Mario Luzi Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/mario-luzi/ Settimanale di informazione regionale Thu, 02 Dec 2021 17:03:23 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg Mario Luzi Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/mario-luzi/ 32 32 Teologia e poesia https://www.lavoce.it/teologia-e-poesia/ Fri, 21 Nov 2014 13:20:48 +0000 https://www.lavoce.it/?p=29116 Il poeta Mario Luzi
Il poeta Mario Luzi

Nel 2011 un coordinamento di amici e letterati, pieni di buona volontà e di passione letteraria e religiosa, con la presenza e l’appoggio del cardinale Giuseppe Betori di Firenze, avviò e organizzò il primo dei convegni nazionali sugli scrittori di ispirazione cristiana a Firenze e sulla scia dei convegni di scrittori cattolici che si tennero dagli anni Trenta fino agli anni Quaranta e Cinquanta, pensarono di dar loro continuità – sebbene con formule diverse e modalità letterarie diverse. Si pensò di guardare la realtà attuale e le sue inquiete esigenze, personali e generali, con l’occhio della letteratura, della poesia, dell’arte e fu scelto come tema: “Quando la letteratura entra nelle pieghe della vita e della storia dell’uomo” quando i criteri cioè della letteratura si evolvono e sono capaci di leggere i sentimenti più profondi del nostro tempo, tra apocalissi e utopie; e quando la letteratura interpella l’attesa di Dio oggi, tra spinte in avanti e tradizionalismi marcati. Negli anni successivi seguirono altri convegni con temi diversi. Nel 2012 nel cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II il tema fu: “Sfide culturali e letterarie in Italia a cinquant’anni dal Concilio Vaticano II”. Nel 2013, tenendo presente in modo particolare la poesia, si è proposto il tema “Sulle tracce del Dio nascosto, quando i poeti si mettono in gioco”. Quest’anno, continuando sulla tematica della poesia e volendo in modo del tutto particolare ricordare il centenario della nascita di Mario Luzi, Alessandro Parronchi, don Divo Barsotti e Piero Bigongiari, si è proposto il titolo “La teologia della poesia”. Tema quanto mai affascinante, vasto se vogliamo anche generico, ma dentro il quale si vorrebbero leggere i versi dei suddetti poeti e di altri, come la poesia si accosta alla teologia, al Discorso su Dio, al Dialogo con Dio, nella evoluzione della vita e della storia dell’uomo. Pur nella varietà dei costumi e delle culture può suscitare particolare interesse quanto già scriveva Boccaccio nella sua Vita di Dante: “Dico che la teologia e la poesia quasi una cosa si possono dire, dove uno medesimo sia il suggetto; anzi dico di più: che la teologia niuna altra cosa è che una poesia di Dio”. Boccaccio scriveva intorno al 1350 e allora la cultura, la teologia, la filosofia avevano una struttura ben definita dentro le Summe, in arte o in filosofia, proprio di Dante e di San Tommaso d’Aquino.

Oggi – e non da ora cioè dal secolo Ventunesimo o Ventesimo, ma già dal Settecento e via via negli anni più vicini a noi – tale equazione è divenuta più problematica, più impegnativa, più drammatica, non perché l’uomo sia cambiato, bensì perché la storia nei ritmi del tempo, prende coscienza man mano di altri problemi e li sente propri o li vive in maniera più forte, più personale e meno distaccata. Un rapporto insomma – quello tra teologia e poesia – divenuto più inquieto in sede critica o creativa, tra saggisti e narratori e poeti. Se vogliamo esemplificare – brevissimamente – già negli anni successivi al Vaticano II, alla metà degli anni Settanta, una rivista prestigiosa come Concilium dedicava un numero speciale a Teologia e letteratura (5/ 1976) con nomi di grande autorità intellettuale come padre Dominique Chenu, Jean Claude Renard, Jean Pierre Jossua e puntualizzando il rapporto tra poesia, fede e teologia in un intreccio tra mistero, sacro e fede. Ed è proprio dagli anni Sessanta che il rapporto diviene ancora più altalenante nella poesia delle cose e dei fatti e dell’ermetismo di un poeta come Luzi che rincorre man mano il simbolismo e una librazione morale che è come assenza sfuggente e meta-fisica fino alla contemplazione e un canto dell’anima in Frasi e incisi di un canto salutare o in Via Crucis.

