Giuseppe Verdi Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/giuseppe-verdi/ Settimanale di informazione regionale Thu, 06 Aug 2015 13:42:14 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg Giuseppe Verdi Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/giuseppe-verdi/ 32 32 La“Traviata” al Preggio festival https://www.lavoce.it/la-traviata-al-preggio-festival/ Wed, 22 Jul 2015 13:52:46 +0000 https://www.lavoce.it/?p=39838 Don Francesco Bastianoni accompagna il baritono Mario Sereni (foto storica del 1986)
Don Francesco Bastianoni accompagna il baritono Mario Sereni (foto storica del 1986)

Ha preso il via il 23 luglio la trentatreesima edizione del Preggio Music Festival, l’apprezzato e prestigioso festival di musica sacra e da camera ideato e diretto da don Francesco Bastianoni.

Un appuntamento divenuto ormai un punto di riferimento per esperti ed appassionati di tutto il mondo, grazie alla formidabile eco “da un così ameno luogo” per citare Verdi, che sa espandersi ben oltre confine. Merito anche dei tanti stranieri residenti, almeno per la stagione estiva, a Preggio, i quali non mancano di spargere la voce tra i loro connazionali.

Proprio Verdi è il protagonista della kermesse di quest’anno. Una sfida impegnativa per il direttore quella de La Traviata, interpretata, come sempre, dai più bravi cantanti lirici emergenti: la giovane soprano Anna Carbonera, migliore elemento proveniente dal Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto con numerose esperienze estere e conosciuta per le sue applauditissime performance al “Morlacchi” di Perugia, il tenore coreano Sehoon Moon dell’Accademia della Scala di Milano, l’immancabile baritono Ferruccio Finetti e gli altri protagonisti, anche loro, con esperienze nei teatri più importanti d’Italia.

Ad accompagnarli saranno musicisti di fama internazionale. Tra i tanti ricordiamo i più affezionati: Patrizio Scarponi, primo violino dell’orchestra del maestro Ennio Morricone, Cian O’Maohny, primo fagotto dell’orchestra dell’Opera di Bruxelles, Gualtiero També, Vito Vallini oltre a giovani affermati.

Per i concerti di musica sacra e da camera, ad inaugurare il festival 2015 sarà il duo pianistico Chauvel/Solé-Leris che suoneranno a quattro mani musiche di Mozart, Schubert, Czerny e la Rhapsody in Blue di George Gershwin. Seguirà il 26 luglio il Trio D’Archi di Perugia nell’ Opera 9 di Beethoven.

Ad allietare la serata del 30 luglio sarà l’orchestra “Fuccelli Fisarmony” una delle più spettacolari orchestre italiane di fisarmonica con ben quindici elementi, uomini e donne. Il 2 agosto spazio al “Odicòn Vocal Quartet” di Maria Grazia Pittavini, soprano, Diana Bertini, contralto, Francesco Marcacci, tenore e Stefano Rinaldi Miliani, basso.

Dopo gli appuntamenti del 6, 8, 10, 12, 14 agosto con La Traviata, di Giuseppe Verdi, alle ore 20.30 presso il giardino parrocchiale, il 18 agosto chiuderà il festival l’Orchestra di Philadelphia diretta da George Atanasiu con la strepitosa violinista e concertista Lenuta Ciulei particolarmente legata da vincoli di stima e affetto, insieme al marito George, a Preggio e al suo direttore.

“Quest’anno il Festival sarà dedicato al grande amico e meraviglioso cantante Mario Sereni recentemente scomparso, il cui ultimo saluto è stato officiato, da don Francesco Bastianoni, presso la chiesa di S. Martino in Colle, accanto ai familiari. Per ricordare il grande baritono defunto il Preggio Music festival ricorda la sua unica esibizione in Umbria, e ultima perfomance del 1986, tenutasi a Preggio.

Info: www.preggiomusicfestival.com.

 

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Gli ospiti del Festival delle Nazioni: Giuseppe Verdi e l’Ue https://www.lavoce.it/gli-ospiti-del-festival-delle-nazioni-giuseppe-verdi-e-lue/ Thu, 29 Aug 2013 14:23:08 +0000 https://www.lavoce.it/?p=18674 I partecipanti in cammino alla Via crucis per i festeggiamenti di San Facondino
I partecipanti in cammino alla Via crucis per i festeggiamenti di San Facondino

Si sono aperti con una buona adesione di partecipanti alla Via crucis, lo scorso 18 agosto, i festeggiamenti per san Facondino che – non va dimenticato – era il patrono della diocesi di Nocera-Gualdo Tadino-Sassoferrato ed è, attualmente, il terzo patrono della città di Gualdo Tadino. Quasi 120 i partecipanti alla lunga ascesa di 6.530 metri, su un dislivello di poco meno di 900 metri, fino all’eremo del Serrasanta, dove è stata poi celebrata la messa.

Rispetto agli scorsi anni, gli eventi, specialmente di contorno all’evento sacro, si sono molto ridotti. “È un segno di rispetto per le tante famiglie della nostra parrocchia che stanno vivendo momenti difficili – spiega il parroco don Michele Zullato – a causa della crisi economica che ha investito molto pesantemente la nostra zona”.

E, in effetti, dal 19 agosto scorso ha preso il via la novena con la supplica a san Facondino, quest’anno incentrata soprattutto su un tema “lavoro”. Quel lavoro che un tempo abbondava in questi luoghi, così prossimi alla zona industriale, e che oggi è praticamente un lusso per non molti. Questo hanno chiesto i fedeli al loro santo protettore, memori delle sue capacità “organizzative” che mostrò bene ai tempi in cui lui, semplice eremita, accolse l’onere di reggere la diocesi di Tadino. Così anche nella messa nella solennità di San Facondino, il 28 agosto, quando si è ripetuta l’offerta degli aderenti alla compagnia del Santissimo Sacramento, una delle confraternite di cui abbondava Gualdo Tadino in epoca medievale; e così anche nella solenne concelebrazione del capitolo della cattedrale, alle ore 21, quando i sacerdoti del territorio gualdese hanno rinnovato la memoria del grande vescovo tadinate, chiedendo ancora la sua protezione.

La solennità vera e propria, però, sarà celebrata questa domenica, 1° settembre, presso la pieve di San Facondino, con la messa mattutina delle ore 9, la solenne concelebrazione delle 11,15 e la messa vespertina delle ore 18.

Semplici, ma comunque partecipati, gli eventi “profani” a corollario della festa religiosa. Questa sera, venerdì 30 agosto, la tradizionale gara di briscola presso l’apposita tensostruttura ai piedi del sagrato della chiesa. Domani sera, 31 agosto, alle ore 21 il saggio-concerto dei ragazzi e delle ragazze della scuola di canto di Catia Calisti. Domenica 31 agosto il tradizionale pranzo “All’ombra del campanile” e, di seguito, alle ore 17, la ormai consueta gara di burraco… all’ultima carta.

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La quinta edizione del Festival organistico a Perugia https://www.lavoce.it/la-quinta-edizione-del-festival-organistico-a-perugia/ Wed, 31 Jul 2013 22:33:46 +0000 https://www.lavoce.it/?p=18534 festival-organistico-cattedrale-perugiaSono molte le manifestazioni musicali umbre che si sono consolidate nel corso degli ultimi anni e che oggi godono di fama mondiale. Umbria Jazz, la Sagra musicale, il Festival dei Due mondi sono solo alcuni esempi. Da qualche anno, nell’olimpo dei grandi appuntamenti con la musica sta facendo la sua comparsa il Festival internazionale laurenziano d’organo. La manifestazione prevede una serie di concerti nella cattedrale perugina di San Lorenzo, eseguiti da organisti di fama internazionale. Dal 3 al 13 agosto di quest’anno si apre la quinta edizione. Direttore artistico è il m° Adriano Falcioni, organista della cattedrale di Perugia, nonché docente e pluripremiato artista. “L’impianto organizzativo rimane invariato – spiega Falcioni -: tre musicisti italiani, tre stranieri e in giovane emergente. In questa edizione la novità sta nel programma, particolarmente ricco di musica sinfonica e romantica francese. Non ultimo, un programma dedicato al bicentenario della nascita di due grandi compositori: Richard Wagner e Giuseppe Verdi”. Quello della cattedrale è un grande organo a canne costruito dalla pontificia fabbrica d’organi “Giovanni Tamburini” di Crema nel 1967. Con quattro tastiere di 61 note ciascuna e una pedaliera concavo-radiale di 32 note, ha una trasmissione integralmente elettrica revisionata e integrata con sistemi elettronici digitali nel 2004. Si tratta di uno strumento composto da 83 registri per un totale di 5.032 canne, e si presta molto bene per questo tipo di repertorio. L’organo sarà sottoposto a un restauro generale nei prossimi mesi. “Ad oggi – conclude Falcioni – lo strumento è funzionante, ma necessita di una serie di interventi tecnici per mantenerne l’integrità sonora e funzionale. Non ultimo, è stato vittima di una serie di danni provocati da un fulmine caduto nelle vicinanze della cattedrale qualche giorno fa durante un violento temporale”.

