Incontro mondiale famiglie Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/incontro-mondiale-famiglie/ Settimanale di informazione regionale Fri, 21 Jul 2023 16:38:30 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg Incontro mondiale famiglie Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/incontro-mondiale-famiglie/ 32 32 Mons. Giulietti: “Per sostenere la famiglia ripartire dall’educazione dei giovani all’affettività” https://www.lavoce.it/mons-giulietti-per-sostenere-la-famiglia-ripartire-dalleducazione-dei-giovani-allaffettivita/ Sun, 26 Jun 2022 16:37:17 +0000 https://www.lavoce.it/?p=67480

Riportiamo di seguito l'intervista a mons. Paolo Giulietti, arcivescovo di Lucca, pubblicata sull'agenzia Sir (Servizio di informazione religiosa), uscita ancora prima sul settimanale "Toscana Oggi" in occasione del X Incontro mondiale delle famiglie in corso a Roma. “Penso che un’urgenza fortissima per la Chiesa sia l’educazione dei giovani all’affettività”. Ne è sicuro l’arcivescovo di Lucca Paolo Giulietti, che da un anno è presidente della Commissione episcopale Cei per la famiglia, i giovani e la vita, oltre a essere il delegato della Conferenza episcopale toscana per lo stesso ambito pastorale. Nei giorni in cui la Chiesa vive il decimo incontro mondiale delle famiglie, il suo sguardo va al contesto particolare in cui questo evento si svolge. Che strada sta facendo la Chiesa sul tema della famiglia? "È impegnata nella recezione di Amoris Laetitia e sulle prospettive pastorali per tradurre in pratica questo documento pieno di novità. Anche l’idea del nuovo documento sul catecumenato prematrimoniale, uscito in questi giorni, viene da Amoris Laetitia che chiede di cambiare l’impostazione tradizionale dei corsi di preparazione al matrimonio. Tutte novità che vanno metabolizzate e tradotte in pratica. Ho partecipato all’incontro mondiale delle famiglie di Dublino nel 2018, anche lì si avvertiva che c’era un nuovo da accogliere". Quali sono le urgenze su cui le parrocchie devono lavorare nell’ambito della pastorale familiare? "Penso che un'urgenza fortissima sia l'educazione all'affettività. Siamo in un momento in cui tutti i temi affettivi passano attraverso canali non controllati dagli educatori: la musica, gli smartphone… Oggi i giovani apprendono l’affettività da questi canali, non più dalla famiglia, dalla parrocchia, dalla scuola. Questo è molto sfidante perché assistiamo a una precocizzazione della sessualità e quindi al venir meno di tutto quel campo valoriale, emotivo, ideale che invece fa parte dell’approccio all’affettività. Alcune scelte problematiche che avvengono nell’adolescenza sono preparate nell’infanzia o nella seconda infanzia in una totale dissattenzione della comunità educante, del “villaggio educante”. Si arriva così a un’affettività non stabile: l’idea di matrimonio, ma anche di stabilità, oggi vacilla. Questo mina la stabilità affettiva e incide poi sulla progettualità di coppia, sulla natalità… Una grande sfida per tutti quelli che vedono nel rapporto tra uomo e donna una cosa seria, comunque la si viva, dentro o fuori un discorso di fede. Dobbiamo porre le basi per un approccio integralmente umano, prima ancora che cristiano, alla dimensione affettiva della vita". L’altro grande tema di cui si parla spesso è quello delle cosiddette “situazioni irregolari”: l’accoglienza di separati, divorziati… "Anche questa è una frontiera che Amoris Laetitia ha aperto e su cui si sta lavorando, a livello ancora sperimentale. Fra l'altro il Papa ha auspicato che dopo il documento sulla preparazione al matrimonio, ne esca uno su questi temi. C’è una confusione che può essere anche positiva, c’è il tentativo di aprire processi, di mettere insieme servizi… È un tema caldo". Il tema dell’incontro mondiale è “famiglia come via di santità”. Come si traduce questo auspicio nella realtà? "È un tema che aiuta a capire la dimensione sacramentale del matrimonio: nemmeno i cristiani hanno chiaro che il matrimonio è un sacramento, non è qualcosa che si aggiunge allo stare insieme ma è costitutivo di una realtà nuova. La coppia è una forma di vita cristiana nuova in cui la santità, cioè la conformazione a Cristo, si realizza nel rapporto reciproco fra i coniugi e nell’apporto che la coppia dà alla vita della comunità cristiana e della comunità civile. Se non si capisce questo, se quello che conta è l’individuo e non la famiglia, non si capisce perché valga la pena sposarsi. Se invece la