formazione Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/formazione/ Settimanale di informazione regionale Fri, 22 Nov 2024 10:26:36 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg formazione Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/formazione/ 32 32 La vocazione? Vivere da figli di Dio https://www.lavoce.it/la-vocazione-vivere-da-figli-di-dio/ https://www.lavoce.it/la-vocazione-vivere-da-figli-di-dio/#respond Thu, 21 Nov 2024 17:52:21 +0000 https://www.lavoce.it/?p=78636 Don Francesco Verzini a sinistra e a destra don Fabio Rosini seduti dietro ad un tavolo, visti di tre quarti e alle spalle un quadro con ritratto la Madonna con il Bambino

Don Fabio Rosini, sacerdote e biblista della diocesi di Roma, è l’ideatore del celebre percorso catechetico sul Decalogo. Già responsabile per le vocazioni e formatore in seminario, oggi è il direttore dell’ufficio diocesano di Pastorale universitaria. Invitato come relatore in occasione della Giornata regionale del clero umbro, ha concesso a Cor Unum questa intervista.

Rosini, lei ha scritto: “Nei seminari abbiamo formato eserciti di transustanziatori o di operatori sociali e gestori, ma non di padri nella fede”, come pensa si possa risolvere questa problematica?

"Nella logica del seminario, prevale una tendenza a voler riempire le caselle dell’organigramma ecclesiale. Il problema è avere preti e la fretta di riempire le postazioni nelle parrocchie, porta ad essere un po’ superficiali su quello che stiamo producendo. Come si fa a diventare padri nella fede? Per prima cosa bisogna essere figli nella fede; la paternità nasce dalla figliolanza, non dimentichiamo le fasi del processo umano necessarie per ciascuno: figlio-fratello-sposo-padre. Un prete prima di essere padre deve essere figlio generato nella fede e non rastrellato dal disavanzo o dal fondo dei bacchettoni locali parrocchiali. Abbiamo una pastorale vocazionale che cerca di catturare i 'chierichetti mancati', poi li mettiamo in seminario perché l’importante è che siano bravini esternamente, che non sporchino e che siano buonini. Invece bisogna avere gente che abbia avuto un’esperienza di rigenerazione. Ricordiamo che il battesimo viene prima del presbiterato e molti dei problemi del presbiterato sono di carattere battesimale: i problemi di castità, di obbedienza, di comunione sono problemi battesimali; infatti la preghiera di tanti preti crolla perché c’è un problema di relazione con il Padre e questo nasce dall’intimità della verità battesimale".

Come pensa possa essere rivisto l’iter formativo nei seminari?

"Ho scritto tempo fa un articolo per la rivista Vocazioni della Conferenza episcopale italiana dove spiegavo la relazione fra kerygma e discernimento vocazionale: noi non dovremmo accogliere nei seminari persone che non hanno fatto un’esperienza esplosiva di Dio; se non c’è la radice dell’esperienza rigenerante su che cosa lavoriamo? Ricordo ancora mons. Pacomio, ex rettore del collegio Capranica, che diceva: 'quando mi arriva un ragazzo normalmente prima lo devo formare come uomo poi come cristiano e poi se ce la faccio, come prete. In genere si arriva alla fine del seminario che sto lavorando ancora sull’essere cristiano e poi bisogna ordinarli perché i vescovi hanno fretta'. Questo vuol dire che però ci deve essere anche un’iniziazione alla paternità nella Fede, come si fa?

Bisogna mettere i seminaristi accanto a sacerdoti che obiettivamente sappiano gestare e generare nella fede, non basta mandare in una parrocchia un ragazzo perché faccia semplicemente un’esperienza di pastorale, bisogna metterlo nelle realtà che funzionano veramente. Quando c’è qualcuno che sa formare alla fede, mettigli accanto un seminarista! Perché l’apprendistato si fa nella bottega. Da che mondo è mondo l’apprendistato si fa accanto all’artigiano. Il fine della formazione deve essere l’autonomia del ragazzo; autonomia intesa come capacità nel saper generare la fede nelle persone, ed è per questo che poi si ordina sacerdote. Il problema è questo, non è che noi non abbiamo preti, non abbiamo cristiani! La mia politica vocazionale è stata quella di generare la fede in tanti giovani e poi Dio sceglieva fra di loro quelli che potevano entrare in seminario. Il problema è curare la fede! Ultimamente l’abbiamo lasciata un po’ alla devozione, al privato delle persone. Il problema è fare esperienze di evangelizzazione seria. Si apprende ad evangelizzare andando nel pratico. Come si fa, ad esempio la sinodalità? Facendola. È pensando che si impara a pensare, è lavorando che si impara a lavorare".

I nostri coetanei manifestano una grande propensione al bene, pur non ritenendo la Fede una priorità. Quale modalità di annuncio intravede per evitare di ridurre l’esperienza del Vangelo ad un semplice stato emozionale?

"I cuori dei giovani non possono essere toccati da cose piccole, bisogna proporre cose molto grandi. Noi abbiamo svalutato la pastorale giovanile facendola diventare intrattenimento per giovani. Ricordo che mia nipote, tornata da un evento della diocesi per preparare la Gmg di Lisbona, mi disse: 'Puoi dire ai tuoi colleghi che noi ci divertiamo da soli e che non c’è bisogno che loro ci facciano da badanti? Parlateci di altro, di cose serie'. In questi anni ho avuto una quantità spaventosa di giovani, ma perché? Perché ho fatto sempre una proposta alta, radicale. Francesco d’Assisi fu perseguitato all’inizio perché tutti i giovani volevano stare con lui, ma come si fa a stare con un tipo che da ricco che era va a vivere con i lebbrosi? Stanno con lui perché quello che vedevano era bello. Era autentico! Ci sono tanti giovani, per esempio, che partono per fare volontariato in Africa con iniziative aconfessionali, perché viene loro proposta una cosa alta. Bisogna proporre cose alte, esigenti, impegnative! Bisogna andare verso il grande Bene di cui abbiamo parlato, è il Bene che converte.

Il kerygma non è una formula da dire, è una bellezza da far brillare, è un riflesso da far splendere, è un raggio di luce che arriva ed è corrispondente al cuore dell’uomo. Ciò non deve essere una forzatura, non è costringere l’altro dentro uno schema etico-culturale, ma è annunciare la bellezza che è intrinseca alle persone, è annunziare Cristo crocifisso come Colui che sa dare questa bellezza alle persone, che le sa far maturare fino alla pienezza della propria vocazione. Sento dire in alcuni posti che esistono due vocazioni: o diventi prete o ti consacri. Non è così! Esiste una sola vocazione: vivere da figli di Dio! Nella vita si può essere moglie, marito, padre, madre… ma se non ci sente figli di Dio… se non si ha la capacità di amare in quanto figli, è inutile farlo. È questo che dobbiamo annunciare: la vita dei figli".

La Presbyterorum ordinis, pone particolare attenzione alla dimensione fraterna della vita sacerdotale, tuttavia spesso viene trascurata. Perché ci si limita a vivere la comunione presbiterale solo di rado? Quali soluzioni il ministero potrebbe abbracciare per favorire la fraternità?

"Il problema è che i ragazzi in seminario vengono formati per essere prime-donne, da cui scaturisce una logica individualista. La dimensione comunionale non è una dimensione presbiterale ma cristiana. La comunione implica relazione, implica comunicazione. Bisogna curare tutto ciò che riguarda il lavorare insieme, crescere insieme, dialogare e condividere la gioia, l’allegria anche di vivere insieme le cose. Io penso che quando in seminario si è stati compagni d’anno si resta amici, ma c’è da sottolineare che l’amicizia è una dimensione che abbiamo curato un po’ a casaccio. L’amicizia è il più alto livello di relazione che possiamo trovare nel Vangelo di Giovanni. L’amico è Lazzaro, per cui Gesù si comporta da amico. Cioè non va a salvarlo dalla malattia, ma lo tira fuori dal sepolcro. L’amicizia è parte del piano di Dio. Capiamo che l’amicizia va curata non in maniera sentimentale, ma evangelica! Bisognerebbe tornare al concetto di amicizia di sant’Agostino che su questo ha parlato molto”.

Paolo, Pietropaolo e Mattia

]]>
Don Francesco Verzini a sinistra e a destra don Fabio Rosini seduti dietro ad un tavolo, visti di tre quarti e alle spalle un quadro con ritratto la Madonna con il Bambino

Don Fabio Rosini, sacerdote e biblista della diocesi di Roma, è l’ideatore del celebre percorso catechetico sul Decalogo. Già responsabile per le vocazioni e formatore in seminario, oggi è il direttore dell’ufficio diocesano di Pastorale universitaria. Invitato come relatore in occasione della Giornata regionale del clero umbro, ha concesso a Cor Unum questa intervista.

Rosini, lei ha scritto: “Nei seminari abbiamo formato eserciti di transustanziatori o di operatori sociali e gestori, ma non di padri nella fede”, come pensa si possa risolvere questa problematica?

"Nella logica del seminario, prevale una tendenza a voler riempire le caselle dell’organigramma ecclesiale. Il problema è avere preti e la fretta di riempire le postazioni nelle parrocchie, porta ad essere un po’ superficiali su quello che stiamo producendo. Come si fa a diventare padri nella fede? Per prima cosa bisogna essere figli nella fede; la paternità nasce dalla figliolanza, non dimentichiamo le fasi del processo umano necessarie per ciascuno: figlio-fratello-sposo-padre. Un prete prima di essere padre deve essere figlio generato nella fede e non rastrellato dal disavanzo o dal fondo dei bacchettoni locali parrocchiali. Abbiamo una pastorale vocazionale che cerca di catturare i 'chierichetti mancati', poi li mettiamo in seminario perché l’importante è che siano bravini esternamente, che non sporchino e che siano buonini. Invece bisogna avere gente che abbia avuto un’esperienza di rigenerazione. Ricordiamo che il battesimo viene prima del presbiterato e molti dei problemi del presbiterato sono di carattere battesimale: i problemi di castità, di obbedienza, di comunione sono problemi battesimali; infatti la preghiera di tanti preti crolla perché c’è un problema di relazione con il Padre e questo nasce dall’intimità della verità battesimale".

Come pensa possa essere rivisto l’iter formativo nei seminari?

"Ho scritto tempo fa un articolo per la rivista Vocazioni della Conferenza episcopale italiana dove spiegavo la relazione fra kerygma e discernimento vocazionale: noi non dovremmo accogliere nei seminari persone che non hanno fatto un’esperienza esplosiva di Dio; se non c’è la radice dell’esperienza rigenerante su che cosa lavoriamo? Ricordo ancora mons. Pacomio, ex rettore del collegio Capranica, che diceva: 'quando mi arriva un ragazzo normalmente prima lo devo formare come uomo poi come cristiano e poi se ce la faccio, come prete. In genere si arriva alla fine del seminario che sto lavorando ancora sull’essere cristiano e poi bisogna ordinarli perché i vescovi hanno fretta'. Questo vuol dire che però ci deve essere anche un’iniziazione alla paternità nella Fede, come si fa?

Bisogna mettere i seminaristi accanto a sacerdoti che obiettivamente sappiano gestare e generare nella fede, non basta mandare in una parrocchia un ragazzo perché faccia semplicemente un’esperienza di pastorale, bisogna metterlo nelle realtà che funzionano veramente. Quando c’è qualcuno che sa formare alla fede, mettigli accanto un seminarista! Perché l’apprendistato si fa nella bottega. Da che mondo è mondo l’apprendistato si fa accanto all’artigiano. Il fine della formazione deve essere l’autonomia del ragazzo; autonomia intesa come capacità nel saper generare la fede nelle persone, ed è per questo che poi si ordina sacerdote. Il problema è questo, non è che noi non abbiamo preti, non abbiamo cristiani! La mia politica vocazionale è stata quella di generare la fede in tanti giovani e poi Dio sceglieva fra di loro quelli che potevano entrare in seminario. Il problema è curare la fede! Ultimamente l’abbiamo lasciata un po’ alla devozione, al privato delle persone. Il problema è fare esperienze di evangelizzazione seria. Si apprende ad evangelizzare andando nel pratico. Come si fa, ad esempio la sinodalità? Facendola. È pensando che si impara a pensare, è lavorando che si impara a lavorare".

I nostri coetanei manifestano una grande propensione al bene, pur non ritenendo la Fede una priorità. Quale modalità di annuncio intravede per evitare di ridurre l’esperienza del Vangelo ad un semplice stato emozionale?

"I cuori dei giovani non possono essere toccati da cose piccole, bisogna proporre cose molto grandi. Noi abbiamo svalutato la pastorale giovanile facendola diventare intrattenimento per giovani. Ricordo che mia nipote, tornata da un evento della diocesi per preparare la Gmg di Lisbona, mi disse: 'Puoi dire ai tuoi colleghi che noi ci divertiamo da soli e che non c’è bisogno che loro ci facciano da badanti? Parlateci di altro, di cose serie'. In questi anni ho avuto una quantità spaventosa di giovani, ma perché? Perché ho fatto sempre una proposta alta, radicale. Francesco d’Assisi fu perseguitato all’inizio perché tutti i giovani volevano stare con lui, ma come si fa a stare con un tipo che da ricco che era va a vivere con i lebbrosi? Stanno con lui perché quello che vedevano era bello. Era autentico! Ci sono tanti giovani, per esempio, che partono per fare volontariato in Africa con iniziative aconfessionali, perché viene loro proposta una cosa alta. Bisogna proporre cose alte, esigenti, impegnative! Bisogna andare verso il grande Bene di cui abbiamo parlato, è il Bene che converte.

Il kerygma non è una formula da dire, è una bellezza da far brillare, è un riflesso da far splendere, è un raggio di luce che arriva ed è corrispondente al cuore dell’uomo. Ciò non deve essere una forzatura, non è costringere l’altro dentro uno schema etico-culturale, ma è annunciare la bellezza che è intrinseca alle persone, è annunziare Cristo crocifisso come Colui che sa dare questa bellezza alle persone, che le sa far maturare fino alla pienezza della propria vocazione. Sento dire in alcuni posti che esistono due vocazioni: o diventi prete o ti consacri. Non è così! Esiste una sola vocazione: vivere da figli di Dio! Nella vita si può essere moglie, marito, padre, madre… ma se non ci sente figli di Dio… se non si ha la capacità di amare in quanto figli, è inutile farlo. È questo che dobbiamo annunciare: la vita dei figli".

La Presbyterorum ordinis, pone particolare attenzione alla dimensione fraterna della vita sacerdotale, tuttavia spesso viene trascurata. Perché ci si limita a vivere la comunione presbiterale solo di rado? Quali soluzioni il ministero potrebbe abbracciare per favorire la fraternità?

"Il problema è che i ragazzi in seminario vengono formati per essere prime-donne, da cui scaturisce una logica individualista. La dimensione comunionale non è una dimensione presbiterale ma cristiana. La comunione implica relazione, implica comunicazione. Bisogna curare tutto ciò che riguarda il lavorare insieme, crescere insieme, dialogare e condividere la gioia, l’allegria anche di vivere insieme le cose. Io penso che quando in seminario si è stati compagni d’anno si resta amici, ma c’è da sottolineare che l’amicizia è una dimensione che abbiamo curato un po’ a casaccio. L’amicizia è il più alto livello di relazione che possiamo trovare nel Vangelo di Giovanni. L’amico è Lazzaro, per cui Gesù si comporta da amico. Cioè non va a salvarlo dalla malattia, ma lo tira fuori dal sepolcro. L’amicizia è parte del piano di Dio. Capiamo che l’amicizia va curata non in maniera sentimentale, ma evangelica! Bisognerebbe tornare al concetto di amicizia di sant’Agostino che su questo ha parlato molto”.

Paolo, Pietropaolo e Mattia

]]>
https://www.lavoce.it/la-vocazione-vivere-da-figli-di-dio/feed/ 0
Formazione per 800 catechisti della diocesi impegnati con fanciulli e adolescenti https://www.lavoce.it/formazione-per-800-catechisti-della-diocesi-impegnati-con-fanciulli-e-adolescenti/ https://www.lavoce.it/formazione-per-800-catechisti-della-diocesi-impegnati-con-fanciulli-e-adolescenti/#respond Thu, 16 Nov 2023 11:05:09 +0000 https://www.lavoce.it/?p=74004 formazione catechisti

"Quello dei catechisti è un servizio alla Chiesa particolare nella sua opera evangelizzatrice, ma anche alla società, a partire dalle comunità locali che dovrebbero assurgere a rivestire sempre più un ruolo socio-educativo non secondario, insieme alla famiglia e alla scuola, per le giovani generazioni, soprattutto fanciulli e adolescenti. Per questo ai catechisti è chiesta continua formazione in questo cambiamento d’epoca in cui il Signore li chiama ad essere suoi attenti e motivati collaboratori nell’annuncio della sua Parola ai più piccoli e non solo".

Un servizio alla Chiesa e alla società

Lo evidenzia don Calogero Di Leo, direttore dell’Ufficio diocesano catechistico di Perugia-Città della Pieve, nel presentare il programma dell’imminente ciclo di incontri di formazione per gli ottocento catechisti impegnati con i bambini di prima comunione e cresima e con gli adolescenti nelle oltre centotrenta comunità parrocchiali perugino-pievesi, in calendario da novembre 2023 ad aprile 2024.

