musica sacra Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/musica-sacra/ Settimanale di informazione regionale Wed, 24 Jan 2024 18:22:32 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg musica sacra Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/musica-sacra/ 32 32 Omaggio a don Francesco Spingola con concerto e messa https://www.lavoce.it/omaggio-a-don-francesco-spingola-con-concerto-e-messa/ https://www.lavoce.it/omaggio-a-don-francesco-spingola-con-concerto-e-messa/#respond Wed, 17 Jan 2024 16:44:01 +0000 https://www.lavoce.it/?p=74558

Il 5 novembre del 2020, dopo una dolorosa malattia, ci lasciava Monsignor Francesco Spingola, sacerdote e musicista di altissimo profilo, che ha tracciato segni indelebili nella cultura della musica sacra nazionale e internazionale. Dalla natia Calabria dove era iniziato il suo cammino religioso, educativo e artistico, don Francesco è approdato a Perugia nel 1970 ottenendo anche in Umbria il riconoscimento della sua grandezza di pastore e maestro nella vita e nell'arte. La sua fede cristallina e potente ha consegnato orientamenti sicuri ai tanti suoi allievi del seminario di Cassano all’Ionio, dove ha esercitato l'insegnamento dopo l'ordinazione sacerdotale ricevuta nel 1955. A testimonianza di quel periodo assume uno speciale significato il documento (scritto in parte a mano e in parte con una vecchia macchina da scrivere) nel quale il giovane don Francesco aveva fissato i suoi pensieri sulla Via Crucis con una straordinaria intensità. Nella fase terminale della sua malattia, don Francesco mi consegnò questo materiale ben conoscendo il mio immenso amore per Gesù e la mia particolare devozione per il venerdì santo. I pensieri contenuti in tale lavoro di riflessione presentano anche risvolti di intima tensione emotiva legata sia al ministero religioso, sia alla quotidianità della condizione umana. La via della Croce è la strada che percorrono ogni giorno quanti si trovano nel dolore, troppo spesso vittime dell'indifferenza generata dall'egoismo, ed è al tempo stesso un cammino interiore, fra travaglio e ristoro, che conduce alla comprensione del senso più profondo del messaggio cristiano e cioè che non c'è estasi senza agonia e non c'è resurrezione senza morte. Della lunga esperienza sacerdotale di don Francesco resta vivo il ricordo della voce chiara e sicura con cui spiegava il Vangelo nel corso della Messa: una voce densa di autenticità e sempre attenta a coinvolgere l'uditorio nella sua totalità, perché la fede è una tensione verso il bene che ci rende fratelli e necessita di essere testimoniata nell'amore per la verità. Monsignor Spingola è stato maestro in ogni fibra dell'essere e il proprio eccelso talento musicale ha sempre sostenuto la sua intenzionalità educativa e pastorale. Diplomatosi al Conservatorio di Bari sotto la guida del maestro Nino Rota, ha coniugato, attraverso l'esercizio e l'insegnamento del canto corale, le proprie vocazioni sacerdotale e artistica fondando un coro polifonico nella diocesi di Cassano all’Ionio e conferendo nuova e vivace linfa al canto gregoriano.

Il coro “San Faustino” e l'Istituto “Frescobaldi”

Lasciata la Calabria per motivi familiari, a Perugia ha ricominciato con umiltà, determinazione e pazienza a tessere la tela dell'arte musicale coristica gettando le basi per la fondazione di un nuovo coro con i bambini e i ragazzi del quartiere in cui don Francesco esercitava il proprio magistero pastorale. Si è andato così formando il coro polifonico San Faustino destinato nel tempo a esibirsi in varie località dell'Italia, dell'Europa e degli Stati Uniti d'America, senza mai dismettere il proprio abito di accompagnamento alla liturgia e agli eventi religiosi del mondo cristiano. Dal 5 novembre scorso, in occasione del terzo anniversario della scomparsa di don Francesco, il coro polifonico San Faustino ha assunto anche il nome del suo fondatore e storico direttore. Inoltre monsignor Spingola è stato impegnato nella direzione dell'Istituto Diocesano di Musica Sacra “Girolamo Frescobaldi” succedendo a monsignor Pietro Squartini che aveva avviato l’attività dello stesso Istituto, da lui diretto fino alla morte. [caption id="attachment_74589" align="alignnone" width="640"]zona absidale della chiesa con pareti chiare, quadro sul fondo e altri quadri ai lati. In basso un organo e due pianoforti. L'Auditorium Marianum dell'Istituto Frescobaldi[/caption]

Spingola: la musica come elevazione spirituale

Nel corso della sua lunghissima esperienza direttiva, il maestro Spigola ha investito copiose energie per sensibilizzare genitori, scuole, e soprattutto giovani e giovanissimi sull'importanza della musica come mezzo di elevazione spirituale, formazione culturale e disciplina interiore. I corsi generali e di strumento presso l'Istituto “Frescobaldi” sono andati così via via aumentando facendo della scuola musicale diocesana un importante riferimento culturale e artistico per la città di Perugia, anche per le frequenti iniziative di eventi musicali con la partecipazione di grandi artisti di ogni parte del mondo. Enorme è l'eredità che don Francesco ha lasciato attraverso le numerosissime composizioni musicali e le preziose pubblicazioni di carattere storico, linguistico, letterario e antropologico, alcune delle quali realizzate per l'istituto “Frescobaldi”, come, ad esempio, la rivista di musicologia Studi e documentazioni e il testo Organi e Organari dell'Umbria: opere che testimoniano il valore riconosciuto da don Francesco alla memoria come strumento d’elezione in campo educativo. Fra i molteplici aspetti della versatilità artistica, tanto musicale che letteraria, di don Francesco non può essere taciuto l'interesse antropologico e linguistico del maestro per il lessico e le tradizioni della sua terra natale. Interesse che ha prodotto opere di grande spessore e assoluta originalità dalle quali si evince facilmente lo stretto legame che tiene insieme i luoghi, le parole e la musica.

Opere di mons. Spingola

Don Francesco, infatti, oltre ad aver scritto un  dizionario del dialetto di Verbicaro (suo paese d'origine in provincia di Cosenza) ha dato alla luce due raccolte poetiche, sempre scritte nel dialetto della sua terra, di grande valore antropologico e letterario: Quisquilie e Ninne Nanne Jocarieddhi Canzuneddi e Prighieri ‘i Vruvicaru (di quest'ultimo lavoro è doveroso evidenziare anche la trascrizione musicale riportata dall'autore con arte non comune). Di assoluto rilievo antropologico è infine quella che può essere considerata una sorta di “summa” in questo ambito di lavoro artistico: la fedele trascrizione di parole e musica dei Canti della tradizione religiosa di Verbicaro. Si può dunque parlare, senza tema di smentita, di un uomo straordinario e di un artista al tempo stesso peculiare e universale per la specificità e la vastità dei suoi interessi e dei suoi talenti, serviti, nell'arco di tutta una vita, con costanti dedizione e impegno, anche nei momenti difficili dei lutti familiari e della malattia.

Iniziativa per ricordare don Spingola

Il prossimo 21 gennaio 2024 alle ore 18 presso l'Auditorium Marianum sito al numero 184 di Corso Cavour a Perugia, sarà celebrata da don Francesco Verzini una Santa Messa solenne in memoria di monsignor Francesco Spingola. Durante la celebrazione liturgica, saranno eseguiti, in omaggio al maestro, canti scritti da don Francesco dal Coro Polifonico San Faustino Francesco Spingola diretto dal maestro Daniele Lupo.
Al termine della Messa sarà donato ai presenti che lo desiderino il libro di Leonardo Alario Monsignor Francesco Spingola una vita piena di Fede, Amore e Musica per volontà del fratello Emanuele che è autore dell'introduzione al testo, in cui viene delineato un commuovente profilo umano del compianto don Francesco Spingola che è sempre nel cuore di quanti lo hanno conosciuto e amato.
Antonella Ubaldi
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Il 5 novembre del 2020, dopo una dolorosa malattia, ci lasciava Monsignor Francesco Spingola, sacerdote e musicista di altissimo profilo, che ha tracciato segni indelebili nella cultura della musica sacra nazionale e internazionale. Dalla natia Calabria dove era iniziato il suo cammino religioso, educativo e artistico, don Francesco è approdato a Perugia nel 1970 ottenendo anche in Umbria il riconoscimento della sua grandezza di pastore e maestro nella vita e nell'arte. La sua fede cristallina e potente ha consegnato orientamenti sicuri ai tanti suoi allievi del seminario di Cassano all’Ionio, dove ha esercitato l'insegnamento dopo l'ordinazione sacerdotale ricevuta nel 1955. A testimonianza di quel periodo assume uno speciale significato il documento (scritto in parte a mano e in parte con una vecchia macchina da scrivere) nel quale il giovane don Francesco aveva fissato i suoi pensieri sulla Via Crucis con una straordinaria intensità. Nella fase terminale della sua malattia, don Francesco mi consegnò questo materiale ben conoscendo il mio immenso amore per Gesù e la mia particolare devozione per il venerdì santo. I pensieri contenuti in tale lavoro di riflessione presentano anche risvolti di intima tensione emotiva legata sia al ministero religioso, sia alla quotidianità della condizione umana. La via della Croce è la strada che percorrono ogni giorno quanti si trovano nel dolore, troppo spesso vittime dell'indifferenza generata dall'egoismo, ed è al tempo stesso un cammino interiore, fra travaglio e ristoro, che conduce alla comprensione del senso più profondo del messaggio cristiano e cioè che non c'è estasi senza agonia e non c'è resurrezione senza morte. Della lunga esperienza sacerdotale di don Francesco resta vivo il ricordo della voce chiara e sicura con cui spiegava il Vangelo nel corso della Messa: una voce densa di autenticità e sempre attenta a coinvolgere l'uditorio nella sua totalità, perché la fede è una tensione verso il bene che ci rende fratelli e necessita di essere testimoniata nell'amore per la verità. Monsignor Spingola è stato maestro in ogni fibra dell'essere e il proprio eccelso talento musicale ha sempre sostenuto la sua intenzionalità educativa e pastorale. Diplomatosi al Conservatorio di Bari sotto la guida del maestro Nino Rota, ha coniugato, attraverso l'esercizio e l'insegnamento del canto corale, le proprie vocazioni sacerdotale e artistica fondando un coro polifonico nella diocesi di Cassano all’Ionio e conferendo nuova e vivace linfa al canto gregoriano.

Il coro “San Faustino” e l'Istituto “Frescobaldi”

Lasciata la Calabria per motivi familiari, a Perugia ha ricominciato con umiltà, determinazione e pazienza a tessere la tela dell'arte musicale coristica gettando le basi per la fondazione di un nuovo coro con i bambini e i ragazzi del quartiere in cui don Francesco esercitava il proprio magistero pastorale. Si è andato così formando il coro polifonico San Faustino destinato nel tempo a esibirsi in varie località dell'Italia, dell'Europa e degli Stati Uniti d'America, senza mai dismettere il proprio abito di accompagnamento alla liturgia e agli eventi religiosi del mondo cristiano. Dal 5 novembre scorso, in occasione del terzo anniversario della scomparsa di don Francesco, il coro polifonico San Faustino ha assunto anche il nome del suo fondatore e storico direttore. Inoltre monsignor Spingola è stato impegnato nella direzione dell'Istituto Diocesano di Musica Sacra “Girolamo Frescobaldi” succedendo a monsignor Pietro Squartini che aveva avviato l’attività dello stesso Istituto, da lui diretto fino alla morte. [caption id="attachment_74589" align="alignnone" width="640"]zona absidale della chiesa con pareti chiare, quadro sul fondo e altri quadri ai lati. In basso un organo e due pianoforti. L'Auditorium Marianum dell'Istituto Frescobaldi[/caption]

Spingola: la musica come elevazione spirituale

Nel corso della sua lunghissima esperienza direttiva, il maestro Spigola ha investito copiose energie per sensibilizzare genitori, scuole, e soprattutto giovani e giovanissimi sull'importanza della musica come mezzo di elevazione spirituale, formazione culturale e disciplina interiore. I corsi generali e di strumento presso l'Istituto “Frescobaldi” sono andati così via via aumentando facendo della scuola musicale diocesana un importante riferimento culturale e artistico per la città di Perugia, anche per le frequenti iniziative di eventi musicali con la partecipazione di grandi artisti di ogni parte del mondo. Enorme è l'eredità che don Francesco ha lasciato attraverso le numerosissime composizioni musicali e le preziose pubblicazioni di carattere storico, linguistico, letterario e antropologico, alcune delle quali realizzate per l'istituto “Frescobaldi”, come, ad esempio, la rivista di musicologia Studi e documentazioni e il testo Organi e Organari dell'Umbria: opere che testimoniano il valore riconosciuto da don Francesco alla memoria come strumento d’elezione in campo educativo. Fra i molteplici aspetti della versatilità artistica, tanto musicale che letteraria, di don Francesco non può essere taciuto l'interesse antropologico e linguistico del maestro per il lessico e le tradizioni della sua terra natale. Interesse che ha prodotto opere di grande spessore e assoluta originalità dalle quali si evince facilmente lo stretto legame che tiene insieme i luoghi, le parole e la musica.

Opere di mons. Spingola

Don Francesco, infatti, oltre ad aver scritto un  dizionario del dialetto di Verbicaro (suo paese d'origine in provincia di Cosenza) ha dato alla luce due raccolte poetiche, sempre scritte nel dialetto della sua terra, di grande valore antropologico e letterario: Quisquilie e Ninne Nanne Jocarieddhi Canzuneddi e Prighieri ‘i Vruvicaru (di quest'ultimo lavoro è doveroso evidenziare anche la trascrizione musicale riportata dall'autore con arte non comune). Di assoluto rilievo antropologico è infine quella che può essere considerata una sorta di “summa” in questo ambito di lavoro artistico: la fedele trascrizione di parole e musica dei Canti della tradizione religiosa di Verbicaro. Si può dunque parlare, senza tema di smentita, di un uomo straordinario e di un artista al tempo stesso peculiare e universale per la specificità e la vastità dei suoi interessi e dei suoi talenti, serviti, nell'arco di tutta una vita, con costanti dedizione e impegno, anche nei momenti difficili dei lutti familiari e della malattia.

