Maria Rita Lorenzetti Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/maria-rita-lorenzetti/ Settimanale di informazione regionale Thu, 01 Jun 2023 15:10:04 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg Maria Rita Lorenzetti Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/maria-rita-lorenzetti/ 32 32 I guai giudiziari e la sua difesa https://www.lavoce.it/i-guai-giudiziari-e-la-sua-difesa/ Thu, 26 Sep 2013 12:52:37 +0000 https://www.lavoce.it/?p=19317 Firenze, Campo di Marte, ingresso del tunnel dell’alta velocità ferroviaria
Firenze, Campo di Marte, ingresso del tunnel dell’alta velocità ferroviaria

L’ex presidente della Regione Umbria Maria Rita Lorenzetti è finita agli arresti domiciliari nella sua abitazione di Foligno con l’accusa di corruzione, associazione per delinquere e abuso d’ufficio per ordine della magistratura di Firenze, in un’inchiesta che riguarda i lavori per l’Alta Velocità nel capoluogo toscano. Nel dicembre prossimo dovrà invece comparire davanti ai giudici di Perugia nel processo sulla cosiddetta “sanitopoli” umbra. L’ex Presidente si è sempre proclamata innocente in merito ai fatti che le vengono contestati sia a Perugia che a Firenze. Fino a una sentenza definitiva, che purtroppo arriverà tra molti anni, bisogna quindi tenere conto della sua difesa. Senza però andare a frugare nelle carte processuali – cosa che dovranno fare giudici e avvocati -, innocente o colpevole, la sua vicenda è uno spaccato di un’Italia bloccata da una ragnatela di poteri e clientele, dove il merito e le capacità contano sempre di meno. Un Paese dove lo “spread etico” è più preoccupante di quello dei titoli di Stato. Con leggi, leggine, regolamenti e ricorsi al Tar che cambiano ogni giorno le carte in tavola, e una burocrazia che non regola ma complica la vita di cittadini e aziende. Un labirinto dove è facile perdersi senza ricorrere a favori e raccomandazioni.

Mari Rita Lorenzetti, dipendente della Provincia di Perugia, a 31 anni è già sindaco nella sua Foligno. Poi arriva il Parlamento con l’importante incarico di presidente della Commissione Lavori pubblici alla Camera dei deputati. Per due legislature è governatrice dell’Umbria. Dopo lotte e guerre intestine al Pd, nel 2010 non viene ricandidata alla presidenza della Regione. Ma non torna al suo impiego in Provincia. Per lei c’è la poltrona di presidente dell’Italferr, società del gruppo Ferrovie dello Stato che opera nel settore dell’ingegneria dei trasporti e dell’alta velocità. Lei, laureata in Filosofia, non sa molto di ingegneria ma, come ex presidente della commisione Lavori pubblici, parlamentare e governatore, ha le conoscenze, le relazioni e l’esperienza giusta per navigare in quella ragnatela di leggi e burocrazia che mediamente triplicano tempi e costi delle opere pubbliche. Non a caso viene anche soprannominata “la Zarina”.

Uno dei principali problemi con il quale deve subito confrontarsi per il completamento dell’Alta Velocità a Firenze è quello dei rifiuti. Ci sono da smaltire tonnellate di terra e altro materiale dei lavori della galleria per l’attraversamento della città. Sono rifiuti industriali e servono procedure particolari e costose per il loro smaltimento, sostiene un alto dirigente della Regione Toscana. Viene però rimosso e destinato ad altro incarico. Servono amici anche a Roma, e alla Commissione ministeriale per la Via (Valutazione di impatto ambientale) c’è un geologo siciliano che è anche uomo del Pd. La politica dappertutto. Per lui, con il coinvolgimento di esponenti nazionali del partito, c’è la promessa di una candidatura in Parlamento alle ultime elezioni politiche. Viene chiesto anche l’aiuto di funzionari amici a Bruxelles che forse potranno fare qualcosa per rivedere certe normative europee sul problema delle tonnellate di terra della galleria da scavare sotto Firenze. Insomma, la Lorenzetti opera a tutto campo muovendo la sua rete di amicizie dentro e fuori il Pd. Con comportamenti illeciti? Non sta a noi dirlo. Sarà la magistratura di Firenze a dover rispondere.

Maria Rita Lorenzetti
Maria Rita Lorenzetti

Così come i giudici di Perugia dovranno rispondere per l’inchiesta su “sanitopoli”. Non riguarda mazzette ma favori. Pressioni e richieste di favori che uno degli imputati (tra loro ci sono l’ex assessore regionale Maurizio Rosi e dirigenti della Sanità umbra) aveva archiviato nel suo computer, sequestrato dagli inquirenti, con la parola “marchette”. Nelle carte dell’inchiesta ci sono parlamentari e politici, anche con ruoli istituzionali in Umbria, che telefonano per l’assunzione di parenti, amici, “clienti”. Insomma le solite raccomandazioni. La Lorenzetti in particolare, essendo ormai alla fine del suo mandato in Regione, si impegna per trovare un altro lavoro ben remunerato alla sua capo di Gabinetto a palazzo Donini. Dove? All’Asl di Foligno, con procedure che però secondo la magistratura non sarebbero state regolari.