Il primo organo venne progettato da Archimede

Storia di uno strumento che, usato fin dall’antichità, è diventato il “re” della musica liturgica

L’organo a canne è “il re degli strumenti”, come riportano alcuni testi. Per come lo vediamo nelle nostre chiese, si presenta con una o più facciate di canne, una “consolle” a una o più tastiere e i relativi registi, e la pedaliera. Così, un solo strumento diventa un’orchestra.

L’organo ha origini antichissime. Il primo, l’hydraulis, fu costruito nel III secolo a.C. da Ctesibio di Alessandria, su progetto di Archimede. Inizialmente era adibito a uso profano: era diffuso anche nell’antica Roma ove serviva per allietare banchetti e accompagnare danze. Per questo motivo trascorsero molti secoli prima che le autorità ecclesiastiche decidessero di inserirlo come strumento adatto per le celebrazioni liturgiche: ciò avvenne solamente verso la fine del 900 d.C.

In Europa ci sono tante scuole organarie con una propria tradizione e un proprio stile costruttivo. In sintesi si possono identificare alcune macro-aree: germanico-fiamminga, francese, iberica e italiana. Non solo musica ma anche arte nel lavorare i materiali, che nel corso dei secoli si è integrata con l’architettura delle chiese. Quando si parla di organo a canne ci si riferisce, soprattutto nel passato, a dei capolavori. Vere e proprie opere d’arte e d’ingegno, soprattutto quando non c’era la corrente elettrica e tutto il ciclo sonoro (dal premere un tasto fino all’uscita del suono dalle canne) era gestito da una meccanica di altissima precisione.

Con l’avvento dell’energia elettrica e successivamente con l’elettronica, anche l’organo è andato soggetto alle moderne evoluzioni. Se oggi la consolle è separata e distante anche decine di metri rispetto alla posizione delle canne, è perché i complessi sistemi meccanici tipici degli organi antichi, sono stati sostituiti o integrati da elettrocalamite, interruttori e conduttori elettrici che hanno permesso di scorporare tastiere e corpo sonoro. L’elettronica moderna ha poi reso possibile, grazie alle tecniche di campionamento e di riproduzione virtuale, di rigenerare il suono delle canne tramite computer.

Suonare l’organo significa appassionarsi a un concentrato di suoni, di arte, di tecnologie e soprattutto di liturgia. L’organo a canne, come è stato ribadito nei documenti del Concilio Vaticano II, è lo strumento per la musica liturgica: “Nella Chiesa latina si abbia in grande onore l’organo a canne, strumento musicale tradizionale, il cui suono è in grado di aggiungere un notevole splendore alle cerimonie della Chiesa, e di elevare potentemente gli animi a Dio e alle cose celesti”.

Programma

Il Festival internazionale laurenziano d’organo è in programma dal 3 al 13 agosto (cattedrale di San Lorenzo, ore 21.30). Il tema di quest’anno è il Romanticismo francese. Il 6 agosto il giovane Manuel Tomadin eseguirà la fantasia Ad nos ad salutarem undam di Liszt e proporrà una poco eseguita Sonata di Ritter dedicata a Liszt. Il 7 agosto, Alessandro Bianchi con un programma tra la Francia e la musica contemporanea. L’8 agosto Falcioni proporrà l’integrale dell’opera organistica di Marcel Duruflè. Per il 9 e l’11 agosto sono previsti i concerti di Giulia Biagetti da Lucca e Bunckard Ascherl dalla Germania. Per concludere, il 13 agosto non poteva mancare un omaggio a Verdi e Wagner nell’anno dell’anniversario; a eseguire il concerto sarà il parigino Jean Paul Imbert. Per ulteriori informazioni: sito www.cattedrale.perugia.it o telefonare al numero 075 5723832.

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Estate in Umbria con l’arte https://www.lavoce.it/e-state-in-umbria-con-larte/ Thu, 27 Jun 2013 15:18:07 +0000 https://www.lavoce.it/?p=17733 spoleto-festivaLSaranno 17 giorni di grandi emozioni con oltre 120 aperture di sipario e la presenza di grandi star della scena. Dal 28 giugno al 14 luglio la città si apre al suo evento più significato la 56a edizione de Festival dei Due Mondi di Spoleto, con un programma ricco di proposte tra opere, concerti, balletti, recital, pièce teatrali. Nonché rassegne di cinema, laboratori, mostre d’arte, convegni, incontri, premi, concorsi, eventi speciali. Sotto la guida di Giorgio Ferrara, riconfermato direttore artistico del Festival per il secondo quinquennio, Spoleto è tornata a essere il luogo nel quale ogni estate, da ogni parte del mondo, convergono le grandi arti della scena. Anche quest’anno sarà terreno d’incontro tra avanguardia e tradizione, rivoluzione e conservazione, nuove generazioni e mostri sacri, restando comunque fedele alla qualità e all’eccellenza delle proposte e aprendo i suoi confini a tutte le espressioni artistiche più interessanti dai palcoscenici del mondo. All’interno della programmazione quest’anno ci sarà spazio anche per concerti gratuiti: si comincia domenica 30 giugno, al Teatro Romano, dove si esibirà alle ore 20 l’orchestra del Conservatorio di musica “Santa Cecilia” con musiche di G. Verdi e B. Britten, dirige Silvia Massarelli. Sempre al Teatro Romano martedì 2 luglio, alle ore 21 sarà la volta del concerto della banda Guardia di Finanza, che presenterà musiche di Giuseppe Verdi, Richard Wagner, Pietro Mascagni. Inoltre dal 2 al 7 luglio alle ore 18 e dal 9 al 13 luglio alle ore 18 e alle ore 19 in diversi luoghi di Spoleto, solisti ed ensemble del Conservatorio “Francesco Morlacchi” di Perugia proporranno repertori musicali di ogni tempo e genere. Info: www.festivaldispoleto.com

PREDICHE

Le opere di misericordia

Dal 29 giugno al 13 luglio tornano le Prediche in collaborazione tra il Festival e il Pontificio consiglio per la Nuova evangelizzazione quest’anno dedicate alle Opere di Misericordia spirituali. La cura sarà sempre di Lucetta Scaraffia. Tutti gli incontri (ingresso libero) si terranno nella chiesa dei Santi Domenico e Francesco alle ore 17. Il primo appuntamento sarà il 29 giugno “Consigliare i dubbiosi” con mons. Rino Fisichella. Seguiranno il 30 giugno “Insegnare agli ignoranti”, suor Catherine Aubin; 5 luglio “Ammonire i peccatori”, mons. Matteo Maria Zuppi; 6 luglio “Consolare gli afflitti” card. Francesco Coccopalmerio; 7 luglio “Perdonare le offese” mons. Giancarlo M. Bregantini; 12 luglio “Sopportare pazientemente le persone moleste”, Prof. Gianluigi Pasquale; 13 luglio, “Pregare per i vivi e per i morti” mons. Renato Boccardo.

