli studi universitari però, nell’ottobre del 2006, inizia a frequentare il cammino dei Dieci comandamenti proposto dal convento di Monteripido di Perugia.

“Colpito dalla Parola che mi veniva annunciata – racconta Giordano – ho avuto come la sensazione di respirare a pieni polmoni, di ricevere un nutrimento mai assaggiato prima, finché ciò che inizialmente sembrava pura curiosità è divenuto un bisogno”.

Seguendo il consiglio di alcuni amici inizia poi a frequentare la realtà parrocchiale di Castel del Piano, e conosce il parroco don Francesco Buono, che lo inserisce nelle diverse attività parrocchiali, destinate a giovani e adulti. “Grazie a quelle esperienze, gradualmente cresceva sempre più dentro di me il desiderio di donarmi, di spendere totalmente la mia vita per gli altri. Mi accorgevo che, quanto più mi donavo, tanto più ricevevo.

Cominciò però anche una grande lotta interiore: tutto ciò che possedevo, la casa, il lavoro, il denaro, erano un inciampo che non riuscivo ad allontanare. Nel silenzio, nella preghiera e nell’Adorazione, queste difficoltà si sono infine sciolte. Il Signore mi ha parlato e il mio cuore ha risposto con un forte ‘eccomi’.

Dopo un attento colloquio con don Francesco e un paterno incontro con l’arcivescovo Gualtiero Bassetti, ho intrapreso il cammino del Seminario regionale umbro, che mi ha accompagnato fino al grande giorno, ormai prossimo, della mia ordinazione sacerdotale”.

Federico Casini

]]>
Sacerdozio: servizio o privilegio? https://www.lavoce.it/sacerdozio-servizio-privilegio/ Sat, 08 Jun 2019 10:05:32 +0000 https://www.lavoce.it/?p=54657 logo rubrica domande sulla liturgia

Si parla di “ministero sacro”, dove “ministero” significa servizio. Ma poi si attribuisce al clero l’autorità, il potere all’interno della Chiesa. Non è una contraddizione?

Comprendere la teologia del sacramento dell’Ordine ci permette di riscoprire il senso del ministero ordinato, e dunque il ruolo del clero - dei preti, dei sacerdoti - nella Chiesa. Nel Nuovo Testamento non troviamo un’articolazione precisa dei ministeri nelle prime comunità cristiane, almeno per come lo intenderemmo oggi.

Vanno certamente ricordati i 12 apostoli e il loro ruolo nella Chiesa nascente, come testimoniato da Atti degli apostoli e indirettamente dalle lettere paoline e “cattoliche” (Pietro, Giacomo , ecc.), o l’utilizzo di determinati termini per indicare persone che svolgevano un servizio nelle comunità, ma che non possiamo sovrapporre precisamente ai ministeri odierni, o la scelta dei sette “ellenisti” incaricati del servizio agli ultimi (At 6).

Abbiamo inoltre in documenti posteriori, come la Traditio apostolica, una testimonianza di come, di pari passo con la crescita delle comunità cristiane, si vennero a delineare i ministeri come li intendiamo oggi.

L’origine di ogni ministero va rintracciata nella diakonìa (servizio), di cui l’icona biblica della lavanda dei piedi è un testimone d’eccezione.Giovanni riporta come Gesù, cingendosi la vita con un asciugamano, iniziò a lavare i piedi dei discepoli, indicando loro di seguire il suo esempio: “Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri” ( Gv 13,14).

Contemplando quest’immagine possiamo iniziare a comprendere cosa significhi diakonia, e di conseguenza quale sia il senso del ministero ordinato e del ruolo primario che vescovi, presbiteri e diaconi hanno nella Chiesa.

Va però ricordato che tutta la comunità cristiana è sacerdotale (“A Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno di sacerdoti per il suo Dio e Padre...”, Ap1,5-6), perché essa partecipa del sacerdozio di Cristo, unico e sommo sacerdote. Per mezzo del battesimo e della confermazione tutti i fedeli sono consacrati per formare un sacerdozio santo, e il sacerdozio ministeriale è al servizio del sacerdozio comune dei fedeli.

Quest’ultima considerazione è sapientemente consegnata alla Chiesa dal Concilio Vaticano II, che nella Costituzione Lumen gentium recita:

“Il sacerdote ministeriale, con la potestà sacra di cui è investito, forma e regge il popolo sacerdotale, compie il sacrificio eucaristico nel ruolo di Cristo e lo offre a Dio a nome di tutto il popolo; i fedeli, in virtù del loro regale sacerdozio, concorrono all’offerta dell’eucaristia, ed esercitano il loro sacerdozio col ricevere i sacramenti, con la preghiera e il ringraziamento, con la testimonianza di una vita santa, con l’abnegazione e la carità operosa”.

Non un potere, non un privilegio mondano, ma un servizio reso a Dio e al Suo popolo.

Don Francesco Verzini

]]>
logo rubrica domande sulla liturgia

Si parla di “ministero sacro”, dove “ministero” significa servizio. Ma poi si attribuisce al clero l’autorità, il potere all’interno della Chiesa. Non è una contraddizione?

Comprendere la teologia del sacramento dell’Ordine ci permette di riscoprire il senso del ministero ordinato, e dunque il ruolo del clero - dei preti, dei sacerdoti - nella Chiesa. Nel Nuovo Testamento non troviamo un’articolazione precisa dei ministeri nelle prime comunità cristiane, almeno per come lo intenderemmo oggi.

Vanno certamente ricordati i 12 apostoli e il loro ruolo nella Chiesa nascente, come testimoniato da Atti degli apostoli e indirettamente dalle lettere paoline e “cattoliche” (Pietro, Giacomo , ecc.), o l’utilizzo di determinati termini per indicare persone che svolgevano un servizio nelle comunità, ma che non possiamo sovrapporre precisamente ai ministeri odierni, o la scelta dei sette “ellenisti” incaricati del servizio agli ultimi (At 6).

Abbiamo inoltre in documenti posteriori, come la Traditio apostolica, una testimonianza di come, di pari passo con la crescita delle comunità cristiane, si vennero a delineare i ministeri come li intendiamo oggi.

L’origine di ogni ministero va rintracciata nella diakonìa (servizio), di cui l’icona biblica della lavanda dei piedi è un testimone d’eccezione.Giovanni riporta come Gesù, cingendosi la vita con un asciugamano, iniziò a lavare i piedi dei discepoli, indicando loro di seguire il suo esempio: “Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri” ( Gv 13,14).

Contemplando quest’immagine possiamo iniziare a comprendere cosa significhi diakonia, e di conseguenza quale sia il senso del ministero ordinato e del ruolo primario che vescovi, presbiteri e diaconi hanno nella Chiesa.

Va però ricordato che tutta la comunità cristiana è sacerdotale (“A Colui che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il suo sangue, che ha fatto di noi un regno di sacerdoti per il suo Dio e Padre...”, Ap1,5-6), perché essa partecipa del sacerdozio di Cristo, unico e sommo sacerdote. Per mezzo del battesimo e della confermazione tutti i fedeli sono consacrati per formare un sacerdozio santo, e il sacerdozio ministeriale è al servizio del sacerdozio comune dei fedeli.

Quest’ultima considerazione è sapientemente consegnata alla Chiesa dal Concilio Vaticano II, che nella Costituzione Lumen gentium recita:

“Il sacerdote ministeriale, con la potestà sacra di cui è investito, forma e regge il popolo sacerdotale, compie il sacrificio eucaristico nel ruolo di Cristo e lo offre a Dio a nome di tutto il popolo; i fedeli, in virtù del loro regale sacerdozio, concorrono all’offerta dell’eucaristia, ed esercitano il loro sacerdozio col ricevere i sacramenti, con la preghiera e il ringraziamento, con la testimonianza di una vita santa, con l’abnegazione e la carità operosa”.

Non un potere, non un privilegio mondano, ma un servizio reso a Dio e al Suo popolo.

Don Francesco Verzini

]]>
L’ordinazione di sei nuovi sacerdoti: chi sono e da dove vengono? https://www.lavoce.it/lordinazione-nuovi-sacerdoti-vengono/ Thu, 28 Jun 2018 14:59:45 +0000 https://www.lavoce.it/?p=52225

