Istituto don bosco Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/istituto-don-bosco/ Settimanale di informazione regionale Sun, 28 Jan 2024 10:04:50 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg Istituto don bosco Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/istituto-don-bosco/ 32 32 La festa di Don Bosco con la ricollocazione del busto bronzeo https://www.lavoce.it/la-festa-di-don-bosco-con-la-ricollocazione-del-busto-bronzeo/ https://www.lavoce.it/la-festa-di-don-bosco-con-la-ricollocazione-del-busto-bronzeo/#respond Sun, 28 Jan 2024 10:03:50 +0000 https://www.lavoce.it/?p=74707 don bosco

Quest’anno sono particolarmente attesi, a Perugia, i festeggiamenti in onore di San Giovanni Bosco, educatore per eccellenza dei giovani, fondatore dei Salesiani e dei loro oratori, che la Chiesa celebra il 31 gennaio.

"E’ la festa della comunità educativa pastorale che si raduna per dire grazie a Don Bosco insieme al Pastore di Perugia".

A sottolinearlo è il direttore dell’Istituto Salesiano del capoluogo, don Claudio Tuveri, nel presentare i festeggiamenti che culmineranno domenica 4 febbraio anche con la benedizione e la ricollocazione del busto bronzeo di san Giovanni Bosco a cura dell’Associazione Ex Allievi Salesiani, la stessa che lo commissionò nel 1966 ad un suo socio, il noto artista e scultore perugino Artemio Giovagnoni.

Un dispetto gratuito e pesante

 Il busto è stato distaccato dal basamento in cemento, nella serata dello scorso 3 gennaio, ad opera di ignoti e poi rinvenuto da alcuni ex allievi in mezzo alla vegetazione circostante l’area verde esterna all’Istituto Salesiano dove era posizionato, alla confluenza di via Don Bosco con viale Pellini. La sua ricollocazione pone fine a quello che l’arcivescovo Ivan Maffeis ha definito un dispetto gratuito e pesante.

Buoni cristiani e onesti cittadini

 Alla cerimonia del 4 febbraio sono stati invitati i rappresentanti delle massime Istituzioni civili e religiose della città, come all’inaugurazione del 24 aprile 1966, nell’anno del 150esimo anniversario della nascita del Santo e in occasione del Convegno regionale ex-allievi e salesiani cooperatori.

"Il busto raffigurante San Giovanni Bosco -sottolineano le cronache dell’epoca- era stato progettato a «testimonianza dei grandi valori educativi e sociali da lui ereditati, quelli di essere buoni cristiani e onesti cittadini"

Il programma dei festeggiamenti

La giornata del 4 febbraio sarà preceduta dalla festa liturgica del 31 gennaio, alle ore 18.30, presso la chiesa di San Prospero interna al complesso salesiano, con la concelebrazione eucaristica presieduta dal direttore don Claudio Tuveri. A seguire la cena di fraternità nel refettorio dell’Istituto. A sua volta la ricorrenza del 31 gennaio sarà preceduta dal triduo di preparazione, in calendario il 28, 29 e 30 precedenti (ore 19.15), presso la cappella dell’Istituto Don Bosco.

La giornata salesiana di domenica 4 febbraio avrà inizio con l’accoglienza dei partecipanti (ore 10.30), nella sala San Prospero dell’Istituto Don Bosco, e con l’incontro Attualità Salesiana in Italia e nel mondo, a cura del direttore don Claudio Tuveri, con testimonianze di ex allievi. Seguirà la benedizione del busto di Don Bosco restaurato e ricollocato nella sua sede e la celebrazione eucaristica (ore 12), nella Palestra dell’Istituto, presieduta dall’arcivescovo Ivan Maffeis. L’agape fraterna nel refettorio, con lotteria nel salone Don Bosco, concluderà la giornata a cui l’Associazione Ex Allievi Salesiani, guidata dal prof. Fausto Santeusanio, invita a partecipare tutta la famiglia salesiana e la comunità perugina.

L’Associazione ricorda a quanti vorranno trattenersi al pranzo comunitario di far pervenire la propria adesione entro il 31 gennaio, contattando gli Ex Allievi (Lanfranco Papa, al 336 33 95 13, o Claudio Cristallini, al 347 03 66 428).

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don bosco

Quest’anno sono particolarmente attesi, a Perugia, i festeggiamenti in onore di San Giovanni Bosco, educatore per eccellenza dei giovani, fondatore dei Salesiani e dei loro oratori, che la Chiesa celebra il 31 gennaio.

"E’ la festa della comunità educativa pastorale che si raduna per dire grazie a Don Bosco insieme al Pastore di Perugia".

A sottolinearlo è il direttore dell’Istituto Salesiano del capoluogo, don Claudio Tuveri, nel presentare i festeggiamenti che culmineranno domenica 4 febbraio anche con la benedizione e la ricollocazione del busto bronzeo di san Giovanni Bosco a cura dell’Associazione Ex Allievi Salesiani, la stessa che lo commissionò nel 1966 ad un suo socio, il noto artista e scultore perugino Artemio Giovagnoni.

Un dispetto gratuito e pesante

 Il busto è stato distaccato dal basamento in cemento, nella serata dello scorso 3 gennaio, ad opera di ignoti e poi rinvenuto da alcuni ex allievi in mezzo alla vegetazione circostante l’area verde esterna all’Istituto Salesiano dove era posizionato, alla confluenza di via Don Bosco con viale Pellini. La sua ricollocazione pone fine a quello che l’arcivescovo Ivan Maffeis ha definito un dispetto gratuito e pesante.

Buoni cristiani e onesti cittadini

 Alla cerimonia del 4 febbraio sono stati invitati i rappresentanti delle massime Istituzioni civili e religiose della città, come all’inaugurazione del 24 aprile 1966, nell’anno del 150esimo anniversario della nascita del Santo e in occasione del Convegno regionale ex-allievi e salesiani cooperatori.

"Il busto raffigurante San Giovanni Bosco -sottolineano le cronache dell’epoca- era stato progettato a «testimonianza dei grandi valori educativi e sociali da lui ereditati, quelli di essere buoni cristiani e onesti cittadini"

Il programma dei festeggiamenti

La giornata del 4 febbraio sarà preceduta dalla festa liturgica del 31 gennaio, alle ore 18.30, presso la chiesa di San Prospero interna al complesso salesiano, con la concelebrazione eucaristica presieduta dal direttore don Claudio Tuveri. A seguire la cena di fraternità nel refettorio dell’Istituto. A sua volta la ricorrenza del 31 gennaio sarà preceduta dal triduo di preparazione, in calendario il 28, 29 e 30 precedenti (ore 19.15), presso la cappella dell’Istituto Don Bosco.

La giornata salesiana di domenica 4 febbraio avrà inizio con l’accoglienza dei partecipanti (ore 10.30), nella sala San Prospero dell’Istituto Don Bosco, e con l’incontro Attualità Salesiana in Italia e nel mondo, a cura del direttore don Claudio Tuveri, con testimonianze di ex allievi. Seguirà la benedizione del busto di Don Bosco restaurato e ricollocato nella sua sede e la celebrazione eucaristica (ore 12), nella Palestra dell’Istituto, presieduta dall’arcivescovo Ivan Maffeis. L’agape fraterna nel refettorio, con lotteria nel salone Don Bosco, concluderà la giornata a cui l’Associazione Ex Allievi Salesiani, guidata dal prof. Fausto Santeusanio, invita a partecipare tutta la famiglia salesiana e la comunità perugina.

L’Associazione ricorda a quanti vorranno trattenersi al pranzo comunitario di far pervenire la propria adesione entro il 31 gennaio, contattando gli Ex Allievi (Lanfranco Papa, al 336 33 95 13, o Claudio Cristallini, al 347 03 66 428).

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Celebrata dall’arcivescovo Maffeis all’Istituto Don Bosco la Solennità dell’Immacolata Concezione https://www.lavoce.it/celebrata-dallarcivescovo-maffeis-allistituto-don-bosco-la-solennita-dellimmacolata-concezione/ Fri, 09 Dec 2022 10:49:40 +0000 https://www.lavoce.it/?p=69499 celebrazione immacolata concezione 2022, istituto don bosco pg

"Un paio di mesi fa, incontrandoci per la celebrazione dei cent’anni di presenza salesiana a Perugia, abbiamo ripreso l’intuizione, cara a don Bosco, dell’educazione come cosa del cuore. Con la vostra disponibilità a frequentare la vita dei ragazzi, ad ascoltarli e a lasciarvi coinvolgere, a mescolarvi a loro (amando ciò che loro stessi amano e divenendo nel contempo fra loro interpreti dell’amore di Dio e promotori della loro crescita umana), voi Salesiani ci avete testimoniato che non esistono casi irrecuperabili".

Così l’arcivescovo Ivan Maffeis di Perugia-Città della Pieve nel rivolgersi agli educatori, formatori e operatori dell’Istituto Salesiano Don Bosco di Perugia durante l’omelia della celebrazione eucaristica della solennità dell’Immacolata Concezione, l’8 dicembre mattina, presso la palestra di questa significativa istituzione educativa che ha celebrato di recente i primi cento anni di presenza nel capoluogo umbro (1922-2022), come ha ricordato lo stesso presule.

Concelebranti sono stati il direttore del Don Bosco don Claudio Tuveri e il confratello don Wieslaw Dec, alla presenza di numerose famiglie di allievi ed ex allievi salesiani, frequentatori del Centro di formazione professionale CFP-CNOS, dell’Oratorio e della società sportiva PGS. La celebrazione è terminata con il cerchio mariano attorno all’altare animato dai più piccoli degli allievi, che avviene, il giorno dell’Immacolata, in tutte le Casa Salesiane presenti in centotrentaquattro Paesi del mondo, in ricordo della grande devozione di San Giovanni Bosco per la Beata Vergine Maria.

Grazie ai Salesiani tanti giovani, anche a Perugia, strappati alla strada

Monsignor Maffeis ha incentrato la sua omelia, il cui testo integrale è consultabile sul sito della diocesi (sezione arcivescovo-omelie), proprio sui giovani e su una delle categorie di persone più emarginate della società, quella dei detenuti, rendendo partecipi i fedeli di alcuni passaggi di due lettere dal carcere ricevute nei giorni scorsi. Entrambi gli scritti contengono richieste di aiuto nel cercare un lavoro dignitoso nell’espletamento della pena.

"Sono testimonianze vive e scomode -ha commentato l’arcivescovo- che confermano la bontà dell’intuizione di don Bosco e del cammino che, sulle sue orme, avete intrapreso. Non possiamo avere Dio per Padre, se non abbiamo la Chiesa per Madre, ripeteva il nostro Santo. E la maternità della Chiesa si esprime nel farsi accanto, nel condividere, nel sostenere, nell’offrire forme concrete di aiuto. Non dimentichiamoci di questi nostri fratelli, che hanno bisogno di trovare una porta aperta per non finire accartocciati nella disperazione. A volte mi chiedo dove sarei io, se non avessi trovato persone, che mi hanno offerto prospettive e percorsi di vita… Torna alla mente la cronaca della Festa dell’Immacolata del 1922 a Perugia: nelle cronache si sottolinea il raccoglimento e la devozione dei circa 200 giovani che quel giorno si accostarono alla Comunione, dei quali gran parte, prima della venuta dei Salesiani a Perugia, preferiva alla Chiesa la strada.

Il mistero che celebriamo, l’Immacolata Concezione della Vergine, assicura che questa nostra storia, pur segnata dal no del male del peccato, rimane nelle mani di Dio e della sua Provvidenza. Nell’umiltà e nella disponibilità di Maria -ha evidenziato monsignor Maffeis avviandosi alla conclusione- riconosciamo la vittoria di Dio e il di una nuova umanità, della quale chiediamo la grazia di poterne essere partecipi".

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celebrazione immacolata concezione 2022, istituto don bosco pg

"Un paio di mesi fa, incontrandoci per la celebrazione dei cent’anni di presenza salesiana a Perugia, abbiamo ripreso l’intuizione, cara a don Bosco, dell’educazione come cosa del cuore. Con la vostra disponibilità a frequentare la vita dei ragazzi, ad ascoltarli e a lasciarvi coinvolgere, a mescolarvi a loro (amando ciò che loro stessi amano e divenendo nel contempo fra loro interpreti dell’amore di Dio e promotori della loro crescita umana), voi Salesiani ci avete testimoniato che non esistono casi irrecuperabili".

