museo della memoria Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/museo-della-memoria/ Settimanale di informazione regionale Mon, 21 Oct 2024 11:16:27 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg museo della memoria Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/museo-della-memoria/ 32 32 Campioni benemeriti del ciclismo italiano al Museo della Memoria https://www.lavoce.it/campioni-benemeriti-del-ciclismo-italiano-al-museo-della-memoria/ https://www.lavoce.it/campioni-benemeriti-del-ciclismo-italiano-al-museo-della-memoria/#respond Fri, 22 Sep 2023 16:45:07 +0000 https://www.lavoce.it/?p=73431 Marina Rosati e Gioia Bartali a mezzo busto

Faranno tappa anche al Museo della Memoria, Assisi 1943-1944 i partecipanti alla “Scalata al Tricolore” l’evento ciclistico che si terrà il 23 settembre e organizzato dall’Ancri (Associazione nazionale Insigniti Ordine al Merito Repubblica Italiana) sezione di Foligno-Valle Umbra, e da La Francescana Ciclostorica a.s.d. inserito nel programma delle iniziative previste per le giornate de La Francescana, che si svolgeranno dal 22 al 24 settembre.

L'evento ciclistico permetterà ai partecipanti di vedere la bici di Bartali al Museo della Memoria

“Siamo ben lieti di accogliere gli amici della Francescana, il presidente Luca Radi e questi campioni benemeriti del ciclismo italiano – dichiara Marina Rosati, ideatrice e curatrice del Museo della Memoria di Assisi - ; saranno presenti anche il vescovo, monsignor Domenico Sorrentino, Gioia Bartali, nipote del grande campione; un campione che i nostri ospiti avranno modo di ricordare e omaggiare visitando il Museo e la sua cappellina privata dove è esposta la sua bici del 1949. Dal luglio scorso, quando il collezionista Gianfranco Trevisan ce l’ha donata – sottolinea Rosati – in tanti sono venuti qui per vederla, ammirarla e conoscere le eroiche imprese di Bartali e di tutta la rete clandestina che salvò centinaia di ebrei qui in Assisi e a Firenze. È una bella storia che non ci stancheremo mai di raccontare e far conoscere. Per questo siamo ripartiti, proprio in questi giorni, con la nuova programmazione didattica per le scuole con nuovi progetti, laboratori e visite guidate”.

Il programma della “Scalata al Tricolore” ad Assisi

Per quanto riguarda il programma di domani, sabato 23 settembre partenza (alle ore 9) e arrivo a Palazzo Trinci in piazza della Repubblica a Foligno, con la sosta (tra le 10.30 e le 11) al Museo della Memoria, all'interno del Santuario della Spogliazione. Si pedalerà insieme ai campioni benemeriti del ciclismo: Roberta Amadeo (campionessa mondiale di handbike), Gianni Bugno (campione del mondo di ciclismo) e Claudio Chiappucci (campione di ciclismo). Una opportunità da non perdere per gli amanti della due ruote che potranno pedalare fianco a fianco ad alcuni dei più importanti campioni del ciclismo. Saranno presenti anche alcuni giornalisti sportivi.]]>
Marina Rosati e Gioia Bartali a mezzo busto

Faranno tappa anche al Museo della Memoria, Assisi 1943-1944 i partecipanti alla “Scalata al Tricolore” l’evento ciclistico che si terrà il 23 settembre e organizzato dall’Ancri (Associazione nazionale Insigniti Ordine al Merito Repubblica Italiana) sezione di Foligno-Valle Umbra, e da La Francescana Ciclostorica a.s.d. inserito nel programma delle iniziative previste per le giornate de La Francescana, che si svolgeranno dal 22 al 24 settembre.

L'evento ciclistico permetterà ai partecipanti di vedere la bici di Bartali al Museo della Memoria

“Siamo ben lieti di accogliere gli amici della Francescana, il presidente Luca Radi e questi campioni benemeriti del ciclismo italiano – dichiara Marina Rosati, ideatrice e curatrice del Museo della Memoria di Assisi - ; saranno presenti anche il vescovo, monsignor Domenico Sorrentino, Gioia Bartali, nipote del grande campione; un campione che i nostri ospiti avranno modo di ricordare e omaggiare visitando il Museo e la sua cappellina privata dove è esposta la sua bici del 1949. Dal luglio scorso, quando il collezionista Gianfranco Trevisan ce l’ha donata – sottolinea Rosati – in tanti sono venuti qui per vederla, ammirarla e conoscere le eroiche imprese di Bartali e di tutta la rete clandestina che salvò centinaia di ebrei qui in Assisi e a Firenze. È una bella storia che non ci stancheremo mai di raccontare e far conoscere. Per questo siamo ripartiti, proprio in questi giorni, con la nuova programmazione didattica per le scuole con nuovi progetti, laboratori e visite guidate”.

Il programma della “Scalata al Tricolore” ad Assisi

Per quanto riguarda il programma di domani, sabato 23 settembre partenza (alle ore 9) e arrivo a Palazzo Trinci in piazza della Repubblica a Foligno, con la sosta (tra le 10.30 e le 11) al Museo della Memoria, all'interno del Santuario della Spogliazione. Si pedalerà insieme ai campioni benemeriti del ciclismo: Roberta Amadeo (campionessa mondiale di handbike), Gianni Bugno (campione del mondo di ciclismo) e Claudio Chiappucci (campione di ciclismo). Una opportunità da non perdere per gli amanti della due ruote che potranno pedalare fianco a fianco ad alcuni dei più importanti campioni del ciclismo. Saranno presenti anche alcuni giornalisti sportivi.]]>
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Assisi. Al Museo della Memoria la bicicletta di Gino Bartali https://www.lavoce.it/assisi-museo-memoria-esposizione-bicicletta-bartali/ https://www.lavoce.it/assisi-museo-memoria-esposizione-bicicletta-bartali/#respond Fri, 14 Jul 2023 10:50:52 +0000 https://www.lavoce.it/?p=72311 Gioia Bartali davanti alla porta di ingreso del Museo della Memoria di Assisi con la bicicletta del nonno Gino Bartali

Il “Museo della Memoria, Assisi 1943 -1944” si arricchisce di un nuovo importante e prezioso oggetto. Per qualche mese l'esposizione allestita nei locali del Vescovado-Santuario della Spogliazione ospiterà la bicicletta con cui Gino Bartali, nel 1949, arrivò secondo al Tour de France.

La consegna il 18 luglio al Museo della Memoria

La due ruote, concessa temporaneamente dal collezionista Gianfranco Trevisan di Padova, sarà svelata durante la cerimonia di consegna in programma martedì 18 luglio alle ore 18 nei locali del Museo (In piazza Vescovado n. 3 ad Assisi). Per l'occasione saranno presenti il vescovo delle diocesi di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, Gioia Bartali, nipote del grande campione, Faustino Coppi, figlio di Fausto che vinse il Tour del 1949 e che con Bartali ha dato vita a grandissimi duelli che appassionarono gli italiani nel dopoguerra, il sindaco della Città di Assisi, Stefania Proietti, e Marina Rosati, ideatrice e curatrice del Museo della Memoria.

La cappellina di Bartali al Museo della Memoria

Le sale dell’esposizione già ospitano la cappellina di Gino Bartali, grande campione e uomo di fede, e ora arriva anche una bicicletta che è di poco successiva a quelle usate per le staffette della salvezza che videro il campione trasportare, all’interno della canna della bici su cui si allenava, i documenti falsi stampati in Assisi e destinati agli ebrei di Firenze.

La bici di Gino Bartali messa a disposizione da un collezionista

“Con piacere - dice Gioia Bartali - abbiamo accolto l’invito del Museo della Memoria di valorizzare una delle bici del nonno: ringrazio il collezionista che l’ha messa a disposizione, noi familiari infatti non abbiamo bici perché il nonno, con il suo animo gentile, le ha donate tutte ed ora sono in mano a collezionisti e ciclisti. Sono felice che ora questo cimelio possa essere esposto al Museo”.

Cresce l'apprezzamento per il Museo della Memoria

“Il Museo - aggiunge Marina Rosati - sta crescendo nell'apprezzamento dei visitatori, nelle iniziative nelle scuole, nella promozione di accoglienza di Assisi. Ci mancava la bicicletta di Bartali ed ora grazie a questo collezionista e all'intercessione della nipote Gioia sarà un piacere ospitare un pezzo così importante di storia. Tante persone vengono e chiedono di conoscere la storia di Bartali che in queste sale raccontiamo insieme alla sua grande fede, al suo talento come ciclista e soprattutto al suo grande cuore, racchiuso in una sua frase storica: 'Il bene si fa e non si dice e certe medaglie si appendono all'anima e non alla giacca', che è un grande insegnamento per tutti noi". [gallery td_select_gallery_slide="slide" ids="72639,72640,72642"]]]>
Gioia Bartali davanti alla porta di ingreso del Museo della Memoria di Assisi con la bicicletta del nonno Gino Bartali

Il “Museo della Memoria, Assisi 1943 -1944” si arricchisce di un nuovo importante e prezioso oggetto. Per qualche mese l'esposizione allestita nei locali del Vescovado-Santuario della Spogliazione ospiterà la bicicletta con cui Gino Bartali, nel 1949, arrivò secondo al Tour de France.

La consegna il 18 luglio al Museo della Memoria

La due ruote, concessa temporaneamente dal collezionista Gianfranco Trevisan di Padova, sarà svelata durante la cerimonia di consegna in programma martedì 18 luglio alle ore 18 nei locali del Museo (In piazza Vescovado n. 3 ad Assisi). Per l'occasione saranno presenti il vescovo delle diocesi di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, Gioia Bartali, nipote del grande campione, Faustino Coppi, figlio di Fausto che vinse il Tour del 1949 e che con Bartali ha dato vita a grandissimi duelli che appassionarono gli italiani nel dopoguerra, il sindaco della Città di Assisi, Stefania Proietti, e Marina Rosati, ideatrice e curatrice del Museo della Memoria.

La cappellina di Bartali al Museo della Memoria

Le sale dell’esposizione già ospitano la cappellina di Gino Bartali, grande campione e uomo di fede, e ora arriva anche una bicicletta che è di poco successiva a quelle usate per le staffette della salvezza che videro il campione trasportare, all’interno della canna della bici su cui si allenava, i documenti falsi stampati in Assisi e destinati agli ebrei di Firenze.

La bici di Gino Bartali messa a disposizione da un collezionista

“Con piacere - dice Gioia Bartali - abbiamo accolto l’invito del Museo della Memoria di valorizzare una delle bici del nonno: ringrazio il collezionista che l’ha messa a disposizione, noi familiari infatti non abbiamo bici perché il nonno, con il suo animo gentile, le ha donate tutte ed ora sono in mano a collezionisti e ciclisti. Sono felice che ora questo cimelio possa essere esposto al Museo”.

Cresce l'apprezzamento per il Museo della Memoria

“Il Museo - aggiunge Marina Rosati - sta crescendo nell'apprezzamento dei visitatori, nelle iniziative nelle scuole, nella promozione di accoglienza di Assisi. Ci mancava la bicicletta di Bartali ed ora grazie a questo collezionista e all'intercessione della nipote Gioia sarà un piacere ospitare un pezzo così importante di storia. Tante persone vengono e chiedono di conoscere la storia di Bartali che in queste sale raccontiamo insieme alla sua grande fede, al suo talento come ciclista e soprattutto al suo grande cuore, racchiuso in una sua frase storica: 'Il bene si fa e non si dice e certe medaglie si appendono all'anima e non alla giacca', che è un grande insegnamento per tutti noi". [gallery td_select_gallery_slide="slide" ids="72639,72640,72642"]]]>
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Giornata della Memoria: gli appuntamenti ad Assisi https://www.lavoce.it/giornata-della-memoria-gli-appuntamente-ad-assisi/ https://www.lavoce.it/giornata-della-memoria-gli-appuntamente-ad-assisi/#comments Fri, 27 Jan 2023 09:33:05 +0000 https://www.lavoce.it/?p=70227 Alcuni visitatori di spalle in visita ad una delle stanze del museo della memoria con i pannelli e le foto

Far conoscere la storia di alcuni personaggi di Assisi che, più o meno noti, hanno contribuito a salvare circa 300 ebrei. Non si ferma l’opera di riscoperta del “Museo della Memoria 1943-44”, realizzato dalla fondazione diocesana Opera Casa Papa Giovanni, che quest’anno in occasione del 27 gennaio, giornata in cui si commemorano le vittime dell'Olocausto insieme alla città di Assisi ha organizzato una serie di appuntamenti, tra cui due dedicati a cittadini benemeriti nel salvataggio degli ebrei. Il primo è infatti in programma sabato 28 gennaio, alle ore 17 nella sala della Conciliazione del palazzo comunale dove si terrà l’incontro “La storia di Marcella Ranzato in Paladin”: a raccontare come un’impiegata comunale sia entrata nell’organizzazione che falsificava le carte d’identità saranno direttamente i figli Paolo e Anna Chiara. Domenica 29 gennaio in piazza del Comune, con partenza alle ore 15, ci sarà invece il percorso alla scoperta dei luoghi assisani della Memoria. La scelta quest’anno è caduta sulla casa di Maceo Angeli, artista, pittore e ceramista attivo nella rete che ha fatto di Assisi un faro di salvezza in uno dei periodi più bui della storia, e alla Basilica di San Francesco dove verrà ricordato il frate conventuale padre Michele Todde che aiutava gli ebrei; si potranno vedere anche i luoghi della Basilica dove i rifugiati venivano nascosti. In entrambi i casi non è necessaria la prenotazione. In occasione del Giorno della Memoria, venerdì 27 gennaio alle ore 11 nella Sala della Spogliazione del palazzo vescovile ci sarà, come detto, la consegna delle Medaglie d’Onore da parte del prefetto di Perugia Armando Gradone e con i saluti del sindaco di Assisi, Stefania Proietti, della presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei e del vescovo delle diocesi di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino. All’iniziativa sarà presente anche Emanuele Prisco, sottosegretario all'Interno. Gli appuntamenti di gennaio si chiudono lunedì 30 alle ore 18 al teatro della Pro Civitate Christiana con il concerto “Kechì Kinnòr - Prendi il violino” con Enrico Fink e i solisti dell’Orchestra multietnica di Arezzo. Altri appuntamenti sono in programma per lunedì 6 marzo alle ore 10.30 quando, in occasione della Giornata europea dei Giusti, ci sarà una cerimonia in ricordo di Giovanni Palatucci, poliziotto italiano Giusto tra le Nazioni; venerdì 26 maggio alle ore 18 all’oratorio di Santa Chiarella si ricorderà Vittorio Rinaldi, giovane assisano ingiustamente condannato e ucciso nel 1939; e sabato 17 giugno alle ore 11.30 in viale Vittorio Emanuele II, cerimonia in onore di Valentin Muller.]]>
Alcuni visitatori di spalle in visita ad una delle stanze del museo della memoria con i pannelli e le foto

