malawi Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/malawi/ Settimanale di informazione regionale Thu, 02 Dec 2021 17:00:30 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg malawi Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/malawi/ 32 32 Dieci giovani perugini missionari in Malawi https://www.lavoce.it/dieci-giovani-perugini-missionari-malawi/ Wed, 18 Oct 2017 15:46:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=50255

Primo giorno in Malawi, a Thondwe, a pochi chilometri da Zomba. Simone esce da Casa Perugia, scende in strada per vedere, capire dove è. Una bambina lo osserva un po’. Lui ha la pelle chiara, è alto e non parla la sua lingua. Lei è piccola (potrebbe avere 4 o 5 anni) ha la pelle scura e lo vede per la prima volta. Dopo poco gli va incontro, lo prende per mano e lo porta a vedere il suo villaggio. Nell’incontro con questa bambina Simone, uno dei dieci ragazzi che sono stati in missione a Zomba con l’associazione “Amici del Malawi” dal 17 settembre all’8 ottobre, vede riassunta tutta la sua esperienza: fiducia e accoglienza. Leggi l'articolo completo sull'edizione digitale de "La Voce"]]>

Primo giorno in Malawi, a Thondwe, a pochi chilometri da Zomba. Simone esce da Casa Perugia, scende in strada per vedere, capire dove è. Una bambina lo osserva un po’. Lui ha la pelle chiara, è alto e non parla la sua lingua. Lei è piccola (potrebbe avere 4 o 5 anni) ha la pelle scura e lo vede per la prima volta. Dopo poco gli va incontro, lo prende per mano e lo porta a vedere il suo villaggio. Nell’incontro con questa bambina Simone, uno dei dieci ragazzi che sono stati in missione a Zomba con l’associazione “Amici del Malawi” dal 17 settembre all’8 ottobre, vede riassunta tutta la sua esperienza: fiducia e accoglienza. Leggi l'articolo completo sull'edizione digitale de "La Voce"]]>
Un viaggio in Malawi alla scoperta del riscatto di una popolazione https://www.lavoce.it/un-viaggio-in-malawi-alla-scoperta-del-riscatto-di-una-popolazione/ Thu, 21 Apr 2016 09:15:36 +0000 https://www.lavoce.it/?p=46040 malawi-aprile-2016-delegazione-copiaA  venticinque anni dal riconoscimento diocesano dell’associazione “Amici del Malawi”, una delegazione perugina, guidata dal cardinale Gualtiero Bassetti, ha visitato il Paese, soffermandosi in alcune località della diocesi di Zomba, gemellata ormai da anni con Perugia. Della delegazione hanno fatto parte anche la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, l’assessore al Comune di Perugia Edi Cicchi, il presidente dell’associazione “Amici del Malawi” mons. Saulo Scarabattoli e don Alberto Veschini, parroco di Ponte Felcino.

L’arrivo in Sudafrica
L’arrivo in Malawi è stato preceduto da una visita in Sudafrica alla location di Oukasie a Brits, sconfinata periferia che collega le grandi città di Johannesburg e Pretoria. Una distesa di casupole e baracche, costruite alla rinfusa tra la vegetazione ai lati delle grandi autostrade. Lontano dagli sguardi dei visitatori e dei turisti, milioni di persone sono vissute per decenni in estrema povertà, lontano dalle zone residenziali bianche, ricche e dotate dei più moderni servizi sociali. Un’umanità nascosta e umiliata dalla prepotenza di una minoranza fortemente organizzata ed egoista.

La visita a Oukasie
A Oukasie le consacrate della Comunità di Gesù, fondata a Firenze nel 1970 da mons. Giuliano Agresti e sostenuta dal cardinale Bassetti, hanno eretto una casa di accoglienza e hanno collaborato con i padri Stimmatini in un vasto programma di evangelizzazione e promozione umana. Fin dagli anni Ottanta, in pieno regime apartheid, le giovani missionarie fiorentine hanno voluto testimoniare, con la loro presenza tra i più poveri del Sudafrica, che bianchi e neri possono convivere fraternamente anche sotto lo stesso tetto, che le discriminazioni, specie quelle razziali, sono qualcosa di antitetico alla fede e alla visione cristiana del mondo e che la convivenza tra popoli diversi è realmente possibile. La testimonianza dell’amore fraterno ha sempre suscitato ammirazione e interrogativi profondi e talvolta, purtroppo, anche sospetti da parte della polizia sudafricana, che non ha mancato in più occasioni di perquisire le loro case e arrestare per qualche tempo alcuni stimmatini particolarmente impegnati sul fronte della liberazione dal regime segregazionista. Con la fine dell’apartheid nel 1994, le cose sono radicalmente cambiate. I governi che si sono succeduti hanno varato significativi piani di sviluppo e di integrazione tra città e periferie degradate: un lavoro immenso che ancor oggi aspetta però più convinti investimenti per debellare definitivamente povertà e discriminazione, economica in questo caso.

