Maurizio Ronconi Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/maurizio-ronconi/ Settimanale di informazione regionale Mon, 21 Sep 2015 07:53:37 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg Maurizio Ronconi Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/maurizio-ronconi/ 32 32 Il mondo della politica ricorda mons. Elio Bromuri: perdiamo un uomo di enorme spessore umano, culturale, cristiano https://www.lavoce.it/il-mondo-della-politica-ricorda-mons-elio-bromuri-perdiamo-un-uomo-di-enorme-spessore-umano-culturale-cristiano/ Mon, 17 Aug 2015 16:44:27 +0000 https://www.lavoce.it/?p=42544 Incontro-Amici-Voce-27-giugno-2015-(foto-Andrea-Coli)29
Giampiero Bocci con mons. Bromuri all’incontro della Associazione Amici de La Voce del 27 giugno scorso

Tutto il mondo politico umbro esprime il proprio cordoglio per la scomparsa di mons. Elio Bromuri, avvenuta il 17 agosto dopo una lunga malattia. Univoco il ricordo dello spessore culturale e giornalistico del direttore de La Voce, ma anche la profondità umana e spirituale.

Il sottosegretario Bocci: “sacerdote integerrimo, di un intellettuale raffinato e di un giornalista moderno”. “Don Elio Bromuri – afferma in una nota il sottosegretario agli Interni, l’on.Giampiero Bocci – è stato per tutti noi, che a vario livello ci confrontiamo per operare nel mondo cattolico, la personificazione della generosità e dell’altruismo. E, di più, egli ci ha fatto comprendere, sempre, quanto impegnativo fosse trasformare la spontaneità del farsi fratelli in azione concretamente spesa nella società”.

“Quando, specialmente oggi, dobbiamo confrontarci con resistenze ed egoismi d’ogni tipo verso l’accoglienza – prosegue Bocci – la lezione di don Elio diventa un punto di riferimento immediato e attuale, insostituibile e progettuale: ho avuto il privilegio – io che mi sono formato sul suo insegnamento – di essere stato fra gli ultimi a incontrarlo e di avere ricevuto da lui, pur nelle condizioni estreme della sua vita, l’ulteriore spinta a far valere nelle istituzioni il senso semplice, ma immensamente appagante e proficuo per la società, della disponibilità, costi quel che costi, e della conseguente articolazione organizzativa nel rapporto fra Stato e Chiesa.

Il senso del dialogo con le altre religioni, l’ospitalità data da sempre come un aiuto a chi passa vicino alla nostra comunità e ha bisogno di un atto d’amore e di un minimo di essenziale ristoro: sono questi gli elementi di una civiltà senza aggettivi, nè appartenenze culturali che renderanno ancora più efficaci, domani, le parole e gli esempi di un uomo sobrio, di un sacerdote integerrimo, di un intellettuale raffinato e di un giornalista moderno come è stato, per tutti noi, don Elio Bromuri”.

La presidente Marini: “La comunità regionale perde anche un’importante figura di riferimento per l’impegno che ha profuso in campo umanitario”. “La scomparsa di don Elio – afferma la presidente della Regione, Catiuscia Marini, che ne ricorda la vita – priva la comunità umbra di un apprezzato esponente della Chiesa perugina che, fin da giovanissimo, ha svolto la sua azione pastorale nella nostra terra con dedizione e intelligenza. Si è poi impegnato soprattutto nel dialogo interreligioso attraverso il Centro ecumenico e universitario San Martino da lui diretto. Docente di Storia della Chiesa all’Università per Stranieri di Perugia, è stato poi un rispettoso ed equilibrato giornalista, dirigendo La Voce, il settimanale di informazione religiosa della Conferenza episcopale umbra. La sua attività pastorale e culturale – aggiunge – è stata sempre orientata a valorizzare le acquisizioni del Concilio Vaticano II verso una continua opera di rinnovamento teologico e religioso per rafforzare la presenza della Chiesa nella comunità cristiana e nella società”.

“La comunità regionale – dice ancora la presidente – perde anche un’importante figura di riferimento per l’impegno che ha profuso in campo umanitario, fondando a Perugia il primo Centro internazionale di accoglienza, l’ostello in cui da mezzo secolo trovano ospitalità e attenzione persone in difficoltà, senza distinzioni di religione o luoghi di provenienza. In questi anni, durante i quali ho avuto modo in varie occasioni di incontrarlo oltre che di leggere i suoi editoriali – prosegue la presidente – ho potuto conoscere e apprezzare il suo modo di operare, volto al bene della società umbra, il suo forte impegno e la ricerca del dialogo non solo fra le diverse professioni religiose ma anche con le istituzioni, non facendo mancare la sua voce, né il suo apporto concreto”.

Il presidente Mismetti: “monsignor Bromuri lascia una grande eredità morale e spirituale”.  Il presidente della Provincia di Perugia, Nando Mismetti, ha definito monsignor Elio Bromuri “grande uomo di fede e figura di primo piano nel panorama culturale e sociale dell’Umbria. Giornalista raffinato – ricorda Mismetti – storico direttore del settimanale La Voce, attento testimone di una società in continua evoluzione, monsignor Bromuri lascia una grande eredità morale e spirituale. Esprimo a nome mio personale, del consiglio e dei dipendenti della Provincia le più sentite condoglianze al cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, all’intera archidiocesi perugino-pievese, ai familiari, ai collaboratori e alle tante persone che hanno avuto l”onore di essergli amiche'”.

Il sindaco Romizi: “don Elio Bromuri lascia a tutti noi il suo pensiero e il suo insegnamento, come beni preziosi da custodire”. “La nostra comunità perde un uomo di enorme spessore umano, culturale, cristiano. Il suo impegno è stato costante nell’arco della sua vita come uomo di Chiesa, come giornalista, come intellettuale. Mancherà a questa città la sua propensione all’accoglienza, l’aiuto a chi ne aveva bisogno, la sua capacità di saper far dialogare anche mondi apparentemente diversi e lontani tra loro”.

A dirlo è il sindaco di Perugia, Andrea Romizi, commentando la scomparsa di don Elio Bromuri. “Così come accade con le più alte menti – prosegue Romizi in una nota del Comune – don Elio Bromuri lascia a tutti noi il suo pensiero e il suo insegnamento, come beni preziosi da custodire. Lo voglio ricordare con uno dei suoi insegnamenti: ‘Comunicare la Carità – diceva – è necessario perché oggi vige il mondo dell’individualismo, del nichilismo, dell’arroganza del più forte. Oggi è necessario riportare al centro la Carità, ma non nel senso dell’elemosina data al poveretto, ma nel senso di una comunione tra le persone nel rispetto, nella dignità e nella libertà in un progetto comune di sviluppo della comunità umana'”.

La presidente del Consiglio regionale Donatella Porzi: “ha saputo interpretare e raccontare le ansie e i bisogni, le luci e le ombre della nostra complessa e ricca regione”. Donatella Porzi, “profondamente colpita dalla morte di Don Elio Bromuri, si unisce al dolore della Chiesa perugina ed umbra, che perde una delle figure di maggior rilievo nel dialogo interreligioso. Sicura di interpretare il sentimento di tutti i consiglieri regionali umbri esprimo al cardinale Gualtiero Bassetti i sensi del nostro più profondo cordoglio”.

“Uomo di fede profonda, raffinato intellettuale e giornalista di razza – dice Porzi, in una nota della Regione – don Elio, nella sua prolifica attività di saggista e giornalista, ci ha offerto in tutti questi anni innumerevoli e mai banali spunti di riflessione e di analisi sociale e politica sulla realtà umbra e nazionale. Tutte qualità che nei miei precedenti incarichi amministrativi ho avuto il privilegio di apprezzare attraverso la conoscenza personale con lui e la condivisione di alcune significative esperienze. Come direttore de La Voce, Don Elio ha saputo interpretare e raccontare le ansie e i bisogni, le luci e le ombre della nostra complessa e ricca regione, formando tanti giovani giornalisti e regalandoci i suoi acuti e profondi editoriali settimanali che, da oggi, tanto ci mancheranno”.

