liturgia virtuale Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/liturgia-virtuale/ Settimanale di informazione regionale Sat, 26 Mar 2022 12:21:20 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg liturgia virtuale Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/liturgia-virtuale/ 32 32 Covid. Fine dell’emergenza anche nelle celebrazioni liturgiche. Sì alle processioni, no allo streaming https://www.lavoce.it/covid-fine-emergenza-anche-in-celebrazioni-liturgiche-si-processioni-no-streaming/ Sat, 26 Mar 2022 11:50:28 +0000 https://www.lavoce.it/?p=65799

Con la fine dello stato di emergenza dal primo aprile si possono riprendere le celebrazioni all'aperto e anche negli spazi chiusi non è più necessario il distanziamento. È comunque richesto di mantenere la massima prudenza. E per le celebrazioni si invita a privilegiare la presenza del popolo di Dio limitando le trasmissioni in diretta sui media e sui social. Inoltre l'attualità entra anche nella celebrazione del Venerdì Santo con l'aggiunta di una speciale preghiera “per quanti soffrono a causa della guerra”, nella solenne “Preghiera universale”. Sono alcune delle indicazioni contenute nella Lettera (che qui pubblichiamo integralmente) in merito alla fine dello stato di emergenza COVID-19, diffusa ieri, venerdì 25 marzo, dalla Presidenza della Conferenza episcopale italiana. Nella Lettera si risponde ai quesiti sulle norme da tenere nelle celebrazioni liturgiche dopo la fine dello stato di emergenza stabilito dal Governo italiano. La Presidenza della Cei comunica che il protocollo sulle celebrazioni adottato il 7 maggio 2020 è ora abrogato e nella Lettera dà consigli e suggerimenti circa le celebrazioni liturgiche e definisce gli Orientamenti per i riti della Settimana Santa.

Il testo della Lettera

Consigli e suggerimenti circa le celebrazioni liturgiche

Il superamento delle misure di contrasto alla diffusione dell’epidemia da COVID-19, in conseguenza della cessazione dello stato di emergenza (cfr DL 24 marzo 2022, n.24), offre la possibilità di una prudente ripresa. In seguito allo scambio di comunicazioni tra Conferenza Episcopale Italiana e Governo Italiano, con decorrenza 1° aprile 2022 è stabilita l’abrogazione del Protocollo del 7 maggio 2020 per le celebrazioni con il popolo. Tuttavia, la situazione sollecita tutti a un senso di responsabilità e rispetto di attenzioni e comportamenti per limitare la diffusione del virus. Condividiamo alcuni consigli e suggerimenti:
  • obbligo di mascherine: il DL 24/2022 proroga fino al 30 aprile l’obbligo di indossare le mascherine negli ambienti al chiuso. Pertanto, nei luoghi di culto al chiuso si acceda sempre indossando la mascherina;
  • distanziamento: non è obbligatorio rispettare la distanza interpersonale di un metro. Si predisponga però quanto necessario e opportuno per evitare assembramenti specialmente all’ingresso, all’uscita e tra le persone che, eventualmente, seguono le celebrazioni in piedi; igienizzazione: si continui a osservare l’indicazione di igienizzare le mani all’ingresso dei luoghi di culto;
  • acquasantiere: si continui a tenerle vuote;
  • scambio di pace: è opportuno continuare a volgere i propri occhi per intercettare quelli del vicino e accennare un inchino, evitando la stretta di mano o l’abbraccio;
  • distribuzione dell’Eucaristia: i Ministri continueranno a indossare la mascherina e a igienizzare le mani prima di distribuire l’Eucaristia preferibilmente nella mano;
  • sintomi influenzali: non partecipi alle celebrazioni chi ha sintomi influenzali e chi è sottoposto a isolamento perché positivo al COVID-19;
  • igiene ambienti: si abbia cura di favorire il ricambio dell’aria sempre, specie prima e dopo le celebrazioni. Durante le stesse è necessario lasciare aperta o almeno socchiusa qualche porta e/o finestra. I luoghi sacri, comprese le sagrestie, siano igienizzati periodicamente mediante pulizia delle superfici con idonei detergenti;
  • processioni: è possibile riprendere la pratica delle processioni.
Nella considerazione delle varie situazioni e consuetudini locali si potranno adottare indicazioni particolari. Il discernimento degli Ordinari potrà favorire una valutazione attenta della realtà e orientare le scelte.

