Madonna delle grazie Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/madonna-delle-grazie/ Settimanale di informazione regionale Wed, 21 Aug 2024 15:59:57 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg Madonna delle grazie Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/madonna-delle-grazie/ 32 32 Con la Giornata delle famiglie, conclusa la Festa diocesana della Madonna delle Grazie https://www.lavoce.it/con-la-giornata-delle-famiglie-conclusa-la-festa-diocesana-della-madonna-delle-grazie/ https://www.lavoce.it/con-la-giornata-delle-famiglie-conclusa-la-festa-diocesana-della-madonna-delle-grazie/#respond Mon, 18 Sep 2023 13:32:23 +0000 https://www.lavoce.it/?p=73393 Giornata delle famiglie

"Questa festa ci vede celebrare insieme la famiglia e la consacrazione verginale, in realtà noi facciamo memoria, innanzitutto, della Fedeltà di Dio. Il Sant’Anello è l’anello dell’Amore con cui Dio si unisce all’umanità, a ciascuno di noi in un rapporto sponsale". Così l’arcivescovo Ivan Maffeis nell’omelia pronunciata alla celebrazione eucaristica, in una gremita Cattedrale di San Lorenzo di Perugia, domenica 17 settembre, Giornata delle famiglie e conclusiva della Festa diocesana della Madonna delle Grazie, la cui icona, dipinta da un allievo del Perugino su una delle colonne della navata centrale della cattedrale, è molto venerata dai fedeli perugini e non solo, come anche il Sant’Anello, menzionato dall’arcivescovo, l’antico prezioso monile diventato nei secoli simbolo che rinvia al fatto storico del matrimonio di Maria e Giuseppe, quindi all’origine della famiglia cristiana. Concelebranti sono stati l’arcivescovo emerito, il cardinale Gualtiero Bassetti, l’arciprete della cattedrale, monsignor Fausto Sciurpa, e diversi sacerdoti impegnati nella Pastorale familiare e nella preparazione alla vita consacrata. Al centro della celebrazione, la consacrazione all’Ordo Virginum dell’insegnante Antonella Papalini e la famiglia con gli operatori dei corsi per fidanzati nei precorsi prematrimoniali e nell’accompagnamento delle coppie nei primi anni di vita matrimoniale. A loro l’arcivescovo ha rinnovato il mandato davanti all’immagine della Madonna delle Grazie, impartendogli una benedizione speciale, come anche alle famiglie presenti. Famiglie che hanno proseguito la loro Giornata (nel pomeriggio) con laboratori e momenti aggregativi e culturali, per piccoli e adulti, a cura degli addetti del Museo del Capitolo della Cattedrale.

La misura del perdono non è mai colma

Secondo la logica del mondo le due forme, famiglia e consacrazione verginale, ha evidenziato l’arcivescovo nell’omelia, sono agli antipodi ma in realtà non sono solo forme complementari, esprimono, certamente in maniera diversa, l’unica risposta che siamo chiamati a dare all’Amore gratuito con cui Dio avvolge ogni persona. "Noi viviamo alla sua Luce -ha spiegato- alla Luce di questo Amore. Come dice san Paolo: Viviamo, respiriamo e ci muoviamo in Lui. Viviamo del suo perdono e della sua misericordia che è vera, ci dice la Parola di Dio di questa domenica, nella misura in cui nell’accogliere questa misericordia diventa lo sguardo con cui interpretiamo le nostre relazioni. Quante volte devo perdonare, si chiede San Pietro. Gesù ci dice che bisogna perdonare sempre, fino a settanta volte sette, perché la misura del perdono non è mai colma».

Il perdono ricevuto motivo del perdono fraterno

Monsignor Maffeis, commentando il Vangelo, ha esortato i fedeli ad avere misericordia nei confronti del prossimo non usando due pesi e due misure nel pensare che l’indulgenza ci deve quasi essere dovuta  "Perché -ha aggiunto- quando si tratta degli altri diventiamo, a volte, duri, rigorosi, esigenti… Il Vangelo ci educa a sentire che il perdono ricevuto deve cambiare il nostro modo di pensare e di rapportarci. Il perdono ricevuto diventa il motivo, la misura del perdono fraterno".

Bisogno come del pane quotidiano

"Sappiamo come in tutte le nostre famiglie -ha ricordato l’arcivescovo- è proprio il perdono quello che riavvia anche le relazioni ferite. Noi viviamo di quel perdono che tante volte passa attraverso uno sguardo, un gesto, una rinnovata disponibilità. Di questo perdono noi abbiamo bisogno come del pane quotidiano, ma questo perdono diventa tale nella misura in cui proprio come il pane lo sappiamo condividere, spezzare, donare … Ci sono tanti papà, tante mamme, tanti sposi che ne sanno più di me al riguardo. Non stanchiamoci di perdonarci, anche di chiederci scusa, ma soprattutto l’esperienza dell’incontro con la Misericordia di Dio, che prende volto in Gesù Cristo, ci porti ad essere persone che sanno fare anche per primi il passo".

L’Anello, sigillo della fedeltà al Signore

"La memoria di questa Misericordia infinita di Dio -ha auspicato monsignor Maffeis- diventi risposta di vita. Il nostro cuore sarà il vero Sant’Anello, sarà la parte che completa la metà di Dio. Sarà quell’anello che ci unisce alla nostra sposa, al nostro sposo, Antonella (rivolgendosi alla neo consacrata), quell’Anello che sigilla in noi la fedeltà al Signore". L’arcivescovo, avviandosi alla conclusione, ha rivolto preghiere e ringraziati al Signore, in modo particolare, «per chi è chiamato a curare la formazione degli sposi, perché trova tempo, modo ed energie per accompagnare e sostenere la famiglia "Oltre a chiedere di pregare il Signore -ha auspicato- per le vocazioni alla vita consacrata di cui Antonella è segno con la sua vita, il suo lavoro e con la fraternità che la lega alle altre membra dell’Ordo Virginum".

Breve nota biografica di Antonella Papalini

Antonella Papalini è l’undicesima donna consacrata all’Ordo Virginum dell’Archidiocesi di Perugia Città della Pieve, la ventunesima delle otto Diocesi dell’Umbria.

La Parola di Dio salva e guarisce

"Sono nata -racconta- cresciuta e vivo in una frazione a Nord del comune di Marsciano, Spina, ed ho 59 anni. Sono un’insegnante di religione cattolica della scuola primaria nei luoghi dove abito. La mia famiglia mi ha educato fin da piccola ai principi della fede cristiana, con al centro l’Eucarestia domenicale… La mia chiamata nell’Ordo Virginum è un dono immeritato che raggiunge la mia persona nell’umanità sempre bisognosa di redenzione: essa ha origine nella grazia di Dio che con tenerezza e misericordia ha agito nella mia vita. Scoprire che Dio è Fedele alla sua Parola, che ti Ama nonostante il tuo peccato, le tue paure, le tue fragilità, mi dà la possibilità di vivere il Battesimo in modo più profondo, scoprendo che la Parola di Dio è una parola che salva, guarisce".

Un approfondimento della chiamata nell’Ordo Virginum di Antonella Papalini, con fotogallery della sua consacrazione, è consultabile-scaricabile al link:  La Giornata delle famiglie ha concluso la Festa diocesana della Madonna delle Grazie – Diocesi Perugia

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Giornata delle famiglie

"Questa festa ci vede celebrare insieme la famiglia e la consacrazione verginale, in realtà noi facciamo memoria, innanzitutto, della Fedeltà di Dio. Il Sant’Anello è l’anello dell’Amore con cui Dio si unisce all’umanità, a ciascuno di noi in un rapporto sponsale". Così l’arcivescovo Ivan Maffeis nell’omelia pronunciata alla celebrazione eucaristica, in una gremita Cattedrale di San Lorenzo di Perugia, domenica 17 settembre, Giornata delle famiglie e conclusiva della Festa diocesana della Madonna delle Grazie, la cui icona, dipinta da un allievo del Perugino su una delle colonne della navata centrale della cattedrale, è molto venerata dai fedeli perugini e non solo, come anche il Sant’Anello, menzionato dall’arcivescovo, l’antico prezioso monile diventato nei secoli simbolo che rinvia al fatto storico del matrimonio di Maria e Giuseppe, quindi all’origine della famiglia cristiana. Concelebranti sono stati l’arcivescovo emerito, il cardinale Gualtiero Bassetti, l’arciprete della cattedrale, monsignor Fausto Sciurpa, e diversi sacerdoti impegnati nella Pastorale familiare e nella preparazione alla vita consacrata. Al centro della celebrazione, la consacrazione all’Ordo Virginum dell’insegnante Antonella Papalini e la famiglia con gli operatori dei corsi per fidanzati nei precorsi prematrimoniali e nell’accompagnamento delle coppie nei primi anni di vita matrimoniale. A loro l’arcivescovo ha rinnovato il mandato davanti all’immagine della Madonna delle Grazie, impartendogli una benedizione speciale, come anche alle famiglie presenti. Famiglie che hanno proseguito la loro Giornata (nel pomeriggio) con laboratori e momenti aggregativi e culturali, per piccoli e adulti, a cura degli addetti del Museo del Capitolo della Cattedrale.

La misura del perdono non è mai colma

Secondo la logica del mondo le due forme, famiglia e consacrazione verginale, ha evidenziato l’arcivescovo nell’omelia, sono agli antipodi ma in realtà non sono solo forme complementari, esprimono, certamente in maniera diversa, l’unica risposta che siamo chiamati a dare all’Amore gratuito con cui Dio avvolge ogni persona. "Noi viviamo alla sua Luce -ha spiegato- alla Luce di questo Amore. Come dice san Paolo: Viviamo, respiriamo e ci muoviamo in Lui. Viviamo del suo perdono e della sua misericordia che è vera, ci dice la Parola di Dio di questa domenica, nella misura in cui nell’accogliere questa misericordia diventa lo sguardo con cui interpretiamo le nostre relazioni. Quante volte devo perdonare, si chiede San Pietro. Gesù ci dice che bisogna perdonare sempre, fino a settanta volte sette, perché la misura del perdono non è mai colma».

Il perdono ricevuto motivo del perdono fraterno

Monsignor Maffeis, commentando il Vangelo, ha esortato i fedeli ad avere misericordia nei confronti del prossimo non usando due pesi e due misure nel pensare che l’indulgenza ci deve quasi essere dovuta  "Perché -ha aggiunto- quando si tratta degli altri diventiamo, a volte, duri, rigorosi, esigenti… Il Vangelo ci educa a sentire che il perdono ricevuto deve cambiare il nostro modo di pensare e di rapportarci. Il perdono ricevuto diventa il motivo, la misura del perdono fraterno".

Bisogno come del pane quotidiano

"Sappiamo come in tutte le nostre famiglie -ha ricordato l’arcivescovo- è proprio il perdono quello che riavvia anche le relazioni ferite. Noi viviamo di quel perdono che tante volte passa attraverso uno sguardo, un gesto, una rinnovata disponibilità. Di questo perdono noi abbiamo bisogno come del pane quotidiano, ma questo perdono diventa tale nella misura in cui proprio come il pane lo sappiamo condividere, spezzare, donare … Ci sono tanti papà, tante mamme, tanti sposi che ne sanno più di me al riguardo. Non stanchiamoci di perdonarci, anche di chiederci scusa, ma soprattutto l’esperienza dell’incontro con la Misericordia di Dio, che prende volto in Gesù Cristo, ci porti ad essere persone che sanno fare anche per primi il passo".

L’Anello, sigillo della fedeltà al Signore

"La memoria di questa Misericordia infinita di Dio -ha auspicato monsignor Maffeis- diventi risposta di vita. Il nostro cuore sarà il vero Sant’Anello, sarà la parte che completa la metà di Dio. Sarà quell’anello che ci unisce alla nostra sposa, al nostro sposo, Antonella (rivolgendosi alla neo consacrata), quell’Anello che sigilla in noi la fedeltà al Signore". L’arcivescovo, avviandosi alla conclusione, ha rivolto preghiere e ringraziati al Signore, in modo particolare, «per chi è chiamato a curare la formazione degli sposi, perché trova tempo, modo ed energie per accompagnare e sostenere la famiglia "Oltre a chiedere di pregare il Signore -ha auspicato- per le vocazioni alla vita consacrata di cui Antonella è segno con la sua vita, il suo lavoro e con la fraternità che la lega alle altre membra dell’Ordo Virginum".

Breve nota biografica di Antonella Papalini

Antonella Papalini è l’undicesima donna consacrata all’Ordo Virginum dell’Archidiocesi di Perugia Città della Pieve, la ventunesima delle otto Diocesi dell’Umbria.

La Parola di Dio salva e guarisce

"Sono nata -racconta- cresciuta e vivo in una frazione a Nord del comune di Marsciano, Spina, ed ho 59 anni. Sono un’insegnante di religione cattolica della scuola primaria nei luoghi dove abito. La mia famiglia mi ha educato fin da piccola ai principi della fede cristiana, con al centro l’Eucarestia domenicale… La mia chiamata nell’Ordo Virginum è un dono immeritato che raggiunge la mia persona nell’umanità sempre bisognosa di redenzione: essa ha origine nella grazia di Dio che con tenerezza e misericordia ha agito nella mia vita. Scoprire che Dio è Fedele alla sua Parola, che ti Ama nonostante il tuo peccato, le tue paure, le tue fragilità, mi dà la possibilità di vivere il Battesimo in modo più profondo, scoprendo che la Parola di Dio è una parola che salva, guarisce".

