Giuseppe Toniolo Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/giuseppe-toniolo/ Settimanale di informazione regionale Wed, 21 Aug 2024 15:53:22 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg Giuseppe Toniolo Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/giuseppe-toniolo/ 32 32 A Solomeo l’appello di Cucinelli alla presentazione del libro di Sorrentino su Toniolo https://www.lavoce.it/solomeo-lppello-cucinelli-presentazione-libro-sorrentino-beato-toniolo/ https://www.lavoce.it/solomeo-lppello-cucinelli-presentazione-libro-sorrentino-beato-toniolo/#respond Fri, 03 May 2024 13:33:59 +0000 https://www.lavoce.it/?p=75995

Cucinelli: “Il capitalismo deve essere direttamente proporzionale all’umanità”

“Abbiamo bisogno di una marea di umanità, perché il capitalismo deve essere direttamente proporzionale all’umanità. Le regole del capitalismo non possono essere quelle di 100, 200, 1000 anni fa, ci vuole un capitalismo contemporaneo”. Lo ha detto nel pomeriggio di giovedì 2 maggio Brunello Cucinelli, presidente esecutivo e direttore creativo della Brunello Cucinelli Spa, nel corso della presentazione, all’interno del Teatro Cucinelli a Solomeo, del libro scritto dal vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, intitolato Economia umana. La lezione e la profezia di Giuseppe Toniolo: una rilettura sistematica (Ed. Vita e Pensiero, pagg. 364). Alla presentazione hanno preso parte oltre al vescovo e all’imprenditore, il rettore dell’Università degli studi di Perugia, Maurizio Oliviero e la giornalista della redazione economica dell’Ansa, Monica Paternesi. “Credo che siamo in un momento di grandissimo cambiamento dell’umanità e questo fa parte della sostenibilità umana perché c’è una sostenibilità del clima, c’è una sostenibilità economica (Quanto guadagni, dove lavori, in che condizioni lavori), c’è una sostenibilità spirituale (‘Se mi tratti meglio il mio spirito sta meglio ed è anche più creativo’), c’è una sostenibilità culturale, una tecnologica e poi c’è la sostenibilità morale. Io vorrei essere il classico italiano – ha sottolineato Cucinelli - che contribuisce con la mia impresa alla crescita della mia Italia. Dobbiamo tornare a far sì che dall’impresa tutti possano avere i giusti profitti”.

Mons. Sorrentino: Senza etica le regole economiche non reggono”

Nel suo intervento il Vescovo ha messo in evidenza l’attualità del pensiero del Toniolo, che già nel 1873 parlava di etica “come fattore intrinseco delle leggi economiche. Cosa che detta così a quel tempo – ha aggiunto - era una specie di bestemmia scientifica, era blasfemo dal punto di vista dell’economia mainstream sia teorica che pratica prevalente. Invece Toniolo passò una vita a dimostrare questo e oggi noi ci troviamo di fronte ad una economia mondiale - perché di questo ormai parliamo - che va alla ricerca spasmodica di uno scenario condiviso di valori, perché senza alcune regole etiche che stiano dentro anche al discorso economico si rischia molto”.

Il rettore Oliviero: “L'economia deve prendersi cura"

Il rettore Oliviero, ringraziando l’autore per il volume, ha rilevato che “Toniolo era un economista, ma per molti agli inizi era considerato un sociologo proprio per la difficoltà di comprenderne il pensiero secondo cui l’economia non era esclusivamente una computazione ragionieristica, statistica e matematica. L’economia – ha detto il Magnifico - è il tentativo di provare a costruire delle regole per far funzionare bene la casa, per prendersi cura della casa. Questo presuppone che le origini del pensiero economico risiedono in qualcosa che mira a prendersi cura, a dei valori, a dei bisogni. L’autore prova a ritirare fuori un elemento di riflessione di Toniolo che è l’elemento civile, inteso come comunità”. [gallery td_select_gallery_slide="slide" ids="76006,76007,76008"]]]>

Cucinelli: “Il capitalismo deve essere direttamente proporzionale all’umanità”

“Abbiamo bisogno di una marea di umanità, perché il capitalismo deve essere direttamente proporzionale all’umanità. Le regole del capitalismo non possono essere quelle di 100, 200, 1000 anni fa, ci vuole un capitalismo contemporaneo”. Lo ha detto nel pomeriggio di giovedì 2 maggio Brunello Cucinelli, presidente esecutivo e direttore creativo della Brunello Cucinelli Spa, nel corso della presentazione, all’interno del Teatro Cucinelli a Solomeo, del libro scritto dal vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, intitolato Economia umana. La lezione e la profezia di Giuseppe Toniolo: una rilettura sistematica (Ed. Vita e Pensiero, pagg. 364). Alla presentazione hanno preso parte oltre al vescovo e all’imprenditore, il rettore dell’Università degli studi di Perugia, Maurizio Oliviero e la giornalista della redazione economica dell’Ansa, Monica Paternesi. “Credo che siamo in un momento di grandissimo cambiamento dell’umanità e questo fa parte della sostenibilità umana perché c’è una sostenibilità del clima, c’è una sostenibilità economica (Quanto guadagni, dove lavori, in che condizioni lavori), c’è una sostenibilità spirituale (‘Se mi tratti meglio il mio spirito sta meglio ed è anche più creativo’), c’è una sostenibilità culturale, una tecnologica e poi c’è la sostenibilità morale. Io vorrei essere il classico italiano – ha sottolineato Cucinelli - che contribuisce con la mia impresa alla crescita della mia Italia. Dobbiamo tornare a far sì che dall’impresa tutti possano avere i giusti profitti”.

Mons. Sorrentino: Senza etica le regole economiche non reggono”

Nel suo intervento il Vescovo ha messo in evidenza l’attualità del pensiero del Toniolo, che già nel 1873 parlava di etica “come fattore intrinseco delle leggi economiche. Cosa che detta così a quel tempo – ha aggiunto - era una specie di bestemmia scientifica, era blasfemo dal punto di vista dell’economia mainstream sia teorica che pratica prevalente. Invece Toniolo passò una vita a dimostrare questo e oggi noi ci troviamo di fronte ad una economia mondiale - perché di questo ormai parliamo - che va alla ricerca spasmodica di uno scenario condiviso di valori, perché senza alcune regole etiche che stiano dentro anche al discorso economico si rischia molto”.

Il rettore Oliviero: “L'economia deve prendersi cura"

Il rettore Oliviero, ringraziando l’autore per il volume, ha rilevato che “Toniolo era un economista, ma per molti agli inizi era considerato un sociologo proprio per la difficoltà di comprenderne il pensiero secondo cui l’economia non era esclusivamente una computazione ragionieristica, statistica e matematica. L’economia – ha detto il Magnifico - è il tentativo di provare a costruire delle regole per far funzionare bene la casa, per prendersi cura della casa. Questo presuppone che le origini del pensiero economico risiedono in qualcosa che mira a prendersi cura, a dei valori, a dei bisogni. L’autore prova a ritirare fuori un elemento di riflessione di Toniolo che è l’elemento civile, inteso come comunità”. [gallery td_select_gallery_slide="slide" ids="76006,76007,76008"]]]>
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V Anniversario del santuario della Spogliazione di Assisi https://www.lavoce.it/v-anniversario-santuario-spogliazione-assisi/ Thu, 19 May 2022 17:54:22 +0000 https://www.lavoce.it/?p=66794

C’è anche un momento dedicato ai dieci anni della Scuola socio-politica diocesana “Giuseppe Toniolo” all’interno dei festeggiamenti per il quinto anniversario del Santuario della Spogliazione.

Convegno scuola socio-politica diocesana "G. Toniolo"

La scuola è nata dieci anni fa, per volere del vescovo, monsignor Domenico Sorrentino e su impulso di padre Giovanni Raia, all’epoca direttore dell’ufficio catechistico, dall’idea che la dottrina sociale della Chiesa non è un terreno per specialisti o un’appendice opzionale, ma appartiene a pieno titolo all’ambito della formazione cristiana, anche dei giovani. “Decidemmo di intitolare la Scuola al Toniolo, e non poteva essere altrimenti - ricorda il direttore, Francesca Di Maolo - Toniolo è stato economista, padre di sette figli, leader storico dell’impegno sociale dei cattolici, testimone di come la conoscenza scientifica e i valori cristiani possono tradursi in una fervida operatività sociale. Monsignor Sorrentino, al tempo postulatore della causa di beatificazione del Toniolo oltre al compendio di dottrina sociale della Chiesa, ci regalò non pochi libri su questa figura straordinaria e noi eravamo affascinati da questo esempio di santità laicale”. I dieci anni della Scuola socio-politica sono stati “un viaggio ricco di momenti di approfondimento, di esperienze, di riflessioni, di discernimento sulle criticità e le questioni del nostro tempo. Uno spazio in cui si sono intessute relazioni, amicizie, confronti. La Scuola - ricorda Di Maolo - ha sempre cercato di favorire la presenza dei giovani. Penso ai tanti momenti formativi aperti agli animatori del Policoro della nostra regione, ai laboratori nelle scuole e a tutte le volte che i giovani sono saliti in cattedra per noi. Scambi preziosi sulle note del magistero della Chiesa”.

Convegno "Economia e politica per la pace"

Dei dieci anni di questa esperienza si parlerà alle ore 16.30 del 20 maggio al convegno “Economia e politica per la pace, 10 anni di Scuola politica diocesana Giuseppe Toniolo”, al quale intervengono Leonardo Becchetti, professore ordinario di Economia politica – Università di Roma Tor Vergata; monsignor Nunzio Galantino, presidente dell’Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica; monsignor Domenico Sorrentino, vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno; Francesca Di Maolo, direttore della Scuola Toniolo, moderati dalla giornalista Marina Rosati. Verrà inoltre presentato il libro La cura della fragilità, vivaio di formazione politica, libro edito da Tau e curato da Francesca Di Maolo, con foto, interventi e relazioni che appunto ripercorrono i dieci anni della scuola.

Quinto anniversario del santuario della Spogliazione

Il programma di iniziative per il quinto anniversario del santuario della Spogliazione, dal titolo “#Nulladiproprio. Per un’economia più umana”, vedrà anche la consegna – dopo quella dell’anno scorso all’Istituto Serafico di Assisi – del Premio Internazionale Francesco d’Assisi e Carlo Acutis, riconoscimento annuale da assegnare a un progetto specifico, avviato “dal basso”, da persone o società che cercano di prendersi cura dei più svantaggiati, e la riapertura dell’antica porta di accesso del vescovado e relazione sul progetto di recupero dell’Antico Episcopio, cui intervengono Elvira Cajano, sovrintendente Archeologia, Belle arti e paesaggio dell’Umbria e l’architetto Alfio Barabani. La tre giorni si aprirà venerdì 20 maggio alle ore 8 al Santuario della Spogliazione – chiesa di Santa Maria Maggiore con la messa celebrata dal rettore padre Carlos Acácio Gonçalves Ferreira. Dopo il convegno a cura della Scuola socio-politica diocesana Giuseppe Toniolo, alle 21 nella cattedrale di San Rufino si terrà l’incontro dei cresimandi della diocesi seguita, alle 21.45, dalla preghiera itinerante verso il santuario della Spogliazione – Chiesa di Santa Maria Maggiore, a cura della Pastorale giovanile e dell’Ufficio catechistico diocesano.