Insomma, le vicende giudiziarie della Lorenzetti sono uno spaccato di questa Italia mediocre, senza regole certe e valide per tutti, con troppi politici intenti a spartirsi posti di lavoro e incarichi a beneficio di amici e clienti. Alla Lorenzetti la magistratura di Firenze contesta anche di avere favorito il marito architetto nell’aggiudicazione di un appalto in Emilia Romagna. La sua difesa e la difesa del suo operato davanti ai giudici è che lei ha operato per l’interesse dell’Italfer e non personale. Un’Italia mediocre dove per fortuna ogni tanto succede qualcosa che ci fa conoscere anche l’Italia migliore. In Lombardia una giovane donna, medico, viene falciata da un’auto mentre soccorre un uomo morente sulla strada. Sua madre dichiara ai giornalisti: “Voglio occuparmi della famiglia di quell’uomo morto che mia figlia voleva salvare per concretizzare il suo gesto di altruismo”. Dunque c’è anche una Italia migliore! Peccato però che nei giorni successivi viene denunciato un carabiniere. Aveva preso la borsa di uno dei feriti di quell’incidente ed era andato a giocare alle slot machine i soldi prelevati con il bancomat appena rubato. Se anche i carabinieri rubano…

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Sanitopoli umbra, si va al processo https://www.lavoce.it/sanitopoli-umbra-si-va-al-processo/ Thu, 04 Jul 2013 11:45:05 +0000 https://www.lavoce.it/?p=17852 lorenzetti-rosiUn filone dell’inchiesta nota come “Sanitopoli” porterà, a dicembre, dieci persone in tribunale, tra cui l’ex presidente della Regione Umbria, Maria Rita Lorenzetti, l’ex assessore Maurizio Rosi e l’ex direttore generale dell’Asl 3, Gigliola Rosignoli. Lo ha deciso il Gup di Perugia, Carla Maria Giangamboni. A processo anche l’ex capo di Gabinetto della giunta Lorenzetti, Sandra Santoni, e altri dirigenti e segretari regionali. Al centro di questo filone dell’indagine c’erano delibere della Giunta che, per l’accusa, sarebbero state piegate per volontà personali per stanziare alcuni posti di lavoro alla Asl 3. Per la procura, gli imputati avrebbero preso accordi per “alterare l’atto di richiesta di autorizzazione all’assunzione, portando gli stessi da 3 a 4 mediante una correzione a penna” per creare un posto di lavoro per l’allora capo di Gabinetto di Lorenzetti, Sandra Santoni. Per la procura di Perugia, Maria Rita Lorenzetti e Maurizio Rosi sarebbero responsabili – insieme ad altri – di aver “attestato falsamente l’esistenza di presupposti giuridici per l’approvazione della delibera n. 46 del 19.01.2009 da parte della Giunta regionale dell’Umbria avente come oggetto l’autorizzazione alle Aziende sanitarie e ospedaliere ad assumere personale”. Gli stessi sarebbero anche responsabili di aver “alterato l’atto di richiesta di autorizzazione all’assunzione di personale predisposto dalla Asl 3 modificando il numero dei dirigenti del ruolo amministrativo, portando la richiesta da tre a quattro mediante una correzione a penna, su indicazione dell’assessore Maurizio Rosi, a sua volta sollecitato da Gigliola Rosignoli e da Santoni Sandra; quest’ultima risultava la diretta beneficiaria della correzione, atteso che alla Asl l’aumento di posti da dirigente era finalizzato a consentire la sua assunzione con tale qualifica”. L’avvocato Luciano Ghirga, che difende Maria Rita Lorenzetti, ha affermato che “la mia assistita è totalmente innocente e continueremo a dare battaglia per dimostrarlo”. Il legale parla di “totale legittimità di tutte le delibere, in tema non solo di sanità. Durante lo svolgimento dell’udienza preliminare si erano create delle prospettive favorevoli agli imputati. Ma il giudice ha ritenuto indispensabile la verifica dibattimentale dei fatti contestati. La dott.ssa Lorenzetti respinge radicalmente l’accusa di abuso d’ufficio. Certi della legittimità dei suoi comportamenti, ci batteremo per dimostrarlo durante il processo”. Va ricordato che il ‘ciclone Sanitopoli’ scoppiò nel’ottobre del 2010 con una vasta eco per i politici implicati. Dal fronte politico si registra il commento del capogruppo Pdl in consiglio regionale, Raffaele Nevi: “È una prima risposta a chi diceva che il gruppo del Pdl cavalcava strumentalmente un’inchiesta che non sarebbe nemmeno arrivata a questo livello. Aspetteremo il terzo grado di giudizio prima di dire che hanno commesso reati, ma è comunque tempo di cambiare radicalmente e porre fine a questo vero e proprio ‘regime’ che sta facendo sprofondare la nostra amata Umbria verso il Sud d’Italia”.

