operatori sanitari Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/operatori-sanitari/ Settimanale di informazione regionale Fri, 27 Apr 2018 15:47:26 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg operatori sanitari Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/operatori-sanitari/ 32 32 Pronto? La Sanità umbra risponde https://www.lavoce.it/pronto-la-sanita-umbra-risponde/ Tue, 01 May 2018 11:42:32 +0000 https://www.lavoce.it/?p=51788

E' un’evoluzione del Nus telefonico attivato nel 2016 per effettuare le prenotazioni di visite specialistiche e esami diagnostici, e fornirà ai cittadini informazioni complete, aggiornate, tempestive e qualificate di orientamento e facilitazione all’accesso ai servizi sanitari offerti dalla Regione Umbria: il Nus telefonico (Numero Umbria sanità), realizzato da Umbria Salute, per conto della Regione Umbria e di tutte le Aziende sanitarie del territorio regionale, dopo all’incirca 2 anni di sperimentazione per la prenotazione di prestazioni, diventa anche informativo. Il Nus - è stato spiegato dall’amministratore di Umbria Salute Piero Rosi e dalla dott.ssa Mara Sforna, direttore dei Servizi all’utenza di Umbria Salute - risponde al numero verde 800 636363, gratuito sia da fisso sia da cellulare, attivo dal lunedì al venerdì (festivi esclusi), dalle ore 8 alle 18. “L’obiettivo del servizio – ha spiegato l’assessore regionale alla Salute, Coesione sociale e Welfare Luca Barberini- è abbattere le barriere burocratiche che limitano i cittadini nell’accesso e nella fruibilità delle prestazioni sanitarie, realizzando una sanità sempre più vicina alle persone che potranno chiedere informazioni su orari, luoghi, recapiti telefonici delle strutture sanitarie umbre, su assistenza sanitaria per diverse categorie di persone come anziani, studenti fuori sede, disabili, stranieri o donne in stato interessante, su vaccini, cure palliative, visite specialistiche, screening, reparti di degenza, medicina veterinaria e tanto altro ancora”. Barberini ha inoltre reso noto che “alle chiamate al Nus rispondono operatori appositamente formati, organizzati in 26 postazioni distribuite su tutto il territorio regionale a cui si aggiungeranno presto altri due punti”. Il nucleo principale del sistema di contact center è situato presso gli uffici di Umbria Salute, siti a Perugia, dove sono presenti 10 postazioni “centrali”, mentre le altre 16 sono “periferiche”, localizzate cioè presso le Aziende sanitarie, in modo da assicurare una copertura uniforme di tutta la regione. “L’innovazione introdotta con il ‘Nus Informativo’ – ha precisato - non incrementa i costi complessivamente a carico della Regione Umbria e delle Aziende sanitarie, in quanto il servizio viene realizzato attraverso il progressivo passaggio degli operatori già attivi presso gli sportelli Cup, all’attività telefonica per il Nus, attraverso una riconversione di personale che diventa reversibile al bisogno. L’operatore, restando nella sua abituale postazione fisica Cup, viene infatti dotato di uno speciale kit (composto da un telefono con cuffie, collegato al sistema di contact center del Nus e da credenziali di accesso al portale Nus, collegato con i siti delle Aziende sanitarie), che attiva nella fascia oraria individuata a supporto del Nus”. “Mentre nelle altre fasce orarie (quelle di maggior afflusso di utenti allo sportello Cup) - ha proseguito - può riattivare la postazione fisica per lo smaltimento di eventuali code”. Nel mese di marzo 2018 le chiamate in entrata sono state mediamente 1.041 al giorno così suddivise: attività attinenti al Cup (prenotazioni, tentativi di prenotazione, disdette) 47 per cento sul totale di chiamate; richieste informazioni 40 per cento, altre attività 13 per cento. “Punto di partenza per promuovere l’utilizzo del Nus – ha concluso Barberini - è che i cittadini umbri conoscano e memorizzino il numero verde 800 636363”.]]>

E' un’evoluzione del Nus telefonico attivato nel 2016 per effettuare le prenotazioni di visite specialistiche e esami diagnostici, e fornirà ai cittadini informazioni complete, aggiornate, tempestive e qualificate di orientamento e facilitazione all’accesso ai servizi sanitari offerti dalla Regione Umbria: il Nus telefonico (Numero Umbria sanità), realizzato da Umbria Salute, per conto della Regione Umbria e di tutte le Aziende sanitarie del territorio regionale, dopo all’incirca 2 anni di sperimentazione per la prenotazione di prestazioni, diventa anche informativo. Il Nus - è stato spiegato dall’amministratore di Umbria Salute Piero Rosi e dalla dott.ssa Mara Sforna, direttore dei Servizi all’utenza di Umbria Salute - risponde al numero verde 800 636363, gratuito sia da fisso sia da cellulare, attivo dal lunedì al venerdì (festivi esclusi), dalle ore 8 alle 18. “L’obiettivo del servizio – ha spiegato l’assessore regionale alla Salute, Coesione sociale e Welfare Luca Barberini- è abbattere le barriere burocratiche che limitano i cittadini nell’accesso e nella fruibilità delle prestazioni sanitarie, realizzando una sanità sempre più vicina alle persone che potranno chiedere informazioni su orari, luoghi, recapiti telefonici delle strutture sanitarie umbre, su assistenza sanitaria per diverse categorie di persone come anziani, studenti fuori sede, disabili, stranieri o donne in stato interessante, su vaccini, cure palliative, visite specialistiche, screening, reparti di degenza, medicina veterinaria e tanto altro ancora”. Barberini ha inoltre reso noto che “alle chiamate al Nus rispondono operatori appositamente formati, organizzati in 26 postazioni distribuite su tutto il territorio regionale a cui si aggiungeranno presto altri due punti”. Il nucleo principale del sistema di contact center è situato presso gli uffici di Umbria Salute, siti a Perugia, dove sono presenti 10 postazioni “centrali”, mentre le altre 16 sono “periferiche”, localizzate cioè presso le Aziende sanitarie, in modo da assicurare una copertura uniforme di tutta la regione. “L’innovazione introdotta con il ‘Nus Informativo’ – ha precisato - non incrementa i costi complessivamente a carico della Regione Umbria e delle Aziende sanitarie, in quanto il servizio viene realizzato attraverso il progressivo passaggio degli operatori già attivi presso gli sportelli Cup, all’attività telefonica per il Nus, attraverso una riconversione di personale che diventa reversibile al bisogno. L’operatore, restando nella sua abituale postazione fisica Cup, viene infatti dotato di uno speciale kit (composto da un telefono con cuffie, collegato al sistema di contact center del Nus e da credenziali di accesso al portale Nus, collegato con i siti delle Aziende sanitarie), che attiva nella fascia oraria individuata a supporto del Nus”. “Mentre nelle altre fasce orarie (quelle di maggior afflusso di utenti allo sportello Cup) - ha proseguito - può riattivare la postazione fisica per lo smaltimento di eventuali code”. Nel mese di marzo 2018 le chiamate in entrata sono state mediamente 1.041 al giorno così suddivise: attività attinenti al Cup (prenotazioni, tentativi di prenotazione, disdette) 47 per cento sul totale di chiamate; richieste informazioni 40 per cento, altre attività 13 per cento. “Punto di partenza per promuovere l’utilizzo del Nus – ha concluso Barberini - è che i cittadini umbri conoscano e memorizzino il numero verde 800 636363”.]]>
L’assistenza domiciliare per le persone affette da patologie croniche https://www.lavoce.it/lassistenza-domiciliare-le-persone-affette-patologie-croniche/ Wed, 07 Mar 2018 16:40:52 +0000 https://www.lavoce.it/?p=51364