Far conoscere la storia di alcuni personaggi di Assisi che, più o meno noti, hanno contribuito a salvare circa 300 ebrei. Non si ferma l’opera di riscoperta del “Museo della Memoria 1943-44”, realizzato dalla fondazione diocesana Opera Casa Papa Giovanni, che quest’anno in occasione del 27 gennaio, giornata in cui si commemorano le vittime dell'Olocausto insieme alla città di Assisi ha organizzato una serie di appuntamenti, tra cui due dedicati a cittadini benemeriti nel salvataggio degli ebrei. Il primo è infatti in programma sabato 28 gennaio, alle ore 17 nella sala della Conciliazione del palazzo comunale dove si terrà l’incontro “La storia di Marcella Ranzato in Paladin”: a raccontare come un’impiegata comunale sia entrata nell’organizzazione che falsificava le carte d’identità saranno direttamente i figli Paolo e Anna Chiara. Domenica 29 gennaio in piazza del Comune, con partenza alle ore 15, ci sarà invece il percorso alla scoperta dei luoghi assisani della Memoria. La scelta quest’anno è caduta sulla casa di Maceo Angeli, artista, pittore e ceramista attivo nella rete che ha fatto di Assisi un faro di salvezza in uno dei periodi più bui della storia, e alla Basilica di San Francesco dove verrà ricordato il frate conventuale padre Michele Todde che aiutava gli ebrei; si potranno vedere anche i luoghi della Basilica dove i rifugiati venivano nascosti. In entrambi i casi non è necessaria la prenotazione. In occasione del Giorno della Memoria, venerdì 27 gennaio alle ore 11 nella Sala della Spogliazione del palazzo vescovile ci sarà, come detto, la consegna delle Medaglie d’Onore da parte del prefetto di Perugia Armando Gradone e con i saluti del sindaco di Assisi, Stefania Proietti, della presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei e del vescovo delle diocesi di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino. All’iniziativa sarà presente anche Emanuele Prisco, sottosegretario all'Interno. Gli appuntamenti di gennaio si chiudono lunedì 30 alle ore 18 al teatro della Pro Civitate Christiana con il concerto “Kechì Kinnòr - Prendi il violino” con Enrico Fink e i solisti dell’Orchestra multietnica di Arezzo. Altri appuntamenti sono in programma per lunedì 6 marzo alle ore 10.30 quando, in occasione della Giornata europea dei Giusti, ci sarà una cerimonia in ricordo di Giovanni Palatucci, poliziotto italiano Giusto tra le Nazioni; venerdì 26 maggio alle ore 18 all’oratorio di Santa Chiarella si ricorderà Vittorio Rinaldi, giovane assisano ingiustamente condannato e ucciso nel 1939; e sabato 17 giugno alle ore 11.30 in viale Vittorio Emanuele II, cerimonia in onore di Valentin Muller.]]>
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Reliquia del Beato Carlo Acutis consegnata al cardinale Timothy Dolan a New York https://www.lavoce.it/reliquia-del-beato-carlo-acutis-consegnata-al-cardinale-timothy-dolan-a-new-york/ Tue, 12 Apr 2022 16:22:39 +0000 https://www.lavoce.it/?p=66122 Carlo Acutis_Reliquia New York

Grande successo e conclusione simbolica per la missione negli Stati Uniti della Diocesi di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino per portare una reliquia del Beato Carlo Acutis e promuovere il Museo della Memoria, riprodotto ed esposto in diverse location di New York, grazie alla importante collaborazione con la Pay the Way Foundation, fondata e presieduta da Gary Krupp. Il viaggio della delegazione guidata dal vescovo diocesano, monsignor Domenico Sorrentino, insieme a monsignor Anthony Figueiredo, responsabile delle Relazioni internazionali e Marina Rosati, direttrice del Museo della Memoria, Assisi 1943-1944, è terminato nella chiesa di San Francesco d’Assisi, nel cuore di Manhattan, dove il presule ha incontrato diversi poveri, donando loro alcuni beni di prima necessità. "È stata un’esperienza formidabile -ha detto il vescovo- C’è bisogno di un messaggio di bene come quello di Carlo che è capace di far sentire il Vangelo come una cosa bella e praticabile. Il suo volto gioioso, ha fatto breccia nei cuori dei fedeli statunitensi mostrando che l’Eucarestia è il segreto della vita anche su questa terra ed è proprio l’autostrada per il cielo come lui la chiamava". La delegazione, ha portato negli Usa una reliquia di prima classe del primo millennial al Mondo a essere dichiarato beato, in seguito alla richiesta della Conferenza episcopale cattolica degli Stati Uniti. La reliquia del giovane, accompagnerà il Risveglio Eucaristico nazionale degli Stati Uniti, indetto dai vescovi americani nel novembre scorso, per rinnovare la fede e riscoprire il valore e la presenza reale di Gesù nell’Eucaristia. "Siamo rimasti colpiti -ha aggiunto il vescovo- dalla grande partecipazione dei giovani, anche di numerosi studenti delle scuole superiori che, accompagnati dai loro docenti, hanno seguito i vari momenti durante l’orario scolastico".

Le tappe della reliquia del Beato Carlo Acutis negli Usa

Tanti i momenti di preghiera e di intensa spiritualità vissuti durante il soggiorno americano, ma anche durante il viaggio, quando l'equipaggio dell’aereo ha chiesto al vescovo una benedizione con la reliquia del giovane studente milanese morto di leucemia a 15 anni nel 2006. Lunedì 4 aprile nella chiesa Our Lady of Mount Carmel ad Astoria, distretto del Queens, tantissimi giovani e famiglie di tutte le nazionalità con bambini piccoli e ragazzi hanno venerato la reliquia del Beato Carlo Acutis. Il giorno successivo, dopo la visita e la celebrazione alla Cattedrale di San Patrizio a New York City, la delegazione della diocesi ha visitato la Missione della Santa Sede presso le Nazioni Unite incontrando il nunzio monsignor Gabriele Caccia. Nel pomeriggio, nell'ambito dell'esposizione americana del Museo della Memoria, Assisi 1943-1944, alla Sinagoga di New Rochelle, si è svolta una tavola rotonda per approfondire i contenuti del Museo, le vicende umane e l’importanza valoriale e storica dell’esposizione. Mercoledì 6 aprile si è svolto un incontro con i giovani delle scuole superiori della diocesi di Brooklyn, con la tavola rotonda alla Saint John’s University di New York. Giovedì la delegazione ha fatto visita all’Istituto Italiano di Cultura a New York e ha poi incontrato le suore Missionarie della Carità nel cuore del Bronx. Dopo l’adorazione eucaristica, e la Santa Messa presieduta dal cardinale Timothy Dolan, arcivescovo di New York, con la venerazione della reliquia del Beato Carlo Acutis, la stessa è stata consegnata al cardinale per affidarla alla Conferenza Episcopale degli Stati Uniti e avviare il percorso del Rinnovamento eucaristico americano e portare la reliquia in tutte le parrocchie degli Usa, dove rimarrà per un anno.]]>
Carlo Acutis_Reliquia New York

Grande successo e conclusione simbolica per la missione negli Stati Uniti della Diocesi di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino per portare una reliquia del Beato Carlo Acutis e promuovere il Museo della Memoria, riprodotto ed esposto in diverse location di New York, grazie alla importante collaborazione con la Pay the Way Foundation, fondata e presieduta da Gary Krupp. Il viaggio della delegazione guidata dal vescovo diocesano, monsignor Domenico Sorrentino, insieme a monsignor Anthony Figueiredo, responsabile delle Relazioni internazionali e Marina Rosati, direttrice del Museo della Memoria, Assisi 1943-1944, è terminato nella chiesa di San Francesco d’Assisi, nel cuore di Manhattan, dove il presule ha incontrato diversi poveri, donando loro alcuni beni di prima necessità. "È stata un’esperienza formidabile -ha detto il vescovo- C’è bisogno di un messaggio di bene come quello di Carlo che è capace di far sentire il Vangelo come una cosa bella e praticabile. Il suo volto gioioso, ha fatto breccia nei cuori dei fedeli statunitensi mostrando che l’Eucarestia è il segreto della vita anche su questa terra ed è proprio l’autostrada per il cielo come lui la chiamava". La delegazione, ha portato negli Usa una reliquia di prima classe del primo millennial al Mondo a essere dichiarato beato, in seguito alla richiesta della Conferenza episcopale cattolica degli Stati Uniti. La reliquia del giovane, accompagnerà il Risveglio Eucaristico nazionale degli Stati Uniti, indetto dai vescovi americani nel novembre scorso, per rinnovare la fede e riscoprire il valore e la presenza reale di Gesù nell’Eucaristia. "Siamo rimasti colpiti -ha aggiunto il vescovo- dalla grande partecipazione dei giovani, anche di numerosi studenti delle scuole superiori che, accompagnati dai loro docenti, hanno seguito i vari momenti durante l’orario scolastico".

Le tappe della reliquia del Beato Carlo Acutis negli Usa

Tanti i momenti di preghiera e di intensa spiritualità vissuti durante il soggiorno americano, ma anche durante il viaggio, quando l'equipaggio dell’aereo ha chiesto al vescovo una benedizione con la reliquia del giovane studente milanese morto di leucemia a 15 anni nel 2006. Lunedì 4 aprile nella chiesa Our Lady of Mount Carmel ad Astoria, distretto del Queens, tantissimi giovani e famiglie di tutte le nazionalità con bambini piccoli e ragazzi hanno venerato la reliquia del Beato Carlo Acutis. Il giorno successivo, dopo la visita e la celebrazione alla Cattedrale di San Patrizio a New York City, la delegazione della diocesi ha visitato la Missione della Santa Sede presso le Nazioni Unite incontrando il nunzio monsignor Gabriele Caccia. Nel pomeriggio, nell'ambito dell'esposizione americana del Museo della Memoria, Assisi 1943-1944, alla Sinagoga di New Rochelle, si è svolta una tavola rotonda per approfondire i contenuti del Museo, le vicende umane e l’importanza valoriale e storica dell’esposizione. Mercoledì 6 aprile si è svolto un incontro con i giovani delle scuole superiori della diocesi di Brooklyn, con la tavola rotonda alla Saint John’s University di New York. Giovedì la delegazione ha fatto visita all’Istituto Italiano di Cultura a New York e ha poi incontrato le suore Missionarie della Carità nel cuore del Bronx. Dopo l’adorazione eucaristica, e la Santa Messa presieduta dal cardinale Timothy Dolan, arcivescovo di New York, con la venerazione della reliquia del Beato Carlo Acutis, la stessa è stata consegnata al cardinale per affidarla alla Conferenza Episcopale degli Stati Uniti e avviare il percorso del Rinnovamento eucaristico americano e portare la reliquia in tutte le parrocchie degli Usa, dove rimarrà per un anno.]]>
Carlo Acutis: una reliquia del Beato sarà portata negli Stati Uniti https://www.lavoce.it/carlo-acutis-una-reliquia-del-beato-sara-portata-negli-stati-uniti/ Fri, 18 Mar 2022 14:41:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=65602 Carlo Acutis

Una reliquia del Beato Carlo Acutis sarà portata negli Stati Uniti. Rispondendo alla richiesta della Conferenza episcopale cattolica statunitense e in coincidenza con l'esposizione a New York del Museo della Memoria, Assisi 1943-1944, il vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, dal 3 all' 8 aprile porterà una reliquia del primo millennial al Mondo a essere dichiarato beato. La reliquia del giovane studente milanese morto a 15 anni il 12 ottobre 2006 per una leucemia fulminante, è un frammento del pericardio, la membrana che circondava e che ha protetto il suo cuore e accompagnerà il triennio di Risveglio eucaristico nazionale degli Stati Uniti, indetto dai vescovi americani nel novembre scorso, per rinnovare la fede e riscoprire il valore e la presenza reale di Gesù nell'Eucaristia. Il Beato Carlo Acutis ha incentrato la sua vita proprio sull' Eucaristia per crescere nel suo rapporto con Gesù. Durante il soggiorno americano monsignor Sorrentino, che sarà accompagnato da monsignor Anthony Figueiredo, responsabile delle Relazioni internazionali, e Marina Rosati, responsabile del Museo della Memoria, celebrerà una messa nella diocesi di Rockville Center per duemilaquattrocento studenti della Saint Anthony' s High School, South Huntington, con l' esposizione della reliquia. Nella diocesi di Brooklyn, condurrà un'ora santa diocesana per giovani e adulti nella chiesa di Nostra Signora del Monte Carmelo, Astoria e parteciperà a un raduno del liceo nella chiesa della Sacra Famiglia, Flushing. Giovedì sera, 7 aprile, la reliquia sarà consegnata a una delegazione della Conferenza episcopale durante la messa nella chiesa di Santa Rita, Bronx, celebrata dal cardinale Timothy Dolan, arcivescovo di New York. "La mia preghiera -ha detto monsignor Sorrentino- è che la presenza della reliquia del Beato Carlo susciti un desiderio nei nostri fratelli e sorelle americani, soprattutto giovani, non per sprecare la vita, ma per farne un capolavoro, come scelto da Carlo ai nostri tempi e da San Francesco prima di lui".]]>
Carlo Acutis