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Una poltrona per due, tre, quattro… https://www.lavoce.it/una-poltrona-per-due-tre-quattro/ Thu, 13 May 2010 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=8458 Arriva, finalmente, la convocazione della prima seduta del Consiglio regionale dell’Umbria, alla nona legislatura. L’assemblea si riunirà martedì 18 maggio, alle 10, con eventuale prosecuzione dei lavori per il giorno successivo. All’ordine del giorno della seduta, convocata dal presidente provvisorio, il consigliere anziano Paolo Brutti (Idv), l’elezione del presidente e dell’ufficio di presidenza. E non sarà una cosa semplice: non è stato sciolto il nodo dell’assessore della Federazione della sinistra (il designato dal comitato regionale del Prc è Stefano Vinti senza, però, ottenere il via libera da Catiuscia Marini). Forse si attende l’intesa sul presidente del Consiglio (Brega, Stufara o Dottorini?) per poi nominare l’ottavo assessore. L’attesa è diventata un po’ stucchevole perché sono passati quasi due mesi dalle elezioni e ancora non si è trovata una soluzione a causa dell’eterna caccia alla poltrona. All’inizio della legislatura – ma, purtroppo, avviene sempre così – c’è sempre un manipolo di scontenti che vorrebbero esercitare un ruolo diverso da quello che poi ricopriranno nel corso dei cinque anni di dorata legislatura. Va ricordato che il presidente è eletto a maggioranza dei quattro quinti dei componenti del Consiglio ma, se dopo tre scrutini nessun candidato ottiene la maggioranza richiesta, nella quarta votazione, da tenersi nel giorno successivo, è sufficiente la maggioranza assoluta dei consiglieri. E i malumori dei consiglieri scontenti potrebbero incidere nella scelta del presidente designato (è prevista in questi giorni una riunione del centrosinistra per evitare sorprese). La prima seduta del Consiglio regionale sarà sicuramente importante per le novità, già conosciute da tempo, ma anche per le “assenze”. Dopo 10 anni non ci sarà più Maria Rita Lorenzetti. Un volto storico della Regione, presente in diverse vesti sin dal 1985, come Carlo Liviantoni, esce di scena. Per non parlare di Maurizio Rosi, assessore regionale (agricoltura e sanità) dal 1995. Dalle presenze “forti” a quelle più recenti, non riconfermate, come Maria Prodi (assessore regionale uscente, candidata ma non rieletta), Giancarlo Cintioli e Enzo Ronca (dopo una legislatura non sono stati rieletti). Fuori dal Consiglio anche Enrico Sebastiani e Armando Fronduti, sconfitti nella contesa delle preferenze per il Pdl. Di rilievo il ruolo delle donne. Dopo la presidente Catiuscia Marini, al suo esordio, c’è curiosità per Carla Casciarri (Idv), volto e nome nuovo della politica umbra, nominata vicepresidente della Giunta. Il sindaco uscente di Città di Castello, Fernanda Cecchini, ricopre l’incarico di assessore all’agricoltura. Paola Binetti, candidata alla presidenza per l’Udc, lascia il posto ad un’altra donna, Sandra Monacelli, prima dei non eletti. Nel Pdl, oltre che per Fiammetta Modena, c’è posto per Maria Rosi (Pdl), neoeletta.

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Il vescovo: un’impresa “audace e importante” https://www.lavoce.it/il-vescovo-unimpresa-audace-e-importante/ Thu, 11 Mar 2010 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=8309 Si è scelta proprio una domenica di questo tempo specialissimo per chiamare tutti a riflettere sul cammino lungo e difficile che conduce al vero dono di sé e ad aprire le porte del Centro diocesano della carità di Foligno, nuova sede della Caritas diocesana e di numerose altre realtà che si impegnano ogni giorno a promuovere e testimoniare l’amore per Dio e per i fratelli. “Più che un traguardo, è un punto di partenza”, insiste sorridente il vescovo Gualtiero Sigismondi, benedicendo Dio e ringraziando tutti coloro che si sono impegnati affinché si realizzasse in tempi brevissimi quella che don Salvatore Ferdinandi, responsabile del servizio Promozione della Caritas italiana ha definito “una scelta audace ed importante” da parte della diocesi di Foligno.

Consegnare l’intero storico complesso di San Giacomo agli operatori della carità è infatti un segno forte di prossimità per tutti coloro vedono nella Chiesa una madre premurosa ed attenta, soprattutto in questi tempi difficili sul piano economico e ancor più su quello sociale e psicologico. Una struttura ampia dunque, con tante sale e saloni che circondano il chiostro come petali intorno alla corolla, e ciascun petalo rappresenta un ambito d’intervento: l’aiuto ai poveri che cercano una parola o un aiuto concreto nel Centro d’ascolto, nella Mensa o nel Dormitorio; il sostegno ai giovani con il Doposcuola e con i Laboratori “Impara l’arte…”; la promozione alla vita ed i servizi alle famiglie, con le associazioni il Consultorio e la sede della Pastorale familiare; senza dimenticare gli uffici amministrativi, i servizi per l’integrazione degli stranieri, la formazione dei volontari e la Pastorale sanitaria portata avanti da varie associazioni.

A testimoniare l’urgenza di essere vicini alla gente e la necessità di sviluppare reti e accordi trasversali, all’inaugurazione sono intervenuti anche la presidente della Regione Maria Rita Lorenzetti, i sindaci di Foligno Nando Mismetti e di Spello Sandro Vitali. Se dunque da parte di tutti sono giunti i migliori auguri e la riconoscenza ai volontari per il loro impegno, a monito per difendersi dall’insidia di considerare il volontariato quale “tappa-buchi” del sistema sociale civile, il nostro Vescovo ci ha riportato le recenti parole del Papa che sottolineano come il compito principale della “pedagogia dei fatti”, a cui deve ispirarsi ogni azione della pastorale a favore dei poveri, è fare da pungolo e da stimolo alle istituzioni e alla comunità a svolgere nel modo migliore i propri compiti. La partecipazione della cittadinanza è stata calda e numerosissima: la chiesa di San Giacomo era gremita e stretta in un solo cuore davanti al Santissimo. Nel momento successivo il chiostro si riempiva di voci e commenti, per concludersi nella visita ai locali e nel festoso momento conviviale per le oltre cinquecento persone intervenute.

