Fondazione Umbria contro l'usura Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/fondazione-umbria-contro-lusura/ Settimanale di informazione regionale Mon, 26 Apr 2021 10:38:02 +0000 it-IT hourly 1 https://wordpress.org/?v=6.5.5 https://www.lavoce.it/wp-content/uploads/2018/07/cropped-Ultima-FormellaxSito-32x32.jpg Fondazione Umbria contro l'usura Archivi - LaVoce https://www.lavoce.it/tag/fondazione-umbria-contro-lusura/ 32 32 USURA. Storia di chi si trova in situazioni disperate e di chi prova a dare aiuto https://www.lavoce.it/usura-storia/ Mon, 26 Apr 2021 10:38:02 +0000 https://www.lavoce.it/?p=60336 Calcolatrice e soldi su un tavolo, segno di debiti e usura

Il caso è proprio di questi giorni. Una persona e la sua famiglia nella disperazione più nera. “Questa persona ha un’azienda agraria e ha perso casa e stalla col terremoto del 2016. Ora che è sopraggiunta la pandemia non sa più come andare avanti e si è rivolta alla nostra Fondazione”. A parlare è Paolo Tiecco, volontario presso la Fondazione Umbria contro l’usura Onlus, dove si occupa dell’ascolto di chi chiede aiuto. “Collaboro nella Fondazione da diversi anni, sono addetto alle ‘audizioni’, ovvero al primo incontro con gli assistiti che fino a prima del Covid era in presenza mentre ora è telefonico. Poi porto avanti la pratica presentando la persona presso il Consiglio della Fondazione e proponendo una mia soluzione sulla quale il consiglio delibera”, racconta Tiecco.

Ascolta l'intervista a Paolo Tiecco su Umbria radio

La parte più difficile del suo compito? Rispondere che per quella situazione la Fondazione non può fare molto. “In questi anni di volontariato credo di aver fatto circa 400 audizioni. Da un primo colloquio so già dire se la situazione è idonea ad essere presa in carico e quando non lo è risulta sempre doloroso”.

Negli ultimi giorni Paolo sta portando avanti una pratica speciale, una piccola battaglia per il caso dell’imprenditore agricolo terremotato.

Il caso: le difficoltà di un imprenditore agricolo dopo terremoto e pandemia

“Questa persona, umbra, di circa 40 anni, vive con la sua famiglia in una casetta della Protezione civile e anche il suo bestiame è allocato in stalle provvisorie montate sempre dalla Protezione civile. Ci ha chiamato e come di consueto mi sono fatto raccontare la sua storia, la situazione debitoria e quella patrimoniale”. A questo punto però Paolo ha capito che qualcosa non andava. “Per noi i redditi purtroppo sono un requisito fondamentale in quanto non possiamo regalare soldi, possiamo solo coprire i debiti dell’assistito attraverso un finanziamento che produce una rata e dobbiamo essere certi che questa rata sia sostenibile.

Purtroppo è così, disponiamo di fondi pubblici di cui dobbiamo rendere conto, quindi è normale ci siano delle regole ben precise. Alla fine del colloquio dunque ho dovuto dire a questa persona che sarebbe stato difficile per noi intervenire soprattutto per la mancanza di un reddito”. Il reddito a dire il vero c’è, ma è troppo basso per sostenere una rata. “Ovviamente non abbandoniamo nessuno – ci tiene a precisare Tiecco - , anche quando vediamo che la situazione sembra difficile lasciamo sempre un margine di disponibilità, ci risentiamo”.

In questo caso però la storia non è terminata qui. “Dopo alcuni giorni ci ha chiamato il padre di questo imprenditore agricolo, pregandoci di trovare un modo di agire poiché il figlio, a suo dire, aveva già tentato due volte il suicidio per via della situazione debitoria in cui si trova e adesso stava rischiando di perdere anche i trattori a causa di un contratto di leasing cui questi sono legati”. Paolo quindi ha deciso di invitare il padre dell’assistito nella sede della Fondazione, per capire meglio se questa volta fosse il caso di mandare avanti la pratica comunque.