Apertura dell'antica porta di accesso al vescovado e consegna premio internazionale "Francesco d'Assisi e Carlo Acutis"

Sabato 21 maggio la giornata si apre alle 8 con la messa celebrata dal rettore del Santuario della Spogliazione padre Carlos Acácio Gonçalves Ferreira. Alle 11 ci sarà l’apertura dell’antica porta di accesso del vescovado, mentre alle 16.45 è in programma la consegna del “Premio internazionale Francesco d’Assisi e Carlo Acutis per un’economia della fraternità” e alle ore 21.15 lo spettacolo teatrale “Terreseminate” a cura della compagnia “Gli Scartati”. Infine, domenica 22 maggio al Santuario della Spogliazione – chiesa di Santa Maria Maggiore, la messa presieduta dal cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo emerito di Agrigento.]]>

C’è anche un momento dedicato ai dieci anni della Scuola socio-politica diocesana “Giuseppe Toniolo” all’interno dei festeggiamenti per il quinto anniversario del Santuario della Spogliazione.

Convegno scuola socio-politica diocesana "G. Toniolo"

La scuola è nata dieci anni fa, per volere del vescovo, monsignor Domenico Sorrentino e su impulso di padre Giovanni Raia, all’epoca direttore dell’ufficio catechistico, dall’idea che la dottrina sociale della Chiesa non è un terreno per specialisti o un’appendice opzionale, ma appartiene a pieno titolo all’ambito della formazione cristiana, anche dei giovani. “Decidemmo di intitolare la Scuola al Toniolo, e non poteva essere altrimenti - ricorda il direttore, Francesca Di Maolo - Toniolo è stato economista, padre di sette figli, leader storico dell’impegno sociale dei cattolici, testimone di come la conoscenza scientifica e i valori cristiani possono tradursi in una fervida operatività sociale. Monsignor Sorrentino, al tempo postulatore della causa di beatificazione del Toniolo oltre al compendio di dottrina sociale della Chiesa, ci regalò non pochi libri su questa figura straordinaria e noi eravamo affascinati da questo esempio di santità laicale”. I dieci anni della Scuola socio-politica sono stati “un viaggio ricco di momenti di approfondimento, di esperienze, di riflessioni, di discernimento sulle criticità e le questioni del nostro tempo. Uno spazio in cui si sono intessute relazioni, amicizie, confronti. La Scuola - ricorda Di Maolo - ha sempre cercato di favorire la presenza dei giovani. Penso ai tanti momenti formativi aperti agli animatori del Policoro della nostra regione, ai laboratori nelle scuole e a tutte le volte che i giovani sono saliti in cattedra per noi. Scambi preziosi sulle note del magistero della Chiesa”.

Convegno "Economia e politica per la pace"

Dei dieci anni di questa esperienza si parlerà alle ore 16.30 del 20 maggio al convegno “Economia e politica per la pace, 10 anni di Scuola politica diocesana Giuseppe Toniolo”, al quale intervengono Leonardo Becchetti, professore ordinario di Economia politica – Università di Roma Tor Vergata; monsignor Nunzio Galantino, presidente dell’Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica; monsignor Domenico Sorrentino, vescovo delle diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno; Francesca Di Maolo, direttore della Scuola Toniolo, moderati dalla giornalista Marina Rosati. Verrà inoltre presentato il libro La cura della fragilità, vivaio di formazione politica, libro edito da Tau e curato da Francesca Di Maolo, con foto, interventi e relazioni che appunto ripercorrono i dieci anni della scuola.

Quinto anniversario del santuario della Spogliazione

Il programma di iniziative per il quinto anniversario del santuario della Spogliazione, dal titolo “#Nulladiproprio. Per un’economia più umana”, vedrà anche la consegna – dopo quella dell’anno scorso all’Istituto Serafico di Assisi – del Premio Internazionale Francesco d’Assisi e Carlo Acutis, riconoscimento annuale da assegnare a un progetto specifico, avviato “dal basso”, da persone o società che cercano di prendersi cura dei più svantaggiati, e la riapertura dell’antica porta di accesso del vescovado e relazione sul progetto di recupero dell’Antico Episcopio, cui intervengono Elvira Cajano, sovrintendente Archeologia, Belle arti e paesaggio dell’Umbria e l’architetto Alfio Barabani. La tre giorni si aprirà venerdì 20 maggio alle ore 8 al Santuario della Spogliazione – chiesa di Santa Maria Maggiore con la messa celebrata dal rettore padre Carlos Acácio Gonçalves Ferreira. Dopo il convegno a cura della Scuola socio-politica diocesana Giuseppe Toniolo, alle 21 nella cattedrale di San Rufino si terrà l’incontro dei cresimandi della diocesi seguita, alle 21.45, dalla preghiera itinerante verso il santuario della Spogliazione – Chiesa di Santa Maria Maggiore, a cura della Pastorale giovanile e dell’Ufficio catechistico diocesano.

Apertura dell'antica porta di accesso al vescovado e consegna premio internazionale "Francesco d'Assisi e Carlo Acutis"

Sabato 21 maggio la giornata si apre alle 8 con la messa celebrata dal rettore del Santuario della Spogliazione padre Carlos Acácio Gonçalves Ferreira. Alle 11 ci sarà l’apertura dell’antica porta di accesso del vescovado, mentre alle 16.45 è in programma la consegna del “Premio internazionale Francesco d’Assisi e Carlo Acutis per un’economia della fraternità” e alle ore 21.15 lo spettacolo teatrale “Terreseminate” a cura della compagnia “Gli Scartati”. Infine, domenica 22 maggio al Santuario della Spogliazione – chiesa di Santa Maria Maggiore, la messa presieduta dal cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo emerito di Agrigento.]]>
Al via la scuola socio-politica “Giuseppe Toniolo” ad Assisi https://www.lavoce.it/via-scuola-socio-politica-giuseppe-toniolo-assisi/ Fri, 21 Jan 2022 11:11:46 +0000 https://www.lavoce.it/?p=64594

“La politica –  se è  ‘buona’ politica è alta forma di carità”. A dirlo è il vescovo diocesano, monsignor Domenico Sorrentino, in vista dell’avvio della Scuola socio-politica diocesana “Giuseppe Toniolo”, che verrà inaugurata sabato 22 gennaio alle ore 16, in modalità streaming con una relazione di Stefano Zamagni, economista, accademico e presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, dal titolo: “Stato, mercato e società civile. La Lezione di Giuseppe Toniolo”. “Sono stato impressionato, nelle ultime elezioni amministrative di Assisi, dal numero di candidati che hanno affollato le liste in competizione. Credo – sottolinea il vescovo - sia avvenuto anche in altri comuni. Segno che c’è tanta gente che forse sente il bisogno di spendersi per il bene comune. È un patrimonio da non disperdere. Quanti si sono messi in gioco costituiscono un potenziale che forse ha bisogno di una palestra in cui esercitare un confronto qualificato e generativo. La scuola socio-politica Giuseppe Toniolo c’è anche per questo.

Sorrentino: "L'economia e la politica insieme hanno da guadagnare"

Immergendoci nel pensiero di Toniolo – dice monsignor Sorrentino che è stato anche postulatore della causa di Beatificazione - l’economia e la politica insieme hanno da guadagnare. Dieci anni fa la scuola cominciò nel quadro del cammino catechistico diocesano. Era una maniera di sottolineare che la dottrina sociale non è un optional, ma appartiene alla formazione integrale del cristiano. È approdata poi al Serafico, in cui ora trova non soltanto un luogo fisico accogliente, ma un ambiente vitale. Dice, con la sua stessa collocazione, che la costruzione del bene comune, vocazione propria della politica, si fa a partire dagli 'ultimi', da quanti hanno più bisogno di affetto e di cura, e pertanto devono essere i primi nei pensieri della società e della democrazia. Lo stesso papa Francesco – sottolinea ancora il vescovo - nel discorso al Serafico tenuto a Roma in  occasione del 150°, lo  ha ricordato.

A Foligno è prossima l'inaugurazione del Centro "Fratelli tutti"

Il cammino della Scuola si è arricchito, strada facendo, di quanto ad Assisi è avvenuto nel contesto del Santuario della Spogliazione. Nel luogo dove Francesco si spogliò di tutto e dove riposa il corpo del giovane Beato Carlo Acutis, è nato un premio intitolato all’economia della fraternità, il cui statuto contempla una specifica sinergia con la scuola-socio politica Toniolo. Altra sinergia si profila all’orizzonte con il Centro'“Fratelli tutti' prossimo all’inaugurazione a Foligno.

Scuola Toniolo e il programma

La scuola Toniolo diventa così un punto di riferimento per una tessitura tematica e formativa che intende offrire ampie possibilità di riflessione ed impegno, aprendosi anche a fruizioni che vanno oltre Assisi. In sintonia peraltro col grande processo che si sta sviluppando nel mondo con il cammino di “Economy of Francesco”. Tra i relatori previsti nel programma ci sono: Onofrio Rota, segretario generale Fai Cisl; don Alessandro Picchiarelli, direttore dell’Ufficio catechistico e responsabile della pastorale vocazionale della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino; Carlo Cottarelli, economista e direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici italiani dell’Università Cattolica di Milano; Tiziano Vecchiato, presidente della Fondazione Zancan e Pasquale Tridico, presidente dell’Inps. Vista la situazione epidemiologica, l'avvio di questa edizione sarà in modalità online. Successivamente se le condizioni lo permetteranno si tornerà alle lezioni in presenza nella sede della Scuola, presso l’Istituto Serafico. Per iscriversi bisogna scaricare il modulo di partecipazione sul sito www.diocesiassisi.it e inviarlo alla email della segreteria: scuolasp@assisi.chiesacattolica.it.]]>

“La politica –  se è  ‘buona’ politica è alta forma di carità”. A dirlo è il vescovo diocesano, monsignor Domenico Sorrentino, in vista dell’avvio della Scuola socio-politica diocesana “Giuseppe Toniolo”, che verrà inaugurata sabato 22 gennaio alle ore 16, in modalità streaming con una relazione di Stefano Zamagni, economista, accademico e presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali, dal titolo: “Stato, mercato e società civile. La Lezione di Giuseppe Toniolo”. “Sono stato impressionato, nelle ultime elezioni amministrative di Assisi, dal numero di candidati che hanno affollato le liste in competizione. Credo – sottolinea il vescovo - sia avvenuto anche in altri comuni. Segno che c’è tanta gente che forse sente il bisogno di spendersi per il bene comune. È un patrimonio da non disperdere. Quanti si sono messi in gioco costituiscono un potenziale che forse ha bisogno di una palestra in cui esercitare un confronto qualificato e generativo. La scuola socio-politica Giuseppe Toniolo c’è anche per questo.