Una reliquia del Beato Carlo Acutis sarà portata negli Stati Uniti. Rispondendo alla richiesta della Conferenza episcopale cattolica statunitense e in coincidenza con l'esposizione a New York del Museo della Memoria, Assisi 1943-1944, il vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, dal 3 all' 8 aprile porterà una reliquia del primo millennial al Mondo a essere dichiarato beato. La reliquia del giovane studente milanese morto a 15 anni il 12 ottobre 2006 per una leucemia fulminante, è un frammento del pericardio, la membrana che circondava e che ha protetto il suo cuore e accompagnerà il triennio di Risveglio eucaristico nazionale degli Stati Uniti, indetto dai vescovi americani nel novembre scorso, per rinnovare la fede e riscoprire il valore e la presenza reale di Gesù nell'Eucaristia. Il Beato Carlo Acutis ha incentrato la sua vita proprio sull' Eucaristia per crescere nel suo rapporto con Gesù. Durante il soggiorno americano monsignor Sorrentino, che sarà accompagnato da monsignor Anthony Figueiredo, responsabile delle Relazioni internazionali, e Marina Rosati, responsabile del Museo della Memoria, celebrerà una messa nella diocesi di Rockville Center per duemilaquattrocento studenti della Saint Anthony' s High School, South Huntington, con l' esposizione della reliquia. Nella diocesi di Brooklyn, condurrà un'ora santa diocesana per giovani e adulti nella chiesa di Nostra Signora del Monte Carmelo, Astoria e parteciperà a un raduno del liceo nella chiesa della Sacra Famiglia, Flushing. Giovedì sera, 7 aprile, la reliquia sarà consegnata a una delegazione della Conferenza episcopale durante la messa nella chiesa di Santa Rita, Bronx, celebrata dal cardinale Timothy Dolan, arcivescovo di New York. "La mia preghiera -ha detto monsignor Sorrentino- è che la presenza della reliquia del Beato Carlo susciti un desiderio nei nostri fratelli e sorelle americani, soprattutto giovani, non per sprecare la vita, ma per farne un capolavoro, come scelto da Carlo ai nostri tempi e da San Francesco prima di lui".]]>
Il Museo della memoria di Assisi esposto a New York https://www.lavoce.it/museo-memoria-assisi-esposto-new-york/ Fri, 11 Mar 2022 18:28:44 +0000 https://www.lavoce.it/?p=65533

Il Museo della Memoria, Assisi 1943-1944 sarà ospitato negli Stati Uniti. Per volontà di Pave the Way Foundation, organizzazione americana che promuove il dialogo e rimuove gli ostacoli tra le religioni, tutto il percorso espositivo allestito all’interno del Vescovado-Santuario della Spogliazione di Assisi, sarà riprodotto ed esposto in diverse location di New York nel periodo tra il 3 e il 9 aprile.

Marina Rosati: "Grazie a Gary Krupp presidente di Pave the Way Foundation"

“Abbiamo trovato in Gary Krupp, fondatore e presidente di questa fondazione – spiega la responsabile del Museo, Marina Rosati – una persona davvero sensibile alla storia straordinaria di Assisi di cui aveva già sentito parlare. Questa iniziativa arriva in un periodo che non avremmo mai pensato di vedere e vivere: la Guerra in Ucraina, la morte, la disperazione di tanti profughi ci porta indietro agli anni bui della Shoah. Ed è perciò che questa testimonianza assume un valore ancora più importante. Grazie al responsabile delle Relazioni internazionali della diocesi, mons. Anthony Figueiredo la storia del salvataggio dei 300 ebrei arrivati nella città serafica tra il 1943 e il 1944 è stata presentata nel dettaglio alla Pave the Way Foundation che già nel 2020 aveva collaborato con la Santa Sede e le Nazioni Unite all’organizzazione del Giorno della Memoria all’Onu. Il presidente Krupp ha creduto subito in questo progetto di memoria storica, educazione al bene e formazione civica. Per noi è una grande occasione per far conoscere una straordinaria pagina di storia italiana che ci è perpetrata in una città significativa ed unica come Assisi”.

L'allestimento alla Sinagoga di New Rochelle

Il Museo tutto in italiano e inglese, verrà allestito alla Sinagoga di New Rochelle il 5 aprile e poi il giorno successivo sarà trasferito all’Università di Saint John dove potranno visitarlo anche gli studenti delle scuole di secondo grado.

Due convegni

“In entrambe le occasioni – spiega Rosati – saranno organizzati due convegni per approfondire i contenuti del Museo, le vicende umane e l’importanza valoriale e storica dello stesso”.

Il ringraziamento del vescovo Sorrentino

“Questa iniziativa – spiega il vescovo di Assisi, mons. Domenico Sorrentino - non vuole solo ricordare una grande pagina di luce che ha brillato in un periodo buio della storia, ma anche dire al mondo che il bene può e deve vincere sul male, come è accaduto in Assisi quando tutti gli ebrei sono stati nascosti e salvati. San Francesco d'Assisi si spogliò per essere un fratello universale. Sulle sue orme, diamo il benvenuto all’iniziativa del presidente Gary Krupp e di tutto il Consiglio e li ringraziamo perché ci aiutano così a spianare il cammino per testimoniare la fraternità e la pace”

La soddisfazione del presidente Krupp

Soddisfazione è stata espressa anche dal presidente Krupp. “Siamo felici di sostenere questo progetto – spiega – perché la nostra missione è proprio quella di far conoscere a livello internazionale gesti di buona volontà tra le religioni del mondo e le persone di fede, al fine di promuovere il nostro motto: ‘Abbraccia le nostre somiglianze e assapora le nostre differenze’”. Per seguire i vari momenti è necessario iscriversi inviando una email a: assisievent@desalesmedia.org.    ]]>

Il Museo della Memoria, Assisi 1943-1944 sarà ospitato negli Stati Uniti. Per volontà di Pave the Way Foundation, organizzazione americana che promuove il dialogo e rimuove gli ostacoli tra le religioni, tutto il percorso espositivo allestito all’interno del Vescovado-Santuario della Spogliazione di Assisi, sarà riprodotto ed esposto in diverse location di New York nel periodo tra il 3 e il 9 aprile.

Marina Rosati: "Grazie a Gary Krupp presidente di Pave the Way Foundation"

“Abbiamo trovato in Gary Krupp, fondatore e presidente di questa fondazione – spiega la responsabile del Museo, Marina Rosati – una persona davvero sensibile alla storia straordinaria di Assisi di cui aveva già sentito parlare. Questa iniziativa arriva in un periodo che non avremmo mai pensato di vedere e vivere: la Guerra in Ucraina, la morte, la disperazione di tanti profughi ci porta indietro agli anni bui della Shoah. Ed è perciò che questa testimonianza assume un valore ancora più importante. Grazie al responsabile delle Relazioni internazionali della diocesi, mons. Anthony Figueiredo la storia del salvataggio dei 300 ebrei arrivati nella città serafica tra il 1943 e il 1944 è stata presentata nel dettaglio alla Pave the Way Foundation che già nel 2020 aveva collaborato con la Santa Sede e le Nazioni Unite all’organizzazione del Giorno della Memoria all’Onu. Il presidente Krupp ha creduto subito in questo progetto di memoria storica, educazione al bene e formazione civica. Per noi è una grande occasione per far conoscere una straordinaria pagina di storia italiana che ci è perpetrata in una città significativa ed unica come Assisi”.

L'allestimento alla Sinagoga di New Rochelle

Il Museo tutto in italiano e inglese, verrà allestito alla Sinagoga di New Rochelle il 5 aprile e poi il giorno successivo sarà trasferito all’Università di Saint John dove potranno visitarlo anche gli studenti delle scuole di secondo grado.

Due convegni

“In entrambe le occasioni – spiega Rosati – saranno organizzati due convegni per approfondire i contenuti del Museo, le vicende umane e l’importanza valoriale e storica dello stesso”.

Il ringraziamento del vescovo Sorrentino

“Questa iniziativa – spiega il vescovo di Assisi, mons. Domenico Sorrentino - non vuole solo ricordare una grande pagina di luce che ha brillato in un periodo buio della storia, ma anche dire al mondo che il bene può e deve vincere sul male, come è accaduto in Assisi quando tutti gli ebrei sono stati nascosti e salvati. San Francesco d'Assisi si spogliò per essere un fratello universale. Sulle sue orme, diamo il benvenuto all’iniziativa del presidente Gary Krupp e di tutto il Consiglio e li ringraziamo perché ci aiutano così a spianare il cammino per testimoniare la fraternità e la pace”

La soddisfazione del presidente Krupp

Soddisfazione è stata espressa anche dal presidente Krupp. “Siamo felici di sostenere questo progetto – spiega – perché la nostra missione è proprio quella di far conoscere a livello internazionale gesti di buona volontà tra le religioni del mondo e le persone di fede, al fine di promuovere il nostro motto: ‘Abbraccia le nostre somiglianze e assapora le nostre differenze’”. Per seguire i vari momenti è necessario iscriversi inviando una email a: assisievent@desalesmedia.org.    ]]>
Edith Bruck ad Assisi in occasione della Giornata europea dei Giusti https://www.lavoce.it/edith-bruck-ad-assisi-in-occasione-della-giornata-europea-dei-giusti/ Tue, 01 Mar 2022 11:14:48 +0000 https://www.lavoce.it/?p=65292 Edith Bruck

"La presenza di Edith Bruck qui in Assisi ci riempie il cuore di gioia. Il nostro legame con i fratelli ebrei è un rapporto di grande amicizia e cordialità che risale a quanto accadde in Assisi negli anni oscuri della Shoah". A dirlo è il vescovo della Diocesi di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, in occasione della visita di Edith Bruck che martedì 1 marzo è protagonista di un doppio appuntamento per la Giornata europea dei Giusti. "Sono sicuro -ha aggiunto il vescovo- che la sua testimonianza, in un momento come quello che stiamo vivendo con la guerra in Ucraina, sarà di grande profondità e di stimolo per i ragazzi perché non c’è persona più adatta, di chi è scampato alla morte e all’orrore della persecuzione, per seminare una cultura della pace". Il primo momento, in mattinata al Teatro Lyrick di Santa Maria degli Angeli dove Edith Bruck intervistata da Simona Sala, direttore del TG3 e da Marina Rosati, responsabile del Museo della Memoria ha raccontato la sua storia di donna, deportata e sopravvissuta a circa mille studenti di ogni ordine e grado, pronti a rivolgerle delle domande.

Edith Bruck cittadina onoraria di Assisi

Nel pomeriggio, a partire dalle 16.30 nella sala della Conciliazione del palazzo comunale, la scrittrice sarà accolta dal sindaco, Stefania Proietti, come cittadina onoraria di Assisi perché, il 17 giugno scorso insieme agli altri sopravvissuti italiani alla Shoah è stato insignita della cittadinanza onoraria di Assisi. Ad entrambi gli appuntamenti è prevista la presenza della presidente della Regione, Donatella Tesei, del vescovo Sorrentino e delle massime autorità civili e militari. L'iniziativa, in vista della Giornata europea dei Giusti che si celebra il 6 marzo, è organizzata dal Museo della Memoria, Assisi 1943-1944 realizzato dalla fondazione diocesana Opera Casa Papa Giovanni e dal Comune di Assisi, con il patrocinio della Provincia di Perugia.]]>
Edith Bruck

"La presenza di Edith Bruck qui in Assisi ci riempie il cuore di gioia. Il nostro legame con i fratelli ebrei è un rapporto di grande amicizia e cordialità che risale a quanto accadde in Assisi negli anni oscuri della Shoah". A dirlo è il vescovo della Diocesi di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, in occasione della visita di Edith Bruck che martedì 1 marzo è protagonista di un doppio appuntamento per la Giornata europea dei Giusti. "Sono sicuro -ha aggiunto il vescovo- che la sua testimonianza, in un momento come quello che stiamo vivendo con la guerra in Ucraina, sarà di grande profondità e di stimolo per i ragazzi perché non c’è persona più adatta, di chi è scampato alla morte e all’orrore della persecuzione, per seminare una cultura della pace". Il primo momento, in mattinata al Teatro Lyrick di Santa Maria degli Angeli dove Edith Bruck intervistata da Simona Sala, direttore del TG3 e da Marina Rosati, responsabile del Museo della Memoria ha raccontato la sua storia di donna, deportata e sopravvissuta a circa mille studenti di ogni ordine e grado, pronti a rivolgerle delle domande.

Edith Bruck cittadina onoraria di Assisi

Nel pomeriggio, a partire dalle 16.30 nella sala della Conciliazione del palazzo comunale, la scrittrice sarà accolta dal sindaco, Stefania Proietti, come cittadina onoraria di Assisi perché, il 17 giugno scorso insieme agli altri sopravvissuti italiani alla Shoah è stato insignita della cittadinanza onoraria di Assisi. Ad entrambi gli appuntamenti è prevista la presenza della presidente della Regione, Donatella Tesei, del vescovo Sorrentino e delle massime autorità civili e militari. L'iniziativa, in vista della Giornata europea dei Giusti che si celebra il 6 marzo, è organizzata dal Museo della Memoria, Assisi 1943-1944 realizzato dalla fondazione diocesana Opera Casa Papa Giovanni e dal Comune di Assisi, con il patrocinio della Provincia di Perugia.]]>
Giorno della Memoria. Mons. Sorrentino: “I Giusti esempi da ricordare!” https://www.lavoce.it/giorno-memoria-sorrentino-giusti-esempi-ricordare/ Fri, 28 Jan 2022 17:18:19 +0000 https://www.lavoce.it/?p=64663

"Ascoltando la storia del mio bisnonno mi ha colpito soprattutto il fatto di aver rischiato la propria vita disinteressatamente, senza pretendere o pensare di avere qualcosa in cambio”. A dirlo, in occasione del Giorno della Memoria, è

Viola Frascarelli ha letto la lettera di Giovanni Brunner

La giovane assisana ha partecipato giovedì 27 gennaio mattina nel “Museo della Memoria, Assisi 1943-1944” alla riflessione in diretta streaming durante la quale ha letto la lettera di Brunner, ritrovata proprio in questi giorni dalla nonna Carla Lolli che, insieme alla sorella Maria Novella, hanno portato la loro testimonianza.

