gemellaggio Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/gemellaggio/ Settimanale di informazione regionale Thu, 11 Nov 2021 13:29:54 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg gemellaggio Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/gemellaggio/ 32 32 Nel nome di santa Rita da Cascia il gemellaggio con Maaloula (Siria) https://www.lavoce.it/santa-rita-da-cascia-gemellaggio-siria/ Tue, 24 Mar 2020 10:09:19 +0000 https://www.lavoce.it/?p=56553

Missione: Impossibile” per santa Rita quest’anno.

L’emergenza virus farà rinviare gli eventi previsti in occasione della sua festa, in particolare un importante gemellaggio con la Siria. Ma l’appuntamento è solo rimandato, presumibilmente subito dopo l’estate. L’evento, inizialmente previsto per il 22-27 aprile nell’ambito del pellegrinaggio della Fiaccola di santa Rita, vede protagonisti la diocesi di Spoleto-Norcia, i santuari di Cascia e Roccaporena e il Comune di Cascia, da una parte, e dall’altra la città siriana di Maaloula. 1.500 metri di altitudine a una sessantina di chilometri da Damasco, in direzione Libano.

Maalula, la città dove ancora si parla la lingua di Gesù

Una località molto particolare, dichiarata Patrimonio dell’Unesco. Unico posto al mondo in cui si parla ancora l’aramaico, la lingua che Gesù stesso usava nella vita quotidiana. Lì santa Rita è venerata dai cristiani, maroniti e melkiti (Chiese autoctone del Medio Oriente). Una scultura che raffigura la Santa fu distrutta dall’Isis nel corso dei combattimenti e delle occupazioni. Restaurata da un giovane del luogo, parrocchiano della comunità melkita di San Giorgio. Immagine ora tanto più legata agli affetti della popolazione in quanto quello stesso giovane è successivamente caduto vittima della terrificante guerra che da un decennio devasta questa parte del mondo. L’attacco a questa località non aveva valore strategico per l’Isis, era una pura dimostrazione di odio contro un “simbolo” cristiano. Maaloula è tornata da cinque anni sotto l’egida del governo di Damasco (che tutela i cristiani contro gli estremisti islamici), ma ancora oggi appare quasi disabitata, dopo dieci anni di guerra, un conflitto che ha provocato oltre mezzo milione di morti e milioni di sfollati. In passato era meta di frequenti pellegrinaggi a causa dei suoi santuari rupestri e della devozione legata a santa Tecla. La tradizione la considera discepola di san Paolo, sebbene non compaia nel Nuovo Testamento.

Il gemellaggio, aiuto concreto per i cristiani

Al momento, dei 3.000 cristiani che abitavano a Maaloula, se ne contano circa un quarto. La parrocchia melkita e numerose abitazioni restaurate grazie ai contributi della Cei. Il gemellaggio con diocesi di Spoleto e santuario di Cascia si ripromette di diventare un aiuto concreto alla comunità cristiana di questo ‘avamposto’ cristiano unico al mondo. Santa Rita - scrive l’arcivescovo Renato Boccardo
“questa piccola donna, pur se lontana nel tempo, continua a proporre agli uomini e alle donne con l’esempio della sua vita i valori evangelici sui quali edificare l’esistenza, e con la sua intercessione ottiene per tutti grazie e favori”.
In Siria “non potremo certo influire direttamente sulle delicate dinamiche politiche ed economiche che hanno generato e mantengono in vita questo grave e inutile conflitto”. Tuttavia “la nostra presenza vorrà manifestare la vicinanza della grande famiglia dei devoti di santa Rita verso quei cristiani, e anche nei confronti dei fedeli dell’islam, come noi creati da Dio, come noi fatti a Sua immagine e somiglianza”. Dario R.]]>

Missione: Impossibile” per santa Rita quest’anno.

L’emergenza virus farà rinviare gli eventi previsti in occasione della sua festa, in particolare un importante gemellaggio con la Siria. Ma l’appuntamento è solo rimandato, presumibilmente subito dopo l’estate. L’evento, inizialmente previsto per il 22-27 aprile nell’ambito del pellegrinaggio della Fiaccola di santa Rita, vede protagonisti la diocesi di Spoleto-Norcia, i santuari di Cascia e Roccaporena e il Comune di Cascia, da una parte, e dall’altra la città siriana di Maaloula. 1.500 metri di altitudine a una sessantina di chilometri da Damasco, in direzione Libano.

Maalula, la città dove ancora si parla la lingua di Gesù

Una località molto particolare, dichiarata Patrimonio dell’Unesco. Unico posto al mondo in cui si parla ancora l’aramaico, la lingua che Gesù stesso usava nella vita quotidiana. Lì santa Rita è venerata dai cristiani, maroniti e melkiti (Chiese autoctone del Medio Oriente). Una scultura che raffigura la Santa fu distrutta dall’Isis nel corso dei combattimenti e delle occupazioni. Restaurata da un giovane del luogo, parrocchiano della comunità melkita di San Giorgio. Immagine ora tanto più legata agli affetti della popolazione in quanto quello stesso giovane è successivamente caduto vittima della terrificante guerra che da un decennio devasta questa parte del mondo. L’attacco a questa località non aveva valore strategico per l’Isis, era una pura dimostrazione di odio contro un “simbolo” cristiano. Maaloula è tornata da cinque anni sotto l’egida del governo di Damasco (che tutela i cristiani contro gli estremisti islamici), ma ancora oggi appare quasi disabitata, dopo dieci anni di guerra, un conflitto che ha provocato oltre mezzo milione di morti e milioni di sfollati. In passato era meta di frequenti pellegrinaggi a causa dei suoi santuari rupestri e della devozione legata a santa Tecla. La tradizione la considera discepola di san Paolo, sebbene non compaia nel Nuovo Testamento.

Il gemellaggio, aiuto concreto per i cristiani

Al momento, dei 3.000 cristiani che abitavano a Maaloula, se ne contano circa un quarto. La parrocchia melkita e numerose abitazioni restaurate grazie ai contributi della Cei. Il gemellaggio con diocesi di Spoleto e santuario di Cascia si ripromette di diventare un aiuto concreto alla comunità cristiana di questo ‘avamposto’ cristiano unico al mondo. Santa Rita - scrive l’arcivescovo Renato Boccardo
“questa piccola donna, pur se lontana nel tempo, continua a proporre agli uomini e alle donne con l’esempio della sua vita i valori evangelici sui quali edificare l’esistenza, e con la sua intercessione ottiene per tutti grazie e favori”.
In Siria “non potremo certo influire direttamente sulle delicate dinamiche politiche ed economiche che hanno generato e mantengono in vita questo grave e inutile conflitto”. Tuttavia “la nostra presenza vorrà manifestare la vicinanza della grande famiglia dei devoti di santa Rita verso quei cristiani, e anche nei confronti dei fedeli dell’islam, come noi creati da Dio, come noi fatti a Sua immagine e somiglianza”. Dario R.]]>
Amore oltre le barriere linguistiche https://www.lavoce.it/amore-oltre-le-barriere-linguistiche/ Wed, 09 Sep 2015 11:01:51 +0000 https://www.lavoce.it/?p=43102 Foto di gruppo dei giovani di Trestina in Perù
Foto di gruppo dei giovani di Trestina in Perù

C’è chi parte per curiosità, chi per spirito d’avventura… chi lo vede come un punto d’arrivo e chi come una partenza, un nuovo inizio. C’è chi parte con lo zaino leggero e chi, “per stare tranquillo”, riempie ogni spazietto vuoto della valigia.

C’è chi si fa film mentali su cosa troverà, chi parte a occhi chiusi e cuore aperto. Un mese di sorrisi, abbracci, sguardi, paure, dubbi e domande. Il fatto è che non si può spiegare a parole ciò che spesso nemmeno gli occhi riescono a contenere.

Abbiamo conosciuto la povertà, quella vera, ma anche l’amore e la fede. La fede di chi, pur non avendo nulla, con il Signore ha tutto. Momenti intensi quelli vissuti da noi 18 ragazzi di Trestina e dintorni, guidati dal sacerdote don Simone Valori, che quest’anno abbiamo trascorso un agosto decisamente diverso dal solito!

