Lourdes Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/lourdes/ Settimanale di informazione regionale Fri, 28 Jun 2024 10:16:51 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg Lourdes Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/lourdes/ 32 32 Unitalsi umbra a Lourdes: il racconto del pellegrinaggio https://www.lavoce.it/unitalsi-umbra-a-lourdes-il-racconto-del-pellegrinaggio/ https://www.lavoce.it/unitalsi-umbra-a-lourdes-il-racconto-del-pellegrinaggio/#respond Fri, 28 Jun 2024 09:18:23 +0000 https://www.lavoce.it/?p=76777 La celebrazione nella grotta di Massabielle a Lourdes, davanti i pellegrini seduti

Anche quest’anno, (dal 13-19 giugno) il “treno bianco” della sezione umbra dell’Unitalsi è partito dalla nostra regione per raggiungere il santuario mariano di Nostra Signora di Lourdes, in Francia. Insieme alla sezione della Calabria dell’Unione nazionale italiana trasporto ammalati a Lourdes e santuari internazionali si è costituita una grande famiglia di malati, volontari e pellegrini.

Il viaggio in treno

Parte proprio dal viaggio in treno l’inizio della condivisione di questa intensa ed emozionante esperienza, che si realizza grazie al coraggio e alla passione di persone che ogni anno salgono a bordo con fede e speranza. Ventiquattro ore di viaggio in cui dame e barellieri hanno prestato il loro servizio rendendo possibili l’assistenza ai fratelli più fragili e bisognosi, le attività religiose, la pulizia e la distribuzione dei pasti. Una quotidianità vissuta tutti insieme nella preghiera, nella fraternità, nell’aiuto del prossimo e di chi è in difficoltà.

I vescovi che hanno accompagnato il pellegrinaggio

Con vista sul santuario di Notre Dame de Lourdes e a ridosso del fiume Gave, sorge il “Salus Infirmorum”, la casa di accoglienza dell’Unitalsi. È proprio qui che alloggia questa splendida realtà durante il pellegrinaggio. La sezione Umbria ha potuto condividere questa esperienza con mons. Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Conferenza episcopale umbra, mons. Luciano Paolucci Bedini, vescovo delle diocesi di Gubbio e di Città di Castello, e con mons. Benedetto Tuzia, vescovo emerito di Orvieto-Todi, insieme a vari sacerdoti delle nostre Chiese umbre.

La riflessione dell'arcivescovo Renato Boccardo

"Perché siamo venuti alla Grotta? - sono alcune delle parole di riflessione di mons. Boccardo (articolo completo nell'edizione digitale) - Il mettersi in viaggio verso un luogo santo presuppone - più o meno direttamente - una chiamata, un impulso, un’azione dello Spirito santo. È infatti lo Spirito la guida di ogni cammino personale e comunitario. L’iniziativa di Dio e la certezza di camminare verso una meta fanno sì che non si tratti di nomadi o beduini o zingari che vagano, ma di 'pellegrini' che sanno dove vanno e sono attratti dalla luce della meta, sostenuti nelle fatiche del cammino dalla speranza di raggiungere colà l’incontro desiderato e interiormente agognato. Molte e diversificate sono le ragioni che hanno motivato questo convenire: siamo venuti a portare gioie e dolori, fatiche e speranze, sospinti da una ricerca, gravati da una qualche sofferenza, o anche per un semplice gesto d’amore o un atto devoto di affidamento".

Le sottosezioni Unitalsi presenti

Al pellegrinaggio erano presenti le sottosezioni di Perugia, Gubbio, Gualdo-Tadino, Assisi, Foligno, Terni, Spoleto-Norcia, Orvieto, Todi e i gruppi di Umbertide, Castiglione del Lago e Narni. Con la sezione Umbria hanno raggiunto Lourdes complessivamente 175 persone in treno e 189 in aereo. Tra queste erano presenti circa 80 malati.

“Si venga qui in processione” è la richiesta di Nostra Signora a Bernardette Soubirous nella grotta di Massabielle, il luogo dove non esistono barriere e diversità, ma pace, gioia, preghiera e riflessione. Qui sono state depositate dai volontari tutte le intenzioni raccolte durante la Peregrinatio Mariae dello scorso mese di marzo.

Rosario, Via Crucis, messa e processione

È alla grotta che i vescovi umbri, alla presenza di malati e pellegrini, hanno recitato la preghiera del rosario il 15 giugno scorso, in diretta sul canale Tv2000. Sono state concelebrate, inoltre, la messa di apertura del pellegrinaggio nella chiesa di santa Bernadette (con il rito di accoglienza dei volontari del primo anno), la messa alla grotta di Massabielle e la messa internazionale nella basilica sotterranea dedicata a san Pio X.

Un momento importante di meditazione e preghiera è stato quello della Via Crucis dei malati, celebrata alla Prateria. Un’evocazione delle difficoltà della vita umana, che portando la propria croce cerca la strada verso Dio. Simbolo di Lourdes è la processione: i pellegrini umbri si sono messi in cammino per la processione eucaristica e per quella aux flambeaux. Quest’ultima al tramonto, tra luci, silenzio e commozione, vede ogni giorno una folla ammirare e pregare la statua di Nostra Signora, con migliaia di fiaccole che illuminano l’esplanade del santuario.

E, come ogni anno, gli ammalati sono stati accompagnati da volontari e pellegrini alle piscine per compiere il “gesto dell’acqua”. Un rito intimo e prezioso, che consiste nel bagnarsi mani e viso alla ricerca di una guarigione fisica e spirituale. Nelle varie attività sono stati tanti i momenti di ascolto, conforto, calore umano, condivisione. Ognuno dal pellegrinaggio porta con sé piccoli gesti che ci fanno gioire del Regno di Dio in mezzo a noi.

Silvia Bellucci Unitalsi Umbria

Le varie attività annuali Unitalsi

Durante tutto l’anno, ogni sezione dell’Unitalsi - compresa quella dell’Umbria - svolge attività sociali e di beneficenza nelle abitazioni, nelle comunità e nelle piazze. Straordinario il supporto costante dei volontari a disabili, anziani e persone bisognose di aiuto fisico e morale. Si realizzano pesche di beneficenza e mercatini, che permettono che il ricavato venga utilizzato per garantire agli ammalati la gratuità del pellegrinaggio a Lourdes.

Pellegrinaggio Unitalsi il 23-27 settembre 2024

Un’organizzazione che prevede un impegno sempre vivo dei volontari, che mette a disposizione risorse umane ed economiche affinché si possa realizzare questo splendido mondo del volontariato. Vengono organizzati pellegrinaggi anche in altri santuari mariani come Loreto, Fatima, Medjugorje.

Il prossimo pellegrinaggio regionale a Lourdes è già previsto per il 23-27 settembre 2024, con viaggio in aereo. Importanti incontri dell’associazione avvengono in occasione della Giornata del malato, l’11 febbraio di ogni anno, così come la vendita della pasta per la Giornata nazionale Unitalsi e i mercatini natalizi con prodotti realizzati a mano da artigiani locali e da ospiti di centri diurni per anziani e disabili.

Numerosi sono gli incontri nelle case di riposo per favorire la socialità e portare gesti di allegria ai nostri anziani, risorsa preziosa della comunità. Non meno importante è il progetto di carità verso i più piccoli, con realizzazione di case di accoglienza a sostegno di famiglie che devono curare i propri figli fuori dal luogo di residenza per molto tempo.

Accanto a preghiera e speranza, l’associazione sostiene la fragilità e abbraccia la disabilità, affinché possano essere valorizzate e accresciute le capacità di ognuno.

S. B. [gallery td_select_gallery_slide="slide" ids="76806,76807,76808,76811,76812,76813,76814,76815"]]]>
La celebrazione nella grotta di Massabielle a Lourdes, davanti i pellegrini seduti

Anche quest’anno, (dal 13-19 giugno) il “treno bianco” della sezione umbra dell’Unitalsi è partito dalla nostra regione per raggiungere il santuario mariano di Nostra Signora di Lourdes, in Francia. Insieme alla sezione della Calabria dell’Unione nazionale italiana trasporto ammalati a Lourdes e santuari internazionali si è costituita una grande famiglia di malati, volontari e pellegrini.

Il viaggio in treno

Parte proprio dal viaggio in treno l’inizio della condivisione di questa intensa ed emozionante esperienza, che si realizza grazie al coraggio e alla passione di persone che ogni anno salgono a bordo con fede e speranza. Ventiquattro ore di viaggio in cui dame e barellieri hanno prestato il loro servizio rendendo possibili l’assistenza ai fratelli più fragili e bisognosi, le attività religiose, la pulizia e la distribuzione dei pasti. Una quotidianità vissuta tutti insieme nella preghiera, nella fraternità, nell’aiuto del prossimo e di chi è in difficoltà.

I vescovi che hanno accompagnato il pellegrinaggio

Con vista sul santuario di Notre Dame de Lourdes e a ridosso del fiume Gave, sorge il “Salus Infirmorum”, la casa di accoglienza dell’Unitalsi. È proprio qui che alloggia questa splendida realtà durante il pellegrinaggio. La sezione Umbria ha potuto condividere questa esperienza con mons. Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia e presidente della Conferenza episcopale umbra, mons. Luciano Paolucci Bedini, vescovo delle diocesi di Gubbio e di Città di Castello, e con mons. Benedetto Tuzia, vescovo emerito di Orvieto-Todi, insieme a vari sacerdoti delle nostre Chiese umbre.

La riflessione dell'arcivescovo Renato Boccardo

"Perché siamo venuti alla Grotta? - sono alcune delle parole di riflessione di mons. Boccardo (articolo completo nell'edizione digitale) - Il mettersi in viaggio verso un luogo santo presuppone - più o meno direttamente - una chiamata, un impulso, un’azione dello Spirito santo. È infatti lo Spirito la guida di ogni cammino personale e comunitario. L’iniziativa di Dio e la certezza di camminare verso una meta fanno sì che non si tratti di nomadi o beduini o zingari che vagano, ma di 'pellegrini' che sanno dove vanno e sono attratti dalla luce della meta, sostenuti nelle fatiche del cammino dalla speranza di raggiungere colà l’incontro desiderato e interiormente agognato. Molte e diversificate sono le ragioni che hanno motivato questo convenire: siamo venuti a portare gioie e dolori, fatiche e speranze, sospinti da una ricerca, gravati da una qualche sofferenza, o anche per un semplice gesto d’amore o un atto devoto di affidamento".

Le sottosezioni Unitalsi presenti

Al pellegrinaggio erano presenti le sottosezioni di Perugia, Gubbio, Gualdo-Tadino, Assisi, Foligno, Terni, Spoleto-Norcia, Orvieto, Todi e i gruppi di Umbertide, Castiglione del Lago e Narni. Con la sezione Umbria hanno raggiunto Lourdes complessivamente 175 persone in treno e 189 in aereo. Tra queste erano presenti circa 80 malati.

“Si venga qui in processione” è la richiesta di Nostra Signora a Bernardette Soubirous nella grotta di Massabielle, il luogo dove non esistono barriere e diversità, ma pace, gioia, preghiera e riflessione. Qui sono state depositate dai volontari tutte le intenzioni raccolte durante la Peregrinatio Mariae dello scorso mese di marzo.

