Georgia Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/georgia/ Settimanale di informazione regionale Fri, 26 Mar 2021 14:52:03 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg Georgia Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/georgia/ 32 32 Grazie infinite https://www.lavoce.it/grazie-infinite/ Thu, 05 Aug 2010 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=8671 Il direttore della Caritas Georgia, padre Witold Szulczynski, ha scritto una lettera al nostro direttore Caritas don Vito Stramaccia, ringraziandolo del sostegno che la Chiesa di Spoleto-Norcia continua a dare al popolo georgiano. “Con questa lettera – scrive padre Witold – vogliamo esprimere la nostra gratitudine per la vicinanza e l’aiuto che ci offrite. Nel corso dell’anno 2009 abbiamo continuato ad assistere le persone colpite dalla guerra dell’agosto 2008 e abbiamo portato avanti i numerosi progetti di recupero dei bambini di strada, di educazione e formazione dei giovani disagiati, di assistenza e di cura agli anziani poveri, soli ed ammalati, di sviluppo per le comunità locali. Ciò che possiamo fare – continua – lo dobbiamo alla vostra generosità e di chi, come voi, ci aiuta e ci sostiene. In particolare, rinnoviamo la gratitudine per la raccolta di prodotti alimentari che avete organizzato e per i viveri che ci avete spedito e che sono aiuto vitale per la nostra mensa poveri di Tbilisi, che continua a servire centinaia di persone in difficoltà. È un aiuto molto generoso, accolto con grande gioia e riconoscenza. Vi ringraziamo, cari amici dell’archidiocesi di Spoleto-Norcia, per l’impegno che portate avanti con le adozioni a distanza, forma concreta di sostegno a tanti bambini e adolescenti disagiati. Il nostro grazie vuole dar voce ai tanti bambini, giovani, adulti, anziani che, anche grazie al vostro contributo, possono sperare in un futuro migliore. In questi anni ho fatto esperienza del vostro grande amore disinteressato verso i bisognosi, della bontà, della gentilezza e del calore umano di cui siete capaci. Cari spoletini, mai dimenticherò quello che ci avete donato, prima di tutto la vostra fede, poi la vostra generosità, la modestia, l’amicizia e la fiducia. Grazie di cuore!”. Il direttore della nostra Caritas diocesana, don Vito Stramaccia, nel volere divulgare questa lettera di padre Witold intende riaffermare l’impegno della fraternità tra queste due Chiese. “La preghiera e la carità evangelica – afferma don Stramaccia – si basano anche sull’attenzione ai poveri di quelle comunità. In modo particolare vorrei sensibilizzare la nostra gente a proseguire con le adozioni a distanza dei bambini e, perché no, a realizzarne di nuove. Vorrei anche ringraziare tutte quelle parrocchie e persone che hanno contribuito alla raccolta di alimenti che abbiamo spedito in Georgia con un container. Anche in questo periodo di riposo – conclude don Vito – è bene sempre ricordarci che la carità non ha mai fine”. Caritas Georgia si decentralizzaLa novità principale della Caritas Georgia è la sua decentralizzazione. Ogni programma – sociale e sanitario, giovanile, di sviluppo… – passa gradualmente a svolgere il proprio lavoro in modo indipendente. Il programma sociale e sanitario prevede di migliorare la qualità della vita delle persone che hanno bisogno di assistenza temporanea o costante, tramite il miglioramento della loro salute e dello stato psico-sociale. Il programma giovanile ha come obiettivo quello di creare un ambiente favorevole per lo sviluppo completo dei bambini e dei giovani socialmente indifesi. Il programma di sviluppo, invece, prevede lo studio di nuove capacità che portino all’individuazione e risoluzione dei problemi, e l’attuazione di progetti generanti reddito che favoriscano l’impiego della popolazione e portano introiti stabili alle attività umanitarie di Caritas Georgia. Il programma di emergenza è iniziato a seguito della guerra civile scoppiata nell’agosto 2008: si garantisce assistenza alimentare e riabilitazione medica e psicologica.

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Al via il 14° carico per la Georgia https://www.lavoce.it/al-via-il-14-carico-per-la-georgia/ Thu, 18 Feb 2010 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=8245 Un nuovo container di generi alimentari è partito martedì 16 febbraio per la Georgia, diretto alla Caritas di quel Paese, alle oltre 600 persone che ogni giorno vanno alla mensa dei poveri. È il 14° carico di alimenti che Spoleto invia a Tbilisi dal 2003. È il frutto della generosità che la gente delle parrocchie dell’archidiocesi ha manifestato nel periodo di Avvento e fino alla festa di S. Ponziano. È la risposta concreta di coloro che si mettono alla sequela di Cristo, di quelli che abbandonano il proprio Dna “solo umano” per trapiantarvi quello del Figlio di Dio. In totale andranno alla Caritas Georgia 23 tonnellate di cibo, così suddivise: 16 di pasta, 2 di legumi in scatola, una di zucchero. Poi, 600 kg di farina, 900 di pomodori in scatola, 400 di riso, 260 di tonno, 270 di biscotti, 300 di alimenti per bambini, 160 di dolci. Ancora, carne in scatola, olio, sale e caffè. Quel pacco di pasta o di riso che i fedeli hanno consegnato nelle loro chiese parrocchiali è stato un piccolo gesto simbolico nel quale è racchiuso il limite e la miseria dell’uomo, ma soprattutto la volontà di camminare con Gesù, di fidarsi di lui, di pensare a coloro che vivono nella sofferenza. “L’invio di questo nuovo container – afferma don Vito Stramaccia, direttore della Caritas diocesana – ci dimostra come sia possibile attraverso i nostri digiuni aiutare chi è nella fame. Le comunità parrocchiali della nostra diocesi, insieme ai preti, si coinvolgono molto in questa grande raccolta di alimenti. I parroci che andarono in Armenia per gli esercizi spirituali nel 2003, ritornando, hanno dato vita a questa iniziativa, che poi si è propagata in tutta la nostra Chiesa. I poveri ci insegnano sempre a darci da fare. Ci ricordano che non di solo pane vive l’uomo; che c’è un tempo per mangiare e uno per il digiuno. Il Vangelo ci invita a saper governare i nostri appetiti. Nel nostro mondo pieno di cibo i giovani soffrono di anoressia e bulimia. E tanti di noi hanno le analisi sballate a seguito delle cattive alimentazioni ipercaloriche. Quanto cibo viene buttato! L’avanzo di cibo dei nostri Stati del nord del mondo basterebbe per soddisfare la fame degli Stati più poveri, tra cui la Georgia”. Il container è stato sigillato dall’arcivescovo Boccardo e riempito dai giovani della diocesi e dai ragazzi del Centro di solidarietà “Don Guerrino Rota” di Spoleto. Hanno assistito al carico anche i bambini della scuola elementare XX Settembre, i quali hanno portato degli alimenti che hanno messo da parte durante il periodo di Natale.

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Georgia: la Chiesa accanto alla gente https://www.lavoce.it/georgia-la-chiesa-accanto-alla-gente/ Thu, 26 Nov 2009 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=8043 “Ci vorrebbe un profeta, e anche buono, per capire il futuro della Georgia. Non sono per niente ottimista”. In queste parole di padre Witold Szulczynski, direttore della Caritas Georgia, in visita a Spoleto nei giorni scorsi, riusciamo a cogliere il profondo dolore di un Paese martoriato da una recente guerra – era l’agosto 2008, solo lo scorso anno, ma nessuno sembra più ricordarsene -, il grido di aiuto di un angolo di mondo bellissimo dove la pace, la libertà, la giustizia e la dignità umana sembrano dei miraggi. La terra di san Claudio chiede alla comunità internazionale, che vorrebbe vedere la Georgia nell’Unione europea, che il bene comune prevalga sugli interessi personali, che i diritti fondamentali dell’uomo siano protetti e rispettati. È l’opera non rumorosa della Chiesa cattolica, in un Paese ortodosso, a ricordare alla gente la loro dignità, a non far spegnere in loro la voglia di futuro, a garantirgli il minimo per sopravvivere. È la Chiesa, mediante la Caritas, che lavora per una civilizzazione dell’amore. Fino allo scoppio della guerra la frontiera tra la Georgia e l’Ossezia del Sud si trovava in un determinato punto. Dopo il conflitto, i carri armati russi sono entrati nel territorio georgiano e arrivati fino alla città di Gori. La gente che viveva tra il vecchio confine e Gori è fuggita verso Tbilisi. Quando è terminata la guerra, i russi si sono ritirati non al di là del vecchio confine, come sarebbe stato naturale, ma a metà strada tra Gori e il vecchio confine. I villaggi che si trovano in questa area attualmente sono fuori dalla Georgia e non vi potranno tornare. La gente, per lo più contadini, vive nei campi profughi, sradicata dalla propria terra, senza lavoro, con un aiuto del Governo di 9 euro al mese. La presenza della Chiesa ha salvato molte persone. “Non vedo il futuro di questa gente: sono condannati a vivere da profughi per molti anni”, afferma padre Witold. “Come Caritas, da quindici mesi aiutiamo le vittime di questa guerra. La prima emergenza è il cibo per i profughi: grazie all’archidiocesi di Spoleto-Norcia, che ha inviato quest’anno due container di alimenti, noi sfamiamo ogni giorno 1.800 persone. Abbiamo la mensa nel quartiere più grande di Tbilisi, a Isani. Pensate che il nostro panificio, grazie alla farina di Spoleto, prepara ogni giorno 1.000 porzioni di pizza e pane. Come Caritas garantiamo alla gente anche un’assistenza sanitaria: aiutiamo i profughi con i farmaci e con l’assistenza psicologica e psichiatrica. Abbiamo anche iniziato il servizio a domicilio per gli anziani immobili (circa 250 persone). Stiamo per aprire un asilo ricavato in un vecchio rudere e stiamo costruendo un’altra scuola materna a pochi chilometri dal nuovo confine con l’Ossezia del Sud. Abbiamo tanti volontari, uno italiano, e tante figure professionali, sia nella capitale che a Gori, città dove c’era la guerra, dove c’erano i carri armati russi. Abbiamo dottori, infermieri e cuochi professionali, coadiuvati da molti volontari. Grazie anche ai fondi raccolti a Spoleto, siamo riusciti a fare tanto, e continuiamo ogni giorno a farlo”.