Venerdì 29 giugno (ore 17), solennità dei santi Pietro e Paolo la Chiesa di Perugia - Città della Pieve fa festa per l’ordinazionne di sei sacerdoti. Federico Casini, Nicolò Gaggia, Augusto Martelli, Pietro Squarta, Giovanni Le Yang e Salvatore Mauro Reitano, saranno ordinati presbiteri dal cardinale Gualtiero Bassetti nella cattedrale di San Lorenzo. Nei giorni seguenti ciascuno di loro celebrerà la sua prima messa e da lì inizierà il servizio alla Chiesa locale, ma dove e come non è ancora stato definito. Qui li presentiamo, brevemente, per conoscerli un po’. Le loro storie sono testimonianza della varietà e diversità di esperienze attraverso le quali può manifestarsi la chiamata di Dio. [gallery ids="52231,52230,52229,52228,52227,52226"] DAL DOTTORATO AL SEMINARIO Federico Casini è nato nel 1981 a Perugia ed ha vissuto sempre nella parrocchia di San Valentino della Collina, nel comune di Marsciano. Come molti suoi coetanei, dopo aver ricevuto il sacramento della Confermazione si è allontanato dalla pratica di fede. Nel 2006 ha ottenuto la laurea in ingegneria elettronica e quattro anni dopo il dottorato di ricerca nella stessa disciplina. È stato in questo periodo che il Signore è tornato a bussare alla sua porta, attraverso un pellegrinaggio a Medjugorje nel 2007. In quella occasione Federico racconta di aver scoperto l’amore di Dio per lui, personale, attraverso il sacramento della Riconciliazione. Da lì ha iniziato a collaborare in parrocchia come animatore e catechista e ad approfondire la sua fede attraverso incontri per giovani della diocesi e il corso dei dieci comandamenti. In questo tempo ha avvertito sempre più chiaramente la chiamata di Dio alla sua sequela, sia attraverso alcuni segni che Dio gli donava, sia attraverso la passione per il suo impegno in parrocchia, fino ad entrare nel 2011 all’anno propedeutico del Pontificio seminario regionale umbro, dove ha ricevuto la formazione che lo ha portato fino al presbiterato. VOCAZIONE FIN DALL’INFANZIA Nicolò Gaggia è nato nel 1992 e all’età di sei mesi è stato affidato ai nonni paterni a causa di situazioni di difficoltà dei genitori. Con loro è vissuto nel paese di Sant’Apollinare, frazione del Comune di Marsciano, in un clima sereno fino ai 13 anni, quando decise di entrare nel Pontificio seminario romano minore. “Nel momento in cui attorno a me tutto crollava”, racconta, “perché il papà era morto e la mamma se ne andava, ho sentito una forte vicinanza da parte di Dio, nei limiti in cui un bambino di 4 anni poteva avvertirla. Anni dopo, ascoltando il parroco raccontare dei martiri, ho sentito forte il desiderio di spendere come loro la mia per quel Dio che mi aveva donato gioia nella sofferenza.” Dopo aver concluso il seminario minore nel 2011, Nicolò ha fatto un ulteriore discernimento sulla sua vocazione e deciso di continuare il suo percorso verso il sacerdozio nel Pontificio seminario romano maggiore. LA CHIAMATA CHE RITORNA Giovanni Le Yang è nato a Pechino, in Cina, il 12 giugno 1984, in una famiglia non credente. Dopo un cammino personale nella parrocchia di Santa Maria Immacolata, che è la cattedrale dell’archidiocesi di Pechino, ha ricevuto il battesimo nel 1999. Ha scoperto la sua vocazione durante il servizio come interprete del corso inglese in parrocchia ed ha frequentato il seminario diocesano di Pechino dal 2003 al 2006. Successivamente ha lavorato presso uno studio di architettura a Shanghai, per poi giungere, sempre per motivi di lavoro, a Perugia nel 2009 per frequentare il corso di italiano all’Università per Stranieri. In seguito, nel 2011 ha deciso di riprendere il cammino verso il sacerdozio entrando al seminario regionale di Assisi per la diocesi di Perugia-città della Pieve. PRIMA ATEO, POI EREMITA Augusto Martelli è nato nel 1966 a Perugia. Fino all’età di 35 anni si definiva “radicalmente ateo” e esercitava la professione di medico veterinario in Emilia Romagna. Il suo primo incontro con la fede avviene nel 2001 attraverso un padre francescano di Monteripido, che gli parla di Dio con grande semplicità e lo invita a leggere il Vangelo di Giovanni. La testimonianza di questo sacerdote ed il rapporto che questi aveva con la Parola di Dio lo segnano in profondità, tanto che Augusto racconta di essersi sentito spinto a comprare il suo primo Vangelo e ad iniziare a leggerlo. Durante la lettura di Giovanni 3,8 ha vissuto una esperienza spirituale forte della presenza di Dio nella sua vita, che lo ha portato 3 anni dopo a diventare monaco eremita nel convento di Montecorona. Nel 2014, dopo 10 anni di vita eremitica, ha avvertito il desiderio di diventare sacerdote, e facendo discernimento con i suoi superiori ha chiesto e ottenuto di entrare al seminario regionale di Assisi. OBIETTIVO: FELICITÀ Salvatore Mauro Reitano è nato a Catania nel 1983. Terminati gli studi superiori nella sua città si trasferisce a Roma, per studiare Economia presso l’Università Luiss dove nel 2007 consegue la laurea triennale. Al momento di continuare gli studi sente il desiderio di compiere un discernimento ed entra al tempo propedeutico del Pontificio seminario romano maggiore. “Cercavo senso e felicità: studiavo in vista di un bel lavoro, ma in quello che facevo là mancava felicità, lo avvertivo come arido e tecnico. Così ho sentito il desiderio di riavvicinarmi a Dio.” Dopo il propedeutico ha fatto un pellegrinaggio a Medjugorje dove ha incontrato per la prima volta la Comunità Fratelli di Gesù Misericordioso, verso la quale ha deciso di indirizzare la formazione che lo ha portato fino al presbiterato. La comunità è una associazione pubblica di fedeli eretta nel 2005 a Vilnius dal cardinal Backis e accolta successivamente a Perugia dal cardinal Bassetti, che le ha affidato la custodia del santuario Madonna della Grondici. PASSIONE EDUCATIVA Pietro Squarta è nato a Perugia nel 1992 ed ha mosso i primi passi nella fede nella parrocchia di San Raffaele Arcangelo in Madonna Alta. Ricevuta la prima Comunione, ha iniziato a frequentare il gruppo dell’Azione cattolica, grazie alla quale ha vissuto anni che definisce bellissimi, ricchi di esperienze significative, che lo hanno stimolato ad apprezzare la santa messa e l’adorazione eucaristica. L’esempio e l’amicizia degli educatori lo hanno spinto, una volta ricevuta la Cresima, a chiedere al parroco di allora don Luigi Stella di poter diventare a sua volta educatore in parrocchia, ruolo che ha svolto fino al 2011, anno dell’ingresso al tempo propedeutico del seminario. Il discernimento vocazionale è iniziato grazie alla direzione spirituale di don Riccardo Pascolini, negli ultimi anni delle scuole superiori. Decisivo, un ritiro di esercizi spirituali nella settimana santa della Pasqua del 2011, in cui Pietro ha avvertito la chiamata di Dio, ha fatto luce sulla sua vita e sentito che non c’è modo migliore di spenderla se non per Cristo.]]>

Venerdì 29 giugno (ore 17), solennità dei santi Pietro e Paolo la Chiesa di Perugia - Città della Pieve fa festa per l’ordinazionne di sei sacerdoti. Federico Casini, Nicolò Gaggia, Augusto Martelli, Pietro Squarta, Giovanni Le Yang e Salvatore Mauro Reitano, saranno ordinati presbiteri dal cardinale Gualtiero Bassetti nella cattedrale di San Lorenzo. Nei giorni seguenti ciascuno di loro celebrerà la sua prima messa e da lì inizierà il servizio alla Chiesa locale, ma dove e come non è ancora stato definito. Qui li presentiamo, brevemente, per conoscerli un po’. Le loro storie sono testimonianza della varietà e diversità di esperienze attraverso le quali può manifestarsi la chiamata di Dio. [gallery ids="52231,52230,52229,52228,52227,52226"] DAL DOTTORATO AL SEMINARIO Federico Casini è nato nel 1981 a Perugia ed ha vissuto sempre nella parrocchia di San Valentino della Collina, nel comune di Marsciano. Come molti suoi coetanei, dopo aver ricevuto il sacramento della Confermazione si è allontanato dalla pratica di fede. Nel 2006 ha ottenuto la laurea in ingegneria elettronica e quattro anni dopo il dottorato di ricerca nella stessa disciplina. È stato in questo periodo che il Signore è tornato a bussare alla sua porta, attraverso un pellegrinaggio a Medjugorje nel 2007. In quella occasione Federico racconta di aver scoperto l’amore di Dio per lui, personale, attraverso il sacramento della Riconciliazione. Da lì ha iniziato a collaborare in parrocchia come animatore e catechista e ad approfondire la sua fede attraverso incontri per giovani della diocesi e il corso dei dieci comandamenti. In questo tempo ha avvertito sempre più chiaramente la chiamata di Dio alla sua sequela, sia attraverso alcuni segni che Dio gli donava, sia attraverso la passione per il suo impegno in parrocchia, fino ad entrare nel 2011 all’anno propedeutico del Pontificio seminario regionale umbro, dove ha ricevuto la formazione che lo ha portato fino al presbiterato. VOCAZIONE FIN DALL’INFANZIA Nicolò Gaggia è nato nel 1992 e all’età di sei mesi è stato affidato ai nonni paterni a causa di situazioni di difficoltà dei genitori. Con loro è vissuto nel paese di Sant’Apollinare, frazione del Comune di Marsciano, in un clima sereno fino ai 13 anni, quando decise di entrare nel Pontificio seminario romano minore. “Nel momento in cui attorno a me tutto crollava”, racconta, “perché il papà era morto e la mamma se ne andava, ho sentito una forte vicinanza da parte di Dio, nei limiti in cui un bambino di 4 anni poteva avvertirla. Anni dopo, ascoltando il parroco raccontare dei martiri, ho sentito forte il desiderio di spendere come loro la mia per quel Dio che mi aveva donato gioia nella sofferenza.” Dopo aver concluso il seminario minore nel 2011, Nicolò ha fatto un ulteriore discernimento sulla sua vocazione e deciso di continuare il suo percorso verso il sacerdozio nel Pontificio seminario romano maggiore. LA CHIAMATA CHE RITORNA Giovanni Le Yang è nato a Pechino, in Cina, il 12 giugno 1984, in una famiglia non credente. Dopo un cammino personale nella parrocchia di Santa Maria Immacolata, che è la cattedrale dell’archidiocesi di Pechino, ha ricevuto il battesimo nel 1999. Ha scoperto la sua vocazione durante il servizio come interprete del corso inglese in parrocchia ed ha frequentato il seminario diocesano di Pechino dal 2003 al 2006. Successivamente ha lavorato presso uno studio di architettura a Shanghai, per poi giungere, sempre per motivi di lavoro, a Perugia nel 2009 per frequentare il corso di italiano all’Università per Stranieri. In seguito, nel 2011 ha deciso di riprendere il cammino verso il sacerdozio entrando al seminario regionale di Assisi per la diocesi di Perugia-città della Pieve. PRIMA ATEO, POI EREMITA Augusto Martelli è nato nel 1966 a Perugia. Fino all’età di 35 anni si definiva “radicalmente ateo” e esercitava la professione di medico veterinario in Emilia Romagna. Il suo primo incontro con la fede avviene nel 2001 attraverso un padre francescano di Monteripido, che gli parla di Dio con grande semplicità e lo invita a leggere il Vangelo di Giovanni. La testimonianza di questo sacerdote ed il rapporto che questi aveva con la Parola di Dio lo segnano in profondità, tanto che Augusto racconta di essersi sentito spinto a comprare il suo primo Vangelo e ad iniziare a leggerlo. Durante la lettura di Giovanni 3,8 ha vissuto una esperienza spirituale forte della presenza di Dio nella sua vita, che lo ha portato 3 anni dopo a diventare monaco eremita nel convento di Montecorona. Nel 2014, dopo 10 anni di vita eremitica, ha avvertito il desiderio di diventare sacerdote, e facendo discernimento con i suoi superiori ha chiesto e ottenuto di entrare al seminario regionale di Assisi. OBIETTIVO: FELICITÀ Salvatore Mauro Reitano è nato a Catania nel 1983. Terminati gli studi superiori nella sua città si trasferisce a Roma, per studiare Economia presso l’Università Luiss dove nel 2007 consegue la laurea triennale. Al momento di continuare gli studi sente il desiderio di compiere un discernimento ed entra al tempo propedeutico del Pontificio seminario romano maggiore. “Cercavo senso e felicità: studiavo in vista di un bel lavoro, ma in quello che facevo là mancava felicità, lo avvertivo come arido e tecnico. Così ho sentito il desiderio di riavvicinarmi a Dio.” Dopo il propedeutico ha fatto un pellegrinaggio a Medjugorje dove ha incontrato per la prima volta la Comunità Fratelli di Gesù Misericordioso, verso la quale ha deciso di indirizzare la formazione che lo ha portato fino al presbiterato. La comunità è una associazione pubblica di fedeli eretta nel 2005 a Vilnius dal cardinal Backis e accolta successivamente a Perugia dal cardinal Bassetti, che le ha affidato la custodia del santuario Madonna della Grondici. PASSIONE EDUCATIVA Pietro Squarta è nato a Perugia nel 1992 ed ha mosso i primi passi nella fede nella parrocchia di San Raffaele Arcangelo in Madonna Alta. Ricevuta la prima Comunione, ha iniziato a frequentare il gruppo dell’Azione cattolica, grazie alla quale ha vissuto anni che definisce bellissimi, ricchi di esperienze significative, che lo hanno stimolato ad apprezzare la santa messa e l’adorazione eucaristica. L’esempio e l’amicizia degli educatori lo hanno spinto, una volta ricevuta la Cresima, a chiedere al parroco di allora don Luigi Stella di poter diventare a sua volta educatore in parrocchia, ruolo che ha svolto fino al 2011, anno dell’ingresso al tempo propedeutico del seminario. Il discernimento vocazionale è iniziato grazie alla direzione spirituale di don Riccardo Pascolini, negli ultimi anni delle scuole superiori. Decisivo, un ritiro di esercizi spirituali nella settimana santa della Pasqua del 2011, in cui Pietro ha avvertito la chiamata di Dio, ha fatto luce sulla sua vita e sentito che non c’è modo migliore di spenderla se non per Cristo.]]>
Bassetti: “Questo è un tempo meraviglioso per essere prete!” https://www.lavoce.it/bassetti-questo-e-un-tempo-meraviglioso-per-essere-prete/ Wed, 29 Jun 2016 19:06:31 +0000 https://www.lavoce.it/?p=46592 La celebrazione in cattedrale per il 50° di ordinazione presbiterale del cardinale Bassetti (29/06/2016)
La celebrazione in cattedrale per il 50° di ordinazione presbiterale del cardinale Bassetti (29/06/2016)