Formazione in presenza e in streaming

 Ciclo formativo che inizierà domenica 19 novembre (alle ore 16), presso il salone parrocchiale di Ponte San Giovanni di Perugia (III Zona pastorale), che verrà seguito in diretta streaming presso saloni e oratori parrocchiali delle altre sei Zone pastorali dell’Archidiocesi: Madonna Alta (I Zp); San Sisto (II Zp), Piccione (IV Zp), Marsciano (V Zp), Magione (VI Zp) e Moiano (VII Zp).

Relatori e attività

Al primo incontro relazioneranno Ida Casciani e Barbara Baffetti, autrici di una nuova collana dal titolo Ti racconto il catechismo, in quattro volumi (Guide e Sussidi), che copre l’intero percorso della Iniziazione Cristiana. I loro interventi saranno preceduti dai saluti introduttivi di don Calogero Di Leo, del vicario generale don Simone Sorbaioli e dalla proiezione di un video. L’incontro verterà anche sulle attività laboratoriali e da un confronto con le relatrici prima delle conclusioni.

Per svolgere al meglio la vocazione-missione

"È importante per la formazione e il servizio di ciascuno -sottolinea il direttore dell’Ufficio catechistico- non dimenticare quanto ricorda Papa Francesco: il grande dono ricevuto dal Signore della chiamata ad una vocazione-missione tutta tesa nel generare e nel far crescere nuovi figli di Dio alla fede, nella relazione con Gesù e con la Chiesa.

Certamente -aggiunge don Calogero Di Leo- siamo consapevoli che per svolgere al meglio la missione, oltre alla esperienza personale di fede e di vita ecclesiale, occorre anche una buona preparazione». Per per questo, invitiamo i catechisti a partecipare ai corsi di formazione organizzati dal nostro Ufficio e ringrazio quanti si stanno adoperando per la loro riuscita a livello di Zona pastorale".

I prossimi appuntamenti e iniziative di formazione

 Il ciclo di formazione proseguirà nei primi quattro mesi del 2024 e dopo le festività natalizie saranno comunicate le date e le sedi di altre iniziative in cantiere: il Convegno regionale dei catechisti, il Pellegrinaggio a Roma e due giornate residenziali per la formazione biblica sul Vangelo di Luca. Intanto sono in calendario gli incontri, che si terranno sempre con la duplice modalità del primo (in presenza e in streaming nelle Zone pastorali), con il professor Andrea Grillo, del 7 febbraio (alle ore 21), La Prospettiva Catecumenale nei Sacramenti della Iniziazione Cristiana. Dal Concilio Vaticano II un nuovo paradigma pastorale, del 6 marzo (ore 21), La Porta dei Sacramenti e la Casa dei Sacramenti. Battesimo/Cresima per l’Eucarestia nell’esperienza dell’iniziazione dei bambini, e del 17 aprile (ore 21), Iniziazione e Mistagogia: una Relazione e una Sfida Pastorale.

]]>
formazione catechisti

"Quello dei catechisti è un servizio alla Chiesa particolare nella sua opera evangelizzatrice, ma anche alla società, a partire dalle comunità locali che dovrebbero assurgere a rivestire sempre più un ruolo socio-educativo non secondario, insieme alla famiglia e alla scuola, per le giovani generazioni, soprattutto fanciulli e adolescenti. Per questo ai catechisti è chiesta continua formazione in questo cambiamento d’epoca in cui il Signore li chiama ad essere suoi attenti e motivati collaboratori nell’annuncio della sua Parola ai più piccoli e non solo".

Un servizio alla Chiesa e alla società

Lo evidenzia don Calogero Di Leo, direttore dell’Ufficio diocesano catechistico di Perugia-Città della Pieve, nel presentare il programma dell’imminente ciclo di incontri di formazione per gli ottocento catechisti impegnati con i bambini di prima comunione e cresima e con gli adolescenti nelle oltre centotrenta comunità parrocchiali perugino-pievesi, in calendario da novembre 2023 ad aprile 2024.

Formazione in presenza e in streaming

 Ciclo formativo che inizierà domenica 19 novembre (alle ore 16), presso il salone parrocchiale di Ponte San Giovanni di Perugia (III Zona pastorale), che verrà seguito in diretta streaming presso saloni e oratori parrocchiali delle altre sei Zone pastorali dell’Archidiocesi: Madonna Alta (I Zp); San Sisto (II Zp), Piccione (IV Zp), Marsciano (V Zp), Magione (VI Zp) e Moiano (VII Zp).

Relatori e attività

Al primo incontro relazioneranno Ida Casciani e Barbara Baffetti, autrici di una nuova collana dal titolo Ti racconto il catechismo, in quattro volumi (Guide e Sussidi), che copre l’intero percorso della Iniziazione Cristiana. I loro interventi saranno preceduti dai saluti introduttivi di don Calogero Di Leo, del vicario generale don Simone Sorbaioli e dalla proiezione di un video. L’incontro verterà anche sulle attività laboratoriali e da un confronto con le relatrici prima delle conclusioni.

Per svolgere al meglio la vocazione-missione

"È importante per la formazione e il servizio di ciascuno -sottolinea il direttore dell’Ufficio catechistico- non dimenticare quanto ricorda Papa Francesco: il grande dono ricevuto dal Signore della chiamata ad una vocazione-missione tutta tesa nel generare e nel far crescere nuovi figli di Dio alla fede, nella relazione con Gesù e con la Chiesa.

Certamente -aggiunge don Calogero Di Leo- siamo consapevoli che per svolgere al meglio la missione, oltre alla esperienza personale di fede e di vita ecclesiale, occorre anche una buona preparazione». Per per questo, invitiamo i catechisti a partecipare ai corsi di formazione organizzati dal nostro Ufficio e ringrazio quanti si stanno adoperando per la loro riuscita a livello di Zona pastorale".

I prossimi appuntamenti e iniziative di formazione

 Il ciclo di formazione proseguirà nei primi quattro mesi del 2024 e dopo le festività natalizie saranno comunicate le date e le sedi di altre iniziative in cantiere: il Convegno regionale dei catechisti, il Pellegrinaggio a Roma e due giornate residenziali per la formazione biblica sul Vangelo di Luca. Intanto sono in calendario gli incontri, che si terranno sempre con la duplice modalità del primo (in presenza e in streaming nelle Zone pastorali), con il professor Andrea Grillo, del 7 febbraio (alle ore 21), La Prospettiva Catecumenale nei Sacramenti della Iniziazione Cristiana. Dal Concilio Vaticano II un nuovo paradigma pastorale, del 6 marzo (ore 21), La Porta dei Sacramenti e la Casa dei Sacramenti. Battesimo/Cresima per l’Eucarestia nell’esperienza dell’iniziazione dei bambini, e del 17 aprile (ore 21), Iniziazione e Mistagogia: una Relazione e una Sfida Pastorale.

]]>
https://www.lavoce.it/formazione-per-800-catechisti-della-diocesi-impegnati-con-fanciulli-e-adolescenti/feed/ 0
Al via le attività del nuovo anno del Centro di formazione pastorale con cinque corsi di approfondimento teologico https://www.lavoce.it/al-via-le-attivita-del-nuovo-anno-del-centro-di-formazione-pastorale-con-cinque-corsi-di-approfondimento-teologico/ https://www.lavoce.it/al-via-le-attivita-del-nuovo-anno-del-centro-di-formazione-pastorale-con-cinque-corsi-di-approfondimento-teologico/#respond Mon, 02 Oct 2023 13:24:32 +0000 https://www.lavoce.it/?p=73488 Centro di formazione pastorale

Prende avvio lunedì 2 ottobre, dopo la pausa estiva, il nuovo anno di attività del Centro di formazione pastorale (CFP) dell'Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, il cui Notiziario, da più di venti anni, è un mezzo di informazione molto agile sulle diverse iniziative di formazione. Dall’inizio di ottobre alla seconda metà di maggio 2024 si terranno dei corsi di approfondimento teologico su temi specifici e di interesse.

I  nuovi corsi del Centro di formazione pastorale

Incontri che saranno dedicati a temi quali Qoèlet e la ricerca sincera della verità: Scrisse con onestà parole veritiere (Qo 12,10) (dal 2 ottobre al 6 novembre); La misericordia di Dio in santa Faustina Kowalska e la devozione al Sacro Cuore di Gesù (dal 13 Novembre al 18 dicembre); L'arte del celebrare a sessant'anni dalla promulgazione della Sacrosactum Concilium (dall’8 gennaio al 12 febbraio); Burattino senza fili: commento teologico a Le avventure di Pinocchio (dal 19 febbraio al 25 marzo); Creazione e peccato: l’origine del mondo e la caduta (dall’8 aprile al 13 maggio).

I corsi si terranno di lunedì, dalle ore 18.30 alle 19.45, presso il Villaggio della Carità di Perugia, e saranno tenuti dai sacerdoti Alessio Fifi, Mauro Angelini, Francesco Verzini, Luca Bartoccini e Samson Pjetraj.

Don Luca Bartoccini, responsabile del Centro di formazione pastorale, teologo e consigliere spirituale della Casa di preghiera Tabor di Agello (nella quale si tengono ormai da qualche anno ritiri spirituali aperti a tutti), così presenta il primo corso, dedicato al Libro di Qoelet:

"Questo libro biblico -spiega- è stato definito porta di servizio scettica per entrare nella Bibbia. Qoèlet, infatti, riesce ad affascinare anche scettici, agnostici e intellettuali.

L’autore si lascia destabilizzare dalla realtà, che tante volte sembra mettere in dubbio anche la consolidata fede israelita. Dà voce anche al dubbio, mette a nudo la fragilità delle certezze e dell’esistenza stessa degli uomini.

Diversamente, però, da tanta nostra modernità, la sua ricerca non precipita nel nulla dello scetticismo assoluto. Al contrario si fa strada gradatamente la conoscenza di una gioia misteriosa che prevale sulle tenebre delle incertezze e della morte".

I corsi sono gratuiti, ma occorre iscriversi a questo indirizzo: centroteologicopg@gmail.com .]]>
Centro di formazione pastorale

Prende avvio lunedì 2 ottobre, dopo la pausa estiva, il nuovo anno di attività del Centro di formazione pastorale (CFP) dell'Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, il cui Notiziario, da più di venti anni, è un mezzo di informazione molto agile sulle diverse iniziative di formazione. Dall’inizio di ottobre alla seconda metà di maggio 2024 si terranno dei corsi di approfondimento teologico su temi specifici e di interesse.

I  nuovi corsi del Centro di formazione pastorale

Incontri che saranno dedicati a temi quali Qoèlet e la ricerca sincera della verità: Scrisse con onestà parole veritiere (Qo 12,10) (dal 2 ottobre al 6 novembre); La misericordia di Dio in santa Faustina Kowalska e la devozione al Sacro Cuore di Gesù (dal 13 Novembre al 18 dicembre); L'arte del celebrare a sessant'anni dalla promulgazione della Sacrosactum Concilium (dall’8 gennaio al 12 febbraio); Burattino senza fili: commento teologico a Le avventure di Pinocchio (dal 19 febbraio al 25 marzo); Creazione e peccato: l’origine del mondo e la caduta (dall’8 aprile al 13 maggio).

I corsi si terranno di lunedì, dalle ore 18.30 alle 19.45, presso il Villaggio della Carità di Perugia, e saranno tenuti dai sacerdoti Alessio Fifi, Mauro Angelini, Francesco Verzini, Luca Bartoccini e Samson Pjetraj.

Don Luca Bartoccini, responsabile del Centro di formazione pastorale, teologo e consigliere spirituale della Casa di preghiera Tabor di Agello (nella quale si tengono ormai da qualche anno ritiri spirituali aperti a tutti), così presenta il primo corso, dedicato al Libro di Qoelet:

"Questo libro biblico -spiega- è stato definito porta di servizio scettica per entrare nella Bibbia. Qoèlet, infatti, riesce ad affascinare anche scettici, agnostici e intellettuali.

L’autore si lascia destabilizzare dalla realtà, che tante volte sembra mettere in dubbio anche la consolidata fede israelita. Dà voce anche al dubbio, mette a nudo la fragilità delle certezze e dell’esistenza stessa degli uomini.

Diversamente, però, da tanta nostra modernità, la sua ricerca non precipita nel nulla dello scetticismo assoluto. Al contrario si fa strada gradatamente la conoscenza di una gioia misteriosa che prevale sulle tenebre delle incertezze e della morte".

I corsi sono gratuiti, ma occorre iscriversi a questo indirizzo: centroteologicopg@gmail.com .]]>
https://www.lavoce.it/al-via-le-attivita-del-nuovo-anno-del-centro-di-formazione-pastorale-con-cinque-corsi-di-approfondimento-teologico/feed/ 0
Bilancio del Percorso di formazione base delle Caritas diocesane https://www.lavoce.it/bilancio-del-percorso-di-formazione-base-delle-caritas-diocesane/ https://www.lavoce.it/bilancio-del-percorso-di-formazione-base-delle-caritas-diocesane/#respond Tue, 30 May 2023 12:49:56 +0000 https://www.lavoce.it/?p=71780 percorso di formazione caritas

"Abbiamo vissuto, grazie alla collaborazione della Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve, la tappa esperienziale del Percorso di formazione base per nuovi direttori e membri delle equipe delle Caritas diocesane, dove i contenuti messi al centro di questo percorso, i partecipanti li hanno visti incarnati a Perugia in un’esperienza concreta di una dimensione ecclesiale e di un contesto territoriale in cui opera la Caritas diocesana". Lo sottolinea Francesca Levroni dell’Ufficio formazione ed animazione di Caritas Italiana e referente del percorso, nel tracciare un bilancio di quest’esperienza vissuta a Perugia la scorsa settimana, che ha visto la partecipazione di circa ottanta persone provenienti da diverse Caritas delle sedici Delegazioni regionali, oltre a una decina di membri dello staff dei formatori di Caritas Italiana e alcuni operatori della Caritas ospitante.

Bagaglio di esperienze e creazione di più relazioni

"Alla Caritas di Perugia -spiega Francesca Levroni- Caritas Italiana ha chiesto, in particolare, di raccontare i processi che hanno portato a determinate decisioni mettendo in risalto sia i suoi punti di forza che quelli di fatica e di fragilità. Per i partecipanti è stato, soprattutto, un modo di leggere una nuova esperienza, rileggere la propria e portarsi a casa un bagaglio composto da tante esperienze creando sempre di più relazioni tra diverse Caritas. Un ringraziamento di cuore a questa Chiesa diocesana -conclude la referente di Caritas Italiana- che, attraverso la sua Caritas, ci ha accolto con gioia e per tutto quello che ci ha raccontato e per tutti i volti, le storie che abbiamo incontrato e che ci restano impresse nel cuore sia per il servizio che per la nostra vita".

Le opere segno del percorso di formazione

Diverse sono state le opere segno della Caritas di Perugia inserite nel percorso formativo. Dal Centro di Ascolto San Giuseppe di Bosco all’Emporio Don Gustavo di Ponte Pattoli, dal Villaggio della Carità di Perugia con il Centro d’Ascolto diocesano, il Consultorio Medico, l’Emporio Tabgha e la Mensa Don Gualtiero, alla Casa della Carità del Santuario della Madonna dei Bagni di Deruta, alla visita a tre opere nel centro storico perugino: il Ristoro Sociale San Lorenzo, la Casa Sant’Anna dei Servitori e la Casa San Vincenzo. Molto coinvolgenti sono stati gli incontri con i rappresentanti delle Istituzioni civili, dai sindaci di Perugia, Andrea Romizi, e di Deruta, Michele Toniaccini, presidente dell’Anci Umbria, ai loro assessori alle Politiche sociali, Edi Cicchi e Manuela Taglia, e con l’economista Pierluigi Grasselli dell’Osservatorio diocesano sulle povertà. Non sono mancati gli incontri spirituali ed esperienziali a Casa Sacro Cuore con suor Roberta Vinerba, direttore dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Assisi, don Simone Sorbaioli, vicario generale dell’Archidiocesi, e padre Francesco Bonucci (Ofm), cappellano del Carcere di Perugia.

Una ricchezza a sostegno dei fenomeni di povertà

Nel tracciare una sintesi dei commenti-impressioni dei partecipanti alla formazione, emerge l’importanza per i momenti di riflessione e spiritualità che hanno accompagnato anche le idee di progettualità e di condivisione nel conoscere e verificare le varie esperienze acquisite dalle diverse Caritas diocesane. Inoltre, le Caritas convenute a Perugia sono rimaste colpite dalla differenziazione di interventi, con una ricognizione delle necessità molto ampia a livello del territorio, intercettando diverse fragilità e cercando di rispondere alle loro richieste in maniera coerente con la missione della Caritas. Significativa è stata anche la conoscenza di progetti relativi al Welfare attuati grazie ad una intensa collaborazione con le Istituzioni civili. Tutto questo è stato definito una ricchezza a sostegno dei diversi fenomeni di povertà.