Sorrentino: "L'economia e la politica insieme hanno da guadagnare"

Immergendoci nel pensiero di Toniolo – dice monsignor Sorrentino che è stato anche postulatore della causa di Beatificazione - l’economia e la politica insieme hanno da guadagnare. Dieci anni fa la scuola cominciò nel quadro del cammino catechistico diocesano. Era una maniera di sottolineare che la dottrina sociale non è un optional, ma appartiene alla formazione integrale del cristiano. È approdata poi al Serafico, in cui ora trova non soltanto un luogo fisico accogliente, ma un ambiente vitale. Dice, con la sua stessa collocazione, che la costruzione del bene comune, vocazione propria della politica, si fa a partire dagli 'ultimi', da quanti hanno più bisogno di affetto e di cura, e pertanto devono essere i primi nei pensieri della società e della democrazia. Lo stesso papa Francesco – sottolinea ancora il vescovo - nel discorso al Serafico tenuto a Roma in  occasione del 150°, lo  ha ricordato.

A Foligno è prossima l'inaugurazione del Centro "Fratelli tutti"

Il cammino della Scuola si è arricchito, strada facendo, di quanto ad Assisi è avvenuto nel contesto del Santuario della Spogliazione. Nel luogo dove Francesco si spogliò di tutto e dove riposa il corpo del giovane Beato Carlo Acutis, è nato un premio intitolato all’economia della fraternità, il cui statuto contempla una specifica sinergia con la scuola-socio politica Toniolo. Altra sinergia si profila all’orizzonte con il Centro'“Fratelli tutti' prossimo all’inaugurazione a Foligno.

Scuola Toniolo e il programma

La scuola Toniolo diventa così un punto di riferimento per una tessitura tematica e formativa che intende offrire ampie possibilità di riflessione ed impegno, aprendosi anche a fruizioni che vanno oltre Assisi. In sintonia peraltro col grande processo che si sta sviluppando nel mondo con il cammino di “Economy of Francesco”. Tra i relatori previsti nel programma ci sono: Onofrio Rota, segretario generale Fai Cisl; don Alessandro Picchiarelli, direttore dell’Ufficio catechistico e responsabile della pastorale vocazionale della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino; Carlo Cottarelli, economista e direttore dell’Osservatorio sui conti pubblici italiani dell’Università Cattolica di Milano; Tiziano Vecchiato, presidente della Fondazione Zancan e Pasquale Tridico, presidente dell’Inps. Vista la situazione epidemiologica, l'avvio di questa edizione sarà in modalità online. Successivamente se le condizioni lo permetteranno si tornerà alle lezioni in presenza nella sede della Scuola, presso l’Istituto Serafico. Per iscriversi bisogna scaricare il modulo di partecipazione sul sito www.diocesiassisi.it e inviarlo alla email della segreteria: scuolasp@assisi.chiesacattolica.it.]]>
“Economia Umana”: libro di mons. Sorrentino su Giuseppe Toniolo https://www.lavoce.it/economia-umana-libro-mons-sorrentino-giuseppe-toniolo/ Tue, 07 Dec 2021 17:01:43 +0000 https://www.lavoce.it/?p=63926

Proseguono gli appuntamenti in calendario per la presentazione in anteprima dell’ultimo libro del vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, intitolato Economia umana. La lezione e la profezia di Giuseppe Toniolo: una rilettura sistematica, edito da Vita e Pensiero. Dopo Foligno e Napoli, venerdì 10 dicembre il volume sarà presentato in anteprima all’evento “Famiglia ed economia integrale” che si terrà al Pontificio Istituto teologico Giovanni Paolo II per le Scienze del matrimonio e della famiglia di Roma (Piazza San Giovanni in Laternano, 4 – Città del Vaticano).

I relatori

Durante la prima sessione dell’evento in programma dalle ore 15 alle ore 16 intervengono, oltre al vescovo Sorrentino, Francesco Bonini, rettore dell’Università Lumsa e Matteo Rizzolli, docente dell’Istituto GP2 e dell’Università Lumsa. Coordina i lavori Valeria Guarino, cattedra Gaudium et spes. La seconda sessione dalle ore 16.15 alle ore 17.30 sarà incentrata sul workshop “Family and Fraternity in The Economy of Francesco” in lingua inglese. Partecipano alla tavola rotonda, il vescovo Sorrentino, autore del libro e presidente del Comitato organizzatore di EoF; suor Alessandra Smerilli, segretario del dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, membro del Comitato scientifico di EoF; Luigino Bruni, direttore del Comitato scientifico di EoF; Philippe Bordeyne, preside dell’Istituto JP2. Presidente della sessione è Matteo Rizzolli, docente dell’Istituto GP2 e membro del Comitato scientifico di EoF.

Giuseppe Toniolo

Il Beato Giuseppe Toniolo è stato uno dei protagonisti del movimento cattolico italiano a cavallo dell’inizio del ventesimo secolo. Economista riconosciuto all’università di Pisa è stato il fondatore nel 1907 delle Settimane sociali dei Cattolici italiani, ha avuto un ruolo preminente nel movimento cooperativo cattolico ed è stato uno dei precursori della fondazione dell’Università Cattolica di Milano. Nel 2012, l'attribuzione del miracolo per "intercessione del Venerabile Servo di Dio Giuseppe Toniolo, Laico, Padre di famiglia" ne ha fatto il primo beato economista. La sua attenzione ai temi dell’economia civile ed il suo sguardo attento al ruolo della famiglia nell’economia sono attentamente ricostruiti nel libro del vescovo Sorrentino, che è stato il postulatore della causa di beatificazione. La presentazione del 10 dicembre, così come quelle precedenti, è un’anteprima in quanto il libro sarà in libreria e acquistabile online sul sito della Casa editrice dal prossimo 13 gennaio. L’evento può essere seguito sia in presenza che in diretta streaming. Per partecipare in presenza è obbligatorio prenotarsi sul sito www.istitutogp2.it ed essere muniti di green pass. Per informazioni: cattedrags@istitutogp2.it.]]>

Proseguono gli appuntamenti in calendario per la presentazione in anteprima dell’ultimo libro del vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, monsignor Domenico Sorrentino, intitolato Economia umana. La lezione e la profezia di Giuseppe Toniolo: una rilettura sistematica, edito da Vita e Pensiero. Dopo Foligno e Napoli, venerdì 10 dicembre il volume sarà presentato in anteprima all’evento “Famiglia ed economia integrale” che si terrà al Pontificio Istituto teologico Giovanni Paolo II per le Scienze del matrimonio e della famiglia di Roma (Piazza San Giovanni in Laternano, 4 – Città del Vaticano).

I relatori

Durante la prima sessione dell’evento in programma dalle ore 15 alle ore 16 intervengono, oltre al vescovo Sorrentino, Francesco Bonini, rettore dell’Università Lumsa e Matteo Rizzolli, docente dell’Istituto GP2 e dell’Università Lumsa. Coordina i lavori Valeria Guarino, cattedra Gaudium et spes. La seconda sessione dalle ore 16.15 alle ore 17.30 sarà incentrata sul workshop “Family and Fraternity in The Economy of Francesco” in lingua inglese. Partecipano alla tavola rotonda, il vescovo Sorrentino, autore del libro e presidente del Comitato organizzatore di EoF; suor Alessandra Smerilli, segretario del dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, membro del Comitato scientifico di EoF; Luigino Bruni, direttore del Comitato scientifico di EoF; Philippe Bordeyne, preside dell’Istituto JP2. Presidente della sessione è Matteo Rizzolli, docente dell’Istituto GP2 e membro del Comitato scientifico di EoF.

Giuseppe Toniolo

Il Beato Giuseppe Toniolo è stato uno dei protagonisti del movimento cattolico italiano a cavallo dell’inizio del ventesimo secolo. Economista riconosciuto all’università di Pisa è stato il fondatore nel 1907 delle Settimane sociali dei Cattolici italiani, ha avuto un ruolo preminente nel movimento cooperativo cattolico ed è stato uno dei precursori della fondazione dell’Università Cattolica di Milano. Nel 2012, l'attribuzione del miracolo per "intercessione del Venerabile Servo di Dio Giuseppe Toniolo, Laico, Padre di famiglia" ne ha fatto il primo beato economista. La sua attenzione ai temi dell’economia civile ed il suo sguardo attento al ruolo della famiglia nell’economia sono attentamente ricostruiti nel libro del vescovo Sorrentino, che è stato il postulatore della causa di beatificazione. La presentazione del 10 dicembre, così come quelle precedenti, è un’anteprima in quanto il libro sarà in libreria e acquistabile online sul sito della Casa editrice dal prossimo 13 gennaio. L’evento può essere seguito sia in presenza che in diretta streaming. Per partecipare in presenza è obbligatorio prenotarsi sul sito www.istitutogp2.it ed essere muniti di green pass. Per informazioni: cattedrags@istitutogp2.it.]]>
Il rapporto dei giovani con la fede e la religione https://www.lavoce.it/il-rapporto-dei-giovani-con-la-fede-e-la-religione/ Mon, 22 Feb 2016 09:21:42 +0000 https://www.lavoce.it/?p=45462 Giovani-rapporto-cmyk“Io credo in Dio perché alla fine metterà tutto a posto”. “Credo in Dio perché è l’unico che ha sempre ragione”. “A me quello che piace del cristianesimo è che dà un senso a tutto”. Sono alcune delle risposte che i ragazzi dai 19 ai 29 anni hanno dato a chi chiedeva del loro rapporto con la fede e con la religione. Le si trova della ricerca “Giovani e fede in Italia”, promossa nell’ambito del Rapporto Giovani, l’indagine nazionale dell’Istituto Giuseppe Toniolo in collaborazione con l’Università Cattolica.

Il rapporto, confluito nel volume Dio a modo mio (ed. Vita e Pensiero) a cura di Paola Bignardi e Rita Bichi, è stato presentato nei giorni scorsi. Grazie a questa ricerca emerge per la prima volta un quadro completo di che cosa rappresenti oggi la fede per la generazione dei millennials, ossia i nati tra il 1982 e il 2000. L’approfondimento ha coinvolto 150 intervistati, scelti sulla base di criteri scientifici da un team di docenti universitari, distribuiti tra nord, centro e sud Italia, tutti battezzati e appartenenti a due fasce di età: 19-21 anni e 27-29 anni.

Dalle risposte dei ragazzi emerge che tutti amano Papa Francesco, ma fanno fatica a capire il linguaggio della Chiesa, conoscono poco Gesù ma credono in Dio. Non vanno quasi mai a messa, ma ciononostante pregano a modo loro. “Per la prima volta abbiamo un quadro completo sul rapporto fra il mondo giovanile e la fede”, dice mons. Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’università Cattolica di Milano. “Dalle loro risposte viene fuori un dialogo intimo dei nostri ragazzi con Dio, che è molto presente nella loro vita, anche se con una percezione molto personale. Il rapporto dei giovani con la fede fa parte di un universo ancora inesplorato. Se la Chiesa vuole dialogare con le nuove generazioni, deve imparare a percorrere le loro strade, senza paura di ascoltare le loro opinioni”.