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In uno dei passaggi della lettera, datata 23 giugno 1944, Brunner scrive che “nel dicembre 1943 dopo il bando emanato da Regime repubblicano fascista contro gli ebrei in base al quale gli appartenenti di questa razza dovevano essere imprigionati in campi di concentramento, ciò che avrebbe significato per me deportazione in Germania e morte sicura, mi ricoverai, sempre con l’aiuto del Sig. Ubaldo Lolli da Assisi in montagna, dove stetti nascosto per quattro mesi e dove continuamente veniva a trovarmi il Lolli confortando, consigliando e assistendomi. Riuscimmo ad ottenere dei documenti falsi nel riguardo della mia identità e dato che la mia salute non mi permetteva di prolungare il tutt’altro che piacevole soggiorno in montagna, seguendo il consiglio del Sig. Lolli ed assistito continuamente da lui, ritornai in Assisi. Visto la mia situazione pericolosa consegnai i miei documenti originali al Sig. Lolli che li nascose in casa sua, pur conoscendo il grave rischio che lo minacciava in caso che fossimo scoperti. Desidero sottolineare – conclude nella lettera - che il Sig. Ubaldo Lolli, assisano, insieme alla sua gentile signora mi furono in questo periodo più difficile della mia vita, veri e sinceri amici, nei quali debbo per sempre la mia più profonda gratitudine”.

La sindaca Proietti ha consegnato in prefettura la medaglia d'onore all'assisano Manlio Fiordi

Nel corso della diretta sono intervenuti il vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, mons. Domenico Sorrentino e il sindaco di Assisi Stefania Proietti, in collegamento dalla Prefettura di Perugia con Antonio Fiordi, figlio di Manlio Fiordi, catturato dai tedeschi mentre era in Albania a combattere e portato in un campo di concentramento, al quale il prefetto, Armando Gradone, ha consegnato la medaglia d’onore concessa dal Presidente della Repubblica a cittadini deportati ed internati nei lager nazisti durante la seconda guerra mondiale.

Mons. Sorrentino: "Nella memoria restano soltanto coloro che sono stati Giusti"

“Nella storia – ha sottolineato il vescovo Sorrentino – ci sono ancora tante pagine brutte. C’è ancora tanto odio e tanta violenza. Dobbiamo sempre costruire la pace e dobbiamo sempre sognarla con la forza di animi che sanno anche impegnarsi nella solidarietà fraterna, perché la pace ha un costo, il costo della nostra generosità. Dobbiamo dire per quelli che hanno vissuto questa grande pagina della storia che alla fine è il bene che trionfa e nella memoria restano soltanto coloro che sono stati Giusti e che in un momento difficile hanno scelto la parte giusta”.

Marina Rosati: “Teniamo alta questa storia per conoscere, non dimenticare e far crescere una cultura del bene”

Durante la diretta, Marina Rosati, ideatrice e curatrice del “Museo della Memoria, Assisi 1943-1944” ha sottolineato l’importanza di “raccontare e ricordare perché solo così possono emergere nuovi dettagli che permettono di portare alla luce storie importanti come nel caso della famiglia Lolli che può essere preso almeno in considerazione dallo Yad Vashem per il riconoscimento di nuovo Giusto tra le Nazioni ad Assisi”.

350 studenti collegati in streaming

Moltissimi, circa 350 gli studenti di vari istituti dell’Umbria, collegati in diretta streaming, ai quali è arrivato il saluto anche della collega, sindaco dei ragazzi, Arianna Tordoni e dell’assessore comunale all’Istruzione, Veronica Cavallucci, che ha sottolineato l’importanza di far conoscere “esempi positivi di bene e di amore”.

I prossimi appuntamenti

I prossimi appuntamenti organizzati dal “Museo della Memoria, Assisi 1943-1944” con la diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e il Comune di Assisi proseguono sabato 29 gennaio alle ore 15, con il percorso che partirà da piazza Vescovado, alla scoperta dei monasteri dove furono nascoste diverse famiglie ebree e la visita guidata al Museo.  (Per partecipare è necessario avere il Green pass e indossare la mascherina). Martedì 1 marzo, in occasione della Giornata europea dei Giusti, sarà in Assisi, la scrittrice ebrea Edith Bruck, sopravvissuta alla Shoah che in mattinata incontrerà gli studenti al teatro Lyrick di Santa Maria degli Angeli e nel pomeriggio sarà accolta dal sindaco Proietti, alla presenza del vescovo Sorrentino, nella sala della Conciliazione del Palazzo comunale.

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"Ascoltando la storia del mio bisnonno mi ha colpito soprattutto il fatto di aver rischiato la propria vita disinteressatamente, senza pretendere o pensare di avere qualcosa in cambio”. A dirlo, in occasione del Giorno della Memoria, è

Viola Frascarelli ha letto la lettera di Giovanni Brunner

La giovane assisana ha partecipato giovedì 27 gennaio mattina nel “Museo della Memoria, Assisi 1943-1944” alla riflessione in diretta streaming durante la quale ha letto la lettera di Brunner, ritrovata proprio in questi giorni dalla nonna Carla Lolli che, insieme alla sorella Maria Novella, hanno portato la loro testimonianza.

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In uno dei passaggi della lettera, datata 23 giugno 1944, Brunner scrive che “nel dicembre 1943 dopo il bando emanato da Regime repubblicano fascista contro gli ebrei in base al quale gli appartenenti di questa razza dovevano essere imprigionati in campi di concentramento, ciò che avrebbe significato per me deportazione in Germania e morte sicura, mi ricoverai, sempre con l’aiuto del Sig. Ubaldo Lolli da Assisi in montagna, dove stetti nascosto per quattro mesi e dove continuamente veniva a trovarmi il Lolli confortando, consigliando e assistendomi. Riuscimmo ad ottenere dei documenti falsi nel riguardo della mia identità e dato che la mia salute non mi permetteva di prolungare il tutt’altro che piacevole soggiorno in montagna, seguendo il consiglio del Sig. Lolli ed assistito continuamente da lui, ritornai in Assisi. Visto la mia situazione pericolosa consegnai i miei documenti originali al Sig. Lolli che li nascose in casa sua, pur conoscendo il grave rischio che lo minacciava in caso che fossimo scoperti. Desidero sottolineare – conclude nella lettera - che il Sig. Ubaldo Lolli, assisano, insieme alla sua gentile signora mi furono in questo periodo più difficile della mia vita, veri e sinceri amici, nei quali debbo per sempre la mia più profonda gratitudine”.

La sindaca Proietti ha consegnato in prefettura la medaglia d'onore all'assisano Manlio Fiordi

Nel corso della diretta sono intervenuti il vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, mons. Domenico Sorrentino e il sindaco di Assisi Stefania Proietti, in collegamento dalla Prefettura di Perugia con Antonio Fiordi, figlio di Manlio Fiordi, catturato dai tedeschi mentre era in Albania a combattere e portato in un campo di concentramento, al quale il prefetto, Armando Gradone, ha consegnato la medaglia d’onore concessa dal Presidente della Repubblica a cittadini deportati ed internati nei lager nazisti durante la seconda guerra mondiale.

Mons. Sorrentino: "Nella memoria restano soltanto coloro che sono stati Giusti"

“Nella storia – ha sottolineato il vescovo Sorrentino – ci sono ancora tante pagine brutte. C’è ancora tanto odio e tanta violenza. Dobbiamo sempre costruire la pace e dobbiamo sempre sognarla con la forza di animi che sanno anche impegnarsi nella solidarietà fraterna, perché la pace ha un costo, il costo della nostra generosità. Dobbiamo dire per quelli che hanno vissuto questa grande pagina della storia che alla fine è il bene che trionfa e nella memoria restano soltanto coloro che sono stati Giusti e che in un momento difficile hanno scelto la parte giusta”.

Marina Rosati: “Teniamo alta questa storia per conoscere, non dimenticare e far crescere una cultura del bene”

Durante la diretta, Marina Rosati, ideatrice e curatrice del “Museo della Memoria, Assisi 1943-1944” ha sottolineato l’importanza di “raccontare e ricordare perché solo così possono emergere nuovi dettagli che permettono di portare alla luce storie importanti come nel caso della famiglia Lolli che può essere preso almeno in considerazione dallo Yad Vashem per il riconoscimento di nuovo Giusto tra le Nazioni ad Assisi”.

350 studenti collegati in streaming

Moltissimi, circa 350 gli studenti di vari istituti dell’Umbria, collegati in diretta streaming, ai quali è arrivato il saluto anche della collega, sindaco dei ragazzi, Arianna Tordoni e dell’assessore comunale all’Istruzione, Veronica Cavallucci, che ha sottolineato l’importanza di far conoscere “esempi positivi di bene e di amore”.

I prossimi appuntamenti

I prossimi appuntamenti organizzati dal “Museo della Memoria, Assisi 1943-1944” con la diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e il Comune di Assisi proseguono sabato 29 gennaio alle ore 15, con il percorso che partirà da piazza Vescovado, alla scoperta dei monasteri dove furono nascoste diverse famiglie ebree e la visita guidata al Museo.  (Per partecipare è necessario avere il Green pass e indossare la mascherina). Martedì 1 marzo, in occasione della Giornata europea dei Giusti, sarà in Assisi, la scrittrice ebrea Edith Bruck, sopravvissuta alla Shoah che in mattinata incontrerà gli studenti al teatro Lyrick di Santa Maria degli Angeli e nel pomeriggio sarà accolta dal sindaco Proietti, alla presenza del vescovo Sorrentino, nella sala della Conciliazione del Palazzo comunale.

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Monsignor Sorrentino ricorda Gino Bartali nell’anniversario della morte https://www.lavoce.it/monsignor-sorrentino-ricorda-gino-bartali-nellanniversario-della-morte/ Wed, 05 May 2021 16:16:50 +0000 https://www.lavoce.it/?p=60490 gino-bartali

Gino Bartali un grande testimone di vita. il vescovo della Diocesi di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino monsignor Domenico Sorrentino ha ricordato, nel corso della preghiera dell’Angelus in diretta streaming nella Cappellina privata all'interno del Museo della Memoria di Assisi la figura del grande campione di ciclismo e Giusto tra le Nazioni, Gino Bartali in occasione del ventunesimo anniversario della sua scomparsa. "La Cappellina era anche il suo segreto -ha ricordato monsignor Sorrentino- ed oggi grazie a questo luogo abbiamo la possibilità di rivivere sentimenti intimi che in vita l'indimenticabile campione di ciclismo, non ha manifestato ma che ha lasciato come grande eredità ideale". "A distanza di ventuno anni dalla sua scomparsa -ha aggiunto la nipote Gioia- ho sempre immaginato che la cappellina del nonno rappresenti ancora oggi la sua casa, pochi oggetti semplici ma a cui lui era molto legato: un piccolo e modesto altare, la dolcissima statua della sua Santa prediletta (Santa Teresa del Bambin Gesù) e un inginocchiatoio in legno scuro dove, una notte di tanti anni fa, lo sorpresi chino a pregare. Fu l’unica volta perché mio nonno ha sempre vissuto la sua fede con profonda discrezione, devozione e umiltà". La Cappellina, è stata donata dalle nipoti di Gino Bartali Stella e Gioia, fa parte del percorso museale allestito ad Assisi all’interno del Vescovado - Santuario della Spogliazione.]]>
gino-bartali

Gino Bartali un grande testimone di vita. il vescovo della Diocesi di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino monsignor Domenico Sorrentino ha ricordato, nel corso della preghiera dell’Angelus in diretta streaming nella Cappellina privata all'interno del Museo della Memoria di Assisi la figura del grande campione di ciclismo e Giusto tra le Nazioni, Gino Bartali in occasione del ventunesimo anniversario della sua scomparsa. "La Cappellina era anche il suo segreto -ha ricordato monsignor Sorrentino- ed oggi grazie a questo luogo abbiamo la possibilità di rivivere sentimenti intimi che in vita l'indimenticabile campione di ciclismo, non ha manifestato ma che ha lasciato come grande eredità ideale". "A distanza di ventuno anni dalla sua scomparsa -ha aggiunto la nipote Gioia- ho sempre immaginato che la cappellina del nonno rappresenti ancora oggi la sua casa, pochi oggetti semplici ma a cui lui era molto legato: un piccolo e modesto altare, la dolcissima statua della sua Santa prediletta (Santa Teresa del Bambin Gesù) e un inginocchiatoio in legno scuro dove, una notte di tanti anni fa, lo sorpresi chino a pregare. Fu l’unica volta perché mio nonno ha sempre vissuto la sua fede con profonda discrezione, devozione e umiltà". La Cappellina, è stata donata dalle nipoti di Gino Bartali Stella e Gioia, fa parte del percorso museale allestito ad Assisi all’interno del Vescovado - Santuario della Spogliazione.]]>
“Assisi e l’Umbria ricordano la Shoah” https://www.lavoce.it/assisi-e-lumbria-ricordano-la-shoah/ Wed, 27 Jan 2021 16:43:30 +0000 https://www.lavoce.it/?p=59024

“Noi siamo qui a rendere una testimonianza” della Shoah. “Siamo eredi di una grande pagina di storia che è veramente ricca di tanti valori. Vorremmo consegnarla soprattutto a voi nuove generazioni perché il futuro è vostro, lo avete davanti. Il futuro è di tutti, ma voi in modo particolare lo dovete costruire mettendo da parte sentimenti di odio e intolleranza”. Lo ha detto il  vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino mercoledì 27 gennaio Giorno della Memoria durante il primo incontro in diretta streaming delle iniziative rivolgendosi in particolare ai tanti studenti delle scuole primarie e secondarie collegati online. L’incontro, moderato da Marina Rosati, responsabile del “Museo della Memoria, Assisi 1943-1944”, si è aperto con  la messa in onda del documentario sul “Museo della Memoria, Assisi 1943-1944”, realizzato da Maria Vision. Il video del museo https://youtu.be/T9-zvI7aI9g Il sindaco di Assisi, Stefania Proietti, ricordando i luoghi dove “tutto ebbe inizio per volere di un vescovo (monsignor Placido Nicolini ndr) che seppe violare delle leggi perché ingiuste”, ha lanciato un forte monito: “la tragedia dell’Olocausto deve essere ricordata come uno schiaffo alle nostre coscienze”. Il direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale, Antonella Iunti ha sottolineato l’importanza di “lavorare insieme affinché i ragazzi siano sempre più aperti alle differenze, non facendosi condizionare da forme di intolleranza, razzismo, antisemitismo”. Riferendosi al Museo della Memoria il direttore Iunti ha parlato di  un “percorso e di un progetto didattico-educativo importante per costruire coscienze e realtà valoriali”. Sono seguite le conclusioni della  presidente della Regione, Donatella Tesei: “una data importante che va condivisa perché ci sia la consapevolezza di ciò che è stato e perché ciò che è accaduto in quel periodo storico non possa più ripetersi”. Direttamente da Gerusalemme si è collegato il rabbino, Alon Goshen-Gottstein, che ha fatto una riflessione sulla memoria e sulla sua necessità di renderla attuale e viva nel nostro presente. Il video dell'incontro https://youtu.be/PNki0j_3sGc

