occupazione giovanile Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/occupazione-giovanile/ Settimanale di informazione regionale Sun, 28 Nov 2021 16:20:17 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg occupazione giovanile Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/occupazione-giovanile/ 32 32 Contadini 4.0: tre storie di giovani, da chi punta sulle relazioni a chi alleva…bisonti https://www.lavoce.it/contadini-4-0-bisonti/ Thu, 01 Aug 2019 11:27:08 +0000 https://www.lavoce.it/?p=55046 contadini

“L’innovazione non è semplicemente un macchinario nuovo, ma è un qualcosa legato anche all’interpretazione di un mondo. Se i giovani oggi vedono nel mondo dell’agricoltura una possibilità di crescita e di affermazione è perché questo comparto, a differenza di tanti altri, ancora cresce”.

Lo ha detto Veronica Barbati, delegata nazionale di Coldiretti Giovani Impresa, intervenuta agli “Oscar Green 2019” di Coldiretti, gli Oscar dell’agricoltura umbra consegnati a Passignano sul Trasimeno domenica scorsa. L’Italia infatti, secondo dati Istat del giugno scorso, è la numero uno in Europa per numero di giovani in agricoltura, con gli under 35 che guidano 57.621 imprese nel 2018.

“Siamo primi in Europa e questo perché quello che stiamo rappresentando noi giovani è il passaggio da un modello agricolo orientato solo alla produzione intensiva, ad un modello che lascia spazio alla creatività e all’attenzione verso il sociale” ha continuato Barbati. Questa creatività dei giovani imprenditori agricoli è stata al centro delle premiazioni di Coldiretti ed ha accomunato le loro storie apparentemente diverse.

La maggior parte dei giovani agricoltori presenti, tra premiati e non, ha raccolto l’attività di famiglia e sta cercando di rinnovarla, ma c'è anche chi ha messo in piedi una produzione da zero, tra mille difficoltà. Abbiamo raccolto le loro storie di fatica e successo (disponibili sull'edizione digitale de La Voce). 

I vincitori degli Oscar Green

Tra le circa 40 aziende in lizza in Umbria, solo 6 gli imprenditori che si sono aggiudicati gli Oscar regionali del concorso Coldiretti Giovani Impresa.

Federico Vispi della società agricola Vispetto di Gubbio, ha conquistato la categoria “Sostenibilità” per aver orientato le sue produzioni ortofrutticole e l’allevamento avicolo e di conigli, verso un rispetto totale di terra e animali. Tra le varie particolarità dell’azienda quella di aver fatto realizzare da artigiani locali particolari ricoveri notturni per gli animali chiamati “arche”.

Annalaura Tili della società agricola Tili Vini di Assisi si è aggiudicata la categoria “Campagna Amica”.

Per la categoria “Creatività” premiato Lucio Martino Manna dell’azienda agricola Gli Allori di Gubbio.

Per la categoria “Fare Rete”, premiata la collaborazione tra l’azienda agraria Solana di Peter Virdis di Perugia, l’agriturismo San Giovanni al Monte di Elena Pennacchi di Collazzone e Michele Giorgi della società agricola Giorgi S.S. di Stroncone.

La Fondazione ANT (Assistenza Nazionale Tumori) si è aggiudicata la categoria “Noi per il sociale” che premia oltre alle imprese agricole, enti capaci di dar vita a sinergie con le realtà del comparto a fini sociali.

L’azienda agricola Gatti Massimiliano di Panicale, è risultata la vincitrice di “Impresa 4.Terra” con un allevamento di bisonti allo stato brado e hi-tech.

La premiazione, aperta dal Presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati Filippo Gallinella, si è caratterizzata anche per un “question time”, con l’assessore regionale Fernanda Cecchini, il Presidente regionale Coldiretti Albano Agabiti e la Delegata Nazionale Coldiretti Giovani Impresa Veronica Barbati.

 

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“L’innovazione non è semplicemente un macchinario nuovo, ma è un qualcosa legato anche all’interpretazione di un mondo. Se i giovani oggi vedono nel mondo dell’agricoltura una possibilità di crescita e di affermazione è perché questo comparto, a differenza di tanti altri, ancora cresce”.

Lo ha detto Veronica Barbati, delegata nazionale di Coldiretti Giovani Impresa, intervenuta agli “Oscar Green 2019” di Coldiretti, gli Oscar dell’agricoltura umbra consegnati a Passignano sul Trasimeno domenica scorsa. L’Italia infatti, secondo dati Istat del giugno scorso, è la numero uno in Europa per numero di giovani in agricoltura, con gli under 35 che guidano 57.621 imprese nel 2018.

“Siamo primi in Europa e questo perché quello che stiamo rappresentando noi giovani è il passaggio da un modello agricolo orientato solo alla produzione intensiva, ad un modello che lascia spazio alla creatività e all’attenzione verso il sociale” ha continuato Barbati. Questa creatività dei giovani imprenditori agricoli è stata al centro delle premiazioni di Coldiretti ed ha accomunato le loro storie apparentemente diverse.

La maggior parte dei giovani agricoltori presenti, tra premiati e non, ha raccolto l’attività di famiglia e sta cercando di rinnovarla, ma c'è anche chi ha messo in piedi una produzione da zero, tra mille difficoltà. Abbiamo raccolto le loro storie di fatica e successo (disponibili sull'edizione digitale de La Voce). 

I vincitori degli Oscar Green

Tra le circa 40 aziende in lizza in Umbria, solo 6 gli imprenditori che si sono aggiudicati gli Oscar regionali del concorso Coldiretti Giovani Impresa.

Federico Vispi della società agricola Vispetto di Gubbio, ha conquistato la categoria “Sostenibilità” per aver orientato le sue produzioni ortofrutticole e l’allevamento avicolo e di conigli, verso un rispetto totale di terra e animali. Tra le varie particolarità dell’azienda quella di aver fatto realizzare da artigiani locali particolari ricoveri notturni per gli animali chiamati “arche”.

Annalaura Tili della società agricola Tili Vini di Assisi si è aggiudicata la categoria “Campagna Amica”.

Per la categoria “Creatività” premiato Lucio Martino Manna dell’azienda agricola Gli Allori di Gubbio.

Per la categoria “Fare Rete”, premiata la collaborazione tra l’azienda agraria Solana di Peter Virdis di Perugia, l’agriturismo San Giovanni al Monte di Elena Pennacchi di Collazzone e Michele Giorgi della società agricola Giorgi S.S. di Stroncone.

La Fondazione ANT (Assistenza Nazionale Tumori) si è aggiudicata la categoria “Noi per il sociale” che premia oltre alle imprese agricole, enti capaci di dar vita a sinergie con le realtà del comparto a fini sociali.

L’azienda agricola Gatti Massimiliano di Panicale, è risultata la vincitrice di “Impresa 4.Terra” con un allevamento di bisonti allo stato brado e hi-tech.

La premiazione, aperta dal Presidente della Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati Filippo Gallinella, si è caratterizzata anche per un “question time”, con l’assessore regionale Fernanda Cecchini, il Presidente regionale Coldiretti Albano Agabiti e la Delegata Nazionale Coldiretti Giovani Impresa Veronica Barbati.

 

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ll progetto “Generare futuro” ha coinvolto anche i giovani umbri. Obiettivo: passione e lavoro https://www.lavoce.it/generare-futuro-passione-lavoro/ Sat, 09 Mar 2019 12:12:11 +0000 https://www.lavoce.it/?p=54158 generare

“‘Generare futuro’ è il contrario di ‘subire il futuro’, quella condizione che spesso vivono i giovani di oggi in cui sembra che ogni strada professionale sia preclusa per la mancanza di possibilità”. Lo ha detto Ernesto Rossipresidente del Forum delle associazioni familiari dell’Umbria, nel corso dell’evento conclusivo del progetto “Generare futuro” tenutosi lo scorso 1° marzo presso l’Istituto Capitini di Perugia.