Dai percorsi di fede passando dalla Chiesa e i suoi linguaggi, fino al rapporto con le altre religioni: gli intervistati hanno parlato a 360 gradi, rivelando alcune costanti di pensiero. Molti hanno raccontato il percorso di iniziazione cristiana, mettendo in luce soprattutto la sua obbligatorietà. Frequentare il catechismo ha significato infatti l’apprendimento di regole e princìpi, e non è raro trovare chi critica questa attività perché la vede come una banale trasmissione di un sapere (“quello che dicono loro”) e una serie di regole da seguire. Attraverso le risposte dei ragazzi, appare poi fondamentale la figura del sacerdote: questa figura può diventare determinante nella scelta di rimanere nella comunità così come nel decidere di abbandonarla.

Molto interessanti sono anche le opinioni dei giovani sulle religioni. “Se il cristianesimo è considerato un’etica più che una religione (per i valori come l’amore, il rispetto e l’uguaglianza) – commenta la curatrice del rapporto Paola Bignardi – il cattolicesimo è sinonimo di istituzione. Il cattolico è percepito spesso come un praticante che non salta mai una messa, si confessa e fa la comunione seguendo fedelmente le indicazioni della Chiesa. Per molti ragazzi è una figura da cui prendere le distanze perché non autentica”. A dispetto di questo scetticismo, però, c’è anche la fiducia incondizionata verso Papa Francesco: la figura del Pontefice esercita sui millennials un fascino enorme “perché parla il linguaggio della semplicità”. In generale, le nuove generazioni di credenti presentano, a grandi linee, lo stesso “curriculum”. La prima comunione fatta più per obbligo che per scelta, la grande fuga dopo la cresima (“perché non ne potevo più”), nonostante i bei ricordi dell’oratorio. Fino a quando, verso i 25 anni, arriva il “ripensamento”, che il più delle volte conduce al ritorno verso la fede.

 

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Con lo sguardo al futuro https://www.lavoce.it/con-lo-sguardo-al-futuro/ Thu, 24 Sep 2015 09:13:34 +0000 https://www.lavoce.it/?p=43492 Da sinistra Pellegrini, Giovagnoli, Truffarelli, Massini, Bassetti, Camaiani
Da sinistra Pellegrini, Giovagnoli, Truffarelli, Massini, Bassetti, Camaiani

Nella cornice dell’elegante Sala Brugnoli del Palazzo della Regione dell’Umbria, l’Azione cattolica diocesana di Perugia-Città della Pieve, nella mattinata di sabato 19 settembre ha concluso i festeggiamenti per il suo Centenario di presenza nel territorio perugino, con un convegno pubblico su “Un impegno di Umanità e Santità. La politica tanto denigrata, è una vocazione altissima” che ha visto coinvolta la Presidenza nazionale di Azione cattolica.

Nel saluto di benvenuto il presidente diocesano di Ac, Alessandro Fratini, ha sottolineato che la scelta di concludere l’anno del centenario con un incontro pubblico su un tema caldo come quello della politica è stata dettata dalla volontà di “essere testimoni coraggiosi e credibili in tutti gli ambiti di vita” secondo le indicazioni di Benedetto XVI, per dare un segno importante di attenzione e d’impegno alla città.

Nel titolo dell’incontro, come ha sottolineato il card. Gualtiero Bassetti nel suo discorso di prolusione, erano già delineate le due figure a cui l’Azione cattolica ha deciso di far riferimento nella sua riflessione storica sull’associazione e sulla Chiesa riguardo alla politica come vocazione: Giorgio La Pira e Papa Francesco.

Il Cardinale ha sottolineato l’emozione di poter parlare di queste due figure a lui molto care perché entrambe conosciute personalmente in tempi diversi della sua vita. Questi due grandi uomini, ha detto Bassetti, hanno in comune la logica del servizio che li ha portati a incarnare il Vangelo nella sua totalità, come diceva don Primo Mazzolari “carità significa non dare qualcosa ma dare tutto. Chi non dà tutto non è nella carità”.

Se per La Pira la vocazione di ciascuno è costruire la città dell’uomo, per farlo adeguatamente bisogna saper pensare, per questo mons. Paolo Giulietti, vescovo ausiliare di Perugia, si è rallegrato di vedere molti giovani tra i partecipanti, perché “oggi abbiamo bisogno che i giovani pensino” e “oggi c’è bisogno di chi ha grandi pensieri, pensa al mondo e ha purezza d’ideali”.

L’Azione cattolica, ha aggiunto, è attenta all’organicità del percorso umano, pregando, pensando e agendo e per questo in questa giornata “prova a dare – ha sottolineato Gigi Massini moderatore dei lavori – qualche coordinata su come amare Dio e l’uomo”. Ad aprire il convegno è stato lo storico Giancarlo Pellegrini, che ha raccontato il fermento associativo in Umbria e le sue relazioni con la storia sociale e politica del nostro Paese. Una storia, quella dell’Ac umbra e perugina in particolare, fatta di tanti nomi, volti e storie di gente che si è spesa al servizio della spiritualità, dell’evangelizzazione e della carità.

Una vera “palestra di santità” in cui si cresce insieme nella fede e ci si rimbocca le maniche per contribuire in diverse forme (educative, culturali, artigianali,…) alla vita sociale. Un luogo umano in cui si è formato un uomo come Vittorio Trancanelli.

Matteo Truffelli, docente presso l’Università degli Studi di Parma e presidente nazionale dell’Azione cattolica italiana, ha aggiunto tanti altri nomi di rilievo tra cui Giuseppe Toniolo, Giorgio La Pira, Aldo Moro, Giovanni Leone, Oscar Luigi Scalfaro e lo stesso presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Un incontro come questo, ha sottolineato Truffelli, serve “a fare memoria non con gli occhi all’indietro ma con lo sguardo al futuro, per comprendere come l’Ac ha avuto la capacità di rinnovarsi, ripensarsi e riorganizzarsi cercando le forme più efficaci per stare con uno sguardo illuminato dalla fede nel proprio tempo”.

Una storia che ha visto l’Associazione fare una scelta, ancora oggi a volte non compresa e contestata: la “scelta religiosa” con la quale si scelse di stare nel mondo rinunciando ai vantaggi del potere politico ed economico per puntare, disse il presidente Vittorio Bachelet in uno scritto del 1973, a “essere fermento, servizio di carità nella costruzione di una città comune in cui ci siano meno poveri, meno oppressi e meno gente che ha fame”.

Bruna Bocchini Camaiani, dell’Università degli Studi di Firenze, ha continuato su questo tema dei poveri e dell’impegno “politico”a cui i credenti sono chiamati, a partire dall’esperienza di Giorgio La Pira e dal suo testo ancora molto attuale L’attesa della povera gente.

Agostino Giovagnoli, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, ha evidenziato la relazione tra Chiesa e politica italiana a partire dalla figura di Papa Francesco, un papa non europeo e non italiano e per questo portatore di una visione più globale del mondo. Ripercorrendo la storia del rapporto tra l’Ac e la Democrazia Cristiana, e tra questa e i pontefici che si sono succeduti dopo il Concilio (con il sempre più importante ruolo dato alla Conferenza episcopale italiana dai pontefici non italiani, da Woityla a Bergoglio), si è arrivati a riflettere sul ruolo che i cattolici debbono avere oggi nel contesto ecclesiale e civile.

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Che fine ha fatto l’impegno sociale dei cattolici? https://www.lavoce.it/che-fine-ha-fatto-limpegno-sociale-dei-cattolici/ Tue, 28 Oct 2014 18:24:06 +0000 https://www.lavoce.it/?p=28697 Mons. Giuseppe Chiaretti
Mons. Giuseppe Chiaretti

A rileggere i quattro fortissimi “no” o i sei “dà fastidio che si parli…” di Papa Francesco nella sua prima esortazione programmatica Evangelii gaudium (nn. 53-60 e n. 203), e a riascoltare quella sua decisa denuncia del diffuso “cancro sociale, che è la corruzione, profondamente radicato nei governi, nell’imprenditoria, nelle istituzioni, qualunque sia l’ideologia politica dei governanti” (n. 60), si rimane sorpresi, addirittura scioccati; ma rimane implicita una forte perorazione a “darsi una mossa”.

Torna alla mente la grande tradizione cristiana della dottrina sociale elaborata da Papi – a cominciare da Leone XIII fino a san Giovanni Paolo II e Benedetto XVI – e da laici – il Toniolo e i grandi politici del primo dopoguerra, da Alcide De Gasperi a tutti i suoi amici dell’Azione cattolica -, i quali ultimi, forti di ben radicati valori umani e cristiani, hanno recuperato un’Italia distrutta e disonorata e l’hanno fatta grande. E oggi? Intimoriti dalle interessate e stupide accuse comuniste e laico-massoniche alla Chiesa “che fa politica”, ci siamo ritirati nelle nostre canoniche a dire rosari, ed è gradatamente venuta meno la formazione culturale e sociale di un laicato che sappia impegnarsi oggi, in maniera incisiva e competente, nel settore sociale e politico, quasi lasciando che i problemi si ‘risolvessero automaticamente’. Perfino i movimenti ecclesiali, che si sono intanto aggiunti all’Ac, sono rimasti a guardare, come se la fede avesse poco da dire sul piano sociale. Tornano invece alla mente figure di laici cristiani di oggi che hanno operato da credenti come meglio hanno saputo fare, sia nell’uno come nell’altro versante.

Alcide-De-GasperiMi sia consentito rievocare brevemente la figura di un moderno capitano d’industria, recentemente scomparso, l’ing. Valter Baldaccini di Cannara, patròn della Umbria Cuscinetti di Foligno (principale fornitrice della Boeing tedesca), che ha preso in mano un’azienda sulla via del fallimento e l’ha portata a livelli di eccellenza, procurando lavoro a molti operai e pane a tante famiglie. Nella sua esperienza ha seguito le motivazioni che gli venivano dalla spiritualità focolarina con le iniziative sociali proprie di una “economia di comunione”, cui si ispira la scuola sociale di quel movimento promossa dai prof. Zamagni e Bruni.

Certi momenti di crisi, ad esempio, sono stati superati allargando agli operai lo spazio della responsabilità nella guida dell’azienda. Con la salvaguardia e lo sviluppo del lavoro c’è stata anche l’apertura alle necessità dei poveri, aiutando sistematicamente non solo istituzioni italiane, ma anche iniziative in nazioni in via di sviluppo. A Baldaccini capitò magari in Africa di essere ospitato per una notte in un pollaio (era l’unico ambiente ‘decente’!) mentre andava a portare aiuti a orfanotrofi e ad altre situazioni di bisogno. Non c’è poi da meravigliarsi se, alla sua morte, vi sia stata una sorta di “canonizzazione laica”, con il ricordo del suo valore di intelligente e onesto capitano di industria aperto al futuro, ma anche delle sue iniziative a favore dei più bisognosi. Il riconoscimento dei suoi meriti professionali e delle motivazioni di fede che lo sostenevano è giunto anche dal partner laico, il vice presidente della società tedesca associata, la Boeing. Valga questo ricordo a stimolare ulteriormente l’impegno coerente e forte dei cristiani nel mondo sociale e politico, soprattutto in questo nostro tempo in cui lobby ben note si sono scatenate senza più alcun ritegno in ogni ambito del vivere sociale – si pensi alle tematiche della vita e della famiglia.