 

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Va’ concerto sull’ali dorate https://www.lavoce.it/va-concerto-sullali-dorate/ Thu, 11 Aug 2011 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=9589 Non poteva essere diverso il 44° Festival delle Nazioni: nell’anno in cui l’Italia festeggia i suoi primi 150 anni, la manifestazione ha infatti optato per ospitare la stessa Italia con la tradizione musicale che nell’Ottocento influenzò notevolmente il pensiero risorgimentale, aiutando a diffondere un ideale patriottico di Italia unita. “In un momento nel quale il concetto di unità nazionale, declinata in un federalismo peraltro ancora tutto da definire, diventa oggetto di discussione e di polemica politica – come si legge nella presentazione proposta dal sito della manifestazione – il Festival non si sottrae a questa riflessione e cerca di esplorare in particolare i riverberi, che si ebbero nel mondo della musica, di quel lungo processo che portò appunto all’unificazione dell’Italia; ma anche, e ancora una volta, cerca di raccontare come a quell’epoca la musica – prima testimone nel mondo di una omogeneità culturale italiana (seppure nelle sue numerose sfaccettature locali- territoriali) anche nei secoli precedenti – fornisse già una forte immagine identitaria della nostra penisola”. Così, il Festival delle Nazioni, è iniziato lo scorso 23 agosto con un concerto dedicato a due simboli della musica italiana: Gioacchino Rossini e Giuseppe Verdi, con un finale di serata incentrato sulla colonna sonora che Nino Rota compose per Il Gattopardo di Visconti. A Nino Rota è poi stato dedicata anche la serata del Gian Burrasca di Lina Wertmüller, presentato lo scorso giovedì da Elio, visto il centenario dalla nascita del compositore, premio Oscar per le musiche del Padrino II. Dopo il concerto in cui di omaggio alla scuola napoletana di Pergolesi, Provenzale, Scarlatti e Vinci, che viene eseguito da “Pino de Vittorio Ensemble” venerdì 2 settembre, nell’oratorio San Crescentino di Morra, sabato 3 alle 21.15 i Solisti di Perugia, diretti da Massimo Quarta, proporranno al pubblico del festival, nella chiesa di San Francesco, le musiche di un’altra importante scuola italiana: quella veneta con il suo rappresentante Tartini. Nel Festival 2011, inoltre, è stato ricordato anche l’anniversario dei 200 anni dalla nascita di Franz Liszt. Sul compositore ungherese è stato infatti incentrato lo spettacolo proposto da Vittorio Sgarbi e Nazzareno Carusi: “Discorso a due”, messo in scena all’auditorium di S. Antonio lo scorso 26 agosto. Infine va ricordato come il melodramma rappresenti uno dei filoni della musica classica più tipici della nostra Penisola. A questo genere, sviluppatesi nell’Ottocento, appartengono molte delle arie a carattere patriottico che si diffusero durante il Risorgimento da nord a sud dell’Italia; così, nel concerto che chiuderà il Festival, domenica 4 settembre, presso San Domenico, non mancheranno l’Inno alle Nazioni e il Va’, pensiero di Giuseppe Verdi che saranno eseguiti dall’orchestra sinfonica “G. Rossini”, dai cori “M. Alboni”, Collegium vocale Tifernum e schola cantorum “Anton Maria Abbatini”, diretti dal maestro Giovanni di Stefano.

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Quell’estrema dignità di tutti https://www.lavoce.it/quellestrema-dignita-di-tutti/ Thu, 07 Jul 2011 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=9492 Hnno profanato le tombe di alcuni cimiteri. Ci sono state reazioni giustificate e vivaci, e molta sorpresa. Se c’è infatti un principio che accomuna l’umanità nella sua storia e nella sua dimensione geografica, è il rispetto e persino il culto dei morti. L’offesa ai cimiteri non è contro la religione dominante (che in quelle terre sacre si manifesta con i simboli delle croci e delle immagini sacre), ma le persone, con i loro resti mortali, i loro nomi e volti. Accomunate nell’identica condizione che attutisce ed oscura ogni altra caratteristica e identità acquisita in vita. Persino i cimiteri di guerra assumono un carattere di umanità che supera quello di nazionalità, anche in terra che fu nemica. Al singolo defunto si attribuisce il diritto al perdono e alla pace (Parce sepulto). Quando avviene un’offesa a questa sfera della vita umana, come ha detto il vescovo Bassetti, in un certo senso si fa un atto di disprezzo alla vita, considerata nel suo compimento e nel suo mistero. Di fronte alla morte l’Homo sapiens china il capo, l’uomo religioso prega, il poeta e l’artista elabora con ispirate espressioni il dolore e la passione. Nella cattedrale di San Loenzo a Perugia, sabato scorso è stata eseguita la Messa da Requiem di Giuseppe Verdi, eseguita per la prima volta a Milano nel primo anniversario della morte di Alessandro Manzoni. È stata un’esecuzione per coro e orchestra giovanili che ha trasmesso una carica di emozione difficilmente descrivibile. La morte si potrebbe dire che sia la molla più potente dell’amore e del sentimento umano. Quando al contrario abbiamo segni di disprezzo, a parte la pura follia, vuol dire che siamo al degrado interiore della propria umanità. Nel cimitero ci sono i ricchi e i poveri, i morti giovani e vecchi, i credenti e gli atei, i buoni e i cattivi. Non si può fare un dispetto a qualcuno senza rendere offesa a tutti. Nella difesa della dignità dei cimiteri e nella loro cura vi è un bell’esempio di coinvolgimento dei Comuni, delle parrocchie e della famiglie dei cittadini e dei fedeli. Sono molte centinaia, di tutte le dimensioni, i cimiteri in Umbria – nel solo Comune di Perugia ve ne sono più di trenta – e sono circondati da affetto e onore, segno di umanità e civiltà. Dei giovani d’oggi, figli della televisione che sforna scene di violenza e omicidi a flusso continuo, si dice che già a 4 anni hanno potuto assistere a migliaia di scene di uccisioni nelle circostanze più varie, soprattutto nelle fiction, dove la morte sembra solo un elemento dello spettacolo. Un amico mi ha raccontato che una bambina di due anni, cui il padre stava dicendo garbatamente che era morto il nonno al quale era molto affezionata, con uno scatto gli ha chiesto: “Chi l’ha ammazzato?”. Sta scomparendo dall’orizzonte della nostra cultura l’idea che la morte sia un evento naturale, non un fatto banale o da nascondere o da esorcizzare, ma da vivere con serietà e rispetto. Ai cristiani è data la fede nella risurrezione e nella vita eterna, ma non è tolto il dolore del distacco e l’umiliazione del corpo, che danno diritto e dignità alle forti grida e lacrime che ogni morte suscita.

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Superficialone https://www.lavoce.it/superficialone/ Thu, 15 Oct 2009 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=7914 Non fare il medico se non hai studiato la medicina: me lo ripeteva spesso mio padre, tanti anni fa, e io in tutti questi anni non mi ero reso conto di quanto grande fosse lo spettro di verità che contiene quell’aforisma. Non fare il medico se non hai studiato la medicina e non t’azzardare a commentare un’opera lirica se non ne hai approfondito tutti gli aspetti. Venerdì 8 ottobre ho avuto modo di assistere, al Lyrik di S. Maria degli Angeli, alla rappresentazione di Rigoletto. E mi sarei volentieri pericolato a commentarlo per un gruppo di amici assortiti, se Marco non me ne avesse dissuaso. L’avrei fatto senza pensarci due volte, in nome di quella confidenza che nutrivo nei confronti di Verdi Giuseppe e che invece Giuseppe Verdi non contraccambiava affatto. Me lo ha fatto notare Marco: “Tu ascolti l’opera con intenti esclusivamente ludici, come se fosse un’operetta… ma non ti sembra troppo poco?”.E ancora: “Ma non ti sei reso conto, tu che parli e straparli di handicap come fonte di emarginazione, con quale potenza rappresentativa Verdi ha affrontato proprio questo tema?”. Effettivamente. Mea culpa; forse non proprio maxima (il Padreterno ha ben altro da perdonarmi! Purtroppo!), ma sicuramente mea. Mi sono sentito un superficialone“Ah! La maledizione”. L’acuto agghiacciante del baritono, con il quale si chiudono il primo e il terzo atto, fa certo riferimento all’esecrazione che un condannato a morte aveva lanciato contro il buffone Rigoletto che lo aveva irriso mentre lui saliva il patibolo; ma più ancora fa riferimento alla drammatica situazione storico / culturale del protagonista. Rigoletto è un disabile che pretende di avere una vita normale. Impossibile. Vietato. La società non lo permette. Lui vuole una vita sua, una sessualità sua, una donna sua, una figlia sua. Niente. Impossibile. Vietato. La società non lo permette. E i cortigiani si rivelano fino in fondo una “vil razza dannata”, quando, resisi conto che la donna che Rigoletto ha in casa non è la sua amante, ma sua figlia, si incaponiscono ancora di più a rapirla. E a lui non resta che affidare a Giovanna, un donna indifesa come lui, quel suo unico fiore prezioso: “Veglia, o donna, questo fiore…”!E proprio questo brano ho voluto riascoltare, una volta tornato a casa. “Veglia o donna questo fiore / che a te puro confidai…”, e ho pensato con un fremito profondo all’infinita teoria di fratelli uomini che nei secoli, per tentare di stornare dalla loro vita la malvagità di altri uomini, hanno potuto fruire solo del flebile fiato di una preghiera che nessuno avrebbe ascoltato. Quanti dei miei “ragazzi”si portano dentro una tragedia del genere? Solo un mondo finalmente a misura del progetto che Dio ha su di esso potrebbe dare risposta a quella richiesta. Ma quel mondo, non che avvicinarsi, sembra allontanarsi sempre di più. 