Così l’arcivescovo Ivan Maffeis di Perugia-Città della Pieve nel rivolgersi agli educatori, formatori e operatori dell’Istituto Salesiano Don Bosco di Perugia durante l’omelia della celebrazione eucaristica della solennità dell’Immacolata Concezione, l’8 dicembre mattina, presso la palestra di questa significativa istituzione educativa che ha celebrato di recente i primi cento anni di presenza nel capoluogo umbro (1922-2022), come ha ricordato lo stesso presule.

Concelebranti sono stati il direttore del Don Bosco don Claudio Tuveri e il confratello don Wieslaw Dec, alla presenza di numerose famiglie di allievi ed ex allievi salesiani, frequentatori del Centro di formazione professionale CFP-CNOS, dell’Oratorio e della società sportiva PGS. La celebrazione è terminata con il cerchio mariano attorno all’altare animato dai più piccoli degli allievi, che avviene, il giorno dell’Immacolata, in tutte le Casa Salesiane presenti in centotrentaquattro Paesi del mondo, in ricordo della grande devozione di San Giovanni Bosco per la Beata Vergine Maria.

Grazie ai Salesiani tanti giovani, anche a Perugia, strappati alla strada

Monsignor Maffeis ha incentrato la sua omelia, il cui testo integrale è consultabile sul sito della diocesi (sezione arcivescovo-omelie), proprio sui giovani e su una delle categorie di persone più emarginate della società, quella dei detenuti, rendendo partecipi i fedeli di alcuni passaggi di due lettere dal carcere ricevute nei giorni scorsi. Entrambi gli scritti contengono richieste di aiuto nel cercare un lavoro dignitoso nell’espletamento della pena.

"Sono testimonianze vive e scomode -ha commentato l’arcivescovo- che confermano la bontà dell’intuizione di don Bosco e del cammino che, sulle sue orme, avete intrapreso. Non possiamo avere Dio per Padre, se non abbiamo la Chiesa per Madre, ripeteva il nostro Santo. E la maternità della Chiesa si esprime nel farsi accanto, nel condividere, nel sostenere, nell’offrire forme concrete di aiuto. Non dimentichiamoci di questi nostri fratelli, che hanno bisogno di trovare una porta aperta per non finire accartocciati nella disperazione. A volte mi chiedo dove sarei io, se non avessi trovato persone, che mi hanno offerto prospettive e percorsi di vita… Torna alla mente la cronaca della Festa dell’Immacolata del 1922 a Perugia: nelle cronache si sottolinea il raccoglimento e la devozione dei circa 200 giovani che quel giorno si accostarono alla Comunione, dei quali gran parte, prima della venuta dei Salesiani a Perugia, preferiva alla Chiesa la strada.

Il mistero che celebriamo, l’Immacolata Concezione della Vergine, assicura che questa nostra storia, pur segnata dal no del male del peccato, rimane nelle mani di Dio e della sua Provvidenza. Nell’umiltà e nella disponibilità di Maria -ha evidenziato monsignor Maffeis avviandosi alla conclusione- riconosciamo la vittoria di Dio e il di una nuova umanità, della quale chiediamo la grazia di poterne essere partecipi".

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L’Istituto Don Bosco e monsignor Rocchetta iscritti all’Albo d’Oro di Perugia https://www.lavoce.it/listituto-don-bosco-e-monsignor-rocchetta-iscritti-allalbo-doro-di-perugia/ Mon, 20 Jun 2022 15:07:16 +0000 https://www.lavoce.it/?p=67387 Albo d'Oro di Perugia

L'Istituto Don Bosco e monsignor Carlo Rocchetta, tra i nuovi iscritti all'Albo d'Oro di Perugia. La decisione, deliberata nell'ultima seduta dal Consiglio comunale, è stata ufficializzata nel corso della tradizionale cerimonia alla presenza delle massime autorità civili e militari nella Sala dei Notari, a conclusione delle celebrazioni per il 20 giugno.

Le motivazioni dell'iscrizione all'Albo d'Oro di Perugia

Istituto Don Bosco

"Arrivati a Perugia nel 1922 -si legge nella motivazione dell'iscrizione- i Salesiani si sono subito calati nella vita di un rione speciale, quello di Porta Sant’Angelo, dove hanno vissuto e condiviso con slancio le ansie e le speranze della povera gente. In poco tempo si sono guadagnati la stima e l’ammirazione di tutti per la cordiale socievolezza e il modello di vita esemplare, qualità che nel tempo non sono mai venute meno e che hanno permesso loro di dedicarsi all’educazione dei giovani perugini con grande passione, lavorando con impegno sempre costante nella nostra comunità al fine di dare concretezza al sistema educativo di Don Bosco, teso a formare buoni cristiani e onesti cittadini". A ritirare il premio per l’Istituto Don Bosco è stato il Rettore maggiore della congregazione dei salesiani don Angel Fernandez Artime che, ha voluto ringraziare Perugia e le sue Istituzioni a nome delle congregazioni salesiane.

Monsignor Carlo Rocchetta

Già docente di sacramentaria alla Pontificia Università Gregoriana di Roma e alla Facoltà Teologica di Firenze, attualmente è docente presso l’Istituto Teologico di Assisi. E’ socio fondatore della Società Italiana per la Ricerca Teologica (SIRT), e dell’Accademia Internazionale della Spiritualità Matrimoniale (INTAMS) con sede a Bruxelles, oltre che direttore del Corso di Teologia Sistematica di Bologna ed autore di numerose pubblicazioni e contributi a riviste scientifiche. Nel corso del suo impegno ministeriale, ha sentito il forte desiderio di dedicarsi completamente alla famiglia e, in particolare, alle coppie in crisi e ai loro figli, ai coniugi soli e separati. Un’esigenza interiore profonda, come una vocazione nella vocazione, che lo ha portato a lasciare le cattedre e gli altri impegni a livello nazionale, per dedicarsi totalmente a questa missione o servizio. Le sue opere più recenti nascono, così, dall’attività di assistente spirituale presso il Centro Familiare Casa della Tenerezza di Perugia, che si occupa dell’accoglienza di coppie in difficoltà, della formazione alla vita coniugale e dello studio sulla teologia del matrimonio e della famiglia. Il suo messaggio la tenerezza, insieme con la misericordia, salverà il mondo ed il concetto di tenerezza intesa come un modo di pensare, di amare, di relazionarsi, sono ispirazione delle Scuole della tenerezza che si tengono a Perugia e stimolo per noi tutti ad umanizzare i rapporti interpersonali, le relazioni e la società, basandoli non sull’avere ma sull’essere”.

Il plauso dell'Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve

L'amministratore diocesano di Perugia-Città della Pieve monsignor Marco Salvi esprime il plauso e l'apprezzamento dell'Archidiocesi per l'Iscrizione all'Albo d'Oro della Città di Perugia 2022 di due importanti realtà della vita ecclesiale perugina: l'Istituto Don Bosco, di cui quest'anno ricorre il centenario della presenza dell'opera salesiana in città, e monsignor Carlo Rocchetta, fondatore della Casa della Tenerezza che si occupa dell’accoglienza di coppie in difficoltà, della formazione alla vita coniugale e dello studio sulla teologia del matrimonio e della famiglia.

"Questo riconoscimento -nota monsignor Salvi- è un segnale di attenzione importante verso due ambiti pastorali a cui l’Archidiocesi presta da sempre particolare attenzione: la formazione dei giovani e la vita coniugale.

Siamo grati al Signore per la presenza di questi due grandi e preziosi doni, che sono patrimonio dell'intera città e, l'Iscrizione all'Albo d'Oro è un atto importante che esprime valori di condivisione e di comunione, costituendo un segnale di speranza per il futuro.

Desidero esprimere tutta la mia gratitudine -conclude l’amministratore diocesano- a monsignor Carlo Rocchetta e a don Giovanni Molinari, direttore della Casa Salesiana di Perugia, e a tutti i loro collaboratori, per il grande lavoro che svolgono quotidianamente con amore e dedizione. Sono grato al sindaco Andrea Romizi e al Consiglio comunale, per l'importante riconoscimento, segno di un'ulteriore attenzione verso l'azione pastorale portata avanti dall'Archidiocesi che tiene molto alla crescita spirituale, umana e sociale del territorio diocesano".

Iscritti all'Albo d'Oro di Perugia anche il professor Alberto Grohmann e l'attore e regista Giampiero Frondini

Quella che rappresenta la massima onorificenza della città capoluogo, è stata assegnata quest'anno anche al professor Alberto Grohmann, docente emerito di Studi Economici presso l'Università di Perugia, e all'attore e regista Giampiero Frondini, storico fondatore della compagnia teatrale Fontemaggiore.]]>
Albo d'Oro di Perugia

L'Istituto Don Bosco e monsignor Carlo Rocchetta, tra i nuovi iscritti all'Albo d'Oro di Perugia. La decisione, deliberata nell'ultima seduta dal Consiglio comunale, è stata ufficializzata nel corso della tradizionale cerimonia alla presenza delle massime autorità civili e militari nella Sala dei Notari, a conclusione delle celebrazioni per il 20 giugno.

Le motivazioni dell'iscrizione all'Albo d'Oro di Perugia

Istituto Don Bosco

"Arrivati a Perugia nel 1922 -si legge nella motivazione dell'iscrizione- i Salesiani si sono subito calati nella vita di un rione speciale, quello di Porta Sant’Angelo, dove hanno vissuto e condiviso con slancio le ansie e le speranze della povera gente. In poco tempo si sono guadagnati la stima e l’ammirazione di tutti per la cordiale socievolezza e il modello di vita esemplare, qualità che nel tempo non sono mai venute meno e che hanno permesso loro di dedicarsi all’educazione dei giovani perugini con grande passione, lavorando con impegno sempre costante nella nostra comunità al fine di dare concretezza al sistema educativo di Don Bosco, teso a formare buoni cristiani e onesti cittadini". A ritirare il premio per l’Istituto Don Bosco è stato il Rettore maggiore della congregazione dei salesiani don Angel Fernandez Artime che, ha voluto ringraziare Perugia e le sue Istituzioni a nome delle congregazioni salesiane.

Monsignor Carlo Rocchetta

Già docente di sacramentaria alla Pontificia Università Gregoriana di Roma e alla Facoltà Teologica di Firenze, attualmente è docente presso l’Istituto Teologico di Assisi. E’ socio fondatore della Società Italiana per la Ricerca Teologica (SIRT), e dell’Accademia Internazionale della Spiritualità Matrimoniale (INTAMS) con sede a Bruxelles, oltre che direttore del Corso di Teologia Sistematica di Bologna ed autore di numerose pubblicazioni e contributi a riviste scientifiche. Nel corso del suo impegno ministeriale, ha sentito il forte desiderio di dedicarsi completamente alla famiglia e, in particolare, alle coppie in crisi e ai loro figli, ai coniugi soli e separati. Un’esigenza interiore profonda, come una vocazione nella vocazione, che lo ha portato a lasciare le cattedre e gli altri impegni a livello nazionale, per dedicarsi totalmente a questa missione o servizio. Le sue opere più recenti nascono, così, dall’attività di assistente spirituale presso il Centro Familiare Casa della Tenerezza di Perugia, che si occupa dell’accoglienza di coppie in difficoltà, della formazione alla vita coniugale e dello studio sulla teologia del matrimonio e della famiglia. Il suo messaggio la tenerezza, insieme con la misericordia, salverà il mondo ed il concetto di tenerezza intesa come un modo di pensare, di amare, di relazionarsi, sono ispirazione delle Scuole della tenerezza che si tengono a Perugia e stimolo per noi tutti ad umanizzare i rapporti interpersonali, le relazioni e la società, basandoli non sull’avere ma sull’essere”.

Il plauso dell'Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve

L'amministratore diocesano di Perugia-Città della Pieve monsignor Marco Salvi esprime il plauso e l'apprezzamento dell'Archidiocesi per l'Iscrizione all'Albo d'Oro della Città di Perugia 2022 di due importanti realtà della vita ecclesiale perugina: l'Istituto Don Bosco, di cui quest'anno ricorre il centenario della presenza dell'opera salesiana in città, e monsignor Carlo Rocchetta, fondatore della Casa della Tenerezza che si occupa dell’accoglienza di coppie in difficoltà, della formazione alla vita coniugale e dello studio sulla teologia del matrimonio e della famiglia.