Claudio Ricci ricorda la sua “capacità, oggi rara, di ascoltare per meglio mettersi al servizio degli altri”. “La raffinata cultura di Elio Bromuri si univa alla mitezza per le persone. Era proteso, sempre, verso la misericordia concreta nei piccoli gesti della umana quotidianità”: è il ricordo del consigliere regionale Claudio Ricci. “Impegnato nel dialogo fra popoli, religioni e identità culturali attraverso lo strumento del vivere insieme un cammino di esperienze – aggiunge Ricci, in una nota della Regione – Elio Bromuri, carismatico insegnante all’istituto teologico di Assisi, ha dedicato alla comunicazione, attraverso il settimanale La Voce, un ampio impegno nella convinzione, pionieristica, che il saper comunicare è una missione capace di aggiungere valore ai fatti rappresentati soprattutto quando sono storie e testimonianze utili al cammino dell’umanità”. Ricci ricorda infine “il suo stile al tempo stesso colto, mite e attento, che partiva sempre dalla capacità, oggi rara, di ascoltare per meglio mettersi al servizio degli altri”.

Maurizio Ronconi: “Prediligendo sempre le ultime file, con umiltà ha offerto mattoni importanti nella costruzione e per la diffusione delle idee e degli impegni sociali dei cattolici”. Don Elio Bromuri “ha scritto da protagonista una pagina importante della storia dei cattolici umbri. Prediligendo sempre le ultime file, con umiltà ha offerto mattoni importanti nella costruzione e per la diffusione delle idee e degli impegni sociali dei cattolici”: lo afferma l’ex senatore Udc Maurizio Ronconi, in una nota sulla morte del sacerdote perugino.  “Ha permesso – prosegue Ronconi – che anche nei momenti più difficili delle diaspore e delle incomprensioni, i suoi scritti, le sue sollecitazioni, rappresentassero sempre sintesi condivise. La sua presenza è stata sempre rassicurante, fonte di serenità e di volontà costruttive. Mancherà da oggi questo sua discreta ma forte presenza; da oggi dovremo fare da soli con l’aiuto che ci continuerà a offrire da lassù”.

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Nuova Giunta, nuova opposizione https://www.lavoce.it/nuova-giunta-nuova-opposizione/ Thu, 04 Jun 2015 10:22:20 +0000 https://www.lavoce.it/?p=34662 Catiuscia-Marini-presidenteCatiuscia Marini si è confermata in sella all’Umbria.

Lo sfidante Claudio Ricci ha provato a disarcionarla, ma non ci è riuscito per poco (appena 12 mila voti di differenza).

È la prima volta che il centrosinistra, che governa da sempre la Regione, è stato avvicinato dagli avversari.

L’astensionismo (il 10 per cento) e il calo di voti del Pd, rispetto a cinque anni fa, hanno inciso; ma altri fattori, come un centrodestra unito, hanno portato Ricci a sfiorare lo storico ribaltone.

È indubbio che ora l’opposizione sarà poco moderata perché composta anche da esponenti di Lega Nord e Movimento 5 stelle. Ma questo potrebbe essere uno stimolo importante per la maggioranza.

Resta la vittoria della Marini, che ora già si trova fare i conti con l’organizzazione di una Giunta regionale dove i posti sono diminuiti (da 8 a 5), così come il numero dei consiglieri regionali (passati da 30 a 20, e con molte facce nuove).

“Terrò conto del consenso – ha osservato la presidente – e ci confronteremo con gli eletti. Userò fino in fondo le mie prerogative presidenziali”. Può sembrare la dichiarazione di maniera che viene espressa dopo ogni votazione.

Poi, al momento dell’assegnazione delle deleghe, non sarà così semplice, considerando che la giunta dovrà essere articolata tra uomini e donne e bisognerà tenere conto dei campioni delle preferenze (Donatella Porzi e Luca Barberini) ma anche delle provenienze territoriali, oltre che dell’equilibrio della coalizione (Socialisti e Sel).

Fin dalle prime dichiarazioni, la Marini ha sottolineato il risultato della Lega nord – i consensi in Umbria in 5 anni sono triplicati – là dove i “temi della sicurezza e dell’immigrazione sono stati decisivi per il loro risultato; il Pd deve farsi carico di questi problemi.

Sono grandi questioni nazionali, come quella della riforma della scuola, sui quali si dovrà alzare il livello di rappresentanza politica della comunità regionale.

Da oggi inizia una legislatura in cui avrò un’attenzione ancora maggiore rispetto a problemi sentiti anche da quelli che non mi hanno votato. E centrali poi saranno i temi del lavoro e delle imprese”.

Nell’analisi del voto occorre guardare alla Lega nord e valutare se abbia o meno aiutato il successo di Ricci. Alcuni moderati – tra cui Gianfranco Sebastiani e Maurizio Ronconi – avevano preso le distanze dal candidato del centrodestra, Ricci, proprio perché sostenuto dalla Lega nord.

La loro lista di appoggio alla Marini – con altri candidati di diversa estrazione – non ha avuto successo, ma è certo che molti moderati non hanno apprezzato le posizioni di Matteo Salvini.

Se la Marini già immagina un’opposizione che “non avrà più, rispetto al passato, i caratteri della moderazione”, Ricci ha parlato invece di “un’opposizione seria, attenta ma costruttiva per il bene dell’Umbria”. Lo sconfitto lascerà, intanto, la poltrona di sindaco di Assisi per trasferirsi a palazzo Cesaroni.

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Regionali: candidati in cerca di consensi https://www.lavoce.it/regionali-candidati-in-cerca-di-consensi/ Fri, 13 Mar 2015 12:02:53 +0000 https://www.lavoce.it/?p=30895 Palazzo Donini sede della Regione dell’Umbria
Palazzo Donini sede della Regione dell’Umbria

POLITICA. L’evento #UmbriaVerso organizzato dal partito ad Assisi

Il Pd va a sfidare Ricci nella ‘sua tana’

Se Claudio Ricci sembra stringere attorno a sé le forze del centrodestra, il Pd, in vista delle prossime elezioni (31 maggio), ha celebrato l’evento #UmbriaVerso proprio ad Assisi, dove è sindaco lo stesso Ricci. Il segretario regionale del Pd, Giacomo Leonelli, ha definito questa manifestazione una “giornata davvero straordinaria” ringraziando chi ha animato i tavoli, le oltre 800 persone che si sono registrate e tutti coloro che si sono spesi nella realizzazione dell’evento.

“È impossibile non vedere la voglia di futuro che ha questo Pd Umbria”, ha osservato Leonelli, rilevando che “ai nostri tavoli si sono seduti tanti giovani, tanti rappresentanti del mondo del lavoro, delle professioni, dell’impresa, della società civile, che hanno voluto portare un contributo di esperienza e di idee per aiutarci a migliorare, e hanno testimoniato con la loro presenza che il Pd è l’unico vero interlocutore politico della regione. Era impossibile non vedere quanta unità, quanta passione e quanta voglia di futuro anima il gruppo dirigente, nuovo e giovane, del Partito democratico.

#UmbriaVerso è stato un investimento importante. Ha dimostrato che mettere le idee davanti alle persone è necessario per costruire un progetto credibile di rinnovamento insieme alla comunità regionale, mettendo insieme le esigenze dei cittadini e quelle di chi amministra.

Ora ripartiamo ancora più convinti e più orgogliosamente motivati dalla fiducia che ci è stata accordata. Sarà nostra responsabilità capitalizzare tutta questa energia, interpretare domande e bisogni, mostrarci aperti e coinvolgenti, e tradurre sinergie e impegno in progetti innovativi per una nuova fase di crescita e sviluppo per l’Umbria del futuro”.

Secondo Leonelli, “il centrodestra sta facendo semplicemente un accordo di potere, mettendo insieme tutto e il contrario di tutto senza un minimo di programma comune, senza alcun tema. Semplicemente, invece, noi abbiamo deciso di parlare di temi, partire dai temi e dai contenuti; parliamo di futuro con tutti coloro che vogliono darci una mano”.

La candidata Catiuscia Marini ha parlato di “giornata importante perché ci sono tante persone del Pd, ma anche della società regionale. Sicuramente dobbiamo essere un partito come quello di oggi, che è aperto a un confronto, a raccogliere idee e proposte. L’Umbria che immaginiamo è un’Umbria che torna a essere competitiva da un punto di vista economico e del lavoro.

Per fare questo abbiamo bisogno di selezionare proposte, progetti, idee, ma anche di dare forza a quell’imprenditoria coraggiosa, a quelle imprese che abbiamo chiamato ‘resistenti alla crisi’, che mentre c’era il temporale non si sono riparate con l’ombrello, ma sono andate a cercare luoghi dove c’era il sole”.