dimensione di coppia viene assunta come luogo di santità delle persone, si capisce meglio il valore sacramentale del matrimonio. È in grande aumento la convivenza tra persone battezzate: questo vuol dire non comprensione della natura del percorso di coppia. Molte delle coppie che chiedono di sposarsi in chiesa oggi sono già conviventi. "Ormai la normalità è che su 10 coppie che si preparano al matrimonio, 8 o 9 sono conviventi, l’eccezione è diventata la non convivenza. Questo da una parte dice che i corsi devono cambiare: uno che ha fatto una scelta di coppia difforme da quello che dice la Chiesa, e lo ha fatto non per costrizione ma per libera volontà, deve fare un percorso di rientro nella comprensione del percorso di coppia, un catecumenato inteso come percorso di riavvicinamento alla vita cristiana. C’è da capire il battesimo, prima ancora che il matrimonio". Ci sono anche molte coppie non sposate che si avvicinano alle parrocchie per chiedere i sacramenti per i figli… "C'è da distinguere le varie situazioni. I conviventi, per accedere ai sacramenti hanno davanti una prospettiva semplice, quella di sposarsi. La vera coppia in sofferenza è quella di chi non si può sposare perché ha un matrimonio alle spalle. Qui il discorso cambia. Qui ci sono dei percorsi da fare. C’è da verificare la possibilità di dichiarazione di nullità per il matrimonio precedente, e qui le cose sono molto cambiate dal passato per quanto riguarda tempi, modi, costi. Laddove non si possa fare, la Chiesa deve essere madre e mettere in campo dei percorsi che consentano a queste persone di tornare a una prassi della vita cristiana, anche sacramentale". Questo è un tema che suscita grande dibattito. "Però bisogna essere precisi: a questo grande dibattito non corrispondono grandi numeri, coppie che si mostrano interessate a questi tipi di percorsi non sono molte. C'è da chiedersi perché. Ci può essere la coppia che lamenta un disagio perché alla Prima Comunione del figlio non può fare la Comunione, o perché non può fare da madrina al nipote che si cresima, ma poi non va mai alla Messa domenicale.Il problema allora non è l'irregolarità, è risvegliare un desiderio di vita cristiana. Io sono stato parroco, ho avuto qualche volta da discutere per questo tipo di situazioni. Situazioni di sofferenza o di conflitto cui però spesso non corrisponde un reale interesse a partecipare alla vita della comunità ecclesiale. Il discorso è complesso, ha molte sfumature". Un altro grande punto di sofferenza nelle parrocchie è come coinvolgere i genitori e le famiglie nel catechismo dei figli. "Per molti è un’opportunità di riavvicinamento, che però per diventare vero deve fare dei passi, una riscoperta vera della fede nella vita di coppia. Questo non sempre avviene". Le nuove norme introdotte da papa Francesco hanno rilanciato il tema dei ministeri laicali, aperti anche alle donne. Quale ruolo c’è per le coppie di sposi nelle parrocchie? "Vedo il rischio che questa nuova ministerialità metta a rischio la ministerialità sacramentale che ogni coppia di sposi ha già, in quanto tale. I laici sposati esercitano già una ministerialità anche senza diventare accoliti, lettori o catechisti ma per il fatto che da sposi hanno un compito nella Chiesa e nella società. Non serve nulla di più. Ma mentre nessuno mette in dubbio che un prete sia un ministro di Dio, purtroppo pochi pensano che la coppia abbia un suo specifico ministero. I nuovi ministeri laicali non devono mettere in ombra, con i vari compiti che comportano all'interno della comunità, quei compiti che sono già compresi nel sacramento del matrimonio. Nella prassi pastorale questo deve ancora essere compreso. Ci sono esempi di coppie che fanno grosse cose, a livello di testimonianza dell’amore cristiano nel mondo. Tradurre questa ministerialità nella Chiesa è complesso, la Chiesa è ancora pensata su un modello di ministerialità clericale, l’identikit del ministro è il prete. La ministerialità laicale non dovrebbe essere pensata secondo modelli clericali. Il ruolo che la coppia cristiana, attraverso il battesimo e il matrimonio, può esercitare nella comunità è ancora da tradurre in prassi concrete. Questa sarà la sfida, secondo me, della pastorale familiare del futuro".   Mons. Paolo Giulietti ha inoltre rilasciato un'intervista anche a Vatican news, di cui riportiamo il link https://www.vaticannews.va/it/vaticano/news/2022-06/incontro-mondiale-famiglie-giulietti-matrimonio-giovani.html      ]]>