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“Grazie per quest’iniezione di fiducia” https://www.lavoce.it/grazie-per-questiniezione-di-fiducia/ Thu, 12 Feb 2009 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=7301 Lunghissimi applausi per l’Orchestra giovanile ‘Zakaria Paliashvili’ della Georgia, che si è esibita in concerto al Teatro nuovo di Spoleto, domenica 8 febbraio scorso. Il gruppo era accompagnato dal nunzio apostolico in Georgia, Armenia e Azerbaijan, l’arcivescovo Claudio Gugerotti, che abbiamo intervistato. Eccellenza, come è attualmente la situazione in Georgia? ‘All’interno del Paese c’è stata una situazione di profonda disperazione. Vorrei ricordare che si tratta di un popolo piccolo e che, anche a causa della propaganda dei mezzi di comunicazione, ha vissuto il conflitto come un’incursione che avrebbe posto fine all’esistenza della Georgia. Quindi, accanto ai problemi di ogni postconflitto ‘ rifugiati, ricostruzioni, depressione ‘, si è creata quest’ulteriore sensazione di pericolo incombente che potrebbe essere fatale, dalla quale la gente ancora non si è ripresa. Dobbiamo poi tener presente che i georgiani hanno già cambiato tre volte regime dopo la fine del comunismo. Questa instabilità cronica è sentita come un grande rischio’. Che ruolo ha svolto la Chiesa cattolica? ‘È stata una grandissima presenza, grazie al contributo di moltissime terre e devo dire, come sempre, anche di Spoleto e dell’Umbria che, in proporzione, hanno dato quello che forse nessun altro ha dato. Questa gara di solidarietà è stata una vera iniezione di fiducia; la gante ha percepito la forte mobilitazione morale, e la Chiesa cattolica è stata tra le agenzie più attive in questo settore. Abbiamo anche pubblicato i contributi che sono stati ricevuti: la gente non credeva che ci fosse stata tanta solidarietà verso la loro condizione. La cosa più drammatica è che non abbiamo mai avuto la possibilità di recarci nell’Ossezia del Sud; non ci è stato permesso. Ci siamo invece recati nella città georgiana di Gori quando era assediata dai carri armati russi. Abbiamo portato aiuti umanitari alla comunità locale e incontrato il Metropolita ortodosso, con il quale abbiamo concordato alcune iniziative di pace. Questo l’ho sentito come un momento di grandissima qualità umana: le barriere sono cadute e si è sentita una splendida consonanza d’intenti. La Nunziatura apostolica ha anche coinvolto negli aiuti umanitari e nel sostegno ai profughi e alle famiglie delle vittime il mondo diplomatico della Georgia’. La Georgia è terra di grande cultura. È possibile si possa riscattare attraverso l’arte? ‘Il popolo georgiano ha una grandissima risorsa: uno spirito artistico di alto livello. Purtroppo la formazione e l’educazione sono settori sottovalutati. L’arte è l’unica terapia che il georgiano sente nei confronti del dramma che sta vivendo. Abbiamo portato questi ragazzi in Italia per due ragioni: per incoraggiarli a continuare ad essere musicisti, nonostante questo voglia dire sforzi immani per sopravvivere. Sono dei veri, straordinari talenti musicali. In secondo luogo perché hanno avuto l’opportunità di dire come sanno, cioè con la musica, il loro grazie per l’aiuto straordinario che Spoleto, l’Umbria e l’Italia hanno dato a loro nelle difficoltà. È bene che un Paese si senta fiero di poter dare qualcosa, e non soltanto bisognoso di ricevere’.

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L’arte riscatta l’emergenza sociale https://www.lavoce.it/larte-riscatta-lemergenza-sociale/ Thu, 05 Feb 2009 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=7286 Una guerra sciagurata ha moltiplicato le emergenze nella terra di san Giorgio, producendo morti, feriti e decine di migliaia di profughi. Dall’Anno santo la Caritas Umbria ha stabilito un ponte con Caritas Georgia. È stato possibile andare molte volte ad incontrare quelle comunità, che sono per noi solo un po’ più in là, in un mondo globalizzato; facilmente raggiungibili per mare, appena passato lo stretto dei Dardanelli. Tutto sommato poche ore di navigazione fuori dal mare Adriatico. I rapporti sono passati attraverso contatti personali e tramite una Caritas particolarmente sensibile e attiva. Le nostre Chiese umbre, in questi ultimi mesi, hanno mostrato singolare impegno e moltiplicato gesti di solidarietà. Più volte sono andato in Tbilisi per ribadire che il nostro sostegno non è fatto solo di beni materiali, comunque inadeguati di fronte alle enormi necessità. Si è venuto a creare un legame d’amicizia con le Istituzioni georgiane, principalmente con quelle della Chiesa, ma anche con quelle dello Stato e con le organizzazioni umanitarie. Ogni volta che andiamo in quella capitale, ministri di Stato e la Presidente del Parlamento nazionale volentieri ci incontrano e ci interpellano su varie questioni di comune interesse. Durante l’ultima visita che ho fatto con una delegazione delle Caritas diocesane dell’Umbria, siamo andati fino al fronte incontrando i soldati in armi, dell’una e dell’altra parte, assieme al Rappresentante pontificio. Abbiamo visto la miseria assurda che affligge moltissimi, soprattutto tra i rifugiati. Abbiamo anche incontrato un popolo pieno di dignità. Ragioni del recente passato politico di quella nazione non hanno favorito nei decenni tra gli italiani la conoscenza diretta del mondo georgiano, antica terra cristiana di appartenenza ortodossa. Nei nostri contatti abbiamo avuto occasione di approfondire sempre più e sempre meglio l’altissimo livello culturale di quel popolo, che non è dissimile dagli standard delle maggiori nazioni europee, né per contenuti, né per livello espressivo raggiunto. Poi, hanno avuto anni di oscurantismo e di marginalizzazione, di fronte al predominio della cultura moscovita. Con l’indipendenza è sopraggiunto il crollo del già fragile sistema economico: miseria e fame hanno devastato un popolo evoluto e civile. Negli anni abbiamo imparato a stimare e considerare con molto rispetto i georgiani e la loro cultura. Mentre in Umbria stiamo chiudendo i container che ogni diocesi ha predisposto a sostegno della Caritas di quel Paese, ci è arrivata la proposta di un concerto. La formazione giovanile dell’Orchestra sinfonica di Stato ‘Zakaria Paliashvili’ ci ha chiesto ospitalità, tramite la Rappresentanza pontificia. Il ragionamento è semplice. I georgiani in questo momento hanno un gran bisogno di aiuti materiali, ma sono anch’essi capaci di fare qualcosa per gli altri. Rinomati interpreti della grande musica europea, hanno chiesto di venire a ringraziare gli amici italiani offrendo concerti. Il primo sarà in Vaticano, poi a Verona, a Trento e in altre significative città d’Italia. Mi sono commosso quando mi è stata chiesta ospitalità a Spoleto ‘città della musica e dell’arte e di molti teatri’. La nostra fama evidentemente ha varcato l’Adriatico e il Mar Nero ed è giunta fino all’altipiano del Caucaso. I musicisti georgiani vogliono farci ascoltare la loro interpretazione di Mozart e di Brahms. Eseguiranno alcune pagine mirabili. Sentita l’Amministrazione comunale e altre Istituzioni che si sono rese disponibili – ma pensiamo che anche altri vorranno unirsi a noi – abbiamo pensato di rispondere al gesto coraggioso e pieno di dignità dei musici georgiani, accogliendoli nel nostro maggior teatro, il Teatro nuovo di Spoleto, domenica 8 febbraio alle 17. Sono certo che l’ospitalità umbra vorrà dire il proprio plauso al popolo del Mar Nero, offrendo a quei musicisti, che si fanno ambasciatori di un popolo intero, una massiva presenza in teatro, che sogno riempito, dalla platea al loggione, come nelle grandi occasioni.

