Vescovo Luciano Paoluci Bedini Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/luciano-paoluci-bedini/ Settimanale di informazione regionale Fri, 23 Jun 2023 15:27:14 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg Vescovo Luciano Paoluci Bedini Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/luciano-paoluci-bedini/ 32 32 ‘Il Sentiero di Francesco’: conclusa a Gubbio la quattordicesima edizione https://www.lavoce.it/il-sentiero-di-francesco-conclusa-a-gubbio-la-quattordicesima-edizione/ Mon, 05 Sep 2022 13:53:47 +0000 https://www.lavoce.it/?p=68199 il sentiero di francesco 2022

Con l'arrivo dei pellegrini a Gubbio si è conclusa nel pomeriggio di sabato 3 settembre la quattordicesima edizione de Il Sentiero di Francesco. "È un’edizione sicuramente molto significativa: prima di tutto perché è la prima dopo la pandemia, con il ritorno di tanti amici e fratelli di varie parti d'Italia e anche d'Europa. Tutti con il grande desiderio di compiere ancora una volta questo cammino sulle orme di Francesco, ripercorrere questa storia di novità, di riconciliazione, di liberazione, di fraternità e anche con il desiderio di vivere, nella semplicità di questi giorni, nuovi amicizie e un tempo di immersione nel creato". Il vescovo di Gubbio, monsignor Luciano Paolucci Bedini, riassume in queste parole le tre intense giornate del pellegrinaggio partito da Assisi il primo settembre e arrivato nella Città dei Ceri sabato 3, dopo aver attraversato il borgo di Valfabbrica. Al parco eugubino della Riconciliazione che abbraccia la chiesetta di Santa Maria della Vittorina, le decine di pellegrini in cammino sono arrivati con canti di gioia. Nemmeno la pioggia battente di questi ultimi giorni li ha scoraggiati. C'erano bambini, famiglie, chi è abituato a camminare da solo e scopre stavolta la bellezza della condivisione, chi è viandante esperto e chi invece è ai primi passi e scopre il cammino proprio sulla Via di Francesco. Ad accogliere e a salutare i pellegrini de  Il Sentiero di Francesco c'era anche il sindaco eugubino, Filippo Stirati, che ha sottolineato ancora una volta l’importanza del cammino e del contributo all’identità francescana che viene proprio dalla città di Gubbio. Sul luogo che ricorda l’incontro tra San Francesco e la belva feroce che terrorizzava gli eugubini, viene consegnato il Premio Lupo di Gubbio per la riconciliazione alla Confraternita di San Jacopo di Compostella, che ha sede a Perugia e accoglie i pellegrini in vari ostelli lungo la Francigena, il Cammino di Santiago e la Via di Francesco. Da qualche anno, sul sentiero francescano, la diocesi eugubina ha affidato, proprio alla Confraternita, l’Eremo di San Pietro in Vigneto. Ecco la motivazione del premio: Per la spiritualità fraterna e l'accoglienza generosa che i volontari offrono e condividono con i pellegrini in cammino sulle vie di San Francesco, San Giacomo e lungo la Francigena, affiancandoli con semplicità nel loro percorso di riconciliazione con se stessi, con i fratelli, con Dio e con il Creato.  Il ceramista eugubino Giampietro Rampini ha condensato tutto ciò nella maiolica consegnata dal vescovo Luciano allo storico Paolo Caucci von Saucken e ad alcuni volontari della Confraternita compostelana. "Interpretiamo questo premio -ha commentato il professor Caucci- come un segno molto preciso: il Vescovo, la diocesi e la città di Gubbio vogliono dare un impulso proprio all'accoglienza su questa via di pellegrinaggio. L'accoglienza e l’ospitalità sono fondamentali perché l’hospitium è il luogo dove si ospitano i pellegrini come persone gradite, come persone da accogliere come fossero a casa loro. Di fronte ai grandi appuntamenti che abbiamo nei prossimi anni, specie con gli anniversari francescani, il grande giubileo romano e un nuovo anno santo compostelano, io credo che questo premio voglia significare la necessità di rafforzare proprio la struttura degli hospitales, perché necessario farlo". Con Paolo Caucci von Saucken, la consegna del premio diventa anche l’occasione per fare il punto su cammini e pellegrinaggi in Europa e in Italia, a poche settimane dalla chiusura dell’anno santo giacobeo, il 25 luglio scorso. In crescita i pellegrini sulla Via di Francesco: quest’anno supereranno i numeri pre-pandemia, anche secondo i dati dell’accoglienza presso l’eremo di San Pietro in Vigneto delineati dalla Confraternita. "In questi giorni a Santiago de Compostela -racconta Caucci- è arrivato il pellegrino numero trecento mila di quest'anno e non tutti sono registrati, praticamente sono arrivati già circa quattrocento mila pellegrini a piedi. Questo determina una conseguenza in tutti i campi, anche nel turismo, visto che gli alberghi di Santiago de Compostela nel mese di agosto stavano al 90-95% di occupazione. Quindi è un fenomeno non soltanto religioso ma anche sociale, economico, politico e antropologico perché stiamo vedendo che cambiano anche i tipi di pellegrini. Non sono sempre gli stessi, cambiano le età, sono stagionali, l'estate sono più giovani e a primavera più maturi: un fenomeno molto interessante. Sulla Via di Francesco -continua lo storico e rettore della Confraternita perugina - arriva un pellegrino già molto motivato, che cerca san Francesco principalmente e attraverso il Santo ovviamente cerca Dio, la spiritualità e l'interiorità, quindi c'è già una scelta a monte". L’edizione 2022 de Il Sentiero di Francesco si è chiusa, come di consueto, con la celebrazione della Santa Messa presso la chiesa di San Francesco a Gubbio, presieduta del vescovo monsignor Luciano Paolucci Bedini.]]>
il sentiero di francesco 2022

Con l'arrivo dei pellegrini a Gubbio si è conclusa nel pomeriggio di sabato 3 settembre la quattordicesima edizione de Il Sentiero di Francesco. "È un’edizione sicuramente molto significativa: prima di tutto perché è la prima dopo la pandemia, con il ritorno di tanti amici e fratelli di varie parti d'Italia e anche d'Europa. Tutti con il grande desiderio di compiere ancora una volta questo cammino sulle orme di Francesco, ripercorrere questa storia di novità, di riconciliazione, di liberazione, di fraternità e anche con il desiderio di vivere, nella semplicità di questi giorni, nuovi amicizie e un tempo di immersione nel creato". Il vescovo di Gubbio, monsignor Luciano Paolucci Bedini, riassume in queste parole le tre intense giornate del pellegrinaggio partito da Assisi il primo settembre e arrivato nella Città dei Ceri sabato 3, dopo aver attraversato il borgo di Valfabbrica. Al parco eugubino della Riconciliazione che abbraccia la chiesetta di Santa Maria della Vittorina, le decine di pellegrini in cammino sono arrivati con canti di gioia. Nemmeno la pioggia battente di questi ultimi giorni li ha scoraggiati. C'erano bambini, famiglie, chi è abituato a camminare da solo e scopre stavolta la bellezza della condivisione, chi è viandante esperto e chi invece è ai primi passi e scopre il cammino proprio sulla Via di Francesco. Ad accogliere e a salutare i pellegrini de  Il Sentiero di Francesco c'era anche il sindaco eugubino, Filippo Stirati, che ha sottolineato ancora una volta l’importanza del cammino e del contributo all’identità francescana che viene proprio dalla città di Gubbio. Sul luogo che ricorda l’incontro tra San Francesco e la belva feroce che terrorizzava gli eugubini, viene consegnato il Premio Lupo di Gubbio per la riconciliazione alla Confraternita di San Jacopo di Compostella, che ha sede a Perugia e accoglie i pellegrini in vari ostelli lungo la Francigena, il Cammino di Santiago e la Via di Francesco. Da qualche anno, sul sentiero francescano, la diocesi eugubina ha affidato, proprio alla Confraternita, l’Eremo di San Pietro in Vigneto. Ecco la motivazione del premio: Per la spiritualità fraterna e l'accoglienza generosa che i volontari offrono e condividono con i pellegrini in cammino sulle vie di San Francesco, San Giacomo e lungo la Francigena, affiancandoli con semplicità nel loro percorso di riconciliazione con se stessi, con i fratelli, con Dio e con il Creato.  Il ceramista eugubino Giampietro Rampini ha condensato tutto ciò nella maiolica consegnata dal vescovo Luciano allo storico Paolo Caucci von Saucken e ad alcuni volontari della Confraternita compostelana. "Interpretiamo questo premio -ha commentato il professor Caucci- come un segno molto preciso: il Vescovo, la diocesi e la città di Gubbio vogliono dare un impulso proprio all'accoglienza su questa via di pellegrinaggio. L'accoglienza e l’ospitalità sono fondamentali perché l’hospitium è il luogo dove si ospitano i pellegrini come persone gradite, come persone da accogliere come fossero a casa loro. Di fronte ai grandi appuntamenti che abbiamo nei prossimi anni, specie con gli anniversari francescani, il grande giubileo romano e un nuovo anno santo compostelano, io credo che questo premio voglia significare la necessità di rafforzare proprio la struttura degli hospitales, perché necessario farlo". Con Paolo Caucci von Saucken, la consegna del premio diventa anche l’occasione per fare il punto su cammini e pellegrinaggi in Europa e in Italia, a poche settimane dalla chiusura dell’anno santo giacobeo, il 25 luglio scorso. In crescita i pellegrini sulla Via di Francesco: quest’anno supereranno i numeri pre-pandemia, anche secondo i dati dell’accoglienza presso l’eremo di San Pietro in Vigneto delineati dalla Confraternita. "In questi giorni a Santiago de Compostela -racconta Caucci- è arrivato il pellegrino numero trecento mila di quest'anno e non tutti sono registrati, praticamente sono arrivati già circa quattrocento mila pellegrini a piedi. Questo determina una conseguenza in tutti i campi, anche nel turismo, visto che gli alberghi di Santiago de Compostela nel mese di agosto stavano al 90-95% di occupazione. Quindi è un fenomeno non soltanto religioso ma anche sociale, economico, politico e antropologico perché stiamo vedendo che cambiano anche i tipi di pellegrini. Non sono sempre gli stessi, cambiano le età, sono stagionali, l'estate sono più giovani e a primavera più maturi: un fenomeno molto interessante. Sulla Via di Francesco -continua lo storico e rettore della Confraternita perugina - arriva un pellegrino già molto motivato, che cerca san Francesco principalmente e attraverso il Santo ovviamente cerca Dio, la spiritualità e l'interiorità, quindi c'è già una scelta a monte". L’edizione 2022 de Il Sentiero di Francesco si è chiusa, come di consueto, con la celebrazione della Santa Messa presso la chiesa di San Francesco a Gubbio, presieduta del vescovo monsignor Luciano Paolucci Bedini.]]>
Il nuovo vescovo Luciano si è insediato a Città di Castello. Inizia il cammino comune con Gubbio https://www.lavoce.it/il-nuovo-vescovo-luciano-si-e-insediato-a-citta-di-castello-inizia-il-cammino-comune-con-gubbio/ Sun, 19 Jun 2022 16:27:11 +0000 https://www.lavoce.it/?p=67314 Ingresso del vescovo Luciano Paolucci Bedini a Città di Castello

Il vescovo mons Luciano Paolucci Bedini ha fatto ingresso nella diocesi di Città di Castello che ora è unita “in persona episcopi” alla diocesi di Gubbio. Per il vescovo, e per le due comunità, ora inizia un cammino che è allo stesso tempo comune - nel senso di vissuto in comunione - e distinto - perché le due diocesi restano giuridicamente due entità distine. La solenne liturgia di insediamento del nuovo vescovo LUciano Paolucci Bedini, celebrata sabato pomeriggio 18 giugno 2022 nella cattedrale di Città di Castello, è stata preceduta da tre intense giornate di cammino del vescovo Luciano sulla Via di Francesco verso Città di Castello. Cammino condiviso con il vescovo emerito mons. Domenico Cancian e con persone (laici, religiosi e presbiteri) provenienti da entrambe le diocesi.

La liturgia di insediamento del nuovo vescovo

“Per Amore, nella Comunione e in fraterna Condivisione, continuiamo a camminare insieme in questa santa Chiesa di Città di Castello” ha detto mons. Paolucci Bedini nell'omelia della messa di insediamento (puoi rivedere il video sul canale YouTube della diocesi), esprimendo gratitudine “per i passi compiuti, per le grandi figure di santità che ci accompagnano e per gli esempi generosi di vita donata per amore della Chiesa. Il Signore ci benedica, custodisca tutti nel suo amore e ci protegga ogni giorno”. Il gesto che ha reso visibile questa comunione è stato la consegna del Pastorale da parte di mons. Cancian. “Il Pastorale che passa da una mano ad un’altra non è un segno di potere, non segna una presa di possesso, ma - ha detto mons. Bedini Paolucci nell'omelia - segna la responsabilità di una guida e la presa in cura di tanti fratelli e sorelle, con il timore che questo porta con se, e non a nome nostro, ma solo in nome di Gesù unico vero e buon pastore di noi tutti”. [gallery td_select_gallery_slide="slide" td_gallery_title_input="La celebrazione solenne per l’inizio del ministero episcopale di mons. Luciano Paolucci Bedini" ids="67353,67352,67351,67350,67349,67348,67347,67346,67344"]

Scambio di saluti tra i vescovi Domenico e Luciano

Lo scambio di saluti tra il vescovo emerito Domenicoi Cancian e il nuovo vescovo di Città di Castello Lucviano Paolucci Bedini, si è svolto nel segno della fraternità. Cancian, ricordando i 15 anni vissuti come vescovo della Chiesa tifernate, “con grande stima, fiducia e profonda amicizia” ha consegnato al suo successore “il pastorale con il quale - ha sottolineato - salirai nella cattedra di San Florido. L’abbraccio fraterno che ci daremo sarà il segno del profondo legame effettivo ed affettivo della continuità del ministero apostolico in Cristo, buon Pastore. A nome di tutta la Chiesa ti ringrazio e benedico per avere obbedito al Signore con umiltà e generosità”. “Il pellegrinaggio - ha risposto il vescovo Luciano - che abbiamo fatto insieme, eugubini e tifernati in questi tre giorni, guidati da te vescovo entrante e in parte da me vescovo uscente, è stato un bel segno di come si può camminare insieme nella gioia della comunione fraterna che unisce persone diverse nella volontà del Signore, nostra pace. Un segno che, Dio lo voglia, preannuncia la bellezza della comunione delle due Chiese”.

Tanti fedeli presenti e vescovi …

In cattedrale hanno partecipato alla liturgia di insediamento del nuovo vescovo tanti fedeli, il presbiterio e i religiosi, il Presidente della Conferenza episcopale umbra mons. Renato Boccardo arcivescovo di Spoleto-Norcia, il vescovo di Macerata mons. Nazzareno Marconi figlio della comunità tifernate, e altri vescovi oltre al cardinale Gualtiero Bassetti arcivescovo emerito di Perugia-Città della Pieve.

… e autorità

Erano presenti anche i sindaci dei comuni sui quali si estende il territorio della diocesi. Il sindaco di Città di Castello Luca Secondi, ha parlato “a nome del Comune di Città di Castello e dei sindaci di Citerna, Monte Santa Maria Tiberina, Montone, Pietralunga, San Giustino, Umbertide e Lisciano Niccone. A nome di tutti Secondi ha espresso “il più caldo saluto di benvenuto nella nuova casa spirituale dell'Altotevere umbro al quale ha voluto indirizzarLa l'alto consiglio di Papa Francesco. Il dono del Suo arrivo - ha aggiunto - è un privilegio per l'intera nostra, composita comunità locale”. [gallery size="medium" td_select_gallery_slide="slide" td_gallery_title_input="Ingresso del Vescovo Paolucci Bedini a Citta di Castello " columns="2" ids="67325,67323,67315,67321,67322,67316"]  

L'omelia del vescovo Paolucci Bedini e i saluti

Omelia di mons. Paolucci Bedini per l’inizio del ministero pastorale nella Diocesi di Città di Castello

“…il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; …questo calice è la Nuova Alleanza nel mio sangue; …fate questo in memoria di me».” San Paolo ci ricorda il gesto di Gesù che anticipa e spiega la sua Pasqua, e lascia alla Chiesa i segni necessari della sua presenza di Risorto: il pane e il vino, il suo Corpo e il suo Sangue, per noi, per sempre. Questa è la memoria che rende presente Gesù in mezzo a noi, una memoria da non dimenticare e da celebrare continuamente e per sempre. Un caro e fraterno saluto lo rivolgo a tutti voi,fratelli e sorelle, che in presenza o da casa celebrate con noi questa solenne liturgia del Corpo e del Sangue del Signore Gesù. Specialmente a chi più soffre, o sta vivendo momenti di fatica, chi è solo e chi teme la vita per la sua gravità, la vostra presenza e la vostra preghiera mi sono care e custodiscono tutta la tenerezza dell’amore di Dio per me figlio. Un saluto particolare al carissimo Cardinale Gualtiero, al Vescovo Renato Presidente dei Vescovi umbri, al carissimo don Mario Vescovo mio predecessore nella Diocesi di Gubbio, a don Nazzareno, amico e fratello, agli altri confratelli Vescovi presenti, senza dimenticare il Vescovo Domenico con cui da giorni condivido questo passaggio e che di nuovo ringrazio per il dono della sua paternità. Il Pastorale che passa da una mano ad un’altra non è un segno di potere, non segna una presa di possesso, ma la responsabilità di una guida e la presa in cura di tanti fratelli e sorelle, con il timore che questo porta con se, e non a nome nostro, ma solo in nome di Gesù unico vero e buon pastore di noi tutti. Un cordiale saluto rivolgo alle autorità civili e militari qui convenute in rappresentanza dei territori, delle popolazioni e delle istituzioni locali. Carissimi, il Corpo e il Sangue di Gesù sono i segni dell’Amore, della Comunione e della Condivisione, che nutrono il nostro essere discepoli e il nostro camminare insieme dentro la storia. Raccontano la vicenda di un Dio Creatore e Padre, che ha pensato tutto per l’essere umano, la sua creatura prediletta, tutto gli ha affidato, e di fronte al dramma della libertà ferita, tutto ha messo in gioco per non perdere nessuno, fino a dare la vita del suo Figlio in riscatto per tutti noi. L’eucaristia che celebriamo è il dramma dell’Amore di Dio che attraversa e riempie la storia della tenerezza di un Padre che non si rassegna allo smarrimento dei suoi figli. Un Dio che si spoglia della sua differenza per immergersi nella nostra debolezza umana, condivide la nostra creaturalità, cammina con noi, si china sulle nostre povertà fino a prenderle su di se perché non ne fossimo schiacciati, per ricordarci che Dio è solo Amore. Amore che vince le tenebre, il male e la morte. Noi credenti in fondo abbiamo solo questo Amore per vivere. E solo di questo Amore siamo debitori al mondo, che tanto lo desidera e ne ha sete, anche quando non se ne accorge. Questi santi segni del pane e del vino nutrono poi la nostra comunione. È il cibo che ci unisce profondamente nella relazione divina della Santissima Trinità. Commensali e concittadini della città eterna, che tutti ci attende, siamo chiamati a vivere, nel tempo di questo nostro pellegrinaggio terreno, come fratelli e sorelle, uniti dalla misericordia che ci è stata usata. Il nostro DNA è costituito dalla comunione che Dio ci dona e che proviamo a vivere ogni giorno nella sfida della fraternità, vera prova della potenza dell’Amore di Dio. Da ultimo il Corpo di Gesù dato e il suo Sangue versato per noi ci parlano di condivisione. È questo lo stile dei discepoli di Gesù e della comunità cristiana. Tutto ciò che siamo e abbiamo è dono ricevuto gratuitamente da Dio, e siamo chiamati a farne dono gratuito a tutti coloro che il Signore ci da di incontrare. Solo i doni di Dio ci uniscono, ci arricchiscono e ci fanno crescere sulla via del Vangelo, e da oggi questo cominceremo a viverlo anche con la Chiesa sorella di Gubbio che mi ha insegnato ad essere Sposo nel nome di Cristo. Per Amore, nella Comunione e in fraterna Condivisione, continuiamo a camminare insieme in questa santa Chiesa di Città di Castello. Grati per i passi compiuti, per le grandi figure di santità che ci accompagnano e per gli esempi generosi di vita donata per amore della Chiesa. Il Signore ci benedica, custodisca tutti nel suo amore e ci protegga ogni giorno. Amen. Luciano Paolucci Bedini Vescovo di Città di Castello e Gubbio - Sabato 18 Giugno 2022 ____