Il progetto "Generare futuro"

Questo progetto, cofinanziato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri e realizzato dal Forum delle associazioni familiari nazionale in collaborazione con le Acli di Roma, ha riguardato sei regioni italiane fra cui anche l’Umbria.

“Generare futuro” è così approdato a Perugia nel novembre del 2018, con il primo dei 7 seminari sul lavoro che hanno coinvolto giovani dai 18 ai 35 anni. “I seminari sono stati organizzati con la collaborazione di diverse realtà che operano sul territorio: Confcommercio, Confcooperative, l’associazione di promozione sociale Officine Fratti, Progetto Policoro e Pastorale del lavoro, Cesvol e Cisal” ha spiegato il coordinatore del progetto in Umbria Stefano Santaniello.

“Questo per dare ai giovani una visione più vasta delle opportunità presenti nel mondo del lavoro”.

Non solo lezioni teoriche però, ma anche consigli pratici come la guida per realizzare un curriculum, e testimonianze di giovani imprenditori e start-upper umbri.

Le testimonianze dei giovani

“Questo percorso mi ha aiutata a capire che l’indirizzo scolastico intrapreso non mi appassiona. Le mie più grandi passioni sono il cinema e la cultura giapponese e coreana” ha detto Lucrezia, 18 anni, che ha preso parte al progetto. Anche Alessandro, studente all’ultimo anno dell’Istituto per geometri, con “Generare futuro” ha capito che la professione del geometra non fa per lui, ma non sa ancora quale campo potrebbe interessarlo.

La maggior parte dei ragazzi presenti sembra condividere gli stessi dubbi - e a tratti addirittura disinteresse riguardo al futuro. “Coinvolgere i giovani ed entusiasmarli è stato difficile, ma abbiamo puntato tutto sull’esplorare le proprie passioni, senza le quali non si può primeggiare in un mondo del lavoro competitivo e mutevole come questo – ha sottolineato Santaniello - .

Speriamo di aver piantato nei giovani un piccolo seme che potrà tornargli utile un giorno, senza pretendere risposte immediate da parte loro. In fondo la maggior parte di noi adulti a 20 anni non avrebbe saputo rispondere a domande sul futuro”.

Lavoro frutto di passione

Passione e unicità sono le caratteristiche vincenti emerse anche dai racconti degli ospiti all’evento conclusivo. Giovanni Scifoni, attore di alcune fiction e serie tv di successo, ha parlato dei momenti in cui la sua carriera ha attraversato delle battute d’arresto: “Nei periodi in cui il telefono smetteva di squillare e nessuna proposta di lavoro arrivava, ho capito che dovevo trovare qualcosa in cui essere insostituibile. Così ho iniziato a raccontare a teatro le storie dei santi, che mi hanno sempre affascinato”.

“Per trovare il proprio spazio nel mondo del lavoro – ha aggiunto Scifoni – bisogna avere un’idea e cercare di realizzarla anche se si pensa di non essere in grado. Le vite dei santi ci mostrano come delle persone ‘normali’ e a volte anche senza mezzi riescano a fare cose incredibili dal nulla”.

“Come si fa a diventare parte del bene comune? Mettendo amore in quello che si fa, qualsiasi cosa sia” ha affermato il presidente nazionale del Forum delle associazioni familiari Gigi De Palo. “A scuola sono stato bocciato due volte – ha raccontato De Palo - , ma ho imparato la ‘lezione’ durante un viaggio in Tanzania, quando ho conosciuto una bambina che ogni giorno percorreva 10 chilometri per andare a scuola. È così sette anni fa sono arrivato a ricoprire il ruolo di assessore alla Scuola del Comune di Roma”.

Valentina Russo

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“‘Generare futuro’ è il contrario di ‘subire il futuro’, quella condizione che spesso vivono i giovani di oggi in cui sembra che ogni strada professionale sia preclusa per la mancanza di possibilità”. Lo ha detto Ernesto Rossipresidente del Forum delle associazioni familiari dell’Umbria, nel corso dell’evento conclusivo del progetto “Generare futuro” tenutosi lo scorso 1° marzo presso l’Istituto Capitini di Perugia.

Il progetto "Generare futuro"

Questo progetto, cofinanziato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri e realizzato dal Forum delle associazioni familiari nazionale in collaborazione con le Acli di Roma, ha riguardato sei regioni italiane fra cui anche l’Umbria.

“Generare futuro” è così approdato a Perugia nel novembre del 2018, con il primo dei 7 seminari sul lavoro che hanno coinvolto giovani dai 18 ai 35 anni. “I seminari sono stati organizzati con la collaborazione di diverse realtà che operano sul territorio: Confcommercio, Confcooperative, l’associazione di promozione sociale Officine Fratti, Progetto Policoro e Pastorale del lavoro, Cesvol e Cisal” ha spiegato il coordinatore del progetto in Umbria Stefano Santaniello.

“Questo per dare ai giovani una visione più vasta delle opportunità presenti nel mondo del lavoro”.

Non solo lezioni teoriche però, ma anche consigli pratici come la guida per realizzare un curriculum, e testimonianze di giovani imprenditori e start-upper umbri.

Le testimonianze dei giovani

“Questo percorso mi ha aiutata a capire che l’indirizzo scolastico intrapreso non mi appassiona. Le mie più grandi passioni sono il cinema e la cultura giapponese e coreana” ha detto Lucrezia, 18 anni, che ha preso parte al progetto. Anche Alessandro, studente all’ultimo anno dell’Istituto per geometri, con “Generare futuro” ha capito che la professione del geometra non fa per lui, ma non sa ancora quale campo potrebbe interessarlo.

La maggior parte dei ragazzi presenti sembra condividere gli stessi dubbi - e a tratti addirittura disinteresse riguardo al futuro. “Coinvolgere i giovani ed entusiasmarli è stato difficile, ma abbiamo puntato tutto sull’esplorare le proprie passioni, senza le quali non si può primeggiare in un mondo del lavoro competitivo e mutevole come questo – ha sottolineato Santaniello - .

Speriamo di aver piantato nei giovani un piccolo seme che potrà tornargli utile un giorno, senza pretendere risposte immediate da parte loro. In fondo la maggior parte di noi adulti a 20 anni non avrebbe saputo rispondere a domande sul futuro”.

Lavoro frutto di passione

Passione e unicità sono le caratteristiche vincenti emerse anche dai racconti degli ospiti all’evento conclusivo. Giovanni Scifoni, attore di alcune fiction e serie tv di successo, ha parlato dei momenti in cui la sua carriera ha attraversato delle battute d’arresto: “Nei periodi in cui il telefono smetteva di squillare e nessuna proposta di lavoro arrivava, ho capito che dovevo trovare qualcosa in cui essere insostituibile. Così ho iniziato a raccontare a teatro le storie dei santi, che mi hanno sempre affascinato”.

“Per trovare il proprio spazio nel mondo del lavoro – ha aggiunto Scifoni – bisogna avere un’idea e cercare di realizzarla anche se si pensa di non essere in grado. Le vite dei santi ci mostrano come delle persone ‘normali’ e a volte anche senza mezzi riescano a fare cose incredibili dal nulla”.

“Come si fa a diventare parte del bene comune? Mettendo amore in quello che si fa, qualsiasi cosa sia” ha affermato il presidente nazionale del Forum delle associazioni familiari Gigi De Palo. “A scuola sono stato bocciato due volte – ha raccontato De Palo - , ma ho imparato la ‘lezione’ durante un viaggio in Tanzania, quando ho conosciuto una bambina che ogni giorno percorreva 10 chilometri per andare a scuola. È così sette anni fa sono arrivato a ricoprire il ruolo di assessore alla Scuola del Comune di Roma”.