Rosario, Via Crucis, messa e processione

È alla grotta che i vescovi umbri, alla presenza di malati e pellegrini, hanno recitato la preghiera del rosario il 15 giugno scorso, in diretta sul canale Tv2000. Sono state concelebrate, inoltre, la messa di apertura del pellegrinaggio nella chiesa di santa Bernadette (con il rito di accoglienza dei volontari del primo anno), la messa alla grotta di Massabielle e la messa internazionale nella basilica sotterranea dedicata a san Pio X.

Un momento importante di meditazione e preghiera è stato quello della Via Crucis dei malati, celebrata alla Prateria. Un’evocazione delle difficoltà della vita umana, che portando la propria croce cerca la strada verso Dio. Simbolo di Lourdes è la processione: i pellegrini umbri si sono messi in cammino per la processione eucaristica e per quella aux flambeaux. Quest’ultima al tramonto, tra luci, silenzio e commozione, vede ogni giorno una folla ammirare e pregare la statua di Nostra Signora, con migliaia di fiaccole che illuminano l’esplanade del santuario.

E, come ogni anno, gli ammalati sono stati accompagnati da volontari e pellegrini alle piscine per compiere il “gesto dell’acqua”. Un rito intimo e prezioso, che consiste nel bagnarsi mani e viso alla ricerca di una guarigione fisica e spirituale. Nelle varie attività sono stati tanti i momenti di ascolto, conforto, calore umano, condivisione. Ognuno dal pellegrinaggio porta con sé piccoli gesti che ci fanno gioire del Regno di Dio in mezzo a noi.

Silvia Bellucci Unitalsi Umbria

Le varie attività annuali Unitalsi

Durante tutto l’anno, ogni sezione dell’Unitalsi - compresa quella dell’Umbria - svolge attività sociali e di beneficenza nelle abitazioni, nelle comunità e nelle piazze. Straordinario il supporto costante dei volontari a disabili, anziani e persone bisognose di aiuto fisico e morale. Si realizzano pesche di beneficenza e mercatini, che permettono che il ricavato venga utilizzato per garantire agli ammalati la gratuità del pellegrinaggio a Lourdes.

Pellegrinaggio Unitalsi il 23-27 settembre 2024

Un’organizzazione che prevede un impegno sempre vivo dei volontari, che mette a disposizione risorse umane ed economiche affinché si possa realizzare questo splendido mondo del volontariato. Vengono organizzati pellegrinaggi anche in altri santuari mariani come Loreto, Fatima, Medjugorje.

Il prossimo pellegrinaggio regionale a Lourdes è già previsto per il 23-27 settembre 2024, con viaggio in aereo. Importanti incontri dell’associazione avvengono in occasione della Giornata del malato, l’11 febbraio di ogni anno, così come la vendita della pasta per la Giornata nazionale Unitalsi e i mercatini natalizi con prodotti realizzati a mano da artigiani locali e da ospiti di centri diurni per anziani e disabili.

Numerosi sono gli incontri nelle case di riposo per favorire la socialità e portare gesti di allegria ai nostri anziani, risorsa preziosa della comunità. Non meno importante è il progetto di carità verso i più piccoli, con realizzazione di case di accoglienza a sostegno di famiglie che devono curare i propri figli fuori dal luogo di residenza per molto tempo.

Accanto a preghiera e speranza, l’associazione sostiene la fragilità e abbraccia la disabilità, affinché possano essere valorizzate e accresciute le capacità di ognuno.

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https://www.lavoce.it/unitalsi-umbra-a-lourdes-il-racconto-del-pellegrinaggio/feed/ 0
Unitalsi Umbria. Il racconto del pellegrinaggio regionale https://www.lavoce.it/unitalsi-umbria-pellegrinaggio/ Fri, 12 Jul 2019 12:46:51 +0000 https://www.lavoce.it/?p=54859 pellegrinaggio

Ogni anno l’Unitalsi (Unione nazionale italiana trasporto ammalati a Lourdes e santuari internazionali) nella sua sezione umbra, organizza un pellegrinaggio regionale con il caratteristico treno bianco. Il treno, che è attrezzato per il trasporto di persone anche gravemente disabili, è partito quest’anno il 26 giugno ed è arrivato a Lourdes il giorno dopo.

“Il pellegrinaggio comincia ben prima di arrivare a destinazione già sul treno, dove noi volontari ci alterniamo sia per assistere i malati in tutti i loro bisogni, che nella preghiera. Da qualche anno infatti il treno ha al suo interno anche una piccola cappella”.

A raccontarci l’ultima esperienza a Lourdes è Rita, giovane volontaria della sezione di Perugia, che da anni svolge il suo servizio tra le “sorelle d’assistenza” dell’Unitalsi. “Ho iniziato nel 2004, per caso. Facevo l’animatrice nella mia parrocchia e con una ragazza che frequentava il gruppo decidemmo di fare un’esperienza di volontariato insieme. Da allora sono ripartita ogni anno perchè è un’esperienza di servizio e di amore gratuito unica”.

“Il viaggio è lungo - continua Rita serve a prepararsi ad abbandonare le comodità e le sicurezze. Poi, nei giorni del pellegrinaggio, ci si dimentica di se stessi e si diventa tutto un dono per gli altri”.

Il pellegrinaggio Unitalsi Umbria si è arricchito quest’anno della presenza di circa 40 volontari giovani e giovanissimi, che hanno vissuto un’esperienza di servizio forte. “Sembra difficile - commenta Rita - accostare il mondo dei giovani, così pieni di energie e vitalità, a tutto il contesto di Lourdes, alle disabilità, alle malattie e alle sofferenze. I ragazzi invece ci hanno stupito per quanto siano stati capaci di mettersi in gioco.

La sofferenza degli altri non è diventata un muro per loro ma un ponte. Sono partiti un po’ timidi, rintanandosi nel loro angolino sul treno a suonare la chitarra e sono tornati cantando per tutto il treno. Gli abbiamo chiesto servizi a tutte le ore e non si sono mai tirati indietro, con un entusiasmo che è prezioso per chi vive una condizione di difficoltà o di disabilità”.

Molti giovani poi, dopo una prima esperienza di gruppo, diventano volontari fissi. “L’anno scorso sono partiti con noi i ragazzi dell’oratorio di Prepo e uno di loro è tornato anche quest’anno. A 16 anni è partito da solo, senza il suo gruppo, perchè evidentemente il servizio viene riconosciuto come qualcosa di molto prezioso anche dai più piccoli”.

Al pellegrinaggio, conclusosi il 2 luglio, hanno preso parte malati, volontari e pellegrini, molti dei quali sono arrivati a Lourdes in aereo e non sul treno bianco. “I giorni a Lourdes però li abbiamo vissuti tutti insieme (continua a leggere sull'edizione digitale de La Voce).

Valentina Russo

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pellegrinaggio

Ogni anno l’Unitalsi (Unione nazionale italiana trasporto ammalati a Lourdes e santuari internazionali) nella sua sezione umbra, organizza un pellegrinaggio regionale con il caratteristico treno bianco. Il treno, che è attrezzato per il trasporto di persone anche gravemente disabili, è partito quest’anno il 26 giugno ed è arrivato a Lourdes il giorno dopo.

“Il pellegrinaggio comincia ben prima di arrivare a destinazione già sul treno, dove noi volontari ci alterniamo sia per assistere i malati in tutti i loro bisogni, che nella preghiera. Da qualche anno infatti il treno ha al suo interno anche una piccola cappella”.

A raccontarci l’ultima esperienza a Lourdes è Rita, giovane volontaria della sezione di Perugia, che da anni svolge il suo servizio tra le “sorelle d’assistenza” dell’Unitalsi. “Ho iniziato nel 2004, per caso. Facevo l’animatrice nella mia parrocchia e con una ragazza che frequentava il gruppo decidemmo di fare un’esperienza di volontariato insieme. Da allora sono ripartita ogni anno perchè è un’esperienza di servizio e di amore gratuito unica”.

“Il viaggio è lungo - continua Rita serve a prepararsi ad abbandonare le comodità e le sicurezze. Poi, nei giorni del pellegrinaggio, ci si dimentica di se stessi e si diventa tutto un dono per gli altri”.

Il pellegrinaggio Unitalsi Umbria si è arricchito quest’anno della presenza di circa 40 volontari giovani e giovanissimi, che hanno vissuto un’esperienza di servizio forte. “Sembra difficile - commenta Rita - accostare il mondo dei giovani, così pieni di energie e vitalità, a tutto il contesto di Lourdes, alle disabilità, alle malattie e alle sofferenze. I ragazzi invece ci hanno stupito per quanto siano stati capaci di mettersi in gioco.

La sofferenza degli altri non è diventata un muro per loro ma un ponte. Sono partiti un po’ timidi, rintanandosi nel loro angolino sul treno a suonare la chitarra e sono tornati cantando per tutto il treno. Gli abbiamo chiesto servizi a tutte le ore e non si sono mai tirati indietro, con un entusiasmo che è prezioso per chi vive una condizione di difficoltà o di disabilità”.

Molti giovani poi, dopo una prima esperienza di gruppo, diventano volontari fissi. “L’anno scorso sono partiti con noi i ragazzi dell’oratorio di Prepo e uno di loro è tornato anche quest’anno. A 16 anni è partito da solo, senza il suo gruppo, perchè evidentemente il servizio viene riconosciuto come qualcosa di molto prezioso anche dai più piccoli”.

Al pellegrinaggio, conclusosi il 2 luglio, hanno preso parte malati, volontari e pellegrini, molti dei quali sono arrivati a Lourdes in aereo e non sul treno bianco. “I giorni a Lourdes però li abbiamo vissuti tutti insieme (continua a leggere sull'edizione digitale de La Voce).

Valentina Russo

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ISOLA FOSSARA. Un particolarissimo omaggio alla Vergine di Lourdes https://www.lavoce.it/isola-fossara-un-particolarissimo-omaggio-alla-vergine-di-lourdes/ Thu, 18 Sep 2014 13:25:48 +0000 https://www.lavoce.it/?p=28027 Isola-Fossara-(Scheggia)-Statua-Madonna-di-LourdesDal 22 agosto una statua di 50 cm della Vergine di Lourdes guarda dal cielo Isola Fossara, il piccolo centro umbro del Comune di Scheggia: nella notte, la grotta del monte Catria in cui è stata collocata è illuminata da una luce. Un anno fa, un “isolano” che conosce quelle montagne come casa sua, vede dal paese quella grotta che è lì da sempre: gli ricorda un pellegrinaggio di qualche anno prima al santuario di Lourdes che illuminò anche il suo cammino di fede. Il 15 agosto scorso, proprio nella messa del giorno dell’Assunzione, davanti al parroco e ai paesani emozionati, è lui stesso a raccontare di questo suo progetto. Pensa ad un pellegrinaggio della comunità, e il 22 agosto, giorno fissato per la partenza, davanti alla chiesa ci sono quasi ottanta persone; si comincia a salire lungo i sentieri del Catria. Alcuni si fermano nel prato sottostante la grotta; accompagnano con la preghiera i 13 coraggiosi, 10 uomini e tre donne, che si arrampicano fino al punto prescelto. La grotta è in un punto per certi versi proibitivo, meglio non avventurarsi se non si ha l’esperienza del caso. Quattro braccia depositano la statua della Vergine e poi i pellegrini riprendono il cammino a ritroso. Il loro racconto è quello di un’esperienza indimenticabile, vissuta tra la fatica del cammino e la certezza di aver fatto qualcosa di buono e gradito al Cielo. Nei pressi della grotta fiorisce un cespuglio di rosa canina: un segno, trovare questo fiore che nella simbologia medioevale rappresenta la purezza, la verginità di Maria.