La visita a Soweto
Il momento più coinvolgente in Sudafrica si è avuto nella vicina township di Soweto con la visita ai luoghi della lotta contro l’apartheid; il cardinale ha celebrato la messa nella storica chiesa di Regina Mundi, teatro nel 1976 di scontri tra studenti di colore e polizia del regime. Ancor oggi, in alcune vetrate si vedono i buchi dei proiettili e la pietra dell’altare spezzata dai poliziotti con il calcio dei fucili.
Chi visita il Sudafrica ricava l’impressione di un Paese ancora alla ricerca di un equilibrio di convivenza tra le diverse componenti della società. A sentirsi emarginati adesso sono i bianchi, molti dei quali licenziati dagli impieghi pubblici per far posto ai cittadini di colore. In tale contesto le chiese cristiane e i missionari svolgono un prezioso servizio di pacificazione, perché, oltre alla normale convivenza, si possa arrivare ad una vera e propria concordia nazionale.

L’arrivo in Malawi
Il Malawi, seconda meta del viaggio, è uno dei paesi più poveri del mondo. Il legame risale alla fine degli anni Ottanta quando si incontrarono il parroco di Ponte Felcino, don Gino Vicarelli, e il sacerdote missionario padre Duccio Stefani. Da quell’amicizia si è sviluppato un rapporto di collaborazione che ha visto prima l’impegno dell’associazione “Amici del Malawi” e poi dell’archidiocesi intera. Nel tempo le opere di carità e di promozione umana si sono moltiplicate, arrivando a due ospedali (notevole il reparto maternità), dispensari sanitari, cinque asili infantili e un politecnico. Dall’incontro della delegazione perugina con il nuovo vescovo di Zomba, mons. George Tambala, è scaturito l’impegno di incentivare la collaborazione, soprattutto per qualificare sempre più le opere avviate. L’assistenza alle donne prima, durante e dopo la maternità è di fondamentale importanza in un Paese dove la popolazione cresce a ritmi vertiginosi e l’indice di natalità è molto alto.
Promiscuità e senso labile dei legami familiari hanno portato però il Malawi ad avere il 10% della popolazione sieropositiva. L’Aids rappresenta oggi una vera e propria piaga per un Paese privo di mezzi e strutture sanitarie adeguate. L’ospedale di Chipini, realizzato vent’anni fa dall’associazione “Amici del Malawi”, è divenuto in parte un centro di assistenza per i bambini sieropositivi, che ricevono aiuto dalle organizzazioni umanitarie occidentali.
È la stratificazione sociale a segnare la vita del Malawi: si passa da zone cittadine altamente tecnologizzate, come Blantyre e Lilongwe, dove il livello di vita può essere anche più che benestante, agli sperduti villaggi della savana, dove ogni tecnologia scompare o diventa inutile, in assenza di energia elettrica e segnali radio, e dove la povertà regna sovrana. È a questi ultimi che è diretto l’aiuto della comunità perugina.

Gli ospedali e gli asili
Gli ospedali e gli asili sono stati costruiti nelle zone più povere, là dove c’era effettivamente bisogno e l’assenza delle strutture statali era quasi totale. Assicurare un minimo di assistenza sanitaria e favorire la crescita e l’educazione dei bambini è stato il tratto essenziale dell’impegno perugino in Malawi. Le decine e decine di volontari che ogni anno si recano a Zomba, facendo base a Casa Perugia, sperimentano tutta l’importanza e l’efficacia della solidarietà umana e ritornano con una gerarchia di valori e priorità assolutamente diversa da quella dei Paesi del mondo ricco.