Gli appuntamenti

Nel pomeriggio di mercoledì 27 gennaio alle ore 16,30 ci sarà la presentazione del libro-racconto “Il Castelletto” scritto da una bambina ebrea, Mjriam Viterbi, rifugiata e salvata in Assisi negli anni della persecuzione nazista del 1943-1944 con i saluti del vescovo Sorrentino e di Marco Squarta, presidente dell’Assemblea legislativa della Regione Umbria. Interverranno Claudio Sebastiani, responsabile della sede Ansa dell’Umbria e Marina Rosati, responsabile del “Museo della Memoria, Assisi 1943-1944”. A conclusione canti ebraici eseguiti dal soprano Laura Cannelli con l’accompagnamento musicale del vescovo Sorrentino e di Fausto Perticoni. Giovedì 28 gennaio alle ore 16,30 è in programma la testimonianza di Francesco Clerici dal titolo: “Io figlio di un rifugiato, nato in una clausura assisana” che racconterà la sua toccante esperienza. L’incontro, al quale interverranno le suore del Monastero di Santa Croce dove la famiglia Clerici venne accolta e salvata, sarà aperto dai saluti di Stefania Proietti, sindaco di Assisi e di Daniela Fanelli, direttrice dell’Opera Casa Papa Giovanni. Tutti questi eventi si terranno in diretta streaming e saranno visibili sul sito (www.diocesiassisi.it) e sui canali social (pagina Facebook e You Tube) della Diocesi, la pagina Facebook del Museo della Memoria e del Comune di Assisi.]]>

“Noi siamo qui a rendere una testimonianza” della Shoah. “Siamo eredi di una grande pagina di storia che è veramente ricca di tanti valori. Vorremmo consegnarla soprattutto a voi nuove generazioni perché il futuro è vostro, lo avete davanti. Il futuro è di tutti, ma voi in modo particolare lo dovete costruire mettendo da parte sentimenti di odio e intolleranza”. Lo ha detto il  vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino mercoledì 27 gennaio Giorno della Memoria durante il primo incontro in diretta streaming delle iniziative rivolgendosi in particolare ai tanti studenti delle scuole primarie e secondarie collegati online. L’incontro, moderato da Marina Rosati, responsabile del “Museo della Memoria, Assisi 1943-1944”, si è aperto con  la messa in onda del documentario sul “Museo della Memoria, Assisi 1943-1944”, realizzato da Maria Vision. Il video del museo https://youtu.be/T9-zvI7aI9g Il sindaco di Assisi, Stefania Proietti, ricordando i luoghi dove “tutto ebbe inizio per volere di un vescovo (monsignor Placido Nicolini ndr) che seppe violare delle leggi perché ingiuste”, ha lanciato un forte monito: “la tragedia dell’Olocausto deve essere ricordata come uno schiaffo alle nostre coscienze”. Il direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale, Antonella Iunti ha sottolineato l’importanza di “lavorare insieme affinché i ragazzi siano sempre più aperti alle differenze, non facendosi condizionare da forme di intolleranza, razzismo, antisemitismo”. Riferendosi al Museo della Memoria il direttore Iunti ha parlato di  un “percorso e di un progetto didattico-educativo importante per costruire coscienze e realtà valoriali”. Sono seguite le conclusioni della  presidente della Regione, Donatella Tesei: “una data importante che va condivisa perché ci sia la consapevolezza di ciò che è stato e perché ciò che è accaduto in quel periodo storico non possa più ripetersi”. Direttamente da Gerusalemme si è collegato il rabbino, Alon Goshen-Gottstein, che ha fatto una riflessione sulla memoria e sulla sua necessità di renderla attuale e viva nel nostro presente. Il video dell'incontro https://youtu.be/PNki0j_3sGc

Gli appuntamenti

Nel pomeriggio di mercoledì 27 gennaio alle ore 16,30 ci sarà la presentazione del libro-racconto “Il Castelletto” scritto da una bambina ebrea, Mjriam Viterbi, rifugiata e salvata in Assisi negli anni della persecuzione nazista del 1943-1944 con i saluti del vescovo Sorrentino e di Marco Squarta, presidente dell’Assemblea legislativa della Regione Umbria. Interverranno Claudio Sebastiani, responsabile della sede Ansa dell’Umbria e Marina Rosati, responsabile del “Museo della Memoria, Assisi 1943-1944”. A conclusione canti ebraici eseguiti dal soprano Laura Cannelli con l’accompagnamento musicale del vescovo Sorrentino e di Fausto Perticoni. Giovedì 28 gennaio alle ore 16,30 è in programma la testimonianza di Francesco Clerici dal titolo: “Io figlio di un rifugiato, nato in una clausura assisana” che racconterà la sua toccante esperienza. L’incontro, al quale interverranno le suore del Monastero di Santa Croce dove la famiglia Clerici venne accolta e salvata, sarà aperto dai saluti di Stefania Proietti, sindaco di Assisi e di Daniela Fanelli, direttrice dell’Opera Casa Papa Giovanni. Tutti questi eventi si terranno in diretta streaming e saranno visibili sul sito (www.diocesiassisi.it) e sui canali social (pagina Facebook e You Tube) della Diocesi, la pagina Facebook del Museo della Memoria e del Comune di Assisi.]]>
Studenti al Museo della memoria di Assisi per la Giornata internazionale https://www.lavoce.it/studenti-al-museo-della-memoria-di-assisi-per-la-giornata-internazionale-che-cade-il-27-gennaio/ Thu, 26 Jan 2017 14:55:22 +0000 https://www.lavoce.it/?p=48353

Ad Assisi si è aperto ufficialmente oggi, giovedì 26 gennaio, con le visite guidate agli studenti delle scuole del territorio, il programma della Giornata internazionale della Memoria del 27 gennaio che si protrarrà fino a lunedì 6 marzo, Giornata europea dei Giusti. Alunni della secondaria di primo grado della Frate Francesco hanno ascoltato con estremo interesse i racconti di Marina Rosati, ideatrice e curatrice del “Museo della Memoria, Assisi 1943-1944” allestito nelle sale del primo piano della pinacoteca comunale di Palazzo Vallemani. Una mostra unica in Umbria perché ripercorre, attraverso scritti, foto, documenti e oggetti, l’opera di salvezza portata a termine dalla rete clandestina che faceva capo al vescovo monsignor Placido Nicolini e al suo più stretto collaboratore don Aldo Brunacci.

L'alto numero dei Giusti ad Assisi

Nella città di Francesco trecento sono stati gli ebrei salvati grazie allo spirito di accoglienza francescana e a testimonianza di ciò è anche l’elevato numero di ‘Giusti’ (cioè persone che si sono adoperate materialmente per salvare la vita agli ebrei mettendo a repentaglio la propria) che Assisi può vantare: 7 in tutto, in un totale in Umbria di 11.

Una giornata per ricordare gli esempi positivi

“Il ricordo di questa Giornata – ha detto Marina Rosati – non deve limitarsi all’aspetto celebrativo poiché ne risulterebbe riduttivo, ma deve servire da stimolo per ricordare, oltre gli orrori della Guerra, anche gli esempi positivi. In un momento come il nostro – ha proseguito Rosati – in cui fanno più notizia fatti di cronaca, è bene evidenziare il bene per farne sprigionare l’effetto emulatore. E noi con le testimonianze raccolte in questa mostra è ciò che cerchiamo di fare: lanciare messaggi positivi di cui l’Assisi di quegli anni è ricca”.

I nomi di coloro che si sono prodigati ad Assisi

Si parla di don Aldo Brunacci, dell’allora vescovo monsignor Giuseppe Placido Nicolini che tirò le fila dell’organizzazione clandestina che spontaneamente si era venuta a creare per portare in salvo tanti ebrei perseguitati, di padre Rufino Niccacci, frate minore, padre guardiano del convento di San Damiano, del Podestà di Assisi Arnaldo Fortini, del colonnello tedesco Muller ricordato ancora oggi per il suo prodigarsi nel curare i malati e nel distribuire farmaci (Assisi era stata dichiarata città ospedaliera) anche a guerra terminata, degli ordini religiosi, del frate conventuale padre Michele Todde e tutti gli altri che si prodigarono per salvare la vita a tante persone, destinate altrimenti alla deportazione. Uno spazio importante è dedicato ovviamente anche a Luigi e Trento Brizi, i tipografici assisani che stamparono i documenti falsi per gli ebrei. Nelle sale è possibile ammirare la macchina originale tipografica con cassettiere, taglierina e timbri.

Federico Masciolini sottolinea "l'importanza simbolica"

“Orgoglio per questo luogo della Memoria in Assisi, testimonianza dell’opera di tante persone che hanno rischiato la loro vita per il bene degli altri” è stato espresso da Federico Masciolini, consigliere provinciale di Perugia con delega all’Edilizia scolastica, nonché consigliere comunale di Assisi. Masciolini ha voluto sottolineare l’importanza simbolica del ricordo soprattutto in questo particolare momento storico in cui grandi potenze pensano di erigere muri di confine. “Il fatto che vengano ricordate queste gesta dei nostri concittadini e non solo, ma di chi si trovò ad operare in Assisi – ha concluso – assume oggi un significato ancora più marcato”. Le visite delle scuole al Museo proseguono anche domani (27 gennaio) con studenti sempre delle Media Frate Francesco, dell’istituto Alberghiero, del Liceo scientifico e del Properzio.

Viaggio alla scoperta dei Luoghi della memoria

Anche per questa edizione è previsto il “viaggio alla scoperta dei luoghi della memoria” che si svolgerà domenica 29 gennaio e che quest’anno riguarderà la casa di Arnaldo Fortini, podestà al tempo della guerra che, pur avendo saputo della presenza di alcuni ebrei in città, non ne fece menzione con i tedeschi. Il ritrovo è alle 15 di fronte al cancello di casa Fortini (In via della Rocca). Durante la visita verranno mostrati e letti alcuni brani dell’archivio personale del grande statista assisano. Il viaggio proseguirà con la visita alle suore tedesche di Santa Croce, uno dei monasteri di clausura dove vennero nascosti gli ebrei. Altro appuntamento è in calendario il 3 febbraio alle ore 16 nella sala della conciliazione del palazzo Comunale con il ricordo di don Aldo Brunacci, uno dei protagonisti della rete clandestina che salvò gli ebrei. A dieci anni dalla sua scomparsa verrà proiettata un’intervista inedita rilasciata dal sacerdote qualche anno prima di morire. L’ultimo appuntamento che chiude l’edizione 2017 si svolge come tradizione il 6 marzo, Giornata europea dei Giusti, con la visita al santuario della Spogliazione e al Giardino dei Giusti presso la Curia vescovile di Assisi.]]>

Ad Assisi si è aperto ufficialmente oggi, giovedì 26 gennaio, con le visite guidate agli studenti delle scuole del territorio, il programma della Giornata internazionale della Memoria del 27 gennaio che si protrarrà fino a lunedì 6 marzo, Giornata europea dei Giusti. Alunni della secondaria di primo grado della Frate Francesco hanno ascoltato con estremo interesse i racconti di Marina Rosati, ideatrice e curatrice del “Museo della Memoria, Assisi 1943-1944” allestito nelle sale del primo piano della pinacoteca comunale di Palazzo Vallemani. Una mostra unica in Umbria perché ripercorre, attraverso scritti, foto, documenti e oggetti, l’opera di salvezza portata a termine dalla rete clandestina che faceva capo al vescovo monsignor Placido Nicolini e al suo più stretto collaboratore don Aldo Brunacci.

L'alto numero dei Giusti ad Assisi

Nella città di Francesco trecento sono stati gli ebrei salvati grazie allo spirito di accoglienza francescana e a testimonianza di ciò è anche l’elevato numero di ‘Giusti’ (cioè persone che si sono adoperate materialmente per salvare la vita agli ebrei mettendo a repentaglio la propria) che Assisi può vantare: 7 in tutto, in un totale in Umbria di 11.

Una giornata per ricordare gli esempi positivi

“Il ricordo di questa Giornata – ha detto Marina Rosati – non deve limitarsi all’aspetto celebrativo poiché ne risulterebbe riduttivo, ma deve servire da stimolo per ricordare, oltre gli orrori della Guerra, anche gli esempi positivi. In un momento come il nostro – ha proseguito Rosati – in cui fanno più notizia fatti di cronaca, è bene evidenziare il bene per farne sprigionare l’effetto emulatore. E noi con le testimonianze raccolte in questa mostra è ciò che cerchiamo di fare: lanciare messaggi positivi di cui l’Assisi di quegli anni è ricca”.

I nomi di coloro che si sono prodigati ad Assisi

Si parla di don Aldo Brunacci, dell’allora vescovo monsignor Giuseppe Placido Nicolini che tirò le fila dell’organizzazione clandestina che spontaneamente si era venuta a creare per portare in salvo tanti ebrei perseguitati, di padre Rufino Niccacci, frate minore, padre guardiano del convento di San Damiano, del Podestà di Assisi Arnaldo Fortini, del colonnello tedesco Muller ricordato ancora oggi per il suo prodigarsi nel curare i malati e nel distribuire farmaci (Assisi era stata dichiarata città ospedaliera) anche a guerra terminata, degli ordini religiosi, del frate conventuale padre Michele Todde e tutti gli altri che si prodigarono per salvare la vita a tante persone, destinate altrimenti alla deportazione. Uno spazio importante è dedicato ovviamente anche a Luigi e Trento Brizi, i tipografici assisani che stamparono i documenti falsi per gli ebrei. Nelle sale è possibile ammirare la macchina originale tipografica con cassettiere, taglierina e timbri.