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Dall’Umbria a Lourdes con il Centro volontari della sofferenza https://www.lavoce.it/dallumbria-a-lourdes-con-il-centro-volontari-della-sofferenza/ Fri, 01 Aug 2014 13:35:25 +0000 https://www.lavoce.it/?p=27355 Lourdes CVS 2014-Perugia-a-Cite-Saint-Pierre
I pellegrini umbri con il cardinale Bassetti

Dal 21 al 27 luglio ho partecipato insieme a 700 persone, tra sacerdoti, disabili, malati e fedeli provenienti da varie parti d’Italia, al pellegrinaggio nazionale a Lourdes organizzato dal Centro volontari della sofferenza.

La delegazione di Perugia, guidata dal card. Gualtiero Bassetti, si è unita a Pisa agli altri pellegrini partiti in treno la sera precedente da Reggio Calabria. Siamo arrivati a Lourdes la mattina seguente. Il lungo viaggio in treno si è svolto senza particolari problemi grazie al servizio dei volontari, ben organizzato nel distribuire i pasti, nel preparare le cuccette e nel garantire con prontezza la loro presenza e disponibilità. Dopo i trasferimenti e la sistemazione nei centri di accoglienza (la maggioranza dei partecipanti al pellegrinaggio è stata sistemata nell’Accueil Notre Dame, molto funzionale e confortevole anche per gravi disabili) ci siamo subito immersi nell’atmosfera spirituale del santuario.

Le giornate sono poi trascorse velocemente, scandite da momenti di preghiera alla Grotta, celebrazioni religiose, catechesi tenute per i pellegrini dal card. Bassetti.

Ero già stato a Lourdes due volte in qualità di medico con il treno dell’Unitalsi nella seconda metà degli anni ’70 e ne ero rimasto molto impressionato. In seguito ho avuto modo di tornarvi per le riunioni annuali al Bureau Médical del Comitato medico internazionale di Lourdes, di cui sono membro da circa 15 anni. Il Comitato ha il compito di valutare le segnalazioni di guarigioni straordinarie e di stabilire se queste sono inspiegabili dal punto di vista delle conoscenze attuali della medicina.

Questa volta invece ho partecipato essenzialmente come pellegrino. Non conoscevo il Centro volontari della sofferenza, l’associazione fondata dal beato Luigi Novarese. Durante il pellegrinaggio mi sono reso conto del carisma e della spiritualità di questo beato dal modo con cui operano i suoi sacerdoti e i suoi volontari.

Ho potuto seguire le varie celebrazioni religiose e i momenti di preghiera comuni e personali. Pur tra una folla enorme di pellegrini e malati, ho osservato come la vita del santuario proceda con compostezza e raccoglimento, grazie soprattutto alla grande disponibilità di volontari giovani e meno giovani a svolgere il proprio servizio per le esigenze dei malati e dei disabili.

A Lourdes si va per pregare e “consegnare” alla Madonna le preoccupazioni e le sofferenze sia fisiche che morali proprie, dei familiari e degli amici, nella speranza di riceverne un sollievo. In genere non accadono apparentemente eventi straordinari e i problemi rimangono, anche se numerose sono le segnalazioni di grazie ricevute. Al termine del pellegrinaggio tutti tornano a casa con la consapevolezza di una fede e di una forza spirituale rinnovate per poter affrontare le difficoltà della vita quotidiana, in famiglia e nel proprio ambiente di lavoro. Questo è l’evento straordinario di Lourdes, avvertito soprattutto da quelli che hanno un maggior carico di sofferenze.

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Benvenuti a Lourdes! https://www.lavoce.it/benvenuti-a-lourdes/ Fri, 09 May 2014 11:03:26 +0000 https://www.lavoce.it/?p=24780 Dall’aeroporto di Lourdes (ne sono appena tornato) passano giornalmente migliaia di viaggiatori da ogni parte del mondo. Praticamente tutti – diciamo il 99 per cento? – ci vanno per una unica e sola ragione, ben precisa; lascio ai lettori indovinare quale. Ai viaggiatori in arrivo all’aeroporto, il benvenuto viene dato da un bel cartellone colorato, con l’invito “Visitate Lourdes!” e l’immagine di un turrito castello medievale, che nessuno andrà a vedere. Non c’è in tutto l’aeroporto il minimo accenno a quella unica e sola ragione che ha portato lì tutte quelle persone (e i loro soldi). È la famosa laicità francese: tutti sono liberi di praticare la propria religione, ma esclusivamente in privato; al di fuori del privato, la religiosità (di qualunque specie) non si deve vedere e le autorità devono far finta che non esista. Anche toccando, a volte, il ridicolo. A parte questo curioso particolare, ogni visita a Lourdes è sempre emozionante, specie per chi ci va a fare una esperienza di servizio. Fra le tante altre cose, mi ha sempre fatto impressione vedere dal vivo l’universalità della Chiesa: pellegrini in gruppi organizzati che vengono dall’Uganda e dalla Bolivia, dalla Polonia e dall’Australia, da Singapore e dal Libano. Tutti portano le loro bandiere e parlano le loro lingue, ma poi si mescolano, cantano e pregano tutti insieme, coralmente. Come nella grande messa domenicale (quest’anno l’ho vista presiedere dal Patriarca dei maroniti libanesi, con non so quanti cardinali e vescovi attorno) e nella processione notturna con le fiaccole, dove si recita il rosario intonando le Ave Maria a turno in ciascuna delle lingue presenti, e ognuno risponde nella propria lingua. Sembra di stare nell’episodio descritto negli Atti degli apostoli 2,6-10. Dirò di più: in quell’ambiente, in quel clima, ciascuno mostra, spontaneamente, il meglio di sé e quindi sembra di incontrare solo santi, come se si fosse in paradiso. Poi, rientrati a casa, torniamo a essere le pecore nere di sempre. Ma qualche cosa rimane. Almeno spero.

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A Lourdes con fede https://www.lavoce.it/a-lourdes-con-fede/ Thu, 04 Jul 2013 12:10:32 +0000 https://www.lavoce.it/?p=17868 DSC_1432È un pellegrinaggio in piena regola, nonostante i danni dell’alluvione del 19 giugno scorso. Questa settimana a Lourdes c’erano 700 umbri accompagnati dall’arcivescovo di Perugia – Città della Pieve mons. Gualtiero Bassetti e da 17 sacerdoti. Una quarantina i giovani che hanno accolto la proposta fatta dalla Pastorale giovanile diocesana di Perugia di “sperimentarsi” in una esperienza di servizio ai malati nel pellegrinaggio regionale dell’Unitalsi.

Ci sono solo due o tre chiese agibili, e per celebrare occorre fare i turni, mentre sono state cancellate le celebrazioni internazionali che solitamente si tenevano nella grande chiesa sotterranea, ora sommersa dall’acqua e dal fango. La processione aux flambeaux la sera è l’unico momento che accomuna i pellegrini di tutte le provenienze. Non si fa la processione del Santissimo, ma l’adorazione in una parte della prateria.

Intere aree sono transennate ma “sono state ripristinate le piscine, e la Grotta delle apparizioni continua a essere una calamita che attira i fedeli alla preghiera, anzi forse si può dire che c’è più concentrazione, più fede”. Mons. Bassetti, raggiunto al telefono a Lourdes, si fa nostro cronista speciale. Nelle sue parole trapela il dolore per il disastro dell’alluvione, temperato dalla constatazione della forza spirituale di questo luogo “tra i più misteriosi del mondo”.

Nonostante i disagi di cui soffre anche la città, con gli alberghi, negozi e servizi vicini al fiume raggiunti dalle acque, al pellegrinaggio regionale Unitalsi si respira “un bel clima”. Quando lo raggiungiamo al telefono lunedì scorso mons. Bassetti ha appena concluso la liturgia penitenziale dove con gli altri preti umbri è stato per oltre due ore a disposizione dei pellegrini per le confessioni e a messa hanno festeggiato il cinquantesimo di ordinazione di don Antonio Maniero, di Terni a Lourdes in carrozzella. I malati e i volontari dell’Unitalsi vengono da tutta l’Umbria, con la provenienza segnalata dallo stendardo della propria diocesi, “ma si respira un bel clima” osserva mons. Bassetti sottolineando “l’affiatamento tra i preti umbri” dovuto anche al fatto di conoscersi “dagli anni del Seminario fatto al Regionale di Assisi”.

Per i giovani perugini, accompagnati dai responsabili della Pastorale giovanile e vocazionale don Riccardo Pascolini, don Francesco Verzini e don Alessandro Scarda, l’esperienza nuova mette a prova tutta la loro energia. dal Santuario all’ostello in cui sono ospitati li separa mezz’ora di camminata, e nei momenti liberi dal servizio ai pellegrini fanno un supplemento di aprofondimento visitando i luoghi testimoni della storia delle apparizioni e dei veggenti.

“I ragazzi – racconta don Verzini – sono divisi in gruppi da sei e vanno ogni mattina all’ospedale dell’Unitalsi, dove aiutano malati e disabili ad alzarsi, a pranzare, a cenare…, soprattutto li accompagnano alle celebrazioni principali del pellegrinaggio e nei luoghi di preghiera. Gli stessi malati hanno chiesto ai nostri ragazzi di aiutarli a fare la doccia, a vestirsi… Quindi hanno avuto subito un impatto forte con la sofferenza, ma con una sofferenza che non limita, ma che in realtà diventa ricchezza”.

A Lourdes basta guradarsi intorno per vedere quanta sofferenza c’è. Ma la «sensazione più forte» Letizia, una dei giovani volontari, l’ha provata quando si è inginocchiata per la prima volta davanti alla Grotta ed ha “sentito di stare difronte a qualcosa di veramente sacro e capire che Maria c’è davvero ed è lì a braccia aperte. E quanto ti trovi davanti a questa grandezza, a questa pienezza, non puoi far altro che sentirti così piccola, ma nello stesso tempo ti senti così amata e stai lì e ti godi questo amore gratuito che riempie e ricarica la tua fede”.