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Il peso di quei 7 punti in meno https://www.lavoce.it/il-peso-di-quei-7-punti-in-meno/ Thu, 15 Jan 2009 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=7236 Obama dice che non manterrà tutte le promesse fatte in campagna elettorale. Calerà dunque il suo consenso, come è successo per la Presidente umbra, che – secondo l’ultimo sondaggio del Sole 24 Ore – nel 2008 ha perso 7 punti circa di gradimento rispetto alla percentuale con cui venne rieletta nel 2005? La Governatrice le ha mantenute, le promesse? ‘Rivendico e chiedo, anche in vista della fine dei miei due mandati, un giudizio serio e sereno sul mio operato, alla luce del sole ed in modo trasparente. A partire da ‘come sta l’Umbria’ sotto il profilo economico’: questo aveva detto, la Lorenzetti, nella conferenza stampa di fine anno. Ora l’indagine del più autorevole quotidiano economico le riserva un giudizio con luci ed ombre. Dove le ‘luci’ sono il quarto posto assoluto nella classifica nazionale del gradimento dei presidenti di Regione, ed il primo tra i presidenti di centro sinistra: la Lorenzetti ha sbaragliato la collega piemontese Bresso, Vasco Errani dell’Emilia-Romagna, Spacca delle Marche, e tanti altri, compreso il ‘buon ultimo’ Bassolino della Campania. Le ‘ombre’ – per il Sole – sono proprio i 7 punti persi di consenso. Una spiegazione la dà lo stesso giornale: ‘Anche a Perugia e dintorni – sottolinea – le Procure e la Corte dei conti hanno dedicato più attenzione alle Amministrazioni locali’. Spiegazione, questa, che regge, ma fino a un certo punto. Perché, per esempio, la magistratura contabile umbra ne ha dedicata tanta, di attenzione, anche alla Giunta comunale di Terni, con in testa il sindaco Paolo Raffaelli, ma il suddetto sindaco non ha registrato lo stesso calo di consensi. Anzi. Allora per il calo di ‘audience’ della Governatrice la spiegazione la propone un esponente dell’opposizione di centro, quel Maurizio Ronconi dell’Udc che nel 2000 ne contrastò, per il centrodestra, l’ascesa al timone dell’esecutivo di palazzo Donini. Ronconi riporta l’analisi sul piano della politica, e dice: ‘Il gradimento della presidente Lorenzetti è in progressivo e costante calo, pur permanendo al 56 per cento. Il dato fotografa la situazione dell’Umbria: una disaffezione progressiva nei confronti di una sinistra di governo rimasta immobile e non più propositiva, e che in quattro anni perde circa il 10 per cento del consenso; ma anche una assoluta ed allarmante assenza di alternativa proposta dal centrodestra, che continua a baloccarsi in un confronto tutto interno, senza alcun proposito di interpretare la società civile umbra’. Questo dice Ronconi, mentre le attenzioni degli osservatori delle cose politiche umbre sono puntate sulle mosse del suo partito (rimasto fuori dalla prima riunione del tavolo di centrosinistra) in vista delle prossime scadenze amministrative. In effetti, una parte dell’elettorato del centrosinistra potrebbe non aver avvertito quelle spinte reali e consistenti verso l’innovazione che il lorenzettiano Patto per lo sviluppo dell’Umbria prometteva di conferire. C’è da verificare allora se di queste lacune sia responsabile la ‘timoniera’ di palazzo Donini o tutte quelle componenti della società – economica, culturale, produttiva – che avrebbero dovuto remare all’unisono verso la stessa meta. La ‘verifica’ dovrebbe avvenire in vista delle prossime elezioni regionali, e nelle more del dibattito sull’eventuale terzo mandato della Lorenzetti. Sarà una valutazione ‘seria e serena’ come lei stessa auspica? A giudicare da come il suo schieramento sta procedendo per la scelta dei candidati a sindaco per le prossime amministrative, non c’è da essere ottimisti. La cosa certa è che anche il risultato del voto del 6 e 7 giugno prossimo influirà sulla successiva scadenza regionale. Non c’è che da aspettare.