Pubblichiamo l’omelia che il Cardinale Gualtiero Bassetti ha pronunciato oggi mercoledì 29 giugno nella liturgia di ringraziamento per i suoi 50 anni di ordinazione presbiterale.

“Magnificate con me il Signore, esaltiamo insieme il suo nome”. (Sal. 33)

Il versetto del Salmo responsoriale mi aiuta ad esprimere la gioia che porto nel cuore e il profondo ringraziamento al Signore per questi 50 anni di sacerdozio. Non senza commozione sono tornato più volte in questi giorni a quel 29 giugno del ’66, quando, insieme ad altri dodici compagni di Seminario, fui ordinato sacerdote sotto le volte della maestosa Cupola del Brunelleschi. Il Cristo del Giudizio Universale rivolgeva verso di noi il suo sguardo severo e amorevole allo stesso tempo. Con non poca trepidazione mi inginocchiai dinanzi all’arcivescovo Florit per ricevere l’imposizione delle mani, in quella cattedrale strapiena, dove i vivi e i passati, raffigurati sulla Cupola, sembravano formare un unico corpo, quello della Chiesa, vivente nei secoli.

Carissimi Fratelli e Sorelle rivivo con voi stasera l’emozione di quel giorno, che mi ha accompagnato per tutta la vita. Saluto con fraterno affetto l’arcivescovo della mia chiesa fiorentina, il cardinale Giuseppe Betori. La tua presenza, Carissimo, mi ricorda con più forza la mia appartenenza alla santa chiesa di Firenze e i miei primi passi di sacerdote, fino poi ai compiti di responsabilità in Seminario e nella Curia Arcivescovile. Saluto con gioia i fratelli Vescovi dell’Umbria, della Toscana e di altre zone d’Italia che si sono voluti unire a me in questa liturgia di ringraziamento. Saluto i sacerdoti, specialmente i compagni di ordinazione, i consacrati, i diaconi, i seminaristi, le nostre famiglie, i giovani e i ragazzi.

Saluto tutte le Autorità presenti, iniziando dal Signor Sindaco, Avv. Andrea Romizi, che rappresenta l’intera città di Perugia. L’On. Catiuscia Marini, presidente della Regione Umbria, che mi ricorda la responsabilità di metropolita e di presidente della Conferenza Episcopale Regionale. E poi il mio più cordiale saluto e omaggio alle Autorità civili, militari, giudiziarie e accademiche: grazie per la vostra presenza!

Saluto con affetto i miei familiari qui presenti. Ricordo i miei carissimi genitori Arrigo e Flora, che ho lasciato ragazzino per entrare nel Seminario di Firenze e che ho potuto rivedere solo di rado. Prego il Signore che li abbia nella sua pace.

Carissimi Fratelli e Sorelle, la gioia più grande però è quella di vedervi così numerosi stasera, riuniti in questa nostra cattedrale, cuore della vita cristiana della città e della diocesi. Grazie a tutti, Figli e Figlie, Carissimi, per la vostra presenza che allieta il cuore e lo nutre di speranza.

La liturgia odierna è incentrata sulle figure degli Apostoli Pietro e Paolo e sulla loro testimonianza di fede. Essi sono ancora oggi per noi modello e figura dell’autentico seguace del Signore. Scelti tra gli “ultimi” del popolo d’Israele, incarnano la forza della fede, prima verso la Legge antica, poi verso la Parola nuova di Gesù, che dona senso e compimento alla rivelazione dei padri. È una fede convinta e coraggiosa quella che fa pronunciare a Pietro le parole fino ad allora inaudite: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”! Così pure a Paolo, poco prima della morte, quando sa che ormai il suo compito è finito: “Il Signore mi libererà da ogni male e mi porterà in salvo nei cieli, nel suo regno”! La forza di questi due uomini sta proprio in questo: nell’aver saputo riconosce il Signore, il promesso d’Israele, e di averlo seguito, senza paura delle conseguenze, siano esse il carcere, le percosse, le umiliazioni, l’emarginazione, la morte!

È questa la forza che ogni cristiano dovrebbe trovare in se stesso; soprattutto il giovane che si avvia al sacerdozio, per pronunciare quelle meravigliose parole: “Tu sei il Cristo, il Figlio di Dio”. Tu sei l’unico bene della mia vita, la strada sui cui porre i miei passi; il mio tutto!

La chiamata di Cristo, pur essendo misteriosa è percettibile dalla persona che si pone in ascolto. Per me, questa chiamata è stata dapprima un poco indecifrabile, ma s’è fatta sempre più comprensibile negli anni del Seminario Minore, quando ho cominciato veramente a capire cosa il Signore voleva da me.

Carissimi, ci sono due eventi memorabili, distanti 50 anni l’uno dall’altro, che segnano il punto focale dei miei ricordi in questa solenne celebrazione: il primo, l’ordinazione sacerdotale a Firenze, insieme ai compagni di Seminario; il secondo, la santa messa celebrata a Santa Marta, con Papa Francesco il 2 maggio scorso con sei presbiteri di Perugia, del mio stesso anno di ordinazione. Questi sacerdoti di Firenze e di Perugia sono con me attorno a questo stesso altare a dire grazie al Signore.

Il pensiero ora non può non andare a quel giorno memorabile di cinquanta anni fa e agli anni della formazione nel Seminario fiorentino. Ho avuto modo di affermare tante volte come quel periodo fosse contrassegnato da una ricchezza culturale e spirituale unica: ovunque ti giravi, avevi la possibilità di toccare con mano quanto ricche potessero essere le espressioni della fede cristiana: i Domenicani di San Marco con Padre Santilli e Padre Lupi; i Servi di Maria, con Padre Vannucci e Padre Turoldo; la Madonnina del Grappa con il Servo di Dio Mons. Giulio Facibeni, e poi i giganti del clero fiorentino Don Bensi, Don Bartoletti, Don Barsotti, Don Bonami (nostro Rettore). A loro si aggiunsero quelli allora più giovani: Mons. Agresti, Don Milani, Don Rossi, e lo stesso Don Piovanelli, poi arcivescovo di Firenze, che in questo momento affido alla preghiera di tutti per le sue gravi condizioni di salute. Due anni fa era presente nella nostra Cattedrale, quando feci l’ingresso come cardinale. Poi i Servi di Dio: il card. Elia Dalla Costa, il prof. Giorgio La Pira e Mons. Giulio Facibeni: ecco le mie radici: fondate su di un umanesimo cristiano davvero unico e straordinario! Noi eravamo poco più che ragazzi, era la metà degli anni ’50, ed avevi l’impressione che la fede ti volesse incontrare nella tua anima giovanile per elevarti alla bellezza e alla sete di Dio.

Siamo stati ordinati dal card. Florit, un vescovo che ha tanto sofferto, ma anche un uomo dalla fede solida, come le sue montagne friulane. Ma per noi, il vero riferimento fu il card. Dalla Costa, che da piccoli ci veniva a trovare in Seminario. E’ stato un vero gigante per spiritualità: austero, di poche parole, concreto, con due occhi di fuoco, come il profeta Elia di cui portava il nome. Bastava guardarlo per capire, anche se eri poco più che un bambino, quale dovesse essere il suo modello di prete. Poi, alla fine del corso teologico, come rondini, abbiamo spiccato il volo dal nostro Seminario, ma sono rimasti il bene, l’amicizia, l’affetto più che fraterno. Quando ci incontriamo, ci specchiamo ancora l’uno nell’altro: ed anche questa è grazia di Dio.

Carissimi Fratelli e Sorelle, lo diceva già il santo Papa Giovanni Paolo II: “Questo è un tempo meraviglioso per essere prete!”. Certo, quelli che viviamo sono tempi forti che esigono preti coraggiosi. L’ho ripetuto sabato scorso a Marco, Simone e Marco, che ho ordinato presbiteri, in questa Cattedrale, stracolma di giovani e di gente. Diceva già ai suoi tempi Bernanos: “Il prete appartiene ad una razza che durerà quanto il mondo, una razza che Dio ha posto in cammino, e che non si fermerà più, finché tutto sia consumato”.

Cari Amici di Firenze e di Perugia, che con me celebrate il vostro giubileo, sono tanti i fratelli, vicini e lontani, hanno ancora bisogno di noi! Il nostro mondo ha bisogno di pace, di gioia, ma è affogato nell’inquietudine e spesso nella lotta fratricida: il mondo ha bisogno di santità. Noi, come uomini dello spirito, siamo al servizio della gioia di tutti. Incontriamo tante creature ferite; abbiamo davvero la sensazione di essere “chiesa/ospedale da campo”, come ci ha detto Papa Francesco.