 

TUTTI GLI ARTICOLI DELLA SETTIMANA

 

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La diocesi a Lourdes https://www.lavoce.it/la-diocesi-a-lourdes/ Fri, 14 Sep 2012 11:33:19 +0000 https://www.lavoce.it/?p=12708
Foto di gruppo dei pellegrini davanti al santuario (foto Studio Futura)

Tra il 3 e l’8 settembre la diocesi di Foligno si è recata in pellegrinaggio con il Vescovo a Lourdes, per affidare a Maria, Madre della Chiesa, la nostra comunità al termine della visita pastorale. Il pellegrinaggio segna anche l’inizio dell’Anno della fede, che il Santo Padre Benedetto XVI ha indetto a 50 anni dall’apertura del Concilio.

Più di 200 pellegrini, tra i quali alcuni ragazzi e alcuni indiani che hanno alloggiato al Villaggio dei giovani, hanno partecipato alle varie celebrazioni che hanno scandito i ritmi della settimana: la processione mariana aux flambeaux, la messa internazionale nella basilica di San Pio X, vari momenti di preghiera alla grotta delle apparizioni, la Via crucis, la processione eucaristica. Chi ha voluto, ha potuto immergersi nelle piscine seguendo l’invito di Maria a lavarsi, oppure accostarsi al sacramento della riconciliazione.

Nel contesto del pellegrinaggio si è svolta anche una piccola assemblea sul tema “Maria e la Chiesa”, tratteggiato nel capitolo VIII della Costituzione conciliare Lumen Gentium: i partecipanti sono stati aggiornati sul cammino che la nostra Chiesa locale sta facendo dopo la visita pastorale, per vivere meglio la Parola e potersi impegnare in una rinnovata evangelizzazione. L’intero pellegrinaggio si è svolto in un clima di grande fraternità e di forte coinvolgimento spirituale, riservando anche momenti di commozione, come la messa internazionale, che è stata presieduta dal nostro Vescovo. Alcuni pellegrini che hanno viaggiato in pullman hanno avuto, infine, la gioia di incontrare ed essere accolti da don Giuseppe Scandurra durante il viaggio di ritorno.

Don Giuseppe, ordinato a Foligno e rimasto alcuni anni in diocesi, svolge ora il suo servizio pastorale presso la parrocchia di Verzi di Loano, in diocesi di Albenga, ed ha voluto invitare a pranzo presso la sua parrocchia, impegnata nella festa patronale, un intero gruppo di folignati. Il pellegrinaggio a Lourdes è stato un’occasione privilegiata per vivere la comunione, affidando la nostra Chiesa a Maria, che è Porta del cielo e via per raggiungere Cristo.

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Lourdes, presenza rigenerante di Maria https://www.lavoce.it/lourdes-presenza-rigenerante-di-maria/ Thu, 14 Jun 2012 12:37:15 +0000 https://www.lavoce.it/?p=11383
Foto di gruppo davanti al santuario

“Pregare il rosario con santa Bernadette”: questo il tema ispiratore 2012 dei pellegrinaggi dell’Unitalsi diretti a Lourdes. Per il prossimo settembre risulta programmato il pellegrinaggio nazionale, mentre dal 2 all’8 giugno scorso si è svolto quello regionale dell’Umbria cui ha aderito anche la nostra diocesi, pastoralmente animato dal vescovo mons. Sorrentino e dal vicario don Maurizio Saba, assistente della sottosezione Unitalsi di Assisi. La “dama di carità” Gioconda Bigini ha provveduto al reperimento del personale da impegnare durante le celebrazioni liturgiche presso il santuario. Nel segno della Parola, il vescovo Sorrentino si è espressamente ancorato ad una preghiera meditativa e contemplativa verso Maria madre di Gesù.

Quante volte si è recato a Lourdes?

“Quattro o cinque volte, per lo più con l’Unitalsi. Dieci anni fa accompagnai un pellegrinaggio da Pompei, dove ero vescovo”.

Forse una esperienza ripetitiva…

“Direi proprio di no. I luoghi sono quelli. Lo schema grosso modo si ripete. Ma il clima che si respira è ogni volta rigenerante. Aiutano anche i segni, soprattutto l’acqua. La presenza di Maria si avverte, e porta a Gesù”.

In che modo la condivisione con i sofferenti ha scosso la sua fede?

“Stare con malati di ogni tipo è una grande scuola. Ti fa misurare il senso della vita, obbligando a verificare i sentimenti. Ti chiama alla solidarietà. Ti allena a servire Gesù nei più deboli. Ti fa anche apprezzare quello che hai. Quando stiamo bene, nulla ci basta; a Lourdes ti senti invece spinto a ringraziare”.

Talvolta la sofferenza si ripercuote negativamente sulla fiducia e sulla speranza …

“Certo. Quando non ne puoi più, e ti senti solo, scende il buio nell’anima. Ma a Lourdes si apprende il segreto per aprire il buio a un raggio di luce. Tanti malati, sotto lo sguardo della Madre, ricevono conforto e quasi riprendono vigore. Alcuni esprimono perfino gioia. La croce è inevitabile, ma diventa fonte di salvezza per chi la porta con Cristo”.

Come si è attivata la diocesi?

“Si sono attivati soprattutto i gruppi Unitalsi. Ed è stata una partecipazione consistente, da varie parrocchie della diocesi. In particolare ha impressionato la presenza dei ragazzi del nostro Istituto Serafico, nato dal cuore del beato Ludovico da Casoria”.

Quale la reazione di questi ragazzi a contatto con il vescovo?

“Bisognava vedere la loro gioia per rendersene conto. Nei limiti dei loro movimenti, si esprimevano in modo da toccare il cuore. Il loro gruppo si è distinto e molti pellegrini, da varie diocesi, si sono ripromessi di andarli a trovare. I ragazzi hanno dato una bella idea del nostro Istituto, che auspico sia sempre più sostenuto”.

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Avvengono ancora miracoli a Lourdes? https://www.lavoce.it/avvengono-ancora-miracoli-a-lourdes/ Thu, 09 Jun 2011 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=9422 È una domanda che viene posta spesso, perché il numero dei miracoli riconosciuti a Lourdes è diminuito nettamente, soprattutto negli ultimi decenni. Ne abbiamo parlato giovedì 26 maggio a Perugia in un incontro promosso dal Meic presso il Centro di accoglienza in via Bontempi. È stato chiesto a me di affrontare questo tema poiché da circa 10 anni faccio parte del Comitato medico internazionale di Lourdes. Come è ben noto, subito dopo la prima apparizione della Vergine a Bernadette l’11 febbraio 1958 sono iniziate le segnalazioni in numero sempre crescente di guarigioni ottenute a Lourdes in modo scientificamente inspiegabile da malattie o disabilità gravi. Successivamente, dopo il riconoscimento da parte della Chiesa ufficiale della veridicità delle apparizioni riferite da Bernadette, proprio per verificare l’autenticità delle segnalazioni di guarigioni da parte di molti pellegrini è stato istituito il Bureau Médical con il compito di raccogliere la documentazione sia delle dichiarazioni sottoscritte dalle persone malate riguardo alle grazie ricevute per intercessione della Vergine, sia della documetazione medica per confermare o meno la consistenza e l’affidabilità delle segnalazioni. Successivamente il Bureau Médical ha assunto il ruolo di ufficio per la raccolta e l’archiviazione delle documentazioni da trasmettere, se meritevoli di considerazione, ad un comitato medico (Comitato medico internazionale di Lourdes – Cmil) per una valutazione molto più accurata e completa e quindi per un giudizio medico attendibile e sicuro. Il Cmil, composto da circa 30 medici specialisti nei più diversi settori della medicina, ha il compito di esaminare le relazioni cliniche dei casi meritevoli di attenzione e segnalati dal Bureau Mèdical, consultando, se necessario, anche altri specialisti estranei al comitato, ed indicare quindi se una guarigione straordinaria, avvenuta nel contesto di una intensa esperienza religiosa vissuta a Lourdes, possa essere spiegata – o no – alla luce delle attuali conoscenze scientifiche. Solo quando la guarigione segnalata viene riconosciuta dal Comitato medico come un evento straordinario che non trova una spiegazione scientifica, il caso viene affidato al Vescovo della diocesi di origine, al quale spetta il compito di riconoscere nell’evento un “miracolo” dopo aver consultato tuttavia una commissione diocesana di esperti, quali teologi e medici. In accordo con l’insegnamento della Chiesa, “il miracolo di per sé è un fatto osservabile che si stacca dai fenomeni dell’esperienza ordinaria e che si verifica soltanto in circostanze religiose, voluto da Dio con intervento straordinario, per il fine primario di chiamare l’uomo alla salvezza di Cristo” (G. Blandino, Miracolo ed epistemologia, in Lateranum, 1978). Il riconoscimento di un miracolo è quindi procedura complessa e delicata, che fa riferimento ai criteri proposti dal card. Lambertini nel 1734 e tuttora utilizzati dalla stessa Congregazione per le cause dei santi. I criteri da seguire sono molto precisi ed esigono che la malattia guarita sia grave, incurabile o difficile da curare, che non sia stato adoperato alcun farmaco o, se adoperato, sia risultato inutile, che la guarigione avvenga all’improvviso e sia perfetta, non parziale, e che non abbia a recidivare nel tempo. Solo se tali criteri vengono soddisfatti la commissione medica, nel caso specifico di Lourdes il Cmil, può dichiarare che la guarigione non ha una spiegazione scientifica. Pertanto, considerando il progresso incredibile della medicina moderna ed il giudizio medico che deve attenersi ai criteri di Lambertini, si comprende perché oggi sia più difficile che in passato attribuire ad un evento il carattere di guarigione non spiegabile scientificamente. Pur tuttavia, l’esperienza quotidiana di Lourdes va oltre i miracoli riconosciuti attraverso il lavoro delle commissioni mediche e diocesane. Infatti, se è vero che su oltre 7.000 segnalazioni di guarigioni straordinarie solo 68 sono a tutt’oggi riconosciute come miracoli, è pur vero che sono tante le persone che vanno a Lourdes per pregare con fede e che dichiarano di aver ricevuto una “grazia”, che può essere la soluzione di un problema fisico, ma anche il superamento di difficoltà personali o familiari, la riconciliazione con gli amici di un tempo, la pacificazione interiore così come l’accettazione fiduciosa e serena di gravi stati di sofferenza fisica o psichica. Il cristiano di fronte al dolore è invitato ad imboccare la via della condivisione e dell’amore, e questo è lo spirito che si respira nell’esperienza di Lourdes vedendo il lavoro fatto anche di fatica, di sacrificio e rinuncia da parte dei barellieri, di amici, parenti dei malati, medici e religiosi, che con la loro partecipazione solidale danno tanta serenità e fiducia a coloro che veramente soffrono. A mio avviso, questo è il vero miracolo di Lourdes, segno di salvezza e di amore, al di là dei fatti straordinari che sono molto rari.