Un viaggio dall’altra parte del mondo alla scoperta del Perù. Prima tappa Huaylas, dove abbiamo partecipato all’inaugurazione dell’oratorio dedicato a Mauro Zambri, uno dei primi trestinesi a recarsi nella parrocchia peruviana dopo la nascita del gemellaggio con la parrocchia San Donato, che si era sin da subito innamorato di quei luoghi.

La costruzione dell’oratorio aveva preso il via proprio in coincidenza dell’arrivo del primo gruppo di volontari, tra cui anche il parroco don Vinicio Zambri. Poi è stato il momento di Pallasca. Catechisti di bambini che si sono affidati completamente a noi, così impacciati e balbettanti (viste le difficoltà linguistiche) che spesso ci sentivamo fuori posto… ma sempre nel posto giusto.

L’unica “arma” a nostra disposizione le parole che padre Ugo de Censi, missionario e fondatore dell’Operazione Mato Grosso, ci aveva lasciato al nostro arrivo a Lima: “Amate ogni bambino. Potrete non capire la lingua ma, se li amate, loro lo sapranno”.

Lungo il viaggio di ritorno, tappa a Tauca e ai suoi taller, scuole dove ragazzi di diverse età vengono indirizzati a un mestiere per garantire loro un futuro. I vari corsi vanno dalla falegnameria alla scultura, dal mosaico alla creazione di gioielli e vetrate e tanto altro. Opera imponente quella di padre Ugo che, una volta impostata questa struttura educativa, decise quale sarebbe stato l’unico criterio per l’ingresso ai corsi: il livello di povertà.

Tutto per i più poveri, tutto per dar loro una vita e un futuro migliore. Non si può non rimanere incantati dalla bellezza del posto, che sembra come avvolto da un’aura speciale che ti fa star lì, immobile, a fissare le tante “opere d’arte” e le manine di quei ragazzi che si dedicano completamente al loro lavoro, quasi senza far caso alla tua presenza.

Dopo una breve tappa a Chimbote e una visita alla sua meravigliosa cattedrale, è giunto il momento, anche se per molti a malincuore, di ripartire. In Perù abbiamo lasciato tutto ciò che avevamo. Ci siamo spogliati di tutto, svuotati. Nonostante ciò, non ci siamo mai sentiti così pieni. Pieni di vita, amore e speranza, doni gratuiti di bambini, anziani e volontari che abbiamo incontrato lungo il nostro cammino e che rimarranno segni indelebili nei nostri cuori. Siamo partiti senza sapere cosa avremmo trovato, ora sappiamo che non saremo più gli stessi.

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Cipolla “in tutte le salse” https://www.lavoce.it/cipolla-in-tutte-le-salse/ Thu, 03 Sep 2015 09:20:59 +0000 https://www.lavoce.it/?p=42996 Conf-Cipolla_trecciaSarà ancora lei la regina indiscussa della Festa: la cipolla di Cannara, prodotto tipico delle argillose terre di questo comprensorio territoriale ancora una volta farà da padrona in un happening che valorizza e promuove l’intero territorio cannarese, con i suoi tesori artistici, culturali e paesaggistici.

Dal 2 al 6 settembre e dall’8 al 13 settembre torna la festa della Cipolla di Cannara, uno degli appuntamenti gastronomici, e non solo, più importanti dell’Umbria, torna grazie all’amore e al lavoro delle persone e delle associazioni che gestiscono gli stand gastronomici e all’Ente Festa della Cipolla, attività che ogni anno raccoglie circa 80.000 persone.

Come sempre saranno 6 i punti ristoro protagonisti nel centro storico dove sarà possibile gustare le tante specialità alla cipolla e non solo. Quest’anno, oltre alla consueta formula gastronomica, si aggiungeranno numerosi eventi collaterali quali il cooking show di “Giorgione”, lo chef Giorgio Barchiesi ormai diventato un grande personaggio televisivo e nominato ambasciatore della cipolla di Cannara che, insieme a Jennifer Mcllvaine, chef americana e blogger con il suo Life Italian Style, il 10 settembre alle ore 18 presso l’Auditorium San Sebastiano, si confronteranno con la Cipolla di Cannara e la Cipolla dolce di Walla Walla: un progetto di collaborazione con la città dello Stato di Washington iniziato lo scorso anno con la sottoscrizione del rapporto di gemellaggio.

La chef McIlvaine, residente a Cannara e trasferitasi dagli Usa dopo 7 anni di attività come chef professionista, realizzerà in parallelo a Giorgione il cooking show del gemellaggio. Molte altre saranno le novità, come il mercato di Pat – prodotti agroalimentari tradizionali – e il menu gluten free in collaborazione con Aic Umbria, disponibile solo su prenotazione presso lo stand del Giardini Fiorito (info e prenotazioni: cell. 334.1333326 – 339.2987143). Inoltre sabato 5 e domenica 6, sabato 12 e domenica 13, i sei stand saranno aperti anche a pranzo con menù fisso, e apertura straordinaria del Museo di Cannara.

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Rita, santa più unica che rara https://www.lavoce.it/rita-santa-piu-unica-che-rara/ Wed, 27 May 2015 09:50:10 +0000 https://www.lavoce.it/?p=34191 Il card. Bassetti presiede la celebrazione insieme al vescovo Boccardo
Il card. Bassetti presiede la celebrazione insieme al vescovo Boccardo

“Rita è una Santa più unica che rara, in quanto tutti si possono riconoscere in lei perché ha attraversato le principali condizioni della vita: è stata figlia obbediente, moglie affettuosa, madre amorosa, vedova forte e coraggiosa, religiosa santa”.

Così il cardinal Gualtiero Bassetti , arcivescovo di Perugia-Città della Pieve, venerdì 22 maggio a Cascia ha descritto santa Rita. Il Porporato ha presieduto sul sagrato della basilica, invitato dall’arcivescovo di Spoleto-Norcia mons. Renato Boccardo, il solenne pontificale nella festa liturgica dell’umile donna di Roccaporena.

Tantissimi i fedeli-devoti presenti, nonostante la pioggia. Presente anche una delegazione proveniente dal Libano (circa 50 persone) che ha ricambiato la visita di quella casciana avvenuta lo scorso mese di marzo e suggellando così il gemellaggio 2015 Cascia-Roccaporena.

Da ricordare che il Libano donerà alla città di Cascia una grande statua marmorea di santa Rita che verrà posizionata all’incrocio tra Roccaporena e Cascia. Mercoledì 30 settembre la statua sarà in piazza S. Pietro, insieme ai devoti della Santa di tutta Italia e non solo, per ricevere la benedizione di papa Francesco. Domenica 18 ottobre, invece, giungerà a Cascia per l’inaugurazione alla presenza del card. Béchara Boutros Raï, patriarca di Antiochia dei Maroniti.

Presenti anche le donne che hanno ricevuto il riconoscimento internazionale Santa Rita 2015: Claudia Francardi, Lucia Fiorucci, le Suore della Sacra Famiglia di Spoleto (Pg) e Franca Pergher.

“La testimonianza umana e religiosa di Rita – ha detto l’arcivescovo Bassetti – ci viene incontro anche oggi per offrirci lo spunto per meditare, anche in vista del Sinodo, sulla realtà di tante nostre famiglie, attraversate e, talvolta, sconvolte da faide e violenze feroci, forse peggiori di quelle del tempo di Rita. Come pure ci offre motivi di riflessione in questo anno dedicato alla Vita religiosa. Vita coniugale e vita religiosa sono, in fondo, due forme di consacrazione: degli sposi tra loro, dell’uomo o della donna con il Signore. In entrambe le situazioni di vita non manca il profumo soave e la delicatezza della rosa, che un amore fecondo e appassionato può far fiorire anche nei mesi freddi dell’inverno, come – ha concluso – non può mancare la spina dolorosa conficcata nella carne di ognuno”.

