lettera pastorale Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/lettera-pastorale/ Settimanale di informazione regionale Thu, 12 Sep 2024 18:37:27 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg lettera pastorale Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/lettera-pastorale/ 32 32 La comunità traccia “Sentieri di speranza”. La Lettera del Vescovo Ivan https://www.lavoce.it/la-comunita-traccia-sentieri-di-speranza-la-lettera-del-vescovo-ivan/ https://www.lavoce.it/la-comunita-traccia-sentieri-di-speranza-la-lettera-del-vescovo-ivan/#respond Thu, 12 Sep 2024 15:59:07 +0000 https://www.lavoce.it/?p=77556

Il vescovo Ivan Maffeis scrive alla sua Chiesa la seconda Lettera pastorale "Sentieri di speranza". Già dal titolo lascia intuire che si tratta della prosecuzione di un discorso, ma anche di una visione: quella di una comunità di credenti “in uscita”, che si lascia trasportare dal movimento dell’amore per Dio e per il prossimo. Dopo aver invitato a avere “Il coraggio dei passi” (Lettera pastorale 2023) invita a percorrere “Sentieri di speranza” . Non sono “sentieri” del tutto nuovi. Molte indicazioni provengono dal discernimento iniziato nei gruppi sinodali, proseguito nelle assemblee diocesane (maggio e ottobre dell’anno scorso) e poi nelle parrocchie e unità pastorali. Sono “sentieri” aperti ma da curare e meglio definire perché possano essere percorsi da tutto il popolo di Dio e per evitare - proseguendo la metafora del cammino - che i rovi e le erbacce li rendano impraticabili e irriconoscibili. Nuovo è l’orizzonte in cui si muove il cammino della Chiesa di Perugia - Città della Pieve: quello del Giubileo della Speranza, un “dono” per tutta la Chiesa in questi tempi in cui per molti motivi fede e speranza sono messe a dura prova.

L'Anno del Giubileo della speranza

Il Vescovo richiama la realtà sociale e culturale in cui viviamo (con piccole storie spesso di giovani) nella quale il Vangelo fatica a trovare spazio quando non è totalmente sconosciuto. “Su questo sfondo - scrive mons. Maffeis - giunge il nuovo Anno santo. Aperto dal suono del corno d’ariete (iòvel, da cui Giubileo), annunciava la libertà agli schiavi e la restituzione della terra, quale anticipo del riposo e della pace futura. Papa Francesco ha scelto di distendere quel suono sulla partitura della speranza. Una ‘speranza che non delude’, come assicura fin dal titolo della Bolla d’indizione; una speranza che trova fondamento nella Parola di Dio, nella fede nella vita eterna e nel tanto bene già presente: dove è sostenuto il desiderio di generare, l’ammalato e l’anziano sono custoditi e i giovani non sono lasciati scivolare in gesti autodistruttivi; dove il migrante è accolto e chi vive in condizioni di disagio incontra opportunità per ripartire; dove i beni della terra non restano privilegio di pochi e le spese militari si convertono per eliminare finalmente la fame; dove sulla violenza della guerra si fa strada la ricerca della giustizia e della pace; dove il perdono rinnova le relazioni, in forza di un amore più grande di ogni fragilità”.

Spunti di lavoro per le comunità

‘Sulla filigrana del testo di Papa Francesco, - aggiunge il Vescovo - offro con semplicità qualche spunto per aiutare a ritrovare le radici della speranza, che parla tanto nel patrimonio della Tradizione cristiana (I parte), quanto in alcuni segni concreti, che chiedono di diventare esperienza condivisa (II parte). Qualche proposta conclusiva è finalizzata a non sciupare la grazia dell’anno giubilare (III parte)”. In questo ampio orizzonte ricorda il cammino già fatto. “A livello diocesano quest’ultimo anno ci ha così visti rinnovare il Consiglio presbiterale, il Collegio dei consultori, il Consiglio dei vicari, il Consiglio pastorale e il Consiglio affari economici e a far nostro un metodo di lavoro, che integra sempre più la fase consultiva con quella deliberativa. Tale impegno chiama in gioco le parrocchie, le unità pastorali e le zone. Non ci è dato di attardarci sulla crisi o sulla stanchezza dei rispettivi organismi: ripensiamoli secondo forme agili e funzionali, che siano espressione di una comunità che si coinvolge per il bene di tutti”. E nell’ultima parte della Lettera suggerisce impegni concreti per far sì che quei “Sentieri di speranza” diventino strade trafficate dal popolo di Dio che vive in questa terra. La Lettera può essere scaricata in formato pdf o e-pub dal sito diocesano www.perugia.diocesi.it .