Il convegno di Perugia intende entrare nelle parole, nei versi e nel cuore di diversi poeti che vogliono e intendono dialogare con Dio e in un certo senso, calare nel movimento della vita di questo uomo di oggi la staticità della teologia nella sua infinita ed eterna onnipotenza, dalle cui mani è scaturito tutto ciò che esiste.

 

Il programma

Il convegno, aperto a tutti, si tiene dal 21 al 23 novembre nella sala del Dottorato della Curia arcivescovile di Perugia (il 21, a partire dalle ore 15) e alla sala dei Notari (il 22 novembre a partire dalle ore 10). Il 23 novembre alle ore 9 messa celebrata dall’arcivescovo ausiliario mons. Paolo Giulietti. Venerdì 21 alle ore 15 dopo i saluti di mons. Paolo Giulietti, dell’assessore Teresa Severini, di Mario Tosti, Maurizio Tarantino, Giorgio Tabanelli e di don Vincenzo Arnone, relazioni di Salvatore Ritrovato, Giorgio Tabanelli, Gianni Mussini, Gianfranco Lauretano, Paolo Iacuzzi, Floriana Calippi. Proiezione documenti audiovisivi: i poeti Luzi, Parronchi e Bigongiari. Interventi.

Il 22 alle ore 10 alla sala dei Notari, saluto del card. Gualtiero Bassetti “La teologia della poesia nel secondo Novecento”, seguiranno interventi di Daniele Piccini, Silvia Chessa, Donatella Bisutti, don Vincenzo Arnone, Carlo De Blase. Proiezione documenti audiovisivi: don Divo Barsotti. Interventi. Ore 15, sala Dottorato curia arcivescovile, tavola rotonda coordina don Arnone. Melo Freni, Paola Severini Melograni, Francesco Diego Tosto, Luca Nannipieri. Interventi. Ore 17.30 tavola rotonda. Seguirà conversazione tra M. Tarantino e Giorgio Tabanelli. Interventi di Donatella Bisutti, Daniele Piccini e Salvatore Ritrovato. Ore 19.30 cena. Ore 21 Concerto “Parole e musica”.

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A Perugia il Convegno nazionale degli scrittori cristiani: “La teologia della poesia” https://www.lavoce.it/a-perugia-il-convegno-nazionale-degli-scrittori-cristiani-la-teologia-della-poesia/ Fri, 07 Nov 2014 12:37:20 +0000 https://www.lavoce.it/?p=28883 Il poeta Clemente Rebora
Il poeta Clemente Rebora

Dal 21 al 23 novembre si svolgerà a Perugia il Convegno nazionale di scrittori di ispirazione cristiana.

Questo di Perugia è il quarto convegno dopo i primi tre svoltisi a Firenze che hanno visto dal 2011 al 2013 vari scrittori riflettere, discutere e analizzare tematiche relative al rapporto tra letteratura e fede cristiana.

Il tema dell’assise è “La teologia della poesia”, come la poesia cioè si accosta alla teo-logia, al Discorso su Dio nella evoluzione della vita e della storia dell’uomo. Pur nella varietà dei costumi e delle culture, può suscitare particolare interesse quanto già diceva Boccaccio nella sua Vita di Dante “Dico che la teologia e la poesia quasi una cosa si possono dire, dove uno medesimo sia il suggetto; anzi dico più: che la teologia niuna altra cosa è che una poesia di Dio”: uno stretto rapporto e intreccio tra il Divino e l’umano nelle sue espressione più rette e originali.