 

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E finalmente abbiamo una casa! https://www.lavoce.it/e-finalmente-abbiamo-una-casa/ Wed, 27 May 2015 09:39:32 +0000 https://www.lavoce.it/?p=34187 L’inaugurazione della sede Csi Foligno, da sinistra: Totolini (delegato allo sport comune di Foligno), Noli (Presidente Csi Comitato Foligno), Mismetti (Sindaco comune Foligno)
L’inaugurazione della sede Csi Foligno, da sinistra: Totolini (delegato allo sport comune di Foligno), Noli (Presidente Csi Comitato Foligno), Mismetti (Sindaco comune Foligno)

Sono passati 18 anni dal terremoto che rese inagibile e inutilizzabile la sede del Csi di Foligno, ma ora a gran voce lo si può dire: quel lontano 1997 è alle spalle. Dopo tutti questi anni, la sezione cittadina del Csi ha di nuovo una sede degna di questo nome; non un semplice appartamento, non uno stabilimento, ma una nuova “Casa”, perché – come dichiara il presidente del Csi di Foligno, Giovanni Noli – “siamo tutti una grande famiglia”.

Sono lontani ma ancora impressi nella mente i numerosi furti e atti di vandalismo ricevuti in passato, ben cinque, che avevano portato tutto lo staff dell’associazione a scoraggiarsi nel proprio lavoro di volontariato, una sfida educativa che va avanti da 70 anni.

La nuova sede del Csi di Foligno è in via Bixio e può contare su importanti spazi, divisi per tutte le esigenze e i vari ambiti di cui si occupa: l’attività sportiva e la formazione, una sala riunioni e un ufficio di segreteria e la stanza del presidente.

Tanto spazio a disposizione, ma per una elevata mole di lavoro: a confermarlo sono i numeri registrati dall’ente, ormai in continua crescita. Dalle 67 società iscritte lo scorso anno, nel 2015 il Csi folignate ha raggiunto un altro traguardo arrivando a quota 72, con oltre 5.000 tesserati, con la convinzione di poter eguagliare, se non superare, il record della stagione sportiva 2013-2014.

“Dopo tanto peregrinare – ha affermato il presidente del Csi di Foligno – finalmente abbiamo una nuova casa. Ringrazio l’Amministrazione comunale, così come ringrazio la stampa, che negli anni ha sempre accolto le mie critiche nei confronti del Comune quando c’era da lamentarsi per la mancanza di una sede degna”.

Per l’occasione i giovani della sezione hanno coniato un hashtag , perché Csi non sta solo per “Centro sportivo italiano” ma anche per #CollaboriamoSempre Insieme ; una fede, un credo che ha portato questo ente sempre più avanti nella sfida educativa.

E proprio con il collaborare insieme, Giovanni Noli ha voluto ricordare il gemellaggio con il comitato di Vicenza, che ci è stato vicino nel periodo del terremoto e anche in questo importante giorno, ricordando i legami di amicizia instaurati e mai interrotti. Al taglio del nastro era presente il sindaco Nando Mismetti. “Con la consegna della nuova sede del Csi – ha dichiarato – si chiude un’altra pagina del terremoto che ha colpito la nostra città. Devo complimentarmi per ciò che fate quotidianamente con cuore e impegno”.

Don Luigi Filippucci ha invece sottolineato che “quando si è insieme, si è più sicuri, e si dà più sicurezza anche alla speranza. Quella del Csi è una presenza importante”. Dopo la benedizione del vicario vescovile don Gianni Nizzi, i presenti hanno potuto finalmente visitare i nuovi locali del Csi. Con la presenza e l’affetto dimostrato da tutti – presenti e non -, il Centro sportivo folignate è pronto per iniziare questa avventura con una carica in più, abbracciando il progetto sportivo/formativo con il sorriso.

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La Santa che ha ben interpretato il genio femminile https://www.lavoce.it/la-santa-che-ha-ben-interpretato-il-genio-femminile/ Wed, 13 May 2015 11:07:53 +0000 https://www.lavoce.it/?p=33287 La processione con la statua di santa Rita
La processione con la statua di santa Rita

Sono entrati nel vivo i preparativi per la festa di santa Rita 2015, che avranno luogo a Cascia, presso il Santuario a lei intitolato. La tre giorni di celebrazioni curata dalla Famiglia Agostiniana e dal Comune di Cascia, avrà inizio la sera del 20 maggio, per culminare il 22, giorno in cui si ricorda la Solennità della santa dei casi impossibili.

Santa del popolo

San Giovanni Paolo II ha detto di lei: “Rita ha bene interpretato il ‘genio femminile’: l’ha vissuto intensamente sia nella maternità fisica che in quella spirituale”. La “piccola, grande donna” di Cascia è probabilmente conosciuta ai più come la santa dei “casi impossibili”, avendo vissuto nella ferma convinzione che, affidandosi a Dio, tutto può accadere. Patrona della famiglia, del dialogo e del perdono, Santa Rita, al secolo Margherita Lotti (Roccaporena, 1381 – Cascia, 1457) è in ogni caso la “santa del popolo”. Come donna, moglie, madre, vedova, monaca, stigmatizzata, in ogni fase della vita, Rita ha messo in pratica quei valori dell’accoglienza e della pacificazione che Giovanni Paolo II riconduceva all’identità femminile, nella celebre Lettera alle donne del 29 giugno 1995. Quegli stessi valori che hanno portato la santa di Cascia ad andare controcorrente e contro il tempo storico in cui è vissuta, fatto di faide familiari regolate dalla legge dell’occhio per occhio. Santa Rita è amata per la sua “straordinaria normalità” poiché, nella sua esperienza, ognuno di noi può trovare un po’ della propria.

Riconoscimento internazionale

Ad aprire il calendario degli appuntamenti, sarà la conduttrice del Tg5 Simona Branchetti. Il 20 maggio, alle ore 21, presso la “Sala della pace” del Santuario di Santa Rita, la giornalista Mediaset presenterà alla comunità casciana le quattro donne scelte quest’anno per ricevere la pergamena del Riconoscimento internazionale Santa Rita, che sarà consegnata alla vigilia della festa, il 21 maggio, da padre Alejandro Moral Antón, Priore generale dell’Ordine agostiniano, alle ore 17.30 nella Basilica di Santa Rita. Giunto alla 27a edizione, il prestigioso riconoscimento vede annualmente protagoniste le “donne di Rita”, ovvero quelle donne distintesi per la loro testimonianza di vita quotidiana che si rifà ai valori ritiani e universali del perdono, del dialogo e del servizio al prossimo.

Per il 2015, le “donne di Rita” sono: Claudia Francardi, vedova del carabiniere Antonio Santarelli, aggredito durante un posto di blocco nella zona di Pitigliano (Grosseto) il 25 aprile 2011. Riceve il riconoscimento perché, insieme alla madre del giovane assassino di suo marito, in un cammino di perdono e riconciliazione, ha fondato l’Associazione “AmiCainoAbele” per aiutare altri nel medesimo percorso; le Suore della Sacra Famiglia di Spoleto, (ritira la pergamena del riconoscimento la Superiora Generale dell’Istituto, Madre Agnese Grasso) per il sostegno costante alle famiglie bisognose; Lucia Fiorucci di Gubbio (Perugia), per aver trasformato la sofferenza per la morte della figlia Elisabetta, vittima di un incidente stradale, in speranza concreta per altre vite, con la donazione degli organi della giovane, e per essersi affidata a Dio nel dolore causato da un cancro al seno; Franca Pergher di Udine, per aver perdonato l’autore dell’incidente che ha distrutto la vita di suo figlio, colpito alla testa a 6 anni da una trave di cemento armato e di cui si prende cura da 42 anni. Franca ha anche affrontato con fiducia in Dio sia la morte del marito, che la sua stessa malattia, la leucoencefalite.

Il gemellaggio con il Libano

Tra i momenti più rilevanti della Festa di Santa Rita, c’è senza dubbio il Gemellaggio di fede e di pace che, ogni anno, unisce Cascia a un’altra città del mondo dove è presente la devozione alla patrona dei casi impossibili. Protagonista di questa 57a edizione, la cittadina libanese di Dbayeh ha aperto la prima fase delle celebrazioni lo scorso marzo, quando le autorità religiose e civili locali hanno accolto la delegazione proveniente da Cascia, guidata dal sindaco Gino Emili e dal rettore della Basilica di Santa Rita, Padre Mario De Santis. Suggestivo, il momento dell’accensione della Fiaccola della Pace che ha avuto luogo nella chiesa dell’istituto studentesco maronita mariamita Ecole Sainte Rita, nell’ambito della funzione officiata dal Nunzio Apostolico Gabriele Caccia.