“Ho riascoltato il racconto di questo padre e ho deciso di provare a fare qualcosa. Proporrò in questi giorni il caso dell’imprenditore agricolo al comitato di valutazione che è un nucleo ristretto di consiglieri nel quale, con la presenza della persona assistita, vengono ripercorse le tappe della sua storia e della sua situazione. Poi il comitato esprime un parere che se favorevole porta la pratica al successivo consiglio direttivo per la delibera. Non sarà facile da gestire ma dovremo trovare un modo”. Paolo in questo caso non è riuscito a dire di no. “Per lo meno vorrei che la responsabilità di dire sì o no fosse condivisa con i consiglieri”.

Come prevenire l'usura

Del Consiglio fanno parte tutti i 17 soci della Fondazione, fra cui la Regione Umbria, i Comuni di Perugia, Gubbio, Terni, Foligno e Città di Castello, tutte le diocesi umbre, Confindustria, Confartigianato e alcuni sindacati come Cisl e Cgil.

“Nell’ultimo anno le storie come questa sono sempre di più, l’onda lunga della crisi partita ben prima della pandemia si fa sentire”, commenta il consigliere di Cisl Francesco Marini.

Oltre all’attività della Fondazione, come prevenire il moltiplicarsi di tali situazioni? “Quest’anno bisognerebbe cristallizzare non solo i debiti, ma anche tutti i pagamenti che non è possibile onorare – afferma Marini - . Ci sono davvero tante persone che, nonostante la cassa integrazione, non riescono a provvedere a tutte le spese e quando anche gli ammortizzatori verranno meno, il rischio usura è elevato”.

Non solo aiuti da parte dello Stato però per prevenire un fenomeno come quello dell’usura. “La prevenzione è fondamentale e necessaria - affermano da Confindustria Umbria - , così come l’educazione alla cultura della legalità. Bisogna intervenire con azioni di sensibilizzazione soprattutto verso le giovani generazioni, specialmente verso gli studenti delle scuole medie superiori, facendo comprendere quanto sia importante un corretto e responsabile uso del denaro”.

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Calcolatrice e soldi su un tavolo, segno di debiti e usura

Il caso è proprio di questi giorni. Una persona e la sua famiglia nella disperazione più nera. “Questa persona ha un’azienda agraria e ha perso casa e stalla col terremoto del 2016. Ora che è sopraggiunta la pandemia non sa più come andare avanti e si è rivolta alla nostra Fondazione”. A parlare è Paolo Tiecco, volontario presso la Fondazione Umbria contro l’usura Onlus, dove si occupa dell’ascolto di chi chiede aiuto. “Collaboro nella Fondazione da diversi anni, sono addetto alle ‘audizioni’, ovvero al primo incontro con gli assistiti che fino a prima del Covid era in presenza mentre ora è telefonico. Poi porto avanti la pratica presentando la persona presso il Consiglio della Fondazione e proponendo una mia soluzione sulla quale il consiglio delibera”, racconta Tiecco.

Ascolta l'intervista a Paolo Tiecco su Umbria radio

La parte più difficile del suo compito? Rispondere che per quella situazione la Fondazione non può fare molto. “In questi anni di volontariato credo di aver fatto circa 400 audizioni. Da un primo colloquio so già dire se la situazione è idonea ad essere presa in carico e quando non lo è risulta sempre doloroso”.

Negli ultimi giorni Paolo sta portando avanti una pratica speciale, una piccola battaglia per il caso dell’imprenditore agricolo terremotato.

Il caso: le difficoltà di un imprenditore agricolo dopo terremoto e pandemia

“Questa persona, umbra, di circa 40 anni, vive con la sua famiglia in una casetta della Protezione civile e anche il suo bestiame è allocato in stalle provvisorie montate sempre dalla Protezione civile. Ci ha chiamato e come di consueto mi sono fatto raccontare la sua storia, la situazione debitoria e quella patrimoniale”. A questo punto però Paolo ha capito che qualcosa non andava. “Per noi i redditi purtroppo sono un requisito fondamentale in quanto non possiamo regalare soldi, possiamo solo coprire i debiti dell’assistito attraverso un finanziamento che produce una rata e dobbiamo essere certi che questa rata sia sostenibile.

Purtroppo è così, disponiamo di fondi pubblici di cui dobbiamo rendere conto, quindi è normale ci siano delle regole ben precise. Alla fine del colloquio dunque ho dovuto dire a questa persona che sarebbe stato difficile per noi intervenire soprattutto per la mancanza di un reddito”. Il reddito a dire il vero c’è, ma è troppo basso per sostenere una rata. “Ovviamente non abbandoniamo nessuno – ci tiene a precisare Tiecco - , anche quando vediamo che la situazione sembra difficile lasciamo sempre un margine di disponibilità, ci risentiamo”.