Orientamenti per la Settimana Santa 2022

Si esortino i fedeli alla partecipazione in presenza alle celebrazioni liturgiche limitando la ripresa in streaming delle celebrazioni e l’uso dei social media per la partecipazione alle stesse. A tal riguardo si segnala che i media della CEI – Tv2000 e Circuito radiofonico InBlu – trasmetteranno tutte le celebrazioni presiedute dal Santo Padre. Nello specifico, si offrono i seguenti orientamenti:
  • 1. la Domenica delle Palme, la Commemorazione dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme sia celebrata come previsto dal Messale Romano. Si presti però attenzione che i ministri e i fedeli tengano nelle mani il ramo d’ulivo o di palma portato con sé, evitando consegne o scambi di rami.
  • 2. il Giovedì Santo, nella Messa vespertina della “Cena del Signore”, per il rito della lavanda dei piedi ci si attenga a quanto prescritto ai nn. 10-11 del Messale Romano (p.138). Qualora si scelga di svolgere il rito della lavanda dei piedi si consiglia di sanificare le mani ogni voltae indossare la mascherina.
  • 3. il Venerdì Santo, tenuto conto dell’indicazione del Messale Romano (“In caso di grave necessità pubblica, l’Ordinario del luogo può permettere o stabilire che si aggiunga una speciale intenzione”, n. 12), il Vescovo introduca nella preghiera universale un’intenzione “per quanti soffrono a causa della guerra”. L’atto di adorazione della Croce, evitando il bacio, avverrà secondo quanto prescritto ai nn. 18-19, del Messale Romano (p. 157).
  • 4. la Veglia pasquale potrà essere celebrata in tutte le sue parti come previsto dal rito.
I presenti orientamenti sono estesi a seminari, collegi sacerdotali, monasteri e comunità religiose. Roma, 25 marzo 2022]]>

Con la fine dello stato di emergenza dal primo aprile si possono riprendere le celebrazioni all'aperto e anche negli spazi chiusi non è più necessario il distanziamento. È comunque richesto di mantenere la massima prudenza. E per le celebrazioni si invita a privilegiare la presenza del popolo di Dio limitando le trasmissioni in diretta sui media e sui social. Inoltre l'attualità entra anche nella celebrazione del Venerdì Santo con l'aggiunta di una speciale preghiera “per quanti soffrono a causa della guerra”, nella solenne “Preghiera universale”. Sono alcune delle indicazioni contenute nella Lettera (che qui pubblichiamo integralmente) in merito alla fine dello stato di emergenza COVID-19, diffusa ieri, venerdì 25 marzo, dalla Presidenza della Conferenza episcopale italiana. Nella Lettera si risponde ai quesiti sulle norme da tenere nelle celebrazioni liturgiche dopo la fine dello stato di emergenza stabilito dal Governo italiano. La Presidenza della Cei comunica che il protocollo sulle celebrazioni adottato il 7 maggio 2020 è ora abrogato e nella Lettera dà consigli e suggerimenti circa le celebrazioni liturgiche e definisce gli Orientamenti per i riti della Settimana Santa.