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A Lourdes si va per ricevere e donare https://www.lavoce.it/a-lourdes-si-va-per-ricevere-e-donare/ Thu, 26 May 2011 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=9388 La malattia, la sofferenza fisica, psichica e morale, anche se costituiscono una porta molto stretta, nella vita di ogni uomo non possiedono l’ultima parola. Il dolore, infatti, per quanto grande, può essere alleviato dall’amore, uno strumento potentissimo capace di distruggere ogni forma di morte. Proprio per questo sono nate alcune associazioni di volontariato che hanno saputo nutrire e far maturare, giorno dopo giorno, il grande seme dell’amore che Dio ha piantato nell’umanità. Tra queste c’è l’Unitalsi, una grandissima associazione con varie sedi in tutte le parti d’Italia, sorta con l’obbiettivo di accompagnare e assistere tutte le persone affette da malattia, disabilità o qualsiasi altra forma di sofferenza condividendo con loro l’esperienza del pellegrinaggio verso i santuari mariani come Lourdes, Loreto, Fatima o importanti luoghi di culto come la Terra Santa e la Polonia. L’Unitalsi è nata più di cento anni fa. Precisamente nel 1903, quando Giovanni Battista Tomassi, ragazzo poco più che ventenne affetto da una grave forma di artrite deformante irriversibile che lo costringeva in carrozzella da quasi dieci anni, si trovò a vivere una grande sofferenza anche nello spirito, oltre che nel corpo, per la grande ribellione a Dio e alla Chiesa. Egli, avendo saputo dell’organizzazione di un viaggio a Lourdes, chiese di aderire con l’intenzione di giungere dinanzi alla grotta di Massabielle e, qualora non avesse ottenuto la guarigione, di togliersi la vita; compiendo un gesto clamoroso. Per fortuna questo non avvenne. Di fronte alla grotta dove l’Immacolata apparve a santa Bernadette, egli venne colpito dalla presenza di volontari che stavano lì, e dal loro amorevole servizio che offrivano ai sofferenti regalando conforto, speranza e serenità. Dal quel momento si è incominciata a formare l’associazione Unitalsi, alla quale hanno aderito in molti con lo scopo di mettere a disposizione delle persone in difficoltà tempo e risorse. I volontari di questa associazione, però, non offrono solo, ma ricevono anche altrettante ricchezze di cui, magari, possono aver bisogno. Qualunque essere umano, infatti, allo stesso tempo ha sia delle carenze, le quali possono essere colmate dalle risorse dei suoi simili, che delle potenzialità che hanno la possibilità di far fronte alle mancanze di questi ultimi. L’Unitalsi, quindi, vuole essere un Corpo, come dicono le sacre Scritture, dove ogni membro ha la sua importanza fondamentale e, per essere integro, necessita della presenza degli altri. Molte volte le persone la cui vita è segnata dalla sofferenza decidono di partire verso i santuari mariani perché sono spinti dalla speranza di ottenere una guarigione fisica dalle loro infermità. Quasi sempre, però, queste persone tornano a casa senza essere miracolate nella carne, ma avendo ottenuto un miracolo assai più grande nel cuore. In questi pellegrinaggi infatti, grazie all’amore, alla condivisione fraterna e anche all’incontro con la Vergine Maria, si trova la vera pace nel cuore e la forza per affrontare le nostre croci, nella certezza di non essere mai soli con il proprio dolore. La nostra associazione, pur conservando i tradizionali usi e costumi, in questi anni si è, pian piano, evoluta al fine di far crescere la nostra famiglia in tutti i sensi. Per esempio, la nostra sottosezione di Perugia, oltre ai pellegrinaggi, si sta organizzando, durante l’anno, sempre più per dar vita ad eventi di convivialità e di crescita spirituale come la catechesi mensile, la festa di carnevale, qualche giornata da vivere insieme con la messa e il pranzo. Oggigiorno nella nostra associazione si ha sempre più bisogno di giovani che contribuiscano, secondo le loro possibilità e risorse, allo sviluppo di questa grande e speciale famiglia, perché, mentre le persone con età un po’ più avanzata hanno, come grandi e preziosi doni, la saggezza e l’esperienza, i giovani possiedono le chiavi per intravedere ed entrare nel futuro. Anche quest’anno noi dell’Unitalsi sezione Umbria partiremo, nel mese di giugno, per Lourdes. Vi invitiamo tutti a venire, perché è un’esperienza che può regalare veramente tanto a chi la riceve con il cuore.

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A Lourdes con semplicità https://www.lavoce.it/a-lourdes-con-semplicita/ Thu, 27 Nov 2008 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=7148 Con la semplicità e la voglia di speranza che sono proprie del mondo giovanile, tredici ragazzi spoletini hanno vissuto un’indimenticabile esperienza di pellegrinaggio a Lourdes con l’Unitalsi. Debora Berardi, Laura Ceccarelli, Benedetta Costantini, Paride Fabiani, Stefano Tommassini, Federica Leoni, Caterina Amici, Antonio Mercurio, Alessandro Mariani e Laura Mazzoli del liceo scientifico ‘A. Volta’ di Spoleto, dal 29 settembre al 5 ottobre scorso, hanno svolto il loro servizio accanto ai più deboli, ai malati. Hanno avuto, forse, il loro primo contatto con la sofferenza, con quel mondo che si chiama ‘dolore’ dal quale spesso gli adulti cercano, per protezione, di allontanarli. Con loro c’erano altri giovani, diplomati lo scorso mese di giugno, e due docenti: Giulia Fiorani di filosofia e don Edoardo Rossi di religione. Il liceo ‘Volta’ di Spoleto è l’unica scuola italiana che organizza, in strettissimo contatto con l’Unitalsi, pellegrinaggi per ragazzi a Lourdes e Loreto. Gli studenti non hanno approfittato del progetto volontariato che la scuola propone per farsi un po’ di giorni di relax in Francia. E ciò è dimostrato dal sacrificio economico che personalmente hanno fatto pur di essere nel santuario mariano. Il viaggio, infatti, aveva un costo complessivo di 450 euro. La scuola, tramite cene di autofinanziamento, ha messo a disposizione di ogni giovane 175 euro. I restanti 275 euro li hanno tirati fuori loro, magari rinunciando a qualche serata di divertimento con i coetanei. Ma lasciamo la parola ad alcuni di loro, che raccontano le emozioni vissute a Lourdes.Con il malato un contatto costanteDebora ha svolto il suo servizio in ospedale. Frequenta l’ultimo anno delle superiori ed era già andata a Lourdes altre volte. ‘In ospedale – racconta – hai un contatto diretto con il malato; vivi la sua quotidianità, i suoi problemi, da quelli più banali a quelli seri. Ci si metteva semplicemente al loro fianco, parlavamo con loro, davamo loro un conforto, li facevamo sentire a casa, nonostante fossero lontani migliaia di chilometri da casa. Sono rimasta in contatto con loro: ci sentiamo spesso al telefono. Mi sono trovata con persone che vivono una situazione di sofferenza per degli errori altrui, eppure hanno perdonato. La loro fede, la loro testimonianza, nonostante il dolore e la sofferenza, ti colpisce molto. Ripartirei per Lourdes anche domani; è l’esperienza più bella che abbia mai fatto’. A Lourdes non si è mai soliLaura C. alla sua prima esperienza di servizio a Lourdes. ‘Da come viene descritto, mi aspettavo di trovare un santuario molto più grande. Comunque, al di là di questo aspetto, a Lourdes si vivono dei sentimenti molto forti e profondi. Ricordo che una sera stavo accompagnando i malati alla messa. Faceva molto freddo. Ho conosciuto un signore di circa 38 anni che mi ha detto: ‘Ma non hai freddo?’. Mi ha offerto una felpa e un caffé. In un altro momento dovevo portare una signora abbastanza pesante con la carrozzina. Mi sono detta: ‘E ora come faccio?’. Ho chiesto aiuto ad un signore, che subito mi è venuto incontro. A Lourdes non sei mai solo. C’è subito qualcuno pronto ad aiutarti. Ogni problema, piccolo o grande che sia, si risolve immediatamente’. Il tempo sembra non scorrere Anche Benedetta è andata per la prima volta nel santuario mariano. ‘Appena arrivi hai la sensazione di essere in un mondo nuovo. Non hai la percezione del tempo materiale; pensi solo di metterti al servizio degli altri. Uno dei momenti più belli è stato dinanzi alla Grotta. Mi sono emozionata nel sentire persone molto malate dire: ‘Io non sono qui per chiedere una grazia, perché molte altri si trovano in condizioni peggiori delle mie”. Alla ricerca del beneParide racconta di aver incontrato delle persone con storie di malattia da far paura, difficili anche da immaginare. ‘Percepisci che molti malati ti vogliono accanto, desiderano parlare, cercano un po’ di bene. Il momento più toccante è stato quando abbiamo accompagnato i malati sotto la Grotta’. La forza della preghieraStefano Tommassini parla di Lourdes come di un luogo favoloso in cui ti senti purificato e libero. ‘Lì conosci il male e come si sviluppa sulle persone. Uno dei momenti più belli è quando abbiamo ricevuto l’indulgenza plenaria: mi sono sentito libero, sia con la mente che con il cuore. È un’esperienza da rifare, la consiglio ai miei coetanei. Ogni volta che penso a Lourdes mi viene in mente il rapporto con i malati, con le loro storie tragiche, con la loro voglia di speranza. Mi viene anche in mente la splendida facciata della chiesa: sembra un posto da fiabe’. A margine dell’incontro che abbiamo avuto con loro nella sede del liceo scientifico, i ragazzi hanno voluto anche raccontare quanto successo nel penultimo giorno di permanenza a Lourdes. Tutti erano in preghiera sotto la Grotta. Scendeva una forte pioggia; stavano uniti a recitare il rosario. Si è creato, come loro dicono, un bellissimo spirito di gruppo. Da sottolineare anche come i ragazzi spoletini fossero riconoscibilissimi da tutti all’interno del santuario: indossavano una maglietta con su scritto ‘Liceo scientifico Spoleto – Unitalsi’. Francesco Carlini

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Una cartolina da Lourdes https://www.lavoce.it/una-cartolina-da-lourdes/ Thu, 23 Jun 2005 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=4555 Questa che vi arriva sotto il consueto titolo di ‘Abat jour’ in realtà è una cartolina. Una cartolina da Lourdes. Più esattamente, una cartolina dal treno che va a Lourdes. Un treno bianco dell’Unitalsi. Mi sono aggregato perché ne sentivo estremo bisogno. Noi la devozione alla Madonna l’abbiamo prima succhiata col latte materno, poi, appena bambini, l’abbiamo esercitata giorno dopo giorno nella recita del rosario subito dopo cena. Sì, si dice così: ‘Santo Rosario’, ‘catena dolce che ci riannodi a Dio’, secondo l’afflato caldo della Supplica alla Madonna di Pompei. Santo Rosario. Rotolano l’una sull’altra le 50 avemarie, a dare il la ci pensano i 5 paternostri che le dividono in decadi, sullo sfondo le scene della vita di Gesù e di sua Madre, leggére, poco più di una silhouette. Un tepore che non potrai mai dimenticare. Come il tepore dalla carta paglia riscaldata e intinta nel lardo sciolto al fuoco che la mamma ti aveva assicurato al busto, con dei cordini, sotto la giacca del pigiama, sotto la maglia pesante, per vincere la bronchite, quando ancora – se Dio vuole- in circolazione non c’era l’Aulin.Sono stato a Lourdes due volte. La prima nel 1969, di ritorno dalla Spagna, dove con don Benito e un gruppetto di studenti universitari avevamo fatto una splendida vacanza a prezzo muy barato sulla Costa Brava, a Blanes, e gli Americani ne avevano approfittato per mandare il primo uomo sulla luna. La seconda nel 1974, per accompagnarci la mamma, che lo desiderava come niente altro: e di fatti, lei che aveva ormai 77 anni, quando il pullman superò l’ultima curva e suo nipote don Paolo Nardi gridò ‘Ecco Lourdes!!’, lei prese a gridare, e a battere le mani, in piedi, dimentica dell’artrite deformante che la tormentava (avrebbe dovuto tormentarla). Come un’adolescente all’arrivo (allora) dei Beatles. Poi intonò ‘Mira il tuo popolo’, con la sua voce bellissima. Bellissima almeno per me. Perché sto andando a Lourdes? Non lo so, fino in fondo. Certo è che voglio perdermi nella fiumana di umanità, spesso dolente, sempre piena di speranza, che approda nella patria di Bernardetta che scavò a mani nude il fiume maestoso della vita vera, e ora è lassù, in alto, nel Faro del vero Capo di Buona Speranza, in alto, mentre giù in basso le speranze degli uomini diventano certezze nel momento in cui spumeggiano contro gli scogli. Porto con me i cocci di una vita mediocre, i frantumi di una speranza grande e polverizzata, che tuttavia non mi è permesso di liquidare. La soluzione giusta sarebbe rinchiudersi in un buco grande quanto una capocchia di spillo, se non ci fosse quel Suo sorriso appena accennato. Ave Maria. Adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.