Riportiamo di seguito l'intervista a mons. Paolo Giulietti, arcivescovo di Lucca, pubblicata sull'agenzia Sir (Servizio di informazione religiosa), uscita ancora prima sul settimanale "Toscana Oggi" in occasione del X Incontro mondiale delle famiglie in corso a Roma. “Penso che un’urgenza fortissima per la Chiesa sia l’educazione dei giovani all’affettività”. Ne è sicuro l’arcivescovo di Lucca Paolo Giulietti, che da un anno è presidente della Commissione episcopale Cei per la famiglia, i giovani e la vita, oltre a essere il delegato della Conferenza episcopale toscana per lo stesso ambito pastorale. Nei giorni in cui la Chiesa vive il decimo incontro mondiale delle famiglie, il suo sguardo va al contesto particolare in cui questo evento si svolge. Che strada sta facendo la Chiesa sul tema della famiglia? "È impegnata nella recezione di Amoris Laetitia e sulle prospettive pastorali per tradurre in pratica questo documento pieno di novità. Anche l’idea del nuovo documento sul catecumenato prematrimoniale, uscito in questi giorni, viene da Amoris Laetitia che chiede di cambiare l’impostazione tradizionale dei corsi di preparazione al matrimonio. Tutte novità che vanno metabolizzate e tradotte in pratica. Ho partecipato all’incontro mondiale delle famiglie di Dublino nel 2018, anche lì si avvertiva che c’era un nuovo da accogliere". Quali sono le urgenze su cui le parrocchie devono lavorare nell’ambito della pastorale familiare? "Penso che un'urgenza fortissima sia l'educazione all'affettività. Siamo in un momento in cui tutti i temi affettivi passano attraverso canali non controllati dagli educatori: la musica, gli smartphone… Oggi i giovani apprendono l’affettività da questi canali, non più dalla famiglia, dalla parrocchia, dalla scuola. Questo è molto sfidante perché assistiamo a una precocizzazione della sessualità e quindi al venir meno di tutto quel campo valoriale, emotivo, ideale che invece fa parte dell’approccio all’affettività. Alcune scelte problematiche che avvengono nell’adolescenza sono preparate nell’infanzia o nella seconda infanzia in una totale dissattenzione della comunità educante, del “villaggio educante”. Si arriva così a un’affettività non stabile: l’idea di matrimonio, ma anche di stabilità, oggi vacilla. Questo mina la stabilità affettiva e incide poi sulla progettualità di coppia, sulla natalità… Una grande sfida per tutti quelli che vedono nel rapporto tra uomo e donna una cosa seria, comunque la si viva, dentro o fuori un discorso di fede. Dobbiamo porre le basi per un approccio integralmente umano, prima ancora che cristiano, alla dimensione affettiva della vita". L’altro grande tema di cui si parla spesso è quello delle cosiddette “situazioni irregolari”: l’accoglienza di separati, divorziati… "Anche questa è una frontiera che Amoris Laetitia ha aperto e su cui si sta lavorando, a livello ancora sperimentale. Fra l'altro il Papa ha auspicato che dopo il documento sulla preparazione al matrimonio, ne esca uno su questi temi. C’è una confusione che può essere anche positiva, c’è il tentativo di aprire processi, di mettere insieme servizi… È un tema caldo". Il tema dell’incontro mondiale è “famiglia come via di santità”. Come si traduce questo auspicio nella realtà? "È un tema che aiuta a capire la dimensione sacramentale del matrimonio: nemmeno i cristiani hanno chiaro che il matrimonio è un sacramento, non è qualcosa che si aggiunge allo stare insieme ma è costitutivo di una realtà nuova. La coppia è una forma di vita cristiana nuova in cui la santità, cioè la conformazione a Cristo, si realizza nel rapporto reciproco fra i coniugi e nell’apporto che la coppia dà alla vita della comunità cristiana e della comunità civile. Se non si capisce questo, se quello che conta è l’individuo e non la famiglia, non si capisce perché valga la pena sposarsi. Se invece la dimensione di coppia viene assunta come luogo di santità delle persone, si capisce meglio il valore sacramentale del matrimonio. È in grande aumento la convivenza tra persone battezzate: questo vuol dire non comprensione della natura del percorso di coppia. Molte delle coppie che chiedono di sposarsi in chiesa oggi sono già conviventi. "Ormai la normalità è che su 10 coppie che si preparano al matrimonio, 8 