A suggellare l’unione dei due popoli nel nome di Rita, i membri della delegazione libanese – tra cui padre Charbel Mhanna, rappresentante del Patriarca Maronita del Libano, il Card. Béchara Pierre Raï, e il direttore dell’Ecole Sainte Rita Padre Chawki Raffoul – saranno quindi ospiti nella città di Santa Rita per la solenne festa in onore della patrona del dialogo, dal 20 al 22 maggio. La Fiaccola della Pace accesa a Dbayeh il 13 marzo, chiuderà le celebrazioni giungendo a Cascia il prossimo 21 maggio alle ore 21.30, sul sagrato della Basilica.

Certamente, l’amicizia nata tra il “colle della speranza” e la “Terra dei cedri”, non terminerà con la festa: in autunno, infatti, la città di Cascia riceverà in dono un’imponente statua della santa, alta 6 metri e pesante 30 tonnellate, realizzata dall’artista Nayef Alwan ad Ayto e finanziata da un mecenate libanese particolarmente devoto, allo scopo di testimoniare con un segno tangibile l’amore che il Libano sente per Santa Rita.

La benedizione delle rose

Culmine della Festa di Santa Rita, è il Solenne Pontificale del 22 maggio, alle ore 11.00 sul Sagrato della Basilica, celebrato quest’anno dal Cardinale Gualtiero Bassetti, Arcivescovo metropolita di Perugia-Città della Pieve e presidente della Conferenza Episcopale Umbra. A conclusione della cerimonia, il porporato effettuerà la tradizionale Benedizione delle rose, durante la quale il viale del Santuario si tinge del rosso vivo delle centinaia di rose alzate al cielo dai devoti. Simbolo della santa, le rose saranno poi conservate preziosamente o donate a una persona bisognosa di conforto.

 

PROGRAMMA DELLA FESTA

Santuario di Santa Rita da Cascia

20 maggio

Ore 21: Sala della Pace, presentazione del riconoscimento internazionale Santa Rita 2015. Presenta Simona Branchetti, giornalista del Tg5 – Mediaset

21 maggio, roseto della città.

Ore 11.30: Piantumazione delle rose. Messa a dimora delle rose, simbolo di Santa Rita, da parte di autorità civili, religiose e delle donne insignite del Riconoscimento Iinternazionale Santa Rita.

Ore 16.30: Basilica di Santa Rita, solenne concelebrazione eucaristica della Famiglia agostiniana. Presiede padre Alejandro Moral Antón, priore generale dell’Ordine agostiniano.

Ore 17.30: consegna del Riconoscimento internazionale Santa Rita 2015. Padre Alejandro Moral consegna la pergamena alle “donne di Rita”.

Ore 18.30: solenne celebrazione del Transito di Santa Rita, presiede mons. Renato Boccardo, arcivescovo di Spoleto-Norcia.

Ore 20.15: Sagrato della basilica di Santa Rita, celebrazione del 57° Gemellaggio di fede Cascia-Dbayeh. Alla presenza delle autorità civili, religiose e militari di Cascia e della delegazione di Dbayeh, migliaia di fiammelle s’accendono per la tradizionale luminaria. Esibizione degli Sbandieratori e sfilata dei sindaci dei comuni della Valnerina, ognuno con il gonfalone della propria città, accompagnati dai Tamburini di Cascia.

Ore 21.30: accensione della Fiaccola che partita dal paese gemellato con Cascia (quest’anno, Dbayeh, in Libano), giunge sul “colle della speranza” alla vigilia della solennità di Santa Rita.

22 maggio, solennità di Santa Rita

Sala della Pace

ore 8.00: messa. Presiede padre Alejandro Moral Antón, priore generale dell’Ordine agostiniano.

Sagrato della basilica di S. Rita

ore 10.30: arrivo della Processione e del Corteo storico.

ore 11: solenne pontificale, presiede il cardinale Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia e Città della Pieve. A seguire, Supplica a Santa Rita e Benedizione delle Rose (ore 12.30 circa).

Basilica di santa Rita

ore 18: messa per i Benefattori del Santuario. Presiede padre Mario De Santis, rettore della Basilica.

 

 

 

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Intitolata a Spoleto via di Schwetzingen https://www.lavoce.it/intitolata-a-spoleto-via-di-schwetzingen/ Wed, 06 May 2015 12:56:18 +0000 https://www.lavoce.it/?p=32819 Lo scoprimento della targa della via dedicata a Spoleto
Lo scoprimento della targa della via dedicata a Spoleto

Nell’ambito del decimo anniversario del patto di gemellaggio tra Spoleto e Schwetzingen una delegazione spoletina, composta dal sindaco Fabrizio Cardarelli, dal presidente del Consiglio Giampiero Panfili, dai capigruppo al Consiglio comunale e da alcuni consiglieri, ha avuto nello scorso weekend una serie di incontri istituzionali con le autorità della città tedesca del Baden-Württemberg.

Molti gli appuntamenti nel programma della visita istituzionale fatta per rinsaldare i legami e i rapporti di collaborazione tra le due comunità. Sabato 1 maggio il primo appuntamento è stato quello con lo Spargelfest, tradizionale e seguitissimo Festival dell’Asparago, per cui è famosa la città di Schwetzingen, nel cui ambito è stato allestito un mercatino italiano che ha presentato prodotti tipici dello spoletino a cura di Promo Umbria.

Subito dopo il sindaco di Spoleto e il sindaco di Schwetzingen hanno partecipato alla cerimonia di intitolazione della nuova Spoletostraße, una via di Schwetzingen intitolata a Spoleto. Dopo una visita al Castello di Heidelberg si è tenuto un momento conviviale, allo Schlossgarten di Schwetzingen, organizzato in collaborazione l’Istituto Alberghiero di Spoleto, alla presenza direttrice della direttrice dello Schwetzinger Festspiele Weber-Schäfer che ha parlato con il Sindaco Cardarelli per potenziare possibili collaborazioni artistiche tra le due città.

Momento clou della visita della delegazione è stata l’inaugurazione, domenica 3 maggio, di fronte ad una straordinaria cornice di pubblico, della mostra “Spoleto 2015 – Nuove Generazioni” allo Xylon Museum e al Werkstatten di Schwetzingen, che ha proposto lavori di 20 giovani artisti del comprensorio spoletino. Un percorso conoscitivo dell’arte contemporanea di Spoleto attraverso tecniche pittoriche, scultoree, grafiche, e multimediali. Oltre cento persone durante l’inaugurazione hanno potuto apprezzare opere di Chiara Armellini, Cosimo Brunetti, Edvige Cecconi Meloni, Andrea Chiampo, Cecilia Divizia, Pietro Elisei, Marcella Fabbri, Tommaso Faraci, Cristina Gasparrini, Beatrice Passeggio, Francesco Marcolini, Miriam Montani, Leonardo Moro/ Lorenzo Robusti, Ob Queberry, Ilaria Proietti, Giacomo Ramaccini, Paolo Romani, Michele Santi, Alessandro Tinelli. Schwetzingen, gemellato con Spoleto dal 2005, è una città tedesca situata nella parte nord-occidentale della regione del Baden-Württemberg, 10 km a sud-ovest di Heidelberg e 15 a sud-est di Mannheim.