In questo caso però la storia non è terminata qui. “Dopo alcuni giorni ci ha chiamato il padre di questo imprenditore agricolo, pregandoci di trovare un modo di agire poiché il figlio, a suo dire, aveva già tentato due volte il suicidio per via della situazione debitoria in cui si trova e adesso stava rischiando di perdere anche i trattori a causa di un contratto di leasing cui questi sono legati”. Paolo quindi ha deciso di invitare il padre dell’assistito nella sede della Fondazione, per capire meglio se questa volta fosse il caso di mandare avanti la pratica comunque.

“Ho riascoltato il racconto di questo padre e ho deciso di provare a fare qualcosa. Proporrò in questi giorni il caso dell’imprenditore agricolo al comitato di valutazione che è un nucleo ristretto di consiglieri nel quale, con la presenza della persona assistita, vengono ripercorse le tappe della sua storia e della sua situazione. Poi il comitato esprime un parere che se favorevole porta la pratica al successivo consiglio direttivo per la delibera. Non sarà facile da gestire ma dovremo trovare un modo”. Paolo in questo caso non è riuscito a dire di no. “Per lo meno vorrei che la responsabilità di dire sì o no fosse condivisa con i consiglieri”.

Come prevenire l'usura

Del Consiglio fanno parte tutti i 17 soci della Fondazione, fra cui la Regione Umbria, i Comuni di Perugia, Gubbio, Terni, Foligno e Città di Castello, tutte le diocesi umbre, Confindustria, Confartigianato e alcuni sindacati come Cisl e Cgil.

“Nell’ultimo anno le storie come questa sono sempre di più, l’onda lunga della crisi partita ben prima della pandemia si fa sentire”, commenta il consigliere di Cisl Francesco Marini.

Oltre all’attività della Fondazione, come prevenire il moltiplicarsi di tali situazioni? “Quest’anno bisognerebbe cristallizzare non solo i debiti, ma anche tutti i pagamenti che non è possibile onorare – afferma Marini - . Ci sono davvero tante persone che, nonostante la cassa integrazione, non riescono a provvedere a tutte le spese e quando anche gli ammortizzatori verranno meno, il rischio usura è elevato”.

Non solo aiuti da parte dello Stato però per prevenire un fenomeno come quello dell’usura. “La prevenzione è fondamentale e necessaria - affermano da Confindustria Umbria - , così come l’educazione alla cultura della legalità. Bisogna intervenire con azioni di sensibilizzazione soprattutto verso le giovani generazioni, specialmente verso gli studenti delle scuole medie superiori, facendo comprendere quanto sia importante un corretto e responsabile uso del denaro”.

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L’Università di Perugia si impegna nella lotta contro usura e racket https://www.lavoce.it/universita-perugia-usura-racket/ Thu, 22 Nov 2018 16:23:10 +0000 https://www.lavoce.it/?p=53443 racket

"L'attività di prevenzione per un fenomeno come l'usura è fondamentale in quanto spesso le vittime non denunciano l'usuraio sia perché hanno paura delle ritorsioni, sia perché l'usuraio è l'unico che gli ha aperto la porta in un momento di difficoltà". Ad affermarlo Alberto Bellocchi, presidente della Fondazione Umbria contro l'usura, nell'ambito del convegno "Etica e legalità. La prevenzione dei fenomeni di usura, estorsione e ludopatia" tenutosi oggi pomeriggio, 22 novembre, all'Aula Magna del Dipartimento di Filosofia e Scienze sociali dell'Università di Perugia.

Il protocollo d'intesa sulle iniziative contro racket e usura

L'evento è stato organizzato dalla Prefettura di Perugia in collaborazione con l'Università ed è stato anche l’occasione per la sottoscrizione, da parte del rettore Franco Moriconi, di un protocollo d'intesa con il commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura Domenico Cuttaia, e con CONSAP SpA. L'accordo prevede il coinvolgimento dell’Università al fine della diffusione delle iniziative di contrasto al racket e all’usura, con l’obiettivo di incrementare le denunce e l’emersione degli illeciti anche grazie ad una campagna di informazione presso gli studenti sui danni e le ricadute economiche di tali fenomeni, nonché una collaborazione con docenti, ricercatori e personale per il miglioramento della legislazione pertinente. "Nei prossimi giorni verranno delegati dal Rettore due professori che insieme al Ministero dell'Interno realizzeranno iniziative informative per il territorio - ha spiegato il professor Massimiliano Marianelli, delegato del Rettore per la didattica -. Il protocollo è già stato firmato da altre università italiane e noi ci inseriamo in questa rete perché attraverso di essa possiamo informare in primo luogo i giovani. È bene ricordare anche l'usura è strettamente connessa con la ludopatia".