I giovani
I giovani sono la vera speranza di questo piccolo e bellissimo Paese dell’Africa australe. Nelle celebrazioni liturgiche presiedute dal cardinale Bassetti a Mayaka e a Blantyre sono stati presenti in massa e hanno animato la liturgia con i canti e le danze tradizionali.
Dalla visita si è ben compreso che il salto di qualità attuabile con la cooperazione tra le due diocesi e il volontariato perugino risiede tutto nella capacità, non soltanto di assistere adeguatamente quelle care popolazioni, ma di aiutarle a divenire sempre più capaci di saper provvedere al proprio destino, di prendere in mano la propria storia e trasformare una situazione di estrema precarietà in occasione di riscatto e di crescita personale e comunitaria. Una sfida assai dura, ma non impossibile, che si basa soprattutto sul cambio di mentalità, proprio là dove i legami ancestrali e il senso del tempo non si combinano affatto con le esigenze della modernità. Citando san Giovanni Paolo II, il cardinale Bassetti ha esortato i giovani malawiani a “guardare alla vita come ad un’opportunità di conversione, un’opportunità attraverso cui il Signore parla e chiede il contributo di tutti al benessere della Nazione e del suo popolo in maniera nuova, profonda e duratura”.

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Un appello per le popolazioni del Malawi https://www.lavoce.it/un-appello-per-le-popolazioni-del-malawi/ Thu, 10 Mar 2016 17:20:43 +0000 https://www.lavoce.it/?p=45671 L'ospedale di Pirimiti in Malawi nato dalla collaborazione delle diocesi di Perugia e di Zomba
L’ospedale di Pirimiti in Malawi nato dalla collaborazione delle diocesi di Perugia e di Zomba

Anche questo gennaio ho avuto la fortuna di poter passare una ventina di giorni in Malawii. Anzi, più che una fortuna  è stata, ancora una volta,una straordinaria grazia-dono di Dio; perché è stato un tempo per fare una profonda  riflessione sul valore vero della mia vita (a confronto con la dura esperienza di quella gente, comunque serena, pacifica e paziente la vita di quassù appare sotto tutta un’altra luce) e per sperimentare (e capire) con il mio quotidiano lavoro manuale (sotto un sole cocente) chi, al lavoro, suda e suda sul serio, giorno dopo giorno.

Sono stati venti giorni passati quasi totalmente dentro l’ospedale di Pirimiti. Venti giorni che mi sono serviti per sperimentare, da vicino, quello che qui si fa, giorno dopo giorno, a favore di tanta gente: visite mediche, analisi, medicazioni, cure dentistiche e soprattutto assistenza ai parti (ne avvengono  circa 2400 all’anno; c’è anche una sala operatoria ben attrezzata!!!), come anche incontri di formazione, biblioteca, manutenzione degli stabili e cura degli spazi esterni (che piano piano stanno diventando un bel giardino; con tanto di alberi piantati in occasione della ‘festa degli alberi’; che noi abbiamo abbandonata nonostante tante  blaterazioni di ecologisti da strapazzo!!!).

Ma, venti giorni che stavolta mi sono serviti soprattutto per partecipare a tre meravigliose esperienze che si stanno realizzando grazie alla dedizione attenta e generosa di Zahara, la ‘nostra’ direttrice d’ospedale. Attività svolte in modo assolutamente gratuito e grazie anche alla disponibilità di un personale ospedaliero per lo più generoso e attento (pur con le normali-logiche eccezioni!).

1. L’attenzione e la cura, in forma assolutamente gratuita, a favore di bambini con gravi problemi di denutrizione e malnutrizione. Bambini che vengono accolti ogni venerdì (a gruppi di circa 60 per un totale di circa 40 al mese) e visitati e pesati; mentre i genitori sono istruiti sulle regole fondamentali igienico-sanitari e poi dotati di cibi specifici, sufficienti per un mese.

2. La visita settimanale da parte della clinica mobile che va nei vari villaggi per le visite, le vaccinazioni, le cure, la distribuzione di medicine per tutti quei bambini che non possono venire all’ospedale.

3. L’attenzione e l’aiuto a circa 50 famiglie individuate, su indicazione dei capovillaggio, nei villaggi vicini, come particolarmente bisognose; o in base alla povertà o in base all’età, o in base alla salute, o in base ad altre problematiche familiari. Famiglie alle quali sarà distribuito un sacco da 50kg di granoturco a scadenza bimensile fino al prossimo mese di giugno. Purtroppo, però, quest’anno ci saranno ancora più problemi a causa di una straordinaria siccità. In questa stagione delle piogge, invece dei normali 800/900 mm, è caduta solo circa 40 mm di pioggia; per cui non ci sarà quasi nessun raccolto: di mais, patate, fagioli, zucche…ed ogni altro prodotto locale. Il 3 di febbraio abbiamo acquistato il mais (corrispondente al nostro grano) in Mozambico, pagandolo oltre 33 euro al q.! (stipendio medio di oltre un mese!!); e se pensiamo che il mais aumenterà di prezzo e le famiglie bisognose di numero…!!