o 9 sono conviventi, l’eccezione è diventata la non convivenza. Questo da una parte dice che i corsi devono cambiare: uno che ha fatto una scelta di coppia difforme da quello che dice la Chiesa, e lo ha fatto non per costrizione ma per libera volontà, deve fare un percorso di rientro nella comprensione del percorso di coppia, un catecumenato inteso come percorso di riavvicinamento alla vita cristiana. C’è da capire il battesimo, prima ancora che il matrimonio". Ci sono anche molte coppie non sposate che si avvicinano alle parrocchie per chiedere i sacramenti per i figli… "C'è da distinguere le varie situazioni. I conviventi, per accedere ai sacramenti hanno davanti una prospettiva semplice, quella di sposarsi. La vera coppia in sofferenza è quella di chi non si può sposare perché ha un matrimonio alle spalle. Qui il discorso cambia. Qui ci sono dei percorsi da fare. C’è da verificare la possibilità di dichiarazione di nullità per il matrimonio precedente, e qui le cose sono molto cambiate dal passato per quanto riguarda tempi, modi, costi. Laddove non si possa fare, la Chiesa deve essere madre e mettere in campo dei percorsi che consentano a queste persone di tornare a una prassi della vita cristiana, anche sacramentale". Questo è un tema che suscita grande dibattito. "Però bisogna essere precisi: a questo grande dibattito non corrispondono grandi numeri, coppie che si mostrano interessate a questi tipi di percorsi non sono molte. C'è da chiedersi perché. Ci può essere la coppia che lamenta un disagio perché alla Prima Comunione del figlio non può fare la Comunione, o perché non può fare da madrina al nipote che si cresima, ma poi non va mai alla Messa domenicale.Il problema allora non è l'irregolarità, è risvegliare un desiderio di vita cristiana. Io sono stato parroco, ho avuto qualche volta da discutere per questo tipo di situazioni. Situazioni di sofferenza o di conflitto cui però spesso non corrisponde un reale interesse a partecipare alla vita della comunità ecclesiale. Il discorso è complesso, ha molte sfumature". Un altro grande punto di sofferenza nelle parrocchie è come coinvolgere i genitori e le famiglie nel catechismo dei figli. "Per molti è un’opportunità di riavvicinamento, che però per diventare vero deve fare dei passi, una riscoperta vera della fede nella vita di coppia. Questo non sempre avviene". Le nuove norme introdotte da papa Francesco hanno rilanciato il tema dei ministeri laicali, aperti anche alle donne. Quale ruolo c’è per le coppie di sposi nelle parrocchie? "Vedo il rischio che questa nuova ministerialità metta a rischio la ministerialità sacramentale che ogni coppia di sposi ha già, in quanto tale. I laici sposati esercitano già una ministerialità anche senza diventare accoliti, lettori o catechisti ma per il fatto che da sposi hanno un compito nella Chiesa e nella società. Non serve nulla di più. Ma mentre nessuno mette in dubbio che un prete sia un ministro di Dio, purtroppo pochi pensano che la coppia abbia un suo specifico ministero. I nuovi ministeri laicali non devono mettere in ombra, con i vari compiti che comportano all'interno della comunità, quei compiti che sono già compresi nel sacramento del matrimonio. Nella prassi pastorale questo deve ancora essere compreso. Ci sono esempi di coppie che fanno grosse cose, a livello di testimonianza dell’amore cristiano nel mondo. Tradurre questa ministerialità nella Chiesa è complesso, la Chiesa è ancora pensata su un modello di ministerialità clericale, l’identikit del ministro è il prete. La ministerialità laicale non dovrebbe essere pensata secondo modelli clericali. Il ruolo che la coppia cristiana, attraverso il battesimo e il matrimonio, può esercitare nella comunità è ancora da tradurre in prassi concrete. Questa sarà la sfida, secondo me, della pastorale familiare del futuro".   Mons. Paolo Giulietti ha inoltre rilasciato un'intervista anche a Vatican news, di cui riportiamo il link https://www.vaticannews.va/it/vaticano/news/2022-06/incontro-mondiale-famiglie-giulietti-matrimonio-giovani.html      ]]>
Incontro famiglie a Dublino. Il racconto dei perugini https://www.lavoce.it/famiglie-dublino-racconto-perugini/ Fri, 31 Aug 2018 10:00:06 +0000 https://www.lavoce.it/?p=52710 famiglie incontro Dublino