Si parla molto di sanità, di ospedali, di eccellenze, ma poco di assitenza domiciliare, ovvero di quel servizio che più è vicino alle famiglie che hanno, e che vogliono tenere, in casa un familiare malato. Annamaria Bellucci è coordinatrice infermieristica al Centro di salute “Perugia Nord-Est” di Ponte San Giovanni. L’area è la più vasta di tutto il distretto perugino e qui sono concentrati la maggior parte dei pazienti che ricevono assistenza domiciliare in media con un’età superiore ai 65 anni. “Il Centro – spiega Bellucci - garantisce servizio infermieristico domiciliare tutti i giorni, dalle 7 alle 19 di sera, attraverso almeno tre operatori sanitari (Os) in un’area che va da Ponte San Giovanni a Collestrada, San Martino in Campo e in Colle, San Fortunato, Brufa, Ponte Nuovo. Ogni giorno si fanno prelievi, Trombotest, seguiamo pazienti con sondino nasogastrico, lesioni post operatorie, catetere, lesioni vascolari, con Peg, malati oncologici, geriatrici, con demenza e con Sla”. “Il nostro è un lavoro che richiede una preparazione specifica, facciamo dei continui corsi di aggiornamento – spiega - perché entriamo nelle case delle famiglie, con le quali si instaura un rapporto diverso rispetto all’ospedale: mentre in ospedale il paziente quasi subisce la cura, a domicilio i familiari vengono coinvolti nella cura, e spesso sono istruiti sulle procedure da seguire per l’assistenza, quando è possibile. Fino ad oggi siamo stati in grado di gestire abbastanza bene la situazione - sottolinea - malgrado momenti di sovraccarico, dimissioni dall’ospedale improvvise e le difficoltà dovute ad un parco macchine di servizio ormai vecchio. La maggior parte dei problemi sorgono quando la dimissione avviene il sabato, magari senza farmaci, spesso difficili da reperire di sabato, oppure quando il paziente ha il sondino naso- gastrico che magari inavvertitamente si toglie e che il familiare non sa gestire, così chiama il 118: si tratta di chiamate incongrue, perché il 118 è per l’urgenza”. Spiega però che, rispetto al passato, sono stati fatti dei grandi passi avanti nella domiciliazione, soprattutto per evitare lunghi tempi di permanenza in ospedale: “tutto il percorso, dalla presa in carico del paziente appena uscito dall’ospedale fino all’assistenza domiciliare è regolamentato da accordi interaziendali, con procedure che garantiscono maggiore sicurezza sia per l’operatore che per il paziente”. Continua a leggere gratuitamente sull'edizione digitale de La Voce.]]>

Si parla molto di sanità, di ospedali, di eccellenze, ma poco di assitenza domiciliare, ovvero di quel servizio che più è vicino alle famiglie che hanno, e che vogliono tenere, in casa un familiare malato. Annamaria Bellucci è coordinatrice infermieristica al Centro di salute “Perugia Nord-Est” di Ponte San Giovanni. L’area è la più vasta di tutto il distretto perugino e qui sono concentrati la maggior parte dei pazienti che ricevono assistenza domiciliare in media con un’età superiore ai 65 anni. “Il Centro – spiega Bellucci - garantisce servizio infermieristico domiciliare tutti i giorni, dalle 7 alle 19 di sera, attraverso almeno tre operatori sanitari (Os) in un’area che va da Ponte San Giovanni a Collestrada, San Martino in Campo e in Colle, San Fortunato, Brufa, Ponte Nuovo. Ogni giorno si fanno prelievi, Trombotest, seguiamo pazienti con sondino nasogastrico, lesioni post operatorie, catetere, lesioni vascolari, con Peg, malati oncologici, geriatrici, con demenza e con Sla”. “Il nostro è un lavoro che richiede una preparazione specifica, facciamo dei continui corsi di aggiornamento – spiega - perché entriamo nelle case delle famiglie, con le quali si instaura un rapporto diverso rispetto all’ospedale: mentre in ospedale il paziente quasi subisce la cura, a domicilio i familiari vengono coinvolti nella cura, e spesso sono istruiti sulle procedure da seguire per l’assistenza, quando è possibile. Fino ad oggi siamo stati in grado di gestire abbastanza bene la situazione - sottolinea - malgrado momenti di sovraccarico, dimissioni dall’ospedale improvvise e le difficoltà dovute ad un parco macchine di servizio ormai vecchio. La maggior parte dei problemi sorgono quando la dimissione avviene il sabato, magari senza farmaci, spesso difficili da reperire di sabato, oppure quando il paziente ha il sondino naso- gastrico che magari inavvertitamente si toglie e che il familiare non sa gestire, così chiama il 118: si tratta di chiamate incongrue, perché il 118 è per l’urgenza”. Spiega però che, rispetto al passato, sono stati fatti dei grandi passi avanti nella domiciliazione, soprattutto per evitare lunghi tempi di permanenza in ospedale: “tutto il percorso, dalla presa in carico del paziente appena uscito dall’ospedale fino all’assistenza domiciliare è regolamentato da accordi interaziendali, con procedure che garantiscono maggiore sicurezza sia per l’operatore che per il paziente”. Continua a leggere gratuitamente sull'edizione digitale de La Voce.]]>
Eutanasia: papa Francesco torna a fare chiarezza https://www.lavoce.it/eutanasia-papa-francesco-torna-chiarezza/ Sat, 25 Nov 2017 11:34:41 +0000 https://www.lavoce.it/?p=50652

di don Carlo Maccari, teologo morale Ita Proporzionalità delle cure, accanimento terapeutico, eutanasia. Questi tre termini o questioni mediche hanno un diverso significato, che porta con sé inevitabilmente un diverso giudizio morale. Non sono la stessa cosa, però purtroppo nel dibattito sull’eutanasia tra i “non addetti ai lavori” spesso vengono confusi. Papa Francesco nel suo recente messaggio ai partecipanti al meeting regionale europeo della World Medical Association sulle questioni del “fine vita” ha il merito di distinguerle ribadendo la loro differente qualità morale. Rifacendosi al documento del 1980 della Congregazione per la dottrina delle fede Dichiarazione sull’eutanasia chiarisce che vi è un criterio di “proporzionalità delle cure” che si oppone chiaramente all’accanimento terapeutico. “È anche lecito interrompere l’applicazione di tali mezzi - si legge al numero 4 del documento - quando i risultati deludono le speranze riposte in essi. Ma nel prendere una decisione del genere, si dovrà tener conto del giusto desiderio dell’ammalato e dei suoi familiari, nonché del parere di medici veramente competenti; costoro potranno senza dubbio giudicare meglio di ogni altro se l’investimento di strumenti e di personale è sproporzionato ai risultati prevedibili e se le tecniche messe in opera impongono al paziente sofferenze e disagi maggiori dei benefici che se ne possono trarre”. Il Papa commenta e chiarisce così: “Vediamo bene, infatti, che non attivare mezzi sproporzionati o sospenderne l’uso, equivale a evitare l’accanimento terapeutico, cioè compiere un’azione che ha un significato etico completamente diverso dall’eutanasia, che rimane sempre illecita, in quanto si propone di interrompere la vita, procurando la morte”. Abbiamo in questa frase il diverso significato e di conseguenza la diversa valutazione morale: mentre è sempre lecito rifiutare una cura non proporzionale ai risultati che si possono ottenere, cioè agli effettivi benefici e miglioramenti per il malato, altresì non è mai lecito porre in atto mezzi tecnici o impiegare medici e infermieri per cure inutili, che non producono miglioramenti nella salute, ma addirittura risultano dannose per la condizione non solo fisica, ma anche psichica e morale del paziente, per questo tale atteggiamento è definito accanimento terapeutico. Con eutanasia il Magistero della Chiesa da sempre intende quell’azione attiva (provocare direttamente la morte) o passiva (omettere un’azione indispensabile con la conseguenza di provocare la morte) che ha l’intenzione e lo scopo di togliere la vita e tale azione ribadisce Papa Francesco: “rimane sempre illecita”, come si legge anche nel documento del Pontificio consiglio Cor Unum, Alcune questioni etiche relative ai malati gravi e ai morenti, numeri 3.1 e 3.3. Il dibattito sull’eutanasia dovrebbe spostarsi dalla questione dell’autodeterminazione del paziente, poiché la vita umana concepita come dono non può diventare un diritto utilitarista da rivendicare come possesso arbitraria di se stessi, ma dovrebbe sempre di più e con maggiore competenza concentrarsi sulla proporzionalità delle cure, sulle maggiori e qualificate competenze mediche, ed infine sulla famiglia del paziente. La decisione sul fine della propria vita non potrà essere concepita come una scelta soggettiva decisa a prescindere da tutto e da tutti, come del resto non lo è stata la decisione di nascere, ma essa richiederà un dialogo sincero pieno di amore e di verità tra il medico, il paziente e la sua famiglia che lo ama e se ne prende cura.]]>