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Una grande orchestra conclude il Festival dei Due Mondi https://www.lavoce.it/una-grande-orchestra-conclude-il-festival-dei-due-mondi/ Thu, 18 Jul 2002 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=2567 Sulle note di Puccini, Stravinskij e Verdi è calato il sipario della 45a edizione del festival dei Due Mondi. Il momento più atteso della manifestazione, trasmesso in diretta Raidue, ha entusiasmato i presenti, non solo per le opere musicali scelte, ma anche per la buona performance dell’orchestra e del coro Giuseppe Verdi di Milano che hanno eseguito la Messa di Gloria di Puccini, la Sinfonia di Salmi di Stravinskij, il Te Deum di Verdi superando a pieni voti il loro primo anno a Spoleto. Soddisfatto si è dimostrato anche il direttore dell’orchestra, l’inglese Richard Hickox che, nonostante sia abituato alle grandi platee, ogni volta che dirige il concerto in piazza del Duomo, non riesce a nascondere l’emozione. Per quanto riguarda gli introiti, il direttore artistico Francis Menotti ha affermato che le vendite sono andate bene e l’incasso ammonterebbe a un milione e trecento euro. Malgrado le polemiche fatte sui prezzi dei biglietti, troppo cari per un pubblico medio. Soddisfatto anche il maestro Gian Carlo Menotti che, durante la conferenza stampa conclusiva, ha esordito dicendo: “Non ho dubbi, sono molto grato a tutto lo staff, perché sono convinto che questa sia stata una delle migliori edizioni degli ultimi anni. E’ stata una ventata d’aria fresca per tutti. Abbiamo aperto nuovi orizzonti per il futuro. Non sopporto quelli che non fanno che rimpiangere le edizioni dei primi anni. La gente ha poca memoria: abbiamo fatto anche noi degli sbagli, ci sono state delle edizioni noiose. Quella di quest’anno è stata vivace e di qualità. Bisogna guardare sempre al futuro, scovare i giovani artisti e farli conoscere”. Poi ha continuato dicendo: “Sono amareggiato un po’ con voi giornalisti; mai che qualcuno si degni di dire se il concerto è stato bello o brutto, ma siete sempre alla ricerca dei pettegolezzi. In questo modo uccidete l’anima di questo Festival. Fate pure le critiche, ma che siano costruttive”. Dello stesso parere è il maestro Francesco Maria Colombo: “Per tanti anni, nella veste di giornalista, – ha detto – ho osservato il Festival dall’esterno; quest’anno invece, mi è capitato di osservarlo dall’interno e mi sento di dire che, in questa edizione c’è stata una grande novità, per me motivo di orgoglio: la presenza di un’orchestra italiana che ha fatto onore alla nostra nazione. Lavorando con loro, ho visto un entusiasmo per la propria arte che è rarissimo vedere nelle grandi orchestre. Credetemi, mi ha fatto molto effetto vedere i ragazzi della Verdi arrivare tutti i giorni un’ora prima della recita, per provare. Questo secondo me, è anche uno dei motivi della buona riuscita di questa edizione”. Nessuna anticipazione viene fatta invece sul programma dell’edizione 2003. I Menotti hanno detto di volersi prendere un po’ di riposo, prima di iniziare a pensare ai nomi per il prossimo Festival.

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Festival di Spoleto: omaggio a Claudia Cardinale https://www.lavoce.it/festival-di-spoleto-omaggio-a-claudia-cardinale/ Thu, 30 May 2002 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=2449 “Quest’anno sarà un festival all’insegna della musica e ricco di eventi” – ha dichiarato il maestro Gian Carlo Menotti alla presentazione del programma della quarantacinquesima edizione del Festival di Spoleto, avvenuta al Teatro Piccolo Eliseo di Roma. Il cartellone prevede i concerti sinfonici e corali, tre opere, i cicli dei concerti di mezzogiorno, l’ora mistica, l’Umbria segreta, i concerti di canto, le note leggere del Cafè chantant e di Spoleto jazz. La grande novità di quest’anno – spiega Giancarlo Menotti – è costituita dalla presenza dell’orchestra e del coro sinfonico di Milano ” Giuseppe Verdi” che, finalmente siamo riusciti a portare a Spoleto. Il Festival dei due mondi inizierà il 28 giugno e presenterà nelle prime due serate due opere di Giuseppe Verdi, la Messa da requiem, che inaugurerà il festival, diretta in Duomo dal maestro Riccardo Chailly e il Macbeth (il 29) diretto al Teatro Nuovo dal maestro Riccardo Frizza. Sarà poi la volta di The telephone e The medium, due opere di Gian Carlo Menotti in scena il 30 giugno al Teatro Caio Melisso e dirette dal maestro Francesco Maria Colombo. Per la danza, il Festival propone tre appuntamenti da non perdere, il primo con Nederlands dans theater II, una compagnia di livello internazionale, composta da 14 danzatori, di età compresa tra i 17 e i 22 anni, provenienti da tutto il mondo che presenteranno al Teatro Romano un repertorio firmato da coreografi di fama mondiale, quali Jiri Kyliàn, Hans van Manen, Ohad Naharin e Nacho Duato; il secondo appuntamento sarà con il ballerino di flamenco Rafael Amargo, che presenterà Poeta en nueva York da Garcia Lorca, un omaggio al poeta spagnolo; infine il terzo appuntamento sarà in piazza Duomo con Gala di danza, una serata all’insegna della danza più spettacolare – afferma il maestro Menotti – sia per il livello dei protagonisti sia per la scelta del repertorio. Ricca anche la sezione di Spoleto Cinema che quest’anno oltre ad offrire uno sguardo alla carriera di una grande signora del cinema italiano come Claudia Cardinale, propone anche due interessanti rarità, quali la versione cinematografica della Medium di Gian Carlo Menotti e il documentario inedito di Luciano Emmer su Picasso e Balthus. Ritorna poi, dopo il successo riscosso lo scorso anno, la serie dei “Grandi processi”, il Teatro Nuovo allestito come un immaginario tribunale, vedrà l’ex pubblico ministero Antonio Di Pietro, Paola Severino, Carlo Federico Grosso reduce dalle fatiche del caso Cogne, il gip. di Aosta Fabrizio Gandini, Luciano Revel e Jole Santelli, il magistrato Antonio Marini e Carlo Nordio, disputarsi le sorti processuali dei grandi della storia. Il Festival si concluderà il 14 luglio in piazza Duomo sulle note di Puccini, Stravinskij e Verdi, dirette dal maestro Richard Hickox.