E allora…non posso che farvi un appello; come singoli, come gruppi di amici, come istituzioni, come parrocchie… per favore, non li abbandoniamo! Lo so che anche noi abbiamo un sacco di problemi; ma, credetemi, i loro sono più gravi dei nostri!!! E, lo sappiamo tutti per esperienza personale, quando abbiamo donato qualcosa a chi ha bisogno ne proviamo grande gioia! Già quaggiù; In attesa di quella che Dio ci donerà lassù!

La quaresima è una buona occasione per donare e provare questa gioia! per me, per te, per tutti.

Ccp. N. 25939869 ass.amici del malawi

Bonifico bancario: cassa di risparmio di fano – ass. amici del malawi- IBAN:  I /  IT / 90 / I 0614503001000003000735

La forma? Una qualsiasi;  a libera scelta. Basta farlo!! Grazie.

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AMICI DEL MALAWI. Il nuovo vescovo di Zomba, mons. Tambala, li ha incontrati a Perugia https://www.lavoce.it/amici-del-malawi-il-nuovo-vescovo-di-zomba-mons-tambala-li-ha-incontrati-a-perugia/ Thu, 05 Nov 2015 17:16:16 +0000 https://www.lavoce.it/?p=44208 Tambala-cmyk
Mons. George Desmond Tambala

Il 31 ottobre presso villa Sacro Cuore a Perugia il card. Gualtiero Bassetti ha presentato al Consiglio direttivo dell’associazione Amici del Malawi il nuovo vescovo della diocesi di Zomba, gemellata da lungo tempo con quella di Perugia. È mons. George Desmond Tambala, finora “definitore generale” dei Carmelitani Scalzi in Africa.

Il neo-vescovo ha volentieri raccolto l’invito del Cardinale e degli “Amici” a una proficua collaborazione per il sostegno ai progetti che la stessa associazione di volontariato, insieme ai benefattori, sta portando avanti per aiutare i nostri fratelli della terra africana.

Mons. George Desmond Tambala è nato l’11 novembre 1968 nella diocesi di Zomba. È entrato nei Carmelitani Scalzi nel 1990, emettendo quindi la professione solenne dei voti nel 1995 nel Carmelo del Malawi, ed è stato ordinato sacerdote l’anno successivo. Questo in breve il suo ricco curriculum: vicario parrocchiale a Kapiri, nell’arcidiocesi di Lilongwe; studi in Spagna – Avila e Vitoria – per la licenza (specializzazione) in Teologia; maestro dei postulanti e docente di Spiritualità presso il Seminario inter-congregazionale di Balaka; superiore e delegato provinciale dei Carmelitani Scalzi in Malawi e vice direttore del Centro di spiritualità “San Giovanni della Croce” a Nyungwe-Blantyre; definitore dei Carmelitani Scalzi, incaricato dell’Africa e del Madagascar. L’ordinazione episcopale è prevista per gennaio 2016.

 

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Quei giovani arrivati da lontano https://www.lavoce.it/quei-giovani-arrivati-da-lontano/ Thu, 05 Nov 2015 12:22:36 +0000 https://www.lavoce.it/?p=44204 Malawi-3-cmykUn gruppo di sei giovani missionari, accompagnati da don Marco Briziarelli, è stato dal 14 settembre al 5 ottobre nella diocesi di Zomba, gemellata con Perugia, per un’esperienza promossa dalla Pastorale Giovanile diocesana e dall’associazione onlus Amici del Malawi che gestisce la missione stessa. Don Marco e Maria Serena Baldoni descrivono la realtà e l’esperienza vissuta immaginando che a raccontarla sia una donna del villaggio nel quale sono stati accolti.

***

Zomba, sono le 5.30 di mattina, un nuovo giorno ha inizio: ringrazio Dio per avermelo donato. Avrò 12 ore di sole e 12 ore di buio, ma il tempo sarà scandito solo dai colori che il sole mi dona! Salgo subito al monte, affastello la legna, la carico in equilibrio sulla testa e inizio la discesa. Posso caricarne fino a 80 kg. Le strade secondarie sono impervie, sulla grande strada c’è la polizia che tassa la legna: non ce lo possiamo permettere, ma il fuoco serve per cucinare almeno un pasto ai nostri figli, o per cuocere mattoni, altrimenti le case sarebbero solo di fango e canne.