di don Carlo Maccari, teologo morale Ita Proporzionalità delle cure, accanimento terapeutico, eutanasia. Questi tre termini o questioni mediche hanno un diverso significato, che porta con sé inevitabilmente un diverso giudizio morale. Non sono la stessa cosa, però purtroppo nel dibattito sull’eutanasia tra i “non addetti ai lavori” spesso vengono confusi. Papa Francesco nel suo recente messaggio ai partecipanti al meeting regionale europeo della World Medical Association sulle questioni del “fine vita” ha il merito di distinguerle ribadendo la loro differente qualità morale. Rifacendosi al documento del 1980 della Congregazione per la dottrina delle fede Dichiarazione sull’eutanasia chiarisce che vi è un criterio di “proporzionalità delle cure” che si oppone chiaramente all’accanimento terapeutico. “È anche lecito interrompere l’applicazione di tali mezzi - si legge al numero 4 del documento - quando i risultati deludono le speranze riposte in essi. Ma nel prendere una decisione del genere, si dovrà tener conto del giusto desiderio dell’ammalato e dei suoi familiari, nonché del parere di medici veramente competenti; costoro potranno senza dubbio giudicare meglio di ogni altro se l’investimento di strumenti e di personale è sproporzionato ai risultati prevedibili e se le tecniche messe in opera impongono al paziente sofferenze e disagi maggiori dei benefici che se ne possono trarre”. Il Papa commenta e chiarisce così: “Vediamo bene, infatti, che non attivare mezzi sproporzionati o sospenderne l’uso, equivale a evitare l’accanimento terapeutico, cioè compiere un’azione che ha un significato etico completamente diverso dall’eutanasia, che rimane sempre illecita, in quanto si propone di interrompere la vita, procurando la morte”. Abbiamo in questa frase il diverso significato e di conseguenza la diversa valutazione morale: mentre è sempre lecito rifiutare una cura non proporzionale ai risultati che si possono ottenere, cioè agli effettivi benefici e miglioramenti per il malato, altresì non è mai lecito porre in atto mezzi tecnici o impiegare medici e infermieri per cure inutili, che non producono miglioramenti nella salute, ma addirittura risultano dannose per la condizione non solo fisica, ma anche psichica e morale del paziente, per questo tale atteggiamento è definito accanimento terapeutico. Con eutanasia il Magistero della Chiesa da sempre intende quell’azione attiva (provocare direttamente la morte) o passiva (omettere un’azione indispensabile con la conseguenza di provocare la morte) che ha l’intenzione e lo scopo di togliere la vita e tale azione ribadisce Papa Francesco: “rimane sempre illecita”, come si legge anche nel documento del Pontificio consiglio Cor Unum, Alcune questioni etiche relative ai malati gravi e ai morenti, numeri 3.1 e 3.3. Il dibattito sull’eutanasia dovrebbe spostarsi dalla questione dell’autodeterminazione del paziente, poiché la vita umana concepita come dono non può diventare un diritto utilitarista da rivendicare come possesso arbitraria di se stessi, ma dovrebbe sempre di più e con maggiore competenza concentrarsi sulla proporzionalità delle cure, sulle maggiori e qualificate competenze mediche, ed infine sulla famiglia del paziente. La decisione sul fine della propria vita non potrà essere concepita come una scelta soggettiva decisa a prescindere da tutto e da tutti, come del resto non lo è stata la decisione di nascere, ma essa richiederà un dialogo sincero pieno di amore e di verità tra il medico, il paziente e la sua famiglia che lo ama e se ne prende cura.]]>
La Pastorale sanitaria di Perugia incontra gli operatori del settore https://www.lavoce.it/la-pastorale-sanitaria-di-perugia-incontra-gli-operatori-del-settore/ Thu, 30 Oct 2014 13:58:48 +0000 https://www.lavoce.it/?p=28760 L’incontro con gli operatori sanitari durante la visita pastorale. Al centro Cusco, di spalle Bassetti
L’incontro con gli operatori sanitari durante la visita pastorale. Al centro Cusco, di spalle Bassetti

Domenica 16 novembre l’eterogenea realtà della sanità umbra si ritroverà nella parrocchia di Ponte San Giovanni (ore 15.30) per il primo incontro di riflessione sul settore organizzato dall’Ufficio della Pastorale sanitaria dell’arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve.

L’obiettivo è “fare rete”, come sottolineato dall’arcivescovo, il cardinale Gualtiero Bassetti, nel messaggio al termine dei 14 incontri nel mondo della sanità operati tra febbraio e marzo di quest’anno all’interno della sua Visita pastorale in diocesi. “Durante gli incontri – spiega il dottor Stefano Cusco, responsabile della Pastorale sanitaria diocesana – è emerso con forza che gli operatori sanitari sono una grande risorsa, in quanto quotidianamente sono a stretto contatto con chi è in difficoltà, a volte più degli stessi parroci, e sopperiscono, con la loro umanità, alla solitudine e allo sconforto che attanaglia tanti malati. Per questo, il nostro intento è far sì che tutti gli operatori sanitari, che siano medici, infermieri, tecnici, etc…, possano sentirsi collegati gli uni con gli altri, sia all’interno della struttura in cui operano, sia nella diocesi. È importante riconoscersi e aiutarsi per crescere insieme, aver cura della propria formazione professionale, umana e spirituale, e realizzare così una presenza che sia testimonianza e presidio del rispetto della dignità di ogni persona umana. La nostra è, infatti, una professione che è già di per sé un servizio al prossimo, all’ultimo, nel nostro caso il malato, il volto sofferente e tangibile di Cristo sulla Terra”.

L’incontro del 16 novembre è il primo di un appuntamento che vuole diventare annuale, organizzato, non a caso, nel giorno di San Giuseppe Moscati, il “medico santo” napoletano canonizzato da Giovanni Paolo II nel 1987. Sarà un’occasione di aggiornamento e riflessione spirituale alla presenza del cardinal Bassetti, che parlerà agli operatori sanitari presenti.

Il “fare rete” non si esaurisce, però, con l’incontro del 16 novembre. “L’ufficio diocesano per la Pastorale sanitaria – sottolinea il dott. Cusco – invita tutti gli operatori a collegarsi al sito della diocesi e compilare il breve form presente con i propri dati. Questi saranno trasmessi alla diocesi ed utilizzati per mantenere un contatto con gli operatori del settore, invitarli agli eventi organizzati e renderli partecipi di future iniziative”. Il form è già disponibile all’indirizzo http://diocesi.perugia.it/curia-per-la-pastorale-della-salute.

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Visita del Vescovo Giuseppe Piemontese all’Ospedale di Terni https://www.lavoce.it/visita-del-vescovo-giuseppe-piemontese-allospedale-di-terni/ Tue, 24 Jun 2014 15:26:45 +0000 https://www.lavoce.it/?p=25749 piemontese-in-visita-all'ospedale-1Padre Giuseppe Piemontese, neo vescovo di Terni Narni Amelia, ha voluto iniziare il suo ministero episcopale incontrando i malati e i sofferenti, visitando, ieri lunedì 23, i vari reparti di degenza dell’ospedale “Santa Maria” di Terni, salutando i malati, familiari e operatori sanitari ad uno ad uno, rivolgendo loro parole di vicinanza e speranza e benedicendo i bambini. Nella visita è stato accompagnato da direttore sanitario dott. Leonardo Bartolucci, dal direttore responsabile del Presidio Ospedaliero  dott. Sandro Vendetti, dal coordinatore Personale Dipartimento Maternità/infanzia dott.ssa Maria Antonietta Bianco, dal primario del Reparto Geriatria dott.ssa Maria Grazia Proietti, che hanno illustrato al vescovo le varie strutture e l’organizzazione del presidio ospedaliero di Terni.

È seguita la celebrazione della messa nella solennità del Corpus Domini nella cappella dell’ospedale, presieduta dal Vescovo Piemontese e concelebrata dai cappellani padre Ceslao e padre Mario dell’ordine dei fari minori cappuccini e dal moderatore della Curia don Franco Fontana, alla presenza dei volontari dell’Unitalsi che hanno accompagnato i malati, del personale infermieristico e medico, dei malati e familiari e delle missionarie Identes che svolgono attività di volontario per i ricoverati in ospedale.

A loro il vescovo ha rivolto parole di saluto e ringraziamento per l’accoglienza e partecipazione, ricordando che: “In questo luogo è particolarmente presente Gesù, il vero buon samaritano, che abbraccia ognuno come ha abbracciato e curato nell’anima e nel corpo, tanti malati quando era in terra, e una schiera infinita di uomini e donne che nella storia a Lui si sono rivolti. Nella festa di oggi adoriamo Gesù come Eucarestia, lo incontriamo vivo e vero, in corpo sangue, anima e divinità. A lui possiamo rivolgere con fede il nostro grido interiore:”Signore, se vuoi puoi guarirmi!” Rinnoviamo la nostra fede, offriamo la nostra collaborazione e accostiamoci a Lui, che ha preso su di sé i nostri dolori e ha voluto essere pane di vita, farmaco che guarisce tutte le malattie dell’anima e del corpo e dona la vita per sempre. Ricordiamo che servire un fratello, specie se piccolo, malato, significa servire Cristo”.