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La Georgia offre musica https://www.lavoce.it/la-georgia-offre-musica-2/ Thu, 29 Jan 2009 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=7277 L’orchestra giovanile ‘Zakaria Paliashvili’ di Tbilisi si esibirà a Spoleto, presso il Teatro nuovo, domenica 8 febbraio alle ore 17. Si tratta di un concerto sinfonico di beneficenza, che ha l’obiettivo di mostrare come la terra georgiana – di grande, antichissima tradizione culturale, colpita dalla tragica e nefasta guerra dello scorso agosto – non si trova solo nella necessità di chiedere, ma è anche in grado di offrire la bellezza del naturale talento artistico di cui il popolo di san Giorgio è particolarmente dotato, soprattutto nel campo musicale. È stata scelta la scuola Zakaria Paliashvili di Tbilisi, la cui meritata fama consiste proprio nell’aver accolto e formato molti tra i migliori artisti georgiani nell’ambito musicale. Dedicarsi a questa arte in Georgia, nella presente situazione, è professionalmente difficile, e richiede grande coraggio e una forte motivazione interiore. L’orchestra, nel mese di febbraio, compirà in Italia un tour, che la vedrà impegnata in Vaticano e altre città, tra cui Trento e Verona. L’iniziativa, fortemente voluta dalla Nunziatura apostolica in Georgia, è stata bene accolta dall’arcidiocesi di Spoleto-Norcia che, insieme alle altre Chiese sorelle dell’Umbria, da vari anni ormai è impegnata nel Paese caucasico, soprattutto sul fronte della carità. Negli ultimi cinque anni sono stati inviati alla Caritas di Tbilisi ben dieci container di generi alimentari, segno tangibile della concretezza della terra dei santi Benedetto e Francesco. Recentemente l’arcivescovo Fontana, insieme ad una delegazione della Caritas Umbra, si è recato in Georgia per rendersi conto personalmente della situazione in cui vivono le migliaia di profughi vittime dell’ultimo conflitto. Con il nunzio apostolico, mons. Claudio Gugerotti, che sarà presente al concerto, ha fatto anche visita ai profughi che vivono sul fronte russo della Georgia, la zona più pericolosa del Paese. L’occasione del concerto è un’ulteriore prova della cultura della solidarietà che appartiene a tutti gli umbri, la cui identità ricorda come poco, moltiplicato per molto, fa molto. Il ricavato, infatti, verrà devoluto per sostenere le azioni che la Caritas Georgia e tutte le altre associazioni che operano in Caucaso offrono a quella parte di popolo. Sul fronte artistico, questa serie di concerti dell’Orchestra giovanile Paliashvili sono curati e diretti da un musicista italiano, il maestro Giampaolo Pretto, che ha messo gratuitamente a disposizione doti, passione e tempo, avvalendosi della preziosa collaborazione del maestro Manuel Zigante in veste di primo violoncello e co-tutor del progetto ‘La Georgia offre musica all’Italia’. Già una parte selezionata degli allievi ha partecipato, nel contesto del medesimo progetto, ad alcuni concerti in Italia, aggregandosi alla tournée autunnale 2008 dell’Orchestra giovanile italiana.

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La Georgia offre musica https://www.lavoce.it/la-georgia-offre-musica/ Thu, 29 Jan 2009 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=7275 L’orchestra giovanile ‘Zakaria Paliashvili’ di Tbilisi si esibirà a Spoleto, presso il Teatro nuovo, domenica 8 febbraio alle ore 17. Si tratta di un concerto sinfonico di beneficenza, che ha l’obiettivo di mostrare come la terra georgiana – di grande, antichissima tradizione culturale, colpita dalla tragica e nefasta guerra dello scorso agosto – non si trova solo nella necessità di chiedere, ma è anche in grado di offrire la bellezza del naturale talento artistico di cui il popolo di san Giorgio è particolarmente dotato, soprattutto nel campo musicale. È stata scelta la scuola Zakaria Paliashvili di Tbilisi, la cui meritata fama consiste proprio nell’aver accolto e formato molti tra i migliori artisti georgiani nell’ambito musicale. Dedicarsi a questa arte in Georgia, nella presente situazione, è professionalmente difficile, e richiede grande coraggio e una forte motivazione interiore. L’orchestra, nel mese di febbraio, compirà in Italia un tour, che la vedrà impegnata in Vaticano e altre città, tra cui Trento e Verona. L’iniziativa, fortemente voluta dalla Nunziatura apostolica in Georgia, è stata bene accolta dall’arcidiocesi di Spoleto-Norcia che, insieme alle altre Chiese sorelle dell’Umbria, da vari anni ormai è impegnata nel Paese caucasico, soprattutto sul fronte della carità. Negli ultimi cinque anni sono stati inviati alla Caritas di Tbilisi ben dieci container di generi alimentari, segno tangibile della concretezza della terra dei santi Benedetto e Francesco. Recentemente l’arcivescovo Fontana, insieme ad una delegazione della Caritas Umbra, si è recato in Georgia per rendersi conto personalmente della situazione in cui vivono le migliaia di profughi vittime dell’ultimo conflitto. Con il nunzio apostolico, mons. Claudio Gugerotti, che sarà presente al concerto, ha fatto anche visita ai profughi che vivono sul fronte russo della Georgia, la zona più pericolosa del Paese. L’occasione del concerto è un’ulteriore prova della cultura della solidarietà che appartiene a tutti gli umbri, la cui identità ricorda come poco, moltiplicato per molto, fa molto. Il ricavato, infatti, verrà devoluto per sostenere le azioni che la Caritas Georgia e tutte le altre associazioni che operano in Caucaso offrono a quella parte di popolo. Sul fronte artistico, questa serie di concerti dell’Orchestra giovanile Paliashvili sono curati e diretti da un musicista italiano, il maestro Giampaolo Pretto, che ha messo gratuitamente a disposizione doti, passione e tempo, avvalendosi della preziosa collaborazione del maestro Manuel Zigante in veste di primo violoncello e co-tutor del progetto ‘La Georgia offre musica all’Italia’. Già una parte selezionata degli allievi ha partecipato, nel contesto del medesimo progetto, ad alcuni concerti in Italia, aggregandosi alla tournée autunnale 2008 dell’Orchestra giovanile italiana.

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Caritas umbre per la Georgia https://www.lavoce.it/caritas-umbre-per-la-georgia/ Thu, 11 Dec 2008 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=7175 Raccolta viveri in tutte le diocesi umbre per le popolazioni della Georgia. È l’impegno che i direttori delle otto Caritas diocesane e dei loro collaboratori hanno preso sabato 6 dicembre nel corso dell’incontro con i rappresentanti della Caritas italiana, presso la sede di Foligno della delegazione regionale Caritas. L’iniziativa, che si aggiunge alle altre assunte dalle singole Caritas diocesane per il tempo d’Avvento, è il frutto della visita in Georgia svoltasi nello scorso mese di novembre da una delegazione formata da Caritas italiana e Caritas umbra. ‘La racconta di generi alimentari che promuoviamo in questi giorni di atmosfera di festa prenatalizia, dove tutti ci affrettiamo a fare compere ‘ commenta l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Riccardo Fontana, vice presidente Ceu con delega al servizio della carità ‘, è il segno concreto della nostra vicinanza a tanta sofferenza che abbiamo visto con i nostri occhi visitando una terra martoriata, con migliaia di georgiani in fuga dalle loro case distrutte. Sono soprattutto bambini, ragazzi, gestanti ed anziani, persone che hanno perso tutto e che hanno freddo e fame; il nostro aiuto non può essere disatteso in un periodo in cui le nostre tavole abbondano di ogni grazia di Dio’. All’incontro tra Caritas italiana e Caritas umbra si è riflettuto anche sulla figura dell’animatore pastorale, ponendo l’attenzione al territorio diocesano o parrocchiale nel quale si rilevano situazioni di povertà ed emarginazione. Si è parlato delle nuove povertà emergenti, sottolineando come queste riguardino sempre più cittadini italiani, e della crisi di una società dove cresce l’indifferenza verso chi è nel bisogno, generando gravi forme di individualismo. Mons. Vittorio Nozza, direttore della Caritas italiana, ha ricordato ai numerosi presenti che ‘la finalità della Caritas è l’animazione della testimonianza comunitaria della carità. Si tratta di aiutare la Chiesa a crescere nella capacità di comunicare il Vangelo, l’amore di Dio e la salvezza per l’uomo, attraverso la testimonianza, oltre che attraverso l’annuncio e la celebrazione’. Inoltre il direttore della Caritas italiana ha evidenziato che ‘l’efficacia educativa di una Caritas diocesana non si misura con il numero di Centri di ascolto promossi, di ricerche pubblicate, di opere gestite, di Caritas parrocchiali costituite, ma nella capacità di attivare nei contesti normali (il lavoro, la scuola, la famiglia, il Consiglio pastorale parrocchiale, l’opera segno, il catechismo’) i valori e i comportamenti che rendono i singoli fedeli, ma anche i gruppi, le comunità che si costituiscono dentro la parrocchia, capaci di realizzare la Parola di Dio nello stare accanto al prossimo’. A cominciare, tanto per fare un esempio, dall’accompagnare un anziano a messa quando da solo non potrebbe farlo.