Valentina Russo

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Elezioni regionali. Nemico comune: l’astensionismo https://www.lavoce.it/nemico-comune-lastensionismo/ Thu, 28 May 2015 08:55:24 +0000 https://www.lavoce.it/?p=34317 elezioni-regionaliCatiuscia Marini, oppure Claudio Ricci. Ma avranno un grande peso, nell’esito finale, i consensi verso Andrea Liberati del Movimento 5 stelle, e soprattutto l’incognita – anzi l’incubo, per tanti candidati – dell’astensionismo, che potrebbe diventare il primo “partito” in Umbria.

Si dovrebbe giocare su questi fattori la poltrona di presidente della Regione Umbria per il prossimo quinquennio.

La legge elettorale regionale, tanto contestata, non prevede ballottaggi: quindi governerà chi prenderà più voti in percentuale. Basterà ottenere la maggioranza relativa per ottenere la maggioranza assoluta e guidare magari l’Umbria verso una sua aggregazione con un’altra Regione.

L’ultima settimana di campagna elettorale ha portato i big nazionali in Umbria nella convinzione – solo presunta – di suscitare qualche entusiasmo in più nell’elettorato, stanco e demotivato da una delle campagne elettorali meno coinvolgenti degli ultimi anni.

Silvio Berlusconi e Claudio Ricci
Silvio Berlusconi e Claudio Ricci

E così è arrivato ad Assisi, a sostegno di Claudio Ricci, Silvio Berlusconi , il quale si è pure rivolto a san Francesco per tentare di ripetere il “miracolo” del 2000 che portò, con il risultato delle regionali, a scalzare Massimo D’Alema da premier.

L’auspicio è che anche l’attuale primo ministro, Matteo Renzi – se sconfitto – vada a casa, perché, come al solito, il risultato delle regionali, nel nostro Paese, può influenzare la maggioranza politica che governa a livello nazionale.

Il leader di Forza Italia ha inoltre sottolineato che Ricci “ha già ottenuto un primo successo riuscendo, come prima Regione, a mettere insieme tutto il centrodestra”, osservando che “non è stato così facile, perché purtroppo la situazione attuale del centrodestra disorienta molti nostri, anche antichi, elettori”.

Nel frattempo è arrivato lo stesso Renzi a Perugia per sostenere Catiuscia Marini. “L’Umbria – ha detto il premier – è stata ben governata da Catiuscia Marini nei precedenti cinque anni.Lunedì prossimo Catiuscia sarà di nuovo alla guida di questa regione, amata da tutta l’Italia, di cui è il centro geografico e da cui è possibile una ripartenza per tutto il Paese”.

Catiuscia Marini, Matteo Renzi e Giacomo Leonelli
Catiuscia Marini, Matteo Renzi e Giacomo Leonelli

Ha pure ricordato quando, con il suo gruppo scout, venne a Nocera Umbra dopo il terremoto del 1997: “Mi resi conto in quella situazione di quanto questa terra fosse nel cuore di ogni italiano, che qui aveva una casa, un parente, una fidanzata. Vederla dall’elicottero mi ha fatto commuovere”.

Ma Renzi, premier ma anche segretario nazionale Pd, ha lanciato un monito: “C’è bisogno che non la diamo per vinta, l’Umbria. Qui c’è da lavorare”, fino all’ultimo, ha ricordato.

“Allora istruzioni per l’uso: prendere telefonino in mano, controllare la rubrica, fare l’elenco di persone da contattare” e “raccontiamo che nella scommessa di Catiuscia c’è la scommessa di tutti voi”.

 

I candidati:

FULVIO MAIORCA “No all’aborto, e aboliamo le Regioni”

Supportato dalla lista “Forza nuova”, Fulvio Carlo Maiorca, nato a Pisticci (Matera) nel 1937, è avvocato del Foro di Perugia. Tra le sue proposte c’è quella dell’abolizione delle Regioni e la devoluzione delle loro competenze e prerogative alla Provincia, nel quadro di un progetto di sviluppo politico dell’autonomia locale.

Per la rinascita dell’Umbria, afferma, è necessario il “richiamo dei giovani di buona volontà alle loro scelte vocazionali, per creare professionisti, artigiani, commercianti, agricoltori, allevatori che si sposino, abbiano figli, riempiano l’Umbria e siano di esempio e guida anche ai giovani immigrati i quali, per sopravvivere dignitosamente, dovranno essere preparati alla nostra cultura. E pertanto, stop immediato all’aborto e a tutte le pratiche abortive; via libera agli aiuti alle famiglie; applicazione piena dell’art. 31 della Costituzione”.

La copertura finanziaria di tali provvedimenti dovrà essere ricavata dalla riduzione dei costi della politica, dall’eliminazione delle spese inutili o superflue, di consulenze e uffici per gestire attività fantasma.

CATIUSCIA MARINI “Più fondi a sostegno delle imprese”

La Presidente uscente si avvale del supporto di 4 liste: Pd, “Umbria più uguale – Sinistra, ecologia libertà – La sinistra per l’Umbria”, “Socialisti riformisti – Territori per l’Umbria” e “Iniziativa per l’Umbria civica e popolare”.

La Marini è nata a Todi nel 1967, laureata in Scienze politiche con indirizzo internazionale. Dal 1998 al 2007 è stata sindaco di Todi per due mandati consecutivi. Nel 2007 è stata assunta come dirigente di Legacoop Umbria. Tra il 2008 e il 2009 è stata parlamentare europea. Nel 2010 è stata eletta presidente della Regione.

In tema economico, nel programma di Marini si parla di “700 milioni di euro nei prossimi anni a sostegno delle imprese agricole, industriali, dell’artigianato, del turismo, del commercio e dell’economia sociale”, di “237 milioni di euro di Fondo sociale europeo per favorire: occupazione giovanile, ritorno al lavoro dei disoccupati, riduzione delle povertà e miglioramento delle competenze dei lavoratori e delle persone”.

CLAUDIO RICCI “Case popolari, zero sprechi, sicurezza”

 

Ha sei liste in appoggio: “Ricci presidente”, “Per l’Umbria popolare con Ricci”, “Cambiare in Umbria con Ricci”, “Fratelli d’Italia – Alleanza nazionale – Ricci presidente”, Lega nord e Forza Italia. Ricci è nato a Perugia nel 1964. È ingegnere, e dal 1997 ricopre ruoli amministrativi ad Assisi, di cui è stato sindaco dal 2006 al 2015.

Tra i punti del programma riguardanti l’economia, “realizzare più case popolari assegnandole, con alcuni parametri di priorità, a chi risiede in Umbria da almeno 10 anni e dando prevalenza a famiglie numerose e con disabili”; “risparmiare nei primi 3 anni almeno il 10% (del bilancio disponibile) azzerando gli sprechi per ridurre le tasse regionali”; “l’utilizzo gratuito di internet per tutti e in particolare per imprese e giovani”. Tra gli altri punti del programma: “Priorità alla sicurezza, finanziando di più la legge regionale sulla sicurezza. Sviluppare sistemi di videocamere e centrali di controllo attive 24 ore su 24 e sostenere le associazioni di volontari per la sicurezza (al servizio delle polizie locali)”.

MICHELE VECCHIETTI “Un’alternativa reale, antiliberista, di sinistra”

È appoggiato dalla lista “L’Umbria per un’altra Europa”. Nato a Terni nel 1981, è laureato in Filosofia e ha un master in Cooperazione internazionale. Ha lavorato come operatore sociale e insegnante; attualmente è un precario del pubblico impiego.

Si propone come “un’alternativa reale, antiliberista, democratica e di sinistra, rispetto al consociativismo del centrosinistra e del centrodestra, responsabile della ‘crisi nella crisi’ della nostra regione, e della subalternità alle scelte sciagurate del governo Renzi e dell’Europa delle banche”.