 

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Gemellaggio nel nome di Santa Rita https://www.lavoce.it/gemellaggio-nel-nome-di-santa-rita/ Fri, 20 Mar 2015 11:47:32 +0000 https://www.lavoce.it/?p=30953 La delegazione in visita al patriarca Bechara Ray
La delegazione in visita al patriarca Bechara Ray

Ha fatto ritorno martedì 17 marzo la delegazione casciana che ha accompagnato la “Fiaccola della Pace” in Libano. Un viaggio che ha avuto inizio giovedì 12 marzo e che ha dato il via al 57° gemellaggio di pace nel nome di santa Rita. La delegazione era guidata dal sindaco Gino Emili e padre Mario De Santis, rettore della basilica di S. Rita. Al viaggio hanno partecipato anche don Simone Maggi rettore dell’Opera S. Rita di Roccaporena, Egildo Spada presidente del Consorzio Bim e sindaco di Poggiodomo, Diego Catanossi direttore dell’Opera S. Rita di Roccaporena. La delegazione, accompagnata da Roma da padre Tarek, è stata accolta con grande calore e gioia da padre Chawki Raffoul un sacerdote maronita che insieme a padre Charbel ha curato i rapporti tra Cascia e il Libano. È la seconda volta che il gemellaggio avviene con il Libano, per rendere testimonianza della grande devozione per il culto di Santa Rita che il popolo libanese manifesta e che è sempre in costante crescita – ha detto il sindaco di Cascia Gino Emili, a Dbayeh (nell’hinterland libanese), in occasione della cerimonia di accensione della “Fiaccola della pace”. La cerimonia è stata officiata dal nunzio apostolico Gabriele Caccia all’interno della chiesa annessa al complesso studentesco che porta il nome di Santa Rita, alla presenza di autorità civili e religiose. Un evento che è stato caratterizzato anche dalla donazione di una reliquia ex-ossibus della Santa alla parrocchia di Santa Rita di Dbayeh la quale ha dato vita a un pellegrinaggio con un flusso di fedeli senza precedenti. Una vera e propria benedizione per la chiesa ancora in costruzione e finanziata solo da donazioni, giunte in tante e corpose a dare speranza per il futuro al preside della scuola padre Chawki Raffoul, che le ha comunicate con grande gioia e sincera gratitudine al gruppo casciano, dicendo loro: ”Questo è il primo miracolo nato dalla mano e dallo spirito di S. Rita, non solo per il nostro Istituto ma per tutto il Libano”. La cerimonia ha dato il via anche ai festeggiamenti ritiani che culmineranno come ogni anno il 22 maggio, festa di Santa Rita. “Siamo qui ad accendere per la seconda volta la fiaccola ritiana, che giungerà a Cascia il 21 maggio, anche come segno di ringraziamento per l’importantissimo gesto che Sarkis Sarkis ha voluto fare a Cascia – ha detto il sindaco Emili – donando un monumento di grandissimo valore artistico e devozionale, una statua di santa Rita di grandi dimensioni e di pregevole fattura che verrà posta all’ingresso della nostra città”. Dopo la celebrazione del gemellaggio e la visita al patriarca Bechara Ray, che ha promesso di essere presente a Cascia per l’istallazione dell’atteso monumento a santa Rita, la delegazione ha potuto visitare la casa natale di S. Charbel e il monastero di Sant’Eliseo, suggestivo eremo culla del primo insediamento dei monaci dell’Ordine mariamita maronita. Altra tappa la visita in anteprima, fatta da una parte della delegazione, all’imponente monumento a Rita realizzato dall’artista Nayef Alwan ad Ayto. La domenica è invece trascorsa verso il sud di Beirut, ad El Qamar, la prima storica capitale del Paese. La delegazione è stata accolta dall’abate padre Marcello nel Convento de la Talle’ dove ha assistito alla suggestiva messa in arabo e visto la testimonianza della presenza del culto di Rita. Lunedì visita ai tre santuari cattolici di riferimento per il Libano, le chiese di San Charbel, San Hardini e San Rafca. Ultima tappa quella alla Casa generale dell’Ordine Mariamita maronita, dove hanno ricevuto il saluto dell’abate generale Paolo Dhadha, invitato dal sindaco per la festa del 22 maggio o per il grande evento della statua, che sarà istallata in autunno.

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Caritas Gerusalemme: progetto di gemellaggi con l’Italia https://www.lavoce.it/caritas-gerusalemme-progetto-di-gemellaggi-con-litalia/ Thu, 03 Apr 2014 15:37:06 +0000 https://www.lavoce.it/?p=24111 Centro di ascolto Caritas a Gerusalemme (Città Vecchia), foto di Katie Orlinsky-Caritas 2010
Centro di ascolto Caritas a Gerusalemme (Città Vecchia), foto di Katie Orlinsky-Caritas 2010

“L’Umbria con i cristiani dimenticati della Terra Santa” era il titolo dell’incontro tenutosi a Perugia mercoledì, 2 aprile, con il direttore della Caritas di Gerusalemme, padre Raed Abusahlia. Scopo era presentare il progetto “Gemellaggi e pellegrinaggi” lanciato dalla Caritas di Gerusalemme per venire incontro ai cristiani di Terra Santa, ond’evitare che emigrino in massa in cerca di migliori fortune. Alla conferenza stampa erano presenti anche Marco Vinicio Guasticchi e Flavio Lotti, rispettivamente presidente e direttore del Coordinamento nazionale enti locali per la pace e i diritti umani, che ha organizzato l’evento, e padre Enzo Fortunato, portavoce del Sacro Convento di Assisi. L’incontro con padre Abusahlia, in qualche modo preparatorio alla visita di Papa Francesco in Terra Santa il 24-26 maggio prossimi, ha rafforzato i legami di collaborazione della nostra regione con gli strati più disagiati della popolazione di Terra Santa, sia per offrire sostegno di tipo economico sia per contribuire al processo di pace. In concreto, si tratta delle 15 parrocchie cristiano-palestinesi che sorgono nel territorio compreso tra Gaza e Gerusalemme. Il “Progetto di gemellaggio e pellegrinaggio” si rivolge però non alla sola Umbria ma all’intera Chiesa italiana, e consta dei seguenti punti. Si propone anzitutto un gemellaggio di ciascuna delle 15 parrocchie palestinesi con una diocesi del nostro Paese; a fare da tramite sarà l’ufficio Caritas o l’ufficio Pellegrinaggi della diocesi interessata, mentre farà da “facilitatore” la Caritas di Gerusalemme. Quest’ultima si impegna a fornire alla Caritas italiana un rapporto annuale sulle necessità più urgenti, in particolare relative a scuola, povertà, anziani, disoccupati, malati, disabili. Il suggerimento è di organizzare ogni anno in Italia una raccolta di offerte per le parrocchie di Terra Santa; il denaro confluirà in un Fondo speciale di ogni Caritas parrocchiale palestinese. Ogni parrocchia fornirà ogni anno una relazione dettagliata sull’utilizzo dei fondi. Inoltre, Caritas Gerusalemme invita le diocesi italiane a privilegiare la Terra Santa tra le mete dei propri pellegrinaggi, senza contare la possibilità di scambi di visite in cui coinvolgere soprattutto i giovani. Per seguire queste varie attività tra Italia e Gerusalemme verrà nominato un coordinatore ad hoc. Caritas Gerusalemme è stata fondata nel 1967 all’indomani della Guerra dei sei giorni; oggi si prende cura di circa 30.000 persone di ogni appartenenza religiosa, che risiedono a Gerusalemme, nella Striscia di Gaza e nei Territori occupati. Gestisce 6 dipartimenti: servizi sociali, centri medici, micro-credito, giovani, sviluppo, comunicazione.

Cattolici di Terra Santa

Le parrocchie cattoliche di Terra Santa fanno parte di un’unica diocesi che si estende su tre aree geopolitiche: Israele (17 parrocchie), Territori palestinesi (15), Giordania (35). Caritas Gerusalemme è responsabile principalmente delle parrocchie di Palestina. Sono comunità grandi o piccole, che abbracciano le diverse tradizioni della Chiesa cattolica, non solo quindi quella di rito latino ma anche le varie espressioni della Chiesa cattolica di rito orientale: maronita, greco-melchita, armena, siriana, caldea. “Caritas Gerusalemme – scrivono – sta passando giorni dolorosi. Facciamo del nostro meglio per raggiungere il maggior numero di persone possibile, ma non abbiamo alcun reddito stabile”.