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“Aiuteremo i profughi con tutte le nostre forze” https://www.lavoce.it/aiuteremo-i-profughi-con-tutte-le-nostre-forze/ Thu, 27 Nov 2008 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=7139 Sono stati in Georgia quattro giorni, dal 16 al 20 novembre. L’arcivescovo di Spoleto-Norcia, mons. Riccardo Fontana, delegato Ceu per la carità, era accompagnato a Tbilisi dal delegato Caritas Umbria, Marcello Rinaldi, dal direttore della Caritas di Perugia-Città della Pieve, don Lucio Gatti, dalla coordinatrice dei progetti di cooperazione internazionale della Caritas di Città di Castello, Arabella Pasqui e dall’ingegner Stefano Salvati. ‘Il popolo georgiano – dice mons. Fontana – ha avuto una fede cristiana così forte da resistere al comunismo più violento. Vogliamo aiutarlo, con tutte le nostre forze. Abbiamo ribadito la nostra solidarietà all’Arcivescovo ortodosso di Gori ed è ciò che il nunzio apostolico Claudio Gugerotti, rappresentante della Santa Sede in quella terra, ci invita a fare. Noi cattolici collaboriamo con i nostri fratelli ortodossi per alleviare le sofferenze di genti allo stremo. Per questo le otto diocesi dell’Umbria stanno già riorganizzando un’altra grande raccolta di alimenti e materiali vari, da spedire al più presto’. In Georgia, tra vecchi profughi (quella della guerra ’91-92) e nuovi sopravvivono quasi 50 mila persone in condizioni difficili o di emergenza. Si calcola che quelli dell’ultimo conflitto siano circa 37 mila. La Caritas georgiana dà vestiti, cibo, medicine e assistenza psicosociale in sei campi, quattro nei dintorni di Tbilisi (capitale da un milione e 200 mila abitanti circa) e due a Kutaisi, la seconda città georgiana, di 180 mila abitanti. ‘Il centro collettivo a Tbilisi è un vecchio ospedale dismesso dove, già ai tempi dell’Urss – racconta il delegato regionale Caritas, Marcello Rinaldi -, le corsie per i sovietici e quelli per i georgiani erano differenti. Dentro ci sono profughi dall’Ossezia del Sud e dall’Abkazia’. Li hanno spinti i carri armati russi che si sono fermati a Gori, a pochi chilometri dalla capitale, città non toccata dalla guerra. ‘Nel centro – continua Rinaldi – non c’è mensa interna, l’acqua è esterna, si vive alla meno peggio. Altra opera della Caritas Georgia è una casa per ragazzi di strada. È a Tbilisi, aiuta quasi 500 giovanissimi che apprendono i mestieri: parrucchieri, meccanici, intagliatori di legno, artigiani del bronzo e del rame, tessitori di tappeti, creatori di icone, ceramisti. La Caritas Georgia ha anche tre panifici: uno a Tbilisi e due fuori città. Danno lavoro a 47 persone. I volontari Caritas – conclude Rinaldi – gestiscono inoltre una mensa per i poveri, la distribuzione degli aiuti nei campi profughi e nei centri anziani e un’azienda che produce il formaggio’. La delegazione della Caritas umbra ha incontrato il ministro dei profughi, Koba Subeliani, che ha mostrato le casette di circa 50 metri quadrati fornite dall’Europa ai profughi. Si tratta di strutture essenziali, con muri di 15 centimetri di spessore e con il tetto in lamiera. In questi nuovi villaggi lo sforzo di urbanizzazione è crescente, ma l’arrivo forzato di molti sfollati in piccoli paesini da poche centinaia di abitanti crea scompiglio sociale. E significa che le casette in muratura significa lì per sempre. Paolo GiovannelliILCONFLITTORUSSIAGEORGIAQuello del leader georgiano Saakasvili passerà alla storia come ‘suicidio politico’. Non stuzzicare il cane che dorme, dice il proverbio. Lui, il 7 agosto scorso, ‘per ristabilire l’ordine costituzionale’ ha risvegliato a suon di cannonate (l’attacco contro l’Ossezia del Sud, a Tskhinvali, fu portato da Tbilisi con tre brigate dell’esercito, 27 batterie lanciarazzi e artiglieria da 152 millimetri: circa 2.000 morti civili secondo Mosca) nientemeno che il poderoso orso russo. Il quale, per la verità, gli occhi sull’Abkhazia e sull’Ossezia del Sud li teneva da sempre, per guadagnare strategiche ‘teste di ponte’ lungo la strada che da Tbilisi porta al mar Nero e nei pressi del porto di Poti. Anche gli Stati Uniti e l’Europa hanno perso, nel momento in cui Saakasvili ha imprudentemente riattivato un conflitto ‘congelato’ dai tempi della guerra fredda. Anni di influenza Usa nel Caucaso si sono così dissolti, in questa regione con le uniche condotte di idrocarburi che – dal mar Caspio verso l’Occidente – non passano per la Russia. Il primo ‘scongelamento’ del conflitto, in Ossezia del Sud, avvenne tra il gennaio 1991 e il giugno 1992, coinvolgendo l’esercito georgiano contro i secessionisti sud-osseti e volontari nord-osseti, supportati logisticamente dai russi. Il Governo di Tbilisi e i separatisti dell’Ossezia del Sud raggiunsero un accordo per evitare l’uso della forza tra di loro: la Georgia scelse di non applicare sanzioni contro la regione: fu istituita una forza di peace keeping composta da georgiani, osseti e russi. Nell’agosto scorso, con alle spalle il precedente del Kosovo (quando Washington e Bruxelles si dichiararono in favore della sua indipendenza da Belgrado), l’Ossezia del Sud e l’Abkhazia trovarono immediato aiuto nei russi: Mosca rispose all’attacco georgiano del 7 agosto 2008 con bombardamenti aerei su Gori, Vaziani, Kareli e Marneuli. La Russia ha poi riconosciuto l’indipendenza dell’Ossezia del Sud e dell’Abkhazia il 26 agosto, firmando accordi militari con le due nuove repubbliche

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Caritas. Parte per la Georgia la delegazione umbra https://www.lavoce.it/caritas-parte-per-la-georgia-la-delegazione-umbra/ Thu, 13 Nov 2008 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=7099 ‘Andiamo in Georgia a portare non solo un aiuto materiale, ma il nostro affetto e la nostra solidarietà ad un popolo messo a dura prova. Gli amici georgiani vogliono stringerci la mano, sentire la nostra vicinanza: non possiamo limitarci al semplice invio di un aiuto, anche se è frutto della generosità spontanea delle comunità delle nostre otto Chiese sorelle’. A sottolinearlo è l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Riccardo Fontana, vice presidente della Ceu con delega al servizio della carità, nell’annunciare il viaggio in Georgia di alcuni componenti della delegazione regionale Caritas e della Caritas italiana, che si terrà dal 16 al 20 novembre.Obiettivo della ‘missione’ è quello di visitare i profughi, vittime dell’ultima crisi bellica tra Georgia e Russia che ha toccato l’apice tra agosto e settembre, provocando diverse decine di migliaia di profughi giunti anche nella capitale Tbilisi. La delegazione Caritas si recherà al campo profughi della città di Gori, dove è stata allestita una mensa dalla Caritas georgiana. Inoltre, incontrerà le autorità civili, tra le quali il ministro dell’Interno, ed anche l’ambasciatore italiano, il nunzio apostolico e il direttore della Caritas georgiana. È da anni che è attivo un proficuo rapporto solidale e di gemellaggio della Chiesa di Spoleto-Norcia, in primis, e a seguire delle altre sette Chiese diocesane della regione, con la popolazione bisognosa della Georgia, promuovendo vari progetti di aiuto a livello pastorale e sociale. Insieme a mons. Fontana si recheranno nel Paese caucasico il delegato Caritas Umbria Marcello Rinaldi, don Lucio Gatti, direttore della Caritas di Perugia, e Arabella Pasqui, volontaria impegnata nei progetti di cooperazione internazionale della Caritas di Città di Castello. Mentre la Caritas italiana sarà rappresentata dal direttore mons. Vittorio Nozza e da due suoi collaboratori, Livio Corazzi e Laura Stopponi, che andranno a vagliare, insieme alla Caritas Georgia, i progetti di medio-lungo periodo per far fronte alle povertà accentuate dalla guerra.