Il testo della Lettera

Consigli e suggerimenti circa le celebrazioni liturgiche

Il superamento delle misure di contrasto alla diffusione dell’epidemia da COVID-19, in conseguenza della cessazione dello stato di emergenza (cfr DL 24 marzo 2022, n.24), offre la possibilità di una prudente ripresa. In seguito allo scambio di comunicazioni tra Conferenza Episcopale Italiana e Governo Italiano, con decorrenza 1° aprile 2022 è stabilita l’abrogazione del Protocollo del 7 maggio 2020 per le celebrazioni con il popolo. Tuttavia, la situazione sollecita tutti a un senso di responsabilità e rispetto di attenzioni e comportamenti per limitare la diffusione del virus. Condividiamo alcuni consigli e suggerimenti:
  • obbligo di mascherine: il DL 24/2022 proroga fino al 30 aprile l’obbligo di indossare le mascherine negli ambienti al chiuso. Pertanto, nei luoghi di culto al chiuso si acceda sempre indossando la mascherina;
  • distanziamento: non è obbligatorio rispettare la distanza interpersonale di un metro. Si predisponga però quanto necessario e opportuno per evitare assembramenti specialmente all’ingresso, all’uscita e tra le persone che, eventualmente, seguono le celebrazioni in piedi; igienizzazione: si continui a osservare l’indicazione di igienizzare le mani all’ingresso dei luoghi di culto;
  • acquasantiere: si continui a tenerle vuote;
  • scambio di pace: è opportuno continuare a volgere i propri occhi per intercettare quelli del vicino e accennare un inchino, evitando la stretta di mano o l’abbraccio;
  • distribuzione dell’Eucaristia: i Ministri continueranno a indossare la mascherina e a igienizzare le mani prima di distribuire l’Eucaristia preferibilmente nella mano;
  • sintomi influenzali: non partecipi alle celebrazioni chi ha sintomi influenzali e chi è sottoposto a isolamento perché positivo al COVID-19;
  • igiene ambienti: si abbia cura di favorire il ricambio dell’aria sempre, specie prima e dopo le celebrazioni. Durante le stesse è necessario lasciare aperta o almeno socchiusa qualche porta e/o finestra. I luoghi sacri, comprese le sagrestie, siano igienizzati periodicamente mediante pulizia delle superfici con idonei detergenti;
  • processioni: è possibile riprendere la pratica delle processioni.
Nella considerazione delle varie situazioni e consuetudini locali si potranno adottare indicazioni particolari. Il discernimento degli Ordinari potrà favorire una valutazione attenta della realtà e orientare le scelte.

Orientamenti per la Settimana Santa 2022

Si esortino i fedeli alla partecipazione in presenza alle celebrazioni liturgiche limitando la ripresa in streaming delle celebrazioni e l’uso dei social media per la partecipazione alle stesse. A tal riguardo si segnala che i media della CEI – Tv2000 e Circuito radiofonico InBlu – trasmetteranno tutte le celebrazioni presiedute dal Santo Padre. Nello specifico, si offrono i seguenti orientamenti:
  • 1. la Domenica delle Palme, la Commemorazione dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme sia celebrata come previsto dal Messale Romano. Si presti però attenzione che i ministri e i fedeli tengano nelle mani il ramo d’ulivo o di palma portato con sé, evitando consegne o scambi di rami.
  • 2. il Giovedì Santo, nella Messa vespertina della “Cena del Signore”, per il rito della lavanda dei piedi ci si attenga a quanto prescritto ai nn. 10-11 del Messale Romano (p.138). Qualora si scelga di svolgere il rito della lavanda dei piedi si consiglia di sanificare le mani ogni voltae indossare la mascherina.
  • 3. il Venerdì Santo, tenuto conto dell’indicazione del Messale Romano (“In caso di grave necessità pubblica, l’Ordinario del luogo può permettere o stabilire che si aggiunga una speciale intenzione”, n. 12), il Vescovo introduca nella preghiera universale un’intenzione “per quanti soffrono a causa della guerra”. L’atto di adorazione della Croce, evitando il bacio, avverrà secondo quanto prescritto ai nn. 18-19, del Messale Romano (p. 157).
  • 4. la Veglia pasquale potrà essere celebrata in tutte le sue parti come previsto dal rito.
I presenti orientamenti sono estesi a seminari, collegi sacerdotali, monasteri e comunità religiose. Roma, 25 marzo 2022]]>
Bassetti: è tempo di riprendere le celebrazioni. https://www.lavoce.it/bassetti-e-tempo-di-riprendere-le-celebrazioni/ Thu, 23 Apr 2020 19:22:05 +0000 https://www.lavoce.it/?p=56980

“Ma ora, lo dico in coscienza a tutte le istituzioni, è arrivato il tempo di riprendere la celebrazione dell’Eucarestia domenicale e dei funerali in chiesa, oltre ai battesimi e a tutti gli altri sacramenti”. Lo scrive il Cardinale Gualtiero Bassetti nella “Lettera settimanale” che invia ai fedeli della sua diocesi di Perugia - Città della Pieve da quando è iniziato il “lockdown” a causa del Coronavirus. In questa ultima Lettera (qui il testo integrale), inviata oggi pomeriggio con la Newsletter “Nuntium Perusinum”, il Cardinale si rivolge alle Istituzioni affinché possa riprendere la vita della comunità ecclesiale, “naturalmente seguendo quelle misure necessarie a garantire la sicurezza in presenza di più persone nei luoghi pubblici”. Con queste parole il Card. Bassetti, si rivolge sì alle istituzioni civili ma il lungo e meditato messaggio è rivolto in particolare a coloro che in questo periodo sono stati coinvolti nel dibattito suscitato da fedeli, parroci e anche vescovi che hanno espresso critiche anche accese alla scelta fatta dalla Conferenza episcopale italiana di “chiudere le Chiese”.