"Questo riconoscimento -nota monsignor Salvi- è un segnale di attenzione importante verso due ambiti pastorali a cui l’Archidiocesi presta da sempre particolare attenzione: la formazione dei giovani e la vita coniugale.

Siamo grati al Signore per la presenza di questi due grandi e preziosi doni, che sono patrimonio dell'intera città e, l'Iscrizione all'Albo d'Oro è un atto importante che esprime valori di condivisione e di comunione, costituendo un segnale di speranza per il futuro.

Desidero esprimere tutta la mia gratitudine -conclude l’amministratore diocesano- a monsignor Carlo Rocchetta e a don Giovanni Molinari, direttore della Casa Salesiana di Perugia, e a tutti i loro collaboratori, per il grande lavoro che svolgono quotidianamente con amore e dedizione. Sono grato al sindaco Andrea Romizi e al Consiglio comunale, per l'importante riconoscimento, segno di un'ulteriore attenzione verso l'azione pastorale portata avanti dall'Archidiocesi che tiene molto alla crescita spirituale, umana e sociale del territorio diocesano".

Iscritti all'Albo d'Oro di Perugia anche il professor Alberto Grohmann e l'attore e regista Giampiero Frondini

Quella che rappresenta la massima onorificenza della città capoluogo, è stata assegnata quest'anno anche al professor Alberto Grohmann, docente emerito di Studi Economici presso l'Università di Perugia, e all'attore e regista Giampiero Frondini, storico fondatore della compagnia teatrale Fontemaggiore.]]>
I Salesiani a Perugia: “Cento anni di storia e cento anni di futuro” https://www.lavoce.it/i-salesiani-a-perugia-cento-anni-di-storia-e-cento-anni-di-futuro/ Sat, 22 Jan 2022 17:04:47 +0000 https://www.lavoce.it/?p=64619 Logo 100 anni Don Bosco Perugia

L'anno appena iniziato segna il primo centenario della presenza dell'Opera Salesiana a Perugia (1922-2022). Questo importante anniversario verrà ricordato dalla famiglia Salesiana con alcuni eventi che si svolgeranno nel corso di questo anno. Il primo coinciderà con la celebrazione eucaristica in Cattedrale presieduta dal cardinale Gualtiero Bassetti il 31 gennaio, alle ore 18, nel giorno della festa di San Giovanni Bosco. Il programma completo degli eventi sarà presentato alla stampa martedì 25 gennaio alle ore 11.30 presso l'Istituto salesiano Don Bosco di Perugia. Interveranno il vescovo ausiliare mons. Marco Salvi, il direttore della casa salesiana don Giovanni Molinari e il presidente della “Unione Exallievi Salesiani” prof. Fausto Santeusanio.]]>
Logo 100 anni Don Bosco Perugia

L'anno appena iniziato segna il primo centenario della presenza dell'Opera Salesiana a Perugia (1922-2022). Questo importante anniversario verrà ricordato dalla famiglia Salesiana con alcuni eventi che si svolgeranno nel corso di questo anno. Il primo coinciderà con la celebrazione eucaristica in Cattedrale presieduta dal cardinale Gualtiero Bassetti il 31 gennaio, alle ore 18, nel giorno della festa di San Giovanni Bosco. Il programma completo degli eventi sarà presentato alla stampa martedì 25 gennaio alle ore 11.30 presso l'Istituto salesiano Don Bosco di Perugia. Interveranno il vescovo ausiliare mons. Marco Salvi, il direttore della casa salesiana don Giovanni Molinari e il presidente della “Unione Exallievi Salesiani” prof. Fausto Santeusanio.]]>
Buoni cristiani onesti cittadini https://www.lavoce.it/buoni-cristiani-onesti-cittadini/ Wed, 05 Feb 2020 15:40:24 +0000 https://www.lavoce.it/?p=56212 onesti

di card. Gualtiero Bassetti*

Quest’anno il Rettor Maggiore ha indicato nella Strenna 2020 una delle frasi più note attribuite al santo protettore dei giovani: essere “buoni cristiani e onesti cittadini”. La definirei una formula che racchiude l’«umanesimo educativo» di don Bosco. Il punto di partenza è quindi la sfida formativa che è al centro del carisma salesiano. Da sempre, e oggi più che mai, la comunità ecclesiale sente la necessità di farsi prossima nei confronti delle nuove generazioni.

Attenzione ai giovani

A partire dal Concilio Vaticano II, è cresciuta l’attenzione verso i giovani, ma la complessità della sfida educativa è tale che Papa Francesco ha sentito l’esigenza di rinnovare e rendere ancora più intenso l’impegno nei loro confronti. L’indizione, la celebrazione e le conclusioni del Sinodo dedicato ai giovani ne sono una chiara testimonianza. Le parole con cui il Santo Padre non si stanca di esortare i giovani al discernimento, allo slancio generoso, alla creatività e alla santità per occupare il posto che spetta loro nel mondo e nella Chiesa, sollecitano ad intensificare e rafforzare l’impegno per dare loro gli strumenti e gli ambienti più idonei a una crescita umana, cristiana e professionale.

Viviamo in una città, Perugia, e in una terra, l’Umbria, dove armonia e bellezza si fondono. Ma se non educheremo le nuove generazioni alle cose grandi, al desiderio di avere più vita, se non appagheremo in loro il bisogno di infinito, in una parola, di Dio, corriamo il rischio che i nostri ragazzi diventino schiavi dell’immanente, di “falsi profeti”, dell’imperativo del “tutto e subito”, di specchietti per le allodole che promettono vie illusorie per una felicità effimera e forviante.

Allora, proprio da una realtà come quella perugina, sensibile alle problematiche sociali, ricca di un umanesimo con radici antiche e consolidate, potrebbe partire il progetto per fare della nostra terra un vero laboratorio nel nome dei giovani e per i giovani. Torno all’espressione “buoni cristiani e onesti cittadini”.

Cristiani e cittadini

Le parole di Don Bosco ci dicono che il santo piemontese è convinto che la “risurrezione” della società passi attraverso l’esperienza cristiana. Ed è persuaso che i valori umani vengano assunti e purificati dalla vita di fede, potenziati dalla grazia. Per questo c’è bisogno di valorizzare l’umano nel cristiano, di promuovere tutto ciò che è positivo nella creazione per evangelizzare la società.

Vorrei ricordare lo scritto A Diogneto del secondo secolo in cui si legge che i cristiani “adempiono a tutti i loro doveri di cittadini, eppure portano i pesi della vita sociale con interiore distacco” e ancora che “dimorano sulla terra, ma sono cittadini del cielo. Obbediscono alle leggi stabilite, ma col loro modo di vivere vanno ben al di là delle leggi”. Per quanto lontano cronologicamente da queste parole, don Bosco sembra condividere analoghe preoccupazioni.

Il cristiano non è un separato: è cittadino insieme del cielo e della terra, e in quanto tale prende sul serio la sua duplice e unitaria vocazione. Quindi i cristiani non possono essere indifferenti al fenomeno “cittadino”. La salvezza che la comunità cristiana annuncia e vive non è un’astrazione rispetto al divenire storico. E la sequela di Cristo si concretizza anche nell’impegno per migliorare la terra e la società.

E’, quindi, da rigettare una visione intimistica della fede. Quante volte ripetiamo che la fede deve tradursi nel quotidiano, che l’Eucaristia deve farsi vita uscendo dalla chiesa, che la Parola di Dio deve plasmare il nostro agire. E la nostra vita è nella società, da cittadini. Don Bosco aggiunge alla parola “cittadini” l’aggettivo “onesti”. L’onestà ha molteplici volti.

Significa legalità, ossia rispetto della legge. Ad esempio un cittadino che evade le tasse, che non contribuisce in base ai propri mezzi ai bisogni della comunità, non è un onesto cittadino e quindi non è un buon cristiano. L’onestà è anche giustizia. Il Signore è il giusto per eccellenza. Essere giusti, per noi, vuol dire anche essere accanto agli ultimi: dai poveri ai disoccupati, dalle famiglie in difficoltà ai migranti che fuggono dalla miseria e dalle guerre. Così l’essere “buoni cristiani e onesti cittadini” diventa anche una chiamata all’impegno nell’ambito socio-politico.

Cattolici e politica

Faccio mie le parole di papa Francesco che ha detto: “È necessaria una nuova presenza di cattolici in politica. Una nuova presenza che non implica solo nuovi volti nelle campagne elettorali, ma principalmente nuovi metodi che permettano di forgiare alternative che contemporaneamente siano critiche e costruttive”.

L’Italia ha più che mai bisogno di laici cattolici che abbiano un’identità salda e chiara, che sappiano dialogare con tutti, che siano in grado di costruire reti di impegno e che si assumano la responsabilità di rispondere alle “attese della povera gente”, direbbe Giorgio La Pira. La vita del sindaco “santo”, a cui sono particolarmente legato, è stata tutta tessuta di preghiera, di meditazione, di prudenza, di fortezza, di carità.

E mi piace soffermarmi sul primo aspetto: la preghiera che è imprescindibile e irrinunciabile per il cristiano che si dedica alla cosa pubblica. Quando La Pira diceva che lo Spirito Santo gli chiedeva di salvare i posti di lavoro alla Pignone, non era un visionario o un ingenuo. La sua profezia era frutto della frequentazione quotidiana con Dio. Ecco perché sostengo che una rinnovata presenza dei cattolici nel panorama italiano debba partire dalla contemplazione.

Formazione nel Vangelo

È la fede che dona quella forza inesauribile e quel coraggio per affrontare le sfide più audaci e, all’occhio umano, talvolta impossibili. La Chiesa italiana, in questi anni, ha dedicato molto spazio alla riflessione sulla formazione alla “vita buona del Vangelo”, con particolare riferimento ai giovani che della Chiesa, come della società, sono la vera speranza. Si legge negli “Orientamenti pastorali 2010-2020”, che la “la comunità cristiana si rivolge ai giovani con fiducia: li cerca, li conosce e li stima; propone loro un cammino di crescita significativo.

I loro educatori devono essere ricchi di umanità, maestri, testimoni e compagni di strada, disposti a incontrarli là dove sono, ad ascoltarli, a ridestare le domande sul senso della vita e sul loro futuro, a sfidarli nel prendere sul serio la proposta cristiana, facendone esperienza nella comunità”.

D’altra parte, si sottolinea pure con insistenza che i giovani, “resi protagonisti del proprio cammino, orientati e guidati a un esercizio corresponsabile della libertà, possono davvero sospingere la storia verso un futuro di speranza”, e dare quindi un contributo notevole per il progresso della società e nel buon ordinamento delle istituzioni pubbliche. Nella storia della Chiesa nel nostro Paese si sono presentati grandi figure di formatori ed educatori, tra questi vi è senza dubbio Don Bosco.

Secondo l'esempio di Don Bosco

L’azione di questo grande santo si fonda sulla convinzione che occorra “illuminare la mente per irrobustire il cuore” e sull’intima percezione che “l’educazione è cosa del cuore, e che Dio solo ne è il padrone, e noi non potremo riuscire a cosa alcuna, se Dio non ce ne insegna l’arte e non ce ne mette in mano la chiave”.

Come comunità cristiana offriamo il nostro contributo perché nella società ci sia sempre più un terreno favorevole all’educazione. “Favorendo condizioni e stili di vita sani e rispettosi dei valori, è possibile promuovere lo sviluppo integrale della persona, educare all’accoglienza dell’altro e al discernimento della verità, alla solidarietà e al senso della festa, alla sobrietà e alla custodia del creato, alla mondialità e alla pace, alla legalità, alla responsabilità etica nell’economia e all’uso saggio delle tecnologie”.

Crediamo fermamente che l’essere dei buoni cristiani possa contribuire all’edificazione di una società più giusta e solidale, ancorata nella giustizia e nel rispetto di ciascuno. Come comunità ecclesiale accogliamo con fiducia iniziative o decisioni che vanno incontro alle esigenze della comunità, come siamo voce critica davanti a scelte o progetti che minano la persona e la società stessa, nel costante dialogo con tutti i protagonisti dell’agire sociale. Il bene comune è ciò che deve animare l’impegno di ciascuno.

Ed è il fine che don Bosco ha indicato con la sua azione profetica, quanto mai attuale, che anche qui a Perugia ha portato in un secolo straordinari frutti.