Facendo quindi riferimento alla malattia e alla sofferenza di chi è ricoverato in ospedale ha ricordato quale sia il ruolo e l’impegno di coloro che vivono accanto ai malati: “Di fronte alla sofferenza, anzi a persone sofferenti, possiamo fare tanto: prestare le cure del caso, cercare nuovi farmaci e nuove cure, alleviare il disagio e a volte l’umiliazione di chi ha bisogno di tutto e si affida agli altri. E’ la Mission della vostra struttura, assunta da tutti gli operatori che prestano il loro servizio, in qualunque modo, in questo luogo.

Ma di fronte a persone sofferenti oltre che nel corpo anche nell’animo, i farmaci non bastano. Occorre l’attenzione e la cura dettate dall’amore. L’amore per i propri simili, uomini, donne, bambini che vengono guariti dal combinato di farmaci e tanto rispetto, attenzioni e affetto. Vi sono inoltre, persone inferme, che sperimentano sulla propria persona l’insulto e la prova di una malattia e di un decadimento che non hanno prospettive di ripresa. E’ un mondo che più degli altri pone interrogativi umanamente senza risposta, ma che tuttavia necessitano di attenzione medica, umana e spirituale, di speranza. Di fronte a tutta questa umanità sofferente, in questo luogo tanti buoni samaritani si chinano per curare col balsamo del lenimento e della misericordia”.

“Certamente tra di voi alcuni non ispirano la loro vita ai principi della fede cristiana – ha concluso il vescovo -. Ebbene i loro gesti di attenzione sincera e coscienziosa verso ogni uomo e donna sofferente sono ammirevoli, e anche se non ne sono consapevoli, al momento del rendiconto finale, essi saranno riconosciuti meritevoli di encomio e saranno ricompensati alla stessa stregua di chi ha agito per fede. Fratelli e amici, grazie per quello che fate, abbiate traguardi sempre più ambiziosi al servizio dell’uomo per ridare gioia, serenità e salute a uomini e donne, che sono fratelli e sorelle in umanità e in Gesù Cristo. Poniamo sull’altare le sofferenze e l’impegno di tutti perché Gesù ci santifichi e ravvivi la speranza, racchiusa nel cuore di ciascuno”.

Dopo la celebrazione è proseguita la visita nei reparti tra cui pediatria e maternità dove il vescovo si è intrattenuto con i bambini e le neomamme.

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Bassetti ha incontrato gli operatori sanitari cattolici https://www.lavoce.it/bassetti-ha-incontrato-gli-operatori-sanitari-cattolici/ Tue, 01 Apr 2014 18:10:05 +0000 https://www.lavoce.it/?p=24031

[caption id="attachment_24032" align="alignleft" width="219"]Perugia. Visita Pastorale: Bassetti incontra gli operatori sanitari cattolici 28 03 2014 Perugia. Visita Pastorale: Bassetti incontra gli operatori sanitari cattolici 28 03 2014[/caption] Stanno per volgere al termine gli incontri di “ambiente” (mondo del lavoro, della sanità, dell’immigrazione e dell’università) del cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti promossi in occasione della Visita pastorale alla comunità diocesana di Perugia-Città della Pieve. Lo scorso fine settimana il presule, accompagnato dal vicario generale mons. Paolo Giulietti, ha incontrato, presso il Centro “Mater Gratiae” in Montemorcino di Perugia, un nutrito gruppo di operatori sanitari cattolici. Il presule, intervenendo all’incontro con gli operatori sanitari cattolici, ha tracciato un “primo bilancio” della Visita pastorale dedicata agli “ambiti del mondo del lavoro, della sanità, dell’immigrazione e dell’università”, parlando di «mesi di grande arricchimento per la mia persona nell’immergermi in realtà umane profonde accomunate da un grande sentimento di rispetto, di premura, di tutela della persona e della famiglia. Proprio la persona e la famiglia emergono ogni volta che si affrontano delicate problematiche negli ambiti del lavoro, dalla sanità, dell’immigrazione e dell’università». Rivolgendosi agli operatori sanitari, il presule ha detto loro, dopo averli attentamente ascoltati (diversi sono stati i loro interventi), «voi avete sempre al vostro fianco la croce di Gesù. La vocazione dell’operatore sanitario nasce come empatia del doloro umano. Voi siete servi fedeli del Signore nell’accompagnare la persona nella malattia, alleati nella vita ma anche nella morte, perché essa fa parte della natura dell’uomo». L’incontro con gli operatori sanitari cattolici è stato «ricco ed esaltante, pregno di spunti interessanti per tracciare un documento pastorale sul mondo della salute», come l’ha definito lo stesso presule nell’apprezzare molto i vari interventi presentati e coordinati dal dott. Stefano Cusco, direttore dell’Ufficio diocesano della Pastorale della salute. Sono state evidenziate alcune problematicità, come quelle relative alla scarsità di risorse economiche, spesso molto limitate, che impediscono di operare al meglio. Ma al riguardo è stata anche formulata una “richiesta”, quella che la Chiesa incoraggi tutti a continuare a lavorare anche senza adeguate risorse, a non lasciar solo il paziente nell’affrontare la malattia. E’ stato anche chiesto come si può essere più cristiani in questo lavoro, la cui risposta si trova anche nell’attuare la parabola del Buon samaritano. In questo un ruolo non secondario può essere svolto dai medici di medicina generale, detti anche di famiglia, che devono sentirsi segno della mano di Dio nello svolgere bene la loro professione, ma anche di riuscire a dare una carezza al proprio paziente, il quale, in alcuni casi, ha più bisogno di questa carezza che della prescrizione di un farmaco. E alcuni medici di famiglia hanno sostenuto che senza la fede non si può fare una carezza. E’ stata formulata anche una proposta, quella di creare a livello di parrocchia dei gruppi di persone che vadano a far visita ai malati, come anche i ragazzi della cresima, che, una volta preparati possano andare anche loro a fare visita a malati e anziani. Pressante è stata anche la richiesta affinché la parrocchia possa ritornare ad essere punto di riferimento sociale per mettersi al servizio dell’uomo, soprattutto per i tanti casi di solitudine, che spesso sfociano nella malattia. Sempre i medici di famiglia hanno evidenziato la necessità di ricostruire una rete di sostegno a situazioni emarginate ed emarginanti. Al riguardo, il dott. Stefano Cusco, soffermandosi sulla «necessità di conoscersi e riconoscersi tra operatori sanitari cattolici nel luogo dei lavoro ma anche in ambito ecclesiale», ha annunciato che a breve «partirà un'iniziativa aperta a tutti e che consentirà di registrarsi alla sezione salute del portale Web della Diocesi (www.diocesi.perugia.it)». Altri operatori sanitari hanno sottolineato che c’è attenzione umana alla persona malata e sola anche da parte di colleghi non credenti o alla ricerca di Dio, ma nei consultori sanitari pubblici si coglie la differenza: l’operato dei credenti ha anche un “taglio educativo” non indifferente nell’indicare la strada della verità.]]>