Saluto dell’Amministratore apostolico Domenico Cancian

al vescovo Mons. Luciano Paolucci Bedini all’inizio del ministero pastorale nella diocesi di Città di Castello - 18 giugno 2022 Eccellenza Rev.ma Mons. Luciano Paolucci Bedini Carissimo fratello vescovo, ti saluto e ti accolgo con tanta gioia nella stupenda cattedrale di Città di Castello (recentemente restaurata) dove Papa Francesco ti ha chiesto di succedermi come pastore, unendo nella tua persona le diocesi di Città di Castello e di Gubbio. Dopo 15 anni dalla mia nomina a vescovo della Chiesa tifernate, con grande stima, fiducia e profonda amicizia, oggi nella solennità del Corpus Domini, ti consegno il pastorale con il quale salirai nella cattedra di San Florido. L’abbraccio fraterno che ci daremo sarà il segno del profondo legame effettivo ed affettivo della continuità del ministero apostolico in Cristo, buon Pastore. A nome di tutta la Chiesa ti ringrazio e benedico per avere obbedito al Signore con umiltà e generosità. Il pellegrinaggio che abbiamo fatto insieme, eugubini e tifernati in questi tre giorni, guidati da te vescovo entrante e in parte da me vescovo uscente, è stato un bel segno di come si può camminare insieme nella gioia della comunione fraterna che unisce persone diverse nella volontà del Signore, nostra pace. Un segno che, Dio lo voglia, preannuncia la bellezza della comunione delle due Chiese. A tuo incoraggiamento posso testimoniare che in questa Chiesa abbiamo cercato sacerdoti, diaconi, religiosi/e, laici, di mettere in atto molteplici iniziative pastorali che ci hanno fatto crescere. E ciò con il coinvolgimento delle istituzioni e delle amministrazioni comunali che ringrazio. Con i sindaci vi è stata proficua collaborazione in ordine al bene comune, specie nelle emergenze. Tra le Lettere pastorali che ho scritto voglio ricordare la prima, che faceva chiaro riferimento al mio motto episcopale: “Rimanete nel mio amore. Amatevi come io vi ho amato”. E l’ultima: “Io sono con voi tutti i giorni”. Tra i momenti più significativi cito le due visite pastorali, l’ordinazione episcopale di don Nazzareno, la canonizzazione di Santa Margherita, il giubileo della misericordia. Un commosso ringraziamento al Signore e alla Chiesa Tifernate per il bene che insieme abbiamo potuto compiere. In questo momento voglio abbracciare con gratitudine ogni Tifernate, specialmente le persone malate, i poveri, i giovani e le famiglie. L’Amore misericordioso perdoni le nostre debolezze e miserie; accompagni ciascuno di noi a vivere nel modo migliore la propria vocazione e missione. Sicuri che la Chiesa è nelle mani del buon Pastore Gesù e del Padre misericordioso, credendo nella grazia della successione apostolica, chiedo a te Luciano, al cardinale Gualtiero Bassetti, all’arcivescovo Renato Boccardo, presidente della CEU, al vescovo tifernate don Nazzareno e ai vescovi presenti, che ringrazio di cuore per la loro partecipazione, di benedire questa Chiesa chiamata a vivere in comunione con la Chiesa di Gubbio. Il Signore, al quale eleviamo il canto di lode, ti accompagni, vescovo Luciano, e renda fecondo il tuo ministero episcopale! “Buon pastore, vero pane, o Gesù, pietà di noi, nutrici e difendici, conduci i tuoi fratelli alla tavola del cielo!” La Madonna delle grazie, protettrice della città, ti custodisca! † P. Domenico Cancian, fam Vescovo emerito di Città di Casgtello - Sabato 18 Giugno 2022 ____

Saluto al Sindaco di Città di Castello

del vescovo Luciano Paolucci Bedini - 18 giugno 2022 “Il mio primo pensiero è di ringraziamento per l’accoglienza attenta e cordiale che mi è stata riservata e per la quale già mi sento parte di questa comunità tifernate. Oggi ricevo, per le mani del mio predecessore Mons. Domenico Cancian, una preziosa eredità che mi auguro di saper custodire con prudenza e sapienza, e che comprende anche una esemplare esperienza di vicinanza e di collaborazione tra la Diocesi e le istituzioni locali, ciascuno per la sua parte di competenza e insieme per l’unico bene comune a tutti i cittadini. Mi inserisco volentieri, e con personale coinvolgimento, in questa positiva condivisione di responsabilità. Questo meraviglioso territorio, che ho potuto assaporare passo passo nei giorni del mio pellegrinaggio, scenario di una storia ricca e virtuosa, ha visto crescere la vicenda ecclesiale in stretta connessione con quella civile, maturandone la coscienza di una feconda sinergia a favore di questo popolo e di queste comunità. L’attualità che stiamo attraversando ci indica la necessità di intensificare ancor più questo camminare insieme nello stile del servizio e nell’attenzione premurosa verso chi più fatica e rischia di rimanere ai margini. Da parte mia vi assicuro la mia presenza e la mia disponibilità per conoscere e affrontare insieme le questioni che riguardano il bene e la dignità della nostra gente, nel rispetto degli ambiti peculiari di ciascuna istituzione, ma nella decisa volontà di non lasciare nessuno da solo o indietro. La Chiesa è serva di ogni donna e di ogni uomo che incontra e non teme di chinarsi sulle ferite che la storia infligge all’umanità. Non mancherà dunque, da parte mia e dell’intera comunità diocesana, la benedizione e il sostegno per coloro che, nel rispetto delle regole democratiche, svolgono un prezioso ed indispensabile servizio a beneficio del bene comune e nella responsabilità della cosa pubblica. Grazie ancora per la vostra accoglienza e l’augurio più sincero per il cammino che ci attende! Luciano Paolucci Bedini Vescovo di Città di Castello e Gubbio - Sabato 18 Giugno 2022 _____

Saluto del sindaco Luca Secondi al Vescovo

Sabato pomeriggio in Piazza Gabriotti, alla presenza dei sindaci della diocesi altotevere ed Alto Chiascio “A nome del Comune di Città di Castello e dei sindaci qui convenuti della diocesi: Citerna, Monte Santa Maria Tiberina, Montone, Pietralunga, San Giustino, Umbertide e Lisciano Niccone, formulo a Lei il più caldo saluto di benvenuto nella nuova casa spirituale dell'Altotevere umbro al quale ha voluto indirizzarLa l'alto consiglio di Papa Francesco. Il dono del Suo arrivo è un privilegio per l'intera nostra, composita comunità locale, nella quale da sempre la materialità del vivere quotidiano si è intrecciata fortemente con la vita religiosa e spirituale, dando vita a un territorio molto coeso e capace di produrre integrazione e di generare dialogo, com'è già accaduto con il suo predecessore monsignor Domenico Cancian al quale rivolgo un nuovo, deferente saluto. Con Lei arriva fra di noi un presule del quale ci è stato possibile cogliere ampiamente la grande generosità, l'entusiasmo nell'amministrare, l'umiltà nel guidare, la pacatezza nel riflettere, la giusta determinazione nello scegliere, il modo estremamente giovanile nel coinvolgere le persone nelle sue scelte, la fermezza nel procedere in piena disponibilità all'ascolto, la consapevolezza che un obiettivo è raggiunto solo quando tutti quelli che lo hanno condiviso lo hanno anche conseguito. Per questo, la Sua presenza fra di noi sarà occasione quotidiana di stimolo e di confronto, di sprone e di dibattito, di reciproco consiglio e di mutua esortazione al bene comune. Auspico un contatto franco e produttivo tra i Comuni e il Vescovado perché le premesse della maturità e istituzionale e spirituale di questa terra mi consentono di coltivare tale speranza e di riporla con particolare fiducia nella Sua persona. Da oggi, anche grazie alla Sua presenza fra di noi, gli stessi rapporti istituzionali già ottimi con il comune di Gubbio, oggi rappresentato dal sindaco Filippo Maria Stirati e gli altri comuni dell’Alto Chiascio, avranno un nuovo impulso e daranno vita ad ancora più proficui risultati in molti campi della vita sociale dei nostri territori. Ben arrivata, Eccellenza, nella terra di Santa Margherita, Santa Veronica, dei Santi Patroni, Florido e Amanzio, in questo lembo operoso di Umbria che ha visto all'opera geni dell'arte di ieri, come Raffaello, e di oggi, come il concittadino Alberto Burri. La nostra civiltà, la nostra fede, la nostra cultura sono un bene indiviso che, insieme, contribuiremo ad arricchire giorno per giorno”. Luca Secondi sindaco di Città di Castello - Sabato 18 Giugno 2022 ]]>
Ingresso del vescovo Luciano Paolucci Bedini a Città di Castello

Il vescovo mons Luciano Paolucci Bedini ha fatto ingresso nella diocesi di Città di Castello che ora è unita “in persona episcopi” alla diocesi di Gubbio. Per il vescovo, e per le due comunità, ora inizia un cammino che è allo stesso tempo comune - nel senso di vissuto in comunione - e distinto - perché le due diocesi restano giuridicamente due entità distine. La solenne liturgia di insediamento del nuovo vescovo LUciano Paolucci Bedini, celebrata sabato pomeriggio 18 giugno 2022 nella cattedrale di Città di Castello, è stata preceduta da tre intense giornate di cammino del vescovo Luciano sulla Via di Francesco verso Città di Castello. Cammino condiviso con il vescovo emerito mons. Domenico Cancian e con persone (laici, religiosi e presbiteri) provenienti da entrambe le diocesi.

La liturgia di insediamento del nuovo vescovo

“Per Amore, nella Comunione e in fraterna Condivisione, continuiamo a camminare insieme in questa santa Chiesa di Città di Castello” ha detto mons. Paolucci Bedini nell'omelia della messa di insediamento (puoi rivedere il video sul canale YouTube della diocesi), esprimendo gratitudine “per i passi compiuti, per le grandi figure di santità che ci accompagnano e per gli esempi generosi di vita donata per amore della Chiesa. Il Signore ci benedica, custodisca tutti nel suo amore e ci protegga ogni giorno”. Il gesto che ha reso visibile questa comunione è stato la consegna del Pastorale da parte di mons. Cancian. “Il Pastorale che passa da una mano ad un’altra non è un segno di potere, non segna una presa di possesso, ma - ha detto mons. Bedini Paolucci nell'omelia - segna la responsabilità di una guida e la presa in cura di tanti fratelli e sorelle, con il timore che questo porta con se, e non a nome nostro, ma solo in nome di Gesù unico vero e buon pastore di noi tutti”. [gallery td_select_gallery_slide="slide" td_gallery_title_input="La celebrazione solenne per l’inizio del ministero episcopale di mons. Luciano Paolucci Bedini" ids="67353,67352,67351,67350,67349,67348,67347,67346,67344"]

Scambio di saluti tra i vescovi Domenico e Luciano

Lo scambio di saluti tra il vescovo emerito Domenicoi Cancian e il nuovo vescovo di Città di Castello Lucviano Paolucci Bedini, si è svolto nel segno della fraternità. Cancian, ricordando i 15 anni vissuti come vescovo della Chiesa tifernate, “con grande stima, fiducia e profonda amicizia” ha consegnato al suo successore “il pastorale con il quale - ha sottolineato - salirai nella cattedra di San Florido. L’abbraccio fraterno che ci daremo sarà il segno del profondo legame effettivo ed affettivo della continuità del ministero apostolico in Cristo, buon Pastore. A nome di tutta la Chiesa ti ringrazio e benedico per avere obbedito al Signore con umiltà e generosità”. “Il pellegrinaggio - ha risposto il vescovo Luciano - che abbiamo fatto insieme, eugubini e tifernati in questi tre giorni, guidati da te vescovo entrante e in parte da me vescovo uscente, è stato un bel segno di come si può camminare insieme nella gioia della comunione fraterna che unisce persone diverse nella volontà del Signore, nostra pace. Un segno che, Dio lo voglia, preannuncia la bellezza della comunione delle due Chiese”.

Tanti fedeli presenti e vescovi …

In cattedrale hanno partecipato alla liturgia di insediamento del nuovo vescovo tanti fedeli, il presbiterio e i religiosi, il Presidente della Conferenza episcopale umbra mons. Renato Boccardo arcivescovo di Spoleto-Norcia, il vescovo di Macerata mons. Nazzareno Marconi figlio della comunità tifernate, e altri vescovi oltre al cardinale Gualtiero Bassetti arcivescovo emerito di Perugia-Città della Pieve.

… e autorità

Erano presenti anche i sindaci dei comuni sui quali si estende il territorio della diocesi. Il sindaco di Città di Castello Luca Secondi, ha parlato “a nome del Comune di Città di Castello e dei sindaci di Citerna, Monte Santa Maria Tiberina, Montone, Pietralunga, San Giustino, Umbertide e Lisciano Niccone. A nome di tutti Secondi ha espresso “il più caldo saluto di benvenuto nella nuova casa spirituale dell'Altotevere umbro al quale ha voluto indirizzarLa l'alto consiglio di Papa Francesco. Il dono del Suo arrivo - ha aggiunto - è un privilegio per l'intera nostra, composita comunità locale”. [gallery size="medium" td_select_gallery_slide="slide" td_gallery_title_input="Ingresso del Vescovo Paolucci Bedini a Citta di Castello " columns="2" ids="67325,67323,67315,67321,67322,67316"]  

L'omelia del vescovo Paolucci Bedini e i saluti

Omelia di mons. Paolucci Bedini per l’inizio del ministero pastorale nella Diocesi di Città di Castello

“…il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: «Questo è il mio corpo, che è per voi; …questo calice è la Nuova Alleanza nel mio sangue; …fate questo in memoria di me».” San Paolo ci ricorda il gesto di Gesù che anticipa e spiega la sua Pasqua, e lascia alla Chiesa i segni necessari della sua presenza di Risorto: il pane e il vino, il suo Corpo e il suo Sangue, per noi, per sempre. Questa è la memoria che rende presente Gesù in mezzo a noi, una memoria da non dimenticare e da celebrare continuamente e per sempre. Un caro e fraterno saluto lo rivolgo a tutti voi,fratelli e sorelle, che in presenza o da casa celebrate con noi questa solenne liturgia del Corpo e del Sangue del Signore Gesù. Specialmente a chi più soffre, o sta vivendo momenti di fatica, chi è solo e chi teme la vita per la sua gravità, la vostra presenza e la vostra preghiera mi sono care e custodiscono tutta la tenerezza dell’amore di Dio per me figlio. Un saluto particolare al carissimo Cardinale Gualtiero, al Vescovo Renato Presidente dei Vescovi umbri, al carissimo don Mario Vescovo mio predecessore nella Diocesi di Gubbio, a don Nazzareno, amico e fratello, agli altri confratelli Vescovi presenti, senza dimenticare il Vescovo Domenico con cui da giorni condivido questo passaggio e che di nuovo ringrazio per il dono della sua paternità. Il Pastorale che passa da una mano ad un’altra non è un segno di potere, non segna una presa di possesso, ma la responsabilità di una guida e la presa in cura di tanti fratelli e sorelle, con il timore che questo porta con se, e non a nome nostro, ma solo in nome di Gesù unico vero e buon pastore di noi tutti. Un cordiale saluto rivolgo alle autorità civili e militari qui convenute in rappresentanza dei territori, delle popolazioni e delle istituzioni locali. Carissimi, il Corpo e il Sangue di Gesù sono i segni dell’Amore, della Comunione e della Condivisione, che nutrono il nostro essere discepoli e il nostro camminare insieme dentro la storia. Raccontano la vicenda di un Dio Creatore e Padre, che ha pensato tutto per l’essere umano, la sua creatura prediletta, tutto gli ha affidato, e di fronte al dramma della libertà ferita, tutto ha messo in gioco per non perdere nessuno, fino a dare la vita del suo Figlio in riscatto per tutti noi. L’eucaristia che celebriamo è il dramma dell’Amore di Dio che attraversa e riempie la storia della tenerezza di un Padre che non si rassegna allo smarrimento dei suoi figli. Un Dio che si spoglia della sua differenza per immergersi nella nostra debolezza umana, condivide la nostra creaturalità, cammina con noi, si china sulle nostre povertà fino a prenderle su di se perché non ne fossimo schiacciati, per ricordarci che Dio è solo Amore. Amore che vince le tenebre, il male e la morte. Noi credenti in fondo abbiamo solo questo Amore per vivere. E solo di questo Amore siamo debitori al mondo, che tanto lo desidera e ne ha sete, anche quando non se ne accorge. Questi santi segni del pane e del vino nutrono poi la nostra comunione. È il cibo che ci unisce profondamente nella relazione divina della Santissima Trinità. Commensali e concittadini della città eterna, che tutti ci attende, siamo chiamati a vivere, nel tempo di questo nostro pellegrinaggio terreno, come fratelli e sorelle, uniti dalla misericordia che ci è stata usata. Il nostro DNA è costituito dalla comunione che Dio ci dona e che proviamo a vivere ogni giorno nella sfida della fraternità, vera prova della potenza dell’Amore di Dio. Da ultimo il Corpo di Gesù dato e il suo Sangue versato per noi ci parlano di condivisione. È questo lo stile dei discepoli di Gesù e della comunità cristiana. Tutto ciò che siamo e abbiamo è dono ricevuto gratuitamente da Dio, e siamo chiamati a farne dono gratuito a tutti coloro che il Signore ci da di incontrare. Solo i doni di Dio ci uniscono, ci arricchiscono e ci fanno crescere sulla via del Vangelo, e da oggi questo cominceremo a viverlo anche con la Chiesa sorella di Gubbio che mi ha insegnato ad essere Sposo nel nome di Cristo. Per Amore, nella Comunione e in fraterna Condivisione, continuiamo a camminare insieme in questa santa Chiesa di Città di Castello. Grati per i passi compiuti, per le grandi figure di santità che ci accompagnano e per gli esempi generosi di vita donata per amore della Chiesa. Il Signore ci benedica, custodisca tutti nel suo amore e ci protegga ogni giorno. Amen. Luciano Paolucci Bedini Vescovo di Città di Castello e Gubbio - Sabato 18 Giugno 2022 ____

Saluto dell’Amministratore apostolico Domenico Cancian

al vescovo Mons. Luciano Paolucci Bedini all’inizio del ministero pastorale nella diocesi di Città di Castello - 18 giugno 2022 Eccellenza Rev.ma Mons. Luciano Paolucci Bedini Carissimo fratello vescovo, ti saluto e ti accolgo con tanta gioia nella stupenda cattedrale di Città di Castello (recentemente restaurata) dove Papa Francesco ti ha chiesto di succedermi come pastore, unendo nella tua persona le diocesi di Città di Castello e di Gubbio. Dopo 15 anni dalla mia nomina a vescovo della Chiesa tifernate, con grande stima, fiducia e profonda amicizia, oggi nella solennità del Corpus Domini, ti consegno il pastorale con il quale salirai nella cattedra di San Florido. L’abbraccio fraterno che ci daremo sarà il segno del profondo legame effettivo ed affettivo della continuità del ministero apostolico in Cristo, buon Pastore. A nome di tutta la Chiesa ti ringrazio e benedico per avere obbedito al Signore con umiltà e generosità. Il pellegrinaggio che abbiamo fatto insieme, eugubini e tifernati in questi tre giorni, guidati da te vescovo entrante e in parte da me vescovo uscente, è stato un bel segno di come si può camminare insieme nella gioia della comunione fraterna che unisce persone diverse nella volontà del Signore, nostra pace. Un segno che, Dio lo voglia, preannuncia la bellezza della comunione delle due Chiese. A tuo incoraggiamento posso testimoniare che in questa Chiesa abbiamo cercato sacerdoti, diaconi, religiosi/e, laici, di mettere in atto molteplici iniziative pastorali che ci hanno fatto crescere. E ciò con il coinvolgimento delle istituzioni e delle amministrazioni comunali che ringrazio. Con i sindaci vi è stata proficua collaborazione in ordine al bene comune, specie nelle emergenze. Tra le Lettere pastorali che ho scritto voglio ricordare la prima, che faceva chiaro riferimento al mio motto episcopale: “Rimanete nel mio amore. Amatevi come io vi ho amato”. E l’ultima: “Io sono con voi tutti i giorni”. Tra i momenti più significativi cito le due visite pastorali, l’ordinazione episcopale di don Nazzareno, la canonizzazione di Santa Margherita, il giubileo della misericordia. Un commosso ringraziamento al Signore e alla Chiesa Tifernate per il bene che insieme abbiamo potuto compiere. In questo momento voglio abbracciare con gratitudine ogni Tifernate, specialmente le persone malate, i poveri, i giovani e le famiglie. L’Amore misericordioso perdoni le nostre debolezze e miserie; accompagni ciascuno di noi a vivere nel modo migliore la propria vocazione e missione. Sicuri che la Chiesa è nelle mani del buon Pastore Gesù e del Padre misericordioso, credendo nella grazia della successione apostolica, chiedo a te Luciano, al cardinale Gualtiero Bassetti, all’arcivescovo Renato Boccardo, presidente della CEU, al vescovo tifernate don Nazzareno e ai vescovi presenti, che ringrazio di cuore per la loro partecipazione, di benedire questa Chiesa chiamata a vivere in comunione con la Chiesa di Gubbio. Il Signore, al quale eleviamo il canto di lode, ti accompagni, vescovo Luciano, e renda fecondo il tuo ministero episcopale! “Buon pastore, vero pane, o Gesù, pietà di noi, nutrici e difendici, conduci i tuoi fratelli alla tavola del cielo!” La Madonna delle grazie, protettrice della città, ti custodisca! † P. Domenico Cancian, fam Vescovo emerito di Città di Casgtello - Sabato 18 Giugno 2022 ____