Messe in streaming e dimensione sacerdotale del Battesimo

Nel testo Bassetti descrive una Chiesa che saprebbe dire “come si affronta una situazione di persecuzione” ma è rimasta “disorientata” da un evento mai vissuto prima. Così “generosità e inventiva” hanno moltiplicato le messe in streaming ma - sottolinea Bassetti toccando un punto caldo del dibattito sulle messe che non si è ancora chiuso, “guardare la Messa non è celebrarla”. “Cose che - sottolinea - chiamano in causa, se non del tutto almeno in parte, la responsabilità dei laici e la fede nella dimensione sacerdotale propria del Battesimo”. Il Cardinale offre dunque una riflessione sul momento presente della Chiesa che si è trovata nel deserto “esattamente come è accaduto al popolo di Israele”. “La Chiesa condivide con l’intera umanità questa improvvisa condizione di deserto globalizzato. Come riuscire a viverla? Questo è il punto su cui può venirci in aiuto la parola di Dio: che cosa ci può dire la Scrittura in relazione al deserto? E al deserto dei nostri giorni?”.

Domande tra Dio e l’uomo

E nel deserto di oggi riecheggia l’antica domanda del credente: «Il Signore è in mezzo a noi, sì o no?». “Questa - sottolinea Bassetti - non è la domanda di un ateo, ma il dubbio di un credente che non ha ancora pienamente compreso che il Dio di Israele è un Dio liberatore. E tuttavia la domanda rimane, con tutta la sua forza provocatoria e scandalosa”. Il Cardinale Bassetti parla, dunque ai credenti, alla “comunità cristiana” alla quale chiede un “supplemento di umanità” che “non sempre noi cristiani riusciamo ad avere”. La domanda che dovrebbe porsi il credente, avverte Bassetti rieggendo il brano della Genesi in cui Dio cerca l’uomo, è “quella sulla nostra identità. Chi siamo noi?”. Il rischio, avverte Bassetti, è che ci costruiamo i nostro “vitello d’oro”, “Un dio-idolo a nostro uso e consumo, che risponda alle nostre esigenze. Ebbene, quel dio non esiste, ce lo siamo appunto creati. E lo accusiamo poi di aver mandato la pandemia”.

La salvezza viene dalla scienza?

La riflessione che il Cardinale chiede ai suoi fedeli non è fine a se stessa ma pone la grande questione della capacità di annuncio evengelico nel mondo in cui viviamo. “Se non ci poniamo correttamente la questione della ‘identità’ di Dio, rischiamo seriamente - avverte Bassetti - che, una volta usciti da questa pandemia, il mondo occidentale rimanga ancor più convinto che la vera salvezza viene solo dalla scienza e che la religione può tutt’al più avere un ruolo subalterno, magari consolatorio, ai margini della razionalità”. Una questione che il Cardinale pone nella sua dimensione ecumenica quando sottolinea che “Per le Chiese cristiane è l’ora di puntare sulla maturità della fede”.

La crisi rivela chi siamo

Quella che oggi stiamo vivendo, scrive Bassetti, è certamente un’ora di crisi ed è anche anche un’ora “apocalittica”, ma “nel senso biblico del termine: non cioè ‘distruzione’, ma ‘rivelazione’. In quest’ora della storia, il Signore ci rivela per quel che veramente siamo, per quello in cui realmente crediamo”. L’augurio del Cardinale è che da questa crisi “nasca quella compassione universale radicata nella Misericordia di Dio che ci renda più umani, nella convinzione che l’ultima parola della vita non è né la sofferenza, né il dolore, né la morte, ma l’amore, la bontà e la Resurrezione”.]]>