Nel suo programma vi è, tra l’altro, un “piano regionale per il contrasto alla povertà, che preveda la sperimentazione di forme di reddito minimo garantito, per inoccupati e disoccupati non coperti da ammortizzatori sociali”, e un “piano regionale per il lavoro, quale strumento con cui concentrare le risorse disponibili, tanto di provenienza regionale che di natura nazionale e comunitaria”, oltre al “blocco degli sfratti per morosità incolpevole”.

SIMONE DI STEFANO “La Ast va salvata nazionalizzandola”

 

È supportato dalla lista “Sovranità – Prima gli italiani”. Di Stefano, nato a Roma nel 1976, è vice presidente nazionale del movimento politico di destra Casapound. Tra i temi principali del suo programma “sicuramente lavoro e sicurezza. L’Umbria è una regione particolare, perché i suoi problemi sono emblematici di situazioni gravi anche a livello nazionale. Pensiamo alle Acciaierie di Terni, con famiglie intere di operai abbandonate a se stesse per colpa di un Governo asservito alla Ue a alle lobby finanziarie, che intende procedere verso lo smantellamento del comparto siderurgico italiano.

Noi siamo per la nazionalizzazione, per l’intervento pubblico, per una public company partecipata da capitale della Regione perché dobbiamo essere padroni delle Acciaierie e non lasciare che i tedeschi le facciano fallire”. Tra le proposte, lo “stop all’immigrazione. In una nazione che ha il 50% di disoccupazione giovanile, non possiamo accogliere altre persone. Non possiamo destinare quei famosi 35 euro al giorno agli immigrati. Dobbiamo destinare quei fondi alla sicurezza”.

AMATO JOHN DE PAULIS “Ecco come fermare i racket criminali”

 

È appoggiato dalla lista “Alternativa riformista”. De Paulis è nato a Wilmington (Delaware, Usa) nel 1950. Biologo e medico veterinario, ha ricoperto ruoli di vertice e rappresentativi di numerose associazioni di veterinari umbri. Tra i punti più caratterizzanti del programma: “Legalizzazione e auto-coltivazione regolamentata della cannabis nonché legalizzazione, controllo sanitario e tassazione della prostituzione: le uniche vie praticabili per spezzare il crimine organizzato e la violenza associata” e “riconoscimento degli animali d’affezione come membri effettivi del nucleo familiare, tutelando i loro diritti”.

Per quanto riguarda la sanità: “Riduzione del ticket sanitario attraverso l’accorpamento delle due Asl in un’unica struttura regionale” e “costituzione di un unico centro acquisti regionale di farmaci, attrezzature e di materiale sanitario”.

In tema economico punta, tra l’altro, sulla “formazione professionale” e sull’utilizzo delle aree agricole demaniali dismesse anche a favore dell’occupazione giovanile.

AURELIO FABIANI “I due problemi sono lavoro e povertà”

 

Lo sostiene la lista “Casa rossa – Partito comunista e dei lavoratori”. Fabiani è nato a Spoleto nel 1955. Nei suoi interventi ha affermato che “in Umbria, come in tutto l’Occidente, oggi i problemi sono due: il lavoro e la povertà. Questi sono originati da grandi gruppi finanziari che hanno causato la crisi e l’hanno poi scaricata sui Paesi più deboli e sui ceti sociali più deboli.

“Anche in Umbria dobbiamo rispondere in tema di lavoro e di povertà. Una vera forza comunista è fondamentale per questo. Da quando essa manca, non l’Umbria, ma i poveri e i lavoratori dell’Umbria hanno subìto un vero massacro sociale. Ci vuole una svolta politica, e l’unico progetto utile è unire le forze che in Umbria si oppongono a questa Europa capitalista delle banche e delle multinazionali che ci strozzano e ci rubano lavoro”. Fabiani ha posto l’accento anche sul fatto che è necessario destinare risorse per l’occupazione “tagliando consulenze e appalti clientelari, per dirottare il tutto per creare lavoro”.

ANDREA LIBERATI “Lotta senza quartiere alla corruzione”

 

È il candidato della lista del Movimento 5 stelle. Liberati è nato a Terni nel 1976; è giornalista, laureato in Scienze politiche e negli ultimi anni, ricoprendo ruolo di vertice locale di “Italia nostra”, ha sollevato le principali questioni ambientali della Conca ternana (tra le quali le contaminazioni di suolo, aria, acqua e cibo e l’ampliamento della discarica Ast).

Nella campagna elettorale di Liberati è stata centrale la lotta alla corruzione. C’è una “gigantesca questione morale che attanaglia l’Umbria ormai da decenni. Una vera e propria cappa che impedisce lo sviluppo della nostra Regione, preda di interessi privatistici lontani anni luce dal bene comune e dagli interessi dei cittadini”.

Tra i principali punti del programma, “il reddito di cittadinanza regionale: 780 euro al mese per disoccupati, inoccupati e pensioni minime. Sgravi fiscali alle imprese virtuose che producono utilità sociale ed eccellenza nel mondo attraverso il reperimento di risorse da una spending review generale”.

 

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Lavoro/giovani: il progetto Policoro in Umbria https://www.lavoce.it/lavorogiovani-il-progetto-policoro-in-umbria/ Fri, 27 Mar 2015 14:12:24 +0000 https://www.lavoce.it/?p=31122 Animatori di Comunità di tutta l’Umbria insieme a mons. Sorrentino e don Francesco Verzini tutor di Perugia
Animatori di Comunità di tutta l’Umbria insieme a mons. Sorrentino e don Francesco Verzini tutor di Perugia

“Non esistono formule magiche per creare lavoro. Occorre investire nell’intelligenza e nel cuore delle persone”. Su questa convinzione di don Mario Operti, direttore dell’Ufficio della Cei per i problemi sociali e del lavoro, nacque nel 1995 il progetto Policoro con l’obiettivo di aiutare i giovani disoccupati o sottoccupati a migliorare la propria condizione lavorativa, sia tramite la formazione e l’informazione personale, sia con la fondazione di cooperative o piccole imprese. Nel 2010 il progetto Policoro è arrivato anche in Umbria, nella diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino. La prima animatrice di comunità (cioè la figura laica responsabile della promozione del progetto in ogni singola diocesi) è stata Valentina Di Maggio, oggi segretaria regionale di Policoro, nonché socia fondatrice della cooperativa sociale “Con Francesco”. È lei, testimone privilegiata del percorso fin dai suoi albori regionali, a raccontarcene l’evoluzione umbra. “Nella regione – racconta Valentina – Policoro è arrivato cinque anni fa, quindi di recente rispetto ai complessivi venti anni di attività. Abbiamo iniziato nella diocesi di Assisi poi, via via, si sono aggiunte le diocesi di Orvieto, Città di Castello, PerugiaCittà della Pieve e, da quest’anno, anche Spoleto. Ad oggi siamo 8 animatori di comunità che operano nelle diverse diocesi. Il nostro compito consiste principalmente nel fare, mantenere e coordinare la rete di lavoro e di interventi fra i tre soggetti coinvolti in Policoro, ovvero l’ufficio di Pastorale giovanile, quello di Pastorale sociale e del lavoro e la Caritas”. Da qui c’è poi il lavoro con i giovani… e meno giovani. “La crisi degli ultimi anni – spiega, infatti, Valentina – e la vicinanza dei nostri Sportelli ai punti Caritas ha fatto sì che si rivolgessero a noi anche persone adulte in difficoltà lavorative”.