 

Ricci raccoglie attorno a sé tre partiti – Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia – e tre liste civiche, anche se la presenza dei “padani” crea qualche malumore

Il programma del candidato del centrodestra alla Regione

Alla fine il sindaco di Assisi, Claudio Ricci, è riuscito nell’impresa di mettere d’accordo, o quasi, le diverse componenti del centrodestra. “Questa è una coalizione per il cambiamento dell’Umbria, quindi raccomando a tutti di vivere tale esperienza non solo per partecipare ma per prepararsi al governo dell’Umbria”, ha detto Ricci presentando così la sua candidatura, nel centrodestra, a presidente della Regione nelle prossime regionali.

Nel corso di una conferenza stampa a Perugia, l’attuale sindaco di Assisi ha ricordato la “grande aggregazione” a suo supporto tra liste civiche e partiti di centrodestra (Forza Italia, Lega nord, Fratelli d’Italia). Ha quindi affermato che il “cambiamento radicale deve partire dal metodo e dai contenuti”. Per Ricci, la convergenza politica prima di tutto “parte dalla capacità di attrarre risorse, a cominciare dal risparmio come primo elemento, con l’obiettivo di governo che punta quindi a ottenere in tre anni un +10% di risorse in parte corrente”. Gli altri temi evidenziati da Ricci per il programma riguardano “la capacità di internazionalizzare l’Umbria, con il presidente della Regione che dovrà essere un city manager”, e “attrarre le opportunità per la Regione, che vanno dall’innovazione tecnologica alla creazione di un’unica agenzia regionale per la promozione culturale e turistica”. Per arrivare infine “al nodo centrale delle infrastrutture, per realizzare un piano decisivo e determinante”.

Ottenuto il via libera romano, Ricci, in qualità di candidato a presidente della Regione, ha invitato tutti a continuare a fare “esercizio di equilibrio e di reciproca comprensione per raggiungere l’obiettivo”, cioè il governo della Regione Umbria. La sua coalizione sarà composta da tre liste civiche (“Umbria popolare – Area popolare”, “Ricci presidente” e “Per cambiare in Umbria”, anche se quest’ultima è stata messa in attesa per “una riflessione tecnica”, dopo i rilievi degli altri partiti) oltre all’allargamento ai partiti, cioè Forza Italia, Lega nord e Fratelli d’Italia. Da rilevare che, sulla candidatura di Claudio Ricci, Area popolare si è spaccata.

In particolare Maurizio Ronconi ha annunciato le dimissioni da coordinatore regionale dei centristi perché non ha visto di buon occhio l’appoggio dato dalla Lega, partito giudicato incompatibile con i moderati centristi. Gli altri partiti non saranno magari entusiasti di Ricci, ma non hanno trovate alternative credibili. Intanto l’interessato ricorda che “sono ormai 16 mesi che stiamo incontrando la gente in tutto il territorio regionale, e siamo convinti che la politica debba tornare ad accorciare le distanze con le istituzioni”. Secondo il candidato del centrodestra umbro, “la Regione avrà un futuro se riuscirà a far collaborare il pubblico con il privato e con le associazioni”.

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Ancora fibrillazioni per il futuro di Umbria Mobilità https://www.lavoce.it/ancora-fibrillazioni-per-il-futuro-di-umbria-mobilita/ Thu, 18 Jul 2013 15:18:01 +0000 https://www.lavoce.it/?p=18214 Umbria-MobilitàIl futuro di Umbria Mobilità è ancora a rischio, ma potrebbe esserci qualche buona novella: c’è l’interesse di Busitalia, la società di Trenitalia che si occupa del trasporto su gomma, che ha spedito all’azienda umbra di trasporti una lettera in cui si chiedono chiarimenti a proposito del bando di vendita. Vendita che riguarda il 70 per cento di Umbria Mobilità Esercizio, la nuova srl frutto dello scorporo che si occuperà, assorbendo uomini e mezzi, di gestire il servizio nella regione. Per le aziende c’è tempo fino al 29 luglio per dichiararsi interessate all’acquisto. Il giorno dopo, si apriranno le buste. Poi scatterà la seconda fase della vendita, con la spedizione dell’invito a presentare l’offerta, in seguito ci sarà la presentazione vincolante e, infine, la valutazione e l’aggiudicazione. Un percorso che si dovrebbe concludere entro la fine dell’anno. Al momento sarebbero tre le aziende interessate. Oltre a Busitalia, ci sarebbero i francesi di Transdev e una società tedesca. Intanto, tra tante polemiche, è giunta una notizia buona: sono stati pagati gli stipendi agli oltre 1.300 lavoratori dell’azienda unica regionale dei trasporti, che da un anno vive una dura crisi di liquidità. Il clima però tra società e sindacati rimane teso perché c’è sempre il rischio di mobilitazione. E l’Ugl ha proclamato per oggi, venerdì 19, uno sciopero di 24 ore dei dipendenti. La Regione dell’Umbria è intervenuta più volte con l’erogazione di un’altra fetta del maxi-prestito deciso nei mesi scorsi: nelle case dell’azienda finiranno altri 3 milioni di euro, che dovranno servire a tamponare una situazione che rimane difficile. Soldi che l’azienda dovrà comunque restituire entro il 2013.

Nella precedente seduta dell’esecutivo inoltre era stato dato il via libera anche all’altro provvedimento di cui si è discusso per settimane: ovvero l’erogazione diretta all’azienda dei fondi per il trasporto, senza passare da quei Comuni dai quali, secondo i calcoli del numero uno della società Lucio Caporizzi, Umbria Mobilità aspetta ancora circa 8-9 milioni per i servizi prestati. È indubbio che, al di là delle manifestazioni d’interesse, la situazione di Umbria Mobilità resta critica soprattutto per le scelte adottate negli anni scorsi, a partire dalle cosiddette scelte ‘romane’ che hanno portato solo guai, cioè accordi non rispettati. Ma non mancano, ovviamente, le polemiche. “C’è voluto del tempo, certamente troppo, ma alla fine anche la Giunta regionale dice quello che l’Udc ha sostenuto sin dal primo momento riguardo ad Umbria Mobilità sulle scelte industriali della precedente gestione”, che hanno seriamente compromesso la solidità dell’azienda, ricorda il coordinatore regionale Udc, Maurizio Ronconi, secondo il quale sono stati “bocciati anche gli accordi e le alleanze romane”. Botta e risposta tra Maria Rosi (Pdl) e l’assessore regionale ai Trasporti, Silvano Rometti. La prima ha sostenuto che sulla vicenda di Umbria Mobilità “la Regione sta facendo come Ponzio Pilato, evidenziando che le scelte le dovrà fare il Cda, ma una questione importante come quella del futuro dell’azienda unica del trasporto pubblico locale non può non passare al vaglio del Consiglio regionale”. L’assessore ha replicato: “Affermare che la Regione fa come Ponzio Pilato nella questione è quantomeno ridicolo. È noto a tutti che in questi mesi la gran parte delle iniziative e i finanziamenti aggiuntivi erogati all’azienda di trasporto sono stati a carico della Regione”.

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Campagna contro i medici che rifiutano di eseguire aborti https://www.lavoce.it/campagna-contro-i-medici-che-rifiutano-di-eseguire-aborti/ https://www.lavoce.it/campagna-contro-i-medici-che-rifiutano-di-eseguire-aborti/#comments Fri, 29 Jun 2012 13:37:21 +0000 https://www.lavoce.it/?p=11784 Già nel 2010 era in atto una campagna all’insegna dello slogan “Il buon medico non obietta”, intendendo con ciò che il buon medico fa tutto ciò che gli viene chiesto, senza poter esprimere il suo parere. Come a dire che un medico è solo un operatore manuale, un tecnico specializzato. Di questa opinione si fa portavoce, in un comunicato, la Fp Cgil che denuncia un “boom” in Umbria per quanto riguarda l’obiezione di coscienza da parte degli operatori sanitari.

“In Italia – afferma il sindacato – la percentuale degli obiettori arriva in alcune regioni anche al 90%, e l’Umbria non è immune da questo fenomeno. Dai dati ufficiali, confermati da un’indagine fatta dalla Fp Cgil Umbria, risulta un aumento esponenziale dell’obiezione di coscienza, con punte del 70-80% in alcune strutture ospedaliere umbre. Inoltre – prosegue la Fp-Cgil – ci risulta che la somministrazione della pillola Ru486 venga effettuata in un solo ospedale. A fronte di queste storture, serve da parte del Governo regionale un piano di contrasto per garantire l’effettiva attuazione della legge”.