Un approfondimento della chiamata nell’Ordo Virginum di Antonella Papalini, con fotogallery della sua consacrazione, è consultabile-scaricabile al link:  La Giornata delle famiglie ha concluso la Festa diocesana della Madonna delle Grazie – Diocesi Perugia

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Un anno fa la comunità diocesana accoglieva il nuovo pastore, don Ivan Maffeis https://www.lavoce.it/un-anno-fa-la-comunita-diocesana-accoglieva-il-suo-nuovo-pastore-don-ivan-maffeis/ https://www.lavoce.it/un-anno-fa-la-comunita-diocesana-accoglieva-il-suo-nuovo-pastore-don-ivan-maffeis/#respond Mon, 11 Sep 2023 13:33:29 +0000 https://www.lavoce.it/?p=73267 ordinazione don ivan maffeis

È trascorso un anno da quando, l’11 settembre 2022, l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve monsignor Ivan Maffeis riceveva l’ordinazione episcopale nella Cattedrale di San Lorenzo e contestualmente prendeva possesso canonico dell’Archidiocesi Metropolitana, dopo essere stato nominato da Papa Francesco il 16 luglio precedente.

Il ricordo della prima giornata

Monsignor Ivan Maffeis ha fatto ingresso nella comunità diocesana perugino-pievese intorno alle dieci del mattino di domenica 11, raccogliendosi in preghiera nella chiesa dell’antica abbazia di San Salvatore in Montecorona, nel comune di Umbertide. Ai fedeli presenti ha rivolto loro queste parole rimaste impresse nel cuore del parroco di Montecorona, monsignor Renzo Piccioni Pignani: "Come ci dice il Santo Padre: pregate per me, pregate gli uni per gli altri. E in questo primo anno in tanti abbiamo accompagnato con la preghiera i primi passi del pastore Ivan in mezzo a noi, non facendogli mancare anche la nostra vicinanza umana e il sostegno pastorale sia di sacerdoti, religiosi, religiose e diaconi sia di laici impegnati a livello diocesano e parrocchiale".

L’incontro con i giovani e la Caritas

Dopo la sosta a Montecorona, don Ivan ha incontrato i giovani della diocesi, presso il complesso dell’Unita pastorale San Giovanni Paolo II in Prepo-Ponte della Pietra-San Faustino, e successivamente ha visitato il Villaggio della Carità-Sorella Provvidenza di Perugia, pranzando con ospiti e volontari della Mensa Caritas Don Gualtiero.

Una giornata indimenticabile per don Ivan Maffeis

È stata quella dell’11 settembre 2022 non solo per monsignor Maffeis e la comunità diocesana in festa nell’accogliere il suo nuovo pastore, ma i tanti fedeli umbri, trentini (suoi conregionali) e non solo, giunti a Perugia per la circostanza; giornata culminata con la celebrazione dell’ordinazione episcopale in cattedrale preceduta dall’incontro e scambio di saluti con i rappresentanti delle Istituzioni civili sulla loggia del Palazzo dei Priori.

Comunità in festa nel segno di Maria

La comunità diocesana è chiamata a raccogliersi attorno al suo pastore Ivan, per questa significativa ricorrenza, martedì 12 settembre, alle ore 18, nella Cattedrale di San Lorenzo, giorno in cui la Chiesa fa memoria liturgica del Nome di Maria e a Perugia si celebra la Festa della Madonna delle Grazie, la cui splendida e venerata icona è stata dipinta da un allievo del Perugino su una delle colonne della cattedrale. Quest’anno la festa mariana proseguirà con una serie di eventi religiosi e culturali che termineranno domenica 17 (il programma dettagliato è consultabile-scaricabile sul sito diocesano, al link: Madonna delle Grazie, una festa speciale per il primo anno di episcopato di monsignor Maffeis – Diocesi Perugia).

Il conferimento del pallio

In tale circostanza a monsignor Ivan Maffeis verrà conferito il pallio degli arcivescovi metropoliti dal Nunzio apostolico in Italia, monsignor Emil Paul Tscherring, in rappresentanza del Santo Padre, durante la solenne concelebrazione eucaristica di martedì 12 settembre (alle ore 18) a cui parteciperanno anche i vescovi delle Diocesi suffraganee della Metropolia (Assisi, Città di Castello, Foligno e Gubbio). Il conferimento-imposizione del pallio (che gli è stato consegnato dal Papa dopo averlo benedetto, nella Basilica di San Pietro, lo scorso 29 giugno), dal 2015, non viene più conferito all’arcivescovo dallo stesso Pontefice, ma da un suo rappresentante al fine di favorire la partecipazione, nella cerimonia liturgica da tenersi in diocesi, dei vescovi suffraganei e del popolo di Dio e così aiutare alla comprensione e valorizzazione della sacra insegna.

Segno di una profonda comunione

Il pallio è una stretta fascia di stoffa, larga circa cinque centimetri, tessuta in lana bianca, incurvata al centro così da poterlo appoggiare alle spalle sopra la casula e con due lembi neri pendenti davanti e dietro da ricordare la lettera Y, decorato con sei croci nere di seta e guarnito ambo i lati con tre spille dorate. A spiegare il suo significato è lo stesso monsignor Maffeis: "Il pallio è un segno di una profonda comunione con il Santo Padre; da una parte, è un richiamo a vivere questa comunione e, dall’altra, è anche un dono che accolgo come segno di Chiesa, quindi con un respiro di riconoscenza e di responsabilità".]]>
ordinazione don ivan maffeis

È trascorso un anno da quando, l’11 settembre 2022, l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve monsignor Ivan Maffeis riceveva l’ordinazione episcopale nella Cattedrale di San Lorenzo e contestualmente prendeva possesso canonico dell’Archidiocesi Metropolitana, dopo essere stato nominato da Papa Francesco il 16 luglio precedente.

Il ricordo della prima giornata

Monsignor Ivan Maffeis ha fatto ingresso nella comunità diocesana perugino-pievese intorno alle dieci del mattino di domenica 11, raccogliendosi in preghiera nella chiesa dell’antica abbazia di San Salvatore in Montecorona, nel comune di Umbertide. Ai fedeli presenti ha rivolto loro queste parole rimaste impresse nel cuore del parroco di Montecorona, monsignor Renzo Piccioni Pignani: "Come ci dice il Santo Padre: pregate per me, pregate gli uni per gli altri. E in questo primo anno in tanti abbiamo accompagnato con la preghiera i primi passi del pastore Ivan in mezzo a noi, non facendogli mancare anche la nostra vicinanza umana e il sostegno pastorale sia di sacerdoti, religiosi, religiose e diaconi sia di laici impegnati a livello diocesano e parrocchiale".

L’incontro con i giovani e la Caritas

Dopo la sosta a Montecorona, don Ivan ha incontrato i giovani della diocesi, presso il complesso dell’Unita pastorale San Giovanni Paolo II in Prepo-Ponte della Pietra-San Faustino, e successivamente ha visitato il Villaggio della Carità-Sorella Provvidenza di Perugia, pranzando con ospiti e volontari della Mensa Caritas Don Gualtiero.

Una giornata indimenticabile per don Ivan Maffeis

È stata quella dell’11 settembre 2022 non solo per monsignor Maffeis e la comunità diocesana in festa nell’accogliere il suo nuovo pastore, ma i tanti fedeli umbri, trentini (suoi conregionali) e non solo, giunti a Perugia per la circostanza; giornata culminata con la celebrazione dell’ordinazione episcopale in cattedrale preceduta dall’incontro e scambio di saluti con i rappresentanti delle Istituzioni civili sulla loggia del Palazzo dei Priori.

Comunità in festa nel segno di Maria

La comunità diocesana è chiamata a raccogliersi attorno al suo pastore Ivan, per questa significativa ricorrenza, martedì 12 settembre, alle ore 18, nella Cattedrale di San Lorenzo, giorno in cui la Chiesa fa memoria liturgica del Nome di Maria e a Perugia si celebra la Festa della Madonna delle Grazie, la cui splendida e venerata icona è stata dipinta da un allievo del Perugino su una delle colonne della cattedrale. Quest’anno la festa mariana proseguirà con una serie di eventi religiosi e culturali che termineranno domenica 17 (il programma dettagliato è consultabile-scaricabile sul sito diocesano, al link: Madonna delle Grazie, una festa speciale per il primo anno di episcopato di monsignor Maffeis – Diocesi Perugia).

Il conferimento del pallio

In tale circostanza a monsignor Ivan Maffeis verrà conferito il pallio degli arcivescovi metropoliti dal Nunzio apostolico in Italia, monsignor Emil Paul Tscherring, in rappresentanza del Santo Padre, durante la solenne concelebrazione eucaristica di martedì 12 settembre (alle ore 18) a cui parteciperanno anche i vescovi delle Diocesi suffraganee della Metropolia (Assisi, Città di Castello, Foligno e Gubbio). Il conferimento-imposizione del pallio (che gli è stato consegnato dal Papa dopo averlo benedetto, nella Basilica di San Pietro, lo scorso 29 giugno), dal 2015, non viene più conferito all’arcivescovo dallo stesso Pontefice, ma da un suo rappresentante al fine di favorire la partecipazione, nella cerimonia liturgica da tenersi in diocesi, dei vescovi suffraganei e del popolo di Dio e così aiutare alla comprensione e valorizzazione della sacra insegna.

Segno di una profonda comunione

Il pallio è una stretta fascia di stoffa, larga circa cinque centimetri, tessuta in lana bianca, incurvata al centro così da poterlo appoggiare alle spalle sopra la casula e con due lembi neri pendenti davanti e dietro da ricordare la lettera Y, decorato con sei croci nere di seta e guarnito ambo i lati con tre spille dorate. A spiegare il suo significato è lo stesso monsignor Maffeis: "Il pallio è un segno di una profonda comunione con il Santo Padre; da una parte, è un richiamo a vivere questa comunione e, dall’altra, è anche un dono che accolgo come segno di Chiesa, quindi con un respiro di riconoscenza e di responsabilità".]]>
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Festa ‘speciale’ nella Cattedrale di S. Lorenzo per la Solennità della Madonna delle Grazie https://www.lavoce.it/festa-speciale-nella-cattedrale-di-s-lorenzo-per-la-solennita-della-madonna-delle-grazie/ https://www.lavoce.it/festa-speciale-nella-cattedrale-di-s-lorenzo-per-la-solennita-della-madonna-delle-grazie/#respond Mon, 04 Sep 2023 09:49:14 +0000 https://www.lavoce.it/?p=73187 ordinazione don ivan maffeis

La comunità diocesana di Perugia-Città della Pieve si appresta a celebrare l’annuale Festa della Madonna delle Grazie, il 12 settembre, nella Cattedrale di San Lorenzo dove è molto venerata la splendida icona mariana dipinta da un allievo del Perugino su una colonna della navata centrale. Da domenica 3 a lunedì 11 settembre (alle ore 17.30), si terrà la Novena di preparazione con la recita del Santo Rosario e a seguire la Santa Messa. Sempre lunedì 11, giorno della vigilia della festa, si terrà anche la celebrazione dei Primi Vespri.

In programma ci sono diversi eventi religiosi e culturali, che vedono protagonisti anche giovani e famiglie, dal 12 al 17 settembre, per una festa speciale per il compimento del primo anno di episcopato di monsignor Ivan Maffeis.

"Il nostro arcivescovo -spiega il vicario generale don Simone Sorbaioli- ricevette l’ordinazione episcopale l’11 settembre 2022 e contestualmente prese possesso canonico dell’Archidiocesi, un segno di novità per l’intera comunità cristiana perugino-pievese".

Il programma di tutti gli eventi è consultabile-scaricabile sul sito diocesano al link: https://diocesi.perugia.it/madonna-delle-grazie-2023-una-festa-speciale-per-il-primo-anno-di-episcopato-di-mons-maffeis/

Il conferimento del pallio

 In occasione della ricorrenza mariana verrà conferito a monsignor Maffeis il pallio degli arcivescovi metropoliti dal Nunzio apostolico in Italia, monsignor Emil Paul Tscherring, in rappresentanza del Santo Padre, durante la solenne concelebrazione eucaristica di martedì 12 settembre (alle 18) a cui parteciperanno anche i vescovi delle Diocesi suffraganee della Metropolia (Assisi, Città di Castello, Foligno e Gubbio).

Il coraggio dei passi

Il 12 settembre sarà una giornata molto significativa anche per la consegna della prima Lettera pastorale dell’arcivescovo Maffeis alla comunità diocesana dal titolo: Il coraggio dei passi. Sarà disponibile sul sito diocesano dal 12 settembre (è consultabile una breve presentazione-anticipazione al link già segnalato).