Per i giovani, un primo e importante impegno del progetto Policoro umbro è stato quello nelle scuole superiori, al fine di avvicinare il mondo dell’educazione a quello del lavoro. “Ad esempio, all’istituto ‘Marco Polo’ di Assisi – racconta Valentina – abbiamo lavorato con le classi affinché fossero gli studenti stessi a creare proposte e progetti di lavoro da presentare ai rappresentanti delle istituzioni. Da qui sono nate anche delle opportunità di stage per i ragazzi. Oppure al liceo ‘Sesto Properzio’ di Assisi abbiamo coinvolto gli allievi dell’indirizzo sociale in un tirocinio per l’animazione del Grest estivo, dove si sono ritrovati a essere responsabili in prima persona e a progettare da soli le attività dei bambini”. Per quei giovani che, invece, sono già fuori dal mondo della scuola e sono in cerca di occupazione, in tutte le diocesi sono attivi degli Sportelli informativi e di supporto per la ricerca del lavoro, l’orientamento, la formazione. Ci sono poi le esperienze concrete nate anche in Umbria in seno al progetto, ad esempio nella forma delle cooperative sociali. Ad oggi, quelle “generate” da Policoro sono due. La prima è la cooperativa sociale di tipo B “Mir” di Orvieto, nata per l’accoglienza dei pellegrini in occasione del Giubileo eucaristico, e oggi impegnata nella gestione di beni e servizi diocesani, e non, in particolare quelli rivolti alla promozione umana di giovani e soggetti più svantaggiati. La seconda è la cooperativa “Con Francesco” ad Assisi, cooperativa interdiocesana perché si avvale del supporto delle diocesi di Assisi e Perugia e si occupa dell’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati.

Come e dove nasce il Progetto

L’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro, il Servizio nazionale di pastorale giovanile e la Caritas italiana si incontrano a Policoro, piccolo comune in provincia di Matera (Basilicata) il 14 dicembre 1995 con i rappresentanti diocesani di Calabria, Basilicata e Puglia per riflettere sulla disoccupazione giovanile nel Sud Italia. Nasce così il progetto Policoro, iniziativa ecclesiale voluta da don Mario Operti, allora direttore dell’ufficio Cei per i problemi sociali e del lavoro, e fondata sulla presenza ai vari livelli dei tre Uffici promotori, che assieme alle associazioni e con l’apporto competente degli animatori di comunità agiscono in sinergia per evangelizzare, educare, esprimere gesti concreti (idee imprenditoriali e reciprocità). Oggi il progetto Policoro si è espanso in tutta Italia, è attivo in 13 regioni e oltre 90 diocesi. Negli anni il progetto ha promosso la nascita di oltre 500 esperienze lavorative (in particolare consorzi, cooperative e piccole imprese), le quali, a loro volta, hanno creato circa 4.000 nuovi posti di lavoro. Alcune tra queste piccole imprese hanno ricevuto in gestione terreni confiscati alla mafia.

Policoro: l’attività svolta dallo sportello di Perugia

Gli sportelli del progetto Policoro offrono un servizio di ascolto, accoglienza, orientamento e aiuto attivo alla ricerca del lavoro per giovani e meno giovani. Le attività svolte, infatti, sono molteplici. “Ci occupiamo, ad esempio, della stesura del curriculum vitae – racconta Rossana Galiandro, animatrice di comunità nella diocesi di Perugia e attiva presso lo Sportello di Perugia (Villaggio della carità ‘Sorella Provvidenza’ di via Montemalbe 1, tutti i martedì e mercoledì dalle 9 alle 12.30) – inteso anche come racconto e rielaborazione della propria storia personale alla scoperta di attitudini, competenze e, a volte, di quei talenti che, forse ancora sottovalutati, possono diventare un’opportunità di lavoro. Guardiamo poi insieme le varie offerte e annunci e diamo consulenza nella ricerca e nelle modalità di partecipazione ai bandi attivi. Ultimamente, ad esempio, abbiamo aiutato dei ragazzi con la presentazione della domanda per il progetto Garanzia giovani e il bando regionale ‘Well 30’”. In tal senso, gli animatori di comunità si avvalgono di una specifica formazione in materia e di un aggiornamento costante.

“C’è poi la parte dedicata all’accompagnamento di quei giovani che vogliono avviare un’impresa – continua Rossana -. In questo caso, grazie alla rete di associazioni e realtà che hanno aderito al Progetto Policoro, indirizziamo i ragazzi verso associazioni di settore, istituzioni o enti idonei alla realizzazione del loro progetto. Ma li aiutiamo anche nella stesura del businness plan o nella ricerca di possibilità di finanziamento, microcredito, etc…” .

Un Centro per l’Impiego non istituzionale quindi? Non proprio. “In primis – spiega Rossana -, perché evidentemente non raccogliamo curricula, né fungiamo da intermediari fra la domanda e l’offerta come un Centro per l’impiego. Ma, soprattutto, perché qui anteponiamo la persona a tutto il resto. Qui non sei un numero, un codice allegato al curriculum. Il nostro primo lavoro è quello dell’ascolto, dell’accoglienza, della rielaborazione della storia personale. Succede spessissimo, infatti, che, durante la stesura del curriculum, le persone ci raccontino la loro vita, poi, dopo due ore di conversazione, ci ringrazino: non abbiamo risolto loro il problema del lavoro purtroppo, però per la prima volta, si sono sentiti ascoltati, non giudicati, capiti”.

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Sviluppiamo giovani talenti https://www.lavoce.it/sviluppiamo-giovani-talenti/ Fri, 05 Dec 2014 13:33:31 +0000 https://www.lavoce.it/?p=29355 Uno studente in azienda durante un’esperienza scuola-lavoro
Uno studente in azienda durante un’esperienza scuola-lavoro

Il lavoro non cade dal cielo è il titolo di un opuscolo distribuito in occasione della Giornata del lavoro e del fare impresa svoltasi il 27 novembre presso la Camera di commercio di Perugia. Titolo che è anche il messaggio trasmesso ai giovani nell’ambito dell’iniziativa dell’Unioncamere “Scuola elevata al Lavoro” per migliorare il collegamento tra il mondo scolastico e le esigenze delle imprese, e per offrire agli studenti una formazione sul campo con esperienze dirette, anche all’estero, nelle aziende e in altri ambienti lavorativi. In particolare con il progetto “Job Day” la Camera di commercio di Perugia ha permesso a 45 giovani di nove istituti scolastici della provincia di vivere una giornata di lavoro in studi professionali, laboratori, e aziende. Con il progetto “Improve Your Talent” (“Sviluppa i tuoi talenti!”), 25 laureati e laureandi delle due Università perugine hanno la possibilità di compiere tirocini di 4 mesi, con uno stipendio mensile di 900 euro, in altrettante sedi delle Camere di commercio all’estero in tutto il mondo, dall’America all’Asia. La Giornata del lavoro è stata quindi l’occasione per illustrare agli studenti e ai loro insegnanti queste opportunità di formazione e di avvicinamento al mondo del lavoro, ma anche per ascoltare alcuni giovani che hanno già compiuto queste esperienze. Lo si è fatto in un incontro moderato dal direttore del Giornale dell’Umbria, Giuseppe Castellini, cui hanno partecipato Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di commercio di Perugia, e Nicola Modugno, dirigente della Fondazione Its (Istituto tecnico superiore) dell’Umbria. Oggi – è stato detto – anche a causa della crisi economica, i giovani incontrano sempre maggiori difficoltà nel progettare il proprio futuro professionale e nel cercare le strade e i percorsi formativi per realizzarlo. “Troppe volte – ha detto con forza Mencaroni – sono come polli di allevamento chiusi in una gabbia, dove hanno da bere e da mangiare, ma fuori dalla realtà del mondo del lavoro”. Con un tasso di disoccupazione giovanile al 42 per cento c’è il rischio di un “salto generazionale”, ossia di cancellare ed escludere dalla vita sociale e produttiva un’intera generazione, come avvenuto ai tempi delle due guerre mondiali. Ecco perché – ha aggiunto – la Camera di commercio di Perugia, in collaborazione con Unioncamere e Assocamereestero, ha realizzato questi progetti per avvicinare i giovani al mondo del lavoro già in età scolastica. Lo ha sottolineato anche Nicola Modugno della Fondazione Its: i giovani non devono aspettare il diploma o la laurea per cominciare il loro cammino professionale. “È giusto – ha detto – che la scuola formi l’individuo con conoscenze teoriche, ma servono anche le competenze tecnico-amministrative spendibili nel mondo del lavoro. Competenze che si acquisiscono solo con un’esperienza diretta e con percorsi formativi che tengano conto delle esigenze presenti, e soprattutto future, delle aziende”.