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Abbraccio intercontinentale https://www.lavoce.it/abbraccio-intercontinentale/ Thu, 23 Apr 2009 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=7472 Continua il gemellaggio tra Cascia e Guiguinto, nelle Filippine, nel nome di santa Rita. Dopo l’accensione della fiaccola, avvenuta domenica 19 aprile nella parrocchia di Santa. Rita a Guiguinto, la delegazione casciana ‘ guidata dal sindaco Gino Emili, dall’arcivescovo di Spoleto mons. Riccardo Fontana e dal rettore della basilica padre Mario De Santis ‘ ha visitato le comunità parrocchiali della diocesi di Malolos intitolate a Santa Rita. In terra filippina c’è una grande devozione verso la santa casciana: a lei sono dedicati quartieri delle città, chiese, aziende, ospedali. Il popolo dell’arcipelago asiatico ha riservato una grande accoglienza alla delegazione casciana: feste, danze, musiche e rappresentazioni teatrali hanno fatto immergere gli italiani nella ricca e antica tradizione culturale delle Filippine. Un altro dei momenti centrali del viaggio è stata la celebrazione della messa nella cattedrale di Malolos, cui hanno partecipato migliaia di fedeli. La liturgia è stata presieduta dall’arcivescovo di Spoleto-Norcia, mons. Riccardo Fontana, e dal vescovo del luogo, mons. Josè F. Oliveros. La delegazione casciana negli ultimi giorni di permanenza nelle Filippine si recherà nella capitale Manila, dove ci saranno gli incontri con l’ambasciatore italiano e con quello pontificio, con le monache Agostiniane e con il collegio degli Agostiniani. A trarre un bilancio a metà del viaggio è il sindaco di Cascia, Gino Emili, che, insieme all’arcivescovo Fontana e a padre De Santis è stato l’artefice di questo gemellaggio: ‘Le mie prime impressioni su questo gemellaggio – dice – sono eccezionali. La devozione per santa Rita dimostrata dal popolo filippino credo non abbia eguali in altre realtà da me conosciute in precedenza. Le autorità civili e religiose, ma in generale tutta la gente, hanno avuto nei nostri confronti un’accoglienza e un dedizione particolare. È una soddisfazione immensa – prosegue -: il viaggio è stato sì lungo, ma ne valeva la pena. Abbiamo stretto un gemellaggio di fede; un patto di amicizia, legato a santa Rita, che rimarrà sempre nei nostri cuori’. Domenica 19 aprile presso la parrocchia di Santa Rita a Guiguinto è stata accesa la fiaccola di santa Rita, simbolo del gemellaggio che si instaura tra il Comune (Cascia) che ha dato i natali alla Santa degli impossibili e man mano un’altra città – d’Italia, d’Europa o del mondo – in cui è forte la devozione verso la grande e umile donna di Roccaporena. La fiaccola è stata accesa sul sagrato della chiesa di santa Rita dal sindaco di Guiguinto, prima della messa celebrata dal vescovo di Malolos, mons. Josè F. Oliveros. Grande l’accoglienza che il popolo filippino ha riservato alla delegazione casciana, attesa all’aeroporto di Manila e omaggiata con una corona di Sampaguita, fiore nazionale delle Filippine. Altrettanto grande è la devozione che in tutto l’arcipelago è riservata alla Santa umbra. ‘Emozione e suggestione sono i sentimenti che proviamo nell’avere qui il vescovo e il sindaco di santa Rita’, ha detto commossa una signora della parrocchia nel salutare la delegazione. ‘Santa Rita – ha detto il parroco nel salutare i vescovi e le migliaia di persone presenti – ci abbraccia, ci cinge col suo calore, unisce i nostri popoli nella fede, nonostante la distanza geografica e culturale’. Al termine della messa, alla comunità parrocchiale di Guiguinto è stato fatto un dono speciale: le monache di Cascia hanno incaricato il rettore della basilica, padre De Santis, di regalare il cuscino nel quale, dentro l’urna, ha poggiato la testa di santa Rita fino al 1947.

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Campane a festa per santa Rita https://www.lavoce.it/campane-a-festa-per-santa-rita/ Thu, 25 May 2006 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=5183 Il 22 maggio è il giorno in cui si celebra santa Rita e come sempre, anche quest’anno Cascia è stata piacevolmente invasa da migliaia di persone accorse per rendere omaggio alla Santa degli impossibili. La giornata è cominciata presto: alle cinque del mattino il suono festoso delle campane ha dato inizio ad una lunga serie di appuntamenti. Alle dieci è arrivata da Roccaporena la processione che a Porta del Pago si è unita al corteo storico che con tradizionali costumi quattrocenteschi rievoca i principali episodi della vita di santa Rita. Prima del solenne pontificale, presieduto dall’arcivescovo di Malta, mons. Joseph Marcieca – con lui hanno concelebrato l’arcivescovo di Spoleto – Norcia, mons. Riccardo Fontana, numerosi frati agostiniani e i sacerdoti diocesani – è stata impartita la tradizionale benedizione alle rose a cui hanno assistito migliaia di persone. Presenti anche la presidente della Regione, Maria Rita Lorenzetti, il prefetto di Perugia Fiore, il presidente della Provincia Cozzari, il sindaco di Cascia Righetti e altre autorità. La celebrazione si è conclusa con la supplica a santa Rita davanti all’urna della santa. Nel pomeriggio ben due concerti hanno allietato i numerosi presenti: per primo si è esibito il quintetto fiati ‘I Giovan’Ottoni’ seguito dalla banda musicale ‘Giovanni e Donato da Cascia’. La serata si è conclusa con uno spettacolo di arte varia seguito dai tradizionali fuochi d’artificio. Ma i festeggiamenti in onore di santa Rita non si concentrano in una sola giornata. La preparazione è lunga e sentita. Si comincia quindici settimane prima della festa con i ‘giovedì di santa Rita’, poi con la novena che coinvolge di volta in volta tutti i comuni dell’alta Valnerina. Nel frattempo si dà vita ad un nuovo gemellaggio di fede. Quest’anno è toccato a La Valletta, capitale dell’isola di Malta dove, alla fine del mese di aprile, è stata accesa la fiaccola che è giunta a Cascia la sera del 21 maggio scortata dai motociclisti della Valnerina insieme a quelli del motoclub ternano ‘Libero Liberati’. Altro appuntamento importante è quello relativo al riconoscimento internazionale Santa Rita: ogni anno vengono premiate tre donne che hanno dimostrato con le loro azioni di aver fatto proprio lo spirito di riconciliazione e di pace testimoniato da santa Rita. Per il 2006 sono state scelte Chiara Almirante, Rosalia Sabatini e Maria Polselli.

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Gesti di solidarietà in terre lontane https://www.lavoce.it/gesti-di-solidarieta-in-terre-lontane/ Thu, 28 Oct 2004 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=4106 Ogni giorno sono più di 24.000 i poveri che muoiono di fame e circa un miliardo soffre la fame e la malnutrizione. Dati che sollecitano ad una riflessione, che spingono a dare risposte concrete, che interrogano nel profondo l’esperienza di fede dei credenti. Sono situazioni che rivelano non solo tante povertà materiali che generano questi drammi, ma che toccano nel profondo il senso stesso della missione. A conclusione dell’ottobre missionario, mese che ha visto la Chiesa regionale impegnata in vario modo e su vari fronti nell’impegno della missione ‘ad gentes’, la sollecitazione verso una nuova evangelizzazione che parta dalle parrocchie, nasce anche dal riconsiderare il loro ruolo nel fare comunione tra tutti coloro che gravitano nella comunità ecclesiale. Una missione che è anche il paradigma del rinnovamento pastorale, dove la missionarietà si esplica nell’annuncio del Vangelo da condividere con tutti coloro che sono alla ricerca di ragioni di vivere, che sollecita al dialogo e all’accoglienza, che si esprime nella solidarietà concreta, che si anima dei colori del mondo e che unisce nell’amore fraterno. Una missione che ha dato, in Umbria, frutti importanti e non da oggi. Gesti di solidarietà che fanno dell’annuncio del Vangelo e della promozione umana i loro cardini. Ecco allora i gemellaggi, l’attività di associazioni e gruppi come quella della diocesi di Todi Orvieto in Albania a Fushe Arrez dove si è operato per la promozione della Chiesa locale, con la catechesi, assistenza alle donne e ai bambini e la realizzazione di tante opere, in luoghi dove non c’è mai stata una chiesa vera per riunirsi a pregare o per amministrare i sacramenti. C’è poi l’esperienza di solidarietà della diocesi di Spoleto-Norcia in Georgia, uno dei paesi dell’ex Urss dove i cattolici sono delle esigue minoranze, raccolti in piccole comunità di poche centinaia di praticanti e dove la vita in genere è molto precaria. Aiuti che serviranno per dare risposta alle richieste di sostegno alla popolazione locale, provata, oggi ancora di più, dopo gli ultimi attacchi terroristici. La missione è infatti quella che annulla differenze, confini fisici e astratti.