Iniziativa per ricordare don Spingola

Il prossimo 21 gennaio 2024 alle ore 18 presso l'Auditorium Marianum sito al numero 184 di Corso Cavour a Perugia, sarà celebrata da don Francesco Verzini una Santa Messa solenne in memoria di monsignor Francesco Spingola. Durante la celebrazione liturgica, saranno eseguiti, in omaggio al maestro, canti scritti da don Francesco dal Coro Polifonico San Faustino Francesco Spingola diretto dal maestro Daniele Lupo.
Al termine della Messa sarà donato ai presenti che lo desiderino il libro di Leonardo Alario Monsignor Francesco Spingola una vita piena di Fede, Amore e Musica per volontà del fratello Emanuele che è autore dell'introduzione al testo, in cui viene delineato un commuovente profilo umano del compianto don Francesco Spingola che è sempre nel cuore di quanti lo hanno conosciuto e amato.
Antonella Ubaldi
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Eventi in Umbria dedicati a don Lorenzo Perosi a 150 anni dalla nascita https://www.lavoce.it/eventi-in-umbria-dedicati-a-don-lorenzo-perosi-a-150-anni-dalla-nascita/ Wed, 21 Sep 2022 14:06:56 +0000 https://www.lavoce.it/?p=68700 don lorenzo perosi

Tre grandi appuntamenti in Umbria dedicati a don Lorenzo Perosi, a centocinquant'anni dalla nascita di uno dei compositori di musica sacra più importanti del '900. E' quanto prevede la seconda parte dell’Anno Perosiano, la rassegna promossa dall'associazione culturale musicale Fabrica Harmonica in collaborazione con la Provincia Serafica Ofm di Assisi, la Diocesi di Orvieto-Todi, il Conservatorio di Avellino e il Santuario di Collevalenza di Todi che ha preso avvio lo scorso 31 luglio per concludersi il prossimo 16 ottobre.

Il programma della seconda parte degli eventi dedicati a don Lorenzo Perosi

Una Messa solenne, un concerto, una tavola rotonda ed una presentazione di una monografia sul prolifico musicista e per molti anni direttore della Cappella Musicale Pontificia Sistina, sono i prossimi appuntamenti in programma. Il primo, si terrà sabato 24 settembre alle ore 21 presso il Santuario di Collevalenza di Todi, inserito nell’ambito dei festeggiamenti per l’Amore Misericordioso, dal titolo Meditazioni all'organo. Stefania Mettadelli, organista titolare della chiesa di San Sebastiano a Massa, si esibirà eseguendo musiche di Marco Enrico Bossi, padre Davide da Bergamo, don Lorenzo Perosi, Johann Sebastian Bach, Hans-André Stamm, Théodore Dubois, Enrico Pasini, Louis James Alfred Lefébure-Wély e Leidvin Takle. Successivamente la cornice della Basilica di Santa Maria degli Angeli di Assisi ospiterà due eventi. Sabato 15 ottobre alle ore 11.30 al Refettorietto Perosi ed il movimento ceciliano, tavola rotonda nel corso della quale si svolgerà la presentazione del Quaderno su Lorenzo Perosi della Collana Colligite Fragmenta, all'interno del quale è pubblicato un mottetto inedito di proprietà del Seminario di Assisi. Interverranno monsignor Valentino Miserachs (direttore di coro e compositore spagnolo, già maestro e Prefetto della Cappella Musicale Liberiana della Basilica Papale di Santa Maria Maggiore e Preside del Pontificio Istituto di Musica Sacra in Roma); monsignor Giuseppe Liberto (direttore di coro e compositore italiano, già direttore della Cappella musicale pontificia sistina) ed il cantore sistino Raimundo Pereira Martinez. L’iniziativa, sarà moderata da don Alessandro Fortunati, responsabile cultura della Diocesi di Orvieto-Todi. Il giorno seguente, invece, alle ore 11 ad accompagnare la Messa solenne saranno le musiche di don Lorenzo Perosi eseguite dalle corali Porziuncola di Assisi, Laudesi Umbri di Spoleto, Cantate domino di Collazzone, dal Coro Polifonico Cantoria Nova Romana e dall’Orchestra d’archi del Conservatorio Cimarosa di Avellino.

Concerti sinfonico-corali ad Assisi, Todi e Roma

Momenti centrali della rassegna, i concerti sinfonico-corali dedicati alla produzione di don Lorenzo Perosi, sabato 15 (alle ore 21) presso la Basilica Superiore di San Francesco di Assisi, e domenica 16 ottobre (alla stessa ora) nel Duomo di Todi. Due grandi appuntamenti che vedranno protagonisti oltre centocinquanta artisti con: don Lorenzo Romagna all'organo (cappellano Magistrale del Sovrano Militare Ordine di Malta e direttore dell’Ufficio Liturgico della Diocesi di Orvieto-Todi), le corali della Porziuncola di Assisi, dei Laudesi Umbri di Spoleto, della Cantate domino di Collazzone ed il Coro Polifonico Cantoria Nova Romana. Maestri di coro saranno padre Matteo Ferraldeschi, don Lorenzo Romagna ed Annalisa Pellegrini. Ad esibirsi anche l’Orchestra del Conservatorio Cimarosa di Avellino, diretti da monsignor Valentino Miserachs. Lo stesso concerto, sarà, infine, eseguito lunedì 17 ottobre (alle 19) presso la Basilica Sant'Ambrogio e Carlo al Corso di Roma. Per l'occasione, all’organico si unirà anche l’Orchestra Internazionale di Roma. Il concerto nella Capitale, vedrà anche la collaborazione dell’UNAR (Unione Associazioni Regionali di Roma e del Lazio), dell’Associazione Piemontesi a Roma e dello Studio di pubbliche relazioni Scopelliti-Ugolini di Roma.

Anno Perosiano all'interno del Festival Federico Cesi

Le iniziative inserite nel cartellone dell'Anno Perosiano, erano cominciate con due appuntamenti inseriti all'interno della 15esima edizione del Festival Federico Cesi. Il primo, lo scorso 31 luglio presso il palazzo Comunale di Spello con un concerto di musica da camera eseguito dagli Archi Ensemble Lirico Italiano; il secondo il 2 settembre, nella seicentesca Villa Fabri a Trevi, con una conferenza-seminario di Raimundo Pereira Martinez dal titolo La Vocalità di Lorenzo Perosi.        ]]>
don lorenzo perosi

Tre grandi appuntamenti in Umbria dedicati a don Lorenzo Perosi, a centocinquant'anni dalla nascita di uno dei compositori di musica sacra più importanti del '900. E' quanto prevede la seconda parte dell’Anno Perosiano, la rassegna promossa dall'associazione culturale musicale Fabrica Harmonica in collaborazione con la Provincia Serafica Ofm di Assisi, la Diocesi di Orvieto-Todi, il Conservatorio di Avellino e il Santuario di Collevalenza di Todi che ha preso avvio lo scorso 31 luglio per concludersi il prossimo 16 ottobre.

Il programma della seconda parte degli eventi dedicati a don Lorenzo Perosi

Una Messa solenne, un concerto, una tavola rotonda ed una presentazione di una monografia sul prolifico musicista e per molti anni direttore della Cappella Musicale Pontificia Sistina, sono i prossimi appuntamenti in programma. Il primo, si terrà sabato 24 settembre alle ore 21 presso il Santuario di Collevalenza di Todi, inserito nell’ambito dei festeggiamenti per l’Amore Misericordioso, dal titolo Meditazioni all'organo. Stefania Mettadelli, organista titolare della chiesa di San Sebastiano a Massa, si esibirà eseguendo musiche di Marco Enrico Bossi, padre Davide da Bergamo, don Lorenzo Perosi, Johann Sebastian Bach, Hans-André Stamm, Théodore Dubois, Enrico Pasini, Louis James Alfred Lefébure-Wély e Leidvin Takle. Successivamente la cornice della Basilica di Santa Maria degli Angeli di Assisi ospiterà due eventi. Sabato 15 ottobre alle ore 11.30 al Refettorietto Perosi ed il movimento ceciliano, tavola rotonda nel corso della quale si svolgerà la presentazione del Quaderno su Lorenzo Perosi della Collana Colligite Fragmenta, all'interno del quale è pubblicato un mottetto inedito di proprietà del Seminario di Assisi. Interverranno monsignor Valentino Miserachs (direttore di coro e compositore spagnolo, già maestro e Prefetto della Cappella Musicale Liberiana della Basilica Papale di Santa Maria Maggiore e Preside del Pontificio Istituto di Musica Sacra in Roma); monsignor Giuseppe Liberto (direttore di coro e compositore italiano, già direttore della Cappella musicale pontificia sistina) ed il cantore sistino Raimundo Pereira Martinez. L’iniziativa, sarà moderata da don Alessandro Fortunati, responsabile cultura della Diocesi di Orvieto-Todi. Il giorno seguente, invece, alle ore 11 ad accompagnare la Messa solenne saranno le musiche di don Lorenzo Perosi eseguite dalle corali Porziuncola di Assisi, Laudesi Umbri di Spoleto, Cantate domino di Collazzone, dal Coro Polifonico Cantoria Nova Romana e dall’Orchestra d’archi del Conservatorio Cimarosa di Avellino.

Concerti sinfonico-corali ad Assisi, Todi e Roma

Momenti centrali della rassegna, i concerti sinfonico-corali dedicati alla produzione di don Lorenzo Perosi, sabato 15 (alle ore 21) presso la Basilica Superiore di San Francesco di Assisi, e domenica 16 ottobre (alla stessa ora) nel Duomo di Todi. Due grandi appuntamenti che vedranno protagonisti oltre centocinquanta artisti con: don Lorenzo Romagna all'organo (cappellano Magistrale del Sovrano Militare Ordine di Malta e direttore dell’Ufficio Liturgico della Diocesi di Orvieto-Todi), le corali della Porziuncola di Assisi, dei Laudesi Umbri di Spoleto, della Cantate domino di Collazzone ed il Coro Polifonico Cantoria Nova Romana. Maestri di coro saranno padre Matteo Ferraldeschi, don Lorenzo Romagna ed Annalisa Pellegrini. Ad esibirsi anche l’Orchestra del Conservatorio Cimarosa di Avellino, diretti da monsignor Valentino Miserachs. Lo stesso concerto, sarà, infine, eseguito lunedì 17 ottobre (alle 19) presso la Basilica Sant'Ambrogio e Carlo al Corso di Roma. Per l'occasione, all’organico si unirà anche l’Orchestra Internazionale di Roma. Il concerto nella Capitale, vedrà anche la collaborazione dell’UNAR (Unione Associazioni Regionali di Roma e del Lazio), dell’Associazione Piemontesi a Roma e dello Studio di pubbliche relazioni Scopelliti-Ugolini di Roma.

Anno Perosiano all'interno del Festival Federico Cesi

Le iniziative inserite nel cartellone dell'Anno Perosiano, erano cominciate con due appuntamenti inseriti all'interno della 15esima edizione del Festival Federico Cesi. Il primo, lo scorso 31 luglio presso il palazzo Comunale di Spello con un concerto di musica da camera eseguito dagli Archi Ensemble Lirico Italiano; il secondo il 2 settembre, nella seicentesca Villa Fabri a Trevi, con una conferenza-seminario di Raimundo Pereira Martinez dal titolo La Vocalità di Lorenzo Perosi.        ]]>
A Terni e Amelia “Passione secondo Giovanni” in musica https://www.lavoce.it/a-terni-e-amelia-passione-secondo-giovanni-in-musica/ Sun, 10 Apr 2022 15:03:04 +0000 https://www.lavoce.it/?p=66050

La Passione secondo Giovanni di Johann Sebastian Bach, uno dei massimi capolavori della musica di tutti i tempi, conclude la prima edizione del festival “Sacro Incanto” con due appuntamenti: martedì 12 aprile nel Duomo di Amelia e mercoledì 13 nella chiesa di San Pietro a Terni, sempre alle 20.30.

La “Passione” di J. S. Bach

La Passione secondo Giovanni è la prima in ordine cronologico delle Passioni composte da Bach e venne eseguita per la prima volta a Lipsia in occasione dei Vespri del venerdì santo del 1724 (ma Bach continuò a perfezionarla in occasione di successive esecuzioni, fino al 1749, dunque fino ad un anno prima della morte). Un tenore, indicato nella partitura come Evangelista, narra la passione di Gesù riprendendo le parole del Vangelo secondo San Giovanni. Al testo evangelico sono interpolati arie, duetti e cori su testi tratti da corali luterani, che commentano egli eventi della Passione. Il compositore perugino Francesco Morlacchi, che era vissuto a lungo in Germania, fu il primo a proporre l’esecuzione delle Passioni di Bach in Italia nei primi decenni dell’Ottocento. Ma i tempi non erano ancora maturi e il suo progetto non si realizzò.

Protagonisti del concerto

La Passione secondo Giovanni è eseguita da un gruppo di interpreti particolarmente apprezzati proprio nel campo della musica del Settecento. I cantanti solisti sono: Dario Ciotoli (Gesù, baritono), Carlo Putelli (Evangelista, tenore), Patrizia Polia (soprano), Elisabetta Pallucchi (contralto), Roberto Mattioni (tenore) e Federico Benetti (basso). Con loro la Corale Amerina (Maestro del coro Gabriele Catalucci), il coro da camera Canticum Novum (Maestro del coro Fabio Ciofini) e l’orchestra barocca In Canto. Tutti sotto la direzione di Fabio Maestri, che ha già diretto questo capolavoro. Ingresso libero e gratuito per i due concerti. L'evento “Sacro Incanto” è curato dall’associazione “InCanto” e realizzato con il contributo della Fondazione Carit - Cassa di Risparmio di Terni e Narni.]]>

La Passione secondo Giovanni di Johann Sebastian Bach, uno dei massimi capolavori della musica di tutti i tempi, conclude la prima edizione del festival “Sacro Incanto” con due appuntamenti: martedì 12 aprile nel Duomo di Amelia e mercoledì 13 nella chiesa di San Pietro a Terni, sempre alle 20.30.

La “Passione” di J. S. Bach

La Passione secondo Giovanni è la prima in ordine cronologico delle Passioni composte da Bach e venne eseguita per la prima volta a Lipsia in occasione dei Vespri del venerdì santo del 1724 (ma Bach continuò a perfezionarla in occasione di successive esecuzioni, fino al 1749, dunque fino ad un anno prima della morte). Un tenore, indicato nella partitura come Evangelista, narra la passione di Gesù riprendendo le parole del Vangelo secondo San Giovanni. Al testo evangelico sono interpolati arie, duetti e cori su testi tratti da corali luterani, che commentano egli eventi della Passione. Il compositore perugino Francesco Morlacchi, che era vissuto a lungo in Germania, fu il primo a proporre l’esecuzione delle Passioni di Bach in Italia nei primi decenni dell’Ottocento. Ma i tempi non erano ancora maturi e il suo progetto non si realizzò.