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I piccoli pregano a Lourdes https://www.lavoce.it/i-piccoli-pregano-a-lourdes/ Thu, 10 Jul 2003 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=3248 Si è concluso da pochi giorni, a Lourdes, il pellegrinaggio mondiale dei bambini organizzato dall’associazione Unitalsi. Novemila e cinquecento i partecipanti, più di tremilacinquecento bambini, malati e non. Genitori, animatori e religiosi hanno sostenuto ed incoraggiato bambini con vari handicap, mutilati da mine, figli di lebbrosi- spesso crudelmente emarginati- nell’inginocchiarsi e pregare. Antonio di Ella, il presidente dell’Associazione, ha pensato di festeggiare il centesimo anno di attività unitalsiana, compiendo un gesto di carità ancor più significativo: è stato creato, in collaborazione con la Caritas,un programma di donazioni di cibo e acqua verso l’Iraq. Incredibile pensare che ai bambini delle nazioni colpite dalla guerra non è stato permesso di varcare il confine, rendendone così impossibile la partecipazione al pellegrinaggio, dove però non è mancata una profonda preghiera per loro. Il tema proposto è stato quello della fattoria. I bambini hanno costruito la loro arca di Noè, affrontando insieme la fatica e i disagi. Lo slogan, molto espressivo, era “vieni anche tu, costruisci con me”. I vari gruppi, divisi a seconda della provenienza, hanno impersonato un ruolo, un particolare animale della fattoria. Dolcissime le immagini a cui si è assistito…come grande metafora tra bimbi malati e sani, i gattini e i topolini hanno sfilato e giocato insieme, lodando un unico, grande Dio. Anche se lungo e travagliato, il viaggio è stato affrontato con l’allegria e la gioia di vivere, nonostante tutto e tutti, che caratterizza i bambini. Un nuovo approccio verso la preghiera dunque, una nuova concezione di spiritualità, raggiunta in modo semplice e diretto dai piccoli. Sostanziosi gli aiuti arrivati da vari campi. Molto acclamato il piccolo coro dell’antoniano e lo stupefacente clan del Nicaragua. Spogliato delle sue vesti “famose” e trasformato nel buon vecchio Noè, un saggio e spumeggiante Frizzi ha presentato varie serate. Anche attraverso l’esibizione di clown e acrobati i bimbi hanno potuto comprendere l’importanza di un semplice sorriso davanti alle grandi tragedie delle vita e, cosa fondamentale, hanno saputo sorridere insieme, eliminando così ogni piccola diversità fisica, in nome del loro comune, enorme cuore.

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50 pellegrini di Bastia a Lourdes https://www.lavoce.it/50-pellegrini-di-bastia-a-lourdes/ Thu, 03 Jul 2003 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=3243 Non ci sono parole per definire l’esperienza meravigliosa, ricca di significato: il pellegrinaggio al santuario della Madonna di Lourdes, vissuta da numerose persone di Bastia Umbra; sono state in cinquanta, tra i pellegrini, i malati e il personale di assistenza, partiti in treno da Perugia nel pomeriggio di martedì 17 giugno fino a lunedì 23. Tra i presenti, lo stesso parroco di Bastia Umbra, il quale si è definito soddisfatto e contento per la prima volta partito con questo comitato. Entusiasti, rinnovati e fiduciosi, è ciò che si è potuto constatare nei volti delle persone che hanno preso parte a questa intensa esperienza di profonda religiosità in particolare in coloro che abbiamo sentito, una ragazza ed una signora. Quest’ultima è rimasta davvero emozionata nel vedere la devozione degli innumerevoli pellegrini giunti da ogni parte del mondo per visitare la grotta di Massebielle, luogo in cui la Madonna apparve a Marie Bernarde de Soubirous nel 1858. Nella ragazza, la quale fa parte ormai da molto tempo del personale assistente, abbiamo notato dalle sue parole, quanta volontà ed impegno mette nel suo operato verso coloro che sono bisognosi d’aiuto. Un vissuto indimenticabile sia per gli ammalati sia per quelli che desiderano riscoprire o rafforzare il mistero della fede, una meta, dei luoghi che hanno fatto riflettere e comprendere su alcuni valori indispensabili per ogni essere umano: l’amore fraterno verso chi è meno fortunato, la riscoperta dei contatti umani e la fede in Gesù Cristo. Arrivati a questo punto non possiamo dimenticare che è stata l’Unitalsi ad organizzare il pellegrinaggio e che proprio quest’anno celebra il suo giubileo centenario. Un pellegrinare che ha coinvolto questa volta circa 1.000 persone in tutta l’Umbria, tutti partiti da Perugia; infatti l’associazione ecclesiale ha i suoi responsabili nella regione, i quali a loro volta si sono organizzati per far sì che questo e gli altri pellegrinaggi possano essere importanti nel cammino di fede per la vita di ogni credente.

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Volontari e malati a Lourdes per i cento anni dell’Unitalsi https://www.lavoce.it/volontari-e-malati-a-lourdes-per-i-cento-anni-dellunitalsi/ Thu, 12 Jun 2003 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=3200 Siamo giunti, oramai, alle porte del nostro annuale pellegrinaggio regionale in partenza per Lourdes dal 17 al 23 giugno p.v., con due treni, rispettivamente da Terni e da Perugia. Quest’anno il nostro pellegrinaggio sarà presieduto da mons. Pietro Bottacioli, vescovo di Gubbio. Il 2003, segna per la nostra associazione, l’anno del centenario. Era infatti l’anno 1903 quando Giovanni Battista Tomassi, ventitreenne di Roma, primo di dodici figli, costretto su una carrozzella in seguito ad una grave forma di artrite deformante, viene invitato dal padre a recarsi a Lourdes per implorare la grazia della guarigione. Il giovane Tomassi infatti, non riusciva ad accettare questa nuova e dura realtà, tanto da generargli da una parte il vacillare della fede e dall’altra una crescente ribellione. In occasione di questo pellegrinaggio, Giovanni Battista, deciso a farla finita, nel caso in cui non avesse ottenuto grazia, si procura una rivoltella. Ma il miracolo c’è davanti alla Grotta, ed è ancora più grande di quello atteso. E’ il miracolo della trasformazione del cuore del giovane Tomassi. La Madonna gli dona una nuova gioia di vivere ed il coraggio di farsi promotore e fondatore di una organizzazione per il trasporto di altri ammalati presso il santuario di Lourdes per offrire anche a loro la possibilità di ottenere la stessa grande consolazione che aveva trovato lui. Non era impresa facile ma la forza della fede, della vita, ed il forte entusiasmo, nonostante i molteplici ostacoli, hanno reso possibile la realizzazione del progetto e visto che ci troviamo a festeggiare oggi il centenario possiamo ben dire che ha trovato grande condivisione nel tempo. Oggi abbiamo una grande responsabilità quella di gestire questo testimone, e lo vogliamo fare con profonda convinzione e dignità. In forza di questo desideriamo vivere il pellegrinaggio come segno del cammino che vogliamo fare insieme ai poveri ed a chi soffre andando verso l’unica grande e definitiva ‘meraviglia’ che è la manifestazione di Dio nella carità e nella esperienza unica ed irripetibile della presenza Sua e di Sua madre in alcuni luoghi concreti. La nostra valigia è piena di entusiasmo come se ogni volta fosse il nostro primo pellegrinaggio, (nonostante abbiamo alle spalle cento anni si esperienza), di amicizia, di carità e gioia perché offriamo il nostro cuore e quello della nostra associazione. Vogliamo riscoprire il talento che Dio ci ha dato, il dono grande di essere compagni di pellegrinaggio e di vita di tantissimi amici in difficoltà. Il nostro pellegrinaggio è una grande esperienza di comunione, una grande esperienza di fraternità che trova un riflesso importante e vero nella vita. Pellegrinaggio mondiale dei bambini Per festeggiare questo evento del centenario, l’Unitalsi ha organizzato un pellegrinaggio mondiale per bambini da zero a 14 anni, disabili e non, a Lourdes. Nel periodo 21-27/06/2003 tutti i bambini si troveranno nella città del Santuario per vivere insieme un’esperienza unica di comunione in un meraviglioso clima di festa e fraternità.L’evento ha riscosso notevole successo visto che sono 9.500 i partecipanti a questo pellegrinaggio.Ogni regione è stata gemellata ad un paese straniero.La sezione regionale Umbra, facendosi carico di tutti i costi relativi, porterà a Lourdes bambini ed accompagnatori del Malawi e della Romania. Vista l’eccezionalità dell’evento, e come segno del centenario, ha altresì offerto l’opportunità, gravandosi di tutti gli oneri connessi, a n.2 bambini per ciascuna sottosezione Umbra, di poter partecipare gratuitamente al pellegrinaggio.Auguriamo a tutti coloro che intraprenderanno questi viaggi, un Buon Pellegrinaggio, con l’auspicio che questi sette giorni di bellezza si trasformino in un percorso quotidiano di amicizia. ‘Non lasciare che passi un solo giorno senza che si sia levato un raggio di felicità su un cuore triste.Chi nel cammino della vita, ha acceso anche soltanto una fiaccola nell’ora buia di qualcuno, non è vissuto invano. In ogni avvenimento passa un sentiero che porta a Dio’.