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Famiglia, Stato e società https://www.lavoce.it/famiglia-stato-e-societa/ Thu, 03 Apr 2014 14:51:56 +0000 https://www.lavoce.it/?p=24096 L’intervento di mons. Domenico Sorrentino
L’intervento di mons. Domenico Sorrentino

Si è tenuto il 25 marzo presso l’Istituto Serafico di Assisi il primo incontro della Scuola diocesana di formazione socio-politica “Giuseppe Toniolo”, che si svilupperà fino al prossimo maggio. A inaugurare il ciclo di conferenze è stato l’intervento di mons. Domenico Sorrentino sul tema “Famiglia, Stato e società nel pensiero di Giuseppe Toniolo”.

Il Vescovo – già postulatore della causa di beatificazione dell’economista e sociologo italiano vissuto tra il 1845 e il 1918 – ha sottolineato come nel pensiero di Toniolo, inquadrato nell’orientamento della dottrina sociale della Chiesa, sia lucidamente delineata quella “patologia sociale” che nasce da un forte accentramento del potere statale a fronte di una vera e propria atomizzazione e parcellizzazione della struttura sociale.

Alle radici di tale situazione, un triplice processo: di tipo spirituale, laddove il relativismo valoriale ha portato al soggettivismo radicale; sociale, dato che all’imperante individualismo si accompagna la frantumazione delle relazioni; e storico-economico, fenomeno già iniziato con la Rivoluzione industriale, che predilige la gestione del singolo, in un’ottica prettamente economica.

Unico fulcro qualitativo dell’architettura sociale non può che essere, già per Toniolo, la persona umana, la cui dignità resta inviolabile. Essere in relazione – con la famiglia, la comunità, il territorio -, la persona rappresenta l’unico ente di riferimento per qualsivoglia azione volta alla realizzazione del bene comune. L’organizzazione politica non può, pertanto, che riconoscere la propria natura di servizio e di sussidiarietà alla persona tout court.

I prossimi incontri si terranno dalle ore 19 alle ore 22 presso il Serafico. Sarà la prof.ssa Alessandra Smerilli a parlare di famiglia e di società nell’intervento dell’8 aprile. A seguire, l’on. Paola Binetti condurrà una riflessione bioetica (22 aprile); il prof. Paolo Benanti si occuperà di custodia del creato nell’Era della tecnica (29 aprile); il prof. Fabio Raspadori incentrerà il proprio intervento sui valori comuni dell’Unione europea (6 maggio) e il prof. Massimo Borghesi parlerà di fede e politica nella società liquida.

La quota di partecipazione agli incontri è di 30 euro. Per quanti intendano usufruire della cena a buffet è previsto un contributo di 5 euro.

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Una società da ritessere alla luce del Natale https://www.lavoce.it/una-societa-da-ritessere-alla-luce-del-natale/ Fri, 20 Dec 2013 09:02:15 +0000 https://www.lavoce.it/?p=21235 Mons. Domenico Sorrentino
Mons. Domenico Sorrentino

Nell’interessante Convegno tenuto per iniziativa della Ceu ad Assisi sulla “Custodia dell’umano”, più di un intervento ha messo a fuoco la condizione della società attuale in termini di “slegamento”. Una società in cui le relazioni si sono indebolite, a partire dalla cellula fondamentale che è la famiglia. Il discorso mi ha riportato alla mente analoghe considerazioni emerse nella recente Settimana sociale di Torino sul tema della famiglia. In quella occasione io stesso misi a disposizione dei convegnisti una scheda che riassumeva il pensiero del beato Giuseppe Toniolo su famiglia, Stato e società. Ritengo infatti che il pensiero del grande economista-sociologo aiuti a capire le radici di questo fenomeno di “slegamento” che sta sotto i nostri occhi. Non c’è dubbio che sia frutto di molteplici fattori. Basti pensare alle condizioni dell’economia nell’epoca del mercato globale, alla mobilità sociale e culturale, alla fatica sempre più grande di fare opzioni definitive nel grande emporio dell’effimero. Tutte cose che giocano a sfavore dei legami sociali e destabilizzano in particolare la famiglia. Il Toniolo amava andare su questi fattori propriamente sociologici per additarne la radice nella cultura dell’individualismo.

Quentin Massys, Erasmo da Rotterdam, 1517
Quentin Massys, Erasmo da Rotterdam, 1517

Un processo culturale che, a suo giudizio, si era innescato nei secoli in cui, tra Medioevo e modernità, si affermò quel grande movimento di riscoperta dell’individualità umana che fu l’Umanesimo. Esso si trovò subito a un bivio. La strada più naturale sarebbe stata allearsi alla prospettiva cristiana, che è di per sé profondamente “umanistica”, a partire dal fatto che il volto di Dio disegnato dal Vangelo è quello di un Dio che addirittura, nel suo Figlio, si fa uomo. È la teologia del Natale. Un umanesimo illuminato dal Natale non scade mai nell’individualismo, perché, radica la persona umana nel mistero del Dio Amore e la apre a relazioni di amore verso le altre persone. Ne nasce la visione di una umanità-famiglia e a misura di famiglia. Un umanesimo che, di sua natura, resiste alle tendenze di slegamento, di frantumazione, di chiusura, e spinge al rafforzamento dei legami sociali. Purtroppo, la cultura umanistica si è alleata sempre di più a visioni filosofiche lontane dalla fede. Dio è sembrato il concorrente dell’uomo. Ne è scaturito un concetto di uomo che taglia i ponti non solo con Dio, ma con i suoi simili, e finisce per rivendicare solo i suoi diritti individuali, talvolta diritti “presunti”, dimenticando il carattere relazionale che è insito nella persona umana. Una cultura individualistica fa semplicemente il gioco di tutte quelle forze della società e dell’economia, che mirano a costruire equilibri di potere e a perseguire interessi senza per nulla tener conto della dignità di ogni essere umano. Gli individui sono semplici numeri da utilizzare per il funzionamento dell’ingranaggio sociale. Quello che il Toniolo denunciava oltre un secolo fa ha sapore profetico. L’individualismo è un verme roditore. A rischio sono la dignità umana, anzi il senso stesso dell’uomo. Il compito di ritessere i legami, lavorando per una cultura della solidarietà, o – per dirla con Papa Francesco – per una cultura dell’incontro, è una sfida che dobbiamo raccogliere. Vale per tutti gli uomini di buona volontà. Vale in particolare per noi credenti: il Bimbo divino che contempliamo nella grotta di Betlemme getta un ponte tra Dio e l’uomo, ma anche tra tutti gli esseri umani. Ritessere i legami è la consegna del Natale. Naturalmente, se non ce lo lasciamo “scippare” dalla cultura di Babbo Natale.

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IL vescovo di Assisi a Roma consegna le reliquie di Toniolo al Papa https://www.lavoce.it/il-vescovo-di-assisi-a-roma-consegna-le-reliquie-di-toniolo-al-papa/ Wed, 13 Jun 2012 19:07:20 +0000 https://www.lavoce.it/?p=11368 Durante l’udienza generale di oggi, una delegazione del Comitato di beatificazione e canonizzazione del beato Giuseppe Toniolo ha consegnato al Papa le reliquie dell’“economista di Dio”, venerate il giorno della Beatificazione – il 29 aprile scorso – e custodite in un reliquiario. Della delegazione hanno fatto parte mons. Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi e postulatore della causa di beatificazione di Toniolo; mons. Domenico Sigalini, vescovo di Palestrina e assistente ecclesiastico generale dell’Azione Cattolica Italiana; Franco Miano, presidente nazionale dell’Azione Cattolica (Ac); i presidenti della Fuci (Federazione universitaria cattolica italiana) Francesca Simeoni e Stefano Nannini e la vicepostulatrice Silvia Correale. Sabato 16 giugno il card. Angelo Amato, prefetto della Congregazione dei santi, presiederà la celebrazione eucaristica durante la riunione del Consiglio nazionale dell’Ac a Roma, in questa occasione alcune reliquie del Beato saranno inserite nell’altare della cappella dei Santi e Beati dell’Ac della Domus Mariae.

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Eucaristia e valori etici https://www.lavoce.it/eucaristia-e-valori-etici/ Fri, 01 Jun 2012 09:49:52 +0000 https://www.lavoce.it/?p=11070 Il mite san Giovanni Maria Vianney, il Curato d’Ars, così restio a una religiosità solo esteriore, per la festa del Corpus Domini si trasformava, faceva perfino sparare dei mortaretti. Un tocco di religiosità “spagnola” per un sacerdote innamorato di Dio e fortemente attento alle esigenze della conversione del cuore.

Per la nostra Chiesa diocesana è la festa maggiore, e quest’anno prelude al Giubileo straordinario del 2013-2014, in occasione del 750° anniversario del miracolo di Bolsena e dell’istituzione della festa del Corpus Domini con la bolla Transiturus.

La festa si presenta con un nutrito programma di preghiera e di cultura. Si inizia il 31 maggio, dove alle ore 18 si tiene un omaggio al beato Giuseppe Toniolo, che fu presente ad Orvieto durante il Congresso eucaristico del 1896. Tema di tale incontro è “Eucaristia, valori etici, economia e democrazia”.

Domenica 3 giugno alle ore 21.30, nella cappella di san Brizio, vi è un omaggio alla Madonna, colei che ci dona Gesù pane di vita, con meditazioni poetiche e musicali.

Lunedì 4 nella cappella del Ss. Corporale adorazione eucaristica dalle ore 9 alle 12, per riprendere dalle ore 15 alle 17; si conclude con i vespri presieduti dal parroco di San Domenico; le parrocchie del centro storico si alternano nell’animare l’adorazione e la preghiera del vespro. Alle ore 17.30 nel Museo Emilio Greco si tiene un incontro su “Il Giubileo è sempre un avvenimento, valore e potere comunicativo di un evento religioso oggi”; interviene tra gli altri il presidente della Lux Vide, Ettore Bernabei.

Martedì 5 l’adorazione e i vespri sono animati dalla parrocchia di Sant’Andrea. Alle ore 21 nel palazzo dei Congressi si svolge un incontro dal titolo: “Buoni maestri, buona vita”; il giornalista di Avvenire Alessandro Zaccuri intervista il cantautore Roberto Vecchioni.

Mercoledì 6 anima l’adorazione la parrocchia di San Giovenale. Mentre alle ore 18 nel palazzo dell’Opera del duomo si svolge un convegno su “La Carta Lapidaria di Bolsena e il racconto del miracolo del sacro Corporale”.

Il 7 giugno è la memoria dell’istituzione della festa del Corpus Domini. In duomo da questo giorno sono presenti i sacerdoti per la celebrazione del sacramento della penitenza. Alle ore 18 il vescovo mons. Giovanni Marra presiede la celebrazione eucaristica e la processione con il Santissimo Sacramento. Alle ore 21 nella chiesa di San Francesco si svolge un concerto di musiche medievali. Venerdì 8 è una giornata penitenziale: i cittadini di Orvieto secondo un voto del 1657 sono invitati a osservare il digiuno e l’astinenza. In duomo alle ore 20.30 si tiene un concerto di musica sacra in onore di Benedetto XVI per ringraziarlo del dono del Giubileo eucaristico alla nostra diocesi. Saranno presenti il coro della diocesi di Roma e l’orchestra “Fideles et Amati” diretta dal maestro mons. Marco Frisina.