Protagonisti del concerto

La Passione secondo Giovanni è eseguita da un gruppo di interpreti particolarmente apprezzati proprio nel campo della musica del Settecento. I cantanti solisti sono: Dario Ciotoli (Gesù, baritono), Carlo Putelli (Evangelista, tenore), Patrizia Polia (soprano), Elisabetta Pallucchi (contralto), Roberto Mattioni (tenore) e Federico Benetti (basso). Con loro la Corale Amerina (Maestro del coro Gabriele Catalucci), il coro da camera Canticum Novum (Maestro del coro Fabio Ciofini) e l’orchestra barocca In Canto. Tutti sotto la direzione di Fabio Maestri, che ha già diretto questo capolavoro. Ingresso libero e gratuito per i due concerti. L'evento “Sacro Incanto” è curato dall’associazione “InCanto” e realizzato con il contributo della Fondazione Carit - Cassa di Risparmio di Terni e Narni.]]>
‘Festival di Musica Sacra di Todi’ : dal 9 al 12 settembre la VII edizione https://www.lavoce.it/festival-di-musica-sacra-di-todi-dal-9-al-12-settembre-la-vii-edizione/ Wed, 08 Sep 2021 10:41:54 +0000 https://www.lavoce.it/?p=62113 Festival di musica sacra Todi

La cornice del Tempio di Santa Maria della Consolazione, è pronta ad accogliere dal 9 al 12 settembre la settima edizione dal Festival di Musica Sacra di Todi. L'evento organizzato dell’Ente tuderte di assistenza e beneficenza (Etab) in collaborazione con il Pontificio istituto di Musica sacra e l'associazione Suoni dal legno, torna con un cartellone di qualità tra excursus storico-musicali, concerti e un importante simposio dedicato alla musica religiosa. Avvio giovedì 9 settembre alle 21 con Laude novella sia cantata. Un percorso storico sulla Lode alla Vergine Maria, dal canto gregoriano fino agli autori contemporanei, con interventi strumentali e voce recitante di Marco Tomassi, su musiche di Durante, Sant’Alfonso, Puccini e Miserachs. La voce di frate Alessandro Giacomo Brustenghi dell’Ordine dei frati minori, accompagnato dalle chitarre dell’800 di Emiliano Leonardi e Stefano Falleri e dal pianoforte Lelyzaveta Pluzhko. Secondo appuntamento, venerdì 10 alla stessa ora, con il Duo composto da Marie Stockmarr Becker alla viola e Ilaria Macedonio al clavicembalo in un programma su musiche di Johann Sebastian Bach. L’evento, su proposta di Luca Garbini, è stato organizzato con lo speciale patrocinio della Reale Ambasciata di Danimarca e dell’Accademia di Danimarca a Roma. L'Orchestra Giovanile Agimus, diretta da Salvatore Silivestro, sarà, invece, protagonista del concerto di sabato 11 dedicato a pagine di Bach, Haendel, Silivestro, Stradella, Verdi e Wohll. Chiuderà la settima edizione dal Festival di Musica Sacra di Todi l’incontro sul tema La Luce della Musica. Luci ed ombre, suoni e silenzi come metafore del cuore. Al simposio, in programma domenica 12 settembre alle ore 19.15, dedicato in particolare al teatro musicale di Mozart e alla produzione vocale nel Rinascimento e nel Barocco, parteciperanno Vincenzo De Gregorio, direttore artistico del festival e preside del Pontificio Istituto di Musica Sacra; Luca Della Libera, docente di storia della musica e critico musicale del quotidiano Il Messaggero; Marco Jacoviello, filosofo della musica, docente e scrittore, e il maestro Emiliano Leonardi, codirettore artistico della rassegna. Un approfondimento, che sarà l'occasione per indagare la tematica degli universali percettivi nella musica, ossimori in musica come campi semantici aperti: luce e buio, suono e silenzio. A coordinare i lavori del simposio, che ha ottenuto molti patrocini tra cui quello della Regione Umbria e del Comune di Todi, sarà Claudia Orsini, presidente di Etab, mentre porteranno il loro saluto il preside del Liceo Jacopone da Todi Sergio Guarente e Vittorio Scanu. Laura Toppetti proporrà una Lode a Maria. Gli eventi sono a ingresso libero e gratuito, fino a esaurimento posti, per questo gli organizzatori consigliano di arrivare con anticipo. Per accedere, è necessario esibire il Green Pass o i risultati di un tampone effettuato entro le quarantotto ore. In occasione dei concerti, per chiunque volesse contribuire, saranno promosse iniziative solidali di raccolte fondi devolute in favore dei Gruppi di volontariato vincenziano di Todi.]]>
Festival di musica sacra Todi

La cornice del Tempio di Santa Maria della Consolazione, è pronta ad accogliere dal 9 al 12 settembre la settima edizione dal Festival di Musica Sacra di Todi. L'evento organizzato dell’Ente tuderte di assistenza e beneficenza (Etab) in collaborazione con il Pontificio istituto di Musica sacra e l'associazione Suoni dal legno, torna con un cartellone di qualità tra excursus storico-musicali, concerti e un importante simposio dedicato alla musica religiosa. Avvio giovedì 9 settembre alle 21 con Laude novella sia cantata. Un percorso storico sulla Lode alla Vergine Maria, dal canto gregoriano fino agli autori contemporanei, con interventi strumentali e voce recitante di Marco Tomassi, su musiche di Durante, Sant’Alfonso, Puccini e Miserachs. La voce di frate Alessandro Giacomo Brustenghi dell’Ordine dei frati minori, accompagnato dalle chitarre dell’800 di Emiliano Leonardi e Stefano Falleri e dal pianoforte Lelyzaveta Pluzhko. Secondo appuntamento, venerdì 10 alla stessa ora, con il Duo composto da Marie Stockmarr Becker alla viola e Ilaria Macedonio al clavicembalo in un programma su musiche di Johann Sebastian Bach. L’evento, su proposta di Luca Garbini, è stato organizzato con lo speciale patrocinio della Reale Ambasciata di Danimarca e dell’Accademia di Danimarca a Roma. L'Orchestra Giovanile Agimus, diretta da Salvatore Silivestro, sarà, invece, protagonista del concerto di sabato 11 dedicato a pagine di Bach, Haendel, Silivestro, Stradella, Verdi e Wohll. Chiuderà la settima edizione dal Festival di Musica Sacra di Todi l’incontro sul tema La Luce della Musica. Luci ed ombre, suoni e silenzi come metafore del cuore. Al simposio, in programma domenica 12 settembre alle ore 19.15, dedicato in particolare al teatro musicale di Mozart e alla produzione vocale nel Rinascimento e nel Barocco, parteciperanno Vincenzo De Gregorio, direttore artistico del festival e preside del Pontificio Istituto di Musica Sacra; Luca Della Libera, docente di storia della musica e critico musicale del quotidiano Il Messaggero; Marco Jacoviello, filosofo della musica, docente e scrittore, e il maestro Emiliano Leonardi, codirettore artistico della rassegna. Un approfondimento, che sarà l'occasione per indagare la tematica degli universali percettivi nella musica, ossimori in musica come campi semantici aperti: luce e buio, suono e silenzio. A coordinare i lavori del simposio, che ha ottenuto molti patrocini tra cui quello della Regione Umbria e del Comune di Todi, sarà Claudia Orsini, presidente di Etab, mentre porteranno il loro saluto il preside del Liceo Jacopone da Todi Sergio Guarente e Vittorio Scanu. Laura Toppetti proporrà una Lode a Maria. Gli eventi sono a ingresso libero e gratuito, fino a esaurimento posti, per questo gli organizzatori consigliano di arrivare con anticipo. Per accedere, è necessario esibire il Green Pass o i risultati di un tampone effettuato entro le quarantotto ore. In occasione dei concerti, per chiunque volesse contribuire, saranno promosse iniziative solidali di raccolte fondi devolute in favore dei Gruppi di volontariato vincenziano di Todi.]]>
TODI. Lo “Stabat Mater” di Gioachino Rossini https://www.lavoce.it/todi-stabat-mater-rossini/ Sat, 11 May 2019 10:12:56 +0000 https://www.lavoce.it/?p=54500 stabat

Stabat Mater... L’inizio di questa sequenza, attribuita al beato Jacopone da Todi, raffigura in un modo scultoreo la presenza di Maria ai piedi della croce. Dà un senso di saldezza di fronte alle fughe dei discepoli, in quel venerdì che ha cambiato la storia del mondo. È la passione di Maria, musicata e cantata in tante occasioni in cui si fa memoria della passione del Signore. Le note dello Stabat Mater, sprigionate dalla sensibilità del cuore e dall’arte di Gioachino Rossini, sono risuonate nella chiesa di San Fortunato a Todi, a pochi metri dal sepolcro del beato Jacopone, la sera di sabato 4 maggio.

Diretta dal maestro Ezio Bosso, ha eseguito il concerto l’orchestra Europe Philharmonic, con il canto del coro filarmonico “Rossini” di Pesaro e solisti provenienti dal vivaio della Fondazione Pavarotti. Il pubblico ha gremito la grande chiesa del patrono; una presenza non solo composta da estimatori della musica classica provenienti da fuori regione, ma anche da molta gente del Tuderte.

Ed è questo che ha sottolineato il prof. Claudio Peri, ideatore e promotore della rinnovata riscoperta e rilancio del mistico Jacopone. Il professore ha parlato, nel suo breve intervento prima del concerto, dell’importanza della nostra identità, non per metterla in contrapposizione ma per capire chi siamo. Non siamo nati oggi e, pur vivendo in un periodo storico di convulsi cambiamenti, le radici ci aiutano a vivere l’oggi con serenità. Il concerto, sia per il testo, sia per la musica e il contesto in cui si è svolto, lo possiamo definire “una grande bellezza”.

Stabat Mater: riferimenti letterari

Uno dei grandi estimatori della bellezza è stato lo scrittore russo Fëdor Dostoevskij. Ciò che lo spingeva era la ricerca della bellezza, e per questo ci ha lasciato la famosa frase: “La bellezza salverà il mondo”, che appare nel libro L’idiota.

Nel romanzo I fratelli Karamazov approfondisce il problema. Un ateo, Ipolit, domanda al principe Mynski “in che modo la bellezza salverebbe il mondo”. Il principe non dice nulla, ma va da un giovane di diciotto anni che sta agonizzando. Lì rimane, pieno di compassione e amore, finché quello muore. Con questo voleva dire: è la bellezza che ci porta all’amore condiviso con il dolore; il mondo sarà salvo oggi e sempre fin quando ci sarà tale gesto.

Questa è la lettura profonda dello Stabat Mater: la condivisone del dolore verso Cristo da parte di Maria ci porta all’amore per il Signore e la sua madre, e in loro vediamo riflessa la sofferenza di tanti nostri fratelli. Questo salverà il mondo.

L’aveva capito bene il beato Jacopone, quando nella lauda numero 39 così si esprime: “O Amor, devino Amore, Amor che non èi amato! Amor, la tua amicizia è plena de letizia; non cade mai en trestizia lo cor che tt’assaiato”.

Una serata da non dimenticare, di vera cultura , nell’autentico significato della parola: coltivare la propria persona nella mente e nel cuore.

Don Marcello Cruciani

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stabat

Stabat Mater... L’inizio di questa sequenza, attribuita al beato Jacopone da Todi, raffigura in un modo scultoreo la presenza di Maria ai piedi della croce. Dà un senso di saldezza di fronte alle fughe dei discepoli, in quel venerdì che ha cambiato la storia del mondo. È la passione di Maria, musicata e cantata in tante occasioni in cui si fa memoria della passione del Signore. Le note dello Stabat Mater, sprigionate dalla sensibilità del cuore e dall’arte di Gioachino Rossini, sono risuonate nella chiesa di San Fortunato a Todi, a pochi metri dal sepolcro del beato Jacopone, la sera di sabato 4 maggio.

Diretta dal maestro Ezio Bosso, ha eseguito il concerto l’orchestra Europe Philharmonic, con il canto del coro filarmonico “Rossini” di Pesaro e solisti provenienti dal vivaio della Fondazione Pavarotti. Il pubblico ha gremito la grande chiesa del patrono; una presenza non solo composta da estimatori della musica classica provenienti da fuori regione, ma anche da molta gente del Tuderte.

Ed è questo che ha sottolineato il prof. Claudio Peri, ideatore e promotore della rinnovata riscoperta e rilancio del mistico Jacopone. Il professore ha parlato, nel suo breve intervento prima del concerto, dell’importanza della nostra identità, non per metterla in contrapposizione ma per capire chi siamo. Non siamo nati oggi e, pur vivendo in un periodo storico di convulsi cambiamenti, le radici ci aiutano a vivere l’oggi con serenità. Il concerto, sia per il testo, sia per la musica e il contesto in cui si è svolto, lo possiamo definire “una grande bellezza”.

Stabat Mater: riferimenti letterari

Uno dei grandi estimatori della bellezza è stato lo scrittore russo Fëdor Dostoevskij. Ciò che lo spingeva era la ricerca della bellezza, e per questo ci ha lasciato la famosa frase: “La bellezza salverà il mondo”, che appare nel libro L’idiota.

Nel romanzo I fratelli Karamazov approfondisce il problema. Un ateo, Ipolit, domanda al principe Mynski “in che modo la bellezza salverebbe il mondo”. Il principe non dice nulla, ma va da un giovane di diciotto anni che sta agonizzando. Lì rimane, pieno di compassione e amore, finché quello muore. Con questo voleva dire: è la bellezza che ci porta all’amore condiviso con il dolore; il mondo sarà salvo oggi e sempre fin quando ci sarà tale gesto.

Questa è la lettura profonda dello Stabat Mater: la condivisone del dolore verso Cristo da parte di Maria ci porta all’amore per il Signore e la sua madre, e in loro vediamo riflessa la sofferenza di tanti nostri fratelli. Questo salverà il mondo.

L’aveva capito bene il beato Jacopone, quando nella lauda numero 39 così si esprime: “O Amor, devino Amore, Amor che non èi amato! Amor, la tua amicizia è plena de letizia; non cade mai en trestizia lo cor che tt’assaiato”.

Una serata da non dimenticare, di vera cultura , nell’autentico significato della parola: coltivare la propria persona nella mente e nel cuore.