Parlano i ragazzi passati per un giorno dai banchi al lavoro

Per un giorno, 45 studenti di 9 istituti scolastici della provincia di Perugia sono entrati nei cicli produttivi di imprese manifatturiere, laboratori artigiani, uffici pubblici e studi professionali. Una studentessa del “Casimiri” di Gualdo Tadino, Federica, nel suo stage di 24 ore presso un’agenzia di investigazioni ha potuto addirittura vivere l’emozione di un pedinamento.

La sua compagna di scuola, Beatrice, ha condiviso una giornata di lavoro con una cooperativa di assistenza sociale. “Nella mia vita – dice – ho ricevuto l’aiuto di tante persone. Ho scelto di fare questa esperienza che spero possa diventare per me anche una professione”.

Riccardo, dell’Iis “Polo-Bonghi” di Assisi, ha lavorato in un’azienda che produce birra: “Parlando con i due giovani titolari di questa impresa innovativa, ho capito che nel lavoro servono fantasia e passione, oltre all’impegno e alla dedizione”.

C’è chi invece – come Francesco del “Ciuffelli” di Todi – ha capito che non gli piacerebbe lavorare nello studio di un commercialista. Ma il Job Day – ha detto il presidente della Camera di commercio, Giorgio Mencaroni – doveva servire anche a questo, a farsi una idea più chiara su mestieri e professioni.

Studenti e docenti hanno esortato la Camera di commercio a ripetere e ampliare questa esperienza. “Speriamo! – ha risposto Mencaroni. – Ma il Governo per il prossimo anno ci ha tagliato dell’85% le risorse da spendere per il territorio”.

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Università: le parole del Rettore all’inaugurazione dell’anno accademico https://www.lavoce.it/universita-le-parole-del-rettore-allinaugurazione-dellanno-accademico/ Fri, 11 Apr 2014 10:08:07 +0000 https://www.lavoce.it/?p=24330 universita-2014C’è il senso forte della crisi, ma c’è anche, altrettanto forte, la determinazione al rilancio nell’inaugurazione dell’anno accademico 2013-2014 dell’Università degli studi di Perugia. Sia nelle parole dell’ex rettore dell’Università per Stranieri, ora ministro del Miur, Stefania Giannini, sia in quelle del rettore dell’ateneo perugino, Franco Moriconi.

La crisi, si diceva, è l’immancabile punto di inizio di tutti i discorsi. Cinquecentomila posti di lavoro persi negli ultimi anni – ricordano Giannini e Moriconi -, tre milioni di disoccupati, nelle Università il 20% di iscritti in meno in dieci anni e il boom di abbandoni (il 40% degli iscritti). Dati che fissano gli obiettivi imprescindibili del futuro: in una parola, rinascere.

Il rettore Moriconi lo sottolinea con forza: l’Università è il luogo della cultura e del sapere su cui si basa tutta la storia e la grandezza dell’Europa, “è solo da qui che possiamo ripartire: dalla fiducia che dobbiamo ai giovani che si affidano a noi e dalla forza che ricaviamo dalle nostre ricerche”.

Come farlo? Il “magnifico” elenca i vari punti della sua attività, ribadendo alcuni degli impegni chiave del suo mandato, già sottolineati dal pro-rettore Fabrizio Figorilli nell’intervista a La Voce della scorsa settimana. In primis, la sinergia con la città. “Non mi stancherò mai – sottolinea Moriconi – di promuovere l’idea di ‘Perugia città universitaria’ quale progetto complessivo da realizzare con il concorso di tutte le istituzioni cittadine e territoriali. Proprio in questa direzione va il progetto di realizzazione nell’area della Pallotta di una ‘città dello sport’ che possa costituire nell’ambiente naturale che la circonda un punto di riferimento per le attività sportive e ricreative, nonché di tutela della salute e del benessere”.

I due pilastri

Il rettore, ovviamente, batte più volte sui due pilastri dell’ateneo: didattica e ricerca, studenti e docenti. Nel primo ambito, Moriconi punta a rivedere l’offerta formativa sulla base delle esigenze concrete del mercato e della società, come avvenuto per il nuovo corso di laurea magistrale in Geologia degli idrocarburi, totalmente in inglese e organizzato in stretta collaborazione con l’Eni, tanto da aver avuto richieste di iscrizione da ogni parte del mondo. Si punta poi a incentivare l’internazionalizzazione del sapere. “Abbiamo deciso – spiega il rettore – di destinare il ricavato del 5 per mille per incentivare esperienze internazionali dei nostri laureati più meritevoli”. E poi i servizi: il ritorno delle Segreterie nei rispettivi dipartimenti, sconti sui trasporti e un ambulatorio medico gratuito per i fuori sede.

Sul fronte della ricerca, “oltre allo stanziamento – spiega Moriconi -, per la prima volta dopo vari anni, di un Fondo minimo iniziale per la ricerca di base, è stato avviato un processo di incentivazione per moltiplicare la partecipazione dei ricercatori ai bandi europei”.

Imprescindibile, infine, il legame con il mondo del lavoro per trasferire i risultati della ricerca in concrete attività produttive e occupazionali: “È già stato stanziato – sottolinea il magnifico – un primo sostanziale finanziamento per la realizzazione di quell’incubatore d’impresa che aspettavamo da tanti anni, struttura essenziale per la tutela e la valorizzazione dei risultati della ricerca, per il suo trasferimento al mondo delle imprese e dell’economia in generale, nonché per l’impulso all’imprenditorialità e all’occupazione giovanile”.

“Le risorse ci sono”

La strada per rilanciare il mondo dell’Università italiana c’è. Lo ha ribadito con forza il ministro Stefania Giannini nel suo intervento all’inaugurazione dell’anno accademico. Le risorse ci sono: “Grazie ai Fondi europei, con il cofinanziamento nazionale, ci sono 55 miliardi di euro a disposizione della ricerca. Dobbiamo creare progetti per attirarli”. Tre gli ingredienti per farlo: ricerca, internazionalizzazione e mobilità. “Questa non è fuga dei cervelli, è arricchimento – ha ribadito -. Ai rettori dico: non abbiate timidezza, investite in mobilità, e il Ministero sarà al vostro fianco”.

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Lavoro giovanile, il progetto Ue https://www.lavoce.it/lavoro-giovanile-il-progetto-ue/ Thu, 23 Jan 2014 15:59:15 +0000 https://www.lavoce.it/?p=21709 lavoro-donna-settore-tessileLa disoccupazione non è un problema squisitamente italiano, ma europeo, tanto che la Ue ha promosso da quest’anno la Youth Guarantee (garanzia giovani), per stimolare l’inserimento lavorativo degli oltre 6 milioni di under-25 inattivi.

Il problema ha dimensioni strutturali, perché un Continente in “crisi demografica” come il nostro non può permettersi il lusso di escludere dal mondo della produzione cittadini in età attiva, specialmente giovani, se per il futuro si vorrà mantenere il livello di qualità della vita raggiunto e le politiche sociali che ne garantiscono la diffusione nella gran parte della popolazione.

Anche l’Italia, uno degli Stati nelle condizioni peggiori riguardo alla situazione della disoccupazione giovanile, ha presentato il suo “piano di garanzia”, che la Commissione europea finanzierà. Un’occasione da non perdere per rilanciare il lavoro.

Dal progetto illustrato dal ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, emergono tre elementi positivi che potrebbero rivelarsi fruttuosi ed efficaci.

1. L’elaborazione concertata è il processo con il quale è stato progettato il piano e ha coinvolto vari attori, le parti sociali, gli operatori pubblici e quelli del terzo settore, le istituzioni regionali. Questa modalità concertata potrebbe innescare una sinergia delle azioni che i diversi soggetti mettono in campo.