Sabato 9, alle ore 18, in duomo l’Arcivescovo presiede i primi vespri della solennità con la presenza del corteo delle “dame”; alle ore 20 celebra la messa con i membri del corteo storico. Alle 21.45 in piazza Duomo arrivo della staffetta dei quartieri e della marcia Praga-Orvieto.

Contemporaneamente, nella basilica di Santa Cristina a Bolsena alle ore 22.30, parte la 16a Marcia della fede, organizzata dalla Pastorale giovanile diocesana, che ripercorrendo l’antica strada raggiungerà Orvieto alle ore 5.45 di domenica 10 giugno. Dopo l’accoglienza dei pellegrini alle ore 6, il sacro Corporale viene fatto scendere dal tabernacolo per essere portato a fianco dell’altare maggiore, dove alle ore 7.30 è celebrata la messa.

Alle ore 9, il card. Angelo Bagnasco presiede l’eucaristia, concelebrata dai sacerdoti diocesani e da quelli dei collegi romani. Alle ore 10.30 si muove la processione preceduta dal corteo storico, che attraversa la città di Orvieto per ritornare in piazza duomo alle ore 13 dove è impartita la benedizione eucaristica.

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Ecco l’opera omnia di Giuseppe Toniolo https://www.lavoce.it/ecco-lopera-omnia-di-giuseppe-toniolo/ Fri, 25 May 2012 10:32:27 +0000 https://www.lavoce.it/?p=10923 Il 16 maggio si è svolta a Perugia, presso la biblioteca Giuseppe Toniolo dell’istituto Giancarlo Conestabile della Staffa e Luigi Piastrelli, la presentazione delle opere di Giuseppe Toniolo (1845-1918), l’illustre economista e sociologo promotore della partecipazione dei cattolici alla vita politica e culturale italiana. La presentazione, curata dal direttore della biblioteca Gabriele De Veris, ha riguardato i 20 volumi dell’Opera omnia, pubblicati tra il 1947 e il 1953 nella Città del Vaticano dal Comitato Opera Omnia di G. Toniolo.

L’opera è suddivisa tematicamente in 6 serie: serie I – Scritti storici (4 volumi); serie II – Economia e statistica (5 volumi); serie III – Sociologia e problemi sociologici contemporanei (3 volumi); serie IV – Iniziative sociali (3 volumi); serie V – Scritti vari (2 volumi) serie VI – Epistolario (3 volumi). Ogni serie racchiude più titoli, a volte suddivisi in più tomi, e ogni volume contiene una nota bibliografica che descrive il contenuto dal punto di vista editoriale.

Sono presenti le introduzioni e prefazioni di importanti studiosi e personalità politiche: Serafino Majerotto, Mario Romani, Francesco Vito, Amintore Fanfani, Alcide De Gasperi, Giuseppe Dalla Torre, Franco Costa, Nello Vian. Particolarmente interessanti gli scritti di Toniolo dedicati all’economia e alla politica: Capitalismo e socialismo, Trattato di economia sociale, Democrazia cristiana, ricchi di spunti di ricerca per chi volesse ricostruire un clima di pensiero che si collega alla Rerum novarum e analizza i mutamenti in atto, soprattutto in confronto al nascente movimento socialista.

I volumi della serie “Iniziative sociali” – Democrazia cristiana. Istituti e forme, e Iniziative culturali e di azione cattolica – esaminano le prospettive di partecipazione dei cattolici alla vita del Paese, attraverso la Settimana sociale dei cattolici italiani, l’Opera dei Congressi, l’Azione Cattolica e la Fuci. I cinque volumi che raccolgono gli scritti vari e il ricco epistolario – 640 lettere – offrono uno spaccato della trama di rapporti che Toniolo ebbe nel corso della sua vita, aiutando a conoscere la solida personalità di questo studioso che il 29 aprile scorso è stato beatificato.

Per chi volesse conoscere il pensiero e l’opera di Toniolo vi sono anche siti web dedicati quali www.giuseppetoniolo.net; www.istitutotoniolo.it; www. fondazionetoniolo.it, nonché le recenti pubblicazioni di E. Preziosi (Giuseppe Toniolo. Alle origini dell’impegno sociale e politico dei cattolici, Paoline) e di mons. Domenico Sorrentino (Giuseppe Toniolo. Una Chiesa nella storia, Vita e Pensiero), vescovo di Assisi nonché postulatore della causa di beatificazione di Toniolo.

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Orizzonte di speranza per l’Italia e l’Europa https://www.lavoce.it/orizzonte-di-speranza-per-litalia-e-leuropa/ Fri, 18 May 2012 11:10:24 +0000 https://www.lavoce.it/?p=10688 Le recenti parole del Santo Padre, pronunciate durante il suo viaggio in Toscana, sono state, indubbiamente, più forti del maltempo. Parole di incoraggiamento affinché questo Paese imbocchi la strada di “un rinnovamento etico e spirituale” e parole di invito alla testimonianza della fede per tutti i credenti. Una testimonianza che si fonda su una speranza che non delude perché fondata sulla resurrezione di Gesù. “Abbiate il coraggio di osare”, ha detto in particolare ai giovani; siate “pronti a dare nuovo sapore all’intera società civile, con il sale dell’onestà e dell’altruismo disinteressato”. È questo un aspetto decisivo delle parole di Benedetto XVI: un invito ai giovani ad essere sale della terra e ad impegnarsi per il bene comune. Un’esortazione vigorosa per tutti quei laici cattolici che sono “capaci di operare dentro la Città dell’uomo” e che posseggono quella volontà di servire la comunità “al di là dell’interesse privato”. D’altra parte, come scriveva, ormai molti anni fa, il servo di Dio Giorgio La Pira, l’impegno politico è sempre “un impegno di umanità e di santità” e deve essere sempre rivolto alla “costruzione cristianamente ispirata della società”. Non è dunque un impegno di basso profilo legato allo sviluppo di una carriera o all’arricchimento personale ma è, all’opposto, un impegno altissimo: servire la comunità per il raggiungimento del bene comune. Nelle parole del Santo Padre si ravvisa, dunque, un messaggio di grande prospettiva per l’Italia e per l’Europa. Un messaggio di speranza che si colloca in un momento storico estremamente difficile a causa della perdurante crisi economica. Una crisi che ha colpito duramente anche la nostra regione, la quale, secondo i dati del primo semestre del 2012, ha fatto registrare un triste primato negativo per le procedure fallimentari aperte dalle imprese, con il tasso percentuale più alto d’Italia. Questi dati non devono scoraggiarci perché, come ci ricorda il Salmista, il Signore è il nostro pastore e, anche se dovessimo camminare in una valle oscura, non dobbiamo temere alcun male.

 

Proprio per questo non dobbiamo perdere la speranza in Colui che può tutto. La perdita della speranza è, infatti, il rischio più grande che può colpire la nostra società. Un rischio che può scaturire dalla profonda deriva morale che ha investito tutto il mondo occidentale e che forse è ancor più pericolosa della crisi economica. Una deriva morale che trova delle solide radici nel cuore dell’uomo. Ed è da qui che dobbiamo ripartire. Il primo mattone da mettere nella costruzione di una nuova casa adatta ai tempi odierni è di tipo spirituale, intimo, sapiente della sapienza di Dio. Ripartire da Gesù e dal modello della famiglia di Nazareth non è retorica di comodo, ma è all’opposto una necessità, una prima risposta concreta ad un bisogno reale. Una risposta che si fa carne nella storia attraverso tutti quei santi e timorati di Dio che hanno testimoniato con la propria vita la fedeltà a quel modello. Uno di questi è indubbiamente il beato Giuseppe Toniolo. Un uomo che già sul finire dell’Ottocento aveva individuato i primi segnali di una “crisi della civiltà” e, soprattutto, aveva intuito “il dovere della solidarietà umana”. Una solidarietà che doveva collegarsi “con l’interesse di cooperare tutti armonicamente, con eguale, libera e meritoria emulazione, al comune incivilimento”. Proprio per questo, il compito principale del cristiano è sicuramente quello di riaffermare, in ogni campo del quotidiano, che Gesù Cristo nostro Signore è una fonte di speranza inesauribile che “non viene intaccata da tignola e ruggine”, dalla crisi economica o dalle sconfitte della vita. Il compito principale che spetta, però, alla politica, e quindi anche ai politici cattolici, è quello di saper fornire delle proposte concrete e di indicare delle strade da percorrere. Proprio per questo, nell’attuale fase di crisi che la nostra società sta vivendo, sorge l’esigenza di pensare e di elaborare nuove strategie di intervento verso le nuove forme di povertà, nei confronti dei più bisognosi e verso intere porzioni della società che sembrano aver smarrito ogni forma di fiducia nel futuro.

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Nel pieno della crisi… che fare? https://www.lavoce.it/nel-pieno-della-crisi-che-fare/ Mon, 07 May 2012 13:00:05 +0000 https://www.lavoce.it/?p=10402 Il lamento è ormai universale. Ora il responsabile è il Governo tecnico, che mette tasse impossibili. E forse – o senza forse – un’attenzione specifica per evitare di gravare ulteriormente su tante famiglie che, tra caro benzina, mutui e Imu su prima casa, magari con disoccupazione in atto o in vista, fanno davvero fatica ad arrivare alla fine del mese, è più che necessaria. Ma capisco bene che in una situazione di emergenza si rischia, per chi fa i conti all’altezza del “debito sovrano”, di non andare troppo per il sottile. Non dimentico poi – l’onestà mentale lo richiede – che la crisi non l’ha creata il Governo tecnico, ma al contrario abbiamo un Governo tecnico perché c’è la crisi, e la politica si è mostrata assolutamente impari ad affrontarla. È l’ora dunque di tenere i nervi saldi, di non fare demagogia e di metterci in atteggiamento di vera solidarietà, che implica anche la necessità di favorire una sana politica per il superamento del debito pubblico. Perché il discorso – da non esperto – mi pare semplice: se vogliamo una politica di ripresa dell’economia, che conti anche sull’impulso statale, bisognerà pure che lo Stato abbia qualche gruzzolo da investire per la “crescita”.

E allora si tratta di innescare un circolo virtuoso tra contribuzione giusta dei cittadini alle casse dello Stato e utilizzo saggio delle risorse statali a servizio dei cittadini. Obiezione prevedibile: ma togliendo con le tasse “impossibili” (prima casa ecc.) altro denaro dalle tasche dei cittadini, come ripartirà l’economia? Non si rischia di raffreddarla ulteriormente, consolidando e aggravando la recessione in atto? Sempre da non esperto, lo trovo un interrogativo fondato. E allora? C’è davvero il rischio che non se ne venga a capo? Se i politici hanno fallito, e dovessero fallire anche i tecnici, chi ci salverà? Queste problematiche agitano ormai ampiamente l’opinione pubblica. Ma le vado raccogliendo anche nella visita pastorale ogni volta che facciamo il “punto” sulla Caritas, e mi si dice – come in questi giorni nel Gualdese – che aumenta a dismisura la richiesta di aiuto. O come, qualche giorno fa, ci siamo detti con le centinaia di operai della Merloni lasciati fuori da ogni prospettiva di reimpiego.