L’incontro con i giovani

Altro importante appuntamento è l’incontro di monsignor Maffeis con tutti i giovani che hanno partecipato alla Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) di Lisbona, in calendario giovedì 14 settembre (alle ore 21), nella chiesa parrocchiale di San Sisto. Sarà un’occasione per ascoltare le loro esperienze da cui ripartire e aiutarli a testimoniare nella vita il loro essere cristiani.

Comunicazione e reciprocità

Non mancherà neppure l’appuntamento culturale, la presentazione del libro Comunicazione e reciprocità di Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero della Comunicazione della Santa Sede, venerdì 15 settembre (alle 17.30), nella Sala San Francesco dell’Arcivescovado, a cui interverranno, oltre l’autore, monsignor Maffeis e alcuni giornalisti. Si affronterà il tema dell’intelligenza artificiale che minaccia di cambiare radicalmente se non di sostituire il ruolo dei giornalisti e dei comunicatori.

La Giornata delle famiglie

Si terrà domenica 17 settembre, nel complesso monumentale dell’Isola San Lorenzo della Cattedrale. La Giornata inizierà con la celebrazione eucaristica (alle ore 11), presieduta dall’arcivescovo Maffeis, dove saranno rinnovati i mandati delle equipe parrocchiali dei corsi di preparazione al matrimonio.

La calata del Santo Anello

Per l’occasione ci sarà anche l’ostensione, più conosciuta come la calata del Santo Anello, sempre il 17 settembre (alle 10.30), l’antico prezioso monile giunto a Perugia cinquecentocinquanta anni fa, diventato nei secoli simbolo che rinvia al fatto storico del matrimonio di Maria e Giuseppe, quindi all’origine della famiglia cristiana.

La consacrazione all’Ordo Virginum

Il 17 settembre, durante la celebrazione in San Lorenzo presieduta da monsignor Maffeis, si terrà il rito di consacrazione all’Ordo Virginum di Antonella Papalini. L’Ordo Virginum in Umbria conta venti consacrate e il loro servizio alla Chiesa e al mondo è prima di tutto quello della consacrazione, che trova radice nel Battesimo e il proposito di castità espresso diviene segno della sponsalità che lega la Chiesa a Cristo sposo.

La Pala di Sansepolcro del Perugino

La Festa della Madonna delle Grazie non trascura neppure l’evento del V Centenario della morte di Pietro Vannucci, detto il Perugino (1523-2023), ricordando che è visitabile fino al 17 settembre, presso il Museo del Capitolo della Cattedrale, l’opera della Pala di Sansepolcro. Realizzata per la Cattedrale di Sansepolcro, raffigura l’Ascensione di Cristo, ovvero il momento della salita di Gesù al Cielo, quaranta giorni dopo la Resurrezione.

Segni di Cava

Sempre a settembre, dal 7 al 10 (alle ore 18 e alle ore 19.30), il Museo della Cattedrale propone l’iniziativa dal titolo Segni di cava. Una visita attraverso musica e suggestioni teatrali, alla scoperta dalle pietre vive dell'area archeologica della Perugia sottostante l’Isola San Lorenzo.  Il Museo è visitabile tutti i giorni dalle 10.30 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 19. Per informazioni e prenotazioni: 075 5724853; isolasanlorenzo@genesiagency.it .

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ordinazione don ivan maffeis

La comunità diocesana di Perugia-Città della Pieve si appresta a celebrare l’annuale Festa della Madonna delle Grazie, il 12 settembre, nella Cattedrale di San Lorenzo dove è molto venerata la splendida icona mariana dipinta da un allievo del Perugino su una colonna della navata centrale. Da domenica 3 a lunedì 11 settembre (alle ore 17.30), si terrà la Novena di preparazione con la recita del Santo Rosario e a seguire la Santa Messa. Sempre lunedì 11, giorno della vigilia della festa, si terrà anche la celebrazione dei Primi Vespri.

In programma ci sono diversi eventi religiosi e culturali, che vedono protagonisti anche giovani e famiglie, dal 12 al 17 settembre, per una festa speciale per il compimento del primo anno di episcopato di monsignor Ivan Maffeis.

"Il nostro arcivescovo -spiega il vicario generale don Simone Sorbaioli- ricevette l’ordinazione episcopale l’11 settembre 2022 e contestualmente prese possesso canonico dell’Archidiocesi, un segno di novità per l’intera comunità cristiana perugino-pievese".

Il programma di tutti gli eventi è consultabile-scaricabile sul sito diocesano al link: https://diocesi.perugia.it/madonna-delle-grazie-2023-una-festa-speciale-per-il-primo-anno-di-episcopato-di-mons-maffeis/

Il conferimento del pallio

 In occasione della ricorrenza mariana verrà conferito a monsignor Maffeis il pallio degli arcivescovi metropoliti dal Nunzio apostolico in Italia, monsignor Emil Paul Tscherring, in rappresentanza del Santo Padre, durante la solenne concelebrazione eucaristica di martedì 12 settembre (alle 18) a cui parteciperanno anche i vescovi delle Diocesi suffraganee della Metropolia (Assisi, Città di Castello, Foligno e Gubbio).

Il coraggio dei passi

Il 12 settembre sarà una giornata molto significativa anche per la consegna della prima Lettera pastorale dell’arcivescovo Maffeis alla comunità diocesana dal titolo: Il coraggio dei passi. Sarà disponibile sul sito diocesano dal 12 settembre (è consultabile una breve presentazione-anticipazione al link già segnalato).

L’incontro con i giovani

Altro importante appuntamento è l’incontro di monsignor Maffeis con tutti i giovani che hanno partecipato alla Giornata Mondiale della Gioventù (GMG) di Lisbona, in calendario giovedì 14 settembre (alle ore 21), nella chiesa parrocchiale di San Sisto. Sarà un’occasione per ascoltare le loro esperienze da cui ripartire e aiutarli a testimoniare nella vita il loro essere cristiani.

Comunicazione e reciprocità

Non mancherà neppure l’appuntamento culturale, la presentazione del libro Comunicazione e reciprocità di Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero della Comunicazione della Santa Sede, venerdì 15 settembre (alle 17.30), nella Sala San Francesco dell’Arcivescovado, a cui interverranno, oltre l’autore, monsignor Maffeis e alcuni giornalisti. Si affronterà il tema dell’intelligenza artificiale che minaccia di cambiare radicalmente se non di sostituire il ruolo dei giornalisti e dei comunicatori.

La Giornata delle famiglie

Si terrà domenica 17 settembre, nel complesso monumentale dell’Isola San Lorenzo della Cattedrale. La Giornata inizierà con la celebrazione eucaristica (alle ore 11), presieduta dall’arcivescovo Maffeis, dove saranno rinnovati i mandati delle equipe parrocchiali dei corsi di preparazione al matrimonio.

La calata del Santo Anello

Per l’occasione ci sarà anche l’ostensione, più conosciuta come la calata del Santo Anello, sempre il 17 settembre (alle 10.30), l’antico prezioso monile giunto a Perugia cinquecentocinquanta anni fa, diventato nei secoli simbolo che rinvia al fatto storico del matrimonio di Maria e Giuseppe, quindi all’origine della famiglia cristiana.

La consacrazione all’Ordo Virginum

Il 17 settembre, durante la celebrazione in San Lorenzo presieduta da monsignor Maffeis, si terrà il rito di consacrazione all’Ordo Virginum di Antonella Papalini. L’Ordo Virginum in Umbria conta venti consacrate e il loro servizio alla Chiesa e al mondo è prima di tutto quello della consacrazione, che trova radice nel Battesimo e il proposito di castità espresso diviene segno della sponsalità che lega la Chiesa a Cristo sposo.

La Pala di Sansepolcro del Perugino

La Festa della Madonna delle Grazie non trascura neppure l’evento del V Centenario della morte di Pietro Vannucci, detto il Perugino (1523-2023), ricordando che è visitabile fino al 17 settembre, presso il Museo del Capitolo della Cattedrale, l’opera della Pala di Sansepolcro. Realizzata per la Cattedrale di Sansepolcro, raffigura l’Ascensione di Cristo, ovvero il momento della salita di Gesù al Cielo, quaranta giorni dopo la Resurrezione.

Segni di Cava

Sempre a settembre, dal 7 al 10 (alle ore 18 e alle ore 19.30), il Museo della Cattedrale propone l’iniziativa dal titolo Segni di cava. Una visita attraverso musica e suggestioni teatrali, alla scoperta dalle pietre vive dell'area archeologica della Perugia sottostante l’Isola San Lorenzo.  Il Museo è visitabile tutti i giorni dalle 10.30 alle 13.30 e dalle 14.30 alle 19. Per informazioni e prenotazioni: 075 5724853; isolasanlorenzo@genesiagency.it .

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Celebrata dall’arcivescovo Maffeis la Solennità della Madonna delle Grazie https://www.lavoce.it/celebrata-dallarcivescovo-maffeis-la-solennita-della-madonna-delle-grazie/ Tue, 13 Sep 2022 12:06:26 +0000 https://www.lavoce.it/?p=68524

Il neo arcivescovo di Perugia-Città della Pieve mons. Ivan Maffeis, ha celebrato nella Cattedrale di San Lorenzo nel giorno del Santissimo Nome di Maria, il 12 settembre, la Festa della Madonna delle Grazie.

La prima omelia

 "Sono particolarmente contento di essere qui questa sera e di iniziare il servizio episcopale celebrando con voi e per voi l’Eucarestia in questa festa". Così, ha esordito il presule nella sua prima omelia (testo integrale sul sito www.diocesi.perugia.it)

"Cosa potrebbe esserci di più dolce dell’essere accolti -ha proseguito- fin dal nostro ingresso in Cattedrale, dalla Madre orante, le cui mani esprimono un gesto di protezione, custodia e benedizione? Come a Cana, anche oggi la Madre della Misericordia contribuisce a restituire serenità e fiducia sulla mensa della nostra vita".

Le Nozze di Cana

Nell’episodio evangelico, la prima cosa che colpisce -ha fatto notare monsignor Maffeis- è l’attenzione di Maria, il suo sguardo pronto a cogliere e a leggere la situazione (Non hanno vino)… Maria ci testimonia come la relazione con il Signore, la comunione con Cristo Gesù, renda capaci di accorgersi degli altri, aiuti a sentirsi corresponsabili di quanto vivono.

Permette di sentire la loro mancanza di vino, quel vino che è simbolo della festa, della libertà, della scioltezza interiore, della verità, dell’abbondanza dei doni di Dio. Manca il vino quando viene meno la freschezza, la concordia, la fiducia; quando i problemi e le preoccupazioni che ci sono nella vita di oggi, che offuscano e confondono, quando ci si adatta all’opacità, al disordine, al peccato; quando la tristezza toglie gusto e colore all’esistenza; quando le responsabilità assunte sono trascinate come un peso insopportabile; quando lo stesso rapporto con Dio scivola nella stanchezza o, addirittura, nella paura… Quante volte siamo frenati dal compiere il bene che starebbe nelle nostre possibilità dal pensiero che tanto è inutile, che non servirà a cambiare le cose, che niente e nessuno ci ringrazierà….

L’inizio della comunità cristiana

Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui: è l’inizio della comunità cristiana, della Chiesa, di un’umanità che oggi e sempre trova senso e salvezza affidandosi al Cristo con quella misteriosa adesione che è la fede. Preghiamo per la nostra Chiesa – ha concluso mons. Maffeis –, perché si conformi sempre più a Maria, alla maternità spirituale che l’ha resa attenta e sensibile nel cogliere i bisogni dei commensali e sollecita nell’orientare tutto al Cristo. Dall’incontro con lui fluisce la carità, che diventa presenza amorosa e operosa, segno e strumento attraverso il quale passa in abbondanza il vino nuovo della grazia del Vangelo, destinata a trasformare in profondità ogni ambito della vita umana".

[gallery size="medium" td_select_gallery_slide="slide" td_gallery_title_input="Celebrazione festa della Madonna delle Grazie" ids="68565,68564,68563,68568,68560,68561,68562,68569,68567,68570,68566"]

I concelebranti e la preghiera di invocazione alla Madonna delle Grazie

 A concelebrare c’erano il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo emerito, e il vescovo ausiliare monsignor Marco Salvi; celebrazione conclusa con la recita della preghiera di invocazione alla Beata Vergine da parte dell’arcivescovo e l’omaggio floreale dello stesso presule alla venerata icona della Madonna delle Grazie dipinta da un allievo del Perugino su una colonna della cattedrale.

La reposizione del Sant’Anello

 I celebranti si sono poi recati davanti al Sant’Anello, raccogliendosi in preghiera ed assistendo alla reposizione dell’antico reliquiario in argento e rame che lo contiene; Sant’anello ritenuto dalla pietà popolare l’anello con cui la Beata Vergine Maria fu sposata a San Giuseppe. Monsignor Maffeis ha assistito alla reposizione, animata dalla confraternita del Santissimo Sacramento, di San Giuseppe e del Sant’Anello, portandosi, con una scala, a otto metri d’altezza sopra l’altare della cappella dove si trova la cassaforte del reliquiario.