Il convegno prevede una relazione introduttiva e generale sulla poesia del secondo Novecento: un periodo storico di grande evoluzione, innovazione, inquietudine; il poeta come si colloca? come si fa portavoce? Nei due giorni successivi si aprono relazioni su singoli poeti di ispirazione cristiana del secondo Novecento come Mario Luzi, Alessandro Parronchi, Clemente Rebora, Carlo Betocchi, Divo Barsotti, Giovanni Testori e una Tavola rotonda su “I diritti della poesia, la poesia di Bartolo Cattafi, la poesia in Bufalino, Pirandello e la ricaduta poetica e artistica nella vita pastorale di un prete-poeta”. È previsto anche un concerto durante il quale verranno declamate poesie dei suddetti poeti.

Si tratta di una tre giorni in cui, in generale, non prevale la spettacolarità, ma la riflessione e l’analisi che sono all’origine della “con-versione poetica ed esistenziale”. Tra i vari relatori (che provengono dalle università di Milano, Urbino, Perugia, Pavia, Bologna) segnaliamo Davide Rondoni, Salvatore Ritrovato, Daniele Piccini, Melo Freni, Paolo Iacuzzi, Paola Severini Melograni, Donatella Bisutti, Gianni Mussini, Luca Nannipieri e altri. L’iniziativa è organizzata in collaborazione con il Progetto culturale della Cei, l’arcidiocesi di Perugia, il Comune di Perugia. La segreteria del convegno è composta da Letizia La Monica, Giorgio Tabanelli, Maurizio Tarantino e don Vincenzo Arnone.

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Il valore profondo del silenzio dentro cui “accade” la Parola https://www.lavoce.it/il-valore-profondo-del-silenzio-dentro-cui-accade-la-parola/ Fri, 08 Jun 2012 12:13:01 +0000 https://www.lavoce.it/?p=11267
Giuseppe Betori

Giovedì 31 maggio i sacerdoti delle otto diocesi della nostra regione si sono ritrovati a celebrare la loro annuale giornata di spiritualità presbiterale a Collevalenza, al santuario dell’Amore Misericordioso. È una tradizione che dura da alcuni anni ed ha avuto come maestri personaggi di grande rilevanza teologica e pastorale. Il nostro collaboratore Colasanto ne ha ricordati due che sono divenuti Papi, Albino Luciani divenuto Giovanni Paolo I, che dettò la meditazione nel 1974, e Joseph Ratzinger (oggi Benedetto XVI) nel 1984.

Quest’anno è venuto il cardinale arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori, che ha fatto un gradito ritorno nella sua terra umbra. La sua meditazione ha preso lo spunto dalla lettera pastorale che ha inviato ai fiorentini, intitolata Nel silenzio la Parola. La prima riflessione, che poi si è snodata per tutto il discorso, è la relazione tra i due termini, che non devono essere considerati estranei l’uno all’altro, ma si richiamano e si integrano nel processo della comunicazione, che è fondamentale per creare la comunione.

La meditazione ha avuto momenti di grande profondità ed ha messo in luce la necessità di re-immergersi nel silenzio per dare significato e spessore alla parola. La parola, quella minuscola, e tanto più quella che si scrive con la maiuscola, “accade nel silenzio”, ha detto Betori. Ha commentato questo pensiero servendosi del testo del libro della Sapienza (18,14-15) usato dalla liturgia di Natale, in cui si evoca il grande silenzio nel quale si compie la rivelazione della Parola, l’incarnazione del Verbo. Nello stesso tempo la parola si apre al silenzio per il suo intrinseco limite e spinge verso la meditazione, la preghiera e l’adorazione. Ha citato anche autori antichi e moderni: Dante, Wittgenstein, Simone Weil, Mario Luzi, ed ha evocato la questione del “silenzio di Dio” ad Auschwitz. Di Simone Weil ha citato le due fonti che aprono al silenzio, e fanno rimanere muti e attoniti, senza parole: sono la sventura e la bellezza. La prima parola pronunciata da Adamo è stata di ammirazione per Eva.