Federico Masciolini sottolinea "l'importanza simbolica"

“Orgoglio per questo luogo della Memoria in Assisi, testimonianza dell’opera di tante persone che hanno rischiato la loro vita per il bene degli altri” è stato espresso da Federico Masciolini, consigliere provinciale di Perugia con delega all’Edilizia scolastica, nonché consigliere comunale di Assisi. Masciolini ha voluto sottolineare l’importanza simbolica del ricordo soprattutto in questo particolare momento storico in cui grandi potenze pensano di erigere muri di confine. “Il fatto che vengano ricordate queste gesta dei nostri concittadini e non solo, ma di chi si trovò ad operare in Assisi – ha concluso – assume oggi un significato ancora più marcato”. Le visite delle scuole al Museo proseguono anche domani (27 gennaio) con studenti sempre delle Media Frate Francesco, dell’istituto Alberghiero, del Liceo scientifico e del Properzio.

Viaggio alla scoperta dei Luoghi della memoria

Anche per questa edizione è previsto il “viaggio alla scoperta dei luoghi della memoria” che si svolgerà domenica 29 gennaio e che quest’anno riguarderà la casa di Arnaldo Fortini, podestà al tempo della guerra che, pur avendo saputo della presenza di alcuni ebrei in città, non ne fece menzione con i tedeschi. Il ritrovo è alle 15 di fronte al cancello di casa Fortini (In via della Rocca). Durante la visita verranno mostrati e letti alcuni brani dell’archivio personale del grande statista assisano. Il viaggio proseguirà con la visita alle suore tedesche di Santa Croce, uno dei monasteri di clausura dove vennero nascosti gli ebrei. Altro appuntamento è in calendario il 3 febbraio alle ore 16 nella sala della conciliazione del palazzo Comunale con il ricordo di don Aldo Brunacci, uno dei protagonisti della rete clandestina che salvò gli ebrei. A dieci anni dalla sua scomparsa verrà proiettata un’intervista inedita rilasciata dal sacerdote qualche anno prima di morire. L’ultimo appuntamento che chiude l’edizione 2017 si svolge come tradizione il 6 marzo, Giornata europea dei Giusti, con la visita al santuario della Spogliazione e al Giardino dei Giusti presso la Curia vescovile di Assisi.]]>
Un “Giardino nei giusti” nel vescovado di Assisi https://www.lavoce.it/un-giardino-nei-giusti-nel-vescovado-di-assisi/ Tue, 10 Mar 2015 10:41:58 +0000 https://www.lavoce.it/?p=30816 La presentazione della targa all’interno del cortile della curia di Assisi alla presenza di mons. Sorrentino
La presentazione della targa all’interno del cortile della curia di Assisi alla presenza di mons. Sorrentino

La memoria riveste una sua essenzialità soltanto se pervade la sana coscienza di chi vive nel presente. Senza tale presupposto, cerimonie e ricorrenze perdono il loro significato. Ricordare le vittime di persecuzioni e genocidi obbliga ciascuno a dare il suo contributo per debellare una situazione di violenza che sembra espandersi in ogni angolo della terra.

Anche Assisi – che recentemente, a testimonianza di una vocazione universale, ha dedicato attenzione all’esodo dei giuliano-dalmati e delle foibe – ha calorosamente partecipato alla Giornata europea dei giusti.

Chi sono i “giusti”? In senso stretto, in questa accezione, si intendono coloro che abbiano salvato ebrei durante il nazismo; ma in senso più esteso, tutti coloro che abbiano salvato anche altri popoli e difeso etnie, e coloro che continuano ancora oggi quest’opera umanitaria.

Un approfondimento del concetto di “giusto” è stato proposto da Salvatore Pennisi, rappresentante della Gariwo onlus, fondata nel 2001 con lo scopo di realizzare piccole foreste e giardini nei luoghi di genocidi e crimini contro l’umanità.

L’ingresso di Assisi nella dimensione prospettata si è concretizzata nel cortile della residenza vescovile, trasformato con addobbi floreali e olivi in un giardino: primo in Umbria, con l’auspicio avanzato da Alberto Krachmalnicoff – membro di una famiglia salvata durante la guerra – che possa costituire esempio anche per altre città.

Il cortile della Curia: uno spazio non casuale, dato che proprio nell’episcopio si concentrò l’attività clandestina a favore degli ebrei, diretta dal vescovo Giuseppe Placido Nicolini, strettamente coadiuvato da don Aldo Brunacci e da un nucleo di religiose, religiosi, sacerdoti e laici. “Riappropriarsi del bene attraverso ogni iniziativa volta a mettere in risalto valori positivi”: questo il monito del vescovo Sorrentino a favore di un cammino verso il dialogo e la riconciliazione.

L’assessore alla pubblica istruzione Serena Morosi si è soffermata sul coinvolgimento del mondo scolastico, condiviso anche dalla curatrice del Museo della Memoria, Marina Rosati, che dichiara: “Si sta perseguendo l’obiettivo di promuovere, oltre all’afflusso di studenti locali, un pacchetto turistico inclusivo, almeno per le gite scolastiche, di un incontro diretto con i protagonisti dei drammatici eventi. Occorre peraltro offrire una più accentuata visibilità ai due ‘giusti’ che si sono aggiunti dallo scorso anno: suor Ermella Brandi, superiora delle Stimmatine, e suor Giuseppina Biviglia, badessa del monastero di San Quirico”.

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La Giornata della Memoria ad Assisi https://www.lavoce.it/la-giornata-della-memoria-ad-assisi/ Fri, 23 Jan 2015 11:37:27 +0000 https://www.lavoce.it/?p=29896 Uno scorcio della mostra all’interno del Museo della memoria
Uno scorcio della mostra all’interno del Museo della memoria

Visite ai luoghi della memoria, al Museo “Assisi 1943-1944”, iniziative culturali con musiche e letture dedicate al tema e la proiezione del documentario sul colonnello tedesco Valentin Müller, che fu determinante per la salvezza degli ebrei nascosti in Assisi. È ricco anche quest’anno il programma per la Giornata della Memoria, organizzato dall’Amministrazione comunale, dalla diocesi, dall’opera Casa Papa Giovanni che ha realizzato il Museo della Memoria, dall’associazione Italia-Israele e dall’Ufficio scolastico regionale.

La prima iniziativa è in programma per sabato 24 gennaio alle ore 15 con la visita ai luoghi della memoria: il vescovado, dove mons. Sorrentino mostrerà gli spazi dove il suo predecessore mons. Giuseppe Placido Nicolini nascose gli ebrei e i loro oggetti. Da lì ci si sposterà prima al monastero francese di Santa Colette e poi alle suore Stimmatine dove operò suor Ermella Brandi, riconosciuta “Giusta fra le nazioni” da Israele.

Altro appuntamento è quello di domenica 25 gennaio alle ore 18 nella sala della Spogliazione del Curia. Si intitola “Shoah: musiche e letture”, a cura di Assisincato Chorus. Attraverso alcune esecuzioni musicali e la lettura di brani attinenti alle persecuzioni razziali si vuole diffondere un messaggio di speranza e di non-violenza.

Il 26 gennaio, dalle ore 11, la possibilità per studenti e cittadini di partecipare alle visite guidate al Museo della Memoria a palazzo Vallemani. Non si tratta di un mausoleo né di un “Giardino dei giusti” ma un di percorso storico-didattico in italiano e inglese.

Nella Giornata della Memoria, 27 gennaio, nella sala della Conciliazione del palazzo comunale alle ore 16.30 è in programma la proiezione del documentario Uomo della Provvidenza: il colonello Valentin Müller e la salvezza di Assisi durante la Seconda guerra mondiale, realizzato dal pronipote del militare scomparso, che ha raccolto testimonianze e documenti.

L’ultimo evento in calendario è fissato per il 6 marzo alle ore 11.30 in occasione della Giornata europea dei giusti. Nel cortile del vescovado verrà simbolicamente inaugurato il “Giardino dei giusti” di Assisi che entrerà a far parte ufficialmente della “Foresta dei giusti” di Gabriele Nissim.

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Papa Francesco in Terra Santa. Dove c’è sofferenza ha lasciato segni di pace https://www.lavoce.it/papa-francesco-in-terra-santa-dove-ce-sofferenza-ha-lasciato-segni-di-pace/ Fri, 30 May 2014 18:44:21 +0000 https://www.lavoce.it/?p=25188

Papa-betlemme-bnDiverse sono le ragioni che hanno reso straordinario il viaggio di Papa Francesco in Terra Santa. È già di per sé un evento importante che Pietro sia di nuovo tornato nei luoghi da dove il primo degli apostoli era partito millenni fa, ed esattamente 50 anni dopo la visita di Paolo VI, primo tra i Papi a compiervi un pellegrinaggio (4-6 gennaio 1964). È importante che Francesco abbia voluto abbracciare l’attuale Patriarca ecumenico Bartolomeo I come già Paolo VI aveva scambiato un abbraccio di pace e di reciproca richiesta di perdono con Atenagora, connotando così il suo viaggio come un passo ulteriore nel dialogo ecumenico. Ed è stato ugualmente importante che Francesco abbia voluto incoraggiare i cristiani che vivono in Giordania, nei Territori dell’autonomia palestinese, e in Israele, sottolineando le prove che questi vivono e rivolgendosi con gratitudine anche a quei religiosi e sacerdoti (tra cui anzitutto i francescani della Custodia) che custodiscono i luoghi santi. Ma sono stati anche i fuori-programma che hanno reso le tre giornate di Francesco così speciali. Ne scegliamo due. Anzitutto, l’immagine dei due “muri”. Anche Giovanni Paolo II e Benedetto XVI si erano recati al Muro occidentale (il “muro del pianto”), ribadendo una continuità non solo storica ma soprattutto teologica tra l’ebraismo e il cristianesimo. Ma solo di Papa Francesco rimarrà l’istantanea di una particolarissima preghiera davanti a un altro muro, quello che - anche fisicamente - divide lo Stato di Israele dalla Palestina, e segnala in modo evidentissimo il perdurare di un conflitto. Senza bisogno di pronunciare alcuna parola, Francesco ha posato la mano e il capo su quel blocco di cemento armato che, se da una parte difende gli israeliani da quegli attentati che creavano terrore in Terra Santa, dall’altra però provoca anche altro dolore e separazione. È proprio lì dove si perpetua ogni sofferenza - di qualsivoglia origine politica o ideologica - che Francesco ha voluto lasciare un segno non tanto di accusa, quanto piuttosto di partecipazione: per dire che lì, anche lì, dove un muro di separazione è l’esatto contrario di quanto significato da quell’altro tratto di muro (quello erodiano, che sosteneva l’antico tempio di Dio), proprio lì deve essere annunciato il Vangelo della mitezza, della pace, del perdono. Poi le parole e i gesti allo Yad Vashem. Anche altri Papi avevano pronunciato discorsi al museo della Memoria dello sterminio degli ebrei. Rispetto a quanto aveva detto Papa Ratzinger l’11 maggio 2009 al mausoleo della Shoah (“Le Scritture insegnano che è nostro dovere ricordare al mondo che questo Dio vive, anche se talvolta troviamo difficile comprendere le sue misteriose e imperscrutabili vie”), o ancor prima al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau il 28 maggio 2006, centrando soprattutto la questione su Dio e la domanda sulla Sua assenza (“Quante domande ci si impongono in questo luogo! Sempre di nuovo emerge la domanda: dove era Dio in quei giorni? Perché Egli ha taciuto? Come poté tollerare questo eccesso di distruzione, questo trionfo del male?”), Papa Francesco ha aggiunto un’ulteriore prospettiva. La domanda di Papa Benedetto veniva da molto lontano, e si era fatta strada già nella seconda metà dello scorso secolo, anche grazie a ebrei come Elie Wiesel o Emil Fackenheim e Martin Buber, o cattolici come il teologo Johann Baptist Metz, i quali ritenevano che, dopo Auschwitz, la teologia dovesse cambiare, anzi era già totalmente cambiata. Ma quella domanda necessitava anche di un’ulteriore sguardo, colto questa volta da Bergoglio. Alla domanda su dove fosse Dio, deve essere affiancata quella sull’uomo. Il teologo Metz scriveva proprio così: “La questione teologica, dopo Auschwitz, non è solo: dov’era Dio ad Auschwitz? È anche: dov’era l’umanità ad Auschwitz? Questa catastrofe ha spezzato le fasce di solidarietà fra tutti coloro che hanno un volto umano”. Papa Francesco ha completato con il suo viaggio la drammatica riflessione che sta svolgendo con tutto il suo magistero a riguardo delle marginalità e le periferie dell’esistenza umana. Ha fatto risuonare a Gerusalemme anche la domanda all’uomo, la domanda originaria che Dio gli rivolge, e che non cessa di interpellare tutti nelle nostre responsabilità: “In questo luogo, memoriale della Shoah, sentiamo risuonare questa domanda di Dio: ‘Adamo, dove sei?’. In questa domanda c’è tutto il dolore del Padre che ha perso il figlio. Il Padre conosceva il rischio della libertà; sapeva che il figlio avrebbe potuto perdersi… ma forse nemmeno il Padre poteva immaginare una tale caduta, un tale abisso! Quel grido: ‘Dove sei?’, qui, di fronte alla tragedia incommensurabile dell’Olocausto, risuona come una voce che si perde in un abisso senza fondo”. A coloro che sono sopravvissuti all’Olocausto e sono stati presentati al Papa allo Yad Vashem, Francesco ha baciato le mani, imprimendo con quel gesto, per sempre, tutto quanto si poteva dire o domandare: a Dio e all’Uomo.]]>