Il commento del direttore della Caritas ospitante la formazione base

"Questo percorso è un momento fondamentale, bellissimo vissuto dalla nostra equipe un anno fa. È stato di crescita, di incontro e viverlo oggi come Caritas ospitante è un grande onore e una grande gioia". È il commento di don Marco Briziarelli, direttore della Caritas di Perugia, che aggiunge, pensando alle nostre aspettative quando abbiamo fatto il percorso, il desiderio di incontrare un’altra Caritas era quello di conoscere un’altra esperienza, perché tutti tendiamo ad assolutizzare la nostra. "Invece quest’incontro ci mette in una rete più grande e spero che questo sia stato uno dei desideri che hanno animato i partecipanti vivendo quest’esperienza, per mettersi in discussione e rivedere il proprio cammino di equipe. È stato molto bello anche farsi leggere dalle Caritas ospitate -conclude don Marco- perché da ogni incontro nasce un bel confronto. Ci sono state restituite cose molto importanti, che cercheremo di rileggere e rivedere come equipe, un aspetto, questo, per noi preziosissimo".]]>
percorso di formazione caritas

"Abbiamo vissuto, grazie alla collaborazione della Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve, la tappa esperienziale del Percorso di formazione base per nuovi direttori e membri delle equipe delle Caritas diocesane, dove i contenuti messi al centro di questo percorso, i partecipanti li hanno visti incarnati a Perugia in un’esperienza concreta di una dimensione ecclesiale e di un contesto territoriale in cui opera la Caritas diocesana". Lo sottolinea Francesca Levroni dell’Ufficio formazione ed animazione di Caritas Italiana e referente del percorso, nel tracciare un bilancio di quest’esperienza vissuta a Perugia la scorsa settimana, che ha visto la partecipazione di circa ottanta persone provenienti da diverse Caritas delle sedici Delegazioni regionali, oltre a una decina di membri dello staff dei formatori di Caritas Italiana e alcuni operatori della Caritas ospitante.

Bagaglio di esperienze e creazione di più relazioni

"Alla Caritas di Perugia -spiega Francesca Levroni- Caritas Italiana ha chiesto, in particolare, di raccontare i processi che hanno portato a determinate decisioni mettendo in risalto sia i suoi punti di forza che quelli di fatica e di fragilità. Per i partecipanti è stato, soprattutto, un modo di leggere una nuova esperienza, rileggere la propria e portarsi a casa un bagaglio composto da tante esperienze creando sempre di più relazioni tra diverse Caritas. Un ringraziamento di cuore a questa Chiesa diocesana -conclude la referente di Caritas Italiana- che, attraverso la sua Caritas, ci ha accolto con gioia e per tutto quello che ci ha raccontato e per tutti i volti, le storie che abbiamo incontrato e che ci restano impresse nel cuore sia per il servizio che per la nostra vita".

Le opere segno del percorso di formazione

Diverse sono state le opere segno della Caritas di Perugia inserite nel percorso formativo. Dal Centro di Ascolto San Giuseppe di Bosco all’Emporio Don Gustavo di Ponte Pattoli, dal Villaggio della Carità di Perugia con il Centro d’Ascolto diocesano, il Consultorio Medico, l’Emporio Tabgha e la Mensa Don Gualtiero, alla Casa della Carità del Santuario della Madonna dei Bagni di Deruta, alla visita a tre opere nel centro storico perugino: il Ristoro Sociale San Lorenzo, la Casa Sant’Anna dei Servitori e la Casa San Vincenzo. Molto coinvolgenti sono stati gli incontri con i rappresentanti delle Istituzioni civili, dai sindaci di Perugia, Andrea Romizi, e di Deruta, Michele Toniaccini, presidente dell’Anci Umbria, ai loro assessori alle Politiche sociali, Edi Cicchi e Manuela Taglia, e con l’economista Pierluigi Grasselli dell’Osservatorio diocesano sulle povertà. Non sono mancati gli incontri spirituali ed esperienziali a Casa Sacro Cuore con suor Roberta Vinerba, direttore dell’Istituto Superiore di Scienze Religiose di Assisi, don Simone Sorbaioli, vicario generale dell’Archidiocesi, e padre Francesco Bonucci (Ofm), cappellano del Carcere di Perugia.

Una ricchezza a sostegno dei fenomeni di povertà

Nel tracciare una sintesi dei commenti-impressioni dei partecipanti alla formazione, emerge l’importanza per i momenti di riflessione e spiritualità che hanno accompagnato anche le idee di progettualità e di condivisione nel conoscere e verificare le varie esperienze acquisite dalle diverse Caritas diocesane. Inoltre, le Caritas convenute a Perugia sono rimaste colpite dalla differenziazione di interventi, con una ricognizione delle necessità molto ampia a livello del territorio, intercettando diverse fragilità e cercando di rispondere alle loro richieste in maniera coerente con la missione della Caritas. Significativa è stata anche la conoscenza di progetti relativi al Welfare attuati grazie ad una intensa collaborazione con le Istituzioni civili. Tutto questo è stato definito una ricchezza a sostegno dei diversi fenomeni di povertà.

Il commento del direttore della Caritas ospitante la formazione base

"Questo percorso è un momento fondamentale, bellissimo vissuto dalla nostra equipe un anno fa. È stato di crescita, di incontro e viverlo oggi come Caritas ospitante è un grande onore e una grande gioia". È il commento di don Marco Briziarelli, direttore della Caritas di Perugia, che aggiunge, pensando alle nostre aspettative quando abbiamo fatto il percorso, il desiderio di incontrare un’altra Caritas era quello di conoscere un’altra esperienza, perché tutti tendiamo ad assolutizzare la nostra. "Invece quest’incontro ci mette in una rete più grande e spero che questo sia stato uno dei desideri che hanno animato i partecipanti vivendo quest’esperienza, per mettersi in discussione e rivedere il proprio cammino di equipe. È stato molto bello anche farsi leggere dalle Caritas ospitate -conclude don Marco- perché da ogni incontro nasce un bel confronto. Ci sono state restituite cose molto importanti, che cercheremo di rileggere e rivedere come equipe, un aspetto, questo, per noi preziosissimo".]]>
https://www.lavoce.it/bilancio-del-percorso-di-formazione-base-delle-caritas-diocesane/feed/ 0
‘Il bene è contagioso!’: percorso di formazione promosso da Caritas Italiana https://www.lavoce.it/il-bene-e-contagioso-percorso-di-formazione-promosso-da-caritas-italiana/ https://www.lavoce.it/il-bene-e-contagioso-percorso-di-formazione-promosso-da-caritas-italiana/#respond Fri, 19 May 2023 13:12:12 +0000 https://www.lavoce.it/?p=71606 formazione caritas italiana

Sarà la Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve ad ospitare, nel capoluogo umbro, dal 22 al 25 maggio, la seconda tappa del Percorso di formazione base per nuovi direttori e membri delle equipe delle Caritas diocesane, promosso ogni anno pastorale da Caritas Italiana, al fine di orientarli e sostenerli nell’avvio del loro servizio.

Un percorso formativo iniziato lo scorso gennaio e si concluderà in autunno, a cui prendono parte ottanta (quarantadue maschi e trentotto femmine), tra neo direttori, vicedirettori, membri operatori e volontari delle Caritas diocesane. Il sessantasette per cento di loro ha un’esperienza di servizio da zero a quattro anni, la gran ha un’età compresa tra i 22 e i 50 anni e cinquantotto sono laici che, provenienti dalle sedici Delegazioni Caritas regionali, in prevalenza dal Triveneto, Campania e Calabria. Sono le regioni in cui, nell’ultimo anno, le Caritas hanno avuto un ricambio maggiore di direttori e membri delle equipe.

Finalità del percorso di Caritas Italiana

 "In media, annualmente, il dieci per cento delle attuali duecentodiciotto Caritas diocesane -spiega Francesca Levroni, referente dell’Ufficio formazione e animazione di Caritas Italiana-  è interessato al ricambio dei direttori. È importante far conoscere alle new entry e ai membri delle loro equipe l’identità e i compiti della Caritas (in Italia, in diocesi e in parrocchia), oltre a sostenerli nell’acquisire le competenze necessarie per organizzare l’attività della Caritas diocesana in riferimento ai compiti e al contesto ecclesiale e civile.

In particolare -precisa la responsabile di Caritas Italiana- fare loro acquisire la propensione a pianificare l’attività della Caritas diocesana mediante una lettura del contesto, l’individuazione di bisogni, la selezione delle priorità e il bilanciamento di tempi e risorse disponibili e sapersi orientare sul tema dello sviluppo di comunità e confrontarsi con alcune sperimentazioni in atto, come anche favorire la strutturazione di relazioni, confronto e scambio di pratiche, anche attraverso la visita a una Caritas diocesana".

La scelta di Perugia

 In riferimento a quest’ultimo aspetto, la scelta è caduta sulla Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve.

"Scelta avvenuta-spiega Francesca Levroni- in base non ad un modello che va poi adottato, ma per l’esperienza acquisita da questa Caritas. In primis dalla peculiarità del percorso che essa è riuscita a costruire sul territorio, anche attraverso le criticità, della propria presenza sia nel saper farsi carico delle situazioni di bisogno, attivando progetti di prossimità, sia di promozione ed accompagnamento delle Caritas parrocchiali e delle opere segno e strutture di accoglienza. Non meno importante -evidenzia ancora la responsabile di Caritas Italiana- è la capacità di collaborazione della Caritas con le Istituzioni civili locali preposte al welfare.

Nella scelta non va trascurata -conclude Francesca Levroni- la capacità di animazione della comunità da parte della stessa Caritas. Ad esempio quella di Perugia-Città della Pieve è riuscita ad attivare un emporio della solidarietà in un edificio condominiale".

Il riferimento è all’emporio Don Gustavo di Ponte Pattoli, aperto un anno fa, dopo la fase acuta della pandemia, che ha coinvolto, oltre a tante persone, anche alcune realtà imprenditoriali benefattrici.

Esperienze, progetti e testimonianze

La quattro-giorni di formazione Caritas, che avrà come location e sede delle lezioni teoriche l’Hotel Sacro Cuore di Perugia, da lunedì 22 maggio (ore 10) a giovedì 25 maggio (ore 13), porterà gli ospiti corsisti a visitare alcune realtà socio-caritative tra le quali il menzionato emporio Don Gustavo, il Centro d’Ascolto San Giuseppe di Bosco, il Villaggio della Carità di Perugia, la Casa della Carità-Santuario della Madonna dei Bagni di Deruta, le opere segno nel centro storico perugino: Casa Sant’Anna dei Servitori, Casa San Vincenzo e la Mensa-Ristoro Sociale San Lorenzo nata dalla collaborazione tra la Caritas e il Comune di Perugia. Non è un caso, che tra i relatori delle quattro giornate ci siano alcuni rappresentanti delle Istituzioni civili perugine ed umbre, che animeranno la tavola rotonda sul lavoro di rete con il territorio. Inoltre saranno presentati alcuni progetti sulla marginalità estrema per l’accoglienza dei senza dimora e di attenzione al mondo del carcere.

Esempi concreti che testimoniano quanto Il bene è contagioso!, recita lo slogan della Caritas diocesana di Perugia scelto come titolo di questa seconda tappa del percorso di formazione di Caritas Italiana.

Crescere insieme nel servizio

"È un’occasione di grande crescita -commenta don Marco Briziarelli, direttore della Caritas perugina- poterci confrontare con altre Caritas.

Camminare insieme ai fratelli che iniziano questa nuova esperienza da direttori con le loro equipe diocesane, significa avere uno sguardo esterno che diventa per tutti fondamentale per poter crescere nel servizio e nell’accompagnamento alle tante povertà e ai tanti bisogni delle nostre famiglie. Un occhio esterno è sempre fondamentale, perché è capace di vedere criticità ed opportunità che noi non riusciamo a cogliere nel nostro quotidiano.

Un grande grazie lo rivolgiamo a Caritas Italiana -conclude don Marco- per questa opportunità che ci viene data nel conoscerci e nell’arricchirci vicendevolmente".

]]>
formazione caritas italiana

Sarà la Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve ad ospitare, nel capoluogo umbro, dal 22 al 25 maggio, la seconda tappa del Percorso di formazione base per nuovi direttori e membri delle equipe delle Caritas diocesane, promosso ogni anno pastorale da Caritas Italiana, al fine di orientarli e sostenerli nell’avvio del loro servizio.

Un percorso formativo iniziato lo scorso gennaio e si concluderà in autunno, a cui prendono parte ottanta (quarantadue maschi e trentotto femmine), tra neo direttori, vicedirettori, membri operatori e volontari delle Caritas diocesane. Il sessantasette per cento di loro ha un’esperienza di servizio da zero a quattro anni, la gran ha un’età compresa tra i 22 e i 50 anni e cinquantotto sono laici che, provenienti dalle sedici Delegazioni Caritas regionali, in prevalenza dal Triveneto, Campania e Calabria. Sono le regioni in cui, nell’ultimo anno, le Caritas hanno avuto un ricambio maggiore di direttori e membri delle equipe.

Finalità del percorso di Caritas Italiana

 "In media, annualmente, il dieci per cento delle attuali duecentodiciotto Caritas diocesane -spiega Francesca Levroni, referente dell’Ufficio formazione e animazione di Caritas Italiana-  è interessato al ricambio dei direttori. È importante far conoscere alle new entry e ai membri delle loro equipe l’identità e i compiti della Caritas (in Italia, in diocesi e in parrocchia), oltre a sostenerli nell’acquisire le competenze necessarie per organizzare l’attività della Caritas diocesana in riferimento ai compiti e al contesto ecclesiale e civile.

In particolare -precisa la responsabile di Caritas Italiana- fare loro acquisire la propensione a pianificare l’attività della Caritas diocesana mediante una lettura del contesto, l’individuazione di bisogni, la selezione delle priorità e il bilanciamento di tempi e risorse disponibili e sapersi orientare sul tema dello sviluppo di comunità e confrontarsi con alcune sperimentazioni in atto, come anche favorire la strutturazione di relazioni, confronto e scambio di pratiche, anche attraverso la visita a una Caritas diocesana".

La scelta di Perugia

 In riferimento a quest’ultimo aspetto, la scelta è caduta sulla Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve.

"Scelta avvenuta-spiega Francesca Levroni- in base non ad un modello che va poi adottato, ma per l’esperienza acquisita da questa Caritas. In primis dalla peculiarità del percorso che essa è riuscita a costruire sul territorio, anche attraverso le criticità, della propria presenza sia nel saper farsi carico delle situazioni di bisogno, attivando progetti di prossimità, sia di promozione ed accompagnamento delle Caritas parrocchiali e delle opere segno e strutture di accoglienza. Non meno importante -evidenzia ancora la responsabile di Caritas Italiana- è la capacità di collaborazione della Caritas con le Istituzioni civili locali preposte al welfare.

Nella scelta non va trascurata -conclude Francesca Levroni- la capacità di animazione della comunità da parte della stessa Caritas. Ad esempio quella di Perugia-Città della Pieve è riuscita ad attivare un emporio della solidarietà in un edificio condominiale".

Il riferimento è all’emporio Don Gustavo di Ponte Pattoli, aperto un anno fa, dopo la fase acuta della pandemia, che ha coinvolto, oltre a tante persone, anche alcune realtà imprenditoriali benefattrici.

Esperienze, progetti e testimonianze

La quattro-giorni di formazione Caritas, che avrà come location e sede delle lezioni teoriche l’Hotel Sacro Cuore di Perugia, da lunedì 22 maggio (ore 10) a giovedì 25 maggio (ore 13), porterà gli ospiti corsisti a visitare alcune realtà socio-caritative tra le quali il menzionato emporio Don Gustavo, il Centro d’Ascolto San Giuseppe di Bosco, il Villaggio della Carità di Perugia, la Casa della Carità-Santuario della Madonna dei Bagni di Deruta, le opere segno nel centro storico perugino: Casa Sant’Anna dei Servitori, Casa San Vincenzo e la Mensa-Ristoro Sociale San Lorenzo nata dalla collaborazione tra la Caritas e il Comune di Perugia. Non è un caso, che tra i relatori delle quattro giornate ci siano alcuni rappresentanti delle Istituzioni civili perugine ed umbre, che animeranno la tavola rotonda sul lavoro di rete con il territorio. Inoltre saranno presentati alcuni progetti sulla marginalità estrema per l’accoglienza dei senza dimora e di attenzione al mondo del carcere.

Esempi concreti che testimoniano quanto Il bene è contagioso!, recita lo slogan della Caritas diocesana di Perugia scelto come titolo di questa seconda tappa del percorso di formazione di Caritas Italiana.

Crescere insieme nel servizio

"È un’occasione di grande crescita -commenta don Marco Briziarelli, direttore della Caritas perugina- poterci confrontare con altre Caritas.

Camminare insieme ai fratelli che iniziano questa nuova esperienza da direttori con le loro equipe diocesane, significa avere uno sguardo esterno che diventa per tutti fondamentale per poter crescere nel servizio e nell’accompagnamento alle tante povertà e ai tanti bisogni delle nostre famiglie. Un occhio esterno è sempre fondamentale, perché è capace di vedere criticità ed opportunità che noi non riusciamo a cogliere nel nostro quotidiano.

Un grande grazie lo rivolgiamo a Caritas Italiana -conclude don Marco- per questa opportunità che ci viene data nel conoscerci e nell’arricchirci vicendevolmente".