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Il dolore che va incontro all’amore: questo il vero miracolo di Lourdes https://www.lavoce.it/il-dolore-che-va-incontro-allamore-questo-il-vero-miracolo-di-lourdes/ Thu, 05 Sep 2002 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=2642 Siamo partiti di buon mattino, con il cielo sereno, verso la cittadella di Maria, Lourdes, situata ai piedi dei Pirenei. Ci si prospettava un lungo itinerario e tutto appariva normale, come per una qualsiasi gita turistica. In realtà ognuno aveva una precisa motivazione, una spinta interiore che lo aveva indotto a scegliere quel particolare pellegrinaggio. Alcuni vi erano già stati e volevano ripetere l’esperienza positiva di gioia e di serenità sperimentata. Per altri era la prima volta e desideravano sperimentare personalmente quello che avevano sentito raccontare o avevano letto da qualche parte. Nessuno era lì per soddisfare una pura curiosità di tipo culturale o turistico. Il motivo “ufficiale” del pellegrinaggio era quello di dare inizio ad un anno speciale del settimanale La Voce, quello del suo mezzo secolo di vita (1953-2003) che vogliamo porre sotto la protezione di Maria. E questa intenzione è stata realizzata nella preghiera e nella conversazione che si è svolta all’interno del gruppo che ha consentito di comunicare dal vivo quello che nel giornale si svolge normalmente sulla carta stampata e cioè la riflessione sui temi profondi della vita singola e collettiva, sulla fede e sulla cultura, sul presente e sui tempi antichi. La Francia è una nazione che consente questo passaggio dal passato al presente e viceversa, basti osservare che il primo impatto di tipo religioso è stato con la città dei catari, degli albigesi e dei valdesi, con le loro terre, i loro castelli e anche le manifestazioni letterarie e teatrali che rievocano la triste storia di questi cristiani eretici del XII-XIII secolo e la loro tragica fine. Ma questo è passato nello sfondo quando arrivati a Lourdes abbiamo incominciato a vedere le carrozzelle, prima sparse qua e là, occupate e vuote, e poi, poco prima della adorazione eucaristica con la benedizione dei malati sfilare in ordine dalle varie strade e confluire nel piazzale antistante la grotta in riva al fiume Gave. Centinaia e centinaia di carrozzelle ognuna con un carico di sofferenza e di speranza, trasportate da familiari e volontari che andavano ad un appuntamento comune con la Vergine della Grotta prima e con la bianca ostia del Corpo del Cristo risorto poi. Avveniva sotto i nostri occhi l’incontro, che sarà ripetuto nelle celebrazioni successive, di una umanità sofferente con i segni della pietà di Maria e del suo Figlio Gesù. E’ qui il miracolo di Lourdes: il dolore che va incontro all’amore, l’uomo che ripone la sua speranza nel Dio della pietà e della misericordia. E il miracolo costante consiste proprio in questa trasfigurazione della tristezza umana nella serenità e persino nella gioia che sgorga dalla fede. Molti hanno pianto, forse tutti, in un momento o in altro, toccati nel profondo da un impatto emotivo non consueto e non previsto. La preghiera e il canto, le mille e mille candele alzate in alto ad ogni Ave esprimevano un desiderio di rinascita, come un’anticipazione di un’aurora presaga di vita nuova, promessa dal salmo: “alla sera sopraggiunge il pianto ed al mattino ecco la gioia”. Lourdes è questo mattino che si apre ad un nuovo e diverso giorno, piccolo ma efficace segno del giorno senza tramonto, dove non ci saranno più la malattia, la morte e le lacrime: la vostra tristezza sarà trasformata in gioia, quella che nessuno vi potrà togliere.

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A Lourdes per ricominciare https://www.lavoce.it/a-lourdes-per-ricominciare/ Thu, 15 Aug 2002 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=2628 Dopo la pausa estiva riprendiamo, con questo numero, il dialogo settimanale con i lettori. Ne siamo lieti e speriamo che lo siano anche loro. In verità abbiamo sentito anche in questo breve periodo di due settimane di vacanza alcuni amici che ci hanno segnalato apprezzamento e interesse e persino una certa delusione di non aver ricevuto per due settimane il giornale al solito appuntamento del venerdì o del sabato. Piccoli segnali che ci servono per riprendere il lavoro con maggiore entusiasmo. Intanto ci rechiamo in pellegrinaggio al santuario della Madonna a Lourdes (29 agosto -2 settembre). Siamo un gruppo non molto numeroso, una trentina di persone. Andiamo con l’intenzione di aprire l’anno del cinquantesimo anniversario di fondazione de La Voce con un gesto religioso di devozione popolare in armonia con il carattere del nostro settimanale, che si può giustamente dire religioso e popolare insieme. Non sarà l’unica iniziativa che verrà proposta, da adesso a tutto il 2003, a Dio piacendo. Questa di Lourdes segna l’inizio dell’anno giubilare de La Voce, che vogliamo porre sotto la materna protezione della Vergine Maria. Intendiamo anche correlare questo pellegrinaggio con l’attenzione ai poveri malati e sofferenti che sono la maggior parte della popolazione che affolla la “cittadella di Maria” in cerca di sollievo fisico e spirituale dove si celebra da centoquaranta anni il trionfo dell’umiltà e della speranza.

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Dal Campo a Perugia e poi a Lourdes. Oggi Nak sta bene https://www.lavoce.it/dal-campo-a-perugia-e-poi-a-lourdes-oggi-nak-sta-bene/ Thu, 15 Aug 2002 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=2640 Un bambino di cinque anni, con gli occhi vispi e la corporatura ancora fragile. E’ il fiore più bello all’occhiello del campo Caritas di Radulac, simbolo del grande amore che unisce i volontari italiani alla gente del Kosovo. Si chiama Nak e nel 2000 arrivò al campo portato dai suoi genitori, una famiglia di religione musulmana. Chiedevano di aiutarlo a curare una malattia che sembrava già piuttosto grave. Il responsabile regionale della Caritas, don Lucio Gatti, insieme ai coordinatori del campo di Klina decise di portarlo in Italia per avere una diagnosi e un’assistenza medica più efficaci. Le condizioni di Nak si sono mostrate subito disperate: al bimbo i sanitari hanno trovato un terribile tumore osseo. Lunghi tentativi di cura in un ospedale bolognese e in uno perugino. Poi il verdetto spietato dei medici, che prevedevano per lui non più di due mesi di vita. Inutile continuare con un accanimento terapeutico, ulteriori cicli di terapie che avevano già devastato il piccolo corpicino di Nak. I genitori del bimbo, insieme a don Lucio, decisero di affidarlo al Signore, perché solo Lui che lo aveva creato potesse decidere se riprenderlo con sé o lasciarlo al mondo. Per questo, nonostante la famiglia di Nak sia di fede musulmana, tutti furono concordi nel portare il bambino a Lourdes e chiedere l’intercessione di Maria per invocare un aiuto. Una lunga notte di preghiera, l’acqua benedetta del Santuario mariano, l’affidamento del piccolo a Dio. Un viaggio della speranza, una prova di fede, compiuta all’inizio del 2001. A quasi due anni di distanza da allora, Nak è più vispo che mai, è cresciuto molto e sembra che il male lo abbia abbandonato. Almeno secondo i referti e i controlli medici degli ospedali kosovari. Nessuno, però, vuol parlare di un “miracolo” e – sicuramente – per il bambino è giusto così. E’ ancora il momento di vivere alla giornata, nell’affidamento pieno al Signore. “Lo avevano dato per spacciato – commenta con emozione don Lucio Gatti – ma invece Nak ha avuto un grande regalo dalla vita, grazie soprattutto a tutto l’amore che lui e la sua famiglia hanno avuto dalle tante persone che sono state loro vicine, sia in Kosovo che in Italia. Per noi è il dono più bello che in tre anni è stato frutto della realtà del campo di Radulac e vorremmo che fosse un seme per far capire a questa gente che non serve a nulla essere divisi o in lotta. Ciò che conta è solo essere uniti e volersi bene”.

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Dopo Lourdes una nuova linfa per la pastorale diocesana https://www.lavoce.it/dopo-lourdes-una-nuova-linfa-per-la-pastorale-diocesana/ Thu, 04 Jul 2002 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=2539 L’Umbria ha raggiuntola “bianca signora dei Pirenei” Per vedere il “miracolo di Lourdes” bisogna guardare gli occhi dei malati, dei nostri malati umbri che non hanno esitato ad affrontare un lungo viaggio in treno, difficoltoso specie per loro, e quest’anno non impeccabile a causa di vari disguidi negli orari e nelle strutture a disposizione. Disagi crescenti lungo il percorso, le cui colpe “bonariamente” potremmo attribuirle al caldo torrido di fine giugno, affrontati per andare incontro alla speranza della Madonna di Lourdes. Sono quegli occhi che a Lourdes ti colpiscono perchè pieni di una nuova luce, di fede vivida, di speranza immensa. Sono le tantissime carrozzelle e i risciò per il trasporto dei non deambulanti che colpiscono in senso positivo senza però suscitare pietismo, ma solo commozione, ammirazione e solidarietà e che uniscono in una sorta di abbraccio totale a questa luce che è la speranza della fede, della preghiera forte ed incessante, dell’amore. E la preghiera risuona forte e presente in ogni momento della giornata dalle voci forti o sommesse di ogni pellegrino. Il primo “miracolo” è stato quello riservatoci dal tempo, e forse sarà banale, che nel giro di poche ore si è tramutato da caldo torrido italiano a piacevole nuvolosità pireneica. Ma il miracolo di Lourdes si ripete per ogni pellegrino nel toccare la terra di questo piccolo paese francese ai piedi dei Pirenei. Il miracolo è quello della sensazione di serenità e tranquillità che si respira al di là delle gravi sofferenze che ti passano accanto, non perchè a questo si possa rimanere indifferenti, ma perché è l’elemento naturale di un luogo dove si viene per pregare, sperare, amare e condividere. Forte è risuonato in questi giorni, sia prima del pellegrinaggio che nelle celebrazioni ed incontri di catechesi, l’invito del vescovo mons. Paglia a farsi prossimo dei più bisognosi, ad amare, ad essere uomini e donne, pellegrini di pace, quella preghiera per la pace che dall’Umbria ha raggiunto Lourdes ai piedi della “bianca signora dei Pirenei”, perché cessino nel mondo odi, guerre e violenze, una preghiera speciale perché il mondo intero deponga le armi. “Questo pellegrinaggio è una grande risorsa di forze spirituali, che possono implorare ciò che è necessario per tutti: la pace nel mondo” ha detto mons. Paglia alla partenza. Alla fine sarà un cuore diverso che potrà rendere possibile questo “miracolo” in cui tutti si sentano fratelli e testimoni di pace. Un esortazione a “essere una Chiesa unita in Umbria, come nel mondo, per testimoniare la forza del Vangelo. Questi due treni di preghiera sono per noi come una grande domanda. I malati di tutta l’umbria rivolgono all’Unitalsi, alle nostre diocesi, a ciascuno di noi, una grande domanda d’amore, la loro voce è come giunta al nostro cuore perché sgorghi una nuova fontana di amore e di misericordia – ha detto mons. Paglia -. Non possiamo tornare indietro senza aver iniziato a compiere in noi il miracolo di una fonte di amore che sgorga dai nostri cuori. Rimettendo al centro della nostra attenzione i malati sarà il segno che è cominciata a sgorgare una fonte che fa miracoli. Il signore ci ha chiamato tutti non ad essere uomini e donne banali ma a essere solidali per compiere ‘miracoli'”. Elisabetta LomoroSiamo tornati a Terni nel mezzo di un giorno assolato e caldo come quello della partenza, stanchi e stressati dopo un viaggio di 22 ore nel medesimo treno dell’andata senza (o quasi) aria condizionata e con due lunghe fermate (a Ventimiglia e a Orte) inspiegabili per noi pellegrini. Ma, di colpo, scesi dal treno i disagi del viaggio sono come spariti e rimaneva il ricordo dolce e positivo della permanenza a Lourdes. In quel momento ho anche capito perché tanti ritornano più volte a Lourdes. Rimane infatti il richiamo di un “luogo” tutto “religioso”, del luogo in cui la Regina del Cielo è tornata in terra per manifestarsi a Bernadette come la Immacolata Concezione. Un luogo allora ignoto e sperduto, povero e lontano ed oggi invece visitato da milioni di persone di ogni parte del mondo, con la prevalenza assoluta di malati e disabili, come già scritto in precedenza. Ma da questo pellegrinaggio di 450 ternani, narnesi e amerini (insieme agli altri 900 di altre parti dell’Umbria) cosa scaturisce a beneficio non solo dei partecipanti ma della intera comunità diocesana? Le celebrazioni liturgiche, la catechesi del Vescovo, la preghiera quasi incessante, le meditazioni personali portano ad un’unica grande consolazione: è la preghiera il fondamentale servizio che i credenti possono dare all’umanità intera una preghiera vitale, concreta, vissuta. La preghiera è riconoscimento dell’Onnipotenza e dell’amore del Padre ed insistente richiesta della sua opera per la conversione dei cuori e quindi per il destino dell’umanità. Preghiera è, da parte di chi prega, assumere in pieno le categorie del vangelo ed operare di conseguenza. Iddio si serve degli uomini e con la preghiera si diventa docili e intelligenti, attuatori della sua volontà, capaci di operare come lui vuole che operiamo. E allora trasformeremo il mondo, il nostro mondo, cioè la porzione di umanità che vive ed opera nel territorio della diocesi. I credenti in Cristo, se veramente oranti, saranno operatori di pace in tutti gli ambienti, operatori di bene in ogni condizione, solidali con tutti specie con i più deboli, i più bisognosi, i più soli. Si tratta in sostanza di rendere più spirituali, e quindi più operose, le nostre comunità parrocchiali, di partecipare di più alla vita delle associazioni e in genere delle strutture di pastorale operanti in diocesi, di fare migliore e maggiore evangelizzazione e servizio di carità. E allora il pellegrinaggio non sarà stato fine a se stesso ma avrà generato vivace stile pastorale in ogni parrocchia della diocesi. Lourdes cioè non sarà più solo un luogo lontano al quale tornare più volte con una sorta di nostalgia crescente ma una costante ispirazione di vita che si rende manifesta in preghiere e in opere, davanti a tutti gli uomini e le donne che si incontrano nelle nostre strade.