Don Marcello Cruciani

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CORCIANO. Il coro di Santa Maria Assunta a Roma per l’Incontro internazionale delle corali https://www.lavoce.it/corciano-coro-incontro-corali/ Fri, 30 Nov 2018 10:00:34 +0000 https://www.lavoce.it/?p=53495 corali

Primo pomeriggio del 22 novembre, festa di Santa Cecilia, siamo in nove, altre due coriste ci raggiungeranno a Roma. Il coro di “Santa Maria Assunta della parrocchia di Corciano parte in anticipo, per rispondere all’ invito del cardinale Bassetti che domenica 11 novembre, celebrando messa a Corciano, nel ringraziare il coro ha espresso l’auspicio di averlo proprio il 22 sera, alle 18, a messa nella basilica di Santa Cecilia in Trastevere, della quale è titolare.

In anticipo perché? È semplice, dal 23 al 25 si tiene il III Incontro internazionale delle corali in Vaticano al quale intendiamo partecipare.

È sera, la basilica di Santa Cecilia è splendida, i piccoli cantori fanno il loro ingresso nel Coro della Cappella Sistina con una cerimonia solenne e commovente allo stesso tempo, la liturgia ed i canti sono bellissimi, abbiamo fatto bene ad anticipare di un giorno.

Il convegno per la nuova Evangelizzazione

Mattina del 23 novembre, bisogna far presto, il convegno organizzato dal Pontificio Consiglio per la nuova Evangelizzazione ha richiamato a Roma 8.000 coristi da tutto il mondo, organizzare in sicurezza l’accesso di tante persone nell’ aula San Paolo VI non è uno scherzo; siamo stati bravi, entriamo tra i primi.

Il tema del convegno “Musica nella liturgia e nella catechesi per la nuova evangelizzazione”, prevede relazioni dei massimi esperti del canto nella liturgia e le testimonianze di coristi, musicisti, sacerdoti provenienti da diversi angoli del mondo dove la fede deve esprimersi in contesti difficili, come Iraq, Cina, Turchia e Libano.

Riflettendo su questi Paesi è difficile che il nostro primo pensiero vada ai canti nelle cerimonie liturgiche, eppure anche lì la liturgia si anima con il canto. Il convegno ha la sua conclusione sabato 24 con altre toccanti testimonianze e la relazione di mons. Fisichella presidente del consiglio per la nuova evangelizzazione.

Riflettendo tutti noi coristi e coriste insieme alla maestra Antonietta Battistoni, ed a don Fabrizio Fucelli, nostro parroco, abbiamo creduto di cogliere quello che ci è parso il significato più profondo del convegno: la musica, in quanto linguaggio universale è un ulteriore strumento per la nuova evangelizzazione del nostro tempo.

La musica sacra ha raccolto nei secoli un patrimonio di grandi opere, veri monumenti della spiritualità dell’uomo che vanno conosciuti ed eseguiti, tuttavia un coro liturgico ha il compito di animare la liturgia in maniera efficace, deve portare a cantare le lodi del Signore l’intera assemblea dei fedeli, rifuggendo dai virtuosismi fine a se stessi in favore di un coinvolgimento autentico di chi, non iniziato al canto, tuttavia sente il fascino della Parola musicata e vorrebbe partecipare.

Le Corali dovranno quindi abbandonare la strada del perfezionamento musicale limitandosi a brani più orecchiabili? No, tutt’altro, cantare nelle celebrazioni eucaristiche prevede corali che continuano a migliorare le loro conoscenze, le loro competenze musicali, perché cantare “con” e “per” l’assemblea non vuol dire minore qualità. D’altronde una corale non canta solo durante le celebrazioni liturgiche, ma ha grandi spazi per dar conto del suo lavoro.

Le parole di Papa Francesco

Dimostrazione ne è stato il momento in cui i canti hanno accompagnato la presenza di Papa Francesco nella sala, nel corso dell’udienza che ha voluto concederci.

Con parole semplici e dirette, come narrando una parabola, il Papa ha riassunto il tema del convegno: “Talvolta mi rattristo quando in alcune cerimonie in cui vado si canta tanto bene ma la gente non può cantare. Una cosa strana...” ma ci ha anche incitati a perfezionarci: “Voi studiate e vi preparate per rendere il vostro canto una melodia che favorisce la preghiera e la celebrazione liturgica … ma, per favore, - ha ripetuto - non fate la prima donna”.

Il coinvolgimento, la gioia piena dei coristi convenuti in Vaticano, la loro preparazione ed il loro impegno si è manifestato ancora con il concerto di sabato pomeriggio e nella messa di domenica nella Basilica Vaticana. Tante nazioni, tante culture, ma nessuna dissonanza tra le ottomila voci che cantavano insieme per la prima volta, sia durante il concerto sia nella celebrazione liturgica.

Dopo la benedizione di Papa Francesco all’ Angelus ed il suo sentito ringraziamento per il lavoro che svolgiamo abbiamo ripreso la strada di casa con una consapevolezza in più ed un impegno a fare nostre le parole degli insigni oratori e di Papa Francesco.

Il coro parrocchiale di Corciano

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corali

Primo pomeriggio del 22 novembre, festa di Santa Cecilia, siamo in nove, altre due coriste ci raggiungeranno a Roma. Il coro di “Santa Maria Assunta della parrocchia di Corciano parte in anticipo, per rispondere all’ invito del cardinale Bassetti che domenica 11 novembre, celebrando messa a Corciano, nel ringraziare il coro ha espresso l’auspicio di averlo proprio il 22 sera, alle 18, a messa nella basilica di Santa Cecilia in Trastevere, della quale è titolare.

In anticipo perché? È semplice, dal 23 al 25 si tiene il III Incontro internazionale delle corali in Vaticano al quale intendiamo partecipare.

È sera, la basilica di Santa Cecilia è splendida, i piccoli cantori fanno il loro ingresso nel Coro della Cappella Sistina con una cerimonia solenne e commovente allo stesso tempo, la liturgia ed i canti sono bellissimi, abbiamo fatto bene ad anticipare di un giorno.

Il convegno per la nuova Evangelizzazione

Mattina del 23 novembre, bisogna far presto, il convegno organizzato dal Pontificio Consiglio per la nuova Evangelizzazione ha richiamato a Roma 8.000 coristi da tutto il mondo, organizzare in sicurezza l’accesso di tante persone nell’ aula San Paolo VI non è uno scherzo; siamo stati bravi, entriamo tra i primi.

Il tema del convegno “Musica nella liturgia e nella catechesi per la nuova evangelizzazione”, prevede relazioni dei massimi esperti del canto nella liturgia e le testimonianze di coristi, musicisti, sacerdoti provenienti da diversi angoli del mondo dove la fede deve esprimersi in contesti difficili, come Iraq, Cina, Turchia e Libano.

Riflettendo su questi Paesi è difficile che il nostro primo pensiero vada ai canti nelle cerimonie liturgiche, eppure anche lì la liturgia si anima con il canto. Il convegno ha la sua conclusione sabato 24 con altre toccanti testimonianze e la relazione di mons. Fisichella presidente del consiglio per la nuova evangelizzazione.

Riflettendo tutti noi coristi e coriste insieme alla maestra Antonietta Battistoni, ed a don Fabrizio Fucelli, nostro parroco, abbiamo creduto di cogliere quello che ci è parso il significato più profondo del convegno: la musica, in quanto linguaggio universale è un ulteriore strumento per la nuova evangelizzazione del nostro tempo.

La musica sacra ha raccolto nei secoli un patrimonio di grandi opere, veri monumenti della spiritualità dell’uomo che vanno conosciuti ed eseguiti, tuttavia un coro liturgico ha il compito di animare la liturgia in maniera efficace, deve portare a cantare le lodi del Signore l’intera assemblea dei fedeli, rifuggendo dai virtuosismi fine a se stessi in favore di un coinvolgimento autentico di chi, non iniziato al canto, tuttavia sente il fascino della Parola musicata e vorrebbe partecipare.

Le Corali dovranno quindi abbandonare la strada del perfezionamento musicale limitandosi a brani più orecchiabili? No, tutt’altro, cantare nelle celebrazioni eucaristiche prevede corali che continuano a migliorare le loro conoscenze, le loro competenze musicali, perché cantare “con” e “per” l’assemblea non vuol dire minore qualità. D’altronde una corale non canta solo durante le celebrazioni liturgiche, ma ha grandi spazi per dar conto del suo lavoro.

Le parole di Papa Francesco

Dimostrazione ne è stato il momento in cui i canti hanno accompagnato la presenza di Papa Francesco nella sala, nel corso dell’udienza che ha voluto concederci.

Con parole semplici e dirette, come narrando una parabola, il Papa ha riassunto il tema del convegno: “Talvolta mi rattristo quando in alcune cerimonie in cui vado si canta tanto bene ma la gente non può cantare. Una cosa strana...” ma ci ha anche incitati a perfezionarci: “Voi studiate e vi preparate per rendere il vostro canto una melodia che favorisce la preghiera e la celebrazione liturgica … ma, per favore, - ha ripetuto - non fate la prima donna”.

Il coinvolgimento, la gioia piena dei coristi convenuti in Vaticano, la loro preparazione ed il loro impegno si è manifestato ancora con il concerto di sabato pomeriggio e nella messa di domenica nella Basilica Vaticana. Tante nazioni, tante culture, ma nessuna dissonanza tra le ottomila voci che cantavano insieme per la prima volta, sia durante il concerto sia nella celebrazione liturgica.

Dopo la benedizione di Papa Francesco all’ Angelus ed il suo sentito ringraziamento per il lavoro che svolgiamo abbiamo ripreso la strada di casa con una consapevolezza in più ed un impegno a fare nostre le parole degli insigni oratori e di Papa Francesco.

Il coro parrocchiale di Corciano

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L’ultima creazione “capricciosa” di Sulpizi https://www.lavoce.it/creazione-capricciosa-sulpizi/ Fri, 07 Sep 2018 12:00:44 +0000 https://www.lavoce.it/?p=52774 Sulpizi

Con oltre 200 composizioni realizzate, (sta lavorando alla 201esima) superati gli ottant’anni di età, padre Fernando Sulpizi non ha ancora perso “l’incontenibile desiderio di continuare a produrre musica”. “Mi sento ancora ‘un fanciullino’” ama ripetere. “Se non scrivo divento nervoso, ne ho bisogno per tenere attivo il cervello. Quando scrivo mi diverto”. Agostiniano, parroco da anni di Sant’Agostino, chiesa non lontana dal centro storico di Perugia, da quando il numero dei residenti e dei parrocchiani è calato ha molto più tempo da dedicare alla sua passione di sempre, il comporre: “a volte scrivo fino a notte fonda perché c’è più silenzio, lontano dalle incombenze giornaliere e allora mi metto al computer e provo. Con il computer riesco a riprodurre tutti i suoni come se lavorassi con gli strumenti veri”. La sua produzione spazia dall’opera alla sinfonica, dalla cameristica all’oratoriale.

Venerdì 31 agosto sera, nell’ambito della 2a edizione del Festival dello spirito, a cura della scuola di musica “La Maggiore” di Perugia, presso il chiostro di Sant’Anna a Perugia, il maestro ha presentato la sua ultima creazione “Capricciose invenzioni per il violino di Lorenzo Lucca”. L’iniziativa era in collaborazione con Hyperprism edizioni musicali, la casa editrice fondata da padre Sulpizi diversi anni fa. L’opera è stata ispirata dalle riflessioni musicali che il padre agostiniano ha ricavato dalla lettura dei “Capricciosi et piacevoli ragionamenti”, raccolta di riflessioni di Pietro Aretino. Ad introdurre la serata c’era il maestro Stefano Ragni, al pianoforte Michele Rossetti, al violino Lorenzo Lucca, ambedue esperti musicisti che hanno saputo ottimamente interpretare i diversi brani. Tre composizioni, per violino e pianoforte, per violino solo di nuovo per violino e pianoforte che fanno parte di un’opera più vasta, un Concerto per violino e orchestra richiesto come pezzo d’obbligo al Concorso “Rodolfo Lipizer” di Gorizia. Il pubblico ha apprezzato molto.

“Si tratta di componimenti destinati a dimostrare il virtuosismo del violino” ha spiegato Sulpizi e il concerto al chiostro Sant’Anna lo ha ampiamente dimostrato, tramite le capacità esecutive di Lorenzo Lucca, strumentista perugino vincitore del premio “L.Roscini”.

La serata ha visto l’esecuzione di altri due brani, L’araldo e Lo Sciamano tratti dal cd “Il mito del cerchio” derivati da una collaborazione con l’artista Armando Marrocco.

Che dire ancora di padre Sulpizi? A tracciarne un breve profilo, a tratti scherzoso, è stato il maestro Ragni, docente al Conservatorio “Morlacchi” di Perugia. Di padre Sulpizi ha voluto ricordare il grande numero di opere realizzate, oltreché la volontà ancora forte di comporre.

Tra tutte le opere Ragni si è soffermato sulla più corposa, appena conclusa, composta a commento dei testi delle XIII Confessioni di Sant’Agostino: 40 componimenti, 14 le ensamble coinvolte, 20 ore di registrazione. Ogni libro viene concluso da un coro di voci femminili. Un’opera monumentale che è un itinerario di fede e di vita. A settembre dovrebbe partire la pubblicazione dei primi cd - ha detto Sulpizi.

Manuela Acito

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Sulpizi

Con oltre 200 composizioni realizzate, (sta lavorando alla 201esima) superati gli ottant’anni di età, padre Fernando Sulpizi non ha ancora perso “l’incontenibile desiderio di continuare a produrre musica”. “Mi sento ancora ‘un fanciullino’” ama ripetere. “Se non scrivo divento nervoso, ne ho bisogno per tenere attivo il cervello. Quando scrivo mi diverto”. Agostiniano, parroco da anni di Sant’Agostino, chiesa non lontana dal centro storico di Perugia, da quando il numero dei residenti e dei parrocchiani è calato ha molto più tempo da dedicare alla sua passione di sempre, il comporre: “a volte scrivo fino a notte fonda perché c’è più silenzio, lontano dalle incombenze giornaliere e allora mi metto al computer e provo. Con il computer riesco a riprodurre tutti i suoni come se lavorassi con gli strumenti veri”. La sua produzione spazia dall’opera alla sinfonica, dalla cameristica all’oratoriale.