Per la Fp Cgil Umbria, “è necessario ed urgente aprire un tavolo regionale di confronto per verificare l’effettiva attuazione della 194 su tutto il territorio umbro, garantendo in ogni presidio la presenza 24 ore su 24 di un numero adeguato di medici ed infermieri non obiettori, e un’attenta riflessione sul fenomeno dell’aumento concentrato negli ultimi anni degli obiettori di coscienza nelle strutture ospedaliere umbre. Si tratta di non penalizzare le donne, ma anche i medici e gli infermieri che, non dichiarandosi obiettori, vedono ricadere solo su di loro il lavoro per le interruzioni di gravidanza”.

Sull’argomento abbiamo sentito il parere del presidente regionale del Movimento per la vita Vincenzo Silvestrelli, il quale ha precisato che la legge 194 va rispettata i tutti i suoi dettami, quindi anche quello che offre la possibilità di fare obiezione di coscienza. “Inoltre – prosegue – l’obiezione non è scelta sempre per motivi di ordine religioso e di appartenenza alla fede cattolica, quanto per motivi umani, per l’evidente disagio che medici e personale sanitario possano sperimentare nell’operare per la soppressione di una vita umana. Pur girando intorno al problema e tirando in ballo situazioni, motivazioni e vicende di ogni genere, nel fondo della consapevolezza delle persone coinvolte in un’operazione abortiva rimane l’idea che si tratti di eliminare un essere umano e impedirgli di venire alla luce. E ciò, a lungo andare, logora anche il più convinto assertore dell’aborto. Il fatto poi – conclude – di considerarlo un diritto della donna è stato messo in discussione in quanto confligge con il primo dritto fondamentale alla vita”.

Recentemente anche la senatrice Bonino ha detto la sua a favore delle donne che vogliono abortire e contro gli obiettori, che secondo lei sono tali per motivi di carriera professionale. Un attacco che si inquadra in un disegno volto a rivedere la legge 194 per evitare o limitare al massimo ogni forma di obiezione di coscienza. Questa battaglia per chi si dichiara liberale è da considerarsi una scelta oscurantista.

 

L’assessore regionale alla sanità, Tomassoni: apriamo un tavolo

In risposta alla denuncia del sindacato di sinistra circa pillola Ru486 e l’applicazione della legge 194/78 sull’interruzione della gravidanza, l’assessore regionale alla Sanità Franco Tomassoni ha predisposto un tavolo di discussione e di approfondimento del tema, dimostrando disponibilità al dialogo e apertura alla comprensione delle varie posizioni in gioco. A questo proposito Maria Pia Rosi, consigliere regionale del Pdl, parla di “cedimento all’ennesimo ricatto dei sindacati di sinistra” e ricorda che per una applicazione corretta della suddetta legge dovrebbe essere messo in atto un percorso informativo che renda le donne consapevoli dei danni e dei rischi che corrono nelle pratiche abortive. Scrive l’assessore Rosi: “Il messaggio che la sinistra dà è un messaggio di morte e leggerezza, perché non si può paragonare l’aborto alla cura di un raffreddore”; e ricorda le 15 ragazze morte dopo la somministrazione della Ru486, oltre al frequente ricorso delle donne a terapie per curare il danno psicologico procurato da un aborto. C’è anche un ammonimento a Tomassoni a non cedere in materia, a non scendere a patti per salvare la poltrona. Pensiamo inoltre che sia una raccomandazione non necessaria. Il senatore Maurizio Ronconi dell’Udc a sua volta chiede all’assessore regionale alla Sanità di convocare al tavolo di discussione anche rappresentanti delle organizzazioni cattoliche, del Movimento per la vita, dell’Associazioe medici cattolici.

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Sportello di cani e gatti https://www.lavoce.it/sportello-di-cani-e-gatti/ Wed, 22 Feb 2012 12:51:03 +0000 https://www.lavoce.it/?p=491 “Difendere i diritti degli animali è un dovere istituzionale. La Provincia di Perugia sarà sempre in prima linea, e l’esperienza positiva e i risultati ottenuti con l’attivazione dello ‘Sportello a quattro zampe’ ci spinge ad andare avanti nel sostenere una programmazione territoriale in grado di raggiungere tutti i comuni”. È quanto ha dichiarato il vice presidente della Provincia di Perugia, Aviano Rossi, durante il Consiglio provinciale aperto per parlare dei diritti alla tutela e al benessere degli animali. L’incontro si è svolto giovedì scorso nella sala del Consiglio, alla presenza di sindaci e assessori dell’area provinciale, rappresentanti delle associazioni ambientaliste e dell’Università – facoltà di Veterinaria, e tanti cittadini. La Provincia di Perugia è stata la prima in Italia ad istituire lo Sportello a quattro zampe, nel 2001. “In questi anni – ha detto Rossi – attraverso politiche di cooperazione con i canili e con le Asl, abbiamo lavorato per la riduzione degli abbandoni di animali, per incrementare le adozioni, ma anche far crescere attorno al welfare animale specifiche competenze, innescando così un mercato sano del lavoro per l’educazione responsabile degli animali in famiglia e per la loro salute, valorizzando anche il ruolo dei veterinari”. Nel corso del 2011 lo Sportello è stato protagonista di manifestazioni partecipate via web, di programmi scolastici a tema e segnalazioni di persone che hanno avuto problemi con animali, per un totale di 10.584 richieste. Il programma didattico rivolto alle scuole elementari e dell’infanzia del comprensorio perugino ha visto coinvolti 1.485 bambini. Il crescente interesse verso gli animali da compagnia trova un ulteriore motivazione nella fisionomia dell’attuale organizzazione sociale, caratterizzata da nuclei familiari sempre più ridotti, col conseguente aumento delle persone sole e quindi bisognose di affetto e compagnia. Secondo un recente sondaggio Confesercenti, nelle case degli umbri gli animali non sono certo una presenza rara: 3 famiglie su 4, infatti, possiede almeno un cane o un gatto, il 19% ha in casa un acquario e il 10% delle famiglie possiede piccoli animali. Dalla ricerca emerge che gli amanti degli animali da compagnia sono più donne che uomini, hanno tra i 34 e i 60 anni e sono in maggior parte lavoratori autonomi e hanno un titolo di studio medio-alto. Ironico il commento di Maurizio Ronconi, consigliere provinciale dell’Udc, per il quale dedicare un Consiglio provinciale agli animali “alla presenza non solo di cittadini interessati ed amanti degli animali, ma anche degli animali stessi, è apparso francamente esagerato. Sarà pur vero che di questi tempi la Provincia è alla ricerca di estimatori, ma rivolgersi in prima istanza a cani e gatti dimostra un preoccupante stato d’ansia”.

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I Santi nello Statuto? https://www.lavoce.it/i-santi-nello-statuto/ Thu, 27 Jan 2011 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=9073 È stata inserita all’ordine del giorno del prossimo Consiglio regionale, martedì 1° febbraio, la proposta di legge che riguarda l’inserimento di una diversa specificazione della famiglia e del richiamo ai santi Benedetto e Francesco nello Statuto della Regione Umbria. Il presidente del Consiglio regionale, Eros Brega, ha accolto la richiesta del capogruppo dell’Udc, Sandra Monacelli, di inserire la proposta all’esame dell’assemblea perché erano trascorsi più di due mesi dalla sua assegnazione alla commissione Statuto. Questa decisione segue, a distanza di poche ore, la decisione della Commissione speciale per le riforme statutarie e regolamentari del Consiglio regionale di approvare a maggioranza il rinvio del punto all’ordine del giorno che prevedeva la definizione del programma operativo della Commissione stessa. L’organismo è arrivato a questa conclusione dopo un confronto tra commissari di maggioranza e di opposizione sull’esigenza o meno di porre in discussione in via prioritaria la proposta di legge sulla indicazione dei Santi nello Statuto. La questione era stata sollecitata dal capogruppo del Pdl, Raffaele Nevi. “Per dare un segnale forte – ha spiegato – anche in vista della visita del Papa in ottobre ad Assisi”. Hanno aderito alla proposta di Nevi: Fiammetta Modena, portavoce dell’opposizione Pdl-Lega nord, Franco Zaffini, capogruppo Fli, Sandra Monacelli, e il capogruppo della Lega nord, Gianluca Cirignoni. Il voto su questa proposta era stato evitato dalla richiesta di Buconi, che ha richiesto di esprimersi sul rinvio del punto all’ordine del giorno. Anche alla Provincia di Perugia si parla dell’inserimento dei Santi nello Statuto. La commissione Statuto della Provincia di Perugia, dopo due sedute, non ha trovato l’unanimità sulla modifica dello Statuto provinciale per l’immissione di un richiamo al patrimonio spirituale della Chiesa attraverso le figure più rappresentative nel mondo dei santi umbri: Francesco e Benedetto. A questo punto la maggioranza di centrosinistra ha appoggiato l’idea di un chiaro riferimento religioso nello Statuto provinciale, che era assente. Critico il consigliere provinciale Maurizio Ronconi (Udc). “La maggioranza di sinistra in Provincia bacchetta il presidente e boccia in commissione Statuto la proposta di inserimento del riferimento ai santi nello Statuto della Provincia”, ha affermato Ronconi, rilevando che “avevamo immaginato che l’impegno assunto dal presidente Guasticchi di fronte al presidente della Conferenza episcopale umbra, mons. Vincenzo Paglia, fosse conseguente a una complessiva disponibilità della maggioranza di centrosinistra. Al là degli annunci, nulla: il presidente della Provincia prima propone e poi viene bocciato dalla sua maggioranza, compresi i consiglieri dell’ex Partito popolare”.