di M. Rita e Gianluca Carloni*

Siamo partiti domenica 19 agosto toccando la città di Belfast, dove abbiamo trascorso la prima notte. Successivamente ci siamo diretti alla città di Derry e poi a quella di Sligo, con tappa al santuario di Knock, uno dei più importanti d’Europa. Arrivati a Dublino, ci siamo subito resi conto del clima gioioso e accogliente del popolo irlandese in attesa dell’arrivo del Papa. Durante il convegno era possibile scegliere tra 25 sessioni di approfondimenti con differenti tematiche relative alla famiglia, che nel pomeriggio culminavano con la celebrazione eucaristica.

Più volte è stato ricordato che la famiglia non è un problema, ma un’opportunità, non è un peso, ma un dono straordinario da coltivare perché produca frutti abbondanti di comunione e di gioia. Papa Francesco si è rivolto alle famiglie dicendo:

“Voi siete la speranza della Chiesa e del mondo”.

Dunque la famiglia più di qualunque altra realtà può illuminare chi sta nella solitudine e nelle tenebre, perché possiede un linguaggio tutto proprio che è quello della tenerezza. Essa è il luogo della tenerezza e, se impara ad usarlo al suo interno, diventa “madre e maestra” dell’intera società. 

Anche il nostro vescovo, il card.Bassetti, nel suo intervento tenuto al convegno, dal titolo “Accompagnare, discernere, integrare: fragilità umana in Amoris laetitia”, sottolinea l’importanza di educare i sentimenti perché l’amore non si riduca a chimica, ma possa sgorgare nella vita coniugale come frutto di una decisione consapevole e matura. 