]]>
https://www.lavoce.it/il-bene-e-contagioso-percorso-di-formazione-promosso-da-caritas-italiana/feed/ 0
Progetto Cittadini del Mondo: al via un ciclo d’incontri dedicati all’educazione https://www.lavoce.it/progetto-cittadini-del-mondo-al-via-un-ciclo-dincontri-dedicati-alleducazione/ Wed, 07 Dec 2022 14:49:45 +0000 https://www.lavoce.it/?p=69477 Progetto Cittadini del Mondo

Al via nell’ambito del Progetto Cittadini del Mondo promosso dalla Diocesi di Foligno, un ciclo di conferenze di formazione sul grande argomento dell’educazione. L'appuntamento, è previsto a partire da giovedì 15 dicembre, dalle ore 16 alle 19 presso l’aula magna dell’Istituto Tecnico Tecnologico Leonardo Da Vinci di Foligno. La crisi che stiamo vivendo, crisi ambientale, crisi sociale che fa esplodere le disuguaglianze e le povertà, crisi antropologica e psicologica innescata dalla pandemia del Covid e dallo scoppio della guerra in Ucraina, è in realtà una crisi che ha radici più profonde: è una crisi del pensiero. Per questo, oggi più che mai, la figura dell’insegnante, del genitore, dell’educatore, è centrale. Senza maestri, senza interlocutori qualificati capaci di instaurare un dialogo significativo e costruttivo i ragazzi sono abbandonati a sé stessi, nella loro immaturità, accompagnati nel loro processo di crescita dalla costante presenza dei social. Fare, essere, da guida, oggi, è diventato un mestiere terribile e necessario, un mestiere difficile ma di vitale importanza come in nessuna altra epoca storica. L’Equipe di formazione coordinata dal professor Carlo Felice, accompagnata dal tutor la Dirigente scolastica dell’ITT dottoressa Simona Lazzari, ha come obiettivo quello di realizzare un laboratorio formativo per ragionare sul ruolo positivo delle relazioni tra docenti-studenti, genitori-figli, educatori-giovani, dove sperimentare le proprie competenze e sviluppare la propria identità, in un continuo scambio con i pari e le guide, nel quale i processi emotivi e relazionali assumono un ruolo centrale. Destinatari delle conferenze, organizzate nell’ambito del Progetto Cittadini del Mondo, sono i docenti delle scuole di ogni ordine e grado, genitori, assistenti sociali, amministratori pubblici, educatori di oratorio e gruppi giovanili parrocchiali, operatori pastorali. Alla fine del percorso viene rilasciato un attestato di partecipazione. Gli incontri, dopo il primo appuntamento del 15 dicembre, proseguiranno, sempre di giovedì il 12 e 19 gennaio e il  02 febbraio prossimi. Per informazioni ed iscrizioni: sociale@diocesidifoligno.it]]>
Progetto Cittadini del Mondo

Al via nell’ambito del Progetto Cittadini del Mondo promosso dalla Diocesi di Foligno, un ciclo di conferenze di formazione sul grande argomento dell’educazione. L'appuntamento, è previsto a partire da giovedì 15 dicembre, dalle ore 16 alle 19 presso l’aula magna dell’Istituto Tecnico Tecnologico Leonardo Da Vinci di Foligno. La crisi che stiamo vivendo, crisi ambientale, crisi sociale che fa esplodere le disuguaglianze e le povertà, crisi antropologica e psicologica innescata dalla pandemia del Covid e dallo scoppio della guerra in Ucraina, è in realtà una crisi che ha radici più profonde: è una crisi del pensiero. Per questo, oggi più che mai, la figura dell’insegnante, del genitore, dell’educatore, è centrale. Senza maestri, senza interlocutori qualificati capaci di instaurare un dialogo significativo e costruttivo i ragazzi sono abbandonati a sé stessi, nella loro immaturità, accompagnati nel loro processo di crescita dalla costante presenza dei social. Fare, essere, da guida, oggi, è diventato un mestiere terribile e necessario, un mestiere difficile ma di vitale importanza come in nessuna altra epoca storica. L’Equipe di formazione coordinata dal professor Carlo Felice, accompagnata dal tutor la Dirigente scolastica dell’ITT dottoressa Simona Lazzari, ha come obiettivo quello di realizzare un laboratorio formativo per ragionare sul ruolo positivo delle relazioni tra docenti-studenti, genitori-figli, educatori-giovani, dove sperimentare le proprie competenze e sviluppare la propria identità, in un continuo scambio con i pari e le guide, nel quale i processi emotivi e relazionali assumono un ruolo centrale. Destinatari delle conferenze, organizzate nell’ambito del Progetto Cittadini del Mondo, sono i docenti delle scuole di ogni ordine e grado, genitori, assistenti sociali, amministratori pubblici, educatori di oratorio e gruppi giovanili parrocchiali, operatori pastorali. Alla fine del percorso viene rilasciato un attestato di partecipazione. Gli incontri, dopo il primo appuntamento del 15 dicembre, proseguiranno, sempre di giovedì il 12 e 19 gennaio e il  02 febbraio prossimi. Per informazioni ed iscrizioni: sociale@diocesidifoligno.it]]>
‘La santità al femminile’: prosegue a Marsciano il ciclo d’incontri https://www.lavoce.it/la-santita-al-femminile-prosegue-a-marsciano-il-ciclo-dincontri/ Mon, 07 Nov 2022 11:42:17 +0000 https://www.lavoce.it/?p=69192 La santità al femminile

Prosegue La santità al femminile, il ciclo d'incontri promosso dal Centro di formazione pastorale della Diocesi di Perugia-Città della Pieve, diretto dal teologo don Luca Bartoccini, canonico della Cattedrale di San Lorenzo. Nel mese di novembre, nelle serate di lunedì 7, 14, 21 e 28, alle ore 21, presso il complesso parrocchiale di Marsciano, quattro storie di santità secondo le diverse vie che lo Spirito Santo fa percorrere ai fedeli.

Finalità degli incontri

 "Quest’anno il tema -annuncia don Bartoccini, relatore dei quattro incontri- sarà la santità declinata al femminile: una bambina, Antonietta Meo (Nennolina) che a solo sei anni, con le sue letterine, è una vera mistica della Trinità; una giovane di 13 anni, Maria Goretti, capace di perdonare il suo assassino; e due donne, Elisabetta Canori Mora e Gianna Beretta Molla, che San Giovanni Paolo II (nel 1994, Anno Internazionale della Famiglia) ha voluto beatificare definendole entrambe donne d'eroico amore".

Programma

Lunedì 7, il direttore del Centro di formazione pastorale illustrerà la figura di Santa Maria Goretti (1890-1902), giovane che perdona il suo assassino; Lunedì 14, presenterà la venerabile Antonietta Meo (1930-1937), bambina e mistica della Trinità; lunedì 2, parlerà della beata Elisabetta Canori Mora (1774-1825), moglie fedele che converte il marito; lunedì 28, don Bartoccini concluderà la serie di questi incontri proponendo ai partecipanti la figura di Santa Gianna Beretta Molla (1922-1962), madre che dà la vita ai figli e per i figli.

Attualità

"Sono quattro esempi di santità distanti tra loro per età e per motivazione -precisa il teologo perugino- ma tutte testimoni della vita buona che ci avvicina al Cielo, quella vita che trova nel Vangelo la sua stessa ragione di vita, di salvezza, soprattutto in un’epoca molto individualista e drammatica, anche per le tragiche conseguenze sia della pandemia sia della guerra nella nostra Europa, e secolarizzata in una società in cui la fede, la speranza e la carità sono sempre meno vissute e sentite attuali, ad iniziare dalla famiglia".

 La Santità al femminile nella quotidiana coniugale

 Anche per questo il Centro teologico diocesano Leone XIII di Perugia offre dal 10 novembre al 15 dicembre, ogni giovedì, alle ore 18.30, presso il Villaggio della Carità, sede della Caritas diocesana (via Montemalbe 1, zona via Cortonese), dei corsi di approfondimento teologico aperti a tutti, in collaborazione con il Centro di formazione pastorale, dal titolo: La Santità nella quotidianità coniugale: i santi Luigi e Zelia Martin; corsi tenuti dallo stesso don Luca Bartoccini.

Missione coniugale di santità

"Luigi (1823-1894) e Zelia (1831-1877) Martin -evidenzia don Bartoccini- sono noti soprattutto per essere i genitori di santa Teresa di Gesù Bambino. Ma questo non deve far dimenticare lo stile evangelico con cui condussero la loro vita di sposi e di genitori. Significativo quanto scrive di loro santa Teresina: Il Buon Dio mi ha dato un padre e una madre più degni del cielo che della terra. Pur essendo vissuti a fine ‘800, essi incarnano un modello di famiglia di grande attualità le cui caratteristiche sono: amore coniugale e armonia di coppia; gioia di essere genitori, nonostante i sacrifici; impegno educativo, con tenerezza e con fermezza, soprattutto con l'esempio della vita; responsabilità professionale e sociale, armonizzando le esigenze del lavoro e quelle della famiglia (ambedue lavoravano e Zelia era imprenditrice) e prendendosi cura dei poveri.

Il corso, narrando la storia di questa famiglia (stra)ordinaria -conclude il teologo perugino- cercherà di presentare la possibilità della santità del quotidiano specialmente per tutte le coppie che vogliono portare avanti, spesse volte con fatica, la loro missione coniugale".

L’iscrizione ai corsi è gratuita e obbligatoria. Per informazioni e iscrizioni: centroteologicopg@gmail.com .

]]>
La santità al femminile

Prosegue La santità al femminile, il ciclo d'incontri promosso dal Centro di formazione pastorale della Diocesi di Perugia-Città della Pieve, diretto dal teologo don Luca Bartoccini, canonico della Cattedrale di San Lorenzo. Nel mese di novembre, nelle serate di lunedì 7, 14, 21 e 28, alle ore 21, presso il complesso parrocchiale di Marsciano, quattro storie di santità secondo le diverse vie che lo Spirito Santo fa percorrere ai fedeli.

Finalità degli incontri

 "Quest’anno il tema -annuncia don Bartoccini, relatore dei quattro incontri- sarà la santità declinata al femminile: una bambina, Antonietta Meo (Nennolina) che a solo sei anni, con le sue letterine, è una vera mistica della Trinità; una giovane di 13 anni, Maria Goretti, capace di perdonare il suo assassino; e due donne, Elisabetta Canori Mora e Gianna Beretta Molla, che San Giovanni Paolo II (nel 1994, Anno Internazionale della Famiglia) ha voluto beatificare definendole entrambe donne d'eroico amore".

Programma

Lunedì 7, il direttore del Centro di formazione pastorale illustrerà la figura di Santa Maria Goretti (1890-1902), giovane che perdona il suo assassino; Lunedì 14, presenterà la venerabile Antonietta Meo (1930-1937), bambina e mistica della Trinità; lunedì 2, parlerà della beata Elisabetta Canori Mora (1774-1825), moglie fedele che converte il marito; lunedì 28, don Bartoccini concluderà la serie di questi incontri proponendo ai partecipanti la figura di Santa Gianna Beretta Molla (1922-1962), madre che dà la vita ai figli e per i figli.

Attualità

"Sono quattro esempi di santità distanti tra loro per età e per motivazione -precisa il teologo perugino- ma tutte testimoni della vita buona che ci avvicina al Cielo, quella vita che trova nel Vangelo la sua stessa ragione di vita, di salvezza, soprattutto in un’epoca molto individualista e drammatica, anche per le tragiche conseguenze sia della pandemia sia della guerra nella nostra Europa, e secolarizzata in una società in cui la fede, la speranza e la carità sono sempre meno vissute e sentite attuali, ad iniziare dalla famiglia".

 La Santità al femminile nella quotidiana coniugale

 Anche per questo il Centro teologico diocesano Leone XIII di Perugia offre dal 10 novembre al 15 dicembre, ogni giovedì, alle ore 18.30, presso il Villaggio della Carità, sede della Caritas diocesana (via Montemalbe 1, zona via Cortonese), dei corsi di approfondimento teologico aperti a tutti, in collaborazione con il Centro di formazione pastorale, dal titolo: La Santità nella quotidianità coniugale: i santi Luigi e Zelia Martin; corsi tenuti dallo stesso don Luca Bartoccini.

Missione coniugale di santità

"Luigi (1823-1894) e Zelia (1831-1877) Martin -evidenzia don Bartoccini- sono noti soprattutto per essere i genitori di santa Teresa di Gesù Bambino. Ma questo non deve far dimenticare lo stile evangelico con cui condussero la loro vita di sposi e di genitori. Significativo quanto scrive di loro santa Teresina: Il Buon Dio mi ha dato un padre e una madre più degni del cielo che della terra. Pur essendo vissuti a fine ‘800, essi incarnano un modello di famiglia di grande attualità le cui caratteristiche sono: amore coniugale e armonia di coppia; gioia di essere genitori, nonostante i sacrifici; impegno educativo, con tenerezza e con fermezza, soprattutto con l'esempio della vita; responsabilità professionale e sociale, armonizzando le esigenze del lavoro e quelle della famiglia (ambedue lavoravano e Zelia era imprenditrice) e prendendosi cura dei poveri.

Il corso, narrando la storia di questa famiglia (stra)ordinaria -conclude il teologo perugino- cercherà di presentare la possibilità della santità del quotidiano specialmente per tutte le coppie che vogliono portare avanti, spesse volte con fatica, la loro missione coniugale".

L’iscrizione ai corsi è gratuita e obbligatoria. Per informazioni e iscrizioni: centroteologicopg@gmail.com .

]]>
Molto partecipata la Giornata regionale di formazione del Clero umbro https://www.lavoce.it/molto-partecipata-la-giornata-regionale-di-formazione-del-clero-umbro/ Thu, 13 Oct 2022 15:20:08 +0000 https://www.lavoce.it/?p=68945 giornata regionale clero

"Un grande segno di comunione, interesse, sensibilità per un tempo così urgente e delicato com’è quello della vocazione sacerdotale, è stato testimoniato dalla nutrita partecipazione di preti giunti da tutte le diocesi della regione".

A sottolinearlo è stato monsignor Renato Boccardo, presidente della Ceu e arcivescovo di Spoleto-Norcia, a margine della Giornata regionale di formazione del Clero delle Chiese umbre, tenutasi il 13 ottobre, al Pontificio Seminario Regionale Pio XI di Assisi, a cui hanno partecipato oltre centonovanta sacerdoti dei circa quattrocentosettanta dell’Umbria.

La prima volta di monsignor Maffeis

Erano presenti anche gli arcivescovi e vescovi Domenico Sorrentino di Assisi-Gualdo Tadino-Nocera-Umbra e di Foligno, Gualtiero Sigismondi di Orvieto-Todi, Francesco Soddu di Terni-Narni-Amelia e Ivan Maffeis di Perugia-Città della Pieve. Per quest’ultimo è stata la prima Giornata regionale del Clero, avendo ricevuto l’ordinazione episcopale con contestuale presa di possesso l’11 settembre scorso.

"La bella ed ampia partecipazione di sacerdoti -ha commentato monsignor Maffeis- rivela una grande disponibilità. Io sono stato sorpreso, da una parte, dalla passione di tanti a voler stare insieme e a condividere una giornata di crescita, dall’altra, di aiutarsi a trovare le strade per una presenza significativa della Chiesa in questo tempo".

Il compito di tutti

È stato invitato a relazionare don Michele Gianola, direttore dell’Ufficio nazionale vocazioni e sottosegretario della Cei, che, in sintesi, ha detto

"Ogni predicazione, a tutte le età, e a tutti i livelli, è vocazionale, perché la Parola risuona nella vita ed è un invito a vivere il Vangelo. Questo non è soltanto il compito dell’Ufficio vocazionale, ma di tutti- ha precisato nel soffermarsi sulla missione di ogni consacrato ed offrendo una riflessione sul tema della giornata Hanno rischiato la vita per il nome di Gesù (At 15,26), introdotto dal rettore del Seminario Regionale don Andrea Andreozzi.

La vita come una vocazione

 "Don Gianola -ha commentato monsignor Boccardo- ha allargato lo sguardo parlando delle diverse vocazioni, ad iniziare dalla vita come vocazione e, quindi, la sensibilità che dobbiamo coltivare per promuovere la vita come una vocazione, con una sottolineatura particolare che si riferisce alla chiamata alla vita presbiterale e a quella consacrata. Il prete, per sua natura, deve essere sollecito nei confronti delle giovani generazioni ed avere anche la responsabilità e la gioia di proporre a qualche giovane la scelta della vita consacrata".

Un terreno da intercettare

Da una recente indagine, menzionata da don Gianola, risulta che un terzo delle persone che partecipano alla messa domenicale, almeno una volta, in gioventù, si è posto la domanda se consacrare la propria vita.

"Questo vuol dire -ha riflettuto il presidente della Ceu- che c’è un terreno, c’è una sensibilità che bisogna saperla intercettare e farla crescere".

In Umbria meno vocazioni

Secondo don Francesco Verzini, vice rettore del Seminario Regionale, don Gianola ha stimolato il presbiterio umbro affinché le comunità cristiane siano terreno buono per la nascita di nuove vocazioni anche al ministero ordinato.

"Viviamo in Umbria -ha spiegato- una crisi vocazionale maggiore rispetto alle altre regioni essendo con i numeri più bassi di alunni in seminario, dato che emerge da uno studio condotto dalla Cei".

Comunità più orante

Per invertire la rotta, sempre secondo don Verzini, si deve essere comunità più orante, dedita ad una maggiore preghiera per le vocazioni, oltre ad essere comunità testimone credibile nel vivere il proprio battesimo.

"La prima vocazione di ognuno -ha ribadito- è quella battesimale e su questa si innesta una vocazione particolare. Quello che adesso manca è il protagonismo di tutta una comunità cristiana nel prendersi cura della vocazione al sacerdozio e alla vita consacrata nell’aiutare i giovani a crescere e a maturare in questa scelta".