Inizia il nuovo anno pastorale

La festa della Madonna delle Grazie, il 12 settembre, segna l’inizio dell’anno pastorale con la celebrazione delle ore 18, presieduta dall’arcivescovo Ivan Maffeis nella cattedrale di San Lorenzo. Un inizio quest’anno sottolineato dal gesto della consegna della Lettera pastorale dell’arcivescovo Ivan Maffeis e dall’ordinazione diaconale di Samuele Betti, che quest’anno concluderà la sua formazione al Seminario regionale di Assisi per essere ordinato sacerdote il prossimo anno. La festa mariana, sottolineata anche con l’esposizione del Sant’Anello, ha un prolungamento domenica 15 settembre. Sarà la Giornata della Famiglia, con la messa presieduta dall’Arcivescovo (ore 11) il quale conferirà il mandato agli operatori della pastorale familiare. Poi nel pomeriggio in programma giochi, attività di animazione e proposte culturali con Isola San Lorenzo per i bambini di tutte le età.  ]]>

Il vescovo Ivan Maffeis scrive alla sua Chiesa la seconda Lettera pastorale "Sentieri di speranza". Già dal titolo lascia intuire che si tratta della prosecuzione di un discorso, ma anche di una visione: quella di una comunità di credenti “in uscita”, che si lascia trasportare dal movimento dell’amore per Dio e per il prossimo. Dopo aver invitato a avere “Il coraggio dei passi” (Lettera pastorale 2023) invita a percorrere “Sentieri di speranza” . Non sono “sentieri” del tutto nuovi. Molte indicazioni provengono dal discernimento iniziato nei gruppi sinodali, proseguito nelle assemblee diocesane (maggio e ottobre dell’anno scorso) e poi nelle parrocchie e unità pastorali. Sono “sentieri” aperti ma da curare e meglio definire perché possano essere percorsi da tutto il popolo di Dio e per evitare - proseguendo la metafora del cammino - che i rovi e le erbacce li rendano impraticabili e irriconoscibili. Nuovo è l’orizzonte in cui si muove il cammino della Chiesa di Perugia - Città della Pieve: quello del Giubileo della Speranza, un “dono” per tutta la Chiesa in questi tempi in cui per molti motivi fede e speranza sono messe a dura prova.

L'Anno del Giubileo della speranza

Il Vescovo richiama la realtà sociale e culturale in cui viviamo (con piccole storie spesso di giovani) nella quale il Vangelo fatica a trovare spazio quando non è totalmente sconosciuto. “Su questo sfondo - scrive mons. Maffeis - giunge il nuovo Anno santo. Aperto dal suono del corno d’ariete (iòvel, da cui Giubileo), annunciava la libertà agli schiavi e la restituzione della terra, quale anticipo del riposo e della pace futura. Papa Francesco ha scelto di distendere quel suono sulla partitura della speranza. Una ‘speranza che non delude’, come assicura fin dal titolo della Bolla d’indizione; una speranza che trova fondamento nella Parola di Dio, nella fede nella vita eterna e nel tanto bene già presente: dove è sostenuto il desiderio di generare, l’ammalato e l’anziano sono custoditi e i giovani non sono lasciati scivolare in gesti autodistruttivi; dove il migrante è accolto e chi vive in condizioni di disagio incontra opportunità per ripartire; dove i beni della terra non restano privilegio di pochi e le spese militari si convertono per eliminare finalmente la fame; dove sulla violenza della guerra si fa strada la ricerca della giustizia e della pace; dove il perdono rinnova le relazioni, in forza di un amore più grande di ogni fragilità”.