“L’arte del rammendo è la medicina della misericordia che riprende i fili interrotti per riallacciare nuovi tessuti di legami. Questo prezioso lavoro di cucitura ha bisogno di un attento discernimento che va condotto con equilibrio, caso per caso, con un’attenzione speciale rivolta ai giovani”

(continua a leggere gratuitamente sull'edizione digitale de La Voce).

* direttori dell'Ufficio di Pastorale familiare

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famiglie incontro Dublino

di M. Rita e Gianluca Carloni*

Siamo partiti domenica 19 agosto toccando la città di Belfast, dove abbiamo trascorso la prima notte. Successivamente ci siamo diretti alla città di Derry e poi a quella di Sligo, con tappa al santuario di Knock, uno dei più importanti d’Europa. Arrivati a Dublino, ci siamo subito resi conto del clima gioioso e accogliente del popolo irlandese in attesa dell’arrivo del Papa. Durante il convegno era possibile scegliere tra 25 sessioni di approfondimenti con differenti tematiche relative alla famiglia, che nel pomeriggio culminavano con la celebrazione eucaristica.

Più volte è stato ricordato che la famiglia non è un problema, ma un’opportunità, non è un peso, ma un dono straordinario da coltivare perché produca frutti abbondanti di comunione e di gioia. Papa Francesco si è rivolto alle famiglie dicendo:

“Voi siete la speranza della Chiesa e del mondo”.

Dunque la famiglia più di qualunque altra realtà può illuminare chi sta nella solitudine e nelle tenebre, perché possiede un linguaggio tutto proprio che è quello della tenerezza. Essa è il luogo della tenerezza e, se impara ad usarlo al suo interno, diventa “madre e maestra” dell’intera società. 

Anche il nostro vescovo, il card.Bassetti, nel suo intervento tenuto al convegno, dal titolo “Accompagnare, discernere, integrare: fragilità umana in Amoris laetitia”, sottolinea l’importanza di educare i sentimenti perché l’amore non si riduca a chimica, ma possa sgorgare nella vita coniugale come frutto di una decisione consapevole e matura. 

“L’arte del rammendo è la medicina della misericordia che riprende i fili interrotti per riallacciare nuovi tessuti di legami. Questo prezioso lavoro di cucitura ha bisogno di un attento discernimento che va condotto con equilibrio, caso per caso, con un’attenzione speciale rivolta ai giovani”

(continua a leggere gratuitamente sull'edizione digitale de La Voce).

* direttori dell'Ufficio di Pastorale familiare

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Famiglie baciate dal sole sotto la pioggia https://www.lavoce.it/famiglie-incontro-dublino-papa/ Wed, 29 Aug 2018 16:47:06 +0000 https://www.lavoce.it/?p=52679 di Paolo Gentili*

L’aria è più fresca del solito qui a Dublino, stamattina. In questa settimana un ciclone di famiglie hanno beneficamente invaso le vie e i parchi di questa città per il IX Incontro MondialeTre giorni di Congresso con testimonianze, relazioni, tavoli di confronto per dire che “il Vangelo della famiglia è gioia per il mondo”.

Ma non si è trattato di una serie di parole; piuttosto, volti con gli occhi a mandorla, ritmi africani, sorrisi statunitensi (erano il gruppo più numeroso), e anche molti italiani ed europei hanno reso l’Irlanda una vera famiglia. È stato bello osservare bambini e ragazzi che con i loro genitori giocavano piacevolmente insieme con i tanti sacerdoti e vescovi, in questa terra ferita dagli scandali. D’altra parte, qui, l’inverno della secolarizzazione è arrivato prima, trasformando alcune chiese del centro in pub o ristoranti di lusso, altre in musei.

