Giampiero Morettini Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/giampiero-morettini/ Settimanale di informazione regionale Fri, 26 Aug 2022 11:15:51 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg Giampiero Morettini Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/giampiero-morettini/ 32 32 Ottavo anniversario della scomparsa del servo di Dio Giampiero Morettini https://www.lavoce.it/ottavo-anniversario-della-scomparsa-del-servo-di-dio-giampiero-morettini/ Thu, 18 Aug 2022 10:08:55 +0000 https://www.lavoce.it/?p=68001 GIAMPIERO MORETTINI

Sarà celebrato nella chiesa parrocchiale San Pio da Pietrelcina in Castel del Piano di Perugia, domenica 21 agosto, alle ore 11.30, l’ottavo anniversario della nascita in Cielo del servo di Dio Giampiero Morettini, il giovane seminarista perugino spentosi dopo una grave malattia il 21 agosto 2014, per il quale è stato avviato il 22 maggio 2021 il processo diocesano della causa di canonizzazione. La celebrazione eucaristica sarà presieduta dal vescovo ed amministratore diocesano di Perugia-Città della Pieve monsignor Marco Salvi insieme al parroco e postulatore della causa don Francesco Buono. Sempre domenica 21, alle ore 17.30, presso il cimitero di Sant’Angelo di Celle (Deruta), dove riposa il servo di Dio, si terrà la celebrazione eucaristica presieduta da don Federico Casini e don Gino Ciacci, al cui termine i fedeli potranno raccogliersi in preghiera davanti alla tomba di Giampiero Morettini.

Giampiero Morettini nel ricordo degli amici e dei suoi genitori

Lo ricordano con queste parole don Francesco Buono, suor Roberta Vinerba, don Marco Briziarelli, don Gino Ciacci, don Giordano Commodi e i genitori Mario e Caterina Morettini.

"Giampiero, con il suo sorriso ricorda don Francesco nell’ora più buia della sua vita, ci aiuta ad essere luce nelle tenebre di questo mondo".

Così lo ricorda don Francesco invitando tutte le parrocchie, le famiglie, i giovani e i malati a rivolgersi a Giampiero come guida umile e sicura delle vie di Dio.

“Giampiero -commenta suor Roberta Vinerba- ha vissuto pienamente ogni momento della sua vita senza cedere mai alla noia. L’amicizia con Gesù gli ha dato il sapore della quotidianità per cui non ha sprecato neppure un attimo dei suoi giorni".

"Giampiero, nella relazione uno ad uno -sottolinea, invece, il suo compagno di Seminario don Marco Briziarelli- ha saputo incontrare tante storie e creare relazioni autentiche, relazioni vere che la morte non ha spezzato, ma trasformato".

"Giampiero è rimasto nei cuori degli amici e dei Santangelesi per il suo sorriso, per la sua bontà, e per la sua semplicità -racconta il suo parroco don Gino Ciacci- valori così necessari in questi momenti difficili della nostra vita"

“Giampiero, fortificato dalla preghiera come ancora di unione con Maria Santissima e suo figlio Gesù – evidenzia, invece, don Giordano Commodi, altro compagno di Seminario- ha saputo accogliere la croce come possibilità d'incontro con il Padre, testimonianza autentica per i vicini e per i più lontani che nell'epilogo doloroso e incontrollabile della sua degenza in terapia intensiva, hanno potuto scorgere e riconoscere la vittoria della vita sulla morte!"

"Giampiero -raccontano i suoi genitori- in un sogno ci ha detto: io non morirò mai! Ed è proprio così, è sempre vivo e presente, ma soprattutto con la sua semplicità e concretezza è vivo in tutte quelle persone che si rivolgono a lui per intercedere per loro. Queste persone sono tante che quotidianamente si recano alla sua tomba".

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GIAMPIERO MORETTINI

Sarà celebrato nella chiesa parrocchiale San Pio da Pietrelcina in Castel del Piano di Perugia, domenica 21 agosto, alle ore 11.30, l’ottavo anniversario della nascita in Cielo del servo di Dio Giampiero Morettini, il giovane seminarista perugino spentosi dopo una grave malattia il 21 agosto 2014, per il quale è stato avviato il 22 maggio 2021 il processo diocesano della causa di canonizzazione. La celebrazione eucaristica sarà presieduta dal vescovo ed amministratore diocesano di Perugia-Città della Pieve monsignor Marco Salvi insieme al parroco e postulatore della causa don Francesco Buono. Sempre domenica 21, alle ore 17.30, presso il cimitero di Sant’Angelo di Celle (Deruta), dove riposa il servo di Dio, si terrà la celebrazione eucaristica presieduta da don Federico Casini e don Gino Ciacci, al cui termine i fedeli potranno raccogliersi in preghiera davanti alla tomba di Giampiero Morettini.

Giampiero Morettini nel ricordo degli amici e dei suoi genitori

Lo ricordano con queste parole don Francesco Buono, suor Roberta Vinerba, don Marco Briziarelli, don Gino Ciacci, don Giordano Commodi e i genitori Mario e Caterina Morettini.

"Giampiero, con il suo sorriso ricorda don Francesco nell’ora più buia della sua vita, ci aiuta ad essere luce nelle tenebre di questo mondo".

Così lo ricorda don Francesco invitando tutte le parrocchie, le famiglie, i giovani e i malati a rivolgersi a Giampiero come guida umile e sicura delle vie di Dio.

“Giampiero -commenta suor Roberta Vinerba- ha vissuto pienamente ogni momento della sua vita senza cedere mai alla noia. L’amicizia con Gesù gli ha dato il sapore della quotidianità per cui non ha sprecato neppure un attimo dei suoi giorni".

"Giampiero, nella relazione uno ad uno -sottolinea, invece, il suo compagno di Seminario don Marco Briziarelli- ha saputo incontrare tante storie e creare relazioni autentiche, relazioni vere che la morte non ha spezzato, ma trasformato".

"Giampiero è rimasto nei cuori degli amici e dei Santangelesi per il suo sorriso, per la sua bontà, e per la sua semplicità -racconta il suo parroco don Gino Ciacci- valori così necessari in questi momenti difficili della nostra vita"

“Giampiero, fortificato dalla preghiera come ancora di unione con Maria Santissima e suo figlio Gesù – evidenzia, invece, don Giordano Commodi, altro compagno di Seminario- ha saputo accogliere la croce come possibilità d'incontro con il Padre, testimonianza autentica per i vicini e per i più lontani che nell'epilogo doloroso e incontrollabile della sua degenza in terapia intensiva, hanno potuto scorgere e riconoscere la vittoria della vita sulla morte!"

"Giampiero -raccontano i suoi genitori- in un sogno ci ha detto: io non morirò mai! Ed è proprio così, è sempre vivo e presente, ma soprattutto con la sua semplicità e concretezza è vivo in tutte quelle persone che si rivolgono a lui per intercedere per loro. Queste persone sono tante che quotidianamente si recano alla sua tomba".

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Giampiero Morettini : La Chiesa diocesana perugino-pievese ricorda il giovane seminarista nel VII anniversario della sua scomparsa https://www.lavoce.it/giampiero-morettini-la-chiesa-diocesana-perugino-pievese-ricorda-il-giovane-seminarista-nel-vii-anniversario-della-sua-scomparsa/ Wed, 18 Aug 2021 09:24:20 +0000 https://www.lavoce.it/?p=61697 GIAMPIERO MORETTINI

Il prossimo 21 agosto ricorre il VII anniversario della nascita in Cielo del giovane seminarista servo di Dio Giampiero Morettini (1977-2014), figlio della Chiesa che è in Perugia-Città della Pieve. Lo scorso 22 maggio il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti ha aperto, nella Cattedrale di San Lorenzo, il processo diocesano sulla vita, virtù e fama di santità di Giampiero, un giovane, ha commentato il presule durante l’omelia della celebrazione, che ha regalato la sua vita a Dio.

"Questo dono per il Signore -ha proseguito il cardinale- Giampiero lo ha fatto vivendo in maniera esemplare il suo stato di seminarista, sereno e allegro, disponibile con tutti, radicato nella preghiera personale e comunitaria, con fedeltà, con semplicità ma con tenacia... E non ha mollato neppure nei giorni, nelle settimane dell’agonia, del dolore, della malattia, quando dopo l’intervento al cuore, crocifisso a quel letto della terapia intensiva cardiologica, era lui che infondeva coraggio con un sorriso, con una parola, finché gli è stato possibile, chi lo andava a trovare".

C’è bisogno di testimoni 

Sarà lo stesso cardinale Bassetti a presiedere la messa in ricordo del giovane servo di Dio, sabato 21 agosto, alle ore 18, nella chiesa parrocchiale di San Pio da Pietrelcina di Castel del Piano insieme al parroco don Francesco Buono, postulatore del processo diocesano avviato tre mesi fa.

"Abbiamo bisogno di testimoni dell’Amore, che lasciano in questo tempo scintille di luce che ci indicano il cammino".

Lo ricorda il parroco nell’invitare quanti vorranno partecipare alla celebrazione eucaristica del VII anniversario della morte di Giampiero a cui seguirà, domenica 22 agosto (alle ore 17), presso il cimitero di Sant’Angelo di Celle (vicino Deruta) dove riposa il suo corpo, una seconda celebrazione presieduta da don Simone Pascarosa e don Gino Ciacci.

I santi che fanno dell’ordinario lo straordinario di Dio

"Giampiero Morettini in vita, in morte e dopo la morte -aggiunge don Francesco Buono- ha donato e continua a donare il Sorriso di Dio che ci riaccende ogni volta che la vita quotidiana prova a spegnarci. I santi non sono solo quelli dei grandi gesti nelle grandi occasioni, ma coloro che fanno dell’ordinario lo straordinario di Dio. Noi crediamo perché vediamo qualcuno che crede, amiamo perché vediamo qualcuno che ama, speriamo perché vediamo qualcuno che spera e diciamo: anche io! Perché chi è testimone dell’Amore fa la cosa giusta al momento giusto. Oggi".

Servo per Amore

La breve e intensa vita di Giampiero Morettini, caratterizzata da una prima fase di distanza, lontananza da Dio per poi approdare, proprio a Castel del Piano, a quella della conversione e della vocazione-chiamata al sacerdozio, testimonia quanto lui sia stato Servo per Amore!. È lo stesso Giampiero a definirsi tale (dai Diari di G. Morettini, 01/03/2010), nell’evidenziare che questa è la strada che io seguo, se questa non è la Tua volontà, incendiamo oh Signore! Non sono capace di essere un servo, annullami, svuotami! E riempimi di fuoco perché io non sono capace di Amare.

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GIAMPIERO MORETTINI

Il prossimo 21 agosto ricorre il VII anniversario della nascita in Cielo del giovane seminarista servo di Dio Giampiero Morettini (1977-2014), figlio della Chiesa che è in Perugia-Città della Pieve. Lo scorso 22 maggio il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti ha aperto, nella Cattedrale di San Lorenzo, il processo diocesano sulla vita, virtù e fama di santità di Giampiero, un giovane, ha commentato il presule durante l’omelia della celebrazione, che ha regalato la sua vita a Dio.

"Questo dono per il Signore -ha proseguito il cardinale- Giampiero lo ha fatto vivendo in maniera esemplare il suo stato di seminarista, sereno e allegro, disponibile con tutti, radicato nella preghiera personale e comunitaria, con fedeltà, con semplicità ma con tenacia... E non ha mollato neppure nei giorni, nelle settimane dell’agonia, del dolore, della malattia, quando dopo l’intervento al cuore, crocifisso a quel letto della terapia intensiva cardiologica, era lui che infondeva coraggio con un sorriso, con una parola, finché gli è stato possibile, chi lo andava a trovare".

C’è bisogno di testimoni 

Sarà lo stesso cardinale Bassetti a presiedere la messa in ricordo del giovane servo di Dio, sabato 21 agosto, alle ore 18, nella chiesa parrocchiale di San Pio da Pietrelcina di Castel del Piano insieme al parroco don Francesco Buono, postulatore del processo diocesano avviato tre mesi fa.

"Abbiamo bisogno di testimoni dell’Amore, che lasciano in questo tempo scintille di luce che ci indicano il cammino".

Lo ricorda il parroco nell’invitare quanti vorranno partecipare alla celebrazione eucaristica del VII anniversario della morte di Giampiero a cui seguirà, domenica 22 agosto (alle ore 17), presso il cimitero di Sant’Angelo di Celle (vicino Deruta) dove riposa il suo corpo, una seconda celebrazione presieduta da don Simone Pascarosa e don Gino Ciacci.

I santi che fanno dell’ordinario lo straordinario di Dio

"Giampiero Morettini in vita, in morte e dopo la morte -aggiunge don Francesco Buono- ha donato e continua a donare il Sorriso di Dio che ci riaccende ogni volta che la vita quotidiana prova a spegnarci. I santi non sono solo quelli dei grandi gesti nelle grandi occasioni, ma coloro che fanno dell’ordinario lo straordinario di Dio. Noi crediamo perché vediamo qualcuno che crede, amiamo perché vediamo qualcuno che ama, speriamo perché vediamo qualcuno che spera e diciamo: anche io! Perché chi è testimone dell’Amore fa la cosa giusta al momento giusto. Oggi".

Servo per Amore

La breve e intensa vita di Giampiero Morettini, caratterizzata da una prima fase di distanza, lontananza da Dio per poi approdare, proprio a Castel del Piano, a quella della conversione e della vocazione-chiamata al sacerdozio, testimonia quanto lui sia stato Servo per Amore!. È lo stesso Giampiero a definirsi tale (dai Diari di G. Morettini, 01/03/2010), nell’evidenziare che questa è la strada che io seguo, se questa non è la Tua volontà, incendiamo oh Signore! Non sono capace di essere un servo, annullami, svuotami! E riempimi di fuoco perché io non sono capace di Amare.

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Aperto il processo per la causa di canonizzazione del Servo di Dio Giampiero Morettini https://www.lavoce.it/apertura-processo-causa-di-canonizzazione-servo-di-dio-giampiero-morettini/ Sat, 22 May 2021 17:35:39 +0000 https://www.lavoce.it/?p=60794

“Lo Spirito santo, da noi accolto, ci fa desiderare come desidera Dio, così da diventare quel capolavoro che dall’eternità il Padre ha sognato per noi. Non dimentichiamo che, in ultimo, la vita ce la giochiamo sui sogni, sui desideri: diventiamo ciò che desideriamo, diventiamo ciò che sogniamo”. Lo ha sottolineato il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti all’inizio dell’omelia (il testo integrale è consultabile sul sito: www.diocesi.perugia.it) della celebrazione eucaristica della Veglia di Pentecoste, il 22 maggio, nella cattedrale di Perugia, preceduta dall’apertura del processo informativo diocesano sulla vita, virtù e fama di santità del seminarista servo di Dio Giampiero Morettini (1977-2014). Insieme al cardinale Bassetti hanno concelebrato l’arciprete della cattedrale mons. Fausto Sciurpa, il postulatore della causa di canonizzazione don Francesco Buono, parroco di Castel del Piano, il giudice delegato della causa mons. Vittorio Gepponi, il promotore di giustizia don Simone Sorbaioli e diversi sacerdoti diocesani. Presenti i sindaci di Perugia Andrea Romizi e di Deruta Michele Toniaccini, presidente dell’Anci Umbria, i familiari di Giampiero Morettini, una rappresentanza di giovani della Pastorale giovanile diocesana e diversi fedeli provenienti in gran parte dalle parrocchie di Sant’Angelo di Celle di Deruta e Castel del Piano di Perugia dove il servo di Dio ha vissuto, lavorato, si è convertito ed ha avuto la chiamata-vocazione al sacerdozio. Ad animare la Sessione di apertura del processo in San Lorenzo è stato il Coro Piccole Voci “Giampiero Morettini” dell’Unità pastorale di Castel del Piano-Pila, mentre ad animare la celebrazione eucaristica il coro diocesano giovanile “Voci di Giubilo”.

Il video dell'evento

https://youtu.be/yxSRbbXNec8

Le frantumazioni della vita

E’ vero che a volte dentro di noi c’è come una grande Babele – ha proseguito nell’omelia il cardinale –, una confusione data dall’intrecciarsi ed anche dal contrapporsi di differenti desideri: il peccato ha frantumato l’unità interiore e troppo spesso ci troviamo divisi in noi stessi. Da questa prima divisione tutte le altre, tutte le frantumazioni che rendono dolorosa la nostra vita. Abbiamo quindi bisogno come di un “principio unificatore” che metta ordine nel groviglio interiore e che illumini la via giusta, quella dove tutti i nostri desideri trovano quiete nel desiderio di Dio, dove tutti i sogni sono sognati nel sogno di Dio, dove le frantumazioni sono composte e ricreata l’unità. Questo principio è lo Spirito Santo…”.