I giovani non sono lontani

 Monsignor Antonio Maniero, già vicario generale della Diocesi di Terni-Narni-Amelia, intervenendo al dialogo con il relatore, ha sostenuto che l’arte della pastorale inizia aiutando i giovani ad uscire dalla loro superficialità, a condurli piano piano nel profondo del loro cuore, del loro sentimento, del loro ideale.

"Questo -ha spiegato- si impara facendo, un’arte non facilissima dove ci vuole una grande pazienza, un grande coraggio e un grande ottimismo. Questi incontri sono occasioni importanti di formazione per la teologia di oggi, rivolta a sacerdoti giovani e adulti, per concepire e trasmettere il Vangelo alla gente.

Rivolgendo il nostro sguardo ai giovani, non è vero che sono lontani, hanno solo bisogno di essere capiti e di essere accompagnati in un itinerario non facile ma chiaro, cioè leggere l’esperienza fino in fondo ed ognuno troverà quello che sogna e che si aspetta: la persona di Cristo o il Vangelo che Gesù ha predicato".

Quanti sono i seminaristi umbri

Quelli che frequentano il Seminario Regionale di Assisi sono tredici, più cinque iscritti al propedeutico e quattro diaconi transeunti prossimi ad essere ordinati sacerdoti.

]]>
giornata regionale clero

"Un grande segno di comunione, interesse, sensibilità per un tempo così urgente e delicato com’è quello della vocazione sacerdotale, è stato testimoniato dalla nutrita partecipazione di preti giunti da tutte le diocesi della regione".

A sottolinearlo è stato monsignor Renato Boccardo, presidente della Ceu e arcivescovo di Spoleto-Norcia, a margine della Giornata regionale di formazione del Clero delle Chiese umbre, tenutasi il 13 ottobre, al Pontificio Seminario Regionale Pio XI di Assisi, a cui hanno partecipato oltre centonovanta sacerdoti dei circa quattrocentosettanta dell’Umbria.

La prima volta di monsignor Maffeis

Erano presenti anche gli arcivescovi e vescovi Domenico Sorrentino di Assisi-Gualdo Tadino-Nocera-Umbra e di Foligno, Gualtiero Sigismondi di Orvieto-Todi, Francesco Soddu di Terni-Narni-Amelia e Ivan Maffeis di Perugia-Città della Pieve. Per quest’ultimo è stata la prima Giornata regionale del Clero, avendo ricevuto l’ordinazione episcopale con contestuale presa di possesso l’11 settembre scorso.

"La bella ed ampia partecipazione di sacerdoti -ha commentato monsignor Maffeis- rivela una grande disponibilità. Io sono stato sorpreso, da una parte, dalla passione di tanti a voler stare insieme e a condividere una giornata di crescita, dall’altra, di aiutarsi a trovare le strade per una presenza significativa della Chiesa in questo tempo".

Il compito di tutti

È stato invitato a relazionare don Michele Gianola, direttore dell’Ufficio nazionale vocazioni e sottosegretario della Cei, che, in sintesi, ha detto

"Ogni predicazione, a tutte le età, e a tutti i livelli, è vocazionale, perché la Parola risuona nella vita ed è un invito a vivere il Vangelo. Questo non è soltanto il compito dell’Ufficio vocazionale, ma di tutti- ha precisato nel soffermarsi sulla missione di ogni consacrato ed offrendo una riflessione sul tema della giornata Hanno rischiato la vita per il nome di Gesù (At 15,26), introdotto dal rettore del Seminario Regionale don Andrea Andreozzi.

La vita come una vocazione

 "Don Gianola -ha commentato monsignor Boccardo- ha allargato lo sguardo parlando delle diverse vocazioni, ad iniziare dalla vita come vocazione e, quindi, la sensibilità che dobbiamo coltivare per promuovere la vita come una vocazione, con una sottolineatura particolare che si riferisce alla chiamata alla vita presbiterale e a quella consacrata. Il prete, per sua natura, deve essere sollecito nei confronti delle giovani generazioni ed avere anche la responsabilità e la gioia di proporre a qualche giovane la scelta della vita consacrata".

Un terreno da intercettare

Da una recente indagine, menzionata da don Gianola, risulta che un terzo delle persone che partecipano alla messa domenicale, almeno una volta, in gioventù, si è posto la domanda se consacrare la propria vita.

"Questo vuol dire -ha riflettuto il presidente della Ceu- che c’è un terreno, c’è una sensibilità che bisogna saperla intercettare e farla crescere".

In Umbria meno vocazioni

Secondo don Francesco Verzini, vice rettore del Seminario Regionale, don Gianola ha stimolato il presbiterio umbro affinché le comunità cristiane siano terreno buono per la nascita di nuove vocazioni anche al ministero ordinato.

"Viviamo in Umbria -ha spiegato- una crisi vocazionale maggiore rispetto alle altre regioni essendo con i numeri più bassi di alunni in seminario, dato che emerge da uno studio condotto dalla Cei".

Comunità più orante

Per invertire la rotta, sempre secondo don Verzini, si deve essere comunità più orante, dedita ad una maggiore preghiera per le vocazioni, oltre ad essere comunità testimone credibile nel vivere il proprio battesimo.

"La prima vocazione di ognuno -ha ribadito- è quella battesimale e su questa si innesta una vocazione particolare. Quello che adesso manca è il protagonismo di tutta una comunità cristiana nel prendersi cura della vocazione al sacerdozio e alla vita consacrata nell’aiutare i giovani a crescere e a maturare in questa scelta".

I giovani non sono lontani

 Monsignor Antonio Maniero, già vicario generale della Diocesi di Terni-Narni-Amelia, intervenendo al dialogo con il relatore, ha sostenuto che l’arte della pastorale inizia aiutando i giovani ad uscire dalla loro superficialità, a condurli piano piano nel profondo del loro cuore, del loro sentimento, del loro ideale.

"Questo -ha spiegato- si impara facendo, un’arte non facilissima dove ci vuole una grande pazienza, un grande coraggio e un grande ottimismo. Questi incontri sono occasioni importanti di formazione per la teologia di oggi, rivolta a sacerdoti giovani e adulti, per concepire e trasmettere il Vangelo alla gente.

Rivolgendo il nostro sguardo ai giovani, non è vero che sono lontani, hanno solo bisogno di essere capiti e di essere accompagnati in un itinerario non facile ma chiaro, cioè leggere l’esperienza fino in fondo ed ognuno troverà quello che sogna e che si aspetta: la persona di Cristo o il Vangelo che Gesù ha predicato".

Quanti sono i seminaristi umbri

Quelli che frequentano il Seminario Regionale di Assisi sono tredici, più cinque iscritti al propedeutico e quattro diaconi transeunti prossimi ad essere ordinati sacerdoti.

]]>
Corso di formazione per volontari in servizio nella Caritas diocesana e nell’APV https://www.lavoce.it/corso-di-formazione-per-volontari-in-servizio-nella-caritas-diocesana-e-nellapv/ Tue, 14 Jun 2022 14:29:10 +0000 https://www.lavoce.it/?p=67193 formazione al servizio

"La nostra vita diffonde luce quando si spende nel servizio. Il segreto della gioia è vivere per servire". Sono le parole di Papa Francesco con cui si apre un nuovo tempo di formazione per il servizio nella Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve e nell’APV, l’Associazione Perugina di Volontariato.

Un percorso formativo per tutti i giovani e gli adulti che desiderano mettersi a servizio, per sperimentare cosa significa donare il proprio tempo per gli altri.

Durata del corso di formazione al servizio

Sono previsti sei incontri, in calendario tutti i giovedì dal 16 giugno al 21 luglio, alle ore 18.30. Si terranno a Perugia, presso il Villaggio della Carità - Sorella Provvidenza, sede della Caritas diocesana (via Montemalbe 1 - Zona Cortonese). Particolarità di questo cammino è la condivisione della prima fase formativa e la successiva distinzione dei percorsi che cambieranno in base al servizio che si vorrà poi effettuare, se in Caritas o nelle realtà in cui è presente l’APV: mondo carcerario, ospedaliero e dell’assistenza ad anziani e disabili (RSA). Gli incontri del 7 e 14 luglio, infatti, saranno tenuti da formatori diversi e tratteranno argomenti specifici per ogni servizio. In particolare, il 7 e 14 luglio, per gli interessati al servizio in Caritas, don Marco Briziarelli, direttore della Caritas diocesana, e Silvia Bagnarelli, assistente sociale e responsabile del Centro di ascolto diocesano, presenteranno Chi è Caritas e centralità dell'ascolto e Metodo Caritas: Ascoltare, Osservare, Discernere. Negli stessi giorni per l’APV saranno presentati i servizi ai detenuti (7 luglio), da Clara Salvi e Raissa De Gruttola, e il servizio in ospedale e nelle residenze per anziani (14 luglio), da Sergio Menigatti e Maria Josè Rossi).

Il primo incontro, giovedì 16 giugno, tratterà i Fondamenti Biblici del Volontariato e sarà tenuto da padre Giulio Michelini (Ofm), noto biblista e teologo, preside dell’ITA di Assisi.

Gli altri incontri sono dedicati alla Storia del volontariato e identità del volontario (23 giugno), a cura di Maurizio Santantoni, alla Presentazione dei servizi Caritas e servizi APV (30 giugno), a cura di Mauro Cagiotti, presidente dell’APV e don Marco Briziarelli.

L’incontro conclusivo

 Il corso terminerà il 21 luglio con la serata Accendi il Servizio, che prevede un momento di condivisione finale, la celebrazione dell'Eucaristia e l’agape fraterna.

La disponibilità di posti è limitata e riservata ai maggiorenni. La partecipazione al corso è gratuita. Per maggiori informazioni: info@caritasperugia.it .

]]>
formazione al servizio

"La nostra vita diffonde luce quando si spende nel servizio. Il segreto della gioia è vivere per servire". Sono le parole di Papa Francesco con cui si apre un nuovo tempo di formazione per il servizio nella Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve e nell’APV, l’Associazione Perugina di Volontariato.

Un percorso formativo per tutti i giovani e gli adulti che desiderano mettersi a servizio, per sperimentare cosa significa donare il proprio tempo per gli altri.

Durata del corso di formazione al servizio

Sono previsti sei incontri, in calendario tutti i giovedì dal 16 giugno al 21 luglio, alle ore 18.30. Si terranno a Perugia, presso il Villaggio della Carità - Sorella Provvidenza, sede della Caritas diocesana (via Montemalbe 1 - Zona Cortonese). Particolarità di questo cammino è la condivisione della prima fase formativa e la successiva distinzione dei percorsi che cambieranno in base al servizio che si vorrà poi effettuare, se in Caritas o nelle realtà in cui è presente l’APV: mondo carcerario, ospedaliero e dell’assistenza ad anziani e disabili (RSA). Gli incontri del 7 e 14 luglio, infatti, saranno tenuti da formatori diversi e tratteranno argomenti specifici per ogni servizio. In particolare, il 7 e 14 luglio, per gli interessati al servizio in Caritas, don Marco Briziarelli, direttore della Caritas diocesana, e Silvia Bagnarelli, assistente sociale e responsabile del Centro di ascolto diocesano, presenteranno Chi è Caritas e centralità dell'ascolto e Metodo Caritas: Ascoltare, Osservare, Discernere. Negli stessi giorni per l’APV saranno presentati i servizi ai detenuti (7 luglio), da Clara Salvi e Raissa De Gruttola, e il servizio in ospedale e nelle residenze per anziani (14 luglio), da Sergio Menigatti e Maria Josè Rossi).

Il primo incontro, giovedì 16 giugno, tratterà i Fondamenti Biblici del Volontariato e sarà tenuto da padre Giulio Michelini (Ofm), noto biblista e teologo, preside dell’ITA di Assisi.

Gli altri incontri sono dedicati alla Storia del volontariato e identità del volontario (23 giugno), a cura di Maurizio Santantoni, alla Presentazione dei servizi Caritas e servizi APV (30 giugno), a cura di Mauro Cagiotti, presidente dell’APV e don Marco Briziarelli.

L’incontro conclusivo

 Il corso terminerà il 21 luglio con la serata Accendi il Servizio, che prevede un momento di condivisione finale, la celebrazione dell'Eucaristia e l’agape fraterna.

La disponibilità di posti è limitata e riservata ai maggiorenni. La partecipazione al corso è gratuita. Per maggiori informazioni: info@caritasperugia.it .

]]>
Oratori. La formazione degli animatori si fa personale https://www.lavoce.it/oratori-formazione-animatori-personale/ Thu, 25 Feb 2021 19:18:33 +0000 https://www.lavoce.it/?p=59348

La pandemia ha reso impossibile realizzare incontri formativi in presenza, incontri che, in particolare quando erano rivolti agli animatori dei Grest e degli oratori, erano caratterizzati da un alto numero di giovani partecipanti. La Pastorale giovanile della Diocesi di Perugia-Città della Pieve, con il Coordinamento oratori e il comitato locale Anspi, ha scelto di non stare ad aspettare la fine dei lockdown per riprendere come prima, ma ha avviato, o meglio ha dato concretezza a un processo di cambiamento di cui già nel 2017 si erano poste le basi. Lo ricorda don Daniele Malatacca, seminarista diacono, delegato Anspi alla formazione e componente dell’equipe diocesana Coordinamento oratori. “Nel 2017 la Pastorale giovanile nazionale ha organizzato il XV Convegno dedicato alla figura dell’educatore.

Il lockdown e la scelta di puntare su “la cura e l'attesa”

Il nostro progetto - spiega don Daniele - riprendendo il titolo di quel convegno, ‘la cura e l’attesa’, vuole farsi accanto ai tanti oratori della nostra diocesi visitando le zone pastorali attraverso l’ascolto, la formazione, la progettazione condivisa e la comunione”. “La tentazione che può presentarsi oggi - aggiunge - è pensare che dobbiamo aspettare la fine della pandemia per ripartire; invece, questo tempo è un tempo che ci chiede di andare in profondità, di prendere consapevolezza dei nostri punti di forza e delle nostre fragilità e da lì, ripartire insieme. Nonostante la fatica e le difficoltà può diventare un tempo di grazia: questo è il tempo della cura e dell’attesa. Non un’attesa fine a se stessa, ma un’attesa capace di generare nuovi inizi”. Per questo hanno dato vita a un progetto di formazione degli educatori diffuso sul territorio diocesano, in collaborazione con i parroci e con il contributo della cooperativa sociale Pepita Onlus che opera nel campo dell’educazione con i suoi educatori professionali che affiancano e sostengono le diocesi e le parrocchie nella formazione degli educatori. Il progetto, spiega don Malatacca, “era pensato in presenza, ma vista la situazione abbiamo riorganizzato i contenuti in modo da poterli affrontare online. Non appena sarà possibile visitare personalmente gli oratori saremo a disposizione con degli educatori sul campo aiutando gli oratori nella progettazione che sarò su misura per ogni realtà”.

La collaborazione di educatori professionali

In questi giorni è iniziata la formazione on line curata da Pepita, che da oltre 15 anni è attiva sul territorio umbro e da più di 5 anni - spiega Diego Buratta, responsabile della cooperativa - lavora e collabora in progetti con la Diocesi di Perugia-Città della Pieve. “La diocesi ha voluto investire in questo progetto perché ha sentito l’esigenza di ritornare proprio nelle parrocchie, ci ha proprio chiesto - sottolinea Buratta - un progetto dove c’era bisogno di andare nelle parrocchie, con una tipologia di accompagnamento vicina alle persone”. In cosa consiste il progetto, e quale è il compito dei quattro educatori di Pepita impegnati nel progetto? Il progetto, spiega Buratta, prevede un accompagnamento dei giovani tra i 18 e i 25 anni, che hanno dato la disponibilità a impegnarsi negli oratori e quindi ad assumersi delle responsabilità.

L'educatore: chi è?

Il lavoro, al momento on line, prevede una prima fase in cui si aiutano i giovani a “riflettere sulla loro persona e sul loro essere educatori per aiutarli a capire se anche l’educatore può essere una tipologia di servizio che cercano nella loro realtà parrocchiale”. L’educatore, aggiunge Buratta, “parla il linguaggio dell’animazione ma non solo, ha un linguaggio anche economico occupandosi del budget per i progetti, ma parla anche di pastorale”. Rispetto all’animatore dei Grest, l’educatore ha - quindi - maggiori responsabilità e anche per questo è stato chiesto ai parroci che ci venissero inviati non tutti i ragazzi dai 19 ai 25, ma ragazzi ‘pensati’ per un progetto”. Questi ragazzi saranno formati per una progettazione “che non è fatta solo del ‘creo l’evento e come lo faccio’, ma è data anche da obbiettivi educativi, da un budget economico, e da diversi fattori che devono essere tutti di supporto al progetto calato nella propria realtà”.

Le tappe: prima le persone poi i progetti per gli oratori

Il progetto formativo della Pastorale giovanile diocesana, Coordinamento oratori e Anspi, è rivolto ai giovani tra i 18 e i 25 anni anche per dare una particolare attenzione e sostegno ai giovani che soffrono per le limitazioni imposte dalla pandemia. In questo periodo è iniziata la parte formativa in tutte le sette zone pastorali coinvolgendo nel totale un centinaio di giovani che hanno deciso di fare questo percorso fino a giugno. “La formazione prevede 3 o 4 incontri e durerà all’incirca fino alla fine di marzo. Poi già da metà marzo cominceremo con un educatore che sarà presente nella zona pastorale e sarà a supporto di questi ragazzi che hanno fatto il corso, perché a questi ragazzi non chiediamo solo di seguire il corso ma - spiega Burtatta - gli lasciamo ‘i compiti a casa’”, ovvero iniziare a pensare e progettare pensando alla propria realtà. Tutti arriveranno alla fine del percorso? “Questo lo vedremo, siamo anche molto curiosi. Per ora - commenta Buratta - noi recepiamo tanto entusiasmo, e vediamo tanta voglia di fare anche perché abbiamo chiesto ai singoli parroci proprio di indicarci e parlare loro con i ragazzi, troviamo tutti giovani motivati che sanno di essere stati scelti in qualche maniera. Siamo abbastanza fiduciosi che quando li troveremo in presenza ci sarà voglia di fare”.