Non si pensi che il discorso sia rimasto nelle sfere alte della riflessione, ma è calato nella concretezza dell’attività pastorale, come ad esempio nella celebrazione liturgica, dove si devono rispettare i momenti di silenzio e non aver la preoccupazione di riempire di parole o di suoni tutto il tempo, come se si avesse paura del silenzio quasi fosse un vuoto, una mancanza di qualcosa. Non si deve neppure pensare che la vecchia liturgia sia stata più rispettosa del silenzio, come alcuni dicono in polemica con la nuova liturgia, perché il celebrante parla sempre sottovoce, “bisbiglia per conto suo”.

Non potendo raccontare tutta la meditazione, suggeriamo di collegarsi al sito della diocesi di Firenze e scaricare la lettera pastorale dell’Arcivescovo.

Si deve purtroppo segnalare che il numero dei preti presenti non era il massimo, data la triste circostanza della morte di don Mario Curini, parroco di Norcia, oltre all’appuntamento a Orvieto per l’annuncio della nomina del nuovo Vescovo. In ambedue i casi sia i rispettivi Vescovi sia alcuni sacerdoti sono dovuti rimanere nelle loro sedi. L’incontro di Collevalenza, comunque è sempre molto gradito ed efficace per consolidare l’unione spirituale e pastorale del presbiteri delle diocesi umbre.

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Mario Luzi cittadino onorario https://www.lavoce.it/mario-luzi-cittadino-onorario/ Thu, 17 Feb 2005 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=4322 Gubbio ha un “eugubino onorario” in più: Mario Luzi, la voce più alta della poesia e della cultura contemporanea. Un gesto di gratitudine e di riconoscenza deliberato dal Consiglio comunale con voto unanime verso chi della città ha saputo concorrere’a valorizzare i contenuti di storia, arte e cultura, a comprenderne e condividerne il “carattere”. Il nome di Mario Luzi, impreziosisce e allunga un elenco che comprende, tra gli altri, Giacomo Devoto, studioso insigne delle celebri “Tavole Eugubine”, mons. Beniamino Ubaldi, il vescovo (1932-1965) che arrivò ad offrire la propria vita in cambio di quella dei 40 Martiri (22 giugno 1944), Walter Alvarez, lo scienziato statunitense che ha dato fama mondiale alla gola del Bottaccione, nelle cui rocce ha trovato i segreti della scomparsa dei dinosauri avvenuta 65 milioni di anni fa.

Cittadinanza assegnata alla fine dello scorso anno, con una votazione a maggioranza, al medico Gino Strada. “In realtà io mi sono sempre considerato cittadino di Gubbio e se ora mi hanno concesso la cittadinanza onoraria, mi sono detto,’evidentemente mi vogliono cittadino al quadrato!'” È il primo commento di Mario Luzi appena ritirata (11 febbraio) dalle mani del sindaco Orfeo Goracci la pergamena con la motivazione deliberata dal Consiglio comunale, il 20 settembre dello scorso anno, con voto unanime. “La verde Umbria l’ho sentita sempre come la sorgente, la scaturigine ” ha proseguito il poeta. “C’è qualcosa di telluricamente italico, di nostro, di spirituale. Gubbio poi è legata alla mia attività di scrittore: dal premio Inghirami dei primi anni settanta, al premio Montale, dalla Formella d’oro, alla retrospettiva del 1997, tanto per citare alcuni appuntamenti”.”È una città dove da sempre venivo attratto, anche per assistere a qualche sua manifestazione, non per ragioni turistiche, ma perchè, come la gara degli arcieri (citata in una sua poesia ndr), diventavano serie e profonde. Mi sentivo eugubino, senza rendermi conto, ed ora che mi avete aperto la porta, voglio entrare, in punta di piedi, nelle vostre case”.