Diventare santo

In questa Pentecoste così particolare per la nostra Chiesa, contempliamo il frutto dello Spirito santo così come si è manifestato – ha ricordato il presule –, così come è fiorito, nella vita di un giovane uomo, un figlio della nostra terra che aveva un desiderio: diventare santo. Lo scrive nel testamento che abbiamo appena ascoltato: “Tu conosci il mio grande e unico desiderio che è quello di diventare Santo”. Giampiero Morettini aveva desideri e sogni da inseguire, progetti da compiere e avventure da vivere. Giampiero ha vissuto appassionatamente e convintamente ogni stagione della sua vita: amico allegro e sincero, lavoratore instancabile, onesto e creativo, sognava quello che tutti gli adolescenti, tutti i giovani sognano, magari un buon lavoro, magari una bella famiglia”.

Una vita bella

Poi l’incontro che gli cambia la vita, che lo porta a desiderare di mettersi a disposizione del sogno di Dio. Come scrive ancora, nel testamento, la sua è stata una vita bella, non sprecata anche se recuperata, anzi riacchiappata da Dio. E Dio Lo “riacchiappa” nel marzo del 2006, mentre era intento a sistemare le casse di frutta e verdura nel suo negozio: “proprio in quel luogo è avvenuto l’inizio della mia conversione, precisamente quando una suora, aiutando il parroco don Francesco alle benedizioni pasquali, venne a benedire il negozio in cui lavoravo. Da questo momento la mia vita è cambiata” (dallo Scrutinio)”.

Crescita nella fede

Da lì riprende il cammino cristiano con la frequentazione assidua dei sacramenti – racconta il cardinale –, specie dell’eucaristia e a iniziare una esperienza di ascolto, di comunione e di servizio nella parrocchia di Castel del Piano…”. Questa crescita nella fede e nell’esperienza ecclesiale lo porta piano piano a maturare il desiderio di fare della propria vita un dono a Dio attraverso la via del sacerdozio. E’ vero che chi beve dell’acqua dello Spirito, diventa egli stesso fontana per altri: «Chi ha sete venga a me e beva chi crede in me; come dice la Scrittura: fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno» (Gv 7,37-38)”.

Il primo giorno in seminario

Il primo giorno in seminario, nell’ottobre 2010, accolto dal rettore mons. Nazzareno Marconi (oggi arcivescovo di Macerata), Giampiero, prosegue Bassetti nel tracciare il profilo biografico del servo di Dio, “si presentò con questa frase: “vorrei regalare la mia vita a Dio”. E veramente Giampiero ha regalato la sua vita a Dio: lo ha fatto vivendo in maniera esemplare il suo stato di seminarista, sereno e allegro, disponibile con tutti, radicato nella preghiera personale e comunitaria, con fedeltà, con semplicità ma con tenacia: “generoso e sanguigno, era nella vita come era in porta quando faceva il portiere, tenace, non mollava” ricorda di lui un amico seminarista. E non ha mollato neppure nei giorni, nelle settimane dell’agonia, del dolore, della malattia, quando dopo l’intervento al cuore, crocifisso a quel letto della terapia intensiva cardiologica, era lui che infondeva coraggio con un sorriso, con una parola, finché gli è stato possibile, chi lo andava a trovare.

Nelle braccia del Padre

Giampiero muore il 21 agosto 2014, facendo fino in fondo la volontà del Padre, in una offerta di sé consapevole e serena, andando ad occupare quel 'posto' che Gesù aveva preparato per lui, insieme ai santi dei quali aveva chiesto l’intercessione nella preghiera scritta appena prima di essere operato: ‘O santi, amici miei, portatemi la luce perché non mi perda nelle tenebre ma possa perdermi nelle braccia del Padre’”.

La nostra vita possa fiorire

“Oggi iniziamo la fase diocesana del processo 'sulla vita, fama di santità e segni circa l’esercizio delle virtù eroiche' di questo nostro figlio, del Servo di Dio Giampiero – ha concluso il cardinale Bassetti – che ha sognato dello stesso sogno di Dio e che, dal Paradiso ci accompagna con il suo sorriso dolce perché la nostra vita possa fiorire anche quando sembra essere un ramo secco, come il ciliegio secco del suo giardino che non volle fosse tagliato e che, dalla sua morte in qua, fiorisce rigoglioso ogni anno anche fuori stagione”. [gallery ids="60799,60800,60801,60802,60803,60804,60805"]  ]]>

“Lo Spirito santo, da noi accolto, ci fa desiderare come desidera Dio, così da diventare quel capolavoro che dall’eternità il Padre ha sognato per noi. Non dimentichiamo che, in ultimo, la vita ce la giochiamo sui sogni, sui desideri: diventiamo ciò che desideriamo, diventiamo ciò che sogniamo”. Lo ha sottolineato il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti all’inizio dell’omelia (il testo integrale è consultabile sul sito: www.diocesi.perugia.it) della celebrazione eucaristica della Veglia di Pentecoste, il 22 maggio, nella cattedrale di Perugia, preceduta dall’apertura del processo informativo diocesano sulla vita, virtù e fama di santità del seminarista servo di Dio Giampiero Morettini (1977-2014). Insieme al cardinale Bassetti hanno concelebrato l’arciprete della cattedrale mons. Fausto Sciurpa, il postulatore della causa di canonizzazione don Francesco Buono, parroco di Castel del Piano, il giudice delegato della causa mons. Vittorio Gepponi, il promotore di giustizia don Simone Sorbaioli e diversi sacerdoti diocesani. Presenti i sindaci di Perugia Andrea Romizi e di Deruta Michele Toniaccini, presidente dell’Anci Umbria, i familiari di Giampiero Morettini, una rappresentanza di giovani della Pastorale giovanile diocesana e diversi fedeli provenienti in gran parte dalle parrocchie di Sant’Angelo di Celle di Deruta e Castel del Piano di Perugia dove il servo di Dio ha vissuto, lavorato, si è convertito ed ha avuto la chiamata-vocazione al sacerdozio. Ad animare la Sessione di apertura del processo in San Lorenzo è stato il Coro Piccole Voci “Giampiero Morettini” dell’Unità pastorale di Castel del Piano-Pila, mentre ad animare la celebrazione eucaristica il coro diocesano giovanile “Voci di Giubilo”.

Il video dell'evento

https://youtu.be/yxSRbbXNec8

Le frantumazioni della vita

E’ vero che a volte dentro di noi c’è come una grande Babele – ha proseguito nell’omelia il cardinale –, una confusione data dall’intrecciarsi ed anche dal contrapporsi di differenti desideri: il peccato ha frantumato l’unità interiore e troppo spesso ci troviamo divisi in noi stessi. Da questa prima divisione tutte le altre, tutte le frantumazioni che rendono dolorosa la nostra vita. Abbiamo quindi bisogno come di un “principio unificatore” che metta ordine nel groviglio interiore e che illumini la via giusta, quella dove tutti i nostri desideri trovano quiete nel desiderio di Dio, dove tutti i sogni sono sognati nel sogno di Dio, dove le frantumazioni sono composte e ricreata l’unità. Questo principio è lo Spirito Santo…”.

Diventare santo

In questa Pentecoste così particolare per la nostra Chiesa, contempliamo il frutto dello Spirito santo così come si è manifestato – ha ricordato il presule –, così come è fiorito, nella vita di un giovane uomo, un figlio della nostra terra che aveva un desiderio: diventare santo. Lo scrive nel testamento che abbiamo appena ascoltato: “Tu conosci il mio grande e unico desiderio che è quello di diventare Santo”. Giampiero Morettini aveva desideri e sogni da inseguire, progetti da compiere e avventure da vivere. Giampiero ha vissuto appassionatamente e convintamente ogni stagione della sua vita: amico allegro e sincero, lavoratore instancabile, onesto e creativo, sognava quello che tutti gli adolescenti, tutti i giovani sognano, magari un buon lavoro, magari una bella famiglia”.

Una vita bella

Poi l’incontro che gli cambia la vita, che lo porta a desiderare di mettersi a disposizione del sogno di Dio. Come scrive ancora, nel testamento, la sua è stata una vita bella, non sprecata anche se recuperata, anzi riacchiappata da Dio. E Dio Lo “riacchiappa” nel marzo del 2006, mentre era intento a sistemare le casse di frutta e verdura nel suo negozio: “proprio in quel luogo è avvenuto l’inizio della mia conversione, precisamente quando una suora, aiutando il parroco don Francesco alle benedizioni pasquali, venne a benedire il negozio in cui lavoravo. Da questo momento la mia vita è cambiata” (dallo Scrutinio)”.

Crescita nella fede

Da lì riprende il cammino cristiano con la frequentazione assidua dei sacramenti – racconta il cardinale –, specie dell’eucaristia e a iniziare una esperienza di ascolto, di comunione e di servizio nella parrocchia di Castel del Piano…”. Questa crescita nella fede e nell’esperienza ecclesiale lo porta piano piano a maturare il desiderio di fare della propria vita un dono a Dio attraverso la via del sacerdozio. E’ vero che chi beve dell’acqua dello Spirito, diventa egli stesso fontana per altri: «Chi ha sete venga a me e beva chi crede in me; come dice la Scrittura: fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno» (Gv 7,37-38)”.

Il primo giorno in seminario

Il primo giorno in seminario, nell’ottobre 2010, accolto dal rettore mons. Nazzareno Marconi (oggi arcivescovo di Macerata), Giampiero, prosegue Bassetti nel tracciare il profilo biografico del servo di Dio, “si presentò con questa frase: “vorrei regalare la mia vita a Dio”. E veramente Giampiero ha regalato la sua vita a Dio: lo ha fatto vivendo in maniera esemplare il suo stato di seminarista, sereno e allegro, disponibile con tutti, radicato nella preghiera personale e comunitaria, con fedeltà, con semplicità ma con tenacia: “generoso e sanguigno, era nella vita come era in porta quando faceva il portiere, tenace, non mollava” ricorda di lui un amico seminarista. E non ha mollato neppure nei giorni, nelle settimane dell’agonia, del dolore, della malattia, quando dopo l’intervento al cuore, crocifisso a quel letto della terapia intensiva cardiologica, era lui che infondeva coraggio con un sorriso, con una parola, finché gli è stato possibile, chi lo andava a trovare.

Nelle braccia del Padre

Giampiero muore il 21 agosto 2014, facendo fino in fondo la volontà del Padre, in una offerta di sé consapevole e serena, andando ad occupare quel 'posto' che Gesù aveva preparato per lui, insieme ai santi dei quali aveva chiesto l’intercessione nella preghiera scritta appena prima di essere operato: ‘O santi, amici miei, portatemi la luce perché non mi perda nelle tenebre ma possa perdermi nelle braccia del Padre’”.

La nostra vita possa fiorire

“Oggi iniziamo la fase diocesana del processo 'sulla vita, fama di santità e segni circa l’esercizio delle virtù eroiche' di questo nostro figlio, del Servo di Dio Giampiero – ha concluso il cardinale Bassetti – che ha sognato dello stesso sogno di Dio e che, dal Paradiso ci accompagna con il suo sorriso dolce perché la nostra vita possa fiorire anche quando sembra essere un ramo secco, come il ciliegio secco del suo giardino che non volle fosse tagliato e che, dalla sua morte in qua, fiorisce rigoglioso ogni anno anche fuori stagione”. [gallery ids="60799,60800,60801,60802,60803,60804,60805"]  ]]>
Al via il processo diocesano per la causa di canonizzazione di Giampiero Morettini https://www.lavoce.it/al-via-il-processo-diocesano-per-la-causa-di-canonizzazione-di-giampiero-morettini/ Fri, 21 May 2021 13:09:51 +0000 https://www.lavoce.it/?p=60749 GIAMPIERO MORETTINI

La comunità diocesana di Perugia-Città della Pieve si appresta a vivere per la seconda volta in questo secolo (non accadeva da più di quattrocentocinquanta anni) la Sessione di apertura del processo diocesano sulla vita, virtù e fama di santità di un servo di Dio. La prima fu per il venerabile Vittorio Trancanelli (1944-1998), tenutasi nella cattedrale di San Lorenzo di Perugia il 12 settembre 2006.

Cattedrale che ospiterà, sabato 22 maggio (ore 18), vigilia di Pentecoste, la Sessione di apertura del processo super vita et virtutibus ac fama sanctitatis del servo di Dio Giampiero Morettini (1977-2014), il giovane seminarista perugino deceduto il 21 agosto 2014 a seguito di una malformazione cardiaca; sessione di apertura  del processo diocesano annunciata lo scorso agosto ma rinviata a seguito della pandemia.

Veglia di Pentecoste

Seguirà in San Lorenzo la Veglia di Pentecoste con la celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Gualtiero Bassetti insieme al vescovo ausiliare monsignor Marco Salvi, al postulatore della causa di canonizzazione don Francesco Buono e a diversi sacerdoti. Saranno presenti i familiari di Giampiero Morettini e, nel rispetto delle norme anti-Covid, è prevista la partecipazione di cento giovani in rappresentanza delle trentadue Unità pastorali e di fedeli fino a quanti ne può contenere la Cattedrale in tempo di pandemia (trecento). Sarà, comunque possibile seguire l’evento della sessione di apertura del processo diocesano e la celebrazione eucaristica sui canali social (Youtube e Facebook) dei media ecclesiali umbri (La Voce e Umbria Radio InBlu).

Avvio processo

Durante la sessione verrà fatto il giuramento da parte dei membri del Tribunale deditamente nominato dal cardinale Bassetti. Atto che di fatto annuncia l’inizio ufficiale del processo di canonizzazione del servo di Dio. Dopo il 22 maggio i lavori continueranno con gli interrogatori proposti dal postulatore, un esame da parte della commissione storico-archivistica di tutto ciò che attiene la vita di Morettini e l’esame da parte dei censori teologi degli scritti editi del servo di Dio. Al seminarista è stato dedicato il volume Con lui Dio non si era sbagliato. Giampiero Morettini a cura di suor Roberta Vinerba e la prefazione del cardinale Bassetti, per i tipi delle Edizioni Paoline (2016).

Conversione e vocazione

"Sarà una Veglia di Pentecoste molto speciale anche perché inizia l’inchiesta diocesana circa la vita, la fama di santità, l’esercizio delle virtù eroiche del seminarista Giampiero Morettini -commenta il postulatore don Francesco Buono sulle colonne del settimanale cattolico umbro La Voce, in edicola questo fine settimana e sul sito www.lavoce.it e sul canale YouTube lavocepg- Giampiero Morettini, molto caro alla comunità di Sant’Angelo di Celle, da cui veniva; alla comunità di Castel del Piano, dove ha conosciuto Gesù e ha iniziato la sua conversione e maturato la vocazione; è caro a tutta la diocesi, in particolare al nostro cardinale Bassetti che lo ha invocato anche nel tempo della sua malattia, e abbiamo visto che è stata un’invocazione efficace".

Nella Giornata di Giampiero…

"Nella giornata di Giampiero -evidenzia don Francesco Buono, nel tracciare una breve biografia del seminarista- c’era il rosario, c’era la messa, c’erano i poveri, c’erano i malati, perché il primo servizio che prese fu quello di ministro straordinario della Comunione. Poi il Gr.est (il Gruppo estivo degli oratori), l’animatore dei ragazzi: è diventato un punto di riferimento. Significativa, la particolare devozione alla Beata Vergine Maria. Nel suo testamento spirituale c’è scritto: è grazie a Lei che sono stato recuperato, anzi riacchiappato da Dio. Non a caso, nella messa di risurrezione che abbiamo scelto per lui, che ha voluto che fosse una festa mariana, il Vangelo magnifica Dio che ha umiliato i superbi e ha innalzato gli umili. Giampiero -conclude il postulatore- ha incarnato il Magnificat nella sua vita".

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GIAMPIERO MORETTINI

La comunità diocesana di Perugia-Città della Pieve si appresta a vivere per la seconda volta in questo secolo (non accadeva da più di quattrocentocinquanta anni) la Sessione di apertura del processo diocesano sulla vita, virtù e fama di santità di un servo di Dio. La prima fu per il venerabile Vittorio Trancanelli (1944-1998), tenutasi nella cattedrale di San Lorenzo di Perugia il 12 settembre 2006.