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Fli: quale futuro? https://www.lavoce.it/fli-quale-futuro/ Thu, 11 Nov 2010 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=8899 Che conseguenze ha, a livello regionale, la manifestazione di Futuro e libertà che si è svolta nel centro fieristico a Bastia Umbra? Di fatto, la scelta di Bastia è stata assolutamente casuale per ragioni oggettive di spazio, rispetto alla prima scelta di Perugia, per ospitare l’incontro. Il rilievo, per il contenuto dell’intervento di Gianfranco Fini, ha un carattere esclusivamente nazionale. Chi si mostra soddisfatto per l’esito della riunione è indubbiamente Franco Zaffini, capogruppo di Futuro e libertà in Regione e coordinatore regionale del movimento, secondo il quale “la convention di Fli ha rappresentato anche un messaggio positivo nella direzione della promozione del territorio. Credo che la centralità dell’Umbria, la vocazione di questa terra come terra di miracoli possa servire ad utilizzare queste iniziative anche come marketing del territorio, promuovendolo anche attraverso le potenzialità di moderno centro congressi al centro della regione e delle direttrici viarie, non ultimo a due passi dall’aeroporto; neanche Roma ce l’ha”. Sarebbe paradossale che partisse dal centrodestra una valorizzazione convinta del Centro fieristico regionale che, fino a questo momento, ha trovato tante difficoltà nel decollare proprio perché non si è registrata quella convergenza di intenti per farne un vero polo di attrazione. In questa direzione Zaffini ricorda che “abbiamo scelto questa location per una bellissima necessità. È anche vero che pensavamo di fare una cosa con 1.000-1.500 persone ed invece ci siamo trovati ad averne 10 mila. Abbiamo pensato di venire qui perché ritenevamo con l’allestitore di poter trasformare un capannone industriale in un centro congressi. Ci è riuscita la sfida. L’abbiamo fatto in 20 giorni ed è l’ulteriore miracolo. Da qui può ripartire l’idea di fare di questo quartiere fieristico anche un centro congressi”. Dal punto di vista politico Zaffini ha sottolineato che il progetto è quello di “un Governo che fa le cose che servono al Paese e non perde un anno e mezzo dietro chiacchiere di paese”, pur rimanendo ancorati al centrodestra. Alla riunione sono intervenuti come rappresentanti istituzionali il presidente della Regione, Catiuscia Marini, il presidente della Provincia di Perugia, Vinicio Guasticchi, ma indubbiamente l’apertura di Maurizio Ronconi (Udc) al nuovo movimento è significativa. “Con la convention di Bastia Umbra – ha detto l’esponente centrista – si apre una fase politica nuova, con tante incognite, ma anche con il pregio di increspare le acque stagnanti della politica nazionale. Fini sa che comunque ha guadagnato non solo il rispetto ma anche l’attenzione interessata dell’Udc, e l’auspicio è che a questa convention fondativa di Futuro e libertà ne possa seguire un’altra, sempre in Umbria, più grande ed anche più importante, che rilanci un progetto ancora più ambizioso”. Insomma, ci sarebbero le condizioni per ipotizzare anche in Umbria quella formazione del terzo polo centrista tanto evocata a livello nazionale ma che poi viene regolarmente respinta? La riunione è stata, invece, sostanzialmente snobbata dallo stato maggiore del Pdl umbro, che attraverso la portavoce del centrodestra in Regione, Fiammetta Modena, ha liquidato Fli come scarsamente incisiva nella nostra regione. “Chi sta in Umbria – ha commentato – conosce i comunisti, i post-comunisti e i loro sistemi. Non c’è spazio per ambigue posizioni che cercano l’accreditamento a sinistra”.