Saluto al Sindaco di Città di Castello

del vescovo Luciano Paolucci Bedini - 18 giugno 2022 “Il mio primo pensiero è di ringraziamento per l’accoglienza attenta e cordiale che mi è stata riservata e per la quale già mi sento parte di questa comunità tifernate. Oggi ricevo, per le mani del mio predecessore Mons. Domenico Cancian, una preziosa eredità che mi auguro di saper custodire con prudenza e sapienza, e che comprende anche una esemplare esperienza di vicinanza e di collaborazione tra la Diocesi e le istituzioni locali, ciascuno per la sua parte di competenza e insieme per l’unico bene comune a tutti i cittadini. Mi inserisco volentieri, e con personale coinvolgimento, in questa positiva condivisione di responsabilità. Questo meraviglioso territorio, che ho potuto assaporare passo passo nei giorni del mio pellegrinaggio, scenario di una storia ricca e virtuosa, ha visto crescere la vicenda ecclesiale in stretta connessione con quella civile, maturandone la coscienza di una feconda sinergia a favore di questo popolo e di queste comunità. L’attualità che stiamo attraversando ci indica la necessità di intensificare ancor più questo camminare insieme nello stile del servizio e nell’attenzione premurosa verso chi più fatica e rischia di rimanere ai margini. Da parte mia vi assicuro la mia presenza e la mia disponibilità per conoscere e affrontare insieme le questioni che riguardano il bene e la dignità della nostra gente, nel rispetto degli ambiti peculiari di ciascuna istituzione, ma nella decisa volontà di non lasciare nessuno da solo o indietro. La Chiesa è serva di ogni donna e di ogni uomo che incontra e non teme di chinarsi sulle ferite che la storia infligge all’umanità. Non mancherà dunque, da parte mia e dell’intera comunità diocesana, la benedizione e il sostegno per coloro che, nel rispetto delle regole democratiche, svolgono un prezioso ed indispensabile servizio a beneficio del bene comune e nella responsabilità della cosa pubblica. Grazie ancora per la vostra accoglienza e l’augurio più sincero per il cammino che ci attende! Luciano Paolucci Bedini Vescovo di Città di Castello e Gubbio - Sabato 18 Giugno 2022 _____

Saluto del sindaco Luca Secondi al Vescovo

Sabato pomeriggio in Piazza Gabriotti, alla presenza dei sindaci della diocesi altotevere ed Alto Chiascio “A nome del Comune di Città di Castello e dei sindaci qui convenuti della diocesi: Citerna, Monte Santa Maria Tiberina, Montone, Pietralunga, San Giustino, Umbertide e Lisciano Niccone, formulo a Lei il più caldo saluto di benvenuto nella nuova casa spirituale dell'Altotevere umbro al quale ha voluto indirizzarLa l'alto consiglio di Papa Francesco. Il dono del Suo arrivo è un privilegio per l'intera nostra, composita comunità locale, nella quale da sempre la materialità del vivere quotidiano si è intrecciata fortemente con la vita religiosa e spirituale, dando vita a un territorio molto coeso e capace di produrre integrazione e di generare dialogo, com'è già accaduto con il suo predecessore monsignor Domenico Cancian al quale rivolgo un nuovo, deferente saluto. Con Lei arriva fra di noi un presule del quale ci è stato possibile cogliere ampiamente la grande generosità, l'entusiasmo nell'amministrare, l'umiltà nel guidare, la pacatezza nel riflettere, la giusta determinazione nello scegliere, il modo estremamente giovanile nel coinvolgere le persone nelle sue scelte, la fermezza nel procedere in piena disponibilità all'ascolto, la consapevolezza che un obiettivo è raggiunto solo quando tutti quelli che lo hanno condiviso lo hanno anche conseguito. Per questo, la Sua presenza fra di noi sarà occasione quotidiana di stimolo e di confronto, di sprone e di dibattito, di reciproco consiglio e di mutua esortazione al bene comune. Auspico un contatto franco e produttivo tra i Comuni e il Vescovado perché le premesse della maturità e istituzionale e spirituale di questa terra mi consentono di coltivare tale speranza e di riporla con particolare fiducia nella Sua persona. Da oggi, anche grazie alla Sua presenza fra di noi, gli stessi rapporti istituzionali già ottimi con il comune di Gubbio, oggi rappresentato dal sindaco Filippo Maria Stirati e gli altri comuni dell’Alto Chiascio, avranno un nuovo impulso e daranno vita ad ancora più proficui risultati in molti campi della vita sociale dei nostri territori. Ben arrivata, Eccellenza, nella terra di Santa Margherita, Santa Veronica, dei Santi Patroni, Florido e Amanzio, in questo lembo operoso di Umbria che ha visto all'opera geni dell'arte di ieri, come Raffaello, e di oggi, come il concittadino Alberto Burri. La nostra civiltà, la nostra fede, la nostra cultura sono un bene indiviso che, insieme, contribuiremo ad arricchire giorno per giorno”. Luca Secondi sindaco di Città di Castello - Sabato 18 Giugno 2022 ]]>
Comunità energetiche, tema di un incontro promosso a Perugia dalla Pastorale sociale e del lavoro diocesana con i Circoli ‘Laudato Sì’ https://www.lavoce.it/comunita-energetiche-tema-di-un-incontro-promosso-a-perugia-dalla-pastorale-sociale-e-del-lavoro-diocesana-con-i-circoli-laudato-si/ Mon, 30 May 2022 10:07:37 +0000 https://www.lavoce.it/?p=67022 comunità energetiche

Approda anche a Perugia un tema molto attuale, quello delle Comunità energetiche, in un incontro promosso dall’Ufficio diocesano per la Pastorale sociale e del lavoro (Psl) in collaborazione con i Circoli Laudato Sì di Perugia ed Assisi, in programma mercoledì 1 giugno, alle ore 21, presso la sala parrocchiale della chiesa di Santa Maria Maddalena in Ponte Valleceppi.

"Abbiamo bisogno di stili di vita che ammettano creatività e solidarietà: autoproduzione, autoconsumo, accumulo e condivisione -spiegano i promotori nel soffermarsi sul sottotitolo di quest’incontro- per andare verso un nuovo modello rispettoso del Creato. Una realtà, quella delle comunità energetiche, che nasce in Italia nel 2019, almeno dal punto di vista normativo, con il decreto milleproroghe. Il vero quadro completo arriva però con il D.Lgs 199/2021 che finalmente rende attuativa, sul territorio italiano, la direttiva RED II sulle fonti rinnovabili e la loro diffusione e promozione".

All’incontro di mercoledì prossimo interverranno monsignor Luciano Paolucci Bedi vescovo di Gubbio e Città di Castello, e il professor Franco Cotana, ordinario di Fisica tecnica all’Università degli Studi di Perugia. A moderare i lavori sarà il diacono Carlo Cerati, responsabile dell’Ufficio diocesano per la Psl, mentre il coordinatore dei Programmi Italiani del Movimento Laudato Sì, Antonio Caschetto, porterà il suo saluto e la sua esperienza.

La prospettiva è quella dell’Enciclica di Papa Francesco Laudato Sì, definita un’illuminazione dall’autore francofono contemporaneo più letto al mondo, il sociologo, antropologo e filosofo Bruno Latour, senza trascurare i punti chiave del summenzionato decreto che aiutano a comprendere cosa siano le comunità energetiche e a capire l’importanza rivoluzionaria di tale riforma:

1) le comunità si basano su adesione volontaristica e aperta (democratica); 2) possono essere costituite e partecipate da qualunque tipologia di soggetto fisico o giuridico; 3) hanno governance autonoma e democraticamente controllata dai soci; 4) possono possedere impianti a fonte rinnovabile; 5) i soci devono avere sede nelle vicinanze degli impianti rinnovabili posseduti; 6) hanno lo scopo di fornire benefici economici, sociali ed ambientali ai soci.

"Pertanto -concludono i promotori dell’incontro in programma mercoledì primo giugno- l’obiettivo delle Comunità energetiche non è soltanto il discorso economico ed ecologico, ma molto di più anche antropologico e teologico".

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comunità energetiche

Approda anche a Perugia un tema molto attuale, quello delle Comunità energetiche, in un incontro promosso dall’Ufficio diocesano per la Pastorale sociale e del lavoro (Psl) in collaborazione con i Circoli Laudato Sì di Perugia ed Assisi, in programma mercoledì 1 giugno, alle ore 21, presso la sala parrocchiale della chiesa di Santa Maria Maddalena in Ponte Valleceppi.

"Abbiamo bisogno di stili di vita che ammettano creatività e solidarietà: autoproduzione, autoconsumo, accumulo e condivisione -spiegano i promotori nel soffermarsi sul sottotitolo di quest’incontro- per andare verso un nuovo modello rispettoso del Creato. Una realtà, quella delle comunità energetiche, che nasce in Italia nel 2019, almeno dal punto di vista normativo, con il decreto milleproroghe. Il vero quadro completo arriva però con il D.Lgs 199/2021 che finalmente rende attuativa, sul territorio italiano, la direttiva RED II sulle fonti rinnovabili e la loro diffusione e promozione".

All’incontro di mercoledì prossimo interverranno monsignor Luciano Paolucci Bedi vescovo di Gubbio e Città di Castello, e il professor Franco Cotana, ordinario di Fisica tecnica all’Università degli Studi di Perugia. A moderare i lavori sarà il diacono Carlo Cerati, responsabile dell’Ufficio diocesano per la Psl, mentre il coordinatore dei Programmi Italiani del Movimento Laudato Sì, Antonio Caschetto, porterà il suo saluto e la sua esperienza.

La prospettiva è quella dell’Enciclica di Papa Francesco Laudato Sì, definita un’illuminazione dall’autore francofono contemporaneo più letto al mondo, il sociologo, antropologo e filosofo Bruno Latour, senza trascurare i punti chiave del summenzionato decreto che aiutano a comprendere cosa siano le comunità energetiche e a capire l’importanza rivoluzionaria di tale riforma:

1) le comunità si basano su adesione volontaristica e aperta (democratica); 2) possono essere costituite e partecipate da qualunque tipologia di soggetto fisico o giuridico; 3) hanno governance autonoma e democraticamente controllata dai soci; 4) possono possedere impianti a fonte rinnovabile; 5) i soci devono avere sede nelle vicinanze degli impianti rinnovabili posseduti; 6) hanno lo scopo di fornire benefici economici, sociali ed ambientali ai soci.

"Pertanto -concludono i promotori dell’incontro in programma mercoledì primo giugno- l’obiettivo delle Comunità energetiche non è soltanto il discorso economico ed ecologico, ma molto di più anche antropologico e teologico".

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Preghiera per la pace della Chiesa Eugubina nel giorno del Mercoledì delle Ceneri https://www.lavoce.it/preghiera-per-la-pace-della-chiesa-eugubina-nel-giorno-del-mercoledi-delle-ceneri/ Mon, 28 Feb 2022 15:54:38 +0000 https://www.lavoce.it/?p=65284 preghiera per la pace gubbio

La Chiesa eugubina si prepara a vivere l’inizio del cammino quaresimale, raccogliendosi in preghiera per invocare la pace in Ucraina e nel mondo intero. Anche i fedeli eugubini, dunque, accolgono l’invito di Papa Francesco a pregare per la fine delle ostilità tra i due paesi dell’ex Unione Sovietica. Il 2 marzo, Mercoledì delle Ceneri, è prevista la prima stazione quaresimale, con la processione dalla chiesa di Santa Croce a quella di San Domenico, con partenza alle ore 20.45. Nella chiesa parrocchiale del quartiere di San Martino, alle ore 21 circa, è previsto il rito dell’imposizione delle Ceneri, presieduto dal nuovo vicario della zona pastorale cittadina, don Fabricio Cellucci. Seguirà una veglia di preghiera e di adorazione eucaristica fino a mezzanotte, proprio per chiedere la pace tra gli eserciti in conflitto nel cuore dell’Europa come nelle altre zone del pianeta. La stazione quaresimale non sarà presieduta dal vescovo Luciano Paolucci Bedini, che ieri è risultato positivo al virus Sars-Cov-2 dopo il tampone effettuato prima di celebrare la santa messa domenicale presso la residenza per anziani Mosca. Le condizioni di monsignor Paolucci Bedini sono buone e non destano preoccupazioni, ma hanno obbligato il vescovo ad annullare tutti gli impegni in presenza previsti per questi giorni.]]>
preghiera per la pace gubbio

La Chiesa eugubina si prepara a vivere l’inizio del cammino quaresimale, raccogliendosi in preghiera per invocare la pace in Ucraina e nel mondo intero. Anche i fedeli eugubini, dunque, accolgono l’invito di Papa Francesco a pregare per la fine delle ostilità tra i due paesi dell’ex Unione Sovietica. Il 2 marzo, Mercoledì delle Ceneri, è prevista la prima stazione quaresimale, con la processione dalla chiesa di Santa Croce a quella di San Domenico, con partenza alle ore 20.45. Nella chiesa parrocchiale del quartiere di San Martino, alle ore 21 circa, è previsto il rito dell’imposizione delle Ceneri, presieduto dal nuovo vicario della zona pastorale cittadina, don Fabricio Cellucci. Seguirà una veglia di preghiera e di adorazione eucaristica fino a mezzanotte, proprio per chiedere la pace tra gli eserciti in conflitto nel cuore dell’Europa come nelle altre zone del pianeta. La stazione quaresimale non sarà presieduta dal vescovo Luciano Paolucci Bedini, che ieri è risultato positivo al virus Sars-Cov-2 dopo il tampone effettuato prima di celebrare la santa messa domenicale presso la residenza per anziani Mosca. Le condizioni di monsignor Paolucci Bedini sono buone e non destano preoccupazioni, ma hanno obbligato il vescovo ad annullare tutti gli impegni in presenza previsti per questi giorni.]]>
Nasce l’elenco delle imprese edili del territorio della Diocesi di Gubbio https://www.lavoce.it/nasce-lelenco-delle-imprese-edili-del-territorio-della-diocesi-di-gubbio/ Fri, 04 Feb 2022 11:17:23 +0000 https://www.lavoce.it/?p=64835 imprese edili

Nasce l'elenco delle imprese edili del territorio della Diocesi di Gubbio. Continua così l’impegno per il mantenimento, il restauro e la valorizzazione degli edifici ecclesiastici, straordinari esempi di architettura e contenitori d’arte che raccontano la storia millenaria della Chiesa eugubina. Ora anche con un nuovo strumento dedicato alle aziende che operano nel settore. "Spesso ci troviamo di fronte -spiega il vescovo Luciano Paolucci Bedini- a veri e propri gioielli e scrigni di bellezza per i quali è necessario, al fine di conservarne intatto lo splendore e la funzionalità, investire ingenti risorse. Tale attività di custodia e valorizzazione non sarebbe possibile per la nostra piccola diocesi senza il sostegno della Conferenza episcopale italiana, che mette annualmente a disposizione per questi scopi dei fondi dedicati, provenienti dalle contribuzioni volontarie dei cittadini attraverso la scelta di destinare l’8 per mille delle proprie imposte alla Chiesa cattolica". Parole che il vescovo scrive in una lettera pubblicata sul sito diocesano (all’indirizzo www.diocesigubbio.it/elenco-imprese-edili) e indirizzata alle aziende che operano nel settore edile. "Per finanziare e realizzare concretamente questa attività di restauro e manutenzione straordinaria per la conservazione e l’uso di tale patrimonio -aggiunge monsignor Paolucci Bedini- è pertanto necessario uno sforzo progettuale notevole, che vede coinvolte diverse figure professionali e soggetti qualificati a vari livelli; tra questi un ruolo fondamentale è quello delle imprese che operano nel settore edilizio, che devono essere molto spesso altamente qualificate per realizzare interventi complessi e sfidanti dal punto di vista tecnologico ed organizzativo". Proprio in questi ultimi anni e nei prossimi, gli uffici amministrativi della Curia eugubina sono impegnati a coordinare numerosi cantieri che hanno già restituito, o lo faranno prossimamente, chiese ed edifici parrocchiali alle comunità diocesane. "Occorre -scrive ancora il vescovo Luciano- un costante sforzo di aggiornamento rispetto alle procedure, ai materiali e alle tecniche da utilizzare sul campo, non disgiunto da un’attenzione altrettanto importante per gli aspetti etici che riguardano l’organizzazione dei cantieri e degli addetti coinvolti sotto tutti gli aspetti, compresi quelli della sicurezza e del rispetto dei diritti dei lavoratori. Ci sono gli aspetti normativi e di certificazione che la Curia diocesana ha sempre preso in considerazione per l’affidamento dei lavori di carattere edile, ma per una comunità ecclesiale sono altrettanto importanti aspetti umani di solidarietà, condivisione e fiducia, rispetto ai quali la nostra diocesi intende rivolgere la giusta attenzione". Ecco allora l’idea di istituire un elenco di imprese edili qualificate e con tutte le caratteristiche richieste, con le quali poter collaborare per l’affidamento di lavori di restauro, manutenzione straordinaria e risanamento conservativo del patrimonio edilizio ecclesiastico. L’iniziativa della diocesi eugubina sarà divulgata nei prossimi giorni anche attraverso le associazioni e le organizzazioni di categoria. Per fare richiesta di inserimento nell’elenco è sufficiente scaricare, compilare e rispedire il modulo disponibile sul sito Internet www.diocesigubbio.it. Una commissione interna, nominata dal Vescovo, verificherà le richieste arrivate e stilerà l’elenco, che avrà una validità di cinque anni e potrà essere costantemente aggiornato. Per tutte le informazioni è possibile contattare l’ufficio diocesano per l’Edilizia di culto, tel. 0759273980 - email edilizia@diocesigubbio.it.]]>
imprese edili

Nasce l'elenco delle imprese edili del territorio della Diocesi di Gubbio. Continua così l’impegno per il mantenimento, il restauro e la valorizzazione degli edifici ecclesiastici, straordinari esempi di architettura e contenitori d’arte che raccontano la storia millenaria della Chiesa eugubina. Ora anche con un nuovo strumento dedicato alle aziende che operano nel settore. "Spesso ci troviamo di fronte -spiega il vescovo Luciano Paolucci Bedini- a veri e propri gioielli e scrigni di bellezza per i quali è necessario, al fine di conservarne intatto lo splendore e la funzionalità, investire ingenti risorse. Tale attività di custodia e valorizzazione non sarebbe possibile per la nostra piccola diocesi senza il sostegno della Conferenza episcopale italiana, che mette annualmente a disposizione per questi scopi dei fondi dedicati, provenienti dalle contribuzioni volontarie dei cittadini attraverso la scelta di destinare l’8 per mille delle proprie imposte alla Chiesa cattolica". Parole che il vescovo scrive in una lettera pubblicata sul sito diocesano (all’indirizzo www.diocesigubbio.it/elenco-imprese-edili) e indirizzata alle aziende che operano nel settore edile. "Per finanziare e realizzare concretamente questa attività di restauro e manutenzione straordinaria per la conservazione e l’uso di tale patrimonio -aggiunge monsignor Paolucci Bedini- è pertanto necessario uno sforzo progettuale notevole, che vede coinvolte diverse figure professionali e soggetti qualificati a vari livelli; tra questi un ruolo fondamentale è quello delle imprese che operano nel settore edilizio, che devono essere molto spesso altamente qualificate per realizzare interventi complessi e sfidanti dal punto di vista tecnologico ed organizzativo". Proprio in questi ultimi anni e nei prossimi, gli uffici amministrativi della Curia eugubina sono impegnati a coordinare numerosi cantieri che hanno già restituito, o lo faranno prossimamente, chiese ed edifici parrocchiali alle comunità diocesane. "Occorre -scrive ancora il vescovo Luciano- un costante sforzo di aggiornamento rispetto alle procedure, ai materiali e alle tecniche da utilizzare sul campo, non disgiunto da un’attenzione altrettanto importante per gli aspetti etici che riguardano l’organizzazione dei cantieri e degli addetti coinvolti sotto tutti gli aspetti, compresi quelli della sicurezza e del rispetto dei diritti dei lavoratori. Ci sono gli aspetti normativi e di certificazione che la Curia diocesana ha sempre preso in considerazione per l’affidamento dei lavori di carattere edile, ma per una comunità ecclesiale sono altrettanto importanti aspetti umani di solidarietà, condivisione e fiducia, rispetto ai quali la nostra diocesi intende rivolgere la giusta attenzione". Ecco allora l’idea di istituire un elenco di imprese edili qualificate e con tutte le caratteristiche richieste, con le quali poter collaborare per l’affidamento di lavori di restauro, manutenzione straordinaria e risanamento conservativo del patrimonio edilizio ecclesiastico. L’iniziativa della diocesi eugubina sarà divulgata nei prossimi giorni anche attraverso le associazioni e le organizzazioni di categoria. Per fare richiesta di inserimento nell’elenco è sufficiente scaricare, compilare e rispedire il modulo disponibile sul sito Internet www.diocesigubbio.it. Una commissione interna, nominata dal Vescovo, verificherà le richieste arrivate e stilerà l’elenco, che avrà una validità di cinque anni e potrà essere costantemente aggiornato. Per tutte le informazioni è possibile contattare l’ufficio diocesano per l’Edilizia di culto, tel. 0759273980 - email edilizia@diocesigubbio.it.]]>
Nasce a Gubbio il progetto ‘Hub Hotel’, per mettere in connessione persone e territorio https://www.lavoce.it/nasce-a-gubbio-il-progetto-hub-hotel-per-mettere-in-connessione-persone-e-territorio/ Sun, 31 Oct 2021 11:18:43 +0000 https://www.lavoce.it/?p=62924 Hub Hotel

Parte in maniera ufficiale a Gubbio il progetto Hub Hotel, per il recupero e il rilancio del complesso del seminario e hotel Beniamino Ubaldi di via Perugina, che la Chiesa eugubina ha edificato e inaugurato negli anni Ottanta nell’immediata periferia della città.
Un percorso che nei mesi scorsi era già stato annunciato e anticipato, puntando a valorizzare la collaborazione e la condivisione con la città e il territorio, mettendo in relazione vari soggetti e professionisti che si occupano di progettazione, ricettività e ristorazione, promozione turistica e marketing territoriale. La nuova struttura si chiamerà Hub Hotel proprio perché nasce dall’idea di mettere in connessione tra loro sia le persone, sia i valori del territorio. Un luogo, come recita lo slogan che accompagna il nuovo nome, che vuol essere naturalmente accogliente, da tutti i punti di vista.