*Intervento per i 100 anni della presenza salesiana a Perugia 2 febbraio 2020 

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onesti

di card. Gualtiero Bassetti*

Quest’anno il Rettor Maggiore ha indicato nella Strenna 2020 una delle frasi più note attribuite al santo protettore dei giovani: essere “buoni cristiani e onesti cittadini”. La definirei una formula che racchiude l’«umanesimo educativo» di don Bosco. Il punto di partenza è quindi la sfida formativa che è al centro del carisma salesiano. Da sempre, e oggi più che mai, la comunità ecclesiale sente la necessità di farsi prossima nei confronti delle nuove generazioni.

Attenzione ai giovani

A partire dal Concilio Vaticano II, è cresciuta l’attenzione verso i giovani, ma la complessità della sfida educativa è tale che Papa Francesco ha sentito l’esigenza di rinnovare e rendere ancora più intenso l’impegno nei loro confronti. L’indizione, la celebrazione e le conclusioni del Sinodo dedicato ai giovani ne sono una chiara testimonianza. Le parole con cui il Santo Padre non si stanca di esortare i giovani al discernimento, allo slancio generoso, alla creatività e alla santità per occupare il posto che spetta loro nel mondo e nella Chiesa, sollecitano ad intensificare e rafforzare l’impegno per dare loro gli strumenti e gli ambienti più idonei a una crescita umana, cristiana e professionale.

Viviamo in una città, Perugia, e in una terra, l’Umbria, dove armonia e bellezza si fondono. Ma se non educheremo le nuove generazioni alle cose grandi, al desiderio di avere più vita, se non appagheremo in loro il bisogno di infinito, in una parola, di Dio, corriamo il rischio che i nostri ragazzi diventino schiavi dell’immanente, di “falsi profeti”, dell’imperativo del “tutto e subito”, di specchietti per le allodole che promettono vie illusorie per una felicità effimera e forviante.

Allora, proprio da una realtà come quella perugina, sensibile alle problematiche sociali, ricca di un umanesimo con radici antiche e consolidate, potrebbe partire il progetto per fare della nostra terra un vero laboratorio nel nome dei giovani e per i giovani. Torno all’espressione “buoni cristiani e onesti cittadini”.

Cristiani e cittadini

Le parole di Don Bosco ci dicono che il santo piemontese è convinto che la “risurrezione” della società passi attraverso l’esperienza cristiana. Ed è persuaso che i valori umani vengano assunti e purificati dalla vita di fede, potenziati dalla grazia. Per questo c’è bisogno di valorizzare l’umano nel cristiano, di promuovere tutto ciò che è positivo nella creazione per evangelizzare la società.

Vorrei ricordare lo scritto A Diogneto del secondo secolo in cui si legge che i cristiani “adempiono a tutti i loro doveri di cittadini, eppure portano i pesi della vita sociale con interiore distacco” e ancora che “dimorano sulla terra, ma sono cittadini del cielo. Obbediscono alle leggi stabilite, ma col loro modo di vivere vanno ben al di là delle leggi”. Per quanto lontano cronologicamente da queste parole, don Bosco sembra condividere analoghe preoccupazioni.

Il cristiano non è un separato: è cittadino insieme del cielo e della terra, e in quanto tale prende sul serio la sua duplice e unitaria vocazione. Quindi i cristiani non possono essere indifferenti al fenomeno “cittadino”. La salvezza che la comunità cristiana annuncia e vive non è un’astrazione rispetto al divenire storico. E la sequela di Cristo si concretizza anche nell’impegno per migliorare la terra e la società.

E’, quindi, da rigettare una visione intimistica della fede. Quante volte ripetiamo che la fede deve tradursi nel quotidiano, che l’Eucaristia deve farsi vita uscendo dalla chiesa, che la Parola di Dio deve plasmare il nostro agire. E la nostra vita è nella società, da cittadini. Don Bosco aggiunge alla parola “cittadini” l’aggettivo “onesti”. L’onestà ha molteplici volti.

Significa legalità, ossia rispetto della legge. Ad esempio un cittadino che evade le tasse, che non contribuisce in base ai propri mezzi ai bisogni della comunità, non è un onesto cittadino e quindi non è un buon cristiano. L’onestà è anche giustizia. Il Signore è il giusto per eccellenza. Essere giusti, per noi, vuol dire anche essere accanto agli ultimi: dai poveri ai disoccupati, dalle famiglie in difficoltà ai migranti che fuggono dalla miseria e dalle guerre. Così l’essere “buoni cristiani e onesti cittadini” diventa anche una chiamata all’impegno nell’ambito socio-politico.

Cattolici e politica

Faccio mie le parole di papa Francesco che ha detto: “È necessaria una nuova presenza di cattolici in politica. Una nuova presenza che non implica solo nuovi volti nelle campagne elettorali, ma principalmente nuovi metodi che permettano di forgiare alternative che contemporaneamente siano critiche e costruttive”.

L’Italia ha più che mai bisogno di laici cattolici che abbiano un’identità salda e chiara, che sappiano dialogare con tutti, che siano in grado di costruire reti di impegno e che si assumano la responsabilità di rispondere alle “attese della povera gente”, direbbe Giorgio La Pira. La vita del sindaco “santo”, a cui sono particolarmente legato, è stata tutta tessuta di preghiera, di meditazione, di prudenza, di fortezza, di carità.

E mi piace soffermarmi sul primo aspetto: la preghiera che è imprescindibile e irrinunciabile per il cristiano che si dedica alla cosa pubblica. Quando La Pira diceva che lo Spirito Santo gli chiedeva di salvare i posti di lavoro alla Pignone, non era un visionario o un ingenuo. La sua profezia era frutto della frequentazione quotidiana con Dio. Ecco perché sostengo che una rinnovata presenza dei cattolici nel panorama italiano debba partire dalla contemplazione.

Formazione nel Vangelo

È la fede che dona quella forza inesauribile e quel coraggio per affrontare le sfide più audaci e, all’occhio umano, talvolta impossibili. La Chiesa italiana, in questi anni, ha dedicato molto spazio alla riflessione sulla formazione alla “vita buona del Vangelo”, con particolare riferimento ai giovani che della Chiesa, come della società, sono la vera speranza. Si legge negli “Orientamenti pastorali 2010-2020”, che la “la comunità cristiana si rivolge ai giovani con fiducia: li cerca, li conosce e li stima; propone loro un cammino di crescita significativo.

I loro educatori devono essere ricchi di umanità, maestri, testimoni e compagni di strada, disposti a incontrarli là dove sono, ad ascoltarli, a ridestare le domande sul senso della vita e sul loro futuro, a sfidarli nel prendere sul serio la proposta cristiana, facendone esperienza nella comunità”.

D’altra parte, si sottolinea pure con insistenza che i giovani, “resi protagonisti del proprio cammino, orientati e guidati a un esercizio corresponsabile della libertà, possono davvero sospingere la storia verso un futuro di speranza”, e dare quindi un contributo notevole per il progresso della società e nel buon ordinamento delle istituzioni pubbliche. Nella storia della Chiesa nel nostro Paese si sono presentati grandi figure di formatori ed educatori, tra questi vi è senza dubbio Don Bosco.

Secondo l'esempio di Don Bosco

L’azione di questo grande santo si fonda sulla convinzione che occorra “illuminare la mente per irrobustire il cuore” e sull’intima percezione che “l’educazione è cosa del cuore, e che Dio solo ne è il padrone, e noi non potremo riuscire a cosa alcuna, se Dio non ce ne insegna l’arte e non ce ne mette in mano la chiave”.

Come comunità cristiana offriamo il nostro contributo perché nella società ci sia sempre più un terreno favorevole all’educazione. “Favorendo condizioni e stili di vita sani e rispettosi dei valori, è possibile promuovere lo sviluppo integrale della persona, educare all’accoglienza dell’altro e al discernimento della verità, alla solidarietà e al senso della festa, alla sobrietà e alla custodia del creato, alla mondialità e alla pace, alla legalità, alla responsabilità etica nell’economia e all’uso saggio delle tecnologie”.

Crediamo fermamente che l’essere dei buoni cristiani possa contribuire all’edificazione di una società più giusta e solidale, ancorata nella giustizia e nel rispetto di ciascuno. Come comunità ecclesiale accogliamo con fiducia iniziative o decisioni che vanno incontro alle esigenze della comunità, come siamo voce critica davanti a scelte o progetti che minano la persona e la società stessa, nel costante dialogo con tutti i protagonisti dell’agire sociale. Il bene comune è ciò che deve animare l’impegno di ciascuno.

Ed è il fine che don Bosco ha indicato con la sua azione profetica, quanto mai attuale, che anche qui a Perugia ha portato in un secolo straordinari frutti.

*Intervento per i 100 anni della presenza salesiana a Perugia 2 febbraio 2020 

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Don Bosco. Iniziano il prossimo 2 febbraio i 3 anni di festeggiamenti per il centenario a Perugia https://www.lavoce.it/don-bosco-centenario-perugia/ Thu, 30 Jan 2020 13:59:58 +0000 https://www.lavoce.it/?p=56142 don bosco

“Cento anni di futuro”. È questo lo slogan scelto dall’Istituto salesiano “Don Bosco” di Perugia per il traguardo dei 100 anni (1922-2022) i cui festeggiamenti si svilupperanno nell’arco di un triennio, fino al 2023. La presenza della Famiglia salesiana infatti, ha caratterizzato non poco la vita culturale e sociale della città, non discostandosi dai suoi punti di riferimento: la casa, la famiglia e la spiritualità della relazione educativa.

Questo traguardo, ricorda il direttore dell’Istituto salesiano don Giorgio Colajacomo, “è segnato da due tappe storiche e indimenticabili per tante generazioni di giovani, l’arrivo nella sede del Penna Ricci di borgo Sant’Angelo, nel 1922, e il trasferimento nell’odierna di via San Prospero, a partire dal 1958”.

IL LOGO DEL CENTENARIO: la simbologia

Il logo è costituito dal simbolo della Congregazione Salesiana che rappresenta la casa, la famiglia. La forma è un arco, come la Cappella dell’Istituto, con dieci icone ad archi. Le 12 stelle rappresentano Maria Ausiliatrice, la Maestra di Don Bosco. Per i colori: l’azzurro sullo sfondo richiama al paradiso; il rosso è l’amore per i giovani; il bianco la purezza; verde giallo e metallico le tre realtà salesiane (prato, residenza e scuola).

I festeggiamenti avranno inizio domenica 2 febbraio, a partire dalle ore 10 presso l’Istituto, con la partecipazione del cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, della presidente della Regione Umbria Donatella Tesei, del sindaco di Perugia Andrea Romizi, del rettore dell’Università degli Studi Maurizio Oliverio e della prorettrice dell’Università per stranieri Donatella Gambini, “invitati a confrontarsi – sottolinea Colajacomo – sulla linea tracciata dal Santo: ‘Buoni cristiani e onesti cittadini’”.

Gli eventi del 2020

Prossimo evento del 2020 sarà poi l’assemblea nazionale dei Centri di formazione professionale salesiana, che Perugia ospiterà il 23 aprile alla Sala dei Notari, in occasione del 40° di fondazione del Cnos-Fap.

Sono molte le iniziative in programma, con la sponsorizzazione di Regione e Comune e promosse con una grande Lotteria e con una app per seguirle. Prevista la riqualificazione dell’antica chiesa di San Prospero e il rilancio dei Centri di Formazione professionale di Perugia, Foligno e Marsciano nel 40°, l’8 maggio 2020, e nell’inizio corsi, il 10 novembre. Ancora, nell’ottobre 2020 sarà pubblicato un fascicolo con le ‘lettere a Don Bosco’ degli allievi dei centri professionali e la mostra dei loro ‘capolavori’ alla Rocca Paolina.

2021

Per il 2021 è prevista invece la riedizione delle Olimpiadi salesiane, l’aggiornamento del libro del 90° e un concorso di composizione su Don Bosco in collaborazione con il Conservatorio.

2022

Il 2022, tra le varie iniziative, vedrà un grande convegno educativo con le Università di Perugia e con la Facoltà pontificia salesiana di Roma sul cambio culturale portato dai social media.

2023

Uno studio sull’influenza salesiana nella società perugina e la rievocazione della processione di Maria Ausiliatrice in borgo Sant’Angelo il 24 maggio, coroneranno le celebrazioni nel 2023, all’avvio del 2° secolo.