2. Si auspicano politiche attive che prevedono percorsi personalizzati, finalizzati all’inserimento, esperienze di tirocinio, impegno nel servizio civile, formazione professionalizzante e accompagnamento all’avvio per un’iniziativa imprenditoriale.

3. Il Coordinamento nazionale con delega alle Regioni dovrebbe integrare in un unico sistema le risorse nazionali e dei territori. Mettere in relazione i diversi attori che operano nel campo: imprese, scuole, sindacati, agenzie per l’impiego pubbliche e private, profit e no profit.

Allo stesso tempo alcuni esperti, tra cui Maurizio Ferrera, hanno sollevato alcuni dubbi che evidenziano alcuni punti di debolezza che potrebbero interferire nel progetto. La prima è la fragilità dei servizi per l’impiego, in particolare nel Sud Italia: la questione è centrale, perché i servizi sono un nodo essenziale per connettere domanda e offerta di lavoro. Il secondo punto è l’ambizione di un piano che immediatamente coinvolge tutto il territorio nazionale, mentre altri piani presentati alla Commissione Ue (ad esempio quello francese) hanno scelto di partire con alcune Regioni, per poi allargare l’azione politica ad altre.

Altri ancora hanno aggiunto la seria difficoltà di coinvolgere i giovani scoraggiati, che sono allontanati dalla vita attiva. Si tratta di un compito difficile perché non è una semplice operazione di “reindirizzo” verso un nuovo lavoro, ma di recupero anche psicologico e culturale di persone che hanno abbandonato la speranza di raggiungere un lavoro dignitoso.

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Disoccupazione, lieve diminuzione https://www.lavoce.it/disoccupazione-lieve-diminuzione/ Thu, 05 Sep 2013 10:26:51 +0000 https://www.lavoce.it/?p=18843 Giovani-e-lavoroLa situazione del lavoro in Umbria è in graduale ripresa, e questa volta non lo dicono soltanto i politici, ma anche le statistiche. Il tasso di disoccupazione infatti, anche se non è sceso sotto la soglia del 10%, indica un lieve miglioramento. Nel primo trimestre del 2013, i dati Istat confermano quasi 1.000 persone in meno alla ricerca di un lavoro, passando da 42 a 41 mila unità, con un tasso di disoccupazione che scende dal 10,5 al 10,4%. I dati umbri sono in linea con il quadro nazionale. Alla fine di luglio, in Italia, si contavano 22,5 milioni di lavoratori, cifra invariata rispetto al mese precedente e in diminuzione dell’1,9% su base annua (-433 mila). Il tasso di occupazione, pari al 55,9%, rimane invariato in termini congiunturali e diminuisce di un punto percentuale rispetto a dodici mesi prima. Il numero di disoccupati, pari a 3 milioni 76 mila, diminuisce dello 0,3% rispetto al mese precedente (-10 mila) ma aumenta dell’11,8% su base annua (+325 mila). Il tasso di disoccupazione si attesta al 12,0%, invariato rispetto al mese precedente e in aumento di 1,3 punti percentuali nei dodici mesi. Se letti in senso assoluto, tutti i dati a livello occupazionale indicano piccoli e graduali spostamenti di trimestre in trimestre e, dopo 12 mesi, le cifre diventano interessanti: i disoccupati in Umbria passano da 46 mila a 41 mila, e il tasso di disoccupazione scende dall’11,4% al 10,4%. Sono piccoli segnali di ripresa che vanno letti e aggiunti ad altri indici di miglioramento, come la crescita del numero delle imprese nel territorio. Questi segnali non sono ancora sufficienti per tranquillizzare le organizzazioni sindacali. Dalla Cgil infatti fanno sapere che i dati Istat “evidenziano il sommarsi di più criticità: in primis la disoccupazione giovanile che sfiora il 40%, e poi quella di lunga durata, che si sovrappone a un tasso di inattività che, come visto, in Umbria è sopra la media nazionale. I nuovi dati dell’Istat – sottolineano dal sindacato – non fanno altro che confermare l’allarme che la Cgil dell’Umbria, come quella nazionale, lancia da tempo: è necessaria una radicale inversione di tendenza nelle politiche economiche nazionali ed europee, mettendo al centro dell’azione politica un Piano del lavoro, sul quale la Cgil rafforzerà la propria iniziativa e mobilitazione nei prossimi mesi”.

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I numeri della crisi in Umbria nel Rapporto della Banca d’Italia https://www.lavoce.it/i-numeri-della-crisi-in-umbria/ Thu, 13 Jun 2013 10:45:21 +0000 https://www.lavoce.it/?p=17316 aziende-alimentariLo stato di salute dell’economia della nostra regione non è buono. Lo conferma lo studio “L’economia dell’Umbria” condotto dalla filiale di Perugia della Banca d’Italia e presentato alla stampa martedì mattina nella sede di San Marco (vedi le slides).

In una situazione in cui l’Italia registra un Pil a –2,4% rispetto al –0,6 della media dei Paesi dell’area euro, nel 2012 la nostra regione, avvertono da Bankitalia, registra un –2,1 (–9,1 dal 2007 al 2012).

Il rallentamento dell’economia ha colpito tutti i settori mentre si registra un valore positivo delle esportazioni che registrano un +7,6% portando un limitato contributo incidendo limitatamente sul Pil (circa il 14%).

La debolezza della domanda interna, non compensata dall’export, si è tradotta in un peggioramento dei risultati aziendali in particolare sulle imprese industriali con meno di 20 addetti, tra l’altro le più numerose. Lo studio della Banca d’Italia presenta previsioni negative per il 2013 sul fronte degli investimenti e della ripresa economica anche in settori cardine del sistema come quello delle imprese edili in continua fase recessiva dal 2007. In questa situazione il 2012 ha registrato un aumento di imprese uscite dal mercato per fallimento o per concordato preventivo. Resistono meglio le imprese con più di 20 addetti anche nei settori del commercio e dei servizi. Segno negativo anche per il turismo.

I riflessi della recessione sul mercato del lavoro – spiega una nota della Banca d’Italia – sono stati significativi. In base alla Rilevazione sulle forze di lavoro dell’Istat, nella media dell’anno l’occupazione in regione è scesa dell’1,4 per cento rispetto al 2011, più che nella media nazionale (–0,3 per cento). Il calo ha interessato soprattutto la componente maschile.

Si sono ulteriormente aggravate le difficoltà lavorative per i più giovani: il tasso di occupazione giovanile (15-34 anni) è sceso dal 51,7 al 49,5 per cento, quasi 10 punti percentuali in meno rispetto alla media del 2007, prima dell’insorgere della crisi.

Nel 2012 ha ripreso a crescere il ricorso agli ammortizzatori sociali, dopo la lieve flessione registrata nel 2011. Secondo i dati dell’Inps, le ore di Cig autorizzate in regione sono state quasi 28 milioni (46,7 per cento in più rispetto al 2011), corrispondenti a oltre 16 mila occupati equivalenti a tempo pieno. Il tasso di disoccupazione è cresciuto di quasi tre punti percentuali (al 9,8 per cento); nella classe di età 15-34 anni ha raggiunto il 18,7 per cento (dal 13,0 del 2011).

Il credito bancario, al lordo delle sofferenze, ha iniziato a ridursi a partire dalla metà del 2012; alla fine dell’anno i prestiti bancari sono diminuiti dello 0,9 per cento rispetto allo stesso periodo del 2011. Alla dinamica negativa, che ha coinvolto sia le imprese (–0,6 per cento) sia le famiglie (–0,4 per cento), hanno concorso la debolezza della domanda e condizioni di offerta che sono rimaste tese.