Tante volte ho imposto le mani per donare l’ordine del presbiterato. Cinquanta anni fa le stesse mani, perché sono le mani del Signore, hanno accarezzato il nostro capo; ma queste mani non si sono ritirate e riposano sempre su di noi. La mani di Dio, che tutto hanno creato e tutto mantengono in vita. Le mani che tutto colpiscono e risanano, le mani nelle quali io e voi consegneremo il nostro spirito. Per quelle mani lo Spirito di Dio si è posato su di noi, dal momento che “Il Signore ci ha consacrati con l’unzione e ci ha mandato a portare il lieto annunzio ai poveri e a fasciare le piaghe dei cuori spezzati….”.

Carissimi fratelli nell’episcopato, nel presbiterato, nel diaconato e voi tutti popolo santo di Dio, tra poco faremo la nostra professione di fede: il credo dei Santi Apostoli Pietro e Paolo a cui ci affidiamo; il credo della nostra fede semplice di quando eravamo bambini; il credo che ha allietato la nostra giovinezza; il credo a cui abbiamo fatto di tutto per rimanere fedeli per tutta la vita; il credo più sapiente di tutta la sapienza del mondo, perché è parola di Dio che rimane in eterno. Ma i grandi doni di Dio, non possono che invitarci ad essere umili (Von Balthasar).

Mi hanno profondamente colpito, all’inizio di questo mese di giugno le meditazioni di Papa Francesco, ai seminaristi e ai sacerdoti. Nella Basilica Liberiana il Papa ha parlato del “ricettacolo” della misericordia, che è il nostro peccato. Dio è più grande “della nostra coscienza di peccato, e solo il cuore che ha ricevuto misericordia sa donarla!”. “Rientra in te stesso – ci ha detto ancora il Papa – rifletti sulla tua storia e ci troverai tanta misericordia”.

Cari Amici, tante volte la misericordia del Padre ci ha ricreato il cuore e noi con gioia l’abbiamo riversata sui nostri fratelli: che grazia grande! Noi sacerdoti fiorentini non potremo mai dimenticare le parole che, poco prima di morire, il Card. Giovanni Benelli aveva scritto nel suo testamento: “A tutti i carissimi figli e figlie di Firenze, lascio una sola parola: fidatevi sempre di Gesù Cristo! E grazie, con particolare commozione a tutti quelli che mi hanno aiutato a ripetere questa parola (Gesù Cristo). Che Dio mi prenda nella Sua misericordia”. Amen!

]]>
Don Marco Briziarelli, don Simone Pascarosa e don Marco Pigoni ordinati sacerdoti. Bassetti: “Siate liberi e gioiosi” https://www.lavoce.it/don-marco-briziarelli-don-simone-pascarosa-e-don-marco-pigoni-odinati-sacerdoti-bassetti-siate-liberi-e-gioiosi/ Sat, 25 Jun 2016 17:29:19 +0000 https://www.lavoce.it/?p=46541

«Carissimi don Marco, don Simone e don Marco, io e voi abbiamo cominciato, nello stesso giorno, il 4 ottobre 2009, una bellissima avventura nella nostra vita. In quel giorno io facevo l’ingresso nell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve e voi entravate al Seminario Regionale di Assisi per iniziare il propedeutico. Ma devo dire che, soprattutto, abbiamo camminato assieme perché fin dagli inizi della mia presenza a Perugia vi ho conosciuto, mi sono interessato di voi ed ho seguito la vostra crescita, umana, spirituale e vocazionale. Di tutto questo ringraziamo il Signore». Così il cardinale Gualtiero Bassetti, che il 29 giugno celebrerà il suo 50° anniversario di sacerdozio, ha esordito nell’omelia dell’ordinazione presbiterale di don Marco Briziarelli, don Simone Pascarosa e don Marco Pigoni, in una gremita cattedrale di San Lorenzo in Perugia, sabato pomeriggio 25 giugno. A concelebrare insieme al cardinale, l’arcivescovo emerito Giuseppe Chiaretti, il vescovo ausiliare Paolo Giulietti e numerosi sacerdoti. A presentare i candidati al sacerdozio è stato mons. Carlo Franzoni, rettore del Pontificio Seminario Regionale Umbro “Pio XI” dove attualmente studiano 19 seminaristi perugino-pievesi insieme a 23 provenienti dalle altre sette Diocesi dell’Umbria. Tutti loro si sono ritrovati in San Lorenzo per far festa ai tre compagni che hanno ricevuto, con l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria del loro pastore, l’ordinazione presbiterale entrando a far parte del Clero diocesano che attualmente conta 115 sacerdoti. Oltre ai familiari e agli amici dei tre neo presbiteri, sono giunti in cattedrale numerosi fedeli dalle comunità parrocchiali dove loro prestano servizio pastorale: un segno di amicizia, stima e vicinanza a coloro che si accingono a servire totalmente il popolo di Dio. E’ stato un pomeriggio di grande festa per l’intera comunità diocesana che si è arricchita di tre giovani sacerdoti cresciti nella fede in famiglia, in parrocchia, nei loro luoghi di studio, di lavoro e di vita. Il cardinale Bassetti ai tre ordinandi: «Voi sarete i nuovi messaggeri, i nuovi apostoli…». «Ciascuno di voi, certamente ha avuto la propria chiamata – ha proseguito il cardinale Bassetti nell’omelia – e vi ha corrisposto con i propri doni e la propria generosità e oggi si consegna nelle mani del vescovo. Egli, come il pane e il vino del sacrificio eucaristico, vi presenta, vi offre e vi consacra per tutta la vita al Signore. Certo, ascoltando la pagina del Vangelo di oggi, si dovrebbe dire che come propagandista e promotore delle sue idee Gesù è davvero particolare, un caso unico! Ad uno che gli dice: “Ti seguirò ovunque tu vada!”, risponde: “le volpi hanno le loro tane e gli uccelli i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo”. Ad un altro che gli dice: “Seguimi” – e questo gli risponde di lasciarlo andare prima a seppellire suo padre -, Gesù risponde: “Lascia che i morti seppelliscano i loro morti”. Ad un altro ancora, certamente generoso, che si era proposto: “Ti seguirò Signore, prima però lascia che mi congeda da quelli di casa”, il Maestro dà una risposta ancora più secca: “Nessuno che metta mano all’aratro e poi si volta indietro è adatto per il regno di Dio”. Tutto questo vale anche per noi. Gesù non illude, non è disposto a concedere sconti: Anzi, sembra quasi voglia scoraggiare quelli che desiderano seguirlo. Non riduce le sue pretese, non concede agevolazioni, non scende a patti e presenta il suo ideale all’insegna della croce e del difficile. Gesù, cari figli, è esigente, non vuole mezze misure. Non vuole troppe nostalgie e rimpianti. Diceva Paolo VI: “Non può diventare cristiano chi non sa preferire la perfezione difficile, alla mediocrità facile”. Se vi è una cosa che non si può perdonare ad un cristiano e soprattutto ad un prete, è proprio la mediocrità. Ricordatelo bene, carissimi ordinandi, che oggi soprattutto l’incisività e la forza di penetrazione del messaggio di Cristo, dipende in gran parte dalla credibilità dei messaggeri. Voi sarete i nuovi messaggeri, voi sarete i nuovi apostoli, e dal vostro stile di vita dipenderà in gran parte l’adesione a Cristo degli uomini e delle donne del nostro tempo». «Cristo pontefice della nuova alleanza sceglie alcuni tra i fratelli…». Il cardinale, rivolgendosi ai fedeli in San Lorenzo, ha detto: «L’ordinazione di Marco, Simone e Marco ci fa sperimentare come “Cristo pontefice della nuova alleanza, con affetto di predilezione, sceglie alcuni tra i fratelli, e con l’imposizione delle mani li fa partecipi del suo ministero di salvezza”: è un’esperienza che si ripete mediante il ministero del Vescovo e riempie di gioia non solo la nostra Archidiocesi ma tutta la Chiesa. Sono grato innanzitutto ai tre ordinandi che si consegnano liberamente per ricevere l’imposizione delle mani, come sono grato al Seminario che li ha formati, alle loro famiglie, alle comunità parrocchiali di origine e di destinazione durante gli anni della formazione, un grazie affettuoso ai molti sacerdoti e fedeli dell’Archidiocesi qui presenti e ai tanti ragazzi e giovani che rendono più bella, con la loro partecipazione, questa ordinazione al presbiterato». «La misericordia è il cuore di Cristo!» E i sacerdoti, «per avere questo cuore», devono «essere liberi dalle passioni, soprattutto, da quella terribile del “possesso” … causa di molti fallimenti sacerdotali e della non credibilità di non pochi preti». Poi rivolgendosi ai tre ordinandi, il cardinale ha detto loro: «Cari figli, la gratuità del vostro donare sarà il segno che voi avrete appieno compreso di essere dei gratificati: dare gratuitamente per essere credibili servi di misericordia. Gesù, vedendo le folle, ne sentì compassione perché erano stanche e sfinite come pecore senza pastore. La misericordia è il cuore di Cristo! E voi, per avere questo cuore, dovete essere liberi dalle passioni, soprattutto, da quella terribile passione del “possesso” che, facendo cadere nell’avarizia e nel rinchiudersi in se stessi, è causa di molti fallimenti sacerdotali e della non credibilità di non pochi preti. Liberi, distaccati da tutto, innamorati solo di Cristo e della gente, come ci ripete continuamente Papa Francesco, per poter essere servi di misericordia, con un cuore puro, che si sente “donato” agli altri e quindi sempre in atteggiamento di totale generosità. Servi liberi e gioiosi! Dal momento che è l’Amore che vi elegge e vi manda, voi, come i dodici apostoli, inviati ad annunciare il Regno di Dio, avrete un nome nuovo, un nome di predilezione e di grazia. Un nome inconfondibile ed unico che rimarrà sempre stampato, con il Carattere, per tutta l’eternità». «Affidati, come presbiteri, non solo alla Chiesa diocesana, ma al mondo intero». Avviandosi alla conclusione, il cardinale Bassetti, rivolgendosi sempre ai tre ordinandi, ha ricordato loro: «Da oggi sarete affidati, come presbiteri, non solo alla Chiesa diocesana, ma al mondo intero. La nostra Chiesa ripone in voi tanto affetto e una grande fiducia: siate testimoni di speranza per un mondo diviso e per ciò stesso mondo di solitudini, di angosce che, come un arido deserto, ha sete soltanto di Dio. Fratelli e sorelle, preghiamo perché questi tre nuovi presbiteri possano vivere ed operare, portando sempre speranza. Preghiamo anche perché dietro di loro una schiera di giovani venga nel futuro a vivere, nello stesso spirito, per prepararsi alla stessa missione. Affidiamo Marco, Simone e Marco alla Vergine Maria delle grazie, così venerata in questa nostra Cattedrale, perché, come madre premurosa, li custodisca sempre nell’amore di Dio e dei fratelli      ]]>