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Abbassare gli stipendi ai politici? È una parola https://www.lavoce.it/abbassare-gli-stipendi-ai-politici-e-una-parola/ Thu, 01 Mar 2007 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=5711 Populismo, demagogia, propaganda. Sono queste le parole d’ordine pronunciate dagli addetti ai lavori, cioè i politici, quando si pensa ad abbassare i costi della politica, nazionale o regionale, riducendo le indennità degli eletti. L’Umbria non fa eccezione. Il disegno di legge della Giunta regionale, presentato probabilmente anche per evitare la celebrazione del referendum indetto dal comitato e rimandato per lo svolgimento delle consultazioni regionali, ha acceso un confronto, con il Prc protagonista nel rivendicare l’autonomia del Consiglio regionale. Il capogruppo Prc in Consiglio regionale, Stefano Vinti, ha definito il disegno di legge ‘una provocazione, un’indebita ingerenza nell’attività del Consiglio’. La novità della proposta, che punta con una decurtazione del 10 per cento a far risparmiare all’ente circa 300mila euro l’anno, è rappresentata dall’eliminazione dell’automatismo fra gli aumenti dei consiglieri regionali e quelli dei parlamentari. E sarebbe la Giunta, di anno in anno, a stabilire l’entità dei compensi, tenendo conto del bilancio. Già l’anno scorso, per l’effetto della finanziaria del governo Berlusconi, si era registrata una diminuzione dei compensi del 10 per cento. Ora, la cosiddetta ‘ingerenza’ fra le competenze tra le istituzioni tocca tanto la sensibilità dei politici ma non certamente quella della popolazione. Se l’esecutivo di palazzo Donini, cioè la presidente Lorenzetti, ha dato un impulso particolare al disegno di legge per la riduzione dei compensi (che rimangono sempre alti) del 10 per cento, perché palazzo Cesaroni, cioè il presidente Tippolotti (Prc), e l’intero Consiglio regionale, hanno atteso tanto? Quando si vuole fare una legge, si approva. Questa evidentemente, al di là delle chiacchiere, dà fastidio. Perché incide sulle tasche dei consiglieri e indirettamente su quelle dei partiti di appartenenza. Come si sa, molti consiglieri danno una percentuale, più o meno consistente, del proprio stipendio al proprio partito. Anche se l’assegno di ‘pensione’ per il consigliere sarà personale e non ci saranno quote da devolvere alle casse del partito. È vero, come sostiene qualche consigliere regionale, di maggioranza ma anche di opposizione, che i tagli possono essere fatti anche in altri capitoli di bilancio. Ma si tratta anche della tipica osservazione di chi, parlando d’altro, punta a non affrontare l’argomento, oppure mira a lasciare per mesi la proposta nella commissione regionale che è tenuta a discuterla. E l’obiettivo ultimo è quello di abbandonare al suo destino il disegno di legge. Però il referendum incombe e non si può aspettare ancora.

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Discorso del Presidente della Giunta regionale dell’Umbria Maria Rita Lorenzetti https://www.lavoce.it/discorso-del-presidente-della-giunta-regionale-dellumbria-maria-rita-lorenzetti/ Thu, 23 Jun 2005 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=4551 Palazzo Cesaroni, 21 giugno 2005 Sono lieta di dare il benvenuto, a nome della Regione Umbria, a mons. Chiaretti, arcivescovo di Perugia – Città della Pieve, interprete della forte tensione morale, unità all’impegno sociale che anima la Chiesa umbra in questo inizio millennio. La Chiesa, e quella umbra in modo particolare, per la responsabilità che porta per essere terra di san Francesco e san Benedetto e per essere stata scelta Assisi come terra privilegiata per il dialogo interreligioso, ha davanti a sé un impegno di ‘apertura al mondo’ e di ‘progettualità nuova’, volto a dare un contributo credibile alla costituzione di una società più giusta e a misura d’uomo, a rifiutare irrazionalità e fondamentalismi e a contrastare la tendenza a chiudere l’atto di fede nell’intimismo e nelle emozioni. Una così feconda impostazione del proprio ‘essere nel mondo’ da parte dei cattolici e delle loro istituzioni religiose non può che richiamare l’analoga e speculare impostazione di noi istituzioni civili che abbiamo inteso puntare, nel rispetto della propria laicità, non su una presunta autosufficienza nella battaglia per la costruzione di una società migliore, ma sulle sinergie, sul metodo del dialogo, della negoziazione per la soluzione dei conflitti, della collaborazione per la soluzione dei problemi. Un cammino di proficua collaborazione, che ha significato assumersi anche la responsabilità di alcuni gesti altamente simbolici e di scelte concrete che permettessero di ‘dare gambe alla speranza’, è stato avviato da tempo anche in questa regione. Ricordo l’osservatorio sulle Povertà in Umbria, istituito per iniziativa della Giunta regionale e della Conferenza episcopale umbra, che ha iniziato la sua attività nel 1995 ‘in modo da corrispondere, attraverso il perseguimento di più elevati traguardi di civiltà, alle più alte tradizioni dell’Umbria e delle sue città’. Altri esempi sono stati la collaborazione in occasione del Grande Giubileo del 2000 e quella, tuttora in corso, nel campo della lotta contro l’usura, che vede l’impegno corale della società, delle istituzioni e della Chiesa umbra. Penso alla grandissima collaborazione che sta alla base della Convenzione tra Regione e Ceu per la cura dei beni culturali e dei monumenti che si è esplicitata nella Legge regionale sul sistema museale regionale. Vorrei ricordare la scelta di Assisi da parte di Giovanni Paolo II, quale sede di incontri interreligiosi di eccezionale rilevanza, che hanno valorizzato la vocazione della nostra regione ad essere terra di pace e di dialogo tra le culture, a partire dall’esempio di san Francesco. Il primo dei valori che fonda la collaborazione fra credente e non è la dignità della persona. I valori rivoluzionari di umanità, fraternità, solidarietà, carità, giustizia i credenti li basano sulla Rivelazione, ed i laici non credenti sulla ragione e la cultura. Ma gli uni e gli altri su questi stessi valori fondano oggi gli stessi diritti. Il diritto alla libertà, all’uguaglianza. Il diritto al rispetto e alla giustizia. Il diritto alla libera manifestazione del pensiero ed espressione di culto. Il diritto all’emancipazione da ogni stato di inferiorità. Questi diritti sono sanciti dalle nostre Carte fondamentali, prima fra tutte la Costituzione della Repubblica italiana e, anche dal nuovo Statuto dell’Umbria, ove è solennemente affermato che la Regione assume come valori fondamentali la cultura della pace, della non violenza e il rispetto dei diritti umani; la cultura dell’accoglienza, della coesione sociale, delle differenze; la qualità del proprio ambiente; il patrimonio spirituale fondato sulla propria storia civile e religiosa. Sappiamo da quale storia di progresso, ma anche di controversie, dispute, lotte e anche guerre fra uomini di religioni diverse sia segnata la nostra civiltà occidentale. Sappiamo come sia difficile mantenere il rispetto e la tolleranza reciproca. Istituzioni autonome e laiche, rispettose di tutti i valori di singoli o gruppi che in esse regolano la propria vita, costituiscono la garanzia più forte perché prevalga sempre il rispetto e il dialogo.Se poi allarghiamo l’orizzonte oltre i confini regionali, crescono a dismisura terreni di possibile impegno congiunto. Penso in modo particolare alla difesa dei diritti solennemente proclamati dalle convenzioni internazionali, ma troppo spesso violati in modo clamoroso, all’ignobile sfruttamento dei minori ed alla condizione femminile in molte parti del pianeta, alla necessità di contribuire alla costruzione di un mondo più giusto, in cui la globalizzazione non sia il dominio di pochi, ma coincida con l’opportunità di acquisire condizioni di dignitoso benessere anche per i Paesi poveri. Penso al forte impegno in Malawi della Sua diocesi, che anche noi sosteniamo insieme, e della Regione in Palestina e Brasile, ai temi della pace, e ancora al dialogo fra diverse civiltà, culture, sensibilità, a partire da corrette relazioni con i nuovi cittadini immigrati in Umbria. Penso alla prevenzione e contrasto del razzismo e della violenza terroristica. Compiti difficili ma che siamo sicuri hanno sempre potuto (e potranno) contare sul sostegno e sull’incoraggiamento delle Sue parole e delle Sue iniziative. È sulla base della fiducia e collaborazione reciproche che si possono affrontare con lucidità i problemi, pur complessi e difficili, del momento presente, e spingere lo sguardo verso il futuro, interrogandosi sul contributo che l’Umbria può dare agli sviluppi della civiltà umana. (Trascrizione non rivista dall’autore)