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Il neo arcivescovo di Perugia-Città della Pieve mons. Ivan Maffeis, ha celebrato nella Cattedrale di San Lorenzo nel giorno del Santissimo Nome di Maria, il 12 settembre, la Festa della Madonna delle Grazie.

La prima omelia

 "Sono particolarmente contento di essere qui questa sera e di iniziare il servizio episcopale celebrando con voi e per voi l’Eucarestia in questa festa". Così, ha esordito il presule nella sua prima omelia (testo integrale sul sito www.diocesi.perugia.it)

"Cosa potrebbe esserci di più dolce dell’essere accolti -ha proseguito- fin dal nostro ingresso in Cattedrale, dalla Madre orante, le cui mani esprimono un gesto di protezione, custodia e benedizione? Come a Cana, anche oggi la Madre della Misericordia contribuisce a restituire serenità e fiducia sulla mensa della nostra vita".

Le Nozze di Cana

Nell’episodio evangelico, la prima cosa che colpisce -ha fatto notare monsignor Maffeis- è l’attenzione di Maria, il suo sguardo pronto a cogliere e a leggere la situazione (Non hanno vino)… Maria ci testimonia come la relazione con il Signore, la comunione con Cristo Gesù, renda capaci di accorgersi degli altri, aiuti a sentirsi corresponsabili di quanto vivono.

Permette di sentire la loro mancanza di vino, quel vino che è simbolo della festa, della libertà, della scioltezza interiore, della verità, dell’abbondanza dei doni di Dio. Manca il vino quando viene meno la freschezza, la concordia, la fiducia; quando i problemi e le preoccupazioni che ci sono nella vita di oggi, che offuscano e confondono, quando ci si adatta all’opacità, al disordine, al peccato; quando la tristezza toglie gusto e colore all’esistenza; quando le responsabilità assunte sono trascinate come un peso insopportabile; quando lo stesso rapporto con Dio scivola nella stanchezza o, addirittura, nella paura… Quante volte siamo frenati dal compiere il bene che starebbe nelle nostre possibilità dal pensiero che tanto è inutile, che non servirà a cambiare le cose, che niente e nessuno ci ringrazierà….

L’inizio della comunità cristiana

Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui: è l’inizio della comunità cristiana, della Chiesa, di un’umanità che oggi e sempre trova senso e salvezza affidandosi al Cristo con quella misteriosa adesione che è la fede. Preghiamo per la nostra Chiesa – ha concluso mons. Maffeis –, perché si conformi sempre più a Maria, alla maternità spirituale che l’ha resa attenta e sensibile nel cogliere i bisogni dei commensali e sollecita nell’orientare tutto al Cristo. Dall’incontro con lui fluisce la carità, che diventa presenza amorosa e operosa, segno e strumento attraverso il quale passa in abbondanza il vino nuovo della grazia del Vangelo, destinata a trasformare in profondità ogni ambito della vita umana".

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I concelebranti e la preghiera di invocazione alla Madonna delle Grazie

 A concelebrare c’erano il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo emerito, e il vescovo ausiliare monsignor Marco Salvi; celebrazione conclusa con la recita della preghiera di invocazione alla Beata Vergine da parte dell’arcivescovo e l’omaggio floreale dello stesso presule alla venerata icona della Madonna delle Grazie dipinta da un allievo del Perugino su una colonna della cattedrale.

La reposizione del Sant’Anello

 I celebranti si sono poi recati davanti al Sant’Anello, raccogliendosi in preghiera ed assistendo alla reposizione dell’antico reliquiario in argento e rame che lo contiene; Sant’anello ritenuto dalla pietà popolare l’anello con cui la Beata Vergine Maria fu sposata a San Giuseppe. Monsignor Maffeis ha assistito alla reposizione, animata dalla confraternita del Santissimo Sacramento, di San Giuseppe e del Sant’Anello, portandosi, con una scala, a otto metri d’altezza sopra l’altare della cappella dove si trova la cassaforte del reliquiario.

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A Città di Castello si celebra la festa della Madonna delle Grazie https://www.lavoce.it/citta-di-castello-celebra-festa-madonna-grazie/ Wed, 24 Aug 2022 15:58:20 +0000 https://www.lavoce.it/?p=68029

Ha preso avvio il 23 agosto il triduo in preparazione alla festa della Madonna delle Grazie, patrona principale di Città di Castello e della diocesi. Dopo i due anni segnati dalla pandemia, quest’anno il programma tornerà ad essere quello consueto. Il fulcro delle celebrazioni sarà il santuario della Madonna delle Grazie, nel rione San Giacomo, che dal 1456 ospita la venerata immagine. Quest’anno una novità particolarmente apprezzata sarà costituita dalla riapertura della grande cappella laterale, cuore del santuario, che da luglio 2020 a luglio 2022 è stata interessata da un radicale intervento di consolidamento, adeguamento impiantistico e restauro.

Il triduo

Il triduo, animato da padre Souriraj M. Arulanandasamy dell’Ordine dei Servi di Maria, prevede la celebrazione della messa nei giorni 23, 24 e 25 agosto alle ore 18; ogni giorno, la celebrazione sarà animata da un gruppo ecclesiale cittadino. Il 23, alle ore 21, si è tenuta la tradizionale veglia di preghiera mentre giovedì 25, sempre alle ore 21, muoverà dal santuario la processione che porterà la copia della venerata immagine per alcune strade cittadine secondo questo itinerario: via delle Giulianelle, via Campo dei Fiori, via dei Conti, via XI Settembre, via Trastevere, Pomerio San Girolamo, via della Fraternita, via dei Fucci, piazza Magherini Graziani, via XI Settembre. La processione sarà presieduta dal vescovo diocesano, mons. Luciano Paolucci Bedini.

Il giorno della festa e i 50 anni di sacerdozio di mons. Domenico Cancian

Il 26 agosto, giorno della festa, al mattino la messa sarà celebrata alle ore 8, 9, 10 e 11; nel pomeriggio, alle ore 17.30 saranno celebrati i vespri cui seguirà, alle ore 18.30, la messa solenne presieduta da mons. Domenico Cancian, vescovo emerito di Città di Castello, che quest’anno ricorda i 50 anni di ordinazione sacerdotale. Sarà presente anche il gonfalone del Comune, a ricordo della proclamazione della Madonna delle Grazie a patrona cittadina avvenuta nel 1783. La festa della Madonna delle Grazie offrirà, dunque, l’occasione per ringraziare mons. Cancian per il suo servizio episcopale durato dal 2007 al 2022, in un luogo a lui molto caro, quale il santuario delle Grazie. Qui, il 23 settembre 2007, fece il suo ingresso in città e qui, durante i quindici anni di episcopato, ha più volte convocato i fedeli e presieduto momenti di preghiera e celebrazioni liturgiche. Al termine della festa sarà riproposta la tradizionale cena in strada, organizzata dalla parrocchia e dalla Società rionale San Giacomo; i tagliandi di partecipazione si possono ritirare, fino a mercoledì 24 agosto, presso il santuario o il bar antistante. In vista della festa, la parrocchia di Santa Maria delle Grazie ringrazia tutti coloro che hanno permesso il restauro della cappella che custodisce la venerata immagine della patrona di Città di Castello i quali, attraverso il loro lavoro o il loro contributo, hanno permesso di raggiungere un risultato andato oltre le aspettative iniziali. I lavori non sono ancora del tutto terminati, per cui l’inaugurazione vera e propria sarà organizzata in seguito; tuttavia, la cappella è agibile e utilizzabile per la preghiera personale. Di seguito il link per chi volesse seguire la celebrazione in diretta delle ore 18.30 dal Santuario della Madonna delle Grazie, presieduta dal vescovo emerito Domenico Cancian (in concomitanza con il 50esimo anniversario della sua ordinazione sacerdotale) e concelebrata dal vescovo Luciano Paolucci Bedini: https://youtu.be/KRAl7o4pj1w  ]]>

Ha preso avvio il 23 agosto il triduo in preparazione alla festa della Madonna delle Grazie, patrona principale di Città di Castello e della diocesi. Dopo i due anni segnati dalla pandemia, quest’anno il programma tornerà ad essere quello consueto. Il fulcro delle celebrazioni sarà il santuario della Madonna delle Grazie, nel rione San Giacomo, che dal 1456 ospita la venerata immagine. Quest’anno una novità particolarmente apprezzata sarà costituita dalla riapertura della grande cappella laterale, cuore del santuario, che da luglio 2020 a luglio 2022 è stata interessata da un radicale intervento di consolidamento, adeguamento impiantistico e restauro.

Il triduo

Il triduo, animato da padre Souriraj M. Arulanandasamy dell’Ordine dei Servi di Maria, prevede la celebrazione della messa nei giorni 23, 24 e 25 agosto alle ore 18; ogni giorno, la celebrazione sarà animata da un gruppo ecclesiale cittadino. Il 23, alle ore 21, si è tenuta la tradizionale veglia di preghiera mentre giovedì 25, sempre alle ore 21, muoverà dal santuario la processione che porterà la copia della venerata immagine per alcune strade cittadine secondo questo itinerario: via delle Giulianelle, via Campo dei Fiori, via dei Conti, via XI Settembre, via Trastevere, Pomerio San Girolamo, via della Fraternita, via dei Fucci, piazza Magherini Graziani, via XI Settembre. La processione sarà presieduta dal vescovo diocesano, mons. Luciano Paolucci Bedini.

Il giorno della festa e i 50 anni di sacerdozio di mons. Domenico Cancian

Il 26 agosto, giorno della festa, al mattino la messa sarà celebrata alle ore 8, 9, 10 e 11; nel pomeriggio, alle ore 17.30 saranno celebrati i vespri cui seguirà, alle ore 18.30, la messa solenne presieduta da mons. Domenico Cancian, vescovo emerito di Città di Castello, che quest’anno ricorda i 50 anni di ordinazione sacerdotale. Sarà presente anche il gonfalone del Comune, a ricordo della proclamazione della Madonna delle Grazie a patrona cittadina avvenuta nel 1783. La festa della Madonna delle Grazie offrirà, dunque, l’occasione per ringraziare mons. Cancian per il suo servizio episcopale durato dal 2007 al 2022, in un luogo a lui molto caro, quale il santuario delle Grazie. Qui, il 23 settembre 2007, fece il suo ingresso in città e qui, durante i quindici anni di episcopato, ha più volte convocato i fedeli e presieduto momenti di preghiera e celebrazioni liturgiche. Al termine della festa sarà riproposta la tradizionale cena in strada, organizzata dalla parrocchia e dalla Società rionale San Giacomo; i tagliandi di partecipazione si possono ritirare, fino a mercoledì 24 agosto, presso il santuario o il bar antistante. In vista della festa, la parrocchia di Santa Maria delle Grazie ringrazia tutti coloro che hanno permesso il restauro della cappella che custodisce la venerata immagine della patrona di Città di Castello i quali, attraverso il loro lavoro o il loro contributo, hanno permesso di raggiungere un risultato andato oltre le aspettative iniziali. I lavori non sono ancora del tutto terminati, per cui l’inaugurazione vera e propria sarà organizzata in seguito; tuttavia, la cappella è agibile e utilizzabile per la preghiera personale. Di seguito il link per chi volesse seguire la celebrazione in diretta delle ore 18.30 dal Santuario della Madonna delle Grazie, presieduta dal vescovo emerito Domenico Cancian (in concomitanza con il 50esimo anniversario della sua ordinazione sacerdotale) e concelebrata dal vescovo Luciano Paolucci Bedini: https://youtu.be/KRAl7o4pj1w  ]]>
Con la calata del Santo Anello celebrata la festa della Madonna della Grazia https://www.lavoce.it/con-la-calata-del-santo-anello-celebrata-la-festa-della-madonna-della-grazia/ Sun, 12 Sep 2021 16:16:54 +0000 https://www.lavoce.it/?p=62230 Santo Anello

"Carissimi sposi, la devozione della città e della Diocesi di Perugia-Città della Pieve verso la Santa Madre di Dio è sempre stata anche nei secoli passati molto sentita. Soprattutto con la predicazione di San Bernardino da Siena si è sviluppata la devozione alla Madonna della Grazia o Madre della Misericordia".

Così il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti ha esordito nell’omelia pronunciata domenica mattina 12 settembre, nella Cattedrale di San Lorenzo, giorno in cui la Chiesa locale celebra la festa della Madonna della Grazia, compatrona dell’Archidiocesi, la cui effige tanto venerata è dipinta su una colonna della navata centrale (opera attribuita ad un allievo del Perugino). Concelebranti gli arcipreti della cattedrale, monsignor Fausto Sciurpa, e della concattedrale dei Santi Gervasio e Protasio di Città della Pieve, don Simone Sorbaioli.