Cattedrale che ospiterà, sabato 22 maggio (ore 18), vigilia di Pentecoste, la Sessione di apertura del processo super vita et virtutibus ac fama sanctitatis del servo di Dio Giampiero Morettini (1977-2014), il giovane seminarista perugino deceduto il 21 agosto 2014 a seguito di una malformazione cardiaca; sessione di apertura  del processo diocesano annunciata lo scorso agosto ma rinviata a seguito della pandemia.

Veglia di Pentecoste

Seguirà in San Lorenzo la Veglia di Pentecoste con la celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Gualtiero Bassetti insieme al vescovo ausiliare monsignor Marco Salvi, al postulatore della causa di canonizzazione don Francesco Buono e a diversi sacerdoti. Saranno presenti i familiari di Giampiero Morettini e, nel rispetto delle norme anti-Covid, è prevista la partecipazione di cento giovani in rappresentanza delle trentadue Unità pastorali e di fedeli fino a quanti ne può contenere la Cattedrale in tempo di pandemia (trecento). Sarà, comunque possibile seguire l’evento della sessione di apertura del processo diocesano e la celebrazione eucaristica sui canali social (Youtube e Facebook) dei media ecclesiali umbri (La Voce e Umbria Radio InBlu).

Avvio processo

Durante la sessione verrà fatto il giuramento da parte dei membri del Tribunale deditamente nominato dal cardinale Bassetti. Atto che di fatto annuncia l’inizio ufficiale del processo di canonizzazione del servo di Dio. Dopo il 22 maggio i lavori continueranno con gli interrogatori proposti dal postulatore, un esame da parte della commissione storico-archivistica di tutto ciò che attiene la vita di Morettini e l’esame da parte dei censori teologi degli scritti editi del servo di Dio. Al seminarista è stato dedicato il volume Con lui Dio non si era sbagliato. Giampiero Morettini a cura di suor Roberta Vinerba e la prefazione del cardinale Bassetti, per i tipi delle Edizioni Paoline (2016).

Conversione e vocazione

"Sarà una Veglia di Pentecoste molto speciale anche perché inizia l’inchiesta diocesana circa la vita, la fama di santità, l’esercizio delle virtù eroiche del seminarista Giampiero Morettini -commenta il postulatore don Francesco Buono sulle colonne del settimanale cattolico umbro La Voce, in edicola questo fine settimana e sul sito www.lavoce.it e sul canale YouTube lavocepg- Giampiero Morettini, molto caro alla comunità di Sant’Angelo di Celle, da cui veniva; alla comunità di Castel del Piano, dove ha conosciuto Gesù e ha iniziato la sua conversione e maturato la vocazione; è caro a tutta la diocesi, in particolare al nostro cardinale Bassetti che lo ha invocato anche nel tempo della sua malattia, e abbiamo visto che è stata un’invocazione efficace".

Nella Giornata di Giampiero…

"Nella giornata di Giampiero -evidenzia don Francesco Buono, nel tracciare una breve biografia del seminarista- c’era il rosario, c’era la messa, c’erano i poveri, c’erano i malati, perché il primo servizio che prese fu quello di ministro straordinario della Comunione. Poi il Gr.est (il Gruppo estivo degli oratori), l’animatore dei ragazzi: è diventato un punto di riferimento. Significativa, la particolare devozione alla Beata Vergine Maria. Nel suo testamento spirituale c’è scritto: è grazie a Lei che sono stato recuperato, anzi riacchiappato da Dio. Non a caso, nella messa di risurrezione che abbiamo scelto per lui, che ha voluto che fosse una festa mariana, il Vangelo magnifica Dio che ha umiliato i superbi e ha innalzato gli umili. Giampiero -conclude il postulatore- ha incarnato il Magnificat nella sua vita".

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Il ‘ritiro mensile’ del Clero diocesano, segno di ripresa delle attività ecclesiali sospese a seguito della pandemia https://www.lavoce.it/il-ritiro-mensile-del-clero-diocesano-segno-di-ripresa-delle-attivita-ecclesiali-sospese-a-seguito-della-pandemia/ Thu, 13 May 2021 09:18:18 +0000 https://www.lavoce.it/?p=60583 ritiro mensile clero perugia-città della pieve

Segno di ripresa delle attività ecclesiali comunitarie in presenza nell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, sospese a seguito della pandemia, è stato l’incontro del ritiro mensile del Clero, svoltosi il 12 maggio scorso, nella chiesa parrocchiale di San Pio da Pietrelcina in Castel del Piano.

L'appuntamento mensile (che coinvolge sacerdoti, diaconi permanenti e seminaristi dell'Arcidiocesi insieme al cardinale Gualtiero Bassetti e al vescovo ausiliare monsignor Marco Salvi), ha visto come relatore don Valentino Bulgarelli, sacerdote dell’Arcidiocesi di Bologna, dottore in teologia biblica, docente e preside della Facoltà Teologica dell’Italia Centrale e dell’Emilia-Romagna, responsabile del Servizio Nazionale per gli Studi Superiori di Teologia e Scienze Religiose della Conferenza Episcopale Italiana ed attualmente direttore dell'Ufficio Catechistico Nazionale della CEI.

Lo stato di salute della catechesi

Nel corso del ritiro mensile, don Bulgarelli ha illustrato le prospettive della catechesi in Italia anche alla luce del recentissimo Motu proprio Antiquum ministerium di Papa Francesco sull’istituzione del ministero laicale del catechista. Al riguardo ha dato vita ad un dialogo con il Clero perugino-pievese sullo stato di salute della catechesi a partire dal momento storico particolare che si sta vivendo, per poi condividere alcuni punti intorno ai quali poter immaginare insieme la futura azione catechetica delle varie realtà pastorali. Alla relazione è seguito un momento di confronto nel quale il sacerdote bolognese ha risposto ad alcune domande e ha accolto alcune sollecitazioni da parte dei presenti.

L’annuncio del cardinale Bassetti

A conclusione dell'incontro del ritiro mensile del Clero, il cardinale Bassetti ha annunciato la Sessione solenne di apertura del processo diocesano sulla vita, fama di santità e segni circa l'esercizio delle virtù eroiche del servo di Dio Giampiero Morettini (1977-2014), che si terrà sabato 22 maggio, vigilia della Solennità di Pentecoste, alle ore 18, nella cattedrale di San Lorenzo in Perugia. Seguirà la celebrazione eucaristica presieduta dallo stesso cardinale insieme al vescovo ausiliare, al postulatore del processo informativo don Francesco Buono e ai sacerdoti diocesani.

Giampiero Morettini, nato in Sardegna nel 1977 per poi stabilirsi in Umbria con la sua famiglia, era seminarista dell'Arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve ed alunno del Pontificio Seminario Regionale Pio XI di Assisi. Maturò la sua chiamata-vocazione al sacerdozio e prima ancora il suo riavvicinamento a Dio e alla Chiesa nella parrocchia di Castel del Piano, lasciandosi guidare spiritualmente dal parroco don Francesco Buono. È deceduto il 21 agosto 2014 dopo una lunga e difficile degenza al Policlinico Santa Maria della Misericordia di Perugia, a seguito di un'operazione chirurgica al cuore, dopo aver scoperto una malformazione cardiaca.

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ritiro mensile clero perugia-città della pieve

Segno di ripresa delle attività ecclesiali comunitarie in presenza nell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, sospese a seguito della pandemia, è stato l’incontro del ritiro mensile del Clero, svoltosi il 12 maggio scorso, nella chiesa parrocchiale di San Pio da Pietrelcina in Castel del Piano.

L'appuntamento mensile (che coinvolge sacerdoti, diaconi permanenti e seminaristi dell'Arcidiocesi insieme al cardinale Gualtiero Bassetti e al vescovo ausiliare monsignor Marco Salvi), ha visto come relatore don Valentino Bulgarelli, sacerdote dell’Arcidiocesi di Bologna, dottore in teologia biblica, docente e preside della Facoltà Teologica dell’Italia Centrale e dell’Emilia-Romagna, responsabile del Servizio Nazionale per gli Studi Superiori di Teologia e Scienze Religiose della Conferenza Episcopale Italiana ed attualmente direttore dell'Ufficio Catechistico Nazionale della CEI.

Lo stato di salute della catechesi

Nel corso del ritiro mensile, don Bulgarelli ha illustrato le prospettive della catechesi in Italia anche alla luce del recentissimo Motu proprio Antiquum ministerium di Papa Francesco sull’istituzione del ministero laicale del catechista. Al riguardo ha dato vita ad un dialogo con il Clero perugino-pievese sullo stato di salute della catechesi a partire dal momento storico particolare che si sta vivendo, per poi condividere alcuni punti intorno ai quali poter immaginare insieme la futura azione catechetica delle varie realtà pastorali. Alla relazione è seguito un momento di confronto nel quale il sacerdote bolognese ha risposto ad alcune domande e ha accolto alcune sollecitazioni da parte dei presenti.

L’annuncio del cardinale Bassetti

A conclusione dell'incontro del ritiro mensile del Clero, il cardinale Bassetti ha annunciato la Sessione solenne di apertura del processo diocesano sulla vita, fama di santità e segni circa l'esercizio delle virtù eroiche del servo di Dio Giampiero Morettini (1977-2014), che si terrà sabato 22 maggio, vigilia della Solennità di Pentecoste, alle ore 18, nella cattedrale di San Lorenzo in Perugia. Seguirà la celebrazione eucaristica presieduta dallo stesso cardinale insieme al vescovo ausiliare, al postulatore del processo informativo don Francesco Buono e ai sacerdoti diocesani.

Giampiero Morettini, nato in Sardegna nel 1977 per poi stabilirsi in Umbria con la sua famiglia, era seminarista dell'Arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve ed alunno del Pontificio Seminario Regionale Pio XI di Assisi. Maturò la sua chiamata-vocazione al sacerdozio e prima ancora il suo riavvicinamento a Dio e alla Chiesa nella parrocchia di Castel del Piano, lasciandosi guidare spiritualmente dal parroco don Francesco Buono. È deceduto il 21 agosto 2014 dopo una lunga e difficile degenza al Policlinico Santa Maria della Misericordia di Perugia, a seguito di un'operazione chirurgica al cuore, dopo aver scoperto una malformazione cardiaca.

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Giampiero Morettini sulla via della santità. Inizia il percorso diocesano https://www.lavoce.it/giampiero-morettini-sulla-via-della-santita-inizia-il-percorso-diocesano/ https://www.lavoce.it/giampiero-morettini-sulla-via-della-santita-inizia-il-percorso-diocesano/#comments Thu, 20 Aug 2020 12:12:35 +0000 https://www.lavoce.it/?p=57625

Il cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Gualtiero Bassetti ha annunciato la prossima celebrazione dell'Inchiesta diocesana sulla vita, le virtù eroiche e la fama di santità e di segni del seminarista Giampiero Morettini ritornato alla Casa del Padre il 21 agosto 2014. Nell'Editto con cui viene accolta la richiesta canonica presentata dal Postulatore don Francesco Buono, il cardinale invita tutti i fedeli a fornire notizie utili riguardanti la Causa, rivolgendosi al cancelliere arcivescovile, don Marco Pezzanera. La raccolta sia delle testimonianze di quanti hanno conosciuto Giampiero sia delle segnalazioni di grazie ottenute per sua intercessione costituisce un momento decisivo nella prassi canonica, per poter constatare anzitutto la fama di santità del seminarista in vita e la sua persistenza post mortem, così come per prendere atto della solidità del sensus fidelium che in lui ravvisa un valido intercessore presso Dio. [gallery size="medium" td_select_gallery_slide="slide" ids="46411,46410,46409,46408,46407,27769,27766"]

Due Messe in ricordo del seminarista.

In occasione del VI anniversario della nascita in cielo di Giampiero, domenica 23 agosto, alle ore 10, presso la chiesa San Pio da Pietrelcina in Castel del Piano di Perugia, vi sarà la santa Messa presieduta dal vescovo ausiliare monsignor Marco Salvi, con l’introduzione di suor Roberta Vinerba e la conclusione di don Francesco Buono. Lo stesso giorno, alle ore 18, al cimitero di Sant’Angelo di Celle, ci sarà la santa Messa presieduta da don Giordano Commodi e concelebrata da don Gino Ciacci.

Con lui Dio non si era sbagliato.

Per volontà dello stesso cardinale Bassetti, con la sua prefazione, nel 2016 per i Tipi delle Paoline, è stato pubblicato il volume di suor Roberta Vinerba dal titolo: Giampiero Morettini. Con lui Dio non si era sbagliato, che ricostruisce la vita del seminarista a partire dalle testimonianze di chi lo conobbe in vita.

Costante pellegrinaggio alla sua tomba.

Da subito e in maniera costante, la tomba di Giampiero è visitata da persone che lo conobbero in vita, ma molti sono quelli che attraverso canali differenti (amicizie in comune, la lettura del libro, la testimonianza di grazie ricevute) vi si recano, senza averlo conosciuto in vita, per pregare e chiedere grazie. “Molti chiedono la sua preghiera per la guarigione di bambini ammalati od anche per avere un figlio, altri riconoscono che la preghiera alla tomba di Giampiero è per loro fonte di profonda pace interiore, altri raccontano di grazie ricevute come il sollievo da un tormento, l’accompagnamento ad una buona morte, la guarigione di un figlio, la conversione di una persona amata. Intorno alla sua tomba in maniera silente ma continua, vi è dunque un flusso di persone che vi si reca perché la riconosce essere un luogo nel quale Dio si fa loro vicino e sentono Giampiero un amico vivo che è capace di essere ponte tra loro e Dio” (Libello).

Un avvenimento che lo segnerà irreversibilmente.

[caption id="attachment_46410" align="alignleft" width="162"] I genitori[/caption] Giampiero, nato in Sardegna nel 1977, si stabilizza in Umbria con la sua famiglia a Sant’Angelo di Celle, due anni dopo. [Leggi la testimonianza dei genitori Mario e Caterina] Un “normale” bambino e adolescente, immerso nella vita del paese, al centro di una robusta rete di amicizie, che, dopo un’esperienza lavorativa nell’azienda agraria di famiglia, insieme alla madre, apre un negozio di frutta e verdura a Castel del Piano. Estraneo alla vita di fede, il 13 marzo 2006 nel suo negozio entra una suora per la benedizione pasquale che chiede a Giampiero di pregare per lui. Il giovane poco convintamente acconsente e la suora pronuncia una brevissima preghiera posandogli la mano sulla fronte e segnandolo con la croce. Un avvenimento che lo segnerà irreversibilmente e che confiderà, sempre con estremo pudore, a pochi amici. Dirà ai suoi confidenti di aver sentito un fuoco interiore e di essersi come assentato per un attimo. Lo stesso pomeriggio Giampiero si recherà dal parroco di Castel del Piano, don Francesco Buono, per confidargli l’accaduto.

Regalare la vita a Dio.

Prende così il via “la prima parte della sua formazione spirituale: il riavvicinamento al confessionale, la presenza costante al percorso dei Dieci Comandamenti, la partecipazione assidua all’adorazione eucaristica” (Libello), fino all’ottobre del 2010 quando entra in seminario. Al Rettore, don Nazzareno Marconi (oggi arcivescovo di Macerata) si presenta con queste parole: “Vorrei regalare la mia vita a Dio”. “Gli anni del seminario sono segnati dalla grande fatica dello studio, che porta avanti con una dedizione ammirevole, convinto che lo studio sia necessario per essere un buon sacerdote” (Libello).

Con il sorriso dinanzi al Padre.

“Il 29 maggio 2014, mentre stava terminando il terzo anno, ebbe un malore in seminario che svelerà una grave malformazione cardiaca congenita che necessitava con la massima urgenza un delicato intervento chirurgico” (dal Libello). Si prepara serenamente all’intervento, promettendo a uno dei ragazzi del gruppo parrocchiale, incontrato la sera prima del ricovero, che si sarebbero rivisti “nel posto giusto al momento giusto”. È operato il 24 luglio. Da lì l’inizio del calvario che lo porterà alla morte il 21 agosto ed anche che svelerà a tutti la fibra spirituale di cui è fatto. In questo mese Giampiero affronta il peggiorare delle sue condizioni sempre con serenità, totalmente offerto alla volontà di Dio, con il sorriso nonostante le grandi sofferenze che doveva sopportare, infondendo lui pace e speranza a coloro che lo visitavano.