Eppure, in questi giorni, le nostalgie dei cattolici irlandesi si sono trasformate in un sogno a occhi aperti. Papa Francesco ha svegliato l’Irlanda! Sabato, infatti, lo Stadio del Croke Park in poche ore è stato invaso da oltre 40.000 irlandesi (i numeri questa volta sono reali e nascono da posti numerati) riempendo gli spalti di colori, di luci e di festa. Si sono aggiunti alle oltre 20.000 persone provenienti da tutto il mondo. Ogni settore aveva centinaia di giovani irlandesi vestiti di azzurro che vivacizzavano l’atmosfera con danze e canti, mentre i vescovi e i cardinali, sotto un vento sferzante, si sedevano tra le famiglie e i bambini.

Testimonianze di sposi provenienti da tutto il mondo hanno detto con la loro vita che è possibile ritrovare l’unità fra marito e moglie, superare crisi economiche e affettive, aprirsi all’accoglienza di chi ha più bisogno. La Chiesa irlandese oggi sta rinascendo attraverso il pane della fraternità universale, che qui si è potuto assaggiare in abbondanza.

Proprio durante il Festival delle Famiglie abbiamo avuto una buona notizia: i 150 profughi della nave Diciotti non dovranno più vagare senza meta. Circa 25 li ospiterà l’Albania (poveri che aiutano i poveri), altrettanti l’Irlanda (qui il Papa ha toccato i cuori), e un centinaio le comunità della Chiesa cattolica italiana, che da sempre nelle parrocchie e tra i fedeli fa accoglienza.

È come stare dentro il miracolo della moltiplicazione dei pani. Papa Francesco infatti, dopo i canti e le ricche testimonianze, si è messo a dialogare con le famiglie, come fossimo sul prato insieme a Gesù. Con la sua tenerezza ha risollevato gli animi dicendo: “Siete stanchi? Lo sono anch’io”. Non parlava solo di una stanchezza fisica. Dublino infatti era bloccata e migliaia di genitori, per partecipare al Festival delle famiglie, hanno dovuto fare 5 km a piedi con passeggini e carrozzine e bambini al seguito, come un grande pellegrinaggio.

Quello che intendeva il Papa era una stanchezza interiore, quella che si avverte quando i problemi economici, le lacerazioni affettive, le situazioni difficili di salute, procurano una sorta di tristezza paralizzante.

È li che il Vangelo illuminando la croce diviene antidoto, cura le ferite e restituisce la gioia. C’era una densa aria di fraternità sabato sera e, aldilà delle lingue e dei colori della pelle differenti, negli occhi si leggeva la corrispondenza dell’altro. C’era soprattutto un vero clima di festa. Davvero, come ha detto Papa Francesco al Croke Park, “voi famiglie siete la speranza della Chiesa e del mondo”. Domenica poi, al termine della messa al Phoenix Park, è stato annunciato che fra tre anni l’Incontro Mondiale si terrà a Roma. Lì, su molte famiglie italiane inzuppate dalla pioggia, nel volto è apparso nuovamente il sole.

*direttore dell’Ufficio nazionale per la pastorale familiare della Cei

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Famiglia. Non ‘partners’ https://www.lavoce.it/famiglia-non-partners/ Fri, 07 Jul 2006 00:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=5264 ‘La richiesta di equiparare negli ordinamenti giuridici matrimonio, unioni di fatto e convivenze omosessuali è il coerente punto di arrivo di una falsa concezione di laicità dello Stato’.

Con queste parole l’arcivescovo di Bologna, card. Carlo Caffarra, ha aperto a Valencia il Congresso internazionale teologico-pastorale, all’interno del V Incontro mondiale delle famiglie (1-9 luglio), tenendo una relazione su ‘Matrimonio e laicità dello Stato’.

Il porporato ha osservato che ‘la percezione chiara del valore del matrimonio si va oggi gradualmente oscurando’, e ne è un esempio la risoluzione approvata dal Parlamento europeo a stragrande maggioranza il 18 gennaio scorso, ‘che invita ad equiparare le coppie omosessuali a quelle fra uomo e donna e condanna come omofobici gli Stati che si oppongono al riconoscimento delle coppie gay’.