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Spoleto-Georgia Le ragioni della solidarietà https://www.lavoce.it/spoleto-georgia-le-ragioni-della-solidarieta/ Thu, 11 Sep 2008 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=6935 ‘A metà agosto, nel vuoto di notizie, le televisioni ci hanno portato alla ribalta le vicende della Georgia: il dramma di uno scontro militare con morti, feriti e decine di migliaia di profughi. Poi, il ritmo della cronaca ha messo in secondo piano la miseria e la fame di oltre 120 mila persone. Le combinazioni della politica hanno appena tenuto vivo il riferimento alla Georgia, almeno per quel tanto che ai vari soggetti internazionali tornava utile, per dire al mondo quanto ciascuno fosse bravo, influente, capace’. Così si è espresso recentemente l’arcivescovo mons. Riccardo Fontana sulla delicata situazione della Georgia, Paese con il quale la Caritas di Spoleto-Norcia, dall’Anno santo, ha stabilito un ponte. ‘La terra di san Giorgio – dice mons. Fontana – fu in passato un Paese ricco di cultura e di una agricoltura fortunata. Evangelizzato da una donna, la martire santa Nino, contemporanea del nostro san Ponziano, ha conosciuto una straordinaria fioritura cristiana, che ha retto persino alla persecuzione comunista, pur essendo la patria di Stalin. Tbilisi è ancora una splendida città caucasica, che si snoda, con quasi un milione e mezzo di abitanti, lungo il fiume Mtkvari, grande affluente del Mar Caspio. Un tempo centro di alta cultura, di musica e d’arte, dal collasso dell’Urss ha perduto il maggior acquirente dei suoi frutteti e il partener della sua economia. Da un decennio la ricca Georgia è in ginocchio. Nella capitale e nelle sue campagne vi è un gran numero di gente costretta a vivere d’espedienti, delle poche rimesse dall’estero e di un’economia industriale arcaica, che risente ancora delle inadeguatezze del ‘socialismo reale’. Con grande dignità, un popolo avvezzo ad un alto tenore di vita sta sopportando la miseria nera’. L’Arcivescovo, appena possibile, insieme ad una delegazione della Caritas regionale, si recherà in Georgia a portare gli aiuti a quella popolazione ancora una volta provata, ma dignitosissima. ‘Ricordo ancora con commozione – dice mons. Fontana – le lunghe file di anziani pazientemente in attesa delle sole 1.500 porzioni di zuppa che la mensa della Misericordia di quella capitale riesce a distribuire ogni giorno. Mi tornano ancora davanti agli occhi nei magazzini, in attesa d’essere giorno per giorno cucinati, gli scatoloni di pasta inviati da Bastardo, l’olio della Valle spoletana, gli insaccati della Valnerina e del Ternano, la farina dei nostri mugnai, i cereali della nostra montagna e le derrate alimentari che il popolo umbro, volentieri, ha inviato in Georgia. Sono stati riempiti decine di container in questi anni, con significative raccolte’.

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Anzitutto, devono prevalere i diritti dei profughi https://www.lavoce.it/anzitutto-devono-prevalere-i-diritti-dei-profughi/ Thu, 28 Aug 2008 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=6888 Partirà alla volta della Georgia entro il 9 settembre, così come richiesto dallo stesso nunzio apostolico a Tbilisi, l’arcivescovo Claudio Gugerotti. Comunque, appena la situazione lo permetterà, visto che le autorità georgiane hanno prolungato lo stato di guerra fino all’8 settembre. Mons. Riccardo Fontana, delegato alla carità della Conferenza episcopale umbra (Ceu), è preoccupato. ‘In questi giorni, per telefono, sento mons. Gugerotti in continuazione. La prima cosa da fare è quella di far tornare nelle loro case le migliaia di profughi fuggiti dalla capitale in seguito agli scontri armati. Sono i loro diritti che adesso devono prevalere’. Nella sola Tbilisi si parla di circa 70 mila persone allo sbando, nell’intero Paese i profughi sfiorerebbero il numero di 100 mila. Sono fuggiti dai bombardamenti dell’artiglieria e dell’aviazione russa sulla capitale, altri arrivano dall’Ossezia del Sud. Giorni fa, mons. Giuseppe Pasotto, l’amministratore apostolico del Caucaso dei Latini, aveva denunciato anche ‘l’ingresso di truppe paramilitari, fra cui kazaki e ceceni, che depredano le case abbandonate’ai georgiani nella città di Gori, sotto lo sguardo incurante dei soldati russi’. Il rischio che si dia il via su larga scala a feroci pulizie etniche resta elevato. ‘Al patriarca Ilia II porterò la concreta solidarietà dell’Umbria’ L’arcivescovo Fontana ha un rapporto di vecchia data con il Caucaso, dove si è recato molte volte. La lungimiranza dell’uomo l’aveva portato a tessere importanti rapporti tra la Chiesa di Spoleto-Norcia e quell’area già nel 2002 quando, con un folto numero di sacerdoti, si era recato in Armenia per gli esercizi spirituali. In quell’occasione i sacerdoti umbri visitarono le strutture della Caritas di Tbilisi, rendendosi conto delle necessità di un popolo martoriato da conflitti interni e da un’economia inesistente, che penalizza duramente bambini, donne e anziani. Da allora, da Spoleto e Norcia, alla volta della Georgia sono partiti dieci container carichi di indumenti e altri generi di prima necessità. ‘Dobbiamo essere ben consapevoli – afferma oggi mons. Fontana – che il nostro supporto è davvero piccolo, una goccia nel mare del bisogno di quelle genti. Fra qualche giorno ascolterò le loro necessità, divenute ancora più urgenti, dalle parole di quell’uomo saggio che è il patriarca Ilia II, arcivescovo di Mitschete e Tbilisi. La mia sarà una visita di amicizia’. La pace di san Benedetto per la Georgia’Forse – continua mons. Fontana – potrò portare anche il contributo della Caritas italiana, accanto a quello della Caritas dell’Umbria. Nelle nostre chiese, a partire dal giorno di ferragosto, abbiamo avviato una raccolta in denaro che si è protratta anche nelle due domeniche successive. Un gesto di attenzione e di carità, che occorrerà assolutamente prolungare nei mesi a venire’. Da anni, ogni parrocchia della diocesi di Spoleto-Norcia raccoglie alimenti e indumenti da inviare a Tbilisi: in questa direzione, l’arcidiocesi ha mobilitato anche diverse industrie del territorio. Nel 2006, nella capitale della Georgia fu accesa la Fiaccola benedettina per la pace. Ma il Paese resta, oggi più che mai, particolarmente bisognoso di ascoltare il messaggio di pace di san Benedetto da Norcia. Oltre che di ricevere nuove concrete azioni di solidarietà da parte degli umbri.