«Carissimi don Marco, don Simone e don Marco, io e voi abbiamo cominciato, nello stesso giorno, il 4 ottobre 2009, una bellissima avventura nella nostra vita. In quel giorno io facevo l’ingresso nell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve e voi entravate al Seminario Regionale di Assisi per iniziare il propedeutico. Ma devo dire che, soprattutto, abbiamo camminato assieme perché fin dagli inizi della mia presenza a Perugia vi ho conosciuto, mi sono interessato di voi ed ho seguito la vostra crescita, umana, spirituale e vocazionale. Di tutto questo ringraziamo il Signore». Così il cardinale Gualtiero Bassetti, che il 29 giugno celebrerà il suo 50° anniversario di sacerdozio, ha esordito nell’omelia dell’ordinazione presbiterale di don Marco Briziarelli, don Simone Pascarosa e don Marco Pigoni, in una gremita cattedrale di San Lorenzo in Perugia, sabato pomeriggio 25 giugno. A concelebrare insieme al cardinale, l’arcivescovo emerito Giuseppe Chiaretti, il vescovo ausiliare Paolo Giulietti e numerosi sacerdoti. A presentare i candidati al sacerdozio è stato mons. Carlo Franzoni, rettore del Pontificio Seminario Regionale Umbro “Pio XI” dove attualmente studiano 19 seminaristi perugino-pievesi insieme a 23 provenienti dalle altre sette Diocesi dell’Umbria. Tutti loro si sono ritrovati in San Lorenzo per far festa ai tre compagni che hanno ricevuto, con l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria del loro pastore, l’ordinazione presbiterale entrando a far parte del Clero diocesano che attualmente conta 115 sacerdoti. Oltre ai familiari e agli amici dei tre neo presbiteri, sono giunti in cattedrale numerosi fedeli dalle comunità parrocchiali dove loro prestano servizio pastorale: un segno di amicizia, stima e vicinanza a coloro che si accingono a servire totalmente il popolo di Dio. E’ stato un pomeriggio di grande festa per l’intera comunità diocesana che si è arricchita di tre giovani sacerdoti cresciti nella fede in famiglia, in parrocchia, nei loro luoghi di studio, di lavoro e di vita. Il cardinale Bassetti ai tre ordinandi: «Voi sarete i nuovi messaggeri, i nuovi apostoli…». «Ciascuno di voi, certamente ha avuto la propria chiamata – ha proseguito il cardinale Bassetti nell’omelia – e vi ha corrisposto con i propri doni e la propria generosità e oggi si consegna nelle mani del vescovo. Egli, come il pane e il vino del sacrificio eucaristico, vi presenta, vi offre e vi consacra per tutta la vita al Signore. Certo, ascoltando la pagina del Vangelo di oggi, si dovrebbe dire che come propagandista e promotore delle sue idee Gesù è davvero particolare, un caso unico! Ad uno che gli dice: “Ti seguirò ovunque tu vada!”, risponde: “le volpi hanno le loro tane e gli uccelli i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo”. Ad un altro che gli dice: “Seguimi” – e questo gli risponde di lasciarlo andare prima a seppellire suo padre -, Gesù risponde: “Lascia che i morti seppelliscano i loro morti”. Ad un altro ancora, certamente generoso, che si era proposto: “Ti seguirò Signore, prima però lascia che mi congeda da quelli di casa”, il Maestro dà una risposta ancora più secca: “Nessuno che metta mano all’aratro e poi si volta indietro è adatto per il regno di Dio”. Tutto questo vale anche per noi. Gesù non illude, non è disposto a concedere sconti: Anzi, sembra quasi voglia scoraggiare quelli che desiderano seguirlo. Non riduce le sue pretese, non concede agevolazioni, non scende a patti e presenta il suo ideale all’insegna della croce e del difficile. Gesù, cari figli, è esigente, non vuole mezze misure. Non vuole troppe nostalgie e rimpianti. Diceva Paolo VI: “Non può diventare cristiano chi non sa preferire la perfezione difficile, alla mediocrità facile”. Se vi è una cosa che non si può perdonare ad un cristiano e soprattutto ad un prete, è proprio la mediocrità. Ricordatelo bene, carissimi ordinandi, che oggi soprattutto l’incisività e la forza di penetrazione del messaggio di Cristo, dipende in gran parte dalla credibilità dei messaggeri. Voi sarete i nuovi messaggeri, voi sarete i nuovi apostoli, e dal vostro stile di vita dipenderà in gran parte l’adesione a Cristo degli uomini e delle donne del nostro tempo». «Cristo pontefice della nuova alleanza sceglie alcuni tra i fratelli…». Il cardinale, rivolgendosi ai fedeli in San Lorenzo, ha detto: «L’ordinazione di Marco, Simone e Marco ci fa sperimentare come “Cristo pontefice della nuova alleanza, con affetto di predilezione, sceglie alcuni tra i fratelli, e con l’imposizione delle mani li fa partecipi del suo ministero di salvezza”: è un’esperienza che si ripete mediante il ministero del Vescovo e riempie di gioia non solo la nostra Archidiocesi ma tutta la Chiesa. Sono grato innanzitutto ai tre ordinandi che si consegnano liberamente per ricevere l’imposizione delle mani, come sono grato al Seminario che li ha formati, alle loro famiglie, alle comunità parrocchiali di origine e di destinazione durante gli anni della formazione, un grazie affettuoso ai molti sacerdoti e fedeli dell’Archidiocesi qui presenti e ai tanti ragazzi e giovani che rendono più bella, con la loro partecipazione, questa ordinazione al presbiterato». «La misericordia è il cuore di Cristo!» E i sacerdoti, «per avere questo cuore», devono «essere liberi dalle passioni, soprattutto, da quella terribile del “possesso” … causa di molti fallimenti sacerdotali e della non credibilità di non pochi preti». Poi rivolgendosi ai tre ordinandi, il cardinale ha detto loro: «Cari figli, la gratuità del vostro donare sarà il segno che voi avrete appieno compreso di essere dei gratificati: dare gratuitamente per essere credibili servi di misericordia. Gesù, vedendo le folle, ne sentì compassione perché erano stanche e sfinite come pecore senza pastore. La misericordia è il cuore di Cristo! E voi, per avere questo cuore, dovete essere liberi dalle passioni, soprattutto, da quella terribile passione del “possesso” che, facendo cadere nell’avarizia e nel rinchiudersi in se stessi, è causa di molti fallimenti sacerdotali e della non credibilità di non pochi preti. Liberi, distaccati da tutto, innamorati solo di Cristo e della gente, come ci ripete continuamente Papa Francesco, per poter essere servi di misericordia, con un cuore puro, che si sente “donato” agli altri e quindi sempre in atteggiamento di totale generosità. Servi liberi e gioiosi! Dal momento che è l’Amore che vi elegge e vi manda, voi, come i dodici apostoli, inviati ad annunciare il Regno di Dio, avrete un nome nuovo, un nome di predilezione e di grazia. Un nome inconfondibile ed unico che rimarrà sempre stampato, con il Carattere, per tutta l’eternità». «Affidati, come presbiteri, non solo alla Chiesa diocesana, ma al mondo intero». Avviandosi alla conclusione, il cardinale Bassetti, rivolgendosi sempre ai tre ordinandi, ha ricordato loro: «Da oggi sarete affidati, come presbiteri, non solo alla Chiesa diocesana, ma al mondo intero. La nostra Chiesa ripone in voi tanto affetto e una grande fiducia: siate testimoni di speranza per un mondo diviso e per ciò stesso mondo di solitudini, di angosce che, come un arido deserto, ha sete soltanto di Dio. Fratelli e sorelle, preghiamo perché questi tre nuovi presbiteri possano vivere ed operare, portando sempre speranza. Preghiamo anche perché dietro di loro una schiera di giovani venga nel futuro a vivere, nello stesso spirito, per prepararsi alla stessa missione. Affidiamo Marco, Simone e Marco alla Vergine Maria delle grazie, così venerata in questa nostra Cattedrale, perché, come madre premurosa, li custodisca sempre nell’amore di Dio e dei fratelli      ]]>
“Dico con gioia: prete è bello” https://www.lavoce.it/dico-con-gioia-prete-e-bello/ Wed, 24 Jun 2015 09:03:31 +0000 https://www.lavoce.it/?p=36411 Milli-1“Prete è bello, e posso dirlo con la gioia nel cuore”. Don Filippo Milli, con l’occhio umido e la voce rotta dall’emozione, al termine della celebrazione in cui è stato ordinato sacerdote, domenica 21 giugno, ha salutato con queste parole i tanti fedeli presenti in cattedrale.

La liturgia era presieduta dal vescovo Cancian, che ha concelebrato con mons. Pellegrino Tomaso Ronchi, mons. Nazzareno Marconi e tutto il clero diocesano. L’evento ha rappresentato una grande festa per la Chiesa tifernate, che ha accolto con calore il giovane don Filippo (24 anni), in servizio come vicario parrocchiale a San Giustino, dove già svolgeva il ministero di diacono.

Durante l’omelia il Vescovo ha detto che “Cristo, con il suo amore, vuole cambiare le nostre vite, vuole farci persone nuove, libere dal male”. In seguito, dispensando alcuni consigli a don Filippo e ai presenti, ha ricordato anche quanto sia importante “fidarsi del Signore” e di dedicarsi assiduamente alla preghiera, cercando di “restare con Cristo” e di seguire i suoi insegnamenti.

Ha terminato con due richieste al neo-sacerdote: “Da oggi appartieni a questo presbiterio. Cerca di vivere con il massimo impegno la fraternità sacerdotale, la comunione presbiterale da cui partire per portare il Vangelo a tutti. Infine ti chiedo l’obbedienza, che probabilmente è la cosa più difficile; legato a questa è anche il tuo prossimo servizio pastorale come vice parroco nella comunità di San Giustino”.

Alla stessa comunità di San Giustino sono andati i primi pensieri di don Filippo, che nei ringraziamenti conclusivi ha ricordato, con emozione, anche l’accoglienza e il sostegno dimostratagli da don Gino Capacci, al suo arrivo nella parrocchia sangiustinese.