Papa-betlemme-bnDiverse sono le ragioni che hanno reso straordinario il viaggio di Papa Francesco in Terra Santa. È già di per sé un evento importante che Pietro sia di nuovo tornato nei luoghi da dove il primo degli apostoli era partito millenni fa, ed esattamente 50 anni dopo la visita di Paolo VI, primo tra i Papi a compiervi un pellegrinaggio (4-6 gennaio 1964). È importante che Francesco abbia voluto abbracciare l’attuale Patriarca ecumenico Bartolomeo I come già Paolo VI aveva scambiato un abbraccio di pace e di reciproca richiesta di perdono con Atenagora, connotando così il suo viaggio come un passo ulteriore nel dialogo ecumenico. Ed è stato ugualmente importante che Francesco abbia voluto incoraggiare i cristiani che vivono in Giordania, nei Territori dell’autonomia palestinese, e in Israele, sottolineando le prove che questi vivono e rivolgendosi con gratitudine anche a quei religiosi e sacerdoti (tra cui anzitutto i francescani della Custodia) che custodiscono i luoghi santi. Ma sono stati anche i fuori-programma che hanno reso le tre giornate di Francesco così speciali. Ne scegliamo due. Anzitutto, l’immagine dei due “muri”. Anche Giovanni Paolo II e Benedetto XVI si erano recati al Muro occidentale (il “muro del pianto”), ribadendo una continuità non solo storica ma soprattutto teologica tra l’ebraismo e il cristianesimo. Ma solo di Papa Francesco rimarrà l’istantanea di una particolarissima preghiera davanti a un altro muro, quello che - anche fisicamente - divide lo Stato di Israele dalla Palestina, e segnala in modo evidentissimo il perdurare di un conflitto. Senza bisogno di pronunciare alcuna parola, Francesco ha posato la mano e il capo su quel blocco di cemento armato che, se da una parte difende gli israeliani da quegli attentati che creavano terrore in Terra Santa, dall’altra però provoca anche altro dolore e separazione. È proprio lì dove si perpetua ogni sofferenza - di qualsivoglia origine politica o ideologica - che Francesco ha voluto lasciare un segno non tanto di accusa, quanto piuttosto di partecipazione: per dire che lì, anche lì, dove un muro di separazione è l’esatto contrario di quanto significato da quell’altro tratto di muro (quello erodiano, che sosteneva l’antico tempio di Dio), proprio lì deve essere annunciato il Vangelo della mitezza, della pace, del perdono. Poi le parole e i gesti allo Yad Vashem. Anche altri Papi avevano pronunciato discorsi al museo della Memoria dello sterminio degli ebrei. Rispetto a quanto aveva detto Papa Ratzinger l’11 maggio 2009 al mausoleo della Shoah (“Le Scritture insegnano che è nostro dovere ricordare al mondo che questo Dio vive, anche se talvolta troviamo difficile comprendere le sue misteriose e imperscrutabili vie”), o ancor prima al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau il 28 maggio 2006, centrando soprattutto la questione su Dio e la domanda sulla Sua assenza (“Quante domande ci si impongono in questo luogo! Sempre di nuovo emerge la domanda: dove era Dio in quei giorni? Perché Egli ha taciuto? Come poté tollerare questo eccesso di distruzione, questo trionfo del male?”), Papa Francesco ha aggiunto un’ulteriore prospettiva. La domanda di Papa Benedetto veniva da molto lontano, e si era fatta strada già nella seconda metà dello scorso secolo, anche grazie a ebrei come Elie Wiesel o Emil Fackenheim e Martin Buber, o cattolici come il teologo Johann Baptist Metz, i quali ritenevano che, dopo Auschwitz, la teologia dovesse cambiare, anzi era già totalmente cambiata. Ma quella domanda necessitava anche di un’ulteriore sguardo, colto questa volta da Bergoglio. Alla domanda su dove fosse Dio, deve essere affiancata quella sull’uomo. Il teologo Metz scriveva proprio così: “La questione teologica, dopo Auschwitz, non è solo: dov’era Dio ad Auschwitz? È anche: dov’era l’umanità ad Auschwitz? Questa catastrofe ha spezzato le fasce di solidarietà fra tutti coloro che hanno un volto umano”. Papa Francesco ha completato con il suo viaggio la drammatica riflessione che sta svolgendo con tutto il suo magistero a riguardo delle marginalità e le periferie dell’esistenza umana. Ha fatto risuonare a Gerusalemme anche la domanda all’uomo, la domanda originaria che Dio gli rivolge, e che non cessa di interpellare tutti nelle nostre responsabilità: “In questo luogo, memoriale della Shoah, sentiamo risuonare questa domanda di Dio: ‘Adamo, dove sei?’. In questa domanda c’è tutto il dolore del Padre che ha perso il figlio. Il Padre conosceva il rischio della libertà; sapeva che il figlio avrebbe potuto perdersi… ma forse nemmeno il Padre poteva immaginare una tale caduta, un tale abisso! Quel grido: ‘Dove sei?’, qui, di fronte alla tragedia incommensurabile dell’Olocausto, risuona come una voce che si perde in un abisso senza fondo”. A coloro che sono sopravvissuti all’Olocausto e sono stati presentati al Papa allo Yad Vashem, Francesco ha baciato le mani, imprimendo con quel gesto, per sempre, tutto quanto si poteva dire o domandare: a Dio e all’Uomo.]]>
Assisi ricorda le benemerenze del colonnello Valentin Müller https://www.lavoce.it/assisi-ricorda-le-benemerenze-del-colonnello-valentin-muller/ Thu, 13 Mar 2014 13:51:46 +0000 https://www.lavoce.it/?p=23582 Un momento della manifestazione in onore del colonnello Müller
Un momento della manifestazione in onore del colonnello Müller

Potrebbe essere scomodo parlare di un colonnello tedesco, comandante della “Piazza militare” di Assisi durante la fase cruciale della Seconda guerra mondiale. Ma in questo caso si tratta di Valentin Müller, i cui meriti, già noti, sono stati ampiamente approfonditi nel corso di una recente manifestazione da Francesco Santucci, che ha aggiunto nuovi dati e spunti a quanto dallo stesso scritto nel saggio Assisi 1943-1944. Documenti per una storia (Accademia Properziana 1994).

Queste le benemerenze in particolare rimarcate: la protezione garantita a centinaia di ebrei nascosti nei conventi di Assisi; il fondamentale sostegno all’opera diplomatica condotta affinché la città ottenesse l’attestato di “zona ospedaliera”, salvata in tal modo dagli attacchi della retroguardia tedesca in ritirata e dai bombardamenti delle forze alleate. Il giovane pronipote di Müller, Jona Raischl, nel documentario da lui elaborato, ha ricostruito il profilo biografico del bisnonno nato nel 1891, laureato in Medicina, arruolato nella Prima e nella Seconda guerra mondiale.

Evidenziato lo spirito umanitario del personaggio, ispirato da convinzioni cristiane sia nelle campagne militari sia nel mandato affidatogli in Assisi, dove guadagnò la fiducia dei cittadini con gesti rimasti finora disconosciuti come le cure mediche prestate ad alcune famiglie. Superò la malattia la neonata Anna (coniugata Berichillo) e parimenti la giovinetta Vittoria (coniugata Cerri): soltanto un esempio.

Nelle sequenze del video risaltano quali protagonisti il vescovo Giuseppe Placido Nicolini, don Aldo Brunacci, p. Rufino Niccacci e sfilano quali testimoni diretti o indiretti p. Giovanni Vlàdimir, Graziella Viterbi, Maria Pammelati, Fabrizio Leggio, Massimo Zubboli, lo stesso Santucci che a proposito della presenza degli ebrei in Assisi così ha affermato: “Faceva finta di non sapere, ma sapeva”. Nella notte tra il 15 e il 16 giugno 1944 Müller lasciò Assisi senza aver mai rinunciato alla sua divisa, tanto che poco dopo sarebbe caduto prigioniero. Risale al 1950 il suo ritorno, ripagato da onore e gratitudine.

Il 3 marzo nel corso della cerimonia commemorativa – presieduta dal sindaco Ricci e dal vescovo Sorrentino, diretta nelle varie scansioni da Marina Rosati responsabile del Museo della Memoria – la comunità assisiate ha manifestato calorosa accoglienza ai familiari del colonnello: la nuora Margaret con le figlie Marina e Bernadette accompagnata dal marito Joseph Raischl e dai figli Jona e Chiara. Joseph, compositore tra l’altro di musiche sacre, ha eseguito insieme alla moglie Bernadette un suo Cantico salutando così il pubblico presente.

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27 gennaio: intervista alla curatrice del Museo della Memoria di Assisi https://www.lavoce.it/27-gennaio-intervista-alla-curatrice-del-museo-della-memoria-di-assisi/ Thu, 23 Jan 2014 14:45:57 +0000 https://www.lavoce.it/?p=21684 Uno dei pannelli del Museo della Memoria dedicato al francescano fra Rufino Niccacci
Uno dei pannelli del Museo della Memoria dedicato al francescano fra Rufino Niccacci

Molteplici iniziative sono state indette per le Giornate della Memoria ad Assisi. Abbiamo fatto alcune domande a Marina Rosati, curatrice del Museo della Memoria inaugurato presso palazzo Vallemani il 24 marzo 2011. “Abbiamo cercato – dice – di mettere in evidenza l’altra faccia della Shoah, quella dell’ospitalità e della solidarietà che Assisi, grazie a tante persone, seppe dimostrare salvando oltre 300 ebrei”.

Che tipo di messaggio si intende veicolare alla luce dello spirito di Assisi?

“Il messaggio è proprio quello dell’accoglienza: durante le persecuzioni razziali, questo concetto fu elevato all’ennesima potenza poiché tutti i Giusti di Assisi e le altre persone che parteciparono alla rete clandestina che si venne a creare intorno alla figura del vescovo Nicolini non esitarono a dare il loro prezioso apporto”.

A chi si ritiene utile far pervenire questo specifico messaggio?

“I diversi eventi che abbiamo organizzato vogliono far conoscere questa pagina di storia assisana ai nostri giovani arrivando al loro cuore e toccando la loro sensibilità. Lo stesso vescovo emerito Goretti, che ha sostenuto l’idea del Museo della Memoria, desiderava che questa iniziativa fosse destinata ai giovani”.

Due nuovi Giusti si aggiungono agli altri…

“Si tratta di suor Giuseppina Biviglia e suor Ermella Brandi, due religiose che hanno benevolmente e coraggiosamente operato in Assisi: suor Giuseppina, nata a Foligno, ma vissuta nel monastero di San Quirico; l’altra, suor Ermella, di origini senesi, ma divenuta superiora delle Stimmatine”.

Risulta idonea o sufficiente l’attuale sede del Museo nella prospettiva di nuove testimonianze e protagonisti?

“La Pinacoteca comunale, allestita all’interno di palazzo Vallemani, è senz’altro un’ottima location e devo dire che l’interesse per il Museo sta crescendo. Gli spazi ci sono anche per un ulteriore ingrandimento e, visti gli ottimi rapporti instaurati con il Comune di Assisi e con il consorzio AssisiSì, ritengo che questa esposizione possa solo migliorare, valorizzando l’offerta culturale della città”.

Appare unanimamente accettata l’opportuna rivalutazione del colonnello Muller?

“Nel settembre scorso il pronipote del colonnello è venuto in Assisi e ha raccolto testimonianze importanti, dalle quali emerge la figura di un uomo che, pur non tradendo la divisa che portava, fu fondamentale per non far scoprire la rete clandestina di aiuto agli ebrei. Il 3 marzo prossimo tutti i parenti di Muller saranno in Assisi per presentare un documentario inedito sulla figura del personaggio”.

La Giornata

Lunedì 27 gennaio ad Assisi, ore 10, sala degli Sposi (Pinacoteca comunale), “Assisi celebra due nuovi Giusti tra le nazioni: suor Giuseppina Biviglia e suor Ermella Brandi”, incontro con studenti e cittadini. Saluti del sindaco Ricci, del vescovo mons. Sorrentino, di Domenico Petruzzo dirigente vicario dell’Ufficio scolastico regionale per l’Umbria. Intervento di Daniela Fanelli, direttrice dell’opera Casa Papa Giovanni, testimonianze e ricordi di familiari e consorelle. Modera Marina Rosati, curatrice del Museo della Memoria. Alle ore 11.30 segue visita guidata al Museo della Memoria.

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Madre Giuseppina Biviglia “Giusto tra le nazioni” https://www.lavoce.it/metti-biviglia/ Thu, 17 Oct 2013 12:21:57 +0000 https://www.lavoce.it/?p=20070 madre-giuseppina-Biviglia-1934

Madre Giuseppina Biviglia, abbadessa del Monastero di clarisse di S. Quirico di Assisi durante la seconda guerra mondiale, è stata proclamata “Giusto fra le nazioni”  per per aver salvato numerosi ebrei anche a rischio della sua vita,  vicende narrate anche dalla pellicola Assisi underground (Usa, 1985, regia di A. Ramati). Il riconoscimento giunge dal Museo Yad Vashem di Gerusalemme, che ha conferito il titolo di “giusto tra le nazioni” a Madre Giuseppina Biviglia (folignate, 1897-1991), allora abbadessa del Monastero di San Quirico. La testimonianza che, in spirito di clariana semplicità, Madre Giuseppina ha lasciato di quegli anni tumultuosi, è ricordata con le sue stesse parole nel comunicato diffuso dalla abbadessa Madre Benedetta e sorelle di S. Quirico, non appena ricevuta la notizia, nel quale è anche annunciato che la cerimonia di consegna “avverrà nei prossimi mesi probabilmente presso il Museo della Memoria di Assisi”.