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Che non sia come 40 anni fa https://www.lavoce.it/che-non-sia-come-40-anni-fa/ Thu, 28 Aug 2008 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=6889 Qualcuno potrà pensare che non sia opportuno ricordare certe date, che lasciano uno strascico di sofferenza e di odio. Ma in questi giorni si sono rivisti in televisione carri armati russi, per fortuna non più ‘sovietici’, che avevano qualcosa di molto minaccioso; e nella zona del Caucaso (vedi articoli a p. 3) si teme che possano ripetersi violenze come sono già pesantemente accadute in Georgia, con centinaia di morti e migliaia di profughi. Il presidente russo Medvedev ha detto che non teme un ritorno della guerra fredda, ma il mondo teme che possa scatenarsi una guerra calda. Sono quaranta anni giusti da quella che fu detta la Primavera di Praga, che doveva dare inizio alla fase del comunismo dal volto umano, contrastato dal comunismo staliniano, che riuscì non solo a vincere con l’esercito, ma anche a convincere molti (non tutti) comunisti italiani. Non fu convinto invece il giovane praghese Jan Palach, che si dette fuoco per protesta contro la repressione sovietica. Il ’68 è stato anche questo. Oggi il mondo è cambiato, il comunismo è crollato, ma sogni di potenza da parte della Russia di Putin e ricerca di autonomia nazionale di piccoli popoli dell’area di influenza russa della zona caucasica, possono innescare tempi di confusione e di tensioni internazionali. Alcuni commentatori politici si sono domandati se dopo 40 anni si possa paragonare Tbilisi a Praga e la Georgia alla Cecoslovacchia. Tutti pensano e sperano che non sia così. Ma intanto il Papa ha ammonito duramente ed ha messo in guardia contro il ricorso alla violenza per dirimere questioni territoriali. All’Angelus di domenica scorsa e nella catechesi d mercoledì ha detto che si ‘si deve respingere la tentazione di affrontare nuove situazioni con vecchi sistemi’, quali l’uso delle armi, mentre si deve ricorrere alla ‘forza morale, trattative eque e trasparenti a partire da quelle legate al rapporto tra integrità territoriale e autodeterminazione dei popoli, fedeltà alla parola data e ricerca del bene comune’. Le indicazioni di Benedetto XVI sono chiare e universalmente accettabili, perché fondate sulla razionalità, il buon senso, rispetto della legalità e del bene dei popoli. Un forte richiamo contro la violenza l’ha fatta anche a difesa della Chiesa cattolica in India, dove sono avvenute aggressioni contro i cristiani. A sostenere una vera e propria persecuszione sono i fondamentalisi indù, contrari a cristiani e musulmani. La Sala stampa vaticana ha inviato una Nota di protesta al Governo Indiano perché si ponga fine alle violenze e si ristabilisca un clima di rispetto e di libertà. Ci si è domandati come mai dalla religione di Gandhi, che esalta il valore del rispetto per ogni vita e della non violenza, si sprigioni tanto odio. La risposta è data dal card. Tauran, che ha escluso una lotta tra religioni, depositarie di princìpi di giustizia e di rispetto, mentre chi fa violenze sono uomini religiosi che non rispettano i princìpi della loro fede. Un motivo di natura politica dà un’ulteriore spiegazione, ricordando che i cristiani sono per l’abolizione delle caste e l’emancipazione dei dalit, quella classe fuori casta cui è consentito soltanto raccogliere con le mani escrementi per le strade. Nella grande democrazia indiana ci sono ancora simili forme di vita socilae, che i cristiani osteggiano. Ciò spiega molte cose.

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28 tonnellate verso la Georgia https://www.lavoce.it/28-tonnellate-verso-la-georgia/ Thu, 09 Feb 2006 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=4969 Martedì 7 febbraio con il carico di un container diretto a Tbilisi, capitale della Georgia, si è conclusa la raccolta di alimenti in favore della popolazione georgiana promossa dall’arcidiocesi di Spoleto-Norcia. Un numeroso gruppo di persone, in rappresentanza delle varie parrocchie della diocesi, giovani e meno giovani, alcuni ragazzi ed operatori del centro di solidarietà “Don Guerrino Rota” ed i ragazzi della casa di San Sabino, con un lungo passamano hanno caricato su di un container, il significativo quantitativo di merce raccolto.

Dall’inizio dell’Avvento fino al mese di gennaio, infatti, tutte le parrocchie dell’arcidiocesi e molti privati hanno fatto pervenire generi alimentari di vario tipo direttamente alla Caritas diocesana, che li ha raccolti in un magazzino sito a Madonna di Lugo. Stando alle stime rilasciate dai responsabili Caritas, nel magazzino sono stati depositati circa 28.601 kg di alimenti vari, di cui: 16.216 kg di pasta; 1.150 kg di zucchero; 1.740 kg di farina; 2.400 kg di legumi. Il carico è indirizzato alla Caritas georgiana che cerca di sfamare, attraverso una mensa dei poveri, una popolazione costretta alla fame. È l’ottavo container che la Caritas diocesana, in questi anni, riempie ed invia in Georgia; nel tempo si è saldato un forte gemellaggio con la Caritas del posto e con il suo direttore, padre Witold Szulczynski.

Nella giornata di San Ponziano, simbolicamente, le nove foranie della diocesi hanno consegnato al card. Angelo Sodano un cesto di alimenti per la Georgia ricordando, nel giorno del Patrono di Spoleto, quella popolazione dimenticata. Durante le operazioni di carico del container, svolte in allegria e fratellanza, ha fatto visita ai volontari anche mons. Riccardo Fontana che ha ringraziato i partecipanti. “In Georgia c’è fame. Questo container è poca cosa per un popolo di cui non importa nulla a nessuno, ma conta anche questo’ ha detto l’Arcivescovo. L’autista del camion con il container diretto ad Ancona, da dove, via mare, raggiungerà Tbilisi, guardando meravigliato le tante persone che stavano caricando, ha affermato: “Non ho mai visto una cosa di questo genere”. “Questa è la vera gioia”, ha detto un soddisfatto don Vito Stramaccia, responsabile della Caritas diocesana. Dopo tre ore di carico il container è stato sigillato simbolicamente da un ragazzo del Ceis e un lungo applauso ha concluso un pomeriggio diverso speso bene.

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Georgia alla fame https://www.lavoce.it/georgia-alla-fame/ Thu, 15 Dec 2005 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=4879 La Caritas diocesana per tutto il periodo di Avvento 2005 e per quasi tutto il mese di gennaio 2006, come era accaduto già negli anni precedenti, promuove la raccolta di generi alimentari in favore della popolazione georgiana. Pasta, olio, riso, cereali e legumi secchi, zucchero, ed ancora pesce e carne in scatola, biscotti, dolci, verdure o frutta in contenitori di metallo e conserve di frutta saranno raccolte a Spoleto in un capannone nelle vicinanze dei vigili del fuoco, presso la zona industriale di Madonna di Lugo. Tali generi alimentari permetteranno alla Caritas Georgia, beneficiaria della raccolta, di assicurare il sostentamento di circa 800 persone: bambini ed anziani che riempiono ogni giorno la mensa. Padre Witold Szulczynski, direttore della Caritas georgiana, nella sua visita a Spoleto del 18 novembre scorso, ha personalmente ringraziato mons. Riccardo Fontana ed il direttore della Caritas diocesana don Vito Stramaccia e, attraverso di loro, l’intera arcidiocesi di Spoleto- Norcia per l’aiuto offerto. ‘Io spesso non so come esprimere la mia gratitudine a voi, alle vostre famiglie e associazioni che ci aiutate con i viveri’ ha più volte ribadito padre Witold. La situazione che la Caritas Georgia deve affrontare ogni giorno è impegnativa. Attraverso il suo direttore ha informato che ‘per la maggioranza il pasto caldo che ricevono è il permesso per la vita, per il domani’.Nel suo soggiorno a Spoleto padre Witold ha portato il saluto di tutti gli ospiti della mensa ed il ringraziamento a tutti coloro che, dalla raccolta allo stoccaggio, ogni anno permettono l’invio dei generi alimentari. Il direttore della Caritas Georgia si è detto felice per questo gemellaggio tra la loro Chiesa e l’arcidiocesi di Spoleto-Norcia. Il sostegno della diocesi spoletina va, inoltre, al di là dell’invio annuale di scorte alimentari.Le tante adozioni a distanza promosse, infatti, permettono a molti bambini, oltre che di soddisfare l’esigenza primaria di nutrirsi, di poter crescere e studiare. Le numerose visite di delegazioni dell’arcidiocesi di Spoleto-Norcia sono state occasione per vedere la realtà georgiana ed il lavoro che la Caritas Georgia cerca di svolgere lì, e per rafforzare ancora di più il rapporto tra le due Chiese. C’è grande aspettativa per la raccolta di generi alimentari di quest’anno nella gente georgiana, che vive grazie alla mensa, e nella stessa Caritas. Vista la prossimità del Natale, padre Witold Szulczynski ha colto anche l’occasione per augurare a tutti di passare una festa piena di gioia, di allegria e di salute. Citando un proverbio della sua terra di origine, la Polonia, ha detto che ‘chi ringrazia chiede due volte’.La raccolta di viveri promossa dalla Caritas diocesana è volta a soddisfare le attese di padre Witold e di chi, lì in Georgia, costretto a vivere con 13 euro di pensione deve scegliere tra il curarsi o scaldarsi o mangiare. Di chi sopravvive grazie alla mensa. La conclusione della raccolta è prevista per fine gennaio e si spera che, in questo lasso di tempo, tante persone possano dimostrare ancora la loro generosità, nel vero senso del Natale.