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“Proposte nuove a misura di Umbria” https://www.lavoce.it/proposte-nuove-a-misura-di-umbria/ Thu, 04 Mar 2010 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=8287 Paola Binetti è una delle tre candidate alla presidenza della Regione dell’Umbria, sotto il simbolo dell’Udc, che corre da sola: “unica novità di questa campagna elettorale” ha detto Maurizio Ronconi, responsabile nazionale enti locali del partito. Binetti, la scelta di candidarsi in Umbria è un “pegno” da pagare al passaggio dal Pd all’Udc?“No, è stato piuttosto un segno forte di stima e di apprezzamento da parte dell’Udc nei miei confronti, a livello regionale e nazionale. Ho accettato perché considero l’Umbria una regione straordinaria per il modo in cui coltiva le sue tradizioni, dando loro un grande respiro in sintonia con il nostro tempo e con il valore di una modernità capace di cogliere in modo originale i valori di cui c’è urgente bisogno nel mondo politico e nella nostra società. Penso al no alla corruzione come segno concreto di un no all’avidità, penso ad un distacco dai beni materiali che acquista tutto il suo senso nello spirito di servizio e nella apertura ai bisogni di chi è meno fortunato”. In altre parole? “Mi riferisco concretamente alla dimensione verticale del senso antropologico che si respira in Umbria, a quella sua specifica maniera di dare alla spiritualità il valore di una identità profonda in dialogo con le altre. Pienamente coerenti con i propri valori, ma disposti a riconoscere il forte contributo che emerge dalla diversità, non a ‘tollerarla’ semplicemente. Penso ad Assisi e alla sua proposta di pace che intercetta l’anelito più profondo delle persone. Ma penso anche a 40 anni di un Governo sempre uguale, che ha proposto sempre le stesse soluzioni, che inevitabilmente ha irrigidito i suoi canali di comunicazione, creando privilegi per alcuni e dimenticanze per altri. Penso ad una Regione che invecchia, perché i giovani laureati, spesso i più brillanti, se ne allontanano perché non trovano lavoro, non sono riconosciuti come risorse, e senza giovani non ci sono nuove famiglie che si formano, non ci sono politiche demografiche adeguate”. Molti lettori ci hanno interpellato su questa scelta chiedendo se, una volta eletta in Consiglio regionale, rimarrà al suo posto oppure tornerà in Parlamento… “Sto affrontando questa campagna elettorale con grande determinazione, che cresce mano a mano che incontro persone, categorie professionali, e scopro bisogni che non possono più essere dilazionati. Cresce in me la speranza di potermi prendere cura della Regione, con la competenza che mi viene da tanti anni di governo, di lavoro professionale svolto in università, in clinica, accanto ai giovani e alle loro famiglie, nel mondo dell’associazionismo e nel volontariato. Se sarò eletta, resterò in questa regione a svolgere il compito che i cittadini umbri mi avranno affidato e che spero di svolgere insieme a tutti loro, senza ricette preconfezionate, ma certamente con una diagnosi di bisogni ben definita e con un programma di obiettivi altrettanto chiari, che è possibile vedere nel nostro programma”. Ha pensato che la sua candidatura, nelle liste dell’Udc, potrebbe impedire al Pdl di vincere per la prima volta in Umbria, favorendo indirettamente il Pd? “So che il Pdl ha respinto una proposta di collaborazione che era stata avanzata dall’Udc nella fase delle trattative preelettorali, ma so anche che se saremo noi a vincere – come spero davvero – governeremo con la massima apertura di orizzonti, integrando le migliori collaborazioni che ci verranno offerte nell’unica prospettiva di perseguire il bene della regione. Condivido con il Pdl l’idea che l’Umbria deve cambiare e ricominciare a respirare un’altra atmosfera di valori e di strategie operative; ma penso anche che i nostri programmi siano più concreti, le nostre proposte più valide e lo spirito che le anima più intimamente in sintonia con la cultura, la spiritualità e le esigenze di questa regione, che potrebbe davvero diventare un laboratorio politico di eccellenza per tutto il Paese”. Quali sono per lei le emergenze dell’Umbria? “Più che di emergenze mi piace parlare di priorità. In ogni caso l’attenzione al mondo del lavoro, soprattutto nella piccola e media impresa, mi sembra che sia un’emergenza e una priorità. Ben poco è stato fatto in questi anni in tal senso; si è sempre privilegiato un approccio da lavoro dipendente, moltiplicando il numero dei dipendenti nella miriade degli enti locali, senza dare contemporaneamente la stessa attenzione anche alle altre forme di lavoro, che avrebbero meritato incentivi a 360 gradi. La creatività e la imprenditorialità giovanile sono stati troppo spesso mortificati. E ora occorre ripartire da lì, da quella enorme ricchezza di talenti che ogni anno l’università laurea e che poi spariscono in un processo di fuga che ne disperde il valore specifico. Vogliamo ricominciare dai giovani e dal loro lavoro, non per avallare forme di assistenzialismo secondo un vecchio stile di welfare conservatore, ma rilanciando la loro naturale capacità di avere uno sguardo diverso sulle cose, valorizzando la loro naturale curiosità per la sperimentazione e la loro ferma determinazione a costruire qualcosa di eccellente per sé e per la regione”. Idee anche per gli adolescenti? “Considero un’emergenza anche quanto accade con gli adolescenti, da tempo marginalizzati da quelle classiche forme di tipo associativo in cui potevano scoprire ideali e motivazioni per vivere: i tassi di suicidio in Umbria sono un dato preoccupante, tanto più perché in contrasto con la cultura profonda della regione. Credo anche che vada fatta una più energica politica dei trasporti per valorizzare il turismo, in grado di trasmettere una cultura che nulla ha a che vedere con il consumismo tipico di uno stile mordi-e-fuggi”. Per concludere, una priorità tra tante…“La vera priorità umbra resta l’assoluta necessità di cambiamento di rotta, di linea politica e di strategie, ora ingessate e ripetitive”. L’IDENTIKIT Paola Binetti, nata a Roma il 29 marzo 1943 è un medico e politico italiano. È diventata senatrice della Repubblica nelle file della Margherita nel 2006, poi nel Pd nel 2008; insieme con altri parlamentari, ha fatto parte del gruppo dei cosiddetti “teodem”, che aderiscono alle posizioni etiche e dottrinali propugnate dalla Chiesa cattolica. Il programma politico della Binetti si articola principalmente su tre punti: la tutela della salute e della vita umana, la formazione e la ricerca, l’attenzione alla famiglia e alle giovani coppie. Per quanto riguarda la tutela della salute e della vita dal concepimento fino alla morte naturale, l’impegno della senatrice è volto in primo luogo ad assicurare ai pazienti tutte le terapie necessarie fino alla fine. La senatrice è primo firmatario dell’iniziativa parlamentare Disposizioni in materia di dichiarazione anticipata di trattamento. Laureata in Medicina e chirurgia, specialista in neuropsichiatria infantile e in psicologia clinica e psicoterapeuta. Si è occupata della fondazione e della organizzazione delle attività dell’Università Campus biomedico di Roma, dove attualmente lavora e dirige il dipartimento Ricerca educativa e didattica. I CANDIDATI UDC Nel listino, con Paola Binetti, ci sono Giulio Cozzari, Sergio De Vincenzi, Federico Fadda, Enrico Melasecche, Sandra Monacelli e Annalisa Tardioli. A Perugia l’Udc candida: Nadia Ambrogi, Vincenzo Bacarani, Laura Bellucci, Antonio Bruschi, Spartaco Capannelli, Sante Coccia, Giulio Cozzari, Stefania Croci, Sergio De Vincenzi, Massimo Metelli, Sandra Monacelli, Francesco Natalini, Sara Passavanti, Antonio Piro, Mario Provvidenza, Marco Regni, Laura Sforza. A Terni: Enrico Melasecche, Marika Mancini, Piergiorgio Pizzo, Siro Salomuni, Stefania Trabalza, Gino Capotosti.

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Il Pdl ha deciso il Pd attende https://www.lavoce.it/il-pdl-ha-deciso-il-pd-attende/ Thu, 04 Feb 2010 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=8206 Il Pdl sceglie Fiammetta Modena, mentre il Pd, dopo un’altra settimana di litigi, va alle primarie il 7 febbraio per scegliere il candidato tra Catiuscia Marini e Gianpiero Bocci. In questo contesto, di grande confusione, l’Udc sembra non allearsi con nessuno e Rifondazione comunista candida il sindaco di Gubbio, Orfeo Goracci, e punta alle primarie di coalizione. Nel Pd, come in una commedia teatrale di Feydeau, i protagonisti sono entrati e usciti dal palcoscenico in continuazione. La presidente Maria Rita Lorenzetti voleva fare il terzo mandato e non ci è riuscita, stoppata dallo statuto e dal partito. Mauro Agostini, deputato in carica, si è candidato alle primarie. Poi si è ritirato, polemicamente, quando è sceso in campo Gianpiero Bocci, appartenente all’area di minoranza rispetto a Catiuscia Marini, praticamente imposta dalla Lorenzetti che non ha voluto saperne di optare per il segretario regionale Lamberto Bottini, possibile punto di mediazione tra le varie correnti del Pd (che fanno impallidire quelle democristiane). La Marini rappresenta la cosiddetta area bersaniana, uscita vittoriosa dal congresso del Pd, mentre Bocci può intercettare il voto cattolico. In prospettiva Bocci potrebbe essere il primo candidato, vero punto di riferimento per i cattolici umbri, a diventare presidente della Giunta regionale. Nel frattempo Alberto Stramaccioni si è dimesso da segretario provinciale del Pd criticando la volontà di andare alle primarie a qualunque costo. In questi giorni si “consuma” la campagna elettorale dei due esponenti del Pd. Bocci ha spiegato la sua candidatura sottolineando che “ è necessario, nel nuovo scenario che in questi ultimi anni si è determinato, aprire anche in Umbria una nuova stagione di riforme capaci di accompagnare l’uscita dalla crisi e di far avanzare un’idea dell’Umbria più moderna, più aperta e più unita”. Bocci prova a ricompattare le varie anime del Pd, lacerate dal confronto-scontro di queste settimane. La Marini spiega che la sua candidatura “è basata sui principi della partecipazione e della condivisione, non si racchiude nei vecchi recinti delle logiche congressuali: nelle prossime ore si renderà visibile a tutti che sulla mia persona si sta realizzando un percorso di ricomposizione unitaria del Pd umbro”. Nel frattempo il Prc umbro getta nella mischia il sindaco di Gubbio Orfeo Goracci e torna a chiedere a gran voce le primarie di coalizione. Sull’altro fronte Fiammetta Modena ha vinto la battaglia interna al Pdl battendo il sindaco di Assisi, Claudio Ricci. La Modena, dal 1995 consigliere regionale, avvocato e giornalista, ha commentato la candidatura affermando che “per la prima volta l’Umbria può cambiare. Per il Pdl la vittoria è a portata di mano, occorre solo credere che l’Umbria migliore sia possibile e che ognuno di noi si impegni per realizzarla”. Al primo posto del suo programma sta la semplificazione burocratica, “per facilitare la vita ai cittadini e alle imprese”. La designazione della Modena non ha trovato la sponda dell’Udc. Anzi, Maurizio Ronconi ha dichiarato che “in Umbria il Pdl alza bandiera bianca e decide che è meglio perdere le regionali che governare la regione. Un candidato alla presidenza, interno, che non ha alcuna speranza di attrarre voto di opinione, la scontata e preannunciata decisione dell’Udc di non partecipare a una coalizione finta e perdente, preannunciano una sonora sconfitta in Umbria, graziando un Pd frantumato e debole come non lo è mai stato”.