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Cento candeline per la Pro-loco di Spoleto “Antonio Busetti” https://www.lavoce.it/cento-candeline-per-la-pro-loco-di-spoleto-antonio-busetti/ Thu, 06 Sep 2001 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=1504 Una data veramente da ricordare quella di domenica scorsa, 2 settembre, con la “Pro Spoleto” che ha celebrato il suo centenario. Fu fondata infatti nel 1901, da Domenico Arcangeli. E’ oggi intitolata a Antonio Busetti, l’amico giornalista, purtroppo scomparso, che la rifondò nel 1981. Una “Pro loco” ha, nella generalità dei casi, un grande significato poiché rappresenta un “insieme” al di sopra di ogni possibile divisione e fazione. La Chiesa guarda con molto interesse a istituzioni del genere, perché qui, salvo inevitabili eccezioni, normalmente non è l’interesse del singolo o di una parte che conta, ma unicamente il bene della città. E’ proprio il caso della nostra Pro Spoleto. Così grazie anche al Consiglio direttivo e al suo Presidente, la giornata di domenica scorsa ne è stata la migliore riprova.A parte la sera precedente, alle ore 18.00, quando nella Pinacoteca comunale è stato presentato il libro di fotografie “Spoleto 100 anni”, dedicato alla memoria della compianta vice presidente prof. ssa Franca Allegra – la sede è stata quella della Pinacoteca comunale – le manifestazioni di domenica si sono tutte tenute in terreno, diremmo, neutrale, al Monteluco, nel perimetro della Colonia dell’Inpdap. Si è iniziato alle ore 10.30 con la “Messa al campo”, sotto il grande tendone della Colonia. Grande raccoglimento, viva partecipazione, sensibilità illuminata. L’Eucaristia è il sacramento dell’unità e della carità. Le letture del giorno insistevano particolarmente sull’umiltà come superamento di qualsiasi egocentrismo, contando unicamente la promozione della famiglia di Dio: nessuna ricerca di primi posti, attenzioni particolari unicamente per gli ultimi e più debilitati, poveri, zoppi, storpi. Adunanza festosa delle primizie dei figli, con tanta festa per chiunque si impegni per il bene comune. Proprio il nostro caso.Dalle ore 9.00 alle 18.00 è stato attivato anche lo sportello filatelico, provvisto di annullo e cartolina ricordo. Ugualmente, l’organizzazione per l’accreditamento soci, oggi oltre il migliaio. Intanto, vendita di biglietti per la Lotteria della sera, con bellissimi premi. Dopo la Messa, essendo mancata purtroppo, per forza maggiore, la Banda dei bersaglieri, il posto è stato occupato dagli sbandieratori di Sangemini e dall’esibizione del corpo musicale “Marco d’Oggiono”, venuto per noi dalla terra lombarda. Che dire? Sono stati veramente bravi, tutti, confermando una fama veramente meritata. Gli sbandieratori ci hanno veramente impressionato per il formidabile tempismo, la varietà del figurato e un acrobatismo degno dei maggiori circhi. Il Coro di Marco d’Oggiono si è prodotto in un programma molto vario, con largo spazio dato anche a brani di Giuseppe Verdi, nel Centenario della sua morte. Ed insieme, brani stupendi, specie dalle colonne sonore di Morricone e da canzoni di Frank Sinatra, la “Voice”. Il pranzo, con centinaia di ospiti, è stato consumato nella grande sala conviviale dell’Inpdap, subito dopo, sempre nella Colonia – al Teatrino – declamazione di poesie e di famosi brani di prosa, naturalmente in dialetto spoletino, a dire la vivacità della lingua del nostro popolo che può fare benissimo il paio con il romanesco di un Trilussa o un Belli. Sul palco si sono così avvicendati tre finissimi dicitori ormai consacrati da tutta una lunga stagione d’arte in una città di teatri come Spoleto. Intendiamo Gianfrancesco Marignoli, Ezio Valecchi e Mario Leone. A ognuno, nella successiva premiazione, è stata consegnata la Targa ricordo del Centenario. Il momento della premiazione è stato uno dei più frequentati e applauditi. Anzitutto le istituzioni, tanto militari – polizia di Stato, carabinieri, guardia di finanza – che religiose, l’arcidiocesi, poi associazioni come Auser e Avis, “Umbri-Marchigiani da Spoleto”, infine a singoli cittadini benemeriti della città, come al pittore Sergio Bizzarri, di cui la città di Milano ospiterà in ottobre un’importante Mostra, tra i quali segnaliamo soprattutto un rappresentante della famiglia Busetti, a ricordo dell’indimenticabile Antonio. Le targhe-premio sono state consegnate dal sindaco Brunini, come dal presidente Laurenti, i vicepresidenti Andreini e Alberti, il direttore Belli. I maggiori applausi per Leopoldina Arcangeli, 103 anni, figlia del fondatore Domenico Arcangeli. Non ci resta che esprimere ancora le nostre congratulazioni, con l’augurio di “Buon Millennio”, come già fatto coralmente al brindisi finale della “Torta del Centenario”.