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Ce la faremo https://www.lavoce.it/ce-la-faremo/ Thu, 16 Jun 2005 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=4537 Uno degli atti più importanti dell’intera legislatura appena iniziata è la presentazione del programma di governo regionale che la presidente Maria Rita Lorenzetti, con la autorevolezza e la fiducia che le derivano dal più che ampio consenso ottenuto nelle ultime elezioni, ha presentato il 14 giugno scorso al Consiglio regionale al quale ha presentato i componenti della sua Giunta. Non è agevole per nessuno sintetizzare il contenuto del discorso della Presidente e tanto meno le 149 pagine che riportano l’intero dettagliato programma regionale: ci basti sottolineare il tono o meglio ancora il quadro di riferimento di tutto l’impianto programmatico. La presidente Lorenzetti, senza mezzi termini, con la franchezza che le è propria e l’esperienza politica e amministrativa di lungo corso, non ha sorvolato o minimizzato le difficoltà in cui si trova e si troverà ancor più nel prossimo futuro l’Umbria. Ha indicato le cause sia generali della difficile congiuntura economica europea e del quadro globale del mercato, sia la fase recessiva dell’economia italiana, sia pure le difficoltà intrinseche alla struttura di una regione piccola e con risorse limitate. Il venir meno, progressivamente, dei fondi europei, e se dovesse prendere piede un processo di regionalismo egoistico che privilegia regioni più grandi e ricche a scapito delle povere e piccole, ci vorrà tenacia, fantasia e coraggio per non recedere dalle posizioni acquisite. Ma, dice la Lorenzetti, ce la faremo! Ha rilanciato lo slogan da lei stessa coniato nella recente presentazione dei dati di Bankitalia sull’economia umbra: ‘Tempi duri, sfide inedite’ per l’Umbria, che è attesa da un nuovo ‘salto di qualità’ da affrontare sulla base del principio della concertazione e salvaguardia del livello di coesione sociale. Nel corso del suo intervento, dopo aver sottolineato più volte che siamo in presenza di una crisi economica che sta interessando Italia ed Europa la Lorenzetti ha invitato il Governo a ‘non scaricare sugli enti locali e quindi sui cittadini ‘il peso dei ‘tagli alla spesa pubblica’. Con una punta di orgoglio non velato ha voluto ricordare che l’Umbria è la regione tra le meno indebitate d’Italia e con il minor livello di pressione fiscale e tuttavia, per conseguire un nuovo sviluppo economico – ha detto – occorre una classe dirigente, in tutti i settori, che sia all’altezza della sfida, chiamando tutti a portare il proprio contributo alla realizzazione del programma. La discussione del programma ha visto l’opposizione compatta a fare fronte duro e radicalmente contrario, accusando la Presidente di aver ecceduto nell’accusare il Governo e trovare alibi agli insuccessi al di fuori di responsabilità del Governo regionale. Si è detto che ha iniziato la campagna elettorale per le politiche del prossimo anno. Nei vari interventi, comunque, sia della maggioranza, sia dell’opposizione, non sono mancate sottolineature, anche puntuali sull’uno o l’altro dei punti del programma con l’evidente preoccupazione dei consiglieri di minoranza di chiedere maggiore impegno a sostegno di aziende e di aree territoriali in difficoltà per produrre maggiore ricchezza, mentre dai settori della maggioranza si è insistito sulla difesa dell’occupazione, sul welfare, sulla formazione professionale, sull”emergenza lavoro’, sulle nuove povertà. È evidente, per il cittadino comune, che i due versanti di preoccupazione, l’aiuto alle aziende e la difesa dell’occupazione, non sono contrastanti, ma complementari e che devono essere portati avanti insieme e con l’apporto di tutti, politici, amministratori, imprenditori, sindacati, enti locali e cittadini. Mettendo in primo piano, a nostro modesto avviso, e potenziando ancora il turismo e in specie, quello religioso. Cosa che potrà avere successo se verranno superate le infantili lotte municipalistiche che ancora dominano alcune zone periferiche della regione, se si eviteranno gli sprechi e le inutili manifestazioni pseudoculturali e, ultimo ma non meno importante, se nessuno, tra quelli che contano nella sfera pubblica, si vergognerà di appartenere ad una terra che ha dato i natali ai santi Francesco e Benedetto. Uno tra gli interventi che ha rafforzato sul piano della concretezza la relazione della Lorenzetti è stato quello di Bocci, importante per un credibile impegno nella realizzazione del programma. Ha, infatti, ammonito Vinti di non creare problemi alla maggioranza che vuol governare e a non litigare all’interno, per non fare come Penelope che filava di giorno e distruggeva la tela di notte. Ha anche contestato l’eccesso di localismo e di ‘leghismo’ presenti nelle richieste dei consiglieri ed ha garantito alla maggioranza l’appoggio leale della Margherita. A tutti gli attori, di maggioranza e di minoranza, pertanto auguriamo un buon lavoro per il bene di tutti i cittadini.