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Georgia – Umbria dialogo di carità tra due Chiese https://www.lavoce.it/georgia-umbria-dialogo-di-carita-tra-due-chiese/ Thu, 02 Dec 2004 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=4177 La delegazione umbra della Caritas è rientrata in Italia dopo la missione in Georgia. Tutti oramai sappiamo delle difficoltà che il popolo georgiano sta affrontando. La Caritas regionale, su questo fronte, si è mobilitata e continuerà a farlo. Molta gente però potrebbe chiedersi come la gente, e soprattutto la Chiesa ortodossa, vede questo interessamento della Chiesa cattolica. Ne parliamo con l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Riccardo Fontana che ha guidato il gruppo umbro nel Caucaso. Eccellenza, come ha trovato la Georgia due anni dopo la sua precedente visita? “Male. Non ci sono parole per spiegare quello che il popolo georgiano sta vivendo. Fin quando non ci si reca personalmente sul posto è difficile capire. Pensi che ho visto tanti bambini tra la neve, molti profughi ripararsi nei miseri resti delle case distrutte. Mi sono detto: ma questo è il presepio. Subito mi è venuto in mente il grande affresco di Filippino Lippi presente nel mio Duomo, dove la Natività di Gesù è la risposta divina alla città dell’uomo distrutta dalle lotte fratricide e dalla violenza”. Come è stata accolta dalla gente locale la vostra delegazione? “Direi molto bene. Tra i poveri dell’Ossezia nelle case bombardate e bruciate, da noi visitate, a chi ci chiedeva chi fossimo abbiamo risposto d’esser cattolici romani. Anche i più semplici hanno capito. “Cristiani come noi” hanno commentato. Eppure da quelle parti non arriva neanche la televisione. Nei monti del Caucaso insanguinati dai calcoli politici di equilibri lontani, tra la gente passa più la carità che non le parole o le promesse”. Avete incontrato la comunità Ortodossa georgiana? “Il patriarca Elia II di Georgia ha salutato la nostra delegazione dicendo che non è mai stato nella nostra terra, ma che conosce e venera i santi Benedetto e Francesco, e in essi ama riconoscerci tutti. Si è interessato quanto i presenti fossero lontano da Assisi, e ha detto che in Georgia tutti conoscono i nostri santi. Ha gradito molto la nostra visita in Ossezia e ci ha detto di ringraziare di cuore la nostra gente per la delicatezza che ha avuto, e che continuerà ad avere, nei confronti del suo popolo”. Quindi non è vero che gli Ortodossi sono chiusi al dialogo con le altre chiese cristiane e con le altre religioni, in modo particolare con il Cristianesimo? “Per spiegarci con quali sentimenti la gente del Caucaso accoglie la carità della Chiesa cattolica romana, Elia II ci ha raccontato una vecchia storia di quando egli stesso era bambino. I suoi genitori avevano degli amici musulmani che varie volte di passaggio per la sua città venivano ospitati in casa. Era una gran festa. Anche i bambini aiutavano a stendere nella camera da letto degli ospiti dei tappeti perché, si sa, i musulmani pregano Dio inginocchiandosi sopra i tappeti. La famiglia ortodossa pregava davanti alla bella icona di casa, i musulmani sui tappeti, ma Dio era sempre lo stesso e nella fraternità della mensa gli uni e gli altri condividevano la stessa serenità d’essere in pace con Dio e col prossimo, in amicizia”. Quale è stato il ricordo più bello che questa visita le ha lasciato? “Il 22 novembre in Georgia, terra appunto di san Giorgio, è la festa del Patrono, l’antico cavaliere che sconfigge il dragone del male. Alla caduta del comunismo tutto il popolo si è tassato e ha voluto sul colle ad oriente del fiume nel cuore di Tbilisi una grande chiesa dedicata alla Trinità. I giornali hanno scritto che è il segno della rinascita e della dignità di un popolo provato ma non vinto. Per la dedicazione erano convenuti in Georgia vescovi di tutte le Chiese della santa Ortodossia: l’inviato del Patriarca di Costantinopoli, di quello di Mosca, di quello di Belgrado. Vescovi armeni, caldei, copti, siriaci. Con il Nunzio apostolico ero stato invitato anch’io. Al ringraziamento del Patriarca per i gesti di comunione delle Chiese sorelle, sono rimasto colpito quando il vecchio Pontefice georgiano da ultimo ha detto la sua contentezza perché c’erano in Chiesa anche due vescovi della Chiesa di Roma, che auspicando una futura ripresa della comunione, intanto si era fatta presente ai georgiani con la carità. In quella situazione mi sono reso conto che i gesti semplici della carità riescono ad essere capiti e corrono più veloci delle istituzioni”.

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Missione Georgia https://www.lavoce.it/missione-georgia/ Thu, 11 Nov 2004 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=4143 Tutto il territorio spoletano ha vissuto un giorno fantastico lunedì 8 novembre. Oltre cento volontari di tutte le età, presente anche una classe dell’Istituto d’Arte, si sono ritrovati nell’ex caserma Minervio a Spoleto per caricare il container “Destinazione Georgia”. Il clima sembrava quello di una festosa fiera: “passami le coperte che ho uno spazio da riempire”, “veloce con i panettoni”, “avanti con il passamano che così snelliamo il lavoro”, incitavano gli operatori della Caritas. Nel giro di poco tempo un grande container lungo 12 metri si è riempito di generi alimentari, di giocattoli e di vestiario. Oltre alla mobilitazione per riempire il carico, grandissima è stata la risposta dei commercianti della diocesi che hanno fatto pervenire generi di ogni qualità e necessità. Anche le altre Caritas dell’Umbria hanno risposto alla raccolta promossa dalla Chiesa di Spoleto, che da tempo è capofila per la situazione georgiana. Alle 11.45 un lungo applauso ha scandito la chiusura dei portelloni del container. All’appuntamento non poteva mancare mons. Fontana, che si è messo insieme ai volontari a caricare i pacchi. Il Vescovo si è detto commosso nel vedere la sensibilità e l’amore con cui gli spoletini hanno risposto al suo appello. Anche il sindaco Massimo Brunini ha voluto manifestare, con la sua presenza, pieno apprezzamento per l’iniziativa. E proprio a lui è toccato, a nome dell’intera cittadinanza, apporre i sigilli allo speciale carico. Partito il camion, tutte le persone presenti si sono messe a discutere su come e quando ritrovarsi per caricare un nuovo container, visto che ci sono ancora tante merci, e tante altre ne stanno arrivando. Il container raggiungerà la Georgia prima via mare (da Ancona a Poti) e poi via terra, fino a Tbilisi, intorno al 21 novembre. Al suo arrivo l’arcivescovo Fontana, insieme al Nunzio Apostolico mons. Claudio Gugerotti, toglierà i sigilli posti dal sindaco. La visita della delegazione, cui parteciperà anche mons. Nozza, direttore nazionale della Caritas, durerà cinque giorni. Oltre a portare personalmente gli aiuti, ad un popolo martoriato da conflitti interni, che generano una povertà inimmaginabile, la visita vuole essere anche un sopralluogo per poi definire meglio gli interventi. La speranza è quella di istituire un campo aiuti in loco, come quello che la Caritas regionale ha nel Kosovo.