È stato ricco di contenuti e di insegnamenti l’intervento del “maestro” che ha toccato tanti argomenti: ha difeso la lingua italiana (“una meraviglia che non merita i maltrattamenti che subisce da tante parti”), ha richiamato velatamente le recenti polemiche che l’ hanno investito dopo le sue dichiarazioni sul “treppiedi” scagliato contro il presidente del Consiglio Berlusconi, che hanno chiamato in causa la sua nomina a Senatore a vita (“nessuno ti regala niente, tutto ha un prezzo” – ha sottolineato), ma ha voluto soprattutto esprimere gratitudine per’un riconoscimento anche se, come ha ricordato l’assessore provinciale Neri nel suo intervento, onora soprattutto Gubbio. Indirizzi di saluto sono stati portati dal presidente del Consiglio regionale Tippolotti e dall’on. Giulietti.’È stata una manifestazione di grande livello culturale quella svoltasi in una affollata sala trecentesca, coordinata da Anna Buoninsegni, introdotta da alcune poesie dedicate all’Umbria, lette da Alberto Rossatti e Alvia Reale, dalla canzone Ad un compagno di Paolo Brancaleoni, scritta insieme al poeta, dalla introduzione del critico Piccini, dalla relazione del sindaco Goracci che ha richiamato i tanti rapporti avuti da Gubbio con Luzi “esempio di forza e coraggio, soprattutto per i giovani”, oltre che “testimone e protagonista della cultura del nuovo millennio”.