Hub Hotel, un progetto di accoglienza ampio, inclusivo, attento alla sostenibilità

"Si tratta -ha spiegato il vescovo della diocesi di Gubbio, monsignor Luciano Paolucci Bedini- di un progetto di accoglienza ampio, inclusivo, attento alla sostenibilità, dedicato alla promozione del territorio. Il consiglio di amministrazione dell’Ente Seminario di Gubbio da tempo ha avviato una serie di passi per arrivare a rendere esecutivo questo progetto. L’hotel aveva bisogno di una profonda ristrutturazione, che andava però coniugata, nel migliore dei modi, con la vocazione all’ospitalità di Gubbio e del suo territorio. Una vocazione - ha concluso il Vescovo - che è il punto di incontro fra l’idea che sta dietro a una struttura turistica e l’esperienza pastorale della Chiesa diocesana".
In questo senso, come il vescovo Paolucci Bedini ha detto più volte negli ultimi mesi, il rilancio dell’albergo di via Perugina è lo snodo centrale di una rete più ampia fatta di foresterie e case parrocchiali per pellegrini, ritiri, gruppi e vacanze che si articoleranno in un progetto di accoglienza diffusa.
"Siamo partiti dall’idea di mettere le persone al centro -spiega Lorenzo Rughi, che si occupa di amministrazione nella Curia eugubina- e tutte le nostre relazioni in questi mesi si sono orientate in questo senso, per progettare un'identità accogliente della struttura sia verso agli abitanti del territorio, sia per turisti e visitatori che arrivano a Gubbio".
Il recupero della struttura dell’ex hotel Beniamino Ubaldi passa ora attraverso varie fasi: dopo la progettazione, a breve si apriranno i lavori di edilizia e impianti, e poi tutto ciò che riguarda la gestione di Hub Hotel appena i lavori saranno terminati.
L’obiettivo, è quello di realizzare un primo stralcio di opere per riaprire l’albergo con un lotto di camere disponibili entro l’estate 2022, dopo un investimento iniziale di oltre un milione di euro. Seguirà una seconda fase per dare corpo all’identità sportiva dell’albergo, che si troverà proprio lungo la ciclabile in corso di realizzazione e potrà potenziare il collegamento con i vicini impianti esistenti, ampliando l’offerta con un grande parco sportivo aperto agli eugubini e ai visitatori.
"La nuova struttura -spiega ancora Rughi- sarà caratterizzata dalla massima accessibilità e dall’essere snodo di una rete ampia di accoglienza, dove tutti possano sentirsi a casa, a cominciare da disabili, anziani e persone fragili, come anche giovani, famiglie, sportivi. Poi, la sostenibilità ambientale a partire dall’impianto fotovoltaico esistente, aggiungendo efficientamento energetico nel fare i lavori, ridurre al minimo gli sprechi, curare e migliorare il parco circostante.
Infine il concetto di hub, che ha dato persino il nome al nuovo hotel, per essere il crocevia di una nuova rete. Fare rete tra di noi, innanzitutto, per fare rete con il territorio e per dare una mano al sistema turistico locale, andando tutti insieme in cordata verso l’obiettivo della crescita di tutto il comparto ricettivo, spesso troppo frammentato e dispersivo".
Lorenzo Rughi ha annunciato che fin dalle prossime settimane inizierà la fase del reclutamento del personale: chi vuole proporre la propria candidatura può inviare il curriculum via mail all’indirizzo amministrazione@diocesigubbio.net.
Sul versante delle risorse umane, sarà lo chef Enrico Braganti che si occuperà di tutta la progettazione del comparto ristorazione, con la selezione del personale di cucina, l’organizzazione del lavoro e la predisposizione dei menù con i prodotti del territorio.
Gli spazi innovativi e accoglienti di Hub Hotel sono stati presentati da Gianluigi Caldarelli, dello studio Menichetti+Caldarelli Architetti che si è aggiudicato il concorso di idee lanciato nei mesi scorsi dalla Curia eugubina e al quale hanno risposto cinque studi professionali.
"Siamo partiti proprio dal concetto di accoglienza e da quell’abbraccio che ci è mancato tanto in questi mesi di pandemia -ha detto Caldarelli mostrando le immagini dell’idea progettuale sviluppata dallo studio tecnico eugubino- Il segno grafico morbido e arrotondato, è diventato l’elemento costitutivo del progetto stesso, caratterizzando i vari spazi della struttura".
L’architetto Caldarelli ha presentato i rendering della progettazione, illustrando le idee innovative che stanno alla base della ristrutturazione.
"Cambierà l’accesso alla struttura per dare più spazio al verde intorno -ha spiegato- esterni e interni dell’albergo saranno aperti e ampliati per dare respiro e prospettiva, gli spazi saranno tutti adatti a chi ha problemi di mobilità, e grazie alle connessioni tra ambienti interni ed esterni, specie durante la bella stagione, non sarà facile capire se la persona si trova dentro o fuori, lungo portici, vetrate, corridoi, corte aperta. Il verde sarà un elemento molto importante".
La filosofia del nuovo marchio, il brand di Hub Hotel, è stata illustrata da Federico Minelli, consulente di marketing e comunicazione del progetto, ed è frutto della creatività e della collaborazione di Federico Venerucci, di Venerucci Comunicazione.
"La connessione che raffigura il logo dell’hotel -ha detto Minelli- vuol essere sia segno di tecnologia e innovazione, ma anche organica, naturale e umana, quindi collaborazione e condivisione sono in primissimo piano nell’intero progetto".
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Hub Hotel

Parte in maniera ufficiale a Gubbio il progetto Hub Hotel, per il recupero e il rilancio del complesso del seminario e hotel Beniamino Ubaldi di via Perugina, che la Chiesa eugubina ha edificato e inaugurato negli anni Ottanta nell’immediata periferia della città.
Un percorso che nei mesi scorsi era già stato annunciato e anticipato, puntando a valorizzare la collaborazione e la condivisione con la città e il territorio, mettendo in relazione vari soggetti e professionisti che si occupano di progettazione, ricettività e ristorazione, promozione turistica e marketing territoriale. La nuova struttura si chiamerà Hub Hotel proprio perché nasce dall’idea di mettere in connessione tra loro sia le persone, sia i valori del territorio. Un luogo, come recita lo slogan che accompagna il nuovo nome, che vuol essere naturalmente accogliente, da tutti i punti di vista.

Hub Hotel, un progetto di accoglienza ampio, inclusivo, attento alla sostenibilità

"Si tratta -ha spiegato il vescovo della diocesi di Gubbio, monsignor Luciano Paolucci Bedini- di un progetto di accoglienza ampio, inclusivo, attento alla sostenibilità, dedicato alla promozione del territorio. Il consiglio di amministrazione dell’Ente Seminario di Gubbio da tempo ha avviato una serie di passi per arrivare a rendere esecutivo questo progetto. L’hotel aveva bisogno di una profonda ristrutturazione, che andava però coniugata, nel migliore dei modi, con la vocazione all’ospitalità di Gubbio e del suo territorio. Una vocazione - ha concluso il Vescovo - che è il punto di incontro fra l’idea che sta dietro a una struttura turistica e l’esperienza pastorale della Chiesa diocesana".
In questo senso, come il vescovo Paolucci Bedini ha detto più volte negli ultimi mesi, il rilancio dell’albergo di via Perugina è lo snodo centrale di una rete più ampia fatta di foresterie e case parrocchiali per pellegrini, ritiri, gruppi e vacanze che si articoleranno in un progetto di accoglienza diffusa.
"Siamo partiti dall’idea di mettere le persone al centro -spiega Lorenzo Rughi, che si occupa di amministrazione nella Curia eugubina- e tutte le nostre relazioni in questi mesi si sono orientate in questo senso, per progettare un'identità accogliente della struttura sia verso agli abitanti del territorio, sia per turisti e visitatori che arrivano a Gubbio".
Il recupero della struttura dell’ex hotel Beniamino Ubaldi passa ora attraverso varie fasi: dopo la progettazione, a breve si apriranno i lavori di edilizia e impianti, e poi tutto ciò che riguarda la gestione di Hub Hotel appena i lavori saranno terminati.
L’obiettivo, è quello di realizzare un primo stralcio di opere per riaprire l’albergo con un lotto di camere disponibili entro l’estate 2022, dopo un investimento iniziale di oltre un milione di euro. Seguirà una seconda fase per dare corpo all’identità sportiva dell’albergo, che si troverà proprio lungo la ciclabile in corso di realizzazione e potrà potenziare il collegamento con i vicini impianti esistenti, ampliando l’offerta con un grande parco sportivo aperto agli eugubini e ai visitatori.
"La nuova struttura -spiega ancora Rughi- sarà caratterizzata dalla massima accessibilità e dall’essere snodo di una rete ampia di accoglienza, dove tutti possano sentirsi a casa, a cominciare da disabili, anziani e persone fragili, come anche giovani, famiglie, sportivi. Poi, la sostenibilità ambientale a partire dall’impianto fotovoltaico esistente, aggiungendo efficientamento energetico nel fare i lavori, ridurre al minimo gli sprechi, curare e migliorare il parco circostante.
Infine il concetto di hub, che ha dato persino il nome al nuovo hotel, per essere il crocevia di una nuova rete. Fare rete tra di noi, innanzitutto, per fare rete con il territorio e per dare una mano al sistema turistico locale, andando tutti insieme in cordata verso l’obiettivo della crescita di tutto il comparto ricettivo, spesso troppo frammentato e dispersivo".
Lorenzo Rughi ha annunciato che fin dalle prossime settimane inizierà la fase del reclutamento del personale: chi vuole proporre la propria candidatura può inviare il curriculum via mail all’indirizzo amministrazione@diocesigubbio.net.
Sul versante delle risorse umane, sarà lo chef Enrico Braganti che si occuperà di tutta la progettazione del comparto ristorazione, con la selezione del personale di cucina, l’organizzazione del lavoro e la predisposizione dei menù con i prodotti del territorio.
Gli spazi innovativi e accoglienti di Hub Hotel sono stati presentati da Gianluigi Caldarelli, dello studio Menichetti+Caldarelli Architetti che si è aggiudicato il concorso di idee lanciato nei mesi scorsi dalla Curia eugubina e al quale hanno risposto cinque studi professionali.
"Siamo partiti proprio dal concetto di accoglienza e da quell’abbraccio che ci è mancato tanto in questi mesi di pandemia -ha detto Caldarelli mostrando le immagini dell’idea progettuale sviluppata dallo studio tecnico eugubino- Il segno grafico morbido e arrotondato, è diventato l’elemento costitutivo del progetto stesso, caratterizzando i vari spazi della struttura".
L’architetto Caldarelli ha presentato i rendering della progettazione, illustrando le idee innovative che stanno alla base della ristrutturazione.
"Cambierà l’accesso alla struttura per dare più spazio al verde intorno -ha spiegato- esterni e interni dell’albergo saranno aperti e ampliati per dare respiro e prospettiva, gli spazi saranno tutti adatti a chi ha problemi di mobilità, e grazie alle connessioni tra ambienti interni ed esterni, specie durante la bella stagione, non sarà facile capire se la persona si trova dentro o fuori, lungo portici, vetrate, corridoi, corte aperta. Il verde sarà un elemento molto importante".
La filosofia del nuovo marchio, il brand di Hub Hotel, è stata illustrata da Federico Minelli, consulente di marketing e comunicazione del progetto, ed è frutto della creatività e della collaborazione di Federico Venerucci, di Venerucci Comunicazione.
"La connessione che raffigura il logo dell’hotel -ha detto Minelli- vuol essere sia segno di tecnologia e innovazione, ma anche organica, naturale e umana, quindi collaborazione e condivisione sono in primissimo piano nell’intero progetto".
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Assemblea pastorale diocesana: la Chiesa eugubina e il ‘cammino sinodale’ italiano https://www.lavoce.it/assemblea-pastorale-diocesana-la-chiesa-eugubina-e-il-cammino-sinodale-italiano/ Wed, 15 Sep 2021 14:20:57 +0000 https://www.lavoce.it/?p=62260 assemblea pastorale Diocesi Gubbio

Con lo sguardo rivolto al percorso parallelo del Sinodo dei vescovi convocato da Papa Francesco e del cammino sinodale indicato dal Santo Padre per la Chiesa italiana, si riunisce questa settimana l’Assemblea pastorale della diocesi di Gubbio. Giovedì 16 e venerdì 17 settembre nella sala convegni del convento di San Francesco, con la massima attenzione alle prescrizioni anti-pandemia, un confronto che partirà dal documento preparatorio del Sinodo, dal titolo Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione reso noto nei giorni scorsi, dal Vaticano, che Papa Francesco aprirà ufficialmente il 10 ottobre. L’evento proseguirà poi il 17 ottobre in ogni Chiesa particolare, quindi anche nella diocesi eugubina con il percorso che sarà deciso proprio in Assemblea pastorale. Due percorsi che, seppur distinti, si incrociano tra loro e interpellano le comunità locali dei fedeli, come quella eugubina, chiamate a riflettere sulla vita della Chiesa oggi, per affrontare i tempi che ci troviamo davanti, a cominciare dal post-pandemia.

Il Cammino della Chiesa eugubina

Una tappa fondamentale sarà la celebrazione della sedicesima Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, nell’ottobre del 2023, alla quale farà seguito la fase attuativa, che coinvolgerà nuovamente le diocesi. Il documento preparatorio è uno strumento, spiegano dalla Santa Sede, per favorire la prima fase di ascolto e consultazione del Popolo di Dio nelle Chiese particolari (ottobre 2021 aprile 2022), nella speranza di contribuire a mettere in moto le idee, le energie e la creatività di tutti coloro che prenderanno parte all’itinerario, e facilitare la condivisione dei frutti del loro impegno.
Questo percorso viene proposto e attuato anche nella Chiesa eugubina, per iniziare a viaggiare sul binario del cammino sinodale. Gran parte del nuovo anno pastorale, sarà dedicata proprio al lavoro parrocchiale e diocesano. In questo senso, il vescovo Luciano intende riprendere il percorso già avviato lo scorso anno, sul metodo della sinodalità a livello diocesano, per insistere sulla formazione degli operatori pastorali, consacrati e laici.

Il vescovo Luciano intervistato dal settimanale La Voce

Ma da dove dove può ripartire la Chiesa italiana, chiamata dal Papa ad avviarsi in questo cammino sinodale ? A questo risponde, il vescovo della diocesi di Gubbio, monsignor Luciano Paolucci Bedini, nell'intervista pubblicata dal settimanale La Voce.
Il programma dell’Assemblea pastorale 
Lo schema dell’Assemblea pastorale della diocesi di Gubbio sarà lo stesso degli anni scorsi: alle ore 17.45 la preghiera del Vespro, alle 18 l’inizio dell’assemblea, con la chiusura dei lavori intorno alle 19.45. Come accaduto già nel 2020, la partecipazione alla due giorni è prevista solo per i sacerdoti, diaconi e religiosi, responsabili di uffici pastorali diocesani e delegati delle parrocchie, tutti coinvolti su invito della segreteria.
Sabato 18 settembre, alle ore 21, ci sarà la solenne concelebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Luciano Paolucci Bedini con il clero diocesano, in occasione della dedicazione della cattedrale ai Santi Mariano e Giacomo.
 
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assemblea pastorale Diocesi Gubbio

Con lo sguardo rivolto al percorso parallelo del Sinodo dei vescovi convocato da Papa Francesco e del cammino sinodale indicato dal Santo Padre per la Chiesa italiana, si riunisce questa settimana l’Assemblea pastorale della diocesi di Gubbio. Giovedì 16 e venerdì 17 settembre nella sala convegni del convento di San Francesco, con la massima attenzione alle prescrizioni anti-pandemia, un confronto che partirà dal documento preparatorio del Sinodo, dal titolo Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione e missione reso noto nei giorni scorsi, dal Vaticano, che Papa Francesco aprirà ufficialmente il 10 ottobre. L’evento proseguirà poi il 17 ottobre in ogni Chiesa particolare, quindi anche nella diocesi eugubina con il percorso che sarà deciso proprio in Assemblea pastorale. Due percorsi che, seppur distinti, si incrociano tra loro e interpellano le comunità locali dei fedeli, come quella eugubina, chiamate a riflettere sulla vita della Chiesa oggi, per affrontare i tempi che ci troviamo davanti, a cominciare dal post-pandemia.

Il Cammino della Chiesa eugubina

Una tappa fondamentale sarà la celebrazione della sedicesima Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, nell’ottobre del 2023, alla quale farà seguito la fase attuativa, che coinvolgerà nuovamente le diocesi. Il documento preparatorio è uno strumento, spiegano dalla Santa Sede, per favorire la prima fase di ascolto e consultazione del Popolo di Dio nelle Chiese particolari (ottobre 2021 aprile 2022), nella speranza di contribuire a mettere in moto le idee, le energie e la creatività di tutti coloro che prenderanno parte all’itinerario, e facilitare la condivisione dei frutti del loro impegno.
Questo percorso viene proposto e attuato anche nella Chiesa eugubina, per iniziare a viaggiare sul binario del cammino sinodale. Gran parte del nuovo anno pastorale, sarà dedicata proprio al lavoro parrocchiale e diocesano. In questo senso, il vescovo Luciano intende riprendere il percorso già avviato lo scorso anno, sul metodo della sinodalità a livello diocesano, per insistere sulla formazione degli operatori pastorali, consacrati e laici.