Una moltitudine di persone alle esequie.

La veglia di preghiera in preparazione alle esequie “e alle stesse esequie, una moltitudine di persone, giovani in particolare, molti che non avevano conosciuto in vita Giampiero, si riversò nella chiesa di San Pio a Castel del Piano in un clima di grande compostezza e preghiera. I sacerdoti che in quelle ore prestarono il servizio del sacramento della riconciliazione, ricordano di aver confessato molti giovani e di aver constatato quanto l’abbandono a Dio di Giampiero durante la malattia, avesse profondamente colpito tanti e fatti decidere per un ritorno al sacramento della penitenza e un riavvicinamento alla Chiesa” (Libello).]]>

Il cardinale arcivescovo di Perugia-Città della Pieve Gualtiero Bassetti ha annunciato la prossima celebrazione dell'Inchiesta diocesana sulla vita, le virtù eroiche e la fama di santità e di segni del seminarista Giampiero Morettini ritornato alla Casa del Padre il 21 agosto 2014. Nell'Editto con cui viene accolta la richiesta canonica presentata dal Postulatore don Francesco Buono, il cardinale invita tutti i fedeli a fornire notizie utili riguardanti la Causa, rivolgendosi al cancelliere arcivescovile, don Marco Pezzanera. La raccolta sia delle testimonianze di quanti hanno conosciuto Giampiero sia delle segnalazioni di grazie ottenute per sua intercessione costituisce un momento decisivo nella prassi canonica, per poter constatare anzitutto la fama di santità del seminarista in vita e la sua persistenza post mortem, così come per prendere atto della solidità del sensus fidelium che in lui ravvisa un valido intercessore presso Dio. [gallery size="medium" td_select_gallery_slide="slide" ids="46411,46410,46409,46408,46407,27769,27766"]

Due Messe in ricordo del seminarista.

In occasione del VI anniversario della nascita in cielo di Giampiero, domenica 23 agosto, alle ore 10, presso la chiesa San Pio da Pietrelcina in Castel del Piano di Perugia, vi sarà la santa Messa presieduta dal vescovo ausiliare monsignor Marco Salvi, con l’introduzione di suor Roberta Vinerba e la conclusione di don Francesco Buono. Lo stesso giorno, alle ore 18, al cimitero di Sant’Angelo di Celle, ci sarà la santa Messa presieduta da don Giordano Commodi e concelebrata da don Gino Ciacci.

Con lui Dio non si era sbagliato.

Per volontà dello stesso cardinale Bassetti, con la sua prefazione, nel 2016 per i Tipi delle Paoline, è stato pubblicato il volume di suor Roberta Vinerba dal titolo: Giampiero Morettini. Con lui Dio non si era sbagliato, che ricostruisce la vita del seminarista a partire dalle testimonianze di chi lo conobbe in vita.

Costante pellegrinaggio alla sua tomba.

Da subito e in maniera costante, la tomba di Giampiero è visitata da persone che lo conobbero in vita, ma molti sono quelli che attraverso canali differenti (amicizie in comune, la lettura del libro, la testimonianza di grazie ricevute) vi si recano, senza averlo conosciuto in vita, per pregare e chiedere grazie. “Molti chiedono la sua preghiera per la guarigione di bambini ammalati od anche per avere un figlio, altri riconoscono che la preghiera alla tomba di Giampiero è per loro fonte di profonda pace interiore, altri raccontano di grazie ricevute come il sollievo da un tormento, l’accompagnamento ad una buona morte, la guarigione di un figlio, la conversione di una persona amata. Intorno alla sua tomba in maniera silente ma continua, vi è dunque un flusso di persone che vi si reca perché la riconosce essere un luogo nel quale Dio si fa loro vicino e sentono Giampiero un amico vivo che è capace di essere ponte tra loro e Dio” (Libello).

Un avvenimento che lo segnerà irreversibilmente.

[caption id="attachment_46410" align="alignleft" width="162"] I genitori[/caption] Giampiero, nato in Sardegna nel 1977, si stabilizza in Umbria con la sua famiglia a Sant’Angelo di Celle, due anni dopo. [Leggi la testimonianza dei genitori Mario e Caterina] Un “normale” bambino e adolescente, immerso nella vita del paese, al centro di una robusta rete di amicizie, che, dopo un’esperienza lavorativa nell’azienda agraria di famiglia, insieme alla madre, apre un negozio di frutta e verdura a Castel del Piano. Estraneo alla vita di fede, il 13 marzo 2006 nel suo negozio entra una suora per la benedizione pasquale che chiede a Giampiero di pregare per lui. Il giovane poco convintamente acconsente e la suora pronuncia una brevissima preghiera posandogli la mano sulla fronte e segnandolo con la croce. Un avvenimento che lo segnerà irreversibilmente e che confiderà, sempre con estremo pudore, a pochi amici. Dirà ai suoi confidenti di aver sentito un fuoco interiore e di essersi come assentato per un attimo. Lo stesso pomeriggio Giampiero si recherà dal parroco di Castel del Piano, don Francesco Buono, per confidargli l’accaduto.

Regalare la vita a Dio.

Prende così il via “la prima parte della sua formazione spirituale: il riavvicinamento al confessionale, la presenza costante al percorso dei Dieci Comandamenti, la partecipazione assidua all’adorazione eucaristica” (Libello), fino all’ottobre del 2010 quando entra in seminario. Al Rettore, don Nazzareno Marconi (oggi arcivescovo di Macerata) si presenta con queste parole: “Vorrei regalare la mia vita a Dio”. “Gli anni del seminario sono segnati dalla grande fatica dello studio, che porta avanti con una dedizione ammirevole, convinto che lo studio sia necessario per essere un buon sacerdote” (Libello).

Con il sorriso dinanzi al Padre.

“Il 29 maggio 2014, mentre stava terminando il terzo anno, ebbe un malore in seminario che svelerà una grave malformazione cardiaca congenita che necessitava con la massima urgenza un delicato intervento chirurgico” (dal Libello). Si prepara serenamente all’intervento, promettendo a uno dei ragazzi del gruppo parrocchiale, incontrato la sera prima del ricovero, che si sarebbero rivisti “nel posto giusto al momento giusto”. È operato il 24 luglio. Da lì l’inizio del calvario che lo porterà alla morte il 21 agosto ed anche che svelerà a tutti la fibra spirituale di cui è fatto. In questo mese Giampiero affronta il peggiorare delle sue condizioni sempre con serenità, totalmente offerto alla volontà di Dio, con il sorriso nonostante le grandi sofferenze che doveva sopportare, infondendo lui pace e speranza a coloro che lo visitavano.

Una moltitudine di persone alle esequie.

La veglia di preghiera in preparazione alle esequie “e alle stesse esequie, una moltitudine di persone, giovani in particolare, molti che non avevano conosciuto in vita Giampiero, si riversò nella chiesa di San Pio a Castel del Piano in un clima di grande compostezza e preghiera. I sacerdoti che in quelle ore prestarono il servizio del sacramento della riconciliazione, ricordano di aver confessato molti giovani e di aver constatato quanto l’abbandono a Dio di Giampiero durante la malattia, avesse profondamente colpito tanti e fatti decidere per un ritorno al sacramento della penitenza e un riavvicinamento alla Chiesa” (Libello).]]>
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San Martino in Campo. Il nuovo oratorio dell’Up 18 in un luogo storico https://www.lavoce.it/san-martino-in-campo-oratorio/ Fri, 16 Aug 2019 08:17:36 +0000 https://www.lavoce.it/?p=55113 san martino in campo

Sarà il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti ad inaugurare mercoledì 21 agosto (ore 17), a San Martino in Campo, il nuovo oratorio dell’Unità pastorale 18 “Santa Famiglia di Nazareth” dell’archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, uno dei più ampi e funzionali realizzati nell’ultimo decennio in Umbria.

Dopo il rito del “taglio del nastro” e la benedizione degli ambienti, il cardinale Bassetti presiederà insieme al parroco moderatore dell’Unità pastorale don Antonio Sabatini la celebrazione eucaristica in ricordo di Giampiero Morettini, il giovane seminarista del luogo scomparso a seguito di una grave malattia cinque anni fa, il 21 agosto 2014, al quale sarà intitolato quest’oratorio.

Gli “Oratori riuniti Giampiero Morettini”

Questo nuovo Oratorio è parte integrante di un progetto che ha dato vita negli ultimi anni agli “Oratori Riuniti Giampiero Morettini”, quelli di San Martino in Colle e di San Martino in Campo. Il primo, spiega don Sabatini , “ha più una vocazione sportiva, mentre il secondo, con il suo grande salone polivalente fruibile soprattutto come cinema e teatro, ha più una vocazione artistica. È un progetto che permette a tutta l’Unità pastorale di avere un’ampiezza di attività e servizi oratoriali con un’unica finalità, quella pedagogica e sociale rivolta alle giovani generazioni, senza tralasciare il so- stegno-coinvolgimento delle famiglie e dell’intera comunità locale”.

Il segno di fede di Giampiero

“Affidiamo il nostro progetto pastorale – ribadisce don Sabatini – alla protezione celeste di Giampiero Morettini. Sono reduce dal campo estivo con sessanta ragazzi e cinque anni fa, prima che Giampiero ci lasciasse, preparammo insieme un ‘campo’ con appena quattordici adolescenti. In questi cinque anni abbiamo più che quadruplicato la presenza di giovani e questo lo dobbiamo alla figura di Giampiero, che tutt’oggi desta tanta commozione.

Ho notato che anche i più piccoli, che nel 2014 frequentavano la prima, la seconda elementare, non hanno affatto dimenticato il nostro Giampiero. Noi inaugureremo l’oratorio a lui intitolato il 21 agosto, forse è una data infelice perché molti saranno al mare o in montagna, ma ci sembrava giusto che nel 5° anniversario della sua morte si facesse quest’inaugurazione, perché Giampiero ha lasciato in tutti noi un segno inequivocabile di fede”.

Luogo-testimone di 80 anni di storia

“Questa struttura completamente riammodernata nel rispetto delle norme vigenti, di proprietà della parrocchia di San Martino in Campo – ricorda don Sabatini –, ha vissuto un po’ tutte le vicende della storia di questo centro abitato degli ultimi 80 anni. Era nata negli anni ’30 del secolo scorso come ‘casa del fascio’ (continua a leggere sull'edizione digitale de La Voce). 

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san martino in campo

Sarà il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti ad inaugurare mercoledì 21 agosto (ore 17), a San Martino in Campo, il nuovo oratorio dell’Unità pastorale 18 “Santa Famiglia di Nazareth” dell’archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, uno dei più ampi e funzionali realizzati nell’ultimo decennio in Umbria.

Dopo il rito del “taglio del nastro” e la benedizione degli ambienti, il cardinale Bassetti presiederà insieme al parroco moderatore dell’Unità pastorale don Antonio Sabatini la celebrazione eucaristica in ricordo di Giampiero Morettini, il giovane seminarista del luogo scomparso a seguito di una grave malattia cinque anni fa, il 21 agosto 2014, al quale sarà intitolato quest’oratorio.

Gli “Oratori riuniti Giampiero Morettini”

Questo nuovo Oratorio è parte integrante di un progetto che ha dato vita negli ultimi anni agli “Oratori Riuniti Giampiero Morettini”, quelli di San Martino in Colle e di San Martino in Campo. Il primo, spiega don Sabatini , “ha più una vocazione sportiva, mentre il secondo, con il suo grande salone polivalente fruibile soprattutto come cinema e teatro, ha più una vocazione artistica. È un progetto che permette a tutta l’Unità pastorale di avere un’ampiezza di attività e servizi oratoriali con un’unica finalità, quella pedagogica e sociale rivolta alle giovani generazioni, senza tralasciare il so- stegno-coinvolgimento delle famiglie e dell’intera comunità locale”.

Il segno di fede di Giampiero

“Affidiamo il nostro progetto pastorale – ribadisce don Sabatini – alla protezione celeste di Giampiero Morettini. Sono reduce dal campo estivo con sessanta ragazzi e cinque anni fa, prima che Giampiero ci lasciasse, preparammo insieme un ‘campo’ con appena quattordici adolescenti. In questi cinque anni abbiamo più che quadruplicato la presenza di giovani e questo lo dobbiamo alla figura di Giampiero, che tutt’oggi desta tanta commozione.

Ho notato che anche i più piccoli, che nel 2014 frequentavano la prima, la seconda elementare, non hanno affatto dimenticato il nostro Giampiero. Noi inaugureremo l’oratorio a lui intitolato il 21 agosto, forse è una data infelice perché molti saranno al mare o in montagna, ma ci sembrava giusto che nel 5° anniversario della sua morte si facesse quest’inaugurazione, perché Giampiero ha lasciato in tutti noi un segno inequivocabile di fede”.

Luogo-testimone di 80 anni di storia

“Questa struttura completamente riammodernata nel rispetto delle norme vigenti, di proprietà della parrocchia di San Martino in Campo – ricorda don Sabatini –, ha vissuto un po’ tutte le vicende della storia di questo centro abitato degli ultimi 80 anni. Era nata negli anni ’30 del secolo scorso come ‘casa del fascio’ (continua a leggere sull'edizione digitale de La Voce). 

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U. p. 18 Santa Famiglia di Nazareth. L’oratorio “diffuso” tra cinque parrocchie https://www.lavoce.it/up-18-santa-oratorio-diffuso/ Sat, 13 Oct 2018 10:04:45 +0000 https://www.lavoce.it/?p=53125 diffuso

La festa che nel pomeriggio di domenica scorsa ha richiamato un numero persino inaspettato di ragazzi e di genitori presso l’oratorio di San Martino in Colle per l’apertura dell’anno catechistico è una delle più belle dimostrazioni della validità del lavoro svolto dall’Unità pastorale Santa Famiglia di Nazareth, che sull’attività per i giovani da sempre crede e punta molto.

Cosa significa "oratorio diffuso"

L’Unità pastorale, che comprende le frazioni di San Martino in Campo, Sant’Enea, San Martino in Colle, Santa Maria Rossa e Sant’Andrea d’Agliano, storicamente ha sempre avuto a disposizione due oratori, uno a San Martino in Campo e l’altro a San Martino in Colle, che vengono gestiti come una singola entità con la denominazione di “Oratori riuniti Giampiero Morettini”.

Da un paio d’anni la struttura di San Martino in Campo non veniva più utilizzata, essendo ormai obsoleta e dichiarata inagibile, ma lo scorso luglio sono iniziati i lavori di abbattimento e di ricostruzione dell’oratorio, un’operazione che rientra nel progetto di rilancio degli oratori dell’Up.

“Il progetto - dice il parroco don Antonio Sabatini - che nasce dall’esigenza pastorale di fare attività per i giovani, ha bisogno anche di strutture. Sin dall’inizio l’idea del Consiglio pastorale è stata creare un ‘oratorio diffuso’ tra le nostre cinque parrocchie, quindi non necessariamente un luogo statico, ma un insieme di più luoghi dove si può svolgere l’attività per i giovani.

IN DIRETTA su Umbria Radio

Durante il mese di ottobre Umbria Radio trasmetterà in diretta la messa della domenica dall’Unità pastorale 18 “Santa Famiglia di Nazareth”di Perugia, ogni domenica da una chiesa dell’UP. Domenica 14 ottobre la messa verrà trasmessa da Sant’Enea alle ore 11.30 e sarà preceduta dalla trasmissione “Aspettando la Domenica fuori porta” .

Una struttura nuova a S. Martino in Campo

E la ricostruzione dell’oratorio di San Martino in Campo chiaramente rientra in questo progetto. La nostra idea è che questo nuovo oratorio in pianura dovrà avere una destinazione culturale-ludica, mentre la struttura di San Martino in Colle (a cui in futuro si aggiungerà una terza struttura a Sant’Enea) sarà rivolta più all’attività sportiva, perché al Colle abbiamo i campi da calcio, e a breve ci occuperemo anche del rifacimento dei relativi spogliatoi”.

“Il vecchio edifico, che risaliva agli anni Trenta, necessitava di interventi sostanziali di adeguamento alle varie normative. L’intervento economico sarebbe stato, quindi, molto consistente e la parrocchia non sarebbe riuscita a sostenerlo, per cui è stata valutata la possibilità di accedere ai fondi Cei dell’8 per mille” spiega Gianni Lagi, geometra, membro del Consiglio economico della parrocchia, oltre che del Consiglio pastorale.