Ascolta le interviste a Umbria Radio

https://www.umbriaradio.it/podcast/xl-news-negli-oratori-continua-la-formazione-in-attesa-della-ripartenza/]]>

La pandemia ha reso impossibile realizzare incontri formativi in presenza, incontri che, in particolare quando erano rivolti agli animatori dei Grest e degli oratori, erano caratterizzati da un alto numero di giovani partecipanti. La Pastorale giovanile della Diocesi di Perugia-Città della Pieve, con il Coordinamento oratori e il comitato locale Anspi, ha scelto di non stare ad aspettare la fine dei lockdown per riprendere come prima, ma ha avviato, o meglio ha dato concretezza a un processo di cambiamento di cui già nel 2017 si erano poste le basi. Lo ricorda don Daniele Malatacca, seminarista diacono, delegato Anspi alla formazione e componente dell’equipe diocesana Coordinamento oratori. “Nel 2017 la Pastorale giovanile nazionale ha organizzato il XV Convegno dedicato alla figura dell’educatore.

Il lockdown e la scelta di puntare su “la cura e l'attesa”

Il nostro progetto - spiega don Daniele - riprendendo il titolo di quel convegno, ‘la cura e l’attesa’, vuole farsi accanto ai tanti oratori della nostra diocesi visitando le zone pastorali attraverso l’ascolto, la formazione, la progettazione condivisa e la comunione”. “La tentazione che può presentarsi oggi - aggiunge - è pensare che dobbiamo aspettare la fine della pandemia per ripartire; invece, questo tempo è un tempo che ci chiede di andare in profondità, di prendere consapevolezza dei nostri punti di forza e delle nostre fragilità e da lì, ripartire insieme. Nonostante la fatica e le difficoltà può diventare un tempo di grazia: questo è il tempo della cura e dell’attesa. Non un’attesa fine a se stessa, ma un’attesa capace di generare nuovi inizi”. Per questo hanno dato vita a un progetto di formazione degli educatori diffuso sul territorio diocesano, in collaborazione con i parroci e con il contributo della cooperativa sociale Pepita Onlus che opera nel campo dell’educazione con i suoi educatori professionali che affiancano e sostengono le diocesi e le parrocchie nella formazione degli educatori. Il progetto, spiega don Malatacca, “era pensato in presenza, ma vista la situazione abbiamo riorganizzato i contenuti in modo da poterli affrontare online. Non appena sarà possibile visitare personalmente gli oratori saremo a disposizione con degli educatori sul campo aiutando gli oratori nella progettazione che sarò su misura per ogni realtà”.

La collaborazione di educatori professionali

In questi giorni è iniziata la formazione on line curata da Pepita, che da oltre 15 anni è attiva sul territorio umbro e da più di 5 anni - spiega Diego Buratta, responsabile della cooperativa - lavora e collabora in progetti con la Diocesi di Perugia-Città della Pieve. “La diocesi ha voluto investire in questo progetto perché ha sentito l’esigenza di ritornare proprio nelle parrocchie, ci ha proprio chiesto - sottolinea Buratta - un progetto dove c’era bisogno di andare nelle parrocchie, con una tipologia di accompagnamento vicina alle persone”. In cosa consiste il progetto, e quale è il compito dei quattro educatori di Pepita impegnati nel progetto? Il progetto, spiega Buratta, prevede un accompagnamento dei giovani tra i 18 e i 25 anni, che hanno dato la disponibilità a impegnarsi negli oratori e quindi ad assumersi delle responsabilità.

L'educatore: chi è?

Il lavoro, al momento on line, prevede una prima fase in cui si aiutano i giovani a “riflettere sulla loro persona e sul loro essere educatori per aiutarli a capire se anche l’educatore può essere una tipologia di servizio che cercano nella loro realtà parrocchiale”. L’educatore, aggiunge Buratta, “parla il linguaggio dell’animazione ma non solo, ha un linguaggio anche economico occupandosi del budget per i progetti, ma parla anche di pastorale”. Rispetto all’animatore dei Grest, l’educatore ha - quindi - maggiori responsabilità e anche per questo è stato chiesto ai parroci che ci venissero inviati non tutti i ragazzi dai 19 ai 25, ma ragazzi ‘pensati’ per un progetto”. Questi ragazzi saranno formati per una progettazione “che non è fatta solo del ‘creo l’evento e come lo faccio’, ma è data anche da obbiettivi educativi, da un budget economico, e da diversi fattori che devono essere tutti di supporto al progetto calato nella propria realtà”.

Le tappe: prima le persone poi i progetti per gli oratori

Il progetto formativo della Pastorale giovanile diocesana, Coordinamento oratori e Anspi, è rivolto ai giovani tra i 18 e i 25 anni anche per dare una particolare attenzione e sostegno ai giovani che soffrono per le limitazioni imposte dalla pandemia. In questo periodo è iniziata la parte formativa in tutte le sette zone pastorali coinvolgendo nel totale un centinaio di giovani che hanno deciso di fare questo percorso fino a giugno. “La formazione prevede 3 o 4 incontri e durerà all’incirca fino alla fine di marzo. Poi già da metà marzo cominceremo con un educatore che sarà presente nella zona pastorale e sarà a supporto di questi ragazzi che hanno fatto il corso, perché a questi ragazzi non chiediamo solo di seguire il corso ma - spiega Burtatta - gli lasciamo ‘i compiti a casa’”, ovvero iniziare a pensare e progettare pensando alla propria realtà. Tutti arriveranno alla fine del percorso? “Questo lo vedremo, siamo anche molto curiosi. Per ora - commenta Buratta - noi recepiamo tanto entusiasmo, e vediamo tanta voglia di fare anche perché abbiamo chiesto ai singoli parroci proprio di indicarci e parlare loro con i ragazzi, troviamo tutti giovani motivati che sanno di essere stati scelti in qualche maniera. Siamo abbastanza fiduciosi che quando li troveremo in presenza ci sarà voglia di fare”.

Ascolta le interviste a Umbria Radio

https://www.umbriaradio.it/podcast/xl-news-negli-oratori-continua-la-formazione-in-attesa-della-ripartenza/]]>
Il 3 marzo inizia la scuola di alta formazione di Economy of Francesco https://www.lavoce.it/il-3-marzo-inizia-la-scuola-di-alta-formazione-di-economy-of-francesco/ Wed, 24 Feb 2021 16:13:32 +0000 https://www.lavoce.it/?p=59364

Il prossimo 3 marzo inizia la “Economy of Francesco School”. Si tatta di un corso online di alta formazione, promosso dal comitato scientifico di EoF, per approfondire alcuni temi del magistero di Papa Francesco, le radici e le istituzioni economiche francescane e i temi dell’Economy of Francesco.

I temi della formazione

“Il XXI secolo sta mostrando che i beni comuni, i beni relazionali e l’ambiente non sono più gestibili con la logica capitalistica. La sua razionalità basata sulla ricerca del benessere individuale non sa curare il pianeta, i beni che usiamo insieme e i rapporti umani” – ha dichiarato Luigino Bruni, coordinatore scientifico EoF che mercoledì 3 marzo terrà la prima lezione dal titolo L'economia dell’ultimo tempo.

“La formazione - affermano gli organizzatori della EoF School, Paolo Santori e Valentina Rotondi - è essa stessa un bene comune, forse tra i più importanti per capire e migliorare la nostra vita in comune. Ai partecipanti diciamo: siate pronti ad apprendere ma anche ad elaborare ciò che avete appreso, così da diventare gli ambasciatori EoF del futuro”.

Partecipanti da tutto il mondo

Sono già più di 700 persone iscritte per partecipare alle lezioni in streaming da oltre 55 paesi. Tra questi ci sono Messico, Italia, Nigeria, Filippine, Portogallo, Stati Uniti, Argentina, Brasile, Cuba, Spagna, Cameroon, Cile, Perù, Sud Africa, India, Kenia, Corea. Studenti, economisti, imprenditori di tutto il mondo interessati a contribuire alla realizzazione di una nuova stagione di pensiero economico.

Docenti per 12 lezioni e e 4 workshop

Dodici lezioni e quattro workshop interattivi sui temi dei “beni comuni”: dalla pace all'etica della cura, dalle misurazioni multidimensionali della povertà alla salute pubblica, dai big data alla finanza etica.

I docenti della scuola sono personalità di rilievo del mondo accademico, dell'impresa e della società: il Patriarca di Gerusalemme, Mons. Pierbattista Pizzaballa, che approfondirà il legame tra Pace, Fiducia ed Economia; lo storico medievale, Giacomo Todeschini, con una lezione dal titolo Ricchezza francescana: alle radici del pensiero economico francescano; e l’economista statunitense, Julie Nelson, che si focalizzerà sui grandi assenti del dibattito economico internazionale come l'etica della cura ed i commons. Interverranno tra gli altri: Cristina Bicchieri, Eve Chiappello, Robert H. Frank, Sabina Alkire, Alex Edmans, Ridhi Kashyap, Francis Dodoo, Jennifer Nedelsky.

Il programma completo è visibile sul sito www.francescoeconomy.org

]]>

Il prossimo 3 marzo inizia la “Economy of Francesco School”. Si tatta di un corso online di alta formazione, promosso dal comitato scientifico di EoF, per approfondire alcuni temi del magistero di Papa Francesco, le radici e le istituzioni economiche francescane e i temi dell’Economy of Francesco.

I temi della formazione

“Il XXI secolo sta mostrando che i beni comuni, i beni relazionali e l’ambiente non sono più gestibili con la logica capitalistica. La sua razionalità basata sulla ricerca del benessere individuale non sa curare il pianeta, i beni che usiamo insieme e i rapporti umani” – ha dichiarato Luigino Bruni, coordinatore scientifico EoF che mercoledì 3 marzo terrà la prima lezione dal titolo L'economia dell’ultimo tempo.

“La formazione - affermano gli organizzatori della EoF School, Paolo Santori e Valentina Rotondi - è essa stessa un bene comune, forse tra i più importanti per capire e migliorare la nostra vita in comune. Ai partecipanti diciamo: siate pronti ad apprendere ma anche ad elaborare ciò che avete appreso, così da diventare gli ambasciatori EoF del futuro”.

Partecipanti da tutto il mondo

Sono già più di 700 persone iscritte per partecipare alle lezioni in streaming da oltre 55 paesi. Tra questi ci sono Messico, Italia, Nigeria, Filippine, Portogallo, Stati Uniti, Argentina, Brasile, Cuba, Spagna, Cameroon, Cile, Perù, Sud Africa, India, Kenia, Corea. Studenti, economisti, imprenditori di tutto il mondo interessati a contribuire alla realizzazione di una nuova stagione di pensiero economico.

Docenti per 12 lezioni e e 4 workshop

Dodici lezioni e quattro workshop interattivi sui temi dei “beni comuni”: dalla pace all'etica della cura, dalle misurazioni multidimensionali della povertà alla salute pubblica, dai big data alla finanza etica.

I docenti della scuola sono personalità di rilievo del mondo accademico, dell'impresa e della società: il Patriarca di Gerusalemme, Mons. Pierbattista Pizzaballa, che approfondirà il legame tra Pace, Fiducia ed Economia; lo storico medievale, Giacomo Todeschini, con una lezione dal titolo Ricchezza francescana: alle radici del pensiero economico francescano; e l’economista statunitense, Julie Nelson, che si focalizzerà sui grandi assenti del dibattito economico internazionale come l'etica della cura ed i commons. Interverranno tra gli altri: Cristina Bicchieri, Eve Chiappello, Robert H. Frank, Sabina Alkire, Alex Edmans, Ridhi Kashyap, Francis Dodoo, Jennifer Nedelsky.

Il programma completo è visibile sul sito www.francescoeconomy.org

]]>
Primo corso online di formazione per animatori Laudato Si’. Aperte le iscrizioni https://www.lavoce.it/corso-online-per-animatori-laudato-si/ Tue, 14 Apr 2020 06:50:31 +0000 https://www.lavoce.it/?p=56880

Corso online di formazione. Dal 21 aprile al 12 maggio

Il Movimento cattolico mondiale per il clima (Global Catholic Climate Movement - Gccm) propone un corso online di formazione “Animatori Laudato Si’”, dal 21 aprile al 12 maggio prossimi, come risposta alla chiamata della Chiesa a prendersi cura del Creato. Gli animatori Laudato Si’, formati dal movimento in tutto il mondo, sono circa 1.500, distribuiti su 73 Paesi nei cinque continenti. In Italia il programma è stato avviato nel 2019, e la nostra rete conta circa 150 animatori. Il corso inizierà martedì 21 aprile; si compone di:
  • quattro sessioni online della durata di un’ora a settimana
  • due lezioni facoltative
  • questionario di valutazione al termine delle sessioni
  • attività da realizzare durante la Settimana Laudato Si’. In programma dal 16 al 24 maggio in occasione del 5° anniversario della Laudato si’ di Papa Francesco.

Consegna attestati

La consegna degli attestati è prevista per il primo giugno. Al termine del corso di formazione i partecipanti ricevono un attestato ed entrano nella rete degli animatori, che consente loro una formazione mensile. In questi incontri - sempre online - gli animatori si ritrovano, pregano insieme. Ricevono formazione specifica su diversi ambiti, condividono le esperienze e vengono coordinati per attivarsi sulle iniziative globali. Ci rendiamo sempre più conto della bellezza delle relazioni che si innescano, perché il clima di “celebrazione” che si respira in questi incontri, seppur virtuali, è quello di una sincera amicizia e di un’atmosfera di famiglia. Il corso è destinato a tutti coloro che sentono il desiderio di animare le proprie parrocchie e comunità nel vivere la dimensione di “Chiesa in uscita” attenta al grido dei poveri e della Terra nei rispettivi contesti.

Vedere - giudicare - agire

Il programma prevede l’approfondimento della Laudato si’ secondo il metodo “vedere - giudicare - agire”. Attraverso il contributo di relatori che, oltre a essere rilevanti personalità sul tema, sono “compagni di viaggio” con cui condividere il cammino della cura della casa comune: il vescovo di Assisi mons. Domenico Sorrentino, la prof. Giulia Lombardi della pontificia università Urbaniana e membro del comitato scientifico del joint diploma in Ecologia integrale, il prof. Luca Fiorani, ricercatore Enea, oltre ai componenti del team di Gccm, da Cecilia Dall’Oglio (Gccm European Manager) ad Antonio Caschetto (Gccm Programs Coordinator, Italy) e Tomás Insua (Gccm Executive Director). Il programma sarà arricchito dalla testimonianza sul campo di un rappresentante dell’associazione Comunità Papa Giovanni XXIII e dall’importante contributo di esperienze dei vari animatori Laudato Si’ nel mondo. Il corso è organizzato in collaborazione con la stessa associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, diocesi di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino, Earth Day Italia, EcoOne; e con il sostegno, in qualità di media partner, di Aggiornamenti sociali, Città nuova, Combonifem, Frate Indovino, La Voce, Periodici San Paolo, Umbria Radio. In Italia sono stati realizzati corsi di formazione per animatori Laudato Si’ all’interno di “ritiri Laudato Si’” e in sinergia con esistenti percorsi formativi. In partenariato con altri organismi: dal joint diploma in Ecologia integrale promosso dalle università e dagli atenei pontifici di Roma, all’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei nell’ambito del corso “Campi aperti: giovani e impegno sociale”, alle realtà del mondo cattolico, in particolare l’Azione cattolica.

Video-conferenze

In questi tempi di coronavirus, attraverso la piattaforma di video-conferenze con cui il team internazionale del Gccm lavora quotidianamente, sentiamo di arrivare alla solitudine di ciascuno, rispondendo all’appello del Papa che venerdì 27 marzo, in quella indimenticabile piazza San Pietro deserta ma abitata da ciascuno di noi, ci chiedeva: “La tempesta smaschera la nostra vulnerabilità e lascia scoperte quelle false e superflue sicurezze. Non ci siamo fermati davanti ai Tuoi richiami, non abbiamo ascoltato il grido dei poveri, e del nostro pianeta gravemente malato”.

Come iscriversi

Per iscriversi al corso - gratuito - per animatori “Laudato si’” organizzato dal Movimento cattolico globale per il clima, basta andare al sito istituzionale e cliccare sul tasto “Registrati”. Il programma completo può essere scaricato qui. Il termine per le iscrizioni sarà giovedì 16 aprile, per cui siamo molto stretti con i tempi. Per questo si invita caldamente, entro Pasqua, a diffondere l’informazione a tutti coloro che possano essere interessati. Antonio Caschetto]]>

Corso online di formazione. Dal 21 aprile al 12 maggio

Il Movimento cattolico mondiale per il clima (Global Catholic Climate Movement - Gccm) propone un corso online di formazione “Animatori Laudato Si’”, dal 21 aprile al 12 maggio prossimi, come risposta alla chiamata della Chiesa a prendersi cura del Creato. Gli animatori Laudato Si’, formati dal movimento in tutto il mondo, sono circa 1.500, distribuiti su 73 Paesi nei cinque continenti. In Italia il programma è stato avviato nel 2019, e la nostra rete conta circa 150 animatori. Il corso inizierà martedì 21 aprile; si compone di:
  • quattro sessioni online della durata di un’ora a settimana
  • due lezioni facoltative
  • questionario di valutazione al termine delle sessioni
  • attività da realizzare durante la Settimana Laudato Si’. In programma dal 16 al 24 maggio in occasione del 5° anniversario della Laudato si’ di Papa Francesco.