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“Pochi” consiglieri regionali, ma con assessori poco democraticamente scelti https://www.lavoce.it/pochi-consiglieri-regionali-ma-con-assessori-poco-democraticamente-scelti/ Thu, 24 Sep 2009 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=7868 I consiglieri regionali dell’Umbria rimangono 30. L’assemblea di palazzo Cesaroni ha approvato la proposta di legge che modifica lo statuto regionale con la riduzione da 36 a 30 del numero dei consiglieri. Centrosinistra a favore (tranne il verde Oliviero Dottorini che non ha votato), centrodestra astenuto. Si riducono le spese? Bisognerà valutare la situazione, visto che la Giunta è di 8 assessori più il presidente, con la possibilità di nomina per gli assessori, anche senza essere eletti come consiglieri regionali. “Ha vinto la buona politica, quella capace di operare a tutela e nel rispetto degli interessi generali dei cittadini, e quindi anche dello Stato”, ha commentato la presidente della Regione Umbria, Maria Rita Lorenzetti, affermando che “il voto è la dimostrazione di quel senso di responsabilità e ulteriore segnale di rigore che la politica deve saper assumere, soprattutto in questi momenti così difficili per il Paese”. Molto critico Maurizio Ronconi (Udc) per il quale “sulla legge elettorale regionale si è giocato un grande inganno. Si è volutamente ridotta la base dei consiglieri democraticamente eletti e si è mantenuto invece l’alto numero di assessori nominati e dunque scelti dalla nomenklatura del partito o peggio, come è avvenuto in Umbria, sulla base degli alberi genealogici delle ’famiglie’. Se fosse stato accolto il suggerimento della obbligatorietà dello status di consigliere regionale per accedere all’incarico di assessore, avremmo avuto certamente più democrazia e meno spazio per gli amici degli amici”.

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Una partita giocata tutta a sinistra https://www.lavoce.it/una-partita-giocata-tutta-a-sinistra/ Thu, 30 Jul 2009 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=7761 Quando le nomine della sanità umbra mettono in fibrillazione la maggioranza di centrosinistra in Regione… La Giunta regionale, su proposta dell’assessore alla sanità, Maurizio Rosi, ha provveduto alle nomine in scadenza dei direttori generali delle Aziende sanitarie di Perugia, Città di Castello, Terni e dell’azienda ospedaliera di Terni. Riconfermati Giuseppe Legato e Gianni Giovannini, rispettivamente alle direzioni della Asl 2 di Perugia e dell’azienda ospedaliera di Terni. Vincenzo Panella, già direttore della Asl 1 (Città di Castello), andrà a dirigere l’Asl 4 di Terni, al posto di Imolo Fraschini. Alla Asl 1 approda invece Emilio Duca, fino a questo momento direttore sanitario al Santa Maria della Misericordia di Perugia. Per l’azienda ospedaliera di Perugia (direttore Walter Orlandi) e quella sanitaria di Foligno (direttore Maria Gigliola Rosignoli) bisognerà attendere la naturale scadenza dei mandati ad inizio 2010. ‘La scelta operata dalla Giunta – ha spiegato Rosi – si basa su valutazioni tecnico-professionali e sulle effettive capacità manageriali dimostrate rispetto agli indirizzi indicati dalla Giunta regionale. In particolare si è tenuto conto del raggiungimento degli obiettivi annualmente assegnati dalla Giunta regionale ai direttori della sanità umbra, alla loro capacità di incidere operativamente per la qualificazione del sistema regionale, in termini di strutture, processi innovativi e tecnologici, ed alla compatibilità finanziaria del comparto, tratto irrinunciabile per mantenere il sistema sanitario regionale autonomo e, soprattutto, virtuoso’. Fin qui la spiegazione ufficiale del provvedimento. Ora, al di là delle nomine successive per i direttori sanitari (la battaglia è in corso), una prima reazione interna alla maggioranza di centrosinistra – a dimostrazione che la lotta per il congresso Pd sarà molto aspra – è stata l’assenza dei consiglieri regionali del Pd, legati a Dario Franceschini, a un incontro di maggioranza promosso dalla presidente Maria Rita Lorenzetti (che appoggia Pierluigi Bersani). La bocciatura di Imolo Fraschini non sarebbe andata giù agli esponenti dell’area ex Margherita. Le nomine della sanità hanno provocato critiche esplicite da parte degli esponenti del centrodestra. La nomina di Panella a Terni (in passato a Perugia e a Città di Castello) ha portato il consigliere regionale di FI-Pdl Raffaele Nevi a dire che ‘anche in sanità si vira a sinistra a Terni. La nomina di Vincenzo Panella è un chiaro segnale in questo senso’. Incisivo il commento di Maurizio Ronconi (Udc): ‘Direttore generale di asl o di azienda ospedaliera, in Umbria è un mestiere riservato a gente di sinistra. Una vera e propria conventio ad excludendum su base non della professionalità ma dell’appartenenza politica’ retaggio del vecchio e armamentario di una sinistra d’antan che la nuova legislatura regionale dovrà spazzare via’.

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Alle urne per la famiglia https://www.lavoce.it/alle-urne-per-la-famiglia/ Thu, 21 May 2009 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=7561 Il presidente del Forum delle associazioni familiari dell’Umbria, Simone Pillon, ha sempre la stessa clessidra. Cinque minuti per politico, non un granello di sabbia in più. La platea non è la solita, numerosa: la sala del ‘Capitini’ non si riempie nemmeno per metà. Il Forum ha però approntato un agguerrito manifesto politico sulla famiglia, da far sottoscrivere ai candidati alle imminenti elezioni amministrative comunali e alle provinciali. ‘Noi siamo portatori di una ‘antropologia integrale’ sulla famiglia’, spiega Pillon. È la giornata internazionale della famiglia organizzata dall’Onu. Ed ecco le promesse dei politici. Tutti con il ForumFranco Asciutti (Pdl), candidato alla presidenza della Provincia di Perugia, è un ‘antico amico’ del Forum. ‘Ho sottoscritto il vostro disegno di legge regionale sulla famiglia’. Punta deciso sul riconoscimento del ‘quoziente fiscale’: meno tasse per le famiglie numerose. Il manifesto politico? Subito sottoscritto. Maurizio Ronconi (Udc) è un altro candidato alla presidenza della Provincia. ‘Se ancora c’è necessità di parlare della famiglia – esordisce -, allora non siamo riusciti ancora a dare soddisfazione alle aspettative delle famiglie’. Quoziente familiare sì, ma favorire anche gli anziani che vogliono continuare a vivere in famiglia. Sulle interruzioni volontarie di gravidanza, afferma che ‘l’Umbria francescana ha uno dei più alti tassi d’abortività d’Italia. Una vergogna, ma i consultori sono in mano agli abortisti’. Infine, per Ronconi, il Registro delle coppie di fatto è un provvedimento illegittimo utilizzato dalle Giunte di sinistra a fini ideologici. Riccardo Donti di Forza nuova – Fiamma tricolore, anch’egli candidato alla presidenza della Provincia di Perugia, ricorda: ‘Il nostro è l’unico movimento politico che vuole abolire la legge 194 sull’aborto’. E firma prontamente il manifesto politico del Forum. Quale sindaco vorranno i cattolici? In ballo c’è anche la carica di sindaco di Perugia, al posto dell’uscente Renato Locchi. Il primo a parlare è Vladimiro Boccali (Pd), dai sondaggi dato per vincente: ‘Non firmo il manifesto politico del Forum della famiglia, poiché siamo soggetti politici troppo diversi’. Propone agevolazioni tariffarie per le famiglie numerose (specie sulla nettezza urbana), più sostegno economico per chi perde il posto di lavoro, maggiori servizi per l’infanzia e un coordinamento fra assessorati sulle politiche per la famiglie. Ada Girolamini (Socialisti per Perugia) rileva ‘una situazione oggettiva di una caduta di valori di carattere generale e della cultura’. Lei convive e ha tre figli. ‘In campagna elettorale non posso dire diversamente da ciò che vivo – afferma. – Ma sono certa che è dalla famiglia che dobbiamo ripartire’. La 194? ‘Non si può abortire per mancanza di soldi, dunque va data completa attuazione alla legge’. Infine promette un assessorato alle Politiche familiari e gli ‘asili nido di prossimità’.È la volta di Francesco Miroballo (Lega): ‘Più deduzioni fiscali per la famiglia, sì al quoziente familiare, aiuti alle famiglie con bambini disabili’, dice. Poi: ‘Gli impegni di lavoro dell’uomo e della donna sono negativi per la famiglia e, per questo, la Lega vuole istituire asili nido nelle fabbriche. Al Nord – ricorda a chi l’ascolta – i sindaci della Lega già danno contributi in soldi per i nuovi nati’. Ancora: ‘La Lega, di famiglia ne conosce una sola. Ma il centrosinistra, con la scusa di favorire gli omosessuali, colpisce duramente la famiglia. Solo un Governo di pazzi poteva lanciare l’idea della famiglia omosessuale…’. E firma il manifesto politico del Forum. Pino Sbrenna (Pdl) è, senza dubbio, il concorrente che più può impensierire Boccali: ‘Non sono affetto da fobia e da panico nel dover sottoscrivere i documenti del Forum della famiglie’ (la stoccata è proprio per Boccali). Garantisce un assessorato alle Politiche familiari. Afferma: ‘Fare politiche per la famiglia non è occuparsi di sociale, ma ha una valenza più cospicua, più rilevante, e non basta il bilancio delle Politiche sociali’. L’aborto in Umbria: ‘Da noi si sono commessi genocidi di massa’, chiosa. Carla Spagnoli (Lista Spagnoli) ha firmato con convinzione il manifesto politico del Forum. ‘Sono cattolica, praticante e separata. Ma dico ai miei figli che il mio errore non deve essere il loro’. E poi: ‘Nelle scuole di Perugia hanno parlato di ‘identità di genere’. Spiegano ai nostri bambini che il sesso si può scegliere e cambiare; sembra ci siano cinque sessi diversi’ Mah. Il mio progetto principale è un assessorato per la Famiglia, punto di riferimento anche per il volontariato. E voglio dare la precedenza ai bambini italiani negli asili nido’.