“Il nuovo oratorio, che si sviluppa su 750 metri quadrati coperti, avrà un ampio salone polivalente e dieci aule, distribuite su due piani, con pareti mobili che consentiranno di ottenere ambienti più grandi”.

Le aziende che realizzano l’opera sono state scelte, spiega ancora Lagi, “attraverso una piccola gara, non necessaria in realtà trattandosi di appalto privato, ma l’abbiamo fatta per la massima trasparenza. E sono tre, tutte con sede nel territorio dell’Unità pastorale: l’impresa edile Novatecno, la Due Effe per gli impianti idrico-sanitario e di riscaldamento, e la Test Energia per l’impianto elettrico. Quindi - conclude l’operazione ha una ricaduta economica positiva anche per il nostro territorio”.

“L’intera operazione - prosegue richiede circa 1.150.000 euro, di cui la Cei coprirà quasi 900.000 euro. La restante parte sarà coperta dalle economie dovute agli sconti delle imprese, dalle risorse che già ha la parrocchia, da donazioni di benefattori e dai fondi che riusciremo a reperire tramite iniziative come la cena che si è tenuta sabato 29 settembre a San Martino in Campo.”.

La fine dei lavori è prevista per dicembre 2019, ma la speranza di don Antonio “è poter inaugurare il nuovo oratorio addirittura il 21 agosto, quinto anniversario della morte del nostro seminarista Giampiero Morettini. Sarebbe bellissimo, ma più realisticamente prevedo che ad ottobre dell’anno prossimo potremo ripartire con l’attività pastorale forti del nuovo oratorio”.

A cura della redazione de “Il Sagrato” Notiziario informativo dell’UP “Santa Famiglia di Nazareth”

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diffuso

La festa che nel pomeriggio di domenica scorsa ha richiamato un numero persino inaspettato di ragazzi e di genitori presso l’oratorio di San Martino in Colle per l’apertura dell’anno catechistico è una delle più belle dimostrazioni della validità del lavoro svolto dall’Unità pastorale Santa Famiglia di Nazareth, che sull’attività per i giovani da sempre crede e punta molto.

Cosa significa "oratorio diffuso"

L’Unità pastorale, che comprende le frazioni di San Martino in Campo, Sant’Enea, San Martino in Colle, Santa Maria Rossa e Sant’Andrea d’Agliano, storicamente ha sempre avuto a disposizione due oratori, uno a San Martino in Campo e l’altro a San Martino in Colle, che vengono gestiti come una singola entità con la denominazione di “Oratori riuniti Giampiero Morettini”.

Da un paio d’anni la struttura di San Martino in Campo non veniva più utilizzata, essendo ormai obsoleta e dichiarata inagibile, ma lo scorso luglio sono iniziati i lavori di abbattimento e di ricostruzione dell’oratorio, un’operazione che rientra nel progetto di rilancio degli oratori dell’Up.

“Il progetto - dice il parroco don Antonio Sabatini - che nasce dall’esigenza pastorale di fare attività per i giovani, ha bisogno anche di strutture. Sin dall’inizio l’idea del Consiglio pastorale è stata creare un ‘oratorio diffuso’ tra le nostre cinque parrocchie, quindi non necessariamente un luogo statico, ma un insieme di più luoghi dove si può svolgere l’attività per i giovani.

IN DIRETTA su Umbria Radio

Durante il mese di ottobre Umbria Radio trasmetterà in diretta la messa della domenica dall’Unità pastorale 18 “Santa Famiglia di Nazareth”di Perugia, ogni domenica da una chiesa dell’UP. Domenica 14 ottobre la messa verrà trasmessa da Sant’Enea alle ore 11.30 e sarà preceduta dalla trasmissione “Aspettando la Domenica fuori porta” .

Una struttura nuova a S. Martino in Campo

E la ricostruzione dell’oratorio di San Martino in Campo chiaramente rientra in questo progetto. La nostra idea è che questo nuovo oratorio in pianura dovrà avere una destinazione culturale-ludica, mentre la struttura di San Martino in Colle (a cui in futuro si aggiungerà una terza struttura a Sant’Enea) sarà rivolta più all’attività sportiva, perché al Colle abbiamo i campi da calcio, e a breve ci occuperemo anche del rifacimento dei relativi spogliatoi”.

“Il vecchio edifico, che risaliva agli anni Trenta, necessitava di interventi sostanziali di adeguamento alle varie normative. L’intervento economico sarebbe stato, quindi, molto consistente e la parrocchia non sarebbe riuscita a sostenerlo, per cui è stata valutata la possibilità di accedere ai fondi Cei dell’8 per mille” spiega Gianni Lagi, geometra, membro del Consiglio economico della parrocchia, oltre che del Consiglio pastorale.

“Il nuovo oratorio, che si sviluppa su 750 metri quadrati coperti, avrà un ampio salone polivalente e dieci aule, distribuite su due piani, con pareti mobili che consentiranno di ottenere ambienti più grandi”.

Le aziende che realizzano l’opera sono state scelte, spiega ancora Lagi, “attraverso una piccola gara, non necessaria in realtà trattandosi di appalto privato, ma l’abbiamo fatta per la massima trasparenza. E sono tre, tutte con sede nel territorio dell’Unità pastorale: l’impresa edile Novatecno, la Due Effe per gli impianti idrico-sanitario e di riscaldamento, e la Test Energia per l’impianto elettrico. Quindi - conclude l’operazione ha una ricaduta economica positiva anche per il nostro territorio”.

“L’intera operazione - prosegue richiede circa 1.150.000 euro, di cui la Cei coprirà quasi 900.000 euro. La restante parte sarà coperta dalle economie dovute agli sconti delle imprese, dalle risorse che già ha la parrocchia, da donazioni di benefattori e dai fondi che riusciremo a reperire tramite iniziative come la cena che si è tenuta sabato 29 settembre a San Martino in Campo.”.

La fine dei lavori è prevista per dicembre 2019, ma la speranza di don Antonio “è poter inaugurare il nuovo oratorio addirittura il 21 agosto, quinto anniversario della morte del nostro seminarista Giampiero Morettini. Sarebbe bellissimo, ma più realisticamente prevedo che ad ottobre dell’anno prossimo potremo ripartire con l’attività pastorale forti del nuovo oratorio”.

A cura della redazione de “Il Sagrato” Notiziario informativo dell’UP “Santa Famiglia di Nazareth”

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Unità pastorale 18. Cinque parrocchie, una sola anima https://www.lavoce.it/unita-pastorale-18-fuori-porta/ Thu, 04 Oct 2018 07:35:07 +0000 https://www.lavoce.it/?p=53040 pastorale

Della serie "Domenica fuori porta" per il mese di ottobre Umbria Radio, La Voce e Umbriaoggi.news trasmetteranno la messa domenicale e pubblicheranno approfondimenti sull'Unità pastorale 18 della diocesi di Perugia-Città della Pieve.

L’Unità pastorale 18, denominata Santa Famiglia di Nazareth, comprende cinque frazioni del Comune di Perugia, con le relative parrocchie: San Martino in Campo, San Martino in Colle, Sant’Andrea d’Agliano, S. Maria Rossa, S. Enea, un territorio abbastanza ampio e ripartito parte in pianura e parte in collina, dove risiedono in totale circa 8.000 persone.

Fino a circa 25 anni fa ciascuna di queste parrocchie aveva un proprio parroco, mentre oggi l’unità pastorale fa capo ad un unico pastore, don Antonio Sabatini, assistito da un viceparroco, don Mathy Jesuthasan Lamparedy, e da un diacono, Ferdinando RicciIn particolare l’attuale configurazione dell’unità pastorale, con l’ultima aggiunta della parrocchia di Sant’Enea, ha coinciso con l’arrivo del parroco don Sabatini.

Il cammino verso una maggiore unità

“Dieci anni fa la vita di queste parrocchie era ancora legata alle figure dei rispettivi parroci precedenti, e quindi ciascuna manteneva identità e stili differenti tra loro” dice il diacono Ricci. “Il percorso di orientamento verso una maggiore unità tra le parrocchie era stato avviato già dal precedente parroco di San Martino in Campo, San Martino in Colle e Sant’Andrea d’Agliano, don Roberto Di Mauro, ed ha subìto un’accelerazione con l’arrivo appunto di don Antonio. Il cammino è ancora lontano dalla fine, ma l’intenso lavoro svolto in questi anni ci ha permesso di ottenere dei risultati decisamente buoni, in linea con il direttorio diocesano.

IN DIRETTA su Umbria Radio

Durante il mese di ottobre Umbria Radio trasmetterà in diretta la messa della domenica dall’Unità pastorale 18 “Santa Famiglia di Nazareth”di Perugia, ogni domenica da una chiesa dell’UP: -Domenica 7: San Martino in Colle; - Domenica 14: Sant’Enea; - Domenica 21: Santa Maria Rossa; -Domenica 28: San Martino in Campo.

La messa sarà celebrata e andrà in onda sempre alle ore 11.30. Laddove l’orario solito fosse diverso, subirà una variazione in occasione della diretta. Dalle ore 10.30 va in onda la trasmissione “Aspettando la Domenica fuori porta” con notizie dall’Unità pastorale, dalla Chiesa in Italia e nel mondo.

Le iniziative unitarie

Il Triduo pasquale

La prima iniziativa che ha messo in moto il processo di unificazione è stato il Triduo Pasquale: l’idea di don Antonio è stata celebrare un solo triduo che coinvolge tutte le comunità parrocchiali, che vi partecipano insieme, anziché lasciare un rito per ciascuna parrocchia. Inizialmente è stato difficile far accettare questa nuova impostazione, e infatti ci sono state molte resistenze dovute al campanilismo e al legame con le vecchie tradizioni paesane. La determinazione dei laici più attivi, però, ha permesso di continuare su questa strada che, anno dopo anno, ha portato ad un importante cambiamento di mentalità tra i fedeli”.

La catechesi del parroco

Nel tempo le attività di servizio sono state svolte sempre più in comunione tra le parrocchie, dalla catechesi del parroco, che ora è unica (si tiene a Sant’Enea), al coro interparrocchiale (che si aggiunge ai cori delle singole parrocchie e da essi attinge membri), dalla collaborazione tra i singoli gruppi liturgici (che ha portato all’unificazione delle monizioni) alla presenza della Caritas interparrocchiale e zonale (che gestisce un centro di ascolto ed un emporio in comune con le unità pastorali di Ponte San Giovanni e Torgiano).

Catechismo e sacramenti

“Il processo di unificazione e armonizzazione si rafforza inevitabilmente attraverso l’educazione dei fedeli, soprattutto di quelli più giovani” dice don Antonio“Non a caso abbiamo deciso, da anni, di celebrare le cresime in maniera unitaria in cattedrale, anche per motivi logistici (nessuna delle parrocchie riuscirebbe a contenere tutti i fedeli che partecipano all’evento). Inoltre i due oratori presenti sul territorio, quello di San Martino in Campo e quello di San Martino in Colle, svolgono le loro attività come un’unica realtà: l’animazione e i campi estivi si svolgono sempre in comune”.

Aggiunge Nicoletta Ferroni, parrocchiana di San Martino in Colle: “Un momento particolarmente significativo del cambiamento culturale che è in atto nella nostra Unità l’abbiamo vissuto alla fine della visita pastorale dello scorso anno, quando i giovani, anche giovanissimi, hanno dimostrato al cardinale Bassetti e al vescovo Giulietti che i confini tra i paesi sono stati completamente superati attraverso una recita, la proiezione di un video e l’esibizione del coro interparrocchiale dei bambini.

Il Corpus Domini

Il culmine, però, a mio avviso l’abbiamo raggiunto con la celebrazione eucaristica e la processione del Corpus Domini di quest’anno, che per la prima volta si è tenuta in una sola parrocchia, quella di Sant’Enea, ed ha visto la partecipazione numerosa e attiva non solo dei collaboratori abituali ma anche delle varie associazioni presenti nel territorio (Pro loco, associazioni rionali ecc.), con rappresentanti in costume e rispettivi stendardi”.

Il consiglio pastorale

Il consiglio pastorale, istituito fin dall’inizio con tanto di statuto, oltre ai rappresentanti (eletti) di ciascuna parrocchia include anche i rappresentanti dei vari servizi e dei movimenti presenti nell’ambito nell’unità, sempre con il fine di far crescere una comunità che si possa considerare come un’unica, grande parrocchia.

L'Oratorio

L’Unità pastorale Santa Famiglia di Nazareth è attualmente impegnata nel progetto “Oratori riuniti Giampiero Morettini” finalizzato a costruire un nuovo oratorio a San Martino in Campo e a ristrutturare (con l’ampliamento degli spogliatoi) l’oratorio di San Martino in Colle.

Vedi anche tutte le altre attività delle parrocchie dell'Up 18 Santa Famiglia di Nazareth.]]>
pastorale

Della serie "Domenica fuori porta" per il mese di ottobre Umbria Radio, La Voce e Umbriaoggi.news trasmetteranno la messa domenicale e pubblicheranno approfondimenti sull'Unità pastorale 18 della diocesi di Perugia-Città della Pieve.

L’Unità pastorale 18, denominata Santa Famiglia di Nazareth, comprende cinque frazioni del Comune di Perugia, con le relative parrocchie: San Martino in Campo, San Martino in Colle, Sant’Andrea d’Agliano, S. Maria Rossa, S. Enea, un territorio abbastanza ampio e ripartito parte in pianura e parte in collina, dove risiedono in totale circa 8.000 persone.

Fino a circa 25 anni fa ciascuna di queste parrocchie aveva un proprio parroco, mentre oggi l’unità pastorale fa capo ad un unico pastore, don Antonio Sabatini, assistito da un viceparroco, don Mathy Jesuthasan Lamparedy, e da un diacono, Ferdinando RicciIn particolare l’attuale configurazione dell’unità pastorale, con l’ultima aggiunta della parrocchia di Sant’Enea, ha coinciso con l’arrivo del parroco don Sabatini.

Il cammino verso una maggiore unità

“Dieci anni fa la vita di queste parrocchie era ancora legata alle figure dei rispettivi parroci precedenti, e quindi ciascuna manteneva identità e stili differenti tra loro” dice il diacono Ricci. “Il percorso di orientamento verso una maggiore unità tra le parrocchie era stato avviato già dal precedente parroco di San Martino in Campo, San Martino in Colle e Sant’Andrea d’Agliano, don Roberto Di Mauro, ed ha subìto un’accelerazione con l’arrivo appunto di don Antonio. Il cammino è ancora lontano dalla fine, ma l’intenso lavoro svolto in questi anni ci ha permesso di ottenere dei risultati decisamente buoni, in linea con il direttorio diocesano.

IN DIRETTA su Umbria Radio

Durante il mese di ottobre Umbria Radio trasmetterà in diretta la messa della domenica dall’Unità pastorale 18 “Santa Famiglia di Nazareth”di Perugia, ogni domenica da una chiesa dell’UP: -Domenica 7: San Martino in Colle; - Domenica 14: Sant’Enea; - Domenica 21: Santa Maria Rossa; -Domenica 28: San Martino in Campo.

La messa sarà celebrata e andrà in onda sempre alle ore 11.30. Laddove l’orario solito fosse diverso, subirà una variazione in occasione della diretta. Dalle ore 10.30 va in onda la trasmissione “Aspettando la Domenica fuori porta” con notizie dall’Unità pastorale, dalla Chiesa in Italia e nel mondo.

Le iniziative unitarie

Il Triduo pasquale

La prima iniziativa che ha messo in moto il processo di unificazione è stato il Triduo Pasquale: l’idea di don Antonio è stata celebrare un solo triduo che coinvolge tutte le comunità parrocchiali, che vi partecipano insieme, anziché lasciare un rito per ciascuna parrocchia. Inizialmente è stato difficile far accettare questa nuova impostazione, e infatti ci sono state molte resistenze dovute al campanilismo e al legame con le vecchie tradizioni paesane. La determinazione dei laici più attivi, però, ha permesso di continuare su questa strada che, anno dopo anno, ha portato ad un importante cambiamento di mentalità tra i fedeli”.

La catechesi del parroco

Nel tempo le attività di servizio sono state svolte sempre più in comunione tra le parrocchie, dalla catechesi del parroco, che ora è unica (si tiene a Sant’Enea), al coro interparrocchiale (che si aggiunge ai cori delle singole parrocchie e da essi attinge membri), dalla collaborazione tra i singoli gruppi liturgici (che ha portato all’unificazione delle monizioni) alla presenza della Caritas interparrocchiale e zonale (che gestisce un centro di ascolto ed un emporio in comune con le unità pastorali di Ponte San Giovanni e Torgiano).