Il vescovo Luciano intervistato dal settimanale La Voce

Ma da dove dove può ripartire la Chiesa italiana, chiamata dal Papa ad avviarsi in questo cammino sinodale ? A questo risponde, il vescovo della diocesi di Gubbio, monsignor Luciano Paolucci Bedini, nell'intervista pubblicata dal settimanale La Voce.
Il programma dell’Assemblea pastorale 
Lo schema dell’Assemblea pastorale della diocesi di Gubbio sarà lo stesso degli anni scorsi: alle ore 17.45 la preghiera del Vespro, alle 18 l’inizio dell’assemblea, con la chiusura dei lavori intorno alle 19.45. Come accaduto già nel 2020, la partecipazione alla due giorni è prevista solo per i sacerdoti, diaconi e religiosi, responsabili di uffici pastorali diocesani e delegati delle parrocchie, tutti coinvolti su invito della segreteria.
Sabato 18 settembre, alle ore 21, ci sarà la solenne concelebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Luciano Paolucci Bedini con il clero diocesano, in occasione della dedicazione della cattedrale ai Santi Mariano e Giacomo.
 
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Territorio e turismo: parte il progetto ‘aperto’ della Chiesa eugubina https://www.lavoce.it/territorio-e-turismo-parte-il-progetto-aperto-della-chiesa-eugubina/ Fri, 28 May 2021 10:19:54 +0000 https://www.lavoce.it/?p=60873 Territorio e turismo

Ricettività turistica, accoglienza dei pellegrini, ospitalità per gruppi, parco sportivo, case e strutture per attività di pastorale giovanile e ritiri. La Chiesa eugubina sta mettendo a punto un piano complessivo di riorganizzazione di tutti questi ambiti, attraverso un percorso innovativo, partecipativo e collaborativo. L'idea di fondo è quella del coinvolgimento delle comunità del territorio diocesano e di tutte le realtà e i soggetti interessati a collaborare per il progetto. "Questo territorio -spiega il vescovo di Gubbio, monsignor Luciano Paolucci Bedini- ha una vocazione specifica all'ospitalità, che è uno di quei valori cristiani che mette insieme tante tradizioni spirituali e tante esperienze anche della nostra Chiesa locale. Vogliamo ripartire da una struttura come questa del complesso intitolato al vescovo Beniamino Ubaldi, con un progetto nuovo che abbia un preciso e chiaro orizzonte pastorale". Il nuovo progetto della diocesi eugubina è appena agli inizi. Per ora, poco più di un’idea che il vescovo Luciano illustra nel corso di un incontro-conferenza stampa proprio nei giardini del seminario diocesano e hotel Beniamino Ubaldi in via Perugina.
"L'idea -dice il vescovo Luciano- è quella di avviare e portare avanti un percorso virtuoso che possa mettere insieme le diverse strutture di ospitalità che la nostra diocesi gestisce, anche attraverso proprietà diverse, per creare una proposta aperta all'ospitalità sul territorio".
Al centro del nuovo progetto c’è proprio il complesso del Beniamino Ubaldi, con il vicino parco sportivo che sta nascendo dagli impianti intitolati anch’essi al vescovo Ubaldi.
"Sull’area sportiva di proprietà del Capitolo dei canonici della Cattedrale -aggiunge monsignor Paolucci Bedini- è già iniziata una profonda ristrutturazione e un rilancio che ne faranno una vera e propria cittadella dello sport, aperta alla città e a servizio soprattutto dei giovani, delle famiglie, degli anziani e di tutte quelle categorie svantaggiate che potranno beneficiare di uno spazio verde ben organizzato e ripensato totalmente come parco sportivo. Anche lo stesso Hotel Ubaldi sarà ripensato come albergo destinato a un turismo sociale: prima di tutto le famiglie, anche con figli disabili, gli anziani, i giovani, gli sportivi, i pellegrini e il turismo religioso. Pensiamo non solo alla grande tradizione spirituale del nostro territorio, ma anche a quelli che ci circondano, a cominciare da Assisi e dal francescanesimo".
Sarà un progetto partecipativo e innovativo anche dal punto di vista organizzativo e gestionale, assicura il vescovo di Gubbio. E dunque, uno scenario importante anche sul fronte del lavoro sul territorio.
"Vorremmo che la gestione -prosegue il vescovo- fosse in capo a un ente della diocesi, perché rimangano chiare le finalità e lo stile. Per questo io desidero che sia un ente del terzo settore, un soggetto no-profit, con una proposta seria, competente, importante e all'altezza, ma anche attenta a un continuo reinvestimento sul progetto. Certo, si tratta davvero di un progetto grande e ambizioso quindi dobbiamo verificarlo per bene. Abbiamo bisogno di capire anche come il territorio possa aiutarci a sostenere gli investimenti necessari. Però, sinceramente, questo ci sembra l'unico modo intelligente e coerente con la nostra storia di Chiesa locale per poter andare avanti e rilanciare questo grande patrimonio di ospitalità che abbiamo".
Dunque, un percorso aperto e inclusivo con realtà e soggetti interessati a fare la propria parte, con idee, professionalità, contributi di vario genere e condivisione di obiettivi e metodi.
"Sia chiaro -conclude monsignor Paolucci Bedini- che non intendiamo entrare in concorrenza con nessuno, non entriamo nel settore turistico perché vogliamo fare gli imprenditori, ma sicuramente desideriamo entrare in partecipazione profonda con tutti coloro che oggi sentono di doversi mettere in gioco per il turismo. E questo possiamo farlo insieme, possiamo farlo portando ognuno il proprio contributo e questo sarà il nostro contributo come Chiesa locale".
Una partenza senza logo e senza slogan proprio perché si tratta di un percorso ancora tutto da costruire, assicura monsignor Paolucci Bedini in conclusione. Primi due passi: la ristrutturazione del complesso alberghiero Ubaldi e la scelta del tipo di assetto gestionale e organizzativo per dare testa, braccia e gambe all’idea e al sogno, come lo definisce il vescovo Luciano.
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Territorio e turismo

Ricettività turistica, accoglienza dei pellegrini, ospitalità per gruppi, parco sportivo, case e strutture per attività di pastorale giovanile e ritiri. La Chiesa eugubina sta mettendo a punto un piano complessivo di riorganizzazione di tutti questi ambiti, attraverso un percorso innovativo, partecipativo e collaborativo. L'idea di fondo è quella del coinvolgimento delle comunità del territorio diocesano e di tutte le realtà e i soggetti interessati a collaborare per il progetto. "Questo territorio -spiega il vescovo di Gubbio, monsignor Luciano Paolucci Bedini- ha una vocazione specifica all'ospitalità, che è uno di quei valori cristiani che mette insieme tante tradizioni spirituali e tante esperienze anche della nostra Chiesa locale. Vogliamo ripartire da una struttura come questa del complesso intitolato al vescovo Beniamino Ubaldi, con un progetto nuovo che abbia un preciso e chiaro orizzonte pastorale". Il nuovo progetto della diocesi eugubina è appena agli inizi. Per ora, poco più di un’idea che il vescovo Luciano illustra nel corso di un incontro-conferenza stampa proprio nei giardini del seminario diocesano e hotel Beniamino Ubaldi in via Perugina.
"L'idea -dice il vescovo Luciano- è quella di avviare e portare avanti un percorso virtuoso che possa mettere insieme le diverse strutture di ospitalità che la nostra diocesi gestisce, anche attraverso proprietà diverse, per creare una proposta aperta all'ospitalità sul territorio".
Al centro del nuovo progetto c’è proprio il complesso del Beniamino Ubaldi, con il vicino parco sportivo che sta nascendo dagli impianti intitolati anch’essi al vescovo Ubaldi.
"Sull’area sportiva di proprietà del Capitolo dei canonici della Cattedrale -aggiunge monsignor Paolucci Bedini- è già iniziata una profonda ristrutturazione e un rilancio che ne faranno una vera e propria cittadella dello sport, aperta alla città e a servizio soprattutto dei giovani, delle famiglie, degli anziani e di tutte quelle categorie svantaggiate che potranno beneficiare di uno spazio verde ben organizzato e ripensato totalmente come parco sportivo. Anche lo stesso Hotel Ubaldi sarà ripensato come albergo destinato a un turismo sociale: prima di tutto le famiglie, anche con figli disabili, gli anziani, i giovani, gli sportivi, i pellegrini e il turismo religioso. Pensiamo non solo alla grande tradizione spirituale del nostro territorio, ma anche a quelli che ci circondano, a cominciare da Assisi e dal francescanesimo".
Sarà un progetto partecipativo e innovativo anche dal punto di vista organizzativo e gestionale, assicura il vescovo di Gubbio. E dunque, uno scenario importante anche sul fronte del lavoro sul territorio.
"Vorremmo che la gestione -prosegue il vescovo- fosse in capo a un ente della diocesi, perché rimangano chiare le finalità e lo stile. Per questo io desidero che sia un ente del terzo settore, un soggetto no-profit, con una proposta seria, competente, importante e all'altezza, ma anche attenta a un continuo reinvestimento sul progetto. Certo, si tratta davvero di un progetto grande e ambizioso quindi dobbiamo verificarlo per bene. Abbiamo bisogno di capire anche come il territorio possa aiutarci a sostenere gli investimenti necessari. Però, sinceramente, questo ci sembra l'unico modo intelligente e coerente con la nostra storia di Chiesa locale per poter andare avanti e rilanciare questo grande patrimonio di ospitalità che abbiamo".
Dunque, un percorso aperto e inclusivo con realtà e soggetti interessati a fare la propria parte, con idee, professionalità, contributi di vario genere e condivisione di obiettivi e metodi.
"Sia chiaro -conclude monsignor Paolucci Bedini- che non intendiamo entrare in concorrenza con nessuno, non entriamo nel settore turistico perché vogliamo fare gli imprenditori, ma sicuramente desideriamo entrare in partecipazione profonda con tutti coloro che oggi sentono di doversi mettere in gioco per il turismo. E questo possiamo farlo insieme, possiamo farlo portando ognuno il proprio contributo e questo sarà il nostro contributo come Chiesa locale".
Una partenza senza logo e senza slogan proprio perché si tratta di un percorso ancora tutto da costruire, assicura monsignor Paolucci Bedini in conclusione. Primi due passi: la ristrutturazione del complesso alberghiero Ubaldi e la scelta del tipo di assetto gestionale e organizzativo per dare testa, braccia e gambe all’idea e al sogno, come lo definisce il vescovo Luciano.
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‘Mercoledì delle Ceneri’: celebrazioni a Perugia, Terni e Gubbio https://www.lavoce.it/mercoledi-delle-ceneri-celebrazioni-a-perugia-terni-e-gubbio/ Wed, 17 Feb 2021 10:28:55 +0000 https://www.lavoce.it/?p=59226

PERUGIA- Quaresima: tempo per rinnovare fede, speranza e carità. Lo ricorda Papa Francesco nel suo messaggio per la Quaresima 2021, che i cristiani si apprestano a vivere dal 17 febbraio, giorno in cui la Chiesa celebra il Mercoledì delle Ceneri. Quest’anno sarà una celebrazione segnata dalla pandemia e i fedeli che andranno a messa lo noteranno anche nel rito dell’imposizione delle ceneri sul capo, modificato dalla Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti nel rispetto delle norme sanitarie atte a contenere il contagio da Covid-19.

A Perugia città il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti presiederà la celebrazione eucaristica del Mercoledì delle Ceneri (alle ore 19) nella chiesa dell’Università degli Studi, animata dalla Pastorale universitaria, preceduta dalla celebrazione in cattedrale (alle ore 18) presieduta dal vescovo ausiliare monsignor Marco Salvi.

Con il Mercoledì delle Ceneri i cristiani entrano nel tempo forte della Quaresima, in preparazione alla Pasqua di Risurrezione, vivendo questo tempo con sobrietà e raccoglimento nella preghiera dedicata, soprattutto, a quanti sono segnati nel corpo e nello spirito dalla pandemia. I cristiani sono esortati, nel praticare il digiuno quaresimale, a compiere opere di carità per quanti vivono gravi situazioni di difficoltà materiali accresciute, purtroppo, anche dall’emergenza sanitaria. Al riguardo si ricorda la campagna Adotta un affitto promossa dalla Caritas diocesana, che proseguirà per tutto il Tempo di Pasqua. Si tratta di una iniziativa caritativa di rilevanza anche pedagogica e sociale, che ha dato vita a non pochi gesti di solidarietà da parte di privati benefattori, comunità parrocchiali e realtà produttive, che ha già permesso a più di cinquanta famiglie di essere aiutate.

"Il digiuno, la preghiera e l’elemosina, come vengono presentati da Gesù nella sua predicazione (cfr Mt 6,1-18) -ricorda Papa Francesco nel suo messaggio quaresimale- sono le condizioni e l’espressione della nostra conversione. La via della povertà e della privazione (il digiuno), lo sguardo e i gesti d’amore per l’uomo ferito (l’elemosina) e il dialogo filiale con il Padre (la preghiera) ci permettono di incarnare una fede sincera, una speranza viva e una carità operosa".

 

Mercoledì 17 febbraio, inizio del tempo di Quaresima quale periodo penitenziale verso la celebrazione della Pasqua,il vescovo monsignor Giuseppe Piemontese presiederà la celebrazione con il rito della benedizione e imposizione delle Ceneri nella Cattedrale di Terni alle ore 17.30.

Nella liturgia che caratterizza il primo giorno di Quaresima, il vescovo sparge della cenere benedetta sul capo dei fedeli per ricordare loro la caducità della vita terrena e per spronare il fedele all'impegno penitenziale della Quaresima, come tempo forte in cui rigenerarsi nella fede e per vivere pienamente il sacramento della riconciliazione. Il mercoledì delle Ceneri, così come il resto della Quaresima prepara all’evento della Risurrezione di Gesù attraverso la penitenza e il rinnovamento interiore.

"La Quaresima è il tempo opportuno per la nostra conversione –ricorda il vescovo Giuseppe Piemontese- che si esprime attraverso il digiuno, la preghiera e l’elemosina. La Quaresima di quest’anno, pur attraversata dalla pandemia, a differenza dell’anno scorso, potrà essere celebrata vissuta con la vicinanza e la partecipazione comunitaria alle celebrazioni e all’ascolto comunitario della parola di Dio. Soprattutto la riscoperta della fede: senza la fede non c’è salvezza; rischiamo di essere cristiani di nome, frequentanti senza fede, credenti senza carità. L’esperienza della malattia, che molti hanno vissuto personalmente, l’opportunità di avere più tempo a disposizione per la preghiera e l’ascolto della Parola di Dio, può essere l’occasione per rivedere le coordinate della nostra vita, la qualità della fede, la pratica sacramentale, la carità generosa verso i bisognosi, la speranza che ha la forza in Dio. Le sofferenze, i lutti e i disagi causati dal Coronavirus a noi stessi o nell’ambito delle nostre comunità e delle nostre famiglie rappresentano provocazioni e stimoli per la conversione, a cui ci invita Gesù in questo tempo favorevole. Ognuno, reso attento alla propria storia, ha l’opportunità di intraprendere un cammino di riconciliazione e di misericordia nelle forme più consone alla propria sensibilità e ai propri bisogni".

La Caritas diocesana destinerà la Quaresima di Carità 2021 alle famiglie bisognose della diocesi, che impegna le parrocchie in segno collettivo, quale gesto di vicinanza e sensibilità verso i più bisognosi. Nella terza domenica di Quaresima, il 14 marzo, la raccolta delle offerte in tutte le parrocchie viene destinata dalla Caritas diocesana al Fondo Solidale per le Famiglie disagiate. Nella precedente raccolta del periodo di Avvento, sono stati donati, da trentuno parrocchie, 6.243 euro. Altrettanto è giunto da privati, per cui sono state aiutate quaranta famiglie, per un totale di dodicimila euro.

  Con il Mercoledì delle Ceneri, anche la Chiesa eugubina inizia il cammino della Quaresima, occasione di risveglio e di rafforzamento della fede, tempo di preparazione alla Pasqua. "Ogni comunità -spiega il vescovo Luciano Paolucci Bedini- vivrà con i suoi ritmi e modi le tappe e i passaggi di questo tempo forte per la Chiesa. Come diocesi ci disponiamo a percorrere uniti nella preghiera e nella carità questi quaranta giorni di illuminazione e purificazione della nostra vita con Dio, rinnovando gli appuntamenti consueti, che vivremo ovviamente nelle modalità che ci consentono le norme attuali di tutela sanitaria".
A tutte le comunità il vescovo Luciano chiede di aprire il cuore verso la campagna di raccolta fondi per la Quaresima di Carità che la Caritas diocesana ogni anno dedica alle esigenze urgenti e concrete dei più bisognosi.
"Le più colpite dagli effetti della pandemia -aggiunge monsignor Paolucci Bedini- sono le famiglie, e in queste i più fragili e indifesi. Con particolare attenzione vogliamo pensare ai bisogni di crescita dei bambini e dei ragazzi che a causa di necessità più urgenti della famiglia rischierebbero di restare inascoltati e negati. Sono bisogni di cura nei primi mesi, bisogni sanitari, educativi, relazionali e di sostegno alle difficoltà dello sviluppo".
Il Vescovo della diocesi eugubina ricorda anche che la celebrazione del cammino quaresimale si nutre, come sempre, alla Parola e alla liturgia. Alcuni appuntamenti saranno presieduti dallo stesso monsignor Paolucci Bedini, come segno di unità di tutta la diocesi. Così per il Mercoledì delle Ceneri, oltre alle celebrazioni nelle parrocchie, a dare inizio alle tradizionali stazioni quaresimali ci sarà una liturgia della Parola, senza l'Eucaristia, con l'imposizione del segno delle Ceneri. Appuntamento alle ore 20.45 nella chiesa di San Domenico a Gubbio. Per chi non potrà partecipare di persona, ci sarà la diretta streaming sul canale YouTube e sulle pagine social della Diocesi di Gubbio, raggiungibili anche dal sito web www.diocesigubbio.it.
Nel pomeriggio della prima domenica di Quaresima, il 21 febbraio alle ore 15.30, si terrà il consueto ritiro spirituale diocesano per tutti coloro che lo desiderano, che sarà possibile seguire online, sempre grazie alla diretta sui social media diocesani.
Nei mercoledì seguenti saranno celebrati brevi momenti di preghiera con il ciclo di catechesi quaresimali del vescovo Luciano, in alcune chiese parrocchiali della città, con la possibilità per i fedeli di partecipare in presenza secondo la capienza della singole chiese.
Per tutti sarà possibile seguire in streaming audiovideo sempre sui canali social diocesani. Una pagina apposita sul sito Internet www.diocesigubbio.it permetterà di raggiungere le varie dirette video o rivedere anche successivamente i filmati delle singole meditazioni quaresimali.
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PERUGIA- Quaresima: tempo per rinnovare fede, speranza e carità. Lo ricorda Papa Francesco nel suo messaggio per la Quaresima 2021, che i cristiani si apprestano a vivere dal 17 febbraio, giorno in cui la Chiesa celebra il Mercoledì delle Ceneri. Quest’anno sarà una celebrazione segnata dalla pandemia e i fedeli che andranno a messa lo noteranno anche nel rito dell’imposizione delle ceneri sul capo, modificato dalla Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti nel rispetto delle norme sanitarie atte a contenere il contagio da Covid-19.

A Perugia città il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti presiederà la celebrazione eucaristica del Mercoledì delle Ceneri (alle ore 19) nella chiesa dell’Università degli Studi, animata dalla Pastorale universitaria, preceduta dalla celebrazione in cattedrale (alle ore 18) presieduta dal vescovo ausiliare monsignor Marco Salvi.

Con il Mercoledì delle Ceneri i cristiani entrano nel tempo forte della Quaresima, in preparazione alla Pasqua di Risurrezione, vivendo questo tempo con sobrietà e raccoglimento nella preghiera dedicata, soprattutto, a quanti sono segnati nel corpo e nello spirito dalla pandemia. I cristiani sono esortati, nel praticare il digiuno quaresimale, a compiere opere di carità per quanti vivono gravi situazioni di difficoltà materiali accresciute, purtroppo, anche dall’emergenza sanitaria. Al riguardo si ricorda la campagna Adotta un affitto promossa dalla Caritas diocesana, che proseguirà per tutto il Tempo di Pasqua. Si tratta di una iniziativa caritativa di rilevanza anche pedagogica e sociale, che ha dato vita a non pochi gesti di solidarietà da parte di privati benefattori, comunità parrocchiali e realtà produttive, che ha già permesso a più di cinquanta famiglie di essere aiutate.

"Il digiuno, la preghiera e l’elemosina, come vengono presentati da Gesù nella sua predicazione (cfr Mt 6,1-18) -ricorda Papa Francesco nel suo messaggio quaresimale- sono le condizioni e l’espressione della nostra conversione. La via della povertà e della privazione (il digiuno), lo sguardo e i gesti d’amore per l’uomo ferito (l’elemosina) e il dialogo filiale con il Padre (la preghiera) ci permettono di incarnare una fede sincera, una speranza viva e una carità operosa".