 

A un Vescovo non è chiesto di far l’economista, né il politico. Ma da uomo di speranza vado dicendo a tutti di non disperare. E non per dare una patetica parola di consolazione. A insegnarmi a sperare, tenendo i piedi per terra, è stato – naturalmente sulla base del Vangelo – un grande economista dimenticato, ma che è diventato – guarda provvidenza! – “beato” nel bel mezzo della nostra crisi economica: Giuseppe Toniolo. Egli diceva, tra le altre cose, che l’economia non è fatta di leggi rigide e meccaniche, ma porta in sé il principio umano ed etico: in altre parole, è in gran parte questione di valori e di cultura. Da una crisi come quella che stiamo vivendo, possiamo almeno trarre questa lezione: proviamo a chiederci responsabilmente, e tutti, Chiesa compresa, dove abbiamo “sbagliato” e come possiamo riprendere la strada maestra di una economia e di una società a misura d’uomo. Un economista santo, in un momento come il nostro, ha forse una parola da dirci che merita di essere ascoltata.

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Dov’è la Chiesa in questa crisi https://www.lavoce.it/dove-la-chiesa-in-questa-crisi/ Thu, 03 May 2012 13:56:05 +0000 https://www.lavoce.it/?p=10400 Qualcuno pensa che la Chiesa non sia interessata alla crisi che attanaglia l’Italia e l’Europa, e che sotto sotto ne sia pure contenta per ridimensionare l’orgoglio di una società secolarizzata e prepotente che ha perduto il sano buon senso e ogni timor di Dio. La crisi farebbe riscoprire la vita modesta e sobria della “vita buona secondo il Vangelo”. Che questo possa accadere, è fuor di dubbio. Che questo sia il sentire della Chiesa, è del tutto errato, e chi lo dice è fuori strada. La Chiesa è nella crisi con i suoi membri, i suoi fedeli, e subisce l’urto delle difficoltà e delle situazioni di sofferenza e di disagio.

 Non è neppure da prendere sul serio quanto ha detto di recente un docente universitario di sociologia, per il quale ciò che la Chiesa dice e compie sarebbe un’azione consolatoria. Altri discorsi superficiali e supponenti vengono da chi chiede alla Chiesa di pagare anziché di parlare: paghi le tasse come tutti gli altri! Ed aggiungono che ciò che essa propone appartiene al mondo delle “belle idee” che non trovano riscontro nella pratica. Ora, se risulta che la crisi ha diversi aspetti e molteplici cause, ci si dovrebbe fermare un momento ad esaminarle, e nel nostro caso lo abbiamo fatto con articoli presenti anche in questo numero: basti leggere Lignani e lo stesso vescovo Sorrentino (pag. 13). Molti sono stati i servizi dei numeri passati de La Voce sui temi del lavoro, dei giovani, delle famiglie, delle aziende che chiudono, inclusi i suicidi di imprenditori disperati (pag. 3 del n. 15). Su ognuno di questi temi la Chiesa, intesa nel senso pieno e vero di “popolo di Dio”, ha portato contributi di idee, di uomini, di esperienze e di progetti che hanno lasciato un segno nella storia del nostro Paese e dell’Europa, e può ancora dare un contributo notevole al superamento della crisi e alla ripresa dello sviluppo. La Chiesa e i cristiani non si sono limitati, dall’inizio dell’Ottocento, a fare l’elemosina. Non perché ciò sia un male, come pensavano i comunisti, ma perché non è sufficiente a risolvere i problemi della povertà né le esigenze dello sviluppo e della giustizia sociale. C’è, almeno sulla carta, una dottrina sociale, non ideologica e non sistematica, ma storica e prammatica, che dovrebbe o almeno potrebbe dare una mano per affrontare i nodi e le sfide di una società in rapido sviluppo. Ma molti cattolici la ignorano, e altri inventano strane teorie, di destra o di sinistra, che sono destinate a fallire perché sono già fallite al loro tempo. Il contributo della Chiesa in questo senso non è solo ideale, nel senso di astratto, ma, nel solco di Toniolo e di Leone XIII, indica un percorso che va ad incidere nelle situazioni concrete e a sciogliere i nodi e le contraddizioni, come quelle fatali e sempre ritornanti tra capitale e lavoro, tra Stato e società, tra centralismo e sussidiarietà. Ci sono dei cristiani fedeli, buoni e in buona fede, che confondono facilmente le cause con i sintomi, i pompieri che spengono gli incendi della conflittualità con gli incendiari, i chirurgi con i malati. Il nostro contributo oggi è soprattutto quello legato alla conoscenza, all’informazione. Spesso anche in questo campo gli scontri sono, più che tra culture diverse, tra ignoranze contrapposte. La crisi finanziaria e economica esige risposte anche di tipo comunicativo, sia nel senso immediato dell’informazione su come vadano le cose e come stiano le vicende nell’ambito dell’economia, sia per la conoscenza dei principi, sia – anche e soprattutto, per la Chiesa – nell’indicare valori e prospettive di vita, additando virtù e sostenendo con pazienza di Madre e Maestra la vita di un popolo.

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Toniolo a Perugia https://www.lavoce.it/toniolo-a-perugia/ Fri, 27 Apr 2012 08:47:27 +0000 https://www.lavoce.it/?p=10322 In occasione della beatificazione di Toniolo abbiamo chiesto a M. Luisa Cianini Pierotti quali legami avesse il Toniolo con Perugia e l’Umbria, avendo pubblicato di recente, insieme a Luciano Tosi, un volumetto intitolato Fede e cultura. Mons. Luigi Piastrelli, la Fuci e l’istituto Giancarlo Conestabile a Perugia (Morlacchi editore, 2012). Riportiamo di seguito la sua risposta.

Dalle carte conservate nell’archivio Conestabile riguardanti la storia del circolo della Fuci di Perugia – che ho consultato attentamente – non emerge alcuna notizia relativa al motivo per il quale il circolo perugino fu intitolato al famoso economista-sociologo Giuseppe Toniolo, né alla persona che ne propose il nome. È plausibile supporre che lo stesso mons. Luigi Piastrelli, all’atto della fondazione del circolo perugino, nell’inverno del 1920, abbia pensato all’insigne studioso scomparso appena due anni prima (ottobre 1918), stante la grande statura morale ed intellettuale di Giuseppe Toniolo. Il quale tra l’altro fu fondatore, insieme a padre Agostino Gemelli, dell’Università Cattolica di Milano; già in quell’epoca risultano intestati a suo nome molti altri circoli di città italiane, tra cui Verona ed altre città del Veneto, regione che gli dette i natali.

D’altronde profondo fu il legame tra il Toniolo e la Fuci, che lo considerò – come sostiene Michele Lucchesi, presidente nazionale Fuci – “uno dei maestri che tracciarono le linee luminose di pensiero che gli universitari cattolici di allora seguirono con grande entusiasmo e che costituiscono per i fucini di oggi le tracce della loro tradizione”. In Giuseppe Toniolo la Fuci, al suo avvio, vide “un esempio mirabile di testimonianza intellettuale unita indissolubilmente all’impegno concreto nella società e trovò un maestro ed un padre affettuoso” insieme a personaggi come Montini e Righetti che segnarono il cammino della Fuci.

Dopo lo scioglimento dell’Opera dei Congressi, e poi della Fuci, nel 1905, l’impegno di Toniolo a favore della Federazione si fece più diretto, partecipando alla “rifondazione” dell’anno successivo e all’adesione all’Unione popolare. In questa fase, forse ancor più di prima, di Giuseppe Toniolo si può dire che fu della Fuci “un padre”. Pur essendosi allontanato dall’Unione popolare del 1909, rimase vicino agli universitari e divenne mediatore tra la Santa Sede e le sensibilità innovatrici dei circoli fucini soprattutto per ciò che riguardava l’impegno politico. Grazie alla sua amicizia con Pio X, nel 1911 difese la Fuci dopo che nel congresso di Torino si erano accentuate le attenzioni verso il patriottismo. Prosegue Lucchesi: “Ancora una volta estraneo agli eccessi, difese lo spirito più autentico dell’impegno culturale della Fuci, ribadendo anche la sua idea di associazionismo laicale”, idea che portano avanti non solo i fucini ma tutti i laici impegnati.

Le numerose biografie a lui dedicate sono la testimonianza della sua santa vita condotta in aderenza al Credo cattolico, dell’impegno di cristiano fedele alla Chiesa, della sua attività professionale ed intellettuale, che ne fecero un uomo di spicco del movimento cattolico tra fine Ottocento e inizi Novecento. Punto focale della sua ricerca fu l’elaborazione di una teoria personale affermante il prevalere dell’etica e dello spirito cristiano sulle leggi di mercato e dell’economia, sulla scia della Rerum novarum di Leone XIII, parallelamente al progetto di radunare attorno a un unico centro le forze intellettuali dei cattolici per impedirne la dispersione e anzi potenziarle per farne una voce rappresentativa e ricca per l’Italia. Questa sua opera, insieme alla coerenza di vita, sollecitarono nel 1933, per iniziativa della Fuci, l’avvio per il processo di beatificazione che vedrà il suo compimento il 29 aprile.

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Giuseppe Toniolo uomo della sintesi nella fede https://www.lavoce.it/giuseppe-toniolo-uomo-della-sintesi-nella-fede/ Fri, 27 Apr 2012 08:35:03 +0000 https://www.lavoce.it/?p=10318 Domenica 29 aprile sarà beatificato a Roma Giuseppe Toniolo (1845-1918), nella basilica di San Paolo fuori le Mura. Al postulatore della causa di beatificazione, mons. Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, abbiamo chiesto di tracciare un profilo del futuro beato.

Una figura come Toniolo cosa può dire all’uomo di oggi?

“In un tempo di crisi dei valori e di frammentazione sociale, Toniolo è il modello di un uomo che ha trovato nella fede, ma anche in un autentico umanesimo da essa illuminato, un principio di sintesi e di unità. Il laicato cattolico può trovare in lui un ideale concreto e completo”.

Quale modello di santità ci offre Toniolo, che è stato marito, padre, professore, educatore, economista, cristiano impegnato per l’unità della Chiesa e per la pace?

“Toniolo impressiona per la ricchezza delle dimensioni che contraddistinguono la sua personalità e, pertanto, anche la sua santità. A partire dalla dimensione della famiglia, che visse in pienezza, con una stupenda esperienza di unità coniugale e sette figli, ai quali si dedicò con amore. Quanto alla professione, la cattedra universitaria era per lui un impegno ‘religioso’. Chiama i suoi discepoli ‘sacro deposito’, ‘amici del suo cuore’. È su questa base di una santità del quotidiano, tra famiglia e professione, che si sviluppa anche il Toniolo pubblico del movimento cattolico, con le sue molteplici iniziative per lo sviluppo della testimonianza cristiana nel sociale”.

 

Per molti aspetti, possiamo considerare Toniolo un precursore, ad esempio nella sua concezione di un’economia non sganciata dall’etica.