Catechismo e sacramenti

“Il processo di unificazione e armonizzazione si rafforza inevitabilmente attraverso l’educazione dei fedeli, soprattutto di quelli più giovani” dice don Antonio“Non a caso abbiamo deciso, da anni, di celebrare le cresime in maniera unitaria in cattedrale, anche per motivi logistici (nessuna delle parrocchie riuscirebbe a contenere tutti i fedeli che partecipano all’evento). Inoltre i due oratori presenti sul territorio, quello di San Martino in Campo e quello di San Martino in Colle, svolgono le loro attività come un’unica realtà: l’animazione e i campi estivi si svolgono sempre in comune”.

Aggiunge Nicoletta Ferroni, parrocchiana di San Martino in Colle: “Un momento particolarmente significativo del cambiamento culturale che è in atto nella nostra Unità l’abbiamo vissuto alla fine della visita pastorale dello scorso anno, quando i giovani, anche giovanissimi, hanno dimostrato al cardinale Bassetti e al vescovo Giulietti che i confini tra i paesi sono stati completamente superati attraverso una recita, la proiezione di un video e l’esibizione del coro interparrocchiale dei bambini.

Il Corpus Domini

Il culmine, però, a mio avviso l’abbiamo raggiunto con la celebrazione eucaristica e la processione del Corpus Domini di quest’anno, che per la prima volta si è tenuta in una sola parrocchia, quella di Sant’Enea, ed ha visto la partecipazione numerosa e attiva non solo dei collaboratori abituali ma anche delle varie associazioni presenti nel territorio (Pro loco, associazioni rionali ecc.), con rappresentanti in costume e rispettivi stendardi”.

Il consiglio pastorale

Il consiglio pastorale, istituito fin dall’inizio con tanto di statuto, oltre ai rappresentanti (eletti) di ciascuna parrocchia include anche i rappresentanti dei vari servizi e dei movimenti presenti nell’ambito nell’unità, sempre con il fine di far crescere una comunità che si possa considerare come un’unica, grande parrocchia.

L'Oratorio

L’Unità pastorale Santa Famiglia di Nazareth è attualmente impegnata nel progetto “Oratori riuniti Giampiero Morettini” finalizzato a costruire un nuovo oratorio a San Martino in Campo e a ristrutturare (con l’ampliamento degli spogliatoi) l’oratorio di San Martino in Colle.

Vedi anche tutte le altre attività delle parrocchie dell'Up 18 Santa Famiglia di Nazareth.]]>
La storia di Giampiero Morettini raccontata dai genitori https://www.lavoce.it/la-storia-di-giampiero-morettini-raccontata-dai-genitori/ Thu, 02 Jun 2016 17:13:18 +0000 https://www.lavoce.it/?p=46414

Pochi giorni prima della serata in ricordo del seminarista Giampiero Morettini, siamo andati a trovare i suoi genitori, mamma Caterina e papà Mario, nella loro casa in Sant’Angelo di Celle di Deruta. Accompagnati da suor Roberta Vinerba, giunti in paese, abbiamo fatto sosta prima al cimitero. La tomba di Giampiero è meta di un costante “pellegrinaggio” di amici, conoscenti ed anche di persone che non l’hanno conosciuto in vita, ma ne hanno sentito molto parlare ad iniziare dalle comunità parrocchiali dove lui prestava servizio pastorale, formandosi sul “campo” al sacerdozio. Quello che colpisce della famiglia Morettini, dalle origini modeste, è la dignità e la compostezza nell’affrontare il dolore per la perdita di Giampiero, trasmettendo agli altri tanta fede e speranza perché la morte, soprattutto di un uomo che si stava preparando per donarsi totalmente a Dio, non ha mai il sopravvento sulla vita. E questa è anche una «conversione» e la prima a viverla è mamma Caterina, come emerge dal piacevole colloquio avuto con lei e con il marito. «Giampiero mi ha aiutata a pregare, perché prima non pregavo – ci racconta Caterina –, trascuravo la mia fede perché veniva prima il lavoro. Passavano anche due, tre anni prima di confessarmi e di fare la comunione. Adesso ho questa “grazia della preghiera” e senza la messa la domenica non posso stare. Con Giampiero ci siamo avvicinati molto alla Chiesa, al Signore, anche se con Lui, in realtà, io dovrei essere arrabbiatissima per avermelo strappato. Nei giorni della sua malattia ho tanto pregato il Signore e con me tante persone in tutt’Italia, ma Dio non ci ascoltava. Mi sono rimessa a alla sua decisione, anche se perdere un figlio è un dolore che solo chi ci passa può capirlo, gli altri possono immaginarlo». Signora Caterina, quanto Giampiero ha inciso nel suo “ritorno” al Signore? «Giampiero, anche se stava in Seminario, non mi ha mai "obbligata" ad andare a messa, a fare la comunione, forse perché pensava che piano piano mi sarei avvicinata da sola. Invece c'è voluta la sua morte per capire che se uno "accetta" è solo per la fede che si ottiene qualcosa. Faccio il paragone con altre mamme che come me non hanno più i figli, sono arrabbiate, non vogliono vedere nessuno. Mentre con Mario teniamo sempre le porte aperte a tutti. Invece doveva essere al contrario. Parlare spesso di Giampiero non vi crea difficoltà? Non acuisce il vostro dolore per la sua perdita? «Per noi genitori è normale parlare di Giampiero, forse perché dall'inizio del suo ricovero in ospedale abbiamo avuto sempre delle persone vicine, non siamo mai stati soli e questa cosa ci ha aiutato. Anche noi siamo stati sempre disponibili a parlare della vita di Giampiero e della sua malattia, pur con emozione e sofferenza. Ci fa bene parlare di lui, perché così il dolore non ci schiaccia. Tanti genitori, purtroppo, nella nostra situazione si sono trovati isolati. Noi siamo sempre circondati anche da persone che non conoscevamo. Non ci danno niente, però ci danno tutto». Cosa ricordate degli ultimi giorni di Giampiero?  (mamma Caterina) «Qualche giorno prima della forte emorragia, una dottoressa mi chiese: "Signora, come le sembra suo figlio?". Le risposi: "Sembra un pochino meglio". Non volevo dire davanti a Giampiero che non c'era più niente da fare. Non era una domanda da farsi da parte della dottoressa. Giampiero stava malissimo e lei lo sapeva meglio di me. Dal 17 agosto, per me, Giampiero già non c'era più. Il giorno prima la caposala mi disse che se volevo potevo riprendere i suoi oggetti: c'era il breviario di Giampiero ..., perché tanto era finita. Per me, da quella data, era già in Cielo e alle sorelle che erano fuori dalla stanza ho fatto un gesto come a dire: "Non c'è più niente da fare". Quel giorno è stato come se "lo avessi riconsegnato", "donato"».  Avete donato vostro figlio a Dio per la seconda volta … «La prima volta il Signore l’ha portato via a noi in un modo diverso, chiamandolo al suo fianco nel servire la Chiesa e il suo popolo; la seconda volta l’ha portato via per sempre». Per voi non è stato facile accettare che Giampiero entrasse in Seminario, lasciando la sua famiglia, il suo lavoro nella vostra azienda … (mamma Caterina) «In effetti ho sempre espresso sinceramente qualche dubbio quando vedevo che frequentava la Chiesa (la Scuola teologica di Montemorcino, il Corso dei Dieci Comandamenti dai frati di Santa Maria degli Angeli…) e non ho versato lacrime al momento. Ma poi, invece, gliene ho dette di tutte di colori ... che era matto, che non capiva nulla. Mentre mio marito e l'altro figlio stavano zitti. La notte, quando Giampiero non c'era, io piangevo, ma non perché io volessi che lui a tutti i costi si facesse una famiglia, ma perché andava a "rinchiudersi" nella vita religiosa. Ho cominciato ad accettarlo al momento dell'attesa che lui entrasse in Seminario e quando sono andata la prima volta a trovarlo ad Assisi, per Natale, rendendomi conto dell'ambiente in cui viveva, studiava... Quando Giampiero è andato in Cielo, non ho pianto tanto quanto alla sua entrata in Seminario. All'inizio è stata dura, ma poi lo vedevo davvero felice, era cambiato, trasformato, tranquillo. Non mi ha mai raccontato se avesse problemi con i compagni in Seminario, ma se chiedevo come andava rispondeva solo: "Bene!". Mentre quando lavoravamo insieme lo vedevo arrabbiato, teso e si litigava anche tra noi. Dopo la scelta del Seminario vedevo luce nei suoi occhi, serenità. Negli ultimi 4-5 anni era un altro ragazzo, sereno. Ora ci dà serenità a noi, altrimenti sarebbe impossibile andare avanti senza di lui». Giampiero aiuta dal Cielo non solo la sua famiglia, anche tante persone, soprattutto i giovani… (papà Mario) «E’ una cosa inaspettata e non credevo che mio figlio fosse così benvoluto da tante persone che oggi affidano anche a lui le preghiere. Se non aiuta noi non importa, ma se aiuta altre persone che ne hanno bisogno sono felice anche se non le conosco. Quello che ha colpito molto la mia famiglia è stata la veglia del funerale di Giampiero, una vera sorpresa nel vedere tutta quella folla. Va bene a Castel del Piano, dove era conosciuto in parrocchia, ma tutta quella marea di gente non me la sarei mai aspettata. C’erano uomini e donne, giovani e adulti, che neppure avevano conosciuto Giampiero, ne avevano solo sentito parlare. In un'occasione particolare per la parrocchia, due persone dissero a don Francesco Buono che avevano sognato Giampiero. Una delle due l’aveva conosciuto, ma l'altra no, veniva dalla Calabria, eppure aveva dato una descrizione precisa, con i capelli lunghi, come li portava prima Giampiero ... e per due-tre notti, sempre alle 3, si era svegliata dopo aver sognato nostro figlio». Suor Roberta davanti alla tomba di Giampiero ci ha raccontato del suo intenso legame con l’Eucaristia e della sua incessante preghiera del Rosario… (risponde mamma Caterina) (mamma Caterina) «All'inizio, Giampiero, non sapeva neppure cosa fosse l'Adorazione eucaristica. Una mattina, a una signora che più volte arrivava presto nel nostro negozio di ortofrutta, chiese se stava andando al lavoro oppure tornava. Lei disse che era stata all'Adorazione eucaristica in chiesa e lui non disse più nulla, perché non capiva le ragioni della donna che così presto usciva da casa. E a pensare che dopo è diventato anche ministro straordinario dell'Eucarestia. Ad un amico disse: "Divento ministro!" e l'amico: "Ma come, prima ti dai al Rosario e poi alla politica?". Aveva un modo particolare di dare l'Eucarestia innalzandola verso il cielo, che è rimasto impresso a tante persone e ancora oggi me lo dicono. Anche la preghiera del Rosario la viveva con particolare raccoglimento. Mi accorsi che qualcosa stava cambiando in Giampiero proprio dalla corona del Rosario, che un giorno la lasciò sul letto e non volevo crederci, non volevo accettarlo … Cosa avrebbero provato i genitori se Giampiero fosse diventato sacerdote?  (mamma Caterina) «Il prossimo anno Giampiero avrebbe compiuto 40 anni e sarebbe diventato sacerdote. Una vocazione adulta … Mi diceva: “Mamma preparati, perché anche tu dovrai essere vestita come ad un matrimonio, perché il sacerdozio ‘è’ un matrimonio”. Molte volte lo penso come se lui sia diventato davvero sacerdote... nel Regno dei Cieli».   ___ Le foto della serata di presentazione del libro “Con lui Dio non si era sbagliato” ____ [ad-gallery orderby="ID" include="46407,46408,46409,46410,46411" slideshow="false"]]]>