 

Mercoledì 17 febbraio, inizio del tempo di Quaresima quale periodo penitenziale verso la celebrazione della Pasqua,il vescovo monsignor Giuseppe Piemontese presiederà la celebrazione con il rito della benedizione e imposizione delle Ceneri nella Cattedrale di Terni alle ore 17.30.

Nella liturgia che caratterizza il primo giorno di Quaresima, il vescovo sparge della cenere benedetta sul capo dei fedeli per ricordare loro la caducità della vita terrena e per spronare il fedele all'impegno penitenziale della Quaresima, come tempo forte in cui rigenerarsi nella fede e per vivere pienamente il sacramento della riconciliazione. Il mercoledì delle Ceneri, così come il resto della Quaresima prepara all’evento della Risurrezione di Gesù attraverso la penitenza e il rinnovamento interiore.

"La Quaresima è il tempo opportuno per la nostra conversione –ricorda il vescovo Giuseppe Piemontese- che si esprime attraverso il digiuno, la preghiera e l’elemosina. La Quaresima di quest’anno, pur attraversata dalla pandemia, a differenza dell’anno scorso, potrà essere celebrata vissuta con la vicinanza e la partecipazione comunitaria alle celebrazioni e all’ascolto comunitario della parola di Dio. Soprattutto la riscoperta della fede: senza la fede non c’è salvezza; rischiamo di essere cristiani di nome, frequentanti senza fede, credenti senza carità. L’esperienza della malattia, che molti hanno vissuto personalmente, l’opportunità di avere più tempo a disposizione per la preghiera e l’ascolto della Parola di Dio, può essere l’occasione per rivedere le coordinate della nostra vita, la qualità della fede, la pratica sacramentale, la carità generosa verso i bisognosi, la speranza che ha la forza in Dio. Le sofferenze, i lutti e i disagi causati dal Coronavirus a noi stessi o nell’ambito delle nostre comunità e delle nostre famiglie rappresentano provocazioni e stimoli per la conversione, a cui ci invita Gesù in questo tempo favorevole. Ognuno, reso attento alla propria storia, ha l’opportunità di intraprendere un cammino di riconciliazione e di misericordia nelle forme più consone alla propria sensibilità e ai propri bisogni".

La Caritas diocesana destinerà la Quaresima di Carità 2021 alle famiglie bisognose della diocesi, che impegna le parrocchie in segno collettivo, quale gesto di vicinanza e sensibilità verso i più bisognosi. Nella terza domenica di Quaresima, il 14 marzo, la raccolta delle offerte in tutte le parrocchie viene destinata dalla Caritas diocesana al Fondo Solidale per le Famiglie disagiate. Nella precedente raccolta del periodo di Avvento, sono stati donati, da trentuno parrocchie, 6.243 euro. Altrettanto è giunto da privati, per cui sono state aiutate quaranta famiglie, per un totale di dodicimila euro.

  Con il Mercoledì delle Ceneri, anche la Chiesa eugubina inizia il cammino della Quaresima, occasione di risveglio e di rafforzamento della fede, tempo di preparazione alla Pasqua. "Ogni comunità -spiega il vescovo Luciano Paolucci Bedini- vivrà con i suoi ritmi e modi le tappe e i passaggi di questo tempo forte per la Chiesa. Come diocesi ci disponiamo a percorrere uniti nella preghiera e nella carità questi quaranta giorni di illuminazione e purificazione della nostra vita con Dio, rinnovando gli appuntamenti consueti, che vivremo ovviamente nelle modalità che ci consentono le norme attuali di tutela sanitaria".
A tutte le comunità il vescovo Luciano chiede di aprire il cuore verso la campagna di raccolta fondi per la Quaresima di Carità che la Caritas diocesana ogni anno dedica alle esigenze urgenti e concrete dei più bisognosi.
"Le più colpite dagli effetti della pandemia -aggiunge monsignor Paolucci Bedini- sono le famiglie, e in queste i più fragili e indifesi. Con particolare attenzione vogliamo pensare ai bisogni di crescita dei bambini e dei ragazzi che a causa di necessità più urgenti della famiglia rischierebbero di restare inascoltati e negati. Sono bisogni di cura nei primi mesi, bisogni sanitari, educativi, relazionali e di sostegno alle difficoltà dello sviluppo".
Il Vescovo della diocesi eugubina ricorda anche che la celebrazione del cammino quaresimale si nutre, come sempre, alla Parola e alla liturgia. Alcuni appuntamenti saranno presieduti dallo stesso monsignor Paolucci Bedini, come segno di unità di tutta la diocesi. Così per il Mercoledì delle Ceneri, oltre alle celebrazioni nelle parrocchie, a dare inizio alle tradizionali stazioni quaresimali ci sarà una liturgia della Parola, senza l'Eucaristia, con l'imposizione del segno delle Ceneri. Appuntamento alle ore 20.45 nella chiesa di San Domenico a Gubbio. Per chi non potrà partecipare di persona, ci sarà la diretta streaming sul canale YouTube e sulle pagine social della Diocesi di Gubbio, raggiungibili anche dal sito web www.diocesigubbio.it.
Nel pomeriggio della prima domenica di Quaresima, il 21 febbraio alle ore 15.30, si terrà il consueto ritiro spirituale diocesano per tutti coloro che lo desiderano, che sarà possibile seguire online, sempre grazie alla diretta sui social media diocesani.
Nei mercoledì seguenti saranno celebrati brevi momenti di preghiera con il ciclo di catechesi quaresimali del vescovo Luciano, in alcune chiese parrocchiali della città, con la possibilità per i fedeli di partecipare in presenza secondo la capienza della singole chiese.
Per tutti sarà possibile seguire in streaming audiovideo sempre sui canali social diocesani. Una pagina apposita sul sito Internet www.diocesigubbio.it permetterà di raggiungere le varie dirette video o rivedere anche successivamente i filmati delle singole meditazioni quaresimali.
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Lavori in corso: tutti i cantieri aperti nella diocesi di Gubbio https://www.lavoce.it/lavori-in-corso-tutti-i-cantieri-aperti-nella-diocesi-di-gubbio/ Tue, 26 Jan 2021 10:45:18 +0000 https://www.lavoce.it/?p=59018

GUBBIO- Un quadriennio segnato dall’apertura di tanti cantieri per la ristrutturazione e il recupero di chiese ed edifici della diocesi eugubina. Tra il 2019 e il 2023, sono quasi otto i milioni di euro messi a bilancio per le varie opere che riguardano almeno una dozzina di strutture della Chiesa eugubina.
La panoramica sui lavori è stata fatta dal vescovo Luciano Paolucci Bedini in occasione dell’annuale incontro con i giornalisti locali per la celebrazione della Festa di San Francesco di Sales, patrono degli operatori dei media e della comunicazione sociale.
Tra i cantieri già chiusi ci sono la chiesa di San Bernardino a Umbertide e quella di Sant’Antonio a Scheggia e Pascelupo, con i lavori realizzati tra il 2018 e il 2019, per un importo complessivo di oltre 260 mila euro, investiti nei due luoghi. Prima ancora, a fine 2017, era stata la Cattedrale eugubina dedicata ai Santi Mariano e Giacomo a essere riaperta dopo il consolidamento e i restauri, prima chiesa madre recuperata fra tutte quelle delle diocesi comprese nel cratere dei terremoti del 2016. Lavori di fatto conclusi, ma recupero non ancora inaugurato a causa della pandemia, quelli realizzati nella chiesa di Santa Croce della Foce grazie all’impegno della Confraternita, del Fai, di Intesa Sanpaolo e del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
L’ultimo edificio sacro riaperto, tra quelli lesionati profondamente dal sisma di oltre quattro anni fa, è la chiesa di Madonna del Prato, autentico gioiello del barocco eugubino, per il recupero del quale è stato speso oltre un milione di euro. Non è un caso che la celebrazione per San Francesco di Sales sia stata celebrata da monsignor Paolucci Bedini proprio nella chiesa della comunità parrocchiale guidata da don Fabricio Cellucci, come ultimo capolavoro di arte e architettura recuperato, in ordine di tempo.
Tra i cantieri attivi in questo momento c’è quello della chiesa di San Venanzio a Semonte, aperto nel luglio 2018 e destinato a chiudersi entro fine 2021, se la tempistica dei lavori di ri-costruzione del complesso parrocchiale sarà rispettata. Si tratta dell’opera che, tra quelle in corso, ha il budget economico più elevato, con oltre 3 milioni e 200 mila euro, destinati sia alla grande aula liturgica, sia ai locali parrocchiali attigui.
Anche nella chiesa di San Giovanni Battista nella frazione di Loreto i lavori sono già iniziati da qualche mese con l’obiettivo di chiudere il cantiere entro la fine dell’estate prossima, per una spesa complessiva di quasi 250 mila euro. Cantiere aperto pure a San Michele Arcangelo in Carbonesca, dove si prevede un anno di ristrutturazione (a partire dal novembre scorso), per una spesa di circa 190 mila euro.
A breve, invece, sono destinati a partire i cantieri nelle chiese di Santa Maria Maddalena a Ponte d’Assi e di Santa Maria Assunta a Ghigiano, per una dotazione economica che - nel complesso - ammonta a oltre 270 mila euro, con ipotesi di termine dei lavori entro novembre 2021 in entrambi i casi.
Altri cantieri si apriranno nel corso del 2021. Come quello nel complesso della Cattedrale, per la parte dell’edificio dei canonici già occupato in parte dal museo diocesano, con inizio lavori previsto per settembre 2021 e termine entro due anni, con un budget di circa un milione e 300 mila euro (comprensivo dei lavori già realizzati nel 2017 per la chiesa Cattedrale). Quasi 400 mila euro, invece, saranno destinati al recupero della zona della torre del palazzo del Vescovato, con inizio previsto per giugno di quest’anno e il termine entro l’estate 2023. Infine, nell’autunno prossimo dovrebbe aprirsi anche il cantiere del complesso parrocchiale di San Giovanni Battista a Cantiano. Una ristrutturazione da circa mezzo milione di euro, da completare nel giro di un anno.
I finanziamenti per l’esecuzione dei lavori hanno origini diverse e vanno dai fondi dell’8xMille, a quelli erogati dallo Stato, fondi per i terremoti e compartecipazioni di curia diocesana e parrocchie.
Nel delineare il quadro delle opere di recupero, il vescovo Luciano ha parlato di una duplice importanza per il territorio: quella della riscoperta di luoghi di fede, aggregazione, storia, arte e architettura e quella dell’iniezione di risorse economiche per le aziende del settore edile. A queste ultime, monsignor Paolucci Bedini ha assicurato la massima attenzione da parte della curia diocesana per favorire il coinvolgimento delle realtà produttive locali, compatibilmente con le normative vigenti, garantendo la massima trasparenza e invitando le imprese a mettersi in regola con tutti gli adempimenti necessari.
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GUBBIO- Un quadriennio segnato dall’apertura di tanti cantieri per la ristrutturazione e il recupero di chiese ed edifici della diocesi eugubina. Tra il 2019 e il 2023, sono quasi otto i milioni di euro messi a bilancio per le varie opere che riguardano almeno una dozzina di strutture della Chiesa eugubina.
La panoramica sui lavori è stata fatta dal vescovo Luciano Paolucci Bedini in occasione dell’annuale incontro con i giornalisti locali per la celebrazione della Festa di San Francesco di Sales, patrono degli operatori dei media e della comunicazione sociale.
Tra i cantieri già chiusi ci sono la chiesa di San Bernardino a Umbertide e quella di Sant’Antonio a Scheggia e Pascelupo, con i lavori realizzati tra il 2018 e il 2019, per un importo complessivo di oltre 260 mila euro, investiti nei due luoghi. Prima ancora, a fine 2017, era stata la Cattedrale eugubina dedicata ai Santi Mariano e Giacomo a essere riaperta dopo il consolidamento e i restauri, prima chiesa madre recuperata fra tutte quelle delle diocesi comprese nel cratere dei terremoti del 2016. Lavori di fatto conclusi, ma recupero non ancora inaugurato a causa della pandemia, quelli realizzati nella chiesa di Santa Croce della Foce grazie all’impegno della Confraternita, del Fai, di Intesa Sanpaolo e del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
L’ultimo edificio sacro riaperto, tra quelli lesionati profondamente dal sisma di oltre quattro anni fa, è la chiesa di Madonna del Prato, autentico gioiello del barocco eugubino, per il recupero del quale è stato speso oltre un milione di euro. Non è un caso che la celebrazione per San Francesco di Sales sia stata celebrata da monsignor Paolucci Bedini proprio nella chiesa della comunità parrocchiale guidata da don Fabricio Cellucci, come ultimo capolavoro di arte e architettura recuperato, in ordine di tempo.
Tra i cantieri attivi in questo momento c’è quello della chiesa di San Venanzio a Semonte, aperto nel luglio 2018 e destinato a chiudersi entro fine 2021, se la tempistica dei lavori di ri-costruzione del complesso parrocchiale sarà rispettata. Si tratta dell’opera che, tra quelle in corso, ha il budget economico più elevato, con oltre 3 milioni e 200 mila euro, destinati sia alla grande aula liturgica, sia ai locali parrocchiali attigui.
Anche nella chiesa di San Giovanni Battista nella frazione di Loreto i lavori sono già iniziati da qualche mese con l’obiettivo di chiudere il cantiere entro la fine dell’estate prossima, per una spesa complessiva di quasi 250 mila euro. Cantiere aperto pure a San Michele Arcangelo in Carbonesca, dove si prevede un anno di ristrutturazione (a partire dal novembre scorso), per una spesa di circa 190 mila euro.
A breve, invece, sono destinati a partire i cantieri nelle chiese di Santa Maria Maddalena a Ponte d’Assi e di Santa Maria Assunta a Ghigiano, per una dotazione economica che - nel complesso - ammonta a oltre 270 mila euro, con ipotesi di termine dei lavori entro novembre 2021 in entrambi i casi.
Altri cantieri si apriranno nel corso del 2021. Come quello nel complesso della Cattedrale, per la parte dell’edificio dei canonici già occupato in parte dal museo diocesano, con inizio lavori previsto per settembre 2021 e termine entro due anni, con un budget di circa un milione e 300 mila euro (comprensivo dei lavori già realizzati nel 2017 per la chiesa Cattedrale). Quasi 400 mila euro, invece, saranno destinati al recupero della zona della torre del palazzo del Vescovato, con inizio previsto per giugno di quest’anno e il termine entro l’estate 2023. Infine, nell’autunno prossimo dovrebbe aprirsi anche il cantiere del complesso parrocchiale di San Giovanni Battista a Cantiano. Una ristrutturazione da circa mezzo milione di euro, da completare nel giro di un anno.
I finanziamenti per l’esecuzione dei lavori hanno origini diverse e vanno dai fondi dell’8xMille, a quelli erogati dallo Stato, fondi per i terremoti e compartecipazioni di curia diocesana e parrocchie.
Nel delineare il quadro delle opere di recupero, il vescovo Luciano ha parlato di una duplice importanza per il territorio: quella della riscoperta di luoghi di fede, aggregazione, storia, arte e architettura e quella dell’iniezione di risorse economiche per le aziende del settore edile. A queste ultime, monsignor Paolucci Bedini ha assicurato la massima attenzione da parte della curia diocesana per favorire il coinvolgimento delle realtà produttive locali, compatibilmente con le normative vigenti, garantendo la massima trasparenza e invitando le imprese a mettersi in regola con tutti gli adempimenti necessari.
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Delegazione guidata dal vescovo Paolucci Bedini in Perù e Bolivia https://www.lavoce.it/vescovo-bedini-peru-bolivia/ Thu, 30 Aug 2018 08:00:41 +0000 https://www.lavoce.it/?p=52699 vescovo Bedini Gubbio Perù Bolivia

Il vescovo mons. Luciano Paolucci Bedini, accompagnato, tra gli altri, da don Fabricio Cellucci, don Gaetano Bonomi Boseggia, don Marco Cardoni, suor Daniela e da rappresentanti della Caritas diocesana, è impegnato nella sua prima visita alle missioni di Perù e Bolivia, dove vivono e operano da anni sacerdoti e laici della diocesi di sant’Ubaldo. Per una fortuita coincidenza, è stato preceduto dall’arrivo dei generi alimentari frutto dell’ultima raccolta effettuata in favore delle terre di missione.

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In Perù

Visita iniziata da Lima, Perù, dai volontari dell’operazione Mato Grosso (Omg) di Gubbio. Vede presenti don Giorgio Barbetta, rettore del Seminario di Pomallucay, e due giovani concittadine: Morena Orsini, che gestisce una cooperativa del vetro, e Carla Radicchi, che segue i malati e gli anziani in una zona del Cuzco. Con la guida di don Barbetta sono state visitate alcune significative realizzazioni concretizzate nel tempo nelle località di Chacas, dove c’è un ospedale dell’Omg, unico nel raggio di tanti chilometri all’interno della Cordillera Blanca, di Pomallucay e San Luis, tra cui il Seminario, cooperative del legno e dell’artigianato, Casa Santa Teresita per malati terminali, casa con disabili - Danielitos. A Lima l’incontro con padre Ugo De Censi, salesiano e fondatore dell’Omg.

In Bolivia

La delegazione si è poi spostata in Bolivia accolta da don Leonardo Giannellidall’eugubina Silvia Martini e don Antonio “Topio” Zavatarelli che guidano rispettivamente le missioni di Santiago de Huata e Peñas. Realtà contrassegnate da povertà e problemi, dove i missionari hanno saputo meritarsi stima e gratitudine per il lavoro realizzato con dedizione nel nome del Vangelo.

A Peñas la delegazione ha avuto modo di confrontarsi con alcuni poveri seguiti dalla parrocchia; a Batallas, con una scuola per persone di età diverse che hanno a disposizione corsi per terminare quelle che si possono paragonare alle nostre superiori.

A Santiago de Huata l’incontro con il Consiglio pastorale e la visita alle strutture della parrocchia, officina meccanica, falegnameria dove vengono fabbricate le barche per escursioni sul lago Titicaca e un laboratorio. Strutture fondamentali per garantire lavoro e prospettive ai giovani, ed evitare che emigrino e si perdano nelle grandi città boliviane.

Il ritorno a Gubbio è previsto per il 31 agosto, preceduto dalla intensità tipica delle ultime ore a disposizione per completare incontri, sopralluoghi e soprattutto rispondere alle tante richieste che arrivano dai fedeli. La presenza del Vescovo è un onore e un avvenimento.

G.B.

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vescovo Bedini Gubbio Perù Bolivia

Il vescovo mons. Luciano Paolucci Bedini, accompagnato, tra gli altri, da don Fabricio Cellucci, don Gaetano Bonomi Boseggia, don Marco Cardoni, suor Daniela e da rappresentanti della Caritas diocesana, è impegnato nella sua prima visita alle missioni di Perù e Bolivia, dove vivono e operano da anni sacerdoti e laici della diocesi di sant’Ubaldo. Per una fortuita coincidenza, è stato preceduto dall’arrivo dei generi alimentari frutto dell’ultima raccolta effettuata in favore delle terre di missione.

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In Perù

Visita iniziata da Lima, Perù, dai volontari dell’operazione Mato Grosso (Omg) di Gubbio. Vede presenti don Giorgio Barbetta, rettore del Seminario di Pomallucay, e due giovani concittadine: Morena Orsini, che gestisce una cooperativa del vetro, e Carla Radicchi, che segue i malati e gli anziani in una zona del Cuzco. Con la guida di don Barbetta sono state visitate alcune significative realizzazioni concretizzate nel tempo nelle località di Chacas, dove c’è un ospedale dell’Omg, unico nel raggio di tanti chilometri all’interno della Cordillera Blanca, di Pomallucay e San Luis, tra cui il Seminario, cooperative del legno e dell’artigianato, Casa Santa Teresita per malati terminali, casa con disabili - Danielitos. A Lima l’incontro con padre Ugo De Censi, salesiano e fondatore dell’Omg.

In Bolivia

La delegazione si è poi spostata in Bolivia accolta da don Leonardo Giannellidall’eugubina Silvia Martini e don Antonio “Topio” Zavatarelli che guidano rispettivamente le missioni di Santiago de Huata e Peñas. Realtà contrassegnate da povertà e problemi, dove i missionari hanno saputo meritarsi stima e gratitudine per il lavoro realizzato con dedizione nel nome del Vangelo.

A Peñas la delegazione ha avuto modo di confrontarsi con alcuni poveri seguiti dalla parrocchia; a Batallas, con una scuola per persone di età diverse che hanno a disposizione corsi per terminare quelle che si possono paragonare alle nostre superiori.