Venerdì 31 agosto sera, nell’ambito della 2a edizione del Festival dello spirito, a cura della scuola di musica “La Maggiore” di Perugia, presso il chiostro di Sant’Anna a Perugia, il maestro ha presentato la sua ultima creazione “Capricciose invenzioni per il violino di Lorenzo Lucca”. L’iniziativa era in collaborazione con Hyperprism edizioni musicali, la casa editrice fondata da padre Sulpizi diversi anni fa. L’opera è stata ispirata dalle riflessioni musicali che il padre agostiniano ha ricavato dalla lettura dei “Capricciosi et piacevoli ragionamenti”, raccolta di riflessioni di Pietro Aretino. Ad introdurre la serata c’era il maestro Stefano Ragni, al pianoforte Michele Rossetti, al violino Lorenzo Lucca, ambedue esperti musicisti che hanno saputo ottimamente interpretare i diversi brani. Tre composizioni, per violino e pianoforte, per violino solo di nuovo per violino e pianoforte che fanno parte di un’opera più vasta, un Concerto per violino e orchestra richiesto come pezzo d’obbligo al Concorso “Rodolfo Lipizer” di Gorizia. Il pubblico ha apprezzato molto.

“Si tratta di componimenti destinati a dimostrare il virtuosismo del violino” ha spiegato Sulpizi e il concerto al chiostro Sant’Anna lo ha ampiamente dimostrato, tramite le capacità esecutive di Lorenzo Lucca, strumentista perugino vincitore del premio “L.Roscini”.

La serata ha visto l’esecuzione di altri due brani, L’araldo e Lo Sciamano tratti dal cd “Il mito del cerchio” derivati da una collaborazione con l’artista Armando Marrocco.

Che dire ancora di padre Sulpizi? A tracciarne un breve profilo, a tratti scherzoso, è stato il maestro Ragni, docente al Conservatorio “Morlacchi” di Perugia. Di padre Sulpizi ha voluto ricordare il grande numero di opere realizzate, oltreché la volontà ancora forte di comporre.

Tra tutte le opere Ragni si è soffermato sulla più corposa, appena conclusa, composta a commento dei testi delle XIII Confessioni di Sant’Agostino: 40 componimenti, 14 le ensamble coinvolte, 20 ore di registrazione. Ogni libro viene concluso da un coro di voci femminili. Un’opera monumentale che è un itinerario di fede e di vita. A settembre dovrebbe partire la pubblicazione dei primi cd - ha detto Sulpizi.

Manuela Acito

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La querelle sulle chitarre in chiesa https://www.lavoce.it/la-querelle-sulle-chitarre-chiesa/ Sat, 16 Jun 2018 08:00:32 +0000 https://www.lavoce.it/?p=52074 logo rubrica domande sulla liturgia

Caro don Verzini, il mio parroco ripete spesso che la chitarra non sarebbe uno strumento liturgico. Quindi sarebbe vietato usarla? E quali sono gli strumenti ammessi per la liturgia? V. R. - Perugia Il tema è ancora il più dibattuto da quando, dopo il Concilio Vaticano II, sono entrati nella celebrazione altri canti oltre il gregoriano e altri strumenti oltre l’organo. Tante le posizioni e tante le idee circa l’utilizzo di chitarre, percussioni, ecc., o la scelta di altre melodie o testi per i canti. La costituzione conciliare Sacrosanctum Concilium dedica gli ultimi due capitoli a due linguaggi rituali particolari, l’arte e la musica. Al n. 120 tratta in specifico il tema degli strumenti musicali: “Nella Chiesa latina si abbia grande onore l’organo a canne, il cui suono è in grado di aggiungere un notevole splendore alle cerimonie della Chiesa, e di elevare potentemente gli animi a Dio e alle cose celesti”. Il Concilio parla chiaro in riferimento all’utilizzo dell’organo, che “dà splendore alla liturgia ed eleva gli animi”. Ma tenere in “grande onore” non significa necessariamente eliminare tutti gli altri strumenti; significa dargli una certa importanza rispetto a essi, tenendo presente che lo stesso organo non è stato l’unico strumento utilizzato nella liturgia nei secoli. La stessa Sacrosanctum Concilium aggiunge, nello stesso numero: “Altri strumenti, poi, si possono ammettere nel culto divino... purché siano adatti all’uso sacro o vi si possano adattare, convengano alla dignità del tempio e favoriscano veramente l’edificazione dei fedeli”. Insomma, dire che l’organo è importante non equivale a dire che è l’unico strumento ammesso. Nella stessa linea si muove l’istruzione post-conciliare Musicam sacram del 1967, la quale ribadisce l’onore da dare all’organo, ma non esclude l’utilizzo di altri strumenti musicali purché “si usino in modo da rispondere alle esigenze dell’azione sacra e servire al decoro del culto divino e alla edificazione dei fedeli” (n. 63). Da entrambi i documenti quindi non vediamo un “no” assoluto all’utilizzo di strumenti come la chitarra, purché si rispetti la dignità della liturgia e l’edificazione dei fedeli. Aggiungerei inoltre che non solo sono ammessi altri strumenti, sempre nel rispetto dei due princìpi sopradetti, ma che sono ammessi se li si suona bene e se davvero aiutano nella preghiera e nella partecipazione dei fedeli alla liturgia. Anche l’organo, se suonato male o se non accompagna il canto o se lo sovrasta, non è di grande utilità alla liturgia in sé, e nemmeno alla partecipazione dei fedeli. Il vero problema, che precede la questione dello strumento, è che spesso negli animatori della messa manca anche una minima formazione musicale e liturgica. Occorrono entrambe, sostenute da una personale partecipazione alla preghiera liturgica e da un impegno nella formazione che viene offerta in corsi delle Facoltà teologiche, ma anche in realtà locali quali sono, per esempio, le Scuole diocesane di musica sacra.  ]]>
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Caro don Verzini, il mio parroco ripete spesso che la chitarra non sarebbe uno strumento liturgico. Quindi sarebbe vietato usarla? E quali sono gli strumenti ammessi per la liturgia? V. R. - Perugia Il tema è ancora il più dibattuto da quando, dopo il Concilio Vaticano II, sono entrati nella celebrazione altri canti oltre il gregoriano e altri strumenti oltre l’organo. Tante le posizioni e tante le idee circa l’utilizzo di chitarre, percussioni, ecc., o la scelta di altre melodie o testi per i canti. La costituzione conciliare Sacrosanctum Concilium dedica gli ultimi due capitoli a due linguaggi rituali particolari, l’arte e la musica. Al n. 120 tratta in specifico il tema degli strumenti musicali: “Nella Chiesa latina si abbia grande onore l’organo a canne, il cui suono è in grado di aggiungere un notevole splendore alle cerimonie della Chiesa, e di elevare potentemente gli animi a Dio e alle cose celesti”. Il Concilio parla chiaro in riferimento all’utilizzo dell’organo, che “dà splendore alla liturgia ed eleva gli animi”. Ma tenere in “grande onore” non significa necessariamente eliminare tutti gli altri strumenti; significa dargli una certa importanza rispetto a essi, tenendo presente che lo stesso organo non è stato l’unico strumento utilizzato nella liturgia nei secoli. La stessa Sacrosanctum Concilium aggiunge, nello stesso numero: “Altri strumenti, poi, si possono ammettere nel culto divino... purché siano adatti all’uso sacro o vi si possano adattare, convengano alla dignità del tempio e favoriscano veramente l’edificazione dei fedeli”. Insomma, dire che l’organo è importante non equivale a dire che è l’unico strumento ammesso. Nella stessa linea si muove l’istruzione post-conciliare Musicam sacram del 1967, la quale ribadisce l’onore da dare all’organo, ma non esclude l’utilizzo di altri strumenti musicali purché “si usino in modo da rispondere alle esigenze dell’azione sacra e servire al decoro del culto divino e alla edificazione dei fedeli” (n. 63). Da entrambi i documenti quindi non vediamo un “no” assoluto all’utilizzo di strumenti come la chitarra, purché si rispetti la dignità della liturgia e l’edificazione dei fedeli. Aggiungerei inoltre che non solo sono ammessi altri strumenti, sempre nel rispetto dei due princìpi sopradetti, ma che sono ammessi se li si suona bene e se davvero aiutano nella preghiera e nella partecipazione dei fedeli alla liturgia. Anche l’organo, se suonato male o se non accompagna il canto o se lo sovrasta, non è di grande utilità alla liturgia in sé, e nemmeno alla partecipazione dei fedeli. Il vero problema, che precede la questione dello strumento, è che spesso negli animatori della messa manca anche una minima formazione musicale e liturgica. Occorrono entrambe, sostenute da una personale partecipazione alla preghiera liturgica e da un impegno nella formazione che viene offerta in corsi delle Facoltà teologiche, ma anche in realtà locali quali sono, per esempio, le Scuole diocesane di musica sacra.  ]]>
Ecumenismo dei musicisti https://www.lavoce.it/ecumenismo-dei-musicisti/ Fri, 08 Sep 2017 11:24:40 +0000 https://www.lavoce.it/?p=49908

I primi a fare dialogo ecumenico sono stati i musicisti. Mentre, dalla Riforma di Lutero in poi, gli eserciti cattolici e protestanti si combattevano con ferocia, i compositori di diversa appartenenza si spostavano da una parte all’altra d’Europa, si stimavano, imparavano gli uni dagli altri. A sottolinearlo è Alberto Batisti, patròn della Sagra musicale umbra, attualmente in corso a Perugia e in numerose altre località della regione. La rivoluzione religiosa di Lutero - ricorda anzitutto Batisti - divenne fin da subito una rivoluzione liturgica e musicale. “I fedeli luterani erano chiamati a partecipare al canto come espressione del loro sacerdozio universale. Cantando esercitavano il proprio ruolo di celebranti”. E qui salta subito fuori un’attualizzazione sulla situazione cattolica negli ultimi decenni. “Non si commise l’errore - continua il direttore artistico - di dire ai fedeli: cantate come vi pare! Il fedele aveva il dovere di coltivare la musica, a cominciare dall’insegnamento scolastico fin da bambini. Questo ha dato origine a un grandioso movimento di educazione musicale”. Diversamente purtroppo dalla riforma liturgica post-conciliare, dove l’aspetto formativo è spesso mancato, con il risultato di produrre “materiali di bassissimo livello artistico, diciamo: il populismo della canzonetta - prosegue Batisti. - Si è confuso il piano devozionale con quello rituale, che in passato erano ben distinti”. Va però aggiunto che in Umbria oggi vi è, ad esempio, l’Istituto Frescobaldi che corre ai ripari offrendo formazione qualificata a sacerdoti e responsabili parrocchiali. Così, nei Paesi nordici si è venuto a creare “un ricco repertorio che è patrimonio comune. Sono canti dal timbro nobile, austero, intriso di sentimento spirituale. Nelle chiese luterane l’equivalente dell’organista, detto Cantor con termine latino, ha un ruolo importantissimo, paragonabile a quello del pastore nel guidare la preghiera liturgica”. Tale patrimonio non resta però ingessato: “I modelli di partenza vengono ancora oggi seguiti e rinnovati, anzi vi è un vero impulso a creare musica sacra contemporanea, ma sempre sulla scia dei maestri”. E qui si riallaccia l’interessante, poco noto, aspetto ecumenico della questione. In una situazione di scontro religioso culminato nella carneficina della Guerra dei trent’anni (1618-1648), “i musicisti rimasero uno dei pochi ponti tra le due opposte fazioni. I compositori protestanti tedeschi venivano a studiare in Italia, a volte addirittura in casa del ‘nemico’ ossia a Roma, dove agli inizi del Seicento era maestro di cappella Girolamo Frescobaldi. Pensando all’Umbria, ricordiamo anche che agli inizi dell’Ottocento Francesco Morlacchi divenne maestro di cappella a Dresda, città decisamente luterana”. Il punto di confluenza di questo movimento ecumenico artistico ha un nome ben preciso. “In un secolo e mezzo di contatti e sviluppi dopo l’inizio della Riforma - prosegue Batisti - si arriva a Johann Sebastian Bach, perno di tutta la musica occidentale, pietra angolare della nostra civiltà musicale”. Pur luterano, Bach ha ispirato anche i compositori cattolici dopo di lui, e a sua volta era molto legato alla tradizione della Chiesa di Roma. “Amava gli inni mariani, al punto da salvaguardare lo Stabat Mater di Jacopone da Todi, giusto sostituendo il testo con quello di un Salmo. Ed è estremamente significativo che la sua carriera si concluda con la Messa in Si minore, il massimo testo ecumenico sul piano musicale, tant’è vero che contiene anche il Credo con la formula ‘una, santa, cattolica, apostolica’”. Per terminare, il direttore artistico della Sagra rivendica con un sorriso la “orgogliosa originalità” della manifestazione. Un festival - dice - “che non si riduce a un’occasione per invitare questo o quel nome, come quei centri commerciali in cui compaiono sempre gli stessi prodotti. Una manifestazione non ‘griffata’ ma ‘alta’. La Sagra musicale umbra ha lo scopo di progettare opportunità di riflessione e di conoscenza, aprendo nuove prospettive”. Un pensiero va anche a Papa Francesco, che ha visitato la Svezia luterana nel 500° anniversario della Riforma: “Un grande atto di generosità nella ricucitura dei rapporti tra Chiese”. Per tutti questi motivi il titolo dell’edizione 2017 del festival è Fratres, “fratelli”. Pensando non solo alla riconciliazione tra le varie anime del cristianesimo, ma anche alla solidarietà nei confronti delle popolazioni ferite dal terremoto in questa parte d’Italia.]]>