Spunti di lavoro per le comunità

‘Sulla filigrana del testo di Papa Francesco, - aggiunge il Vescovo - offro con semplicità qualche spunto per aiutare a ritrovare le radici della speranza, che parla tanto nel patrimonio della Tradizione cristiana (I parte), quanto in alcuni segni concreti, che chiedono di diventare esperienza condivisa (II parte). Qualche proposta conclusiva è finalizzata a non sciupare la grazia dell’anno giubilare (III parte)”. In questo ampio orizzonte ricorda il cammino già fatto. “A livello diocesano quest’ultimo anno ci ha così visti rinnovare il Consiglio presbiterale, il Collegio dei consultori, il Consiglio dei vicari, il Consiglio pastorale e il Consiglio affari economici e a far nostro un metodo di lavoro, che integra sempre più la fase consultiva con quella deliberativa. Tale impegno chiama in gioco le parrocchie, le unità pastorali e le zone. Non ci è dato di attardarci sulla crisi o sulla stanchezza dei rispettivi organismi: ripensiamoli secondo forme agili e funzionali, che siano espressione di una comunità che si coinvolge per il bene di tutti”. E nell’ultima parte della Lettera suggerisce impegni concreti per far sì che quei “Sentieri di speranza” diventino strade trafficate dal popolo di Dio che vive in questa terra. La Lettera può essere scaricata in formato pdf o e-pub dal sito diocesano www.perugia.diocesi.it .

Inizia il nuovo anno pastorale

La festa della Madonna delle Grazie, il 12 settembre, segna l’inizio dell’anno pastorale con la celebrazione delle ore 18, presieduta dall’arcivescovo Ivan Maffeis nella cattedrale di San Lorenzo. Un inizio quest’anno sottolineato dal gesto della consegna della Lettera pastorale dell’arcivescovo Ivan Maffeis e dall’ordinazione diaconale di Samuele Betti, che quest’anno concluderà la sua formazione al Seminario regionale di Assisi per essere ordinato sacerdote il prossimo anno. La festa mariana, sottolineata anche con l’esposizione del Sant’Anello, ha un prolungamento domenica 15 settembre. Sarà la Giornata della Famiglia, con la messa presieduta dall’Arcivescovo (ore 11) il quale conferirà il mandato agli operatori della pastorale familiare. Poi nel pomeriggio in programma giochi, attività di animazione e proposte culturali con Isola San Lorenzo per i bambini di tutte le età.  ]]>
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‘Il coraggio dei passi’, la prima Lettera pastorale dell’arcivescovo Ivan Maffeis https://www.lavoce.it/il-coraggio-dei-passi-la-prima-lettera-pastorale-dellarcivescovo-ivan-maffeis/ https://www.lavoce.it/il-coraggio-dei-passi-la-prima-lettera-pastorale-dellarcivescovo-ivan-maffeis/#respond Tue, 12 Sep 2023 13:26:54 +0000 https://www.lavoce.it/?p=73273 lettera pastorale

"Sopra un paio di scarpe da ginnastica, i calzoncini corti e una maglietta sudata, indossa un sorriso discreto e buono, che non si spegne quando i ragazzi - senza troppa convinzione - provano a dipingermelo come esigente e impegnativo.

Guardo con sconfinata gratitudine questo prete, che ha compiuto i 75 lo scorso anno: nella calura del tardo pomeriggio congeda i bambini, riassume ai giovani il programma dell’indomani e, nel salutarli, raccomanda loro di ricordarsi di chiudere il cancello dell’Oratorio. Non alza la voce, non ne ha bisogno: ha su di sé gli occhi di tutti.

Ed è uno sguardo carico di stima e d’affetto".

Così introduce l’arcivescovo Ivan Maffeis la sua prima Lettera pastorale, Il coraggio dei passi, alla comunità diocesana di Perugia-Città della Pieve, in rete (consultabile-scaricabile al link: https://diocesi.perugia.it/wd-document/lettera-pastorale-il-coraggio-dei-passi/) e in edizione cartacea (Ed. La Voce, Perugia, settembre 2023, pp. 24) dal 12 settembre, Festa diocesana della Madonna delle Grazie.

Frutto di una puntuale riflessione

Si tratta di un dono di monsignor Maffeis alla Chiesa che il Papa gli ha affidato un anno fa, l’11 settembre 2022, giorno della sua ordinazione episcopale nella cattedrale di Perugia. Non è un bilancio del suo primo anno di episcopato, ma è il frutto di una puntuale riflessione pastorale dopo aver conosciuto tutte le componenti della Chiesa diocesana, avviato contatti con le realtà istituzionali, socio-culturali e produttive del territorio, soprattutto su quanto è emerso dall’Assemblea diocesana dello scorso maggio.

La prossima si svolgerà il 15 ottobre 2023 (dalle ore 15.30), presso la chiesa San Giovanni Paolo II in Ponte della Pietra. Il tema, che verrà introdotto dallo stesso Maffeis, approfondito nei lavori di gruppo, è: Unità pastorali, una scelta missionaria. Un cambiamento di passo in stile sinodale.