Tuttavia, ha detto Caffarra, ‘solo uomo e donna dicono la verità intera della persona umana’. Oggi – ha proseguito – si cerca di ‘organizzare la vita associata prescindendo dalle varie concezioni di vita buona. Ogni ‘pezzo’ con cui è costruito l’edificio matrimoniale (coniugalità, genitorialità ecc.) viene sostituito da ‘pezzi’ non derivabili da nessuna concezione della sessualità. Non più ‘coniugi’, ma ‘partners’; non più padre-madre, ma genitore A – genitore B’. Ciò conduce a ‘una messa in crisi senza precedenti dell’istituto matrimoniale, che accompagnerà la costruzione di una società di estranei gli uni agli altri’. ‘Il matrimonio è un istituto ‘fragile’ se non è sostenuto dalle leggi e dalle istituzioni’. ‘L’equiparazione tra matrimonio, unioni di fatto e coppie gay – ha detto ancora Caffarra – costituisce una rinuncia a questa difesa, e quindi un’abdicazione alla promozione del bene umano comune’.

Di fronte a questo scenario, santità e impegno educativo sono i rimedi possibili. ‘L’uomo resta affascinato e come rapito dalla bellezza e dalla santità’, ha affermato il porporato, e sarà proprio un segno di santità, ‘lo splendore dell’amore coniugale, che rifulge ancora oggi in tante coppie, a disperdere la nebbia di ideologie devastanti’. In secondo luogo, ha concluso, occorre ‘ricostruire un forte legame educativo dentro e fuori le famiglie’, perché ‘educare significa introdurre alla realtà e la chiave che apre la porta è la ragione’. Le manifestazioni.

Nella città spagnola è previsto l’arrivo, complessivamente, di oltre un milione di persone per l’Incontro mondiale.

L’evento, promosso dal Pontificio consiglio per la famiglia, si concluderà domenica 9 con la messa presieduta da Benedetto XVI. Il tema, ‘La trasmissione della fede in famiglia’, è destinato ad avere particolare risonanza internazionale sia per la presenza del Papa, al suo terzo viaggio all’estero, sia per i dibattiti in programma. Quattro le manifestazioni principali: la ‘Fiera internazionale della famiglia’, il ‘Congresso internazionale teologico Pastorale’ (4-7 luglio), una veglia con testimonianze di famiglie da ogni parte del mondo alla presenza del Papa la sera di sabato 8 luglio e, infine, la messa conclusiva con il Papa. Il disastro’del 3 luglio alla metropolitana di Valencia, con oltre 30 morti, ha fatto cancellare le manifestazioni in strada.

I vescovi in internet

I vescovi hanno anche aperto un weblog, una sorta di ‘quaderno di viaggio’ virtuale (www. conferenciaepiscopal.es), per raccontare in diretta le loro impressioni, e dialogare con gli internauti che seguiranno a distanza l’evento.

La Conferenza episcopale spagnola non è nuova a questo tipo di iniziative: il primo weblog è stato realizzato lo scorso anno per la Gmg di Colonia. Rosario sulla spiaggia. Migliaia di ceri e candele illumineranno la spiaggia dove venerdì sera, 7 luglio, si celebrerà il Rosario delle famiglie. Durante la preghiera 40 bambini tra gli 8 e i 14 anni, appartenenti a diverse associazioni, rappresenteranno i cinque misteri su scenari decorati da opere pittoriche di artisti valenciani di diverse epoche. I membri delle confraternite della Settimana Santa di Valencia parteciperanno ad una processione guidata dall’immagine della Virgen de la Buena Guìa, la patrona dei pescatori.

Il Papa e Salvador Dalì

Un imprenditore catalano regalerà a Benedetto XVI una scultura in bronzo dell’artista surrealista Salvador Dalì, in occasione della sua visita a Valencia. Intanto decine di bambini stanno preparando il benvenuto al Papa realizzando a mano margherite giganti di carta e slogan per decorare il percorso dall’entrata a Valencia fino alla cattedrale.

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