Don Filippo, infine, al termine della celebrazione, ha colto l’occasione dei tanti giovani presenti in chiesa per proporre una piccola testimonianza del suo percorso verso il sacerdozio e invitare tutti a riflettere su quale sia la propria vocazione. “Non abbiate paura di seguire Gesù – ha affermato. – Se sono qui, lo devo all’amore di Gesù, che è più forte dei nostri peccati… Prendi in mano la tua vita e non avere paura, perché con te c’è il Signore. E anche se sembra chiedere tanto, la Sua ricompensa sarà sempre molto più grande di quanto possiamo immaginare”.

Milli-3Don Filippo celebrerà a Promano, sua parrocchia di provenienza, la sua prima messa domenica prossima, 28 giugno, alle ore 11.30.

 

]]>
Perugia: ordinato sacerdote don Lorenzo Perri dal cardinale Gualtiero Bassetti https://www.lavoce.it/perugia-ordinato-sacerdote-don-lorenzo-perri-dal-cardinale-gualtiero-bassetti/ Tue, 23 Jun 2015 12:47:24 +0000 https://www.lavoce.it/?p=36380 imposizione delle mani del card gualtiero bassetti sul capo di don lorenzo perri (1)Lo scorso 20 giugno, nella cattedrale di San Lorenzo in Perugia, sacerdoti, religiosi, religiose, seminaristi e fedeli dell’Archidiocesi si sono ritrovati numerosi attorno al ventiseienne don Lorenzo Perri, ordinato presbitero dal cardinale Gualtiero Bassetti; concelebranti il vescovo ausiliare mons. Paolo Giulietti e l’arcivescovo emerito mons. Giuseppe Chiaretti. Con don Lorenzo i sacerdoti perugino-pievesi sono 112 e la Chiesa diocesana sta vivendo una “primavera di vocazioni” con i suoi 20 seminaristi che studiano presso il Pontificio Seminario Regionale Umbro “Pio XI”, dei quali tre il prossimo 12 settembre, a conclusione dell’Assemblea diocesana, saranno ordinati diaconi avvicinandosi al presbiterato.

Don Lorenzo Perri, che domenica 21 giugno ha celebrato la sua prima messa nella chiesa parrocchiale di Santo Spirito, dove ricevette il sacramento del Battesimo dall’attuale parroco mons. Saulo Scarabattoli, pochi giorni prima della sua ordinazione ha scritto al cardinale Bassetti una “breve, concisa, essenziale lettera”, come lo stesso porporato l’ha definita nel leggere la parte finale durante l’omelia, accogliendola come “una provocazione così positiva e forte”.

“Mi affido alla sua custodia – ha scritto il futuro sacerdote –, sapendo di non vantare l’applauso di molti, ma rassicurato dalla certezza che la mia vita sia cara ai suoi occhi, tanto e quanto essa è cara agli occhi di Dio”. Al riguardo il cardinale ha parlato di “esame di coscienza per un vescovo” e di un “richiamo ad una paternità profonda e sincera”. Ed ha aggiunto: “Mi sono chiesto: la vita dei miei preti, dei miei seminaristi, dei consacrati, dei diaconi, delle famiglie, di tutto il popolo di Dio che mi è stato affidato, è davvero cara ai miei occhi tanto e quanto è cara agli occhi di Dio? Il brano della Lettera ai Corinzi (letto durante la celebrazione, n.d.r.) ci viene incontro e dà senso a tutto ciò che sta per compiersi in te Lorenzo, nella nostra Chiesa diocesana e in tutta la Chiesa”.

“Noi uomini siamo e riposiamo nelle “mani di Dio”… L’importante è aver preso Gesù sulla nostra barca”

E poi la profonda riflessione del porporato sull’“ordinazione di un presbitero”, che “è di fatto un’indicibile Pentecoste. L’amore di Cristo ci possiede. Lui è morto per noi e noi viviamo per Lui, risorto. Perciò chi è in Cristo è una nuova creatura: le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove… Noi uomini siamo e riposiamo nelle ‘mani di Dio’. È una verità che avrebbero dovuto credere gli Apostoli nell’attraversare il lago, che, pur avendo Gesù sulla barca, ebbero paura di affondare. Una verità in cui dobbiamo credere tutti, soprattutto nelle prove e nei momenti difficili.

E Dio che è padre non lascerà cadere il proprio figliolo! Diceva giustamente santa Teresa d’Avila: ‘Nulla ti turbi, nulla ti spaventi. Tutto passa solo Dio non cambia’. Eppure, ci dice Gesù, ‘perché avete paura? Non avete ancora fede?’. Non siamo soli sulla barca, anche se nel mare c’è tempesta. Talvolta sembra che Dio dorma nella nostra vita. Talvolta ci sembra di essere soli nella lotta contro il male; ma attorno a noi non c’è il vuoto. Le mani di Dio sono più sicure delle nostre. Diceva san Giovanni XXIII: ‘Il Signore sa che ci sono e questo mi basta’. L’importante è aver preso Gesù sulla nostra barca: si tratti della barca della vita, della barca della Chiesa. Oggi, purtroppo, Gesù è escluso da troppe barche, dal cuore di troppe persone, di troppe famiglie”.

La croce è la gloria del prete!

Rivolgendosi al neo sacerdote, il cardinale Bassetti ha detto: “sono grato innanzitutto a te Lorenzo, che ti consegni liberamente e generosamente per l’ordinazione sacerdotale, come sono grato al nostro Seminario Regionale che ti ha aiutato, alla tua famiglia, alla comunità parrocchiale di origine e alle parrocchie a cui sei stato affidato in questi anni di formazione. Un grazie familiare e affettuoso ai sacerdoti, ai consacrati, ai fedeli della Diocesi, che, con la loro presenza, hanno reso più bella questa ordinazione. Caro Lorenzo, ti dico con forza che la croce è la gloria del prete! Sublime mistero, fecondissima esperienza della vita sacerdotale! Essa è il punto culminante della redenzione e perciò dell’adempimento della vocazione sacerdotale. Amore e dolore, come è avvenuto nella vita di Francesco d’Assisi, sono il canto unico ed unitario della vita del prete.

Amore e dolore si integrano e si incrociano per patire i patimenti di tutti, per piangere con chi piange e per esprimere la gioia della nostra vita e della nostra vocazione che possono far sorridere il mondo. Un mondo che difficilmente sorride ma che, nella vocazione del prete, dovrebbe, in modo particolare, vedere il sorriso della grazia. Sono i sacramenti, particolarmente l’Eucaristia celebrata e vissuta, che danno l’immedesimazione efficace alla croce e alla gloria, che fanno del sacerdote un imitatore perfetto di Gesù Cristo ed un amministratore gioioso dei misteri di Dio ad un mondo che, forse senza accorgersene, ne è affamato. E quanta fame e quanta sete di Dio hanno gli uomini di oggi, ad iniziare dai giovani seduti sulla gradinata della nostra cattedrale… Perciò noi preti non siamo per noi stessi, ma per la gente, per il popolo di Dio. Siamo mandati a dare gratuitamente, come gratuitamente abbiamo ricevuto”.

Occorre avere “il cuore di Cristo!”

“E noi per avere questo cuore – ha evidenziato il porporato – dobbiamo essere liberi dalle passioni di ogni tipo e soprattutto da quella terribile del ‘possesso’, che fa l’avarizia e il rinchiudersi in sé, ragione fondamentale di tanti fallimenti sacerdotali e della loro non credibilità. Liberi sempre, caro Lorenzo, per essere servi di misericordia, con un cuore libero, che si senta ‘donato’ e aperto al dono”.

La missione sacerdotale è quella di unire

Il cardinale Bassetti, avviandosi alla conclusione dell’omelia, ha ricordato a don Lorenzo che “la missione del prete è la più pacificante e la più gioiosa” e rivolgendosi al nuovo sacerdote ha detto “possa tu portare nella nostra Chiesa diocesana la speranza di una maggiore comunione fra noi e di un più profondo senso della comunità, per farti anche comunione di questo mondo diviso, di disperazione e di morte. È missione sacerdotale unire: essere corde di congiungimento come diceva san Giovanni Crisostomo”.

Le prime parola da presbitero diocesano di don Lorenzo Perri

Al termine della celebrazione, don Lorenzo ha pronunciato un breve ma toccante discorso di saluto-ringraziamento: “La mia benedizione va a mamma e papà per il dono della vita, a tratti tremenda, tutt’altro che allegra e spensierata, che Dio ha segnato con il passaggio di tutti voi qui presenti. Una vita che Dio ha toccato e diviso in due parti: ciò che c’era prima di incontrarvi, come fosse l’attesa di voi e ciò che c’è stato dopo avervi conosciuto, come fosse la promessa di amarvi per sempre.

Non potendo ricordarvi a uno a uno, vi benedico tutti. Ringrazio tutte le famiglie e gli amici che sono venuti dalla valle tiberina, gli zii e i parenti che sono venuti da lontano, tutta la famiglia, le parrocchie di Madonna Alta, Monteluce, Pierantonio, Solfagnano, Rancolfo, Civitella Benazzone, Santo Spirito e Ferro di Cavallo. Benedico Dio per tutte le amiche e gli amici e i responsabili della ‘Montegrillo Fc’, la piccola società sportiva dove sono cresciuto. Una squadra così scarsa, che in dieci anni non ha vinto mai niente.

Mi avete chiesto ‘chi fosse Dio’ e non sono mai stato in grado di rispondervi. Ci sono pure entrato in Seminario per tentare di rispondervi e non ho ancora trovato le parole e le opere per farlo. Vedendo però come vi siete amati in tutto questo tempo, servendovi e perdonandovi l’un l’altro ogni giorno, siete stati per me la prova che Dio e l’amore esistono e sono la medesima realtà. Verrò a vedervi ridere mentre perdete l’ennesimo torneo di periferia… Viva Cristo Re!”.

]]>
La scelta di Davide https://www.lavoce.it/la-scelta-di-davide/ Wed, 17 Jun 2015 12:59:19 +0000 https://www.lavoce.it/?p=36113 Davide Tononi
Davide Tononi

La Chiesa di Spoleto-Norcia nei prossimi giorni vivrà un momento di preghiera intenso, carico di significato e di speranza: l’ordinazione presbiterale del diacono Davide Tononi che avverrà sabato 27 giugno alle ore 18 nella cattedrale di Spoleto.

Sarà l’arcivescovo Renato Boccardo ad imporre le mani e a recitare la preghiera consacratoria al giovane. Davide Tononi è nato nel 1984 a Desenzano sul Garda, in provincia di Brescia. Cresciuto nella parrocchia di Puegnago del Garda a sedici anni ha iniziato a lavorare come tornitore.