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La Georgia chiede aiuto all’Umbria https://www.lavoce.it/la-georgia-chiede-aiuto-allumbria/ Thu, 21 Oct 2004 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=4086 Quando si spengono i “riflettori” su un’emergenza umanitaria è il momento in cui c’è più bisogno di tenere alta l’attenzione. Ultimo caso è quello della grave situazione politico-sociale della Georgia-Ossezia, che ha toccato l’apice con la strage di centinaia di persone, soprattutto bambini, della scuola di Beslan, le cui immagini hanno fatto il giro del mondo. Anche in questo caso le Chiese dell’Umbria, attraverso la Delegazione regionale della Caritas, non fanno mancare il loro sostegno. A chiederlo sono il Nunzio apostolico in Georgia e il direttore della Caritas nazionale georgiana, che hanno invitato la Caritas italiana e la Caritas dell’Umbria a visitare il Paese. L’invito è stato subito accolto e dal 21 al 24 novembre si recheranno in Georgia l’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Riccardo Fontana, delegato della Conferenza episcopale umbra per la pastorale della carità, mons. Vittorio Nozza, direttore della Caritas italiana, Paolo Beccegato, responsabile Area internazionale della Caritas italiana, Giocondo Leonardi, delegato regionale Caritas Umbria, e don Vito Stramaccia, direttore della Caritas diocesana di Spoleto-Norcia. Sarà una visita per conoscere la realtà e capire quali possono essere i progetti di intervento di medio-lungo periodo a sostegno della popolazione locale. Intanto, sempre il Nunzio apostolico e il direttore della Caritas Georgia incoraggiano ad inviare con urgenza generi di prima necessità (alimenti in scatola a media-lunga conservazione, legumi secchi, farina, pasta, olio, biscotti, latte in polvere, generi alimentari per l’infanzia, indumenti invernali nuovi e materiale per la scuola e di studio). È un gesto concreto “per non dimenticare i bambini di Beslan”, mirato a portare aiuto e solidarietà in questa regione dell’ex Urss, dove da dodici anni si verificano gravi scontri etnici che causano forti tendenze separatistiche. Con l’acuirsi della crisi negli ultimi mesi, sono già 3 mila i profughi dell’Ossezia giunti in Georgia, che conta 6 milioni di abitanti e la gran parte dei quali vive in condizioni di povertà e fame. La Delegazione regionale Caritas fa così suo l’impegno proposto dalla Caritas diocesana di Spoleto-Norcia, che da due anni sostiene progetti di aiuto per la popolazione georgiana, promuovendo questa raccolta che inizierà il 23 ottobre e si concluderà il 4 novembre. Chi vuole aderire all’iniziativa può far pervenire il suo contributo alla sede della Caritas diocesana di appartenenza, che raccoglierà e selezionerà il materiale per poi consegnarlo alla Caritas di Spoleto. Quest’ultima sta già predisponendo un primo container per inviare in Georgia il materiale frutto della raccolta.

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Georgia chiama Umbria https://www.lavoce.it/georgia-chiama-umbria/ Thu, 07 Oct 2004 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=4068 Situazione drammatica. Con queste parole il Nunzio Apostolico in Georgia e Ossezia mons. Claudio Gugerotti (nella foto con alcuni giovani), ha iniziato la relazione con cui ha presentato domenica scorsa, ai vari settori della Caritas diocesana, la realtà attuale della Georgia. Il paese del Caucaso sta vivendo una situazione interna di forte tensione. Da una parte è ancora sotto gli occhi di tutti la strage di Beslan, che ha causato la morte di molti piccoli bambini innocenti, dall’altra il paese non riesce a superare quella crisi economica e politica che si protrae da più di dieci anni. La regione dell’Ossezia, prosegue il Presule, da tempo sta vivendo la dura realtà della guerra civile, e questo ha causato più di tremila profughi che sono senza cibo e lavoro. In tutta la regione c’è distruzione, le case sono ridotte in macerie, i terreni bruciati e le scuole senza neanche più i libri. Le istituzioni politiche, causa la loro corruzione, non riescono a prendersi cura dei più disagiati. E così è la Caritas della Georgia che si è messa accanto agli ultimi. Subito, dopo la strage di Beslan, la Caritas si è mobilitata fornendo assistenza medica, viveri, e sostegno psicologico alle famiglie delle vittime. Al termine del suo discorso mons. Gugerotti ha lanciato da Spoleto un forte appello a tutti i cristiani, quello di impegnarsi e di non abbandonare al proprio destino la realtà georgiana. Subito, senza neanche rifletterci su più di tanto, la Caritas ha dato la sua disponibilità. Infatti, nel mese di novembre partirà, come già negli scorsi anni, un container pieno di viveri, vestiti e quant’altro necessario per il popolo georgiano. Inoltre una delegazione Caritas nazionale e regionale si recherà presto in Georgia per effettuare un sopralluogo e per stabilire quali sono le necessità primarie di quella gente, per poter poi attivare dei progetti specifici. Il Nunzio, e con lui anche il direttore della Caritas Georgia che molte volte si è recato a Spoleto, conta tantissimo sulla vicinanza e sull’aiuto della Chiesa italiana. Il sogno è che le esperienze di Spoleto e Trento, che hanno istituito una vera e propria gara di generosità, possa estendersi in tutta Italia. Terminato poi l’incontro nei locali arcivescovili, la delegazione guidata dal Nunzio e da mons. Fontana, si è recata nella parrocchia di San Nicolò dove ha condiviso un’agape fraterna. Nel ringraziare mons. Gugerotti della sua visita, l’Arcivescovo di Spoleto – Norcia, ha assicurato che la Caritas regionale dell’Umbria si affiancherà spiritualmente e materialmente al popolo georgiano per combattere la povertà e per costruire un futuro pieno di pace e di speranza.

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Spoleto festeggia il suo Patrono con un solenne Pontificale celebrato da mons. Fontana. All’offertorio portate all’altare le offerte per l’Armenia e la Georgia https://www.lavoce.it/spoleto-festeggia-il-suo-patrono-con-un-solenne-pontificale-celebrato-da-mons-fontana-alloffertorio-portate-allaltare-le-offerte-per-larmenia-e-la-georgia/ Thu, 15 Jan 2004 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=3578 A poco più di un anno dalla chiusura del Sinodo, non possiamo che rallegrarci della recente festa di san Ponziano martire, protettore principale della città di Spoleto e dell’arcidiocesi di Spoleto-Norcia: nella fedeltà esemplare alle indicazioni del Sinodo stesso, per quella ‘educazione alla santità’ che tanto ci ha raccomandato particolarmente il Decreto del 27 gennaio 2002. Del resto fu proprio nella festa di san Ponziano del 1996 che venne tra noi l’attuale arcivescovo mons. Riccardo Fontana, che già prima dell’ingresso in diocesi ci aveva dato un sicuro indizio di quello che sarebbe stato il suo servizio episcopale, chiedendo che ogni eventuale intenzione di doni-omaggio, si concretizzasse in un’offerta per l’istituenda mensa dei poveri a Spoleto. I tre pilastri dell’edificio che avremmo insieme costruito furono chiari fin da allora: catechesi, carità, celebrazione. In ognuno, il Cristo, Parola, Amore, Offerta. E questo, a partire dalle feste, tutte, dei nostri santi, in ogni angolo della diocesi, e particolarmente nei due centri, ormai famosi nel mondo, Spoleto, con Ponziano e Chiara, Norcia con Benedetto e Rita. Coralità di popolo sano ed entusiasta: vocazione comune e non via privilegiata di pochi. Via doverosa per tutti, non già soltanto per pochi eletti: ‘santità (Parola, obbedienza, sacramenti, preghiera, abnegazione, servizio ai fratelli, virtù, consigli evangelici, assimilazione a Cristo Signore) da realizzare nella vita ordinaria di ciascuno’ ed ognuno con il suo specifico ministero. Coralità di popolo sano ed entusiasta che ha avuto la sua acme nel solenne Pontificale dell’arcivescovo mons. Fontana il giorno della festa alle 11.30 in cattedrale, con la partecipazione dell’intero presbiterio diocesano, secolare e regolare, diaconi, ministri religiosi e laici da ogni zona dell’arcidiocesi, come pure delle autorità civili e militari con rappresentanze le più varie. Larghissima la presenza dei giovani che avevano avuto già il loro grande momento con la rappresentazione della ‘Passio’ del Santo dopo i vespri della vigilia. E, alla sera della festa, il ritorno della grande reliquia ‘la Sacra testa’ (il capo mozzato del Martire) alla gloriosa basilica del Colle Ciciano, con il grande corteo di cavalieri (san Ponziano, di famiglia nobile è raffigurato cime cavaliere nello stesso stemma della città). E già al mattino, le lodi nella chiesa delle clarisse di Sant’Omobono, presbiteri, religiosi, religiose, laici, osannando al Signore per un martire così giovane e così glorioso, il vincitore dei sette tormenti, volato al cielo unicamente dopo l’invocazione alla Trinità al momento del triplice colpo della decapitazione. Giovane e vigoroso Ponziano, che sfidò il suo giudice, autentico emblema di un popolo che accetta la sfida di ogni tempo, sempre più deciso nel suo cammino di libertà e di profezia. La festa è culminata nel solenne Pontificale dell’arcivescovo mons. Riccardo Fontana, di cui ricordiamo, proprio oggi, l’inizio del nono anno di servizio episcopale. Da segnalare particolarmente l’omelia, vigorosa e generosa, per le linee di azione in questo nuovo periodo. ‘Tutto è da ricondurre a Dio e alla sua grazia; nostri, unicamente i limiti e le carenze’. Non possiamo che impegnarci in quell’Unità che tanto mons. Fontana ci ha raccomandato e quella Carità che si è espressa all’offertorio con l’interminabile sfilata con le rappresentanze delle parrocchie di tutta l’arcidiocesi con le offerte per l’Armenia e la Georgia.

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