A Santiago de Huata l’incontro con il Consiglio pastorale e la visita alle strutture della parrocchia, officina meccanica, falegnameria dove vengono fabbricate le barche per escursioni sul lago Titicaca e un laboratorio. Strutture fondamentali per garantire lavoro e prospettive ai giovani, ed evitare che emigrino e si perdano nelle grandi città boliviane.

Il ritorno a Gubbio è previsto per il 31 agosto, preceduto dalla intensità tipica delle ultime ore a disposizione per completare incontri, sopralluoghi e soprattutto rispondere alle tante richieste che arrivano dai fedeli. La presenza del Vescovo è un onore e un avvenimento.

G.B.

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Prima visita del Vescovo Bedini alla missione della Caritas umbra in Kosovo https://www.lavoce.it/visita-del-vescovo-bedini-alla-missione-della-caritas-umbra-kosovo/ Thu, 12 Apr 2018 13:54:55 +0000 https://www.lavoce.it/?p=51620

Iniziata giovedì scorso, si concluderà domenica 15 aprile la prima visita alla missione della Caritas umbra in Kosovo da parte del vescovo Luciano Paolucci Bedini. Con lui anche i direttori diocesani della Caritas don Roberto Revelant, dell’Ufficio Comunicazioni sociali Daniele Morini, i tecnici che, con spirito di servizio e gratuitamente, hanno progettato la nuova casa del- la missione, l’architetto Giuseppe Lepri (che ha curato anche il coordinamento e la direzione dei lavori) e gli ingegneri Mario Franceschetti e Leonardo Tosti. E inoltre Angelo Bini, dell’azienda folignate Umbragroup, vicina alla casa in Kosovo. Il rapporto tra la diocesi eugubina e la missione presente nel Kosovo è stato molto intenso fin dai primissimi anni e si è tradotto in diversi e significativi progetti di intervento. Per tutti, a mo’ di esempio, quello della nuova casa di accoglienza inaugurata quattro anni fa nel villaggio di Leskoc. Attualmente dispone di spazi ampi (oltre 2.600 mq) e confortevoli. Oltre ai magazzini e ai garage, ci sono due attrezzatissimi laboratori, alla base di opportunità lavorative per i ragazzi più grandi della casa e per altri della zona. Lo scorso anno è nata la cooperativa agricola che li vede protagonisti.
L’esperienza di tre giovani volontarie umbre nel Campo Caritas in Kosovo Il Kosovo è appena al di là dell’Adriatico ma il breve tempo necessario per toccare il suolo di questa repubblica nata solo nel 2008 da una dichiarazione unitalaterale di indipendenza (riconosciuta solo da una parte della comunità internazionale) segna una distanza inimmaginabile tra quelle che sono le nostre condizioni di vita e la nostra cultura occidentale, e quelle che i volontari della casa Caritas di Leskoc incontrano quando vanno a far visita alle famiglie povere della zona. Annette , studentessa universitaria di Ischia, in questi giorni (dal 12 al 15) è tornata nella casa che l’ha accolta l’estate scorsa per 10 giorni insieme a Italia , Lia , suor Denise e don Marco . Le tre studentesse avevano accolto la proposta della Pastorale universitaria di Perugia e dopo alcuni incontri di preparazione sono partite per un’esperienza che ha segnato la loro vita. Sveglia alle 6 del mattino, preghiera delle Lodi, colazione, e poi via, al lavoro per le necessità della casa, o per le visite alle famiglie, fino a sera, per crollare dal sonno davanti all’unico televisore da vedere insieme ai bambini e ai ragazzi della casa. Dieci giorni, raccontano, “che minuto per minuto te li vivi tutti”...(continua a leggere gratuitamente sull'edizione digitale de La Voce)
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Iniziata giovedì scorso, si concluderà domenica 15 aprile la prima visita alla missione della Caritas umbra in Kosovo da parte del vescovo Luciano Paolucci Bedini. Con lui anche i direttori diocesani della Caritas don Roberto Revelant, dell’Ufficio Comunicazioni sociali Daniele Morini, i tecnici che, con spirito di servizio e gratuitamente, hanno progettato la nuova casa del- la missione, l’architetto Giuseppe Lepri (che ha curato anche il coordinamento e la direzione dei lavori) e gli ingegneri Mario Franceschetti e Leonardo Tosti. E inoltre Angelo Bini, dell’azienda folignate Umbragroup, vicina alla casa in Kosovo. Il rapporto tra la diocesi eugubina e la missione presente nel Kosovo è stato molto intenso fin dai primissimi anni e si è tradotto in diversi e significativi progetti di intervento. Per tutti, a mo’ di esempio, quello della nuova casa di accoglienza inaugurata quattro anni fa nel villaggio di Leskoc. Attualmente dispone di spazi ampi (oltre 2.600 mq) e confortevoli. Oltre ai magazzini e ai garage, ci sono due attrezzatissimi laboratori, alla base di opportunità lavorative per i ragazzi più grandi della casa e per altri della zona. Lo scorso anno è nata la cooperativa agricola che li vede protagonisti.
L’esperienza di tre giovani volontarie umbre nel Campo Caritas in Kosovo Il Kosovo è appena al di là dell’Adriatico ma il breve tempo necessario per toccare il suolo di questa repubblica nata solo nel 2008 da una dichiarazione unitalaterale di indipendenza (riconosciuta solo da una parte della comunità internazionale) segna una distanza inimmaginabile tra quelle che sono le nostre condizioni di vita e la nostra cultura occidentale, e quelle che i volontari della casa Caritas di Leskoc incontrano quando vanno a far visita alle famiglie povere della zona. Annette , studentessa universitaria di Ischia, in questi giorni (dal 12 al 15) è tornata nella casa che l’ha accolta l’estate scorsa per 10 giorni insieme a Italia , Lia , suor Denise e don Marco . Le tre studentesse avevano accolto la proposta della Pastorale universitaria di Perugia e dopo alcuni incontri di preparazione sono partite per un’esperienza che ha segnato la loro vita. Sveglia alle 6 del mattino, preghiera delle Lodi, colazione, e poi via, al lavoro per le necessità della casa, o per le visite alle famiglie, fino a sera, per crollare dal sonno davanti all’unico televisore da vedere insieme ai bambini e ai ragazzi della casa. Dieci giorni, raccontano, “che minuto per minuto te li vivi tutti”...(continua a leggere gratuitamente sull'edizione digitale de La Voce)
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Dai laici alla formazione dei preti, i temi dell’intervista al vescovo Paolucci https://www.lavoce.it/dai-laici-alla-formazione-dei-preti-i-temi-dellintervista-al-vescovo-paolucci/ Fri, 01 Dec 2017 15:05:29 +0000 https://www.lavoce.it/?p=50730

Una mezz’ora di attesa al Seminario diocesano di Gubbio. I preti della diocesi c’erano tutti, al ritiro al quale ha partecipato anche il nuovo vescovo Luciano Paolucci Bedini insieme al vescovo, ora emerito, mons. Mario Ceccobelli. Nel primo pomeriggio se ne sono andati quasi tutti, e don Luciano sta definendo con don Mirco Orsini i dettagli del 3 dicembre. Dopo una mattinata intensa e un pomeriggio che si presenta altrettanto intenso, “don” Luciano si presenta sorridente, accogliente, sereno. Accoglienza - ci dirà - è quello che ha ricevuto da preti e laici fin dal giorno dell’annuncio della nomina a vescovo di Gubbio. Mons. Paolucci, si può dire che ormai conosce la diocesi. Come si trova in questa che è la più piccola diocesi umbra? “Quando il Papa mi ha chiesto di diventare vescovo di Gubbio, sapevo della bellezza della città medievale, che avevo visitato qualche volta, del fatto che era piccola, anche, e che era ricca di una tradizione religiosa legata non solo a sant’Ubaldo e a san Francesco, ma anche di un pullulare di esperienze religiose intorno alla città di Gubbio, come del resto in tutta l’Umbria. Parlo delle comunità religiose, sia monastiche che di vita attiva, delle abbazie, come Fonte Avellana che per le Marche è ancora un faro e che è stata in diocesi di Gubbio”. Come è stato il primo incontro con i suoi nuovi fedeli? “Quello che mi ha colpito fin dall’inizio è stata la grande accoglienza che ho ricevuto, fin dal giorno dell’annuncio della nomina, quando il vescovo Mario con altri è venuto a trovarmi nel Seminario di Ancona dove stavo. E anche oggi che ho incontrato tutti i sacerdoti, ho visto questa semplicità di relazione, questa immediatezza. Da molti mi sono sentito incoraggiato, ringraziato anche per la disponibilità che ho dato al Papa, e sicuramente questo mi ha aiutato molto a consolare un po’ i miei timori e ad aprire un canale di fiducia immediato con il popolo di questa terra”. Un vescovo sottolineò che per fare un prete ci vogliono anni di Seminario, mentre per fare un vescovo si fa un corso di una settimana, e neppure sulle cose essenziali. Conferma? “Sì, anche se dicono che da quando c’è Papa Francesco il corso è più ricco e molto più concreto. Però è vero. Essendo stato rettore di Se- minario, a maggior ragione capisco e sento quanto la formazione sia un elemento fondamentale. In tutti i passaggi del mio ministero come prete ho sentito il bisogno di formarmi, o di continuare a formarmi. Mi impegno a studiare anche arrivando a Gubbio, perché sui doveri e le responsabilità di un vescovo ci sono molti documenti e dovrò davvero studiarli”. Papa Francesco parla molto di Chiesa popolo di Dio e sinodalità. Da vescovo che inizia il suo percorso, come immagina il cambiamento - iniziato con il Concilio vaticano II - di valorizzazione dei laici? “Conosco tutta la difficoltà che ha incontrato in questi anni, almeno gli ultimi trenta, quella famosa promozione dei laici che era stabilita dal Concilio. E forse ha ricevuto anche un contraccolpo all’indietro, perché non si vedono più le belle figure di laicato preparato, pronto, aperto a lavorare anche nel sociale. Molte esperienze ecclesiali ci hanno aperto i canali della spiritualità, ma ci hanno richiusi, come comunità, rispetto al mondo. Quello che però vedo come molto consolante, per cui penso ci sia una grande possibilità di impegno e di lavoro assiduo e proficuo, è che la promessa e l’ideale del Vaticano II quanto alla Chiesa popolo di Dio, alla Chiesa in cui tutti sono figli e tutti collaborano, è ancora davanti a noi, e ci chiama continuamente. Forse tanti aspetti della crisi della Chiesa: penso alle vocazioni ma anche a realtà come la famiglia... in fondo, tutto nasce da questa debolezza, di una Chiesa che da un punto di vista ha portato avanti l’essenziale, ma dall’altro non ha saputo affrontare le sfide della modernità fino a trovare strade nuove. È chiaro che di questa maturazione il laicato è strategico. Mi chiedo però se in questo momento non abbiamo bisogno di riprendere in mano l’esperienza di popolo di Dio in modo che non crescano ‘solo’ i laici... come se non avessero bisogno di crescere anche i vescovi e i preti. Vivendo nel mondo della formazione, mi sto convincendo di questo: che è finito il tempo in cui i laici si formano da soli, mentre i preti si formano prima e vivono ‘di rendita’ per tutta la vita. Oggi bisogna pensare una stagione nuova in cui tutti ci formiamo insieme”. Da tanto si parla di Chiesa missionaria… “Il laicato sta dentro la storia, dentro il mondo, in maniera concreta, laddove ormai, da un certo punto di vista grazie a Dio, ormai i preti non arrivano più. Penso che i protagonisti dell’evangelizzazione siano i laici, non i preti, perché il primo anuncio oggi si fa al supermercato, al lavoro, al campo di calcio... I preti continueranno a fare il loro mestiere, cioè guidare le comunità, ma il primo annuncio della nuova evangelizzazione non la faranno i preti”. Bisogna ripensare anche la formazione dei preti in questa prospettiva? “Se ne parla da molto tempo, e spero che Papa Francesco arrivi a parlare anche dei Seminari, perché ci sono questioni che sono già sul tavolo. I Seminari nella maggior parte dei casi stanno già lavorando per rinnovare la formazione per quanto possibile, anche inserendo elementi nuovi come tutto il discorso del femminile o delle famiglie. Al Seminario di Ancona da dieci anni ho coinvolto anche le famiglie nel discernimento vocazionale, e ho invitato i seminaristi ad avere una famiglia tutor : scelte pionieristiche che forse oggi la Amoris laetitia ‘sdogana’. Quelli che accettano di avere una famiglia tutor fanno un’esperienza formativa decisamente importante, perché vai in una casa dove hai amici più grandi di te, che vivono la fede come te - perché non sei l’unico che vive la fede! - ma hanno i bambini, lavorano, e alla sera quando ti invitano sono stanchi. Questo ti cambia”. Basterà questo? “Un’altra cosa che salverà il futuro della Chiesa in questo senso è che, accanto alla novità nella formazione, ci sia un discernimento chiaro, netto, perché - come diceva Papa Francesco - se uno ha difficoltà a stare con i compagni di classe, se ne torni a casa: un prete che non ha capacità relazionali fa del male”. Lei è già stato in Conferenza episcopale umbra, nella riunione dell’ottobre scorso, e le sono già stati assegnati dei settori da seguire: il Seminario e la catechesi. La dimensione regionale è molto sentita tra i laici e anche tra i preti delle diocesi umbre, per una lunga storia di collaborazione tra le diocesi che è passata dal Seminario regionale ma anche da progetti pastorali comuni da cui, per esempio, nel 1953 nacque questo settimanale interdiocesano. Lei come vede questa collaborazione regionale? “Ho trovato un clima di apertura e collaborazione in Ceu, e ho avuto segnali, anche da messaggi ricevuti da diverse realtà ecclesiali, che possa crescere. Ho il timore che, proprio perché si esalta la dimensione diocesana [per il Codice di diritto canonico solo nella diocesi, che è Chiesa in un luogo, si ha la pienezza del mistero della Chiesa, ndr ], specie quando è piccola, il rischio sia che le collaborazioni rimangano episodiche o di evento, ci si trovi a ‘fare’ un convegno piuttosto che ‘aprire una strada’, ma questo non serve. Credo che sia all’interno della dimensione diocesana che in quella sovradiocesana dobbiamo cominciare a concepire livelli diversi di coinvolgimento, di impegno e di risposta. È ciò che in altri campi la Chiesa chiama principio di sussidiarietà, di collaborazione, di rispetto dei livelli, di condivisione delle competenze. Questo si può già fare, perché si pone a livello organizzativo e pastorale, non teologico”. Sono molti i temi di attualità che dovrà affrontare. Penso a uno su tutti, il tema dell’immigrazione, sia perché porta divisione anche nelle comunità, sia perché nella sua diocesi c’è una relatà come Umbertide in cui la presenza degli immigrati è molto alta rispetto alla popolazione. “Di recente ho avuto la fortuna di avere in Seminario ad Ancona, per una testimonianza ai seminaristi, il card. Francesco Montenegro che è arcivescovo di Agrigento e quindi di Lampedusa, e presidente della Caritas italiana. Lui diceva, e condivido, che noi cristiani non dobbiamo aiutare gli immigrati perché siamo buoni o perché c’è un’emergenza sociale. Lo facciamo perché crediamo nel Vangelo. Se volete, diceva, il problema è il Vangelo. E ha aggiunto: provate a tagliare tutte le pagine in cui si parla dei poveri nel Vangelo, e vedrete che vi rimarrà solo la copertina. La questione a me sembra sempre quella di una corretta informazione. Noi, nel mondo della libera informazione e della connessione continua, ancora crediamo a bufale spaventose che sono costruite ad arte per creare e muovere specialmente i sentimenti più biechi. Credo che la cura vera sia quella di dire che dobbiamo conoscere la concretezza dei fatti, la realtà dei fatti e a quella rispondere, e rispondere nella maniera più umana possibile”. Tra le critiche c’è quella di chi accusa la Chiesa di aiutare solo gli immigrati a scapito degli italiani… “Sappiamo bene che il problema non sono solo gli immigrati. Gli immigrati presentano una questione che va affrontata, come vanno affrontate anche le tante altre situazioni alle quali dobbiamo aprire il cuore. Inoltre non credo al discorso delle ‘religioni contro’ e tanto meno alla ‘islamizzazione’. Per esperienza personale ho capito che tante posizioni si sciolgono quando uno conosce concretamente qualcuno che vive quelle situazioni”. Ultima domanda: dove andrà ad abitare? “Ho scelto di abitare in episcopio, d’accordo con don Mario, che è contento di questa scelta perché lui è sceso in Seminario soprattutto per assistere don Pietro che ormai faceva fatica. Andrò ad abitare in episcopio con la consapevolezza che quella è la casa del vescovo, ed è giusto che sia la casa dove il vescovo può accogliere tutti, ed è bello che sia in centro città. Per me è molto grande e ne abiterò una piccola parte, ma andare ad abitare lì vuol essere un segno, il segno di una presenza, di una accoglienza”.]]>