L’incontro sull’Amoris Laetitia

Nel giorno di questa sentita ricorrenza si è rinnovata la suggestiva calata del Santo Anello animata dall’omonima confraternita. Si tratta della reliquia ritenuta dalla pietà popolare l’anello con cui la Beata Vergine Maria fu sposata a San Giuseppe, custodita da oltre cinque secoli nella cattedrale perugina. La celebrazione in San Lorenzo è stata preceduta da un incontro dedicato al tema Amoris Laetitia, spunti per la vita di coppia collegato al significato del Sant’Anello, tenutosi nella Sala dei Notari del Palazzo dei Priori e promosso dall’Ufficio diocesano per la pastorale familiare a cui ha relazionato Marco Scarmagnani, esperto di formazione, mediazione e consulenza familiare di Legnago (in provincia di Verona), introdotto dai coniugi Roberta e Luca Convito, responsabili del preposto Ufficio pastorale. Diversi gli spunti emersi dall’incontro, come la gioia matrimoniale che si può vivere anche in mezzo al dolore, una combinazione di gioie e di fatiche. Interessante anche la proposta di strade di felicità tracciate anche dalla coppia che litiga, ma poi si perdona. E quando il genitore litiga, il figlio si sente spaccato, ma quando vive il perdono, si irrobustisce e cresce grazie a questo gesto.

Valorizzare la devozione popolare del Santo Anello

 Il cardinale Bassetti, nel ringraziare i coniugi Roberta e Luca Convito, il priore della confraternita del Santo Anello Roberto Tittarelli e quanti si sono prodigati per la giornata dedicata agli sposi, ha parlato del Sant’Anello.

"Questo prezioso oggetto in onice, probabilmente del II secolo dopo Cristo, è un segno importante di devozione popolare che inizia ad essere maggiormente valorizzato. Voi sapete quanto Papa Francesco insista sulla religiosità e la devozione popolare. Oggi lo esponiamo solennemente alla devozione della città e in particolare delle nostre famiglie e di tutto il popolo di Dio qui riunito, perché l’anello è segno di fedeltà, è un legame significativo anche sul piano umano che invita tutti noi e le coppie di sposi ad onorare gli impegni assunti attraverso il sacramento del matrimonio".

Con Gesù la festa ritrova la sua pienezza

 Il cardinale, commentando il passo del Vangelo della domenica (le Nozze di Cana), si è soffermato sulla missione di Gesù comincia all’interno di una festa di nozze.

"Perché, contrariamente a quello che pensano tanti -ha commentato Bassetti- Gesù non viene mai a guastare le nostre feste. Con Gesù la festa ritrova la sua pienezza; con Lui sulla tavola c’è il vino, che è il segno della gioia. Nel mondo, purtroppo, troviamo tanta tristezza dovuta anche a tante cause che noi conosciamo. Gesù interviene alle nozze per donare in abbondanza. Sposi, famiglie, fidanzati non abbiate mai paura ad invitare alla festa della vostra casa Gesù e se è insieme con Maria, come è avvenuto a Cana, è ancora meglio. Infatti, dice l’evangelista, Maria presiede Gesù e i suoi discepoli, perché Maria è madre di famiglia, è una donna attenta, è Colei che si accorge dei disagi e questa è la sua funzione-missione anche oggi nella Chiesa".

No a una carità sciatta

"Lo vediamo nella nostra storia di tutti i giorni, un poveraccio può avere più bisogno di un fiore che di denaro… Non basta mettere sulla tavola un piatto di minestra, forse in certe circostanze c’è più bisogno della tovaglia bianca, perché la vita familiare è fatta soprattutto di queste delicatezze che poi diventa amore concreto. Una carità sciatta, che si limita al dovere, può diventare il contrario dell’amore. Le giare delle nozze di Cana sono vuote, perché manca il vino dell’amore. E’ quello che avviene spesso, anche nelle nostre famiglie, quando viene un po’ ad attenuarsi il vino dell’amore, della gioia, magari sopraffatti da mille preoccupazioni. Non ci mancava altro che la pandemia, che, insieme ad altri timori, ci toglie il vino della gioia, della comunione, del dialogo".

No a mentalità pagane

Il cardinale Bassetti, nel soffermarsi sull’esortazione apostolica Amoris Laetitia, parafrasando un’espressione di Papa Francesco, ha detto:

"E’ bello quando la mamma, o le nonne insegnano ai figli piccoli a mandare un bacio a Gesù o alla Vergine. Quanta tenerezza c’è in quel gesto…, in quel momento il cuore dei bambini si trasforma in spazio di preghiera. Ho sofferto quando mi sono trovato dinanzi a una nonna che piangeva perché la nuora le aveva impedito di insegnare le preghiere ai nipoti dicendole che le avrebbero imparate da soli, una volta compiuti i 18 anni. Che mentalità strane, scusate, che mentalità pagane. La trasmissione della fede presuppone che i genitori vivano l’esperienza reale di una fiducia vera in Dio e sappiano cercarlo, perché, come dicono i Salmi, una generazione narra all’altra le tue opere. E noi cosa stiamo narrando a quelli che verranno dopo di noi? Il Santo Anello, che abbiamo solennemente esposto, ispiri a tutti noi questi sentimenti e il Signore renda tutti i genitori, sposi, fidanzati degli evangelizzatori della propria famiglia".

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Santo Anello

"Carissimi sposi, la devozione della città e della Diocesi di Perugia-Città della Pieve verso la Santa Madre di Dio è sempre stata anche nei secoli passati molto sentita. Soprattutto con la predicazione di San Bernardino da Siena si è sviluppata la devozione alla Madonna della Grazia o Madre della Misericordia".

Così il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti ha esordito nell’omelia pronunciata domenica mattina 12 settembre, nella Cattedrale di San Lorenzo, giorno in cui la Chiesa locale celebra la festa della Madonna della Grazia, compatrona dell’Archidiocesi, la cui effige tanto venerata è dipinta su una colonna della navata centrale (opera attribuita ad un allievo del Perugino). Concelebranti gli arcipreti della cattedrale, monsignor Fausto Sciurpa, e della concattedrale dei Santi Gervasio e Protasio di Città della Pieve, don Simone Sorbaioli.

L’incontro sull’Amoris Laetitia

Nel giorno di questa sentita ricorrenza si è rinnovata la suggestiva calata del Santo Anello animata dall’omonima confraternita. Si tratta della reliquia ritenuta dalla pietà popolare l’anello con cui la Beata Vergine Maria fu sposata a San Giuseppe, custodita da oltre cinque secoli nella cattedrale perugina. La celebrazione in San Lorenzo è stata preceduta da un incontro dedicato al tema Amoris Laetitia, spunti per la vita di coppia collegato al significato del Sant’Anello, tenutosi nella Sala dei Notari del Palazzo dei Priori e promosso dall’Ufficio diocesano per la pastorale familiare a cui ha relazionato Marco Scarmagnani, esperto di formazione, mediazione e consulenza familiare di Legnago (in provincia di Verona), introdotto dai coniugi Roberta e Luca Convito, responsabili del preposto Ufficio pastorale. Diversi gli spunti emersi dall’incontro, come la gioia matrimoniale che si può vivere anche in mezzo al dolore, una combinazione di gioie e di fatiche. Interessante anche la proposta di strade di felicità tracciate anche dalla coppia che litiga, ma poi si perdona. E quando il genitore litiga, il figlio si sente spaccato, ma quando vive il perdono, si irrobustisce e cresce grazie a questo gesto.

Valorizzare la devozione popolare del Santo Anello

 Il cardinale Bassetti, nel ringraziare i coniugi Roberta e Luca Convito, il priore della confraternita del Santo Anello Roberto Tittarelli e quanti si sono prodigati per la giornata dedicata agli sposi, ha parlato del Sant’Anello.

"Questo prezioso oggetto in onice, probabilmente del II secolo dopo Cristo, è un segno importante di devozione popolare che inizia ad essere maggiormente valorizzato. Voi sapete quanto Papa Francesco insista sulla religiosità e la devozione popolare. Oggi lo esponiamo solennemente alla devozione della città e in particolare delle nostre famiglie e di tutto il popolo di Dio qui riunito, perché l’anello è segno di fedeltà, è un legame significativo anche sul piano umano che invita tutti noi e le coppie di sposi ad onorare gli impegni assunti attraverso il sacramento del matrimonio".

Con Gesù la festa ritrova la sua pienezza

 Il cardinale, commentando il passo del Vangelo della domenica (le Nozze di Cana), si è soffermato sulla missione di Gesù comincia all’interno di una festa di nozze.

"Perché, contrariamente a quello che pensano tanti -ha commentato Bassetti- Gesù non viene mai a guastare le nostre feste. Con Gesù la festa ritrova la sua pienezza; con Lui sulla tavola c’è il vino, che è il segno della gioia. Nel mondo, purtroppo, troviamo tanta tristezza dovuta anche a tante cause che noi conosciamo. Gesù interviene alle nozze per donare in abbondanza. Sposi, famiglie, fidanzati non abbiate mai paura ad invitare alla festa della vostra casa Gesù e se è insieme con Maria, come è avvenuto a Cana, è ancora meglio. Infatti, dice l’evangelista, Maria presiede Gesù e i suoi discepoli, perché Maria è madre di famiglia, è una donna attenta, è Colei che si accorge dei disagi e questa è la sua funzione-missione anche oggi nella Chiesa".

No a una carità sciatta

"Lo vediamo nella nostra storia di tutti i giorni, un poveraccio può avere più bisogno di un fiore che di denaro… Non basta mettere sulla tavola un piatto di minestra, forse in certe circostanze c’è più bisogno della tovaglia bianca, perché la vita familiare è fatta soprattutto di queste delicatezze che poi diventa amore concreto. Una carità sciatta, che si limita al dovere, può diventare il contrario dell’amore. Le giare delle nozze di Cana sono vuote, perché manca il vino dell’amore. E’ quello che avviene spesso, anche nelle nostre famiglie, quando viene un po’ ad attenuarsi il vino dell’amore, della gioia, magari sopraffatti da mille preoccupazioni. Non ci mancava altro che la pandemia, che, insieme ad altri timori, ci toglie il vino della gioia, della comunione, del dialogo".

No a mentalità pagane

Il cardinale Bassetti, nel soffermarsi sull’esortazione apostolica Amoris Laetitia, parafrasando un’espressione di Papa Francesco, ha detto:

"E’ bello quando la mamma, o le nonne insegnano ai figli piccoli a mandare un bacio a Gesù o alla Vergine. Quanta tenerezza c’è in quel gesto…, in quel momento il cuore dei bambini si trasforma in spazio di preghiera. Ho sofferto quando mi sono trovato dinanzi a una nonna che piangeva perché la nuora le aveva impedito di insegnare le preghiere ai nipoti dicendole che le avrebbero imparate da soli, una volta compiuti i 18 anni. Che mentalità strane, scusate, che mentalità pagane. La trasmissione della fede presuppone che i genitori vivano l’esperienza reale di una fiducia vera in Dio e sappiano cercarlo, perché, come dicono i Salmi, una generazione narra all’altra le tue opere. E noi cosa stiamo narrando a quelli che verranno dopo di noi? Il Santo Anello, che abbiamo solennemente esposto, ispiri a tutti noi questi sentimenti e il Signore renda tutti i genitori, sposi, fidanzati degli evangelizzatori della propria famiglia".

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Bassetti: dal 25 marzo preghiamo la “Novena in tempo di grave necessità” https://www.lavoce.it/bassetti-dal-25-marzo-preghiamo-la-novena-in-tempo-di-grave-necessita/ Sun, 22 Mar 2020 11:44:17 +0000 https://www.lavoce.it/?p=56566

Il Cardinale Gualtiero Bassetti ha invitato tutti i fedeli ad unirsi alla La “Novena in tempo di grave necessità”  alla Madonna della Grazia che sarà trasmessa in diretta dalla Cattedrale di San Lorenzo. Lo ha detto al termine della messa celebrata questa mattina 22 marzo nella cappella di Sant'Onofrio nella Cattedrale di Perugia. Il cardinale esorta i fedeli a pregare incessantemente in famiglia, il Signore e la Madonna delle Grazie (scarica qui il testo della novena e qui TESTO USATO PER LA NOVENA IN CATTEDRALE, integrato con le intenzioni di preghiera) la cui immagine della cattedrale è molto venerata e conosciuta anche al di fuori dell’Umbria.

Il video dell'invito alla preghiera

https://youtu.be/EyqnnAVI5Ow?t=2581  

Il video dell'Omelia

https://youtu.be/EyqnnAVI5Ow?t=1004

La storia della Novena

La “Novena in tempo di grave necessità”  è una pubblicazione di poco più di venti pagine contenente una breve storia del culto mariano a Perugia, la cui devozione alla Vergine «prese piede con la predicazione di frate Bernardino da Siena sotto il titolo “Madonna delle Grazie” o “della Grazia”…». Oltre alla riproduzione del dipinto della Madonna delle Grazie di Giannicola di Paola (in copertina), la pubblicazione contiene una immagine del Gonfalone processionale di Berto di Giovanni della cattedrale, raffigurante il profilo della città medioevale dipinta all’inizio del ‘500 in occasione di una grave pestilenza. Nel 1869 il vescovo di Perugia, il cardinale Gioacchino Pecci (papa Leone XIII), dedicò anche una cappella-memoriale nella basilica di San Domenico «a ricordo del voto solennissimo fatto dai perugini nel 1629 e nel 1631 per ottenere liberazione da una “influenza maligna” (la pestilenza) …». Il 7 settembre 1873, il futuro Leone XIII, «su suggerimento del beato Pio IX, consacrò, dinanzi all’immagine della Madonna delle Grazie, città e diocesi di Perugia all’Immacolata».