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Decimo anniversario del gemellaggio con Petrovo Selo https://www.lavoce.it/decimo-anniversario-del-gemellaggio-con-petrovo-selo/ Thu, 25 Jul 2002 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=2586 Il 7 giugno 1992 giorno di Pentecoste, don Zefferino Caporali con una piccola delegazione di Castello, è a Belisce, e si incontra con il parroco di Saranjsko Petrovo Selo, don Stefano, profugo, con i suoi parrocchiani, a Valpovo e dintorni, e una delegazione del posto. In quell’incontro vengono poste le basi concrete del gemellaggio, che oltre l’aiuto materiale prevederà un rapporto tra persone, famiglie e chiese, che vorrà essere appoggio, scambio di ricchezze spirituali, cammino insieme. Il progetto si chiamerà “Progetto Selo” e consisterà nell’assicurare ad ogni famiglia croata l’aiuto a ricostituire l’essenziale del focolare domestico: impegno questo sostenuto con gli oltre 200 milioni raccolti in diocesi e frutto anche di sottoscrizioni di famiglie, che, disposte ad un gemellaggio particolare con famiglie croate, inizieranno un’intensa corrispondenza epistolare. E qui si innesta il secondo aspetto qualificante del “Progetto Selo”, il quale avrebbe dovuto produrre vicinanza spirituale e morale alle persone e alle famiglie per offrire un sostegno nel momento traumatico, per “spronarle a guardare con fiducia costruttiva al futuro, per aiutarle nel cammino di pacificazione, necessaria, ma non subito evidente, e per scambiarci le reciproche ricchezze interiori. Il 20 giugno 1993 don Zefferino celebra la messa a Valpovo e in croato pronuncia la sua omelia nella quale riafferma tutta la vicinanza ai profughi della Barania. Da quel momento avrebbe dovuto partire una presenza continuativa di volontari in Croazia e, come minimo, un assiduo scambio di visite. Don Zefferino muore un mese dopo, il 22 luglio, improvvisamente, e molto si ridemensiona, ma almeno le visite, intrecciate, prendono il via fino all’ultima, quella del 10 agosto 2001, per festeggiare con la gente di Baranjsko Petrovo Selo san Lorenzo, patrono del paese, nel quale, ormai, sono cominciate a tornare le famiglie. Due fatti ci piace celebrare in questi giorni: il nono anniversario della morte di don Zefferino Caporali e il decimo anniversario del gemellaggio, o “Progetto Selo”, che alcuni di noi amerebbero potesse continuare nel tempo, anche se con forme e modalità diverse. Le diocesi di Castello e Gjacovo, con Petrovo Selo, sono state in comunione nel dolore, perché non possono continuare ad esserlo nella normalità della vita? Se siamo stati fratelli un momento, è possibile non esserlo sempre?

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Celebrazioni ritiane: gemellaggio di fede con Madrid https://www.lavoce.it/celebrazioni-ritiane-gemellaggio-di-fede-con-madrid/ Thu, 02 May 2002 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=2389 Maggio, il bellissimo mese dei fiori, dei profumi soffusi nell’aria e del garrulo rincorrersi delle rondini, è dedicato nella tradizione della Chiesa alla Madonna, la prima donna della nuova Creazione, ed anche ad una sua dolcissima devota, Rita. La Santa di Cascia è come un fiore sbocciato tra le aspre montagne della Valnerina, un fiore raro per semplicità e profumo, che si può trovare solo laddove le rocce si fanno più aride e bisogna affondare con le radici in profondità per sopravvivere alla siccità, dove è lo stesso ambiente naturale che ti tempra dentro e dove lo spirito si affina grazie al silenzio, alla meditazione e al continuo raffronto con Dio.

Il mese che abbiamo appena iniziato ci si presenta, quindi, ricco di devozioni, di ‘fioretti’, fatti e offerti, di emozioni. Universale è l’affetto che il popolo cristiano riserva nei confronti di Maria, ma è anche grande il fascino che Rita suscita su tanti semplici devoti, che in questo periodo raggiungono “il colle della speranza”per trovare conforto da questa donna, che sembra aver orecchi attenti per tutti. Quello che colpisce di più in questa storia è come tanta gente affronti sacrifici non piccoli pur di incontrarsi con la ‘cara santa’ almeno una volta l’anno e che ancora oggi processioni spontanee, con canti e ‘grida’ di supplica, si snodino fin dalle prime ore del mattino verso il Santuario a testimonianza di un grande affetto. Questa è Rita, un ‘miracolo’ di semplicità e di attrazione, di santità ‘povera’ e di familiarità.

E Rita conduce immancabilmente a Cristo.A Cascia si viene per confessarsi e per fare la comunione. Girando in questi giorni per Assisi ho constatato un grandissimo afflusso di persone nelle varie basiliche, ma ovunque si andava di corsa. Si è costretti da voci anonime, diffuse da altoparlanti, a snodare il più in fretta possibile, perché c’è calca di gente. Tutti sfiorano con gli occhi gli affreschi, i monumenti, le tombe di Francesco e Chiara. Non ho assistito a celebrazioni eucaristiche né a momenti di preghiera comune. I devoti che vengono a trovare Rita si fermano, pregano e si ricaricano spiritualmente. Lo sforzo che compiono (e devono continuare a farlo) le comunità agostiniane (femminile e maschile) di Cascia è quello di migliorare questo servizio anche concedendo a gruppi organizzati con il proprio sacerdote di poter celebrare l’Eucarestia, almeno nella cripta, aldifuori degli orari canonici, evitando una fastidiosa burocratizzazione anche nelle cose di culto.

Occorre non lasciarsi prendere la mano dall’abitudine o dai numeri; ci deve essere sempre un’attenzione particolare, discreta nei confronti di ognuno. Questo Rita ci conceda. Le celebrazioniGià domenica 28 aprile si è avuto il primo atto delle celebrazioni ritiane. La delegazione casciana, mista di autorità civili e religiose, ha “siglato” il gemellaggio di fede con Madrid. Nella capitale spagnola c’è stato prima l’incontro con le rispettive Autorità civili nella sede comunale, con discorsi e scambi di doni, e successivamente si è passati alla concelebrazione eucaristica nella chiesa di S. Rita, presieduta dal nostro arcivescovo mons. Riccardo Fontana e dal cardinal Antonio Maria Ruoco Varela, arcivescovo di Madrid, a cui è seguita la benedizione della fiaccola ritiana.

Le fasi successive delle celebrazioni sono quelle riportate, come di seguito, nel calendario delle manifestazioni per la festa di S.Rita 2002. 12 maggio

– Solenne novena in onore di S.Rita da Cascia in basilica. Anche quest’anno le famiglie e le comunità ecclesiali della nostra zona si recheranno a Cascia in preparazione alla festa. Ogni pomeriggio della novena comprende: la liturgia penitenziale con le confessioni, l’Eucarestia alle ore 18, la preghiera vicino all’urna della Santa, il santo rosario alle ore 21,00. 21 maggio

– Vigilia della festa. Ore 10,30 presso l’auditorium di S.Chiara Riconoscimento internazionale S.Rita da Cascia. Ore 17,00 Concelebrazione eucaristica, presieduta dal padre Robert Prevost, priore generale degli Agostiniani. Ore 20,30 Tradizionale luminaria con l’accensione di migliaia di fiaccole su Cascia e colline circostanti. Ore 20,45 Sagrato della Basilica, arrivo delle Autorità di Madrid e dei sindaci della Valnerina con i relativi gonfaloni. La fiaccola sarà portata da una staffetta di atleti spagnoli. Accensione del tripode votivo da parte del sindaco di Madrid. Ore 21,30 Solenne concelebrazione del transito di S.Rita, presieduta da mons. Riccardo Fontana, arcivescovo di Spoleto-Norcia.