“Se guardiamo alla crisi economica attuale, che ha certamente una delle sue cause nel deficit di etica a livello di criteri e modelli della finanza mondiale, il discorso del Toniolo, tutto imperniato sul tema dell’intrinseco rapporto tra etica ed economia, appare di bruciante attualità”.

Anche nel rapporto tra fede e cultura Toniolo aveva posizioni all’avanguardia…

“Aveva compreso che gran parte dell’efficacia della testimonianza cristiana passa per la capacità della fede di incidere sulla cultura. Le sue iniziative furono un ‘progetto culturale’ che si venne dipanando nel tempo. Si ispirava in particolare a un testo del Concilio Vaticano I in cui si dice che tra fede e scienza non solo non c’è opposizione, ma tra le due è possibile un rapporto di contributi fecondi. La fede è fatta per stimolare e generare cultura”.

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Toniolo, l’economista di Dio https://www.lavoce.it/toniolo-leconomista-di-dio/ Thu, 29 Sep 2011 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=9662 All’inizio del corrente anno (14 gennaio) Papa Benedetto ha firmato il decreto destinato a sancire la beatificazione di Giuseppe Toniolo; postulatore della causa il vescovo Sorrentino, autore peraltro del libro L’economista di Dio – Giuseppe Toniolo.Opportunamente la diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, tramite la Commissione per i problemi sociali e il lavoro ed inoltre l’Ufficio catechistico ha organizzato (23 settembre – ex sala refettorio del convento della Porziuncola in S. Maria degli Angeli) un pubblico incontro sul tema “Un’etica per l’economia – La risposta di Giuseppe Toniolo”, mettendo a confronto il docente Pierluigi Grasselli, ordinario di politica economica presso l’Università di Perugia, e il vescovo Sorrentino; moderatrice la segretaria della citata commissione, Francesca Di Maolo. L’economia dell’Occidente, Italia inclusa, mostra gli effetti devastanti di una crisi economica, sociale, culturale, morale generata dall’incapacità della politica di contrastare i giganteschi squilibri a livello planetario, di provvedere ad efficaci azioni redistributive e di evitare le degenerazioni dell’attività finanziaria. La crisi mostra l’esigenza ineludibile di una guida centrale dell’etica in economia, centralità dell’etica chiaramente affermata da Giuseppe Toniolo: così si è espresso il prof. Grasselli che, con riferimenti alla dottrina sociale della Chiesa, ha indicato, sulla scia del pensiero di Toniolo, una serie di direttrici imperniate sul concetto di condivisione: principi e valori come equità, giustizia, carità, solidarietà, strettamente connessa alla sussidiarietà, “architrave per la costruzione del bene comune”. Particolare attenzione ha posto il relatore in merito alla disoccupazione giovanile, fenomeno dipendente da una molteplicità di fattori, riconducibile almeno in Italia anche alla formazione scolastica e alla fragilità del sistema produttivo. Il vescovo Sorrentino, dando lettura di una pagina degli atti della Settimana di studi sociali svoltasi dal 24 al 30 settembre 1911 in Assisi, “città benedetta”, ha evidenziato l’attualità di Toniolo definendolo un raffinato “economista”. A lui apparteneva la prospettiva della Trascendenza, che induce l’uomo alla percezione del mistero, veicolo di immissioni nella sfera della santità. Toniolo in tempi difficili, proponendo il rapporto tra etica ed economia, si fece interprete dell’originario umanesimo cristiano. Al termine di economia capitalista, lo stesso sostituì il termine di economia umana, aliena da qualsiasi tipo di lavoro tirannico e protetta da organizzazioni lavorative. In favore del bene comune si è pronunciata, in rappresentanza del progetto Policoro, Valentina Di Maggio con una valida testimonianza.

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Un santo per l’economia https://www.lavoce.it/un-santo-per-leconomia/ Thu, 27 Jan 2011 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=9079 Se si guarda alla situazione del mondo dal punto di vista economico, soprattutto considerando la condizione dei poveri, c’è poco da rallegrarsi. La crisi economica ha creato tanta disoccupazione ed angoscia. E certo non è finita, anche se ci viene parlato dei segnali di ripresa. Ma quello che, allo scoppiare della crisi si notava, e cioè che essa, scatenata da una finanza rampante e priva di scrupoli, dovesse costituire una lezione, sembra ora già acqua passata. Si dimentica presto. E se da una crisi di queste proporzioni qualcosa bisogna imparare, è che i problemi dell’economia globale non si affrontano con pannicelli caldi, ma mettendo mano a riforme strutturali e condivise, a partire da un recupero etico. In questo scenario giunge una notizia che non ha nulla a che vedere con l’economia, essendo un fatto tipicamente ecclesiale, ma che costituisce un invito a guardare all’economia con occhi nuovi: mi riferisco alla notizia che Giuseppe Toniolo, economista tra i più rappresentativi della storia del mondo cattolico, sarà presto dichiarato “beato”. Che cosa può dirci questo professore, vissuto tra il 1845 e il 1918? Già nel suo programma dei cattolici di fronte al socialismo – siamo nel 1894 – aveva additato un’urgenza: “Nel giro complesso e vertiginoso della vita commerciale” occorre “premunirsi contro il monopolio del credito a profitto di pochi speculatori”. Chiedeva pertanto di sottoporre a leggi severe le operazioni di Borsa e a legare in qualche modo i finanziatori ai rischi di impresa. Avendo l’onore di essere il postulatore della sua causa di beatificazione, ho frequentato per anni i suoi scritti, rimanendo impressionato dalla lucidità del suo pensiero e dalla passione della sua azione sociale. Passò una vita a spingere il mondo cattolico a un’azione sociale non limitata alla logica dell’elemosina, ma capace di affrontare i problemi alla radice, con una analisi attenta delle dinamiche sociali. Il rapporto etica-economia fu il suo “cavallo di battaglia”. Il suo primo grande intervento accademico – siamo nel 1873 – fu una lezione che portava questo titolo: “L’elemento etico come fattore intrinseco delle leggi economiche”. Erano tempi – ma sono proprio passati quei tempi? – in cui sostenere questa tesi era un atto di coraggio. La sua beatificazione è anche l’indicazione di un modello: di santità, certo, ma anche di una sana economia. Il suo pensiero economico – era il periodo della industrializzazione, compiuta con scandaloso sfruttamento degli operai – scendeva sul piano concreto dell’organizzazione del lavoro, dentro la fabbrica, chiedendo di fare dell’operaio un “soggetto” corresponsabile, attraverso la partecipazione al capitale con azioni nominative e comunque, una volta garantito il salario giusto, concedendogli anche una partecipazione agli utili. Sarà ora che, nell’epoca della globalizzazione, si ricominci a riflettere su questi temi? Non si risolveranno certo domattina, dato che il gioco è ormai mondiale, e la politica, specie nello scenario globale, è indebolita proprio dalle spinte incontrollabili di un mercato senza regole e da grandi interessi finanziari difficili da controllare. Ma le grandi riforme passano attraverso grandi movimenti culturali. Gli ideali fanno la storia, pur con i tempi lunghi della “conversione”. Toniolo ci addita un grande ideale. La sua prossima beatificazione è un invito a riscoprire la sua figura e il suo insegnamento.

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Politica e spiritualità https://www.lavoce.it/politica-e-spiritualita/ Thu, 04 Nov 2010 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=8871 Un binomio che sembra quasi una provocazione. Almeno se si guarda alla politica che abbiamo sotto gli occhi, ovviamente con le debite distinzioni. A considerare i temi che continuamente ci vengono proposti dal dibattito politico, soprattutto ad ascoltare certi toni di esasperata dialettica, talvolta privi di buon gusto e dignità, c’è da restare sconsolati. E ciò, mentre i problemi della gente comune sono talvolta sul filo della disperazione, come sul versante del lavoro – vedi da noi il caso Merloni e in Italia tanti altri punti critici – o sul versante dell’ecologia – vedi le recenti immagini di guerriglia urbana in Campania per la crisi rifiuti. Vorremmo una politica più attenta ai problemi veri, e meno ostaggio di previsioni e calcoli elettorali. Nell’opinione comune, la politica raramente ha goduto di buona considerazione. E forse ingenerosamente, perché la storia della classe politica, in tutte le aree e i partiti, conosce tanti gentiluomini e politici di razza. Di qualcuno, tra i cristiani, è iniziata persino la causa di beatificazione: si pensi a Sturzo e a La Pira. Il loro comune ispiratore, Giuseppe Toniolo, grande apostolo della dottrina sociale e fondatore delle Settimane sociali, è a buon punto nell’itinerario verso gli onori degli altari. L’impegno sociale e politico può dunque elevarsi fino al livello della santità. Ma, a parte i santi, certo non mancano ancor oggi politici validi e meritevoli, e magari giovani desiderosi di provarsi a questo servizio. È una vocazione da promuovere, e non da stritolare nelle dinamiche di partito ispirate a giochi di potere. Un mondo difficile, certo, la politica. Nonostante tutto, è necessario contrastare l’idea che essa sia, di per sé, una cosa “sporca”: può, ed anzi dev’essere un’alta forma di carità, secondo una bella definizione di Paolo VI. Il Concilio Vaticano II, nella Gaudium et spes n. 78, scrive: “La Chiesa stima degna di lode e di considerazione l’opera di coloro che per servire gli uomini si dedicano al bene della cosa pubblica e assumono il peso delle relative responsabilità”. Vale per i politici di ispirazione cristiana, e per quelli di altre matrici, purché si attengano a un’etica del bene comune, rispettosa dei beni fondamentali della vita, della famiglia, della libertà, della solidarietà. Ma come si fa a camminare per i sentieri impervi, le insidie, le tentazioni della politica, senza un minimo di sostegno spirituale, che aiuti a volare alto e a non restare impigliati dentro il reticolo spinato dei contrapposti interessi? Credo sia venuta l’ora di pensare alla “spiritualità” della politica. Il che vuol dire, in concreto, una visione del “far politica” che collochi questo servizio nell’orizzonte dell’etica e della responsabilità, guardando le cose alla luce dei comandamenti di Dio e operando in funzione del bene comune. Per i cattolici impegnati in politica dovrebbe essere un modo “normale” di svolgere il loro compito. Credo molti ormai ne sentano l’esigenza, come mi è stato confermato da un gruppo di amministratori venuti ad Assisi con il loro Vescovo proprio per fare insieme un percorso spirituale. Ricevendoli in vescovado, nel luogo suggestivo in cui Francesco si spogliò di tutto per “gridare” la sua nuova vita, ho discusso con loro di questa prospettiva, trovandoli estremamente interessati. Per chi è costretto ogni giorno a misurarsi con problemi concreti e complessi, è importante esercitarsi a guardare le cose dall’alto, per non cedere alla tentazione del freddo pragmatismo e farsi invece guidare dalla bussola dei valori e degli ideali. La recente Settimana sociale ha chiamato ancora una volta a raccolta i cattolici impegnati nel sociale, invitandoli a stilare un’agenda del bene comune. Un’agenda della speranza. In agenda è forse da mettere, tra le priorità, la formazione spirituale: vale per tutti, e certo non meno per chi assume il servizio politico.

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