Consegna attestati

La consegna degli attestati è prevista per il primo giugno. Al termine del corso di formazione i partecipanti ricevono un attestato ed entrano nella rete degli animatori, che consente loro una formazione mensile. In questi incontri - sempre online - gli animatori si ritrovano, pregano insieme. Ricevono formazione specifica su diversi ambiti, condividono le esperienze e vengono coordinati per attivarsi sulle iniziative globali. Ci rendiamo sempre più conto della bellezza delle relazioni che si innescano, perché il clima di “celebrazione” che si respira in questi incontri, seppur virtuali, è quello di una sincera amicizia e di un’atmosfera di famiglia. Il corso è destinato a tutti coloro che sentono il desiderio di animare le proprie parrocchie e comunità nel vivere la dimensione di “Chiesa in uscita” attenta al grido dei poveri e della Terra nei rispettivi contesti.

Vedere - giudicare - agire

Il programma prevede l’approfondimento della Laudato si’ secondo il metodo “vedere - giudicare - agire”. Attraverso il contributo di relatori che, oltre a essere rilevanti personalità sul tema, sono “compagni di viaggio” con cui condividere il cammino della cura della casa comune: il vescovo di Assisi mons. Domenico Sorrentino, la prof. Giulia Lombardi della pontificia università Urbaniana e membro del comitato scientifico del joint diploma in Ecologia integrale, il prof. Luca Fiorani, ricercatore Enea, oltre ai componenti del team di Gccm, da Cecilia Dall’Oglio (Gccm European Manager) ad Antonio Caschetto (Gccm Programs Coordinator, Italy) e Tomás Insua (Gccm Executive Director). Il programma sarà arricchito dalla testimonianza sul campo di un rappresentante dell’associazione Comunità Papa Giovanni XXIII e dall’importante contributo di esperienze dei vari animatori Laudato Si’ nel mondo. Il corso è organizzato in collaborazione con la stessa associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, diocesi di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino, Earth Day Italia, EcoOne; e con il sostegno, in qualità di media partner, di Aggiornamenti sociali, Città nuova, Combonifem, Frate Indovino, La Voce, Periodici San Paolo, Umbria Radio. In Italia sono stati realizzati corsi di formazione per animatori Laudato Si’ all’interno di “ritiri Laudato Si’” e in sinergia con esistenti percorsi formativi. In partenariato con altri organismi: dal joint diploma in Ecologia integrale promosso dalle università e dagli atenei pontifici di Roma, all’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei nell’ambito del corso “Campi aperti: giovani e impegno sociale”, alle realtà del mondo cattolico, in particolare l’Azione cattolica.

Video-conferenze

In questi tempi di coronavirus, attraverso la piattaforma di video-conferenze con cui il team internazionale del Gccm lavora quotidianamente, sentiamo di arrivare alla solitudine di ciascuno, rispondendo all’appello del Papa che venerdì 27 marzo, in quella indimenticabile piazza San Pietro deserta ma abitata da ciascuno di noi, ci chiedeva: “La tempesta smaschera la nostra vulnerabilità e lascia scoperte quelle false e superflue sicurezze. Non ci siamo fermati davanti ai Tuoi richiami, non abbiamo ascoltato il grido dei poveri, e del nostro pianeta gravemente malato”.

Come iscriversi

Per iscriversi al corso - gratuito - per animatori “Laudato si’” organizzato dal Movimento cattolico globale per il clima, basta andare al sito istituzionale e cliccare sul tasto “Registrati”. Il programma completo può essere scaricato qui. Il termine per le iscrizioni sarà giovedì 16 aprile, per cui siamo molto stretti con i tempi. Per questo si invita caldamente, entro Pasqua, a diffondere l’informazione a tutti coloro che possano essere interessati. Antonio Caschetto]]>
Assisi. Formazione per gli educatori di “Generazioni in dialogo” https://www.lavoce.it/formazione-generazioni-dialogo/ Fri, 21 Dec 2018 17:06:25 +0000 https://www.lavoce.it/?p=53752 generazioni

La Cittadella di Assisi propone ai giovani e agli educatori Generazionindialogo.8, una tre-giorni di formazione e di fraternità che quest’anno ha come titolo: “Laudato si’. Per un clima più fraterno”. Si terrà ad Assisi dal 27 al 30 dicembre ed è aperta alla partecipazione di giovani (e meno giovani) provenienti da qualsiasi parte d’Italia. L’obiettivo è quello di conoscersi e “respirare” insieme il “Laudato si’” di Francesco e la “ Laudato si’” di papa Francesco, un documento che promuove una ecologia integrale, una modalità pienamente umana di vivere la casa comune. Saranno tre giorni intensi in cui verranno proposti laboratori ed attività da svolgere insieme. Ritornando nei loro territori i partecipanti avranno anche la possibilità di programmare, con la collaborazione della Cittadella, dei momenti per restituire alla comunità di appartenenza quanto ricevuto in questa esperienza. Il costo della tre-giorni è di 100 euro comprensivi di iscrizione, vitto ed alloggio.  Per info: cell: 3381061629 – email: victoravveduto@gmail.com   Per iscrizioni: Cittadella tel. 075.803231]]>
generazioni

La Cittadella di Assisi propone ai giovani e agli educatori Generazionindialogo.8, una tre-giorni di formazione e di fraternità che quest’anno ha come titolo: “Laudato si’. Per un clima più fraterno”. Si terrà ad Assisi dal 27 al 30 dicembre ed è aperta alla partecipazione di giovani (e meno giovani) provenienti da qualsiasi parte d’Italia. L’obiettivo è quello di conoscersi e “respirare” insieme il “Laudato si’” di Francesco e la “ Laudato si’” di papa Francesco, un documento che promuove una ecologia integrale, una modalità pienamente umana di vivere la casa comune. Saranno tre giorni intensi in cui verranno proposti laboratori ed attività da svolgere insieme. Ritornando nei loro territori i partecipanti avranno anche la possibilità di programmare, con la collaborazione della Cittadella, dei momenti per restituire alla comunità di appartenenza quanto ricevuto in questa esperienza. Il costo della tre-giorni è di 100 euro comprensivi di iscrizione, vitto ed alloggio.  Per info: cell: 3381061629 – email: victoravveduto@gmail.com   Per iscrizioni: Cittadella tel. 075.803231]]>
Formazione diocesana dei catechisti: in ascolto delle loro domande https://www.lavoce.it/formazione-catechisti-domande/ Thu, 18 Oct 2018 12:00:53 +0000 https://www.lavoce.it/?p=53158 catechisti

“Un Ufficio catechistico che va incontro ai catechisti, recandosi direttamente nei loro luoghi, dove vivono e operano”. È questa la novità dei corsi di formazione organizzati quest’anno dall’Ufficio catechistico della diocesi di Perugia Città della Pieve, diretto da don Calogero Di Leo, parroco di Casaglia.

“L’anno scorso ho fatto visita alle 7 Zone pastorali ed incontrato circa 700 catechisti” racconta a La Voce don Calogero. “Quest’anno come Ufficio catechistico abbiamo deciso di non organizzare la formazione solo a Perugia come avveniva negli anni precedenti, ma l’abbiamo portata nelle tre grandi aree (Città della Pieve, Magione e Ponte San Giovanni) in cui abbiamo diviso la diocesi. In questo modo si crea la possibilità di avere un contatto più diretto con le varie realtà parrocchiali all’interno delle quali i catechisti si muovono”.

E i catechisti sembrano aver apprezzato molto questa decisione, tanto da rispondere numerosi alla proposta dei corsi, che si terranno fino alla fine di ottobre e poi a maggio. “Stanno partecipando in tanti continua don Calogero - . Tra questi ho visto anche molte facce nuove rispetto all’anno scorso.

Quest’entusiasmo è segno da un lato di desiderio da parte dei catechisti di fare percorsi di formazione, per una conoscenza più approfondita. D’altra parte l’affluenza ci indica anche una rinata collaborazione con i parroci, i quali si sono spesi molto per sensibilizzare i propri collaboratori sull’importanza della formazione”.

Una platea numerosa, ma anche attiva, pronta a fare domande e a confrontarsi: “Una delle questioni più frequentemente emerse riguarda il coinvolgimento dei genitori dei bambini” spiega don Calogero (continua a leggere sull'edizione digitale de La Voce, basta registrarsi).

]]>
catechisti

“Un Ufficio catechistico che va incontro ai catechisti, recandosi direttamente nei loro luoghi, dove vivono e operano”. È questa la novità dei corsi di formazione organizzati quest’anno dall’Ufficio catechistico della diocesi di Perugia Città della Pieve, diretto da don Calogero Di Leo, parroco di Casaglia.

“L’anno scorso ho fatto visita alle 7 Zone pastorali ed incontrato circa 700 catechisti” racconta a La Voce don Calogero. “Quest’anno come Ufficio catechistico abbiamo deciso di non organizzare la formazione solo a Perugia come avveniva negli anni precedenti, ma l’abbiamo portata nelle tre grandi aree (Città della Pieve, Magione e Ponte San Giovanni) in cui abbiamo diviso la diocesi. In questo modo si crea la possibilità di avere un contatto più diretto con le varie realtà parrocchiali all’interno delle quali i catechisti si muovono”.

E i catechisti sembrano aver apprezzato molto questa decisione, tanto da rispondere numerosi alla proposta dei corsi, che si terranno fino alla fine di ottobre e poi a maggio. “Stanno partecipando in tanti continua don Calogero - . Tra questi ho visto anche molte facce nuove rispetto all’anno scorso.

Quest’entusiasmo è segno da un lato di desiderio da parte dei catechisti di fare percorsi di formazione, per una conoscenza più approfondita. D’altra parte l’affluenza ci indica anche una rinata collaborazione con i parroci, i quali si sono spesi molto per sensibilizzare i propri collaboratori sull’importanza della formazione”.

Una platea numerosa, ma anche attiva, pronta a fare domande e a confrontarsi: “Una delle questioni più frequentemente emerse riguarda il coinvolgimento dei genitori dei bambini” spiega don Calogero (continua a leggere sull'edizione digitale de La Voce, basta registrarsi).

]]>
GREST 2018. “Avete addosso la gioia della Pasqua!” (fotogallery) https://www.lavoce.it/grest-2018-avete-addosso-la-gioia-della-pasqua-fotogallery/ Wed, 18 Apr 2018 15:58:24 +0000 https://www.lavoce.it/?p=51674

Il card. Gualtiero Bassetti domenica scorsa ha avuto parole di affetto e di incoraggiamento per i numerosi giovani che erano al Centro congressi “Capitini” di Perugia, per la giornata di formazione degli animatori dei Gr.Est. 2018. “La gioia della Pasqua l’avete tutta addosso, grazie a Dio” ha esclamato. “Sono con voi - ha aggiunto - perché insieme possiamo affrontare queste bellissime sfide e a voi è toccata la parte migliore”. “Questo è un tempo meraviglioso per essere cristiani” ha detto nell’omelia ai giovani, invitandoli a ripeterla in coro. Gli oltre 600 giovani presenti hanno fatto risuonare la loro voce e poi sono tornati al lavoro per prepararsi ad essere gli animatori delle migliaia di giovani che quest’estate prenderanno parte ai Gr.Est. Di seguito la galleria fotografica (foto di Andrea Coli).  ]]>

Il card. Gualtiero Bassetti domenica scorsa ha avuto parole di affetto e di incoraggiamento per i numerosi giovani che erano al Centro congressi “Capitini” di Perugia, per la giornata di formazione degli animatori dei Gr.Est. 2018. “La gioia della Pasqua l’avete tutta addosso, grazie a Dio” ha esclamato. “Sono con voi - ha aggiunto - perché insieme possiamo affrontare queste bellissime sfide e a voi è toccata la parte migliore”. “Questo è un tempo meraviglioso per essere cristiani” ha detto nell’omelia ai giovani, invitandoli a ripeterla in coro. Gli oltre 600 giovani presenti hanno fatto risuonare la loro voce e poi sono tornati al lavoro per prepararsi ad essere gli animatori delle migliaia di giovani che quest’estate prenderanno parte ai Gr.Est. Di seguito la galleria fotografica (foto di Andrea Coli).  ]]>
LITURGIA. A Collevalenza una giornata di formazione per sacerdoti e laici https://www.lavoce.it/liturgia-collevalenza-giornata-formazione-sacerdoti-laici/ Fri, 23 Feb 2018 12:37:32 +0000 https://www.lavoce.it/?p=51264

Circa 300 partecipanti ha ospitato l’auditorium del santuario dell’Amore Misericordioso di Collevalenza per il pomeriggio di formazione dal titolo “Lo spirito della liturgia: il giorno del Signore”. In tanti tra ministri straordinari della Comunione, catechisti, animatori liturgici, ministri ordinati, si sono ritrovati a riflettere sulla liturgia, sulla celebrazione eucaristica e sull’importanza della domenica nella vita di ogni cristiano. La giornata di formazione è stata aperta da un breve saluto di mons. Giuseppe Piemontese, vescovo di Terni-Narni-Amelia e delegato della Conferenza episcopale umbra per la liturgia, a cui ha fatto seguito la riflessione offerta da mons. Giuseppe Busani, parroco della comunità di San Giovanni Battista a Castel San Giovanni (Pc), liturgista della diocesi di Piacenza- Bobbio, già direttore dell’Ufficio liturgico nazionale. Le parole-chiave sulla quale si è mossa la conferenza sono state tre: celebrare, il Signore, giorno. Celebrare: cercando di riscoprire la liturgia come azione che ha a che fare con il corpo e con la vita. Infatti la liturgia - spiega don Busani - è un azione che tiene conto dell’“esteriore”; non nel senso dell’apparenza o dell’ostentazione, ma dei gesti ben compiuti nei quali si esprime l’opera di Dio. Altra parola chiave è “il Signore”, il quale è sempre presente nella liturgia, dando la possibilità all’uomo di celebrare il Mistero pasquale. Infine, ultima parola nella quale si è sviluppata la riflessione di don Busani è “giorno”. Infatti, spiega il liturgista, “la prima basilica, il primo tempio nel quale Dio chiede di essere ospitato è un tempo, un giorno, il giorno del Signore”. Al quale giorno l’uomo è invitato, come ci ricordano le parole pronunciate dal sacerdote prima della Comunione, per prendere parte al banchetto dell’Agnello. La relazione quindi ha voluto sottolineare l’indispensabilità del giorno di domenica - al cui centro c’è la celebrazione eucaristica - per la vita della Chiesa, perché essa possa attingere ancora oggi la grazia che scaturisce dalla passione, morte e risurrezione del Signore Gesù. Il pomeriggio si è poi sviluppato con brevi testimonianze da tre diocesi dell’Umbria, che hanno riguardato alcuni ambiti pastorali legati al tema della conferenza: famiglia, carità, catechesi e giovani. Per la famiglia la testimonianza è giunta da alcuni rappresentanti della diocesi di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino, che hanno raccontato l’esperienza delle “Famiglie del Vangelo”: piccoli gruppi di preghiera che si incontrano nelle case e condividono il loro cammino di fedeattraverso il Vangelo che verrà poi proclamato nella domenica successiva. La seconda testimonianza è stata offerta da una rappresentate della diocesi di Spoleto - Norcia, la quale ha sottolineato il legame tra eucaristia e amore verso il prossimo, concretizzato in specifico nell’esperienza della Comunione ai malati e agli anziani, e nell’assistenza a famiglie in difficoltà economica. Infine l’ultima testimonianza è stata data da don Sergio Rossini e don Stefano Mazzoli, rispettivamente direttore dell’Ufficio liturgico diocesano e direttore dell’Ufficio catechisti diocesano della Chiesa di Terni-Narni-Amelia, i quali hanno rimarcato lo stretto legame tra liturgia e catechesi, sottolineando l’importanza della catechesi liturgica. Il pomeriggio di formazione, tra le parole di don Giuseppe Busani e le varie testimonianza, ha avuto quindi l’obiettivo di riflettere ancora una volta sul fatto che la liturgia, in particolare la celebrazione eucaristica, che ha il suo tempo privilegiato nella domenica, è davvero fonte e culmine della vita cristiana.  ]]>