Pochi giorni prima della serata in ricordo del seminarista Giampiero Morettini, siamo andati a trovare i suoi genitori, mamma Caterina e papà Mario, nella loro casa in Sant’Angelo di Celle di Deruta. Accompagnati da suor Roberta Vinerba, giunti in paese, abbiamo fatto sosta prima al cimitero. La tomba di Giampiero è meta di un costante “pellegrinaggio” di amici, conoscenti ed anche di persone che non l’hanno conosciuto in vita, ma ne hanno sentito molto parlare ad iniziare dalle comunità parrocchiali dove lui prestava servizio pastorale, formandosi sul “campo” al sacerdozio. Quello che colpisce della famiglia Morettini, dalle origini modeste, è la dignità e la compostezza nell’affrontare il dolore per la perdita di Giampiero, trasmettendo agli altri tanta fede e speranza perché la morte, soprattutto di un uomo che si stava preparando per donarsi totalmente a Dio, non ha mai il sopravvento sulla vita. E questa è anche una «conversione» e la prima a viverla è mamma Caterina, come emerge dal piacevole colloquio avuto con lei e con il marito. «Giampiero mi ha aiutata a pregare, perché prima non pregavo – ci racconta Caterina –, trascuravo la mia fede perché veniva prima il lavoro. Passavano anche due, tre anni prima di confessarmi e di fare la comunione. Adesso ho questa “grazia della preghiera” e senza la messa la domenica non posso stare. Con Giampiero ci siamo avvicinati molto alla Chiesa, al Signore, anche se con Lui, in realtà, io dovrei essere arrabbiatissima per avermelo strappato. Nei giorni della sua malattia ho tanto pregato il Signore e con me tante persone in tutt’Italia, ma Dio non ci ascoltava. Mi sono rimessa a alla sua decisione, anche se perdere un figlio è un dolore che solo chi ci passa può capirlo, gli altri possono immaginarlo». Signora Caterina, quanto Giampiero ha inciso nel suo “ritorno” al Signore? «Giampiero, anche se stava in Seminario, non mi ha mai "obbligata" ad andare a messa, a fare la comunione, forse perché pensava che piano piano mi sarei avvicinata da sola. Invece c'è voluta la sua morte per capire che se uno "accetta" è solo per la fede che si ottiene qualcosa. Faccio il paragone con altre mamme che come me non hanno più i figli, sono arrabbiate, non vogliono vedere nessuno. Mentre con Mario teniamo sempre le porte aperte a tutti. Invece doveva essere al contrario. Parlare spesso di Giampiero non vi crea difficoltà? Non acuisce il vostro dolore per la sua perdita? «Per noi genitori è normale parlare di Giampiero, forse perché dall'inizio del suo ricovero in ospedale abbiamo avuto sempre delle persone vicine, non siamo mai stati soli e questa cosa ci ha aiutato. Anche noi siamo stati sempre disponibili a parlare della vita di Giampiero e della sua malattia, pur con emozione e sofferenza. Ci fa bene parlare di lui, perché così il dolore non ci schiaccia. Tanti genitori, purtroppo, nella nostra situazione si sono trovati isolati. Noi siamo sempre circondati anche da persone che non conoscevamo. Non ci danno niente, però ci danno tutto». Cosa ricordate degli ultimi giorni di Giampiero?  (mamma Caterina) «Qualche giorno prima della forte emorragia, una dottoressa mi chiese: "Signora, come le sembra suo figlio?". Le risposi: "Sembra un pochino meglio". Non volevo dire davanti a Giampiero che non c'era più niente da fare. Non era una domanda da farsi da parte della dottoressa. Giampiero stava malissimo e lei lo sapeva meglio di me. Dal 17 agosto, per me, Giampiero già non c'era più. Il giorno prima la caposala mi disse che se volevo potevo riprendere i suoi oggetti: c'era il breviario di Giampiero ..., perché tanto era finita. Per me, da quella data, era già in Cielo e alle sorelle che erano fuori dalla stanza ho fatto un gesto come a dire: "Non c'è più niente da fare". Quel giorno è stato come se "lo avessi riconsegnato", "donato"».  Avete donato vostro figlio a Dio per la seconda volta … «La prima volta il Signore l’ha portato via a noi in un modo diverso, chiamandolo al suo fianco nel servire la Chiesa e il suo popolo; la seconda volta l’ha portato via per sempre». Per voi non è stato facile accettare che Giampiero entrasse in Seminario, lasciando la sua famiglia, il suo lavoro nella vostra azienda … (mamma Caterina) «In effetti ho sempre espresso sinceramente qualche dubbio quando vedevo che frequentava la Chiesa (la Scuola teologica di Montemorcino, il Corso dei Dieci Comandamenti dai frati di Santa Maria degli Angeli…) e non ho versato lacrime al momento. Ma poi, invece, gliene ho dette di tutte di colori ... che era matto, che non capiva nulla. Mentre mio marito e l'altro figlio stavano zitti. La notte, quando Giampiero non c'era, io piangevo, ma non perché io volessi che lui a tutti i costi si facesse una famiglia, ma perché andava a "rinchiudersi" nella vita religiosa. Ho cominciato ad accettarlo al momento dell'attesa che lui entrasse in Seminario e quando sono andata la prima volta a trovarlo ad Assisi, per Natale, rendendomi conto dell'ambiente in cui viveva, studiava... Quando Giampiero è andato in Cielo, non ho pianto tanto quanto alla sua entrata in Seminario. All'inizio è stata dura, ma poi lo vedevo davvero felice, era cambiato, trasformato, tranquillo. Non mi ha mai raccontato se avesse problemi con i compagni in Seminario, ma se chiedevo come andava rispondeva solo: "Bene!". Mentre quando lavoravamo insieme lo vedevo arrabbiato, teso e si litigava anche tra noi. Dopo la scelta del Seminario vedevo luce nei suoi occhi, serenità. Negli ultimi 4-5 anni era un altro ragazzo, sereno. Ora ci dà serenità a noi, altrimenti sarebbe impossibile andare avanti senza di lui». Giampiero aiuta dal Cielo non solo la sua famiglia, anche tante persone, soprattutto i giovani… (papà Mario) «E’ una cosa inaspettata e non credevo che mio figlio fosse così benvoluto da tante persone che oggi affidano anche a lui le preghiere. Se non aiuta noi non importa, ma se aiuta altre persone che ne hanno bisogno sono felice anche se non le conosco. Quello che ha colpito molto la mia famiglia è stata la veglia del funerale di Giampiero, una vera sorpresa nel vedere tutta quella folla. Va bene a Castel del Piano, dove era conosciuto in parrocchia, ma tutta quella marea di gente non me la sarei mai aspettata. C’erano uomini e donne, giovani e adulti, che neppure avevano conosciuto Giampiero, ne avevano solo sentito parlare. In un'occasione particolare per la parrocchia, due persone dissero a don Francesco Buono che avevano sognato Giampiero. Una delle due l’aveva conosciuto, ma l'altra no, veniva dalla Calabria, eppure aveva dato una descrizione precisa, con i capelli lunghi, come li portava prima Giampiero ... e per due-tre notti, sempre alle 3, si era svegliata dopo aver sognato nostro figlio». Suor Roberta davanti alla tomba di Giampiero ci ha raccontato del suo intenso legame con l’Eucaristia e della sua incessante preghiera del Rosario… (risponde mamma Caterina) (mamma Caterina) «All'inizio, Giampiero, non sapeva neppure cosa fosse l'Adorazione eucaristica. Una mattina, a una signora che più volte arrivava presto nel nostro negozio di ortofrutta, chiese se stava andando al lavoro oppure tornava. Lei disse che era stata all'Adorazione eucaristica in chiesa e lui non disse più nulla, perché non capiva le ragioni della donna che così presto usciva da casa. E a pensare che dopo è diventato anche ministro straordinario dell'Eucarestia. Ad un amico disse: "Divento ministro!" e l'amico: "Ma come, prima ti dai al Rosario e poi alla politica?". Aveva un modo particolare di dare l'Eucarestia innalzandola verso il cielo, che è rimasto impresso a tante persone e ancora oggi me lo dicono. Anche la preghiera del Rosario la viveva con particolare raccoglimento. Mi accorsi che qualcosa stava cambiando in Giampiero proprio dalla corona del Rosario, che un giorno la lasciò sul letto e non volevo crederci, non volevo accettarlo … Cosa avrebbero provato i genitori se Giampiero fosse diventato sacerdote?  (mamma Caterina) «Il prossimo anno Giampiero avrebbe compiuto 40 anni e sarebbe diventato sacerdote. Una vocazione adulta … Mi diceva: “Mamma preparati, perché anche tu dovrai essere vestita come ad un matrimonio, perché il sacerdozio ‘è’ un matrimonio”. Molte volte lo penso come se lui sia diventato davvero sacerdote... nel Regno dei Cieli».   ___ Le foto della serata di presentazione del libro “Con lui Dio non si era sbagliato” ____ [ad-gallery orderby="ID" include="46407,46408,46409,46410,46411" slideshow="false"]]]>
Ricca di emozioni la serata dedicata a Giampiero Morettini https://www.lavoce.it/ricca-di-emozioni-la-serata-dedicata-a-giampiero-morettini/ Thu, 02 Jun 2016 16:38:09 +0000 https://www.lavoce.it/?p=46406

È stata una grande serata di forti emozioni e di immensa gioia in ricordo del seminarista perugino Giampiero Morettini (1977-2014), quella che si è svolta al Centro congressi “A. Capitini” in Perugia il 1° giugno con centinaia di persone tra laici, sacerdoti, religiosi e religiose ma soprattutto tantissimi giovani e i compagni del Pontificio Seminario Umbro “Pio XI” di Assisi. Giampiero, che prima di entrare in Seminario lavorava presso l’azienda agricola di famiglia, è tornato alla Casa del Padre il 21 agosto 2014 per le complicanze insorte dopo un intervento al cuore resosi necessario a seguito di una malformazione congenita scoperta dopo un malore che lo colpì mentre si trovava in Seminario. Alla serata in suo ricordo è intervenuto il cardinale Gualtiero Bassetti, che è stato lui a volerla come anche il libro biografico scritto da suor Roberta Vinerba dal titolo: “Con lui Dio non si era sbagliato. Giampiero Morettini” (Edizioni Paoline, Milano 2016, pp. 158). Questa pubblicazione è stata presentata dallo stesso porporato insieme all’autrice, che ha introdotto le numerose testimonianze e i momenti di preghiera intonati dal Coro giovanile diocesano “Voci di Giubilo” diretto da don Alessandro Scarda. Ad aprire l’incontro le parole dei genitori di Giampiero, Caterina e Mario Morettini, rotte dalla commozione e da un lungo applauso. «Giampiero – ha detto mamma Caterina – è sempre vivo attraverso tutti voi e il dolore che proviamo per la sua perdita, grazie alla vostra vicinanza, lo stiamo vivendo con serenità». Le foto della serata e dei genitori [gallery size="medium" ids="46409,46408,46410"] Giunti anche da lontano per Giampiero e onorare la sua vocazione sacerdotale. Nella grande sala del Centro “Capitini” c’erano anche non pochi ospiti venuti da fuori Perugia, come il vescovo di Macerata mons. Nazareno Marconi, che accolse da rettore Giampiero in Seminario. C’erano i genitori di un giovane sacerdote bergamasco di ventotto anni, don Giovanni Bertocchi, morto a seguito di un incidente avvenuto nei locali dell’Oratorio della sua parrocchia. E c’era la mamma di Ovidio Stamulis, il ragazzo di Pietrafitta (Pg) che amava la vita e animava il gruppo giovani della parrocchia, barbaramente assassinato in famiglia. Il cardinale Bassetti si è commosso nel presentare questi ospiti e le storie dei loro figli strappati alla vita, legati a Giampiero perché tutti loro «hanno amato Dio e si sono sentiti amati da Lui». «Dal sorriso di Giampiero – ha detto il cardinale – colgo la gioia pacata che deriva dal suo essere abitato da Cristo. Quando era in vita non ti dava l’impressione di uno che ha lasciato qualcosa, ma di uno che ha trovato Qualcuno. Mi sembra che questo sia emerso in maniera molto chiara da tutte le testimonianze. Giampiero quando ha capito che Cristo era pazzamente innamorato di lui, gli ha risposto con il suo “sì” cosciente e lucido e dall’allora non ha fatto che consumarsi per Lui. Giampiero camminava con i piedi per terra, perché dalla terra veniva, la sua origine era contadina, ma ogni giorno era spinto ad immergersi nel mistero di Dio, per scoprire i suoi segni. Perciò quando è venuta a mancare la sua presenza tra noi, è stato un vuoto immenso». Giampiero alimenta il «fuoco» delle vocazioni …, perché aveva il «profumo di Cristo». «Basterebbero le fotografie della vita di Giampiero con gli amici di seminario – ha proseguito il presule –, che abbiamo visto questa sera, per dirvi che Cristo, cari ragazzi, non vi chiede di fare cose straordinarie; Giampiero non le ha fatte, ma ci ha insegnato una cosa importante: a saltare il fosso per andare verso il Tutto e per sempre, per andare verso quell’Amore che l’aspettava. E questo è anche il suo grande insegnamento che lascia ai seminaristi ed è anche per questo che continuano a fiorire le vocazioni tra i giovani della nostra Umbria, dove c’è un fuoco acceso che io non mi so spiegare». «C’era in Giampiero la voglia di vedere lontano, anche se camminava con i piedi in terra – ha commentato il cardinale –, e il suo vivere semplice faceva si che da lui potesse uscire quel profumo di Cristo, che è fondamentale per ogni prete, che la gente ha diritto di incontrare e di assaporare. Se fosse diventato prete di lui papa Francesco avrebbe detto che aveva il “profumo delle pecore”, ma nessuno può avere il “profumo delle pecore” se non ha il profumo di Cristo».   La «bellezza di Dio attraverso Giampiero» che è vivo attraverso i suoi numerosi amici. E’ stata una serata molto particolare, «una serata vocazionale», così l’ha definita suor Roberta Vinerba, che ha esortato a vedere «la bellezza di Dio attraverso Giampiero». Il cardinale Bassetti ha parlato di «serata unica emotivamente nella mia vita» e, al termine, rivolgendosi ai presenti, ha detto: «Raccontate alle vostre famiglie, ai vostri amici la gioia che questa serata ci ha trasmesso nel vivo ricordo di Giampiero».Tutti hanno avuto parole commoventi e pregne di ricordo vivo per il giovane seminarista perugino legatissimo all’adorazione eucaristica e alla preghiera del Rosario, come è emerso dalle testimonianze. Poche volte sono stati usati i verbi al passato, perché «Giampiero è sempre vivo». Sintetizziamo questo sentimento condiviso con la frase: «Giampiero vive attraverso noi nel pensarlo accanto a noi nelle nostre giornate in Seminario, in parrocchia, all’oratorio, nei luoghi di ritrovo, in famiglia …».  ]]>

È stata una grande serata di forti emozioni e di immensa gioia in ricordo del seminarista perugino Giampiero Morettini (1977-2014), quella che si è svolta al Centro congressi “A. Capitini” in Perugia il 1° giugno con centinaia di persone tra laici, sacerdoti, religiosi e religiose ma soprattutto tantissimi giovani e i compagni del Pontificio Seminario Umbro “Pio XI” di Assisi. Giampiero, che prima di entrare in Seminario lavorava presso l’azienda agricola di famiglia, è tornato alla Casa del Padre il 21 agosto 2014 per le complicanze insorte dopo un intervento al cuore resosi necessario a seguito di una malformazione congenita scoperta dopo un malore che lo colpì mentre si trovava in Seminario. Alla serata in suo ricordo è intervenuto il cardinale Gualtiero Bassetti, che è stato lui a volerla come anche il libro biografico scritto da suor Roberta Vinerba dal titolo: “Con lui Dio non si era sbagliato. Giampiero Morettini” (Edizioni Paoline, Milano 2016, pp. 158). Questa pubblicazione è stata presentata dallo stesso porporato insieme all’autrice, che ha introdotto le numerose testimonianze e i momenti di preghiera intonati dal Coro giovanile diocesano “Voci di Giubilo” diretto da don Alessandro Scarda. Ad aprire l’incontro le parole dei genitori di Giampiero, Caterina e Mario Morettini, rotte dalla commozione e da un lungo applauso. «Giampiero – ha detto mamma Caterina – è sempre vivo attraverso tutti voi e il dolore che proviamo per la sua perdita, grazie alla vostra vicinanza, lo stiamo vivendo con serenità». Le foto della serata e dei genitori [gallery size="medium" ids="46409,46408,46410"] Giunti anche da lontano per Giampiero e onorare la sua vocazione sacerdotale. Nella grande sala del Centro “Capitini” c’erano anche non pochi ospiti venuti da fuori Perugia, come il vescovo di Macerata mons. Nazareno Marconi, che accolse da rettore Giampiero in Seminario. C’erano i genitori di un giovane sacerdote bergamasco di ventotto anni, don Giovanni Bertocchi, morto a seguito di un incidente avvenuto nei locali dell’Oratorio della sua parrocchia. E c’era la mamma di Ovidio Stamulis, il ragazzo di Pietrafitta (Pg) che amava la vita e animava il gruppo giovani della parrocchia, barbaramente assassinato in famiglia. Il cardinale Bassetti si è commosso nel presentare questi ospiti e le storie dei loro figli strappati alla vita, legati a Giampiero perché tutti loro «hanno amato Dio e si sono sentiti amati da Lui». «Dal sorriso di Giampiero – ha detto il cardinale – colgo la gioia pacata che deriva dal suo essere abitato da Cristo. Quando era in vita non ti dava l’impressione di uno che ha lasciato qualcosa, ma di uno che ha trovato Qualcuno. Mi sembra che questo sia emerso in maniera molto chiara da tutte le testimonianze. Giampiero quando ha capito che Cristo era pazzamente innamorato di lui, gli ha risposto con il suo “sì” cosciente e lucido e dall’allora non ha fatto che consumarsi per Lui. Giampiero camminava con i piedi per terra, perché dalla terra veniva, la sua origine era contadina, ma ogni giorno era spinto ad immergersi nel mistero di Dio, per scoprire i suoi segni. Perciò quando è venuta a mancare la sua presenza tra noi, è stato un vuoto immenso». Giampiero alimenta il «fuoco» delle vocazioni …, perché aveva il «profumo di Cristo». «Basterebbero le fotografie della vita di Giampiero con gli amici di seminario – ha proseguito il presule –, che abbiamo visto questa sera, per dirvi che Cristo, cari ragazzi, non vi chiede di fare cose straordinarie; Giampiero non le ha fatte, ma ci ha insegnato una cosa importante: a saltare il fosso per andare verso il Tutto e per sempre, per andare verso quell’Amore che l’aspettava. E questo è anche il suo grande insegnamento che lascia ai seminaristi ed è anche per questo che continuano a fiorire le vocazioni tra i giovani della nostra Umbria, dove c’è un fuoco acceso che io non mi so spiegare». «C’era in Giampiero la voglia di vedere lontano, anche se camminava con i piedi in terra – ha commentato il cardinale –, e il suo vivere semplice faceva si che da lui potesse uscire quel profumo di Cristo, che è fondamentale per ogni prete, che la gente ha diritto di incontrare e di assaporare. Se fosse diventato prete di lui papa Francesco avrebbe detto che aveva il “profumo delle pecore”, ma nessuno può avere il “profumo delle pecore” se non ha il profumo di Cristo».   La «bellezza di Dio attraverso Giampiero» che è vivo attraverso i suoi numerosi amici. E’ stata una serata molto particolare, «una serata vocazionale», così l’ha definita suor Roberta Vinerba, che ha esortato a vedere «la bellezza di Dio attraverso Giampiero». Il cardinale Bassetti ha parlato di «serata unica emotivamente nella mia vita» e, al termine, rivolgendosi ai presenti, ha detto: «Raccontate alle vostre famiglie, ai vostri amici la gioia che questa serata ci ha trasmesso nel vivo ricordo di Giampiero».Tutti hanno avuto parole commoventi e pregne di ricordo vivo per il giovane seminarista perugino legatissimo all’adorazione eucaristica e alla preghiera del Rosario, come è emerso dalle testimonianze. Poche volte sono stati usati i verbi al passato, perché «Giampiero è sempre vivo». Sintetizziamo questo sentimento condiviso con la frase: «Giampiero vive attraverso noi nel pensarlo accanto a noi nelle nostre giornate in Seminario, in parrocchia, all’oratorio, nei luoghi di ritrovo, in famiglia …».  ]]>
È morto Giampiero, seminarista di Perugia-Città della Pieve. Il cordoglio del Cardinale e degli amici seminaristi https://www.lavoce.it/e-morto-giampiero-seminarista-di-perugia-citta-della-pieve-il-cordoglio-del-cardinale-e-degli-amici-seminaristi/ https://www.lavoce.it/e-morto-giampiero-seminarista-di-perugia-citta-della-pieve-il-cordoglio-del-cardinale-e-degli-amici-seminaristi/#comments Thu, 21 Aug 2014 17:13:13 +0000 https://www.lavoce.it/?p=27756