Scendono con me uomini e ragazzini con tronchi interi di alberi. Ogni tanto vediamo lungo la strada dei bianchi, spesso giovani missionari, che hanno deciso di intraprendere un lungo viaggio per donarci un po’ della loro esperienza. Arrivano in punta di piedi rispettando la nostra cultura così lontana dalla loro. Spesso – ci raccontano – ricevono da noi l’aiuto per vivere una vita in maniera più piena.

Le loro visite non ci fanno sentire soli, per noi è davvero una felicità renderli partecipi della nostra quotidianità fatta di saluti sorridenti, danze, buon cibo, una natura colorata e profumata. Il sorriso non mi manca mai verso questi giovani venuti da lontano. Percepisco che il loro desiderio è forse anche quello di salvarci da ciò che per loro può sembrare un niente. Il loro aiuto è molto concreto.

Arrivano con pacchi carichi di vestiti, per noi e per i nostri figli, di medicine, di cibo. Condividono con noi giornate di lavoro per migliorare le nostre condizioni di vita soprattutto quelle sanitarie. Ogni settimana dal Solomeo Pirimiti Hospital la clinica mobile ci raggiunge nei villaggi per il controllo-peso dei nostri bimbi e per le vaccinazioni.

Il nostro mondo, già così pieno di colori, si riempie di quelli con cui i missionari rallegrano i luoghi dove condividiamo la vita. Così la sala parto, dove ho dato alla luce i miei figli, è abbellita dai loro disegni e da parole di ringraziamento. Zikomo campeggia sulle pareti. È il “grazie” che noi rivolgiamo al loro essersi voluti “scomodare” per un incontro con un Altro che a molti fa paura, ed è il “grazie” che loro rivolgono a noi per averli resi partecipi della nostra vita, più essenziale della loro, ma per questo celebrata con sentimento.

Quello che noi cerchiamo di trasmettere a chi si accosta a noi è la bellezza della relazione e della condivisione. Non importa quanto produciamo in un giorno, l’importante è farlo con cuore grato. I miei figli hanno la fortuna di frequentare gli asili e le scuole che i nostri amici missionari si preoccupano di sostenere da vicino e da lontano: le strutture sono sempre pulite e colorate.

Le classi sono numerose e, grazie alla generosità di tanti, a tutti i bimbi viene assicurato un appetitoso e nutriente pasto caldo. Molti di loro sono orfani di un genitore e percorrono da soli, a piedi o in bicicletta (il nostro mezzo di trasporto più diffuso) le strade polverose. Sono socievoli, i nostri bambini, curiosi, felici di incontrare questi giovani. Questo stupisce e interroga i missionari, che forse si aspettavano di trovare una sofferenza gridata ma si trovano davanti “solo” dei sorrisi da dover custodire.

Mentre i miei figli sono a scuola posso frequentare il corso di cucito al Politecnico di Thondwe dove riesco ad apprendere un mestiere che forse riuscirà a far studiare i miei bambini alle scuole secondarie e magari all’Università di Lilongwe. Al Politecnico ci sono corsi per carpentieri, agricoltori e falegnami.

L’anno scorso, dopo due anni di buon raccolto, in primavera una pioggia fortissima ha spazzato via tutto. Qualcuno di noi vive ancora in tenda perché non è riuscito a ricostruire la propria casa. Questo però non ci impedisce di ringraziare il Signore per quanto ci dà da vivere.

Ai miei figli auguro di mantenere la solarità e la gratuità che questa vita, dove niente è scontato e tutto è dono, gli ha insegnato. Chiedo a questi giovani missionari di custodire con amore quanto visto e di raccontarlo ai loro amici, perché un giorno si possa vivere senza troppe disuguaglianze ma con un unico cuore rivolto al Bene.

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“Dalla parte dei poveri” https://www.lavoce.it/dalla-parte-dei-poveri/ Thu, 15 Oct 2015 14:09:35 +0000 https://www.lavoce.it/?p=43903 Foto di gruppo dei giovani che hanno partecipato alla missione in Malawi
Foto di gruppo dei giovani che hanno partecipato alla missione in Malawi