I relatori del convegno

Il convegno ha affrontato le tematiche in maniera interdisciplinare con gli interventi dei docenti dell’Ateneo Luca Ferrucci (Dipartimento di Economia), Chiara Pazzagli (Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione), Enrico Carloni(Scienze Politiche) e Uliano Conti (Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione). "Usura, ludopatia ed estorsione sono tre grandi illusioni dell'uomo - ha affermato il prof Ferrucci -. La ludopatia è l'illusione di diventare ricchi senza lavorare, l'usura è l'illusione di pagare i debiti con debiti più grandi e l'estorsione è l'illusione di sentirsi protetti pagando il pizzo". (L'articolo completo con gli interventi dei relatori sarà pubblicato sul numero 43 de La Voce in uscita il 30 novembre).]]>
racket

"L'attività di prevenzione per un fenomeno come l'usura è fondamentale in quanto spesso le vittime non denunciano l'usuraio sia perché hanno paura delle ritorsioni, sia perché l'usuraio è l'unico che gli ha aperto la porta in un momento di difficoltà". Ad affermarlo Alberto Bellocchi, presidente della Fondazione Umbria contro l'usura, nell'ambito del convegno "Etica e legalità. La prevenzione dei fenomeni di usura, estorsione e ludopatia" tenutosi oggi pomeriggio, 22 novembre, all'Aula Magna del Dipartimento di Filosofia e Scienze sociali dell'Università di Perugia.

Il protocollo d'intesa sulle iniziative contro racket e usura

L'evento è stato organizzato dalla Prefettura di Perugia in collaborazione con l'Università ed è stato anche l’occasione per la sottoscrizione, da parte del rettore Franco Moriconi, di un protocollo d'intesa con il commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket e antiusura Domenico Cuttaia, e con CONSAP SpA. L'accordo prevede il coinvolgimento dell’Università al fine della diffusione delle iniziative di contrasto al racket e all’usura, con l’obiettivo di incrementare le denunce e l’emersione degli illeciti anche grazie ad una campagna di informazione presso gli studenti sui danni e le ricadute economiche di tali fenomeni, nonché una collaborazione con docenti, ricercatori e personale per il miglioramento della legislazione pertinente. "Nei prossimi giorni verranno delegati dal Rettore due professori che insieme al Ministero dell'Interno realizzeranno iniziative informative per il territorio - ha spiegato il professor Massimiliano Marianelli, delegato del Rettore per la didattica -. Il protocollo è già stato firmato da altre università italiane e noi ci inseriamo in questa rete perché attraverso di essa possiamo informare in primo luogo i giovani. È bene ricordare anche l'usura è strettamente connessa con la ludopatia".