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don bosco

“Cento anni di futuro”. È questo lo slogan scelto dall’Istituto salesiano “Don Bosco” di Perugia per il traguardo dei 100 anni (1922-2022) i cui festeggiamenti si svilupperanno nell’arco di un triennio, fino al 2023. La presenza della Famiglia salesiana infatti, ha caratterizzato non poco la vita culturale e sociale della città, non discostandosi dai suoi punti di riferimento: la casa, la famiglia e la spiritualità della relazione educativa.

Questo traguardo, ricorda il direttore dell’Istituto salesiano don Giorgio Colajacomo, “è segnato da due tappe storiche e indimenticabili per tante generazioni di giovani, l’arrivo nella sede del Penna Ricci di borgo Sant’Angelo, nel 1922, e il trasferimento nell’odierna di via San Prospero, a partire dal 1958”.

IL LOGO DEL CENTENARIO: la simbologia

Il logo è costituito dal simbolo della Congregazione Salesiana che rappresenta la casa, la famiglia. La forma è un arco, come la Cappella dell’Istituto, con dieci icone ad archi. Le 12 stelle rappresentano Maria Ausiliatrice, la Maestra di Don Bosco. Per i colori: l’azzurro sullo sfondo richiama al paradiso; il rosso è l’amore per i giovani; il bianco la purezza; verde giallo e metallico le tre realtà salesiane (prato, residenza e scuola).

I festeggiamenti avranno inizio domenica 2 febbraio, a partire dalle ore 10 presso l’Istituto, con la partecipazione del cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, della presidente della Regione Umbria Donatella Tesei, del sindaco di Perugia Andrea Romizi, del rettore dell’Università degli Studi Maurizio Oliverio e della prorettrice dell’Università per stranieri Donatella Gambini, “invitati a confrontarsi – sottolinea Colajacomo – sulla linea tracciata dal Santo: ‘Buoni cristiani e onesti cittadini’”.

Gli eventi del 2020

Prossimo evento del 2020 sarà poi l’assemblea nazionale dei Centri di formazione professionale salesiana, che Perugia ospiterà il 23 aprile alla Sala dei Notari, in occasione del 40° di fondazione del Cnos-Fap.

Sono molte le iniziative in programma, con la sponsorizzazione di Regione e Comune e promosse con una grande Lotteria e con una app per seguirle. Prevista la riqualificazione dell’antica chiesa di San Prospero e il rilancio dei Centri di Formazione professionale di Perugia, Foligno e Marsciano nel 40°, l’8 maggio 2020, e nell’inizio corsi, il 10 novembre. Ancora, nell’ottobre 2020 sarà pubblicato un fascicolo con le ‘lettere a Don Bosco’ degli allievi dei centri professionali e la mostra dei loro ‘capolavori’ alla Rocca Paolina.

2021

Per il 2021 è prevista invece la riedizione delle Olimpiadi salesiane, l’aggiornamento del libro del 90° e un concorso di composizione su Don Bosco in collaborazione con il Conservatorio.

2022

Il 2022, tra le varie iniziative, vedrà un grande convegno educativo con le Università di Perugia e con la Facoltà pontificia salesiana di Roma sul cambio culturale portato dai social media.

2023

Uno studio sull’influenza salesiana nella società perugina e la rievocazione della processione di Maria Ausiliatrice in borgo Sant’Angelo il 24 maggio, coroneranno le celebrazioni nel 2023, all’avvio del 2° secolo.

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Formazione professionale, una scuola utilissima ma ancora sottovalutata https://www.lavoce.it/formazione-professionale-una-scuola-utilissima-ma-ancora-sottovalutata/ Tue, 03 Jan 2017 09:00:23 +0000 https://www.lavoce.it/?p=48122 Don-Bosco-aula-cmykIl 12 gennaio Perugia tornerà a riflettere su giovani, istruzione e mondo del lavoro. L’occasione sarà il convegno “Per il rilancio della formazione professionale”, organizzato in sala dei Notari di palazzo dei Priori (ore 15-18) dai Salesiani di Perugia. La congregazione di san Giovanni Bosco vanta, infatti, un’esperienza secolare nel campo della formazione e dell’avviamento dei giovani al mondo del lavoro in tutto il mondo. In Umbria i Salesiani gestiscono tre Cnos-Fap (Centro nazionale opere salesiane per la formazione e l’aggiornamento professionale) a Perugia, Foligno e Marsciano.

La formazione professionale sta assumendo sempre più un’importanza strategica nel mondo produttivo. Permette infatti ai ragazzi di continuare il percorso di studi dopo la licenza della secondaria di primo grado, acquisendo allo stesso tempo competenze professionali grazie all’alternanza fra teoria, pratica in laboratorio e tirocinio in azienda. I profili sono diversi: meccanico, elettricista, acconciatore, ristoratore, ecc.

Questo tipo di percorso viene incontro, da una parte, ai fabbisogni formativi espressi dalle aziende; dall’altra alle esigenze dei giovani di acquisire competenze, combattendo così anche il fenomeno della dispersione scolastica che in Italia è più alto rispetto al resto d’Europa. Nel nostro Paese, infatti, la percentuale di giovani tra i 18 e i 24 anni che abbandona prematuramente gli studi o la formazione è del 15%, in netto miglioramento rispetto al 19.2% del 2009, ma non ancora nei parametri europei che prevedono entro il 2020 di abbassare la soglia al di sotto del 10%.

Ad oggi la formazione professionale come percorso scolastico di due-tre anni professionalizzante è di competenza delle Regioni, ed è parallelo e differenziato rispetto a quello che i ragazzi seguono per l’istruzione scolastica, di competenza statale. Ma l’attribuzione di competenza alle singole Regioni è spesso motivo di difficoltà e disparità di copertura e di accesso nazionale: se, infatti, il Nord Italia (con il Nordest in primis) può vantare una solida e continuativa tradizione, al Centro ma soprattutto al Sud ancora si fatica, nonostante l’altissimo tasso di disoccupazione giovanile.

Il convegno sarà quindi un’importante occasione per approfondire tutti questi aspetti e conoscere meglio questa possibilità di lavoro e istruzione spesso sottovalutata.

Numerosi i relatori che porranno ciascuno l’accento su un diverso aspetto del tema. Dopo i saluti istituzionali del sindaco di Perugia, Andrea Romizi, e dei rettori Franco Moriconi per l’Università degli studi e Giovanni Paciullo per la Stranieri, sarà la volta di Giuseppe Cioffi, esponente di Confindustria e presidente Its Umbria, che parlerà delle richieste delle imprese. Seguirà Luigi Bobba, sottosegretario al ministero del Lavoro , con un intervento sul “duale” come via per valorizzare i percorsi triennali di istruzione e formazione professionale.

Ancora, Giulio M. Salerno, docente di Diritto pubblico e costituzionalista, porrà l’accento sulle conseguenze del referendum sulla formazione; e Dario E. Nicoli, docente di Sociologia all’Università Cattolica, esporrà le nuove proposte degli enti di formazione professionale.

A seguire, la testimonianza del card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo della diocesi di Perugia – Città della Pieve, e la riflessione di Eugenio Gotti, esperto di politiche per l’istruzione, la formazione e il lavoro, sulle varie modalità di formazione professionale nelle Regioni. Conclude la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini. A moderare l’incontro lo psicologo Filippo Pergola.

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Dalla multiculturalità alla pace. Iniziativa con gli studenti al “Don Bosco” https://www.lavoce.it/dalla-multiculturalita-alla-pace-iniziativa-con-gli-studenti-al-don-bosco/ Fri, 20 Jun 2014 12:42:13 +0000 https://www.lavoce.it/?p=25666 Salesiani PerugiaÈ stato un giorno di festa e di riflessione dedicato ai giovani e alla pace – o meglio, dedicato a rendere i giovani costruttori di pace – quello che si è svolto martedì 17 presso la sede perugina del Cnos-Fap Umbria (il Centro nazionale opere salesiane per la formazione e aggiornamento professionale) in occasione dell’annuale festa “intercentro” organizzata dai Salesiani umbri che gestiscono l’opera.

Per una mattina, circa 200 tra ragazzi, professori e dirigenti delle tre sedi regionali di Perugia, Marsciano e Foligno [qui la scuola termina a fine luglio, in quanto le attività didattiche, per decisione della Regione, sono iniziate a dicembre, ndr] si sono riuniti insieme all’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, il card. Gualtiero Bassetti, per riflettere sul tema della pace, quanto mai attuale a una decina di giorni di distanza dallo storico incontro che ha visto nel giorno di Pentecoste, a Roma, il presidente palestinese Abu Mazen e quello israeliano Shimon Peres stringersi in preghiera intorno a Papa Francesco.

Alla luce di questo grande esempio di comunione tra le religioni, anche i Salesiani del Cnos-Fap Umbria hanno voluto insegnare ai propri ragazzi a pregare per l’armonia fra culture e credi diversi. Una scelta quanto mai pertinente a questo contesto scolastico: i trecento ragazzi, dai 16 ai 18 anni, che annualmente assolvono il loro obbligo scolastico nei tre centri di formazione professionale provengono da almeno 28 Paesi del mondo e professano forse 8 diverse religioni. Per loro la multiculturalità e l’interreligiosità sono una quotidianità che si sperimenta concretamente tutti i giorni fra i banchi di scuola.

Alla presenza del Cardinale, i ragazzi sono stati quindi protagonisti di una preghiera interreligiosa suddivisa in tre momenti, ciascuno scandito da musica, letture, salmi e gesti simbolici: uno dedicato al credo ebraico, uno a quello cristiano e uno all’islam. Per terminare poi con un’invocazione collettiva alla giustizia e all’armonia in famiglia, nella comunità e fra i popoli.

“La pace – ha detto il card. Bassetti rivolgendosi ai ragazzi – non è qualcosa di astratto, ma deve partire prima di tutto da noi, anche perché la multiculturalità è ormai una realtà di fatto con cui fare i conti, e questa scuola ne è un esempio. Papa Francesco ce ne ha dato l’esempio alcuni giorni fa: il nostro è un Dio misericordioso che ci invita a dialogare e accogliere le altre confessioni religiose. L’iniziativa che oggi si svolge in questa scuola è un bellissimo esempio di come tutti noi possiamo essere costruttori di pace nel nostro vivere quotidiano”.

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Giovani, etica e crescita. Il 90° di presenza salesiana a Perugia https://www.lavoce.it/giovani-etica-e-crescita-il-90-di-presenza-salesiana-a-perugia/ Thu, 24 Oct 2013 13:28:32 +0000 https://www.lavoce.it/?p=20269

[caption id="attachment_20202" align="alignleft" width="350"]Il convegno internazionale sui giovani e il lavoro tenutosi alla Sala dei Notari Il convegno internazionale sui giovani e il lavoro tenutosi alla Sala dei Notari[/caption] I festeggiamenti per il 90° anniversario della presenza dei Salesiani a Perugia non potevano che aprirsi con un momento di confronto e riflessione sui giovani. Giovedì scorso, infatti, alla sala dei Notari, gremita di gente e di tanti giovani si è svolto l’interessante e impegnativo convegno internazionale “Giovani e lavoro: portatori di etica e crescita” per riflettere sulle difficoltà e le sfide che i giovani di oggi si trovano ad affrontare in un mondo “piagato” dalla crisi economica e da un’apparente mancanza di prospettive per il futuro. All’incontro erano presenti i rappresentanti delle istituzioni, come il sindaco di Perugia Wladimiro Boccali e la presidente della Giunta regionale Catiuscia Marini, ma anche studiosi come il prof. Dominick Salvatore della Fordham University di New York, ed esponenti di successo del mondo imprenditoriale come Brunello Cucinelli dell’omonima azienda, Dimitrios Bataloggianis della Dmix-Speedcrafts, Zdzislaw Bik della Fasing Group e Valter Baldaccini dell’Umbriagroup. “Il nostro obiettivo – ha spiegato don Tadeusz Rozmus, direttore dell’istituto Don Bosco di Perugia – è di essere dei costruttori di speranza per i giovani. Questi festeggiamenti non sono un modo per onorare noi stessi, ma un momento di confronto per rispondere ai problemi concreti che la realtà contemporanea ci impone”. “La formazione dei giovani – ha detto don Claudio Belfiore, presidente nazionale del Cnos (Centro nazionale opere salesiane) – è alla base della nostra missione religiosa. Il tema del lavoro diventa quindi fondamentale. Ma il lavoro non deve essere inteso semplicemente come ricerca di un’occupazione da cui trarre un compenso economico. È portatore di dignità per il giovane, lo colloca nella società, lo fa diventare partecipe e attivo nella realtà in cui vive, gli dà uno scopo. Perciò noi puntiamo a costruire una cultura del lavoro nei nostri giovani”. Con risultati importanti in tutto il mondo. “L’esperienza dei centri salesiani di formazione professionale - sottolinea don Mario Tonini, presidente del Cnos Fap e Cnos scuola Italia – è diffusa a livello internazionale ed è il biglietto da visita grazie al quale i Salesiani sono ampiamente presenti all’estero. In Italia ben il 25 per cento dei 15 mila salesiani sono impegnati nella formazione dei giovani in 60 centri, con ottimi tassi di occupazione. Anche se la situazione italiana varia molto, tra un Nord in cui i Cnos Fap sono molto diffusi, e un Sud in cui invece fanno ancora molta fatica ad affermarsi, nonostante l’alto tasso di disoccupazione e abbandono scolastico”.