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Il sorriso dei malati ripaga di ogni difficoltà https://www.lavoce.it/il-sorriso-dei-malati-ripaga-di-ogni-difficolta/ Thu, 27 Jun 2002 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=2512 La tradizione umbra dell’Unitalsi vuole che ogni anno una diocesi sia protagonista del pellegrinaggio a Lourdes. Quest’anno a presiedere l’intero pellegrinaggio regionale è stata la diocesi di Terni e il suo vescovo mons. Vincenzo Paglia. Oltre 1300 sono stati i pellegrini umbri in rappresentanza delle otto diocesi umbre accomunate ancor di più in questa occasione dagli stessi obiettivi e dagli stessi sentieri. Ripercorrere in poche righe i cinque giorni di permanenza a Lourdes sarebbe impresa ardua: liturgie, confessioni, catechesi, processioni comunitarie, la visita alla grotta, sono state alcune delle tappe fondamentali del pellegrinaggio vissute nella comunanza della fede e tra la folla multietnica e sempre numerosissima che si trova a Lourdes. Siamo venuti ad incontrare l’altro a dare il nostro amore, questo il senso profondo e il filo comune del pellegrinaggio iniziato con la liturgia penitenziale e le confessioni nel grande spazio aperto della basilica di Santa Bernadette. A seguire la celebrazione eucaristica in cui il vescovo mons. Paglia ha ricordato come non si debbano temere le malattie, quelle che uccidono il corpo, perché non hanno il potere di uccidere l’anima. “Non è facile annunciare il vangelo, vivere davvero da uomini e da donne che credono. Per questo – ha aggiunto mons.Paglia – il Signore ci ha chiesto di uscire dall’Umbria per raggiungere Lourdes e ora ci chiede di uscire dalle nostre chiusure e dal nostro egoismo per spendere la nostra vita per coloro che hanno bisogno e a non rimanere adagiati nella nostra tranquillità, tiepidi nell’amore senza distinzione tra chi crede e chi non crede. Questo pellegrinaggio deve scaldarci il cuore renderci più uniti, solidali nell’aiutarci l’un l’altro. Bisogna che la nostra Umbria si muova nell’unità e nel sentire comune e sia testimone di una fede autentica che possa far ‘miracoli'”. E poi la Via Crucis nel primo mattino per il gruppo umbro, la celebrazione e la processione notturna aux flambeaux e le catechesi pomeridiane. Momento centrale del pellegrinaggio è stato certamente il passaggio nella grotta dell’apparizione e la celebrazione nella grotta stessa in cui forte è risuonato ancora una volta l’invito del Vescovo ad “essere pellegrini di pace”, a pregare per quella pace tanto lontana in cinquanta paesi del mondo dove ci si uccide ancora tra fratelli. “Solo riscoprendo il valore del rapporto con i più deboli, malati e indifesi, la loro centralità nella vita delle nostre parrocchie, nelle organizzazioni e nelle nostre attenzioni, – ha concluso Paglia – saremo capaci di ravvivare l’amore che è l’unico a poter fare miracoli”. Coro unanime ed entusiasta quello di Graziella, Rosita, Federica e Patrizia, tutte sorelle di assistenza dell’Unitalsi che in questi giorni si sono prodigate per i malati. “Il nostro è un servizio verso le persone malate che in questo modo hanno la possibilità di vivere un’esperienza forte ed importante. Il problema maggiore che abbiamo affrontato quest’anno e che ha creato notevoli disagi – spiegano – è stato il viaggio in treno, su carrozze non funzionanti. Per questo le difficoltà sono state maggiori e per alcuni versi abbiamo dovuto affrontare con prontezza di spirito e con la più totale disponibilità anche tutti questi imprevisti. Non senza difficoltà abbiamo cercato di portare, sollievo, conforto e aiuto ad ogni persona. La nostra più grande soddisfazione è comunque veder i malati felici. Qui a Lourdes sono loro la nostra gioia, il loro essere al centro di ogni attività, della preghiera e della vita di ogni giorno, di questi cinque giorni vissuti insieme. I loro sorrisi ci ripagano di ogni fatica e difficoltà, lo stare insieme a loro, parlare, conoscersi e scambiarsi esperienze a volte così diverse è quello che ogni volta e ogni anno portiamo nel cuore come un grande bagaglio di crescita umana e spirituale”. I volontari aggiungono che fanno questo servizio solo ed esclusivamente “per poter dare serenità, conforto e momenti piacevoli, sia dal punto di vista spirituale che della fraternità quotidiana tra malati e con gli altri pellegrini, e alla fine non si guarda più alle notti in bianco, ai turni estenuanti, alle camminate infinite, alla fatica ogni giorno crescente, perché la gioia di essere insieme e con loro è molto più forte di tutto il resto”. Tra i tanti pellegrini umbri a Lourdes, erano presenti anche numerosi malati, ospiti del Salus Infirmorum dell’Unitalsi, che hanno vissuto giorni intensi ed emozionanti, ricchi di momenti di fede, di condivisione e di fraternità con i volontari e gli altri pellegrini. “La tanta gente che ci ha sempre accompagnato in ogni giornata è stato quello che mi ha più impressionato, circa 1000 umbri e poi altri del Veneto con noi”, racconta Massimo Cremonini. “Le strutture all’avanguardia e perfettamente attrezzate che ospitano i malati permettono di vivere questa esperienza in serenità e tranquillità – aggiunge Massimo – non dimenticando l’aiuto e la disponibilità dei volontari e medici sempre pronti a dare una mano. I malati si recano a Lourdes con fede e speranza che sono le uniche loro certezze nella difficoltà della loro malattia e questa grande comunanza di sofferenza mista a speranza mi ha molto colpito. Ho rivolto alla Madonna una preghiera particolare per la pace e la cessazione di tutte le guerre in particolare per la Palestina e l’Afghanistan e ho pregato per il personale che in questi giorni ci ha seguito uno per uno fino alla fine e una speranza di poter ritornare più carico e meno accaldato”. La grande partecipazione dei pellegrini e dei malati di ogni nazionalità in gruppi differenti, anche ad esempio dell’ex colonie francesi, sono rimasti nel cuore di Stanislao Samsa in pellegrinaggio a Lourdes per la settima volta. “Qui al Salus Infirmorum dove mi trovo quest’anno ho potuto apprezzare l’ambiente familiare e cortese e la grande disponibilità all’aiuto reciproco, in particolare ai malati. Il mio pensiero è andato subito ai miei familiari, alla nipotina Valentina, come ovvio, ma anche rivolto a tutto il mondo per la preghiera per la pace e la fratellanza tra i popoli tanto necessaria in questo momento difficile”. La mia è la sesta esperienza a Lourdes come malato – si presenta Gianfranco Campili – e ogni volta ho condiviso questa esperienza con grande familiarità e con persone diverse, con pellegrini anche di altre regioni. Essere qui in questo santuario è per me un momento forte di immersione nella spiritualità mariana che è quello che mi ha spinto ancora una volta a tornare. La speranza di trovare sollievo per la mia malattia mi spinge a affrontare questo lungo viaggio” conclude Gianfranco. Per Emilio Coletti è il secondo anno di pellegrinaggio a Lourdes. “Devo dire che ho trovato tanti nuovi e numerosi volontari in gran parte giovani, specialmente sorelle d’accoglienza dell’Unitalsi. Credo che anche per loro questa esperienza forte non finisca quest’anno ma sia solo l’inizio di un cammino con il malato che hanno seguito e che non conoscevano”. Emilio è stato colpito “dai gruppi, anche non numerosi, di persone intente a pregare in ogni angolo dentro e fuori il santuario”. La mia speranza – aggiunge – è di poter tornare il prossimo anno non più come malato ma a disposizione degli malati”. Questo luogo “porta ad accrescere il desiderio di solidarietà attiva. Ho pregato per la pace nel mondo – ricorda Emilio – per tutti coloro che non sono con noi in pellegrinaggio e in particolare per le persone che oggi non credono che sono coloro che hanno maggior bisogno delle nostre preghiere. La grazia che ho chiesto per me è quella di accrescere la mia fede”.

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