I relatori del convegno

Il convegno ha affrontato le tematiche in maniera interdisciplinare con gli interventi dei docenti dell’Ateneo Luca Ferrucci (Dipartimento di Economia), Chiara Pazzagli (Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione), Enrico Carloni(Scienze Politiche) e Uliano Conti (Filosofia, Scienze Sociali, Umane e della Formazione). "Usura, ludopatia ed estorsione sono tre grandi illusioni dell'uomo - ha affermato il prof Ferrucci -. La ludopatia è l'illusione di diventare ricchi senza lavorare, l'usura è l'illusione di pagare i debiti con debiti più grandi e l'estorsione è l'illusione di sentirsi protetti pagando il pizzo". (L'articolo completo con gli interventi dei relatori sarà pubblicato sul numero 43 de La Voce in uscita il 30 novembre).]]>
Troppo poche risorse contro gli strozzini https://www.lavoce.it/troppo-poche-risorse-contro-gli-strozzini/ Thu, 12 May 2016 09:00:48 +0000 https://www.lavoce.it/?p=46182 usura-cmykCon la disoccupazione e la crisi economica nelle famiglie entrano meno soldi ma le spese (bollette varie, rate del mutuo, tasse) non sono diminuite, anzi… Così i risparmi se ne vanno e basta un imprevisto (la lavatrice o l’auto che si rompe, una malattia, l’impossibilità di restituire un prestito ricevuto quando le cose andavano bene) per precipitare nell’abisso. Per i piccoli imprenditori poi basta un lavoro non pagato o un macchinario che si rompe per vedere sfumare il progetto di una vita. Le banche non fanno credito senza solide garanzie e i prestiti “facili” delle varie finanziarie hanno tassi e condizioni da usura.
E così anche in Umbria sono sempre di più i disperati che finiscono per rivolgersi agli usurai veri, i quali si presentano nelle vesti di “falsi amici” in grado di salvare la situazione. Statistiche ufficiali non ce ne sono perchè l’usura – ha detto l’ex magistrato Alberto Bellocchi – è un reato strisciante e il fatto che raramente venga denunciato dipende da una sorta di Sindrome di Stoccolma che lega la vittima al suo persecutore. “Ad un piccolo imprenditore che naviga in cattive acque nessuna banca presta soldi e quando trova qualcuno che lo fa, questi per lui diventa un benefattore”.
Bellocchi dal 2008 è presidente della Fondazione Umbria contro l’usura, la cui assemblea annuale si è svolta la scorsa settimana a Palazzo Donini. “Basta una ventata – ha detto – e ti ritrovi nel dramma. Dal nostro osservatorio – ha spiegato – abbiamo rilevato come la crisi economica e di lavoro ha creato danni tali per cui per molte famiglie, per molti artigiani, per molti commercianti e per molte piccole imprese, avendo esaurito ogni loro riserva, si è creata una situazione tale per cui è quasi impossibile ipotizzare un aiuto che sia risolutivo”.
Fino a qualche anno fa – ha continuato – l’usura era un fenomeno circoscritto a situazioni di imprenditori che avevano rischiato troppo e di persone che avevano male amministrato il loro bilancio familiare. Adesso invece le vittime sono sempre di più famiglie normali, anche con più di uno stipendio, che non riscono più a fare fronte alle necessarie spese quotidiane. “Sono centinaia le telefonate – ha riferito l’ex magistrato – che pervengono al nostro ufficio. Quasi sempre l’ interlocutore descrive una realtà di violenta crisi economica, spesso purtroppo non disgiunta da problemi familiari e personali assolutamente drammatici”.
La Fondazione Umbria contro l’usura è stata costituita nel 1996 proprio per soccorrere e prestare assistenza, anche legale, alle vittime dell’usura. Si tratta di una onlus finanziata da Stato, Regione, alcuni Comuni umbri, dalla Conferenza episcopale umbra e da sindacati e associazioni di categoria degli imprenditori.
In 20 anni ha prestato fideiussioni e altri servizi di tutela e garanzia a vittime e potenziali vittime dell’usura per circa 20 milioni di euro, con una media dunque di un milione di euro all’anno. Con il perdurare della crisi economica – come detto – aumentano i rischi di finire nella rete della usura, spesso infiltrata e gestita dalla criminalità organizzata. Ci sarebbe dunque più bisogno di aiuti ma la Fondazione si trova invece con meno soldi, tanto che nel 2015 ha potuto prestare fideiussioni per poco più di 500.000 euro ad una trentina di soggetti. Una somma che è dunque la metà della media erogata negli anni precedenti perchè lo Stato e la Regione, che sono i maggiori finanziatori della onlus – ha detto Bellocchi – hanno diminuito i contributi annuali e quelli di molti altri soci, “pur modesti, arrivano con grande ritardo”.
II Ministero delle finanze ha tagliato di un terzo i suoi contributi e i 200 milioni per il 2015 della Regione, il secondo maggior finanziatore della fondazione, devono ancora arrivare anche se da Palazzo Donini è giunta l’assicurazione che questo avverrà prossimamente.
La Fondazione poi negli anni scorsi ha dovuto affrontare un’altra disavventura, quella della cosiddetta “ragioniera infedele” Claudia Pasqua, che è stata condannata in via definitiva a 3 anni di carcere per reati connessi alla sua gestione dei fondi della onlus. Dovrà inoltre risarcire alla fondazione stessa più di un milione di euro. Adesso cominceranno le procedure esecutive per il recupero di questa somma ma i tempi saranno inevitabilmente lunghi per cui la Fondazione, per contenere le spese, ha ridotto il tetto delle sue fideiussioni e ha anche cambiato la sua sede.

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