SALESIANI. Intervista al Rettor maggiore venuto a Perugia: “Ai giovani diamo il dono più grande”

[caption id="attachment_20275" align="alignleft" width="200"]Don Pascual Chavez Villanueva Don Pascual Chavez Villanueva[/caption] In occasione del 90° anniversario dei salesiani a Perugia, don Pascual Chavez Villanueva, rettor maggiore dei Salesiani e nono successore di don Bosco, è venuto in visita nel capoluogo umbro. Ha tenuto una lectio magistralis all’aula magna di Scienze dalla formazione sul tema “I giovani alla ricerca del senso della vita” (testo disponibile sul sito www.donboscoperugia.it) e ha ricevuto l’onorificenza cittadina “Baiocco d’oro” dal sindaco Wladimiro Boccali. I festeggiamenti sono stati anche un momento di riflessione sul futuro dei salesiani e della loro missione religiosa. Don Chavez, qual è il senso della sua visita a Perugia? “Ho voluto essere presente alle celebrazioni per questo 90° anniversario per tre motivi principali. Primo, per unirmi alla comunità religiosa nel benedire questo lungo periodo di storia pieno di gioie e soddisfazioni. Secondo, per riflettere insieme sul presente e saper rispondere, in maniera adeguata, agli interrogativi che i giovani ci sottopongono. Terzo, per sognare insieme il futuro, continuando a credere nell’insegnamento di don Bosco di avere sempre fiducia nei giovani e nelle loro possibilità”. Quali sono i nuovi interrogativi che i giovani vi sottopongono? “I ragazzi sentono di non avere più prospettive per il futuro, hanno perso fiducia e speranza e si vogliono arrendere, perché questa società li ha resi semplicemente dei consumatori di beni, di sensazioni, di esperienze… Ma la vita non può fermarsi all’aspetto biologico: per ognuno di noi è scritta una missione unica ed esclusiva, che nessuno potrà compiere al nostro posto. I giovani stanno perdendo la consapevolezza di questo senso più profondo della vita”. Quali risposte state dando come comunità salesiana? “Il dono più grande che noi - che tutti - possiamo offrire ai giovani è l’educazione, ovvero quegli strumenti capaci di trasformare un ragazzo in un uomo con sogni e prospettive, ma anche in un professionista capace di integrarsi e vivere nel mondo del lavoro. Altrimenti il futuro dei nostri giovani non sarà altro che quello degli emarginati. Altro grande strumento al fianco dell’educazione, mantenere un sistema preventivo per impedire ai giovani di cadere e perdersi”. Quali le risposte che, invece, non sta dando la società? “Il più grande errore della nostra società è quello di non credere più nell’educazione dei giovani, di non investire nello sviluppo dei loro talenti e delle loro possibilità. Dalla più grande risorsa che un Paese possa avere, i giovani si stanno trasformando in un problema sociale, perché privi di futuro, o in un tesoro che lascia l’Italia per andare ad arricchire altri Paesi. Stiamo svilendo o esportando all’estero l’unica cosa che non si dovrebbe mai minare: le risorse umane”.]]>

[caption id="attachment_20202" align="alignleft" width="350"]Il convegno internazionale sui giovani e il lavoro tenutosi alla Sala dei Notari Il convegno internazionale sui giovani e il lavoro tenutosi alla Sala dei Notari[/caption] I festeggiamenti per il 90° anniversario della presenza dei Salesiani a Perugia non potevano che aprirsi con un momento di confronto e riflessione sui giovani. Giovedì scorso, infatti, alla sala dei Notari, gremita di gente e di tanti giovani si è svolto l’interessante e impegnativo convegno internazionale “Giovani e lavoro: portatori di etica e crescita” per riflettere sulle difficoltà e le sfide che i giovani di oggi si trovano ad affrontare in un mondo “piagato” dalla crisi economica e da un’apparente mancanza di prospettive per il futuro. All’incontro erano presenti i rappresentanti delle istituzioni, come il sindaco di Perugia Wladimiro Boccali e la presidente della Giunta regionale Catiuscia Marini, ma anche studiosi come il prof. Dominick Salvatore della Fordham University di New York, ed esponenti di successo del mondo imprenditoriale come Brunello Cucinelli dell’omonima azienda, Dimitrios Bataloggianis della Dmix-Speedcrafts, Zdzislaw Bik della Fasing Group e Valter Baldaccini dell’Umbriagroup. “Il nostro obiettivo – ha spiegato don Tadeusz Rozmus, direttore dell’istituto Don Bosco di Perugia – è di essere dei costruttori di speranza per i giovani. Questi festeggiamenti non sono un modo per onorare noi stessi, ma un momento di confronto per rispondere ai problemi concreti che la realtà contemporanea ci impone”. “La formazione dei giovani – ha detto don Claudio Belfiore, presidente nazionale del Cnos (Centro nazionale opere salesiane) – è alla base della nostra missione religiosa. Il tema del lavoro diventa quindi fondamentale. Ma il lavoro non deve essere inteso semplicemente come ricerca di un’occupazione da cui trarre un compenso economico. È portatore di dignità per il giovane, lo colloca nella società, lo fa diventare partecipe e attivo nella realtà in cui vive, gli dà uno scopo. Perciò noi puntiamo a costruire una cultura del lavoro nei nostri giovani”. Con risultati importanti in tutto il mondo. “L’esperienza dei centri salesiani di formazione professionale - sottolinea don Mario Tonini, presidente del Cnos Fap e Cnos scuola Italia – è diffusa a livello internazionale ed è il biglietto da visita grazie al quale i Salesiani sono ampiamente presenti all’estero. In Italia ben il 25 per cento dei 15 mila salesiani sono impegnati nella formazione dei giovani in 60 centri, con ottimi tassi di occupazione. Anche se la situazione italiana varia molto, tra un Nord in cui i Cnos Fap sono molto diffusi, e un Sud in cui invece fanno ancora molta fatica ad affermarsi, nonostante l’alto tasso di disoccupazione e abbandono scolastico”.

SALESIANI. Intervista al Rettor maggiore venuto a Perugia: “Ai giovani diamo il dono più grande”

[caption id="attachment_20275" align="alignleft" width="200"]Don Pascual Chavez Villanueva Don Pascual Chavez Villanueva[/caption] In occasione del 90° anniversario dei salesiani a Perugia, don Pascual Chavez Villanueva, rettor maggiore dei Salesiani e nono successore di don Bosco, è venuto in visita nel capoluogo umbro. Ha tenuto una lectio magistralis all’aula magna di Scienze dalla formazione sul tema “I giovani alla ricerca del senso della vita” (testo disponibile sul sito www.donboscoperugia.it) e ha ricevuto l’onorificenza cittadina “Baiocco d’oro” dal sindaco Wladimiro Boccali. I festeggiamenti sono stati anche un momento di riflessione sul futuro dei salesiani e della loro missione religiosa. Don Chavez, qual è il senso della sua visita a Perugia? “Ho voluto essere presente alle celebrazioni per questo 90° anniversario per tre motivi principali. Primo, per unirmi alla comunità religiosa nel benedire questo lungo periodo di storia pieno di gioie e soddisfazioni. Secondo, per riflettere insieme sul presente e saper rispondere, in maniera adeguata, agli interrogativi che i giovani ci sottopongono. Terzo, per sognare insieme il futuro, continuando a credere nell’insegnamento di don Bosco di avere sempre fiducia nei giovani e nelle loro possibilità”. Quali sono i nuovi interrogativi che i giovani vi sottopongono? “I ragazzi sentono di non avere più prospettive per il futuro, hanno perso fiducia e speranza e si vogliono arrendere, perché questa società li ha resi semplicemente dei consumatori di beni, di sensazioni, di esperienze… Ma la vita non può fermarsi all’aspetto biologico: per ognuno di noi è scritta una missione unica ed esclusiva, che nessuno potrà compiere al nostro posto. I giovani stanno perdendo la consapevolezza di questo senso più profondo della vita”. Quali risposte state dando come comunità salesiana? “Il dono più grande che noi - che tutti - possiamo offrire ai giovani è l’educazione, ovvero quegli strumenti capaci di trasformare un ragazzo in un uomo con sogni e prospettive, ma anche in un professionista capace di integrarsi e vivere nel mondo del lavoro. Altrimenti il futuro dei nostri giovani non sarà altro che quello degli emarginati. Altro grande strumento al fianco dell’educazione, mantenere un sistema preventivo per impedire ai giovani di cadere e perdersi”. Quali le risposte che, invece, non sta dando la società? “Il più grande errore della nostra società è quello di non credere più nell’educazione dei giovani, di non investire nello sviluppo dei loro talenti e delle loro possibilità. Dalla più grande risorsa che un Paese possa avere, i giovani si stanno trasformando in un problema sociale, perché privi di futuro, o in un tesoro che lascia l’Italia per andare ad arricchire altri Paesi. Stiamo svilendo o esportando all’estero l’unica cosa che non si dovrebbe mai minare: le risorse umane”.]]>
A Perugia l’urna con le reliquie di don Bosco https://www.lavoce.it/a-perugia-lurna-con-le-reliquie-di-don-bosco/ Thu, 24 Oct 2013 12:53:48 +0000 https://www.lavoce.it/?p=20253 Fedeli durante la veglia animata da seminaristi e giovani
Fedeli durante la veglia animata da seminaristi e giovani

A Perugia, tutta la notte tra il 22 e il 23 ottobre è stato un continuo pellegrinaggio di giovani e meno giovani nella chiesa di San Prospero ubicata nel complesso dell’Istituto salesiano, dove nel pomeriggio del 22 è stata accolta l’urna con le reliquie di san Giovanni Bosco.

L’urna, che sta compiendo un pellegrinaggio in tutte le comunità salesiane del mondo in preparazione del bicentenario della nascita del Santo (1815-2015), è giunta nel capoluogo umbro, dove sono in corso le celebrazioni per i 90 anni di presenza salesiana. La lunga veglia notturna di preghiera davanti alle reliquie di don Bosco è stata animata dai seminaristi perugini e da giovani della Pastorale giovanile diocesana. La mattina del 23 ottobre, alle ore 8, all’esterno della chiesa di San Prospero, l’arcivescovo mons. Gualtiero Bassetti, insieme al direttore dell’istituto salesiano, don Tadeusz Rozmus, e ai parroci della città, ha celebrato la messa dedicata ai giovani. Durante l’offertorio alcuni studenti del Centro di formazione professionale “Don Bosco” hanno portato in dono i frutti del loro studio-lavoro.

Da segnalare che il 75% degli allievi del Centro di formazione professionale salesiano trova un’occupazione al termine dei corsi e dopo il tirocinio presso aziende. Al termine della messa, l’urna con le reliquie è stata salutata da numerosi fedeli riprendendo il suo pellegrinaggio per l’Italia centrale, facendo sosta nella città di Terni.