Circa 300 partecipanti ha ospitato l’auditorium del santuario dell’Amore Misericordioso di Collevalenza per il pomeriggio di formazione dal titolo “Lo spirito della liturgia: il giorno del Signore”. In tanti tra ministri straordinari della Comunione, catechisti, animatori liturgici, ministri ordinati, si sono ritrovati a riflettere sulla liturgia, sulla celebrazione eucaristica e sull’importanza della domenica nella vita di ogni cristiano. La giornata di formazione è stata aperta da un breve saluto di mons. Giuseppe Piemontese, vescovo di Terni-Narni-Amelia e delegato della Conferenza episcopale umbra per la liturgia, a cui ha fatto seguito la riflessione offerta da mons. Giuseppe Busani, parroco della comunità di San Giovanni Battista a Castel San Giovanni (Pc), liturgista della diocesi di Piacenza- Bobbio, già direttore dell’Ufficio liturgico nazionale. Le parole-chiave sulla quale si è mossa la conferenza sono state tre: celebrare, il Signore, giorno. Celebrare: cercando di riscoprire la liturgia come azione che ha a che fare con il corpo e con la vita. Infatti la liturgia - spiega don Busani - è un azione che tiene conto dell’“esteriore”; non nel senso dell’apparenza o dell’ostentazione, ma dei gesti ben compiuti nei quali si esprime l’opera di Dio. Altra parola chiave è “il Signore”, il quale è sempre presente nella liturgia, dando la possibilità all’uomo di celebrare il Mistero pasquale. Infine, ultima parola nella quale si è sviluppata la riflessione di don Busani è “giorno”. Infatti, spiega il liturgista, “la prima basilica, il primo tempio nel quale Dio chiede di essere ospitato è un tempo, un giorno, il giorno del Signore”. Al quale giorno l’uomo è invitato, come ci ricordano le parole pronunciate dal sacerdote prima della Comunione, per prendere parte al banchetto dell’Agnello. La relazione quindi ha voluto sottolineare l’indispensabilità del giorno di domenica - al cui centro c’è la celebrazione eucaristica - per la vita della Chiesa, perché essa possa attingere ancora oggi la grazia che scaturisce dalla passione, morte e risurrezione del Signore Gesù. Il pomeriggio si è poi sviluppato con brevi testimonianze da tre diocesi dell’Umbria, che hanno riguardato alcuni ambiti pastorali legati al tema della conferenza: famiglia, carità, catechesi e giovani. Per la famiglia la testimonianza è giunta da alcuni rappresentanti della diocesi di Assisi - Nocera Umbra - Gualdo Tadino, che hanno raccontato l’esperienza delle “Famiglie del Vangelo”: piccoli gruppi di preghiera che si incontrano nelle case e condividono il loro cammino di fedeattraverso il Vangelo che verrà poi proclamato nella domenica successiva. La seconda testimonianza è stata offerta da una rappresentate della diocesi di Spoleto - Norcia, la quale ha sottolineato il legame tra eucaristia e amore verso il prossimo, concretizzato in specifico nell’esperienza della Comunione ai malati e agli anziani, e nell’assistenza a famiglie in difficoltà economica. Infine l’ultima testimonianza è stata data da don Sergio Rossini e don Stefano Mazzoli, rispettivamente direttore dell’Ufficio liturgico diocesano e direttore dell’Ufficio catechisti diocesano della Chiesa di Terni-Narni-Amelia, i quali hanno rimarcato lo stretto legame tra liturgia e catechesi, sottolineando l’importanza della catechesi liturgica. Il pomeriggio di formazione, tra le parole di don Giuseppe Busani e le varie testimonianza, ha avuto quindi l’obiettivo di riflettere ancora una volta sul fatto che la liturgia, in particolare la celebrazione eucaristica, che ha il suo tempo privilegiato nella domenica, è davvero fonte e culmine della vita cristiana.  ]]>
LITURGIA. Il programma della Giornata regionale di formazione https://www.lavoce.it/liturgia-programma-della-giornata-regionale-formazione/ Thu, 15 Feb 2018 16:45:50 +0000 https://www.lavoce.it/?p=51232 capitolo generale collevalenza

“Il giorno del Signore” è il tema della giornata di formazione liturgica che si terrà il 18 febbraio presso il santuario dell’Amore Misericordioso di Collevalenza, promossa dalla Commissione regionale per la liturgia, e rivolta a tutti gli operatori liturgici dell’Umbria, nonché ai catechisti, ai ministri straordinari della Comunione, e a tutti coloro che vogliono riflettere sulla tematica proposta, cioè quella dell’importanza - per ogni cristiano - della domenica. Il titolo della giornata riprende il nome della Nota pastorale della Conferenza episcopale italiana del 1984, la quale voleva riporre al centro della vita ecclesiale il “signore dei giorni” (come lo definì il Pseudo-Eusebio). Nonostante il passare degli anni dalla pubblicazione della Nota, oggi come allora la Chiesa ha la necessità di riaffermare con forza l’importanza della domenica quale giorno, che fin dagli inizi, fin dalla risurrezione di Cristo, ha scandito il ritmo del celebrare e del vivere cristiano, perché giorno anzitutto dedicato al memoriale del Mistero pasquale. Per questo la Commissione per la liturgia della Conferenza episcopale umbra, presieduta da mons. Giuseppe Piemontese, vescovo di Terni-Narni-Amelia, ha il desiderio di dedicare un intero pomeriggio di formazione per continuare a riflettere sulla domenica, attraverso l’aiuto del liturgista mons.
PROGRAMMA Ore 14:30 Accoglienza partecipanti Ore 15:00 Saluto di S.E. REV.MA MONS. GIUSEPPE PIEMONTESE, OFM Conv., vescovo delegato CEU per la Liturgia Ore 15:15 Saluto di DON ANTONIO BORGO, coordinatore della Commissione Regionale per la Liturgia Ore 15:30 Catechesi di MONS. GIUSEPPE BUSANI Ore 16:30 Breve pausa Ore 16:45 Testimonianze dalle varie diocesi e condivisione Ore 17:45 Vespri Solenni INFORMAZIONI : Segreteria Commissione Regionale per la Liturgia Tel. 3891872442 mail: segreteria_ufflitceu@libero.it
Giuseppe Busani, parroco della Diocesi di Piacenza-Bobbio, già direttore dell’Ufficio liturgico nazionale. Il pomeriggio, che sarà aperto dall’ascolto dei suggerimenti di don Busani attraverso una rilettura attuale della Nota pastorale dell’84, continuerà con un momento di confronto e testimonianza tra le varie diocesi umbre, che racconteranno la propria esperienza pastorale sul rapporto tra il giorno del Signore e vari ambiti, quali famiglia, carità, catechesi e giovani. L’incontro si concluderà con la celebrazione dei vespri. “L’intento di questo pomeriggio è fare memoria grata del lavoro svolto dalla Commissione attraverso i direttori che si sono susseguiti in questi ultimi anni, e poi di rilanciare la formazione dei laici dal punto di vista liturgico” spiega don Antonio Borgo, parroco di Valfabbrica e coordinatore della Commissione Ceu. “Ripartire dalla domenica, giorno del Signore, giorno dei giorni, significa - aggiunge - riscoprire la dinamica del tempo alla luce del Mistero pasquale che celebriamo ogni domenica nell’eucaristia. Vivere la domenica come festa primordiale, come ci ricorda la Sacrosanctum Concilium, significa recuperare la dimensione della festa, della famiglia, della ministerialità, senza dimenticare l’irrinunciabile testimonianza della carità che rende credibile, agli occhi degli altri, ciò che celebriamo. Viviamo il giorno del Signore! Riscopriamo in esso la bellezza di tutto ciò che di nobile e giusto l’uomo di oggi desidera vivere. La domenica ci libera dalla ferialità degli altri giorni e dalla monotonia della vita perché nel giorno del Signore ‘fiorisce lo Spirito’, come ci ricorda la Tradizione apostolica di Ippolito di Roma. Vorremmo che nelle nostre comunità ricominciasse a risuonare l’eco dei martiri di Abitene: sine Dominico non possumus (senza la domenica non possiamo vivere)”.  ]]>
capitolo generale collevalenza

“Il giorno del Signore” è il tema della giornata di formazione liturgica che si terrà il 18 febbraio presso il santuario dell’Amore Misericordioso di Collevalenza, promossa dalla Commissione regionale per la liturgia, e rivolta a tutti gli operatori liturgici dell’Umbria, nonché ai catechisti, ai ministri straordinari della Comunione, e a tutti coloro che vogliono riflettere sulla tematica proposta, cioè quella dell’importanza - per ogni cristiano - della domenica. Il titolo della giornata riprende il nome della Nota pastorale della Conferenza episcopale italiana del 1984, la quale voleva riporre al centro della vita ecclesiale il “signore dei giorni” (come lo definì il Pseudo-Eusebio). Nonostante il passare degli anni dalla pubblicazione della Nota, oggi come allora la Chiesa ha la necessità di riaffermare con forza l’importanza della domenica quale giorno, che fin dagli inizi, fin dalla risurrezione di Cristo, ha scandito il ritmo del celebrare e del vivere cristiano, perché giorno anzitutto dedicato al memoriale del Mistero pasquale. Per questo la Commissione per la liturgia della Conferenza episcopale umbra, presieduta da mons. Giuseppe Piemontese, vescovo di Terni-Narni-Amelia, ha il desiderio di dedicare un intero pomeriggio di formazione per continuare a riflettere sulla domenica, attraverso l’aiuto del liturgista mons.
PROGRAMMA Ore 14:30 Accoglienza partecipanti Ore 15:00 Saluto di S.E. REV.MA MONS. GIUSEPPE PIEMONTESE, OFM Conv., vescovo delegato CEU per la Liturgia Ore 15:15 Saluto di DON ANTONIO BORGO, coordinatore della Commissione Regionale per la Liturgia Ore 15:30 Catechesi di MONS. GIUSEPPE BUSANI Ore 16:30 Breve pausa Ore 16:45 Testimonianze dalle varie diocesi e condivisione Ore 17:45 Vespri Solenni INFORMAZIONI : Segreteria Commissione Regionale per la Liturgia Tel. 3891872442 mail: segreteria_ufflitceu@libero.it
Giuseppe Busani, parroco della Diocesi di Piacenza-Bobbio, già direttore dell’Ufficio liturgico nazionale. Il pomeriggio, che sarà aperto dall’ascolto dei suggerimenti di don Busani attraverso una rilettura attuale della Nota pastorale dell’84, continuerà con un momento di confronto e testimonianza tra le varie diocesi umbre, che racconteranno la propria esperienza pastorale sul rapporto tra il giorno del Signore e vari ambiti, quali famiglia, carità, catechesi e giovani. L’incontro si concluderà con la celebrazione dei vespri. “L’intento di questo pomeriggio è fare memoria grata del lavoro svolto dalla Commissione attraverso i direttori che si sono susseguiti in questi ultimi anni, e poi di rilanciare la formazione dei laici dal punto di vista liturgico” spiega don Antonio Borgo, parroco di Valfabbrica e coordinatore della Commissione Ceu. “Ripartire dalla domenica, giorno del Signore, giorno dei giorni, significa - aggiunge - riscoprire la dinamica del tempo alla luce del Mistero pasquale che celebriamo ogni domenica nell’eucaristia. Vivere la domenica come festa primordiale, come ci ricorda la Sacrosanctum Concilium, significa recuperare la dimensione della festa, della famiglia, della ministerialità, senza dimenticare l’irrinunciabile testimonianza della carità che rende credibile, agli occhi degli altri, ciò che celebriamo. Viviamo il giorno del Signore! Riscopriamo in esso la bellezza di tutto ciò che di nobile e giusto l’uomo di oggi desidera vivere. La domenica ci libera dalla ferialità degli altri giorni e dalla monotonia della vita perché nel giorno del Signore ‘fiorisce lo Spirito’, come ci ricorda la Tradizione apostolica di Ippolito di Roma. Vorremmo che nelle nostre comunità ricominciasse a risuonare l’eco dei martiri di Abitene: sine Dominico non possumus (senza la domenica non possiamo vivere)”.  ]]>
Quattro suore https://www.lavoce.it/quattro-suore/ Thu, 12 Oct 2017 11:00:58 +0000 https://www.lavoce.it/?p=50161

Quello su cui hanno sparso la loro fioca luce le mie ultime, pallenti abats jours (o abat jours?) si lega a due ricordi personali precisi di quegli anni conciliari. *** 1960. Il rammarico per non aver conosciuto quand’era tempo, cioè nel cuore della mia formazione teologica, i vari Chenu, Congar, De Lubac, Danielou e soprattutto Rahner motivò un mio tentativo di andare anch’io “aux sources”; acquistai in una libreria del centro “Le drame de l’humanisme athée”, di De Lubac; lo feci di soppiatto, più volte guardandomi sospecciosamente tutt’intorno, quasi stessi per chiedere Les Onze Mille Verges ou les Amours d’un hospodar di Guillaume Apollinaire. L’acquistai con la presunzione di digerirlo poi, pian piano, nel testo francese, lingua che credevo di conoscere bene: alla scuola media del seminario di Gubbio per cinque anni ci avevano insegnato proprio il francese, e quindi… Mi tuffai nella lettura del testo di De Lubac, impiegai mezz’ora a leggere la prima pagina, col dizionario vicino; dovetti abbandonare l’impresa alla terza pagina. Il francese che ci avevano insegnato era il francese delle eccezioni, quello sulla base del quale (“tutto gufi e ciottoli”, dice la “Lettera a una professoressa”) alla Scuola media di Vicchio bocciavano i ragazzi di Barbiana agli esami di terza media: della lingua francese sapevamo tutte le curiosità  (Mettere l’articolo davanti al pronome possessivo era come bestemmiare in chiesa; il numero 80 poteva anche essere detto come un “quattro volte venti”;…), ma non saremmo stati capaci di acquistare alla stazione di Lione un biglietto del treno per Parigi. *** Più tardi la dimostrazione di quanto fosse ormai superata e inutile la mia formazione teologica, anche se solidamente centrata sul solidissimo san Tommaso, l’ebbi quando, giovane prete, l’Ufficio catechistico diocesano m’incaricò di tenere un corso di teologia per giovani motivati ad approfondire il messaggio cristiano; intorno a don Graziano Reginelli e a me, ambedue preti freschi di sacro crisma, s’era formato un bel gruppo di giovani; molti di loro erano anche “cristianamente motivati”, ma non esitarono a sganasciarsi dalle risa quando lessero l’incipit dell’invito col quale il Direttore della Catechesi diocesana li sollecitava a partecipare al Corso di Teologia: “Dio da tutta l’eternità ha fatto il suo Cristo, e dunque…”; qualche anno prima Serse, il fratello di Fausto Coppi, durante il Giro d’Italia l’aveva fatto anche lui, il suo cristo, e c’era rimasto secco, poverino. Prima lezione del Corso (“L’Essere e l’Essenza”): dieci dei “miei” ragazzi e quattro suore. Alla seconda lezione erano presenti solo le quattro suore. Ma dopo un quarto d’ora dormivano tutte. La più sfacciata russava, pure! Erano le prime emule della Signorina Scolastica, ormai a riposo.]]>

Quello su cui hanno sparso la loro fioca luce le mie ultime, pallenti abats jours (o abat jours?) si lega a due ricordi personali precisi di quegli anni conciliari. *** 1960. Il rammarico per non aver conosciuto quand’era tempo, cioè nel cuore della mia formazione teologica, i vari Chenu, Congar, De Lubac, Danielou e soprattutto Rahner motivò un mio tentativo di andare anch’io “aux sources”; acquistai in una libreria del centro “Le drame de l’humanisme athée”, di De Lubac; lo feci di soppiatto, più volte guardandomi sospecciosamente tutt’intorno, quasi stessi per chiedere Les Onze Mille Verges ou les Amours d’un hospodar di Guillaume Apollinaire. L’acquistai con la presunzione di digerirlo poi, pian piano, nel testo francese, lingua che credevo di conoscere bene: alla scuola media del seminario di Gubbio per cinque anni ci avevano insegnato proprio il francese, e quindi… Mi tuffai nella lettura del testo di De Lubac, impiegai mezz’ora a leggere la prima pagina, col dizionario vicino; dovetti abbandonare l’impresa alla terza pagina. Il francese che ci avevano insegnato era il francese delle eccezioni, quello sulla base del quale (“tutto gufi e ciottoli”, dice la “Lettera a una professoressa”) alla Scuola media di Vicchio bocciavano i ragazzi di Barbiana agli esami di terza media: della lingua francese sapevamo tutte le curiosità  (Mettere l’articolo davanti al pronome possessivo era come bestemmiare in chiesa; il numero 80 poteva anche essere detto come un “quattro volte venti”;…), ma non saremmo stati capaci di acquistare alla stazione di Lione un biglietto del treno per Parigi. *** Più tardi la dimostrazione di quanto fosse ormai superata e inutile la mia formazione teologica, anche se solidamente centrata sul solidissimo san Tommaso, l’ebbi quando, giovane prete, l’Ufficio catechistico diocesano m’incaricò di tenere un corso di teologia per giovani motivati ad approfondire il messaggio cristiano; intorno a don Graziano Reginelli e a me, ambedue preti freschi di sacro crisma, s’era formato un bel gruppo di giovani; molti di loro erano anche “cristianamente motivati”, ma non esitarono a sganasciarsi dalle risa quando lessero l’incipit dell’invito col quale il Direttore della Catechesi diocesana li sollecitava a partecipare al Corso di Teologia: “Dio da tutta l’eternità ha fatto il suo Cristo, e dunque…”; qualche anno prima Serse, il fratello di Fausto Coppi, durante il Giro d’Italia l’aveva fatto anche lui, il suo cristo, e c’era rimasto secco, poverino. Prima lezione del Corso (“L’Essere e l’Essenza”): dieci dei “miei” ragazzi e quattro suore. Alla seconda lezione erano presenti solo le quattro suore. Ma dopo un quarto d’ora dormivano tutte. La più sfacciata russava, pure! Erano le prime emule della Signorina Scolastica, ormai a riposo.]]>