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Il peso di quei 7 punti in meno https://www.lavoce.it/il-peso-di-quei-7-punti-in-meno/ Thu, 15 Jan 2009 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=7236 Obama dice che non manterrà tutte le promesse fatte in campagna elettorale. Calerà dunque il suo consenso, come è successo per la Presidente umbra, che – secondo l’ultimo sondaggio del Sole 24 Ore – nel 2008 ha perso 7 punti circa di gradimento rispetto alla percentuale con cui venne rieletta nel 2005? La Governatrice le ha mantenute, le promesse? ‘Rivendico e chiedo, anche in vista della fine dei miei due mandati, un giudizio serio e sereno sul mio operato, alla luce del sole ed in modo trasparente. A partire da ‘come sta l’Umbria’ sotto il profilo economico’: questo aveva detto, la Lorenzetti, nella conferenza stampa di fine anno. Ora l’indagine del più autorevole quotidiano economico le riserva un giudizio con luci ed ombre. Dove le ‘luci’ sono il quarto posto assoluto nella classifica nazionale del gradimento dei presidenti di Regione, ed il primo tra i presidenti di centro sinistra: la Lorenzetti ha sbaragliato la collega piemontese Bresso, Vasco Errani dell’Emilia-Romagna, Spacca delle Marche, e tanti altri, compreso il ‘buon ultimo’ Bassolino della Campania. Le ‘ombre’ – per il Sole – sono proprio i 7 punti persi di consenso. Una spiegazione la dà lo stesso giornale: ‘Anche a Perugia e dintorni – sottolinea – le Procure e la Corte dei conti hanno dedicato più attenzione alle Amministrazioni locali’. Spiegazione, questa, che regge, ma fino a un certo punto. Perché, per esempio, la magistratura contabile umbra ne ha dedicata tanta, di attenzione, anche alla Giunta comunale di Terni, con in testa il sindaco Paolo Raffaelli, ma il suddetto sindaco non ha registrato lo stesso calo di consensi. Anzi. Allora per il calo di ‘audience’ della Governatrice la spiegazione la propone un esponente dell’opposizione di centro, quel Maurizio Ronconi dell’Udc che nel 2000 ne contrastò, per il centrodestra, l’ascesa al timone dell’esecutivo di palazzo Donini. Ronconi riporta l’analisi sul piano della politica, e dice: ‘Il gradimento della presidente Lorenzetti è in progressivo e costante calo, pur permanendo al 56 per cento. Il dato fotografa la situazione dell’Umbria: una disaffezione progressiva nei confronti di una sinistra di governo rimasta immobile e non più propositiva, e che in quattro anni perde circa il 10 per cento del consenso; ma anche una assoluta ed allarmante assenza di alternativa proposta dal centrodestra, che continua a baloccarsi in un confronto tutto interno, senza alcun proposito di interpretare la società civile umbra’. Questo dice Ronconi, mentre le attenzioni degli osservatori delle cose politiche umbre sono puntate sulle mosse del suo partito (rimasto fuori dalla prima riunione del tavolo di centrosinistra) in vista delle prossime scadenze amministrative. In effetti, una parte dell’elettorato del centrosinistra potrebbe non aver avvertito quelle spinte reali e consistenti verso l’innovazione che il lorenzettiano Patto per lo sviluppo dell’Umbria prometteva di conferire. C’è da verificare allora se di queste lacune sia responsabile la ‘timoniera’ di palazzo Donini o tutte quelle componenti della società – economica, culturale, produttiva – che avrebbero dovuto remare all’unisono verso la stessa meta. La ‘verifica’ dovrebbe avvenire in vista delle prossime elezioni regionali, e nelle more del dibattito sull’eventuale terzo mandato della Lorenzetti. Sarà una valutazione ‘seria e serena’ come lei stessa auspica? A giudicare da come il suo schieramento sta procedendo per la scelta dei candidati a sindaco per le prossime amministrative, non c’è da essere ottimisti. La cosa certa è che anche il risultato del voto del 6 e 7 giugno prossimo influirà sulla successiva scadenza regionale. Non c’è che da aspettare.

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Marcia per la pace in Libano https://www.lavoce.it/marcia-per-la-pace-in-libano/ Thu, 31 Aug 2006 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=5344 Siamo tutti pacifisti, ma quando c’è di mezzo la marcia ad Assisi l’atmosfera si riscalda e la polemica è fin troppo obbligata. Anche nell’iniziativa del 26 agosto, ristretta ad Assisi, un po’ improvvisata, che voleva appoggiare la missione dell’Italia in Libano, c’è stato spazio per un furore dialettico che ha contraddetto, almeno in parte, il senso della manifestazione.La Tavola della pace ha promosso l’iniziativa con l’intenzione di aprire un momento di riflessione in un movimento che ha fatto registrare qualche spaccatura. ‘Siamo qui perché ‘ ha detto Flavio Lotti – il pericolo della continuazione di questa guerra, del suo allargamento, resta immenso e perchè questa bomba atomica che si chiama Medio Oriente rischia di scoppiare’. Alla Cittadella si sono dati appuntamento un migliaio di manifestanti ma alcuni striscioni, non certo quello in cui campeggiava la scritta ‘Forza Onu’ ad opera degli organizzatori, hanno diviso i commenti del dopo marcia (dalla Cittadella alla basilica di San Francesco, dove sono state ricordate le vittime della guerra in Libano con tante paia di scarpe deposte su un tappeto rosso che simboleggiava una grande macchia di sangue). La presenza di foto di sostegno al leader hezbollah Hassan Nasrallah e quella che ritrae bambini israeliani che firmano missili da lanciare nel Libano con la scritta ‘I bambini israeliani mandano regali ai bambini libanesi’ ha provocato polemiche di ogni tipo. Anche la presenza del leader dell’Unione delle comunità islamiche italiane, Mohamed Nour Dachan – dopo la pubblicazione dell’inserzione a pagamento su alcuni quotidiani, da parte della stessa associazione, con il paragone tra israeliani e nazisti – non è passata inosservata. Certo è un po’ paradossale che in una marcia in cui lo stesso movimento pacifista plaude sostanzialmente alla presenza militare italiana, sotto la bandiera Onu, per riportare la pace tra Israele e Libano, si accendano polemiche di questo tipo. Lotti ha accusato ‘qualcuno’ di aver pagato il manifestante che inneggiava al capo degli hezbollah. Non è neanche nuova l’accusa agli organizzatori della marcia Perugia-Assisi di essere di parte ‘ in questo caso a favore del Libano e contro Israele ‘ ed in generale di essere antioccidentali. Lo ha ricordato l’onorevole Maurizio Ronconi, vicepresidente del gruppo parlamentare dell’Udc, affermando che ‘la marcia della pace di Assisi si riconferma anti-americana ed anti-israeliana, caratterizzata da un unilateralismo dannoso e soprattutto pericoloso per i militari italiani che stanno per partire per la missione in Libano’. E Savino Pezzotta si chiede se non sia ‘il caso di promuovere manifestazioni per la pace anche al nord, perché il movimento per la pace non si ferma ad Assisi’.

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