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La nuova ricostruzione della Decima sinfonia di Mahler https://www.lavoce.it/la-nuova-ricostruzione-della-decima-sinfonia-di-mahler/ Thu, 30 Aug 2001 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=1769 La Sagra è oggi considerata uno dei Festival più conosciuti e apprezzati in Italia e all’estero, oltre che una vera e propria Istituzione della nostra regione. In oltre mezzo secolo, con le sue produzioni, ha dato uno straordinario contributo alla diffusione della cultura musicale di ispirazione sacra e spirituale. Direttori di fama mondiale hanno onorato, con la loro presenza, il cartellone della Sagra musicale umbra: da Karajan e Celibidache a Mitropulos, fino ad Abbado, Gavazzeni, Giulini, Jochum, Maazel, Muti, Pretre, Sawallisch, Sinopoli,… Ma soprattutto la Sagra musicale umbra si è segnalata all’attenzione della cultura internazionale per la riscoperta di capolavori del passato e per avere tenuto a battesimo importanti lavori dei più grandi autori viventi. Fra le innumerevoli pagine proposte per la prima volta nel nostro Paese ricordiamo le prime esecuzioni italiane de L’Infanzia di Cristo di Berlioz (1937), della Messa in do min. di Mozart (1948), della Passione secondo Giovanni, dell’Oratorio di Natale di Bach (1948 e 49), di Israele in Egitto di Héndel, del Requiem di Schumann (1956), la prima esecuzione moderna del Vespro della Beata Vergine di Monteverdi (1950).E ancora le prime esecuzioni italiane o assolute di capolavori moderni e contemporanei come l’Ottava Sinfonia di Mahler (1951), Palestrina di Pfitzner (1953), le Messe in fa min. e in mi min. di Bruckner (1955 e 1958), i Gurre Lieder di Schònberg, il War Requiem, il Curlew River, The Prodigal Son e The Burning Fiery Furnace di Britten (1963, 65 e 68), la Messa di Hindemith (1964), Stimmung di Stockhausen (1969) il Dies Irae, Utrenija, lo Stabat Mater e il Te Deum di Penderecki (1967, 70, 80) A-ronne di Berio (1979), il Beatus Vir di Gorecki (1980)…Questo percorso si è virtualmente concluso il 16 agosto 2000 quando la Sagra Musicale Umbra ha presentato a Roma, nella Piazza del Campidoglio in occasione della XV Giornata mondiale della gioventù, la prima esecuzione assoluta della Missa Solemnis Resurrectionis, alla cui stesura hanno collaborato, a più mani, Marco Betta, Fabrizio De Rossi Re, Carlo Galante, Giovanni Sollima, Gianpaolo Testoni, Marco Tutino e Paolo Ugoletti: partitura che è stata ufficialmente consegnata nelle mani del Santo Padre nel gennaio scorso e con la quale la Sagra ha inteso celebrare nel modo migliore il Giubileo del 2000. Anche oggi, all’alba del nuovo secolo, l’impegno rimane lo stesso: quello di contribuire alla promozione, sviluppo e diffusione musicale, stimolando la ricerca di capolavori dimenticati del passato e la nuova produzione sacra, senza per questo rinunciare a progetti nuovi e originali, in grado di arricchire il panorama musicale contemporaneo. L’edizione 2001 si presenta nel segno del legame, oggi sempre più praticato, fra musica e teatro, e si apre (sabato 8 settembre, al teatro Morlacchi di Perugia, alle ore 21.15) con Giuseppina – La buona stella di Verdi, un lavoro di teatro, musica e immagini, ispirato al legame tra Giuseppina Strepponi con Giuseppe Verdi di cui ricorre quest’anno il centenario della morte. Lo spettacolo è prodotto in collaborazione con il Teatro Stabile dell’Umbria e il Centro Karajan di Vienna che, nel corso della prima settimana, proporrà anche tre video-ascolti di lavori verdiani diretti dal grande direttore austriaco. Sempre nel campo dell’interdisciplinarietà fra musica e teatro si inseriscono anche i due spettacoli Qoelèt, la voce che trapassa composto da Fernando Grillo (domenica 9 settembre al teatro “Caporali” di Panicale, alle ore 21 e lunedì 10 a Perugia alle ore 21, a Santa Teresa degli Scalzi) e La crociata dei bambini (giovedì 20 settembre, al teatro Morlacchi di Perugia, alle ore 21), mentre la serata dedicata al ricordo del compositore Franco Donatoni, propone un concerto multimediale (martedì 18 settembre alle ore 21 nell’Oratorio di Santa Cecilia a Perugia) con interazione fra immagini elaborate al computer e musica dal vivo. Nel 2001, oltre quello verdiano, ricorrono il centenario della morte del compositore tedesco Joseph Rheinberger e quello della nascita del compositore perugino Gian Luca Tocchi. Di Rheinberger vengono eseguiti, in due distinti concerti (mercoledì 19 settembre, alle ore 21, nella Cattedrale di Perugia), lo Stabat Mater e due Sonate per organo; a Tocchi viene invece dedicato un concerto monografico a Solomeo (domenica 16 settembre, al castello di Solomeo di Corciano alle ore 21), località dove il musicista era solito trascorrere i mesi estivi durante gli ultimi anni della sua vita. Musiche di Mendelssohn, Schumann, Brahms e Rheinberger saranno proposte martedì 11 settembre alle ore 21, nella cattedrale di Perugia, dall’organista Winijand van De Pol. Il concerto di chiusura (domenica 23 settembre, alle ore 21, nell’auditorium San Domenico a Foligno) è realizzato in collaborazione con Segni Barocchi di Foligno: il soprano Cecilia Gasdia e Mario Ancillotti, flautista e direttore, sono i protagonisti di una serata dedicata ai due maggiori autori del settecento, Bach e Vivaldi. E per concludere un cenno a quello che rappresenta l’evento culturale di questa 56a edizione: la prima esecuzione assoluta della nuova ricostruzione della Decima Sinfonia di Gustav Mahler, commissionata dalla Sagra musicale umbra in occasione del 90’anno della morte del compositore. Questa nuova ricostruzione della Decima viene presentata (sabato 22 settembre al teatro Morlacchi di Perugia alle ore 21) dai Wiener Symphonyker, la prestigiosa orchestra che già nel 1950, guidata da Herbert von Karajan, fu ospite della Sagra musicale umbra.

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La nuova ricostruzione della Decima sinfonia di Mahler https://www.lavoce.it/la-nuova-ricostruzione-della-decima-sinfonia-di-mahler-2/ Thu, 30 Aug 2001 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=1971 La Sagra è oggi considerata uno dei Festival più conosciuti e apprezzati in Italia e all’estero, oltre che una vera e propria Istituzione della nostra regione. In oltre mezzo secolo, con le sue produzioni, ha dato uno straordinario contributo alla diffusione della cultura musicale di ispirazione sacra e spirituale. Direttori di fama mondiale hanno onorato, con la loro presenza, il cartellone della Sagra musicale umbra: da Karajan e Celibidache a Mitropulos, fino ad Abbado, Gavazzeni, Giulini, Jochum, Maazel, Muti, Pretre, Sawallisch, Sinopoli,… Ma soprattutto la Sagra musicale umbra si è segnalata all’attenzione della cultura internazionale per la riscoperta di capolavori del passato e per avere tenuto a battesimo importanti lavori dei più grandi autori viventi. Fra le innumerevoli pagine proposte per la prima volta nel nostro Paese ricordiamo le prime esecuzioni italiane de L’Infanzia di Cristo di Berlioz (1937), della Messa in do min. di Mozart (1948), della Passione secondo Giovanni, dell’Oratorio di Natale di Bach (1948 e 49), di Israele in Egitto di Héndel, del Requiem di Schumann (1956), la prima esecuzione moderna del Vespro della Beata Vergine di Monteverdi (1950).E ancora le prime esecuzioni italiane o assolute di capolavori moderni e contemporanei come l’Ottava Sinfonia di Mahler (1951), Palestrina di Pfitzner (1953), le Messe in fa min. e in mi min. di Bruckner (1955 e 1958), i Gurre Lieder di Schònberg, il War Requiem, il Curlew River, The Prodigal Son e The Burning Fiery Furnace di Britten (1963, 65 e 68), la Messa di Hindemith (1964), Stimmung di Stockhausen (1969) il Dies Irae, Utrenija, lo Stabat Mater e il Te Deum di Penderecki (1967, 70, 80) A-ronne di Berio (1979), il Beatus Vir di Gorecki (1980)…Questo percorso si è virtualmente concluso il 16 agosto 2000 quando la Sagra Musicale Umbra ha presentato a Roma, nella Piazza del Campidoglio in occasione della XV Giornata mondiale della gioventù, la prima esecuzione assoluta della Missa Solemnis Resurrectionis, alla cui stesura hanno collaborato, a più mani, Marco Betta, Fabrizio De Rossi Re, Carlo Galante, Giovanni Sollima, Gianpaolo Testoni, Marco Tutino e Paolo Ugoletti: partitura che è stata ufficialmente consegnata nelle mani del Santo Padre nel gennaio scorso e con la quale la Sagra ha inteso celebrare nel modo migliore il Giubileo del 2000. Anche oggi, all’alba del nuovo secolo, l’impegno rimane lo stesso: quello di contribuire alla promozione, sviluppo e diffusione musicale, stimolando la ricerca di capolavori dimenticati del passato e la nuova produzione sacra, senza per questo rinunciare a progetti nuovi e originali, in grado di arricchire il panorama musicale contemporaneo. L’edizione 2001 si presenta nel segno del legame, oggi sempre più praticato, fra musica e teatro, e si apre (sabato 8 settembre, al teatro Morlacchi di Perugia, alle ore 21.15) con Giuseppina – La buona stella di Verdi, un lavoro di teatro, musica e immagini, ispirato al legame tra Giuseppina Strepponi con Giuseppe Verdi di cui ricorre quest’anno il centenario della morte. Lo spettacolo è prodotto in collaborazione con il Teatro Stabile dell’Umbria e il Centro Karajan di Vienna che, nel corso della prima settimana, proporrà anche tre video-ascolti di lavori verdiani diretti dal grande direttore austriaco. Sempre nel campo dell’interdisciplinarietà fra musica e teatro si inseriscono anche i due spettacoli Qoelèt, la voce che trapassa composto da Fernando Grillo (domenica 9 settembre al teatro “Caporali” di Panicale, alle ore 21 e lunedì 10 a Perugia alle ore 21, a Santa Teresa degli Scalzi) e La crociata dei bambini (giovedì 20 settembre, al teatro Morlacchi di Perugia, alle ore 21), mentre la serata dedicata al ricordo del compositore Franco Donatoni, propone un concerto multimediale (martedì 18 settembre alle ore 21 nell’Oratorio di Santa Cecilia a Perugia) con interazione fra immagini elaborate al computer e musica dal vivo. Nel 2001, oltre quello verdiano, ricorrono il centenario della morte del compositore tedesco Joseph Rheinberger e quello della nascita del compositore perugino Gian Luca Tocchi. Di Rheinberger vengono eseguiti, in due distinti concerti (mercoledì 19 settembre, alle ore 21, nella Cattedrale di Perugia), lo Stabat Mater e due Sonate per organo; a Tocchi viene invece dedicato un concerto monografico a Solomeo (domenica 16 settembre, al castello di Solomeo di Corciano alle ore 21), località dove il musicista era solito trascorrere i mesi estivi durante gli ultimi anni della sua vita. Musiche di Mendelssohn, Schumann, Brahms e Rheinberger saranno proposte martedì 11 settembre alle ore 21, nella cattedrale di Perugia, dall’organista Winijand van De Pol. Il concerto di chiusura (domenica 23 settembre, alle ore 21, nell’auditorium San Domenico a Foligno) è realizzato in collaborazione con Segni Barocchi di Foligno: il soprano Cecilia Gasdia e Mario Ancillotti, flautista e direttore, sono i protagonisti di una serata dedicata ai due maggiori autori del settecento, Bach e Vivaldi. E per concludere un cenno a quello che rappresenta l’evento culturale di questa 56a edizione: la prima esecuzione assoluta della nuova ricostruzione della Decima Sinfonia di Gustav Mahler, commissionata dalla Sagra musicale umbra in occasione del 90’anno della morte del compositore. Questa nuova ricostruzione della Decima viene presentata (sabato 22 settembre al teatro Morlacchi di Perugia alle ore 21) dai Wiener Symphonyker, la prestigiosa orchestra che già nel 1950, guidata da Herbert von Karajan, fu ospite della Sagra musicale umbra.