Contenuti sociali

La “Novena”, oltre a contenere passi delle Sacre scritture, l’Atto di consacrazione alla Madonna Santissima delle Grazie scritto dal cardinale Pecci nel 1873 e l’“Inno alla Madonna delle Grazie” (C. Pascucci), offre delle invocazioni alla Madre Celeste dai contenuti anche sociali, tratte alcune da antiche preghiere recitate nella cattedrale, altre scritte dagli arcivescovi Ennio Antonelli, Dario Mattei Gentili e Mario Vianello, durante il loro episcopato perugino, e dal cardinale Bassetti.

La preghiera di Bassetti

Il cardinale Bassetti, nella sua invocazione a «Maria madre della grazia», scrive: «sostienici in questo momento di prova. Sii per noi segno di sicuro rifugio e conforto. Stella luminosa e guida del popolo perugino, oggi deponiamo ai tuoi piedi le nostre angustie. Assisti con la tua materna sollecitudine coloro che sono stati colpiti dalla malattia, perché non perdano fiducia e speranza. Guida le scelte dei governanti, dei medici e degli operatori della sanità perché sappiano agire per il bene e nel rispetto della persona. Ti affidiamo gli anziani, soprattutto quelli che vivono nella solitudine della loro casa in questo tempo: possano sentire la vicinanza della Chiesa, capace di scorgere i bisogni e le angosce dei fratelli. Ti raccomandiamo il mondo del lavoro: in questo periodo di incertezza, dona a tutti la forza di non scoraggiarsi e di riprendere con maggiore entusiasmo la propria occupazione, una volta passata l’emergenza presente. Ti preghiamo per i giovani studenti perché sappiano mettere a frutto questo tempo …».
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Il Cardinale Gualtiero Bassetti ha invitato tutti i fedeli ad unirsi alla La “Novena in tempo di grave necessità”  alla Madonna della Grazia che sarà trasmessa in diretta dalla Cattedrale di San Lorenzo. Lo ha detto al termine della messa celebrata questa mattina 22 marzo nella cappella di Sant'Onofrio nella Cattedrale di Perugia. Il cardinale esorta i fedeli a pregare incessantemente in famiglia, il Signore e la Madonna delle Grazie (scarica qui il testo della novena e qui TESTO USATO PER LA NOVENA IN CATTEDRALE, integrato con le intenzioni di preghiera) la cui immagine della cattedrale è molto venerata e conosciuta anche al di fuori dell’Umbria.

Il video dell'invito alla preghiera

https://youtu.be/EyqnnAVI5Ow?t=2581  

Il video dell'Omelia

https://youtu.be/EyqnnAVI5Ow?t=1004

La storia della Novena

La “Novena in tempo di grave necessità”  è una pubblicazione di poco più di venti pagine contenente una breve storia del culto mariano a Perugia, la cui devozione alla Vergine «prese piede con la predicazione di frate Bernardino da Siena sotto il titolo “Madonna delle Grazie” o “della Grazia”…». Oltre alla riproduzione del dipinto della Madonna delle Grazie di Giannicola di Paola (in copertina), la pubblicazione contiene una immagine del Gonfalone processionale di Berto di Giovanni della cattedrale, raffigurante il profilo della città medioevale dipinta all’inizio del ‘500 in occasione di una grave pestilenza. Nel 1869 il vescovo di Perugia, il cardinale Gioacchino Pecci (papa Leone XIII), dedicò anche una cappella-memoriale nella basilica di San Domenico «a ricordo del voto solennissimo fatto dai perugini nel 1629 e nel 1631 per ottenere liberazione da una “influenza maligna” (la pestilenza) …». Il 7 settembre 1873, il futuro Leone XIII, «su suggerimento del beato Pio IX, consacrò, dinanzi all’immagine della Madonna delle Grazie, città e diocesi di Perugia all’Immacolata».

Contenuti sociali

La “Novena”, oltre a contenere passi delle Sacre scritture, l’Atto di consacrazione alla Madonna Santissima delle Grazie scritto dal cardinale Pecci nel 1873 e l’“Inno alla Madonna delle Grazie” (C. Pascucci), offre delle invocazioni alla Madre Celeste dai contenuti anche sociali, tratte alcune da antiche preghiere recitate nella cattedrale, altre scritte dagli arcivescovi Ennio Antonelli, Dario Mattei Gentili e Mario Vianello, durante il loro episcopato perugino, e dal cardinale Bassetti.

La preghiera di Bassetti

Il cardinale Bassetti, nella sua invocazione a «Maria madre della grazia», scrive: «sostienici in questo momento di prova. Sii per noi segno di sicuro rifugio e conforto. Stella luminosa e guida del popolo perugino, oggi deponiamo ai tuoi piedi le nostre angustie. Assisti con la tua materna sollecitudine coloro che sono stati colpiti dalla malattia, perché non perdano fiducia e speranza. Guida le scelte dei governanti, dei medici e degli operatori della sanità perché sappiano agire per il bene e nel rispetto della persona. Ti affidiamo gli anziani, soprattutto quelli che vivono nella solitudine della loro casa in questo tempo: possano sentire la vicinanza della Chiesa, capace di scorgere i bisogni e le angosce dei fratelli. Ti raccomandiamo il mondo del lavoro: in questo periodo di incertezza, dona a tutti la forza di non scoraggiarsi e di riprendere con maggiore entusiasmo la propria occupazione, una volta passata l’emergenza presente. Ti preghiamo per i giovani studenti perché sappiano mettere a frutto questo tempo …».
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Isola Maggiore. Il curioso caso della Madonna che segue con lo sguardo https://www.lavoce.it/isola-maggiore-madonna-sguardo/ Thu, 04 Jul 2019 09:29:38 +0000 https://www.lavoce.it/?p=54804 sguardo

All’interno del Palazzo del Capitano del Popolo ad Isola Maggiore, un edificio che rimonta al XII secolo, si può ammirare tra le opere d’arte una splendida “Madonna delle grazie”, dipinta da Sano di Pietro intorno il 1450. Ciò che appare, nello splendido campo d’oro che le fa da sfondo, è anche a tutt’oggi quel che rimane dell’originale trittico (con i santi Michele Arcangelo, Giovanni Battista, Pietro e Paolo e la Resurrezione di Cristo che completava l’originale predella), voluto e pensato per l’Altare della chiesa di san Michele Arcangelo, al sommo della collina. Nei 400 anni successivi questo benedetto polittico è stato spostato, smembrato, scomposto; fatto saltellare di chiesa in chiesa (in san Francesco prima, in san Salvatore poi); di Altare in Altare; fino ad approdare dopo un lungo lavoro di restauro nel vetusto palazzo del Capitano del Popolo, ove ha sede il centro di documentazione sull’Isola Maggiore.

La Madonna che muove gli occhi

Chiunque visitando il “Palazzo dell’orologio” si soffermi ad ammirare questa splendida – e sempre sacra – immagine potrà accorgersi del singolare e simpatico “atteggiamento” della Santa Vergine che ricambia col Suo, lo sguardo dell’osservatore. In sostanza la Madonna muove gli occhi! Spostandosi a destra o sinistra della pala si vedrà bene che il guardo di Maria segue l’osservatore. Nulla di miracoloso: si tratta semplicemente di un effetto ottico realizzato ad arte con l’apposizione di una leggera pasta vitrea sui bulbi oculari che crea appunto l’effetto. In pochi però sanno, e forse anche meno, che questo “scherzetto degli occhi” costò non poco nel passato ai buoni Frati minori del Convento d’Isola.

Storia dell'inganno

Ci troviamo intorno la meta del 1500 quando un tale Balducci – relegato in confino al convento per una qualche infrazione – essendo capace in pittura e cercando di aumentare le entrate di cassa (che in quel frangente erano miserelle), pare, certamente con il consenso del Padre Guardiano di allora, abbia pensato di correggere col pennello la pittura degli occhi dell’immagine della Vergine, così da dare l’idea a chi si soffermasse a venerarla che Ella lo seguisse con lo sguardo. Il passaparola fu immediato ed una grande folla si recò al convento per ammirare il Miracolo della Vergine che muoveva gli occhi, con conseguente gioia del Guardiano e dei frati tutti che videro così moltiplicarsi Messe, oboli ed elemosine. La situazione però, come era del resto prevedibile, oltre i fedeli attirò anche le Autorità Ecclesiastiche competenti che saputo del supposto prodigio vollero immediatamente vedere chiaro sulla faccenda attraverso una scrupolosissima inchiesta. Scoperto l’inganno il miracolo cessò, i lumi furono spenti e venne interrotta la processione di fedeli e con essa il guadagno economico per il convento. L’Autorità Ecclesiastica sempre (e giustamente) severa verso tali atteggiamenti al limite della Simonia censurò i frati e dispose anche la temporanea chiusura del convento. Ciò a conferma del fatto che anche tra i figli di san Francesco ci poteva esser chi non si sentisse molto innamorato di “Madonna povertà”! Del furfantesco pittore si persero le tracce ma non è impossibile pensare che sia stato ancor più severamente punito che non con il semplice esilio coatto nel convento dell’Isola al Trasimeno. Al di la di tutto – anche la storia ha i suoi diritti e merita d’esser raccontata - rimane sempre nell’ormai pochissimo popolo isolano l’amore e la devozione verso la santa immagine di Maria Mater Divine Gratiae, a cui in passato nel giorno delle nozze, molte spose donavano il bouquet, affinché impetrasse sulla nuova famiglia che s’ andava formando, aiuto e protezione.

Umberto Benini 

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All’interno del Palazzo del Capitano del Popolo ad Isola Maggiore, un edificio che rimonta al XII secolo, si può ammirare tra le opere d’arte una splendida “Madonna delle grazie”, dipinta da Sano di Pietro intorno il 1450. Ciò che appare, nello splendido campo d’oro che le fa da sfondo, è anche a tutt’oggi quel che rimane dell’originale trittico (con i santi Michele Arcangelo, Giovanni Battista, Pietro e Paolo e la Resurrezione di Cristo che completava l’originale predella), voluto e pensato per l’Altare della chiesa di san Michele Arcangelo, al sommo della collina. Nei 400 anni successivi questo benedetto polittico è stato spostato, smembrato, scomposto; fatto saltellare di chiesa in chiesa (in san Francesco prima, in san Salvatore poi); di Altare in Altare; fino ad approdare dopo un lungo lavoro di restauro nel vetusto palazzo del Capitano del Popolo, ove ha sede il centro di documentazione sull’Isola Maggiore.

La Madonna che muove gli occhi

Chiunque visitando il “Palazzo dell’orologio” si soffermi ad ammirare questa splendida – e sempre sacra – immagine potrà accorgersi del singolare e simpatico “atteggiamento” della Santa Vergine che ricambia col Suo, lo sguardo dell’osservatore. In sostanza la Madonna muove gli occhi! Spostandosi a destra o sinistra della pala si vedrà bene che il guardo di Maria segue l’osservatore. Nulla di miracoloso: si tratta semplicemente di un effetto ottico realizzato ad arte con l’apposizione di una leggera pasta vitrea sui bulbi oculari che crea appunto l’effetto. In pochi però sanno, e forse anche meno, che questo “scherzetto degli occhi” costò non poco nel passato ai buoni Frati minori del Convento d’Isola.

Storia dell'inganno

Ci troviamo intorno la meta del 1500 quando un tale Balducci – relegato in confino al convento per una qualche infrazione – essendo capace in pittura e cercando di aumentare le entrate di cassa (che in quel frangente erano miserelle), pare, certamente con il consenso del Padre Guardiano di allora, abbia pensato di correggere col pennello la pittura degli occhi dell’immagine della Vergine, così da dare l’idea a chi si soffermasse a venerarla che Ella lo seguisse con lo sguardo. Il passaparola fu immediato ed una grande folla si recò al convento per ammirare il Miracolo della Vergine che muoveva gli occhi, con conseguente gioia del Guardiano e dei frati tutti che videro così moltiplicarsi Messe, oboli ed elemosine. La situazione però, come era del resto prevedibile, oltre i fedeli attirò anche le Autorità Ecclesiastiche competenti che saputo del supposto prodigio vollero immediatamente vedere chiaro sulla faccenda attraverso una scrupolosissima inchiesta. Scoperto l’inganno il miracolo cessò, i lumi furono spenti e venne interrotta la processione di fedeli e con essa il guadagno economico per il convento. L’Autorità Ecclesiastica sempre (e giustamente) severa verso tali atteggiamenti al limite della Simonia censurò i frati e dispose anche la temporanea chiusura del convento. Ciò a conferma del fatto che anche tra i figli di san Francesco ci poteva esser chi non si sentisse molto innamorato di “Madonna povertà”! Del furfantesco pittore si persero le tracce ma non è impossibile pensare che sia stato ancor più severamente punito che non con il semplice esilio coatto nel convento dell’Isola al Trasimeno. Al di la di tutto – anche la storia ha i suoi diritti e merita d’esser raccontata - rimane sempre nell’ormai pochissimo popolo isolano l’amore e la devozione verso la santa immagine di Maria Mater Divine Gratiae, a cui in passato nel giorno delle nozze, molte spose donavano il bouquet, affinché impetrasse sulla nuova famiglia che s’ andava formando, aiuto e protezione.