Una mezz’ora di attesa al Seminario diocesano di Gubbio. I preti della diocesi c’erano tutti, al ritiro al quale ha partecipato anche il nuovo vescovo Luciano Paolucci Bedini insieme al vescovo, ora emerito, mons. Mario Ceccobelli. Nel primo pomeriggio se ne sono andati quasi tutti, e don Luciano sta definendo con don Mirco Orsini i dettagli del 3 dicembre. Dopo una mattinata intensa e un pomeriggio che si presenta altrettanto intenso, “don” Luciano si presenta sorridente, accogliente, sereno. Accoglienza - ci dirà - è quello che ha ricevuto da preti e laici fin dal giorno dell’annuncio della nomina a vescovo di Gubbio. Mons. Paolucci, si può dire che ormai conosce la diocesi. Come si trova in questa che è la più piccola diocesi umbra? “Quando il Papa mi ha chiesto di diventare vescovo di Gubbio, sapevo della bellezza della città medievale, che avevo visitato qualche volta, del fatto che era piccola, anche, e che era ricca di una tradizione religiosa legata non solo a sant’Ubaldo e a san Francesco, ma anche di un pullulare di esperienze religiose intorno alla città di Gubbio, come del resto in tutta l’Umbria. Parlo delle comunità religiose, sia monastiche che di vita attiva, delle abbazie, come Fonte Avellana che per le Marche è ancora un faro e che è stata in diocesi di Gubbio”. Come è stato il primo incontro con i suoi nuovi fedeli? “Quello che mi ha colpito fin dall’inizio è stata la grande accoglienza che ho ricevuto, fin dal giorno dell’annuncio della nomina, quando il vescovo Mario con altri è venuto a trovarmi nel Seminario di Ancona dove stavo. E anche oggi che ho incontrato tutti i sacerdoti, ho visto questa semplicità di relazione, questa immediatezza. Da molti mi sono sentito incoraggiato, ringraziato anche per la disponibilità che ho dato al Papa, e sicuramente questo mi ha aiutato molto a consolare un po’ i miei timori e ad aprire un canale di fiducia immediato con il popolo di questa terra”. Un vescovo sottolineò che per fare un prete ci vogliono anni di Seminario, mentre per fare un vescovo si fa un corso di una settimana, e neppure sulle cose essenziali. Conferma? “Sì, anche se dicono che da quando c’è Papa Francesco il corso è più ricco e molto più concreto. Però è vero. Essendo stato rettore di Se- minario, a maggior ragione capisco e sento quanto la formazione sia un elemento fondamentale. In tutti i passaggi del mio ministero come prete ho sentito il bisogno di formarmi, o di continuare a formarmi. Mi impegno a studiare anche arrivando a Gubbio, perché sui doveri e le responsabilità di un vescovo ci sono molti documenti e dovrò davvero studiarli”. Papa Francesco parla molto di Chiesa popolo di Dio e sinodalità. Da vescovo che inizia il suo percorso, come immagina il cambiamento - iniziato con il Concilio vaticano II - di valorizzazione dei laici? “Conosco tutta la difficoltà che ha incontrato in questi anni, almeno gli ultimi trenta, quella famosa promozione dei laici che era stabilita dal Concilio. E forse ha ricevuto anche un contraccolpo all’indietro, perché non si vedono più le belle figure di laicato preparato, pronto, aperto a lavorare anche nel sociale. Molte esperienze ecclesiali ci hanno aperto i canali della spiritualità, ma ci hanno richiusi, come comunità, rispetto al mondo. Quello che però vedo come molto consolante, per cui penso ci sia una grande possibilità di impegno e di lavoro assiduo e proficuo, è che la promessa e l’ideale del Vaticano II quanto alla Chiesa popolo di Dio, alla Chiesa in cui tutti sono figli e tutti collaborano, è ancora davanti a noi, e ci chiama continuamente. Forse tanti aspetti della crisi della Chiesa: penso alle vocazioni ma anche a realtà come la famiglia... in fondo, tutto nasce da questa debolezza, di una Chiesa che da un punto di vista ha portato avanti l’essenziale, ma dall’altro non ha saputo affrontare le sfide della modernità fino a trovare strade nuove. È chiaro che di questa maturazione il laicato è strategico. Mi chiedo però se in questo momento non abbiamo bisogno di riprendere in mano l’esperienza di popolo di Dio in modo che non crescano ‘solo’ i laici... come se non avessero bisogno di crescere anche i vescovi e i preti. Vivendo nel mondo della formazione, mi sto convincendo di questo: che è finito il tempo in cui i laici si formano da soli, mentre i preti si formano prima e vivono ‘di rendita’ per tutta la vita. Oggi bisogna pensare una stagione nuova in cui tutti ci formiamo insieme”. Da tanto si parla di Chiesa missionaria… “Il laicato sta dentro la storia, dentro il mondo, in maniera concreta, laddove ormai, da un certo punto di vista grazie a Dio, ormai i preti non arrivano più. Penso che i protagonisti dell’evangelizzazione siano i laici, non i preti, perché il primo anuncio oggi si fa al supermercato, al lavoro, al campo di calcio... I preti continueranno a fare il loro mestiere, cioè guidare le comunità, ma il primo annuncio della nuova evangelizzazione non la faranno i preti”. Bisogna ripensare anche la formazione dei preti in questa prospettiva? “Se ne parla da molto tempo, e spero che Papa Francesco arrivi a parlare anche dei Seminari, perché ci sono questioni che sono già sul tavolo. I Seminari nella maggior parte dei casi stanno già lavorando per rinnovare la formazione per quanto possibile, anche inserendo elementi nuovi come tutto il discorso del femminile o delle famiglie. Al Seminario di Ancona da dieci anni ho coinvolto anche le famiglie nel discernimento vocazionale, e ho invitato i seminaristi ad avere una famiglia tutor : scelte pionieristiche che forse oggi la Amoris laetitia ‘sdogana’. Quelli che accettano di avere una famiglia tutor fanno un’esperienza formativa decisamente importante, perché vai in una casa dove hai amici più grandi di te, che vivono la fede come te - perché non sei l’unico che vive la fede! - ma hanno i bambini, lavorano, e alla sera quando ti invitano sono stanchi. Questo ti cambia”. Basterà questo? “Un’altra cosa che salverà il futuro della Chiesa in questo senso è che, accanto alla novità nella formazione, ci sia un discernimento chiaro, netto, perché - come diceva Papa Francesco - se uno ha difficoltà a stare con i compagni di classe, se ne torni a casa: un prete che non ha capacità relazionali fa del male”. Lei è già stato in Conferenza episcopale umbra, nella riunione dell’ottobre scorso, e le sono già stati assegnati dei settori da seguire: il Seminario e la catechesi. La dimensione regionale è molto sentita tra i laici e anche tra i preti delle diocesi umbre, per una lunga storia di collaborazione tra le diocesi che è passata dal Seminario regionale ma anche da progetti pastorali comuni da cui, per esempio, nel 1953 nacque questo settimanale interdiocesano. Lei come vede questa collaborazione regionale? “Ho trovato un clima di apertura e collaborazione in Ceu, e ho avuto segnali, anche da messaggi ricevuti da diverse realtà ecclesiali, che possa crescere. Ho il timore che, proprio perché si esalta la dimensione diocesana [per il Codice di diritto canonico solo nella diocesi, che è Chiesa in un luogo, si ha la pienezza del mistero della Chiesa, ndr ], specie quando è piccola, il rischio sia che le collaborazioni rimangano episodiche o di evento, ci si trovi a ‘fare’ un convegno piuttosto che ‘aprire una strada’, ma questo non serve. Credo che sia all’interno della dimensione diocesana che in quella sovradiocesana dobbiamo cominciare a concepire livelli diversi di coinvolgimento, di impegno e di risposta. È ciò che in altri campi la Chiesa chiama principio di sussidiarietà, di collaborazione, di rispetto dei livelli, di condivisione delle competenze. Questo si può già fare, perché si pone a livello organizzativo e pastorale, non teologico”. Sono molti i temi di attualità che dovrà affrontare. Penso a uno su tutti, il tema dell’immigrazione, sia perché porta divisione anche nelle comunità, sia perché nella sua diocesi c’è una relatà come Umbertide in cui la presenza degli immigrati è molto alta rispetto alla popolazione. “Di recente ho avuto la fortuna di avere in Seminario ad Ancona, per una testimonianza ai seminaristi, il card. Francesco Montenegro che è arcivescovo di Agrigento e quindi di Lampedusa, e presidente della Caritas italiana. Lui diceva, e condivido, che noi cristiani non dobbiamo aiutare gli immigrati perché siamo buoni o perché c’è un’emergenza sociale. Lo facciamo perché crediamo nel Vangelo. Se volete, diceva, il problema è il Vangelo. E ha aggiunto: provate a tagliare tutte le pagine in cui si parla dei poveri nel Vangelo, e vedrete che vi rimarrà solo la copertina. La questione a me sembra sempre quella di una corretta informazione. Noi, nel mondo della libera informazione e della connessione continua, ancora crediamo a bufale spaventose che sono costruite ad arte per creare e muovere specialmente i sentimenti più biechi. Credo che la cura vera sia quella di dire che dobbiamo conoscere la concretezza dei fatti, la realtà dei fatti e a quella rispondere, e rispondere nella maniera più umana possibile”. Tra le critiche c’è quella di chi accusa la Chiesa di aiutare solo gli immigrati a scapito degli italiani… “Sappiamo bene che il problema non sono solo gli immigrati. Gli immigrati presentano una questione che va affrontata, come vanno affrontate anche le tante altre situazioni alle quali dobbiamo aprire il cuore. Inoltre non credo al discorso delle ‘religioni contro’ e tanto meno alla ‘islamizzazione’. Per esperienza personale ho capito che tante posizioni si sciolgono quando uno conosce concretamente qualcuno che vive quelle situazioni”. Ultima domanda: dove andrà ad abitare? “Ho scelto di abitare in episcopio, d’accordo con don Mario, che è contento di questa scelta perché lui è sceso in Seminario soprattutto per assistere don Pietro che ormai faceva fatica. Andrò ad abitare in episcopio con la consapevolezza che quella è la casa del vescovo, ed è giusto che sia la casa dove il vescovo può accogliere tutti, ed è bello che sia in centro città. Per me è molto grande e ne abiterò una piccola parte, ma andare ad abitare lì vuol essere un segno, il segno di una presenza, di una accoglienza”.]]>
Don Luciano vescovo di Gubbio. Le immagini del pellegrinaggio e il programma dell’ordinazione https://www.lavoce.it/don-luciano-vescovo-di-gubbio-le-immagini-del-pellegrinaggio-e-il-programma-dellordinazione/ Fri, 01 Dec 2017 11:00:24 +0000 https://www.lavoce.it/?p=50703

Comincia nel segno di san Francesco il ministero episcopale di mons. Luciano Paolucci Bedini in quella che è considerata la seconda città del Santo assisano. Non è un caso che il 60° successore del vescovo e patrono di Gubbio, Ubaldo Baldassini, abbia scelto di mettersi in cammino lungo la Via di Francesco, partendo da Assisi per arrivare a piedi nella Città di pietra. Intanto, perché don Luciano è un grande appassionato di Cammini da sempre, e poi perché è anche un “innamorato” di Francesco d’Assisi che considera un esempio, un riferimento, una sicurezza. Passo dopo passo, nei giorni che precedono la sua ordinazione episcopale e il suo ingresso nella diocesi eugubina come Pastore, lungo il sentiero francescano intende rendere sempre più saldo il suo legame con la Chiesa Sposa, così come l’ha immaginata e descritta fin dal giorno in cui – nel segreto – è stato chiamato a succedere a mons. Mario Ceccobelli. Il cammino sta portando mons. Paolucci Bedini ad ammirare quei luoghi sui quali, oltre otto secoli fa, si è soffermato anche lo sguardo del “santo giullare di Dio”. Allo stesso tempo, lungo l’itinerario, don Luciano incontra persone, fedeli, collaboratori laici, amici vecchi e nuovi. In particolare, i giovani e le famiglie eugubine, che con lui condividono le soste nelle tappe di Valfabbrica e di San Pietro in Vigneto. Nella frenesia dei preparativi di queste ultime settimane, don Luciano ha sentito proprio un bisogno umano e spirituale di prepararsi alla sua ordinazione, con una sorta di “triduo” itinerante di conoscenza, introspezione e preghiera. [gallery columns="1" td_select_gallery_slide="slide" ids="50766,50765,50764,50763,50762,50761,50760,50759,50758,50757,50756,50755,50754,50753,50752,50751"] Con la preghiera e l’affidamento, il Vescovo eletto inizierà anche l’intensa giornata di domenica 3 dicembre. Proprio di fronte all’urna del patrono Ubaldo, dove si raccoglierà in meditazione solitaria alle prime ore del mattino. Nel corso della mattinata, poi, mons. Paolucci Bedini farà visita al monastero “Buon Gesù e Nostra Signora di Guadalupe” delle Clarisse Cappuccine Sacramentarie, agli anziani della casa di riposo “Mosca” e ai disabili delle case-famiglia eugubine della Comunità di Capodarco dell’Umbria. Il primo pomeriggio, alle ore 15, inizierà con gli impegni istituzionali.
Programma di domenica 3 dicembre In mattinata, visita al monastero “Buon Gesù e Nostra Signora di Guadalupe” delle Clarisse Cappuccine Sacramentarie, alla casa di riposo “Mosca” e alle case-famiglia eugubine della Comunità di Capodarco dell’Umbria Ore 15 - Piazza grande: saluto delle autorità Ore 16 - Chiesa di San Domenico: liturgia dell’ordinazione Ore 20 - Centro servizi Santo Spirito: momento di fraternità con il nuovo Vescovo. Mons. Luciano Paolucci Bedini ha espresso il desiderio che eventuali doni dei fedeli per la sua ordinazione episcopale siano devoluti alla Caritas diocesana come contributo per le famiglie bisognose e in difficoltà. Chi intende contribuire può farlo con bonifico bancario o bollettino postale: conto corrente bancario intestato a Diocesi di Gubbio Caritas Iban IT 21 R 0103 0384 8000 0063165776 filiale del Monte dei paschi di Siena di Gubbio conto corrente postale intestato a Caritas diocesana Curia vescovile numero 11186061 Causale: “Ordinazione mons. Paolucci Bedini: contributo famiglie bisognose”.
In Piazza grande – o nella sala trecentesca della residenza municipale in caso di maltempo – ci saranno l’accoglienza, l’incontro e il saluto delle Amministrazioni comunali che ricadono nel territorio diocesano e della altre autorità civili. Un momento che sarà sottolineato anche dall’esibizione degli Sbandieratori di Gubbio che doneranno al nuovo Pastore la bandiera che raffigura il suo stemma episcopale. Gli stessi sbandieratori eugubini apriranno il corteo a piedi che da Piazza grande raggiungerà la chiesa di San Domenico, nel quartiere di San Martino, dove – alle ore 16 – inizierà la solenne celebrazione dell’ordinazione e dell’inizio del ministero pastorale del Vescovo. La Curia diocesana, insieme a mons. Paolucci Bedini, ha valutato a lungo il cerimoniale, le questioni logistiche e organizzative prima di decidere di spostare la liturgia dalla cattedrale a San Domenico, scelta che si è rivelata quasi obbligata quando sono iniziate ad arrivare le conferme della partecipazione di celebranti e di fedeli. Nella grande aula liturgica della chiesa che faceva parte dell’antico complesso domenicano saranno sistemati circa mille posti a sedere per accogliere sia i fedeli eugubini e umbri, sia le centinaia di persone che arriveranno dalle Marche per accompagnare don Luciano nell’insediamento sulla cattedra che fu di sant’Ubaldo. Leggi la nostra intervista al vescovo. Leggi la presentazione del Cardinale Edoardo Menichelli e l'augurio che rivolge a mons. Paolucci, sull'edizione digitale de La Voce. Leggi  la storia della diocesi di Gubbio sull'edizione digitale de La Voce.
La giornata del 3 dicembre in streaming, in tv e alla radio La Curia diocesana di Gubbio sta organizzando vari servizi di comunicazione per facilitare la partecipazione alla giornata del 3 dicembre anche a chi non potrà essere fisicamente presente a Gubbio o nei luoghi dei momenti istituzionali e liturgici. Sul sito web www.diocesigubbio.it è possibile trovare tutte le informazioni dettagliate e i collegamenti ai vari materiali testi, foto e video - che saranno messi via via a disposizione. Attraverso il sito internet diocesano si potrà accedere anche ai social media (in particolare Youtube e Facebook) che trasmetteranno in diretta o in differita le fasi della giornata dell’ordinazione e dell’inizio del ministero pastorale di mons. Luciano Paolucci Bedini. La diretta, in particolare, sarà garantita a partire dalle ore 15, per l’incontro con le autorità civili in piazza Grande e, dalle ore 16, per la celebrazione solenne da San Domenico. I due principali eventi della giornata saranno trasmessi in diretta anche dall’emittente eugubina Trg , sul canale 11 del digitale terrestre. Diretta televisiva, a partire dalle ore 15,45, anche su Maria Vision , sul canale 602 del digitale terrestre, che oltre all’intera Umbria copre anche il territorio marchigiano e altre regioni italiane. Su Umbria Radio sarà possibile anche seguire la celebrazione in diretta radiofonica. La copertura sui media è coordinata dall’Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali (per informazioni: tel. 075 9273791 – email comunicazione@diocesigubbio.it ), in collaborazione con l’ufficio stampa della Conferenza episcopale umbra, Agenzia Press News, Fidoka e altri partner.
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Comincia nel segno di san Francesco il ministero episcopale di mons. Luciano Paolucci Bedini in quella che è considerata la seconda città del Santo assisano. Non è un caso che il 60° successore del vescovo e patrono di Gubbio, Ubaldo Baldassini, abbia scelto di mettersi in cammino lungo la Via di Francesco, partendo da Assisi per arrivare a piedi nella Città di pietra. Intanto, perché don Luciano è un grande appassionato di Cammini da sempre, e poi perché è anche un “innamorato” di Francesco d’Assisi che considera un esempio, un riferimento, una sicurezza. Passo dopo passo, nei giorni che precedono la sua ordinazione episcopale e il suo ingresso nella diocesi eugubina come Pastore, lungo il sentiero francescano intende rendere sempre più saldo il suo legame con la Chiesa Sposa, così come l’ha immaginata e descritta fin dal giorno in cui – nel segreto – è stato chiamato a succedere a mons. Mario Ceccobelli. Il cammino sta portando mons. Paolucci Bedini ad ammirare quei luoghi sui quali, oltre otto secoli fa, si è soffermato anche lo sguardo del “santo giullare di Dio”. Allo stesso tempo, lungo l’itinerario, don Luciano incontra persone, fedeli, collaboratori laici, amici vecchi e nuovi. In particolare, i giovani e le famiglie eugubine, che con lui condividono le soste nelle tappe di Valfabbrica e di San Pietro in Vigneto. Nella frenesia dei preparativi di queste ultime settimane, don Luciano ha sentito proprio un bisogno umano e spirituale di prepararsi alla sua ordinazione, con una sorta di “triduo” itinerante di conoscenza, introspezione e preghiera. [gallery columns="1" td_select_gallery_slide="slide" ids="50766,50765,50764,50763,50762,50761,50760,50759,50758,50757,50756,50755,50754,50753,50752,50751"] Con la preghiera e l’affidamento, il Vescovo eletto inizierà anche l’intensa giornata di domenica 3 dicembre. Proprio di fronte all’urna del patrono Ubaldo, dove si raccoglierà in meditazione solitaria alle prime ore del mattino. Nel corso della mattinata, poi, mons. Paolucci Bedini farà visita al monastero “Buon Gesù e Nostra Signora di Guadalupe” delle Clarisse Cappuccine Sacramentarie, agli anziani della casa di riposo “Mosca” e ai disabili delle case-famiglia eugubine della Comunità di Capodarco dell’Umbria. Il primo pomeriggio, alle ore 15, inizierà con gli impegni istituzionali.
Programma di domenica 3 dicembre In mattinata, visita al monastero “Buon Gesù e Nostra Signora di Guadalupe” delle Clarisse Cappuccine Sacramentarie, alla casa di riposo “Mosca” e alle case-famiglia eugubine della Comunità di Capodarco dell’Umbria Ore 15 - Piazza grande: saluto delle autorità Ore 16 - Chiesa di San Domenico: liturgia dell’ordinazione Ore 20 - Centro servizi Santo Spirito: momento di fraternità con il nuovo Vescovo. Mons. Luciano Paolucci Bedini ha espresso il desiderio che eventuali doni dei fedeli per la sua ordinazione episcopale siano devoluti alla Caritas diocesana come contributo per le famiglie bisognose e in difficoltà. Chi intende contribuire può farlo con bonifico bancario o bollettino postale: conto corrente bancario intestato a Diocesi di Gubbio Caritas Iban IT 21 R 0103 0384 8000 0063165776 filiale del Monte dei paschi di Siena di Gubbio conto corrente postale intestato a Caritas diocesana Curia vescovile numero 11186061 Causale: “Ordinazione mons. Paolucci Bedini: contributo famiglie bisognose”.
In Piazza grande – o nella sala trecentesca della residenza municipale in caso di maltempo – ci saranno l’accoglienza, l’incontro e il saluto delle Amministrazioni comunali che ricadono nel territorio diocesano e della altre autorità civili. Un momento che sarà sottolineato anche dall’esibizione degli Sbandieratori di Gubbio che doneranno al nuovo Pastore la bandiera che raffigura il suo stemma episcopale. Gli stessi sbandieratori eugubini apriranno il corteo a piedi che da Piazza grande raggiungerà la chiesa di San Domenico, nel quartiere di San Martino, dove – alle ore 16 – inizierà la solenne celebrazione dell’ordinazione e dell’inizio del ministero pastorale del Vescovo. La Curia diocesana, insieme a mons. Paolucci Bedini, ha valutato a lungo il cerimoniale, le questioni logistiche e organizzative prima di decidere di spostare la liturgia dalla cattedrale a San Domenico, scelta che si è rivelata quasi obbligata quando sono iniziate ad arrivare le conferme della partecipazione di celebranti e di fedeli. Nella grande aula liturgica della chiesa che faceva parte dell’antico complesso domenicano saranno sistemati circa mille posti a sedere per accogliere sia i fedeli eugubini e umbri, sia le centinaia di persone che arriveranno dalle Marche per accompagnare don Luciano nell’insediamento sulla cattedra che fu di sant’Ubaldo. Leggi la nostra intervista al vescovo. Leggi la presentazione del Cardinale Edoardo Menichelli e l'augurio che rivolge a mons. Paolucci, sull'edizione digitale de La Voce. Leggi  la storia della diocesi di Gubbio sull'edizione digitale de La Voce.
La giornata del 3 dicembre in streaming, in tv e alla radio La Curia diocesana di Gubbio sta organizzando vari servizi di comunicazione per facilitare la partecipazione alla giornata del 3 dicembre anche a chi non potrà essere fisicamente presente a Gubbio o nei luoghi dei momenti istituzionali e liturgici. Sul sito web www.diocesigubbio.it è possibile trovare tutte le informazioni dettagliate e i collegamenti ai vari materiali testi, foto e video - che saranno messi via via a disposizione. Attraverso il sito internet diocesano si potrà accedere anche ai social media (in particolare Youtube e Facebook) che trasmetteranno in diretta o in differita le fasi della giornata dell’ordinazione e dell’inizio del ministero pastorale di mons. Luciano Paolucci Bedini. La diretta, in particolare, sarà garantita a partire dalle ore 15, per l’incontro con le autorità civili in piazza Grande e, dalle ore 16, per la celebrazione solenne da San Domenico. I due principali eventi della giornata saranno trasmessi in diretta anche dall’emittente eugubina Trg , sul canale 11 del digitale terrestre. Diretta televisiva, a partire dalle ore 15,45, anche su Maria Vision , sul canale 602 del digitale terrestre, che oltre all’intera Umbria copre anche il territorio marchigiano e altre regioni italiane. Su Umbria Radio sarà possibile anche seguire la celebrazione in diretta radiofonica. La copertura sui media è coordinata dall’Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali (per informazioni: tel. 075 9273791 – email comunicazione@diocesigubbio.it ), in collaborazione con l’ufficio stampa della Conferenza episcopale umbra, Agenzia Press News, Fidoka e altri partner.
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