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Musica, teatro e danza di alti livelli https://www.lavoce.it/musica-teatro-e-danza-di-alti-livelli/ Thu, 02 Aug 2001 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=1745 Il concerto al Teatro Comunale del compositore René Clemencic ha concluso in bellezza l’edizione 2001 di Todi Arte Festival con una mirabile esecuzione dello “Stabat Mater” scritto appositamente per il festival. Il concerto del gruppo musicale “Clemencic Consort” ha sugellato mirabilmente il programma musicale della manifestazione tuderte: un cartellone che rispetto alle edizioni precedenti ha dimostrato maggiore originalità nonostante il budget ridotto. Senza dubbio, con qualche piccola eccezione, il programma presentato quest’anno è stato il migliore degli ultimi tre anni, quelli della nuova gestione affidata a Simona Marchini. Si è prodotto musica, teatro e danza, a livelli alti, persino internazionali, ad esempio con il Quartetto per chitarre e orchestra d’archi di Leo Brouwer che, tra l’altro, a Todi ha girato un film, “Diario Italico” di prossima presentazione al Festival di Torino. Oppure con la bella “Traviata”, una inattesa edizione di buon livello, raro per chi ha poco tempo a disposizione per la messa in scena e altrettanto poche risorse economiche da investire. La sezione danza ha regalato al pubblico del festival la splendida Maratona Internazionale dedicata al centenario della morte di Giuseppe Verdi, presentando in Piazza del Popolo coreografie originali e la presenza in palcoscenico della divina Carla Fracci. Se la sezione musica, affidata a Massimo Fargnoli, quest’anno è stata veramente innovativa e straordinaria per la presenza di autori famosissimi e per le loro composizioni presentate in prima assoluta, la sezione prosa, diretta dal regista Patrick Rossi Gastaldi si avvia a ritrovare la strada tanto amata dai giovani autori e registi, quella della palestra dove scaldarsi i muscoli e dimostrare le proprie capacità. Molto apprezzata la commedia inaugurale “La Bella e la Bestia” con Simona Marchini diretta da Jerome Savary e il testo di Angelo Longoni “Xanax” interpretato da Amanda Sandrelli e Blas Roca Rey. Per la prossima edizione ci sono in cantiere progetti ambiziosi: cercare autori e testi nuovi, anche all’estero e utilizzare spazi meno canonici. Per esempio uno spettacolo da realizzare nell’intera Piazza del Popolo impiegando come attori anche i tuderti. L’intenzione della Marchini per il futuro è quella di intrecciare sempre più le arti, perché gli artisti di ogni genere dialoghino tra loro.

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Musica, teatro e danza di alti livelli https://www.lavoce.it/musica-teatro-e-danza-di-alti-livelli-2/ Thu, 02 Aug 2001 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=1947 Il concerto al Teatro Comunale del compositore René Clemencic ha concluso in bellezza l’edizione 2001 di Todi Arte Festival con una mirabile esecuzione dello “Stabat Mater” scritto appositamente per il festival. Il concerto del gruppo musicale “Clemencic Consort” ha sugellato mirabilmente il programma musicale della manifestazione tuderte: un cartellone che rispetto alle edizioni precedenti ha dimostrato maggiore originalità nonostante il budget ridotto. Senza dubbio, con qualche piccola eccezione, il programma presentato quest’anno è stato il migliore degli ultimi tre anni, quelli della nuova gestione affidata a Simona Marchini. Si è prodotto musica, teatro e danza, a livelli alti, persino internazionali, ad esempio con il Quartetto per chitarre e orchestra d’archi di Leo Brouwer che, tra l’altro, a Todi ha girato un film, “Diario Italico” di prossima presentazione al Festival di Torino. Oppure con la bella “Traviata”, una inattesa edizione di buon livello, raro per chi ha poco tempo a disposizione per la messa in scena e altrettanto poche risorse economiche da investire. La sezione danza ha regalato al pubblico del festival la splendida Maratona Internazionale dedicata al centenario della morte di Giuseppe Verdi, presentando in Piazza del Popolo coreografie originali e la presenza in palcoscenico della divina Carla Fracci. Se la sezione musica, affidata a Massimo Fargnoli, quest’anno è stata veramente innovativa e straordinaria per la presenza di autori famosissimi e per le loro composizioni presentate in prima assoluta, la sezione prosa, diretta dal regista Patrick Rossi Gastaldi si avvia a ritrovare la strada tanto amata dai giovani autori e registi, quella della palestra dove scaldarsi i muscoli e dimostrare le proprie capacità. Molto apprezzata la commedia inaugurale “La Bella e la Bestia” con Simona Marchini diretta da Jerome Savary e il testo di Angelo Longoni “Xanax” interpretato da Amanda Sandrelli e Blas Roca Rey. Per la prossima edizione ci sono in cantiere progetti ambiziosi: cercare autori e testi nuovi, anche all’estero e utilizzare spazi meno canonici. Per esempio uno spettacolo da realizzare nell’intera Piazza del Popolo impiegando come attori anche i tuderti. L’intenzione della Marchini per il futuro è quella di intrecciare sempre più le arti, perché gli artisti di ogni genere dialoghino tra loro.