[caption id="attachment_24032" align="alignleft" width="219"]Perugia. Visita Pastorale: Bassetti incontra gli operatori sanitari cattolici 28 03 2014 Perugia. Visita Pastorale: Bassetti incontra gli operatori sanitari cattolici 28 03 2014[/caption] Stanno per volgere al termine gli incontri di “ambiente” (mondo del lavoro, della sanità, dell’immigrazione e dell’università) del cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti promossi in occasione della Visita pastorale alla comunità diocesana di Perugia-Città della Pieve. Lo scorso fine settimana il presule, accompagnato dal vicario generale mons. Paolo Giulietti, ha incontrato, presso il Centro “Mater Gratiae” in Montemorcino di Perugia, un nutrito gruppo di operatori sanitari cattolici. Il presule, intervenendo all’incontro con gli operatori sanitari cattolici, ha tracciato un “primo bilancio” della Visita pastorale dedicata agli “ambiti del mondo del lavoro, della sanità, dell’immigrazione e dell’università”, parlando di «mesi di grande arricchimento per la mia persona nell’immergermi in realtà umane profonde accomunate da un grande sentimento di rispetto, di premura, di tutela della persona e della famiglia. Proprio la persona e la famiglia emergono ogni volta che si affrontano delicate problematiche negli ambiti del lavoro, dalla sanità, dell’immigrazione e dell’università». Rivolgendosi agli operatori sanitari, il presule ha detto loro, dopo averli attentamente ascoltati (diversi sono stati i loro interventi), «voi avete sempre al vostro fianco la croce di Gesù. La vocazione dell’operatore sanitario nasce come empatia del doloro umano. Voi siete servi fedeli del Signore nell’accompagnare la persona nella malattia, alleati nella vita ma anche nella morte, perché essa fa parte della natura dell’uomo». L’incontro con gli operatori sanitari cattolici è stato «ricco ed esaltante, pregno di spunti interessanti per tracciare un documento pastorale sul mondo della salute», come l’ha definito lo stesso presule nell’apprezzare molto i vari interventi presentati e coordinati dal dott. Stefano Cusco, direttore dell’Ufficio diocesano della Pastorale della salute. Sono state evidenziate alcune problematicità, come quelle relative alla scarsità di risorse economiche, spesso molto limitate, che impediscono di operare al meglio. Ma al riguardo è stata anche formulata una “richiesta”, quella che la Chiesa incoraggi tutti a continuare a lavorare anche senza adeguate risorse, a non lasciar solo il paziente nell’affrontare la malattia. E’ stato anche chiesto come si può essere più cristiani in questo lavoro, la cui risposta si trova anche nell’attuare la parabola del Buon samaritano. In questo un ruolo non secondario può essere svolto dai medici di medicina generale, detti anche di famiglia, che devono sentirsi segno della mano di Dio nello svolgere bene la loro professione, ma anche di riuscire a dare una carezza al proprio paziente, il quale, in alcuni casi, ha più bisogno di questa carezza che della prescrizione di un farmaco. E alcuni medici di famiglia hanno sostenuto che senza la fede non si può fare una carezza. E’ stata formulata anche una proposta, quella di creare a livello di parrocchia dei gruppi di persone che vadano a far visita ai malati, come anche i ragazzi della cresima, che, una volta preparati possano andare anche loro a fare visita a malati e anziani. Pressante è stata anche la richiesta affinché la parrocchia possa ritornare ad essere punto di riferimento sociale per mettersi al servizio dell’uomo, soprattutto per i tanti casi di solitudine, che spesso sfociano nella malattia. Sempre i medici di famiglia hanno evidenziato la necessità di ricostruire una rete di sostegno a situazioni emarginate ed emarginanti. Al riguardo, il dott. Stefano Cusco, soffermandosi sulla «necessità di conoscersi e riconoscersi tra operatori sanitari cattolici nel luogo dei lavoro ma anche in ambito ecclesiale», ha annunciato che a breve «partirà un'iniziativa aperta a tutti e che consentirà di registrarsi alla sezione salute del portale Web della Diocesi (www.diocesi.perugia.it)». Altri operatori sanitari hanno sottolineato che c’è attenzione umana alla persona malata e sola anche da parte di colleghi non credenti o alla ricerca di Dio, ma nei consultori sanitari pubblici si coglie la differenza: l’operato dei credenti ha anche un “taglio educativo” non indifferente nell’indicare la strada della verità.]]>
Per il cardinale Bassetti un pomeriggio all’Hospice e al Csm https://www.lavoce.it/per-il-cardinale-bassetti-un-pomeriggio-allhospice-e-al-csm/ Sat, 15 Mar 2014 00:14:14 +0000 https://www.lavoce.it/?p=23668

[caption id="attachment_23657" align="alignleft" width="423"]incontro_hospice_monteluce-7998 Visita all'Hospice di Monteluce (Foto Andrea Coli) - Galleria fotografica [/caption] Nel visitare l'Hospice e il Centro di Salute mentale di Perugia, venerdì pomeriggio 14 marzo, l'Arcivescovo di Perugia Cardinale Gualtiero Bassetti, accompagnato dal Direttore Sanitario della Usl1 Diamante Pacchiarini e dal direttore dell'Ufficio diocesano di pastorale sanitaria, dott. Stefano Cusco, ha incontrato medici, operatori sanitari, pazienti e familiari, ma anche volontari e operatori della cooperazione sociale. All'Hospice Bassetti ha ascoltato la testimonianza di chi vive quotidianamente accanto a malati che non hanno aspettative di guarigione, persone che vengono accompagnate e curate e con le quali spesso si creano legami di affetto, di amicizia. Quella che è emersa è stata l'immagine di un servizio sanitario in cui la professionalità si coniuga con l'umanità dei medici, degli infermieri e dei volontari che creano attorno ai circa 600 malati che vengono curati all'Hospice o nelle loro case, una rete di assistenza medica e umana particolarmente necessaria quando il malato non può contare su una rete familiare. La parola “rete” è stata la più citata dagli operatori del Centro di salute mentale di via XIV Settembre, e le stesse presenze nel piccolo giardino all'ingresso della palazzina che fu la residenza del direttore del manicomio perugino, erano lì a rappresentare le centinaia di persone che, tra medici, infermieri, volontari e operatori della cooperazione sociale, in modi diversi si prendono cura dei malati. Una “rete” necessaria sul fronte della prevenzione, della cura e della riabilitazione. Più di un intervento ha sottolineato le difficoltà e insieme la necessità di dare ai pazienti anche questa opportunità, ovvero la possibilità di lavorare e di avere una casa (fronte su cui sono particolarmente impegnate le cooperative sociali) affinché possano uscire dalla “cura” e riprendere in mano la loro vita. “Sono qui per ascoltare” ha ribadito il cardinale Bassetti, rispondendo alle persone intervenute e per le quali ha avuto parole di apprezzamento e di incoraggiamento per il lavoro che fanno, e per i pazienti parole di condivisione e di sostegno. Ma l'arcivescovo si è espresso con decisione verso i governanti. “Mi impegno come pastore a farmi voce di chi non ha voce. A chi ci governa dico che fare tagli su scuola e sanità vuol dire non avere prospettive!”, ed ha aggiunto “Mi raccomando ancora: non facciamo tagli a quelli che sono i gangli della società!”.]]>

[caption id="attachment_23657" align="alignleft" width="423"]incontro_hospice_monteluce-7998 Visita all'Hospice di Monteluce (Foto Andrea Coli) - Galleria fotografica [/caption] Nel visitare l'Hospice e il Centro di Salute mentale di Perugia, venerdì pomeriggio 14 marzo, l'Arcivescovo di Perugia Cardinale Gualtiero Bassetti, accompagnato dal Direttore Sanitario della Usl1 Diamante Pacchiarini e dal direttore dell'Ufficio diocesano di pastorale sanitaria, dott. Stefano Cusco, ha incontrato medici, operatori sanitari, pazienti e familiari, ma anche volontari e operatori della cooperazione sociale. All'Hospice Bassetti ha ascoltato la testimonianza di chi vive quotidianamente accanto a malati che non hanno aspettative di guarigione, persone che vengono accompagnate e curate e con le quali spesso si creano legami di affetto, di amicizia. Quella che è emersa è stata l'immagine di un servizio sanitario in cui la professionalità si coniuga con l'umanità dei medici, degli infermieri e dei volontari che creano attorno ai circa 600 malati che vengono curati all'Hospice o nelle loro case, una rete di assistenza medica e umana particolarmente necessaria quando il malato non può contare su una rete familiare. La parola “rete” è stata la più citata dagli operatori del Centro di salute mentale di via XIV Settembre, e le stesse presenze nel piccolo giardino all'ingresso della palazzina che fu la residenza del direttore del manicomio perugino, erano lì a rappresentare le centinaia di persone che, tra medici, infermieri, volontari e operatori della cooperazione sociale, in modi diversi si prendono cura dei malati. Una “rete” necessaria sul fronte della prevenzione, della cura e della riabilitazione. Più di un intervento ha sottolineato le difficoltà e insieme la necessità di dare ai pazienti anche questa opportunità, ovvero la possibilità di lavorare e di avere una casa (fronte su cui sono particolarmente impegnate le cooperative sociali) affinché possano uscire dalla “cura” e riprendere in mano la loro vita. “Sono qui per ascoltare” ha ribadito il cardinale Bassetti, rispondendo alle persone intervenute e per le quali ha avuto parole di apprezzamento e di incoraggiamento per il lavoro che fanno, e per i pazienti parole di condivisione e di sostegno. Ma l'arcivescovo si è espresso con decisione verso i governanti. “Mi impegno come pastore a farmi voce di chi non ha voce. A chi ci governa dico che fare tagli su scuola e sanità vuol dire non avere prospettive!”, ed ha aggiunto “Mi raccomando ancora: non facciamo tagli a quelli che sono i gangli della società!”.]]>
Visita all’Hospice di Monteluce – volontari e personale sanitario. Galleria fotografica https://www.lavoce.it/visita-allhospice-di-monteluce/ Fri, 14 Mar 2014 20:27:31 +0000 https://www.lavoce.it/?p=23663 14/03/2014 – Foto Andrea Coli
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Bassetti incontra gli operatori sanitari. Galleria fotografica https://www.lavoce.it/bassetti-incontra-gli-operatori-sanitari-2/ Tue, 11 Mar 2014 21:51:02 +0000 https://www.lavoce.it/?p=23515 11/03/2014 – Foto Andrea Coli