Umberto Benini 

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Una luce su ciascuno di noi https://www.lavoce.it/una-luce-su-ciascuno-di-noi/ Thu, 03 Sep 2015 08:30:07 +0000 https://www.lavoce.it/?p=42979 Un momento della celebrazione
Un momento della celebrazione

Dopo il triduo di preparazione animato dalla predicazione di padre Emanuele Cattarossi, dell’Ordine dei Servi di Maria, anche quest’anno a fine agosto ha avuto luogo la festa della Madonna delle Grazie.

Come di consueto è stato il vescovo diocesano, mons. Domenico Cancian, a presiedere il pontificale, celebrato il 26 agosto nel santuario di Santa Maria delle Grazie.

La messa, animata dalla corale “Marietta Alboni”, è stata concelebrata anche dal vescovo di Huari, mons. Ivo Baldi.

Dipinta nel 1456 da Giovanni di Piamonte, allievo di Piero della Francesca, la tavola della Madonna delle Grazie continua a essere un faro di fede per la Chiesa di Città di Castello. Il dipinto, custodito in una cappella della chiesa, è stato svelato nei giorni precedenti alla celebrazione: unica occasione, nel corso dell’anno, in cui è possibile ammirare e venerare questa immagine di Maria con Bambino, a fianco dei santi Florido – patrono della diocesi tifernate – e Filippo Benizi.

“Nella tavola – ha spiegato il Vescovo introducendo la celebrazione – dalla mano di Gesù benedicente scende, attraverso Maria, un fascio di luce su Città di Castello. Questa luce rappresenta le molteplici grazie che nel corso dei secoli Maria ha ottenuto per le singole persone e per il popolo colpito da calamità: terremoti, epidemie, siccità. Maria si è presa cura dei tifernati, che giustamente la onorano e continuano a invocarla come Madonna delle Grazie”.

Prendendo poi spunto dalla stessa immagine e dalle letture, il Vescovo ha invitato tutti a porsi “sotto la protezione di Maria”, che con la sua sensibilità di madre e di donna ci propone un modello da seguire anche per vivere al meglio il prossimo Giubileo della Misericordia. “Maria – ha aggiunto – durante le nozze di Cana, con la sua mediazione, spinge Gesù a effettuare il suo primo miracolo. Tramutando l’acqua in vino, Gesù viene in soccorso di due giovani sposi; un fatto che ci porta a riflettere anche sulla famiglia, intesa in senso cristiano“.

Inoltre, “oltre alla famiglia, in questo anno dovremo cercare di affrontare anche altre situazioni particolari”. Mons. Cancian ha infatti riportato all’attenzione pubblica alcune emergenze sociali legate “agli stranieri, ai nuovi poveri e al mondo giovanile… Non possiamo non renderci conto che ci sia un grave disagio nei giovani, i quali non riescono a divertirsi in modo sano – ha sottolineato – e non possiamo in intervenire anche come cristiani, seppure noi adulti spesso fatichiamo a portare la nostra testimonianza”.

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Le associazioni tifernati contro il cancro celebrano il Patrono https://www.lavoce.it/le-associazioni-tifernati-contro-il-cancro-celebrano-il-patrono/ Fri, 09 May 2014 11:31:18 +0000 https://www.lavoce.it/?p=24814 Un momento della celebrazione a Madonna delle Grazie
Un momento della celebrazione a Madonna delle Grazie

Nel santuario della Madonna delle Grazie, il 3 maggio è stata celebrata la messa della terza domenica dopo Pasqua con una liturgia accompagnata, come annualmente in questa data, dalla corale “Marietta Alboni”. La celebrazione coincide con il giorno in cui viene ricordato san Pellegrino Laziosi, vissuto nel XIV secolo, e oggi invocato particolarmente dai malati di tumore.

A Città di Castello, in vita, Pellegrino Laziosi venne più volte, e nella città accaddero i miracoli che nel Settecento portarono alla sua beatificazione. Il culto di san Pellegrino si è sviluppato a suo tempo nella chiesa della Madonna delle Grazie, e da lì si diffuse tanto che, nel 1725, fu designato dai governanti compatrono della città.

Questa giornata è scelta dalle associazioni Altotevere contro il cancro (Aacc) e dell’Associazione italiana per la ricerca sul cancro per commemorare appunto il santo protettore della loro opera. Nella sua omelia il parroco, don Andrea Czortek, ha ricordato dal Vangelo di Luca l’incontro di Emmaus, e come gli apostoli disperassero di quanto Gesù aveva detto, di cui non vedevano realizzazione; e come Gesù stesso, che essi non avevano riconosciuto, li seguì ricordando le Scritture e terminando l’incontro con il sedersi a tavola con loro, spezzare e distribuire loro il pane. Gli apostoli allora Lo riconobbero.

Quella fu “la prima messa”, ha detto don Czortek, che ha ricordato poi san Pellegrino e la sua vicenda terrena, invitando i presenti a pregare per tutti i malati della nostra città. Terminata la liturgia, Mario Mariotti, dell’Aacc, ha rivolto una preghiera al Santo; e il presidente dell’associazione, Italo Cesarotti, ha ringraziato quanti contribuiscono all’opera di questa. Non ha mancato di menzionare il dott. Pacchiarini, direttore sanitario dell’Asl Umbria e, tra i medici specializzati, il dott. Luigi Bernicchi, il dott. Mauro Cocchieri e il dott. Antonio Sterparelli. Ha rivolto un “grazie” anche a tutto il personale infermieristico, ai volontari dell’associazione e a quanti la sostengono.

Da rilevare che proprio in questi giorni vi è stata da parte dell’Aacc un’ulteriore donazione all’ospedale di Città di Castello: una colonna endoscopica per diagnosi anche delle corde vocali.

Non è potuto intervenire alla cerimonia il Vescovo, che ha inviato la sua benedizione. I presenti sono stati poi invitati nella vicina sede dell’associazione per una più che piacevole sosta di fronte a un tavolo imbandito e uno scambio più stretto di conoscenza.

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Roncalli raccontato da “La Voce” nel 1955 https://www.lavoce.it/roncalli-raccontato-da-la-voce-nel-1955/ Thu, 17 Apr 2014 12:54:31 +0000 https://www.lavoce.it/?p=24534 La prima pagina de “La Voce” in occasione del viaggio a Perugia nel 1955 del card. Roncalli
La prima pagina de “La Voce” in occasione del viaggio a Perugia nel 1955 del card. Roncalli

“Benedetto Colui che viene nel nome del Signore, ad illustrare con lo splendore della Sua porpora, ma soprattutto con la profondità della Sua devozione e pietà mariana, la nostra grande festa a Maria!”.

Così scriveva il 22 maggio 1955 La Voce a proposito del card. Angelo Giuseppe Roncalli, attesissimo ospite d’onore alle celebrazioni nel primo centenario dell’incoronazione della Madonna delle Grazie nella cattedrale di Perugia l’8 settembre 1855 per mano di Gioacchino Pecci, futuro Leone XIII. Patriarca di Venezia, primate della Dalmazia e metropolita della provincia ecclesiastica delle Tre Venezie, Roncalli viene mostrato in una foto a Beirut, dove era stato inviato nell’ottobre 1954 da Pio XII al Congresso nazionale mariano libanese e aveva incoronato Maria Regina del Libano nel santuario di Harissa, prospiciente il mare.

Sabato 28 maggio 1955, il Patriarca di Venezia arrivò in treno a Terontola nel pomeriggio, accolto dall’arcivescovo Mario Vianello e dalle autorità cittadine. Un corteo di oltre sessanta auto lo condusse nel cuore di Perugia da Tuoro a Corciano a Fontivegge, con soste frequenti tra la folla festante. Domenica 29, solennità di Pentecoste, presiedette il pontificale (con la corale diretta da don Pietro Squartini e un giovane don Dino Contini all’organo) e nel pomeriggio la grandiosa processione, che si dovette abbreviare a causa di una minaccia di temporale. Il lunedì di Pentecoste visitò le opere diocesane dedicate a Maria: i lavori del nascente seminario di Montemorcino, il santuario di Castel Rigone, la colonia permanente di Preggio (che a ricordo dell’evento si appresta a intitolare a Giovanni XXIII la piazza principale) e il Collegio per l’educazione e l’istruzione della gioventù a Pieve del Vescovo.

Il Cardinale ripartì sempre da Terontola il 31 maggio, dopo aver celebrato, a chiusura del mese mariano, all’altare della Madonna. Già amatissimo e “in mirabile ascesa”, conquistò sin dalle prime battute i perugini rievocando l’incontro giovanile a Roma con il card. Satolli, colui che il 4 settembre 1898 aveva posto sul capo della Madonna una seconda volta la corona (che nel frattempo era stata rubata). La Voce sottolinea più volte le consonanze spirituali tra Perugia e il presule, simboleggiate dalla coincidenza dell’ordinazione sacerdotale di Roncalli il 10 agosto 1904, festa di san Lorenzo.

Alla fine della processione, il Patriarca espresse “il suo compiacimento per uno spettacolo di fede che gli è parso il più bello di quanti egli abbia mai visto nel suo intenso pellegrinare e in oriente e in occidente” e dichiarò – profetico al di là delle intenzioni – che la data del 29 maggio 1955 si dovesse allineare alle grandi ricorrenze mariane della città di Perugia: prima ancora del 1855, il “voto” del 1629 e del 1631 (attestati dagli Annali decemvirali, come più tardi nel 1716), quando la cittadinanza si pose all’unanimità sotto la protezione di Maria.

La Voce accompagnò l’evento del 1955 con un apparato di articoli storici che oggi rimangono fonti insostituibili per gli studiosi.

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Riapre a Castello la chiesa della Madonna delle Grazie https://www.lavoce.it/riapre-a-castello-la-chiesa-della-madonna-delle-grazie/ Fri, 06 Dec 2013 14:20:09 +0000 https://www.lavoce.it/?p=20940 Madonna-delle-Grazie-Castello“È un momento significativo sia per la chiesa in sé, sia per l’opera realizzata in breve tempo e bene, sia perché questi lavori, completati, diventano un segno di fiducia e di speranza per tutta la città, da sempre legata alla Madonna delle Grazie. Non a caso la riapertura della chiesa sarà effettuata nel giorno della festa dell’Immacolata: Maria ha sempre sostenuto la Chiesa e ci sostiene in ogni situazione, dandoci sempre un segnale di speranza e di fiducia”.

Con queste parole il vescovo di Città di Castello mons. Domenico Cancian ha commentato la notizia della ormai prossima riapertura del santuario cittadino della Madonna delle Grazie. Questo, danneggiato già a seguito del terremoto del 1997, dopo le lievi scosse telluriche della scorsa primavera è stato chiuso al culto il 9 maggio. I preesistenti danni alla volta della struttura, infatti, si erano aggravati a tal punto che il santuario è stato chiuso ai fedeli, necessitando di alcuni lavori di consolidamento.

La chiesa, iniziata a costruire dai Servi di Maria nel 1306 è stata consacrata il 16 novembre 1381. Domenica 8 dicembre, dopo sette mesi, tornerà di nuovo a ospitare le celebrazioni religiose.

Per festeggiare il termine dei lavori e la ritrovata accessibilità della chiesa, sabato 7 novembre alle ore 16.30 l’attuale parroco dello santuario don Andrea Czortek terrà una conferenza di carattere storico su “La Madonna delle Grazie a Città di Castello”. A seguire sarà possibile visitare la struttura e le opere in essa contenute con la guida della prof. Sara Borsi. Alle ore 21 sarà offerto un momento di preghiera accompagnato dal concerto che terrà la corale “Marietta Alboni”. La serata sarà anche l’occasione per festeggiare i 50 anni di vita della parrocchia di Santa Maria delle Grazie e i 30 anni della corale “Alboni”, legata fin dalla sua nascita a questa parrocchia.

Domenica 8 il Vescovo presiederà alle ore 11 la solenne celebrazione eucaristica durante la quale il santuario sarà ufficialmente riaperto ai fedeli e alla città. Nell’occasione sarà scoperta per la pubblica venerazione anche l’immagine della Madonna delle Grazie, dipinta nel 1456 da Giovanni di Piamonte, allievo di Piero della Francesca.

La tavola è oggi ospitata nella cappella appositamente realizzata a fine XV secolo, la quale non ha subito alcun danno a seguito delle recenti scosse telluriche. Ancora inagibile, invece, resta il campanile della chiesa, danneggiato anch’esso dalle scosse della scorsa primavera.