Una proposta di cammino

Questa lettera pastorale è, come si evince dal titolo, una proposta di cammino che attende la Chiesa perugino-pievese per essere sempre più evangelizzatrice, missionaria e profetica al suo interno e all’esterno, con uno sguardo privilegiato al mondo giovanile (non è casuale l’immagine di giovani in copertina), per contribuire allo sviluppo di una società più umana e più giusta per dirsi, in primis, cristiana. Monsignor Maffeis, fin dalle prime righe, cita sacerdoti, giovani e oratori, una sorta di viatico alla cronaca estiva che ci ha messo sotto gli occhi episodi in cui a farla da padrone è la povertà di senso. Diciasettenni che mettono a ferro e fuoco città, saccheggiando negozi di marca. Minorenni accusati di aver trasformato una festa in violenza e abuso ai danni di ragazzine. Femminicidi quotidiani, compiuti da chi confonde l’amore con il possesso, la persona con la cosa.

Tanti don Milani

"Questo sfondo -sottolinea l'arcivescovo- rende ancora più grandi le figure di tanti educatori - preti e giovani animatori - che si sono lasciati coinvolgere nella vita di migliaia di bambini e adolescenti con settimane di Grest, campi estivi, Gmg di Lisbona, StarCup. Come i Salesiani, con la loro attenzione a offrire ai giovani l’opportunità di inserirsi a pieno titolo nella vita e nel mondo del lavoro. O come i Conventuali che, durante Umbria Jazz, hanno portato la freschezza dell’esperienza cristiana nelle piazze…

Quanti don Milani conosce questa nostra Chiesa! Diversi per età, storia e sensibilità, sono accomunati dalla passione per la vita buona del Vangelo; proprio come il Priore di Barbiana, del quale ricorrono i cent’anni dalla nascita,  rinnovano a ogni ragazzo il loro I care: mi riguardi, mi interessi, mi stai a cuore".

Anticorpo all’isolamento

"In una stagione di fragilità diffusa -prosegue monsignor Maffeis- la comunità cristiana rimane un anticorpo all’isolamento, un presidio inestimabile che plasma e chiama in gioco la responsabilità individuale, una proposta di percorsi di incontro, di formazione e di spiritualità, aperta anche a quanti non conoscono gli ambienti parrocchiali o che se ne sono allontanati; una rete di relazioni che accoglie, custodisce e accompagna la crescita delle giovani generazioni".

Il nuovo anno scolastico

L’arcivescovo si sofferma anche sul nuovo anno scolastico rivolgendo a ogni insegnante, a partire da quelli di religione, l’augurio di un tempo reso fecondo dall’attenzione ai ragazzi e dall’alleanza educativa con le famiglie: sono condizioni per poter condividere sui banchi della vita quei beni culturali e relazionali che rendono interessante e significativa la giornata di ciascuno.

Attenzione alla centralità della persona

I titoli di ciascun capitolo della Lettera sintetizzano bene il contenuto: Mi stai a cuore, La Consegna dell’Assemblea diocesana, Se la fede s’allontata dalla sorgente, Punti di forza, Passi di cambiamento e Il tratto di strada che ci attende.

"Tra i Punti di forza -scrive monsignor Maffeis- come non evidenziare quello della carità in cui, si respira una discreta capacità di fare rete, conseguenza di un investimento lungimirante e perseverante, come dimostrano i Centri d’ascolto, gli empori, le mense della Caritas, le Case della Carità: tutte realtà contraddistinte dalla formazione degli operatori e dall’attenzione a chi si trova nel bisogno ed è esposto a situazioni di fragilità, malattia, disabilità, emarginazione e solitudine. L’Opera don Guanella, posta lungo la Strada Tuderte, la Villa Nazarena a Pozzuolo, il Villaggio Santa Caterina a Solfagnano come le tante residenze che, a partire da Fontenuovo, ospitano anziani, sono solo alcuni esempi di realtà certamente diverse, ma accomunate dall’attenzione per la centralità della persona".

No a una Chiesa appesantita

Nel soffermarsi sui Passi di cambiamento, l’arcivescovo riflette su quanto ha detto il Papa ai vescovi italiani lo scorso maggio:

"Una Chiesa appesantita dalle strutture, dalla burocrazia, dal formalismo faticherà a camminare nella storia al passo dello Spirito, rimarrà lì e non potrà camminare incontro agli uomini e alle donne del nostro tempo…

Dovremmo domandarci quanto facciamo spazio e quanto ascoltiamo realmente nelle nostre comunità le voci dei giovani, delle donne, dei poveri, di coloro che sono delusi, di chi nella vita è stato ferito ed è arrabbiato con la Chiesa".