Mons. Bassetti nell’omelia ha esordito rivolgendosi al “carissimo don Tadeusz”, ai “carissimi Salesiani, ex allievi, giovani del Centro di formazione professionale, ragazzi che frequentate questo stupendo oratorio… A conclusione ormai di queste giornate in cui abbiamo rivissuto la storia dei nostri Salesiani a Perugia, una bellissima avventura che dura da 90 anni, non poteva mancare in mezzo a noi questa significativa reliquia di don Bosco, uno dei santi più amati in Italia. Non è facile esprimere a parole ciò che sento nel profondo del mio cuore in questo momento. Grazie, don Bosco, per questo tuo – seppure rapido – passaggio in mezzo a noi. Abbiamo bisogno della tua presenza, del tuo sorriso, della forza del tuo braccio. Hanno bisogno di te i nostri ragazzi, i nostri giovani, le nostre famiglie. Viviamo tempi difficili, come lo furono i tuoi”.

“L’educazione, diceva don Bosco – ha ricordato ancora mons. Bassetti – è cosa del cuore, e Dio solo ne è il padrone. Non potremo riuscire a niente se Dio non ci dà in mano la chiave di questi cuori”.

Ricordiamo che il 29 ottobre in sala dei Notari alle ore 18.30 si terrà l’ultimo concerto della rassegna organizzata dai Salesiani per il 90°. Verrà dalla Polonia un’orchesta giovanile di studenti salesiani molto speciale: dalla città di Oswiecim, che è diventata nota con il suo nome tedesco, Auschwitz.

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Gran finale per i festeggiamenti dei 90 anni di presenza salesiana a Perugia https://www.lavoce.it/gran-finale-per-i-festeggiamenti-dei-90-anni-di-presenza-salesiana-a-perugia/ Thu, 29 Aug 2013 14:53:37 +0000 https://www.lavoce.it/?p=18691 L’istituto Don Bosco di Perugia
L’istituto Don Bosco di Perugia

Cosa sono 90 anni di attività per un’istituzione che si prefigge di dedicarsi all’educazione e all’accompagnamento dei giovani nel mondo di oggi? Non sono che l’inizio di una storia iniziata a Perugia nel 1922 dai primi Salesiani, e che oggi si rinnova e trova nuovo slancio attraverso le opere che l’istituto Don Bosco ha avviato nel corso del 2013 e che troveranno il loro pieno compimento entro la fine dell’anno con la partecipazione e collaborazione di enti locali, istituzioni culturali, industriali, famiglie. Un nuovo avvio che desidera agire in rete con tutte le forze sociali del territorio.

Dal 16 al 31 ottobre i Salesiani festeggiano la loro storia nella città di Perugia con una serie di eventi in favore di tutta la cittadinanza.

Il 17 ottobre si terrà il convegno internazionale su “Giovani e lavoro: portatori di etica e crescita”, con la presenza dell’illustre economista internazionale Dominick Salvatore (Fordham University of New York), di vari imprenditori internazionali a capo di multinazionali e numerose altre personalità.

Il 17 e 18 ottobre la visita del nono successore di don Bosco, il rettor maggiore dei Salesiani don Pascual Chavez Villanueva, che incontrerà le istituzioni cittadine, i giovani e le famiglie di Perugia.

Il 22 ottobre arrriverà l’urna contenente le reliquie di don Bosco che sosterà presso la chiesa di San Prospero per 24 ore di preghiera e adorazione continua.

Numerose le istituzioni culturali che sostengono l’istituto nel suo programma di eventi. Tra esse il Conservatorio di musica di Perugia “Francesco Morlacchi”, che offrirà il 19 ottobre la Messa da Requiem di Verdi; e la Fondazione Marini Clarelli Santi che ospiterà all’interno di palazzo degli Oddi una cena di beneficenza per raccogliere fondi per il nuovo Centro giovanile in fase di ristrutturazione presso l’istituto Don Bosco.

Pieno sostegno alle iniziative anche dal Comune di Perugia.

Il programma dettagliato della manifestazione verrà diffuso nell’ultima settimana di settembre. Ma già dalle attestazioni di stima di alcuni dei suoi sostenitori e sponsor si può intuire quanto l’istituto Don Bosco sia parte viva della comunità.

Il direttore dell’istituto, don Tadeusz Rozmus, ricorda: “Il messaggio di don Bosco non è passato, è attivamente presente a Perugia, pronto ad affiancare tutti coloro che si sforzano di creare nuovi spazi di speranza per i giovani. Questo desiderio si realizza attraverso le nuove iniziative dell’istituto Don Bosco e le sue collaborazioni che rappresentano un modo concreto di costruire nuovi ponti”.

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La nuova Don Bosco https://www.lavoce.it/la-nuova-don-bosco/ Thu, 30 Jun 2011 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=9484 A partire dal prossimo settembre novità in vista per la scuola media Don Bosco, che – dopo l’abbandono nel 2010 da parte dei Salesiani – è stata presa in gestione da una motivata cooperativa di insegnanti e genitori, la cooperativa Centro studi Don Bosco, presieduta dal prof. Fausto Santeusanio.

Fino ad ora le lezioni si sono tenute presso l’istituto Don Bosco di Perugia, ma con l’inizio dell’anno scolastico la sede sarà trasferita presso l’istituto Donati Ticchioni (via Cortonese), dove è già presente dal 1969 una scuola materna e un doposcuola per bambini delle elementari gestiti dalle Piccole Ancelle del Sacro Cuore.

Anche loro lasceranno la parte organizzativa della scuola in mano alla nuova cooperativa, mantenendo però l’impegno didattico nella materna e nel dopo-scuola elementari, nonché la presenza come comunità presso l’istituto.

“L’intento del Centro studi Don Bosco è quello di creare un polo didattico educativo che parte dalla scuola materna, passa per il doposcuola elementari sboccando nelle scuole medie e superiori – spiega la prof.ssa Nadia Piampiano, preside dell’istituto Don Bosco. – Il nostro progetto educativo resta sempre fedele al modello salesiano, con una comunità educante che ricalca il modello della famiglia.

La relazione alunno-insegnante, con l’attenzione ai tempi di apprendimento di ciascuno, è sempre al centro del nostro sistema di insegnamento. È per questo motivo – aggiunge la preside – che riteniamo fondamentale mantenere la preziosa collaborazione con le Piccole Ancelle del Sacro Cuore. Il loro carisma religioso è indispensabile per la realtà educante, un punto di riferimento spirituale nella scuola per noi è importantissimo”. Decisivo per il rilancio di queste realtà educative cattoliche è stato l’interesse della Curia perugina, attenta alla presenza e alla sussistenza sul territorio di realtà educative cattoliche.

“La Curia vuole aiutare in ogni modo due realtà che altrimenti rischiavano di scomparire” afferma mons. Paolo Giulietti, vicario generale del Vescovo. La nuova scuola media assieme al liceo classico e scientifico, con tutte le classi attivate, verrà trasferita integralmente presso l’istituto Donati-Ticchioni, la cui struttura risulta già praticamente pronta ad accogliere i nuovi studenti.

La scuola Don Bosco, inoltre, orientata alla collaborazione stretta tra famiglie e docenti per l’educazione dei giovani, è divenuta sede del comitato perugino dell’Agesc – Associazione genitori scuole cattoliche, con la quale ha promosso di recente una serie di incontri sulla genitorialità in relazione alle varie fasi di crescita dei ragazzi.

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Teatro, oratorio e… ristorante https://www.lavoce.it/teatro-oratorio-e-ristorante/ Fri, 13 May 2011 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=9354 Era il 12 maggio 1931 quando venne ufficialmente aperto, dopo alcuni anni di proiezioni “abusive”, il cinema teatro “Don Bosco” di Gualdo Tadino, destinato a diventare – dopo la chiusura del teatro Talìa – l’unica sala cinematografica e teatrale della città, come del resto oggi, visto che il progetto di recupero dell’altro antico teatro gualdese è naufragato nel mare della burocrazia.

I festeggiamenti per l’80° anniversario sono iniziati proprio ieri, giovedì 12 maggio, nel teatro salesiano, con il concerto di pianoforte delle sorelle Alessandra e Donatella Carlotti. Questa sera, 13 maggio, invece, la proiezione in revival del film Titanic e sabato 14 e domenica 15, alle 21.15, la rappresentazione di Appuntamento d’amore, di e con Carlo Biscontini, accompagnato dalla Filodrammatica gualdese. Si continuerà, poi, con la proiezione di film pluripremiati: sabato 21 maggio, alle ore 21, La donna che canta Incendies e sabato 28 maggio, sempre alle 21, Somewhere.

E si arriverà, così, all’annuale convegno degli ex allievi, quest’anno sul tema “Il tempo delle scelte – La sfida educativa”, nell’ambito di un progetto nazionale realizzato in tutte le sale cinematografiche salesiane italiane. Le novità non finiscono qui. In una conferenza stampa convocata qualche giorno fa, il direttore dell’opera salesiana, don Nicola Cupaiolo, ha annunciato ai giornalisti che, senza attendere il finanziamento della fascia G degli edifici danneggiati dal sisma del ’97-98, i salesiani cominceranno ugualmente i lavori di rifacimento di gran parte del tetto dell’oratorio.

“Una spesa di non meno di 125.000 euro – ha osservato don Cupaiolo – per affrontare la quale sarà necessaria la collaborazione dei gualdesi di buona volontà”. Ma non solo spese ed austerità. Dall’inizio del mese di giugno, infatti, l’hotel Verde Soggiorno – la struttura ricettiva in cui è stato trasformato l’istituto – si arricchierà di un punto di ristoro, il ristorante “Il verde soggiorno”, aperto non solo agli ospiti dell’albergo, con tutto vantaggio per l’offerta ricettiva del territorio. “Un ristorante spazioso e di qualità in grado di diventare un punto di riferimento per le cerimonie di tutti i gualdesi, e non solo”. Tra l’altro, con la realizzazione di un’altra cucina, i gruppi ospitati nell’hotel potranno scegliere anche la formula “autogestione completa”, con una spesa del tutto irrisoria. Insomma: cinema, teatro, oratorio, albergo, ristorante. Che cosa volete di più?

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Il punto sulle scuole paritarie https://www.lavoce.it/il-punto-sulle-scuole-paritarie/ Thu, 24 Mar 2011 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=9248 La Commissione regionale per l’educazione, la scuola e l’università (Cresu) della Conferenza episcopale umbra, in collaborazione con l’Agesc di Perugia, ha promosso ad Assisi lo scorso 14 marzo un incontro di confronto e scambio di esperienza tra i gestori delle scuole paritarie cattoliche (primarie e secondarie) operanti in Umbria.

All’incontro hanno partecipato i dirigenti dell’istituto San Francesco di Sales di Città di Castello, dell’istituto Don Bosco di Perugia, dell’istituto Bambin Gesù di Gualdo Tadino, dell’istituto Leonino di Terni, oltre ad un rappresentante dei genitori del Conservatorio Antinori di Perugia (essendo assente giustificata la dirigenza).

L’incontro è servito a fare un quadro della situazione, evidenziando le esperienze positive in atto e le difficoltà da superare. È stato sottolineato da tutti come sia quanto mai opportuno sensibilizzare la comunità ecclesiale locale in riferimento al ruolo che le scuole cattoliche paritarie possono giocare all’interno del decennio dedicato dalla Chiesa italiana alla sfida educativa.

D’altra parte, è anche importante che la comunità civile e politica acquisisca il dato culturale per cui le scuole cattoliche paritarie offrono un servizio pubblico, al pari della scuola di Stato. Purtroppo, anche se questo principio è stato affermato da un punto di vista legislativo più di un decennio addietro, rimangono tuttora evidenti il deficit di consapevolezza sociale e la discriminazione legata al peso economico che sopportano le famiglie che decidono di iscrivere i propri figli alle scuole paritarie.

Su questi argomenti torneremo con un prossimo appuntamento su queste colonne, fornendo una panoramica dettagliata sull’offerta formativa delle scuole paritarie cattoliche presenti in Umbria. In un terzo appuntamento forniremo anche una panoramica sulla presenza delle scuole dell’infanzia di ispirazione cattolica, associati alla Fism, che celebreranno il proprio convegno regionale il prossimo 30 aprile.