I primi a fare dialogo ecumenico sono stati i musicisti. Mentre, dalla Riforma di Lutero in poi, gli eserciti cattolici e protestanti si combattevano con ferocia, i compositori di diversa appartenenza si spostavano da una parte all’altra d’Europa, si stimavano, imparavano gli uni dagli altri. A sottolinearlo è Alberto Batisti, patròn della Sagra musicale umbra, attualmente in corso a Perugia e in numerose altre località della regione. La rivoluzione religiosa di Lutero - ricorda anzitutto Batisti - divenne fin da subito una rivoluzione liturgica e musicale. “I fedeli luterani erano chiamati a partecipare al canto come espressione del loro sacerdozio universale. Cantando esercitavano il proprio ruolo di celebranti”. E qui salta subito fuori un’attualizzazione sulla situazione cattolica negli ultimi decenni. “Non si commise l’errore - continua il direttore artistico - di dire ai fedeli: cantate come vi pare! Il fedele aveva il dovere di coltivare la musica, a cominciare dall’insegnamento scolastico fin da bambini. Questo ha dato origine a un grandioso movimento di educazione musicale”. Diversamente purtroppo dalla riforma liturgica post-conciliare, dove l’aspetto formativo è spesso mancato, con il risultato di produrre “materiali di bassissimo livello artistico, diciamo: il populismo della canzonetta - prosegue Batisti. - Si è confuso il piano devozionale con quello rituale, che in passato erano ben distinti”. Va però aggiunto che in Umbria oggi vi è, ad esempio, l’Istituto Frescobaldi che corre ai ripari offrendo formazione qualificata a sacerdoti e responsabili parrocchiali. Così, nei Paesi nordici si è venuto a creare “un ricco repertorio che è patrimonio comune. Sono canti dal timbro nobile, austero, intriso di sentimento spirituale. Nelle chiese luterane l’equivalente dell’organista, detto Cantor con termine latino, ha un ruolo importantissimo, paragonabile a quello del pastore nel guidare la preghiera liturgica”. Tale patrimonio non resta però ingessato: “I modelli di partenza vengono ancora oggi seguiti e rinnovati, anzi vi è un vero impulso a creare musica sacra contemporanea, ma sempre sulla scia dei maestri”. E qui si riallaccia l’interessante, poco noto, aspetto ecumenico della questione. In una situazione di scontro religioso culminato nella carneficina della Guerra dei trent’anni (1618-1648), “i musicisti rimasero uno dei pochi ponti tra le due opposte fazioni. I compositori protestanti tedeschi venivano a studiare in Italia, a volte addirittura in casa del ‘nemico’ ossia a Roma, dove agli inizi del Seicento era maestro di cappella Girolamo Frescobaldi. Pensando all’Umbria, ricordiamo anche che agli inizi dell’Ottocento Francesco Morlacchi divenne maestro di cappella a Dresda, città decisamente luterana”. Il punto di confluenza di questo movimento ecumenico artistico ha un nome ben preciso. “In un secolo e mezzo di contatti e sviluppi dopo l’inizio della Riforma - prosegue Batisti - si arriva a Johann Sebastian Bach, perno di tutta la musica occidentale, pietra angolare della nostra civiltà musicale”. Pur luterano, Bach ha ispirato anche i compositori cattolici dopo di lui, e a sua volta era molto legato alla tradizione della Chiesa di Roma. “Amava gli inni mariani, al punto da salvaguardare lo Stabat Mater di Jacopone da Todi, giusto sostituendo il testo con quello di un Salmo. Ed è estremamente significativo che la sua carriera si concluda con la Messa in Si minore, il massimo testo ecumenico sul piano musicale, tant’è vero che contiene anche il Credo con la formula ‘una, santa, cattolica, apostolica’”. Per terminare, il direttore artistico della Sagra rivendica con un sorriso la “orgogliosa originalità” della manifestazione. Un festival - dice - “che non si riduce a un’occasione per invitare questo o quel nome, come quei centri commerciali in cui compaiono sempre gli stessi prodotti. Una manifestazione non ‘griffata’ ma ‘alta’. La Sagra musicale umbra ha lo scopo di progettare opportunità di riflessione e di conoscenza, aprendo nuove prospettive”. Un pensiero va anche a Papa Francesco, che ha visitato la Svezia luterana nel 500° anniversario della Riforma: “Un grande atto di generosità nella ricucitura dei rapporti tra Chiese”. Per tutti questi motivi il titolo dell’edizione 2017 del festival è Fratres, “fratelli”. Pensando non solo alla riconciliazione tra le varie anime del cristianesimo, ma anche alla solidarietà nei confronti delle popolazioni ferite dal terremoto in questa parte d’Italia.]]>
La“Traviata” al Preggio festival https://www.lavoce.it/la-traviata-al-preggio-festival/ Wed, 22 Jul 2015 13:52:46 +0000 https://www.lavoce.it/?p=39838 Don Francesco Bastianoni accompagna il baritono Mario Sereni (foto storica del 1986)
Don Francesco Bastianoni accompagna il baritono Mario Sereni (foto storica del 1986)

Ha preso il via il 23 luglio la trentatreesima edizione del Preggio Music Festival, l’apprezzato e prestigioso festival di musica sacra e da camera ideato e diretto da don Francesco Bastianoni.

Un appuntamento divenuto ormai un punto di riferimento per esperti ed appassionati di tutto il mondo, grazie alla formidabile eco “da un così ameno luogo” per citare Verdi, che sa espandersi ben oltre confine. Merito anche dei tanti stranieri residenti, almeno per la stagione estiva, a Preggio, i quali non mancano di spargere la voce tra i loro connazionali.

Proprio Verdi è il protagonista della kermesse di quest’anno. Una sfida impegnativa per il direttore quella de La Traviata, interpretata, come sempre, dai più bravi cantanti lirici emergenti: la giovane soprano Anna Carbonera, migliore elemento proveniente dal Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto con numerose esperienze estere e conosciuta per le sue applauditissime performance al “Morlacchi” di Perugia, il tenore coreano Sehoon Moon dell’Accademia della Scala di Milano, l’immancabile baritono Ferruccio Finetti e gli altri protagonisti, anche loro, con esperienze nei teatri più importanti d’Italia.

Ad accompagnarli saranno musicisti di fama internazionale. Tra i tanti ricordiamo i più affezionati: Patrizio Scarponi, primo violino dell’orchestra del maestro Ennio Morricone, Cian O’Maohny, primo fagotto dell’orchestra dell’Opera di Bruxelles, Gualtiero També, Vito Vallini oltre a giovani affermati.

Per i concerti di musica sacra e da camera, ad inaugurare il festival 2015 sarà il duo pianistico Chauvel/Solé-Leris che suoneranno a quattro mani musiche di Mozart, Schubert, Czerny e la Rhapsody in Blue di George Gershwin. Seguirà il 26 luglio il Trio D’Archi di Perugia nell’ Opera 9 di Beethoven.

Ad allietare la serata del 30 luglio sarà l’orchestra “Fuccelli Fisarmony” una delle più spettacolari orchestre italiane di fisarmonica con ben quindici elementi, uomini e donne. Il 2 agosto spazio al “Odicòn Vocal Quartet” di Maria Grazia Pittavini, soprano, Diana Bertini, contralto, Francesco Marcacci, tenore e Stefano Rinaldi Miliani, basso.

Dopo gli appuntamenti del 6, 8, 10, 12, 14 agosto con La Traviata, di Giuseppe Verdi, alle ore 20.30 presso il giardino parrocchiale, il 18 agosto chiuderà il festival l’Orchestra di Philadelphia diretta da George Atanasiu con la strepitosa violinista e concertista Lenuta Ciulei particolarmente legata da vincoli di stima e affetto, insieme al marito George, a Preggio e al suo direttore.

“Quest’anno il Festival sarà dedicato al grande amico e meraviglioso cantante Mario Sereni recentemente scomparso, il cui ultimo saluto è stato officiato, da don Francesco Bastianoni, presso la chiesa di S. Martino in Colle, accanto ai familiari. Per ricordare il grande baritono defunto il Preggio Music festival ricorda la sua unica esibizione in Umbria, e ultima perfomance del 1986, tenutasi a Preggio.

Info: www.preggiomusicfestival.com.

 

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La potenza della musica sacra https://www.lavoce.it/la-potenza-della-musica-sacra/ Tue, 21 Jul 2015 14:21:06 +0000 https://www.lavoce.it/?p=39735 Il progetto del nuovo organo
Il progetto del nuovo organo

La basilica di Sant’Ubaldo si arricchisce di un nuovo organo, degno davvero dell’importanza del luogo. L’inaugurazione avrà luogo giovedì 30 luglio alle ore 21.30, con Leonardo Ciampa e i Cantores beati Ubaldi.

È la conclusione di un percorso faticoso ma gratificante per cui meritano gratitudine la generosità degli eugubini, il vescovo Mario Ceccobelli per la tenacia con la quale ha sostenuto il progetto, e l’infaticabile rettore mons. Fausto Panfili.

Il quale in due anni, grazie anche alla generosa collaborazione della Fondazione Cassa di risparmio di Perugia, ha accresciuto lo splendore di basilica e convento con iniziative eccellenti come il recupero di alcuni locali a piano terra e la sistemazione dello spazio esterno, trasformato in un vero e proprio “teatro di pace” a beneficio di pellegrini, cittadini e visitatori.

Il nuovo organo va proprio nella direzione di rendere il luogo sempre più accogliente in tutte le sue espressioni. Il 30 luglio il nuovo organo, costruito nel 1956 da Emanuel Kemper, farà sentire la sua voce possente e coinvolgente con un concerto di Leonardo Ciampa e la partecipazione della cappella musicale Cantores beati Ubaldi diretta dal m° Renzo Menichetti.

La presenza di Ciampa, compositore, pianista e organista di origini italiane, ma cittadino americano residente a Boston, costituisce un evento nell’evento: è considerato uno dei più grandi musicisti viventi.

L’organo è a due tastiere e pedaliera, ha una dotazione fonica di 17 registri e circa mille canne. I lavori di restauro e ampliamento sono stati eseguiti dagli organari Silvano Roverato di Padova ed Eugenio Becchetti di Perugia, coadiuvati dalla preziosa collaborazione di Sandro Bazzucchi.

Un ringraziamento all’architetto Milena Bazzucchi e alle maestranze della ditta Colabeton, Francesco Bolognini e Roberto Rossi, per la realizzazione della struttura portante in ferro. La pregevole cassa lignea dello strumento è stata progettata – ed è in corso di realizzazione – dalla ditta Minelli, restauratori in Gubbio dal 1939.

Il nuovo organo è stato collocato nella seconda navata, sotto la vetrata raffigurante la Discordia tra gli uomini : l’auspicio è che una nuova armonia possa rendere ancora più bella la partecipazione dei fedeli ai riti in basilica. Sono ancora aperte le sottoscrizioni per l’“acquisto” dell’organo sotto forma di sottoscrizione per una canna, con l’offerta di 30 euro.

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Quant’è bella questa Chiesa https://www.lavoce.it/quante-bella-questa-chiesa/ Fri, 18 Jul 2014 13:11:08 +0000 https://www.lavoce.it/?p=27114 Manifestazione più solenne non poteva esserci, l’ordinazione episcopale di Nazzareno Marconi: le trenta “mitre” svettanti dei Vescovi umbri e marchigiani, la gran folla che riempiva anche la cripta del duomo, i 200 preti bianco-vestiti, e soprattutto la musica. Musica composta per l’occasione dal più prolifico compositore di musica sacra contemporanea (Marco Frisina) eseguita da tre corali di alta qualità, accompagnate da strumenti musicali tra cui le trombe vibranti di pathos. Solo un’altra occasione mi ha spinto a scrivere “quant’è bella questa Chiesa”, riferita a una liturgia celebrata nello stadio di Palermo tanti anni fa, con canti e proclamazione della Parola talmente elevati che sembrava dovessero raggiungere i confini del mondo. Questa volta è stato il festeggiato che ha dato l’idea, don Nazzareno, quando alla fine, con spontaneità, si è rivolto all’assemblea e ha detto: “Abbiamo fatto una cosa molto bella ed è merito di tutti, di tanti, ognuno per la propria parte, tutti insieme”. Poi ha proseguito invitando tutti a continuare l’opera andando a “restaurare” la Chiesa.

Sembrava di sentire san Francesco quando udì l’invito di Gesù con l’uso di un verbo analogico: “Francesco, ripara la mia chiesa che è in rovina”. Una differenza tra le due parole è che la riparazione suppone una situazione di pericolo e quindi di urgenza, mentre il restauro è più legato all’ambito estetico, tanto che Marconi ha fatto riferimento alla Madonna del Donatello, aggiungendo che la Chiesa ha bisogno di essere restaurata fin dall’inizio. In questo modo si è avvicinato al senso della “riforma continua” e della “continua conversione” cui sono chiamati tutti i membri della Chiesa, condividendo la posizione conciliare che parla della Chiesa sempre bisognosa di riforma (semper reformanda). Al fondo del discorso, don Nazzareno voleva mettere in evidenza che dietro ogni restauro vi è la convinzione che la cosa da restaurare meriti di essere rimessa a nuovo e riportata al suo splendore. Così è della Chiesa.

In questi giorni, discorsi di questo genere li troviamo anche in ambito sociale e politico. Si parla insistentemente di riforme. Anche qui ci domandiamo che cosa significhi. Si tratta di togliere la polvere da vecchie strutture, ridefinire alcune regole, rifondare e non solo riformare, cambiare radicalmente, oppure fermarsi alla superficie delle cose? In ambito internazionale – Siria, Ucraina, Israele – Palestina, Afghanistan – si fanno continui aggiustamenti, si ridefiniscono confini e competenze, si aggiornano programmi di sviluppo, e tuttavia sembra che alla fine vinca la forza di chi riesce ad imporre non il bene comune ma l’interesse di parte.

Mi viene in mente che, forse, per rinnovare la faccia della Terra si debba ricorrere all’unica forza capace e legittimata a operare, che è lo Spirito santo. È solo Lui che può cambiare il cuore delle persone. Ciò che sta accadendo sotto i nostri occhi nella tragica vicenda di quella che noi giustamente continuiamo a chiamare “Terra Santa” per la sua storia, mentre di fatto è terra tragica e disperata, sta lì a dimostrare che non ci si può limitare a un restauro, ma serve una rivoluzione, una metànoia, una conversione del modo di pensare la vita, nelle relazioni tra persone e popoli. In quella terra benedetta, Gesù lo ha detto chiaramente a Nicodemo: “si deve ri-nascere”. Deve nascere l’uomo nuovo, la nuova umanità, quindi un nuovo umanesimo. Ne ha parlato recentemente il card. Bassetti in occasione della festa di san Benedetto. Ed è ciò che don Nazzareno evidentemente intendeva, e ciò che pensiamo di proporre a noi stessi per primi, ai nostri lettori, chiunque siano, senza escludere chi fa il Ramadan e chi celebra lo Yom Kippur.