“Ma ora, lo dico in coscienza a tutte le istituzioni, è arrivato il tempo di riprendere la celebrazione dell’Eucarestia domenicale e dei funerali in chiesa, oltre ai battesimi e a tutti gli altri sacramenti”. Lo scrive il Cardinale Gualtiero Bassetti nella “Lettera settimanale” che invia ai fedeli della sua diocesi di Perugia - Città della Pieve da quando è iniziato il “lockdown” a causa del Coronavirus. In questa ultima Lettera (qui il testo integrale), inviata oggi pomeriggio con la Newsletter “Nuntium Perusinum”, il Cardinale si rivolge alle Istituzioni affinché possa riprendere la vita della comunità ecclesiale, “naturalmente seguendo quelle misure necessarie a garantire la sicurezza in presenza di più persone nei luoghi pubblici”. Con queste parole il Card. Bassetti, si rivolge sì alle istituzioni civili ma il lungo e meditato messaggio è rivolto in particolare a coloro che in questo periodo sono stati coinvolti nel dibattito suscitato da fedeli, parroci e anche vescovi che hanno espresso critiche anche accese alla scelta fatta dalla Conferenza episcopale italiana di “chiudere le Chiese”.

Messe in streaming e dimensione sacerdotale del Battesimo

Nel testo Bassetti descrive una Chiesa che saprebbe dire “come si affronta una situazione di persecuzione” ma è rimasta “disorientata” da un evento mai vissuto prima. Così “generosità e inventiva” hanno moltiplicato le messe in streaming ma - sottolinea Bassetti toccando un punto caldo del dibattito sulle messe che non si è ancora chiuso, “guardare la Messa non è celebrarla”. “Cose che - sottolinea - chiamano in causa, se non del tutto almeno in parte, la responsabilità dei laici e la fede nella dimensione sacerdotale propria del Battesimo”. Il Cardinale offre dunque una riflessione sul momento presente della Chiesa che si è trovata nel deserto “esattamente come è accaduto al popolo di Israele”. “La Chiesa condivide con l’intera umanità questa improvvisa condizione di deserto globalizzato. Come riuscire a viverla? Questo è il punto su cui può venirci in aiuto la parola di Dio: che cosa ci può dire la Scrittura in relazione al deserto? E al deserto dei nostri giorni?”.

Domande tra Dio e l’uomo

E nel deserto di oggi riecheggia l’antica domanda del credente: «Il Signore è in mezzo a noi, sì o no?». “Questa - sottolinea Bassetti - non è la domanda di un ateo, ma il dubbio di un credente che non ha ancora pienamente compreso che il Dio di Israele è un Dio liberatore. E tuttavia la domanda rimane, con tutta la sua forza provocatoria e scandalosa”. Il Cardinale Bassetti parla, dunque ai credenti, alla “comunità cristiana” alla quale chiede un “supplemento di umanità” che “non sempre noi cristiani riusciamo ad avere”. La domanda che dovrebbe porsi il credente, avverte Bassetti rieggendo il brano della Genesi in cui Dio cerca l’uomo, è “quella sulla nostra identità. Chi siamo noi?”. Il rischio, avverte Bassetti, è che ci costruiamo i nostro “vitello d’oro”, “Un dio-idolo a nostro uso e consumo, che risponda alle nostre esigenze. Ebbene, quel dio non esiste, ce lo siamo appunto creati. E lo accusiamo poi di aver mandato la pandemia”.

La salvezza viene dalla scienza?

La riflessione che il Cardinale chiede ai suoi fedeli non è fine a se stessa ma pone la grande questione della capacità di annuncio evengelico nel mondo in cui viviamo. “Se non ci poniamo correttamente la questione della ‘identità’ di Dio, rischiamo seriamente - avverte Bassetti - che, una volta usciti da questa pandemia, il mondo occidentale rimanga ancor più convinto che la vera salvezza viene solo dalla scienza e che la religione può tutt’al più avere un ruolo subalterno, magari consolatorio, ai margini della razionalità”. Una questione che il Cardinale pone nella sua dimensione ecumenica quando sottolinea che “Per le Chiese cristiane è l’ora di puntare sulla maturità della fede”.