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In prima assoluta la “nuova” Decima sinfonia di Mahler https://www.lavoce.it/in-prima-assoluta-la-nuova-decima-sinfonia-di-mahler/ Thu, 28 Jun 2001 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=1675 Perugia, Panicale, Montecastello di Vibio, Montefalco, Gubbio, Torgiano, Solomeo e Foligno saranno i comuni interessati dalla 56a Sagra musicale umbra che si svolgerà dall’8 al 23 settembre. L’edizione 2001 si presenta nel segno del legame, oggi sempre più praticato, fra musica e teatro. “Viviamo oggi una fase storica – ha precisato il direttore artistico Carlo Pedini – che vede sempre più in crisi la musica da camera proposta nei modi tradizionali. La massiccia diffusione di musica sta operando una vera e propria rivoluzione nella pratica dell’ascolto, obbligando operatori e organizzatori musicali a ripensare lo stesso concetto classico di ‘pubblico concerto’ e quindi cercando nuove strade, affidandosi a forme più complesse e spettacolari”. Per questo motivo l’edizione 2001 della Sagra aprirà in modo “insolito”, con un lavoro di teatro, musica e immagini, ispirato a Giuseppina Strepponi e Giuseppe Verdi (di cui ricorre quest’anno il centenario della morte). Lo spettacolo è prodotto in collaborazione con il Teatro Stabile dell’Umbria e il Centro Karajan di Vienna e, nel corso della prima settimana, proporrà anche tre “video-ascolti” di lavori verdiani diretti dal grande direttore austriaco. La Sagra musicale umbra è considerata uno dei Festival più conosciuti e apprezzati in Italia e all’estero oltre che, ovviamente, una vera e propria “Istituzione” della nostra regione; in oltre mezzo secolo, con le sue produzioni, ha dato uno straordinario contributo alla diffusione della cultura musicale di ispirazione sacra e spirituale. Una Sagra che si presenta, al suo primo appuntamento del nuovo millennio, in buona salute e in netta ripresa, come ha sottolineato il sindaco di Perugia Renato Locchi, nonostante le difficoltà finanziarie: “Vogliamo che la Sagra sia sempre di più un fenomeno di qualità – ha affermato Locchi – e non un ‘evento di massa’. Questa scelta porta indubbiamente problemi nel reperimento di fondi, che dovranno arrivare soprattutto dalle Istituzioni pubbliche”. Per questo, ha ribadito Locchi, sarà necessaria una “selezione” degli eventi musicali, per cercare di favorire e incentivare quelli che effettivamente si ispirano ai canoni di qualità e regionalità, sia dal punto di vista di utilizzo di “forze” umbre che di diffusione sul territorio. A questo proposito il Sindaco di Perugia ha lamentato la mancata partecipazione di Terni: “Continueremo ad insistere – ha detto Locchi – anche perché non credo che Terni voglia coltivare un suo particolare isolamento”. E per concludere un cenno a quello che rappresenta l’evento culturale di questa 56’edizione: la prima esecuzione assoluta della nuova ricostruzione della Decima Sinfonia di Gustav Mahler che sara eseguita al teatro Morlacchi sabato 22 settembre, commissionata dalla Sagra musicale umbra in occasione del 90’anno della morte del compositore. Come molti sanno della Decima Mahler lasciò alcuni abbozzi solo parzialmente completati. La versione comunemente eseguita oggi è la ricostruzione realizzata da Cooke all’inizio degli anni ’60. Nessuno saprà mai come sarebbe stata l’opera se fosse stata completata da Mahler: il senso di una nuova ricostruzione, come è avvenuto nei casi analoghi di altri lavori lasciati incompleti (Requiem di Mozart, di Beethoven, un paio di Sinfonie di Schubert, Finale della Nona di Bruckner, ecc.), non sta tanto nella impossibile ricerca della versione più “autentica”, quanto quella di offrire una nuova lettura che ci consenta di avvicinarci di più e meglio al punto in cui l’autore si è interrotto. Una nuova lettura quindi, che, affiancandosi a quella già nota, ci renda ancora più chiara la consapevolezza di trovarci di fronte ad un capolavoro incompleto e di quali e quanti ulteriori sviluppi l’opera avrebbe potuto beneficiare se l’autore avesse potuto portarla a compimento. Questa nuova ricostruzione della Decima ci viene presentata oggi dai Wiener Symphonyker, la prestigiosa orchestra che già nel 1950, guidata da Herbert von Karajan, fu ospite della Sagra Musicale Umbra. “Anche oggi, all’alba del nuovo secolo, – ha concluso il maestro Pedini – l’impegno rimane lo stesso: quello di contribuire alla promozione, sviluppo e diffusione musicale, stimolando la ricerca di capolavori dimenticati del passato e la nuova produzione sacra, senza per questo rinunciare a progetti nuovi e originali, in grado di arricchire il panorama musicale contemporaneo.

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In prima assoluta la “nuova” Decima sinfonia di Mahler https://www.lavoce.it/in-prima-assoluta-la-nuova-decima-sinfonia-di-mahler-2/ Thu, 28 Jun 2001 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=1877 Perugia, Panicale, Montecastello di Vibio, Montefalco, Gubbio, Torgiano, Solomeo e Foligno saranno i comuni interessati dalla 56a Sagra musicale umbra che si svolgerà dall’8 al 23 settembre. L’edizione 2001 si presenta nel segno del legame, oggi sempre più praticato, fra musica e teatro. “Viviamo oggi una fase storica – ha precisato il direttore artistico Carlo Pedini – che vede sempre più in crisi la musica da camera proposta nei modi tradizionali. La massiccia diffusione di musica sta operando una vera e propria rivoluzione nella pratica dell’ascolto, obbligando operatori e organizzatori musicali a ripensare lo stesso concetto classico di ‘pubblico concerto’ e quindi cercando nuove strade, affidandosi a forme più complesse e spettacolari”. Per questo motivo l’edizione 2001 della Sagra aprirà in modo “insolito”, con un lavoro di teatro, musica e immagini, ispirato a Giuseppina Strepponi e Giuseppe Verdi (di cui ricorre quest’anno il centenario della morte). Lo spettacolo è prodotto in collaborazione con il Teatro Stabile dell’Umbria e il Centro Karajan di Vienna e, nel corso della prima settimana, proporrà anche tre “video-ascolti” di lavori verdiani diretti dal grande direttore austriaco. La Sagra musicale umbra è considerata uno dei Festival più conosciuti e apprezzati in Italia e all’estero oltre che, ovviamente, una vera e propria “Istituzione” della nostra regione; in oltre mezzo secolo, con le sue produzioni, ha dato uno straordinario contributo alla diffusione della cultura musicale di ispirazione sacra e spirituale. Una Sagra che si presenta, al suo primo appuntamento del nuovo millennio, in buona salute e in netta ripresa, come ha sottolineato il sindaco di Perugia Renato Locchi, nonostante le difficoltà finanziarie: “Vogliamo che la Sagra sia sempre di più un fenomeno di qualità – ha affermato Locchi – e non un ‘evento di massa’. Questa scelta porta indubbiamente problemi nel reperimento di fondi, che dovranno arrivare soprattutto dalle Istituzioni pubbliche”. Per questo, ha ribadito Locchi, sarà necessaria una “selezione” degli eventi musicali, per cercare di favorire e incentivare quelli che effettivamente si ispirano ai canoni di qualità e regionalità, sia dal punto di vista di utilizzo di “forze” umbre che di diffusione sul territorio. A questo proposito il Sindaco di Perugia ha lamentato la mancata partecipazione di Terni: “Continueremo ad insistere – ha detto Locchi – anche perché non credo che Terni voglia coltivare un suo particolare isolamento”. E per concludere un cenno a quello che rappresenta l’evento culturale di questa 56’edizione: la prima esecuzione assoluta della nuova ricostruzione della Decima Sinfonia di Gustav Mahler che sara eseguita al teatro Morlacchi sabato 22 settembre, commissionata dalla Sagra musicale umbra in occasione del 90’anno della morte del compositore. Come molti sanno della Decima Mahler lasciò alcuni abbozzi solo parzialmente completati. La versione comunemente eseguita oggi è la ricostruzione realizzata da Cooke all’inizio degli anni ’60. Nessuno saprà mai come sarebbe stata l’opera se fosse stata completata da Mahler: il senso di una nuova ricostruzione, come è avvenuto nei casi analoghi di altri lavori lasciati incompleti (Requiem di Mozart, di Beethoven, un paio di Sinfonie di Schubert, Finale della Nona di Bruckner, ecc.), non sta tanto nella impossibile ricerca della versione più “autentica”, quanto quella di offrire una nuova lettura che ci consenta di avvicinarci di più e meglio al punto in cui l’autore si è interrotto. Una nuova lettura quindi, che, affiancandosi a quella già nota, ci renda ancora più chiara la consapevolezza di trovarci di fronte ad un capolavoro incompleto e di quali e quanti ulteriori sviluppi l’opera avrebbe potuto beneficiare se l’autore avesse potuto portarla a compimento. Questa nuova ricostruzione della Decima ci viene presentata oggi dai Wiener Symphonyker, la prestigiosa orchestra che già nel 1950, guidata da Herbert von Karajan, fu ospite della Sagra Musicale Umbra. “Anche oggi, all’alba del nuovo secolo, – ha concluso il maestro Pedini – l’impegno rimane lo stesso: quello di contribuire alla promozione, sviluppo e diffusione musicale, stimolando la ricerca di capolavori dimenticati del passato e la nuova produzione sacra, senza per questo rinunciare a progetti nuovi e originali, in grado di arricchire il panorama musicale contemporaneo.

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