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Necessari maggiori finanziamenti per la ricerca e la didattica https://www.lavoce.it/necessari-maggiori-finanziamenti-per-la-ricerca-e-la-didattica/ Thu, 15 Nov 2001 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=2062 C’è bisogno di maggiori risorse e di più spazio per la ricerca. L’inaugurazione dell’anno accademico dell’università di Perugia, il 694′ ha ricalcato la tradizione anche se la presenza del vicepresidente del Consiglio, Gianfranco Fini, ha provocato la protesta di un centinaio di esponenti del Perugia Social Forum che all’esterno dell’aula magna hanno gridato il loro “$no alla guerra”.

Nella sua relazione, il magnifico rettore dell’Università di Perugia, prof. Francesco Bistoni, ha posto l’accento sulla necessità di avere maggiori finanziamenti e sull’urgenza della ricerca, per la quale si è registrato un investimento di circa 37 miliardi, 11 dei quali finanziati direttamente dall’ateneo umbro.

I numeri mettono in evidenza l’importanza economica dell’università per la città ed il territorio. Gli studenti sono più di 32mila iscritti, mille in più rispetto allo scorso anno, con 2.494 dipendenti e 1.157 tra docenti e ricercatori. Il bilancio è di 500 miliardi e il 40 per cento degli iscritti proviene da fuori regione. Bistoni ha sottolineato che l’ateneo rappresenta “un grande patrimonio culturale e scientifico” per tutta l’Umbria.

Ma c’è bisogno del collegamento con le istituzioni locali. Ha rilevato l’importanza che “Comune, Regione e le istituzioni pubbliche, mettano in campo ogni energia non solo per un’adeguata politica di accoglienza incrementando alloggi e mense universitarie”. Nonostante gli sforzi compiuti finanziari, portati avanti da enti locali e governo (per il polo unico al Silvestrini, per la creazione del polo universitario a Terni e il consolidamento dei corsi a Foligno, Spoleto, Orvieto, Assisi) Bistoni ritiene che l’impegno non sia sufficiente.

“Ritengo che si debba e si possa fare di più”, ha aggiunto. Un esempio? I fondi insufficienti per il programma edilizio per l’anno accademico 2001-2002. Nel suo intervento Fini ha ricordato che il governo “farà la sua parte” per rilanciare le università che però dovranno collegarsi più strettamente con i privati. Questi ultimi potranno beneficiare, nel caso di collaborazione, di agevolazioni fiscali. Ha rilevato inoltre che le risorse per la ricerca sono scarse ma non bisogna assegnarle più a pioggia ma sulla base della “qualità”. Il vicepremier ha parlato anche della necessità di “sburocratizzare” gli atenei per restituire ai docenti il ruolo di ricerca e didattica.