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Bassetti incontra gli operatori sanitari https://www.lavoce.it/bassetti-incontra-gli-operatori-sanitari/ Tue, 11 Mar 2014 18:02:06 +0000 https://www.lavoce.it/?p=23488 incontro_personale_medico-10Il significato della morte e della sofferenza, l’approccio con il dolore, la lotta quotidiana della vita e della malattia. Sono stati temi profondi e significativi quelli affrontati dagli operatori sanitari nel corso del loro incontro con l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, il cardinale Gualtiero Bassetti.

Medici, infermieri, tecnici, amministrativi e specialisti in varie discipline sanitarie si sono incontrati al Residence Chianelli per raccontare al cardinale com’è vivere tutti i giorni a contatto con la malattia, tra le corsie di un ospedale. I professionisti dell’ospedale Santa Maria della Misericordia hanno voluto porre al loro arcivescovo quesiti esistenziali, più che strettamente professionali, manifestando, in particolar modo, la difficoltà nel convivere, giorno dopo giorno, con la malattia e la morte, senza esserne schiacciati o, al contrario, senza perdere la propria umanità. Altro problema emerso, il rapporto con la burocrazia e le normative che, sempre più, tendono a diventare dei paletti rigidi contro cui le esigenze concrete del paziente vanno a scontrarsi e a sopperire.

Bassetti ha incoraggiato tutti gli operatori sanitari a continuare a svolgere il proprio lavoro con passione e dedizione, perchè il loro prendersi cura anche di chi è arrivato allo stadio terminale porta una “carezza di Dio” a chi ne ha bisogno.

Laura Lana

 

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Incontro con le associazioni dei malati. Galleria fotografica https://www.lavoce.it/incontro-con-le-associazioni-dei-malati/ Sat, 08 Mar 2014 22:01:23 +0000 https://www.lavoce.it/?p=23448 09/03/2014 – Foto Andrea Coli

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La malattia raccontata dalle associazioni di volontariato https://www.lavoce.it/la-malattia-raccontata-dalle-associazioni-di-volontariato/ Sat, 08 Mar 2014 18:05:57 +0000 https://www.lavoce.it/?p=23409 incontro_chianelli_assni_malati-7520
Foto Andrea Coli

08/03/2014 – Oggi pomeriggio, presso la Residenza Chianelli, l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, il cardinale Gualtiero Bassetti, ha incontrato le associazioni di volontariato che si occupano di malati, nell’ambito della sua visita pastorale nel mondo della sanità

Numerose le associazioni presenti che si sono raccontate al cardinale, sottolineando gli aspetti del vivere quotidiano a fianco delle persone malate: Amata Umbria, Unitalsi, Movimento per la vita, Aucc, Spazio Bianco, Aism, etc… Un mondo eterogeneo di volontari che assistono coloro che ne hanno bisogno, ciascuna nel proprio ambito di competenza: anziani malati di Alzheimer, persone sieropositive, malati di sclerosi multipla, disabili, etc…

Il cardinale, dopo aver ascoltato con attenzione le varie realtà presenti, ha rivolto loro un appello di incoraggiamento: “Ho ascoltato parole di vita vera, profonda e sofferta. Voi siete la speranza in una società che sempre più si abbandona alla disperazione. Parlate sempre il linguaggio dell’amore”.

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Laura Lana

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Bassetti a colloquio con i medici di famiglia https://www.lavoce.it/bassetti-a-colloquio-con-i-medici-di-famiglia/ Sat, 08 Mar 2014 10:44:35 +0000 https://www.lavoce.it/?p=23404 incontro_ordine_medici-7253

“Solitudine” è stata la parola più ricorrente nel corso dell’incontro che ha visto ieri sera l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, il cardinale Gualtiero Bassetti, a colloquio con i medici di famiglia e i pediatri di libera scelta presso la sede dell’Ordine dei Medici di Perugia.

I medici hanno raccontato al cardinale le realtà con cui tutti i giorni si trovano a contatto e che mostrano una società, molto spesso, malata soprattutto di solitudine: anziani senza familiari che si occupino di loro e considerati come un peso; giovani famiglie in difficoltà economiche, ma anche in cerca di un sostegno psicologico; tanti immigrati divisi tra un Paese ospitante a volte ostile e un Paese natio per cui sentono profonda nostalgia.

Da parte di tutti è, comunque, emersa la comune volontà di fare rete, anche con le parrocchie e la Caritas, per curare non soltanto il corpo e i bisogni fisici, ma anche e soprattutto quelli morali e psicologici, attraverso gruppi di ascolto, rete fra le associazioni, corsi aperti su vari argomenti del vivere quotidiano come la maternità, la malattia, etc…

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Laura Lana

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Incontro con i medici di famiglia. Galleria fotografica https://www.lavoce.it/incontro-con-i-medici-di-famiglia/ Sat, 08 Mar 2014 07:58:35 +0000 https://www.lavoce.it/?p=23356 08/03/2014 – Foto Andrea Coli

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Un giornata all’ospedale S.M. della Misericordia di Perugia. Galleria fotografica https://www.lavoce.it/giornata-nellospedale-s-m-della-misericordia-di-perugia/ Thu, 06 Mar 2014 11:47:47 +0000 https://www.lavoce.it/?p=23067 06/03/2014 – Foto Andrea Coli

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L’incontro del card. Bassetti con i malati dell’ospedale https://www.lavoce.it/lincontro-del-card-bassetti-con-i-malati-dellospedale/ Fri, 28 Feb 2014 13:55:51 +0000 https://www.lavoce.it/?p=22834 La preghiera nella Cappella dell’ospedale.(Fotoservizio di Andrea Coli)
La preghiera nella Cappella dell’ospedale.
(Foto Andrea Coli)

28/02/2014 – L’intera giornata del 25 febbraio il cardinale Gualtiero Bassetti l’ha trascorsa nei reparti dell’ospedale “Santa Maria della Misericordia” in Perugia, dove è arrivato con puntualità alle ore 8. Nel grande atrio è stato accolto con molta cordialità dal direttore generale dell’Azienda ospedaliera, Walter Orlandi, e da quello sanitario, Manuela Pioppo.

Accompagnato anche dal direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale della salute, dott. Stefano Cusco, e dal responsabile dei cappellani ospedalieri, padre Adriano Bertero, il cardinale Bassetti ha iniziato la sua Visita al Centro prelievi del laboratorio di analisi e al Day hospital oncologico, incontrando medici, infermieri e pazienti.

Quello con i bambini stato “l’impatto emotivo più forte e mentre li ho accarezzati, ho pregato con loro. C’era anche una mamma mussulmana che ha voluto che benedicessi il suo bambino, perché la preghiera è sempre un fatto universale per tutti”.

“Vedendo questi bambini – ha commentato Bassetti – mi sono venute in mente le parole che Papa Francesco disse uscendo dall’Istituto Serafico di Assisi: ‘le piaghe di questi bambini sono le piaghe della carne di Cristo’”. Quello che ci sconvolge e fa pensare di più anche noi credenti è il dolore innocente, che poi trova la radice soltanto nell’unico Innocente che salì sulla croce”.