Andare avanti con coraggio

Inoltre, evidenzia Maffeis pensando ai contributi dell’Assemblea diocesana e a quanto detto dal Papa, le nostre comunità avvertono l’importanza e perfino l’urgenza di avere il coraggio del nuovo, pur senza dimenticare la ricchezza della Tradizione: un nuovo modo di essere Chiesa, di vivere da cristiani, di fare le cose.

E per Il tratto di strada che ci attende, monsignor Maffeis è ottimista, com’è il suo carattere incoraggiante e speranzoso che aiuta molto il cammino della Chiesa perugino-pievese.

"Andiamo avanti con coraggio -scrive nel concludere la Lettera pastorale- memori che le vere riforme della Chiesa sono state attuate dai Santi.

Non è forse strettamente legata a molti di loro - a partire da San Benedetto e da San Francesco - la stessa bellezza della nostra terra umbra?".

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lettera pastorale

"Sopra un paio di scarpe da ginnastica, i calzoncini corti e una maglietta sudata, indossa un sorriso discreto e buono, che non si spegne quando i ragazzi - senza troppa convinzione - provano a dipingermelo come esigente e impegnativo.

Guardo con sconfinata gratitudine questo prete, che ha compiuto i 75 lo scorso anno: nella calura del tardo pomeriggio congeda i bambini, riassume ai giovani il programma dell’indomani e, nel salutarli, raccomanda loro di ricordarsi di chiudere il cancello dell’Oratorio. Non alza la voce, non ne ha bisogno: ha su di sé gli occhi di tutti.

Ed è uno sguardo carico di stima e d’affetto".

Così introduce l’arcivescovo Ivan Maffeis la sua prima Lettera pastorale, Il coraggio dei passi, alla comunità diocesana di Perugia-Città della Pieve, in rete (consultabile-scaricabile al link: https://diocesi.perugia.it/wd-document/lettera-pastorale-il-coraggio-dei-passi/) e in edizione cartacea (Ed. La Voce, Perugia, settembre 2023, pp. 24) dal 12 settembre, Festa diocesana della Madonna delle Grazie.

Frutto di una puntuale riflessione

Si tratta di un dono di monsignor Maffeis alla Chiesa che il Papa gli ha affidato un anno fa, l’11 settembre 2022, giorno della sua ordinazione episcopale nella cattedrale di Perugia. Non è un bilancio del suo primo anno di episcopato, ma è il frutto di una puntuale riflessione pastorale dopo aver conosciuto tutte le componenti della Chiesa diocesana, avviato contatti con le realtà istituzionali, socio-culturali e produttive del territorio, soprattutto su quanto è emerso dall’Assemblea diocesana dello scorso maggio.

La prossima si svolgerà il 15 ottobre 2023 (dalle ore 15.30), presso la chiesa San Giovanni Paolo II in Ponte della Pietra. Il tema, che verrà introdotto dallo stesso Maffeis, approfondito nei lavori di gruppo, è: Unità pastorali, una scelta missionaria. Un cambiamento di passo in stile sinodale.

Una proposta di cammino

Questa lettera pastorale è, come si evince dal titolo, una proposta di cammino che attende la Chiesa perugino-pievese per essere sempre più evangelizzatrice, missionaria e profetica al suo interno e all’esterno, con uno sguardo privilegiato al mondo giovanile (non è casuale l’immagine di giovani in copertina), per contribuire allo sviluppo di una società più umana e più giusta per dirsi, in primis, cristiana. Monsignor Maffeis, fin dalle prime righe, cita sacerdoti, giovani e oratori, una sorta di viatico alla cronaca estiva che ci ha messo sotto gli occhi episodi in cui a farla da padrone è la povertà di senso. Diciasettenni che mettono a ferro e fuoco città, saccheggiando negozi di marca. Minorenni accusati di aver trasformato una festa in violenza e abuso ai danni di ragazzine. Femminicidi quotidiani, compiuti da chi confonde l’amore con il possesso, la persona con la cosa.