Come ogni anno, a Perugia, tappa importante del cammino formativo del mese dell’“Ottobre missionario” è la “Veglia diocesana” che coinvolge giovani, famiglie e gruppi parrocchiali per riflettere sul valore della missionarietà. La Veglia di quest’anno si svolge venerdì 16 ottobre (ore 21), presso la parrocchia perugina di San Raffaele in Madonna Alta ed è presieduta dal vescovo ausiliare mons. Paolo Giulietti. Canti, riflessioni, preghiere e testimonianze saranno declinate intorno al tema “Dalla parte dei poveri”, seguendo la parabola del Buon samaritano, analizzando la tematica del viaggio, dell’indifferenza e della compassione affettiva. In questa prospettiva si inserisce la testimonianza di alcuni giovani che, dal 14 settembre al 4 ottobre, hanno partecipato alla missione diocesana in Malawi, nella diocesi “gemella” di Zomba, visitando e lavorando nella realtà parrocchiale di Chipini, nell’asilo di Lisanjala e nel “Solomeo Rural Hospital” di Pirimiti. Questa importante struttura ospedaliera, lo ricordiamo, è stata realizzata alcuni anni fa attraverso un progetto di cooperazione internazionale, che ancora prosegue, promosso dall’associazione onlus “Amici del Malawi” dell’archidiocesi di Perugia-Città della Pieve e finanziato dalla Fondazione Brunello Cucinelli in Solomeo e dalla Regione Umbria. La Veglia sarà preceduta dalla “cena povera” (ore 20), momento di condivisione e solidarietà per le necessità dei fratelli del mondo. Il Centro missionario diocesano ricorda, inoltre, che il “Cammino del mese missionario” culminerà domenica 18 ottobre nella Giornata mondiale missionaria: occasione di solidarietà concreta per le necessità delle Chiese di missione nello stile della cooperazione e comunione ecclesiale, che si celebra in tutte le diocesi italiane e del mondo.

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Giubileo d’oro al passo di danza https://www.lavoce.it/giubileo-doro-al-passo-di-danza/ Fri, 02 Oct 2009 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=7885 Una delegazione dell’archidiocesi di Perugia – Città della Pieve, guidata dall’arcivescovo mons. Giuseppe Chiaretti, si è recata nei giorni scorsi in Malawi per il Golden Jubilee della diocesi di Zomba, con la quale esiste ormai un pluridecennale gemellaggio. Dopo l’evangelizzazione compiuta dai missionari cattolici all’inizio del secolo scorso, nel 1952 fu istituito il vicariato apostolico di Zomba, elevato alla dignità di diocesi il 25 aprile 1959. Le celebrazioni per il “giubileo d’oro” sono iniziate il 19 settembre con una solenne eucaristia all’aperto nel parco di un grande collegio cattolico, alla presenza di molti vescovi, delle autorità dello Stato e di migliaia di persone.

Sabato 26, nella cattedrale del Sacro Cuore di Zomba, s’è svolto il giubileo dei giovani: una liturgia vivace, ricca di canti e danze. Domenica 27 l’atto conclusivo, con la concelebrazione durante la quale il vescovo di Zomba mons. Thomas Msusa e mons. Giuseppe Chiaretti hanno impartito il sacramento della confermazione a circa 200 giovani delle parrocchie della diocesi. La cattedrale era strapiena; danze e canti hanno scandito la lunga celebrazione (quasi quattro ore), con due processioni offertoriali: quella liturgica, prima della consacrazione, e quella caritativa durante la quale sono stati portati all’altare doni riservati al vescovo e ai suoi sacerdoti. Dai villaggi sono arrivati in chiesa: capretti, polli, sacchi di farina e di riso, pane, cibarie e soldi. Una sfilata interminabile accompagnata dal ritmo dei tamburi e della pianola.

Il viaggio in Malawi per il giubileo della diocesi ha fornito a mons. Chiaretti e alla delegazione perugina l’occasione per visitare le varie strutture caritative realizzate e sostenute dall’archidiocesi e dall’associazione Amici del Malawi: il nuovo Politecnico di Thondwe, bello e spazioso ma ancora non operante; l’asilo di Chalera, che accoglie una cinquantina di bambini, molti dei quali orfani; il piccolo poliambulatorio di Zilindi, alla periferia di Zomba, ancora senza energia elettrica; l’asilo di Lisanjala e il nuovo grande ospedale “Solomeo Rural Hospital” di Pirimiti per partorienti, che è ancora in costruzione. L’aiuto di Perugia alla diocesi di Zomba è cospicuo e concreto, ma pur sempre una goccia d’acqua in un mare di necessità.

Il Malawi è un Paese in crescita, che vuole sollevarsi dal sottosviluppo e dalla povertà, e può farcela, anche grazie all’aiuto di tanti perugini che hanno preso a cuore la sorte di quel bellissimo Paese. A. C.

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