Le proteste del “Perugia social forum”, oltre che per la presenza di Fini, si sono indirizzate anche il rettore per la sua decisione di non far entrare nell/aula magna una piccola delegazione di manifestanti, per leggere un breve comunicato. Lo stesso organismo ha ritenuto “eccessiva la militarizzazione dell’Università e della città a fronte di una manifestazione totalmente pacifica ed esclusivamente dimostrativa”.

Nel tradizionale incontro col Senato accademico dopo la cerimonia d’inaugurazione, svoltosi a palazzo Donini, la presidente della Regione, Maria Rita Lorenzetti, ha ricordato al rettore, al corpo docente e a una rappresentanza degli studenti, “l’interesse della Regione per un’Università forte. La ricerca – ha detto – è elemento strategico per la competitività territoriale, soprattutto in una regione piccola come l’Umbria, dove la qualità deve essere parametro fondamentale per conseguire lo sviluppo”.

Maria Rita Lorenzetti ha auspicato che sia stretta la collaborazione tra Regione e Università: “su questo terreno – ha detto – possiamo fare di più e meglio, anche se un pezzo di strada l’abbiamo già fatto”.

Pastorale universitaria

Come è tradizione di alcuni decenni, esattamente dal 1958, l’ inaugurazione dell’anno accademico ha inizio nella Chiesa dell’Università, chiamata anche Cappella universitaria che fa corpo con la sede centrale storica dell/’Università stessa. Quest’anno ha celebrato l’arcivescovo Mons Giuseppe Chiaretti assistito dai responsabili della pastorale universitaria don Elio Bromuri e padre Pietro Messa. La chiesa era gremita e vi erano rappresentate tutte le componenti del mondo universitario. Una celebrazione intensamente partecipata anche per il gesto di carità che è stato compiuto raccogliendo una somma per studenti bisognosi.

Nell’omelia sui testi liturgici del giorno che avevano per tema la sapienza e lo scandalo dei piccoli il celebrante mons. Chiaretti ha avuto modo di approfondire il senso e le condizioni della vera sapienza che non è fatta di sofismi che allontanano la mente dalla verità e di richiamare a quei comportamenti morali che sono coerenti con la ricerca del vero e del bene propria di coloro che esercitano la professione intellettuale ai massimi livelli. Il coro dell’Università magistralmente diretto dal maestro Silivestro ha animato la liturgia.

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A tre anni dal terremoto la Regione fa un bilancio https://www.lavoce.it/a-tre-anni-dal-terremoto-la-regione-fa-un-bilancio/ Sun, 24 Sep 2000 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=1006 “Non mi sento di dare né un giudizio negativo né pessimistico sulla ricostruzione” queste le parole con cui la presidente della Giunta regionale Maria Rita Lorenzetti ha aperto la conferenza stampa che si è svolta lunedì scorso a palazzo Donini a Perugia per fare il punto sulla ricostruzione a tre anni dalle prime scosse di terremoto che hanno colpito la nostra regione.Certo, ha riconosciuto, i problemi ci sono e “non vogliamo minimizzarli, ma mi sento di poter dire che anche con i provvedimenti che la Giunta ha preso a fine luglio, siamo in grado di imprimere alla ricostruzione quella accelerazione da tutti auspicata”. Per questo ha ripetuto più volte “non ci sarà nessuna proroga oltre il 30 ottobre”, per non favorire ” eccessi di furbizia”. Progettisti avvisati, dunque ma il problema non riguarda solo loro e il gran numero di incarichi che gli sono “piovuti” tra le mani, (c’è chi da solo ne ha presi addirittura 95); i problemi riguardano anche le imprese che si sono aggiudicate così tanti lavori da non essere ora in grado di gestirli; ma avvisati sono anche i proprietari di seconde case ristrutturate con i contributi pubblici: “le troppe liberatorie pervenute – ha detto la Presidente – fanno pensare all’intenzione di ottenere un canone d’affitto più redditizio” visto che l’immobile acquisterà un maggior valore rispetto a prima. “Stiamo studiando – ha continuato – una norma per fare in modo che ad occupare le seconde case siano le famiglie che escono dai container”. Intanto sono centinaia le diffide per i ritardi nella presentazione dei progetti: il 31 ottobre si saprà quale direzione prenderà la Regione. Dopo tale scadenza infatti potranno essere attivati i poteri sostitutivi dei comuni nei confronti delle imprese inadempienti, e della Regione se i Comuni non agiranno. La Presidente ha inoltre voluto tranquillizzare i cittadini terremotati perché, anche in mancanza di proroghe “non ci sarà revoca di contributo” soprattutto se i ritardi sono imputabili alla difficoltà di trovare delle imprese o a carenze dei progettisti, oppure a difficoltà economiche di alcuni terremotati: punto centrale di questa ricostruzione – ha infatti continuato la Lorenzetti difendendo il modello Umbria – è quello basato sull’intervento dei privati”, soluzione che per la ricostruzione leggera si è rivelata giusta. Riferendosi ai consorzi obbligatori ha indicato i vari problemi che via via si sono evidenziati, a partire dalla diversa disponibilità economica dei singoli che spesso non sono in grado di contribuire per la parte loro spettante al costo della ricostruzione. Infine la Presidente si è detta inoltre disponibile ad attivare un confronto sull’adeguamento del prezzario in seguito all’aumento delle materie prime.

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