In questo periodo le passioni giovanili hanno prevalso su tutto, compreso il rapporto con Dio. A diciannove anni si licenzia dal lavoro e si mette alla ricerca di un luogo per rigenerarsi. Approda al santuario della Madonna di Belvedere a Città di Castello, dove vive una comunità di Frati Minori Cappuccini.

Qui Davide decide di fermarsi per affrontare un cammino di rigenerazione che nel tempo si trasforma in discernimento vocazionale e che, infine, culmina nella decisione di entrare tra i Frati Minori Cappuccini dell’Umbria dove percorre le tappe del cammino per diventare frate: l’accoglienza, il postulato, il noviziato e il post-noviziato. Quest’ultimo l’ha vissuto a Spoleto, nel convento dei Cappuccini.

La cattedrale di Spoleto
La cattedrale di Spoleto

Nel corso dello svolgimento del servizio pastorale nella parrocchia di S. Nicolò, guidata da don Vito Stramaccia (oggi parroco di Montefalco, ndr) Davide capisce che Dio lo chiama a servirlo in mezzo alla gente, in parrocchia e così decide di lasciare i Frati Cappuccini e chiede di essere accolto come seminarista della Archidiocesi.

Inizia un nuovo percorso di formazione: prima al propedeutico e poi al Seminario maggiore di Assisi. L’8 giugno 2014 è stato ordinato diacono nella chiesa parrocchiale di Bevagna, dove attualmente svolge il proprio ministero. “Mi auguro – dice Davide – di essere un prete capace di costruire rapporti equilibrati e accogliente verso tutti, ma soprattutto un prete che sappia testimoniare quanto è bello il cammino che sta facendo e che vale la pena spendere la vita per il Signore”.

 

]]>
La grazia arriva all’ora giusta https://www.lavoce.it/la-grazia-arriva-allora-giusta/ Wed, 17 Jun 2015 12:23:25 +0000 https://www.lavoce.it/?p=36097 Luca Castrica
Luca Castrica

L’ordinazione di un sacerdote è un dono di Dio, un segno del Suo amore fedele e provvidente per la nostra Chiesa di Orvieto-Todi. Luca Castrica, 34 anni, domenica 28 giugno alle ore 17 nella cattedrale di Orvieto, per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria di mons. Benedetto Tuzia, sarà ordinato sacerdote. Lo abbiamo intervistato.

Quanto ti sei accorto che Dio parlava al tuo cuore e ti chiamava a distaccarti da tutto per servirlo?

“All’età di 18 anni ho iniziato a percepire i germi della chiamata, ma il mio padre spirituale, mons. Domenico Cancian, mi suggerì, saggiamente, di attendere la conclusione degli studi universitari, poiché umanamente non ero ancora pronto per una scelta di questo tipo. L’attesa avrebbe invece purificato le mie intenzioni e mi avrebbe garantito una maggiore libertà interiore.

Terminato il quinquennio istituzionale, però, la serenità tanto attesa non arrivò. Pertanto dovetti prendere altro tempo per fare chiarezza. Non tutti compresero la mia scelta, ma a posteriori non mi pento di quello che ho fatto. Solamente a 28 anni ho sperimentato la libertà, la consapevolezza e la responsabilità sufficienti per entrare in seminario. Evidentemente il Signore non mi ha fatto mancare la grazia per scegliere al momento opportuno”.

Cosa hanno detto i tuoi genitori quando hai comunicato la tua intenzione di diventare sacerdote?

“Hanno preso atto della mia decisione con grande rispetto, nonostante l’inevitabile sorpresa. Nel tempo li ho visti sempre più felici di questa scelta, perché hanno verificato che era Dio l’artefice di tutto. Sono profondamente grato alla mia famiglia per l’educazione che mi ha trasmesso e, soprattutto, per la testimonianza di fede con la quale mi ha educato fin da bambino. Credo di avere dei santi genitori”.

E gli amici sono stati contenti, increduli, o pronti a deriderti?

“Anche in loro ho percepito un grande rispetto. La maggioranza dei miei amici condivide la mia stessa fede e ha accolto con gioia la mia decisione. Coloro i quali erano a conoscenza delle difficoltà che ho incontrato prima della scelta si sono mostrati giustamente cauti, ma, allo stesso tempo, mi hanno sostenuto con tanto affetto. Nei loro confronti provo pertanto un enorme senso di gratitudine”.

Che ricordo hai degli anni trascorsi in seminario?

“Il seminario è un passaggio assolutamente necessario. Lo paragonerei a una porta stretta attraverso la quale è opportuno passare, se si vuole diventare santi sacerdoti. Ha ragione chi lo definisce come un tempo e un luogo di ‘destrutturazione’. Si entra convinti che la propria esperienza di Chiesa sia la migliore possibile, per poi accorgersi che ce ne sono tante altre altrettanto belle. Lo stesso vale per le persone. Quanta santità è possibile scorgere all’interno di queste mura!

L’aspetto che più mi manca è in assoluto la qualità delle relazioni. Non è possibile andare in profondità con tutti; ciò nonostante, il Signore mi ha messo vicino fratelli con i quali ho potuto condividere la bellezza della fede e sperimentare un accrescimento vicendevole. Sono pronto a scommettere su queste amicizie spirituali anche per l’avvenire”.

Che ti senti di dire ai giovani amici che, oggi, ti guardano?

“Vorrei solo chiarire che non sono migliore di loro. Non sono un ‘superuomo’ e non voglio essere lodato. Ricorderei loro, solamente, che il segreto per vivere in pienezza è fare la volontà di Dio. Si tratta di un ideale alto, ma assolutamente alla portata di tutti. Non potrebbe essere altrimenti!”.

 

]]>
“Fiat voluntas Tua” https://www.lavoce.it/fiat-voluntas-tua/ Tue, 19 May 2015 13:31:23 +0000 https://www.lavoce.it/?p=33660 Don Alessandro all’uscita della cattedrale
Don Alessandro all’uscita della cattedrale

È stato ordinato sacerdote nel giorno dell’Ascensione di Cristo Alessandro Picchiarelli, trentunenne, della parrocchia di Costano. La cerimonia, svoltasi nella cattedrale di San Rufino nel pomeriggio di domenica scorsa, è stata assai gioiosa e partecipata da numerosissimi fedeli che hanno testimoniato il loro affetto e calore anche nella successiva festa tenutasi nella cittadina di provenienza.

Commozione e determinatezza nel pronunciare il proprio “Fiat voluntas Tua” sono emerse nel corso della solenne celebrazione, allietata dal coro diocesano, presieduta da mons. Domenico Sorrentino accanto al quale erano sacerdoti provenienti da tutta la diocesi e non solo.

La vocazione di don Alessandro, scoperta nel 2007 a seguito di un pellegrinaggio a Medjugorie è culminata con l’ingresso nel pontificio seminario regionale umbro il 7 ottobre del 2008, giorno della Madonna del Rosario, subito dopo il conseguimento della laurea in ingegneria informatica.

Nell’omelia (la cui registrazione è presente sul sito della diocesi), dopo essersi soffermato sul mistero dell’Ascensione, il vescovo ha desiderato sottolineare come don Alessandro sia chiamato a fissare il volto di Gesù per poter essere, nel suo apostolato, volto, corpo e cuore vibrante di Cristo. Per operare ciò dovrà coltivare un personale dialogo con Gesù, affinché la signoria di Cristo possa travolgerne completamente la vita e plasmarne il ministero, che acquisirà così l’efficacia della testimonianza che nasce dall’intimità con il Signore. Monsignor Sorrentino ha pure ribadito come la paternità sacerdotale sia propria di colui cui viene affidato il compito di edificare la famiglia di Dio insieme con il vescovo, i confratelli e la comunità ecclesiale in cui si è chiamati ad operare, vivendo operativamente la propria dimensione missionaria. “La tua esistenza – ha ribadito il vescovo – è ormai nelle mani di Gesù, sei il missionario di Gesù, chiunque potrà dire: ‘Ti aspetto, perché aspetto Gesù’… Sei anche il primo sacerdote del sinodo diocesano”.

Nel corso della celebrazione, un grosso applauso ha sottolineato il momento successivo alla vestizione; similmente, è sorto spontaneo al termine della cerimonia, quando don Alessandro ha recitato una preghiera di Sant’Agostino, per poi ringraziare il Signore e la Vergine Maria per il grande dono ricevuto; ha salutato e ringraziato la sua famiglia e le parrocchie in cui ha svolto il proprio servizio pastorale, dedicando un pensiero speciale al vescovo, con il quale in quest’ultimo periodo ha avuto modo di collaborare.

Dopo aver scelto la piccola cappella di Santa Elisabetta a Costano per celebrare la messa nel giorno successivo alla sua ordinazione presbiteriale, don Alessandro presiederà la prima messa solenne domenica 24 maggio alle ore 17 nella chiesa di San Giuseppe di Costano.

È peraltro tradizione della Chiesa che il celebrante e i fedeli che assistono devotamente alla prima messa di un novello sacerdote possano ricevere l’indulgenza plenaria.