La crisi rivela chi siamo

Quella che oggi stiamo vivendo, scrive Bassetti, è certamente un’ora di crisi ed è anche anche un’ora “apocalittica”, ma “nel senso biblico del termine: non cioè ‘distruzione’, ma ‘rivelazione’. In quest’ora della storia, il Signore ci rivela per quel che veramente siamo, per quello in cui realmente crediamo”. L’augurio del Cardinale è che da questa crisi “nasca quella compassione universale radicata nella Misericordia di Dio che ci renda più umani, nella convinzione che l’ultima parola della vita non è né la sofferenza, né il dolore, né la morte, ma l’amore, la bontà e la Resurrezione”.]]>
La Chiesa vicina alla gente… e non solo tramite i social e la tv https://www.lavoce.it/la-chiesa-vicina-alla-gente/ Tue, 24 Mar 2020 11:00:02 +0000 https://www.lavoce.it/?p=56542 lente d'ingrandimento, logo rubrica De gustibus

Si discute delle misure prese dalla Chiesa italiana per evitare il contagio.

Il priore di Bose, Enzo Bianchi, critica la “virtualizzazione della liturgia”, definendola “morte della liturgia cristiana, che è sempre incontro di corpi e di realtà materiali”. Per poi chiedersi: “Se la Chiesa non sa essere presente alla nascita e alla morte delle persone, come potrà esserlo nella loro vita?”. La lunga fila di carri funebri in attesa di entrare all’ospedale di Bergamo dà un’immagine tangibile della straordinarietà di quanto sta succedendo. E di quanto conforto religioso avranno cercato, o staranno cercando, prima le vittime del contagio e poi i loro cari. Credo che non soltanto la Chiesa e i suoi vertici stiano ancora tentando di capire, nella temperie che ci coinvolge tutti, come poter essere d’aiuto al proprio popolo. Un giovane prete lombardo, laureato in Medicina, ha chiesto e ottenuto di poter andare a dare una mano in ospedale. Ci sono corpi da curare. Forse Papa Francesco, che ha voluto percorrere a piedi, in una Roma deserta, il tratto di strada tra due chiese in via del Corso, ha pensato alle anime e ai cuori. Come quando, dopo il terremoto del 2016, salì ad Amatrice e si fermò a pregare in mezzo alle macerie. Non sono un teologo, ma ricordo una frase delle sacre Scritture, quella che dice “l’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore”. Vedrà sicuramente, nostro Signore, quanta angoscia c’è in questo momento nel cuore di ogni persona. E quanto bisogno di averlo vicino. Ma lo vedono anche i nostri sacerdoti. Che non ci possono stare vicino, ma possono pregare. Per tutti noi. Daris Giancarlini]]>
lente d'ingrandimento, logo rubrica De gustibus

Si discute delle misure prese dalla Chiesa italiana per evitare il contagio.

Il priore di Bose, Enzo Bianchi, critica la “virtualizzazione della liturgia”, definendola “morte della liturgia cristiana, che è sempre incontro di corpi e di realtà materiali”. Per poi chiedersi: “Se la Chiesa non sa essere presente alla nascita e alla morte delle persone, come potrà esserlo nella loro vita?”. La lunga fila di carri funebri in attesa di entrare all’ospedale di Bergamo dà un’immagine tangibile della straordinarietà di quanto sta succedendo. E di quanto conforto religioso avranno cercato, o staranno cercando, prima le vittime del contagio e poi i loro cari. Credo che non soltanto la Chiesa e i suoi vertici stiano ancora tentando di capire, nella temperie che ci coinvolge tutti, come poter essere d’aiuto al proprio popolo. Un giovane prete lombardo, laureato in Medicina, ha chiesto e ottenuto di poter andare a dare una mano in ospedale. Ci sono corpi da curare. Forse Papa Francesco, che ha voluto percorrere a piedi, in una Roma deserta, il tratto di strada tra due chiese in via del Corso, ha pensato alle anime e ai cuori. Come quando, dopo il terremoto del 2016, salì ad Amatrice e si fermò a pregare in mezzo alle macerie. Non sono un teologo, ma ricordo una frase delle sacre Scritture, quella che dice “l’uomo vede l’apparenza, ma il Signore vede il cuore”. Vedrà sicuramente, nostro Signore, quanta angoscia c’è in questo momento nel cuore di ogni persona. E quanto bisogno di averlo vicino. Ma lo vedono anche i nostri sacerdoti. Che non ci possono stare vicino, ma possono pregare. Per tutti noi. Daris Giancarlini]]>