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Trasfigurazione in musica https://www.lavoce.it/trasfigurazione-in-musica/ Thu, 05 Sep 2013 10:01:16 +0000 https://www.lavoce.it/?p=18831 sagra-musicaleQuattordici concerti e due serate dedicate al cinema. Questi gli ingredienti della 68a edizione della Sagra musicale umbra in programma dal 14 al 25 settembre il cui tema centrale sarà la Trasfigurazione. Il vasto programma, che anche quest’anno proporrà musica di alto livello (tra cui Wagner e Britten) è stato ideato dal direttore artistico della rassegna Alberto Batisti, il quale sottolinea come “la musica è l’arte che meglio di ogni altra espressione umana riesce nel miracolo della trasfigurazione. Nel percorso della Sagra il termine è inteso nella sua dimensione più spirituale, come immersione nella luce e nel respiro dell’assoluto, partendo dalle potenti trasfigurazioni sonore wagneriane, da quel concetto di Verklärung che ha in sé appunto il significato di passaggio dalla condizione corporea e materiale a quella della luce, dello spirito, infine del suono”. Come di consueto, anche quest’anno, la musica risuonerà all’interno di alcune delle chiese tra le più significative della regione, nonché in splendide cornici architettoniche sparse nella nostra regione. In più ci sarà un grande ritorno in uno dei luoghi più simbolici per lo spirito e la cristianità: il Sacro Convento di San Francesco ad Assisi. Il concerto inaugurale della kermesse si terrà domenica 15 settembre (ore 21) al Teatro Morlacchi e verrà affidato alla Prague Philarmonia diretta da Jiri Belohlávek insieme a Annalena Persson al pianoforte. Un concerto che non solo vuole celebrare Richard Wagner nell’anno del bicentenario della nascita, ma proporre una riflessione proprio sul tema prescelto per la Sagra. Sempre domenica 15, alle 18, nella cattedrale di San Lorenzo di Perugia messa solenne cantata, con la Cappella musicale della Basilica papale di San Francesco di Assisi, diretta da padre Giuseppe Magrino, ofm. Il programma dei giorni successivi è lungo, difficile sintetizzarlo. (Per info, biglietti e abbonamenti: Fondazione Perugia Musica Classica Onlus, Perugia, tel. 075-5722271; e-mail: info@perugiamusicaclassica.com sito www.perugiamusicaclassica.com). Si chiude il 25 settembre al Teatro Morlacchi, (ore 21) con una stella nascente del podio, David Afkham alla guida della Junge Deutsche Philharmonie con un programma di musiche del Novecento. Altro omaggio della Sagra sarà quello offerto al grande compositore Krzysztof Penderecki: sabato 21 (ore 16.30) nel chiostro del Convento di San Francesco ad Assisi con l’Orchestra da camera di Perugia. Non manca anche quest’anno, da parte della manifestazione musicale, l’attenzione alle sofferenze e alle marginalità con due concerti de “La musica della speranza”, cui si aggiunge “La Sagra per gli studenti”, concerto dedicato alle scuole. Previsti anche due pomeriggi con “La Sagra al cinema”: il primo per un omaggio particolare a Britten autore di colonne sonore; il secondo con la prima proiezione al pubblico, di un capolavoro italiano del cinema muto, Quo Vadis? con la regia affidata al tedesco Georg Jacobye e a Gabriellino D’Annunzio, secondogenito del Vate. Anche quest’anno spazio al Concorso internazionale di composizione per un’opera di musica sacra “Francesco Siciliani” voluto dal cardinale Gianfranco Ravasi, che si terrà nel 2014.

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La lirica al Preggio festival https://www.lavoce.it/la-lirica-al-preggio-festival/ Thu, 18 Jul 2013 14:31:08 +0000 https://www.lavoce.it/?p=18186 preggio-music-festivalLa musica sacra e da camera torna protagonista al Preggio music festival. Dal 25 luglio al 17 agosto, in un piccolo borgo medievale di poco più di 200 anime, a pochi chilometri da Umbertide, si ricreerà un “miracolo” che dura da trentuno anni, quello di dar vita ad un programma di alto valore musicale e culturale. E questo grazie alla lungimiranza del suo fondatore nonché direttore del festival don Francesco Bastianoni, di Veronica Whitehouse direttore dell’organizzazione e grazie ad un gruppo di volontari che nel corso degli anni hanno contribuito all’ottima riuscita della kermesse richiamo per visitatori, turisti italiani e stranieri oltreché appassionati. Un successo dovuto sia al prestigio internazionale dei musicisti e dei cantanti protagonisti, ma anche alle splendide cornici nelle quali sia i concerti che l’opera lirica verranno eseguite: la chiesa di San Francesco e il giardino della francescana chiesa parrocchiale della Santissima Trinità di Preggio, costruita nel 1223, uno dei tanti angoli incontaminati della nostra verde Umbria.

Anche quest’anno il programma sarà sottolineato dall’esecuzione di un’opera lirica, in questa occasione rappresentata da Il Barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini (regia di Roberta Martelli) che si svolgerà in anteprima il 6 agosto, nel giardino della chiesa di Preggio, alle ore 20.30. I successivi appuntamenti si terranno l’8, 10, 12, 14 agosto (sempre alle ore 20.30). Ricchissima la compagnia di attori e musicisti: l’orchestra composta da Alessandro Roselletti al piano, il Quartetto d’archi di Patrizio Scarponi, Gualtiero Tambe’ e Vito Vallini ed il Quintetto Kandinsky e gli interpreti del Barbiere, il tenore David Ferri che interpreterà il Conte D’Almaviva, i soprani Michela Antenucci e Chiara Giudice, rispettivamente Rosina e Berta, Ferruccio Finetti, nel ruolo di Figaro, Stefano Miliani, nei panni di Basilio, Lluis Martinez nel ruolo di Bartolo.

Gli spettacoli in cartellone partiranno il 25 luglio con il duo pianistico delle sorelle Marchionni, Eleonora e Federica, per proseguire il 27 luglio con il concerto per organo e oboe di Ottorino Baldassari e Paolo Politi, il 30 luglio con il Trio D’archi di Perugia, ed il 31 con l’esibizione del coro Saint Mary di Notthingam diretto dal maestro John Keys. Chiuderà la kermesse il concerto del 16 agosto dell’orchestra di Philadelphia diretta da George Atanasiu, con Lenuta Ciulei al violino e Marco Grisanti al pianoforte. La qualità dei protagonisti e dell’opera ha inoltre fatto sì che uno dei più conosciuti giornalisti televisivi italiani, Antonio Lubrano, si avvicinasse a Preggio, tanto da allestire qui, per il 2 agosto, lo spettacolo Il Buffo dell’Opera con i cantanti del Preggio Music Festival: David Sotgiu, (tenore), Ferruccio Finetti (Baritono), Stefano Rinaldi Miliani (basso) e Chiara Giudice (soprano). Info www.preggio.info/music-festival/.

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Musica capace di trasfigurare https://www.lavoce.it/musica-capace-di-trasfigurare/ Thu, 13 Jun 2013 10:05:10 +0000 https://www.lavoce.it/?p=17299 Un concerto di una passata edizione all’interno della basilica di San Pietro a Perugia
Un concerto di una passata edizione all’interno della basilica di San Pietro a Perugia

La 68a edizione della Sagra musicale umbra avrà per tema la Trasfigurazione, in quattordici serate dal 15 al 25 settembre. Il direttore artistico della manifestazione, Alberto Batisti, è anche l’ideatore del programma. “La musica – dice – è l’arte che meglio di ogni altra espressione umana riesce nel miracolo della trasfigurazione. Le passioni umane, il pensiero, il mistero dell’inconscio si trasformano in suono, e il reale ne risulta sublimato. Il termine è inteso nella sua dimensione più spirituale, come immersione nella luce e nel respiro dell’Assoluto, partendo dalle potenti trasfigurazioni sonore wagneriane, da quel concetto di Verklärung che ha in sé appunto il significato di passaggio dalla condizione corporea e materiale a quella della luce, dello spirito, infine del suono”.

“La Sagra musicale umbra che presentiamo – ha detto Anna Calabro, presidente della Fondazione Perugia musica classica onlus – vuole essere un invito alla speranza e alla fiducia, in un momento difficile in cui sembrano prevalere divisioni e conflittualità. Non solo momenti spettacolari significativi ma un vero progetto di ricerca per trovare attraverso la musica un’occasione di riflessione esistenziale e di approfondimento spirituale”.

Sin dalle sue origini (1937), la Sagra si è sempre contraddistinta per la sua programmazione rivolta quasi sempre al repertorio del Sacro e alla valorizzazione dei capolavori dell’architettura e dell’arte della regione Umbria, tra i quali la basilica di San Pietro, la chiesa di San Bevignate, la cattedrale di San Lorenzo a Perugia, il Museo di San Francesco di Montefalco, le chiese di Castel Rigone.

La Sagra torna anche in un luogo altamente simbolico per lo spirito e la cristianità: il Sacro Convento di san Francesco ad Assisi, per festeggiare gli 80 anni di uno dei compositori più famosi e stimati al mondo, Krzysztof Penderecki. Altre importanti ricorrenze: il bicentenario della nascita di Wagner e di Verdi, e il centenario di quella di B. Britten.

Domenica 15 settembre al teatro Morlacchi di Perugia, aprirà la manifestazione la Prague Philarmonia diretta da Jiri Belohlávek, insieme ad Annalena Persson al pianoforte: un concerto che non solo vuole celebrare Richard Wagner nel bicentenario della nascita, ma proporre una riflessione proprio sul tema prescelto per la Sagra 2013.

Due i pomeriggi dedicati al cinema. Il primo con un omaggio a B. Britten autore di colonne sonore, con la proiezione di quattro rari documentari, un breve cartone animato e un lungometraggio; il secondo con la prima proiezione al pubblico, dai lontani anni ’20, di un capolavoro italiano del cinema muto, Quo vadis? con la regia affidata al tedesco Georg Jacobye e a Gabriellino D’Annunzio, secondogenito del Vate.

Anche per questa edizione non è assente l’attenzione alle sofferenze e alle marginalità con i due concerti de “La musica della speranza” a cui si unisce la “La Sagra per gli studenti”. Infine è stata annunciata la seconda edizione del Concorso internazionale di composizione per un’opera di musica sacra “Francesco Siciliani”, voluto dal card. Gianfranco Ravasi, prevista per il 2014.

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Festa doppia per san Giuseppe https://www.lavoce.it/festa-doppia-per-san-giuseppe/ Thu, 21 Mar 2013 08:46:41 +0000 https://www.lavoce.it/?p=15690 La celebrazione per la festa di San Giuseppe presieduta dal vescovo
La celebrazione per la festa di San Giuseppe presieduta dal vescovo

La festa di san Giuseppe, patrono della città di Orvieto e della diocesi, quest’anno si è inaspettatamente intrecciata con la messa di inizio pontificato di Papa Francesco. Mentre in piazza San Pietro riecheggiavano i gesti e le parole del nuovo successore di Pietro di fronte a centinaia di migliaia di fedeli, ad Orvieto si rendeva omaggio al Santo che ne è il patrono, unitamente alla Madonna Assunta.

E questa felice coincidenza ha fatto da filo conduttore delle celebrazioni che si sono svolte in mattinata nella chiesa dedicata al Santo e culminate nel pomeriggio in cattedrale con il Vescovo: è come se la Chiesa universale e quella particolare in quel momento cantassero all’unisono, con segni di speciale unità. E se san Giuseppe, come è stato ricordato in ogni messa, è uomo della cura silenziosa e attenta, i festeggiamenti in suo onore non potevano che essere improntati ad una profonda semplicità, che tuttavia ha coinvolto ogni ambito cittadino.

Con un pensiero speciale per un caro amico, “regista” delle programmazioni anche in questo momento delicato, che ci è stato sempre vicino con la preghiera, il nostro caro don Italo: la Giostra dei quartieri, un torneo a squadre tra i quattro quartieri della città, animato dai ragazzi dell’oratorio San Filippo Neri; la Passeggiata di primavera, la pesca con le uova di cioccolato come premio e la tradizionale e immancabile distribuzione delle “frittelle”. Così come la 6a Rassegna di musica sacra, tenutasi nella cappella della Madonna di S. Brizio in duomo, sabato 16, che ha visto l’esibizione della corale “Vox et jubilum” della nostra cattedrale, della “Corale poliziana” di Montepulciano e dell’ensemble vocale “Liber cantus”.

Il culmine dei festeggiamenti si è avuto naturalmente in duomo, con la solenne concelebrazione eucaristica, nella quale è stato conferito il ministero del lettorato al seminarista Lorenzo Romagna e dove si è avuto modo di ricordare anche il primo anniversario di ordinazione sacerdotale di don Danilo, don Riccardo e don Darek. Ha fatto seguito la processione fino alla chiesa di San Giuseppe, allietata dal suono della banda L. Mancinelli.

Un giorno speciale di festa nel cuore della Quaresima, che quest’anno, per la coincidenza storica che si è verificata, lascerà un segno ancora più profondo nella città.

Il culto di san Giuseppe

Nella nostra diocesi, il culto di san Giuseppe è antico, condiviso e partecipato. Ad Orvieto è antica la devozione al Santo, tanto che nel lontano 2 maggio 1647 il Consiglio della città decise all’unanimità, con 63 voti favorevoli e nessun contrario o astenuto, di eleggerlo come protettore della città stessa. Non è da meno la devozione a Todi. Lì, nei pressi della Porta aurea, si trova la chiesa di San Giuseppe fatta costruire nel 1642 dall’Università dei falegnami, pio sodalizio ancora esistente e proprietario della chiesa. Di questa corporazione dei magistri lignaminis con radici medievali si ha notizia in un raro documento del 26 giugno 1286. A Todi, in questa chiesa, san Giuseppe è stato festeggiato sempre martedì 19 marzo alle ore 11, con una solenne concelebrazione partecipata da tutti i membri di questa antichissima Universitas che per l’occasione hanno indossato i loro sfarzosi costumi medievali.

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Credo nella musica https://www.lavoce.it/credo-nella-musica/ Thu, 20 Sep 2012 14:52:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=12873
L’esecuzione del St Jacobs Chamber Choir di Stoccolma nella basilica di San Pietro a Perugia

La Sagra musicale umbra, festival musicale internazionale nato nel 1936 per diffondere musica religiosa antica e moderna non sempre conosciuta e accessibile, in questa ultima edizione – la 67a – ha presentato una novità assoluta: una composizione sul Credo, premio “Francesco Siciliani”, il maestro che per decenni ne è stato direttore artistico. Ha collaborato il Pontificio consiglio della cultura.