Oggi pomeriggio, giovedì 21 agosto, intorno alle 15.30, è deceduto Giampiero Morettini, 37 anni, seminarista della diocesi di Perugia - Città della Pieve. Morettini, che avrebbe iniziato il IV anno di Seminario al Pontificio Seminario Regionale umbro, era ricoverato da fine luglio all’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia per una operazione al cuore programmata a causa di una malformazione congenita. L’operazione è andata bene ma le complicazioni post operatorie hanno portato il giovane al decesso nonostante l’impegno e la cura data dal Primario e dal tutto il personale per il quale lo stesso Arcivescovo cardinale Gualtiero Bassetti ha espresso la sua gratitudine per la qualità professionale e per la loro umanità. L’Arcivescovo, che gli è stato vicino come un padre in tutto il periodo della sua degenza ed in particolare negli ultimi giorni, ha espresso il suo grande dolore e la vicinanza al papà, alla mamma, al fratello alla cognata e al nipotino, ricordando la qualità di questo giovane, sempre sereno e paziente, capace di sopportare con fede la grave situazione in cui si è venuto a trovare. “Il Signore sa scegliere i migliori dal suo paniere!” ha detto il Cardinale ricordando come Giampiero fosse “un ragazzo mite secondo la beatitudine evangelica”. Lo stesso Arcivescovo celebrerà il funerale che si terrà sabato mattina alle ore 9.00 nella Chiesa di San Pio a Castel del Piano, parrocchia nella quale Giampiero è cresciuto ed ha maturato la sua vocazione al sacerdozio. Gli amici e i parrocchiani che in questi giorni hanno pregato molto per lui, coinvolgendo nella preghiera anche i monasteri di clausura, celebreranno una veglia funebre domani sera, venerdì 22 agosto, alle 21 nella chiesa di San Pio a Castel del Piano. “Giampiero era consapevole del rischio dell’operazione e mi ha lasciato un suo scritto nel quale scriveva che se si fosse dovuto celebrare il suo funerale avrebbe voluto una messa mariana che fosse una festa e che fosse celebrata ‘nella nostra chiesa di San Pio’” ha detto don Francesco Buono, parroco di Castel del Piano. La messa, ha aggiunto don Buono, sarà animata dai cori delle parrocchie in cui Giampiero è stato in questi anni a svolgere il servizio pastorale. La notizia ha colpito molto ed ha commosso i suoi compagni seminaristi che sono in pellegrinaggio-ritiro spirituale a Fatima dallo scorso 18 agosto con il Responsabile del Propedeutico don Simone Sorbaioli che ha raccolto il ricordo commosso di tutti gli amici di Giampiero. “Sapendo da alcune settimane del suo grave stato di salute, raccogliendosi in preghiera in uno dei santuari mariani più frequentati al mondo, i seminaristi - ha detto don Sorbaioli - hanno sempre ricordato il loro amico sofferente affidandolo alla protezione della Beata Vergine Maria, che si appresta ora ad accoglierlo tra le sue braccia. Siamo vicini con la nostra preghiera alla cara famiglia di Giampiero e alle comunità parrocchiali da lui frequentate”. [caption id="attachment_27761" align="alignleft" width="150"]Giampiero Morettini Giampiero Morettini[/caption] Quella di Giampiero, ha aggiunto don Sorbaioli, “era una ‘vocazione adulta’, maturata in parrocchia, dopo aver svolto un’esperienza di lavoro. Giampiero, prima della sua scelta di entrare in Seminario, lavorava presso l’attività commerciale della sua famiglia residente a Sant’Angelo di Celle. Come non ricordare di Giampiero il suo entusiasmo e la sua gioia, provati l’8 dicembre scorso, in occasione della consacrazione della nuova chiesa parrocchiale di Castel del Piano, quando l’arcivescovo Gualtiero Bassetti accolse la sua richiesta di ammissione tra i candidati al diaconato e al presbiterato, definita dallo stesso presule ‘un dono per l’intera comunità diocesana’”.     [caption id="attachment_27769" align="alignleft" width="258"] 08/12/2013 - Consacrazione della chiesa di San Pio a Castel del Piano. Attimo in cui l'Arcivescovo Basetti accoglie la richiesta di ammissione di Giampiero al diaconato.[/caption]      ]]>

Oggi pomeriggio, giovedì 21 agosto, intorno alle 15.30, è deceduto Giampiero Morettini, 37 anni, seminarista della diocesi di Perugia - Città della Pieve. Morettini, che avrebbe iniziato il IV anno di Seminario al Pontificio Seminario Regionale umbro, era ricoverato da fine luglio all’Ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia per una operazione al cuore programmata a causa di una malformazione congenita. L’operazione è andata bene ma le complicazioni post operatorie hanno portato il giovane al decesso nonostante l’impegno e la cura data dal Primario e dal tutto il personale per il quale lo stesso Arcivescovo cardinale Gualtiero Bassetti ha espresso la sua gratitudine per la qualità professionale e per la loro umanità. L’Arcivescovo, che gli è stato vicino come un padre in tutto il periodo della sua degenza ed in particolare negli ultimi giorni, ha espresso il suo grande dolore e la vicinanza al papà, alla mamma, al fratello alla cognata e al nipotino, ricordando la qualità di questo giovane, sempre sereno e paziente, capace di sopportare con fede la grave situazione in cui si è venuto a trovare. “Il Signore sa scegliere i migliori dal suo paniere!” ha detto il Cardinale ricordando come Giampiero fosse “un ragazzo mite secondo la beatitudine evangelica”. Lo stesso Arcivescovo celebrerà il funerale che si terrà sabato mattina alle ore 9.00 nella Chiesa di San Pio a Castel del Piano, parrocchia nella quale Giampiero è cresciuto ed ha maturato la sua vocazione al sacerdozio. Gli amici e i parrocchiani che in questi giorni hanno pregato molto per lui, coinvolgendo nella preghiera anche i monasteri di clausura, celebreranno una veglia funebre domani sera, venerdì 22 agosto, alle 21 nella chiesa di San Pio a Castel del Piano. “Giampiero era consapevole del rischio dell’operazione e mi ha lasciato un suo scritto nel quale scriveva che se si fosse dovuto celebrare il suo funerale avrebbe voluto una messa mariana che fosse una festa e che fosse celebrata ‘nella nostra chiesa di San Pio’” ha detto don Francesco Buono, parroco di Castel del Piano. La messa, ha aggiunto don Buono, sarà animata dai cori delle parrocchie in cui Giampiero è stato in questi anni a svolgere il servizio pastorale. La notizia ha colpito molto ed ha commosso i suoi compagni seminaristi che sono in pellegrinaggio-ritiro spirituale a Fatima dallo scorso 18 agosto con il Responsabile del Propedeutico don Simone Sorbaioli che ha raccolto il ricordo commosso di tutti gli amici di Giampiero. “Sapendo da alcune settimane del suo grave stato di salute, raccogliendosi in preghiera in uno dei santuari mariani più frequentati al mondo, i seminaristi - ha detto don Sorbaioli - hanno sempre ricordato il loro amico sofferente affidandolo alla protezione della Beata Vergine Maria, che si appresta ora ad accoglierlo tra le sue braccia. Siamo vicini con la nostra preghiera alla cara famiglia di Giampiero e alle comunità parrocchiali da lui frequentate”. [caption id="attachment_27761" align="alignleft" width="150"]Giampiero Morettini Giampiero Morettini[/caption] Quella di Giampiero, ha aggiunto don Sorbaioli, “era una ‘vocazione adulta’, maturata in parrocchia, dopo aver svolto un’esperienza di lavoro. Giampiero, prima della sua scelta di entrare in Seminario, lavorava presso l’attività commerciale della sua famiglia residente a Sant’Angelo di Celle. Come non ricordare di Giampiero il suo entusiasmo e la sua gioia, provati l’8 dicembre scorso, in occasione della consacrazione della nuova chiesa parrocchiale di Castel del Piano, quando l’arcivescovo Gualtiero Bassetti accolse la sua richiesta di ammissione tra i candidati al diaconato e al presbiterato, definita dallo stesso presule ‘un dono per l’intera comunità diocesana’”.     [caption id="attachment_27769" align="alignleft" width="258"] 08/12/2013 - Consacrazione della chiesa di San Pio a Castel del Piano. Attimo in cui l'Arcivescovo Basetti accoglie la richiesta di ammissione di Giampiero al diaconato.[/caption]      ]]>
https://www.lavoce.it/e-morto-giampiero-seminarista-di-perugia-citta-della-pieve-il-cordoglio-del-cardinale-e-degli-amici-seminaristi/feed/ 1
Engjell, diacono per la Chiesa di Perugia https://www.lavoce.it/engjell-diacono-per-la-chiesa-di-perugia/ Thu, 28 Oct 2010 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=8854 Sono sedici i ragazzi chiamati al sacerdozio nella diocesi di Perugia – Città della Pieve. Si stanno formando al Seminario regionale di Assisi, tranne Nicolò Gaggia e Matteo Rubechini che sono al Seminario Romano. Il più vicino all’ordinazione presbiterale è Engjell Pitaqi che riceverà l’ordinazione diaconale domenica pomeriggio nella chiesa di Ponte San Giovanni, la parrocchia in cui vive la sua formazione “sul campo” collaborando con i parroci. Tutti i parrocchiani, e in particolare i giovani, della zona pastorale e della diocesi tutta, sono invitati a partecipare all’ordinazione diaconale di Engjell domenica 31 ottobre alle 17.30. Lui si prepara all’appuntamento con una settimana di preghiera e silenzio all’eremo di Montecorona, mentre la parrocchia lo accompagna con la preghiera nella veglia vocazionale di sabato sera alle ore 21. Don Engjell, lo dice il nome, non è italiano ma viene dal Kosovo dove è nato il 22 luglio 1981 nel paese di Novosella in Gjakova. Vive in Italia dal 2000 dopo aver conosciuto mons. Riccardo Fontana l’allora arcivescovo di Spoleto. Il viaggio aveva una meta, il seminario. Vi ha trascorso un anno ma poi è uscito. Non era ancora il momento. Nel 2002 ha conosciuto don Lucio Gatti ed ha vissuto per tre anni nelle case Caritas. “Per me è stato molto importante l’anno che ho vissuto a Foligno accanto a mons. Giuseppe Burdisso. Da lui ho ricevuto molto” racconta Engjell. In quei tre anni ha maturato la sua vocazione e nel 2005 è tornato in Seminario dove ha seguito studi e formazione fino al passaggio del diaconato, l’ultimo prima dell’ordinazione presbiterale. Angjell è cresciuto in una famiglia cattolica, in un piccolo paese dove tutti erano cattolici. “Mi hanno dato una educazione cristiana e mi hanno insegnato il rispetto per la famiglia e per il prossimo. Io – racconta Angjell – ho quattro fratelli e una sorella, e ci saranno anche loro domenica, accanto a me”. Angjell ha frequentato le superiori in una città vicina e nella sua classe erano cattolici lui e un suo amico. Tutti gli altri musulmani. “Avevamo un buon rapporto, eravamo amici, perchè erano molto aperti. Quasi tutti venivano da famiglie in cui i nonni o i bisnonni erano cattolici convertiti all’islam alla fine dell’Ottocento per ragioni sociali o economiche”. Ora il clima è cambiato dopo la guerrra del ’99, ma Angjell torna ogni anno a fare visita ai suoi, ama sempre la sua terra e la sua gente anche se il Signore lo ha chiamato a servirlo in questa Chiesa perugina. L’arcivescovo mons. Gualtiero Bassetti ha chiesto di celebrare i passaggi che scandiscono il cammino formativo dei seminaristi (lettorato accolitato, ecc.) nelle parrocchie d’origine, o dove prestano servizio, piuttosto che in cattedrale. Una scelta che gli consente di incontrare tanta gente e tanti giovani così che la celebrazione diventa un’occasione di preghiera e un appello per le vocazioni sacerdotali. Celebrare in parrocchia per riaffermare che il Seminario, i seminaristi, non è affare di vescovo o di preti ma riguarda tutta la comunità dei battezzati che per loro, i preti presenti e futuri, devono pregare, perchè “le vocazioni appartengono alla Chiesa locale, i preti vengono dalle parrocchie e alle parrocchie sono destinati”. “Matrimonio e sacerdozio – commenta mons. Bassetti – sono vocazioni di servizio di amore”, l’una nella famiglia, l’altra nella comunità e per l’edificazione della comunità. Maria Rita ValliPitaqi, uno dei sedici giovani che si preparano al sacerdozioTutti i seminaristi MARCO CAPPELLATOOra è al terzo anno di teologia e nel fine settimana è nella parrocchia di Castiglione del Lago. È nato il 15 luglio 1976 a Monza (Mi) ed è arrivato in Umbria nel 2004. Per 4 anni ha vissuto nelle case diocesane della Caritas, seguite da don Lucio Gatti, poi è entrato in seminario. GIUSEPPE DI RUBBAUltimo di cinque figli è nato il 25 giugno 1985 a Figline Valdarno (Fi). Anche lui è al terzo anno ed anche lui ha vissuto dieci anni nelle realtà della Caritas in Umbria e in Kosovo dove ha maturato la decisione di entrare in seminario. Fa servizio nella parrocchia dei SS. Biagio e Savino. LORENZO MARAZZANIÈ di Trevi, dove è nato il 18 ottobre del 1967. È al II anno di teologia e fa servizio nella parrocchia di San Sisto. La vocazione lo ha colto da adulto, dopo un cammino di riavvicinamento alla Chiesa passato per l’esperienza dei “Dieci Comandamenti” e del Cammino Neocatecumenale. GIOVANNI MARCONINato il 20 luglio 1982 a Lugo (Ra) la sua vocazione è passata per il Perù dove ha vissuto con i poveri. Ora è al V anno di teologia e fa servizio nella parrochia di Santo Spirito e San Barnaba. LORENZO PERRIÈ perugino, cresciuto nella parrocchia di Santo Spirito. Già durante il liceo, all’età di 16 anni, ha capito che avrebbe scelto la vita sacerdotale. Nato il 2 maggio 1989 a Perugia, ora è al secondo anno di teologia e fa servizio nella parrocchia di San Raffaele Arcangelo. MARCO PEZZANERAAl III anno di teologia Marco fa servizio nella parrocchia di Marsciano dove è nato il 5 settembre 1978. È entrato in seminario dopo aver cominciato gli studi in giurisprudenza e aver lavorato per alcuni anni. DANIELE RIPICCINIViene dalla parrocchia di San Michele Arcangelo Santa Maria Assunta in Papiano, la stessa dove ora fa servizio. Daniele è nato a Marsciano il 17 aprile 1971, è al II anno di teologia ed è entrato in Seminario dopo aver lavorato come Artigiano vasaio. ALESSANDRO SEGANTINCresce nella sua parrocchia milanese poi a 18 anni fa alcune esperienze con i Saveriani e le suore di madre Teresa. Poi incontra la Caritas umbra e vive nelle case in Kosovo e a Foligno finchè nel 2005 entra in seminario. Nato il 17 settembre 1981 a Desio (Mi) è al V anno di teologia e fa servizio nella parrocchia di San Bartolomeo a Ponte S. Giovanni. FRANCESCO VERZINIÈ nato il 9 agosto 1986 a Perugia e cresce nella parrocchia diVilla Pitignano facendo tutto ciò che si poteva fare in una parrocchia. Si è diplomato perito agrario e specializzato in “esperto in valutazione dei danni da parte di agenti atmosferici nelle colture”. Ma il Signore lo ha chiamato ed ora è al V anno di teologia e fa servizio a Monteluce. Hanno appena iniziato il cammino di preparazione nel Seminario regionale: MARCO BRIZIARELLI, di Castel del Piano, nato il 29 setembre 1980; SIMONE PASCAROSA di San Biagio e Savino, nato il 24 novembre 1984; MARCO PIGONI, di Modena, nato il 6 novembre 1975. Al propedeutico (l’anno che precede l’ingresso in seminario) quest’anno è entrato GIAMPIERO MORETTINI. Studiano a Roma: NICOLÒ GAGGIA, di Sant’Apollinare, ora al terzo liceo classico presso il Seminario romano minore e MATTEO RUBECCHINI di Passignano sul Trasimeno, ora al Terzo anno di teologia al Seminario Romano Maggiore.

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