La diminuzione è influenzata dall’andamento negativo dei finanziamenti erogati dalle banche appartenenti ai primi cinque gruppi nazionali, in calo del 3,2 per cento (–0,4 per cento alla fine del 2011), mentre quelli concessi dalle altre banche hanno mantenuto una dinamica positiva, sebbene in rallentamento dalla fine del 2011.

I prestiti alle famiglie concessi da banche e finanziarie sono indicativi delle difficoltà delle famiglie. Non solo sono complessivamente diminuiti ma sono aumentati i prestiti per il consumo. Nei primi mesi del 2013 si registra una variazione negativa di prestiti per mutui per le abitazioni del –0,1% (era +6,7 nel 2011) mentre il credito al consumo è passato dal +3,9 del 2011 al +6,1 dei primi mesi del 2013.

Bene la Regione

Tutto un capitolo del Rapporto sullo stato dell’economia in Umbria è dedicato alla spesa pubblica delle autonomie locali che in Umbria è diminuita del 4,1% l’anno nel triennio 2009-2011. Sulla voce più importante del bilancio della Regione l’Umbria mostra conti positivi: la spesa sanitaria pro-capite è più bassa della media delle regioni a statuto ordinario e supera di poco la quota di finanziamento garantito dlla Conferenza Stato – Regioni garantendo comunque gli standard nazionali dell’assistenza. “Avere i conti in ordine come Regione, a partire dall’equilibrio di bilancio per ciò che riguarda la sanità, non è solo prova di buona politica. L’equilibrio di bilancio di una regione, – ha commentato la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, intervenendo alla presentazione del Rapporto – si ripercuote infatti positivamente sull’intero sistema economico e sulla stessa pressione fiscale che, come ha correttamente evidenziato il rapporto di Banca d’Italia, è tra le più basse in tutta Italia”.

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Piano straordinario per l’occupazione giovanile https://www.lavoce.it/piano-straordinario-per-loccupazione-giovanile/ Thu, 23 Feb 2012 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=876 Più lavoro, più competitività, più credito, meno burocrazia: sono i quattro pilastri che reggono il Piano straordinario per l’occupazione che la Regione ha predisposto per fronteggiare la crisi. Questo è quanto è emerso dal convegno sulle “Opportunità per i giovani” organizzato dalla Regione Umbria e dall’Agenzia Umbria ricerche, che si è svolto lunedì a Perugia, in cui sono stati illustrati gli esiti occupazionali di alcuni bandi regionali ed alcune iniziative che saranno attuate nel 2012 per offrire opportunità di lavoro e di mobilità ai giovani. “Gli effetti della recessione, che già pesano molto sulle famiglie e le imprese umbre – ha affermato in apertura Vincenzo Riommi, assessore regionale alla Promozione dello sviluppo economico e delle attività produttive – ci hanno indotto a concentrare nel Piano misure alcune caratteristiche comuni: la rapidità con la quale possono essere attivate e la loro capacità di produrre effetti già nel breve periodo”. Gli interventi attuati dalla Regione, utilizzando le risorse del Fondo sociale europeo nell’ambito della programmazione 2007-2013, confermano i buoni risultati della recente indagine del Centro studi “Datagiovani” pubblicata sul Sole 24 Ore, che pone l’Umbria ai primi posti fra le regioni “amiche” dei giovani. L’Umbria in particolare primeggia per l’istruzione, con la più bassa dispersione scolastica (13,3% contro il 18,8% della media italiana) ed il secondo miglior risultato nel numero di laureati 30-34 enni (25,6%). Nel campo imprenditoriale, poi, mostra una buona demografia d’impresa, con un tasso di sopravvivenza, a 5 anni dall’avvio, del 53,3%, superiore alla media italiana, e una percentuale di giovani imprenditori sul totale, pari al 5,3%. L’indagine, che ha analizzato tre bandi regionali finalizzati al sostegno della ricerca (principalmente su temi legati all’ambiente, alla biologia, alla chimica e alla medicina), è stata condotta attraverso l’invio di questionari a circa 600 beneficiari (351 del bando assegni, 187 del bando ricerca e lavoro, 55 del bando reti); 273 enti pubblici o privati ospitanti; 32 soggetti attuatori (enti di formazione e imprese). Questo l’identikit del beneficiario-tipo: ha 32 anni, è donna, e più del 70% possiede un diploma di laurea in materie scientifiche. Quanto agli esiti occupazionali, il 65,6% dei soggetti coinvolti risulta occupato a 6 mesi dalla data di conclusione del progetto di ricerca, con un’età media di 33 anni per le donne e 32 per gli uomini, con contratti a progetto e assegni di ricerca. Il 14% ottiene un contratto subordinato a tempo indeterminato in media dopo i 34 anni. Buoni anche i risultati di due innovative azioni pilota realizzate dall’Aur, “volte a sostenere – ha spiegato il direttore dell’Aur, Anna Ascani – la mobilità europea di portatori di idee imprenditoriali” che ha permesso a 29 potenziali imprenditori di realizzare un’esperienza professionale in imprese, centri di ricerca, università europee. “Con il progetto Eurodyssée – ha concluso il direttore – quest’anno offriremo ai giovani residenti in Umbria la possibilità di realizzare un tirocinio all’estero, in uno dei 34 Paesi dell’Assemblea delle regioni d’Europa, dove potranno acquisire un’esperienza professionale e perfezionare una lingua straniera. Il secondo bando, Creativity Camp, favorirà l’avvicinamento dei giovani al mondo del lavoro e dell’imprenditorialità premiando le idee progettuali fondate sulla creatività, il talento e l’intuito dei giovani, con il coinvolgimento delle imprese”. Consigli a giovani e ai genitoriSostenere la crescita, incentivare lo sviluppo, accompagnare le piccole e medie imprese alla ricerca di liquidità, promuovere nuove forme di lavoro autonomo, insomma, tirare fuori l’Umbria da una delle pagine più difficili della storia economica e finanziaria del nostro Paese. Sono queste le priorità che la Regione Umbria – in particolare, la Direzione alla programmazione, innovazione e competitività – si è imposta come mission. Ne abbiamo parlato con il direttore, Lucio Caporizzi. Che cosa può fare la politica? “Nessuno ha una ricetta pronta. Posso soltanto dire che L’Umbria è tra le prime regioni italiane ad aver adottato una legge per sostenere, con un apposito Fondo di rotazione, le professioni intellettuali ordinistiche che finora erano abbandonate a se stesse. Abbiamo istituito due Fondi di garanzia per l’accesso al credito a favore dell’imprenditoria femminile e giovanile. Sarà attivato nei prossimi messi un Patto generazionale con cui attiveremo, per i giovani che vogliano avviare un’attività nel nostro territorio, una forma di tutoraggio da parte di imprenditori già affermati”. Quali altre azioni avete intrapreso? “Per consentire alle imprese una maggiore possibilità di utilizzo delle misure adottate, verrà realizzata una speciale ‘task force anti-burocrazia’. Strumenti di natura indiretta, che mirano a far crescere le imprese e ad attrarne di nuove sul territorio; forme di defiscalizzazione e semplificazione per facilitare l’accesso al credito”. Cosa consiglierebbe ai giovani? “La Regione sta percorrendo due strade principali. Da un lato convincere le famiglie che oggi la formazione professionale, più di qualsiasi altro percorso d’istruzione, offre maggiori sbocchi per riuscire ad ottenere un posto di lavoro. Troppo spesso essa è guardata con sospetto; è invece indispensabile il ritorno al lavoro manuale quale elemento qualificante di una società. Dall’altro lato siamo impegnati a inserire premialità per chi riesce ad occupare il maggior numero di partecipanti a corsi di formazione professionale. Inoltre stiamo avviando forme molto strette di collaborazione con le imprese affinché i programmi didattici rispondano alle reali esigenze del mercato del lavoro. Solo in questo modo potremo offrire non solo dei pezzi di carta ai nostri figli, ma anche una professione e concrete possibilità di assunzione”.

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