Sono pervenute la bellezza di 210 partiture da tutti i Continenti (tranne l’Africa). La finalità del concorso è stata quella di stimolare i compositori contemporanei a produrre opere ispirandosi al tema religioso, come hanno fatto quasi tutti i grandi musicisti del passato. Un invito quanto mai opportuno, vista la produzione artistico-religiosa del nostro tempo molto modesta nella quantità e nella qualità. Il 14 settembre nella basilica benedettina di San Pietro, a Perugia, abbiamo ascoltato le tre composizioni che alla Giuria internazionale sono sembrate le più meritevoli, rispettivamente quella di Giovanni Bonato, di Bruno Moretti, di Antonio Eros Negri. L’esecuzione era affidata al St Jacobs Chamber Choir di Stoccolma, diretto da Gary Graden, un coro parrocchiale amatoriale di grandi capacità. Nella sintassi musicale contemporanea sono di casa i movimenti melodici cromatici, le dissonanze armoniche anche con stridenti semitoni, la distribuzione sillabica di una parola a diversi settori in modo che la sillaba precedentemente cantata e tenuta inizia l’accordo con la nota della sillaba successiva, sì che l’accordo completo si ottiene al completamento dell’intera parola. Dal punto di vista ritmico, non c’è tempo stabilito ma l’accentuazione è data dalla scansione vocale del testo: “novità”, questa, già di norma nell’antico gregoriano. Questi procedimenti erano presenti nelle composizioni eseguite l’altra sera, naturalmente impiegati secondo le scelte degli autori. L’opera di Bonato è stata interpretata dai coristi distribuiti in piccole formazioni davanti al presbiterio e in tutti i lati all’interno della basilica. La partitura risultava concepita con materiale armonico contemporaneo, spesso atonale, ma sempre gradita all’ascolto; la successione delle formazioni corali in piccoli ensemble era pluridimensionale e creava un’atmosfera suggestiva nel tempio, meraviglioso nei suoi dipinti, ed ora completato con il ricco e svolazzante mondo di questa struggente colonna sonora. Piccoli e sobri interventi di triangolini, inseriti intonati negli accordi, e anch’essi dislocati, accentuavano la suggestione nella loro semplicità. La composizione di Bruno Moretti si distingueva per un discorso più corale: la massa delle voci era in unica ravvicinata formazione e quindi il discorso risultava sonoro e ieratico. Qui c’era anche l’organo, non come accompagnamento: era quasi un’altra voce, sobria, delicata, nei diversi timbri di registri; mai ingombrante, si introduceva come voce solista; suggerimento ad elevazione dell’animo alla preghiera. Il Credo musicato da Antonio Eros Negri, restando nella accennata ricerca armonica dei musicisti dei nostri giorni, ove le dissonanze sono pane quotidiano, dava l’impressione di una maggiore adesione alla liturgia, cui siamo abituati secondo la nostra educazione; ci è sembrato cioè un riuscito connubio arte-preghiera corale, assembleare, ben legato, quanto mai coinvolgente. Le voci costituiscono un coro robusto, un “insieme” eloquente nella preghiera e nella professione di fede. L’iniziativa del concorso è stata opportuna, positiva, proficua. L’apporto al repertorio della musica sacra è consistente. Pensiamo che oggi, dunque, abbiamo 210 nuove composizioni sul nostro Credo, quindi religiose e secondo il linguaggio proprio dell’arte musicale. L’intenzione dei promotori è artistica e culturale, ma certo non esclude un uso liturgico nella oculata scelta da parte di chi, in luoghi prestigiosi – come cattedrali, basiliche, santuari – sappia preparare l’esecuzione dignitosa con complessi capaci di affrontare la complessità.

La premiazione

Il premio “F. Siciliani” è stato assegnato alla composizione del maestro Giovanni Bonato al quale è andato anche il premio del pubblico presente in basilica, invitato a votare sull’iPad che ha restituito i risultati in tempo reale. Al maestro Negri è andato quello della critica. Dunque il risultato è da primo premio per la Fondazione Musica classica di Perugia – occorre nominare i dirigenti Anna Calabro, Franco Buitoni, Alberto Batisti – che ha ideato e realizzato il Concorso e per il Pontificio consiglio per la cultura che lo ha avallato.

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Musica sacra per il XXI secolo https://www.lavoce.it/musica-sacra-per-il-xxi-secolo/ Fri, 14 Sep 2012 12:39:02 +0000 https://www.lavoce.it/?p=12747
Il concerto di apertura al Morlacchi

I compositori Giovanni Bonato, Bruno Moretti e Antonio Eros Negri sono i tre finalisti del primo concorso di musica sacra “Francesco Siciliani” abbinato all’edizione 2012 della Sagra musicale umbra. L’iniziativa, lanciata in “sintonia” con il Pontificio consiglio della cultura, aveva per tema composizioni per coro, con o senza organo, sul Simbolo apostolico (ossia il Credo degli Apostoli). Le tre opere finaliste verranno eseguite stasera, venerdì 14 settembre, alle ore 21 nella basilica perugina di San Pietro. Oltre al premio decretato dalla giuria, ne verranno anche assegnati uno della critica e uno del pubblico.

Ma anche il concorso in sé è stato premiato dal successo: oltre 200 gli spartiti pervenuti, soprattutto da Italia e Francia, ma anche dal resto dell’Europa, dall’America del Nord, e da Paesi più o meno “insospettabili” come Australia, Guatemala, Indonesia, Israele, Libano, Thailandia.

Intanto stamattina è stata apposta una targa commemorativa in via Angusta 33, a Perugia, sulla casa in cui nacque e visse Francesco Siciliani, pianista, musicologo, e grande “patròn” della Sagra dal 1947 al 1992.

Il concerto di apertura della Royal Philharmonic Orchestra al teatro Morlacchi, diretto dal maestro Charles Dutoit è stato straordinariamente suggestivo. Nella scelta di due autori Mozart e Tchajkovskij, si è voluto vedere una astrazione estetica del dualismo angeli e demoni nella spirito di géométrie, (esprit de géométrie), direbbe Pascal, o apollineo direbbe Nietzsche (con la Sinfonia n. 39 in mi bem. magg. k 543 di Mozart), e lo spirito del sentimento o esprit de finesse o ragione del cuore oppure dionisiaco secondo i due citati filosofi nella Sinfonia n. 5 in mi min op. 64. La contrapposizione è certamente forzata perché non manca di patos la partitura di Mozart né manca di calcolo e rigore di scrittura la partitura di Tchajkovskij. Ma il discorso sarebbe lungo e l’ipotesi è comunque suggestiva. Certamente il pubblico non finiva di applaudire conquistato e commosso soprattutto dal secondo tempo della sinfonia del musicista russo.

Tra gli altri concerti, da ricordare quello dei Solisti di Perugia, l’8 settembre al conservatorio Morlacchi, appena rientrati dal Giappone, per la sezione “Musica della speranza” della Sagra dove hanno eseguito alcuni brani di Bach.

Come l’anno scorso, la Sagra ha dedicato spazio alla riscoperta degli antichi film a carattere religioso. Il 10 settembre all’oratorio Santa Cecilia, di nuovo in collaborazione con la Filmoteca vaticana, si è svolta una serata dedicata ai “Santi e dannati nel cinema muto”, con tre titoli: la Jeanne d’Arc di Albert Capellani (Francia, 1908), Il Poverello di Assisi di Enrico Guazzoni (Italia, 1911) e Pagine del libro di Satana di Carl Theodor Dreyer (Danimarca, 1920). Quello di Guazzoni, tra l’altro, è stato il primo film in assoluto su san Francesco girato in Italia.

Il finale

La Sagra musicale umbra si conclude nella cattedrale di S. Lorenzo di Perugia non con un concerto, ma con una liturgia, sabato 15 alle ore 18. È un tornare indietro, all’origine della musica sacra nata dal soffio della parola abitata dallo Spirito. Una musica monodica, umile, legata ai testi, alle azioni liturgiche e agli spazi sacri. La celebrazione della messa sarà accompagnata dal canto gregoriano del proprio della festa di S. Michele arcangelo, eseguito dal Coro dell’abbazia di Novalesa, diretto da Enrico Demaria.

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Perdono: grazia che ridona la salute spirituale https://www.lavoce.it/perdono-grazia-che-ridona-la-salute-spirituale/ Thu, 26 Jul 2012 11:05:22 +0000 https://www.lavoce.it/?p=12306
Pellegrini nella piazza della basilica di Santa Maria degli Angeli

Gruppi di pellegrini e singole persone sostano in preghiera e in meditazione fino a tarda sera e oltre nella basilica di Santa Maria degli Angeli sta per iniziare il triduo di preparazione alla solennità del Perdono. Il diploma emanato dal vescovo di Assisi Teobaldo il 10 agosto 1310 descrive le origini dell’Indulgenza concessa nel 1216 da Onorio III a frate Francesco. Si sarebbe consolidata nel tempo la festività del Perdono che attirava masse di fedeli. Rammentava Guido Discepoli, “memoria storica angelana” e poeta in vernacolo, che ancora prima della metà del ’900 giungevano per l’occasione migliaia di pellegrini soprattutto dal Lazio e dall’Abruzzo, comunemente appellati “ciociari”, stipati su carri trainati da buoi o muli. Dormivano all’aperto, mangiavano frugalmente, eseguivano talvolta pratiche fortemente penitenziali. Ancora oggi arrivano pellegrini, ma in pullman, auto, furgoni. Ciò che accomuna gli antichi pellegrini e quelli di oggi è il desiderio di ottenere il perdono e la certezza di averlo ricevuto con una pratica penitenziale, la preghiera, la visita alla Porziuncola e la testimonianza di Francesco e della sua ansia di volere tutti gli uomini salvi per la grazia della divina misericordia. C’è poi anche il particolare dell’indulgenza plenaria, che Francesco riuscì a rendere più facile da ottenere senza dover intraprendere una crociata. Tale Indulgenza si ottiene a precise condizioni: confessione e comunione, visita alla Porziuncola con recita del Credo, del Padre nostro, di una preghiera secondo le intenzioni del Papa e di una preghiera per il Papa. Come spiegare comunque in questa prima tormentata fase del XXI secolo il significato dell’indulgenza? “La risposta non è semplice” dichiara mons. Vittorio Peri, vicario episcopale per la cultura, che inoltre aggiunge: “Si può in breve dire che ogni nostro peccato, anche se perdonato con il sacramento della confessione, lascia sempre una pena, una traccia di fragilità: un po’ come accade dopo ogni malattia fisica. La confessione comporta il perdono della colpa, ma la debolezza resta. Ecco allora: l’Indulgenza è una speciale grazia che cancella, direi, la debolezza e restituisce la perfetta salute spirituale. È vero che tutto è grazia, ma non esiste grazia a buon mercato”. Agosto mese tradizionalmente feriale anche per chi non va in vacanza, risulta impegnativo per la Chiesa di Assisi che il 1° e il 2 agosto celebra la festa del Perdono. La domenica successiva, promosso dal vicariato di Assisi diretto da don Cesare Provenzi, si svolgerà con la partecipazione del vescovo Sorrentino e del sindaco Ricci, un pellegrinaggio in occasione dei 150 anni della morte di san Gabriele dell’Addolorata, presso il santuario di Isola del Gran Sasso che ne conserva le spoglie mortali. Sono in corso i preparativi per la solennità di Santa Chiara (11 agosto) e per la solennità di San Rufino patrono della città (12 agosto), ricorrenze cui prossimamente daremo la nostra attenzione.

Programma

Mercoledì 1° agosto: ore 11 celebrazione presieduta da P. J. R. Carballo ministro generale dell’ordine dei frati Minori; ore 14.30- rosario e liturgia dei pellegrini d’Abruzzo, presiede Padre C. Ranieri, ministro provinciale dei frati Minori cappuccini d’Abruzzo; ore 15.30 celebrazione eucaristica, presiede Padre C. Serri, ministro provinciale dei frati Minori d’Abruzzo; ore 19 pellegrinaggio della diocesi di Assisi e primi vespri, presiede il vescovo diocesano Sorrentino; ore 21.30 veglia di preghiera e processione. Giovedì 2 agosto: ore 11 celebrazione presieduta dall’arcivescovo di Perugia- Città della Pieve Bassetti; ore 15 arrivo della XXXII marcia francescana; ore 18 celebrazione presieduta dal vescovo diocesano Sorrentino; ore 19.30 secondi vespri presiede Padre B. Ottavi ministro provinciale dei frati Minori dell’Umbria. Musica sacra eseguita dalla corale Porziuncola diretta dal maestro padre A. Giannoni. In ambito civile: esibizione del gruppo folkloristico “Buie del Friuli” e concerto del Perdono diretto dal maestro spagnolo F. Lara.

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Angeli e demoni inediti alla prossima Sagra musicale umbra https://www.lavoce.it/angeli-e-demoni-inediti-alla-prossima-sagra-musicale-umbra/ Thu, 14 Jun 2012 14:23:05 +0000 https://www.lavoce.it/?p=11437
il sogno di Tartini diavolo con violino Louis Leopold Boilly

Un tema mistico ma esploso a livello popolare negli ultimi anni: “Angeli e demoni”, e un ricco ventaglio di composizioni inedite. Con queste credenziali si presenta la 67a edizione della Sagra musicale umbra, che si terrà per nove giorni (7-15 settembre) con 11 concerti in sette città del territorio regionale, sulla scia degli elevati consensi ottenuti negli ultimi anni.

Il tema intende “indagare – spiega il direttore artistico Alberto Batisti – l’eterno conflitto tra il bene e il male, tra luce e ombra, nella letteratura musicale. Nella storia della musica, il conflitto tra l’elemento angelico e quello demoniaco ha una sua presenza potente, e la Sagra lo vuole dimostrare”. Nel concerto inaugurale al teatro Morlacchi il 7 settembre l’interpretazione verrà affidata alla Royal Philharmonic Orchestra, che eseguirà, in netto contrasto reciproco, la Sinfonia n. 39 di Mozart e la Quinta di Ciajkovskij.

Tra le rarità in prima esecuzione, la cantata Amphion di Luigi Cherubini, scritta nel 1786 a Parigi, che verrà proposta il 9 settembre a San Bevignate di Perugia dalla Kolner Akademie. Non mancherà il consueto concerto alla basilica di San Pietro (12 settembre), quest’anno con l’Horrida daemonum turba – Angeli e demoni dell’oratorio del Seicento romano, così come quello nella cattedrale di San Lorenzo (15 settembre) con la tradizionale messa solenne cantata presieduta dall’Arcivescovo: la liturgia verrà accompagnata dal canto di inni e antifone in stile gregoriano affidati al coro dell’abbazia di Novalesa. Tappa finale il 15 settembre al teatro Cucinelli di Solomeo con “Il violino del diavolo”.

Il 14 settembre, serata dedicata ai finalisti del Concorso internazionale di composizione per un’opera di musica sacra – Premio “Francesco Siciliani”: iniziativa nata dalla collaborazione tra la Fondazione Perugia musica classica, la Sagra musicale e il Pontificio consiglio della cultura presieduto dal card. Gianfranco Ravasi. “Fino ad ora – ha detto il segretario artistico Marcello Filotei, critico musicale dell’Osservatore Romano – sono undici le partiture arrivate, di cui tre dall’estero”.

Sono previsti anche due concerti della solidarietà, all’ospedale e al carcere di Capanne, e una sezione cinematografica con il primo film su san Francesco, quello di Enrico Guazzoni realizzato nel 1911. Per info sull’intero programma: www. perugiamusicaclassica.com.

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