“È stato molto bello anche l’incontro nei reparti con i medici, gli infermieri e gli operatori sanitari – ha evidenziato il cardinale Bassetti –, perché io ho detto a loro, in sintesi, voi siete le mani di Dio nell’assistere questi fratelli e se poi ci mettete il cuore allora voi siete anche il cuore di Dio. Ho visto anche un fratello a cui era stato trapiantato il cuore, ma non un cuore umano, un cuore artificiale e qui siamo proprio di fronte ad un miracolo e si capisce proprio come la scienza e la fede, su piani diversi, siano entrambe figlie di Dio, perché anche la scienza è capace di fare dei “miracoli” che non possono che venire da Dio e da chi da Lui è illuminato. Come è stato sottolineato in un reparto, è importante la formazione di tanti studenti universitari e di tanti giovani medici, che sono bravissimi, ai quali ho detto: “se non avessi fatto il prete avrei fatto volentieri il medico per stare a contatto con l’uomo, per sanare l’uomo, perché l’aspetto antropologico del medico è veramente qualche cosa di formidabile. Ritengo questa visita, insieme a quella di ieri (in Carcere, n.d.r.), una delle visite più belle e significative: l’incontro con la sofferenza, l’incontro con la croce di Cristo”.

Nell’incontrare centinaia di persone (malati, familiari, personale sanitario, volontari ospedalieri) il cardinale ha avuto per tutti parole di conforto e di incoraggiamento ed ha raccontato aneddoti della sua vita di sacerdote, vescovo e del recente Concistoro.

“Al Day hospital di Oncologia medica stracolmo di pazienti con i loro familiari in attesa delle terapie – ha raccontato il giornalista Mario Mariano, addetto stampa della Direzione generale ospedaliera di Perugia, che ha seguito l’intera Visita pastorale –, il cardinale Bassetti ha sollecitato una preghiera, chiedendo il permesso di recitarla, dimostrando massimo rispetto della sensibilità di fede altrui e dei non credenti, dedicandola al Servo di Dio Vittorio Trancanelli, noto medico chirurgo perugino scomparso quindici anni fa, per il quale la Chiesa ha avviato il processo di beatificazione. Il cardinale si è raccomandato con i presenti: ‘pregate tanto anche Vittorio, lui è molto vicino al Signore’”.

Anche il momento del pranzo frugale nella mensa del “Santa Maria della Misericordia”, con il direttore generale Orlandi, il direttore sanitario Pioppo e diversi collaboratori della direzione medica ed operatori sanitari, è stato una proficua occasione di conoscenza.

Bassetti “ha avuto parole di apprezzamento per il direttore generale Orlandi e per tutta la struttura ospedaliera perugina”, ha riferito Mariano raccontando anche che il Cardinale ha sottolineato “l’accoglienza speciale” ricevuta “anche quando sono venuto a livello privato, per far visita a sacerdoti ed amici degenti. Questa accoglienza è una qualità degli umbri che ho riscontrato anche in ospedale”.

L’incontro con i bambini dell’oncoematologia pediatrica

Il Cardinale Bassetti si è particolarmente commosso nell’incontrare i giovanissimi degenti del reparto di Oncoematologia pediatrica, che gli hanno fatto trovare un “piccolo” dono, un quadro ed una pergamena con un messaggio scritto con inchiostro dorato.

“Sua Eminenza, la ringraziamo di cuore per la sua presenza tra noi, nel nostro reparto, accanto a tutti gli operatori che ogni giorno si prendono cura della nostra salute fisica e del nostro benessere mentale, accompagnando ogni famiglia nel cammino di cura. Il nostro percorso di guarigione è lungo, duro ed impegnativo, carico di sofferenza, inquietudine, paura… A volte ci sentiamo un po’ sfiduciati e ci sembra di non riuscire ad affrontare tutta la fatica che la malattia comporta. La famiglia è la nostra ancora, il nostro sostegno, il supporto fondamentale per trovare quel calore e quell’amore che diventa forza e coraggio per andare avanti… Per questo le doniamo il quadro che abbiamo realizzato a scuola con le nostre insegnanti, per simboleggiare che la Sacra Famiglia è il riferimento ed il fulcro a cui tendiamo, il “luogo” caldo e confortevole in cui la presenza di Gesù ci fa sperimentare l’amore gratuito. … Confidiamo nella Sua preghiera, nella Sua vicinanza, ci tenga nel Suo cuore! / “I Coniglietti Bianchi”.

Il cardinale, visibilmente commosso, ha augurato loro di trasformarsi “da coniglietti a leprotti”.

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La Sanità cattolica in Umbria: parla Francesca Di Maolo https://www.lavoce.it/la-sanita-cattolica-in-umbria-parla-francesca-di-maolo/ Thu, 20 Feb 2014 13:14:06 +0000 https://www.lavoce.it/?p=22464 Papa Francesco con Francesca Di Maolo durante la visita all’Istituto Serafico di Assisi
Papa Francesco con Francesca Di Maolo durante la visita all’Istituto Serafico di Assisi

A Francesca Di Maolo, presidente dell’Istituto Serafico di Assisi, abbiamo chiesto di parlarci delle sua esperienza nell’Aris, l’Associazione religiosa degli istituti socio-sanitari. “Da circa un anno – dice – faccio parte del Consiglio nazionale Aris quale presidente Aris della regione Umbria. Da oltre cinquant’anni l’Aris riunisce e rappresenta istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, ospedali classificati, presidi ospedalieri, case di cura e centri di riabilitazione, impegnate nella rigorosa tutela della vita e della dignità della persona. L’associazione agisce sotto la vigilanza della Cei e opera secondo gli orientamenti morali e della dottrina sociale della Chiesa”.

A grandi linee, di che cifre stiamo parlando?

“La sanità cattolica rappresenta, per numeri e qualità, una quota significativa della sanità italiana, alla quale accedono giornalmente cittadini di tutte le regioni, Umbria compresa, confermando un credito guadagnato nel servizio quotidiano alla persona malata, disabile e anziana. Le istituzioni di matrice ecclesiale gestiscono circa 45.000 posti letto sul territorio nazionale, e vi lavorano 70.000 operatori sanitari. In questi dati non sono ricomprese le numerosissime Rsa e Case per anziani, ma, in un’indagine della Cei del 2009, sono stati stimati 14.246 servizi socio-assistenziali e sanitari ecclesiali presenti sul territorio nazionale”.

Com’è la situazione sanitaria umbra?

“La sanità italiana è stata travolta dalla crisi economica. Su questo ambito, la nostra posizione è quella di non accettare alcun arretramento: è un problema di giustizia sociale e di rispetto della vita. La situazione sanitaria della nostra regione è sicuramente migliore di tante altre.

Le istituzioni socio-sanitarie d’ispirazione cattolica umbre sono però sottoposte a uno stress gestionale e organizzativo che, in tempi di crisi come l’attuale, mette a repentaglio la sostenibilità del servizio stesso. Le strutture sanitarie cattoliche sono enti senza scopo di lucro che hanno come obiettivo la missione stessa per cui sono state fondate: non il profitto. Ogni risorsa di un’istituzione di ispirazione cristiana viene investita per la cura e l’assistenza della persona.

Per tale ragione auspichiamo che le pubbliche istituzioni ci valorizzino anzitutto distinguendo, nell’ambito dei soggetti privati, enti profit ed enti non profit, parificando questi ultimi ai soggetti pubblici sul piano della programmazione, della produzione di servizi e della remunerazione delle relative prestazioni”.

Cosa chiedete agli amministratori?

“In questo momento la nostra regione è impegnata nella programmazione socio-sanitaria. I nostri amministratori devono contemperare la necessità di realizzare un equilibrio di bilancio, e quindi un approccio di tipo economicistico, con la tutela della salute, bene primario della persona.

Come sanità cattolica, chiediamo in primo luogo di partecipare ai Tavoli di programmazione regionale, al fine di poter condividere un percorso che conduca a trovare soluzioni di sostenibilità. Auspichiamo, inoltre, che ogni scelta politica possa essere compiuta guardando con obiettività alla persona e ai suoi bisogni.

Come presidente dell’Istituto Serafico di Assisi, mi auguro che il disabile non sia visto come una persona da assistere, ma come una persona da valorizzare in tutte le abilità presenti, garantendo la pienezza della vita. Il malato, il disabile, l’anziano sono icona del limite e della fragilità umana, ma nel contempo sono testimoni privilegiati di umanità, che vanno necessariamente ascoltati”.