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11 settembre: preghiera, politica e cultura per “non dimenticare” https://www.lavoce.it/11-settembre-preghiera-politica-e-cultura-per-non-dimenticare/ Thu, 12 Sep 2002 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=2669 Mercoledì 11, primo anniversario della tragedia che ha colpito al cuore l’America e che tutti abbiamo ancora davanti ai nostri occhi, anche l’Umbria ha ricordato le vittime dell’attentato alle Torri Gemelle di New York. In modi diversi e con accenti diversi, da Forza Italia alla Margherita, che hanno scelto l’una Assisi, l’altra Orvieto per iniziative a carattere nazionale; dalla presidente della regione Maria Rita Lorenzetti ai Vescovi Giuseppe Chiaretti a Perugia e Vincenzo Paglia a Terni. E infine il cuore degli umbri, che si sono uniti al dolore delle famiglie colpite e di tutti gli americani segnati da quella terrificante giornata. L’Umbria delle Istituzioni e delle Forze del’ordine si è ritrovata a commemorare l’11 settembre con i pompieri di Perugia e di Terni che hanno chiesto di celebrare una messa per commemorare i loro colleghi americani. Alla celebrazione a Perugia erano presenti, tra gli altri, la presidente della Regione, Maria Rita Lorenzetti, il prefetto di Perugia, Gianlorenzo Fiore, e rappresentanti di carabinieri, polizia, guardia di finanza e Croce rossa. Vigili del fuoco in divisa si sono schierati a fianco dell’altare, con una bandiera italiana listata a lutto. L’arcivescovo mons. Giuseppe Chiaretti, ricordando tutte le vittime innocenti di quel giorno, ha sottolineato come non può esserci pace dove vengano meno i diritti universalmente riconosciuti della libertà, dell’uguaglianza e della fraternità, e ha ribadito, ricordando il salmo, che Dio “ama il diritto e la giustizia”, elementi indispensabile per ogni forma di umana convivenza e per evitare che tragedie simili si ripetano in futuro. Al termine della celebrazione un rappresentante dei vigili del fuoco ha recitato la preghiera del loro Corpo che, invocando l’intercessione di santa Barbara, loro patrona, chiede a Dio forza, aiuto e protezione per far fronte alle diverse situazioni in cui essi si vengono a trovare. Nella cattedrale di Terni, presenti le autorità locali, la messa è stata celebrata dal vicario generale mons. Antonio Maniero che ha ricordato come la Chiesa ha reagito all’evento: invitando alla preghiera e al digiuno per la pace, fino alla giornata del 24 gennaio scorso ad Assisi e ai ripetuti appelli del Papa. Ha rivolto un saluto ai presenti il vescovo mons.Vincenzo Paglia, appena tornato dal Libano dove si è svolto il congresso biblico mondiale, di cui è stato recentemente nominato presidente. “Molti mi hanno sconsigliato di farlo, ma sono tornato in aereo oggi, 11 settembre, perché volevo essere qui con voi per questa preghiera” ha detto mons. Paglia. Anche dalla basilica di San Francesco ad Assisi, si è levata la preghiera in suffragio delle vittime di un anno fa. “Siamo qui per ricordare quel tragico evento – padre Vincenzo Coli, custode del Sacro convento – e per sottolineare che bisogna aprirsi all’altro, non rinchiudersi in se stessi”. “occorre anche mettere da parte l’idolo dell’invincibilità per far tornare la gioia e la speranza”. Ad Orvieto, alla festa nazionale della Margherita applausi e commozione in sala, prima di celebrare un minuto di silenzio per tutte le vittime delle torri di New York, con la poesia di Mario Luzi che Carla Fracci, con a fianco il poeta, ha letto sul palco.”Dimettete la vostra alterigia sorelle di opulenza, gemelle di dominanza, cessate di torreggiare nel lutto e nel compianto dopo il crollo e la voragine, dopo lo scempio”. “Vi ha una fede sanguinosa – continua così la lirica di Luzi – in un attimo ridotte a niente. Sia umile e dolente, non sia furibondo lo strazio dell’ecatombe. Si sono mescolati in quella frenesia di morte dell’estremo affronto i sangui, l’arabo, l’ebreo, il cristiano, l’indio. E ora vi richiamerà qualcuno ai vostri fasti. Risorgete, risorgete, non più torri, ma steli, gigli di preghiera. Avvenga per desiderio di pace. Di pace vera”. “Per non dimenticare” è stato lo slogan del ‘sit-in’ organizzato nel centro storico di Perugia da An e da Azione Giovani per ricordare i tragici eventi di New York dell’anno scorso. All’iniziativa hanno partecipato anche il presidente di An, Andrea Lignani, e il consigliere regionale Pietro Laffranco, della direzione nazionale del partito. Assisi potrebbe essere la città della memoria dell’11 settembre. La proposta è stata presentata, con la convinta adesione del sindaco Bartolini, nel corso del convegno nazionale promosso da Forza Italia ad Assisi, lunedì scorso sul tema “11 settembre un anno dopo. Globalizzare la libertà sconfiggere il terrorismo”. Il convegno è stato voluto “per ricordare”, perché l’impressione ha detto l’ex ministro dell’Interno Claudio Scaiola presente, a sorpresa, è che si dimentichi cosa è accaduto un anno fa e si allenti l’impegno di lotta al terrorismo. L’on. Sandro Bondi, responsabile nazionale Dipartimenti di F.I, organizzatore del convegno ha ribadito la solidarietà agli Stati Uniti ricordando che il terrorismo “non può accampare giustificazioni” ma, ha aggiunto, non capire che “trae alimento dalle sacche di povertà e disperazione significa chiudere gli occhi”. Significativi gli interventi dei relatori, tra cui Lorenzo Ornaghi, Rettore dell’Università Cattolica, che ha affrontato la questione del rapporto tra economia e politica e sulla “governance” della globalizzazione. “Anche in settori liberali la globalizzazione è vista come fattore di costrizione e non come scelta di libertà” – ha detto Ornaghi, indicando uno dei punti oggetto di dibattito e sui quali si differenzia la politica Usa e Dell’Europa. Questo ‘dopo 11 settembre’ ha concluso Ornaghi è segnato dalla necessità di “governance politica” della globalizzazione, ovvero dalla necessità di un ordine internazionale stabile che richiede Istituzioni stabili. Parole dietro cui “occorre ricordare che ci sono persone, le classi politiche dirigenti nazionali” alle quali occorre un “supplemento di cultura” per poter indicare i nuovi obiettivi della politica. Sul cosa fare, dunque, si è sviluppato il dibattito: da Piero Gheddo, che ha riproposto la cultura come motore dello sviluppo, a Adornato che ha chiesto all’Europa un più chiaro impegno nella lotta al terrorismo indicando nella “questione Irak” un punto su cui decidere se l’Europa vuole che l’Onu debba poter fare o no le ispezioni per il controllo delle armi di distruzione di massa.

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