Madre Giuseppina (nata a Serrone di Foligno (PG) il 31 marzo 1897 e morta a 94 anni il 31 marzo 1991) entrò in monastero il 13 maggio 1922 in qualità d’insegnante alla lavorazione delle telerie elettriche, lavoro che permetteva il sostentamento della comunità. L’8 settembre 1922 chiese d’iniziare il probandato e il 18 marzo 1923 fece la vestizione con il nome di sr. Maria Giuseppina di Gesù Nazareno. Il 19 marzo, solennità di S. Giuseppe, del 1924 e del 1927 fece successivamente la professione temporanea e la professione solenne. Madre Giuseppina guidò la comunità come madre abbadessa dal 1942 al 1945, dal 1945 al 1948, dal 1964 al 1967 e dal 1967 al 1970. A conclusione del secondo triennio del suo servizio di abbadessa lasciò nel libro delle memorie del monastero i suoi ricordi del periodo bellico:

“…Mentre fino dal settembre 1943 s’intensificava l’offesa aerea anglo-americana sull’Italia con somma sorpresa di tutti, mentre in patria rincrudivano persecuzioni politiche, vendette personali e ordini odiosi venivano spiccati contro Ebrei e soldati ligi allo spirito dell’armistizio, i nostri Istituti divenivano luogo di rifugio agli sbandati, ai perseguitati politici, ai fuggitivi, agli Ebrei, agli evasi dai campi di concentramento. Ne ebbe la sua parte il nostro Monastero. Superfluo dire che incapaci noi stesse di capire quanto avveniva in tanta confusione, si obbediva solo a un sentimento che sorgeva spontaneo di volta in volta che si presentavano dei disgraziati: davanti al dolore di ciascuno avrebbe taciuto ogni velleità di giudizio, anche se avessimo saputo darne uno: la pietà avrebbe in ogni caso trionfato come trionfò. E trionfò per amor di Dio e del prossimo: il Primo dava l’impulso ad aiutare il debole; il secondo quasi sempre innocente viveva in quei giorni sotto l’incubo degli arresti, dei campi di concentramento, della fucilazione e peggio! Devo dire tuttavia che qualche volta opposi un po’ di resistenza all’accettazione di queste persone sentendo tutta la responsabilità della mia posizione di fronte alla Comunità e temendone per questa qualche conseguenza: ma in quei momenti fui sempre incoraggiata dal nostro Venerato Superiore, da altri Sacerdoti e dalle mie stesse Consorelle ad agire in favore di quei poveretti. Le persone che si rifugiavano da noi furono, per grazia di Dio, nei nostri riguardi tutte oneste, rette, buone, e anche religiose, tanto i cattolici quanto gli Ebrei. Venne qualche fascista durante il Governo Badoglio e dopo l’entrata degli Americani; qualche socialista in certi momenti di pericolo durante la Repubblica Sociale. Subito dopo l’8 settembre avemmo ufficiali e soldati del R. Esercito ligi al giuramento costituzionale, e poco più tardi un folto numero di Ebrei (era proprio un’arca di Noè).”

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Assisi – Auschwitz: noi ricordiamo https://www.lavoce.it/assisi-auschwitz-noi-ricordiamo/ Thu, 08 Nov 2012 11:05:25 +0000 https://www.lavoce.it/?p=13721 Assisi e Auschwitz d’ora in poi saranno più vicine: lo siglerà il protocollo d’intesa che verrà firmato lunedì 12 novembre tra la città di Assisi e il Museo statale di Auschwitz – Birkenau. Due città che nel passato hanno vissuto due storie diametralmente opposte: la prima, Assisi, protagonista negli anni 1943-44 del salvataggio di centinaia di ebrei, la seconda, Auschwitz, cioè il suo campo di sterminio, uno dei principali teatri del genocidio degli ebrei. Oggi ambedue siti Unesco.

Su queste premesse già nei mesi passati sono stati attivati contatti tra il sindaco della città serafica Claudio Ricci e il direttore del Museo della città polacca Piotr M. A. Cywinski, che si è poi concretizzato in un incontro che si è svolto nel luglio scorso. E così è nata l’idea della firma del protocollo che avverrà nell’ambito di una giornata di studi che si svolgerà appunto il 12 novembre alle ore 14.30 presso palazzo Vallemani ad Assisi e che avrà come tema “Auschwitz – Assisi luoghi della memoria per la pace nel XXI secolo”.

La giornata si svolgerà anche in occasione dell’apertura della mostra del Museo polacco dal titolo “Auschwitz – Il luogo della memoria” e che verrà allestita nelle sale di palazzo Vallemani, adiacente al Museo della Memoria di Assisi che si è fatto promotore dell’iniziativa tramite la curatrice Marina Rosati, su proposta dei padri Cappuccini di Assisi. “In particolare – spiega la stessa Rosati – di padre Daniele Giglio, responsabile dei beni culturali dei frati minori Cappuccini di Assisi. L’allestimento fa parte di una sezione itinerante del Museo di Auschwitz, costituita da 31 pannelli didattici con fotografie, testi e didascalie relativi al campo di sterminio, dalla creazione al suo effettivo utilizzo, fino all’arrivo delle truppe alleate”.

“L’idea di realizzare questa mostra e la giornata di studi – dice padre Giglio – è nata per porre le basi per future iniziative tra Assisi e il Museo di Auschwitz, soprattutto con le scuole del territorio”. La firma del protocollo sarà anticipata dalla proiezione di un documentario di 15 minuti dal titolo La liberazione di Auschwitz nel quale viene proposta un’intervista ad un operatore delle truppe russe, di cui verranno mostrate le immagini da lui stesso realizzate al momento della liberazione del Campo nel periodo tra il 27 gennaio e il 28 febbraio 1945. Seguirà una relazione di Piotr M. A. Cywinski su “Auschwitz nel cuore dell’Europa”.

La giornata di studi, moderata da Marina Rosati, prevede i saluti di mons. Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi, del sindaco Claudio Ricci, di padre Antonio M. Tofanelli, ministro provinciale dei Cappuccini, e di Piotr Cywinski. Seguiranno delle relazioni del prof. Andrea Maiarelli, di Letizia Cerquiglini, presidente associazione Italia – Israele di Perugia e di padre Pietro Messa.

Promotori della giornata, oltre al Comune, al Museo della memoria di Assisi e di quello di Auschwitz, la Provincia dell’Umbria dei frati minori Cappuccini e l’opera Casa Papa Giovanni di Assisi.

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«Dio mi ha beneficato oltre ogni mia immaginazione». Nella gratitudine, mons. Goretti vive in Dio. https://www.lavoce.it/dio-mi-ha-beneficato-oltre-ogni-mia-immaginazione-nella-gratitudine-mons-goretti-vive-in-dio/ https://www.lavoce.it/dio-mi-ha-beneficato-oltre-ogni-mia-immaginazione-nella-gratitudine-mons-goretti-vive-in-dio/#comments Fri, 22 Jun 2012 14:20:21 +0000 https://www.lavoce.it/?p=11624 «Nella fede in Gesù risorto che, nei suoi pastori, guida nel tempo la sua Chiesa, il vescovo mons. Domenico Sorrentino,con tutto il presbiterio diocesano,comunica con dolore il ritorno alla casa del Padre di mons. Sergio Goretti,vescovo emerito,pastore illuminato e generoso,che per oltre venticinque anni,ha retto la nostra Chiesa particolare. Il ricordo affettuoso dell’intera diocesi si fa preghiera ardente e fiduciosa.

La Messa esequiale si celebrerà lunedì 25 giugno, alle ore 10.00, nella cattedrale di san Rufino».

Con queste parole è stata annunciata la morte di mons. Sergio Goretti, vescovo emerito di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, avvenuta nelle prime ore della mattinata di oggi, venerdì 22 giugno, Festa del voto.

Nato 83 anni or sono a  Città di Castello (PG) il 2 aprile 1929, era sacerdote dal 5 aprile 1953  e vescovo dal 1981 (eletto il 14.12.1980, ordinato il 06.01.1981, insediato l’8 febbraio dello stesso anno). «Da vescovo – così scrive nel testamento, datato 4 agosto 2010 – ho avvertito, più che mai, le difficoltà del ruolo e del servizio pastorale e ogni giorno, anche con sofferenza, mi sono reso conto dei miei gravi limiti. La divina Provvidenza mi ha fatto incontrare molte persone, vivere momenti di straordinaria intensità e affrontare anche prove abbastanza difficili, ma spiritualmente le più benefiche».

Con solerzia, gioia grata e zelo apostolico, visse intensamente il suo servizio alla Chiesa, Sposa del Signore Gesù Cristo, soprattutto nella “porzione” a lui affidata. Sempre nel testamento, scrive: «ho tanti motivi di gratitudine, poiché Dio mi ha beneficiato oltre ogni mia immaginazione. Ho avuto la fede, il presbiterato e, con mia sorpresa, anche l’episcopato: ho potuto far parte della Chiesa e servirla prima nella mia diocesi di Città di Castello, poi a Roma presso la sede apostolica e, infine, come vescovo, in questa straordinaria e unica Chiesa particolare di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, sotto la protezione di san Rufino, di san Francesco e di santa Chiara, accompagnato dalla collaborazione e comprensione dei figli e delle figlie di questi due straordinari santi».

Quale pastore della Chiesa nata dalla predicazione di san Rufino, accolse il papa e i capi delle religioni mondiali nella storica giornata di preghiera per la pace del 27 ottobre 1986. In Essa si trovò a vivere il tempo critico del terremoto e della ricostruzione post-sismica. Per Essa spese le sue energie spirituali e materiali, con particolare attenzione ai presbiteri e ai diaconi: per essi nutriva un vero e puro affetto paterno.

Divenne vescovo emerito della diocesi l’11.02.2006. Da allora si era ritirato presso il palazzo dei canonici, adiacente alla cattedrale di san Rufino, ed ivi ha vissuto gli ultimi anni della sua vita, sempre disponibile a prestare con generosità  e discrezione il suo ministero. Era divenuto, sempre dal 2006, direttore di Casa Papa Giovanni, ad Assisi, e aveva conservato la sua attenzione al dialogo fra le religioni e a favore di ogni uomo fatto a immagine somiglianza di Dio, facendosi anche promotore del Museo della Memoria.

Fino alla fine si è preoccupato di rispondere alla chiamata del Padre e al testamento dell’amore fraterno, lasciato dal Maestro, convinto della Misericordia che tutto abbraccia: «non so né quando né come il Signore mi chiamerà: mi affido a Lui. Gli chiedo solo la grazia di concludere la mia vita terrena in piena comunione di amore, poiché vorrei che il mio ultimo istante fosse il sì più convinto alla sua divina volontà. Spero che Dio allarghi le sue braccia di misericordia, perdoni i miei peccati e mi venga incontro nel suo infinito amore di Padre».

In questi ultimi giorni, più di una volta, dopo essere stato “preparato” per la dialisi, ritrovandoci per la celebrazione eucaristica, mi aveva detto di non avere paura della morte; solo gli dispiaceva di dover dare fastidio a chi avrebbe dovuto accudirlo. Ed è tornato alla casa del Padre silenziosamente, nel sonno, adagiato su un fianco. Sereno. Come un bimbo svezzato in braccio a sua madre.

Il Signore, Pastore grande del gregge, lo conduca ai quieti pascoli del suo Regno. Passi a servirlo al banchetto del Regno, come ha promesso ai suoi servi fedeli. Lo accompagni la tenerezza della Madre di Gesù. Di essa, sempre nelle sue ultime volontà, scrive: «mi affido alla materna intercessione e protezione della Madonna, da me venerata e amata come “Madre mia, Fiducia mia”».

È possibile visitare la salma del presule presso la cappella del Santissimo della Cattedrale di Assisi. Domenica sera, 24 giugno, alle ore 21.00, sarà celebrata una veglia di preghiera.

 

Assisi 22.06.2012

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Don Aldo Brunacci prete “Giusto” e coraggioso https://www.lavoce.it/don-aldo-brunacci-prete-giusto-e-coraggioso-2/ Thu, 09 Feb 2012 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=852 Venerdì 3 febbraio il vescovo emerito mons. Goretti, direttore dell’opera Casa Papa Giovanni, ha celebrato nella cattedrale di San Rufino una messa in suffragio di don Aldo Brunacci nell’anniversario della sua morte: don Aldo, uno dei “Giusti”, più volte menzionato insieme ad altri benemeriti durante i giorni della Memoria, contraddistinti da una poliedrica rassegna di iniziative svoltesi presso il complesso di palazzo Vallemani dove risiede anche il locale Museo della Memoria. Lo abbiamo intervistato.

Mons. Goretti, è stato lei l’ispiratore di questo Museo?

“No, l’idea è nata dall’opera Casa Papa Giovanni e da alcuni amici di don Aldo Brunacci. Ad una proposta collegiale ho cercato di dare il mio contrib La persona che si è maggiormente impegnata a favore di questa istituzione è stata la giornalista Marina Rosati”.

Per quali ragioni è stato creato il Museo?

“Abbiamo mirato a ricostruire storicamente una pagina gloriosa scritta da Assisi. Don Aldo Brunacci è stato il personaggio che ha maggiormente rischiato: arrestato, processato e condannato, riuscì a fuggire e fu accolto e protetto in Vaticano da mons. Montini, il futuro Paolo VI. Il Museo non ha dimenticato altre persone meritevoli. Comunque vero protagonista, abile, discreto e coraggioso, fu il vescovo di allora Giuseppe Placido Nicolini. Attendo ciò che sta preparando il noto studioso assisano Francesco Santucci. I tempi per fortuna sono cambiati, ma necessita ancora la massima attenzione”.

Come spiega che alcuni “Giusti” sono rimasti nell’ombra?

“Talvolta si è caduti nel tranello dei confronti, lottando quasi per un diritto di primogenitura. Gli eroi di quel tempo a tutto pensarono meno che a questo. Ha destato la mia ammirazione il parroco di isola Polvese sul lago Trasimeno: affrontando molti rischi salvò varie persone senza dire una parola. Solo dopo la sua morte, a distanza di anni, gli archivi e le testimonianze dei sopravvissuti rivelarono il suo eroismo. Dedizione e coraggio testimoniò mons. Beniamino Schivo, di Città di Castello, recentemente deceduto”.

Come giudicare l’afflusso al Museo?

“Il Museo, già allestito negli Usa, è stato visitato da molte persone che hanno lasciato la loro testimonianza. Particolarmente prezioso il lavoro svolto nelle scuole per il generoso impegno di alcuni educatori e docenti. I giovani hannno scoperto una realtà drammatica”.

Ritiene idonea la collocazione attuale del Museo?

“So che qualcuno ha avanzato la proposta di trasferirlo presso la cattedrale di S. Rufino. La decisione spetta a mons. Sorrentino, che ben conosce il problema. Occorrerà considerare spazi e possibilità offerti dall’attuale sede, i rapporti che si sono creati con altre organizzazioni, il sostegno dato dal Comune di Assisi e il fatto che palazzo Vallemani sta diventando sempre più un polo museale, culturale, storico e artistico”.

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