Tanti don Milani

"Questo sfondo -sottolinea l'arcivescovo- rende ancora più grandi le figure di tanti educatori - preti e giovani animatori - che si sono lasciati coinvolgere nella vita di migliaia di bambini e adolescenti con settimane di Grest, campi estivi, Gmg di Lisbona, StarCup. Come i Salesiani, con la loro attenzione a offrire ai giovani l’opportunità di inserirsi a pieno titolo nella vita e nel mondo del lavoro. O come i Conventuali che, durante Umbria Jazz, hanno portato la freschezza dell’esperienza cristiana nelle piazze…

Quanti don Milani conosce questa nostra Chiesa! Diversi per età, storia e sensibilità, sono accomunati dalla passione per la vita buona del Vangelo; proprio come il Priore di Barbiana, del quale ricorrono i cent’anni dalla nascita,  rinnovano a ogni ragazzo il loro I care: mi riguardi, mi interessi, mi stai a cuore".

Anticorpo all’isolamento

"In una stagione di fragilità diffusa -prosegue monsignor Maffeis- la comunità cristiana rimane un anticorpo all’isolamento, un presidio inestimabile che plasma e chiama in gioco la responsabilità individuale, una proposta di percorsi di incontro, di formazione e di spiritualità, aperta anche a quanti non conoscono gli ambienti parrocchiali o che se ne sono allontanati; una rete di relazioni che accoglie, custodisce e accompagna la crescita delle giovani generazioni".

Il nuovo anno scolastico

L’arcivescovo si sofferma anche sul nuovo anno scolastico rivolgendo a ogni insegnante, a partire da quelli di religione, l’augurio di un tempo reso fecondo dall’attenzione ai ragazzi e dall’alleanza educativa con le famiglie: sono condizioni per poter condividere sui banchi della vita quei beni culturali e relazionali che rendono interessante e significativa la giornata di ciascuno.

Attenzione alla centralità della persona

I titoli di ciascun capitolo della Lettera sintetizzano bene il contenuto: Mi stai a cuore, La Consegna dell’Assemblea diocesana, Se la fede s’allontata dalla sorgente, Punti di forza, Passi di cambiamento e Il tratto di strada che ci attende.

"Tra i Punti di forza -scrive monsignor Maffeis- come non evidenziare quello della carità in cui, si respira una discreta capacità di fare rete, conseguenza di un investimento lungimirante e perseverante, come dimostrano i Centri d’ascolto, gli empori, le mense della Caritas, le Case della Carità: tutte realtà contraddistinte dalla formazione degli operatori e dall’attenzione a chi si trova nel bisogno ed è esposto a situazioni di fragilità, malattia, disabilità, emarginazione e solitudine. L’Opera don Guanella, posta lungo la Strada Tuderte, la Villa Nazarena a Pozzuolo, il Villaggio Santa Caterina a Solfagnano come le tante residenze che, a partire da Fontenuovo, ospitano anziani, sono solo alcuni esempi di realtà certamente diverse, ma accomunate dall’attenzione per la centralità della persona".

No a una Chiesa appesantita

Nel soffermarsi sui Passi di cambiamento, l’arcivescovo riflette su quanto ha detto il Papa ai vescovi italiani lo scorso maggio:

"Una Chiesa appesantita dalle strutture, dalla burocrazia, dal formalismo faticherà a camminare nella storia al passo dello Spirito, rimarrà lì e non potrà camminare incontro agli uomini e alle donne del nostro tempo…

Dovremmo domandarci quanto facciamo spazio e quanto ascoltiamo realmente nelle nostre comunità le voci dei giovani, delle donne, dei poveri, di coloro che sono delusi, di chi nella vita è stato ferito ed è arrabbiato con la Chiesa".

Andare avanti con coraggio

Inoltre, evidenzia Maffeis pensando ai contributi dell’Assemblea diocesana e a quanto detto dal Papa, le nostre comunità avvertono l’importanza e perfino l’urgenza di avere il coraggio del nuovo, pur senza dimenticare la ricchezza della Tradizione: un nuovo modo di essere Chiesa, di vivere da cristiani, di fare le cose.

E per Il tratto di strada che ci attende, monsignor Maffeis è ottimista, com’è il suo carattere incoraggiante e speranzoso che aiuta molto il cammino della Chiesa perugino-pievese.

"Andiamo avanti con coraggio -scrive nel concludere la Lettera pastorale- memori che le vere riforme della Chiesa sono state attuate dai Santi.

Non è forse strettamente legata a molti di loro - a partire da San Benedetto e da San Francesco - la stessa bellezza della nostra terra umbra?".

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