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Studio al passo https://www.lavoce.it/studio-al-passo/ Thu, 29 May 2008 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=6701 Dal prossimo mese di settembre, l’istituto ‘Don Bosco’ di Perugia diventa anche liceo classico e scientifico. Una grossa novità, ma che non è spuntata come un fungo. L’idea – come racconta il direttore, don Pietro Diletti – era già stata proposta in precedenza, ma aveva suscitato perplessità nei superiori salesiani a causa della possibile ‘concorrenza’ con il liceo linguistico già esistente, che era un fiore all’occhiello. È stato il tempo a suggerire, se non a imporre, la soluzione: i licei linguistici si sono moltiplicati, rendendo urgente un rinnovamento della struttura salesiana, e intanto a Perugia si sentiva sempre di più l’esigenza di un nuovo liceo classico. Detto, fatto. Ma con una modifica ‘in corsa’: sondando tra gli studenti delle medie, si è infatti scoperto che metà di loro erano interessati a iscriversi al classico, e metà allo scientifico. È nata così, come spiega ancora don Diletti, una formula didattica speciale: ‘Gli studenti dei due ‘rami’ seguiranno insieme gli stessi corsi, tranne Greco e Matematica. Allo stesso tempo sono previste, per tutti, materie importanti per il futuro inserimento professionale, come Diritto ed Economia; e viceversa, anche chi ha optato per discipline scientifiche avrà modo di approfondire temi come Disegno e Storia dell’arte’. C’è fin d’ora il numero legale; ma c’è ancora posto per 3 o 4 iscrizioni: chi fosse interessato, ne può approfittare. Le lezioni si svolgeranno dal lunedì al sabato per complessive 32 settimane, con inizio alle 8.15 e termine alle 13.15. In aggiunta, un’altra buona notizia per l’istituto Don Bosco è che – nonostante i problemi causati dalla riforma dell’istruzione – a settembre partirà regolarmente anche la Scuola professionale. Lo Stato ha recentemente garantito alcuni aiuti, e ora si attendono le decisioni del nuovo Governo. L’idea è comunque quella di modificare e aggiornare anche questo biennio, portandolo in futuro a 3 anni, o addirittura a 5, trasformandolo in una scuola di altissimo livello. Però, per il momento si tratta soltanto di un progetto in fieri. Nel dettaglio, ecco quali saranno le caratteristiche del nuovo liceo classico – scientifico Don Bosco. Lo scopo è promuovere una formazione umanistica che porti alla riscoperta delle antiche radici comuni della civiltà occidentale, ma insieme alla novità di un curriculum aggiornato, attento alle esigenze culturali e professionali della società contemporanea. Il che è stato ottenuto insistendo su tre punti: 1) in tutto il quinquennio, uno studio serio dell’inglese; 2) la presenza dei corsi del liceo scientifico permette l’ampliamento dell’area scientifica anche nel triennio del classico: Matematica, Fisica, Informatica, cioè materie che servono a formare, tramite il metodo dell’indagine scientifica, un pensiero intelligente e critico; 3) lo studio del Diritto e dell’Economia attraverso la costruzione di moduli interdisciplinari con la Storia e la Filosofia. Il Diritto si rivela particolarmente importante, nell’ambito della attuale ’emergenza educativa’, per una vera educazione civica ed educazione alla legalità. Altro dato importante è che i diversi ‘progetti’ saranno quasi sempre realizzati in orario curricolare, non lasciati alla scelta facoltativa di allievi più volonterosi. E grande rilevanza avrà la flessibilità interna.

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Cerchi “info”. Non trovi “etica” https://www.lavoce.it/cerchi-info-non-trovi-etica/ Thu, 08 May 2008 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=6642 Mons. Giulio Giommini è stato esempio di come un sacerdote si possa dedicare alla comunicazione del Vangelo attraverso la radio, sacrificando a questa nuova missione tutto il suo passato di parroco. Un uomo moderno, che ha compreso prima di altri l’efficacia degli strumenti della comunicazione sociale. Con questa suggestiva premessa don Pietro Diletti ha aperto l’incontro di venerdì 2 maggio volto a sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema proposto da Benedetto XVI: ‘I mezzi di comunicazione sociale: al bivio tra protagonismo e servizio. Cercare la verità per condividerla’. Don Diletti, direttore dell’istituto Don Bosco, è anche direttore di Umbria Radio, e in questa veste, essendone il successore in quel compito importante e delicato, ha ricordato il compianto don Giulio Giommini di cui ricorreva il trigesimo della morte. All’incontro erano invitati i giornalisti Enzo Ferrrini, responsabile della redazione regionale dell’agenzia Ansa, Dante Ciliani, presidente dell’Ordine dei giornalisti dell’Umbria, e mons. Elio Bromuri, direttore de La Voce nonché direttore dell’ufficio diocesano delle Comunicazioni sociali. A loro è stato chiesto di commentare e attualizzare il messaggio del Papa; lo hanno fatto calandolo nei problemi che incontrano ogni giorno nel lavoro al quale dedicano la maggiore parte del tempo e delle energie. Ferrini ha paragonato il mestiere del giornalista a quello dell’autista di autobus: ‘Cerco di guidare nel migliore dei modi, evitando pericoli e rischi per i passeggeri’. Ha fatto poi una graduatoria dei media da cui i cittadini traggono informazioni: al primo posto c’è la televisione, poi vengono i quotidiani, poi internet in minore percentuale ma in continua crescita, poi tutti gli altri. Tutti i media cercano affannosamente l’audience e la vendita, e ciò significa che al di sopra di tutto c’è la ricerca del profitto ad ogni costo. La prima fonte dei ricavi, infatti, è data dalla pubblicità, e solo il 20/30 per cento dalla vendita del giornale, spesso trascinata dai gadget. Anche il servizio pubblico – ha aggiunto -, che dovrebbe avere altri criteri, in realtà si è sempre più messo sulla stessa linea. Ferrini ha fatto riferimento ai giovani e ai bambini che navigano nel mondo dei nuovi media senza una guida. ‘L’informazione – ha detto – è un processo che va governato con l’educazione. Il problema della società dove i media hanno un grande peso non può essere governato soltanto dai giornalisti’. Non meno incisivo e ampio è stato l’intervento di Dante Ciliani, che ha toccato i temi più scottanti di oggi, dicendo di non scandalizzarsi neppure di coloro che reclamano l’abolizione dell’Ordine dei giornalisti, ma richiamando anche l’esigenza di un’etica dell’informazione che l’Ordine deve tutelare insieme ai diritti dei giornalisti. Ha esordito con una frase emblematica, in cui si afferma che ‘ll nichilismo oggi è considerato lo spazio della libertà. Una libertà come totale irresponsabilità’, per cui il messaggio del Papa rappresenta ‘aria fresca per i nostri polmoni’. Ha lamentato che di questi temi non si parli abbastanza e non ci siano spazi di libero dibattito come quello offerto dall’incontro. ‘Voi siete molto fortunati – ha detto rivolgendosi al pubblico – perché appartenete ad una comunità che riflette, ma fuori c’è molta confusione. Oggi si urla per cercare attenzione e fare notizia’. Citando Guido Gonella, fondatore dell’Ordine dei giornalisti, di cui è stato ristampato il libro sulla libertà di stampa e le libertà individuali dei cittadini, ha aggiunto: ‘Maggiore è la libertà, maggiore sarà la responsabilità sociale’. Su questo concetto ha riflettuto don Bromuri, che ha citato il richiamo di Benedetto XVI a quella che egli definisce la ‘info-etica’, l’etica da osservare nell’informazione. Nel dibattito, molto vivace, è intervenuto anche l’arcivescovo mons. Giuseppe Chiaretti, sottolineando che ‘ogni professione ha bisogno di un codice etico, altrimenti si assolutizza la libertà’ con effetti negativi che ne derivano, ha ribadito, ricordando la famosa frase: ‘Libertà, libertà! Quanti delitti si compiono in tuo nome!’. Tutta la manifestazione, conferenza e messa, ha visto la partecipazione di un buon numero di persone, attente e contente di aver reso omaggio alla persona amata di don Giulio. Nella cattedrale di San Lorenzo, lo stesso giorno 2 maggio, l’arcivescovo Chiaretti ha celebrato la messa in memoria di mons. Giulio Giommini. Nell’omelia ha sottolineato l’abbinamento casuale, ma significativo, del ricordo di don Giulio con la Giornata delle comunicazioni sociali che la Chiesa ha celebrato domenica 4 maggio. ‘Abbiamo bisogno di informazione in generale e di informazione religiosa’ ha detto, citando i mezzi che abbiamo in mano e dobbiamo valorizzare: ‘Avvenire, il quotidiano cattolico, che è fatto molto bene; La Voce, il settimanale cattolico che si pubblica da più di 50 anni, che ha il merito di aver unito insieme una regione così frastagliata e che offre notizie di vita cristiana ed ecclesiale delle otto Chiese sorelle’. Ci sono molti strumenti di comunicazione, ha commentato, ‘ma bisogna saper scegliere’. Un discorso specifico lo ha dedicato ‘al nostro canonico, che ha servito la Chiesa nella radio e non solo’. Di don Giulio ha voluto ricordare soprattutto la bontà, che si esprimeva nel sorriso con cui accoglieva le persone, la sua continua attestazione di gratitudine, il suo grazie sempre sulle labbra e ‘il sentimento di rispetto e amorevolezza verso di me e verso tutti’.

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Percorsi da non interrompere https://www.lavoce.it/percorsi-da-non-interrompere/ Thu, 22 Nov 2007 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=6285 Lunedì 12 il ministro Giuseppe Fioroni è stato accolto all’Istituto Don Bosco di Perugia dal direttore dei Salesiani, che lo ha ringraziato per la disponibilità ad ascoltare i problemi, le ansie e i sogni che emergono dal cuore di tanti giovani, famiglie, operatori della scuola e della formazione professionale. ‘Di fronte all’emergenza educativa bisogna salvare queste oasi dove i giovani possono trovare educazione, cultura della legalità e principi morali’ ha detto l’arcivescovo Giuseppe Chiaretti, sottolineando l’importanza della scuola paritaria salesiana e del Centro di formazione professionale. Il presidente del Consiglio di istituto Pierluigi Cavicchi ha sottolineato l’importanza della scuola salesiana, che accoglie i più poveri e deve essere aiutata proprio perché non profit. Don Mario Tonini, presidente nazionale del Centro nazionale opere salesiane scuola e formazione professionale, ha presentato una relazione tecnica e ha indicato i percorsi che le Regioni sono chiamate a fare, a partire dall’innalzamento dell’obbligo di istruzione. ‘Istruzione, non obbligo scolastico’ ha precisato, sottolineando che dipende quindi dalla volontà politica delle Regioni la chiusura o la continuità della formazione professionale. Cristiana Marra, rappresentante dei lavoratori, degli allievi e delle famiglie del Centro di formazione ha illustrato tutti gli incontri che si sono avuti in sede regionale e provinciale, ma finora senza esito. Sono intervenuti anche il dott. Galletti, rappresentante delle aziende, e un ragazzo della formazione professionale. Molto apprezzato l’intervento del Ministro, il quale ha parlato di ’emergenza educativa’. Una società in cui ‘non si ha più il coraggio di ammettere che esiste un bene ed esiste un male, è una società che genera questa necessità di una profonda rieducazione. A me dispiace oggi intervenire in assenza sia della Provincia che della Regione’ ha detto Fioroni ad un pubblico in cui c’erano alcuni funzionari della Regione e della Provincia, ma non gli assessori, ‘anche perché un principio fondamentale delle istituzioni è quello del rispetto delle competenze di ciascuno’. Dopo aver ricordato che la formazione professionale è competenza esclusiva della Regione, ha aggiunto che ‘la formazione professionale, e lo sanno meglio di me i Salesiani, è un mondo vasto e risponde a tanti bisogni e a una pluralità di esigenze’. L’obbligo di istruzione ha colto un rapporto con la formazione professionale per abbattere la dispersione scolastica. ‘Questo ampliamento dell’offerta formativa, la legge prevede che possa essere fatto tramite progetti e percorsi che saranno messi a regime nell’anno scolastico 2009-2010. Quindi abbiamo ancora due anni in cui la legge dice che l’obbligo di istruzione può essere effettuato anche nei percorsi triennali di formazione professionale’. Purtroppo – sottolinea il ministro – il Governo non può intervenire su chi ha la titolarità di fare ciò, ma non vuol farlo’. Il riferimento è chiaro. Ma aggiunge: ‘Abbiamo stabilito i criteri per decidere a quali percorsi triennali possono andare i fondi della Pubblica istruzione. A voi posso dire che, visto che siete chiamati a far qualcosa in più, è giusto che vi sia dato qualcosa in più’.

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