– 22 maggio, Giorno della festa. Ore 5,00 Suono festoso di tutte le campane e inizio delle messe; ore 8 messa presieduta da mons. Riccardo Fontana; ore 9 messa presieduta da padre Roberte Prevost; ore 10 Basilica di S.Rita – Arrivo da Roccaporena del Corteo storico nei tradizionali costumi quattrocenteschi raffigurante la vita di S.Rita, benedizione delle migliaia di rose alzate verso il cielo da parte dei tantissimi devoti che affollano il viale della basilica; ore 11 Solenne concelebrazione eucaristica, presieduta dal card. Antonio Maria Ruoco Varela, arcivescovo di Madrid. Dopo l’omelia consegna del Riconoscimento internazionale S.Rita. I canti saranno eseguiti dal coro Rinnovamento nello Spirito, diretto dal M’Fernando Sulpizi. Ore 17,00 Celebrazione eucaristica e supplica a S.Rita per tutti i devoti e benefattori. Ore 17,30 Solenne benedizione a tutti i motociclisti e alle loro moto. Ore 18 Celebrazione della Famiglia. Per tutti coloro che hanno una ricorrenza significativa ( 25′- 50’di matrimonio ) ci sarà la consegna di una pergamena e di una rosa.

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Gemellaggio di amicizia e di fraternità tra due comunità cristiane https://www.lavoce.it/gemellaggio-di-amicizia-e-di-fraternita-tra-due-comunita-cristiane/ Thu, 06 Dec 2001 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=2111 E’ stato distribuito in questi giorni un altro numero di Insieme, il giornale della parrocchia di San Pio X dedicato in gran parte ad illustrare la storia del gemellaggio tra questa parrocchia e quella dei Ss. Pietro e Paolo di Bucarest in Romania e alla storia e alle caratteristiche di quella chiesa. L’avvenimento ha risonanze molto concrete perché già da qualche tempo, prima due, ed ora quattro sacerdoti rumeni operano nella nostra diocesi. Ci sembra importante, sia perché la nostra comunità maturi la dimensione universale della Chiesa, sia perché quest’esperimento ne possa generare anche altri simili, riportare l’articolo di fondo di “Insieme” nel quale il parroco don Bruno Bartoccini fa la storia di questa esperienza di fraternità e di amore nella comunità cristiana. “Non avrei mai immaginato di stabilire un rapporto di collaborazione e di scambio di esperienze pastorali con una parrocchia dell’est europeo. L’occasione mi è stata offerta con la venuta in diocesi di due sacerdoti rumeni, don Vincenzo Pal e don Francesco Cosa. Perché, mi sono detto, non stringere un’amicizia con qualche sacerdote e con qualche parrocchia della Romania, così ricca di fede e di religiosità, che ha vissuto momenti difficili, che ha sperimentato la persecuzione e che, oggi, certamente ci potrà comunicare nuovo entusiasmo ecclesiale? Ne ho parlato con il Consiglio pastorale parrocchiale e con il Vescovo, il quale, considerando la positività della cosa, mi mette in contatto con l’arcivescovo di Bucarest, mons. Giovanni Robu. La sua risposta, affermativa ed entusiasta, ci vede come parrocchia di Pio X, oramai da due anni, vicino alla comunità “Ss. Pietro e Paolo di Bucarest”, una parrocchia molto estesa, a ridosso dell’aeroporto internazionale, che fra qualche mese vedrà inaugurata anche la nuova chiesa. Visitando la zona mi sono reso conto dell’importanza del gemellaggio che abbiamo realizzato. Per la nostra parrocchia non sarà solo la parte economica che ci dovrà interessare, anche se importante, ma soprattutto la comunicazione del lavoro pastorale, l’impegno reciproco nel sentirci Chiesa, membri dello stesso popolo di Dio, l’aiuto vicendevole nella preghiera, lo scambio di idee, il conoscerci, ecc… Sono convinto che il confronto con altre realtà come quella rumena aiuterà la nostra gente a riscoprire il valore della fede come impegno di fraternità e di amore nella comunità cristiana”.

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Orvieto piace ai giapponesi. Il felice gemellaggio con Maebashi https://www.lavoce.it/orvieto-piace-ai-giapponesi-il-felice-gemellaggio-con-maebashi/ Wed, 25 Apr 2001 22:00:00 +0000 https://www.lavoce.it/?p=1516 Orvieto una città che piace ai giapponesi, che vediamo crescere di numero giorno per giorno per le nostre strade. Mercè un gemellaggio ideale che si può considerare fortunato a tutti gli effetti, perché in continuo arricchimento di reciproca simpatia, attrazione, visite e scambi. Particolarmente felice e consistente appare l’ultimo sodalizio nel tempo con la città di Maebashi, soprattutto per quel che ne riserverà il futuro. Esaurite le pure formalità dell’incontro, le prospettive si incentreranno su concreti rapporti di lavoro, che potrà non essere che proficuo per i loro risvolti commerciali. La visita della folta delegazione giapponese proveniente da Maebashi si è svolta dal 15 al 17 aprile scorso. Era composta di 250 persone e guidata dal Sindaco in persona,Yasoji Hagiwara, e da alcuni amministratori e funzionari di quella città e da due responsabili del gruppo di danza folcloristica ” Dambee”; facevano parte della comitiva anche un giornalista ed operatori della TV giapponese. Quanto mai intenso è stato il programma di questi tre giorni, fitto di appuntamenti che andavano dalla visita ai monumenti della città alle cavità della Rupe, ma anche ad alcune aziende e cantine vitivinicole dell’Orvietano, alle fornaci di Castel Viscardo e ad un antico molino ad olio. Nel giorno di Pasqua gli ospiti di Maebashi hanno offerto agli orvietani e ai turisti che affollavano la Piazza del Duomo, all’uscita della Messa grande, un particolare omaggio della loro bravura e dell’ eleganza del loro folclore, uno spettacolo di danza “Dambee” , che è stato particolarmente apprezzato ed applaudito. La delegazione ha avuto anche il suo bell’ incontro ufficiale, il giorno 15 aprile alle ore 10,00, nel palazzo del Comune, con il Sindaco Cimicchi e la Giunta comunale, ai quali sono stati donati piante di bonsai centenari. Ma dalle parole di convenienza si è passati ben presto a termini pratici e, quindi, c’è scappato un quadro di appuntamenti di tutto rilievo come quello della partecipazione dell’Orvietana Under 12 ad un torneo di calcio, che si svolgerà il prossimo anno proprio a Maebashi e l’altro che vedrà una delegazione di orvietani partecipare alla celebrazione della fondazione della città nipponica nella grande provincia di Gumna. Si sono gettate quindi le basi per altre iniziative di insieme, quali mostre e rassegne di prodotti tipici dell’Orvietano, sia dell’agricoltura sia dell’artigianato, come pure progetti di scambio di studenti, in particolare per quanto riguarda la facoltà di Ingegneria. Necessariamente si è parlato del vino e anche dell’olio e quindi delle possibilità di avviare a questo proposito canali commerciali per il relativo inoltro. Già una rilevante ordinazione di bottiglie di vino è stata formalizzata da i 250 giapponesi che hanno visitato, con evidente compiacenza, la non indifferente struttura del Cardeto, non disdegnando di fare una conoscenza diretta dello stesso prodotto. Il sindaco Hagiwara ed un manager della Tokio Eletric Power Company hanno avuto modo d’incontrarsi pure con i dirigenti regionali dell’Enel, con i quali si sono intrattenuti, concedendosi ad un diffuso scambio di vedute sul problema della distribuzione di energia elettrica nei centri urbani, confrontando criteri e metodi che sono propri. La buona riuscita di questa visita, ne siamo sicuri, oltre che ad incrementare la conoscenza tra popoli diversi per una pacifica e serena convivenza nel mondo, contribuirà a rendere più frequenti i contatti tra popolazioni di cultura diversa per l’arricchimento di un patrimonio comune di civiltà e particolarmente per fare di Orvieto una meta sempre più ambita per i turisti giapponesi che dalla provincia di Gumna ( oltre tre milioni e mezzo di persone) moveranno alla volta dell’Italia.

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