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“Vengo come amico e Pastore” https://www.lavoce.it/vengo-come-amico-e-pastore/ Thu, 28 Nov 2013 14:25:50 +0000 https://www.lavoce.it/?p=20848 celebranti-cattedralePG-24NOVembre2013Da domenica 24 novembre in ciascuna delle 32 Unità pastorali della diocesi è accesa una lampada ad olio su cui è riportato il logo della visita pastorale. È la lampada che è stata consegnata domenica pomeriggio ai moderatori delle UP nel corso della solenne liturgia di conclusione dell’Anno della Fede e di apertura della Visita pastorale, presieduta dall’Arcivescovo nella cattedrale di San Lorenzo.

Nella Chiesa “cattedra” del Vescovo, affollata come nelle grandi occasioni, al momento della professione di fede contenuta nel “Credo”, il canto dei fedeli ha riempito le navate. È stato il segno posto a conclusione di un anno aperto da papa Benedetto e chiuso da papa Francesco che ha scritto la sua prima Lettera enciclica sul tema della Fede: la “Lumen Fidei” che “chiude la trilogia sulle virtù teologali iniziata da Benedetto con la Deus Caritas est e la Spe Salvi”. “La Fede – ha detto mons. Bassetti – non serve solo per l’aldilà ma è un impegno concreto dell’uomo sulla terra per la giustizia, il diritto e la pace”.

L’Arcivescovo ha quindi parlato della Visita Pastorale aperta con la solenne celebrazione. “Per questo impegno grande che – ha detto – affronterò a 72 anni già compiuti, desidero spendere tutte le mie energie di Pastore”. Rivolgendosi a tutti i fedeli, clero, religiosi e laici, ha chiesto aiuto per questa Visita, “perchè non posso fare tutto da solo”. “Desidero seintire il profumo della preghiera dei nostri monasteri ma anche – ha aggiunto – dei bimbi del catechismo, delle famiglie, degli anziani e dei malati. Non c’è alcun settore della vita delle molteplici comunità che io non sia animato dal desiderio di vedere e di incontrare: ospedali e case di cura, case di riposo, carcere, immigrati …”.

“Il Signore si autoinvita – ha detto ricordando il brano di Zaccheo da cui prende il titolo la lettera pastorale di indizione della Visita (“Oggi devo fermarmi a casa tua!”) – e nella persona povera e fragile del Vescovo è Lui che viene ad incontrarvi!”.

Prima della conclusione della messa il vicario generale mons. Paolo Giulietti ha dato lettura del Decreto di indizione della visita pastorale che si concluderà domenica 4 giugno 2017, festa di Pentecoste, dopo aver visitato le 32 Unità pastorali in cui è suddivisa l’Archidiocesi che conta 155 parrocchie e 286mila abitanti.

I Cori in cattedrale

cori-in-Cattedrale-Perugia_novembre-inizio-visita-pastorale-Bassetti-Dopo la manifestazione musico-letteraria “Cantiamo la fede” del 10 novembre in Cattedrale che ha riscosso tanti consensi l’Istituto Musicale Diocesano “Girolamo Frescobaldi” ha organizzato in prossimità della festa di Santa Cecilia, Patrona della Musica, come ogni anno, il Raduno delle formazioni liturgico-musicali delle Parrocchie della Diocesi. L’incontro è avvenuto domenica 24 novembre ed i cori hanno animato la celebrazione presieduta dell’Arcivescovo Mons. Gualtiero Bassetti che ha concluso l’anno della fede e aperto la visita pastorale nelle parrocchie. Sono intervenuti al completo il Coro, di san Faustino, di Ferro di Cavallo di Cociano, della Cattedrale, di Monteluce, con coristi rappresentanti e di altre parrocchie. Con recenti e collaudati brani contemporanei sono stati eseguiti anche canti di Bach, Mozart, Haendel con cludendo con l’Inno di Alessandro Pascucci,maestro di cappella negli anni ‘20, alla Madonna delle Grazie, venerata in Duomo. Alla direzione si sono alternati Mons. Francesco Spingola e il M° Mauro Chiocci.

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Con il legno e con la passione… l’arte di Rolando Chiaraluce https://www.lavoce.it/con-il-legno-e-con-la-passione-larte-di-rolando-chiaraluce/ Thu, 19 Sep 2013 13:20:12 +0000 https://www.lavoce.it/?p=19122 Alcune delle opera di tarsia lignea di Rolando Chiaraluce esposte alla mostra
Alcune delle opera di tarsia lignea di Rolando Chiaraluce esposte alla mostra

Il lavoro dura ore. Giorni e giorni passati prima a scegliere il soggetto da rappresentare, poi si fa il disegno e, cosa più importante, si cerca il legno più adatto, l’essenza giusta, con quel colore particolare o quei nodi che meglio si prestano a rappresentare quella parte del disegno. E poi la mano esperta dell’incisore fa il resto.

Sono ormai diversi anni che Rolando Chiaraluce, perugino Doc, prima falegname e oggi intarsiatore – anzi artista, come ormai in tanti lo definiscono – si dedica con amore e passione a incidere il legno, un lavoro certosino che lo ha portato a realizzare diversi quadri unendo uno accanto all’altro vari tasselli di legno (tarsie) dello spessore di pochi millimetri per creare scorci della sua città, Perugia, e dell’Umbria, nonché immagini sacre che ricalcano opere pittoriche famose di grandi artisti.

Presso il Centro servizi camerali “Galeazzo Alessi” di via Mazzini a Perugia, dal 12 settembre sono esposte alcune delle sue produzioni principali, vere opere d’arte. Tanti gli scorci di Perugia: c’è l’arco etrusco, Sant’Ercolano, porta San Girolamo, il tempio di San Michele arcangelo, Corciano, Todi, Preggio. E poi paesaggi innevati, Eurochocolate, Umbria Jazz.

La produzione più numerosa riguarda i soggetti sacri: la Madonna delle Grazie della cattedrale di Perugia, opere del Perugino, la Madonna con Bambino copia di quella realizzata da don Nello Palloni, suo amico, per l’ospedale di Santa Maria della Misericordia di Perugia. C’è anche un ritratto di Giovanni Paolo II, Benedetto XVI, Crocifissioni bellissime. Grazie alla scelta di determinate tarsìe, Chiaraluce riesce a creare sfumature, profondità, prospettive inaspettate. Qua e là il tocco del pennello, per un po’ di colore.

Tutto è iniziato sessant’anni fa, all’età di 12 anni, in una via del centro di Perugia, lavorando con il padre falegname. Poi gli studi all’istituto d’arte “Bernardino di Betto”, abbandonati dopo poco per aiutare il padre nella lavorazione di mobili su misura per le famiglie della città.

La passione, però, è rimasta sempre viva in lui. Oggi, in età ormai più che matura, con più tempo a disposizione e con una grande esperienza alle spalle, “le sue capacità artistiche e la sua sensibilità, già presenti in lui – ha detto il curatore della mostra Guido Buffoni – sono esplose interpretando, non copiando, le opere che più lo colpiscono”. C’è stato anche il tempo di proseguire gli studi per diventare maestro d’arte. La mostra si chiuderà il 22 settembre.

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Spostata in duomo, a Castello, la festa della Madonna delle Grazie https://www.lavoce.it/spostata-in-duomo-a-castello-la-festa-della-madonna-delle-grazie/ Thu, 29 Aug 2013 14:45:22 +0000 https://www.lavoce.it/?p=18688 La celebrazione in cattedrale
La celebrazione in cattedrale

I movimenti sismici, nel corso della storia, hanno coinvolto spesso la chiesa – oggi santuario – della Madonna delle Grazie. Anche gli ultimi verificatisi nella zona hanno fatto considerare attualmente inagibile l’edificio; così il bel quadro di Giovanni di Piamonte, oggetto da sempre della venerazione dei fedeli, il 26 agosto è stato portato nel duomo.

Lì la festa annuale è stata celebrata con una solenne funzione tenuta dal vescovo, mons. Domenico Cancian. Gremito il duomo, di cui risaltavano nell’illuminazione i pregevoli affreschi, e illuminato da molte luci votive il quadro della Madonna, patrona della diocesi e di Città di Castello, collocato nella sinistra del transetto.

Prima di iniziare la celebrazione della messa mons. Cancian ha ricordato il potere di madre e regina di Maria, paragonata a un fascio di luce su Città di Castello, alla quale ci affidiamo per il perdono dei nostri peccati, ma anche per la Chiesa e per il mondo. Il tema del Vangelo del giorno era quello delle nozze di Cana: il primo miracolo di Cristo ottenuto per intercessione di Maria. Nella sua omelia, mons. Cancian ha messo in rilievo la presenza di Maria nella nostra vita e il suo intervento nel momento delle difficoltà. Ha ricordato come nella preghiera quotidiana la supplichiamo per noi peccatori, e questa supplica va bene estesa per tutta l’umanità e per un raggiungimento della pace. Ha ricordato a questo proposito le terribili immagini di guerra che ci giungono, e poi i conflitti nel nostro Paese e a volte nelle nostre stesse famiglie.

Tornando alle nozze di Cana, ha ricordato come i convitati si fossero meravigliati che il vino migliore fosse quello servito per ultimo. Maria chiede un vino puro, vale a dire la pace nel nostro cuore; e, nello spirito di Gesù, anche un vino buono sinonimo di pace, lavoro, serenità. Raccomandandoci a Maria, ha detto il celebrante, troviamo l’unica strada che porti al Vangelo.

La celebrazione della messa è stata accompagnata dai canti della corale “Marietta Alboni” diretta dal maestro Stefano Mastriforti in sostituzione del maestro Marini; all’organo il maestro Roberto Mercati. Nello spirito particolare della funzione, da ricordare, all’offertorio, l’Ave Maria di Arcadelt e, durante la comunione, O Santissima, canto popolare siciliano nel quale è stata apprezzata particolarmente la voce di Anna Marini. Presenti alla cerimonia il Sindaco, rappresentanti dell’Amministrazione regionale e i rappresentanti locali delle forze dell’ordine.

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Grande festa per la patrona “Madonna delle Grazie” https://www.lavoce.it/grande-festa-per-la-patrona-madonna-delle-grazie/ Thu, 06 Sep 2001 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=1122 Come ogni anno, domenica 26 agosto, la città ha festeggiato la sua Patrona, venerata con il titolo di Beata Vergine Maria madre della divina grazia, popolarmente chiamata Madonna delle Grazie. Il prezioso dipinto di Giovanni da Piamonte è stato scoperto la mattina di giovedì 23, giorno in cui è iniziato il triduo di preghiera in preparazione alla solennità. I tre giorni che hanno preceduto la festa sono stati animati da don Vincenzo Pal e dal coro dei giovani della parrocchia, che hanno aiutato i fedeli a vivere intensi momenti di preghiera.

Solenne e molto sentita, come sempre, è stata la concelebrazione Eucaristica del 26 presieduta dal vescovo Pellegrino Tomaso Ronchi. Commentando il brano del Vangelo di Giovanni che parla delle nozze di Cana, il Vescovo ha ricordato il ruolo di Maria nella storia della salvezza: ruolo di “Madre del Salvatore e della Chiesa”, madre di ogni uomo.

“Come alle nozze di Cana, la Vergine continua nel tempo ad esaudire l’accorata invocazione dei suoi figli: vigile custode della città, Maria libera il popolo cristiano dai pericoli e li sorregge nella prova, consolatrice degli afflitti, non fa mancare, in chi in Lei confida, il sostegno del suo patrocinio ed il conforto della sua potente intercessione”.

Il Vescovo ha invitato tutti i fedeli ad accogliere Maria nella propria vita, ad entrare in comunione profonda con Lei per essere sempre più simili a Cristo, sorgente della gioia autentica. Ascoltando queste parole del vescovo mi sono tornate in mente quelle di un santo. “Il mondo non arriva ancora a Cristo perché non si addita ancora abbastanza la Via: Maria Santissima. Gesù Cristo si trova sempre come l’hanno trovato i pastori e i magi: tra le braccia della Madonna. O Apostoli di Cristo fate conoscere agli uomini la loro Madre: “Ecco la tua Madre”. Infine il Vescovo citando il Papa, da lui tanto amato, ha ricordato che la cosa fondamentale per tutti è tendere alla santità e che “gli uomini del nostro tempo chiedono ai credenti di oggi non solo di ‘parlare’ di Cristo, ma in un certo senso di farlo ‘vedere’… La nostra testimonianza sarebbe, tuttavia, insopportabilmente povera, se noi per primi non fossimo contemplatori del suo volto” (NMI, 16). Infine rivolgendo una lunga preghiera alla Madonna a nome di tutti i presenti ha così concluso. “O Madre della Divina Grazia e di tutte le grazie, proteggi e benedici tutti e fa’ che tutti comprendiamo che il segreto della vera gioia sta nella bontà, nella misericordia e nel perdono”.

Conclusa la celebrazione eucaristica i presenti sono saliti dietro l’altare per un saluto e una preghiera personale alla loro Madonna. E’ un momento toccante vedere sfilare, davanti alla sacra immagine della Vergine, persone di tutte le età che sostano ai suoi piedi per chiedere una speciale benedizione prima che il quadro venga ricoperto fino al 2 febbraio in cui verrà riaperto alla venerazione di tutti.

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