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Città di Castello. Incontro sulle cure palliative: è lecito lottare contro il dolore https://www.lavoce.it/citta-di-castello-incontro-sulle-cure-palliative-e-lecito-lottare-contro-il-dolore/ Thu, 13 Feb 2014 15:26:33 +0000 https://www.lavoce.it/?p=22227 anziana-anziano-ospedale-infermiera-assistenzaPer iniziativa dell’Aacc, del Lions club e del Rotary club di Città di Castello, il 7 febbraio si è tenuta presso il Circolo tifernate una conferenza sul tema “Il dolore inutile dopo la legge 38/2010”. L’incontro è stato aperto dal presidente del Lions Alessio Dorelli che ha dato il benvenuto a tutti i presenti e dal presidente del Rotary Vittorio Betti che si è associato alle parole del primo facendo presente come l’argomento trattato tocchi tutti.

Il direttore di Anestesia e terapia del dolore, dell’ospedale di Città di Castello, Fabio Gori, ha preso la parola ricordando come la legge del 2010, che garantisce l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore, sia una legge all’avanguardia che rende ora necessaria una formazione degli operatori sanitari, tenuti a registrare sulla cartella clinica di ogni paziente il dolore e gli analgesici somministrati. Ha sottolineato come i dolori cronici abbiano effetti socialmente devastanti, ed è passato a trattare dei rimedi più usati contro di essi. In Italia, dove il 65% dei pazienti teme la dipendenza dagli oppioidi, si usano annualmente 6 mg pro capite di morfina contro i 36 di media in Europa, mentre viene usato in abbondanza paracetamolo che può portare conseguenze.

Il direttore di Medicina interna, Stefano Bravi, ha detto che il dolore è un’arma di difesa che muta a seconda del paziente e delle situazioni; bisogna dunque personalizzare la terapia. Per il dolore osseo causato da tumori ci vogliono diverse professionalità che agiscano insieme. Ha confermato l’utilità degli oppiacei usati con gradualità.

Roberto Gerli, ordinario di Reumatologia all’Università di Perugia, ha messo in rilievo la quantità esistente di malattie reumatiche che rallentano le attività dell’individuo; e l’importanza, quindi, di eliminare il dolore provocato da esse.

Il direttore sanitario della Usl 1 Umbria, Diamante Pacchiarini, è intervenuto con un ringraziamento all’ospedale e ai professionisti che vi operano ogni giorno mettendo in rilievo che in Umbria le aziende sanitarie chiudono in pareggio.

Presente il Sindaco, che ha avuto parole di ringraziamento per il Lions, il Rotary e le associazioni di volontariato. Presente anche l’assessore regionale Fernanda Cecchini che ha parlato dell’importanza di individuare gli obiettivi fondamentali per salvaguardare la sanità umbra. Italo Cesarotti, presidente dell’Aacc, ha affermato che se la Usl 1 è a fianco dell’associazione, il lavoro di questa è possibile e la famiglia può essere assistita. È seguita la consegna fatta dall’associazione all’ospedale cittadino: un ecografo portatile con sonda speciale per la tecnica ecoguidata per il funzionamento di cateteri vascolari sui pazienti oncologici.

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Comincia nella Giornata del Malato il viaggio di mons. Bassetti nel mondo della sanità https://www.lavoce.it/comincia-nella-giornata-del-malato-il-viaggio-di-mons-bassetti-nel-mondo-della-sanita/ Sun, 09 Feb 2014 16:51:22 +0000 https://www.lavoce.it/?p=22105 18nov12_ChiesaSLucia_PG E’ iniziato questo pomeriggio, nella chiesa di Santa Lucia, il viaggio dell’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, mons. Gualtiero Bassetti, nel mondo della sanità in preparazione alla visita pastorale. Quattordici incontri che porteranno l’arcivescovo a visitare e conoscere il mondo della sofferenza, dei malati, ma anche degli operatori sanitari della diocesi.

L’occasione non poteva essere più calzante. Oggi, infatti, si celebra la 22esima Giornata mondiale del malato, dal tema “Anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli” (1Gv 3,16). La chiesa di Santa Lucia ha ospitato la celebrazione eucaristica a cui hanno preso parte malati, medici, infermieri, operatori sanitari e rappresentanti delle associazioni di volontariato, come l’Unitalsi, la Croce Rossa, Il Centro volontari della sofferenza…

“C’è bisogno di cristiani che amino con i fatti, più che con le parole – ha sottolineato l’arcivescovo durante l’omelia -, che credano in ciò che dicono, che portino luce e amore in un mondo che sempre più perde la bellezza della verità. La tragedia più grande della modernità è l’aver perso il senso della vita, il motivo profondo per cui si è al mondo. E’ la fede che ci illumina nell’ora della prova”. Nel corso dell’omelia, l’arcivescovo ha voluto leggere e commentare insieme ai fedeli il messaggio dato da Papa Francesco in occasione della Giornata mondiale del Malato. Ha poi benedetto tutti i malati e gli operatori sanitari presenti, mentre le offerte raccolte durante la questua saranno destinato al Villaggio della Carità inaugurato lo scorso 29 gennaio.

Laura Lana

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Giornata mondiale Alzheimer (5 ottobre): convegno a Perugia https://www.lavoce.it/giornata-mondiale-alzheimer-5-ottobre-convegno-a-perugia/ Thu, 26 Sep 2013 13:02:37 +0000 https://www.lavoce.it/?p=19318 AnzianiSi celebra anche in Umbria il 5 ottobre la Giornata mondiale Alzheimer. Una malattia che, soprattutto in una regione in cui l’età media è assai elevata, incide pesantemente. Non solo per i disagi che provoca nella persona malata, ma anche nelle sue cerchie familiari, e a cascata nella compagine sociale. La media delle persone colpite sul territorio nazionale si aggira tra il 5 e il 10% della popolazione ultra-65enne, il che significa che in Umbria il fenomeno tocca forse 800 persone. Oltre all’assistenza prestata dall’associazione Amata, vi sono ormai in varie località dei “centri diurni” presso le Asl, oltre a “residenze” specifiche. In generale, però, molte famiglie devono fare fronte da sole alla situazione. A Perugia i vari aspetti del problema verranno affrontati dal convegno che si terrà il 5 ottobre in sala dei Notari. Abbiamo intervistato la prof.ssa Patrizia Mecocci, direttore dell’Istituto e della Scuola di specializzazione in geriatria dell’Università di Perugia.

Ci sono in vista nuove cure per la demenza? Si può guarire?

“Attualmente sono in corso numerosi protocolli di studio con nuovi farmaci per la malattia di Alzheimer, in cui la Geriatria è coinvolta come centro clinico. Ci auguriamo che i risultati di questi studi possano dare nuove speranze alla terapia farmacologica. Purtroppo, per ora non ci sono terapie che guariscano dalla malattia, ma ci si aspetta che un trattamento iniziato nelle fasi precoci possa aver maggiore efficacia. È quindi di fondamentale importanza l’utilizzo in modo appropriato dei farmaci attualmente in commercio, spesso non prescritti ai soggetti più anziani, nella convinzione che ogni terapia sia inutile nei ‘grandi vecchi’, che invece sono quelli che rispondono meglio a questo tipo di terapia”.

Cosa significa “prendersi cura” di un malato con demenza?

“Significa farsi carico di una persona e della sua famiglia da parte di tutte le figure professionali (medici di medicina generale, medici specialisti, infermieri, assistenti alla persona, assistenti sociali, psicologi, ecc.), in collaborazione con gli enti preposti e delle associazioni di volontariato”.

Perché questo convegno?

“Per un incontro e uno scambio di idee tra operatori sanitari, soggetti politici, malati, familiari e volontari, che permetta di individuare le maggiori criticità nella cura e nell’assistenza, e trovare soluzioni appropriate ed efficaci anche in questo tempo di crisi”.

IL PROGRAMMA

Per la Giornata mondiale Alzhiemer, 5 ottobre, questo il programma del convegno “La cura della persona con demenza” che si terrà in sala dei Notari a Perugia (iscrizione gratuita; rivolgersi alla Segreteria organizzativa, tel. 075 5722232). Ore 9 saluto delle autorità – Ore 9.15 lettura sul “Modello della cura delle malattie croniche” – Ore 10 “La terapia non farmacologica nelle demenze” (Stefano Federici) – Ore 10.30 “La cura della persona con demenza: dai farmaci alle proposte del territorio” (Patrizia Mecocci) – Ore 11.15 “Problematiche sociali” (Ketty Vaccaro) – Ore 11.45 “Il medico di Medicina generale e la cura della persona con demenza” (Adelaide Susta) – Ore 12.15 “La politica socio-sanitaria” (Emilio Duca)

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