 

]]>
Marco Lorenzo e Matteo ordinati presbiteri. Bassetti: “abbiate l’odore delle pecore!” https://www.lavoce.it/marco-lorenzo-e-matteo-ordinati-presbiteri/ Sat, 28 Jun 2014 18:21:19 +0000 https://www.lavoce.it/?p=25882

matteo lorenzo e marco neo sacerdoti diocesaniMentre fuori, in piazza IV Novembre e in Corso Vannucci, e anche sulle scalette della cattedrale, la città viveva un ordinario sabato pomeriggio di fine giugno, con i festeggiamenti per i matrimoni celebrati nel palazzo comunale di fronte, lo shopping e il passeggio di perugini e turisti, nella Cattedrale di San Lorenzo la Chiesa perugino-pievese stava pregando per Marco, Lorenzo e Matteo ordinati presbiteri nella vigilia della solennità dei ss. Pietro e Paolo. L'Arcivescovo Cardinale Gualtiero Bassetti all'inizio della liturgia ha rivolto un saluto ai tre ordinandi, i familiari e amici, ai fedeli tutti e ai presbiteri, e in particolare ai formatori del Seminario Regionale Umbro “Pio XI” di Assisi nel quale  gli ordinandi si sono formati, l'attuale Rettore don Carlo Franzoni e il padre spirituale don Mauro Salciarini. Sul presbiterio, accanto all'arcivescovo emerito di Perugia Giuseppe Chiaretti, c'erano mons Nazzareno Marconi, predecessore di Franzoni e vescovo eletto di Macerata, e mons. Paolo Giulietti, vescovo eletto di Termini Imerese ausiliare di Perugia - Città della Pieve. Il cardinale Bassetti nell’omelia ha ricordato di quando, parlando ai giovani durante la recente Visita pastorale li invitava a guardare “sempre in alto perché c’è anche per voi uno spirito che chiama ed una perla preziosa da trovare, per cui vale la pena di dare la propria vita”. “Voi figli carissimi - ha aggiunto - questa perla l’avete trovata perciò, io stasera, ancora una volta vi dico: guardate a Lui per essere sacerdoti secondo il suo cuore e con “l’odore delle pecore”. Guardate a Lui e non lasciate cadere a vuoto neppure una delle sue parole. Guardate a Lui e ascoltatelo. Guardate a Lui che vi conosce con l’effusione del suo Spirito, perché possiate sempre agire in suo nome nella sua persona. Proclamate sempre la Parola ai piccoli, ai poveri, agli emarginati, ai sofferenti, ai bimbi, ai giovani e alle famiglie, con tenacia e coraggio. I tempi sono difficili, ma sono formidabili. Questo è il tempo dell’andare, è il tempo della missione; è il tempo dell’Evangelii gaudium; è il tempo in cui ci viene chiesto di metterci sotto la Parola e di essa proclamarci servi, come Maria di Nazareth”. Il cardinale Bassetti ha esortato i tre ordinandi, nel ricordare che «il Santo Padre ha parlato più volte di ‘Chiesa in uscita’”, di essere “sempre disponibili a lasciare per andare. La nostra Chiesa ha bisogno di presbiteri che sappiano giocarsi la vita e vendere la propria pelle per Cristo. Cari figli non esitate a buttarvi nell’avventura del dialogo, dell’incontro, del servizio, dell’amore sincero verso le persone che vi saranno affidate. Se vorrete rendere facile il vostro sacerdozio, ma al tempo stesso tradirlo, ‘dispensatevi dal cercare gli altri e state ad aspettare che essi vengano a cercare voi!’. Sono parole accorate di Paolo VI, pronunciate quaranta anni fa. Se penserete alle tante persone che sono fuori dalla conoscenza di Cristo (qualche volta venite a fare un giro notturno in piazza IV Novembre e cercate di incrociare lo sguardo di qualche giovane…), allora vi sentirete spinti da Cristo a ricercare, con tutte le vostre forze, coloro che non hanno più chi li ami, chi li ricerchi e chi li vada a ritrovare. Non andate a letto tranquilli la sera senza esservi domandati: Signore cosa ho fatto oggi per cercare quelle anime? È solo la carità di Cristo che brucia dentro e spinge sempre a servire e ad amare. Concludo dicendovi: sarà sempre nutrimento al Popolo di Dio la vostra dottrina, gioia e sostegno ai fedeli di Cristo il profumo della vostra vita, perché con la parola, i sacramenti e l’esempio edificate la Casa di Dio, che è la Chiesa”.]]>

matteo lorenzo e marco neo sacerdoti diocesaniMentre fuori, in piazza IV Novembre e in Corso Vannucci, e anche sulle scalette della cattedrale, la città viveva un ordinario sabato pomeriggio di fine giugno, con i festeggiamenti per i matrimoni celebrati nel palazzo comunale di fronte, lo shopping e il passeggio di perugini e turisti, nella Cattedrale di San Lorenzo la Chiesa perugino-pievese stava pregando per Marco, Lorenzo e Matteo ordinati presbiteri nella vigilia della solennità dei ss. Pietro e Paolo. L'Arcivescovo Cardinale Gualtiero Bassetti all'inizio della liturgia ha rivolto un saluto ai tre ordinandi, i familiari e amici, ai fedeli tutti e ai presbiteri, e in particolare ai formatori del Seminario Regionale Umbro “Pio XI” di Assisi nel quale  gli ordinandi si sono formati, l'attuale Rettore don Carlo Franzoni e il padre spirituale don Mauro Salciarini. Sul presbiterio, accanto all'arcivescovo emerito di Perugia Giuseppe Chiaretti, c'erano mons Nazzareno Marconi, predecessore di Franzoni e vescovo eletto di Macerata, e mons. Paolo Giulietti, vescovo eletto di Termini Imerese ausiliare di Perugia - Città della Pieve. Il cardinale Bassetti nell’omelia ha ricordato di quando, parlando ai giovani durante la recente Visita pastorale li invitava a guardare “sempre in alto perché c’è anche per voi uno spirito che chiama ed una perla preziosa da trovare, per cui vale la pena di dare la propria vita”. “Voi figli carissimi - ha aggiunto - questa perla l’avete trovata perciò, io stasera, ancora una volta vi dico: guardate a Lui per essere sacerdoti secondo il suo cuore e con “l’odore delle pecore”. Guardate a Lui e non lasciate cadere a vuoto neppure una delle sue parole. Guardate a Lui e ascoltatelo. Guardate a Lui che vi conosce con l’effusione del suo Spirito, perché possiate sempre agire in suo nome nella sua persona. Proclamate sempre la Parola ai piccoli, ai poveri, agli emarginati, ai sofferenti, ai bimbi, ai giovani e alle famiglie, con tenacia e coraggio. I tempi sono difficili, ma sono formidabili. Questo è il tempo dell’andare, è il tempo della missione; è il tempo dell’Evangelii gaudium; è il tempo in cui ci viene chiesto di metterci sotto la Parola e di essa proclamarci servi, come Maria di Nazareth”. Il cardinale Bassetti ha esortato i tre ordinandi, nel ricordare che «il Santo Padre ha parlato più volte di ‘Chiesa in uscita’”, di essere “sempre disponibili a lasciare per andare. La nostra Chiesa ha bisogno di presbiteri che sappiano giocarsi la vita e vendere la propria pelle per Cristo. Cari figli non esitate a buttarvi nell’avventura del dialogo, dell’incontro, del servizio, dell’amore sincero verso le persone che vi saranno affidate. Se vorrete rendere facile il vostro sacerdozio, ma al tempo stesso tradirlo, ‘dispensatevi dal cercare gli altri e state ad aspettare che essi vengano a cercare voi!’. Sono parole accorate di Paolo VI, pronunciate quaranta anni fa. Se penserete alle tante persone che sono fuori dalla conoscenza di Cristo (qualche volta venite a fare un giro notturno in piazza IV Novembre e cercate di incrociare lo sguardo di qualche giovane…), allora vi sentirete spinti da Cristo a ricercare, con tutte le vostre forze, coloro che non hanno più chi li ami, chi li ricerchi e chi li vada a ritrovare. Non andate a letto tranquilli la sera senza esservi domandati: Signore cosa ho fatto oggi per cercare quelle anime? È solo la carità di Cristo che brucia dentro e spinge sempre a servire e ad amare. Concludo dicendovi: sarà sempre nutrimento al Popolo di Dio la vostra dottrina, gioia e sostegno ai fedeli di Cristo il profumo della vostra vita, perché con la parola, i sacramenti e l’esempio edificate la Casa di Dio, che è la Chiesa”.]]>
“Ordinati” per gli altri https://www.lavoce.it/ordinati-per-gli-altri/ Thu, 26 Jun 2014 15:28:37 +0000 https://www.lavoce.it/?p=25848 Perugia - Ordinazione presbiterale in CattedraleIl 28 giugno, nella vigilia della festa dei santi apostoli Pietro e Paolo nella Cattedrale di San Lorenzo alle ore 18, l’arcivescovo Cardinale Gualtiero Bassetti, ordinerà presbiteri Marco Cappellato, Lorenzo Marazzani e Matteo Rubechini, di cui abbiamo tracciato una breve biografia nel numero scorso.

Il collegamento tra la festa dei due massimi apostoli con l’ordinazione al sacerdozio ministeriale dei presbiteri appartiene alla tradizione di moltissime diocesi e rappresenta il segno di un legame stretto e necessario tra la Chiesa locale diocesana e la Chiesa “Una Santa Cattolica e Apostolica”.

Nell’ordinazione i tre giovani che sono già stati consacrati nel primo grado del sacramento dell’ordine, il diaconato, ricevono con l’imposizione della mani da parte del vescovo e dei membri concelebranti del presbiterio, il dono dello Spirito che li rende idonei e capaci di rappresentare Cristo nella funzione di presidente dell’assemblea liturgica, con un dono di grazia e una mutazione ontologica soprannaturale denominata “carattere”, indistruttibile e irripetibile.

Il presbitero pertanto è ministro idoneo a celebrare i sacramenti della Chiesa secondo il suo grado, che praticamente comprende tutti i sacramenti tranne quello dell’Ordine, che compete solo al vescovo, ed inoltre è mandato ad annunziare la buona novella e ad avere la cura pastorale del popolo di Dio. Per questa sua consacrazione si dona alla Chiesa per il servizio al popolo di Dio.

L’ordine sacro non è per se stesso o per la propria santificazione ma per gli altri e la loro santificazione, di cui la propria è evidentemente condizione e conseguenza.

Il sacerdozio, la profezia e la regalità propri di ogni battezzato e del popolo nella sua interezza, doni legati al battesimo, sono elevati dall’Ordine a funzioni e ministeri a dimensione sociale e comunitaria.

Per comprendere bene il significato di questo sacramento si dovrebbe seguire attentamente il susseguirsi dei singoli riti che compongono in unità tutte le fasi. Un momento particolarmente toccante della celebrazione è quando tutto il popolo prega con la solenne Litania dei santi sugli ordinandi stessi a terra. È come se una pioggia di benedizioni e di grazia scendesse dal cielo dove risiede l’immensa schiera di coloro che formano la “Chiesa trionfante” su quelle piccole creature che si accingono ad essere le guide della “Chiesa militante” e pellegrina sulla terra. Altro momento è quando il Vescovo impone le mani e invoca lo Spirito, il momento specifico del sacramento, e infine quando unge le mani che sono destinate a trattare le specie eucaristiche e a benedire il popolo.

Al termine della ordinazione il vescovo chiama singolarmente i presbiteri e chiede loro di promettere a lui e ai suoi successori “riverenza e obbedienza”, stringendo le mani giunte del presbitero nelle sue.

È un patto di alleanza leale, di rapporto fiduciario e di comunione che ha aspetti giuridici oltre che ecclesiali.

L’Ordinazione per una comunità ecclesiale diocesana rappresenta una grande festa e un segno di fecondità e di crescita nella realizzazione del progetto di Dio per la salvezza degli uomini. Una festa della fede che suscita grandi speranze.

]]>